Rivista 59

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Campodefiori on line

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2 Campo de’ fiori

Editoriale:Giovani sorrisi grandi speranze..................3Intervista:Carlo Croccolo .........................................5Collezionismo:Una raccolta stuzzicante .......................6-7Suonare Suonare:Mamma, mi compri una chitarra?...........8-9Curriculum vitae:Valentina Marziali ...................................10Contributo alla comprensione del“secondo” Battisti...............................11A passeggio per la via Amerina..........12Roma com’era ....................................13Cinema News:Il caso dell’infedele Klara.........................14Caccia al cinghiale .............................15Il profitto e la virtù.............................16Come eravamo:La carraccia 2 .. il ritorno .......................17Concerto per Roma ............................18Una “Fabrica” di ricordi:In posa per una foto .........................20-21

Premio opera IMAIE 2009..................22Ceral:Corso di dizione......................................23Le guide di Campo de’ fiori:Tarano ..................................................24La SS Lazio tra la gente .....................25Esclusivo terremoto in Abruzzo ....26-27Ass. Artistica IVNA:Emanuela Trombetti ..............................28Il giallo di una poesia ........................30Il Fumetto:Dears ....................................................31La storia del cimitero di CivitaCastellana ...........................................32La rubrica dei perchè..........................33Le storie di Max:Renato Zero ..........................................34III rassegna teatrale AnchiseMarcelli................................................35Il mondo del Jazz:La swing era ........................................36Cos’è un HUB ......................................37Manifestazioni .............................38 -43

Nuomero unico - Nel cuore ...............39L’arte della ceramica a Civita ............40L’angolo dell’avvocato:Nasce lo stalking ...................................41L’angolo del Bon Ton:Il caffè ..................................................42Madonna delle Piagge.........................45Giochi antichi - Filastrocche ..............46Vita cittadina.......................................47Quarantenni di Corchiano ..................48La bellezza nell’arte di Eraldo Bigarelli...............................................49Messaggi....................................50-51-52I nostri amici ......................................53Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59Annunci Gratuiti ............................60-61Oroscopo..............................................62Selezione Offerte Immobiliari.......63-64

SOMMARIOSOMMARIO

Foto di copertina di Roberto MoscioniFoto Editoriale Delia e Nadia De Angelis

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di Sandro Anselmi

Mi intrattengo spesso a guardare le foto d’archivio di Campo de’ fiori, e mi piace farlo con calma, per scoprire ogni voltanuovi particolari. Mi fermo ad interrogare le espressioni ritratte nei volti di persone ormai passate e, mentre immagino parti del loro vissu-to, cerco improbabili confronti con il mondo odierno.E’ immediata l’interpretazione degli sguardi, dei sorrisi, delle pose, e lì cerco i caratteri, le somiglianze, quasi volessi arri-vare ad una catalogazione antropologica, ad una classificazione fisiognomica.Mi colpiscono, soprattutto, i bambini, che raccontano, meglio di tutti, la realtà.A seconda dell’epoca d’appartenenza della foto, vedo la gioia, i pensieri e la paura, la rassegnazione, la disperazione.

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Siccome l’archivio di Campo de’ fiori è copio-so di materiale del secolo scorso, è sconvol-gente scoprire la tristezza negli sguardi persidei bambini affamati dei primi decenni del‘900 e, poi, invece, divertente e confortante,vedere l’ottimismo ed i sorrisi nei bambinidegli anni ’60, quando il benessere e la stabi-lità economica avevano dato, finalmente,certezza e corpo a quei sogni delusi per trop-po tempo.Non appena esco da questo incanto e miappresto a “fotografare” la vita di oggi, ècrudo registrare i comportamenti che i giova-ni hanno verso la prospezione e la proposi-zione di progetti per il loro futuro, e mi sonoaccorto, deluso e dispiaciuto, delle paure,delle incertezze che avviluppano e soffocanole loro speranze.La loro energia fresca e vitale è intimorita,imprigionata da una famiglia debole, unasocietà egoista ed edonista, che li spingesempre più in basso, e fiacca in loro la vogliadi reagire e di combattere.Negli alti e bassi che accompagnano la nostraesistenza, la carica delle emozioni e dei sen-timenti è alternante, ma i giovani dovrebberoessere comunque allegri, solari, dovrebberodare positività, giusto valore alle cose checontano e mettere per primi gli affetti.Devono trovare quella forza speciale cheaccenda di nuovo i loro sorrisi e garantisca uninvestimento per il loro futuro.I giovani sono il domani, devono guadagnarefiducia, solidarietà fra loro e ricominciare asorridere, per far rinascere la speranza di unfuturo migliore.

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E’ un grande onore incontrare uno dei per-sonaggi che hanno fatto la storia del cine-ma e del teatro nazionale. Carlo Croccolo,grande attore napoletano trapiantato nellanostra città, è all’ennesima replica delMedico per forza di Moliere e lo trovia-mo al Ghione, uno dei teatri più belli edaccoglienti di Roma, proprio vicino allaBasilica di San Pietro.Maestro, un titolo che la riguarda da vici-no: veramente da giovane ha studiatomedicina? “Mia madre voleva fortementeche io facessi il medico, ma alla fine, inve-ce, ho fatto il comico, ed al professore cheagli esami mi chiedeva perché volevo farequesta professione, risposi così: prima dimorire con me si fanno una risata, con leimanco quello! Parlando di questo spetta-colo, potremmo dire che questa commediadi Moliere è un testo divertente e moltoattuale? “Sicuramente! E’ un testo eccezio-nale e attualissimo soprattutto perchèparla del protagonista che può far finta diesser medico anche se non lo è! Perché cisi accorge che conta più l’immagine del-l’essenza; l’importante è far credere diessere una cosa, tanto le persone ci casca-no e quando sono convinte che tu seiquello che vedono, sono pronte a crederea tutto ciò che gli si dice ed anche se dicicose incomprensibili fanno finta di avercapito lo stesso. Avrete quindi comprersoche stiamo parlando di un testo basatotutto sull’immagine, quindi più attuale dicosì...” Adesso Maestro, parliamo della suacarriera, anche se queste nostre paginenon basterebbero mai per raccontarlatutta. Lei ha iniziato nel 1950, interpretan-do alla radio la commedia Don Ciccillo sigode il sole, diretto da Mario Soldati.Da li ricordiamo i film 47 morto che

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parla, Miseria e Nobiltà, Totò lascia oraddoppia, Signori si nasce con Totò,Ragazze da marito con Eduardo DeFilippo, Non è vero...ma ci credo conPeppino Di Filippo... Ieri, oggi edomani di Vittorio De Sica, Una Rolls-Roice gialla con Ingrid Bergman,Casotto di Sergio Citti, O Re di LuigiMagni (David di Donatello e Ciak d’Orocome migliore attore non protagonista1988) e molti altri. “Diciamo che io hoavuto la fortuna di aver fatto tante carrie-re. Ho fatto quella dell’attore, del regista,del doppiatore, del produttore e poi inItalia, in Francia, in Canada, in America, e,nonostante gli 82 anni, ho ancora voglia dialtre carriere ed altri successi. Sto vivendouna bellissima parte della mia pur bellavita: recito, salto, sono innamorato...insomma una seconda, terza,quarta...ennesima giovinezza!” Ad un certo puntodella sua carrieralei decise di lascia-re l’ Italia ed anda-re a lavorare all’e-stero, perchè ? “Holasciato l’Italia per-ché non è maistata generosa conme. Il pubblico miadorava, ma nonriuscivo a lavorareperché ero odiatoda tanti colleghi,che mi ritenevanopoco colto ed intel-lettuale e troppopoco povero ancheper quelli di serieB, tanto che mi

sentivo di far parte di una casta a parte.”Tanti film all’attivo, precisamente 118:non tutti possono vantare un record delgenere! “Mi dispiace aver interrotto la car-riera cinematografica proprio all’interpre-tazione più bella, quella con AldoGiovanni e Giacomo in Tre Uomini euna gamba: meravigliosa! Mi hanno fattofare la parte del suocero rompiscatole edera un personaggio bellissimo, che haavuto molto successo soprattutto tra i gio-vani.” Ricordando infine la sua breve storiad’amore con la diva più amata da tutti gliuomini, Marilyn Monroe, alla fine dellasua breve vita, ci sediamo in platea perassistere all’interpretazione di un grandeattore e di un grande uomo.

Carlo CroccoloL’intervista

L’intervista

di Sandro AlessiDopo 118 film, a 82 anni vive la sua ennesima giovinezza

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L’origine di questalista è antichissima :già Lucullo eTrimalcione usavanodettagliare i piattied i vini che offriva-no nei loro lussuosibanchetti, ma sonopervenuti a noianche note di pranzistorici organizzati daPrincipi e Sovrani inperiodi meno lonta-ni. Il menù più anti-

co del mondo è quello realizzato in occa-sione di un pranzo offerto da Luigi XV il 21giugno 1751 al castello di Choisy; si trat-tava di 54 piatti : due antipasti, due mine-stre, due fagiani, 16 portate : tacchino,pollo, piccioni e dolci.Collocati tra le rac-colte “charme” i menù vantano oggi unavasta rete di appassionati collezionisti intutto il mondo. La più ricca collezione chesia mai stata messa insieme sull’argomen-to si chiamava “Leopoldo”, dal nome delprincipe Leopoldo di Baviera che la volle ela curò: comprendeva oltre 5.000 ricette.Fu ordinata in duecento album, in base algiudizio che, di volta in volta, gustando levarie pietanze, il principe aveva emesso.Egli dava in sostanza un voto ed era que-sto il giudizio che decideva la convocazio-ne della ricetta nella raccolta. E quindi,nello stesso album, si potevano trovare,una accanto all’altra, la ricetta cinese equella napoletana. Questo monumentaleomaggio, lasciato da Leopoldo per testa-mento alla sua morte avvenuta nel 1812,dopo essere stata in parte distrutta in unincendio, tutta la collezione finì sotto unbombardamento nel 1944. Il menù, ele-mento ragionato e appetitoso di tuttoquanto viene servito a tavola, vide la lucea Parigi verso la metà del XIX Secolo nellesale di ristorazione del Palais Royal.Durante gli ultimi decenni, nello splendoredella Belle Epoque, divenne la più impor-tante, diffusa e decorata manifestazione,avendo attirato attorno a se un grannumero di artisti, pittori, incisori, litografi,i quali, oltre che trarne guadagno, aveva-no la possibilità di mettersi in mostra intante occasioni presso gli esponenti socia-li più in vista. Fra gli artisti più noti checrearono menù si possono ricordareCamille Corot, Toulouse Lautrec, PaulGauguin e, in Italia – ma arriviamo unsecolo dopo – Mario Vellani Marchi, FrancoGentilini, Giorgio Capogrossi ed Enrico Baj

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di Alfonso Tozzi

e altri. Queste opere grafiche, spesso dipregio artistico e interessanti sul piano delcostume, non potevano non attirare l’at-tenzione degli editori. Ed ecco, AugusteEscoffier, nato nel 1846, scomparso nel1945, e considerato il maggiore chef delperiodo aureo del grande turismo di élite,redasse e pubblicò nel 1812 il “Livre desMenus” che completa i ricettari del mae-stro, formando un corpus che i discepolidefinirono il nuovo testamento della cuci-na; e, nel 1898, che viene stampato il libro“Menues et programmes illustrès” di LeonMaillard, edito dalla “Librairiè ArtistiquesBoudet”, e corredato di ben 450 illustrazio-ni. Fu quello il primo di una copiosa seriedi libri sull’argomento, l’ultimo dei quali, danoi, è “Mangiare con gli occhi” (Storia delMenu), redatto da Massimo Alberini e pub-blicato dalle “Edizioni Panini” tempo addie-tro. I grandi collezionisti cercano di reperi-re naturalmente i menù manoscritti e diassicurarseli nei baratti o nelle aste, masono ugualmente molto richiesti e profu-matamente pagati i menù della “BelleEpoque” o quelli dell’inizio del Secolo. Unoper tutti : il menù su seta del 1812, pre-

parato per il pranzo offerto dalla coloniatedesca di Milano al Kaiser Gugliemo II, èora valutato diversi euro. Generalmente icollezionisti usano dividere i menù in quat-tro grandi categorie : al primo apparten-gono gli esemplari più pregevoli, cioè quel-li che, oltre allo stato di conservazione,offrono una visione precisa del momentostesso in cui gli artisti ed i loro committen-ti vivevano; al secondo gruppo apparten-gono quelli con illustrazioni un po’ osè,

UNA RACCOLTA STUZZICANTE

ALLA RIBALTA DEL

COLLEZIONISMO MONDIALE

Il prezioso menù dello Scià nelmpranzo per i2500 anni dell’Impero Persiano

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audaci in rapporto alla morale dell’epoca;la terza categoria comprende gli esemplaricreati per i grandi ufficiali, cioè pranzi chevedono tra i convitati sovrani, principi,etc.; l’ultima categoria è costituita dalleliste dei ristoranti che sicuramente annove-rano gli esemplari più poveri e modestisotto l’aspetto illustrativo. Veniamo ora alcollezionismo meno difficile e forse piùdivertente, quello cioè delle liste che ognu-no può procurarsi gratuitamente o con

poca spesa, raccogliendoli nei pranzi aiquali partecipa, magari con le firme deicommensali, o i menù sottratti nei risto-ranti in cui si è consumato un pasto. Il piùgrande collezionista italiano è EnricoGuadagnini di Castagneto Carducci, ilquale con i 20 mila pezzi ha addiritturacreato a Bolgheri il “Museo dei Menù”; col-lezionisti con meno esemplari, ma altret-tanto importanti sono l’attore Andy Luotto,Pietro Fiechter di Milano specializzato nei

menù Liebig ed il romano CesareNardiello. Per finire, una curiosità : ecco ilmenù servito in occasione del matrimoniodi Maria Josè ed Umberto di Savoia nel1930 “uova alla Montebello; aligusta (ara-gosta) con salsa tartara; fagiano allo spie-do con crescioni; insalata alla fiorentina;asparagi con salsa spumosa; gelato dicrema alla palermitana; torta nuziale; gris-sini all’olandese. Vini : Capri bianco,Falerno, Ramascato, spumante Cinzano.

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di Carlo Cattani

Mamma mi compri una chitarra? Bruno Rubino ci racconta la sua F I A BA

( p a r t e III )

C’era una volta, in

casa mia, un vecchio pianoforte...

Inizia così la mia conversazione conBruno Rubino ,compositore e musicistaSiciliano, “locomotore” d’intelletto e dibraccia della band Siracusana Fiaba ,compagine “in ballo” sin 1994, deliziosacon il suo cospicuo bouquet di composi-zioni fuori dal nostro tempo, “acque tran-quille” per immersioni profonde in storievivacizzate dafolletti,orchi,principesse,draghi,gnomie…nipoti di streghe, sostenute da suoni“metallizzati” resi “arieti” per le nostreorecchie da ritmi “che solo la testa diRubino sa come li concepisce” …chespiazzano e poi ti ammaliano, ben saldi

alle numerose “sporgenze” chitarristichee per nulla intimoriti dal timbro vocale diassetto tenorile del portaVOCE di tutta la“fantasia “ dei Fiaba, un “buffone moltoserio nel suo ruolo”: Giuseppe Brancato !(nda: del gruppo potete recuperare unvasto articolo sul n 19 del 2005 di CDF ).Dunque,un Bruno Rubino , che , lasciatodal sottoscritto opportunamente alpascolo brado dei ricordi ,rievoca per ilettori di Campo de’ Fiori i suoi “giorni” digiovane alla scoperta del “pianeta musica”,non mancando di aggiornarci sulle attivitàdiscografiche della sua band. Carlo: Ciao Bruno, che ne dici di mettercicomodi comodi sotto questa betulla esederci su questi due “sgabelli di rospo”?Prego ….Bruno: direi che è una condizione idealeper me ….sono a casa: betulle e fun-ghetti son miei prediletti!Carlo: e allora ,parlami di come hai inizia-to il tuo cammino sulla “via della musica”

Bruno: edunque,chedire per ini-ziare ? Beh,che la fami-glia di miam a d r ea n n o v e r an u m e r o s im u s i c i s t i…… credoche la pas-sione per lamusica siauna cosainnata ….dabambino ado r e c c h i ostr impel la-vo, sempli-c e m e n t eascoltandomusica. Dar a g a z z i n o,proprio perquella pre-senza di un

pianoforte nell’angolo di una stanza dicasa mia , scoccò la scintilla e il naturaleinteresse per i tasti bianchi e neri …..colcrescere, la passione per la musica siandava focalizzando verso un genere pre-ciso, l’heavy metal, che negli anni ’80,come settore, non contemplava il piano-forte e le tastiere quali strumenti tipicidi….” combattimento musicale” e, dunque,fui, per così dire, obbligato ad una scelta:chitarra elettrica o batteria? Ora, caroCarlo, se sei stato attento a seguire la miastoria nei Fiaba, come pensi si indirizzò lascelta? Carlo: dunque,vediamo ….per fare unalbero ci vuole il legno…per fare una bat-teria ci vuole pure il legno ….per realizza-re e suonare una “batteria –albero “…beh, ci vuole la fantasia e l’abilità tecni-ca di “Rubinello” alias Bruno Rubino! Bruno: quindi ,intendo bene che la tuarisposta definitiva è la batteria ? Ok ,seistato attento ! All’epoca ,quindi , conside-rando ,erroneamente , quest’ultima unostrumento più abbordabile, iniziai, sempreda autodidatta, a suonarla , ma proprio lareale (sottovalutata) progressiva difficoltàmi stimolò a continuare ! Premetto cheamo tutti gli strumenti ma con il passaredel tempo mi sono reso conto che ,quelloche credevo fosse stato un sogno dell’in-fanzia, SUONARE LA BATTERIA (!!!) , inrealtà corrispondeva ad un ben precisoricordo …… lontanissimo ! Avrò avuto dueo tre anni quando mia nonna mi mise asedere sopra la prima batteria della miavita, nel sottoscala di casa di mio zio,componente di una band di musicisti-cabarettisti assai nota negli anni’70 “IMammasantissima”. Credo che quell’im-printing sia stato inconsciamente un fatto-re determinante nella scelta dello stru-mento: prendendo le bacchette in manoavrei voluto saperlo suonare….vissuta congli occhi di un bimbo la cosa si configura-va come essere al pannello di controllo diun’astronave e non saper farla decollare…. ed eccomi qui invece,oggi , a dimenar-mi tra …i rami della mia “batteria albero”!Carlo: e dopo il primo incontro ravvicina-

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to con una batteria , sfruttando la “poranonna”,quale è stata la “proprio tua”prima batteria in assoluto ? Bruno: una Hollywood con finituramadreperla bianca , il rullante era tigrato elo sgabello con i glitter (insomma sbrilluc-cicante) ! Il secondo tom era stato auto-costruito in compensato dal vecchio pro-prietario, con il cerchione della risonantedel primo (tom) e quindi si accordavadiversamente . Avevo un poster degli IronMaiden dove si vedeva chiaramente la bat-teria di Clive Burr (nda: il primo batteristadegli I.Maiden) con quel tommino sopratutti: questa cosa mi faceva impazzire !Per rispettare le proporzioni mi costruii untom da 8 “ con una vecchia grossa lattadell’olio e per rivestirlo con la carta adesi-va cercando di fare un lavoretto pulito,non avendo una taglierina , tolsi con unpaio di forbici una lametta da un rasoiousa e getta…. il rasoio si aprì ed il pollicescivolò sopra la lama. Riuscii a fare il miotom da 8 “ ma …… screziato di rosso ….hoancora la cicatrice !Carlo:torniamo “in famiglia”: sei statosostenuto dai genitori per lo sviluppodel tuo interesse per la musica ?Bruno: Diciamo che ho avuto la fortuna dinon essere stato ostacolato… e sicura-mente dal loro punto di vista sono statosostenuto, ma penso anche che esseresostenuti sia ben altro…Carlo: vorrei,ora ,che mi parlassi delle tuediverse “militanze” musicali Bruno:la mia prima esperienza di gruppofu con gli Ironclad Fire...... ma il primoalbum lo feci con gli Ydra , su vinile, conuna etichetta di lestofanti di Savona…. unaltro gruppo con i quali incisi furono iLove Machine ma , ovviamente, con unadistribuzione del disco pressoché inesi-stente! Nel ’90 suonavo con i Neoria, unasorta di band new wave con ritmiche datecno metal , ma facemmo solo una com-pilation a Bologna, “Il Centofiori” nel 1990,anch’essa su vinile. Devo, inoltre, citare iCrow Nest: con i miei “compari” di alloranon riuscimmo a pubblicare nulla , mal’orgoglio di esser stati componenti dellaprima band heavy metal in assoluto nata aSiracusa…beh quello non ce lo toglie nes-suno !!! Poi c’è stato Hancient OakConsort, ensemble con il quale ho realiz-zato due album ,nel 1997 e nel 2007 ,insieme al polistrumentista e compositoreAndrea Vaccarella (vedere : http://ancien-toakconsort.com/pictures/page_4.htm -http://www.rock-impressions.com/ancien-toakconsort1.htm) . Ancora, ricordo diver-se collaborazioni con svariati solisti e grup-pi, come gli Arabesque, di AndreaQuartarone, pubblicando un promo AORed un brano nella compilation cd ElectricMinstrels…ho curato, nel 1994, la produ-zione artistica dell’unico album degliAlembic Virtual…e tante altre cose cheadesso mi sfuggono.Carlo: facciamo una “planata” sui tuoiascolti musicali e citami qualche musicistache hai particolarmente “studiato” nel suo

drumming e composizioni predilette doverisalta la batteria? Bruno: ho ascoltato Iron Maiden comedicevo prima, Queensryche, Manowar,Fates Warning, Watch Tower; amo tantis-simo anche gli Spiral Architect (nda:SpiralArchitect è un band di progressive metalNorvegese uscita alla fine degli anninovanta ; prende nome dall’omonimacanzone dei Black Sabbath pubblicata inun loro mitico album, “Sabbath BloodySabbath” ); l’elenco sarebbe lungo…hostudiato molto Clive Burr e Nikko Mcbrain(nda: il primo è l’ex batterista e il secon-do attuale batterista degli I. Maiden). Hoascoltato Colaiuta (Vinny) ed i grandi bat-teristi fusion e jazz rock…ne ho sempreapprezzato la loro originalità e quindi perseguire le loro orme …… ho cercato di tro-

vare un mio stile , non imitandoli se nonnell’intento di essere originali ! Fra i classi-ci album dei gruppi citati, ricorderei “Pieceof Mind” (I.Maiden) , “Perfect Simmetry” e“Control and Resistence”( Watch Tower).Sarò banale…tra i più famosi batteristiDave Weckl, Trilok Gurtu, mi piace comun-que la musica d’insieme e non amo i vir-tuosismi gratuiti, quindi non saprei citarticomposizioni particolari, nelle quali emer-ge questo strumento.

