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RIVELAZIONI DI DIO

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RIVELAZIONI DI DIO

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VARIE21) CD-ROM (l’intera Opera in CD) - Tutti i volumi in Pdf

22) BIOGRAFIA DI JAKOB LORBER (a cura di Karl G. Ritter von Leitner)

ESTRATTI DALL’OPERA DI JAKOB LORBER La Nuova Rivelazione

23) IL RITORNO DI CRISTO (profezie di Jakob Lorber e Gottfried Mayerhofer)

24) TESTIMONIANZE DALLA NATURA (il regno minerale, vegetale e animale)

25) LA FORZA SALUTARE DELLA LUCE SOLARE (metodi di guarigione)

26) SUPPLEMENTO AL G.V.G. (chiarimenti sul Vecchio e Nuovo Testamento)

27) SVELATI I MISTERI DELL’ANTICO EGITTO (Lucilla Zava)28) GESÙ E L’ORDINE DEGLI ESSENI (Vincenzo Manzoni – Giuseppe Vesco)29) IL LIBRO DELLA VITTORIA PER OGNI ANIMA (Alfio Pazzini)

30) “FINE DEL MONDO” entro il 2031 (Jakob Lorber – Giuseppe Vesco)

31) SCHEDE A COLORI (Vedi Sito www.jakoblorber.it - Opera in immagini)

Ordinare i libri a: Casa editrice “GESÙ La Nuova Rivelazione” Via Vittorio Veneto 167, 24038 SANT’OMOBONO TERME (Bergamo)

Tel. 035-851163 - Cell. 347-1041176 - Fax 035-852573 - E-mail [email protected]

Per qualsiasi informazione rivolgersi a: Associazione Jakob Lorber, Via Vetrego 148, 30035 MIRANO (Venezia) Tel. Fax. 041-436154 E-mail [email protected]

Sito Internet www.jakoblorber.it

LE OPERE DI JAKOB LORBER 1) IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO - 1840/1844 - (da Adamo ed Eva fino a Noè) 3 vol.

2) LE DODICI ORE - 1841 - (le atrocità dei popoli della Terra nel 1841)

3) IL GRANDE TEMPO DEI TEMPI - 1841 - (la più grande Opera compiuta dalla Divinità)

4) LA LUNA - 1841 - (la costituzione, la vita e lo scopo del nostro satellite)

5) SATURNO - 1841/1842 - (la costituzione e la vita su tale pianeta)

6) LA MOSCA - 1842 - (le attitudini e lo scopo di questo animale primordiale)

7) IL GROSSGLOCKNER - 1842 - è un monte austriaco - (lo scopo delle montagne)

8) IL SOLE NATURALE - 1842 - (la costituzione e la vita sul nostro ‘pianeta’ Sole)

9) IL SOLE SPIRITUALE - 1842/1843 - (il più grande trattato sull’Aldilà) 2 vol.

10) SPIEGAZIONE DI TESTI BIBLICI - 1843/1844 - (il vero significato delle citazioni bibliche)

11) L’INFANZIA DI GESÙ - 1843/1844 - (la vita di Gesù fino a 12 anni)

12) LETTERA DI PAOLO APOSTOLO ALLA COMUNITÀ DI LAODICEA - 1844 - 13) SCAMBIO DI LETTERE FRA ABGARO, RE DI EDESSA, E GESÙ - 1845 - 14) LA TERRA - 1846/1847 - (la costituzione del nostro pianeta e come vivere su di esso)

15) OLTRE LA SOGLIA - 1847 - (cosa avviene prima, durante e dopo la morte)

16) IL VESCOVO MARTINO - 1847/1848 - (la vita errante di un vescovo diventato “figlio di Dio”)

17) DALL’INFERNO AL CIELO – Robert Blum-1848/1851- (la redenzione dei peccatori nell’Aldilà) 2 vol.

18) I TRE GIORNI NEL TEMPIO - 1859/1860 - (cosa insegnò Gesù nei tre giorni nel Tempio)

19) DONI DEL CIELO - 1840/1864 - (Risposte del Signore alle domande di Lorber e dei suoi amici) 3 vol.

20) IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI -1851/1864-(vita e insegnamenti di Gesù da 30 a 33 anni) 10 vol.

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Jakob Lorber

LE DODICI ORE

Le atrocità commesse dai popoli della Terra nel 1841 e il

grande mistero del figlio perduto: Lucifero.

Unità di misura austriache del 18°/19° secolo usate nei testi:

1 Braccio = 77,8 cm 1 Cubito = 77,8 cm 1 Emero = 56,6 litri 1 Eone = 10120 (1 con 120 zeri) 1 Jugero o Joch = 5754,664 mq 1 Klafter o Tesa = 1,9 m 1 Libbra = 560 g 1 Linea = 2,2 mm 1 Maß = 1,4 litri 1 Miglio austriaco = 7,586 km 1 Miglio tedesco = 7,42 km 1 Pertica = 3,8 m 1 Piede = 31,6 cm 1 Pollice = 2,63 cm 1 Quintel = 4,4 grammi 1 Secchio = 56,6 litri 1 Spanna = 20 cm 1 Startin = 566 litri 1 Statero = piccola moneta antica 1 Tesa o Klafter = 1,9 m

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Traduzione dall’originale tedesco “Die Zwölf Stunden” Opera dettata dal Signore nel 1841 al mistico Jakob Lorber 3.a edizione tedesca 1895 – ristampa 1987 Casa Editrice: LORBER VERLAG - Bietigheim - Germania

Copyright © by Lorber Verlag Copyright © by Associazione Jakob Lorber

Traduzione di Clara Battistella Revisione a cura dell’Associazione Jakob Lorber

Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione Via Vittorio Veneto, 167 24038 SANT’OMOBONO TERME (Bergamo)

In copertina: “La Via Crucis dell’umanità”, dipinto della mistica austriaca Maria

Maddalena Hafenscheer. Spiegazioni e storia nell’ultima pagina.

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Prefazione

Nella fase finale di quest’epoca, in cui le più importanti profezie annunciano lo scatenamento del male a livelli che nessuno ha mai concepito, Dio ha rivolto, tramite il profeta Jakob Lorber, il più grande messaggio di salvezza a tutti i popoli della Terra.

A questo strumento della Provvidenza divina, Dio ha comunicato un’opera monumentale, LA NUOVA RIVELAZIONE, di 14.000 pagine, 35 volumi.

Si tratta di una Comunicazione che spazia sulle tematiche esistenziali più profonde e significative, il cui fine è la comprensione del processo creativo dell’uomo, della sua trasformazione e del suo destino finale.

Lorber scrisse per ben 24 anni, sentendo la Voce di Dio nel proprio cuore, e dedicò tutta la sua vita a mettere per iscritto questa Parola che è stata comunicata proprio per prepararsi ad affrontare questi ultimi tempi.

Lo “scrivano di Dio”

Jakob Lorber nacque il 22 luglio 1800 a Kanischa, nella Stiria inferiore (Austria) da una famiglia di contadini. Lorber passò i primi anni della sua infanzia partecipando ai lavori della campagna. Da ragazzino manifestò un grande desiderio di istruirsi e una particolare predilezione per la musica. Si applicò dunque negli studi e nella musica, diventando maestro elementare, insegnante di pedagogia e maestro di violino. Il suo impulso verso una cultura spirituale superiore lo portò alla lettura delle opere di Kerner, Stilling, Swedenborg, Böhme, Tennhardt e Kerning.

Dopo aver vissuto molti anni guadagnandosi da vivere con lavori provvisori di supplente, di maestro privato in una famiglia benestante, suonando l’organo in una chiesa o dando lezioni private di violino, Lorber era comunque sempre alla ricerca di una posizione stabile. Non riuscendo però a trovare un posto di insegnante presso una scuola superiore, che avrebbe garantito la sicurezza del suo avvenire, Lorber decise di dedicarsi totalmente alla musica; divenne un ottimo violinista ed ebbe l’onore di conoscere il celebre Paganini, che gli diede anche alcune lezioni di perfezionamento.

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La sua fama crebbe: tenne un concerto alla Scala di Milano e a quarant’anni ottenne l’importante incarico di maestro di cappella al Teatro di Trieste. Lorber accettò con gioia e prese tutte le disposizioni per la partenza, ma la sua vita, all’improvviso, prese una direzione completamente diversa.

Il 15 marzo 1840, alle ore 6 del mattino, sentì risuonare una voce nel cuore che gli disse: «Alzati, prendi la penna e scrivi!».

Egli ubbidì subito a questa misteriosa chiamata, prese la penna in mano e trascrisse parola per parola quanto gli veniva dettato interiormente. Questo era l’inizio dell’opera “Il Governo della Famiglia di Dio” ovvero “Storia della creazione primordiale del mondo spirituale e materiale, nonché dei primi patriarchi”. E le prime frasi di questa Voce misteriosa dicevano:

«Chi vuol parlare con Me, quegli venga a Me, ed Io gli metterò la

risposta nel cuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore è pieno di umiltà,

percepiranno il suono della Mia Voce. E chi preferisce Me al mondo

intero, e Mi ama come una tenera sposa ama il suo sposo, con

quello Io voglio camminare a braccetto. Egli Mi vedrà sempre come

un fratello vede l’altro fratello, e come Io lo vedevo fin dall’eternità,

prima ancora che egli fosse».

Dopo questo avvenimento, Lorber declinò l’offerta fattagli e da quel momento, nel corso di ventiquattro anni, fino alla sua morte, egli servì da zelante scrivano a questa misteriosa Voce, definendosi umilmente un servitore del Signore.

