Rivista "Il Forestale"

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Il Forestale bimestrale di cultura ambientale Biodiversità: Le reti ecologiche Aree protette: Sul Velino tornano i grifoni Le Foreste della “Serenissima” anno I - n. 1 aprile/maggio 2000 SPECIALE Storia del Corpo SPED. IN ABB. POST. ART. 2, COMMA 20/C, LEGGE 662/96 - FILIALE DI ROMA - DISTRIBUZIONE GRATUITA - IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO PT DI ROMA-ROMANINA PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO ADDEBITO DELLA RELATIVATARIFFA.

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Il Forestalebimestrale di cultura ambientale

Biodiversità:

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Il Forestalebimestrale di cultura ambientale

Rivista ufficiale delCorpo forestale dello Stato

Anno I - n. 1 aprile/maggio 2000

direzione e redazioneVia Giosuè Carducci, 5 - 00187 RomaTel. 06.4665.7062 - Fax 06.48904001E-mail: [email protected]

amministrazioneVia G. Carducci, 5 - 00187 Roma

Tel. 06.4665.6058 - Fax 06.42012596Cod. Fisc. 97013490582

direttore responsabileStefano Cazora

in redazioneAleandro Sciunzi

hanno collaboratoS. Ardito, G. Bontempo, A. Cerofolini,

L. Colò, C. Di Girolamo, L. Metalli,E. Palladini, F. Quilici, C. Sanchioli,

F. Scarpellini, G. Spanò

fotoG. Marcoaldi (Panda Photo)

impaginazione, fotolito e stampaEdAs srl - Via della Fontana, 503020 Giuliano di Roma (FR)

proprietàfondo assistenza, previdenza e premi

per il personale del C.F.S.

registrazione del Tribunale di Roman. 586 del 13/12/1999

spedizione in abbonamento postaleart. 2, comma 20/C, legge 662/96

Le idee espresse negli articoli riflettono l’opi-nione degli autori e non si riferiscono necessa-riamente ad orientamenti ufficiali. Manoscritti,foto e disegni, anche se non pubblicati, nonsaranno restituiti. Tutti i diritti di proprietà let-teraria ed artistica sono riservati. Si informache i dati utilizzati al fine della spedizione diquesta Rivista, contenuti in elenchi conoscibilida chiunque, sono trattati a questo solo fine inconformità a quanto previsto dalla legge n.675/96. Per esercitare i diritti (aggiornamento,cancellazione ecc.) di cui all’art. 13 scrivere a:Fondo ass. prev. e premi per il personale delC.F.S., Via G. Carducci, 5 - 00187 Roma.

consegnato per la stampa il 10 maggio 2000distribuzione gratuita

Il Forestalebimestrale di cultura ambientale

Biodiversità:

Le retiecologiche

Aree protette:

Sul Velinotornanoi grifoni

Le Forestedella

“Serenissima”

anno I - n. 1 aprile/maggio 2000

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Questo periodico è associato allaUnione Stampa Periodica Italiana

Stampato su carta ecologica

Signori, si parteCome sempre l’emozione di una prima è forte ed è difficile nasconderla. Con essa

ci accompagna però la soddisfazione per quanto è stato fin qui possibile realizzare. Èla prima volta che il Corpo forestale dello Stato intraprende un’esperienza editorialepubblicando direttamente un periodico di proprietà dell’Amministrazione con tutte lenovità e le incognite che ciò comporta. Ci perdonerà pertanto il lettore più attento perle imperfezioni che solo l’esperienza e il tempo potranno sanare. Un cordiale ringrazia-mento va a quanti, primi fra tutti i vertici del Corpo, hanno voluto coraggiosamenteraccogliere questa sfida e dare un volto ed una voce non solo alle attività istituzionalidell’Amministrazione, ma soprattutto a quegli uomini e donne che con sacrificio e quo-tidiano spirito di abnegazione prestano la propria silenziosa opera al servizio dellaNazione in difesa del patrimonio naturale del Paese.

La biodiversità in Europa e nel mondo è in serio pericolo. Molte aree naturali inquesti anni sono andate distrutte e molte altre andranno perdute. Tutto ciò si verificapurtroppo ad un ritmo sempre più crescene. Per arginare questo impoverimento biolo-gico sia animale che vegetale sono in atto accordi e progetti internazionali ai qualiaderisce anche l’Italia dove, lungo il territorio nazionale, è stata attivata una rete eco-logica nazionale a difesa della biodiversità che si inserisce perfettamente nella preesi-stente maglia di riserve naturali create e gestite dal Corpo forestale. Tra le risorse arischio di “estinzione” c’è anche l’acqua sempre più scarsa sia per qualità che perquantità. Pure in questo caso le sfide per risolvere il problema dovranno essere affron-tate a livello globale, al di là di ogni confine politico e amministrativo.

Sarà per una strana coincidenza o per quei corsi e ricorsi storici, ma proprio inun momento così delicato per la vita del Corpo, in un clima di forte incertezza istituzio-nale e politica, sembra che per una misteriosa forza centrifuga esso venga sospintoverso una deriva di preunitaria frammentazione. E, come per incanto, riaffiorano dallepolveri della storia inoppugnabili documenti che retrodatano di ben 11 anni la suanascita. Tutto ciò conferma una tradizione e un patrimonio di professionalità ancora piùantico e radicato, quasi una riscossa della storia, un grido accorato di quanti hannodedicato la propria esistenza fino ad immolare la vita per il Corpo e per i suoi ideali.

Dalle pieghe della storia e da un giallo risolto passiamo alle emozionanti imma-gini dei grifoni che, grazie ad una difficilissima ma ben riuscita operazione di reintro-duzione eseguita dal CFS, sono tornati dopo oltre due secoli di assenza a volteggiaremaestosi sulle cime del Monte Velino. Simboli tangibili di un lavoro di conservazioneben realizzato gli avvoltoi del Velino sono una magnifica realtà che richiama ormaisempre più numerosi ammiratori.

E infine le imponenti foreste che un tempo furono della Serenissima Repubblicaveneta. Boschi incantati popolati da fate e gnomi sopra i quali svettano le guglie can-gianti dei monti pallidi. Luoghi fatati che si sono conservati intatti proprio perché og-getto millenario di un rispettoso sfruttamento economico e di una oculata gestione fore-stale che per lunga parte è stata curata direttamente dalla Amministrazione forestaledello Stato. A riprova che un bosco ben tenuto conserva intatte le sue potenzialità e lasua bellezza.

Completano la rivista le rubriche che con i suggerimenti dei lettori vorremmoampliare ed indirizzare verso gli interessi più diffusi. Per sua peculiare vocazione IlForestale si apre sin d’ora alla libera collaborazione di quanti, appartenenti al Corpoe non, amano la natura e sono pronti a difenderla. Siamo certi che una corale parteci-pazione a questa iniziativa possa contribuire a rinsaldare non solo i legami di apparte-nenza, ma a favorire la crescita di una presenza editoriale che vorremmo fosse autore-vole e sempre più qualificata.

sommario

biodiversità Le reti ecologiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

storia e tradizioni Undici anni in più . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

viaggi e avventura I Boschi della “Serenissima” . . . . . . . . . . 16

aree protette Sul Velino tornano i grifoni . . . . . . . . . . . 14

rubriche Vita del Corpo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18Omnibus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20Rassegna giuridica . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

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editoriale

Il saluto del Ministro

S ono Ministro delle Politiche Agricole e Forestali da appena un mese e raccolgo con simpatia ed entusiasmol’opportunità di presentare il primo numero della rivista “Il Forestale”. Come uomo politico, parlamentare, maanche cittadino ho stimato l’attività del Corpo forestale dello Stato ispirata ai principi di tutela e conservazione

della natura e della biodiversità del patrimonio naturalistico del nostro Paese. Ho sempre pensato che il lavoro e irisultati conseguiti dal Corpo dovessero trovare un ampio risalto nella comunicazione, fatto chenella realtà non sempre è avvenuto, non posso pertanto che apprezzare e ritenere utile un perio-dico specializzato che descriva e racconti non solo agli addetti ai lavori ed ai rappresentantidelle Istituzioni, ma anche agli appassionati di natura, esperienze, attività, conoscenze, curiositànel settore ambientale e forestale. Nel formulare a “Il Forestale” i più fervidi auguri ed in boccaal lupo per traguardi sempre più alti, sono certo che la rivista sarà anche uno strumento autore-vole ed importante per diffondere la consapevolezza di salvaguardare e rafforzarel’Amministrazione e per ribadire il mio impegno a guidare il Corpo in un passaggio politicoistituzionale molto complesso e delicato, nella convinzione che con la ragionevolezza e l’equili-brio si potrà trovare una soluzione nell’interesse del Paese e nell’interesse del Corpo forestaledello Stato.

Alfonso Pecoraro ScanioMinistro delle politiche agricole e forestali

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Collaborazione con le associazioni ambientaliste

N el panorama delle persone e degli enti preposti alla tutela della magnifica natura itali-ca, accanto alle associazioni ambientaliste e ai parchi nazionali, gioca un ruolo nonsecondario di tessuto connettivo il Corpo forestale dello Stato. Un insieme di uomini

e di esperienze che, partendo da scopi più francamente di salvaguardia dei boschi e dellependici ha - soprattutto attraverso la creazione e la gestione di riserve naturali - acquisitonegli anni una dimensione più naturalistica e ambientalistica.La rete di riserve, la presenza nei CTA dei Parchi Nazionali, il controllo sul traffico di pianteed animali protetti dalla CITES ne fanno una struttura indispensabile che non può e nondeve perdere la sua unitarietà, il suo spirito di corpo e la sua efficienza.Ed è per questo che la collaborazione tra le associazioni ambientaliste e i forestali deve, purnelle rispettive competenze e nella doverosa dialettica, divenire sempre più stretta per salva-re il salvabile della nostra bella Italia.

Fulco PratesiPresidente del WWF Italia

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Abbiamo ancora molto da fare

I l forestale abituato agli spazi grandi e silenziosi dei boschi e delle montagne è per carattere un servitore delloStato incline alla riservatezza e ad operare con discrezione anche quando gli organi di informazione attribuisco-no ad altri i meriti per interventi svolti dal CFS perché strettamente connessi al servizio di istituto come gli

incendi boschivi. Oltre che proseguire le azioni con la capacità e la professionalità di sempre, è tempo, ora, di cu-rare anche l’immagine per creare la necessaria informazione dei cittadini intorno alle attività che l’Amministra-zione svolge nell’interesse del Paese.

È questo il motivo della pubblicazione della rivista “Il Forestale” ed è anche un atto di fiduciaper le sorti future del Corpo: uno strumento e luogo di comunicazione per diffondere gli impe-gni e le proposte rispetto ai problemi ambientali che sono stati sempre il principale campo dilavoro dei forestali anche quando la reale dimensione di queste problematiche non era ancoraavvertita.Il CFS intende rivendicare questo ambito operativo, recuperando alla propria professionalità ilcontrollo del territorio ad esso più congeniale come la montagna, gli spazi rurali, il bosco, ifiumi e i torrenti, le aree protette, la flora e la fauna che costituiscono gli elementi di eccellen-za dell’ambiente e che richiedono una cura ed una attenzione che possono essere date solo dacoloro i quali questi valori conoscono ed a essi hanno dedicato la propria vita professionale: ne“Il Forestale” vogliamo raccontare anche questo.