Carlo: Bruno …stop….continuiamo sulprossimo numero ….ma,nel frattempo, lagradisci una tisana di petali di papavero,arancio amaro e melissa? (www.fiabaweb.com-www.myspace.com/fiabaweb)

Bruno Rubino Batteria Albero

Bruno Rubino young

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CURRICULUM VITAEVALENTINA MARZIALI

di Sandro Alessi

Incontro Valentina Marziali nel miogirovagare tra le pagine di Facebook, e,nel suo sorriso riconosco quello dellaGiulietta shakespeariana nella rivisitazio-ne di Gigi Proietti da lei interpretata nel2003. La giovane e brava attrice romana inizia lasua avventura teatrale nel 1998, interpre-tando, per la regia di F. Tatulli, Atti Unicidi Cechov e Spirito allegro di Coward.

Per completare e migliorare le sue espe-rienze, decide di partecipare ad alcunistage, tra cui quello di recitazione cinema-tografica condotto da Walter Toschi, sull’a-nalisi della parola tenuto da Silvia Luzzi,sulla Commedia dell’ Arte con AntonioFava. Nel 2006 segue il seminarioSchermo/Scena con Ennio Coltorti e l’annodopo perfeziona la sua voce prendendolezioni di canto con Arianna Todero.

Per il teatro vogliamo ricordare leinterpretazioni dei goldoniani LaLocandiera e Gl’innamo-rati con la regia di F. Tatulli,Rumori fuori scena, per laregia di G. Santi, L.o.l.i.t.a. diPolselli, Sogno di una nottedi mezza estate, regia diRiccardo Cavallo, Buo-nanotte...Nessuno! regia di

Angelo Favaro, Lo scopone scientifico,diretto da Renato Giordano, e tanti altri. Interpreta per il piccolo schermo la soaptelevisiva Incantesimo 6 e, successiva-mente, Posso chiamarti amore? (prota-gonista con E.Loverso). Nello scorrere degli anni Valentina perfe-ziona la danza classica e l’inglese chereputa complementari per la sua carrieradi attrice.

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di Ettore Racioppa

... continua dal numero 58

Se si vuol distruggere un edificio si attac-cano le fondamenta. Battisti fa questo, azzerando “la routinedel cantar leggero” distruggendo sintassi esemantica dei testi – e la musica che vi silega – col paroliere Panella. È un’operazione che somiglia molto allacatarsi, alla purificazione, per partire dinuovo corroborati da una nuova frizzanteenergia. Mi sono chiesto se questa sceltasia stata dettata a Lucio da una narcisisti-ca convinzione: “la mia musica è un lin-guaggio talmente forte e profondo da farea meno di storie da raccontare e possodimostrarlo seminando a caso parole sle-gate, neologismi incomprensibili, ossimoried altre figure retoriche, che affascinano,ma che risultano difficili da collegare allasfera delle esperienze personali”. Tre parole di fila, un aggettivo collegato alsoggetto in modo surreale, mostrano real-tà nascoste, emozioni che valicano il datosensibile, confondendosi, talvolta, in unsogno sognato. È l’essenza stessa del surreale che cerca etrova la verità, non solo nella sfera razio-nale delle esperienze concrete e reali, maanche nell’intrecciarsi onirico della nostrairrazionalità e dell’emotività. Nonostante l’irriverenza di stampo dadai-sta, in uno con l’anticonformismo e la pro-vocazione di Panella, i testi sono misterio-si ma stimolanti. Non piacciono a tutti, ma se ne sospendeil giudizio rimandandolo a tempi più matu-ri per capirne l’avanguardia. La scelta di Battisti–Panella si gioca sullasemantica delle parole. L’esperienza della musica/parola esorbitadal conformismo musicale, circoscrivenuclei vuoti, si avventura in significanti esignificati solo in modo occasionale. Siconfigura, prima di tutto, come sostanzadel ritmo.L’aspetto ludico di questa ricerca configuraogni parola in cerca di un suo corpo visivoall’interno di una commistione di codici edella contaminazione tra parole, strumen-tazione tecnologica e suoni. Si ricrea un collage di suoni/immagineevocate, di fonemi e lessemi che emergo-no come frammenti da un magma sonorocontinuo, fondato sulla compenetrazione ela sincronia, come le figure di un quadroribaltate sulla superficie bidimensionale. Inogni caso si cerca di rendere opaca laparola, in modo da impedirle la transitivitàimmediata voluta dalla comunicazione cor-rente. La scrittura tende a darsi un corpo nuovo

senza peso, privo di contorni definiti epronto a qualsiasi metamorfosi. In questosenso non sembra azzardato un paralleli-smo tra l’opera di Magritte ed il nuovocorso di Battisti–Panella. Nelle arti visive l’artista belga indaga il rap-porto parola-immagine, facendoli coesiste-re sulla tela e forzando nell’osservatoreuna riflessione sul codice semantico che liconfigura nel pensiero comune e che lirende più o meno arbitrariamente reali (siveda, ad esempio, una delle versioni diCeci n’est pas une pipe). Il fine è semprecreativo e sottolinea l’ambiguità delleparole in uno con i limiti del linguaggio.Non paia blasfemo un ulteriore paralleli-smo con l’accostamento degli esiti batti-stiani alla ricerca filosofico-linguistica diWittgenstein. Per questi il significato della realtà sta pro-prio nei nostri infiniti modi d’interpretazio-ne della stessa, come se il mondo nonfosse altro che occasione linguistica: “ciòche l’immagine deve avere in comune conla realtà, per poterla raffigurare (corretta-mente e falsamente) nel proprio modo, èla forma di raffigurazione propria dell’im-magine...; i limiti del mio linguaggio signi-ficano i limiti del mio mondo...; su ciò dicui non si può parlare si deve tacere”. Isuoni, le parole e le immagini danno unsenso al mondo, ma il mondo è totalmen-te autonomo rispet-to alle nostre capa-cità e possibilità lin-guistiche: noi cimuoviamo all’inter-no di questa vertigi-nosa separatezza. Tornando sul ver-sante della ricercamusicale intrapresada Battisti ePanella, possiamonotare che, adessere minato, è ilsignificato chediamo alla sequen-za delle lettere e,successivamente,alla stessa sintassi.Non solo. È ancora la sequen-za dei suoni vocaliche dev’essere col-legata alle notemusicali. L’idea è rivoluziona-ria. Sembra ridurreuna canzone ai rap-porti di suoni silla-bici e delle parole

all’interno di un ritmo musicale. I testi panelliani compongono una sequen-za di suoni corti, fissati nell’esprime unconcetto e, subito dopo, negarlo con ilconcetto opposto (io ti vorrei incontrareperò non lo vorrei; aperti come i mari/ ecome i mari chiusi), oppure nella ripetizio-ne ossessiva delle finali (niente per nien-te…pungente…vincente): scelte provoca-trici che paiono rispondere sempre più adesigenze fonetiche.Sembra addirittura di vedere, da “DonGiovanni” ad “Hegel”, un processo d’im-poverimento semantico a vantaggio di unritmo assoluto fatto di sola musica. Con“Hegel” il processo è compiuto, si giungeall’astrazione, al buddistico mormorio indi-stinto e piatto di mantra laici. Forse l’estremo limite cui poteva aspirareuna ricerca così coraggiosa da rimettere indiscussione le scelte vittoriose senzatempo alla ricerca di un tempo assoluto.Del resto, anche la data scelta per l’uscitadell’ultima raccolta, il 29 settembre, sem-bra proprio rappresentare il desiderioinconscio di chiudere lì la sua avventuraartistica, iniziata realmente col successodella celebre “29 settembre” nell’ormailontano 1967. Una sorta di alfa e omega coincidenti chelo renderanno mito per lungo tempo avenire.

Contributo alla comprensionedel “secondo” Battisti

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XI Settimana della Cultura

A passeggio per la Via AmerinaGrande successo per i tesori di Fabrica diRoma e Civita Castellana. I due Comuni,che fanno parte del progetto di valorizza-zione del comprensorio della Via Amerina,hanno preso parte con i loro preziosireperti archeologici alla XI Settimanadella Cultura che si è appena conclusa.Un’occasione che ha richiamato un grannumero di persone, si stima in migliaia,che hanno visitato in concomitanza conquesto evento nazionale la Via Amerina,l’antica via romana, che si snoda per 50kilometri da Nepi a Orte e che fu creataper raggiungere l’Umbria da Roma. Grazieanche alle belle giornate di sole la stradache sale verso la Tuscia, immersa nellecoltivazioni di noccioli, tra campi coltivati eantiche vestigia etrusche e romane cheaffiorano, i tanti visitatori hanno scoperto ipaesi della Via Amerina sull’alto delle lororocche che dominano la valle del Treja. Epoi la maestosità della Chiesa romanica diSanta Maria di Falleri di Fabrica diRoma, l’antica Falerii Novi, che in questigiorni si è animata di persone richiamatedall’illustre presenza del Cippo dei Lari, unantico rinvenimento che si pensava ormaiperduto. Invece, grazie alla sapiente operadegli esperti della Soprintendenza per iBeni Archeologici dell’Etruria Meridionale,il Cippo è stato ripulito e sistemato in

zioso corredo funerario ritrovato in questazona. Si tratta di una testimonianza cheattesta l’appartenenza del defunto all’ari-stocrazia dominante del VII secolo a.C. eci riporta agli usi e costumi dei nostri ante-nati. Nelle sale del Museo sono stati siste-mati tutti gli oggetti che appartenevanoalla persona defunta e che, secondo lecredenze del tempo, dovevano accompa-gnarlo nel suo viaggio nel mondo dell’aldi-là. Di questo prezioso corredo funerariofanno parte oggetti in metalli preziosi epietre dure che dovevano essere di usoquotidiano tanto da far pensare ad unapersona di ceto sociale elevato. Per i ritar-datari sarà ancora possibile visitarlo fino al30 settembre secondo gli orari del Museo.

Rosangela Petillo

fondo alla navata centrale della Chiesa.Quando il Comune di Fabrica di Romaacquistò il Palazzo e l’annesso giardinoappartenuti al Conte Giuseppe Cencelli,per farne la propria sede, fu notato questoenorme cilindro di pietra tufacea che face-va mostra di sé tra le piante del giardino.L’antica iscrizione, con la dedica ai LariCompitali per la protezione del viaggio, eramolto mal ridotta e solo il lavoro degliarcheologici e la tecnologia adeguatahanno potuto riportarla alla luce. Ed oggipossiamo ammirare questo reperto masoprattutto sapere dalla sua iscrizione, chepare sia l’unico esempio esistente di devo-zione ai Lari Compitali, quanto gli antichipopoli falisci presenti nella Tuscia fosserodevoti agli spiriti protettori che, secondo letradizioni romane, vegliavano sul buonandamento della famiglia, della proprietào delle attività in generale. La XISettimana della Cultura è stata anche l’oc-casione per gustare l’enogastronomialocale nei tanti ristoranti ed agriturismipresenti lungo il percorso della ViaAmerina, e vedere da vicino anche l’altrocimelio esposto dalla Soprintendenza. ACivita Castellana, nella suggestiva for-tezza Sangallo oggi sede del MuseoArcheologico dell’Agro Falisco, per la primavolta è stato esposto al pubblico un pre-

TARQUINIA (VT): PROROGATO AL 30 MAGGIO IL TERMINE PER LA

PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE AL PREMIO

INTERNAZIONALE ARCAISTA.

È stato prorogato al 30 maggio, il termine per la presentazionedelle domande per partecipare al Premio InternazionaleArcaista di pittura, scultura e grafica, che si svolgerà a Tarquinia(VT) dall’11 al 19 luglio 2009. “Abbiamo prorogato di un meseil termine per la presentazione della domanda di partecipazioneal Premio -dice entusiasta Massimo Stefani, Presidente dell’as-sociazione arcaista- poiché giungono in sede 15-20 plichi. È unflusso continuo, inarrestabile, che proviene da artisti italiani estranieri. Abbiamo abbondantemente superato il numero deipartecipanti dell’anno scorso e quella di quest’anno si prean-nuncia come una grande edizione. La commissione giudicatrice,presieduta dal critico d’arte ed editore Sandro Serradifalco, èsottoposta a un grande lavoro per visionare e selezionare leopere degli artisti che aspirano a partecipare alla fase finale delPremio. Porteremo ed esporremo a Tarquinia, dall’11 al 19luglio, le opere di duecento artisti finalisti. Sarà un’occasione straordinaria- conclude Stefani- per far cono-scere la Storia e la Cultura della città di Tarquinia”.Chi vuolericevere il Bando di partecipazione può inviare una mail all’indi-rizzo: [email protected]. Intanto, prosegue la stesura del libro diMassimo Stefani, intitolato “Il teorema Arte”, che sarà pubblica-to a novembre dalla casa editrice Mondatori e che conterràscritti di importanti personalità del mondo dell’arte e della cul-tura.

Sabato 9 – Domenica 10 maggio 2009

FESTA DEGLIAQUILONI

Giornate Nazionali Donazione e Trapianto di Organi e Tessuti

Castel Porziano – Cancello 1 – Via Litoranea (Ostia)

Ingresso libero – Laboratorio per bambini gratuito

Un’iniziativa realizzata dal Centro Nazionale Trapianti con leAssociazioni di volontariato intitolata “Un dono per la vita, unpensiero che vola alto”. Il 9 e 10 maggio 2009 il cielo di Castel Porziano si dipingerà divarie forme e colori. In occasione delle Giornate NazionaliDonazione e Trapianto di organi e tessuti, il Centro RegionaleTrapianti del Lazio e le Associazioni di volontariato AssociazioneAmici del Trapianto di Fegato, ACTI, ADMO, AIDO, ANED,Associazione Malati di Reni, Marta Russo) organizzano infatti unfine settimana dedicato agli aquiloni. Da ogni parte d’Italia sonoattesi gli appassionati di questo hobby che per molti sta diventan-do una vera e propria attività competitiva. Aquiloni statici, acro-batici e da trazione sfileranno per tutta la giornata, dalle 10 alle20, contemporaneamente alle attività di laboratorio proposte daimaestri aquilonisti italiani per costruire insieme al pubblico conve-nuto aquiloni di ogni tipo che verranno donati a tutti i bambini pre-senti. Lo scopo dell’iniziativa, sostenuta dalla Regione Lazio con ilpatrocinio del Presidente del XIII Municipio di Roma, è quello disensibilizzare la gente alla donazione degli organi e tessutimediante la distribuzione di un dettagliato materiale informativorealizzato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle PoliticheSociali, dal Centro Nazionale Trapianti, dal Centro RegionaleTrapianti in collaborazione con le Associazioni stesse.

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Roma com’eraRicordi in immagini

Via Capo le Case

Dove una volta c’era la campagna, oggi è arrivata la

città con il suo rumore ed il suo caos.E’ il caso di via

Capo le Case dove, tra l’altro, è sparito completamente

il giardino di S. Isidoro.La loggetta dei Borgia dominava il paesaggio.

Via Giulia

Una romantica vistadella Roma sparita,dove si evidenzia la

tranquillità dei personaggi ritrattispontaneamente

ed in posa.Il pino dei

giardini Farnesi,che equilibrava l’alto

campanile della chiesa della Morte

ed il cavalcavia,oggi non esiste più.

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Il caso dell’infedele Klara,Italia, 2009. Genere:commedia; regia: Ro-berto Faenza; sceneggia-tura: Roberto Faenza,Maite Carpio Bulgari,Marzio Casa; interpreti:Claudio Santamaria,Iain Glen, Laura Chiat-ti, Kierston Wareing,

Paulina Bakarova, Anna Geislerovà;fotografia: Maurizio Calvesi; montaggio:Massimo Fiocchi, Francesco Bilotti;scenografia: Francesco Frigeri; costumi:Grazia Materia; musica: GiovanniVenosta; distribuzione: Medusa; durata:90 minuti . “La gelosia è un mostro dagli occhi verdiche si prende gioco della carne di cui si

nutre” (Otello, atto III).

E voi, vi siete chiesti almeno una voltanella vita cos’è la gelosia? È un sentimen-to letale e chi ne è affetto crede soltantoin quello che vede e se- come ne Il casodell’infedele Klara- le prove non esistono, ilsospettoso non si dà per vinto; ma conti-nua a cercare, a caccia anche del minimoindizio che possa alimentare la propriaossessione. Un presentimento, un chiodofisso, un sospetto, tutti sinonimi del rovel-lo amoroso descritto da WilliamShakespeare con così tanta acutezza neL’Otello. L’unico rimedio per liberarsi ditale tarlo angosciante è la certezza del tra-dimento. Ne è convinto il regista RobertoFaenza, giunto alla sua quindicesimaprova d’autore. «Paradossalmente» diceFaenza «finché l’infedeltà non viene sco-perta la gelosia rimane inappagata e con-tinua ad espandersi. Nel film mi interessa-va mostrare come i diversi personaggi rea-giscono all’amore». Prendendo spunto dalromanzo omonimo dello scrittore cecoslo-vacco Michal Viewegh (narratore prati-camente del tutto sconosciuto in Italia), ilregista de I vicerè conferma la passioneche da sempre nutre per la letteratura, dacui spesso ha tratto buoni soggetti per lesue opere cinematografiche. Qui, apportaalcune modifiche rispetto al testo origina-le, atte a giustificare l’apporto di due starnostrane quali il bravo ClaudioSantamaria e la lanciatissima LauraChiatti, in una stupenda Praga da cartoli-na. Questo tormentato carosello del dub-bio vede due coppie relazionarsi in modoantitetico rispetto al dramma della gelosia.I primi due fidanzatini sono, per l’appunto,Santamaria e Chiatti. Lui si chiamaLuca, maestro di musica in una scuola ele-mentare di giorno e artista techno dinotte. Lei è Klara, una bella e sensualestudentessa di architettura prossima alla

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di Maria CristinaCaponi

laurea con una tesi sull’acqua alta aVenezia. Tutto sembra filare liscio, se nonfosse per le ambigue intenzioni di Pavel,ovvero il tutor universitario di Klara, cheinsospettiscono il già di per sé insicurofidanzato della giovane. La seconda coppiaè quella costituita dal detective- psicologoDenis (Iain Glen) e dalla sua affascinan-te moglie (Paulina Bakarova). La loro èun’unione completamente fuori dagli sche-mi, dal momento che il consorte accettacon fare accomodante le continue scappa-telle della compagna, consolandosi con un«ma se tu sei felice così, anche io sonofelice così». A far sì che i loro opposti stilie filosofie di vita entrino in contatto è uncaso fortuito: Luca entra nell’agenzia diDenis, per chiedere all’investigatore ditenere d’occhio la sua dolce metà, offren-dogli in cambio di denaro. È l’inizio dellafine. A quanto pare, ultimamente la friz-zante Laura Chiatti si trova a suo agio(sul set) con uomini oltremodo possessivi.Infatti, dopo la parte di Desdemona nelpostmoderno Iago di Volfango De Biasi,eccola di nuovo recitare nel ruolo di unagiovane donna ossessionata da un compa-gno preoccupato di un eventuale tradi-mento. In verità, come lei stessa ha confi-dato a un giornalista, nella vita privata l’at-trice è l’esatto contrario: «Hobisogno di conferme e di sentirmidire continuamente “ti amo”. Seuna ragazza per strada ha guar-dato il mio fidanzato passo legiornate a pensarci e, a volte,come succede in Klara, mi ver-rebbe anche voglia di pagare undetective privato. Ma, poi, mifermo in tempo». Tuttavia, non-ostante un autore amato dal pub-blico e un cast di sicuro richiamo,il film non decolla. Fino all’ultimosi aspetta, si attende invano uncolpo di scena, sapendo giàquanto sia oramai inutile dareossigeno a un cadavere ambulan-te. Sinceramente è il caso di sten-dere un velo pietoso, anzi più diuno e per più di una volta, suquesta pellicola senza né spinadorsale né un briciolo d’immagi-nazione, che ruota senza sosta suse stessa e, nel farlo, come senon bastasse, perde mano amano i propri caduchi ingranaggi. Facciamo il punto della situazio-ne: la regia? Anonima e scialba,incolore insomma. Agghiacciante

a dir poco- aggiungo- il modo in cui è stataripresa la bollente scena di sesso tra i dueaffiatati protagonisti: sembra di assistere aun filmato hard core casalingo, in partecensurato. L’interpretazione degli attori?Un passo falso nella loro carriera per tuttigli interpreti, nessuno escluso.Francamente rammarica assistere allapiatta performance di un artista versatilequale Claudio Santamaria, semprecapace di far vibrare con una gran varietàdi toni le parti affidategli. Insopportabile,inoltre, il gigione Iain Glein che, peraltro,aveva già collaborato con RobertoFaenza in Prendimi l’anima, dove inter-pretava il celebre psichiatra Carl Jung. Laritrovata Kierston Wareing, attrice- rive-lazione lanciata dal regista britannico KenLoach in In questo mondo libero, fa unaben magra figura in quest’opera, intralcia-ta pure da un pessimo doppiaggio. Unicanota positiva riguarda il tamtam pubblici-tario, dispensatore di considerevoli aspet-tative, per un film che sembrava puntaremolto in alto. Peccato che questo suppostobenefit sia tutto a vantaggio della casa didistribuzione Medusa e non del poverospettatore, incredulo in sala per via delleorribili immagini che scorrono sul grandeschermo davanti ai suoi occhi.

