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ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE AMICI DI POMPEI

PresidenteFAUSTO ZEVI

DirettorePIETRO GIOVANNI GUZZO

Comitato ScientificoGIUSEPPINA CERULLI IRELLI, STEFANO DE CARO

ANTONIO VARONE, ANDREW WALLACE-HADRILL, PAUL ZANKER

RedazioneVINCENZINA CASTIGLIONE MORELLI

Agli Autori si ricorda di comunicare alla Redazione, entro il 31 dicembre di ogni anno, il testo dei propri contributi (compresiquelli del Notiziario), di lunghezza non superiore a 20 pagine di 2000 battute, conforme alle norme redazionali, su supporto car-taceo e informatico, completo delle illustrazioni che si ritengono necessarie.

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RIVISTA DI STUDIPOMPEIANI

XXVIII2017

«L’ERMA» di BRETSCHNEIDER

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© 2017 «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER – Via Cassiodoro 11, Roma© Associazione Internazionale Amici di Pompei – Piazza Esedra, Pompei

Direttore responsabile della Rivista Angelandrea Casale

Periodico: Autorizzazione Tribunale di Torre Annunziata n. 34 del 26-11-1996

Rivista di studi pompeiani / Associazione internazionale Amici di Pompei. -A. 1 (1987)-, - Roma: «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER, 1987.-, III.; 29 cm.- annuale

ISSN 1120-3579ISBN CARTACEO 978-88-913-1585-4ISBN DIGITALE 978-88-913-1588-5

1. Associazione internazionale Amici di PompeiCDD 20. 937.005

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PIER GIOVANNI GUZZO, Ferdinando Spagnuolo in memoriam................................. 7

LUCA DI FRANCO, Funzione e spazi espositivi degli ornamenta marmorei a sog-getto mitologico da Pompei ed Ercolano.............................................................. 9

ERNESTO DE CAROLIS, FRANCESCO ESPOSITO, DIEGO FERRARA, Riflessioni sul sectile pa-vimentum del triclinio della Casa dell’Efebo a Pompei ........................................ 27

FRANCESCO ESPOSITO, DIEGO FERRARA, La decorazione in Primo Stile della Basilicadi Pompei (VIII 1, 1): osservazione sulla tecnica di esecuzione a margine di unainedita sinopia .................................................................................................... 45

FABRIZIO RUFFO, Osservazioni e ipotesi sulla forma urbana di Nuceria Alfaterna . 57

MIRELLA ROMERO RECIO, L’influenza dell’antichità romana in Spagna: lo stile pom-peiano nei secoli XVIII e XIX ............................................................................... 75

VALERIO PAPACCIO, Genesi del segno pompeiano .................................................... 89

GIUSEPPE MAGGI, Amedeo Maiuri e il fascismo...................................................... 99

ARMANDO CRISTILLI, A proposito di una statua nello Hüftmanteltypus al Museo Sto-rico Archeologico dell’Antica Nola ...................................................................... 105

Notiziario

Ufficio Scavi di Pompei. Attività 2016 (GRETE STEFANI) ........................................... 115

Ufficio Tutela del Territorio. Attività anni 2014-2016 (ROBERTA PARDI) ................... 118

Messa in sicurezza delle Regiones IV, V, e IX (ANNAMARIA MAURO)........................ 126

Lavori di consolidamento e restauro delle strutture della Casa di Sirico (VII 1,25-47) (ANNAMARIA MAURO) ....................................................................................... 129

Progetto Porta Ercolano 2012-2016 (SANDRA ZANELLA) ............................................ 131

La necropoli di Porta Nocera (Pompei). Nascita e sviluppo di un paesaggio fune-rario romano (I secolo a.C.-I secolo d.C.). Rapporto della campagna 2016 (W. VAN