Giuseppe Di CroceDirettore Generale del Corpo forestale dello Stato

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L a biodiversità in Europa e nelmondo è in serio pericolo.Molte aree naturali negli ul-

timi anni sono andate distrutte e mol-te altre purtroppo scompariranno.Ecosistemi naturali di elevato valo-re e vulnerabilità quali le zone co-stiere, le aree marine, le zone umide,le foreste, le aree montane, i paesag-gi semi-naturali e le praterie sonogravemente minacciati. E ancora piùminacciate sono le singole specieselvatiche di animali e vegetali. Ilproblema è particolarmente gravosose si considera che questo processosta viaggiando a grande velocità esembra essere giunto ad un punto dinon reversibilità. Dal 1990 al 1995 nel mondo si sonopersi annualmente 11.269.000 ha diforeste (una superficie superiore al-l’intera superficie forestale italianadi circa 8.000.000 ha!). Tra le principali cause di perdita dibiodiversità vanno ricordati la con-tinua distruzione e frammentazionedegli habitat e il deterioramento del-la qualità ambientale dovuto essen-zialmente a politiche gestionali e disviluppo inappropriate. Gli effettivengono poi amplificati dalla pesan-

te azione dell’inquinamento atmo-sferico e dai cambiamenti climaticisu scala globale.Durante la Conferenza Ministeriale“Un Ambiente per l’Europa” tenuta-si a Sofia nel 1995 i partecipanti de-cisero di intraprendere al più prestouna serie di azioni comuni a livelloeuropeo per fermare e invertire ilprogressivo processo di distruzionedell’ambiente naturale. La strategiaadottata fu chiamata “Strategia pan-europea per la biodiversità e la di-versità paesaggistica”. I principalielementi erano già stati individuatinel corso della Conferenza “Conser-vare il Patrimonio Naturale Europeo:Verso una Rete Ecologica Europea”tenutosi a Maastricht nel 1993. Du-rante questa Conferenza 267 parte-cipanti provenienti da 31 Stati euro-pei e 26 organizzazioni internazio-nali denunciarono la grave perdita didiversità biologica e paesaggistica inEuropa ed iniziarono ad individuarestrategie comuni per fermare questoallarmante fenomeno.Chiaramente la “Strategia” adottataa Sofia e la sua applicazione a livel-lo pan-europeo, fornisce ancheun’importante risposta regionale aiprotocolli di attuazione della Con-

venzione sulla Biodiversità (UN-CED, 1992).Nell’ambito della “Strategia”, lacreazione di una rete ecologica pan-europea appare come un’azione te-matica prioritaria. Tale azione pre-vede che tutte le misure adottate neidiversi Stati europei volte a conser-vare le specie, le aree, gli habitat e gliecosistemi debbano essere combina-te sia a livello nazionale che interna-zionale e confluire nella creazionedella suddetta rete ecologica.La creazione di una rete ecologicanazionale, attraverso l’ampliamentoe l’adeguamento di quelle già esi-stenti (quali ad esempio le Reti CO-RINE, BIOITALY, NATURA 2000)rientra nelle attività programmatichedell’Italia nel settore ambientale peri prossimi anni.Sulla scorta del dibattito avviato a li-vello internazionale, a seguito dellaConferenza di Rio del 1992, si sonocominciate a delineare delle impor-tanti strategie operative, destinate adavere serie ripercussioni anche sulsettore forestale. Tra di esse va men-zionata l’introduzione dei “sistemivolontari per la certificazione am-bientale” il cui scopo ultimo è quel-lo di stimolare un’utilizzazione ocu-

LE RETI ECOLOGICHEI progetti strategici per impedire la crescente estinzione delle specie animali e

vegetali presenti sul pianeta. Il ruolo di precursore svolto dalla Forestale.

“INFRASTRUTTURE AMBIENTALI”Da un punto di vista strettamente biologico ed ecologico il concetto di “rete ecologica” nasce alla fine degli anni ottanta e a partiredagli anni novanta soprattutto in Nord America e nei Paesi del Nord e Centro Europa come una nuova proposta di gestione inte-grata del territorio che, attraverso la tutela degli habitat naturali, promuove la conservazione della biodiversità ai diversi livelli ai qua-li questa si esplica.Tale concetto affonda le radici nella disciplina della biologia popolazionistica e si basa sul principio, generalmente riconosciuto, se-condo cui una specie sia animale che vegetale per sopravvivere deve essere composta da un numero minimo di individui (minimumpopulation size). Ciò significa, inoltre, che le specie per sopravvivere devono mantenere un certo numero di popolazioni e che de-ve essere possibile un certo numero di scambi tra queste popolazioni.Il fenomeno della frammentazione degli habitat naturali rappresenta una delle principali cause di perdita di biodiversità.Tale feno-meno, provocando delle profonde e spesso vaste fratture all’interno del territorio, comporta la segregazione delle popolazioni ani-mali e vegetali in vere e proprie isole (fenomeno della insularizzazione).La creazione di reti ecologiche organizzate in aree di rilevante valore naturalistico (core areas), corridoi ecologici (green ways), zo-ne cuscinetto (buffer zones) e aree nodali (key areas), costituiscono un valido ed efficace strumento di gestione del territorio e diconservazione del paesaggio forestale.Le reti ecologiche, inoltre, possono rappresentare oggi uno dei pochi strumenti praticabili per contrastare, attraverso il contenimentodella frammentazione degli habitat e mediante la creazione di una vera e propria “infrastruttura ambientale”, il fenomeno dell’ero-sione genetica e forse l’ideale presupposto per conciliare le esigenze antropiche e la conservazione della biodiversità nell’ambitodi ciò che è definito gestione sostenibile del territorio.

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biodiversità

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lata delle risorse forestali, nel rispet-to dei principi generali della gestio-ne sostenibile. A tutt’oggi sono giàstate certificate in numerosi Paesi eanche in Italia, vaste superfici fore-stali (oltre 17 milioni di ettari in ba-se all’ultimo rapporto del ForestStewardship Council). La certificazione forestale è destina-ta a divenire un utile strumento perspingere le popolazioni locali ad uti-lizzare i boschi cercando di garanti-re la convenienza economica ed il ri-spetto della natura. Si tratta di dueconcetti conciliabili grazie alla defi-nizione di regole chiare e stringenti,sottoposte a revisioni periodiche perconsentire un costante migliora-mento delle “performance” ambien-tali degli operatori forestali. La cer-tificazione forestale può, quindi, co-stituire una garanzia importante perl’uso rispettoso del territorio, spe-cialmente nelle zone cuscinetto e neicorridoi ecologici, permettendo,inoltre, di avviare un processo vir-tuoso spingendo i consumatori a pri-vilegiare i prodotti forestali certifi-cati a discapito di quelli che non for-niscono adeguate garanzie sullaprovenienza. Il prodotto forestalecertificato, infatti, ha un maggiore“appeal” per il mercato e può soddi-sfare le richieste degli “eco-consu-matori” destinati a giocare un ruolodecisivo nei prossimi anni.

Le reti ecologiche naziona-li di competenza del Corpoforestale dello Stato

Se si considera il termine “rete eco-logica” secondo un’accezione piùampia, rispetto a quella coniata a li-vello internazionale (Bennett et al.,1991), appare corretto menzionare,oltre alla Rete delle Riserve Natura-li, anche la Rete di Conservazionedelle Risorse Genetiche Forestali ela Rete di Monitoraggio dei danni al-le foreste in relazione all’inquina-mento atmosferico.

Rete delle Riserve NaturaliIl Corpo forestale dello Stato attra-verso l’ex Azienda di Stato delle Fo-reste Demaniali gestisce attualmen-

te 130 Riserve Naturali distribuite sugran parte del territorio nazionale peruna superficie totale di più di 100.000ha. Il C.F.S. amministra inoltre il Par-co nazionale del Circeo e il Parco na-zionale della Calabria.Questa rete di aree protette salva-guarda un patrimonio naturalistico eambientale di inestimabile valoreche è riuscito a mantenere fino ad og-gi inalterata la propria valenza natu-ralistica grazie alle scelte operate nelcorso degli anni. Dagli anni ‘30 finoalla fine degli anni ‘70 il CFS è statol’unico organismo pubblico impe-gnato attivamente nella costituzionedi una rete di aree protette in Italianonostante il forte aumento dellapressione sull’ambiente naturale le-gato in quella fase storica allo svi-luppo economico e demografico.Tali scelte del Corpo, precorrendo itempi, hanno permesso di comincia-re a mettere in pratica concetti comequello di “rete ecologica” che sol-tanto oggi sono diventati di comuneacquisizione scientifica e culturale.Tale sforzo ha pertanto permessoall’Italia di garantire la conservazio-ne di quegli ambienti naturali che, se-condo le definizioni adottate a livel-lo internazionale (Bennett, 1991),rispondono ai criteri identificatividelle “core areas”, elementi indi-spensabili per la predisposizione diun’efficace rete ecologica nazionale.Si tratta di territori rappresentatividell’habitat tipico della relativa zonabiogeografica di appartenenza, ca-

ratterizzati ancora da processi ecolo-gici naturali, con un alto grado di bio-diversità e con rilevante presenza dispecie endemiche e minacciate.Rientrano in tale ambito le aree fon-damentali per i movimenti migratorie dispersivi delle specie animali.Atale proposito va sottolineato che inuclei centrali e naturalisticamentepiù interessanti di gran parte degli at-tuali parchi nazionali e regionali so-no costituiti spesso dalle riserve na-turali istituite dal CFS. Si possono ci-tare le riserve della Val Grande e delMonte Mottac nell’oggi omonimoParco Nazionale; quelle delle AlpiBellunesi, del Casentino, del ParcoNazionale della Majella e del Parcodel Gargano. In Calabria le riservedel Parco Nazionale del Pollino, del-l’Aspromonte e nel neonato Parcodella Sila, in Sardegna la riserva del-l’isola di Caprera nel Parco dell’Ar-cipelago della Maddalena. Essendo inoltre le riserve oggi ingran parte classificate «Zone di Pro-tezione Speciale» ai sensi della Di-rettiva Comunitaria 79/409/CEE ri-guardante la tutela degli uccelli e delloro habitat e/o «Siti di ImportanzaComunitaria» ai sensi della Diretti-va 92/43/CEE relativa alla conser-vazione degli habitat naturali e se-minaturali e della flora e della faunaselvatiche, esse entreranno a far par-te della rete europea di aree protettedenominata Natura 2000. In conformità al concetto di “coreareas” nelle Riserve Naturali dello

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La Val Tovanella nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

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Stato sono rappresentati la maggiorparte degli ambienti naturali dei si-stemi di paesaggio dell’Italia.Sulle Alpi, in aree come ad esempiola Riserva della Val Grande o le Ri-serve delle Dolomiti Bellunesi, la na-tura è stata risparmiata da quegli in-terventi distruttivi, in particolare col-legati allo sviluppo turistico dellezone montane, che hanno manomes-so purtroppo molte vallate e rilievi.Nell’area della Valle Padana in par-ticolare l’agricoltura industriale el’antropizzazione con il loro capilla-re sfruttamento dei suoli e delle ri-sorse hanno finito per relegare le areenaturali in territori residuali e mar-ginali. Proprio tali zone rappresen-tano quindi testimonianze di fonda-mentale valore scientifico e conser-vazionistico. In tal senso le RiserveNaturali dello Stato della Val Pada-na costituiscono un patrimonio pre-zioso e insostituibile laddove hannopermesso la permanenza di entitàanimali e vegetali altrimenti desti-nate ad una sicura estinzione. Bastacitare il caso del Bosco della Meso-la e del Bosco Fontana. L’ambiente appenninico è rappresen-tato da una rete di riserve di impor-tanza naturalistica inestimabile con lapresenza dei più bei boschi montanidell’Italia peninsulare come le fag-gete di Sasso Fratino e dell’Abetoneo gli ecosistemi tutelati in Molise nel-le Riserve di Collemeluccio e Colledi Mezzo che godono anche del rico-noscimento di riserva della biosferaprogramma dell’UNESCO.Nel sud d’Italia, dove si è sviluppatauna maggiore attenzione verso le te-matiche ambientali, le Riserve Natu-rali dello Stato costituiscono vere eproprie oasi naturali. Atitolo di esem-pio possono essere citate le forestedel Gargano e i boschi di pino lariciodella Sila e dell’Aspromonte. Moltedelle riserve presenti sull’Appenni-no sono anche famose per la tutelache garantiscono agli ambienti rupe-stri. In proposito si ricordino quelledella Pania di Corfino e dell’Orridodi Botri in Toscana, la riserva delMonte Velino e le riserve della Majel-la in Abruzzo, nonché quelle delleGole del Raganello e della Valle delFiume Argentino in Calabria. Si trat-ta di ambienti di basilare importanza

per la conservazione delle specie ani-mali e vegetali più rare d’Italia conparticolare riferimento alle specie en-demiche relitte sopravvissute in talihabitat esclusivamente per la loroinaccessibilità garantita appunto daforme di gestione orientate priorita-riamente alla tutela.Particolare importanza hanno le Ri-serve Naturali dello Stato per la con-servazione degli ambienti costieri edelle zone umide. Le zone litoraneesono tra quelle più minacciate in Ita-lia a causa soprattutto dello sviluppoedilizio, in particolare turistico, edell’inquinamento. Alcune di questeriserve insistono su tratti di costa an-cora incontaminati che sono stati sal-vati grazie alle assidue attività di vi-gilanza e tutela svolte, attività que-ste senza le quali oggi molti dei nuoviparchi nazionali italiani non potreb-bero vantare le loro aree costiere piùspettacolari e pregiate dal punto divista naturalistico come quelle, del-l’Alto Adriatico, i litorali rocciosidell’Isola di Montecristo e dell’Iso-la di Caprera, le dune di Lesina, dellitorale pontino, di Metaponto, ecc.In questi ultimi casi va posto in evi-denza come l’opera di conservazio-ne non sia stata passiva ma abbiacomportato ingenti interventi di con-solidamento delle dune.Le zone umide infine rappresentanosenza dubbio l’habitat più raro e pre-zioso tutelato dalle Riserve. Delle 14aree protette che possono classifi-carsi nella loro interezza come zoneumide 9 sono riconosciute d’impor-

tanza internazionale ai sensi dellaConvenzione di Ramsar. Va rilevatotuttavia che molte riserve prevalen-temente forestali, come ad esempioil Bosco della Mesola o la Foresta diSabaudia, presentano al loro internoambienti umidi di inestimabile valo-re naturalistico in quanto relitti del-le grandi paludi andate perdute nel-le opere di bonifica ed antropizza-zione delle pianure. Le zone umidepropriamente dette sono costituite datratti fluviali con i loro bacini diespansione (ad esempio le riserve diFoce Reno e di Frattarolo), da lagu-ne salmastre costiere (come le Sac-che di Bellocchio sul Mar Adriaticoo i laghi Pontini sul Mar Tirreno) oda saline (come Cervia, Tarquinia eMargherita di Savoia).L’importanza di queste aree protettenel quadro della predisposizione del-la Rete Ecologica Nazionale, nonchénel contesto della conservazione del-la biodiversità, è testimoniata dai da-ti riguardanti le specie animali e ve-getali presenti e tutelate.Pur costituendo soltanto lo 0,33%della superficie di territorio naziona-le e circa il 5% di quella protetta, es-se ospitano quasi il 20% delle specievegetali considerate a vari livelli a ri-schio di conservazione in Italia. Taledato è di grande importanza soprat-tutto dal punto di vista qualitativotrattandosi in molti casi di entità dieccezionale valore scientifico per lapeculiarità delle loro caratteristichegenotipiche. Dal punto di vista fau-nistico il valore di queste aree pro-