IL CASO DELL’INFEDELE KLARA

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Sullo specchiettoretrovisore micomparve all’im-provviso la sa-goma d’un cin-ghiale che stavaattraversando lastrada. Si trascinavaz o p p i c a n d ovistosamente elasciva sull’asfal-

to una scia ininterrotta di sangue. Mi trovavo in prossimità dell’abitato di S.Lorenzo Nuovo, sulla Statale Maremmana,e molte macchine erano disordinatamenteparcheggiate sui due cigli della carreggia-ta. Una di queste si mise a clacsonare insi-stentemente; doveva trattarsi d’un richia-mo per gli amici cacciatori che si trovava-no nella macchia accanto. Mi fermai poco oltre, approfittando d’unpiccolo slargo, proprio mentre un nutritogruppo di agguerriti cacciatori, con il fuci-le imbracciato, stava attraversando la stra-da, seguendo la pista del sangue fresco.Il bosco aveva inghiottito il povero anima-le, che però ben presto, immaginai, sareb-be finito nelle mani degli inseguitori. Non vidi cani e la cosa mi meravigliò nonpoco, come del resto, mentre stavo ripar-tendo, mi sorprese il fatto di non saperepraticamente nulla di questi animali. Così, per appagare la mia curiosità, hodovuto chiedere a persone competenti ericorrere a riviste specializzate, per venirea conoscenza che ormai, nella nostra pro-vincia di Viterbo, come un po’ in tuttaItalia, si è arrivati ad una vera e propria

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Caccia al cinghiale

di Secondiano Zeroli

emergenza cin-ghiali. Troppi cin-ghiali in giro.Questi animalihanno letteralmen-te invaso le nostrecampagne, stannoprovocando gravidanni all’agricoltu-ra e stanno diffon-dendo la pestesuina negli alleva-menti. Ma quali sono lecause di questoautentico “boom”demografico? Laprima causa è lamancanza di predatori (i lupi, ormai, nonesistono più da tempo nelle nostre campa-gne); la seconda è la sbalorditiva capacitàdi adattamento dell’animale a diversiambienti; la terza ed ultima, la sua ali-mentazione non specializzata. Insomma nessun altro animale lo uccide,si adatta ad ogni ambiente e per sopravvi-vere mangia di tutto. Davvero un bel problema! Del resto non èveramente facile impedire ai cinghiali diprovocare danni all’agricoltura. Misure pre-ventive, quali repellenti di tipo chimico eacustico, non funzionano, sono invece effi-caci le recinzioni, soprattutto quelle elettri-che, ma sono molto costose ed hannobisogno di manutenzione. Ancor più difficile è impedire la diffusionedella peste suina negli allevamenti, primoperché si sta ancora cercando di definirequali possono essere i migliori vaccini daimpiegare, e secondo perché le modalità

di somministrazione sono ancora tutte dainventare. Gli animali sono tanti, sono molto proliferie si muovono, stante l’abbandono di moltecampagne, in assoluta libertà. A rendere il quadro ancor più fosco c’è ilproblema di quelle aree, come i parchinazionali e regionali, in cui la caccia è vie-tata. Dove non lo è, il metodo di caccia più dif-fuso è la “braccata”, che prevede l’impiegodi venti-trenta cani, e la presenza d’unfolto gruppo di cacciatori, dai venti ai qua-ranta. Ma la caccia è aperta solo in determinatiperiodi dell’anno e pertanto è difficileridurre il numero di esemplari a livellimeno esplosivi. Si stanno dunque cercando soluzioni ad uncaso difficile che per molti, troppi anni, èstato completamente e colpevolmenteignorato. In un dèpliant dell’Istituto Nazionale per laFauna Selvatica si legge testualmente: “Imetodi migliori per catturare i cinghiali,senza creare troppi problemi all’ambiente,sono i chiusini, trappole costituite da pic-coli recinti con porte a ghigliottina, la cuichiusura è provocata dall’animale stesso,attirato da un’esca”. Non seguire questo cervellotico consiglio,sarebbe già un primo passo sulla stradad’una ricerca seria e razionale, che miri arisolvere il delicato problema!

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Il profitto e la virtù di Giovanni FrancolaPresentato a Fabrica di Roma e presto in altri paesi

Sabato 4 aprile presso la splendida salaconsiliare del comune di Fabrica di Roma,ex Palazzo del Conte Cencelli, completa-mente ristrutturato e munito di attrezzatu-re moderne che lo rendono facilmenteaccessibile a tutti ed uniscono il passato alpresente, si è tenuta la presentazione dellibro Il profitto e la virtù, edito dallaEnnepilibri, del nostro collaboratoreGiovanni Francola, impegnato in unaimportante causa: la difesa dell’ambientein cui viviamo, che la sconsideratezza del-l’uomo, dedito sempre e solo al profitto,sta distruggendo. Abbiamo già avutomodo di presentarvi gli argomenti dellibro, spesso trattati dallo stesso Giovanninella rubrica Ambiente ed ecologia, da luitenuta sulle pagine di questa rivista e non

v o g l i a m os v e l a r v ialtro, pernon toglierviil piacere diuna sana edutile lettura. Ad aprire ladiscussioneil sindacoG i u s e p p ePalmeggiani,che haa c c enna t oalla biografia

dell’autore, ben noto ai suoi compaesani.La parola è poi passata alla relatrice,Ermelinda Benedetti, che ha illustratosommariamente gli argomenti affrontatinel libro, soffermandosi su alcuni puntisalienti, più volte ribaditi, anche dall’auto-re, all’interno del testo: il ruolo dei massmedia e la corsa sfrenata al profitto, adiscapito di ogni altra cosa. È stato, dun-que, il momento di Francola che ha appro-fondito alcuni punti, incuriosendo anche ilpubblico con numeri ed informazioni appa-rentemente comuni, ma non per questoconosciuti o meno importanti. Il vicesinda-co, Francesco Pierantonelli, si è infinecomplimentato a lungo, anche a nome ditutta la comunità di Fabrica di Roma, conGiovanni, motivo di compiacimento per il

paese, nonchè esempio da seguire. A chiudere, un filmato con immagini vera-mente molto eloquenti, che hanno cattu-rato particolarmente l’attenzione degliintervenuti, realizzato da Simone DeMattia. L’amministrazione ha voluto offrire,in segno di riconoscenza, allo scrittore unpiatto con lo stemma comunale. Tra i pre-senti, i volontari della protezione civile delposto, di cui Giovanni è vice presidente.Per finire un ricco buffet allestito in un’al-tra delle splendide stanze del palazzocomunale, e il taglio della torta, preparatada Teresa, la moglie di Giovanni. Presto il libro verrà presentato in seno adaltre manifestazioni. Promuoverlo è impor-tante visto il fine benefico che Francola havoluto legare ad esso.

Aquistate Il Profitto e laVirtù di Giovanni Francola.

Parte dei diritti d’autore

ricavati dalla vendita del

libro verranno devoluti

all’organizzazione Medici

Senza Frontiere Onlus.

Ricordiamo ai lettori che i

libri possono essere

richiesti alla propria

libreria di fiducia oppure

ordinati inviando una

e-mail a [email protected],

o via fax allo 0183.661126,

con recapito e codice

fiscale. Saranno spediti in

contrassegno senza

addebito di spese postali,

anche per ordini di una

sola copia.

Da sx: il Vicesindaco Francesco Pierantonelli,l’autore Giovanni Francola, la relatrice ErmalindaBenedetti e il Sindaco Giuseppe Palmeggiani.

Le autorità militari ed alcuni degli intervenuti.

La Città del Sole - Sportello per lo Sviluppo Sostenibile (ass.sps.) è presentesia nel territorio regionale laziale, con sede in Civita Castellana, via G. Garibaldi 11, Tel/fax+390761516516, sia sul Web con il portale informativo sullo Sviluppo sostenibile www.progettosostenibile.eued ha tra gli obiettivi di contribuire al raggiungimento degli accordi di Kyoto e la valorizzazione del territorio propo-nendo introduzione di nuovi materiali nell’architettura contemporanea. E’ con questo obiettivo che ha partecipato alSAIENERGIA08 riscuotendo un ottimo consenso. Dal primo febbraio l’associazione propone un percorso di quali-tà per lo sviluppo sostenibile agli Enti Pubblici e Aziende denominato: FREE Enti e FREE Aziende. Un ser-vizio di audit energetico finalizzato alla raccolta dati energetici e supportato dall’apertura di due sportelli per lo svi-luppo sostenibile a Civita Castellana in via Rio del colle 1 e via G. Garibaldi 11. [email protected]

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Come eravamo17Campo de’ fiori

E’ passato qualcheanno dal primo arti-colo “ ‘A Carraccia,la pista di tutti ”(vedi Campo de’ Fiorin° 20/2005), ed oggivoglio ritornare sul-l’argomento, imitan-do la consolidata tra-dizione cinematogra-fica, che da sempre

sfrutta il filone del primo film, con la spe-ranza di ripeterne il successo. Mi riferiscoai vari: Il Padrino, Rocky, Guerre Stellari,Indiana Jones, e chi più ne ha, più nemetta. La scenografia è sempre la stessa:località La Carraccia, Civita Castellana, ipersonaggi, gli stessi, ritroviamo attoriforse un po’ attempati, ma anche attorigiovani, vere e proprie promesse, nonmancano le comparse, come semprenumerose. Certo, con il passare degli anni,il set della Carraccia cambia aspetto: siaggiunge qualche “casaletto”, sorgono pic-coli muri di cinta, c’è qualche albero in più,ma il percorso principale, ormai tutto asfal-tato, rimane quello originario. La trama,per i non civitonici, va spiegata: laCarraccia, ovvero percorso periferico citta-dino, che sembra fatto apposta per un“footing casareccio”, con passeggiate“salottiere”, infastidite da latrati di cani(ormai quasi tutti recintati e legati), pale-stra all’aperto per smaltire qualche chilo ditroppo, per sudare e respirare a pieni pol-moni, ribattezzato ironicamente “ ‘O girodei culi mosci”. Gli attori principali, sonoquelli dell’altra volta: c’è Mario, che tutti igiorni, instancabilmente, per tutto l’anno,percorre il giro a passo veloce. E’ mattinie-ro, infatti pochi riescono ad incontrarlo, luinon aspetta il “Ciak si gira”, dato dal regi-sta alla troupe, parte di buon’ora, e siincrocia con me, che sono una “comparsastagionale”, con il quale scambia qualchebattuta, alla fine della scena. C’è poi

Claudio, con la sua andatura lenta macostante. Lo incontri, lo saluti, lui ti guar-da con la sua aria paciosa, non invidia latua camminata “frizzante”, ma da veroattore comico, ti fa sorridere con una bat-tuta ironica che è un invito a non mollare.C’è poi Paolo, che affronta la scena davero atleta. Lui corre, la sua falcata èlunga e continua, normalmente fa due giria tutta, noncurante delle camminate “tera-peutiche” di comparse massaie-casalin-ghe, che trascinano i loro fianchi appesan-titi dalla cellulite, e non disdegnano pet-tegolezzi su chi le ha appena sorpassate.Sembra di essere sul set di un film storico,dove s’incontrano personaggi mitici: exbancari, ex atleti, ex calciatori, tutti allaricerca della formafisica. Allora eccoCarlo, ex calciatoreed ex ceramista,lui fa il cosiddetto“giro lungo”, è unattore non prota-gonista, ma le suebattute sonoimportanti, spe-cialmente per una”comparsa” comeme. Cerca di inci-tarmi, per farmidiventare attore, elasciare quellaanonima presenzada comparsa chemi vede raramentecalcare questascena. Eppurequalche anno fa(tanti per la veri-tà), io insieme adaltri miei coetaneiche praticavanoatletica leggera,frequentavo il setdel film La

Carraccia, da attore protagonista, quandopercorrevo con falcata da sprinter, quelpercorso ondulato e sterrato, incurantedelle pozzanghere che costellavano il trac-ciato specialmente nei mesi invernali. Una cosa è certa: questo film non finiràmai, perché sia il regista che il produttore,sono convinti ancora una volta di averfatto centro, poi gli attori non mancanomai, anzi sono disposti a “lavorare” pertutto il giorno, specialmente nella bellastagione. Allora forza ragazzi, forzaSandro, non rimaniamo semplici spettato-ri, partecipiamo anche noi al film, e chissàche presto vedremo “ La Carraccia 3 … lacorsa finale”. Magari in versione tridimen-sionale!

di Alessandro Soli

LA CARRACCIA 2 … IL RITORNOLA CARRACCIA 2 … IL RITORNO

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Campo de’ fiori18

“CONCERTO PER ROMA” DI ELENA BONELLICONQUISTA PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO GREMITA DI PUBBLICO IN STANDING OVATION

Il “Concerto per Roma” ha chiuso ilsuccesso dello Straordinario 2762°

Natale di RomaMartedì 21 Aprile, Piazza del Campidoglio,allestita per l’occasione con speciali proie-zioni sulle antiche mura, ha ospitato lastraordinaria performance di Elena Bonelli,la nuova voce di Roma. Il Sindaco Gianni Alemanno, il ViceSindaco Mauro Cutrufo e l’Assessorealla Cultura Umberto Croppi, hannoapplaudito l’artista romana che haavvolto la piazza con il suo carisma sceni-co e le sue capacità interpretative.“Barcarolo Romano” di Romolo Balzani,“Tanto pe’ Canta’ ” di Ettore Petrolini,“Sinnò me moro” di Carlo Rustichelli, maanche inediti scritti in romanesco dallaBonelli e musicati da Mariella Nava, PippoCaruso, Cesare Lanza.Questi solo alcuni dei brani cantati e insottofondo la voce del pubblico che segui-va l’artista. La piazza è rimasta gremita,per tutto lo spettacolo, di gente che, non-ostante il freddo e la minacciosa pioggia,ha seguito con attenzione e passione la

performance della Bonelli. L’attrice hatenuto quasi due ore di spettacolo, inter-vallando alle canzoni romane, brani reci-tati e citazioni dei grandi personaggi dellaromanità. Molto suggestiva la proiezionesulle mura del Campidoglio dei filmati incui la Bonelli interpretava la grande AnnaMagnani, intervistata da Carlo Lizzani. Dabrivido l’interpretazione di “ChitarraRomana in fado portoghese”, che dà l’ideadi sentire una Amalia Rodriguez capitolinae molto divertente e apprezzata dal pub-blico una “Roma nun fa la stupida” inswing americano. Il “Concerto per Roma”ha chiuso le manifestazioni del Natale diRoma, che hanno avuto un seguito di pub-blico davvero straordinario. Il pubblico habattuto il tempo di tutte le canzoni e, allafine dello spettacolo, ha omaggiato l’arti-sta con una standing ovation, che haaccompagnato tutti i bis che l’attrice havoluto regalare al suo pubblico. Molto effi-cace ed affiatata la NewBand, diretta daGiandomenico Anellino - Chitarra, RobertoMezzetti - Percussioni, RobertoMagnanensi - Fisarmonica, Luca Perroni -

Piano, Alessandro Mazza - Basso, RiccardoMedile - Chitarra, coordinati dalla Bonelliche di questo allestimento ha curatoanche la regia.“Di tutti i bei teatri nel mondo questo nonha uguali.Per me, romana e portatrice di romanitànel mondo, salire al campidoglio per can-tare è il massimo. Finalmente dopo tantianni di lavoro, mi sento parte integrante diquesta mia meravigliosa città”. Queste leparole ed i sentimenti che l’artista, ormaidefinita all’unanimità l’icona della romani-tà e l’erede della tradizione popolareromana, ha espresso anche durante lospettacolo. Al termine la Bonelli ha saluta-to tutta la piazza, ma anche la città diRoma, con un emozionante inno di Mameliin versione integrale, che ha coinvoltotutto il pubblico emozionato. Dopo PiazzaCampidoglio, la Bonelli riproporrà unanuova versione di “Roma in The world” alteatro Eliseo, il 25 e 26 maggio, per poiportarlo in Georgia il 2 e 3 giugno al Teatrodell’Opera di Tiblisi.

Arianna Cacciamani

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Una “Fabrica” di ricordiUna “Fabrica” di ricordiIn posa per una foto

Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma

Quando farsi una fotoera un’occasione, equesto succedeva nonmolti anni fa, ci si pre-parava come per sotto-porsi ad un provinocinematografico, conscidi lasciare un docu-mento ai posteri, tant’èche qualcuno diceva: “‘Sta fotografia lasciatela

pe’ quanno moro!”Le macchine fotografiche erano rarissime,

di Sandro Anselmi

e i fotografi di professione si contavanosulle dita di una mano. Per lavorare si spostavano continuamenteda un paese all’altro, in occasione dellefeste patronali e delle ricorrenze piùimportanti. Arrivavano nella piazza princi-pale ed allestivano, accan-to alla chiesa, il lorofondale, fatto di untelo pitturato conpaesaggi di fanta-sia, o macchine

o aerei, all’interno dei quali si posizionava-no i soggetti da fotografare, per dare l’ illu-sione che fosse tutto vero. Le loro macchine fotografiche erano quel-

le classiche a soffietto, sor-rette dal cavallet-

to. Per scat-tare la

foto, il

1960 Famiglia Pulcinelli 1948 Famiglia Anselmi

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Geneg

fotografo doveva infilare la testa sotto iltelo nero, e sorreggere con la mano alza-ta il flash che bruciava, con un baglioreaccecante, la lampada al tungsteno.Allora era sempre buona la prima, oggi,invece, si possono fare cento scatti emagari solo uno riesce bene. Seguirono poi le macchine a cassetta e poile reflex, ed anche con queste fare la fotoera un’arte. La taratura, il bilanciamento, l’esposizione,la messa a fuoco, tutto rigorosamente

manuale!I fotografi italiani erano fra i migliori, bastipensare ai fratelli Alinari, a Storaro, a DelliColli (quest’ultimi prestati, poi, al cinema). Essi realizzeranno i ritratti più belli. Da noi c’erano Amati di Caprarola, chearrivava a bordo della sua lambretta, Nelli,Pinardi e Castrense di Civita Castellana,Monfeli di Corchiano, che per fare i mezzi-busti faceva calare i soggetti dentro unbigoncio e, così, erano belli e fatti. Arrivarono, successivamente, i fratelli

Alessandrini di Fabrica di Roma e tantialtri, fino ai giorni nostri, dove fare unafoto è alla portata di tutti, visto che anchei telefonini sono muniti di fotocamera.Resta comunque il gusto di assaporare ilpiacere di una foto d’epoca, dove soggettie fotografo erano veramente partecipi,convinti di fare una cosa importante.

Pubblichiamo questo mese l’albero genealogico, semplificato per linea di discendenza diretta, della

famiglia Iannoni di Fabrica di Roma.

Potete richiedere l’albero genealogico della vostra famiglia, rivolgendovi presso la nostra

redazione. Verrà elaborato dal nostro collaboratore Geneg e potrete vederlo pubblicato sulle

pagine di Campo de’ fiori.

- 1943

- 1974

- 1951

- 1972

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PREMIO OPERA IMAIE2009: ECCO I VINCITORI

Si è svolta il 5 aprile, alla Casa delCinema di Roma, la serata finale delPremio Opera Imaie (terza edizione), ilriconoscimento attribuito dall’Ente chetutela i diritti degli artisti interpreti esecu-tori alle migliori opere realizzate grazie alcontributo dell’art 7 (anno 2007) per i set-tori musica e audiovisivo. Presenti in salamolti personaggi dello spettacolo adapplaudire i lavori dei 27 finalisti (passatitra 326 opere in concorso) e a premiare ivincitori delle 10 categorie. Tra questi, leattrici Nathalie Caldonazzo, ChiaraSalerno ed Edy Angelillo, i musicistiFranco Micalizzi, Beppe Vessicchio,Gianfranco Plenizio e AmedeoMinghi, il regista Antonio Calenda, ildanzatore-coreografo Raffaele Pagani-ni. Nell’ambito musicale sono stati premia-ti l’Associazione Culturale Multirifra-zione Proget-ùti MRF con l’operaLavoroliquido (Settore MusicaleCategoria di tipo A), Marco Camboni conl’opera Eyn, tsvey…. Dreidel (CategoriaB Pop-Folk), Andrea Avena con l’operaEstrela da tarde (Categoria B Jazz-Funk), Calogero Giallanza con l’operaAl Muhda Ilayy (Categoria B Classica-Contemporanea) e l’AssociazioneCulturale Company Blu con l’operaShoptalk (Categoria Danza). Nel settoreaudiovisivo i vincitori sono: TinaFemiano con l’opera Anna Politkov-skaja concerto per voce solitaria(Categoria B sezione Documentario),Marcello Mazzarella con l’operaMarenostro (Categoria B sezioneFiction), Raffaele Buranelli con l’opera

Salomè una storia (Categoria B sezioneTeatro in video), Officina Dinamo conl’opera Come la civetta quando digiorno compare (Settore AudiovisivoCategoria di tipo A). I due premi specialidella Presidenza sono andati a CiroSebastianelli con l’opera Il mio amicoRoberto Murolo, per il settore musicale,e Officina Arteteka Onlus con l’operaLucì Voci e volti dal Faro, per il settoreaudiovisivo. Nell’ambito della serataLando Buzzanca ha consegnato al gran-de attore Arnoldo Foà il PREMIOIMAIE alla carriera. All’atto della conse-gna della prestigiosa statuetta in bronzo,realizzata dal pittore Pablo Echaurren, ilpresidente dell’Imaie EdoardoVianello, a nome di tutti gli ArtistiInterpreti ed Esecutori che l’Istituto rap-presenta, ha così motivato l’assegnazionedel premio: Ad Arnoldo Foà, che in oltre70 anni di carriera ha esplorato tutte leforme dell’interpretazione: dal teatro diprosa, al cinema, dalla televisione al dop-piaggio, dalla scrittura alla discografia(memorabili i suoi dischi di poesie), senzatralasciare l’impegno civico se alla suavoce di annunciatore della Radio AlleataPWB è legata la comunicazione dell’armi-stizio dell’8 settembre 1943. E’ stato diret-to dai più grandi registi ed ha esercitato laregia lui stesso; ha recitato i testi dei piùgrandi autori teatrali ed è autore lui stes-so; ha lavorato con i più grandi capocomi-ci ed è stato capocomico lui stesso. Unacarriera iniziata prima della guerra, colti-vata nonostante le leggi razziali lo avesse-ro costretto a nascondersi sotto falsi nomi,

proseguita quando l’Eiar diventava Rai equando nasceva la televisione (chi non loricorda capitano Smollet ne «L’Isola deltesoro» o cognato di «Giamburrasca»?).Ancora oggi, dopo oltre 100 film, innume-revoli stagioni teatrali e letture di poesie,calca le scene con successo, interpretafilm di nuovi registi, scrive romanzi. La suacarriera lunghissima e rigorosa testimoniauna vita spesa per la cultura e per l’arte.Per questo l’Imaie lo onora con un premioalla carriera, che vuole essere non soltan-to un attestato all’artista, ma anche l’indi-cazione a tutti gli artisti, in particolare aigiovani, di un esempio da seguire nellaperseveranza, nella coerenza, nell’impe-gno, ma pure nella gioia che questa pro-fessione sa restituire a chi la pratica intutte le età della vita.