Lorber scriveva quasi ogni giorno già di buon mattino e faceva scorrere la penna con discreta velocità, senza fare una pausa per riflettere oppure per correggere un passo dello scritto. Egli, oltre a sentire la Voce interiormente, aveva anche la visione figurativa di quanto udiva.

A questo riguardo Lorber scrisse ad un amico: «Quanto alla parola interiore, posso dire che io percepisco la

santissima Parola del Signore sempre nella regione del cuore come

un pensiero chiarissimo, luminoso e puro, come parole espresse.

Nessuno, per quanto possa essermi vicino, può percepire un

qualcosa di una qualche voce. Per me, però, questa Voce di Grazia

risuona più limpida di qualsiasi altro suono materiale, per quanto

forte esso sia».

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È possibile conoscere un po’ più da vicino la vita di Lorber da una lettera che lo stesso Lorber indirizzò al suo amico Johannes Busch. In questa lettera c’è una risposta iniziale di Lorber relativa a delle informazioni di affari che aveva col suo amico, ma ad un certo punto il Signore prende la parola e tramite la mano di Lorber rivolge a Busch le seguenti parole:

«Mio caro amico, tu Mi cerchi, perché Mi ami; ed è perciò facile

per te seguire il Mio comandamento d’Amore in maniera viva ed

efficace.

Vedi, gli uomini inventano ogni tipo di cose e credono anche ad

ogni tipo di cose. E gli uomini che hanno inventato tante cose, alla

fine non credono più a nulla - se non a quello che hanno inventato -

e pensano quale utile massimo possibile possano ricavarne! Questi

sono figli del mondo che in certe cose sono più furbi dei figli della

luce!

Ma ai Miei veri figli del cuore Io, tuttavia, dono ben altre cose che

mai verranno nella corrotta mente dei furbi figli del mondo! Vedi! Il

Mio servitore (Lorber) è veramente povero per amor Mio, poiché

egli potrebbe essere molto ricco dato che possiede, anche per Mia

Grazia, le migliori doti di musicista. Egli però ha rifiutato posizioni

e offerte molto vantaggiose - tutto per il grande amore per Me. E se

ha 2 fiorini, si accontenta di 40 centesimi, mentre 1 fiorino e 60

centesimi li distribuisce fra i poveri.

Ma per questo Io gli ho aperto tutti i tesori dei Cieli. Ogni stella,

per quanto lontana, è a lui nota come questa Terra. Con l’occhio

del suo spirito le può contemplare ed ammirare a suo piacimento,

ma queste cose lo interessano poco perché solo Io sono per lui Tutto

in tutto!

Ora vedi, questa è l’unica via giusta che conduce al Mio cuore!

Il giovane ricco citato nel Vangelo aveva osservato volentieri la

legge fin dalla fanciullezza e con ciò avrebbe dovuto anche avere la

vita eterna. Però gli sembrava di non averla ancora. Per questo

venne da Me e domandò che cosa avrebbe dovuto fare per

raggiungere la vita eterna. Ed Io dissi: “Osserva i comandamenti!”.

Egli però ribadì di aver fatto ciò già dalla fanciullezza! Al che gli

dissi: “Se vuoi di più, vendi i tuoi beni, distribuisci il ricavato fra i

poveri, poi vieni e seguiMi, e allora i tesori del Cielo saranno a tua

disposizione!”.

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Vedi, questo Io lo dico ora però a ciascuno: “Chi vuole avere

molto da Me, deve sacrificarMi anche molto; chi però vuole tutto,

vale a dire Me Stesso, costui deve anche sacrificarMi tutto, affinché

noi diveniamo una cosa sola”.

Tu però Mi hai già sacrificato molto e perciò riceverai anche

molto!

L’amore puro e disinteressato è perciò dinanzi a Me il massimo!

Questo poco sia detto, amico, per tua consolazione. Amen».

Dopo aver dedicato 24 anni della sua vita a mettere per iscritto la più importante opera mai comunicata all’umanità, si avvicinò anche per Lorber la fine della sua peregrinazione terrena. Il 24 agosto 1864 il servitore di Dio si addormentò dolcemente e il suo spirito fece ritorno a quel mondo superiore al quale già da lungo tempo apparteneva. La sua spoglia venne deposta nel cimitero di St. Leonhard presso Graz, dove una semplice lapide rammenta la missione dell’eletto servitore e “scrivano di Dio”.

La “Nuova Rivelazione”

Questa imponente opera è composta da una serie ragguardevole di volumi, che già sotto l’aspetto puramente esteriore del numero e della mole rendono una testimonianza della più sorprendente fertilità spirituale.

Elenco dei volumi, ordinati cronologicamente:

Il Governo della Famiglia di Dio - 3 volumi (1840/44);

Le dodici ore (1841);

Il grande Tempo dei tempi (1841);

La Luna (1841);

Saturno (1841/42);

La Mosca (1842);

Il Grossglockner (1842);

Il Sole Naturale (1842);

Il Sole Spirituale - 2 volumi (1842/43);

Spiegazione di Testi biblici (1843);

L’infanzia di Gesù (1843/44);

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Lettera di Paolo apostolo alla comunità di Laodicea (1844);

Scambio di lettere fra Abgaro, re di Edessa, e Gesù (1845/46);

La Terra (1846/47);

Oltre la soglia (1847);

Il vescovo Martino (1847/48);

Dall’Inferno al Cielo - 2 volumi (1848/51);

I tre giorni nel Tempio (1859/60);

Doni del Cielo 3 volumi (1840/1864)

Il Grande Vangelo di Giovanni - 10 volumi (1851/64).

Per quanto riguarda il contenuto della NUOVA RIVELAZIONE, dopo alcuni capitoli d’introduzione la Voce interiore comunica a Lorber le fondamentali spiegazioni sull’Essenza di Dio, sulla creazione primordiale del mondo spirituale, sulla formazione dei mondi materiali e sulla creazione finale dell’uomo.

Da questa vasta esposizione emergono profondi insegnamenti sull’aldiqua e l’Aldilà sotto forma di descrizioni di vita avvincenti e vive, e allo stesso tempo viene mostrata la Via sulla quale si può giungere dall’iniziale imperfezione umana alla futura perfezione divina.

L’opera principale, Il Grande Vangelo di Giovanni, è il gioiello più imponente che rappresenta il compendio e il coronamento della NUOVA RIVELAZIONE. In esso ci sono le descrizioni dettagliate e profonde di tutto ciò che Gesù ha detto e fatto nei tre anni del Suo insegnamento terreno.

In queste ampie Comunicazioni, il Signore rivela che i Vangeli della Bibbia sono certamente la Sua Parola, ma aggiunge che Dio Stesso, incarnatosi in Gesù, ha insegnato e operato molto di più di quanto è stato tramandato ai posteri attraverso gli attuali Vangeli.

Dopo ben due millenni, Dio ritiene opportuno comunicare nuovamente e riconsegnare integralmente all’umanità tutto ciò che era stato rivelato da Gesù alla cerchia più ristretta dei Suoi discepoli.

Nel Grande Vangelo di Giovanni, tutte le domande principali della vita vengono finalmente svelate e chiarite.

Solo in quest’epoca, infatti, l’umanità è preparata e matura per accogliere e comprendere la profonda verità sui più importanti misteri divini, sulla continuità della vita e sul destino finale dell’uomo.

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Il libro “Le dodici ore”

In quest’opera vengono descritte le atrocità commesse dagli uomini delle varie nazioni della Terra nel 1841, con dettagli così raccapriccianti che se ne sconsiglia la lettura alle persone particolarmente delicate e sensibili.

Per coloro che invece ritengono opportuno seguire l’insegnamento: «Per raggiungere la massima altezza bisogna

scendere nella massima profondità», può essere utile conoscere i sistemi usati dal “nemico” per poter poi superare i suoi futuri e astuti attacchi infernali.

Quest’opera è necessaria, dice il Signore, per la propria “meditazione interiore” e per conoscere la massima verità su Lucifero, il “figlio perduto”.

Nella dodicesima ora, infatti, si trovano le spiegazioni di come tutto il complesso della Creazione visibile rappresenti il “figlio

perduto” e in quale modo egli debba far ritorno a Dio, suo Creatore e Padre.

Un particolare appello è rivolto ad ogni singolo essere umano, affinché ottenga la rinascita spirituale che conduce alla sublime fase dell’“unificazione in Dio”.

Ci auguriamo che il lettore senta questo libro come una irripetibile occasione di incontrarsi con Dio e di avere finalmente le risposte alle sue più profonde domande.

Associazione Jakob Lorber

Venezia, febbraio 1999

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Capitolo 1 1 a ORA

Introduzione del Signore, comunicata nel 1841, riguardo agli insegnamenti negativi su Dio dati da una Chiesa basata su vuote cerimonie esteriori e sulle gravi condizioni morali e spirituali dell’umanità dovute ai politici, la cui potenza e ricchezza derivano dal tenere i popoli nell’oscurità. La causa principale della situa-zione negativa dell’umanità è dovuta alla pigrizia e alla paura degli uomini di percorrere seriamente le strade indicate dalla Dottrina divina che portano alla vita eterna.