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biodiversità

Riserva naturale orientata Isola di Caprera

G. Castiglia - Ag. ecologica e forestale CFS

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tette è ancor più significativo e rico-nosciuto. Specie di mammiferi d’im-portanza prioritaria a livello europeosono presenti e tra queste l’orso, il lu-po, la lontra, lo stambecco, ecc. Perquanto riguarda l’avifauna basti pen-sare che delle 88 specie consideratepiù a rischio in Italia ben 61, ovveroil 70%, nidificano all’interno delle ri-serve. Il patrimonio naturale protet-to è ancora più notevole qualora infi-ne si prendano in considerazione an-che gli altri gruppi animali in molticasi ancora non esaurientemente stu-diati e censiti.

Rete di conservazione del germo-plasma forestale Il rischio di perdita di biodiversitàconnesso con l’erosione geneticaspecifica e intraspecifica è divenutosempre più elevato a causa dalla con-trazione degli areali di indigenato edistribuzione, causata dallo svilup-po urbano, dall’inquinamento e daicambiamenti climatici su scala glo-bale.Il Corpo forestale dello Stato operala salvaguardia del patrimonio gene-tico forestale negli Stabilimenti diproduzione Sementi Forestali dellaGestione ex A.S.F.D. di Peri (VR) ePieve S. Stefano (AR), attraverso laconservazione in situ ed ex situ del-le principali specie forestali, nonchédi ecotipi locali e specie ad areale ri-stretto.Tale obiettivo viene perseguito at-traverso azioni, complementari traloro, di conservazione in situ, trami-te la gestione di una rete di riservebiogenetiche rappresentate dai bo-schi da seme e da impianti speri-mentali e arboreti da seme, nonchéda vere e proprie azioni di conserva-zione ex situ. Queste ultime consi-stono nella raccolta, nella diffusionee nella conservazione del germopla-sma forestale sotto forma di semen-ti, talee, piante e tessuti in vitro.I materiali di propagazione prodottiin tali strutture hanno una destina-zione diversificata: rimboschimentie ricostituzioni boschive, rinatura-lizzazione e riqualificazione flori-stica di boschi monospecifici e/o de-gradati e recupero di ambienti de-gradati finalizzato al ripristino delpaesaggio naturale o urbano.

La Gestione ex A.S.F.D. è, inoltre,impegnata attivamente nella clona-zione, sia in vivo che in vitro, di spe-cie forestali, sia arboree che arbusti-ve, finalizzata essenzialmente allaistituzione “dei materiali di base” perla salvaguardia di specie ed ecotipiminacciati di estinzione.La produzione dei materiali di pro-pagazione è abbastanza differenzia-ta e comprende gran parte delle spe-cie appenniniche, sia arboree che ar-bustive, per un totale di circa 200specie a Pieve e di circa 250 speciea Peri .I materiali di propagazione prodottisono garantiti in rapporto alla loroorigine e, se previsto, sono accom-pagnati dalle prescritte certificazio-ni e dal passaporto. Ciò offre agli uti-lizzatori la possibilità di un uso dif-ferenziato dei materiali e comunquepiù idoneo in relazione alle condi-zioni ecologiche delle zone di im-piego e alle finalità degli interventi.

Partecipazione al Programma pan-Europeo EUFORGENL’Italia partecipa dal 1993, attraver-so la Direzione Generale delle Ri-sorse Forestali, Montane ed Idricheed alcuni Istituti di Ricerca afferential MiPAF, al Programma pan-Euro-peo per la Conservazione delle Ri-sorse Genetiche Forestali (EUFOR-GEN) creato in attuazione della Ri-soluzione 2 della Conferenza Mini-steriale di Strasburgo sulla protezio-ne delle Foreste in Europa (1990) e aseguito degli impegni presi durantela seconda Conferenza Ministerialetenutasi ad Helsinki nel 1993.Il Programma è basato sulla creazio-ne in Europa di 4 reti di conserva-zione del germoplasma forestale perle seguenti specie: Abete rosso (Pi-cea abies), Quercia da sughero(Quercus suber), Pioppo nero (Po-pulus nigra) e Latifoglie di pregio.Il Programma prevede che le retidebbano provvedere: a predisporreun inventario della situazione dellerisorse genetiche delle specie sopraelencate, sviluppare una banca-datieuropea, favorire lo scambio diinformazioni tra i Paesi partecipantial Programma, promuovere l’istitu-zione in ciascun Paese di speciali ri-serve per la conservazione della bio-

diversità genetica, costituire, ove ne-cessario, delle banche genetiche exsitu, mettere a punto delle appro-priate strategie di conservazione perle specie sopra elencate.

La Rete Nazionale (CONECOFOR)La Rete Nazionale Integrata per ilControllo degli Ecosistemi Foresta-li (CONECOFOR) è stata realizzataa partire dal 1995 dalla DirezioneGenerale delle Risorse Forestali,Montane ed Idriche, in attuazione deiRegolamenti Comunitari 3528/86,1091/94 e 307/97. La Rete è costituita da 26 aree per-manenti, distribuite su tutto il terri-torio nazionale, rappresentative del-le principali biocenosi forestali (bo-schi di faggio, 9 aree; di cerro, 5 aree;di abete rosso, 5 aree; di leccio, 4aree; di rovere o farnia, 2 aree; di fag-gio e abete bianco, 1 area).Nelle aree, secondo diversi livelli diintensità, vengono effettuate indagi-ni scientifiche volte ad investigare icambiamenti a livello strutturale efunzionale degli ecosistemi in rela-zione a possibili fonti di inquina-mento o ad altri fattori di perturba-zione su larga scala.Tali indagini comprendono la valu-tazione dello stato delle chiome de-gli alberi, le analisi chimiche dei suo-li e delle foglie, le analisi delle de-posizioni atmosferiche, lo studiodegli accrescimenti arborei, le inda-gini meteorologiche e lo studio del-la vegetazione arborea, arbustiva ederbacea.

GIUSEPPE DI CROCE

Direttore generale delCorpo forestale dello Stato

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biodiversità

Una garzetta nel Parco Nazionale del Circeo

Page 8: Rivista "Il Forestale"

U n quarto della popolazionemondiale non ha accesso al-l’acqua potabile. Più della

metà dell’umanità non è dotata disistemi di trattamento con la con-seguenza che la cattiva qualità del-la risorsa e la mancanza di igienediventano causa di malattie e dimorte. Aumenta il numero dei con-flitti per il controllo dei corsi d’ac-qua trasfontalieri. Le inondazionie la siccità, la povertà, l’inquina-mento e l’assenza di infrastrutturepesano seriamente sullo sviluppoeconomico e sociale dei popoli,pregiudicano la salute umana, la si-curezza alimentare mondiale el’ambiente.A questi gravi problemi i governidi 140 Paesi hanno recentementeprovato a dare concrete risposte al-

l’Aia, in occasione del 2° ForumMondiale sull’acqua.Per assicurare la sicurezza dell’ac-qua nel XXI secolo è stato appro-vato un piano d’azione che dovràfar fronte a sette grandi sfide:1) Soddisfare i bisogni fondamen-tali riconoscendo che l’accesso al-l’acqua potabile in quantità suffi-ciente e alla depurazione, sono ne-cessità umane fondamentali, es-senziali alla salute e al benessere.2) Assicurare l’approvvigionamen-to alimentare in favore dei poveri at-traverso una ripartizione più equadella risorsa per la stessa produzio-ne alimentare.3) Proteggere gli ecosistemi ricor-rendo a una gestione sostenibiledelle risorse idriche.4) Ripartire le risorse idriche attra-

verso la cooperazione pacifica e losviluppo delle sinergie e la gestio-ne integrata dell’acqua all’internodel bacino idrografico.5) Gestire i rischi per assicurare laprotezione contro le inondazioni,la siccità, l’inquinamento ed altririschi legati all’acqua.6) Valorizzare la risorsa in modo daesaltare il suo valore economico.Coprire i costi di gestione attraver-so la tariffa affidando ai singoliPaesi l’elaborazione di politiche disostegno a favore delle classi piùpovere e disagiate. Promuovere losviluppo della “cultura dell’acqua”a tutti i livelli.7) Gestire le risorse idriche in mo-do responsabile assicurando lapartecipazione di tutti i soggetti,promuovendo la trasparenza e la

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ambiente

LE SETTE SFIDE DELL’ACQUADifendere l’ambiente significa anche proteggere la risorsa naturalepiù importante che merita una maggiore attenzione internazionale

e scelte politiche globali.

La cascata delle Marmore

Ag.

ecol

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FS

Page 9: Rivista "Il Forestale"

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ambiente

responsabilizzazione delle istitu-zioni.Sette enormi sfide, ma enormi so-no anche le opportunità di cui di-sponiamo.Il mondo offre innumerevoli, stra-ordinarie, efficaci esperienze emezzi di ogni genere attraverso iquali è possibile vincere ogni sfida.Ma è indispensabile che l’impegnopolitico espresso si traduca in fatticoncreti, da parte di tutti i paesi, so-prattutto di quelli che soffronomaggiormente della mancanza diacqua. C’è bisogno di lavorare as-sieme, di sviluppare la cooperazio-ne, di scambiarsi le informazioni edi aiutarsi vicendevolmente per as-sicurare un avvenire sicuro e so-stenibile all’acqua nel mondo.Queste enormi sfide che quasi tuttii Paesi del Globo si sono impegna-ti a combattere e vincere, sono talianche per noi. L’Italia è un paeseche può vantare risorse abbondan-ti di acqua, ma che deve scontare unpassato di frammentazioni e graviineffcienze gestionali. Per lungotempo il settore dei servizi idrici siè dimostrato inadeguato ed ha so-stanzialmente fallito l’obiettivo disoddisfare la domanda sociale diacqua potabile nel meridione e af-frontare in maniera efficace i pro-blemi legati all’inquinamento idri-co nelle zone più industrializzatedel nord, ben sapendo che solo lametà dei comuni italiani è dotata diimpianti di depurazione.Alla scarsezza di acqua nel mezzo-giorno, dovuta soprattutto alla ina-deguatezza delle infrastrutture, sicontrappone in modo speculare,ma con effetti sostanzialmente op-posti, il territorio del nord, dovel’acqua, durante le stagioni più pio-vose, non di rado diviene fonte dimorte e distruzione. Le cause deidisastri che colpiscono l’intero ter-ritorio nazionale hanno origini co-muni: l’edilizia selvaggia lungo icorsi d’acqua, l’improprio tagliodei boschi, il dissennato sfrutta-mento dei suoli. Questi sono soloalcuni dei principali fattori chehanno messo a dura prova l’inco-lumità di intere popolazione e lafragilità del nostro straordinariopatrimonio strorico artistico.