Arnoldo Foà ha ricevuto il Premio IMAIEalla carriera

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Le guide di Campo de’ fioriTarano

...........continua dalnumero 58

ITINERARIO TURI-STICO Passeggiandoper il centro storico diTarano è chiaramenteevidente l’improntamedievale. Ancoraracchiuso nelle anti-che mura difensive,

passeggiando tra gli ordinati vicoli e ammi-rando vecchi portoni e piccoli splendidigiardini, ci si imbatte nella chiesa di SantaMaria Assunta, l’edificio storicamente edarchitettonicamente più significativo delpaese. La chiesa risale agli inizi del 1100,probabilmente a seguito della campagnadi costruzione o trasformazione di chiesein Sabina, voluta da Crescenzio, nell’ambi-to della strategia anti-farfense condotta daPasquale II. Sul campanile della chiesaun’epigrafe riporta la data 8 settembre1114, probabilmente l’anno in cui venneedificata. Con il passare del tempo subìtalmente tante variazioni che oggi pocoresta delle forme originarie, arrivando adassumere una forma trapezoidale a termi-nazione rettilinea, di grande irregolarità.La facciata, infatti, si presenta fortementeasimmetrica, a causa dei numerosi inter-venti subiti, il più importante dei qualidovette avvenire nel Duecento, quando lachiesa ad un’unica navata fu ampliata, acausa dell’aumento della popolazione, conl’aggiunta di due navate laterali. Fu neces-sario l’inglobamento della torre nolare.Anche il rosone cosmatesco, che sovrastail portale con lunetta affrescata, è daricondurre a questo periodo.Postmedievale è il reimpiego di un fram-mento di scultura rappresentante un sati-ro, forse Pan, ed una Ninfa, al centro dellafacciata. Le modifiche sono evidenti ancheall’interno, ricco di decorazioni di epochediverse. Tra le epoche pittoriche, di note-vole rilevanza un santo, forse SanBartolomeo, frammento di affresco dellaseconda metà del XIII secolo e una raffi-gurazione della crocifissione di metà XIVsecolo attribuito ad un maestro di scuolaassisiate. Un’altra chiesa è quella di SanFrancesco, risalente al 1300, a croce lati-na e con una sola navata.Un ruolo fondamentale lo rivestì anche il

convento di San Francesco, costruito nelDuecento e oggi per gran parte diruto.

Del comune di Tarano fa parte la frazionedi Santo Polo. Del castello di Santo Polone abbiamo testimonianza per la primavolta in un documento farfense datatogennaio 1102, citato come uno dei confi-nati del gualdo di S. Anatolia, nelle vici-nanze di Mozzano, in occasione della loca-zione a terza generazione che l’abateBeraldo II fece al presbitero Giovanni e aifratelli Rustico, Pietro e Berizone, figli diBeraldo. Nel 1192 doveva corrisponderealla camera apostolica un censo annuo disei libbre di provisini. Nel 1374 aderì allarivolta romana capeggiata da Cola diRienzo, che nominò un podestà e rettore enel 1368, insieme ad altri castelli, fu infeu-dato a seconda generazione mascolina daPapa Urbano V a Francesco e Buccio Orsini, alla cui famiglia rimase fino alla morte diEnrico Orsini, nel 1604. Venne poi incame-rato dal marchese di Stimigliano. Nel 1853Santo Polo con i suoi 235 abitanti eraappodiato di Montebuono. Nel 1871 dive-nuto appodiato di Collevecchio contava307 abitanti. La chiesa parrocchiale eradedicata ai SS: Pietro e Paolo ed era dota-ta di organo. Il patrono è San Barnaba eviene festeggiato l’11 giugno. All’internodelle mura, erano presenti un macello, unapizzicheria, un calzolaio ed una mola agrano dei Piacentini. Al borgo di San Poloè legato un evento miracoloso, avvenuto

precisamente tra il 9 ed il 10 giu-gno del 1505. Una giovane con-tadina di nome Giovanna, figlia diMichele di San Polo, mentre lavo-rava il campo di famiglia videapparire dietro una siepe a trepassi da lei, un giovane fratevestito come i padri serviti, con latonaca, la cocolla ed il cappuccioin testa, con la “pazienza” dalcollo ai piedi e in mano una gros-sa corona caratteristica del suo

ordine per pregare la Madonna. La salutòpronunciando la frase “Ave Maria” e la ras-sicurò benedicendola.La mise a suo agio chiedendole comefosse il raccolto del campo e la giovanerispose che la speranza di ottenere frutti,nonostante la cura, era molto scarsa. Cosìil frate disse che in realtà la comunità diSan Polo, per il cattivo comportamentomeritava punizioni ben più gravi e che soloper intercessione di Maria, Dio non fecestraripare il fiume in piena, allagando icampi e distruggendo i raccolti. Per questagrazia ricevuta i sampolesi avrebberodovuto digiunare con pane e acqua ilvenerdì successivo. Il frate diede aGiovanna il compito di portare i messaggioai suoi compaesani, ma lei si rifiutò di farloper paura di non essere creduta. Il frate labenedì e scomparve. Il giorno successivola contadina, anziché andare alla fontanadel paese a sciacquare un panno, decise ditornare al campo. Lavò il panno nelleacque del ruscello e lo stese al sole e simise a mondare il miglio vicino ad un’altae maestosa pianta di noce.Improvvisamente si sentì chiamare pernome, esterrefatta alzò lo sguardo e videuna signora di ineffabile bellezza tra i rami.Era vestita come le suore del Terz’ordinedei Servi di Maria, con una veste nera,cinta ai fianchi, un ampio mantello che lecopriva il capo e le faceva appena intrave-dere due lunghe chiome di capelli biondiche scendevano sugli omeri e sul petto. Ilviso bellissimo era rigato dal pianto.Riconobbe immediatamente la VergineMaria, si inginocchiò ed incrociò le bracciasul petto, tutta tremante. La Madonna lacalmò e le ordinò di chiamare il prete diSan Polo, di fargli suonare la campane insuo onore e di convocare tutto il popolo einvitarlo a rispettare alcuni consigli. Se l’a-vessero fatto sarebbero stati felici altri-menti avrebbero subito tanti guai. Mentrepronunciava queste parole si scoprì ilpetto lacerato da flagelli e le ginocchiasanguinanti, supplicando alla giovane diriportare quanto aveva visto e udito perplacare l’ira di Dio. Giovanna stava ripie-gando il panno, ma la Madonna la incitò acorrere in paese. Corse a San Polo, riferìtutto e quando tornò al campo trovò ilpanno pie-gato. Daqueste iero-fanie nac-que dunquela devozioneper laM a d o n n adella Noce.

... continuasul prossimo

numero

di Ermelinda Benedetti

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25Campo de’ fiori

LA S.S. LAZIO TRA LA GENTE

S.Oreste Outlet ore 12.00, 03 Aprile2009.Oggi un appuntamento speciale ha fattoriunire i tifosi laziali a S.Oreste, l’aperturadel nuovo negozio Lazio Style 1900.Grandi e piccoli fans hanno potuto saluta-re ed avvicinare il Capitano della LazioTommaso Rocchi, il difensore centraleSebastiano Siviglia e l’allenatore, elegan-tissimo per l’occasione, Mister Delio Rossi.

Presenti anche imassimi espo-nenti della diri-genza laziale: ilTeam ManagerManzini ed ilCoord inatoreArea TecnicaIgli Tare. Con loro ancheil giornalista -tifoso FurioFocolari ed ilcantante TonyMalco.Tutti i tifosi, allaricerca di unautografo o diuna foto deipropri beniami-ni, hanno potu-to assistere

all’apertura del nuovo negozio Lazio Style1900, con tanto di taglio del nastro (bian-cazzurro) da parte delle autorità locali.Dopo un’ora di attesa riesco ad avvicinar-mi a Tom-maso Rocchi e poichè so che èun ottimo chitarrista gli chiedo quali sonoi generi musi-cali da luipreferiti.Mi risponde

”Tutti, mi piace ascoltare ogni genere dimusica, specialmente quella italiana”.Io sono sicura che la musica che lui prefe-risce è quella fatta “a suon di goals”, madevo dire che Tommaso è bravissimoanche con la chitarra.Infatt,i qualche anno fa, ho assistito alconcerto organizzato con Di Canio ed igemelli Filippini: un concerto da veri pro-fessionisti, fantastici.Chissà se Giorgia (la cantante) accettereb-be, magari insieme a Brignano e Rocchi, diripetere un’esperienza simile? Tornando alla realtà non riesco a descrive-re il grande entusiasmo dei tifosi, che chie-dono a gran voce al Capitano e al MisterRossi di regalare loro tante nuove vittorie,di andare in Europa.Noi tifosi sappiamo che tutti i giocatori siimpegneranno per arrivare più in alto pos-sibile in classifica, perchè loro più di noisono la vera Forza della Lazio.

di Cristiana Barduani

Da sx: Tommaso Rocchi capitano, Furio Focolarigiornalista, Manzini team manager Lazio, SebastianoSiviglia difensore, Igli Tare coord. Area Tecnica.

Da sx: Rocchi, Rossi, Focolari, Siviglia

Cristiana Barduani e Tommaso Rocchi

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Campo de’ fiori26

Aiuti alla popolazione dell’Abruzzo colpita dal terremoto

Lo scorso 6 aprile alle ore 17.00 a distan-za di poche ore dal sisma che ha colpitoL’Aquila e molti paesi dell’Abruzzo, io insie-me ad altri cinque volontari dellaProtezione Civile di Fabrica di Roma, ilPresidente Alessio Capitoni, AlessandroMolè, Massimo Angeletti, GiulianoCostantini e Domenico Ciappici, siamopartiti per le zone messe in ginicchio dalterremoto. Alle ore 19.30 circa abbiamoraggiunto il campo a noi destinato,“Località Pianola”, a pochi chilometri daL’Aquila, assegnatoci dai responsabili dellaProciv Arci. Appena svolte le rituali proce-dure di registrazione, si è subito passatialla fase operativa. Il nostro compito eraquello di mettere in piedi una tendopoli nel

campo sportivo di Pianola, così, alle primeore dell’alba, insieme a tanti altri volontaridella Protezione civile provenienti da tuttal’Italia, abbiamo iniziato a scaricate letende dai container per poi montarle.Mentre si allestiva il campo, i volontaridella Prociv Arci di Capo Rizzuto, comple-tavano la tenda mensa e le relative cucineda campo. Nell’arco di poche ore la tendo-poli era completa di tutti i servizi e le strut-ture per ospitare la popolazione, duramen-te colpita dal sisma. Il giorno 7 aprile altritre volontari della Protezione civile diFabrica di Roma (VT); Roberto De Montis,Teresa Noviello e Monia Tamburi, ci hannoraggiunto al campo, mettondosi subito adisposizione, catalogando e distribuendo

generi alimentari di prima necessità. Il giorno 8 aprile, tutti noi ci recammo aL’Aquila, fin dal primo momento ci fu chia-ra la situazione e quanto il sisma era statoviolento. Il centro storico della città eracome scomparso, un odore di polvere edisperazione era presente in ogni via, piaz-za o vicolo, le strade erano percorse soloda mezzi di soccorso, tutti i soccorritorierano impegnati a ritrovare sotto le mace-rie, persone ancora in vita, era una conti-nua lotta contro il tempo. Assistemmo insilenzio al ritrovamento di un ragazzo di 30anni ormai privo di vita, tutte le macchineoperatrici si fermarono e un silenzio sur-reale accompagnò quel terribile momento.Purtroppo queste improvvise interruzionifurono molte nei giorni seguenti. La permanenza di noi volontari al campo diPianola si prolungò fino al giorno 10 aprile2009. Nel frattempo, altri nostri volontaririmasti in sede a Fabrica di Roma, insiemead un gruppo di ragazzi del paese, si orga-nizzavano per raccogliere generi alimenta-ri di prima necessità e fondi da destinareai terremotati. Tutta la popolazione harisposto prontamente e con molta genero-sità. Non c’è dubbio che il popolo italiano,quando è di fronte a sciagure di questaportata, ritrova i veri valori, e la parolasolidarietà prende il posto di tante altrefutili parole.

Giovanni FrancolaVice Presidente della Protezione

civile di Fabrica di Roma

EEsscc lluuss iivvoo

TTeerr rreemmoottoo iinn AAbbrruuzzzzoo

ROMA PER L’AQUILADue grandi eventi per aiutare la popolazione abruzzese colpita dal terremoto. Così la Città di Roma, attraverso la sensibilità e lapartecipazione di moltissimi nomi del mondo musicale e dello spettacolo, intende contribuire anche in maniera concreta alla ricostru-zione in Abruzzo. Martedì 12 maggio, nelle prestigiose cornici dell’Auditorium Parco della Musica (Sala Sinopoli, viale Pietro DeCoubertin) e del Gran Teatro (viale Tor di Quinto), avranno luogo contemporaneamente due maratone dedicate rispettivamente al“jazz” e al “pop, canzone d’autore e teatro”. Gli appassionati di jazz si potranno riunire alle 20.00 a Viale de Coubertin, con un bigliet-to di 15 Euro, per ascoltare i seguenti musicisti: Marcello Allulli, Luca Bulgarelli, Steve Cantarano, Giovanni Ceccarelli,Roberto Cecchetto, Paolo Damiani, Stefano Di Battista, Furio Di Castri, Riccardo Fassi, Claudio Filippini, Roberto Gatto,Maurizio Giammarco, Javier Girotto, Rosario Giuliani, Davide Grottelli, Giovanni Guidi, Alessandro Gwis, Dick Halligan,Antonio Jasevoli, Rita Marcotulli, Carla Marcotulli, Francesco Mazzeo, Fausto Mesolella, Simona Molinari, AdaMontellanico, Nada, Massimo Nunzi, Ivo Parlati, Maria Pia De Vito, Enrico Pieranunzi, Enzo Pietropaoli, FrancescoPonticelli, Francesco Puglisi, Michele Rabbia, Raiz, Marcello Rosa, Antonello Salis, Sandro Satta, Fabrizio Sferra,Daniele Tittarelli, Giovanni Tommaso, LorenzoTucci. All’interno della serata sarà proiettato il filmato Terremoti di RobertoTorelli. Presentano Rocco Papaleo e Dario Salvatori. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Culturale Il Suono Interiore. Tuttol’incasso della serata sarà devoluto al Comitato Promotore Tempera. Chi invece apprezza il pop, e non solo, potrà recarsi al Gran Teatro (biglietto da 10 a 20 Euro) dove alle 21.30 una grande staf-fetta teatral-musicale vedrà coinvolti Alex Britti, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Sergio Cammariere, Dario Vergassola,Andrea Rivera, Luca Barbarossa, Marco Conidi, Filippo Gatti, Filippo Graziani, Momo, Antonio Rezza e Flavia Mastrella,Claudio Santamaria, Riccardo Sinigallia. Saranno inoltre invitate a parlare sul palco anche alcune vittime del sisma e dei soccor-ritori, che testimonieranno l’attuale situazione dei lavori di ricostruzione nei paesi colpiti dalla sciagura. L’iniziativa, nata da un’idea delcantante e attore Andrea Rivera, che conduce la serata, è firmata nella regia e direzione artistica da Pepi Morgia. L’intero incassodelle serata sarà devoluto alla Protezione civile per l’Emergenza Abruzzo.

DUE TESTIMONIANZE DI VOLONTARI NELLE ZONE TE

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Campo de’ fiori 27EEsscclluussiivvooTTeerrrreemmoottoo iinn AAbbrruuzzzzoo

La notte terribileSono le 3.32 del 6 Aprile 2009.E’ notte fuori, il buio avvolge le casecome una soffice coperta e ognunoal caldo, sotto le lenzuola, se ne stasolo con se stesso e i suoi progetti.Potrebbe sembrare una notte cometante altre, fatta di sogni, di ricordi,di speranze, di sms.Tra poco sarà l’alba di un nuovogiorno, dove la vita, dopo il nottur-no sonno ristoratore, riprenderà isuoi ritmi giornalieri, come ieri,come oggi, come domani.Questa, però, è una notte strana..una notte di dolore, di morte, didistruzione.Sarà infatti ricordata come la notteche ha sconvolto l’Abruzzo, passeràalla storia come “La terribile notte”.In questo numero, in questa pagi-na, ho deciso, quindi, di raccontareuna storia, non una storia qualun-que.. è il racconto di un volontariodella Croce Rossa che si è recato inAbruzzo per prestare soccorso aiterremotati.Emiliano, questo è il suo nome, ha sceltodi raccontare questa sua esperienza a tuttinoi, per farci capire come il terremoto siaterribilmente vicino a noi, quasi come sefosse una parte di noi e che inevitabilmen-te ha cambiato la vita degli Abruzzesi e dichi li ha aiutati.

“Il telefono ha squillato in piena notte,sono le 5. Domani si parte per L’Aquila, ilterremoto ha devastato l’Abruzzo. La notteormai passa insonne mi chiedo che cosasia successo, ma soprattutto che cosa tro-verò domani in quella terra martoriata.Sono le 22 del 7 Aprile, sono passateormai quasi 24 ore da quella prima male-detta scossa. Arriviamo a L’Aquila, lo spet-tacolo è devastante: macerie dappertutto,l’aria puzza di polvere, il silenzio è assor-dante, la tragedia si respira a pieni polmo-ni, gli occhi si smarriscono, si svuotano.Subito il mio pensiero corre a casa, allamia famiglia, ai miei amici e mi chiedo checosa sarebbe stato se tutto questo fossesuccesso a noi, a me, ai miei cari, a tuttiquelli a cui voglio bene.. poi però mi accor-go che persone che non conosco e chesono sotto le macerie sono oggi i mieiamici, la mia famiglia, dopotutto siamotutti Italiani, tutti figli di una stessaNazione.Provo a chiudere gli occhi, cercando di fis-sare ogni cosa che vedo nella mia mente,le uniche cose che però percepisco sonodistruzione e disperazione, ma anche esoprattutto tanta dignità.Mi dico che forse, anzi senza forse, per noi

tutto è scontato: ti alzi, vai a scuola o allavoro, torni a casa, esci con gli amici, conla ragazza.. vai a dormire e aspetti doma-ni.Invece così capisci che tutto è legato adun sottile filo che può spezzarsi da unmomento all’altro.Mi ripeto che in trenta secondi tutto puòcambiare e che la vita lascia il posto allamorte.. così, in un soffio.Non faccio in tempo a terminare questipensieri che sento subito un forte boato,una forte vibrazione: è la terra che torna atremare…un’altra scossa.Nel buio, la gente sembra come impazzita,tutti corrono in cerca di un riparo, una miacollega è caduta a terra. Io mi ritrovo acorrere incontro alle persone, vedo sgo-mento, occhi rossi e paura, tanta paura; ilsilenzio è squarciato dal boato del terre-moto che arriva a coprire anche le gridadella gente. L’aria sa di polvere, faccio fati-ca a respirare, a concentrarmi, poi pianpiano riprendo il controllo e mi adoperoper il compito che ho qui: devo aiutare,portare conforto, sorrisi, speranze.La nottata trascorre tranquilla, una tran-quillità relativa visto che le scosse di asse-stamento continuano e la disperazionealeggia tutta intorno a noi.Finalmente torna il mattino, la luce.Non c’è una casa che stia in piedi, tutto èmaceria, distruzione.Quella che vi ho appena raccontato è statauna giornata che mi ha cambiato la vita eche porterò con me per tutta la vita.Il nostro compito, per ora, lì è finito, la

prima emergenza è stata tamponata,siamo tornati a Civita Castellana, anche seio non volevo ripartire, sarei voluto rima-nere in Abruzzo, per poter aiutare. Sonoandato a L’Aquila perché sapevo di poterdare una mano, perché sapevo di esserepronto.Oggi siamo qui, a casa, che strano direcasa quando hai visto che tanta gente lapropria casa, intesa anche come famiglianon ce l’ha più.Mi porto tanta amarezza dentro, ma anchetanta speranza nel cuore, la speranza dipoter tornare a L’Aquila ed aiutare chi habisogno”.

Ringrazio la Croce Rossa e con essaEmiliano De Rinaldis che con le sue paroleha voluto soprattutto ancora una volta sot-tolineare che il terremoto è una ferita cheti lacera il cuore, che te lo spacca, lascian-doci sopra una enorme cicatrice, risultatodi tante cicatrici che si sono fatte largo nelcuore di ognuno di noi.L’Abruzzo saprà comunque rialzarsi, com-battere e reagire anche stavolta, chi scriveha sangue abruzzese e credetemi conoscebene il carattere “forte e gentile” di questaterra fatta di neve, di monti, di freddo, diestate, di mare… dove in ogni angolo, oggie per sempre continuerà a sentirsi l’eco delbattito del cuore di tante vite che hannosmesso di sognare quella maledetta nottedel 6 Aprile.