ANDRINGA, TH. CREISSEN, H. DUDAY)........................................................................... 137

Pompeii Sustenable Preservation Project in Porta Nocera Necropolis (A. CAPUR-SO, R. KILLIAN, S. SABA) .............................................................................................. 141

Sommario

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Via Consolare Project. Excavations of 2016. La Villa delle Colonne a Mosaico,Excavations of 2016 (M. ANDERSON)......................................................................... 142

La necropoli dell’età del Bronzo di sant’Abbondio a Pompei. Dati geomorfolo-gico-stratigrafici ed archeologici (U. PAPPALARDO, F. RUSSO, con appendici diM. MASTROROBERTO E G. CALDERONI).......................................................................... 146

Ufficio Scavi di Boscoreale (ANNA MARIA SODO)...................................................... 152

HCP Ufficio Scavi di Ercolano ................................................................................. 154

Nuovi dati archeologici dai lavori di pulizia dei cunicoli della Casa di Argo a Er-colano (D. CAMARDO, M. NOTOMISTA)........................................................................ 156

Interventi di manutenzione e messa in sicurezza del complesso archeologico diVilla Sora (Na) (M. OSANNA, E. SANTANIELLO, V. DE NICOLA, D. CAMARDO, M. NOTO-MISTA) ......................................................................................................................... 161

Ufficio Scavi di Stabia. Notiziario 2016 (GIOVANNA BONIFACIO) ............................... 163

Stabiae. Secondo Complesso, oecus 13. Gli interventi di restauro degli apparatidecorativi parietali di tardo terzo stile promossi dal Museo Statale Ermitage diSan Pietroburgo (P. GARDELLI, A. BUTYAGIN, L. GIORDANO. T. SQUILLANTE) ................ 164

Conservation of wall painting in three Rooms of Villa Arianna in Stabiae carriedout by the Academy of Fine Arts in Warsaw (K. SHMIELEWSI, J. BURDAJEVICZ) ........ 167

L’attività di tutela nei Comuni di Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Sant’Anto-nio Abate, S. Maria La Carità (SERENA DE CARO)...................................................... 169

The Burnished Ware in Late Antique Campania: the Evidence from Pollena Troc-chia (MARTINA BENKOWA) ........................................................................................... 172

New Evidence for Water-lifting Technology at the Baths in Pollena Trocchia(JOSEF SOUCEK)........................................................................................................... 177

Discussioni e Recensioni

Recensioni

FAUSTO, FELICE e ANTONIO NICCOLINI. Le case ed i monumenti di Pompei disegnati edescritti con saggio introduttivo di S. DE CARO, voll. 1-4 ristampa Napoli 2003-2006;FAUSTO e FELICE NICCOLINI, Houses and monuments of Pompeii, ediz. multilingue,con saggi introduttivi di V. KOCKEL E S. SCHÜTZE, Köln 2016, 1 vol. (UMBERTO

PAPPALARDO) ............................................................................................................... 183

M. GRIMALDI, Pompei. La Casa di M. Fabio Rufo. Collez. Pompei, vol. II, Monte diProcida 2014 (LUCIANA JACOBELLI) ............................................................................. 185

CASTIGLIONE MORELLI V., DE CAROLIS E., SALERNO C. (a cura di), Caio Giulio Polibio.Storie di un cittadino pompeiano, Napoli 2015 (CHIARA ROMANO)......................... 186

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GIUSEPPE MAGGI

Amedeo Maiuri e il fascismo

Da un po’ di tempo si torna a par-lare di Amedeo Maiuri, morto nel1963 in una clinica di Napoli in com-pleta solitudine. Quando era in vitaqualcuno ha dubitato perfino che sisia trattato di un vero archeologo,poiché si era laureato alla Sapienzadi Roma nel lontano 1908 in filologiabizantina. A Napoli era venuto dagiovane ispettore e vi era tornato dasoprintendente nel 1924 subentrandoa Vittorio Spinazzola dopo un profi-cuo soggiorno decennale nel Dode-caneso, dove aveva avuto anche ilmerito di aver fondato un Museo ar-cheologico a Rodi.