Da oltre sei anni è in vigore la leg-ge n. 36/94 (legge “Galli”) che sipropone di avviare una radicale tra-sformazione dei servizi idrici, cheattraverso la gestione integrata delciclo dell’acqua, mira, tra l’altro,ad eliminare i descritti problemi at-traverso future gestioni impronta-te alla massima efficacia ed effi-cienza, al miglioramento dei servi-zi, al raggiungimento della miglio-re qualità della risorsa, alla prote-zione degli ecosistemi, ad una equadistribuzione dell’acqua nel ri-spetto del principio di solidarietà.Possiamo dunque affermare di es-sere dotati di strumenti efficaci peraffrontare con successo le sette sfi-de. Ma si tratta solo di averne la pie-na consapevolezza, cosa non facile.C’è bisogno di compiere un salto diqualità, una svolta culturale chepresuppone una conoscenza pienadei problemi e che dovrà consenti-re a tutti, gestori, amministratoripubblici, industriali, agricoltori econsumatori, di partecipare a ra-gion veduta e a pieno titolo al pro-cesso in atto. Tuttavia non sarà lamera applicazione della legge diriforma a prevalere sulle ineffi-cienze e consentirci così di vince-re le sfide.La gestione sostenibile dell’acqua

necessita di una scelta. È vero chel’acqua è la vita ma è altrettanto ve-ro che la vita dell’acqua è la prote-zione dell’ecosistema. Proteggen-do l’ambiente si protegge l’acqua.È su questo terreno che si gioca ilfuturo della preziosa risorsa, un ter-reno sul quale possono e devonogiuocare tutti un ruolo essenzialeanche promuovendo e sostenendopolitiche di protezione ambientaleefficaci e innovative.La creazione di parchi nazionali eregionali e aree protette in genera-le, sono fattori importanti che van-no in questa direzione. La armo-niosa coabitazione tra la foresta,l’allevamento e l’agricoltura è lasoluzione ideale per la prevenzionedegli incendi, per frenare le erosio-ni e la desertificazione dei suoli, perfavorire la ricarica degli acquiferi.Dobbiamo sperare che il Paese intutte le sue componenenti, inizi adavere una diversa visione del pro-blema, che sta tutto nel saper pro-teggere e gestire, con coerenza e in-telligenza, un grande e insostitui-bile patrimonio.

WALTER MAZZITTI

Presidente della Commissioneinterministeriale per la politica

dell’acqua nel Mediterraneo

Ag. ecologica e forestale CFS

Page 10: Rivista "Il Forestale"

T utto cominciò, il 30 novem-bre 1962, quando l’allora Di-rettore generale del Corpo fo-

restale dello Stato, Alberto Camaiti,con una diramazione generale dal ti-tolo “Annuale di fondazione del Cor-po forestale dello Stato” annunciavadi aver predisposto un provvedimen-to ministeriale con cui veniva rico-nosciuta, nella data del 1° dicembre1833, la fondazione del Corpo.Ma era veramente questa la data del-la nascita del Corpo forestale delloStato?Una ricerca approfondita sulla na-scita e sullo sviluppo dell’Ammini-strazione forestale in Italia, ha per-messo oggi di accertare, senza om-bra di dubbio, che esso è nato undicianni prima di quella data, precisa-mente il 15 ottobre 1822.“Abbiamo pure riputato convenien-te di creare un’Amministrazione perla custodia, e vigilanza de’boschi...”Questo brano è tratto dalle Regie Pa-tenti di Carlo Felice, del 15 ottobre1822, sull’istituzione di un’Ammini-strazione forestale.Come mai i responsabili, della Dire-zione Generale dell’epoca, incorse-

ro in questa grave “ svista” in una ma-teria, la nascita del Corpo, così im-portante?Cercando ora di appurare i motivi diun “lapsus” avvenuto 38anni fa si vengono a porrele basi, convalidate da pro-ve certe, sulla validità del-la data del 1822 come annodi nascita del Corpo fore-stale dello Stato.Escludendo, che la sceltaall’epoca fu dettata dalla“simpatia” verso un sovra-no, Carlo Alberto, promul-gatore dello Statuto, chenon l’altro, Carlo Felice,despota e liberticida, si puòiniziare ad esaminare, pun-to per punto, i fatti:

1) Nel 1962 si era a cono-scenza delle Regie Pa-tenti del 1822?

2) Se erano conosciute perquali motivi non venne-ro prese in considera-zione?

Dopo una non facile inda-gine, dato il tempo passa-to, si è potuto appurare che:per il primo punto la risposta era af-fermativa.Per il secondo le motivazioni eranoa sua volta essenzialmente due:

1) Le Regie Patenti del 1822 eranostate considerate incomplete.

2) Le Regie Patenti del 1833 aveva-no abrogato quelle del 1822.

Se apriamo una piccola parentesi,utile per i non addetti ai lavori, sullacomposizione e l’applicazione delleRegie Patenti nel Regno di Sardegna,si può affermare che il complesso le-gislativo era formato dalle Regie Pa-tenti vere e proprie in cui il Re su pro-

posta (nel nostro caso, del ministrodell’Azienda Economica dell’Inter-no da cui dipendeva all’epoca l’Am-ministrazione delle foreste), spiega-

va le motivazioni per cui egli ema-nava quel provvedimento e nelcontempo formulava le sue nuove di-sposizioni.Seguiva, quasi sempre allegato, il re-golamento che era composto da variarticoli.In particolare un articolo, quello cheriguardava la foggia dell’uniformi,demandava la descrizione delle stes-se ad un apposito provvedimento aparte.Questo provvedimento, che in gene-re usciva dopo qualche mese, pren-deva il nome di Regio biglietto.Delle Regie Patenti del 1833 si ave-

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storia e tradizioni

UNDICI ANNI IN PIÙRecenti e approfondite ricerche fissano in modo certo

la data di nascita del Corpo nel 1822

Carlo Felice (1765-1831)

Le prime uniformi for

Page 11: Rivista "Il Forestale"

r

vano tutte e tre le componenti, diquelle del ‘22 solo le Regie Patenti.Delle altre componenti, neanche do-po scrupolose ricerche negli archividella Direzione e nella biblioteca delMinistero, ne fu trovata traccia.Per questo erano state considerate al-l’epoca incomplete?Contattato recentemente l’Archiviodi Stato di Torino, depositario di tut-ti gli archivi del Regno di Sardegna,si è richiesta copia di tutta la docu-mentazione riguardante l’Ammini-

strazione forestale dal 1822 al 1861.In questo modo, si è potuto venire in

possesso di molte copie di documentiche si possono definire interessanti efondamentali per le ricerche in cor-so; tra cui il regolamento del 1822 eil non meno importante Regio bi-glietto, sulle uniformi, datato 1823.Dopo anni di incertezze sull’argo-mento è finalmente completata la do-cumentazione, la quale prova chel’Amministrazione forestale nel ‘22non è stata solo un’idea rimasta sul-la carta ma esisté e operò.Un’altra prova della continuità tra

l’Amministrazione del ‘22e quella del ‘33 è riportatain una lettera del 1834 dipresentazione da parte del-l’Intendente generale Ma-rone, del Regio bigliettosulle uniformi del 1834.L’intendente Marone, tral’altro, richiama l’atten-zione degli ispettori sul ta-glio delle uniformi che “...è simile a quello stabilitodurante il regolamento diottobre 1822...”.Il punto sulla completezzaera risolto.L’esame del secondo pun-to lasciava un po’sconcer-tati.Cosa vuol dire le Regie Pa-tenti del ‘33 avevano abro-gato quelle del ‘22.Quando si promulga unalegge su un determinato ar-gomento, già regolato da

una precedente legge, il nuovo prov-vedimento che si presume migliore

del primo, ovviamente, abroga il pre-cedente.Ma non per questo la nuova legge de-ve considerarsi la prima che trattal’argomento, se così fosse l’Ammi-nistrazione forestale sarebbe nata so-lo il 12 marzo 1948, dopo la riformarepubblicana.Detto ciò, ci auguriamo che il pros-simo annuale di fondazione del Cor-po forestale dello Stato venga cele-brato il 15 ottobre 2000 e che si fe-steggino i suoi 178 anni di vita.

CLAUDIO SANCHIOLI

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storia e tradizioni

RICERCA DI DOCUMENTI STORICILa Direzione Generale delle Risorse forestali, montane e idriche sta curando la realizzazione di un volume dedicato allastoria delle uniformi dell’Amministrazione forestale in Italia. È in corso il reperimento e la catalogazione di tutta la docu-mentazione e delle circolari relative al periodo di tempo che va dal 1822 ad oggi.Per facilitare ed integrare la ricerca (che ha dato finora buoni frutti) potrebbero essere particolarmente utili documenti(anche fotografici) o cimeli eventualmente in possesso sia degli uffici periferici del Corpo, sia di forestali in attività e in pen-sione o di loro familiari.Qualora gli interessati siano disposti a consentire la sola visione del materiale o eventualmente a devolvereall’Amministrazione quanto da loro conservato, sono pregati di contattare il dott. Nicolò GIORDANO (tel. 06.46.65.70.86,fax 06.47.46.416) o il per. sup. Claudio SANCHIOLI (tel. 06.46.65.70.72) presso la Divisione I della Direzione Generale.L’aiuto e la collaborazione di tutti potranno risultare molto importanti per conservare la memoria di quanti ci hanno prece-duto ed hanno reso un servizio allo Stato.

Carlo Alberto (1798-1849)

estali nazionali, 1862

Page 12: Rivista "Il Forestale"

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a casa di...

OTTIMA È LA MISURAIrrinunciabile amante delle comodità cittadine, lo scrittore partenopeo mettein guardia dai rischi dell’inquinamento e di uno sviluppo disordinato, propo-nendo di ricorrere alla sapienza degli antichi greci

INCONTRO CON LUCIANO DE CRESCENZO

Sei nato a Napoli nel sud Italia, ora che vivi pressocché alcentro senti nostalgia della tua terra o ti senti spinto anco-ra più a nord?Io, caro Leonardo, ho provato sulla mia pelle il passaggionord-sud. Ho lavorato fino a trent’anni a Napoli “in grazia diDio”, poi un bel giorno la mia azienda ha chiesto il tresferi-mento a Milano. Il primo giorno piansi. Uscii la sera per an-dare a cena da solo in un ristorantino e quando ebbi cenato,mentre mi incamminavo verso casa, data la fitta nebbia, nontrovai più il portone, mi fermai in un angolino e mi misi a pian-gere. Ma esistono dei vantaggi e degli svantaggi, a Napoli tut-ti si interessano di tutto, non puoi fare una cosa che imme-diatamente lo vengono a sapere, quindi la privacy non esiste.A Milano invece nessuno si interessa di nessuno, il mio vici-no di casa che abitava sullo stesso pianerottolo un giorno morìsenza farmelo sapere, morì nel week-end, io tornai e non lovidi più per molti mesi; poi mi avvertirono. A Napoli il por-tiere mi avrebbe aspettato dalla mattina presto descrivendo-mi minuziosamente la morte del mio vicino, e parlandomeneper settimane fino e che avrei dovuto dire basta per pietà.

Di interpreti moderni della filosofia ce ne sono pochi ma pernostra fortuna tu sei fra questi: come è cambiato il rappor-to fra uomo e natura nel corso della storia?Se debbo giudicare dalla lunghezza della vita è cambiato inmeglio. All’epoca di Giulio Cesare la vita media era 24 anni,all’epoca di Dante Alighieri era 33, adesso siamo vicini agli80, quindi evidentemente l’inquinamento fa bene. Lo so chesto dicendo un’esagerazione, però certo è che oggi si vive me-glio, ma direi di più, siamo anche più belli. Ti vorrei mostra-re una foto del terzo liceo, noteresti subito come le mie com-

pagne di classe erano bruttine, sciupate, antipatiche e anchemal vestite. Adesso se andiamo sotto un liceo qualsiasi di Ro-ma escono delle ragazze bellissime, simpatiche, allegre. Vuoivedere che sono i gas di scarico a renderle così belle? Ovvia-mente non è così, ma è la qualità della vita che è migliorata,si mangia meglio, si vive meglio, si sopporta meglio. Vival’inquinamento!

Gli italiani sono rispettosi del patrimonio ambientale?

Assolutamente no. Uno dei peggiori mali della terra è l’im-mondizia. Ti parla un vecchio signore di 70 anni. Quando ioero ragazzo a Napoli l’operatore ecologico che allora chia-mavano affettuosamente monnezzaro (che è meglio), salivaper le scale e suonava alla porta per farsi consegnare la bu-stina. Che cosa era la mondezza negli anni 40 o 50? Era unsacchettino, pesava pochissimo e lui con un solo sacco pre-levava l’immondizia di un intero palazzo. Oggi quel sac-chettino fa ridere, ci sono i cassonetti e nessuno ti bussa allaporta, l’immondizia ci sta invadendo, forse bisognerebbe scri-vere un libro intitolato “De immondizia”. Chissà se ne usci-remo vivi!

Questo secolo che è arrivato appartiene alle grandi metro-poli o alla provincia operosa?