1. Nel cosiddetto mondo migliore e colto, dove specialmente viene praticata la religione cristiana sotto diverse forme di sette, la morale viene per lo più predicata soltanto nel modo in cui essa, in cose mondane o spirituali, è precisamente più utile, sotto il profilo politico, ai detentori del potere. Al popolo viene insegnata una conoscenza grigia e tetra di Dio e non già per riconoscerLo ed amarLo, ma soltanto per temerLo a dismisura, quale inesorabile tiranno di tutti i tiranni; e in questo modo la Divinità viene predi-cata solamente come un flagello, che può ancora fruttare qualora tutti gli altri flagelli si siano già dimostrati infruttuosi. Invece di fare conoscere la Divinità al popolo come la massima consolazio-ne, Essa viene raffigurata come qualcosa che non ha niente di meglio da fare se non condannare inappellabilmente ad ogni istan-te milioni di figli moralmente guasti e disubbidienti ad un eterno mare di fuoco. E così guardatevi un po’ attorno, date un’occhiata alle innumerevoli prigioni, che sono tutte piene di ogni sorta di delinquenti morali, e vedrete come queste prigioni, di minuto in minuto, aumentino ininterrottamente, cosicché, se queste prigioni fossero raggruppate in un punto, voi dovreste credere che l’intera generazione della Terra in pochi anni si dovrà rassegnare ad anda-re a finire tutta là dentro.

2. E domandatevi: cosa succede ora a questi uomini che entrano là dentro? Date solo un’occhiata verso Oriente: vedrete un gran numero di schiere pallide come la morte, circondate da ogni tipo di uomini armati e da giudici velenosi, e vedrete anche un numero

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di strumenti di morte, con i quali questi infelici vengono giustizia-ti. Vedrete là roghi ardenti, forche, patiboli e molti altri strumenti di morte. Ecco, vedete: è questo l’ultimo sistema per il migliora-mento di questi delinquenti morali! Ora vi chiederete: “Che cosa possono avere commesso questi esseri?”. Ebbene, dico Io, fra costoro ci sono assassini, briganti, ladri, disertori e ribelli dello Stato. C’è inoltre una quantità di uomini che, attraverso ogni tipo di imbrogli, ha procurato un grande danno allo Stato; fra di loro ci sono coloro che hanno infranto l’uno o l’altro ordine politico oppure anche morale. Vedete, i delitti di questi infelici sono stati quindi svelati, in quanto essi possono servire come un motivoper la giustificazione di tali punizioni.

3. Ora però vogliamo fare un’altra domanda, e cioè: “Qual è la causa per cui questi uomini sono diventati dei delinquenti?”. E se anche voleste chiedere la causa di ciò a qualcun altro, non ricevere-ste di sicuro altra risposta che questa: “La causa sta o nell’educazione trascurata o - il che è la stessa cosa - erano fatti così anche i loro genitori, nonni ed avi”. Io però domando di nuovo: “Da che cosa dipende il fatto che questi uomini abbiano ricevuto una così cattiva educazione, al punto da trascurare l’educazione di un’intera generazione?”. Per rispondere non occorre andare lontano, poiché la risposta emerge da sé. La causa principale non è altro che la politica, in virtù della quale la classe di uomini che è al potere non si preoccupa di nient’altro tranne del fatto che i suoi sudditi vengano tenuti il più possibile nell’oscurità per paura che, se il popolo dovesse ricevere chiarimenti sul Mio conto, e con ciò anche sulla sua destinazione, sarebbe la fine della loro potenza e dei loro introiti temporali; oh, quanto sono pazzi! Essi dovrebbero soffer-marsi sul Mio Davide, che era un re e un profeta e, come tale, un grande maestro del popolo, e vedrebbero subito che un popolo, che riconosce Dio e la propria destinazione, è anche un popolo ubbi-diente e pieno di buona volontà; e migliaia possono venire governati senza sforzo e più facilmente che non dieci stolti tenebrosi, i quali non hanno nessun’altra immagine di Me, se non quella di un tiranno che forse non esiste oppure di un essere che prima, proprio come un

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vampiro, succhia ai suoi fedeli fino all’ultima goccia del loro san-gue per beatificarli, e poi con una vita eterna da trascorrere inginoc-chiati eternamente su una nuvola luminosa, adorandoLo.

4. Come vedete, è facile comprendere perché gli uomini faccia-no il possibile per liberarsi da un Dio così malvagio. E se anche costoro possiedono ancora una qualche religione, questa consiste in una pura cerimonia, e questa [deriva] solo da puri rispetti divi-ni. La conseguenza di ciò fu che già all’inizio la parte più monda-na finì, come siete soliti dire voi, con il tagliare la corda da ogni forma di religione e da qualsiasi forma di dottrina cristiana; d’altro canto erano sorte nel frattempo divisioni all’interno della Chiesa e delle sette, per mezzo di uomini che più o meno compresero la follia di questa predicata Divinità e, in certo qual modo, dissero a se stessi: “Sentite, della Divinità, per come viene insegnata qui, noi non ce ne facciamo niente; perciò vogliamo prendere per mano la pura Dottrina, esaminarla più vicino e vedere se possiamo ricavare aspetti migliori della Divinità”. E in seguito a questo esame scoprirono in effetti che Io non sono davvero un tiranno di questo tipo; d’altra parte però dimenticarono che comunque Io sono Dio, e quindi tennero conto della Mia Volontà troppo tiepi-damente. Altri invece Mi posero nuovamente tanto in alto e poi si misero a filosofare in questo modo su ogni azione che trovava un qualche stimolo solo nella loro natura, considerandola come giusta e pienamente corrispondente alla Mia Volontà, secondo l’idea sbagliata che tutte le cose assurde che capitano loro, avvengano per Mia Volontà, e in tal modo sorsero, al posto della vecchia insensatezza, una quantità di insulsaggini e di differenti concetti divini che davvero non vale la pena elencarvi. La causa di tutto ciò non era e non è nessun’altra se non, come già osservato, in parte la politica morale, ma principalmente la pigrizia e la paura

degli uomini di percorrere seriamente le strade indicate che porta-no alla vita eterna; infatti veramente Io vi dico: “Chi non prende il Mio Regno come Io l’ho annunciato, egli non lo riceverà, anche se dovesse riunire in sé tutte le sette, oppure stare sotto tutte le sette, poiché Io soltanto sono la Via, la Verità e la Vita”.

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Capitolo 2 2 a ORA

L’Asia con il suo grande paganesimo, il paese del dio Brama e i suoi servitori con le loro stoltezze e abomini, nonostante questo popolo sia in possesso della dottrina della Chiesa antidiluviana. Le condizioni religiose in Persia, Arabia, Turchia, Cina, Siberia

nel 1841. L’ammonimento del Signore con il fuoco del giudizio.

1. Guardate dentro a questa tabella; guardate la terra che si e-stende dinanzi ai vostri occhi: è l’Asia. Guardate i popoli che ci abitano, come essi, avvolti tutti quanti nel velo più fitto dello spirito, corrono qua e là senza meta e dal loro petto incavato non partono che lamenti su lamenti. Qui non si trova altro se non il più volgare paganesimo, anche se qua e là si trova qualche gregge cristiano che Mi prega, come si vede raffigurato in quei piccoli gruppi di uomini nudi e sanguinanti.

2. Osservate bene, ora, nel mezzo dell’Asia quella gigantesca fortezza nella zona montuosa: è la fortezza del dio Brama. Vedete, quello se la passa bene, poiché conosce bene l’arte di imbrogliare anche i re e di nutrirli con lo sterco.

3. Nessuno deve avvicinarsi alla sua fortezza a meno di un’ora di cammino(1). Guai all’empio che osasse farlo! Gli “angeli” di questo dio montano la guardia su tutti i suoi confini, quali signori sulla vita e sulla morte. A chi viene in quelle vicinanze portando oro, pietre preziose, buoi, vacche, vitelli e pecore, gli angeli non fanno nulla, ma prendono in consegna l’offerta e lasciano libero il donatore, dopo certamente avergli somministrato da cinquanta a cento colpi sulla schiena con una canna di bambù.

4. Voi sarete certamente dell’opinione che ciò sia qualcosa di molto brutto. Oh no, Io vi assicuro che a costui che, dopo essere ritornato a casa, mostra il suo dorso segnato di blu dai colpi degli “angeli”, viene resa una venerazione divina e così gli riesce facile assicurarsi, con questa “ricevuta”, qualche carica molto importan-te negli uffici statali.

(1) 3,5 Km. Cfr. GVG3/107/5 - GVG4/107/4 - GVG/8/143/13 - GVG10/159/4 -

GFD3/246/2 - GVG1/90/14. [N.d.R.]

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5. Soltanto che questa non è l’unica cosa che può accadere a questi donatori; infatti quando arriva qualcuno non abbastanza carico, l’offerta viene anche accettata e il donatore non viene picchiato, ma gli vengono imposte altre orribili penitenze diverse che, a raccontarle qui, potrebbero sembrare quasi incredibili o per lo meno oltremodo ridicole. Ad esempio, qualcuno deve stare per degli anni su un piede solo sotto un albero e questa sarebbe solo una sciocchezza, poiché gli “angeli” hanno una capacità inventiva nell’escogitare ogni sorta di penitenze tale che, se anche ve le rivelassi, forse non credereste neppure a Me.

6. La loro crudeltà, in questo campo, non ha limiti e tuttavia la loro organizzazione è talmente proclamata dappertutto che, secon-do la loro dottrina, nessuno può raggiungere l’eterna beatitudine se, almeno una volta durante la sua esistenza, non ha portato a Brama una cospicua offerta. Ma tali offerte non sono tutto quello che Brama pretende dai suoi fedeli; egli chiede anche offerte umane.

7. Anzitutto, ogni donna che rimanga vedova deve venirgli sa-crificata; in secondo luogo gli devono venire offerti ogni anno dei fanciulli e, precisamente, le fanciulle non devono avere meno di dodici o più di quattordici anni, mentre i maschi vengono offerti già all’età di sei anni.