Lo spunto di questa “riscoperta”di Maiuri è venuto dalla costituzionepresso il Comune di Pompei di unCentro internazionale per gli studipompeiani, dove è affluito un “Fon-do Maiuri” acquistato anni addietrodall’Università Suor Orsola Beninca-sa di Napoli. Nel 2009 è stato edito acura di Umberto Pappalardo un vo-lume descrittivo di tale Fondo. In se-guito, nel 2015, è stato costituito an-che un Premio internazionale Ame-deo Maiuri, promosso dal suddettoCentro e dal Comune di Pompei colpatrocinio del periodico Archeologiaviva. Una Mostra dei materiali del

Fondo con esibizione di libri, cimeli,onorificenze, corrispondenza, fotodi Maiuri è stata tenuta prima a Pom-pei, poi dal gennaio 2017 nel MuseoArcheologico Nazionale di Napolicol presumibile intento di farla viag-giare ancora1.

Nell’introduzione al libro descritti-vo del Fondo l’autore dichiara di avertralasciato di proposito di affrontare ilegami di Maiuri col fascismo, mentredà ampio spazio a un’inchiesta giudi-ziaria che avvelenò gli ultimi annidello studioso, legata a supposti suoiinteressi personali nella gigantescaopera di rimozione dei materiali di ri-sulta di due secoli di scavo a Pompeiche fino agli anni Cinquanta del se-colo scorso impedivano a chi uscivadall’autostrada Napoli-Pompei, rad-doppiata proprio con quei materiali,la vista di un ampio tratto delle murameridionali. Tale operazione, con larelativa vendita del lapillo utile inedilizia, non c’è dubbio che sia statagestita da noti esponenti della camor-ra di Castellammare di Stabia2.

Il rapporto col Regime ha, ritengo,una grande importanza per inqua-drare realisticamente lo studioso cio-ciaro nella tragica esperienza del fa-scismo. Non perché Maiuri fosse dav-

vero fascista, anche se fu sempre os-sequioso con le autorità. È ovvio chesenza una più che formale adesioneal Regime non sarebbe neppure ve-nuto a Napoli subentrando al liberaleVittorio Spinazzola, col quale avevalavorato da giovane ispettore primadella decennale attività in Egeo. Del-lo Spinazzola avrebbe continuato,con gli stessi metodi rivoluzionari nelrestauro dopo l’opera innovativa diGiuseppe Fiorelli, il lavoro a Pompei,cominciando dalla stessa Via dell’Ab-bondanza oggetto della proficua atti-vità di Spinazzola, pubblicata postu-ma nel 1953 da suo genero SalvatoreAurigemma dopo che quel liberalelegato a Nitti era stato silurato su or-dine, pare, proprio di Mussolini3. Sepoi si aggiungono il noto discorso diMaiuri in Campidoglio il 23 novem-bre 1941 alla presenza dei reali, il fat-to che senza le leggi speciali delcommissario di Napoli Michele Ca-stelli non si sarebbero potuti eseguiregli espropri a Ercolano – per cuiespresse viva gratitudine al Duce, an-che se poi all’inaugurazione dei“nuovi scavi” Mussolini non fece intempo ad andare – e altri episodi dicompiacimento nei confronti del Re-gime, si possono capire i motivi per

Maiuri’s adhesion to Fascism – which cost him, after the Allied occupation of southern Italy, an attempt to ban him from office– was formerly a subject of heated debate. The author, an expert on Maiuri, tries to set the record straight on this question. Thearticle also includes a so far unpublished photograph of Maiuri with Mussolini.