Drammaticamente è più delle grandi metropoli, io non mi me-raviglierei se da qui a non so quanti anni Torino e Milano di-ventassero una sola città così come Napoli e Roma, perché aforza di costruire non ci sarà più un metro di campagna.

Qual è il tuo rapporto con la vita fuori dalla città, ti senti piùcittadino o più campagnolo?

Sono sicuramente più cittadino, anzi uomo di casa. Quandoarriva agosto io non vado da nessuna parte, resto a casa mia,mi piace la casa con i miei libri, i miei video; della natura miinteresso poco, anche se sono molto rispettoso dell’ambien-te; non ho mai buttato un pezzo di carta a terra. Certo non so-no fissato come gli svizzeri. Recentemente ho visitato Ber-na, il mio giudizio è che Berna è grande il doppio del cimite-ro di Napoli ma ci si diverte la metà. Vuoi vedere che sia ilrispetto dell’ambiente che fa diventare gli svizzeri così tristi?Meglio scappare.

Il suo personale significato della parola sviluppo sostenibile.

Figlio mio, il mio filosofo preferito si chiama Creobulo, vis-suto nel sesto secolo avanti Cristo, lui un giorno disse: “otti-ma è la misura”. Il problema è quello della misura, ognuno dinoi si deve muovere, produrre e agitare entro un certo limiteperché quando supera questo limite sicuramente invade ilcampo dell’altro, e allora so’ guai!

LEONARDO METALLI

Page 13: Rivista "Il Forestale"

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pensieri e spensieri di Licia Colò

È l’alba di una giornata di sole. Nonamo alzarmi presto ma di fronte alla

luce del mattino mi rendo conto che nelmio quotidiano perdo qualcosa.La prossima volta, penso, dopo avervisto le previsioni, metterò la svegliaall’alba e andrò a vedere la nascita di unnuovo giorno al mare...

Ennesima promessa mai mantenuta...La nostra meta non è una gita di piacere, ma è un piccoloviaggio di lavoro.Da Roma, raggiungiamo S. Felice Circeo, dove al porto ab-biamo appuntamento con alcuni Forestali che ci devonoaccompagnare all’isola di Zannone.In tanti anni di viaggi attorno al mondo è la prima volta cheho la possibilità di visitare quest’isola che pochi cono-scono. È novembre avanzato, ma la giornataè di quelle primaverili. Il mare è un olioe la visibilità è al massimo di ciòche possiamo immaginare.Zannone, Ponza e Palmarolasono li, ad un palmo dimano, ma in realtà per arri-vare impieghiamo circaun’ora. Il mare è traspa-rente come quello dellefotografie delle rivisteturistiche che, inevitabil-mente, ci fanno sognare.L’approdo è il disegno diun luogo protagonista delnostro immaginario... pratica-mente non c’è...Ad accoglierci altri due Forestaliche in questo periodo sono di turno.Discosta, sulla destra dell’approdo c’è unapeschiera romana, ancora perfettamente conser-vata, ma le nostre mete sono la vetta dell’isola, l’anticomonastero abbandonato e, possibilmente, l’incontro con glialtri abitanti che mi risultano essere un gruppo di mufloni,due asinelli e diverse specie di uccelli.Il profumo della vegetazione ci inebria e, alla fine, dopouna lunga salita, arriviamo a quella che viene chiamatasemplicemente la casa, un edificio simile ad un casalecostruito vicino ai resti del monastero. Qui ci fermiamo afare delle splendide riprese e ognuno di noi, in autonomia,inizia a sognare.È possibile che un viaggio ti faccia riflettere sul significatodel nostro quotidiano? Normalmente non noto neanche... lamacchina, il traffico, lo smog, il telefono cellulare. Sonoentrati di diritto nella nostra vita, e senza farsene accorgere

ce la stanno portando via... Tutto ciò non significa andarecontro le tecnologie, anzi, è la necessità di utilizzare almeglio tutte le nostre conoscenze senza diventare schiavi.“Grazie,” risponde Carlo, “ma non abbiamo tempo, dobbia-mo finire di ‘girare’ se no va giù il sole...”A proposito di questo, nelle mie riflessioni stavo dimenti-cando l’orologio, un altro oggetto di culto di cui pochi rie-scono a fare a meno. Gli si dà tale importanza che ne sonostati costruiti di tutti i tipi, anche di grande valore, renden-doli gioielli da milioni, il tutto per ricordarci che dobbiamocorrere per perdere meno momenti possibili, ma intantosono già passati...Non so dire se sia la saggezza che ogni volta credo diacquistare o il semplice languorino che ho allo stomaco afarmi intercedere per la pausa spaghetti, sta di fatto che

dopo qualche resistenza riesco a convincere tutti. Atavola si parla della vita, di viaggi, di lavoro,

le solite cose insomma, si parla dell’im-portanza della tutela della natura in

un paese dove o si è ambientali-sti o menefreghisti e, personal-

mente, credo che la bilanciapenda decisamente a favoredella seconda categoria...Ciò che viene chiaramen-te fuori dalle nostrechiacchiere è che questepersone ci credono, cre-dono davvero in quello

che fanno, difendono l’in-tegrità dei parchi nazionali e

forse, solo per ospitalitàaccettano anche qualche mia

obiezione.- È giusto proteggere la natura segre-

gandola in spazi totalmente protetti?Per farla amare, non sarebbe meglio farla cono-

scere, farne imparare il valore anche attraverso un equili-brato sfruttamento? -Il dialogo è molto gradevole, ma a causa dell’orologio èdestinato inevitabilmente a naufragare prima di riuscire adefinire “l’equilibrato sfruttamento”...Alzandoci da tavola la promessa è quella di ritornare, ma-gari in primavera e magari per qualche giorno. (Ennesimapromessa che dubito riuscirò a mantenere).Ma credetemi, mi piacerebbe proprio farlo, tornare lì, suquell’isola, senza l’orologio, magari senza il telefonino,oppure, se proprio non ne posso fare a meno, con il com-promesso di tenerlo spento... Mi piacerebbe continuare asognare ad occhi aperti la possibilità di riprendermi lamia vita...

SOGNO D’AUTUNNONella serenità di un tramonto sull’isola pontina è ancora possibile ritrovare se stessi

VIAGGIO A ZANNONE

Archivio fotografico Parco Naz. Circeo

Page 14: Rivista "Il Forestale"

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aree protette

SUL VELINO TORNANO I GRIFONIAlla scoperta del massiccio abruzzese dove, all’interno dellaRiserva naturale dello Stato, dopo due secoli di assenza sono

tornati a volteggiare gli immensi avvoltoi

L’OPERA DI REINTRODUZIONE DELLA FORESTALE

D ’inverno le grandi montagne d’Abruzzo si af-facciano sul centro di Roma. Basta salire al Gia-nicolo in una giornata serena per notare un

triangolo bian-co che fa capoli-no alle spalledell’altare dellaPatria. E’ la ci-ma del Velino,la terza per quo-ta dell’interoA p p e n n i n o .Un’immagineche sembra av-vicinare la me-tropoli alla na-tura e alle mon-tagne.Ancora più im-ponente il Veli-no appare a chipercorre la con-ca del Fucino,

occupata in passato dal più grande lago d’Abruzzo.Rocciosa d’estate, la montagna si trasforma d’inverno

in una piramide che la neve e il ghiaccio rendono an-cora più vistosa. Una piramide a più punte, dato che al-la cima più alta si affacciano il Pizzo Cafornia e il Mon-te Sevice.Oggi, le autostrade che s’intersecano ai suoi piedi ren-dono il Velino una delle più frequentate montagne d’A-bruzzo. Il versante settentrionale, più dolce, digradaverso l’Altopiano delle Rocche con pianori e faggete eoffre gli itinerari più piacevoli per i camminatori, chepossono ammirare all’inizio dell’estate le ricche fiori-ture che colorano i ghiaioni e i pascoli.Più aspra ma altrettanto affascinante, la Valle di Tevesegna il confine con il Lazio e offre un itinerario più lun-go, ai piedi della muraglia calcarea del Muro Lungo. L’i-nizio della forra è rivestito da lecci. Più avanti, per ore,si cammina a piena immersione tra i faggi.Verso il Fucino l’ambiente è completamente diverso.Spogli di vegetazione d’alto fusto, interrotti da mode-ste pareti di roccia, i pendii di erba e ghiaie del Velino,del Cafornia e del Sevice si alzano ripidi per i 1500 epiù metri di dislivello che separano le cime da Massad’Albe e Rosciolo.Esposti in pieno al sole, questi pendii sono molto caldiin estate, e consentono d’inverno facili ma spettacola-ri itinerari con picozza e ramponi. Partire dal Fucino in

IL PROGETTO SI ALLARGADiciassette grifoni provenienti dalle province spagnole dell’Extremadura e dal-la Castilla-La Mancha volteggiano sui cieli di Scanno, un paesino ai confini delParco Nazionale d’Abruzzo. Continua in questo modo l’operazione di reintro-duzione di questo enorme avvoltoio avviata dal Corpo forestale dello Stato nel1993 nella Riserva Naturale dello Stato del Monte Velino dove vivono in libertàpiù di 50 esemplari che hanno ricolonizzato l’ambiente appenninico. Per ospi-tare gli ultimi arrivati sono state realizzate due capaci voliere circondate da un’ampia recinzione che ha lo sco-po di evitare vicinanze pericolose con cani randagi, altri animali e curiosi troppo invadenti. Gli uccelli giunti loscorso dicembre direttamente dalla Spagna, dopo un periodo di ambientamento, sono stati liberati il loco uti-lizzando le stesse tecniche già collaudate sul Velino.Sarà particolarmente importante studiare sul piano scien-tifico le interazioni tra il nucleo già consolidato del Velino e la nuova colonia di Scanno che dista circa 50 chi-lometri in linea d’aria dalla prima. Ancor più rilievo assume l’operazione di reintroduzione di questi uccelli sesi pensa che il grifone era praticamente scomparso dall’Italia peninsulare da circa 200 anni.

Un grifone nei recinti del Corpo forestale

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aree protette

IL VELINO IN PRATICA

• La Riserva Naturale Monte Velino si raggiunge comodamente da Magliano de’ Marsi (dov’è il Centro Visi-tatori) e dall’omonimo casello dell’ A25. A piedi si può arrivare anche da Forme, da Cartore o dal Piano diPezza.

• La zona pedemontana può essere visitata tutto l’anno, gli itinerari per la cima sono privi di neve e di diffi-coltà da maggio a ottobre. L’accesso alla Valle Majelama e alla Valle di Teve è vietato da gennaio alla pri-mavera.

• Informazioni sulla Riserva possono essere richieste al Comando stazione forestale di Magliano de’ Mar-si/bis - tel.e fax 0863.517297.- Ufficio Foreste Demaniali Castel di Sangro - tel.0864.845938.Per le escur-sioni sono utili la guida A piedi sul Sirente Velino (Edizioni Iter, 1994) e la carta Velino-Sirente edita dalClub Alpino Italiano.

una giornata di nebbia, salire per una o due ore nella ca-ligine, e poi sbucare sui nevai inondati di sole che con-ducono alla cima è una delle emozioni più belle del-l’Appennino invernale.Chi non vuole sobbarcarsi questa fatica può cimentar-si in una comoda passeggiata sulle strade sterrate checollegano Massa d’Albe con Fonte Canale e Rosciolo,o ammirare il massiccio dal Faro e dall’Anfiteatro diAlba Fucens, la più famosa città antica della Marsica.Ma il Velino non è soltanto una mèta o uno sfondo perescursioni e scampagnate. Il massiccio, negli ultimi an-ni, è stato teatro di un paziente lavoro di restauro am-bientale compiuto dal Corpo forestale dello Stato. Ri-sale al 1987, infatti, l’istituzione da parte del neonatoMinistero per l’Ambiente (all’epoca gestito da un fo-restale “doc” come Mario Pavan) della Riserva Natu-rale Monte Velino che si estende su3.550 ettari.Il primo scopo dell’area protetta era dibloccare il degrado del massiccio, mi-nacciato dalla funivia che avrebbe do-vuto collegare Forme con le piste del-la Magnola. Fin dall’istituzione dellaRiserva, però, sono state avviate ini-ziative a difesa degli animali e dellepiante.Dopo aver limitato l’accesso nelle zo-ne di nidificazione dell’aquila (la Val-le Maielama e la Valle di Teve), alcu-ni sentieri sono stati chiusi per limita-re i danni alla delicata flora deighiaioni. Poi si è provveduto alla rein-troduzione del cervo, la cui consi-stenza sfiora oggi il centinaio di esem-plari.A partire dal 1993, invece, è stato in-trodotto sul Velino il grifone. Diffuso

cento anni fa su tutte le sponde del Mediterraneo, que-sto magnifico avvoltoio è diventato sempre più raro nelNovecento, ed è oggi presente in Spagna, in Croazia ein Grecia. In Italia gli ultimi nuclei autoctoni sono con-centrati nel nord-ovest della Sardegna, tra Bosa e Ca-po Caccia.Dopo un periodo di acclimatazione in voliera, i primiuccelli sono stati liberati nel 1994. Oggi i grifoni chenidificano sulle rocce del Muro Lungo e del Velino so-no una cinquantina. Avvistarli è facile, nelle ore più cal-de del giorno, da tutti i sentieri dell’area protetta. Ai pie-di della montagna, il nuovo Centro Visitatori dell’areaprotetta consente di saperne di più sul grifone e sullanatura della terza montagna d’Abruzzo.