8. Si intende da sé che le ragazze devono essere di straordinaria bellezza ed i ragazzi devono essere sani come pesci.

9. Quel genitore che porta una simile offerta, aggiungendo anche una considerevole dote, può chiedere due cose, e precisamente di ottenere una cosiddetta indulgenza per tutti gli altri figli e, in secondo luogo, che gli venga condonata ogni penitenza, oppure può farsi immediatamente liberare del corpo dagli “angeli”, per raggiungere in questo modo sicuramente la beatitudine, ciò che costituisce un favore speciale.

10. Un altro modo per ottenere la grazia del loro dio è il seguen-te: quando qualcuno ha preso in moglie una bella ragazza, non la deve toccare prima, ma, se vuole ricevere la grazia, deve portarla fino al confine, dove gli “angeli” sono di guardia; giunta là, deve

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denudarsi completamente davanti agli “angeli”, entrare in un bagno già pronto, lavarsi e, uscita dal bagno, adornarsi da festa e per tre notti consentire a giacere con gli “angeli” della guardia.

11. Quando poi ritorna, lei è abbondantemente benedetta, e que-sta benedizione può avere come effetto il fatto che, se il marito morisse prima di lei, lei non deve venire bruciata e può o fare bruciare un’altra persona al posto suo, oppure può evitare di esse-re bruciata per mezzo di un’offerta considerevole.

12. Ebbene, altre pazzie del genere si spingono spesso ben oltre. Fra l’altro una grazia, che però si può ottenere solo quando l’offerta corrispondente è già stata consegnata, consiste nel fatto che un “angelo” cuce le labbra della vulva ad una bambina di età compresa fra uno e tre anni per preservarne la castità, lasciando solamente una piccola apertura e, quando poi questa bambina raggiunge l’età da marito, viene riportata là ed un “angelo” di questi riapre nuovamente il pube. Altre innumerevoli follie, nep-pure immaginabili, erano e sono ancora in uso là. Vedete, Io devo vedere simili cose quasi alle soglie del terzo millennio, [devo stare a vedere] come questo popolo pazzo in possesso della vecchia fede ancora antidiluviana, della quale anche voi ora avete qualche conoscenza, pratichi queste indicibili scemenze.

13. Ora, guardate ancora verso l’orlo della tabella illuminata, c’è una clessidra e sono soltanto pochi i granelli rimasti che devono ancora cadere. Io non voglio presentarvi tutte le abominevoli imma-gini della Persia, dell’Arabia, della Turchia, dell’Impero cinese, della Siberia, per non parlare degli altri piccoli Stati, poiché non scoprireste null’altro che la più atroce oppressione dei popoli, e il dio che si predica ovunque, in verità, non è nient’altro che il mede-simo Satana nelle diverse degenerazioni della sua malignità.

14. Tuttavia non preoccupatevi per la Mia tolleranza, poiché la povertà dello spirito verrà arricchita. Guai però ai servi della malignità! Oh, la loro ricompensa sarà grande! Io vi dico, per quanto inventivo possa essere Satana, che anch’Io in segreto ho fatto una scoperta della quale egli avrà di che meravigliarsi di eternità in eternità.

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15. Io ho pazientato molto a lungo ed attendevo dappertutto un miglioramento; invece la Terra si è riempita di un odore nauseabondo e perciò ho già acceso la Mia fiaccola per consumarla in breve, affinché il suo puzzo disgustoso non salga fino nei Miei Cieli ed appesti le dimore dei Miei eletti.

16. Perciò fate anche voi attenzione che il mondo non vi faccia arrabbiare! Infatti ogni sua parola è una bolla di sapone, però piena di pestilenza mortale.

17. Perciò ascoltate la Mia Parola e seguite il Mio Consiglio, e allora il fuoco della Terra non vi brucerà quando l’accenderò, poiché questo fuoco porterà “vita ai viventi” e “morte ai morti!”.

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Capitolo 3 3 a ORA

Situazione dell’Africa nel 1841. Gli Stati predoni con il loro idolo

Maometto. Il nuovo Egitto, sguardo retrospettivo sull’antico Egitto, la

cui saggezza deriva dalla chiesa di Noè. Africa centrale. La zona

montuosa con l’ultimo santuario dei cristiani di Tommaso. Abominio

della tratta degli schiavi. La terra chiamata Capo di Buona Speranza.

1. Ed ora guardate quella terra che si presenta al vostro sguardo su quella tabella bianca e potete facilmente riconoscere l’Africa. Osservatela bene: non si tratta di una carta geografica, ma di un’immagine fedele del paese di com’è realmente.

2. Rivolgete lo sguardo alle coste settentrionali e guardate, qui nel nord, il vecchio Egitto e poi, continuando verso occidente, tutti gli Stati rapinatori a voi noti. Là scorgete delle ripide masse mon-tagnose, intersecate da immensi deserti di sabbia e di steppe.

3. Vedete, qui dappertutto regna “l’idolo” Maometto e dapper-tutto vi sono rapine, assassinii, schiavitù e, dall’altro lato, dispoti-smo e tirannia al massimo grado! Vedete, tutti quegli abitanti che esercitano ancora qualche mestiere, non sono altro che servi della gleba del sovrano. La spada del despota volteggia sempre, sibilan-do sulle loro schiene nude, se non cedono quasi tutto quello che guadagnano al loro dominatore.

4. Guardate come i loro sacerdoti, dalle loro torri, lanciano ma-ledizioni ed inganni e non benedizioni, e saziano i poveri con l’aria dell’Elisio, mentre questi ultimi, per questo “niente”, devo-no sacrificare ad essi per lo meno la metà di quello che il sovrano ha loro lasciato.

5. Voi vedete come pochi cristiani fanno qui una figura alquanto misera e pietosa, mentre altri potenti cristiani, che sono tali solo di nome, si aggirano bene armati e organizzati in forti eserciti e rendono i miseri ancora più miseri di quanto già sono e portano loro, come vedete, anziché la Mia Benedizione e la Mia Grazia, guerra, morte, devastazione, fame ed infiniti altri mali.

6. Tuttavia, abbandoniamo la costa qui e guardiamo un po’ verso l’Egitto. Guardate questo bel paese, questa benedizione di un

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tempo di Giacobbe. Guardate che aspetto ha ora. In verità, la meretrice di Babele, al suo confronto, è una pura vergine.

7. Certo, il vecchio Nilo bagna ancora il terreno dove Giuseppe regnava ed era tutto per il Faraone, ma qual è la terra che questo Nilo bagna oggi? Quando il popolo d’Israele venne guidato da Me nella sua patria, fuori da questa terra, l’Egitto fu colpito da sette dure piaghe, ma soltanto per breve tempo, cioè fino a quando i figli furono lasciati andare. Ma che cosa erano quelle piaghe, in confronto alle attuali il cui numero non ha fine? Davvero: esse erano una vera manna del Cielo in confronto a queste!

8. In quel tempo lo stesso paese era certamente dominato da pa-gani, però almeno erano uomini che sapevano apprezzare il valore dell’uomo e la loro dottrina derivava, come quella dell’Asia cen-trale, dai tempi di Noè e ad essi era ben nota l’essenza del grande Dio, e da questa conoscenza era loro derivata una molteplice sapienza, che però insegnavano soltanto a certi uomini attraverso i loro misteri, e facevano così affinché il grande Dio non venisse profanato da qualche incapace o indegno. Per questa ragione il loro paese abbondava di ogni tipo di cosiddette meraviglie del mondo e la loro sapienza e la loro scuola erano considerate grandi da tutte le nazioni.

9. Ancora al giorno d’oggi vedete i grandi resti della passata grandezza di questo paese, resti che si elevano al di sopra della sabbia rovente. Ma guardatelo ora questo paese, guardate come le sue povere popolazioni vengono cacciate al pari di altri animali. Guardate verso Sud, alcune tranquille capanne racchiuse da monti quasi inaccessibili.

10. E guardate appunto là e vedrete degli arditi arrampicatori armati del despota che audacemente raggiungono le cime, e vedete come si precipitano giù sulle tranquille capanne, ammazzano con cattiveria tutti i loro tranquilli abitanti, fanno razzia di tutti i loro beni e mettono al loro posto altri uomini prigionieri e addossano loro l’amaro obbligo, pena la morte più spaventosa, di mettere insieme col loro lavoro il tributo spettante al despota per un perio-do di dieci anni, da versare però entro tre anni soltanto.

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11. Guardate ora qui: questa è un’altra di queste località dove tre anni fa è accaduto un fatto simile. Guardate come questi esattori si avvicinano agli schiavi posti là e tolgono loro ogni avere e li trascinano via, dopo averli crudelmente malmenati e dopo avere violentato tutte le loro donne e le fanciulle.

12. E guardate più avanti: vedete qui molti dispotici mercenari con corde, sciabole e armi da fuoco, vedete come da ogni lato, appunto, vengono lanciate le corde sopra gli abitanti in fuga di quella zona montuosa, e vedete come, più verso occidente, alcuni padri, madri, figli, giovani e vecchi, tentano la fuga, arrampican-dosi sulle rocce con le mani sanguinanti, pur di sfuggire a questi forsennati. Ma nello stesso tempo guardate come questi ultimi li inseguono e, l’uno dopo l’altro, li fanno cadere dalle rocce a colpi di fucile. Vedete come ammanettano un gran numero di prigionie-ri, uomini e ragazzi, per portarli, nel più misero ed infame dei modi, al luogo della loro destinazione militare.

13. Ora fate scendere nuovamente lo sguardo giù dai monti e scor-gerete uno dei famigerati potenti ed esattori del despota che, per dare sfogo alla sua libidine, colpisce alla rinfusa, con la sua frusta, un gran numero di schiave, per potere giacere con una di esse, che sanguina per i colpi ricevuti. E ciò senza considerare un gran nume-ro di altre atrocità che vengono commesse in questo paese.