Keywords: Pompeii, Fascism, Vittorio Spinazzola, high commissioner Castelli, Paestum

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cui subì una procedura di epurazionequando gli Alleati occuparono laCampania. Si salvò, pare, solo grazieal sostegno di Benedetto Croce e, an-cor più, di Adolfo Omodeo. Ritengocondivisibile ciò che su Maiuri nel2006 ha scritto Pier Giovanni Guzzonel Dizionario biografico degli italia-ni: “La sua immagine pubblica finoalla seconda guerra mondiale appareplasmata sull’ideologia nazionalisticapiccolo-borghese, diffusa ampiamen-te nel periodo della sua formazionegiovanile. E, come tale, acquiescenteal fascismo, anche come presunto re-stauratore della romanità. A esso, ealla sua politica razziale, non mancò,almeno una volta, d’ossequio: comelo stesso Maiuri riconobbe anni do-po, pur con una lievità di tratto e ac-cenno di giustificazione. Nel periodopostbellico si impegnò a contribuire,con la sua opera letteraria forse piùche con quella archeologica, alla ri-costruzione morale del Paese”. Perònon si può ignorare quanto Guzzo hascritto pochi anni dopo, nel 2010,sulla “supina acquiescenza alla vio-lenza del potere”, riferendosi allastessa persona4.

Se dalle carte di Maiuri e da altrefonti non sono venute fuori sue foto inorbace non significa che non vestìl’uniforme. Quando prima del 1974,viva ancora la moglie Valentina, hoesaminato le carte dello studioso perla pubblicazione della prima edizionedel mio saggio su di lui c’erano moltefoto che lo ritraevano in divisa. Proba-bilmente in seguito furono distrutte.Quella da me pubblicata che lo ritraein borghese a Pompei accanto al Ducequando il 25 ottobre del 1931 fa daguida a Mussolini e a un folto stuolodi alti gradi della Milizia, fra cui ItaloBalbo e Cesare Maria De Vecchi – poiriprodotta da Fausto Zevi, che ne citala fonte, nel volume commemorativodei 250 anni dall’inizio degli scavipompeiani, che fu edito nel 2001, e inseguito da molti altri – ha voluto rap-presentare quasi un alibi dell’adesionesua al fascismo. Quel giorno Mussoli-ni, che il 24 ottobre aveva visitato l’in-crociatore Trieste, le opere del porto eil nuovo quartiere Luzzatti, rientrandoa Napoli parlò da un balcone della

Prefettura a una folla enorme cheriempiva piazza del Plebiscito. Era ve-nuto a Napoli per la terza volta doponove anni: la prima era stata nel 1922,quando aveva affermato “O cederan-no il potere o lo prenderemo”, cosache avvenne appena quattro giornidopo5. Nel discorso del 1931, dopoaver ricordato particolarmente alle ca-micie nere la realizzazione in corsodelle opere del Regime – fra cui il Sa-natorio, la Stazione marittima, il palaz-zo delle Poste – afferma specificamen-te l’impegno del fascismo per il turi-smo “poiché voi potete offrire al mon-do panorami incantevoli e città disse-polte”. La visita a Pompei e quella chenon avvenne a Ercolano dovevanoquindi esaltare principalmente l’impe-gno del Regime.

A proposito del reinsediamento diMaiuri a Napoli dopo l’epurazione daparte degli Alleati Fausto Zevi ricordaopportunamente che la proposta diOmodeo, ministro provvisorio nelgoverno Badoglio, di nominarlo di-rettore generale alle Antichità e BelleArti nell’esecutivo di Salerno non eb-be seguito, contrariamente a quantosi sostiene. Con grande equilibrio af-ferma: “Poiché egli operò da archeo-logo e tale si considerò, è sotto que-sto angolo visuale che ne andrebbelumeggiata la personalità e giudicatal’opera”6. Si riferiva al fatto che molti,fra cui Marcello Gigante, Carlo Belli eio stesso l’avevamo giudicato – a suodire – in un modo “altro” rispetto aquella che era la sua professione. Perquanto mi riguarda credo di averchiarito, nella prefazione alla terzaedizione del 2008 del mio libro, co-me l’aggettivo “magico” usato nel ti-tolo che aveva fatto tanto discuterevoleva significare soltanto che avevovissuto il personaggio dal di dentro,senza nessun intento critico. A di-spetto di quanto si afferma, non homai considerato Maiuri il mio mae-stro, anche se ho lavorato per circaun decennio al suo fianco appren-dendo da lui molte cose, ma smen-tendolo poi per quanto riguarda la fi-ne degli abitanti di Ercolano e perqualche altra bazzecola. In un mio li-bro ho dedicato un intero capitoloagli “infortuni di Maiuri”7.