STEFANO ARDITO

Escursionista sul Velino

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viaggi e avventura

I BOSCHI DELLA “SERENISSIMA”Emozionante itinerario nelle maestose foreste delle Alpi orientali

dove natura e uomini convivono da millenni in un perfetto equilibrio.Un’importante attività di gestione e tutela:

dai “Capitani della Foresta” all’azione del Corpo forestale

H o visto le più grandi foreste del mondo. Le hoviste bruciare, le ho viste devastare con mezzid’inaudita potenza. Ma le ho anche viste

sopravvivere all’assalto insensato dell’uomo; ho attra-versato in America e in Europa decine di chilometri esorvolato centinaia di miglia di verde fitto, di tronchi

svettanti, in mondi vegetali ancora intatti. Insomma hovisto gloria e ferite dei colossi vegetali. In Amazzonia, inIndonesia, nelle Alpi, in Congo, in Alaska, in Siberia.Viaggi che ripeto da tempo, per il mio lavoro; e ne rife-rirò nelle pagine di questa Rivista, con la mia testimo-nianza e le immagini che la documentano.

La più recente esperienza è ai confini orien-tali del mondo alpino, dove natura e uominiconvivono da millenni.Qui - come in molte aree di montagna - glianziani sono l’immagine sopravvissuta diuna vita arcaica, difficile. Un contrasto con icentri dove, tra valli e cime il turismo si svi-luppa e a volte anche troppo.Ma dove radici antiche sopravvivono. Dovele foreste sono state un mare che ha protettoisole dove ho conosciuto comunità fedeli aloro stesse.Tra le tante prove di questo reciproco rap-porto di difesa (l’uomo ha difeso la foresta;la foresta ha difeso l’uomo) m’hanno affasci-nato i boschi-antivalanga. Nel rapportoremoto e forte tra uomo e alberi, non cono-scevo l’esistenza di questa tradizione; sonostato guidato a prenderne conoscenza conuna visita ai pendii ripidi che sovrastano ilpiccolo paese di Cleulis, nella Carnia. Sonoboschi piantati artificialmente circa trecentoanni orsono; (età calcolabile, con l’aiuto diun esperto, dalla base di tronchi fitti e saldi).Per arrestare una eventuale caduta di neveaccumulata, i boschi antivalanga furonodisposti fittamente, e là sono cresciuti sullependici sovrastanti paesi a fondo valle. E’proibito qualsiasi intervento dell’uomo; vie-tata persino la raccolta delle foglie per farnestrame.Parte del patrimonio verde disteso nelle valliCarniche e nelle Giulie, appartiene aiComuni; e parte a “Consorzi”, le cui originirisalgono al 1583 quando la RepubblicaVeneta, nelle zone sotto suo dominio,

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Le svettanti foreste nelle Alpi orientali

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“bandì” trenta vasti boschi per uso proprio. Ricordano ildominio della Serenissima, i suoi simboli; e indirettamen-te lo ricorda anche lo stile di taluni edifici, là dove le areeverdi confinavano con le residenze di chi sorvegliava eamministrava. E curava la raccolta del legname per la“Serenissima”.Venezia, era una città affamata di legno.Indispensabile non solo per alimentare i suoimille camini e per l’utilizzo (in numero cal-colato in oltre sei milioni) come palafitte,indispensabili sostegni di case, palazzi,chiese poggiati sulle acque.Ancor più affamato era il suo Arsenaleove si rinnovava la flotta del Doge. Sichiamavano “da remi” i boschi dai tron-chi alti, perfettamente dritti, i più desi-derati dai mastri d’ascia.Ora, da tempo non più tagliati, in tuttala Carnia e in parte del Veneto alpino,sono i più alti e svettanti, nelle areeverdi. Protetti e saldi contro il cielo,sembrano ancora attendere l’aprirsi divele, al vento di mari lontani.La foresta di Tarvisio, nelle Alpi Giulie, è lapiù vasta d’Italia: 20.000 ettari protetti, tra levalli a corona attorno ai Jôf, le cime, così chia-mate lassù.Vanta un’area di “pecceta primaria”, ovvero unbosco primordiale; selva antica nata dalla fine delleultime glaciazioni cento e più secoli fa. Da allora a oggicresce fitta di abeti, di faggi, di pini e larici, di ontani, difrassini, di aceri e forma una massa di oltre tre milioni dialberi adulti. Intensamente verde d’estate, magicamentebianca d’inverno.Scenario perfetto per attori inquieti quali sono camosci ecervi; di rado, gli stambecchi; e dove comincia a essersegnalato l’incontro con l’orso. Di casa è l’aquila, nellearee più alte: nidifica a primavera e cresce di numero,ogni anno. A quote più basse il picchio, costruisce i suoinidi nei tronchi degli alberi (e questo lo fa - più d’ognialtro - meritevole dello status di inquilino onorario diogni bosco). Attore vanitoso, nella sua acconciatura è ilmitico gallo cedrone. Vero protagonista, qui; tanto daesser assunto a simbolo della Foresta di Tarvisio.Una “popolazione” vegetale e animale sulla quale vigilain ogni stagione il Corpo forestale regionale, al quale èaffidata la tutela dell’intero patrimonio ambientale assie-me al Corpo forestale dello Stato.Un altro luogo che mi ha incantato per la sua purezza è laVal Visdende, nelle Alpi Venete. Anche qui si preserva lanatura di una antica foresta alpina consentendo solo unadiscreta presenza dell’uomo; nella foresta di Somadìda, ilCorpo forestale si impegna nel ripopolamento di territoriche erano stati devastati, resi deserti dalla caccia.“Protezionismo” attento, cui si deve la riapparizione

(dopo 155 anni!) della lynx -lynx, la lince euroasiatica. Èstato un incontro rarissimo quello che con molta fortunasiamo riusciti a vivere con l’aiuto dei “forestali” delposto.Il cervo, a branchi, l’ho visto pascolare in diverse areeprotette; soprattutto nelle faggete del Cansiglio. Anchequi crescono alberi dal tronco perfetto che Venezia privi-legiava per attrezzare la sua flotta; lo provano cippi lapi-dei di confine, sopravvissuti segni dell’antico dominiodei Dogi. Trovarseli di fronte, nei boschi, con le date e inomi dei “Capitani della Foresta” ben incisi e leggibili, èun’emozione.Una delle tante che si vive in questo cuore verde delleAlpi orientali.Sono passati duecento e più anni, ma scolpiti nella pietra,i nomi sembrano ancora vigilare sul patrimonio preziosoche fu della Serenissima.

FOLCO QUILICI

viaggi e avventura

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La foresta di Tarvisio in inverno

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vita del corpo

A fine stagione è tempo di bilanci peril Centro Sportivo del Corpo forestaledello Stato che si è particolarmentedistinto negli sport invernali. Grossi risultati per l’Ag. StefaniaBelmondo che, nonostante le non per-fette condizioni di forma, si è aggiu-dicata due medaglie d’oro, tre d’ar-gento in altrettante gare di Coppa delmondo. Nei Campionati italiani di scifondo ha vinto la medaglia d’oronelle gare 5 e 15 km tecnica classicae 10 km ad inseguimento. Ottima sta-gione per l’Ag. Fabio May che haconquistato una medaglia d’oro eduna d’argento in Coppa del mondo eduna d’oro nella 10 km ai Campionatiitaliani e da parte dell’Ag. Sc. FulvioValbusa che dopo aver conquistato lamedaglia d’oro nei Campionati italia-

ni tecnica libera è riuscito ad aggiudi-carsi la più prestigiosa e spettacolaregara della “marcialonga” che si svol-ge nelle Valli di Fiemme e Fassa. Eccellenti prestazioni per il pattinag-gio su ghiaccio da parte dell’Ag.Roberto Sighel e di Maurizio Carninoche ha conquistato la medaglia dibronzo nei Campionati mondiali diShort Track svoltisi in Olanda.Stupenda doppia affermazione dellapiù grande fiorettista italiana l’Ag.Giovanna Trillini in Coppa del mon-do che le sono valse il vertice dellaclassifica generale. Nell’atletica legge-ra dobbiamo registrare il titolo italianoconquistato dall’Ag. Patrizia Spuri neimt 800 Indoor e la prestigiosa vittorianella Coppa Europa di marcia dellasquadra Forestale composta dalleAgenti Elisabetta Perrone, CristianaPellino, Gisella Orsini ed Emanuela

SPORT

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Questa ruChiunque

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Perilli, completata dall’oro individualeconquistato da Elisabetta Perrone edall’argento di Cristiana Pellino.Chiudiamo questa breve carrellata divittorie con l’oro a squadre conqui-stato nella prima prova di Coppa delmondo specialità doble trap da partedell’Ag. Sc. Emanuele Bernasconiche ha vinto individualmente lamedaglia di bronzo con punti 182 su200 a soli 2 punti dall’oro.

bv-.

Ad inizio febbraio una pattuglia diforestali ha intercettato un gruppo di53 Kosovari sul litorale di Vieste(FG). Gli slavi, tra cui 23 bambini euna donna incinta, erano stati abban-donati nella notte nei pressi di alcunicostoni rocciosi che avevano dovutoraggiungere a nuoto. Gli uomini dellaForestale del Coordinamento provin-ciale di Foggia li hanno rifocillati conviveri, coperte e vestiti asciutti. IKosovari sono stati, poi trasferitipresso il centro di accoglienza diFoggia, ad eccezione della donnaincinta, trasportata in ospedale peraccertarne lo stato di salute.

CLANDESTINI

All’interno della riserva naturale stata-le Saline di Margherita di Savoia(FG) e nell’ambito delle attività di con-trollo del territorio ai fini della preven-zione e repressione dei reati ambienta-li, il nucleo operativo di polizia fore-stale ha intercettato diversi contrab-bandieri intenti a trasbordare volumi-nosi cartoni di sigarette da un gommo-ne su autocarri e furgoni blindati. Men-tre alcuni riuscivano a dileguarsi, quat-

CONTRABBANDO

rica è a disposizione di tutte le strutture del olesse inviare notizie, fotografie ecc. può scr Via G. Carducci, 5 - 00187 Roma - Tel. 06.448904001 - e-mail: ilforestale@corpoforesta

tro di loro sono stati fermati: di questi,due sono stati arrestati e due sono statidenunciati a piede libero. In totale so-no stati sequestrati un gommone, unfurgone blindato, un autocarro, una ra-dio rice-trasmittente, nonché più di 3,5tonnellate di sigarette, per un valorecomplessivo di un miliardo di lire.

Durante una operazione di an-tibracconaggio nell’agro delcomune di Somma Vesuvia-na (NA) l’agente forestaleGiuseppe Buonopane è statoferito al volto da colpi di fuci-le. Questi i fatti. A seguito diuna telefonata anonima chesegnalava la presenza di brac-conieri nella suindicata loca-lità, partiva dal Coordina-mento territoriale per l’Am-biente del Parco Nazionaledel Vesuvio la pattuglia con

due forestali che, giunti sul posto, sen-tivano alcuni spari di arma da fuoco.Avvicinatasi alla zona di provenienzadei colpi, la pattuglia constatava la pre-senza di due persone di cui una arma-ta. Mentre il capopattuglia era intentoad identificare la persona non armata,l’agente Buonopane rincorreva quellaarmata che nel frattempo si era data al-la fuga. Durante l’inseguimento, ilbracconiere si girava ed esplodeva di-versi colpi di fucile ai quali il foresta-le rispondeva con l’arma di ordinanza.Nel conflitto il Buonopane rimaneva

ferito al volto; nel contempo l’Isp. Da-miano accorrso in aiuto del collega,riusciva ad arrestare i due bracconieri,

CONFLITTO A FUOCO

Corpo.ivere a:665.7062 le.it

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vita del corpo

che venivano poi tradotti nelle carceridi Poggioreale da altre pattuglie dellaForestale intervenute sul posto.