14. Ora guardate l’aspetto di questo paese, confrontate queste piaghe con le sette piaghe [egizie] di un tempo e dovrete ammette-re, in realtà, che quelle erano una vera manna del Cielo. Infatti, se volete farvi un’idea del grado massimo dell’infernale perversità, basta che andiate in Egitto e lo troverete realizzato alla lettera. Io vi dico - e di più non posso dirvi - che qui le cose si sono spinte tanto avanti che perfino un’opera buona, compiuta là dai grandi di quel bel regno, è una vera e propria crudeltà.

15. Basta dare un’occhiata agli ospedali, ai ricoveri e ai mani-comi e vedrete con quanti mezzi vengono martoriati i malati. I poveri vengono nutriti quasi con immondizie ed i pazzi, come fossero mummie, vengono tenuti nei buchi del muro, provvisti d’inferriata, dove stanno rannicchiati, gridano e si lamentano.

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16. Comunque Io non voglio spiegarvi meglio la cosa, ed è suf-ficiente che dica che là un beneficio è una vera crudeltà; pensate ora voi stessi sotto quale forma appare quindi la crudeltà stessa.

17. Lasciamo ora la parte settentrionale di questo miserabile paese ed anche quella dell’Africa intera e guardiamo il centro sconosciuto di questa terra. Voi vedete delle capanne sparse qua e là. Questa zona è vasta e circondata da monti insuperabili. Vedete, questo è l’unico punto della Terra in cui si trova ancora una classe di uomini oltremodo miti e non ancora corrotti. Tutti questi uomini hanno la seconda vista e, ad eccezione di un discepolo dell’apostolo Tomma-so, inviato da Me, nessun piede straniero ha ancora pestato quel suolo; così questo piccolo popolo, che abita poco numeroso solo in queste zone calde, in verità, vive nella Mia pura Dottrina che fino a questo momento non è stata ancora guastata.

18. Questo è, nello stesso tempo, l’unico piccolo punto di con-tatto che congiunge ancora la Terra con il Mio Cielo e, notate bene, quanto ora vi dirò: “Se un piede temerario calcherà questo santuario con mire avide, Io scaglierò la Mia fiaccola sulla Terra”.

19. Ma guardate proprio ora verso Oriente e verso Occidente di questo paese, come due delle principali nazioni, piene di avidità e di ingordigia, già appoggiano tutte le scale possibili alle montagne per estinguere, in questo paese, la loro inestinguibile sete dell’oro, che suppongono si trovi qui.

20. Oh, sì! Io vi dico che essi ci riusciranno presto, anzi sono vicini a penetrarvi; però in verità Io vi dico che non troveranno affatto quell’oro di cui sono tanto assetati, ma troveranno un oro che, con il suo peso, aggraverà penosamente tutta la Terra.

21. Ed ora portatevi un po’ verso la costa sud-occidentale di questo paese e vedrete che lodevole commercio umano si pratica. Guardate come, dappertutto, dei dispotici strozzini stracaricano di poveri uomini le loro navi scellerate; osservate un po’ dentro questa nave e vedete che, tutt’intorno, ha delle impalcature di legno alte meno di una spanna e questi poveretti vengono allineati in queste impalcature, gli uni vicino agli altri, distesi sul ventre, come se fossero dei pezzi di legno.

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22. Come vedete, un tale vascello viene caricato con seicento e fino a mille di questi infelici. Davanti alla bocca di ognuno viene posto come nutrimento, da questa costa fino in America, un pane duro come la pietra, del peso di quattro libbre (2,24 kg) e sempre dinanzi alla bocca corre dappertutto una gronda, dove una volta al giorno viene versata dell’acqua per tutti. Vedete, con una simile provvista un povero uomo deve affrontare un viaggio che spesso raggiunge le duemila miglia (3704 km). Durante il viaggio viene poi fatta giornalmente un’ispezione per accertarsi se c’è qualche uomo che non ce l’ha fatta.

23. Ma come avviene questa ispezione? Guardate là, proprio ora uno di questi cosiddetti custodi di schiavi va lungo le gallerie e, munito di uno strumento appuntito, punge l’uno e l’altro in un piede. Se il maltrattato grida, è segno che è ancora in vita.

24. Per provare se sono in vita, esistono anche altri mezzi di cui questi mercanti di uomini si avvalgono per perpetrare un simile sacrilegio autenticamente satanico, ma non pensiamoci oltre, perché una cosa è certa: se questi mercanti trasportassero leoni, tigri, serpenti e iene, avrebbero per questi animali un’attenzione e una cura infinitamente maggiore che non dei loro poveri fratelli.

25. Ora che abbiamo conosciuto l’intero continente, diamo un’occhiata alla parte meridionale di questo paese che è chiamata “Capo di Buona Speranza”.

26. Oh, certamente! Ve lo dico Io: là c’è sicuramente una buona speranza, ma per Satana, poiché proprio là il commercio è così cospicuo che il principe delle tenebre impiega i suoi capitali al mille per cento. Di più non occorre che Io vi dica: quanto tutta questa attività Mi piaccia, specialmente se è fatta da cristiani, ve lo potete facilmente immaginare. Ma grande sarà pure la ricom-pensa che ne seguirà!

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Capitolo 4 4 a ORA

Sull’abominevole commercio degli schiavi nel 1841. Le atrocità

perpetrate dai marinai inglesi nei confronti dei negrieri.

1. Ed ora guardate su questa tabella un’altra immagine. Qui non si vede che un susseguirsi di ondate, ma Io vi posso solo dire che questa immagine non è nient’altro che una piccola parte dell’Oceano Atlantico, e in questa quarta ora vogliamo volteggiare un po’ anche su quest’ampia distesa d’acqua, per osservare qua e là l’attività delle “case galleggianti”.

2. Guardate un po’ là: sul bordo occidentale della distesa d’acqua si fa vedere un cosiddetto grande battello di linea ed ai suoi lati c’è anche un grande numero di imbarcazioni più piccole con i nomi più diversi.

3. Noi però vogliamo seguire questa nave per un po’ e, come vedete, da questa parte, nel profondo Sud, si mostra un’isola abbastanza importante; guardate come la nave si dirige dritta verso quest’isola. Cosa pensate che questa nave abbia di mira? Indovinate un po’. Se gettate uno sguardo nelle sue dispense, vedrete che ha provviste sufficienti almeno per sei anni. Se guar-date la cabina dorata del capitano, o ne osservate il tavolo, trove-rete carte geografiche e strumenti nautici di ogni sorta.

4. Ora dovreste avere quasi indovinato quali sono i propositi di questa nave. Aspettate soltanto un po’. Osservate l’espressione dell’osservatore che, sull’albero maestro, provvisto di un cannoc-chiale, guarda attentamente tutto intorno ed esamina la sterminata distesa d’acqua, di onda in onda, senza però finora scorgere terra.

5. Guardate come gli uomini corrono disperati sulla coperta del-la nave, poiché, a causa della lunga durata del viaggio, tutta l’acqua dolce è stata consumata. Osservate un po’ la scena! Tirano a sorte dei nomi.

6. Ad un povero negro è toccato doversi sacrificare. Vedete, ora viene spogliato, gli bendano gli occhi, le braccia vengono strettamente legate sotto le ascelle, poi, vedete, si avvicina lo sbirro, gli apre le vene ed il sangue, che sgorga dalle sue vene,

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viene mescolato con un po’ di rum e poi viene bevuto per sedare un po’ la sete. Il negro, svenato, viene poi gettato in mare. Dato però che questa bevanda non è bastata per tutti, allora questa operazione viene ripetuta ancora altre volte, e con ciò che sgorga dalle loro vene viene preparata la bevanda fatta col sangue.

7. Per quanto questa scena debba considerarsi quanto mai rara, dato che vi si ricorre soltanto in caso di estrema necessità d’acqua, non per questo la si può considerare scusabile. Diverso sarebbe il caso qualora, in una simile necessità, l’uno o l’altro, per il grande amore del prossimo, volesse decidere di dissetare i loro fratelli col proprio sangue per salvarli dalla morte. Questa azione allora sarebbe veramente una grande testimonianza d’amore verso il prossimo da parte di chi lo fa, ma in questo modo è un obbrobrio e sarebbe meglio che mille si sacrificassero volontariamente per uno, anziché uno venisse obbligato a compiere un tale e crudele sacrificio. Ora però, come vedete, l’osservatore grida dal posto di vedetta: “Terra, terra!”. Immediatamente tutti, sulla nave, diventa-no allegri e, come vedete, tutte le vele vengono dirette verso quest’isola.

8. La nave vola in quella direzione come una freccia, solcando le onde tempestose, ed ora ha raggiunto la baia. Si gettano le ancore e tutto l’equipaggio, al di fuori di pochi uomini di guardia, si affretta a scendere nelle scialuppe ed a raggiungere la costa. Guardate là: appena giunti sulla costa, scoprono subito una sor-gente d’acqua fresca e si danno da fare per procurarsela, e così la nave, in poche ore, è stata rifornita d’acqua dolce ed ora tutto viene di nuovo fatto allegramente; poi le scialuppe si muovono lentamente lungo la costa per vedere se l’isola è abitata o no. Essi scoprono, proprio ora, una località composta di semplici capanne, di forma rotonda. Sbarcano e si avvicinano, ma gli abitanti, spa-ventati dalle cannonate, si sono dati alla fuga. Senza perdere tempo, frugano in ogni capanna e qualunque cosa trovano viene anche portata via.