Mi sembra venuto il momento dipubblicare una foto di Maiuri in orba-ce accanto a Mussolini. Il luogo del-l’incontro è Paestum, dove come aPompei subentrò, quale soprinten-dente di un territorio davvero enor-me che andava dal basso Lazio alMolise, al Cilento comprendendo leprovince di Napoli, Caserta, Avellino,Salerno, Benevento, Campobasso,proprio a Vittorio Spinazzola, che sene era occupato fra il 1907 e il 1922compiendovi scoperte importantielogiate dallo stesso Maiuri, fra cui al-cuni edifici pubblici. Fa da guida aMussolini e a un gruppo di gerarchiil 6 luglio del 1935. La data la ricavoda un bell’articolo di Fausto Longo,edito nel 2014 in un volume di scrittiin onore di Gabriella d’Henry, intito-lato Archeologia e Fascismo a Pae-stum. Longo descrive accuratamentela visita del Duce ma tra le foto chepubblica non appare Maiuri conMussolini. C’è invece una suggestivafoto di Paola Zancani Montuoro conUmberto Zanotti Bianco, quel notoantifascista e fondatore della SocietàMagna Grecia che aveva sostenuto ilprogetto di scavare l’Heraion alla fo-ce del Sele8. Maiuri nei suoi scritti ri-corda questa coppia romantica e sivanta di averla favorita ottenendofondi dai vari ministri fascisti – dice

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1. Maiuri e Mussolini (particolare).

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proprio così – susseguitisi al Ministe-ro, nascondendo però sempre a chierano davvero destinati. Su una mac-china della Questura di Napoli, nellaquale afferma di aver ottenuto unpassaggio, un giorno li segue addirit-tura “a rompicollo” mentre cercano diseminare gli agenti9.

Ai primi del Novecento non era fa-cile raggiungere Paestum. Sulla lineaper Reggio Calabria non esisteva unaapposita fermata e bisognava trovaremezzi di fortuna da stazioni interme-die. Una volta che a Maiuri toccò diaccompagnare un ricchissimo ameri-cano appassionato di archeologia earte fu fittato un treno speciale da Na-poli, che dovette lasciare subito liberoil binario unico per poi tornare a ri-prendere quegli eccezionali passeg-geri. Pare che sia stato proprio lo sca-vo dell’Heraion a favorire collega-menti più rapidi. La Tirrenia Inferiore,come tutti sanno, ha tagliato in duel’area archeologica, racchiusa entropossenti mura di quasi cinque chilo-metri. Quando Maiuri dal 1929 si oc-cupò di Paestum il perimetro dellafortificazione era in parte sepolto dal-le frane, dai crolli e da una selva dipruni, attanagliata da concrezioni cal-caree di origine fluviale – l’area eradiventata in realtà una palude –, percui fu necessario anche l’impiego dimine. Allora il museo e gli uffici dellaSoprintendenza erano ospitati in unpalazzetto dell’antico Vescovado. Ilprogramma fu così specificato dallostudioso: “Trovandosi l’area della cittàantica occupata da poche case e mas-serie rurali, nelle condizioni stesse incui nell’alto Medioevo era stata ab-bandonata dagli abitanti rifugiatisisulle alture di Capaccio vecchia e diAgropoli, si aveva la possibilità dicondurvi uno scavo pressoché inte-grale dell’abitato, espresso fin alloradai suoi grandiosi templi e dal girodelle mura di fortificazione. Circo-stanza eccezionale, ove si pensi allascarsa conoscenza che si ha dell’urba-nistica delle città della Magna Greciae al particolare interesse che Paestumoffre con la sua vita di città greca, lu-cana e romana”10.