Immagine copyright © AP

di Letizia Chilelli

ERREMOTATE, IN ESCLUSIVA PER CAMPO DE’ FIORI

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Associazione Artistica IvnaArtisti di Vignanello, Vallerano, Corchiano, Civita Castellana condividono l’arte

L’esperienza artistica,inizialmente familiare diEmanuela Trombetti,diventa in giovane etàuna vera e propria cari-ca di energia vitale chele permette di agireesprimendosi con il lin-guaggio pittorico, scul-toreo, utilizzando tecni-che e supporti diversifi-cati.

Le scelte tecnico-stilistiche scaturisconodalla formazione ricevuta all’Istituto d’Artedi Roma e da numerosi corsi specialistici inambito creativo. Il vaglio dei soggetti si posiziona su unventaglio di opzioni, ambiti e posizioni cheindicano in modo inequivocabile il mondofemminile; è puntare i riflettori sullaDonna. Nel rappresentare la gamma di immaginidella stessa, inserite in uno spazio definitoe delimitato da un cerchio, la progressionetemporale permette di maturare una sortadi rappresentazione “stilizzata” e cromati-ca a punta di matita con linee pure conmeno colore rispetto alla prima generazio-ne di opere. Le linee pulite, il nero, il bianco risultanopiù efficacemente eloquenti nell’immissio-

a cura dellaProf.ssaMaria Cristina

Bigarelli

ne nello spazio circolare o sferico chesimboleggia la protezione, la tranquillità,la sicurezza della sensibilità d’animo,dell’amore gratuito…come quello di unamadre che echeggia in quello spaziocome un richiamo alla vita, al visceraledono materno. Le sue Donne, per lo più di spalle, con losguardo verso un punto lontano, sono ilsegno incarnato del ciclo vitale, segnodel superamento del contingente, il cuislogan “problems are what you seebehind the bridge” diventa importan-te nell’abilità di superare le difficoltà, lesofferenze percorrendo il “ponte” della

speranza !I palpabili bozzetti di Emanuelaprevedono un cerchio nel cerchioquasi ad indicare un mondo infi-nito ed un modo infinito dell’esi-stenza: il cerchio si chiude e lesue residenti decantano la vita, laproiettano verso l’eterno, sem-brano dormire, invece sono destee con esse tutti i loro sensi.L’intuizione diventa ragione quan-do i morbidi tratti di matita for-mano il chiaro scuro di luce e diacqua che regala un dolce movi-mento alle capigliature, talvoltacolmate di colore nella rarefazio-ne della realtà nel sogno, renden-do la sua arte una miscela sur-realista nella sua ampia estensio-ne e naif nell’uso parziale delcolore brillante. La prima ispirazione disegnataviene di tanto in tanto scolpita ingesso, in creta o in terracotta,realizzando figure femminili interza dimensione e bassorilievidalla preziosa e accurata minuzia.Qui l’artista trova la sua massimasoddisfazione quasi in attesa delsoffio vitale che muove il suo

ingegno, alimenta la sua passione e susci-ta pacata commozione.Un mondo quieto, riservato, pronto, però,a manifestarsi, come portavoce del valoredella debolezza e della forza della vita,quasi una sfida giocata a ciclo continuocon la tentazione di uscire dal cerchio, diabbandonare quel ricovero, quel rifugioprotetto e sicuro, un sogno che si realizzanella riservatezza del cuore, dell’azione,della mente della donna nella condivisionedel tempo infinito, eterno da dove arrivia-mo e verso dove andiamo.

EMANUELA TROMBETTI E LE SUE FIGURE FEMMINILI IN CERCHI INFINITI

Emanuela Trombetti

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30 Campo de’ fiori

Il giallo di una poesia

Avete presente uno di quegli armadiettiche si trovano fuori degli istituti bancari,nei quali, la solita voce della porta d’in-gresso ti ordina di depositare gli oggettimetallici prima di entrare?È un luogo del tutto insolito per lasciareuna poesia, che oltretutto di metallico nonha proprio nulla. Eppure questa poesia èstata ritrovata circa undici anni fa propriolì, in una delle cassette di sicurezza postefuori l’ingresso del Banco Roma di OstiaLido (Pontile). A ritrovarsela casualmente tra le mani èstato il sig. Mario Mele, all’epoca metro-notte, che si stupì, e decise di non gettar-la come un normale pezzo di carta, maistintivamente la conservò, dando così lapossibilità anche a noi di leggerla. Purtroppo non sappiamo nulla di essa, mala fantasia vola ed è bello immaginare chipossa averla scritta, per quale motivo esoprattutto perché decise di lasciarla pro-prio là, senza voler far sapere nulla di lui.Un titolo semplice, Pensiero; sette quarti-ne per un totale di 48 versi legati a due adue da rime baciate; in dialetto romane-sco. In fondo al foglio solo la data, molto

probabilmente il giorno in cui è stata com-posta: 11 febbraio 1998. L’argomento, affatto allegro, è la scompar-sa di un amico, sembrerebbe, ancora gio-vane e morto violentemente, al quale l’au-tore si rivolge, nella seconda strofa, con ilsoprannome affettuoso di “Cicci”, forsedatogli in gioventù. Un altro tema è legato a questo: il rincon-trasi, in una circostanza tanto amara, degliamici di un tempo, un po’ invecchiati.E poi il saluto finale, particolarmenteemblematico e significativo, “se vedemo”,un saluto che prima li avrebbe fatti rincon-trare il giorno dopo, ma che ora è senzatempo. Un quadro particolarmente belloed una riflessione particolarmente profon-da, arricchiti, e allo stesso tempo mitigati,dalla spensieratezza e dalla schiettezzadell’irresistibile dialetto romanesco.Chissà se un giorno potremo conoscere ilnome e magari il volto dell’autore.

Ermelinda Benedetti

PensieroL’ho pensata de notte, ‘sta poesia,

quann’er buio, te sembra, spazza’ viatutte le cattiverie, su ‘sta tera

e la vita m’appare…meno nera.

Qui, caro Cicci, tutto come prima,se parla de politica…de clima…

se chiacchiera de squadre e de palloni:la solita rottura de coijoni.

M’erano accanto, l’antro giorno, ‘n chiesa,tutti l’amici, co’ la faccia appesa

e appena che se semo rincontratime parevano tutti più ‘nvecchiati.

Hai notato ‘n’amico quante valeDa quanta gente c’era ar funeraleE s’hai contato tutti con un dito

L’hai visto che nessuno t’ha tradito.

Chi ce l’avrebbe detto, amico mio,de venìtte a trova’ davanti a Dio!S’è spento, er tuo vivere tereno,quanno tutto parèa così sereno.

M’hai fatto proprio tanta tenerezzaE m’è rimasta dentro l’amarezzaDe ‘na vita distrutta sur più bello

Da pochi, infami, corpi de martello.

Ma ‘n giorno, a senti’ la religgione,e nun credo se tratti d’illisione,

noi, tutti quanti, se rincontreremo.Allora, arivederci: se vedemo.

Potrete trovare tantissimi libri per adulti, bambini e ragazzi, presso la nostra libreria. Il 30 Aprile la nostra attività ha festeg-

giato i suoi 29 anni, grazie alla nostra tenacia e alla vostra fedeltà. Per tutto il mese di Maggio per festeggiare con voi l’e-

vento, praticheremo lo sconto del 15% su tutto il reparto libreria. Poter avere una libreria in un piccolo paese è una gran-

de ricchezza personale da non sottovalutare.

Non vi lascerò orfani - DariaBignardi. In genere il dolore, la sof-ferenza, soprattutto quella dell’animastravolge, spaventa, disorienta e, perlo più, non è compresa. Sembraimpossibile, ma concordo assoluta-mente con lei, quando dice di come,pur raccontando una morte, si puòparlare ed esprimere un punto pienodi vita. Soprattutto poi, quando siparla della perdite di una madre. Quisicuramente (fazioni) opinioni potran-no dividersi, ma rimane certa che lafigura materna ha un ruolo determi-

nante nella vita di ogni individuo nel bene e nel male, contutte le sue sicurezze ed insicurezze. Qualsiasi cosa si possa pensare non si è mai pronti a lascia-re o ad essere lasciati dai propri genitori e, soprattutto, dallapropria madre.

La clessidra della vita di Rita LeviMontalcini - Giuseppina Tripoli conRita Levi Montalcini. La sua vita ha per-corso la storia del XX secolo e l’inizio delterzo millennio, ma si può dire cha la storiaha segnato il suo cammino. Questo libro siprefigge lo scopo di avvicinare il lettore adun personaggio, che a cavallo di due seco-li, ha percorso un itinerario di vita emble-matico: premio Nobel per la medicina,senatrice a vita e promotrice di tante inizia-tive solidali di respiro internazionali.L’autrice, accanto a Rita Levi Montalcini da

circa quarant’anni, ha voluto ricostruire per temi il pensiero e ilsenso della vita della grande scienziata, riportando particolari inedi-ti della sua esistenza e componendo come in un mosaico le opinio-ni più chiare sulle questioni a lei più care: il rapporto fra ricerca edetica, il confronto con i giovani, il peso dell’intuizione nell’arte comenella scienza, e le grandi speranze per il futuro del mondo.

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Campo de’ fiori 31

“Il Fumetto”LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA

DEARSdelle PEACH-PIT – edito da Flashbook Edizioni – 8 volumi, conclusa

Divertente e fantastico.Le quattro autrici pesca-no a piene mani da unaltro manga: Chobits(vedi Campo de’ fiori n.44). La somiglianza colfumetto delle CLAMP èevidente, ma con qual-che accorgimento lePEACH-PIT riescono acostruire un’opera

abbastanza originale. La trama è, infatti,permeata da siparietti comici, da fanta-scienza e da alieni, i DearS… appunto. Unadi questi, Ren, finisce nella casa di Takeya,protagonista della serie. I DearS, dopoaver subito un guasto alla propria astrona-ve, atterrano sulla Terra. Lì trovano un’ac-coglienza calorosissima e scoprono che laschiavitù è abbandonata da tempo. Perquesto, nascondono la loro natura dischiavi che li obbliga a esaudire ogni desi-derio dei loro padroni per integrarsi con lapopolazione che li ospita, lasciando ampiospazio allo scambio culturale nelle variescuole. Ma l’indole di questi alieni è troppoforte e ogni DearS si legherà profonda-mente ad una particolare persona, chediventerà il suo “Padrone”. Dal momentoche la felicità dei DearS deriva totalmentedal compiacere ogni desiderio del propriopadrone, una volta integrati si mettonoalla ricerca di una persona da servire. Solola prosperosa Ren si ostina da subito avoler essere la schiava di Takeya. Questoperché l’aliena è difettosa e il protagonistadella storia cercherà in tutti i modi di farlecambiare questo atteggiamento, facendo-la diventare una “persona normale”. Ciriuscirà? Il resto del fumetto è centrato suquesto legame e sulle conseguenze cheporterà. La trama è estremamente legge-ra, adatta a chi vuole staccare la spinadalla realtà per navigare tra i flutti dell’im-maginazione. I personaggi sono ben carat-

terizzati, avendo tutti unaspiccata personalità. I tassellidisseminati durante la storiavanno a formare un mosaicosenza buchi, anche se ci sonodei passaggi comici un po’forzati. La comicità è uno deipunti di forza di questomanga, anche grazie allo stileche si presta molto a questogenere. I personaggi, infatti,sono disegnati in maniera“pacioccosa” e spesso insuper deformed. Tale terminesi riferisce a un particolarestile caricaturale di disegno,legato soprattutto al mondodei manga e del golf. I perso-naggi ridisegnati in stile“super deformed” assumonole proporzioni e la simpatia diun antenato: nasi enormi,corpo rotondeggiante, e testache occupa un terzo dell’al-tezza corporea. Il manga ècostellato da situazioni chesfiorano il piccante (tra Ren eTakeya), ma non sfociano mainel volgare e, quindi, è unfumetto che può essere lettoda tutti. Se volete passarequalche ora di divertimento,dimenticandovi del mondo reale, compra-telo… ne vale la pena! Questo fumetto,come altri ben fatti, ha il potere di farvievadere dalla realtà per finire dentro letavole del manga e vivere in prima perso-na le emozioni dei personaggi, tifare per ilvostro eroe, poiché siete parte integrante

dell’opera… non lasciatevi scappare questa“magica” esperienza.

Lascio l’indirizzo del mio blog:http://danielevessella.blogspot.com/

di Daniele Vessella

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Campo de’ fiori32

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LA STORIA DEL CIMITERO DICIVITA CASTELLANA

...continua dal numero 58

L’11 Ottobre 1880, la Regia Prefettura diViterbo, allarmata dalle continue denunciesullo stato di degrado del Nuovo Cimiterodi San Lorenzo, invia degli ispettori conl’incarico di predisporre una circostanziatarelazione sanitaria sullo stato dei luoghi:rifiuti, erbacce e in particolare l’acqua sta-gnante nelle fosse mortuarie, con la pro-duzione di miasmi, dovuti alla decomposi-zione organica, che si trasmettono fino alcentro abitato. I Tecnici Prefettizi propon-gono, allora, di costruire un nuovo impian-to di drenaggio delle acque piovane, deiloculi in muratura e di allargare il cimiterocittadino inglobando il complesso conven-tuale di San Lorenzo, destinando la Chiesadel Bernini all’Ufficio delle celebrazioni reli-giose e dei funerali e l’annesso convento asede dei servizi tecnici del cimitero e a laz-zaretto date le continue e frequenti epide-mie di colera che sul finire dell’800 fune-stano tragicamente Civita Castellana. Il 14Ottobre 1888, la Direzione Generale delDemanio, proprietaria del complesso con-ventuale di San Lorenzo - bene demanialepubblico pertanto invendibile e inalienabi-le -, su disposizione della Regia Prefetturadi Viterbo, è disposta a cedere a titolo

oneroso al Comune di Civita Castellana laproprietà dell’intera struttura religiosa pergli scopi stabiliti dalla relazione prefettizia,obbligandolo nel contempo alla sua perio-dica manutenzione e a tenere aperta alpubblico culto la stessa Chiesa. Una ces-sione particolarmente onerosa che ilComune non è disposto a pagare date leristrettezze economiche delle sue finanze,tanto da dare origine a un lungo conten-zioso legale, fino all’ultimatum ministerialeche di fatto obbliga il Consiglio Comunaledel tempo ad accettare la predetta con-venzione, altrimenti l’intero complessosarebbe stato venduto ad una pubblicaasta. Nel frattempo in Roma, in data 10Settembre 1882, presso il Ministero per gliAffari Interni sezione Fondo per i Luoghi diCulto, viene stipulato, tra Comune e FratiFrancescani del Convento, l’atto di cessio-ne del Convento con un inventario delleinestimabili Opere d’Arte, suppellettili epreziosi dipinti, nonché arredi sacri pre-senti nella struttura.L’atto di stipula risulta suddiviso in treparti: la prima comprende l’elenco dei beniceduti, la seconda l’atto formale di conse-gna e la terza il minuzioso elenco deglioggetti sacri e non esistenti, con la deter-minazione del valore complessivo del bene

ceduto. L’elenco dei beni consta dellaChiesa Berniniana e del vasto complessosotterraneo, dell’annesso convento su duelivelli con la biblioteca, del refettorio, dellecucine e delle celle dei frati, dei magazzi-ni, e dell’ampia superfice utile, per il rico-vero degli animali e delle derrate agricolee dei terreni, coltivati con un ampio bosco,per una superfice complessiva di circa 20ettari. La terza parte comprende l’elencodegli arredi sacri: i dipinti esistenti all’in-terno della Chiesa di pregevole stile baroc-co, il maestoso coro in legno di quercia,tutto l’arredo interno come genuflessori,panche e confessionali su disegno berni-niano, le altre opere esistenti nella sagre-stia e, infine, la ricca e vasta biblioteca.Per quanto attiene al valore di stima del-l’intero compendio, rapportato al sistemain euro attualmente vigente il valore com-plessivo si aggira intorno ai cinque Milionidi Euro. Il 28 Aprile 1884, in Roma, nellasede del Ministero di Grazia e Giustizia invia Arenula, alla presenza del Sindaco, delSegretario Comunale, di alcuni Assessori,presenti importanti Funzionari Ministeriali,viene stipulato il definitivo atto notarile dicessione in enfiteusi perpetua al Comunedi Civita Castellana del complesso conven-tuale di San Lorenzo con annessa Chiesaper il canone annuo di £.38,40.Completati i passaggi amministrativi, ven-gono avviati importanti lavori edili: restau-rata la Chiesa destinata alle funzioni reli-giose, la nuova camera mortuaria, il depo-sito del carro funebre, il convento destina-to a lazzaretto completo di tutte le attrez-zature e realizzazione del complesso deiloculi a pianta quadrata posto al terminedel viale dei cipressi.Le somme stanziate per i lavori straordina-ri ammontano a £.7.000,00.Nel frattempo, nel 1893, viene definitiva-mente soppresso il vecchio cimitero di SanGiorgio e con un solenne funzione religio-sa officiata dal Vescovo, le ossa dei defun-ti vengono traslate nel nuovo cimitero diSan Lorenzo.

continua sul prossimo numero...

di Enea Cisbani

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Campo de’ fiori 33

Modi di direModi di dire

Perchè i cani hanno il naso umido?

Il naso dei cani è dotato di ghiandole sudoripare e, non appena questi simuovono, suda. Quando dormono, invece, le narici si asciugano.

Questo vuol dire che il loro sistema di controllo della temperatura funzionaperfettamente.

La secchezza delle narici, anche in fase di movimento, non è però sempre sin-tomo di malessere, perchè può dipendere anche da fattori ambientali.

E’ consigliata, tuttavia, in questo caso, una visita veterinaria.

La rubrica dei perchè? La rubrica dei perchè?

La spiegazione di questo frequentissimo modo di dire è stata data dal lessicografo Giacchi, il quale sirifà ad un antico aneddoto molto simpatico. Una donna, piuttosto bugiarda e chiaccherona, ma anchemolto devota, pregò più volte il suo confessore di suggerirle un rimedio per tenere a freno la sua lin-gua e non commettere più questo tipo di peccato. Il sacerdote, allora, le diede una boccetta piena d’ac-qua del pozzo, raccomandasi che la tenesse sempre con sé, così, quando stava per dire qualcosa dipoco buono, doveva metteva qualche goccia dell’acqua in bocca e tenervela finchè la voglia non lefosse passata. Lo stratagemma, tanto semplice, fu anche tanto efficace, a tal punto che la donna considerò quell’acqua miracolosa.