9. Come vedete, in questo modo un povero e piccolo popolo viene derubato di tutto il suo avere. Però la scena non è ancora

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finita. Questi poveri fuggiaschi vengono inseguiti e, non di rado, vengono uccisi, oppure, quando va bene, vengono fatti prigionieri e, quale buona preda commerciabile, vengono venduti in America, a seconda del tempo e dell’occasione. Ormai saprete di certo che specie di nave è questa e quali sono i suoi scopi. Vedete, è una nave che parte per i viaggi di esplorazione. Lasciamola proseguire per la sua via infame e cattiva. Ora, vedete, se ne presenta già un’altra.

10. Ma questa nave, che vedete ora, Io ve la faccio vedere sol-tanto in spirito, poiché è stata scorta già nell’anno 1835, nel Mare Mediterraneo, da un altro navigatore francese ed in seguito venne distrutta. Ora però Io vi faccio vedere come essa, prima di allora, svolgeva la sua nefasta attività nell’Oceano Atlantico. È da notare però che questa nave non era l’unica. Circa una ventina di navi del genere trafficano, tuttora, nelle acque dell’Atlantico, portando malanni ovunque vanno.

11. I padroni di queste navi sono in maggioranza spagnoli e por-toghesi, e solo quattro di queste navi sono mussulmane. Ora guar-date quella nave carica zeppa di schiavi: essa parte dalla costa africana per venderli ad un recidivo mercante di schiavi d’America. Però osservate: non appena si è allontanata di duecen-to miglia marine dalla costa, viene scoperta da una nave inglese che la insegue e la cattura. I marinai si difendono accanitamente, ma non serve a nulla: la potenza della nave inglese è molto supe-riore di quella negriera, così questa deve arrendersi.

12. I marinai inglesi salgono immediatamente a bordo di questa nave, liberano gli schiavi e li portano sulla loro nave, riservando loro un trattamento un po’ migliore. Che succede poi con la nave negriera? Osservate bene e lo scoprirete subito. Guardate con quanta diligenza i marinai inglesi, agli ordini del loro comandante, svestono l’intero equipaggio della nave e gettano le vesti in mare. Gli uomini dell’equipaggio, invece, con lunghi chiodi appuntiti, li inchiodano sul ponte della nave, nell’ordine di come erano messi prima gli schiavi. Il capitano invece lo appendono per le mani all’albero maestro, con la faccia rivolta fuori, e poi gli legano

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saldamente i piedi allo stesso albero con una corda. Quando hanno finito questo lavoro, vanno nelle cabine e prelevano tutto quello che è utilizzabile, poi sciolgono le vele al massimo e ovviamente ritornano sulla loro nave, abbandonando l’altra in balia dei venti, fra le urla strazianti degli uomini inchiodati sulla coperta.

13. Osservate e riflettete su quale sia il risultato alla fine, quando una crudeltà segue un’altra crudeltà, dovuta semplicemente ad un arbitrio ancora più crudele, e soprattutto su quale sia l’effetto di tali scene dinanzi a Me che, mentre ero ancora morente dalla Croce, pregavo il Padre di perdonare i Suoi nemici! Non ci sono dunque altri mezzi per reprimere il male del commercio degli schiavi al di fuori di questi che, in un modo o nell’altro, sono comunque contrassegnati dal sigillo di una crudeltà difficilmente immaginabile?

14. Ora vi chiederete che cosa hanno fatto degli schiavi i loro liberatori! Credete forse che essi li abbiano riportati alla loro patria d’origine? Oh no, non hanno fatto questo; non li vendettero neppure, ma li tennero al loro servizio, poiché essi stessi avevano dei possedimenti in America e così, naturalmente, li ebbero a più buon mercato che non se li avessero dovuti comprare. E così guardate dunque come, da parte dell’Inghilterra, viene esercitata ora una severa vigilanza contro il commercio degli schiavi: quan-do viene scoperta una nave di queste che è carica di schiavi, essa viene immediatamente catturata con la forza, gli schiavi vengono liberati e poi impiegati là quali lavoratori liberi. Spesso però vengono venduti concedendo carta bianca ai compratori, cosicché questo modo di agire corrisponde al vecchio proverbio romano: “Scyllam praeteris, Charybdim invadis” (Sfuggi a Scilla, ma

piombi addosso a Cariddi).

15. Ecco, Io vi ho mostrato tutto ciò, affinché possiate farvi il vero concetto della cosiddetta abolizione del commercio degli schiavi. E dunque un indegno mercante resta un mercante che non si vergogna affatto di erigere le sue vergognose baracche di cam-biatore e le sue bottegucce nel Mio Santuario. Oh certo, se tu offrissi ad un tale avido di denaro un milione di monete d’oro, egli

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ti venderebbe anche il cuore sanguinante di sua figlia e non dovre-sti chiederglielo neppure due volte che ti darebbe anche la testa del suo figlio primogenito. Però voi direte: “Vanno proprio così miseramente le cose in tutte le navi? Non si pensa mai a Dio in nessuna di queste case ondeggianti?”.

16. Ed Io vi dico: “In ogni nave, certo, c’è un prete e talvolta anche parecchi che vengono imbarcati come zavorra a causa della cerimonia, come una banda musicale [viene imbarcata] a causa dei marinai, e la parola ‘zavorra’ è quella che maggiormente si adatta, poiché tutto il resto non è che vuota formalità, e la bandiera di Stato della nave è, in un simile genere di imbarcazioni, una cosa molto più sacra che non tutti i preti messi insieme con il loro vacillante servizio divino”. Io vengo invocato da alcuni uomini migliori solo quando i tuonanti cavalloni li risvegliano, per breve tempo, dalla loro ebbrezza del guadagno. Del resto, su ogni nave, la tirannia, che c’era e che c’è, è tanto spietata che potrebbe regge-re al paragone con quella di un regnante egiziano, e questa fredda e arida mancanza di sensibilità degli ufficiali superiori della mari-na viene poi chiamata “disciplina marinaresca” dal mondo morali-sta! Io però, a conclusione di questa quarta ora, dico: “Ben venga-no questi trattamenti violenti; in verità, quando verrà il tempo, la ricompensa non sarà piccola!”.

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Capitolo 5 5 a ORA

Sul mostruoso sfruttamento degli schiavi nell’America del Nord, nel 1841, nella terra della cosiddetta libertà. Maledizione da parte del Signore dello zucchero coloniale.

1. E dopo che ci siamo trovati a navigare sulle acque dell’Oceano, approfittiamo per salire su una nave negriera e, grazie al vento favorevole, veleggiamo con questa verso l’America del Nord. Ecco, vedete, quella striscia verde, che comincia a mostrarsi là, è già il ben noto litorale orientale nordamericano. Guardate come diventa sempre più chiaro un po’ alla volta, vedete: scorgete già una grande città provvista di un grande porto.

2. Ed ora, eccoci qua. Guardate come dappertutto sulle navi, nel porto e sui bastioni brulica una folla di uomini avidi di guadagno. Vedete, adesso appunto vengono sbarcati gli schiavi liberati. C’è trambusto tutt’intorno, ma arriva un ben nutrito proprietario di piantagioni di zucchero e costui li assume al suo servizio.

3. Al capitano della nave, che ha compiuto una tale “opera cari-tatevole” verso quegli schiavi, non viene offerta nessuna ricom-pensa in denaro per gli schiavi che ha portato, ma soltanto un “cospicuo premio” per i suoi sentimenti filantropici!

4. Come vedete, in questo modo una tale atroce mediazione as-sume un aspetto esteriore di umanità ed ha l’apparenza dell’amore degli uomini e del prossimo, mentre in sostanza non è altro che sempre il medesimo commercio di schiavi con l’etichetta di una politica morale.

5. Dal momento che le cose stanno in questi termini, vogliamo gettare un’occhiatina su una di queste piantagioni di zucchero e, per non dover cercare a lungo sulla nostra tabella, guardate subito qua. Non lontano dalla città, vedete, al centro della tabella, si trova proprio l’importante piantagione del nostro generoso ricom-pensatore dell’umanità da noi visto prima.

6. Guardate ora su una piccola parte del suo possedimento, come cento di quei poveretti, quasi completamente nudi, devono lavorare senza sosta. Voi potete vedere come dietro ad ogni dieci di loro sta

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un guardiano degli schiavi ben pasciuto, armato di spada e di fucile e, come se ciò non bastasse, tiene in mano una pungente sferza. Quando uno di quei poveretti si alza solo un minuto da terra per lenire il dolore che gli causa il lavoro, dal momento che lo stare costantemente piegati ha fatto diventare rigide quasi tutte le mem-bra, guardate là, solo per convincervi, quanto crudelmente questo guardiano, veramente scrupoloso, fa muovere subito la sua frusta e nel saperla usare ha una bravura tale per cui ogni colpo fa scorrere abbondante sangue dal corpo del disgraziato che viene colpito.

7. Voi penserete che almeno questi schiavi siano per lo meno nutriti umanamente, in modo da avere forza sufficiente per questi lavori che farebbero soccombere Satana. Io non voglio dirvi nien-te: date soltanto un’occhiata a questo gruppo di schiavi e ciò che vedete è, appunto, un pasto per gli schiavi. Voi cercate con gli occhi, da qualche parte, qualche scodella, ma solo che le scodelle - e non una ma tante quanti sono gli schiavi - sarebbero costate del denaro al proprietario, il quale si chiede cosa può costare meno di una simile scodella e, dopo averci pensato brevemente, il grande speculatore scopre che è molto più utile un tronco d’albero scava-to, un lungo tronco d’albero, appunto, preso al porto.

8. Ed ora esaminate la pietanza che si trova in questa lunga sco-della, che non consiste in altro che legumi, lenticchie e fagioli mal cotti nell’acqua e, nei giorni festivi, una specie d’orzo. Con questo cibo viene riempito quel tronco e quindi, o attraverso il suonare la raganella per gli schiavi o con lo schiocco delle fruste, questi lavoratori vengono invitati al desinare.