Sessanta studenti universitari, chehanno frequentato un apposito corsodi formazione organizzato dal Corpoforestale dello Stato, saranno ricevutidal Presidente della Repubblica in oc-casione di una manifestazione che sisvolgerà nella tenuta di Castelporzia-no il 16 giugno. Scopo di questo primocorso è quello di sensibilizzare i gio-vani alle tematiche ambientali in ge-nere e fornire i contenuti basilari nel-l’ambito della pianificazione finaliz-zata alla prevenzione e lotta agliincendi boschivi. Le giovani sentinel-le del bosco accompagneranno il Cen-tro mobile di divulgazione agricola eforestale in partenza per un tour chequesta estate toccherà i luoghi di vil-leggiatura più sensibili dal punto di vi-sta ambientale e maggiormente a ri-schio di incendi boschivi. In ogni lo-calità visitata i giovani volontari prov-vederanno a distribuire materiale di-vulgativo suggerendo norme di com-portamento per prevenire gli incendi.L’iniziativa si svolge a complementodel Convegno dal titolo: “Un proget-to globale per la difesa e lo sviluppodel verde” al quale parteciperanno iMinistri per le politiche agricole e fo-restali, dell’ambiente, della pubblicaistruzione, il Presidente della Consul-ta nazionale per le foreste e il legno eil Presidente della conferenza dei pre-sidenti delle regioni.

SENTINELLE DEL BOSCO

È stata resa pubblica la graduatoria de-gli idonei al Concorso per 1.600 allie-vi agenti del Corpo forestale dello Sta-to, indetto nel 1997. L’elenco comple-to è disponibile sul sito internet delCorpo: www.corpoforestale.it. L’ini-zio del corso è previsto per il mese diluglio. Altre informazioni presso l’Uf-ficio concorsi tel. 06-46657141-2.

ARRIVANO I NUOVI AGENTI

Anche per il legname come per i cibi de-ve essere possibile stabilirne la prove-nienza. Lo ha proposto il Ministro dellepolitiche agricole e forestali PecoraroScanio intervenendo al CNEL nel corsodi un convegno sulla politica forestaleitaliana: “È un sistema - ha detto il Mi-nistro - di tutela dal disboscamento sel-

LEGNO DOC

vaggio di molti paesi del terzo mondoche rientra nella logica del commercioequo e solidale e che consentirebbe di ri-lanciare con forza l’industria italiana dellegno”. Circa la situazione delle foresteitaliane il Ministro ha annunciato che siparlerà di sviluppo della forestazionenella imminente legge di modernizza-zione e orientamento dell’agricoltura enel prossimo documento di program-mazione economica. In questo contestodi riforma si dovrà eliminare l’equivo-co che l’attività produttiva nel settoredelle foreste sia antiambientale. “Sare-mo rigidissimi - ha avvertito - contro idisboscamenti selvaggi che danneggia-no l’equilibrio idrogeologico mentre in-centiveremo l’attività intelligente, so-stenibile ed ecocompatibile.” PecoraroScanio ha infine ribadito il suo impegnoper la permanenza dell’unitarietà delCorpo forestale dello Stato “attraversoun confronto positivo con le regioni”.

Lieto fine per 116 cavalli ed un mulodell’Esercito che, dopo anni di onora-ta carriera al servizio della Patria, ri-schiavano di finire al macello. Grazieal deciso intervento del Ministro dellepolitiche agricole e forestali PecoraroScanio, è stato raggiunto un accordocon il Ministero della Difesa che pre-vede la rinuncia da parte dell’Esercitoalle aste. Gli anziani quadrupedi ver-ranno messi a disposizione del Corpoforestale dello Stato che si è impegna-to a garantirgli una serena pensione.

ALLA FORESTALE ICAVALLI RIFORMATI

Il Gruppo Donatori di Sangue del Cor-po forestale dello Stato si è costituitovolontariamente nel 1977 presso l’O-spedale pediatrico Bambin Gesù diRoma. Attualmente è composto da cir-ca 250 donatori che contribuiscono araccogliere annualmente oltre 100 li-tri di sangue. Un grande slancio di ge-nerosità che è stato più volte confer-mato attraverso numerosi riconosci-menti ufficiali.L’invito per tutti co-loro che fossero inte-ressati a contribuirea questa iniziativa èquello di contattare ilCapo Gruppo Dona-tori di sangue CFSSalvatore Giaquinta,tel. 06/4461917.

DONATORI DI SANGUE

Centri trasfusione sangueP.zza Sant’Onofrio, 400165 ROMA

Via Torre di Palidoro00050 Palidoro (RM)

Lungomare G. Marconi, 3600058 S. Marinella (RM)

Arrivano circa 1 miliardo e 700 milio-ni di lire per la conservazione dell’or-so bruno marsicano. La somma è statastanziata dal Cipe a favore del Corpoforestale dello Stato. Se ne è parlato inun affollato Convegno dal titolo “Con-servazione dell’Orso Bruno” svoltosia Roccaraso il 18 febbraio scorso. L’in-contro è stato organizzato dall’Ufficiodelle Foreste Demaniali di Castel diSangro da anni in prima linea nel pro-getto LIFE a tutela dell’orso nell’ap-pennino centrale, soprattutto nella zo-

na dell’alto Sangro e del Monte Gen-zana. Nel corso del Convegno è emersala necessità di attivare un coordina-mento fra tutti gli enti che a vario tito-lo sono preposti alla tutela e alla con-servazione dell’orso e del suo habitat.Il Corpo forestale dello Stato si faràpromotore di questa iniziativa di coor-dinamento in parte già esistente con ilParco del Sirente-Velino.Quanti orsi vivono realmente nell’Ap-pennino tra l’Umbria, il Lazio, l’A-bruzzo e il Molise? Hanno abbastanzacibo e spazio? La bassa variabilità ge-netica che limiti pone alla sua conser-vazione? Quali sono le forme di eco-nomia compatibile con la tutela del-l’ambiente naturale? Queste alcunedelle importanti domande alle quali ilConvegno ha cercato di dare rispostescientificamente valide e per certiaspetti innovative. Tra i temi affronta-ti anche l’utilizzo economico del bo-sco, la tutela della biodiversità e il ri-schio sanitario legato al pericolo bru-cellosi.

Perché non resti solo un ricordoIN DIFESA

DELL’ORSO MARSICANO

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COME CONSERVARLIL’essiccazione è forse il metodopiù utilizzato per la conservazionedei funghi. Questo procedimentoha lo scopo di eliminare l’acqua, dicui sono ricchissimi i loro tessuti,per evaporazione, senza quindi al-terarne la struttura. Il fine è quellodi impedire la vita dei microorga-nismi che altrimenti produrrebbe-ro alterazioni tali da compromette-re la edibilità del prodotto. Esisto-no in particolare alcune specie difunghi che attraverso l’essiccazio-ne diventano ancora più profuma-te. L’assenza di acqua infatti favo-risce la concentrazione di vari prin-cipi odorosi. L’essiccazione deveavvenire il più rapidamente possi-bile, senza interruzione, per evita-re la decomposizione del fungo. Acompletamento del processo di es-siccazione, il peso dei funghi si ri-durrà del 90%. I funghi verrannopoi conservati in sacchetti di carta

o di garza in un ambiente ben ven-tilato. Bisogna fare attenzione aisacchetti di plastica e ai vasi di ve-tro, se i funghi non sono ben asciut-ti potrebbero ammuffire. Prima diutilizzarli sarà bene metterli a ba-gno in acqua per almeno un ora,meglio se immersi nel latte.Le specie che sono maggiormenteadatte a questo procedimento diconservazione sono: Clitopilusprunulus, Boletus edulis ed affini,Marasmius oreades, Marasmiusscorodonius, Tricholoma georgii(Cacybe gambosa), Sarcodon im-bricatum, Craterellus cornuco-pioides ed altre ancora.

F U N G H I

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DUE GUIDE PER LE AREENATURALI PROTETTEIl primo volume “I Parchi nazio-nali in Italia” è pubblicato a curadel Ministero dell’Ambiente -Servizio conservazione natura -

che si è avvalso della collabora-zione del CFS. Una guida facile erapida di consultazione per orien-tarsi all’interno dei Parchi nazio-nali. “Lo scopo di questa iniziati-va - scrive nell’introduzione ilMinistro dell’Ambiente Ronchi -è documentare in sintesi i nostriParchi nazionali perché prima didecidere di visitarli, amarli e con-servarli, è assolutamente indispen-sabile conoscerli”.L’altra opera “Parchi e aree pro-tette d’Italia” è una guida delTouring Club Italiano completa ditutte le aree verdi protette compre-si i parchi marini e archeologici.L’elenco comprende 1160 areetutelate e oltre 800 fotografie.Moltissime le proposte e gli itine-rari turistici. Uno strumento utilenon solo per gli escursionisti maanche per i naturalisti attenti e pergli specialisti del settore. Benchénon manchino riferimenti di que-sto tipo, sarebbe stato utile soffer-marsi maggiormente su quellearee protette cosiddette minorisolo perché meno conosciute.

I PIATTI DEL BOSCOÈ l’ultimo volume della CollanaVerde, edita dal Corpo forestaledello Stato, che ha ormai raggiun-

L I B R I

to il numero 100, e ha deciso dicelebrare il traguardo di questaraccolta avviata nel 1953 con unopera davvero appetibile. L’autoreè Augusto Verando Tocci, diretto-re dell’Istituto Sperimentale per laSelvicoltura e profondo conosci-tore del mondo silvestre.Si può iniziare con un antipasto difiori di albero di giuda, proseguirecon un piatto di tagliatelle alle pri-mule e viole, per secondo cotolet-te di radici di bardana e frittellecon fiori di sambuco e chiuderecon una crostata di fragoline dibosco, il tutto innaffiato con vinoaromatico all’asperula. Questo èsolo uno dei tanti pranzi a base diprodotti del bosco descritti in que-sto libro ricco di sapori e profumiche per molti sono del tutto sco-nosciuti. In tempi di ipermercati edi fastfood, quest’opera inducealla riscoperta di prodotti naturali,non solo di funghi e tartufi, maanche di varietà e di ricchezzepovere mai assurte agli onori del-l’alta cucina: ortiche, betulle, rovi,prugnoli, borraggine e tante altrepiante che un tempo facevanoparte della dieta di boscaioli, con-tadini e pastori e che oggi possonocostituire un’alternativa ai gustiappiattiti e ripetitivi della civiltàdei consumi.

LE FORESTE VISTE DALL’ALTODa oggi è più facile controllare lostato di conservazione delle fore-ste. Nato dalla tecnologia dellaNASA lo scanner iperspettraleserve per riprese aeree di grande

NUOVE TECNOLOGIE

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qualità. È in grado di distinguereun pino da un abete. Può ricono-scere addirittura lo stato di salutedelle piante. Se viene abbinato aidati raccolti a terra questo stru-mento di rilevamento a distanza èin grado di redigere un inventarioforestale di altissima precisione ecompletezza. Può dare indicazioniagli agricoltori sui campi da ferti-lizzare. Può costituire una stru-mento importante nella lotta agli

incendi boschivi e rilevare anchedati sull’inquinamento. Una tecno-logia avanzatissima che si avvaledi ben 128 bande di colore con unadefinizione di gran lunga superioreal vecchio sistema landsat.

DI CAPRIO STRONCATO DALLEECO-PROTESTEDiscusso dai critici e letteralmentemesso al rogo dagli ambientalisti.The beach, ultimo film che vedecome protagonista Leonardo DiCaprio, si è rivelato un vero tonfo.Gli ambientalisti sostengonoinfatti che le riprese del film diDanny Boyle abbiano distrutto laspiaggia di Maya bay sull’isolathailandese di Phi Phi. La Foxproduttrice del lungometraggio elo stesso Di Caprio sono dovutiscendere direttamente in campopiù volte per difendere la pellico-la. Intanto i gruppi ambientalisti sistanno organizzando per mostrareal pubblico un filmato che dimo-strerebbe come sia stato irrimedia-bilmente alterato l’ecosistemadella baia dove non si è esitato apiantare palme e a realizzare altriinterventi che hanno modificato il

C I N E M A

paesaggio. Un tribunale thailande-se, intanto, sembra intenzionato a

dare seguito alla denuncia presen-tata dall’amministrazione localecontro la Fox e contro il Diparti-mento forestale. Nella denuncia sisostiene che l’autorizzazione alleriprese sia stata data nonostantel’impatto sociale e gli studiambientali lo sconsigliassero.