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Acqua in bocca

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Campo de’ fiori34

Le storie di

Max

Renato Fiacchini, giova-ne romano aspirantecantante, frequenta ilmitico locale degli anni’60, il Piper Club, chesarà il suo, ma non soloil suo, trampolino di lan-cio. La discoteca di ViaTagliamento 19,costruita inizialmente

per essere una sala cinematografica, acausa di una negata agibilità, viene tra-sformato, dai suoi proprietari, l’avv.Alberico Crocetta e Giancarlo Bornigia, inuna sala da ballo del tutto innovativa,avanti col tempo. Sono infatti luci psiche-deliche, pedane luminose e musica assor-dante a farla da padrone. Tutti elementicompletamente nuovi, ma destinati adavere un successo tale da entrare nellavita dei giovani di allora e, ancor più, dioggi. Le ragazze si distinguevano per leminigonne, copiate alle giovani coetaneelondinesi, mentre i ragazzi portavano icapelli lunghi o a caschetto, per imitare ipiù amati Beatles. Ma non solo i giovani sconosciuti romaniaffollavano il locale. Esso era normalmen-te frequentato anche da personaggi famo-si della Roma bene, attori, registi, produt-tori, sportivi, e per questo il Piper non erapiù solamente un luogo dove ballare edivertirsi a suon di musica assordante, mauna sorta di “ufficio di collocamento”,come lo ha definito lo stesso Zero in unaintervista. E’ da lì che hanno preso il via,infatti, Loredana Bertè e la sorella maggio-re Domenica, chiamata da tutti Mimì e poiMia Martini, la veneziana NicolettaStrambelli, successivamente conosciutacon il nome di Patty Pravo, StefaniaRotolo, una show girl stroncata giovanissi-ma da un male incurabile, Mita Medici,Giuliana Valci. Non disdegnavano quellocale anche Gabriella Ferri, Romina

Power, Anita Pallenberg. Si alternavano sulpalco gruppi emergenti di quel periodo:New Dada, Corvi, Delfini, Dino e i kings,Rocchetti, Bad Boys, Caterina Caselli e gliAmici, mentre si erano fatti già conoscerei Rokes, gruppo inglese, che aveva inau-gurato il locale, chiamati da Teddy Reno.Subito dopo il successo del 45 giri Ragazzotriste della Pravo, del ’66, edito dalla RCA,è la volta di Renato Fiacchini che per lastessa casa discografica romana, incide il

suo primo disco con Non basta, sai e Inmezzo ai guai, il primo composto daGimmy Fontana con parole di GianniBoncompagni, già notissimo grazie allasua Bandiera Gialla. Renato decide, però,di trovare per sé un nome d’arte, sosti-tuendo il meno convincente Fiacchetti conZero.

continua sul prossimo numero...

di Sandro Anselmi

Dal Piper Club ai grandi successi

Renato Zero

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Campo de’ fiori 35

III ° RASSEGNA TEATRALE “ANCHISE MARCELLI”ASSEGNATI I PREMI AI VINCITORI

Sabato 18 Aprile, al teatro Palarte diFabrica di Roma, si è svolta la cerimonia dipremiazione delle compagnie finaliste par-tecipanti alla 3° edizione del “PremioAnchise Marcelli”. Il concorso nazionale diteatro, al quale si sono iscritte 75 compa-gnie amatoriali da tutta Italia, ha avuto ilsuo epilogo con l’assegnazione dell’ “Arcod’Oro”, un’ opera del noto artistaFerdinando Sciarrini. La cerimonia di pre-miazione, diretta da Claudio Ricci, consul-tore, e dal Direttore Artistico CarloCiaffardini, ha visto alternarsi sul palcosce-nico sia i vincitori, per ritirare la targaricordo, sia giovani artisti del nostro com-prensorio. La scuola di danza “HoneyDance” di Civita Castellana ha aperto leesibizioni, seguita dal giovane cantanteDario Guidi, per concludere con la sor-prendente “Orchestralunata” diValleranno, diretta dal Maestro MaurizioGregori. La serata ha avuto il suo prologocon la premiazione, alla presenzadell’Assessore alla Pubblica Istruzione diFabrica Mauro, Mizzelli, e del Preside Prof.Mariano Ghirighini, di quattro giovani stu-denti della Scuola Media, per alcuni com-ponimenti sulle opere in concorso. La

Compagnia Partenopea di CanaleMonterano, pur non vincendo premi, èstata applaudita per le nomination diCarmine Ferrara, come miglior attore, edAnna Langella, come miglior attrice. LaCompagnia Partenopea di Verona, direttada Franco Modaudo, si è aggiudicata ilPremio Speciale della Giuria, per esserestata, per tre anni consecutivi, la compa-gnia che ha registrato le maggiori presen-ze di pubblico. Si è aggiudicata il PremioGradimento del Pubblico, con una votazio-ne di 9,28, la Compagnia Del Pierrot diNapoli, con Taxi a due piazze, che si èanche aggiudicata la palma del MigliorAttore con Mario Troie. Si è classificata al3° posto la Compagnia del Piccolo Teatrodi Terracina, diretta da Roberto Percoco,che ha vinto inoltre il premio per la migliorAttrice non Protagonista con Darina Rossiin Rumori Fuori Scena. La compagnia AlCastello di Foligno, diretta da ClaudioPesaresi, con La Pulce nell’Orecchio, si èaggiudicata il maggior numero di premi,collezionando il 2° posto come migliorcommedia, il premio ad Andrea Paris,come miglior Attore non Protagonista, ed ilpremio migliore Attrice con AlessandraMarini. Il premio per la migliore regia è

andato a Franco Checchi della CompagniaGAD di Pistoia, che ha portato in scenaL’Opera da tre soldi di Bertholt Brecht.Franco Checchi dalle mani del SindacoGiuseppe Palmegiani e da quelle dellaSig.ra Andreina Marcelli, figlia di Anchise,al quale è intitolato il premio, ha ricevutol’opera “L’Arco d’Oro”, premio alla migliorecommedia di questa 3° edizione della ras-segna fabrichese. Erano presenti alla sera-ta la Sig.ra Gianna Scoponi, in rappresen-tanza della FITA Lazio e la Presidente dellaUILT regionale, Sig.ra Stefania Zuccari. IlSindaco Palmegiani ha voluto sottolinearei meriti degli organizzatori della manifesta-zione, ossia la Presidente della Pro LocoStefania Stefanucci e del Direttore ArtisticoCarlo Ciaffardini, che sono stati capaci inquesti tre anni di portare il Premio Marcelliad un elevato livello qualitativo, in gradodi affermarsi come punto di eccellenzateatrale per il pubblico della Tuscia. Al ter-mine dei dovuti ringraziamenti ai ristoran-ti Circolo Roma, l’Acquaforte e Chiaro diLuna, che offrono il pranzo alle compa-gnie. La cena di Gala all’Hotel Aldero, chele ospita gratuitamente durante l’anno, haconcluso, in un clima festoso e convivialela riuscitissima rassegna dell’anno 2009.

Da sinistra: Andreina Marcelli, il Sindaco Palmeggiani, Carlo Ciaffardini, Franco Checchi,due attori GAD Pistoia, Vallette, President della Pro Loco Stefania Stefanucci, Claudio Ricci.

da sinistra: - Sig.ra Andreina (figlia diAnchise Marcelli al quale è intestato il pre-

mio), il direttore artistico Carlo Ciaffardini, ilSindaco di Fabrica Giuseppe Palmeggiani, il

Sig. Franco Checchi regista ed interpreteMiglior Commedia “l’Opera da tre soldi” di

Bertholt Brecht

foto di Sara Boccabella

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di Riccardo Consoli

Correvano gli anni ‘20 del secolo scorso,l’economia americana andava al massimotanto che il 4 dicembre del 1928 ilPresidente Calvin Coolidge, nel suo mes-saggio sullo Stato dell’Unione, potevaaffermare:“ ... mai un Congresso degli Stati Uniti si ètrovato di fronte ad una prospettiva piùgradita, ... possiamo considerare il presen-te con soddisfazione, il futuro con grandeottimismo ... ”Proprio in quegli anni Walt Disney, alColony Theatre di New York presenta ilsuo primo cartone animato con protagoni-sta “Mickey Mouse” personaggio chesarebbe diventato simbolo, come nessunaltro, del vero americano, Charlie Chaplinrealizza il film “il Circo”, Alfred Hitchochpresenta il film “Easy Virtue”, l’Accademiaof Motion Picture Arts and Scientes inau-gura il “Pemio Oscar”, George Gershwinpresenta “Un americano a Parigi”, BertoldBrecht propone al mondo “l’Opera da duesoldi”, la produzione automobilistica rag-giunge vette inimmaginabili, si arriva aprodurre cinque milioni di unità in un soloanno e il Paese offre la sensazione este-riore di un assoluto benessere e l’atmosfe-ra non sarebbe potuta essere più euforica.Accade però che per una concomitanteserie di motivi che, naturalmente, nonricordiamo in questa sede, sopraggiungeinaspettatamente quel drammatico giovedìnero di Walt Street, quel 29 ottobre 1929,che dà inizio a quella che sarebbe statadefinita The Great Depression - la grandedepressione al punto che, negli anni cheseguirono, il problema divenne uno ed unosolo ossia, risalire il più rapidamente pos-sibile la china in cui si era precipitati dopola rovinosa caduta dell’economia america-na.In tale contesto, persino le poche organiz-zazioni comuniste dei lavoratori, confluiro-no nelle fila delle cosiddetto AmericanFederation of Labor, allo scopo di sostene-re e fornire, assieme ai lavoratori da que-sta organizzati, l’elezione a Presidente diFranklin Delano Roosvelt, l’uomo del NewDeal che avrebbe restituito grinta e ottimi-smo ad una società che aveva voglia dirimboccarsi le maniche e guardare al futu-ro e che si era presentato all’elettoratocon queste parole:“ ... questa non è una chiamata politica,questa è una chiamata alle armi, datemi ilvostro aiuto per vincere questa crociata

che restituisca l’America al suo popolo ... ”La trionfale elezione avviene l’8 novembre1932 e, con questa, anche in virtù dellasituazione generale, appare ormai indila-zionabile procedere all’abrogazione di quelfamigerato 18° Emendamento allaCostituzione che, nel gennaio 1920, adaltro non era servito se non ad alimentarein misura straordinaria la delinquenzaorganizzata, ossia, quella che era divenutauna delle potenze più determinanti per ilPaese.Avviene così che, il 16 febbraio 1932, sol-tanto pochi mesi dopo l’elezione delPresidente Roosvelt, il Senato Americanoapprova il 21° Emendamento allaCostituzione con il quale viene restituitoagli americani quel sorso di wisky che, pertredici anni, pur non essendo venuto real-mente a mancare, si era dovuto ricercarenella clandestinità ingrossando, in talmodo, i conti bancari della delinquenzaorganizzata che, sopratutto su tale com-mercio, aveva costruito il suo impero.Naturalmente dovettero passare alcunianni però, a costo di non pochi sacrifici econ il rilancio dell’iniziativa privata, lepaure provocate dal giovedì nero di WaltStreet, un po’ per volta, svanivano; ilPresidente Roosvelt stava mantenendo lepromesse fatte durante la campagna elet-torale ossia, quella di garantire, entrobreve tempo, una moneta solida da difen-

dere a tutti i costi; l’economia nazionale,seppure a fatica, stava dimostrando che ipresupposti esistevano e che si stava final-mente imboccando la strada della ripresa,le cose stavano andando a posto.Anche nel mondo del Jazz, al quale noisiamo interessati, le reazioni positive nonmancarono, questo mondo non era dicerto sparito in quei tristi anni, anche semolti musicisti si erano visti costretti a tro-vare altri lavori a causa della pochezzadegli ingaggi dovuta alla situazione gene-rale del Paese; in un modo o nell’altro,riuscirono a vivacchiare in attesa che qual-cosa di nuovo accadesse e qualcosa dinuovo accadde veramente.In linea e in armonia con il clima euforicoche andava via via delineandosi, il Jazzespresse un nuovo corso che poggiò le suebasi su quella evasione che affannosa-mente il popolo americano ricercava; ilsimbolo della grande svolta che avrebbecaratterizzato la nuova situazione storicadel Jazz e della società, venne rappresen-tato da un bianco e occhialuto clarinettistaproveniente da Chicago che aveva adatta-to il linguaggio musicale dei neri del Delta,il suo nome è Benjamin David Goodman.

continua sul prossimo numero...

Benjamin David Goodman

Page 37: Rivista 59

Campo de’ fiori 37

Cos’ è un HUB nel trasporto aereo

dell’aviazione civile?In questi ultimimesi si è fatto ungran parlare, suimezzi di comunica-zione di massa,delle problematicherelative alla ubica-zione di un altroHub aereo pressol’aeroporto di

Malpensa. Io personalmente sono contra-rio alla realizzazione di un altro Hub, oltrequello già esistente a Fiumicino. La sceltaspetta comunque alle autorità preposte el’argomento non è oggetto di questo arti-colo; mentre lo è la spiegazione tecnica dicosa sia un Hub aereo.Innanzitutto vediamo cosa significa lette-ralmente Hub in generale. E’ un vocaboloinglese che, tradotto letteralmente inItaliano, corrisponde alla parola mozzo.Tutti conosciamo il mozzo delle ruote dibicicletta, dove sono attestati i razzi chepartono ed arrivano dalla e sulla circonfe-renza del cerchione; ebbene, in analogia aquesta semplice realizzazione meccanica,lo stesso concetto e la stessa parola,(Hub) è stata utilizzata nelle reti di teleco-municazioni, in quelle informatiche, non-ché in quelle del trasporto stradale, ferro-viario ed aereo. Detto questo, si capisceche possono esistere Hub telefonici dovearrivano e ripartono le linee; Hub informa-tici dove arrivano e ripartono collegamentifra computer; Hub stradali, dove arrivanoe ripartono numerose strade (per esempioil GRA di Roma); Hub ferroviari dove arri-vano e ripartono numerose linee ferrovia-rie (stazione Termini di Roma) ed infineHub aerei, dove arrivano e ripartononumerosi collegamenti aerei (Fiumicino).Se vogliamo tradurre, non letteralmente inItaliano, il concetto di Hub relativo al tra-sporto aereo, la frase a mio avviso, piùappropriata è: nodo di scambio fralinee aeree. Come al solito, è più imme-diato e più veloce il vocabolo inglese,anche se, sempre a mio avviso, la nostralingua è più precisa e descrittiva.Alla luce di quanto affermato, si capisce

che il concetto di Hub aereonon è riferito ad un aeropor-to, ma all’utilizzo dello stessoda parte di una determinatacompagnia aerea. Per esem-pio, fino a questo momentol’Alitalia ha utilizzatoFiumicino come Hub per leproprie linee aeree; un’altracompagnia potrebbe utilizza-re lo stesso aeroporto manon come suo Hub. In genere le compa-gnie di bandiera ubicano il proprio Hubnell’aeroporto principale del proprio Stato,normalmente nei pressi della capitale;qualche volta, però, la conformazione delterritorio obbliga la scelta in altre città; peresempio la compagnia di bandiera tedescaLufthansa ha il proprio Hub a Colonia enon a Berlino.Ma, perché per una compagnia del tra-sporto aereo, si ha la necessità di accen-trare i collegamenti in un determinatoaeroporto e non istituire voli diretti? Larisposta è categoricamente precisa: ilcosto del volo è di gran lunga più conve-niente, sia per il passeggero che per lacompagnia ed inoltre, si aumentano le fre-quenze dei voli per tutte le destinazioni.Per capire meglio, faccio un esempio: seprendiamo un piccolo aeroporto del sudItalia, come Trapani ed immaginiamo cheun ipotetico passeggero si debba recare involo a Bergamo, egli non potrà avere adisposizione un volo diretto, perché maga-ri da Trapani a Bergamo vi sarà un flussodi passeggeri di 100 persone al mese, percui la compagnia esercente il volo, dovreb-be effettuare un volo al mese, per rientra-re nelle spese, compatibilmente con ilcosto per il passeggero. Il povero viaggia-tore di Trapani dovrebbe aspettare unmese per recarsi a Bergamo in aereo!Se il lettore mi permette una battuta indialetto: “farebbe prima co’ ‘a romanord-de!”Se invece si adotta il sistema ad Hub, sipotrebbe effettuare un volo giornalieroverso Fiumicino, dove tutti quelli che daTrapani si recano in varie destinazioni

nazionali o anche internazionali, utilizzanolo stesso aereo; magari le persone chevanno verso tutte le destinazioni e chepartono da Trapani giornalmente sono piùnumerose! Il nostro ipotetico passeggerodi Trapani, arrivato a Fiumicino, trovamagari 4 voli giornalieri per Bergamo, per-ché a Fiumicino transitano anche i pas-seggeri per Bergamo, provenienti da variaeroporti del sud Italia nonché da aero-porti esteri. La convenienza per il passeg-gero in questione, è quella di pagare moltomeno il volo e di averlo con maggiore fre-quenza. Per la compagnia invece, la con-venienza è quella di offrire un servizio piùefficiente, con un notevole risparmio gra-zie all’accentramento delle maestranze,delle apparecchiature nonché delle strut-ture edili, necessarie per le operazioni dimanutenzione sugli aeromobili, previstedall’ICAO (vedere nota 1) obbligatoria-mente.Ritengo che quanto detto sia abbastanzaper capire cosa sia un HUB di linee Aeree.

Nota 1L’ICAO è l’ente internazionale sotto la direzionedell’ONU che emana le regole alle quali debbo-no sottostare tutte le autorità aeronautichemondiali sia civili che militari. L’acronimo ICAOsta per: International Civil AeronauticalOrganization. In poche parole l’ICAO regola leoperazioni di volo di un aeromobile a prescin-dere dalla compagnia esercente. L’esercizio deltrasporto aereo da parte delle compagnie(movimento passeggeri e bagagli, agenzie diviaggio, sale di attesa negli aeroporti, biglietti,etc…etc..) viene invece regolato da un altroente internazionale, il cui acronimo è IATA(International Air Transport Association).

di Arnaldo Ricci

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Campo de’ fiori38

FESTIVAL INTERNAZIONALE DI ORGANO E STRUMENTI ANTICHI

Quest'anno il Festival non si svolgerà nel consueto periodo di Agosto e Settembre, maoccuperà un periodo molto più ampio che va dal 18 Aprile sino al 27 Dicembre. L'altra

novità è che il Festival, per alcuni concerti, esce da Orte per recarsi in luoghi prestigiosicome Viterbo, Roma, Civitavecchia, Terni, Perugia, ecc. Ed è quindi con molto piacere

che diamo informazione sul programma della prima parte:

SABATO 18 APRILE, ORE 19.15 - ORTE - CHIESA DI SAN FRANCESCO: L'anciae l'arco - Andrea Mion, oboe - Paolo Zuccheri, violone e viola da gamba - Enrico

Mazzoni, clavicembalo

SABATO 9 MAGGIO, ORE 19.15 - ORTE - CHIESA DI SAN FRANCESCO: TraRoma e Parigi - Laura Pontecorvo, traversiere - Salvatore Carchiolo, clavicembalo

SABATO 16 MAGGIO, ORE 17.00 - ORTE - BASILICA CATTEDRALE DI SANTAMARIA ASSUNTA: L'organo barocco in Italia - Adriano Falcioni, organo

DOMENICA 17 MAGGIO, ORE 18.30 - ORTE - PIAZZA DELLA LIBERTA':Concerto per i Santi Martiri - Banda Musicale Città di Orte - Armando Fiabane, direttore

SABATO 30 MAGGIO, ORE 18.30 - ORTE - CHIESA DI SAN FRANCESCO:Concerto Romantico - Yvonne Timoianu, violoncello - Christoph Cornaro, pianoforte

SABATO 20 GIUGNO, ORE 17.30 - VITERBO - CHIESA DI SANTA MARIADELLA VERITA': Musiche virtuosistiche del XX secolo - Adriano Falcioni, organo

SABATO 27 GIUGNO, ORE 19.15 - ORTE - CHIESA DI SAN FRANCESCO: Unsolo cammino-Evangelina Mascardi, chitarra barocca-Lincoln Almada,arpa e percussione

SABATO 11 LUGLIO, ORE 19.15 - ORTE - BASILICA CATTEDRALE DI SANTAMARIA ASSUNTA: L'organo barocco in Italia e Germania - Johannes Skudlik, organo

Per informazioni: ASSOCIAZONE CULTURALE INCONTRI MEDITERRANEI - PALAZZOARCHI - VIA PRINCIPE UMBERTO, 16 - ORTE (VT) - 0761.402893 - 333.2214656 -

www.cittadiorte.it

16 Maggio 2009

2° Festa del

bambinoPROGRAMMA

ore 15:00

ritrovo al parco 1° Maggio

(boschetto)

ore 15:30

tiro alla fune - ruba bandiera

scuola danza

gioco della pignatta

ore 17:30

esibizione punto avanzato

di primo soccorso

ambulanza

(all’esterno)

ore 18:30

gara di corsa campestre

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Page 39: Rivista 59

Campo de’ fiori 39

Nel cuoreA Loriana

L’11 Luglio 2005,m’è rimasta l’amarezza,de’ na vita distrutta sur più bello,da pochi, infami, corpi de martello.Ma ‘n giorno, a sentì la Religgione,noi, tutti quanti, se rincontreremo,allora, Lorià … arrivederci.Se vedemo.

Mario

SCOMESSO UN MILIONE SUL CROLLO

DELL’ANTICO TORRIONE DI BORGHETTO.

La singolare “puntata” di due proprietari di Civita Castellana –

Nessuno si occupa di salvare le pericolanti vestigia dello storico fortili-

zio, che sorgono sulla Flaminia.

CIVITA CASTELLANA – Al 63° chilometro della Via Flaminia sopra un

poggio pittoresco, a cavaliere tra i ripidi burroni, affacciati sulle sponde del

Tevere, che si snoda lungo la valle Sabina, sorgono i ruderi del poderoso

fortilizio, chiamato “Borghetto”, frazione di Civita Castellana. Le piazzole

di questo storico pilone sono basate su tratti di ghiaia che sgretolano conti-

nuamente, ingombrando di frane il nodo stradale, che dalla Falminia devia

su Orte, minato dalle scosse dei direttissimi Roma – Firenze, che martellano il cavalcavia di sotto al traforo tra il cen-

tro abitato ed il bastione borghettano. Quanta rovina in un breve tratto! Anche i numerosi corvi, padroni secolari, ter-

rorizzati, hanno sgomberato le sue vette, ed il gestore del distributore di benzina, il più prossimo al pericolo, pende dalla

spada di Damocle, e sotto l’alternativa di una scommessa (c’è in ballo un milione) dei due proprietari limitrofi che ne

hanno profetato il crollo in due tempi contrastanti: per il primo il crollo dovrebbe avvenire nel periodo delle prime piog-

ge autunnali, per l’altro, dovrebbe accadere alle prime piogge d’aprile, il tempo sarà arbitro. Purtoppo soltanto dopo

l’accaduto “la casa è piena di consiglio”. Allora correranno i “pompieri”, allora correrà il Sindaco ed abolirà ivi la tra-

dizionale fiera e la consueta festa della “Poggiata”; correranno le autorità sovrintendenti alle antichità e redigeranno un

lungo verbale nel quale si potrà ricordare, tra l’altro, che Borghetto, bellissima terrazza sul Tevere, fu un tempo necro-

poli degli Etruschi, luogo di convegno e di imbarco delle Sabine, prima del famoso ratto; castello dei Consoli romani

per le guarnigioni degli esploratori, addetti alla sorveglianza della Via Flaminia e dei ponti; dei cavalli per la più rapi-

da diffusione degli editti imperiali, fortificazione per lo svernamento delle legioni laziali, diroccata dai barbari e rico-

struita, col concetto della fortezza medievale, dagli Orsini, quale rocca inespugnabile per le lotte di predominio della

zona; porto Pontificio sul Tevere, dove veniva smistato ed imbarcato il legname di costruzione, tagliato dalle selve

Cimine, occorrente all’edilizia dell’Urbe, ecc... Inoltre si potrà concludere che il famoso fortilizio di Borghetto, che ha

resistito alla furia delle orde barbariche, è crollato inevitabilmente per l’incuria della nostra civiltà, mentre gente pro-

fana, con un impressionante cinismo, ignara delle avite grandezze, osa scommettere su quei ruderi che costituiscono

tutt’ora dei superbi monumenti.

M. Ceccarelli CelestinoTratto dal Giornale d’Italia del 9.9.1958 e pubblicato sul Numero Unico per le Feste Patronali di Civita Castellana del 1958.