9. Si intende da sé che, a questo pasto, vengono invitati soltanto gli schiavi che si trovano nelle vicinanze, mentre coloro che lavo-rano più distante vengono provvisti di una specie di pane dal quale, se ne mangereste, verreste soffocati. Quando invece il lavoro in zone distanti non è tanto oppressivo, a quegli schiavi viene permesso di cucinare il loro noto(2) pranzo, in una capanna eretta a questo scopo.

(2) Descritto nel paragrafo n.8. [N.d.R.]

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10. Notate bene però che il tempo del pasto, tranne nei giorni fe-stivi, non deve durare più di un quarto d’ora. Comunque chi arriva in ritardo, dopo che è stato dato il segnale della ripresa del lavoro, viene accolto immediatamente col peggiore trattamento.

11. Con i cucchiai di legno si mangia solo nei giorni festivi. Ora vorreste chiedere quale altro compenso ricevono questi schiavi. Quelli molto diligenti, che, per così dire, lavorano giorno e notte fino ad ammazzarsi, di tanto in tanto ricevono un po’ di rum e qualche frutto e perfino qualche giacca già usata da indossare nei giorni di festa.

12. Questo è generalmente il massimo con cui si tiene conto di quei poveretti per amore del prossimo. Per gli altri non ci sono che sei ore di riposo ed il noto pasto. Questo è tutto quello che ricevo-no quale ricompensa del loro lavoro.

13. Ora Mi chiederete: “Non ha dunque questo caritatevole e magnanimo proprietario di piantagioni nessuno che sia sopra di lui, per quanto riguarda il trattamento dei suoi schiavi?”.

14. Ecco, questo non ve lo posso far vedere in immagini, ma ve lo dico senza preamboli: “No!”. Egli è, da questo punto di vista, padrone illimitato della vita e della morte dei suoi lavoratori ed ha il diritto di giustiziare uno schiavo disubbidiente con qualunque tipo di morte.

15. Affinché possiate accertarvi di quanto crudeli siano le leggi di questo Paese, vi indicherò un esempio, che là si ripete centinaia di volte, anzi a migliaia. Ultimamente ad uno di questi demoni, a causa dell’infernale trattamento, erano scappati due schiavi. Una casa vicina li aveva accolti, poiché i suoi abitanti avevano ancora, per lo meno, una piccola porzione di sentimento umano in loro.

16. Immediatamente, quel demonio danneggiato ricorse alle au-torità e reclamò la restituzione dei fuggitivi. La famiglia vicina, conoscendo bene la legge, si presentò subito alle autorità e disse qualche parola in favore degli schiavi, dato che questi si erano lamentati del duro trattamento.

17. Allora venne subito istituito un processo fra questi due vicini e ora vi domando: “Come credete che i saggi giudici abbiano

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risolto la cosa?”. Io vi voglio comunicare la sentenza, in modo che possiate rendervi pienamente conto della coltamente malfamata civiltà Nordamericana. Ecco, la sentenza dice così:

18. “Il vicino deve consegnare i due fuggitivi al proprietario, vivi o morti, per evitare una multa di mille sterline. Se ritornano, possono essere consegnati vivi; se questi non vogliono ritornare, allora vengano uccisi dal sopraccitato vicino e si portino i loro corpi oppure le teste al proprietario, e costui potrà poi decidere a piacimento. Se però i due suddetti fuggitivi dovessero evitare la seguente esecuzione con la fuga, allora qualunque persona avrà il diritto indispensabile per sparare loro subito qualora dovesse incontrarli per la strada”.

19. Ora devo aggiungere ancora qualcos’altro, affinché possiate conoscere interamente l’infamia. Nella sentenza si parlava di “beneplacito” del proprietario. Osservate ancora un po’ nella Mia tabella in che cosa consiste ciò. Una breve scena risponderà più che a sufficienza a tale domanda.

20. Adesso vedete uno stagno: si tratta di un vivaio di pesci, ap-partenente ad uno di tali possidenti. In un angolo di questo stagno, vedete, si trovano incatenati tre schiavi, due maschi ed una fem-mina, e nessuno dei tre ha raggiunto i vent’anni. Vicino a loro si trovano altri due schiavi, una donna ed un uomo, già morti. Questi due morti sono i genitori dei tre giovani.

21. Osservate bene: il guardiano si alza, poiché, come vedete, si avvicina il proprietario con due cosiddetti gladiatori, due suoi am-ministratori e parecchi aguzzini. Vedete, i giovani schiavi hanno un’espressione spaventata, poiché l’ordine, o meglio il beneplacito, per questi poveretti è il seguente: anzitutto i due morti devono venire tagliati in minutissimi pezzi e questi pezzi devono venire gettati nello stagno in pasto ai pesci. Poi la ragazza deve venire liberata dalle catene e abbandonata alle voglie di tutti gli aguzzini, sempre se lo gradiscano, e poi lei pure deve venire preparata per servire da pasto ai pesci. I due giovani, invece, vengono ognuno legato ad un palo e poi sferzati a morte, e solo dopo che è avvenuto questo vengono preparati quale cibo per i pesci.

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22. Ecco, così appare la famosissima costituzione nel civile Nordamerica. Ora, giudicate voi stessi con quale nome si dovreb-bero qualificare queste creature. In verità, al loro confronto, il Mio più acerrimo nemico, il principe di ogni tenebra, è un misero cialtrone, e in verità, potete crederMi oppure no, avrete sentito dagli ossessi che essi sono e furono posseduti dai diavoli e da Satana, ma Io vi dico che nessun vero demonio si lascerebbe indurre a prendere possesso interiore di uno di questi filantropi Nordamericani, poiché, date tali circostanze, ogni demonio prefe-rirebbe il gradino più basso dell’Inferno, anziché prendere dimora in uno di questi coltivatori di zucchero!

23. Da questa piccola comparazione potete farvi un’idea di come questo traffico sia visto da Me! Oh, in verità Io vi dico che ogni briciola di zucchero è gravata da Me da una millecupla maledizio-ne, poiché se questi esseri, che non hanno più nulla di umano, vendessero a peso il sangue che viene versato, questo supererebbe di cento volte quello dello zucchero così ricavato. E potete accet-tare con certezza che su ogni oncia di zucchero gravano cento once di sangue umano versato.

24. Vedete, Io Mi sono prefisso, per risparmiare il vostro animo, di farvi scorgere la parte migliore di questo continente e vi dovete accontentare, poiché, in verità, se Io vi mostrassi quello che av-viene nella metà meridionale di questo paese, la mano che tiene la penna si paralizzerebbe e non sareste più capaci di scrivere nem-meno tre frasi. Perciò, di tali casi estremi, Io Mi riservo di darvi qualche notizia nella dodicesima e ultima ora, quando sarete più abituati a vedere, insieme a Me, atrocità di ogni genere.

25. Qui Io non voglio affatto parlare della futura ricompensa, ma al riguardo vi dico qualcosa di nuovo: “Tali creature devono venire completamente annientate per l’eternità!”. Amen.

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Capitolo 6 6 a ORA

Continua la descrizione sullo sfruttamento degli schiavi nell’America

del Nord nel 1841. Il Signore distrugge una nave da trasporto inglese.

Casi di cannibalismo tra naufraghi. Sulle torture commesse da marinai

inglesi a bordo di una nave per il trasporto di criminali.

1. Dopo che vi siete guardati intorno fino a sazietà su questo punto dell’America del Nord, volgiamo ora il nostro sguardo, all’interno della tabella, di nuovo verso la costa, per fermarci ancora là per pochi istanti, fino a quando questa grossa nave, che scorgete attraccata qui, sarà completamente caricata con lo zuc-chero, e dopo, sempre con la stessa nave, faremo un viaggio per mare, nella direzione in cui essa dirigerà le vele.

2. Ora guardate ancora un po’ in questo punto, per vedere come gli schiavi trascinano, verso riva, molti carrettini carichi di grandi botti e cassette. Guardate poi qui un pesante carro caricato di cassette e vedrete che davanti ad esso sono attaccati quaranta schiavi come se fossero buoi, che gli aguzzini costringono, con colpi di frusta, ad accelerare il trasporto, mentre ai fianchi del carro sovraccarico c’è una quantità di schiavi, con cavi e corde, i quali devono proteggere il carro dagli incidenti, e non appena il carro oscilla anche solo impercettibilmente, la frusta crudele viene fatta volteggiare sopra le loro teste.

3. Ora vedete: essi sono giunti abbastanza vicini alla riva ma il trasporto è andato bene; infatti voi non vi siete accorti di cosa è successo proprio ora. Ecco, una ruota del carro si è spezzata sotto il peso, schiacciando venti schiavi sotto il grande peso del carro troppo carico, mentre, dall’altro lato, vengono maltrattati a morte gli altri schiavi che non hanno tenuto in bilico il carro, e neppure gli schiavi che tirano il carro, come vedete, vengono risparmiati in questa occasione, anche perché da una cassetta chiusa male, in cima al carro, in seguito alla forte caduta sono uscite da una fessu-ra un paio d’once (60 g) di zucchero; così almeno tre schiavi devono risarcire con la vita questo “grosso” danno. Così tutta la colpa, che è da ricercare soltanto negli abominevoli aguzzini che

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sono quasi sempre ubriachi, la devono pagare questi agnelli inno-centi dell’umanità.

4. Guardate ora: quei forsennati si sono stancati di adoperare la frusta e prendono altre disposizioni. Vengono procurati altri car-retti più piccoli e con essi tutte le casse vengono portate sulla riva, fra le urla ed i lamenti degli schiavi. Ora, vedete, è stato portato tutto là.