Nel 1986 a cura di Emanuele Gre-co è stata pubblicata un’importante

raccolta di scritti su Paestum che, co-me scrive lo stesso curatore, “ha unastoria singolare”. Il primo nucleo delvolume, infatti, è costituito in base altesto di una conferenza di VittorioSpinazzola che doveva diventare par-te di un libro mai pubblicato. Il gene-

ro di Spinazzola, Salvatore Aurigem-ma, non fece a tempo a imbastire ilvolume, ma prima di morire conse-gnò tale testo, con delle “Note intro-duttive”, a un altro studioso, Venturi-no Panebianco, per molti anni bene-merito direttore del Museo provincia-

Amedeo Maiuri e il fascismo 101

2. Maiuri indica a Mussolini il Tempio italico o “della Vittoria”.

3. Il tempio italico oggi (foto Antonio Cangiano).

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le di Salerno, che stava preparandoun volume di “Studi lucani” al qualeaveva dedicato mezzo secolo di atti-vità. Superfluo dire che anche Pane-bianco non fece in tempo a pubblica-re i suoi studi. Prima di morire nel1980 consegnò tutto il materiale aEmanuele Greco. L’unico che primadi spirare nel 1963 consegnò un nu-trito testo con belle foto fu AmedeoMaiuri. Tutte le pagine pubblicate, adetta del curatore del volume, “han-no un grande valore documentarionel mostrare lo stato della città anticanel momento in cui si fecero le primericerche, nel tradire l’entusiasmo peri progetti (senza i quali uno studiosonon può vivere) ma anche l’organiz-zazione di questi grandi scavi che te-stimoniano un modo di fare archeo-logia che è sparito per sempre, insie-me alla società di cui esso era espres-sione”11.

Ma torniamo alla visita del Duce aPaestum. Lo scavo di Maiuri comin-ciato nel 1929 non poteva non essereassociato alla locale opera di bonificae lotta alla malaria che, come nel-l’agro pontino, nelle pianure del Ga-rigliano e del Volturno, nella piana diSibari, nel Metapontino e altrove, ap-pariva un indubbio merito del Regi-me. Poi c’era la retorica nazionalisticadella cultura italica. Quando era ve-nuto in luce un edificio su podio checon rocchi di colonne, capitelli e me-tope creava il completamento di untempio italico cui erano state sottrattesei colonne con capitelli figuratireimpiegate nel Palazzo arcivescoviledi Salerno, Maiuri aveva proposto didenominarlo Tempio della Vittoria,cioè della sconfitta dell’elemento gre-co da parte degli italici che prepara-vano il dominio di Roma. Fu ipotiz-zato lo smontaggio degli elementi ar-chitettonici reimpiegati a Salerno chedestò vivaci proteste negli organi ec-clesiastici, poi non se ne fece piùniente. Fausto Longo è fedele croni-sta di queste vicende, a cominciaredal grande impegno, che era comin-ciato nel 1926, per le opere di bonifi-ca. Ricorda che il Consiglio superioredel Ministero dell’Educazione nazio-nale aveva già concesso l’autorizza-

102 Giuseppe Maggi

4. Il Tempio italico oggi (foto Antonio Cangiano).

6. Colonne reimpiegate nel Palazzo arcivescovile di Salerno (foto A. Cangiano).

5, Colonne reimpiegate nel Palazzo arcivescovile di Salerno (foto A. Cangiano).