Page 40: Rivista 59

40 Campo de’ fiori

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IL territorio di Civita Castellana è costitui-to da tufo litoide, puzzolana e lave prodot-te dai vulcani spenti dei monti Sabatini eCimini. E’, inoltre, ricco di argille plastichegrigie e gialle, ossido di ferro e caolinopuro, paste adattissime per la ceramica.La storia dell’arte della ceramica a Civitaè molto antica ne abbiamo le prove conreperti archeologi del popolo falisco, perarrivare allo statuto comunale del 1556, incui si rileva che fin dal XVI esisteva in cittàla “Corporazione dei Vascellari” a cui eranoassociati coloro che lavoravano l’argilla perutensili. Costoro nella processione che siteneva durante le feste patronali occupa-vano il terzo posto nei mestieri che sfila-vano, ciò significa che erano numerosi edimportanti. Nel XVII e XVIII secolo con lascoperta delle vernici piombifere boraci-che e degli smalti stanniferi, sempre uti-lizzando le materie prime locali sorgevanole prime manifatture di terraglie con piu’ omeno successo. Furono iniziate daBuonaccorsi ,passarono poi a ConsalvoAdorni,a Giuseppe Valadier,a Francesco eGiuseppe Antonino Mizzelli che il 7 marzo1792 ottenevano da Papa Pio VI di poterscavare l’argilla nei territori diCivita,Sutri,Ponzano e S;Oreste.La fabbri-ca sorgeva su un terreno della famigliaBuonaccorsi nei pressi del fiume Treia. Fuverso la fine del 1700 che l’arte della cera-mica incrementò e raggiunse la perfezio-ne con Giovanni Trevisan, detto ilVolpato,che ottenne dalla CameraApostolica il permesso di poter scavareargille plastiche su una superfica di 18 KMdal monte Soratte e riusci soltanto con leterre locali a fare dei lavori di pregio, infat-ti durante l’esposizione di manufatti aRoma fu premiato da Napoleone I conmedaglia d’argento. Anche FrancescoCoramusi, ceramista civitonico, nel 1806ebbe la concessione di poter estrarre l’ar-gilla, e fu premiato in Campidoglio il 26agosto 1810, con medaglia d’argento ediploma onorifico per le sue maioliche. IlCoramusi prese anche in affitto la fabbricadel Mizzelli per 18 anni pagando annual-mente 15 scudi alla famiglia Buonaccorsi ealtri 15 alla Camera Apostolica. Intanto inInghilterra veniva inventato da GiuseppeBramh il water.closed, il cesso ad acquaovvero il cesso inodore ,che farà diventaredopo alcuni anni, insieme all’industria dellepiastrelle e stoviglie, Civita Castellana

centro moltoimportante nell’in-dustria della cera-mica. Nel 1803 ilVolpato morì e fusostituito dal figlioGiuseppe che nel1826 ottenne dapapa Leone XII laconcessione di continuare a scavare. Lafabbrica passò poi da Giuseppe al nipoteAngelo,poi al figlio Mariano che nel 1850 lacedette al bolognese Tommaso Roversiche continuò egregiamente l’opera. AlRoversi succedette Giacomo Ruvinetti checon Laurenti e i fratelli Profili costituironola ditta di stoviglierie Ruvinetti & C,fonda-ta nel 1890, la quale decise di abbandona-re le materie locali per la terra di Vicenza.La produzione migliorò,ma i costi non res-sero la concorrenza delle altre fabbrichelocali e nazionali ed estere, e ne decretò ilfallimento. Contemporaneamente alla fab-brica Ruvinetti cessavano anche ilCoramusi, il Brunelli, i fratelli Cassieri sto-viglierie ed artistica fondata nel 1839. Lasocietà Conti & C impiantava una fabbricanella località Montarozzo che falliva e rina-sceva nell’ex convento dei Cappuccini. Nel1881 nasceva la “Fabbriche riunite per laceramica” di Casimiro Marcantoni associa-to ad Alceo Conti, la fabbrica disponeva divasti locali, aveva in attività cinque grandifornaci e una produzione di circa 200.000pezzi di stoviglie mensili. I piatti venivanovenduti aL.1,05 la dozzina e 0,77 per ibianchi. Altra ditta importante fu quella diFilippo Berardi & C ,incominciò a lavorareil 20 Dicembre 1907, erano in funzione dueforni,faceva dieci cotture al mese produ-cendo circa 91.000 pezzi assortiti, tutta lamerce era acquistata dalla ditta FedeleRodriguez di Roma e dava da vivere a circacinquanta famiglie. La ditta AlfredoBrunelli produceva stoviglie impiegandomolti operai che lavoravano a cottimo,aveva tre forni e produceva annualmentecirca un milione di pezzi assortiti. La cera-mica Percossi G.R.&c, fondata nel 1900produceva piastrelle e realizzò per contodel famoso artista Basilio Cascella i pan-nelli murali che decorano il porticato delleterme di Montecatini, cessava l’attività nel1930. C’erano poi le fabbriche di cerami-che artistiche di Agostino Colonelli, i fra-telli Crestoni, 1900-1931, la ceramica

FaliscaArs 1900-1920, la ceramica ColettaUgo & C 1900.1960 che produceva stovi-glie ed articoli sanitari. Le piu’ importantiper la produzione di cessi inodori usoinglese lavabi e tazze ,vasche erano laVincenti e Basili,nata nel 1900, e nel 1911Serafino Vincenti vinceva tre medaglied’oro alla prima mostra romana dellaceramica,nel 1927 insieme con il fratellorilevava la SAFAC nata nel 1924 e fonda-va la Serafino Vincenti &C. che cessava lasua attività nel 1997. Nasceva poi la”Cooperativa Operai Ceramisti”diretta daCasimiro Marcantoni costituita da unagruppo di operai licenziati dalla Vincentiche continuerà la sua attività sino aglianni sessanta. Il Marcantoni producevaannualmente 12.000 cessi al prezzo di L.6caduno,2,400 lavabi a L.9,76.800 tazze(ogni cento)a L.10 e 240.000 piatti(ognicento) a L.9 Gli operai lavoravano a cotti-mo e guadagnavano circa L.2,50 al giorno.il costo maggiore veniva dalla legna per lefornaci che era di L.170 per la cottura trabiscotto e finito poichè la fornace impie-gava circa 36 ore. Il prodotto era apparen-temente bello,ma la fragilità delle paste ela grinatura delle vernici faceva si chefosse di poca durata. I prodotti venivanoconsegnati alla stazione di Civita e tra cari-co,scarico e imballaggio costavano circaL.60 a vagone.Infine nel 1911 AlessandroSbordoni fondava una ceramica che oltreaagli articoli sanitari produceva anche pia-strelle e oggettii artistici. Nascevano trestabilimenti, due a Civita, uno aStimigliano Scalo, ma cessava l’attività nel1968. Ringrazio la Biblioteca Comunale, unpiccolo gioiello della nostra comunità, eprecisamente le persone di Alfredo,Marianna e Mauro che con la loro gentilez-za, disponibilità e pazienza mi aiutanonelle mie ricerche.

Francesca Pelinga

L’arte della ceramica a Civita

Page 41: Rivista 59

Campo de’ fiori 41

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Con il decreto leggedel 20 febbraio scor-so, recante “Misureurgenti in materia disicurezza pubblica, dicontrasto alla violen-za sessuale e in temadi atti persecutori”,trova spazio per laprima volta la norma-tiva sullo “stalking”. Di questa fattispeciepenale si fa un gran

parlare da tempo, senza che mai nessungoverno, però, sia riuscito a coniugare inlegge le tante parole e i buoni proposititesi a combattere questo fenomeno, pur-troppo molto diffuso. Merita ricordare, inproposito, l’impegno del Ministro per lePari Opportunità Carfagna che ha propo-sto, assieme al Ministro della GiustiziaAlfano, il disegno di legge dal titolo“Misurecontro gli atti persecutori”, approvato dalConsiglio dei Ministri il 18.06.2008, nonchéil protocollo d’intesa del 16.01.2009 tra lostesso Ministro Carfagna e il Ministro dellaDifesa La Russa, alla presenza delComandante Generale dell’Arma deiCarabinieri, Gianfrancesco Siazzu, finaliz-zato a rendere più efficace il contrasto alfenomeno dello stalking. Il disegno di legge non è stato convertitoin legge ma il suo contenuto è stato oggifedelmente riprodotto nel Capo II deldecreto sulla violenza sessuale, intitolatoproprio “Disposizioni in materia di atti per-secutori”. Nasce, così, una normativa spe-cifica, diretta a punire quelle odiose prati-che minacciose, vessatorie e persecutorie,che da oggi finalmente assurgono a reato,come già in Canada, Australia, Stati Uniti e

in molti paesi europei. Prima del decretodel 20 febbraio, in base agli elementidescritti e raccolti dalla vittima, le Forze dipolizia potevano ricondurre la condottadello stalking, in assenza di una disciplinaspecifica, a singoli reati come minacce,ingiurie, molestie, lesioni o violenza priva-ta e trasmettere all’Autorità Giudiziaria ladenuncia-querela.Il decreto anti-stupro ha invece introdottoquesta nuova fattispecie criminosa nelCodice Penale, all’art. Art. 612-bis che, alprimo comma, così recita: “Salvo che ilfatto costituisca più grave reato, è punitocon la reclusione da sei mesi a quattroanni chiunque, con condotte reiterate,minaccia o molesta taluno in modo dacagionare un perdurante e grave stato diansia o di paura ovvero da ingenerare unfondato timore per l’incolumità propria o diun prossimo congiunto o di persona almedesimo legata da relazione affettivaovvero da costringere lo stesso ad altera-re le proprie abitudini di vita”. Sono poipreviste delle aggravanti. La pena aumen-ta se a “molestare” è il coniuge, anche seseparato o divorziato, o il convivente o ilfidanzato (anche ex). Previste aggravantianche se la vittima è un minore o un dis-abile o una donna in stato di gravidanza ese gli atti persecutori sono stati commessiusando armi, o da “persona travisata”. Il delitto è punito sempre a querela diparte. Ma si può procedere d’ufficio se ilreato è commesso nei confronti di unminore o di un disabile e anche quando ilmolestatore era già stato ammonito dalmagistrato. A quest’ultimo proposito meri-ta infatti sottolineare come il decretopreveda la possibilità per la vittima di“esporre i fatti all’autorità di pubblica sicu-

20 FEBBRAIO 2009: NASCE LO STALKING

della Dott.ssaIlaria Becchetti

NUMERI UTILI

L’art. 12 del decreto del 20 febbraio2009, con il codificare questa nuovafigura di reato, prevede altresì l’istitu-zione di un numero verde nazionale afavore delle vittime dello stalking, atti-vo ventiquattro ore su ventiquattro,con la finalità di fornire un servizio diprima assistenza psicologica e giuridicada parte di personale dotato delle ade-guate competenze. A tal fine è stataautorizzata la spesa annua di un milio-ne di euro a decorrere dall’anno 2009.È già attivo da tempo, invece, il nume-ro 1522 che è un servizio di acco-glienza telefonica, con assoluta garan-zia dell’anonimato, attivo 24 ore su 24per 365 giorni l’anno, multilingue edaccessibile dall’intero territorio nazio-nale gratuitamente, sia da rete fissache da rete mobile. Questo servizio for-nisce una prima risposta ai bisognidelle donne vittime di violenza, indiriz-zandole verso le strutture pubbliche eprivate, fornendo loro un sostegno psi-cologico e giuridico ed offrendo infor-mazioni utili ed un orientamento ai ser-vizi presenti nel territorio.

rezza, avanzando richiesta al questore diammonimento nei confronti dell’autoredella condotta”. A ciò segue, ove il questo-re ritenga fondata l’istanza, un’ammonizio-ne orale per il soggetto nei cui confronti e’stato richiesto il provvedimento, che vienecosì invitato a tenere una condotta confor-me alla legge. La pena è aumentata se ilreato viene commesso da chi è già statoammonito.

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Se serviremo il caffèdirettamente in tavola(anche se il galateosuggerisce di “accomo-darsi in salotto”), use-remo una elegantecaraffa termica conte-nente dell’ottimo caffèpreparato proprio pocoprima dell’arrivo degli

ospiti. Si può preparare il caffè anchedurante il pranzo, in questo caso la tradi-zionale caffèttiera verrò portata in tavolasu di un bel vassoio. Il caffè va servito cal-dissimo, possibilmente in tazzine riscalda-te in acqua bollente che disporremo su diun vassoio insieme alla zuccheriera.Daremo al momento una nota di eleganzama anche di “gusto” se verranno presen-tate, sempre sul vassoio, tre ciotoline diporcellana che conterranno zucchero didiversa qualità: bianco semolato, scuro dicanna e a scagliette già aromatizzate alcaffè. Il caffè non va mai servito già pron-to nelle tazzine, sarà la padrona di casa ariempirle man mano porgendole ai variospiti, i quali poi si serviranno della quan-tità di zucchero che desiderano.

LA LEGGENDA DEL CAFFE’Secondo una antica leggenda, la piantadel caffè fu “scoperta” da un gruppo dicapre sopra un altopiano dell’Etiopia che,attratte dal colore delle bacche, “mangia-rono” per la prima volta i frutti di uno stra-no e colorato cespuglio. Il pastore cheaccudiva le capre, notò che dopo avermangiato quelle strane bacche, gli animalierano come eccitati, raccolse questi fruttie li portò presso un vicino monastero. Ireligiosi fecero bollire quegli strani semi ebevvero l’infusione, toccando essi stessicon mano l’effetto stimolante della bevan-da. Da allora usarono questo infuso per leloro notti di preghiera che diventarono cosìpiù lunghe.

IL CAFFE’ E GLI ARTISTINei secoli scorsi gli artisti nei “Caffè” tro-

varono fonte di ispi-razione per racconta-re la realtà che li cir-condava o anche perdescriverci i loro statid’animo.Grazie ai “Caffè” eagli artisti che li fre-quentavano ci sonopotute così arrivaretestimonianze delsuccedersi del tempoe le immagini dei varimomenti storici.

UN AMORE TUTTOITALIANOIn Italia nel 1683viene inaugurata laprima bottega del caffè in Piazza SanMarco a Venezia, e di lì in avanti l’abitudi-ne di sorseggiarlo seduti ai tavoli all’aper-to si diffuse rapidamente e con successo.Nel 1750, sempre a Venezia, Carlo Goldonine consacra il successo dando alle stampe“La Bottega del Caffè”, opera ispirata almondo che gira intorno al caffè e a chipratica l’arte di sorseggiare il caffè nella“bottega”. Negli stessi anni, Pietro Verri, aMilano, fece stampare “Il Caffè”, giornaledal titolo “educativo” che incentivava i let-tori ad adottare la “Chiarezza di Spirito”che solo il caffè sapeva infondere a chi logustava. Tra Settecento e Ottocento, non-ostante il successo e nel consumo, il caffèresta comunque un genere di lusso, che siacquista in drogheria come prodotto colo-niale e che in pochi possono permettersi dibere nei vari locali. Ne fanno uso filosofi,artisti, poeti e uomini politici.Il caffè diventa la bevanda dell’età moder-na e delle menti “illuminate” e tutto ciòche ne fa parte e che viene impiegatonella sua preparazione acquista prestigio,tanto che anche le tavole delle nobildonnedell’epoca si arricchiscono di corredi earredi all’altezza del tanto decantato infu-so. All’inizio del XX secolo, proprio qui inItalia farà la sua comparsa la prima mac-

china da caffè espresso a vapore, destina-ta a popolare ogni bar: era il novembre del1901 quando l’ Ingenier Luigi Bazzera diMilano, deposita uno strano modello dimacchina a colonna, che diventerà permolto tempo un punto di riferimento pertutte le altre case costruttrici di macchineper il caffè, capace di regalare una bevan-da corposa, dal gusto forte, persistente eleggermente acido che, ancora oggi, nonha smesso di stregare: l’ Espresso. (Bibliografia “La mia Cucina”.“l’Encicopedia della Cucina Italiana LaBiblioteca di Repubblica”.“Il libro completo del caffè” realizzato daART Servizi Editoriali S.p.A Bologna editoda De Agostini Editore).

Campo de’ fiori42

L’angolo del Bon Ton

di Letizia Chilelli

Il caffè

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Campo de’ fiori 43

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Sabato 16 Maggio 2009, alle ore 17.30, presso Palazzo Montalto Belei, in Via di Corte n. 8, Civita Castellana, verrà

presentato il libro di Antonio Orlando “BOOM (il tonfo) economico”.

Il ricavato della vendita del libro verrà devoluto all’Associazione A.T.A.M.O.

Seguirà un dibattito sulla situazione dell’economia civitonica: “Dalla spiegazione dell’economia alla crisi del distret-to della ceramica”.Interverranno: Antonio Orlando, autore del libro; Antonio Delli Iaconi, direttore Confindustra Viterbo; Luigi Annesi,

segretario Filcem CGIL Viterbo; Fabrizio Anzellini, Upav CNA.

Introduce Augusto Ciarrocchi, presidente Associazione Culturale “Terre del Treja”.

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Campo de’ fiori 45

Riaperta al culto domenica 19 Aprile

La Madonna delle Piagge torna ai fedeliTerminati i lavori di ristrutturazione del tetto, durati circa un anno

Domenica 19 Aprile, un folto numero difedeli civitonici, a testimonianza di unagrande devozione, è accorso alla riapertu-ra della piccola e raccolta chiesa dedicataalla Madonna della Piagge, chiusa da circaun anno a causa dei lavori di ristruttura-zione al tetto, necessari ed improrogabili.La festa in onore della Madonna cade,ogni anno, la domenica successiva allaSanta Pasqua. Una folla di persone hadisceso la lunga fila di scale che porta allachiesa ed i più giovani, zaino in spalla, sierano già preparati per la tradizionalescampagnata nella bella valle in riva alfiume, ma il tempo che ha fatto miracolo-samente finire il rinfresco che ha seguito lafunzione, si è d’un tratto ingarbugliato, edun violento acquazzone ha sorpreso i ritar-datari che hanno dovuto annullare lascampagnata. Lo scorso anno la celebra-

zione eucaristica èavvenuta fuori dall’e-dificio che era statodichiarato inagibile, acausa della pericolo-sità del tetto cherischiava di cadereda un momentoall’altro. Viste le con-dizioni, infatti, circadieci anni fa laConfraternita dei SSMarciano e Giovanni,grazie all’interessa-mento del PrioreSandro Corazza econ l’appoggio delcompianto MonsGiuseppe Bellamaria,aveva preso l’impe-gno di riparare la

chiesa, affinché i fedeli potessero tornaread ascoltare la messa serenamente, senzaguardare con terrore il soffitto. I lavori,curati dalla ditta edile di restauri e costru-zioni Fidia di Fabio Vitali e Belli Rosina,sono stati realizzati grazie al contributodella Regione Lazio e alla generosità delleofferte dei civi-tonici, chehanno dimo-strato anchecosì l’amoreverso questot r a d i z i o n a l eculto, per ilquale moltidicono di averricevuto dellegrazie. La Santamessa è stata

officiata da don Maurizio Medici, parrocodel Duomo di Civita Castellana, e concele-brata da don Giorgio e Padre Gabriele. Altermine della Santa Messa è stata offertauna piccola colazione a tutti i presenti,dalle Consorelle dell’Addolarata, che insie-me ai membri della Confraternita dei SSMarciano e Giovanni si prenderanno curadella chiesa. Il nuovo dipinto dellaMadonna delle Piagge, del tutto somiglian-te all’immagine del santino, è stato realiz-zato dal professor Carlo Bernardi, sullabase degli accordi presi con MonsGiuseppe Bellamaria. Il quadro originario èstato, infatti, rubato circa quarant’anni fa esuccessivamente sostituito con un’altraimmagine votiva raffigurante unaMadonna, ma che non aveva nulla a chevedere con il dipinto originale. I lavori dirifinitura saranno ultimati a breve, graziealle offerte della popolazione di CivitaCastellana. Ogni primo sabato del mese,fino ad Ottobre, alle ore 17:00 verrà cele-brata la messa, e tutti i giovedì del mesedi Maggio alle ore 16:00 ci sarà la recitadel Santo Rosario, animato dalleConsorelle e dai Confratelli.

Madonna delle Piagge

L’accesso alla Madonna delle Piagge nel 1961

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Campo de’ fiori46

Giochi antichiIl gioco antichissimo degli aquiloni è tutt’ora di attualità, tanto che esso riempie moltemanifestazioni e gare organizzate nei luoghi più disparati del mondo. La magia che rega-la con il suo volo libero è stata celebrata anche dai sommi poeti quali, ad esempio,Giovanni Pascoli, e cantata da un mito quale Lucio Battisti.Ammirare i bambini che seguono con il naso all’insù il volo leggero ed i colori vivaci degliaquiloni, che ondeggiano nel vento, riempie di tenerezza… Gli aquiloni della nostra infanzia erano semplici e facili da realizzare. Essi erano costituitida due stecche di legno leggere incrociate (anche due canne sezionate a metà) ed unfoglio di carta velina sagomato a trapezio ed incollato sopra di esse (spesso la colla erafatta con acqua e farina). Completava il tutto un lungo filo arrotolato su di un legno.

L’aquilone

Il girotondo è forse uno dei primi momenti di aggregazione e socia-lizzazione dei bambini. Con questo gioco semplice ed innocenteimparano a cantare, prendendosi per mano, la filastrocca per eccel-lenza.

Giro giro tondo,cavallo imperatondo,casca il mondo,casca la terra,tutti giù per terra!

Filastrocche

Così

dicevano...

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Campo de’ fiori 47

Vita cittadina

Civita Castellana - Piazza della Liberazione - 25 Aprile 2009Deposizione delle corone presso il monumento ai caduti esaluto delle autorità.