LA FORESTALE IN RETE

www.corpoforestale.it: queste lecoordinate per collegarsi con il si-to internet ufficiale del Corpo fo-restale dello Stato. Oltre 40 paginea colori con relative sottopaginepiene di informazioni riguardantile principali attività svolte dal Cor-po e i servizi offerti all’utenza. Sto-ria, organigramma del Corpo, re-capiti degli Uffici periferici, sche-de su parchi nazionali e circa 120aree protette, dati statistici sull’at-tività operativa, accesso ai ruoli,concorsi, informazioni sul com-mercio e la detenzione di specieanimali e vegetali protette.Un particolare spazio è dedicato al1515, il numero di pronto interven-to del Corpo forestale dello Stato. Ilsito è corredato dai consigli utiliqualora ci si trovi in difficoltà a cau-sa di un incendio boschivo, di un in-cidente in montagna, ecc. Presentianche alcuni servizi di pubblica uti-lità come il Bollettino Meteomontche in inverno fornisce informazio-

VISTI SU INTERNET

ni in tempo reale sulle condizionidel manto nevoso e del rischio di va-langhe in circa 120 località monta-ne della penisola. Sul sito potretetrovare pubblicati interamente tuttii numeri de “Il forestale”.

VIAGGIARE ON-LINEViaggiare non spostandosi da casa.Il viaggio virtuale non è un’inven-zione del 2000. Lo praticavano giàpensatori e scrittori famosi comeJules Verne e Emilio Salgari che inlibri d’avventura rimasti celebriviaggiavano con la fantasia. Coninternet è possibile non solo viag-giare sulla terra e raggiungere qual-siasi destinazione ma si può addi-rittura mettere il naso anche al difuori del pianeta e vedere lo spaziocon l’occhio dei satelliti. Si posso-no organizzare viaggi e avventuredi tutti i generi. Grazie a particola-ri telecamerine web è possibile gi-rare le capitali del mondo e in mil-le altri posti, perfino sulle piste dasci delle più rinomate località mon-tane. Segnaliamo:www.lonelyplanet.comUn servizio messo a disposizionedai parchi sudafricani permette in-vece di godersi comodamente se-duti in poltrona tutti gli animali del-la savana: leoni, antilopi, elefantiin presa diretta. Ovviamente biso-gna avere la fortuna che gli anima-li passino davanti alla telecameraweb durante il periodo del collega-mento. Completa il sito una rasse-gna di interessanti informazioni edanche un mercatino on line di sou-venir locali. L’indirizzo è:www.africam.com/

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diritto

Rassegna giuridico-legislativa di interesse ambientale

a cura di Alessandro Cerofolini

DALLA GAZZETTA UFFICIALE

DISTINTIVI. D.M. del 7.10.1999 su G.U. n. 253/99. Il D.M. istituisce il distintivo di riconosci-mento per il personale del CFS in possesso delle qualifiche di polizia che svolge servizio d’istitu-to in abiti civili. L’applicazione del distintivo sull’abito civile è obbligatoria laddove si rendanecessaria l’immediata individuazione dell’operatore di polizia, in relazione all’ambiente in cuiopera. Sono previsti due tipi di distintivi: uno di colore oro per gli U.P.G., uno di colore argentoper gli A.P.G.TESSERINI. D.M. del 28.12.1999 su G.U. n. 28/2000 recante la proroga della validità dei tesse-rini di polizia attualmente in uso agli appartenenti ai ruoli degli ufficiali, ispettori, sovrintendenti,agenti ed assistenti del C.F.S. al 31.12.2000.DEPENALIZZAZIONE. D.LGS. n. 507 del 30.12.99 su G.U. n. 233-L/1999. Sono trasformatein illeciti amministrativi, con conseguente previsione della sanzione amministrativa pecuniaria inluogo della sanzione penale, le violazioni previste come reato da alcuni articoli del codice penalee da alcune leggi speciali. Sono, altresì, previste diverse modifiche del sistema sanzionatorio inmateria di alimenti, di circolazione stradale, di norme finanziarie e bancarie. Per ogni violazionedepenalizzata vengono, inoltre, individuate le autorità competenti a ricevere il rapporto e adapplicare le nuove sanzioni amministrative previste dal presente decreto. Vengono, infine, appor-tate significative modifiche alla legge n. 689/1981, in particolare per ciò che concerne la reitera-zione delle violazioni, il principio di specialità, il limite minimo delle sanzioni amministrativepecuniarie, l’opposizione all’ordinanza-ingiunzione, la competenza e la disciplina per il giudiziodi opposizione all’ordinanza-ingiunzione.BENI AMBIENTALI. D.LGS. n. 490 del 29.10.1999 su G.U. n. 302/1999 contenente il testounico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali ed ambientali. In particolare il tito-lo II, titolato “Beni paesaggistici ed ambientali” rielabora e disciplina la materia connessa allatutela ambientale sotto l’aspetto estetico e biologico. Va segnalato che il nuovo T.U. non presentaelementi normativi di rilevante novità legislativa. Ossia, le leggi precedenti in materia di tutelapaesaggistico-ambientale sono state rielaborate in modo coordinato da costituire un unico corponormativo. Pertanto, la disciplina prevista dalla cosiddetta Legge Galasso è stata ricostruita edarmonizzata con le leggi pregresse e le successive modifiche: dunque risulta più agevole l’appli-cazione delle norme da osservare e dar far rispettare. Lo spazio di questa rubrica non consente unapprofondimento tecnico-operativo del nuovo T.U., che invece meriterebbe; tuttavia si segnalache questo Decreto evolve ulteriormente il concetto di vincolo, trasformandolo da vincolo pura-mente paesaggistico a vincolo paesaggistico-ambientale, facendovi rientrare il più vasto concettodi ambiente, cioè fauna, flora, boschi e foreste, zone umide, fiumi e torrenti, laghi, coste, monta-gne, aree naturali protette e tutte quelle zone di territorio elencate nell’art. 146. La precisazione èdi estrema importanza, sotto il profilo della repressione delle violazioni al vincolo, in quantosecondo il nuovo T.U. viene violato non solo quando vi è un deturpamento estetico del bene natu-rale del paesaggio, ma anche quando vi è un danno ambientale, seppur questo non incide sull’a-spetto estetico. Le conseguenze, per l’operatore di polizia, sono radicalmente diverse, perché siintroduce nella violazione del vincolo tutta una serie di deturpamenti dell’ambiente che non visarebbero rientrati se il vincolo fosse rimasto allo stato originario. Anche se la funzione di vigi-lanza spetta al Ministero per i Beni C.A. ed alle Regioni, bisogna sottolineare che trattasi esclusi-vamente di vigilanza amministrativa e gestionale del vincolo; pertanto, non bisogna confonderequesto significato di vigilanza con la vigilanza repressiva della polizia giudiziaria ambientalesugli illeciti penali (ma anche amministrativi) commessi in materia di vincoli paesaggistico-ambientali e di edilizia abusiva in generale. L’agente forestale ha, quindi, il diritto-dovere di eser-citare la vigilanza relativamente al sistema sanzionatorio. Nel T.U., all’art. 140, è, inoltre, previstala partecipazione di un rappresentante del CFS presso la commissione istituita in ogni provinciacon provvedimento regionale. Infine, nel T.U. non vengono, purtroppo, risolte le questioni, diestrema rilevanza sotto il profilo sanzionatorio, inerenti la contemporanea presenza del vincolopaesaggistico-ambientale con quello forestale-idrogeologico.CODICE PROCEDURA PENALE. Legge n. 479 del 16.12.1999 su G.U. n. 296/1999 recantemodifiche alle disposizioni sul procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica ed

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altre modifiche al codice di procedura penale, al codice penale e all’ordinamento giudiziario. Inparticolare è prevista l’istituzione del giudice unico (monocratico) competente a giudicare per ireati la cui pena massima edittale prevede dieci anni di reclusione, scompare la figura classica delpretore, le regole di ripartizione (10 anni di pena) fra giudice monocratico e collegiale sostituisco-no il criterio della competenza, vengono concessi maggiori poteri al difensore, nei confronti dellapolizia giudiziaria e nel controllo sulla competenza dell’accusa, relativamente ai limiti territorialiper i pubblici ministeri (richiesta alla c.d. giusta procura) e viene vietata la pubblicazione dell’im-magine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’u-so delle manette ai polsi o altro mezzo di coercizione fisica, salvo il suo consenso.PARCO NAZIONALE. DPR del 6.10.1999 su G.U. n. 295/1999 che prevede l’istituzione delParco nazionale delle Cinque Terre, all’interno del territorio della provincia di La Spezia. Il parconazionale è gestito dall’Ente Parco nazionale delle Cinque Terre che ha personalità di diritto pub-blico ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’ambiente. Il territorio del parco nazionale èdelimitato in via definitiva dalla perimetrazione riportata nella cartografia ufficiale allegata alpresente decreto del quale costituisce parte integrante. Ai sensi dell’art. 10 dell’allegata disciplinadi tutela, di cui all’art. 1 comma 6 del DPR in questione, la sorveglianza del territorio ricadentenel parco nazionale è affidata al C.F.S..FORESTE. Delib. CIPE del 5.11.1999 su G.U. n. 17/2000. Ai fini della protezione delle forestecontro l’inquinamento atmosferico, è disposto per l’anno 1999 un finanziamento in favore delC.F.S. di 2,391 miliardi di lire a valere sul fondo di rotazione ex legge n. 183/1987. A tal fine ilC.F.S. adotta tutte le iniziative necessarie per utilizzare entro le scadenze previste i finanziamentirelativi ai progetti ed effettua i controlli di competenza.AGRICOLTURA E FORESTE. Legge n. 499 del 23.12.1999 su G.U. n. 305/1999 contenentenorme di razionalizzazione degli interventi nei settori agricolo, agroalimentare e forestale.MONTAGNA. D.M. del 27.5.1998 su G.U. n. 265/1998. Il D.M. istituisce presso il Mi.P.A.F.l’albo dei prodotti di montagna, autorizzati a fregiarsi della menzione aggiuntiva “prodotto nellamontagna italiana”. Al C.F.S. è demandato il compito di vigilare sul corretto utilizzo della men-zione aggiuntiva, di cui al presente decreto, e di contrastare eventuali abusi; le relative azioni ditutela e di controllo sono coordinate dal Mi.P.A.F..BONIFICA SITI INQUINATI. D.M. n. 471 del 25.10.1999 su G.U. 218-L/1999. Con questoregolamento, emanato ai sensi dell’art. 17 del D.LGS. n. 22/1997 e successive modificazioni, ilMinistero dell’Ambiente disciplina i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza,la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati. Tale D.M., comunque, non pregiudica néabolisce l’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi e di risarcimento del danno ambientale, aisensi dell’art. 18 della legge n. 349/1986.CLONI FORESTALI. D.M. del 27.9.1999 su G.U. n. 17/2000. Tale D.M. disciplina l’iscrizioneprovvisoria dei cloni di pioppo al registro nazionale dei cloni forestali, ai sensi della legge n.269/1973, recante la disciplina della produzione e del commercio di sementi e piante da rimbo-schimento e del DPR n. 494/1982 modificativo della legge suindicata ed attuativo della Direttiva75/445/CEE.VEICOLI ABBANDONATI. D.M. n. 460 del 22.10.1999 su G.U. n. 287/1999. Il D.M. contieneil regolamento recante la disciplina dei casi e delle procedure di conferimento ai centri di raccoltadei veicoli a motore o rimorchi rinvenuti dalle forze di polizia o non reclamati dai proprietari. Insostanza, gli organi di polizia, allorché rinvengono su aree ad uso pubblico (per es. un bosco ouna strada di montagna, ...) un veicolo a motore o un rimorchio in condizioni da far presumere lostato di abbandono e, cioè, privo della targa di immatricolazione o del contrassegno di identifica-zione, ovvero di parti essenziali per l’uso, oltre a procedere alla rilevazione di eventuali violazio-ni alle norme del codice della strada o delle prescrizioni di massima e di polizia forestale, dannoatto in separato verbale di constatazione, dello stato d’uso e di conservazione del veicolo e delleparti mancanti e, dopo aver accertato che nei riguardi del veicolo non sia pendente denuncia difurto, contestualmente alla procedura di notificazione al proprietario del veicolo, se identificabile,ne dispongono, anche eliminando gli ostacoli che ne impediscono le rimozione, il conferimentoprovvisorio, secondo la procedura fissata dal presente D.M., ad uno dei centri di raccolta indivi-duati annualmente dai prefetti.VITTIME DELLA CRIMINALITÀ. DPR n. 510 del 28.7.1999 su G.U. n. 4/200. Il presenteregolamento riunisce e coordina le disposizioni riguardanti le attribuzioni delle speciali elargizio-ni, dell’assegno vitalizio, dell’esenzione IRPEF e dei contributi per spese funerarie previsti dalleleggi n. 466/1980 e seguenti, in favore dei superstiti di forestali vittime del dovere o in favoredegli stessi forestali che abbiano riportato le invalidità indicate dalle citate leggi nell’adempimen-to del dovere. La domanda deve essere presentata al prefetto del luogo in cui si è verificato l’e-vento o della provincia di residenza dei beneficiari, secondo le modalità previste dall’art. 4.

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