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zione per la ricostruzione in loco deltempio italico, che si riteneva rappre-sentasse “un caratteristico esempio diquei popoli italici che, dal V al IV se-colo, nell’Italia meridionale riusciro-no a debellare le potenti colonie gre-

che e a preparare la via al potere uni-ficatore di Roma”. Si derogava così al-la norma, fino ad allora costantemen-te osservata, che non si dovevanoreintegrare monumenti dell’età clas-sica con membrature architettonicheche avessero assunto funzione strut-tiva e architettonica in edifici di altraepoca. Un’unica colonna angolare,messa insieme nel 1934, fu abbattutada un fulmine negli anni Sessanta emai più ricostruita.

Nell’anno XII dell’Era Fascista nonsi esitò, in compenso, a ricostruireuna piccola colonna che fu portata aPredappio per decorare la tomba deigenitori del Duce!

Sotto la data del 27 dicembre1943 Maiuri scrive di un suo improv-viso ritorno a Paestum dopo aver at-traversato Salerno, Battipaglia di-strutte dallo sbarco alleato. La stradaa un certo punto è sbarrata e occor-re fare un lungo giro per vie di cam-pagna massacrate dal traffico pesan-te. “Cascinali e masserie quasi intatti;distrutte invece le fabbriche ches’era costruito in poco tempo questaindustre e laboriosa provincia di Sa-lerno, con tabacchifici, cementifici,caseifici e gran fabbriche di laterizi:una gara esemplare di lavoro co-struttivo, di tenacia, d’ardimento,quale poteva dare questa gente lu-cana semplice e schietta. Chi può di-re cosa sarebbe stata la piana di Pae-stum dopo ancora un decennio dibonifiche e di industrie tratte dalfrutto della terra?” È a bordo di unagrande macchina americana messa adisposizione dal maggiore Gardnerche negli USA dirigeva il Museo diKansas City. Ci sono anche un corri-spondente dell’Associated Press e,graditissima ospite, Paola ZancaniMontuoro che in epoca fascista ave-va scavato l’Heraion alla foce del Se-le con Umberto Zanotti Bianco.Scopo del viaggio era la necessità,da parte degli americani, di avvalersidi esperti perché scavando con pos-senti mezzi meccanici per la creazio-ne di un aeroporto a un paio di chi-lometri dalle mura pestane era venu-ta fuori una necropoli: quella di etàeneolitica del Gaudo.

Tutti vanno a pranzo al tradiziona-

le ristorante Nettuno, l’unico nellazona, che gli americani avevano re-quisito per crearvi una mensa per gliufficiali. Maiuri scrive12: “Nessuno sache a uno di quei tavoli mangiò Mus-solini dopo aver pronunciato a Eboliquel minaccioso discorso che parve efu una diana di guerra. Io ebbi l’inca-rico di accompagnarlo quel giornoalla visita dei templi e confesso che avederlo scendere dalla macchina chepilotava gagliardamente e prendered’impeto il viale d’ingresso, scuro efremente, non sapevo come fare a ri-condurlo alla contemplazione diquella possente e serena forza armo-niosa che è il tempio di Nettuno.Rammento che imbastii alla meglioun compendio della duplice vita diPaestum greca e italica e che la visitafu, con mio sollievo, assai breve”.

Aveva dimenticato il Tempio dellaVittoria e anche l’orbace?

Note

* Esprimo il mio vivo ringraziamento all’amicoAntonio Cangiano per le foto che ha eseguitoespressamente per questo articolo sia a Paestumche a Salerno.

1 Il volume, intitolato Il Fondo Bibliografico diAmedeo Maiuri, contiene una prefazione di Fran-cesco De Sanctis e testi di Umberto Pappalardo,Alessandra Cotugno, Anna Lucignano (L’OrientaleEditrice, Napoli 2009). La prima edizione del “Pre-mio internazionale Amedeo Maiuri” è stata asse-gnata all’archeologo Mario Torelli. Della Mostraesposta al MANN è stato pubblicato un elegante ca-talogo, con presentazione di Paolo Giulierini e testidi Amedeo Maiuri, Umberto Pappalardo, RosariaCiardiello, Pio Manzo, Laura Del Verme.