Viterbo - 30 aprile - 1 - 2 - 3 maggio - Quartieremedievale San Pellgrino - San Pellegrino in fiore

Civita Castellana - Forte Sangallo - 18 Aprile Il Dott. Massimo Giampieri e la Dott.ssa Marinella DeLucia hanno inaugurato la Mostra “Aristocrazia aFaleri”, con la presentazione del corredo funebre dellatomba n. 5, rinvenuta nella necropoli Valsiarosa diCivita Castellana.La mostra è aperta al pubblico nei giorni di sabato edomenica, negli orari di visita del Museo. Info: 071.513375

Foto Mauro Topini

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Quando si arriva agli “-anta”, le cosiddettecene di classe sono quasi un dovere, unatappa obbligatoria, per ritrovarsi tutti insie-me, almeno per una sera, come ai tempidella scuola, dove si trascorreva gran partedella giornata con i compagni di classe. Poisi cresce ed ognuno prende la propria stra-da, l’università, il lavoro, la famiglia, i figli, ec’è sempre meno tempo da dedicare agliamici. Così, già a partire dai venti anni,almeno di cinque anni in cinque anni, ci siritrova intorno ad una lunga tavolata, nontanto per farsi una bella mangiata, quantopiù per ricordare, ridere e scherzare.Il 30 maggio, la classe 1969 di Corchianofesteggia il raggiungimento dei 40 anni.Verrà celebrata una messa alle ore 18.00 inmemoria di Giuseppe Meconi, prematura-mente scomparso, alla quale farà seguito laclassica cena. I “ragazzi” colgono l’occasio-ne per rivolgere un ringraziamento partico-lare al maestro Sauro Pattini, alla maestraVivaldi, a don Domenico Anselmi, alla pro-fessoressa Censi e al professor Bonini, figu-re molto importanti che hanno accompa-gnato e segnato il loro percorso di crescitae quello di molti altri giovani del paese.TANTI AUGURI e 100 altri di questi giorni!

di Ermelinda Benedetti

1969-2009 quarantenni di

Corchiano

Campo de’ fiori48

Da sx: 1.Angela Di Giovenale, 2.Italia Crescenzi, 3.Anna Rita Santini, 4.Tiziana Magrini,5.Prof. Piermartini, 6.Alessandra Cecchini,7. Alessandro Manicacci, 8.Anita Montanini

9.Maria Mecarelli, 10.Sabrina Carrer,11. Piero Stentella, 12.Candido Crescenzi,13.Francesco Pieri,14. Silvestro Fiaschetti, 15.Daniela Fordelmondo,16. Sabrina Nenci,

17.Cinzia Stefani, 18.Rocco Lutrario, 19.Antonella Nenci.

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1.Sonia Cotronè, 2.Fernando Pilera,3. Anna Rita Siviglia,4.Patrizia Cecarelli,5.NenciRenata,6.Luciano Pattavina,7.Maestro Pattini,8.Sabrina Monfeli,9.Roberta Silveri,10.Paola

Creta,11.Angelo Carbonari,12.Carlo Fiorentini,13.Patrizio Evangelisti,14.RinoSabatini,15.Giuseppe Mecon,16.Claudio Crescenzi,17.Marisa Marini,18.Anna Paola

Romoli,19.Montico Lara,20.Stella.

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Campo de’ fiori 49

LA BELLEZZA NELL’ARTE DI ERALDO BIGARELLIcome espressione dell’anima, dello spirito dell’uomo e delle risorse sociali e culturali nella

sua globalità nel territorio del mondo.

Si è conclusa lo scor-so 5 aprile, presso l’excinema comunale diVignanello, la mostradi pittura di EraldoBigarelli intitolata “LaBellezza”. Incontriamo il mae-stro per porgli alcunedomande sulla suaattività artistica, suisentimenti che la ispi-

rano e per conoscere meglio l’associazionedi cui è presidente.Eraldo, che cosa rappresenta per leila bellezza?Il concetto di bellezza è difficile da espri-mere con un’unica definizione perché essaè variegata: proviene da un volto, da unosguardo, da una mano che accarezza, dal-l’affettuosità di semplici gesti quotidiani,dalla serenità emanata da un paesaggio.In questa esposizione ho raccolto alcuneopere dell’ ultimo decennio legate dal filounico di manifestare la bellezza, di decli-narla nelle sue mille sfaccettature, nonsolo quindi quella fisica e visibile di uncorpo, ma anche e soprattutto quella spiri-tuale, la bellezza dell’anima.Qual è, se esiste, l’opera o le opere acui è maggiormente legato?Tutte in realtà rispecchiano una parte dime, della mia vita, ma in particolare miritrovo in quelle che evidenziano l’espres-sione degli occhi, per ritornare al temadell’interiorità gli occhi come specchio del-l’anima, che mostrano la bellezza vera, lapiù pura ed incorruttibile.Lei da alcuni anni è presidente del-l’associazione IVNA: qual è il suoscopo e gli obiettivi che vorrebberaggiungere?L‘associazione, nata nel marzo del 2007,promuove e tutela la cultura in ogni suaforma e genere.L’idea principale che ha spinto me e alcuniartisti locali, con il sostegno dell’ammini-strazione comunale, a mettere insieme lanostra creatività, è stata proprio quella disensibilizzare le nuove generazioni con lasperanza di far emergere anche in loro lapassione per l’arte. In poco tempo la IVNA ha raddoppiato ilnumero di iscritti: gli artisti, tra cui pittori,scultori, poeti e fotografi, provengono daipaesi limitrofi come Vallerano, Corchiano eCivita Castellana, ma anche daRonciglione, da Roma ed anche da nazioniestere. L’associazione è quindi in crescita e ha uno

sguardo sem-pre rivolto alfuturo, senzabarriere. Il principioispiratore èduplice: da unlato di risco-prire le nostreradici in unmomento sto-rico particola-re, in cui sirischia di per-dere tutti ivalori, le tradi-zioni e l’identi-tà e l’altro dia c c o g l i e r ei n t u i z i o n i ,novità creativee culture chehanno origineda territoridiversi dainostri, con unocchio apertoalle varietà ealla ricchezzaculturale, per-fino quelle chesembrano lepiù lontanedalla nostra.Un connubiodelle risorsedel nostro pic-colo territorio con quello più vasto delmondo al quale siamo inesorabilmente efortunatamente uniti. Una collaborazionefattiva tra locale e globale.Il nostro intento è rivolto soprattutto aigiovani per realizzare a Vignanello un cen-tro culturale importante, fare cultura a 360gradi, certamente un progetto moltoambizioso ma per il quale vale la pena diimpegnarsi con determinazione e umiltàper un futuro vivace dove il rispetto e l’a-more prevalgano.Quali sono i vostri prossimi progetti?Come sempre siamo in fervida attività:numerose iniziative ed eventi si sono svol-ti, altri sono in itinere e altrettanto nume-rosi ed interessanti sono in programma siasul territorio della Tuscia che fuori. Le opere dei nostri associati sono stateesposte nel viterbese ed altre esposizioniseguiranno con l’intento di realizzare unpercorso artistico-culturale.Cosa si auspica per il futuro?

Il mio desiderio è quello di radicare l’asso-ciazione sul territorio ed espanderla oltrela Tuscia non perdendo di vista l’obiettivoprincipale che è quello di avvicinarsi allenuove generazioni al fine di riscoprire emantenere viva la nostra identità, culturae tradizione e nel contempo di tenereaperti i battenti alla cultura di altra origineed ispirazione. Utilizzare l’arte, creando nuove scuole dipensiero…perché no! L’Arte, le sue espres-sioni, le sue sfaccettature, la sua forzacreatrice, la sua ricchezza interiore, percombattere l’aridità morale e spirituale cheavanza e talvolta ci opprime, riscoprendo ealimentando il fuoco di quei valori genuinie alti di cui si nutre l’anima:questa è la vera Bellezza della vita!

di Fabiana Lupi

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La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri

Alla piccola AngelaMassaccesi, che il primoMaggio compie 2 anni, unbacione e tanti auguri da

nonno Santino, nonnaRosanna, zio Maurizio e

zia Patti. Tantissimi augu-ri a Angela, da mamma,

papà, nonno Rinaldo, gli ziie i cugini.

18 ANNI!!!.....Ormaisei grande!!! Tantiauguri Chiara damamma, Pietro, i

nonni e gli zii Elisae Giulio.

Tanti auguri a DesirèRomito che il 10Maggio riceve la

prima comunione e l’11 compie 10 anni!!

Dalla mamma, il papà,i nonni materni epaterni, gli zii:Romina, Ovidio,Roberto, Gianluca, Enrico, Chiara e

Barbara. Un augurio in particolare dallasorellina Emma e i cuginetti

Christian e Roccardo!!

A DavideCavalieri che èarrivato al tra-

guardo dellamaggiore età.

I migliori augurida parte dei

genitori, la sorel-lina, il nonno, gli

zii e i cugini.

Tantissimi auguri a FedericaFormichetti che compie 15anni il 7 Maggio, da mamma,papà, i nonni, gli zii e i cugini.

Tantissimi auguri di buon compleanno adIrene Bernardini di Gallese che 5 mag-gio compie 15 anni,da Andrea, mamma,nonna, Gabriele, lemitiche Ceci, Pitty,Mimmy, Titti e datutte le personeche ti vogliono

bene!

Piccola Sara…è arrivato ancheper te il giorno della tua Prima

Comunione! Tanti auguriPrincipessa, ti vogliamo tantobene! Papà, mamma e Matteo.

Tanti cari auguri alla nostra Saretta, che il 24 maggiofesteggia la sua Prima Comunione , da nonna Palmira,nonna Teresa, dagli zii, dalle ziie, dal cugino Simone e

dalle cuginette Sofia, Giada, Rebecca. Auguri!

Tantissimi auguri aFederico Anselmi che il20 Aprile ha compiutogli anni, dalla mamma, ilpapà, la sorella Cecilia,

tutti i parenti e dalla redazione di

Campo de’ fiori.

Tanti auguri di buoncompleanno a ValentinaMezzanotte

che il 25Maggiocompie 26 anni

Tanti auguri a Gloria diStimigliano che il 28 Giugnocompie 9 anni, da mamma,

papà e tutti i parenti.

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Tanti auguri a Maria per il suo compleanno.

Tanti auguri a MassimilianoMancinelli che compie 30 anni il 21Aprile, da mamma Paola, da tuttigli zii, cugini e dal piccolo Andreaun grande bacione. Auguri, auguri.

Tanti auguria Valerio

Narcisi cheil 9 maggiocompie il 1°

anno, damammaSimona,

papàMarcello e inonni Tomeie Narcisi.

Tantissimi auguri alpiccolo FrancescoFegatello che ha

compiuto il suo primoanno di vita il 2 Aprile,

da mamma, papà, inonni, le zie, gli zii e

i cuginetti.

Tanti auguri a RossiBenedetta che il 19

Maggio compie 1 anno,dai genitori, i nonni e le

cuginette Francesca e Veronica.

Tanti auguri a GajaPingitore di Fabrica diRoma, che ha compiuto2 anni il 26 aprile damamma Tiziana, papa’Giuseppe, fratellino

Giovanni, nonnoDomenico, nonna Sandra

e zio Stefano.

“Tanti Auguroni ad unadonna davvero forte e speciale........a voce nonriesco mai a dirtelo,ma ti voglio davvero

bene e senza di te nonso cosa farei!

Sei la colonna portantedella nostra famiglia

ed io ti ringrazio per tutto.Ancora tanti auguri per i tuoi 50 anni.”

Da Elisaper Anna Maria

PS: gli auguri sonoanche da parte diAugusto, Claudio,

Marco, Elena, Paolo eChiara.

Tanti auguria Luca

e Maila chel’11

e il 27Marzo hanno compiuto gli anni, da

Sandro, Maria Rita, Francesco,Emanuele, Elisa e i nonni.

Tanti auguri di buon compleanno aVeronica e zia Anna Maria,

che compiono gli anni rispettivamente il 7Maggio e il 29 Aprile, da Giusy.

Tanti auguri a Alessandro eLoredana che il 10 Giugno

festeggiano il loro 14° anniversario di matrimonio.

Auguri a Loredana che il 10Giugno compie gli anni dalla sua

cara amica Emanuela.

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Uno è la bambina piùbella del mondo,

uno è il suo posto nelgirotondo,

uno è l’amore di mammae papà,

uno è l’anno che compiedi già!

Auguroni a XeniaAngelozzi, dai cuginetti

Flavia e Giulio.

Tanti auguri a TulliVeronica che il 16

Maggio compie 1 anno,dai genitori, i nonni, lasorellina Francesca e lacuginetta Benedetta.

Tanti auguri adAlessandro

Ceccangeli che il2 Aprile ha

compiuto 2 anni.Un bacio grande

grande Zia Elisa...

Tanti auguri a TulliFrancesca per il suocompleanno, dai geni-

tori, i nonni,la sorellina Veronica

e la cuginettaBenedetta.

Sorpresa! Non te l’aspettavi eh?!? Invece eccoti qua!!

Chi sarà stato a farti gli auguri su Campo de’ fiori? Mah...

Un augurio speciale per i tuoi 22 anni

A Caren, quel “fioredi Maggio”, che da

11 anni dà colore allanostra vita!

Tantissimi auguri dibuon compleanno

dalla mamma, il papà,la sorella e la nonna.

Tanti auguri a nonnoMario Domizi

che ad aprile ha compito 95 anni,da tutti i parenti, i nipoti ed i pronipoti!

Tanti auguriad Antonella e

LuigiFilippetti chefesteggiano illoro 25° anni-

versario dimatrimonio,

da parenti edamici.

Tantissimi auguri alla piccolaMatilde Cola che il 6 Aprile hacompiuto 2 anni, dalla mamma, il

papà e la sorellina.Sorpresa!!!

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Campo de’ fiori 53

Cane maschio tipo pastoretedesco a pelo lungo, età pre-

sumibile 4 anni. Non ha microchip, di buon carattere.Avete idea di chi può essere?

Sono cinque mesi che si aggiraper le campagne di Vallerano.

Cell 330578204 al mattino o la sera

dopo le 20.00. Grazie!

Questi due meravi-gliosi cuccioli: 1 maschio e

1 femmina hanno 50 giorni

e sono stati trasferiti

IN CANILE poichètrovati vaganti e

abbandonati.Assomigliano aldelizioso Panda

della nostra immaginazione...Futura taglia medio/grande:

devono assolutamente uscire dal Canile. Per favore 3389383581

La chiamano Gelsomina per-chè nonostante le percosse ed

il dolore dell’abbandono, èancora tenerissima, buona edaffettuosa con chiunque le siavvicini. L’hanno gettata daun’auto in corsa, come un

sacco dell’immondizia ed oravive accanto ad un condomi-nio, vicinissima alla strada.

Qualcuno la fa mangiare, altrinon la vogliono; intanto lì lemacchine corrono veloci ed ilsuo destino sarà il canile o

un boccone avvelenato, forseun’auto che va più veloce

delle altre e neppure si ferme-rà dopo averla investita. Pensando, magari che tanto è solo un

cane. Ha bisogno di una famiglia che si occupi di lei, di unbagnetto e un po’ di pappa, tante coccole, per farle dimenticarela bestialità con cui è stata trattata. Gelsomina vive in provincia

di Viterbo ed è lì che aspetta.Non lasciamola sola!! Chiamare 0761-405891 o 349-1246367

Dolce è una cagnona segnalata all’Associazione quando era incin-ta e stanziava nei pressi della COOP di CivitaCastellana. L’abbiamosterilizzata e rimessa sul territorio aspettando che il Sindaco, dopo

la ns richiesta di procedura per diventare “cane di quartiere”, cidia una risposta positiva...Attualmente eprovvisoriamente è sotto la ns tutela. Se

qualcuno di voi ha molto spazio ( giardino,appezzamento di terreno) e pensa di adottare

un cagnone, DOLCE fa per lui. E’ di tagliagrande, giovane, cordiale e giocherellona e

starebbe benissimo in compagnia di altri cani.Con i bambini è di una dolcezza infinita emeriterebbe di non rimanere per strada

anche se è benvoluta da tutti nel quartiere. Avostro buon cuore. E se non foste interessa-ti, diffondete presso i vostri contatti. Grazie.

Associazione garibaldi Onlus-Vetralla3389393581

AIUTIAMOTOBIA!!!

TOBIA ha 10 anni,è un simil-labra-dor, di taglia gran-de. La sua storiaha commosso ecommuove tutticoloro che lo cono-scono. Era un cane di proprietà, viveva presso un deposi-to di materiale per il rifacimento del manto stradale a Curadi Vetralla (VT) e nonostante avesse a disposizione un belgiardino, appena poteva…scappava. Il proprietario, anchese contrario, fu costretto a tenerlo a catena scorrevole. Ungiorno, una signora che passava di lì, capì immediatamen-te che Tobia era sofferente. Parlò con il padrone del canee si misero d’accordo che la signora al mattino andava aslegare il cane e quest’ultimo andava a girovagare per lestrade del paese. La sera, lo riportava a casa e lo rilegava.E la storia è andata avanti così per un po’…A spese di quel-la Signora, di nome LUCIA, il cane è stato sterilizzato. Poi,un giorno Tobia ha deciso di andare a vivere da un’altraparte ed ha scelto delle persone che abitano a Cura diVetralla, in Via A. Moro: la Signora Celeste, la Signora Lenae la Signora Anna che lo accudiscono a tempo pieno,ricambiate da lui amorevolmente. Le accompagna dovun-que: al mercato, in Chiesa dove si siede in un angolo e stabuono fino al termine della messa, al Cimitero. C’è l’altrolato della medaglia e non è edificante per...gli uomini! Solodue condomini dello stesso palazzo dove bazzica TobiaNON lo tollerano. E così, un bel giorno, decidono di chia-mare i vigili urbani per far portare al Canile il povero Tobia,dove morirebbe certamente. Tutti gli altri inquilini delpalazzo dove il cane si è accasato si sono infuriati e perfarsi aiutare a cautelare la povera bestia, hanno chiamatol’ASSOCIAZIONE GARIBALDI ONLUS. Abbiamo bisogno diVoi, del vostro consenso per far sì che Tobia finisca i suoigiorni laddove è sempre vissuto...libero!!!Grazie a tutti.

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Campo de’ fiori54

Album de

Campo de’ fiori

Civita Castellana - 1962 - Il freddo stimola la diuresi! Primo da sx: Franco Pedica. Ultimo da sx: Sandro Patrizi. Davanti: Marco Marchetti.

Campo de’ fiori

CivitaCastellana.1930A dx EzioCipriani natonel 1912.

Foto dellaSig.ra VincenzaCipriani.

CivitaCastellana.Anni ‘50Alfredo Germani eAlmaMarrati.

Campo de’ fiori

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55Campo de’ fiori

dei ricordiCampo de’ fiori

Civita Castellana - Anni ‘30

Campo de’ fiori

CivitaCastellana 18 Giugno 1949ClasseII elementare

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Campo de’ fiori56

Album de

Campo de’ fiori

Trieste - Stadio Comunale - 8 Settembre 1970. Campionato Italiano Militari, 800 mt. Primo classificato Sacchi (Aereonautica) con il n. 120, secondo classificato Melone (Fiamme Gialle), terzo classificato Capone (Carabinieri).

Fabrica di RomaAnni ‘30.

Foto di Sandro Di Pietro.

CivitaCastellana,Tenuta diTerrano1940.Di NiccolaAveraldo.

Foto dellaSig.ra IlariaPalanga.

Campo de’ fiori Campo de’ fiori

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Campo de’ fiori 57

dei ricordi

Fabrica di Roma - Anni ‘70. Da sx: Luciano D’Antonangelo, Carlo Pacelli, Patrizio Salvi, Moreno Morelli, Antonio Bianchini.

Campo de’ fiori

Primi anni ‘80. Da sx: Giuseppe Braccini, Carlo Pacelli, Ida Celeste, Matteo Alessandrini, Giulia Testa, Gianni Sciosci.

Campo de’ fiori

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Campo de’ fiori58

Album de

Campo de’ fiori

Carbognano 1938. Giovani ragazze in posa per una foto ricordo.

Anni ‘50.Carbognanesi allaSanta Messa.

Campo de’ fiori

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Campo de’ fiori 59

dei ricordiCampo de’ fiori

Corchiano primi anni ‘50 - Prima Comunione - foto della sig.ra Vanda D’Achille1. Franca Iannoni, 2. Giovanna Piccioni, 3. Anna LIlli, 4. Albana Di Pietro, 5. Anna Rosa Benedetti, 6. Angela Telli, 7. Felicita Orlandi,

8. Anna Ortenzi, 9. Maria Fiorentini, 10. Sandra Arringoli, 11. Vanda D’Achille, 12. Orsolina Ortenzi, 13. Donella Giustini.Il parroco Don Domenico Anselmi e le suore Rosina e Apollonia.

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Campo de’ fiori

Fabrica di Roma primi anni ‘60 - Prima Comunione

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Campo de’ fiori60

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ARIETE: Tieni a freno latua impulsività in questoperiodo più accentuata delsolito; prima di decidereogni cosa pensaci bene.Occhi alla scelte in amore,

nel lavoro nuove prospettive.

TORO: Occorre fare ilpunto della situazione eriflettere a lungo sul dafarsi, se userai la saggezzatroverai ottime risposte,

per le numerose questioni in corso.La tua è una solitudine apparente, ma pre-sto vedrai aprirsi molte porte.

GEMELLI: L’energia e l’ot-timismo tornano in te, e timettono in condizione dimetterti in gioco ancorauna volta, segui la tuainnata curiosità e voglia di

vivere, c’è un incontro molto elettrizzantenel lavoro, datti da fare, non indugiareoltre.

CANCRO: Periodo ancoraun po’ pesante. Ma seinvece di additare gli altricome colpevoli, ti assu-messi tu le tue responsabi-

lità? Controlla la tua suscettibilità e il tuoorgoglio… gioverà al rapporto con il part-ner.

fisica che può risentire del super lavoro, faiuna dieta bilanciata.

SAGITTARIO: Arriva l’e-nergia e quindi la voglia difare, è il caso di darci sottoper i progetti in corso, maanche di mettere in cantie-

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CAPRICORNO: Periodosentimentalmente burra-scoso, tanto da mettere incrisi il rapporto di coppia,occorrerà tutto il tuo impe-gno per evitare il peggio.

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tive sii giusto e tieni a freno la tua linguatagliente, tenendo presente che moltecolpe sono tue.

SCORPIONE: Periodopiuttosto movimentato mapositivo, soprattutto nellavoro dove potrai contaresull’inaspettato aiuto delpartner. Occhio alla forma

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Campo de’ fiori 63

Campo de’ fiori

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Attualitàed Attualità editodall’Associazione

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quale, tutti i lettori, avranno diritto a n. 3 consulenze gratuite. Per informazioni rivolgersi in redazione

Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina,

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