2 Alcune foto di tale gigantesca rimozione dimateriali sono nel mio saggio L’archeologia magi-ca di Maiuri, terza edizione, Bibliopolis, Napoli2008. I lavori erano finanziati dalla Cassa per ilMezzogiorno. Dell’impiego dei numerosi autocar-ri, di cui alcuni entravano anche nelle strade diPompei, si occupava un imprenditore ben notonegli uffici della Soprintendenza, Matteo Sorrenti-no, che si diceva legato a Catello di Somma. Cer-tamente era in società con un noto camorrista,Luigi Vollaro, come risulta dalle dichiarazioni delpentito di camorra Ciro Vollaro, figlio di Luigi, inuna indagine della DDA degli anni Novanta cheportò all’arresto di numerosi uomini politici e im-prenditori (si veda, ad esempio, Il Mattino del 2dicembre 1998).

3 Su Spinazzola, nonché sullo stesso Maiuri, silegga ciò che ho scritto nel volume Pompei. Scien-za e società, Milano 2001, commemorativo dei 250anni dall’inizio degli scavi di Pompei. Una studiosaromana, Alessandra Pompili, per una tesi di mastera Manchester su Vittorio Spinazzola ha consultato

Amedeo Maiuri e il fascismo 103

7. Il Tempio italico con la colonna angolarericostruita nel 1934 (dall’articolo di FaustoLongo).

8. Particolare di capitello nel Palazzo arcive-scovile di Salerno (foto A. Cangiano).

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anche documenti del Ministero degli Interni, chetestimoniano le pressioni “dall’alto” sul prefetto diNapoli Igino Coffari. Da tempo speriamo di riuscirea pubblicare assieme un libro su questo grande stu-dioso materano pressoché dimenticato.

4 Già nel dicembre 2008 Pier Giovanni Guzzo,che fu tra i presentatori della terza edizione del miosaggio su Maiuri alla Biblioteca nazionale di Napoli,aveva espresso, fra qualche contestazione del pub-blico, delle perplessità sulla coerenza politica dellostudioso, affermando come in molte occasioniavesse appoggiato la politica razzista del fascismo.Ribadì poi tale concetto, con ulteriori dettagli, in un

corposo articolo apparso in Clio 46, 3, 2010. Cfr. an-che M. CAPASSO in Atene e Roma, 36, 1991, p. 42 ssg.

5 Si consulti, soprattutto, R. DE FELICE, Mussoliniil fascista. I. La conquista del potere, 1921-1925, Ei-naudi 1995.

6 F. ZEVI, Aspetti dell’archeologia pompeiana nelNovecento: gli scavi del Maiuri a Pompei, cit., inPompei. Scienza e società, Milano 2001, p. 73 sgg.

7 Alludo al volume Archeologia e ricordi, TullioPironti editore, Napoli 2003.

8 Il titolo del volume è Miti e popoli del Mediter-raneo antico, a cura di C. LAMBERT, F. PASTORE, Saler-no 2014.

9 Nel libro Vita d’Archeologo, Montanino edi-tore, Napoli 1958, p.147 sgg., particolarmente p.151.

10 La corposa relazione di Maiuri è nella raccol-ta di scritti di Aurigemma-Spinazzola-Maiuri pubbli-cati nel 1986 a cura di Emanuele Greco, di cui siparla meglio subito dopo. Nel volume Saggi di va-ria antichità, Neri Pozza 1954, Maiuri pubblica unampio articolo su Paestum in parte diverso.

11 Prefazione al volume I primi scavi di Pae-stum (1907-1939), Salerno 1986.

12 Il testo, con altri particolari, è in Vita d’Ar-cheologo, p. 158.

104 Giuseppe Maggi