5. L’inglese prende in consegna la merce, regola i conti con il contabile del proprietario della piantagione presente all’operazione. Ora però le casse devono venire anche portate a bordo, poiché ciò è compreso nel prezzo e questa fatica tocca nuovamente agli schiavi. Ed ora vedete come essi, per mezzo di piccoli elevatori, fanno salire a bordo molti quintali di queste pesanti casse. Per fortuna nessuna cassa cade in acqua, cosa che spesso succede, specialmente quando uno degli aguzzini ha troppa acquavite nello stomaco e, per passatempo, tormentava i suoi poveri subalterni.

6. Quando in tali occasioni succede un danno così enorme, cioè quando le membra indebolite degli schiavi non riescono ad alzare sufficientemente la cassa in modo da farla entrare nell’elevatore, ed essa invece cade in mare, anche se viene ripescata immediatamente dagli schiavi senza che neppure una goccia d’acqua abbia raggiunto il suo contenuto, i lavoratori disattenti vengono quasi sferzati a morte, oppure, a seconda dell’umore più o meno crudele dell’aguzzino, vengono immediatamente fucilati e buttati in mare. Questi poveretti sono fuori pericolo solo quando la merce è tutta felicemente a bordo. Naturalmente i carri vengono riportati a casa con sopra gli aguzzini, seduti al posto delle casse che, per il loro divertimento, affinché gli schiavi vadano sempre al galoppo, sanno bene come ottenere con le loro fruste questa andatura veloce.

7. Ora forse chiederete: “Cosa è avvenuto di coloro che sono stati schiacciati?”. Io ve lo dico: “Proprio niente”. Guardate qui con gli occhi del vostro spirito e persuadetevene, malgrado alcuni fra loro, con mani e piedi fratturati, si lamentino e gridino, chia-mando aiuto a modo loro. Credete forse che faranno venire un

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chirurgo o saranno portati in qualche ospedale per schiavi? Vi sbagliate. Questi esseri infernali hanno un sistema di cura molto più veloce del vostro, perché prendono delle grosse pietre e gliele legano intorno al collo e poi vengono gettati in fondo al mare e così vengono guariti per l’eternità!

8. Ora forse vi chiederete ancora: “Quando questi schiavi galop-panti saranno giunti nelle tenute con i loro aguzzini, avranno questi poveretti almeno un’ora di riposo o una pausa?”. Oh, vede-te, in quel paese non si usa così, ma succede più spesso, quando il proprietario è addirittura troppo disumano, che vengano maltrattati per la loro disattenzione ancora una volta di più su comando del barbaro proprietario, finché è soddisfatto. E volete sapere qual è il numero reale di questi infelici, la cui sorte non offre assolutamen-te varietà significative nella sfera dell’infelicità? In tutto il territo-rio dei liberi stati d’America del Nord ce ne sono undici milioni, e non dovete pensare che ci siano soltanto negri fra questi schiavi, infatti per lo meno la quarta parte è costituita da bianchi.

9. Siccome però c’è una legge che proibisce la schiavitù dei bian-chi, questi schiavi bianchi vengono anneriti. Dal momento che ora abbiamo osservato quasi tutto, saliamo ancora sulla nave che ormai, vedete, a vele spiegate sta uscendo velocemente dal porto. Guardate come i marinai, simili ai danzatori sulla corda, fanno i loro esercizi di equilibrismo sul palo della vela. Osservate un po’ questi visi bruciati dall’aria marina e la loro nudità, a malapena coperta da miseri stracci. Guardate il loro aspetto disumano, come se apparte-nessero ad un’altra categoria di esseri, anziché a quella umana.

10. Ecco, questi uomini sono dunque i famosi marinai inglesi. Oh, umanità, guarda in quali profondità ti ha precipitato il tuo mondo! Quanto sei lontana da Me, Fonte originaria della Vita, e quanto vicina sei tu all’abisso della tua eterna rovina! Tu non temi le profondità dei mari, e le Mie burrasche fischiano e mugghiano invano sulla tua fronte. Tu non conosci più nessuno al di sopra di te, se non te stesso! Certo, tu guardi fisso con la tua vista che presumi sia molto acuta, lontano sopra l’ingannevole superficie delle onde.

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11. Profetizzi il temporale e conosci tutte le scogliere ed i ban-chi di sabbia nel mare. Senza preoccupazioni nuoti, fra la vita e la morte, su delle leggere tavole, al di sopra di immensi abissi e su di una superficie vacillante, da una parte all’altra del mondo. Tu però non pensi che Io, non più quale tuo Padre ma quale tuo Giudice inesorabile, Mi trovo comunque a bordo di questo tuo palazzo galleggiante fatto d’assi. A te è nota la via, e nei solchi del mare riconosci bene la tua strada. Vedi, il tuo tempo sta per finire. Io sfioro con un dito le profondità della terra e, dove tu non supponi, Io ho posto sulla via nuovi scogli che tu non cono-sci, ed Io, il Timoniere invisibile, saprò bene come scagliare il tuo misero lavoro raffazzonato, il tuo vergognoso cassone com-pletamente stipato con il sudiciume delle tue vergognose speran-ze, contro la nuova dura fronte degli scogli a te sconosciuti e così rovinarti.

12. Guardate come questa nave carica corre, proprio ora, nelle braccia di una tale scogliera sconosciuta. Guardate e non spaven-tatevi per il vento che la spinge là, veloce come una freccia. Essi non intuiscono nulla, perché Io non ho innalzato la scogliera sopra la superficie dell’acqua. Ecco, vedete, ancora due attimi e il mise-ro cassone sarà in frantumi, insieme a tutto il suo contenuto. Guardate ora là! Proprio in questo momento, la prora batte con gran forza contro la scogliera. Osservate come viene completa-mente fracassata e la nave comincia a inabissarsi. Guardate come i marinai si affrettano a sciogliere le scialuppe appese alla grossa nave, e come alcuni, con grande velocità, mettono insieme delle tavole e si formano una zattera, nuotando nell’acqua.

13. Vedete, la carcassa è bloccata tra questi scogli e un gran nu-mero di uomini si aggrappano all’ossatura della nave che ancora emerge dalla superficie dell’acqua. Altri uomini galleggiano nelle misere scialuppe andando incontro ad una morte certa. Però il capitano ed il proprietario della merce sono rannicchiati vicino all’albero maestro e lottano con la morte, ormai al terzo giorno del naufragio, presi da grande disperazione, e così pure gli altri nau-fraghi aggrappati all’ossatura della nave.

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14. Supponete forse che uno di questi uomini abbia invocato il Mio aiuto? Essi fissano lo sguardo sul mare aperto, per vedere se al loro sguardo si mostra qualche nave; ma questo è inutile, poiché Io saggiamente saprò dirigere le altre navi in modo che non passi-no nelle vicinanze di questo posto. Guardate ora come quei due, rannicchiati vicino all’albero, lottano fra loro. Voi penserete che con questo lottare cerchino di assicurarsi più saldamente all’albero, ma questa lotta ha ben un altro scopo, e cioè lottano soltanto per la fame ed ognuno vorrebbe uccidere l’altro per avere qualcosa da mangiare.

15. E se guarderete verso la carcassa della nave, assisterete già ad un pasto simile. C’è un altro mercante inglese che, alla sua amata moglie che si è aggrappata a lui, divora con grande avidità i seni. Vedete, questo mangiarsi l’un l’altro continua di solito fino a che non ne rimane che uno solo. Quest’unico rimasto, alla fine, se la prende con se stesso e si mangia fino a dove può arrivare, e questa scena poi termina abitualmente dopo poche ore con il dissanguamento.

16. Per quanto concerne le ossa, costui rosicchia fino a che è possibile, e ciò che resta viene spesso gettato in mare, bestem-miando. E poiché qui ora non c’è più nulla a cui assistere e da vedere, seguiamo ancora le nostre tre scialuppe [di salvataggio] per vedere cosa succede! Guardate, qui se ne trova già una, ma vi si trovano rannicchiati solo tre esseri, più cadaveri che uomini. Sono tre “eroi” che, dopo avere gettato il resto della compagnia in acqua, si sono accordati di non mangiarsi l’un l’altro, abbando-nandosi al cieco caso con quel po’ di vita loro rimasta.

17. Affinché non dobbiate trattenervi più a lungo presso questi tre, vogliamo farla presto finita con loro. Guardate là: una potente ondata colpisce la debole scialuppa ed un pescecane “indulgente” aspetta già con brama il contenuto di questa scialuppa, che egli ha già accompagnato a lungo come un fedele compagno di viaggio. Ora vedete, l’onda ha compiuto il suo dovere e il pescecane ha divorato il suo bottino, che aveva atteso con desiderio. E così anche qui non abbiamo più niente da osservare e vogliamo cercare

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un’altra di queste scialuppe. Ora penserete dove essa si troverà. Io però vi dico: “Non preoccupatevi, a chi cerca con Me, non sarà difficile trovare”. Infatti guardate là, essa è già qui. Contate gli uomini che ancora vi si trovano, ed allora non vi sarà difficile ricostruire la scena. Perché dunque non contate? Ah, voi dite che non scorgete nessuno. Avvicinatevi un po’ e guardate dentro alla scialuppa che ondeggia: voi non scorgete che ossa rosicchiate ed è appena il decimo giorno dopo il naufragio.

18. Ora vorreste sapere almeno dove è andato a finire l’ultimo che ha spolpato quelle ossa, dato che egli stesso non può essersi mangiato fino al punto di lasciare delle ossa nude. Rivolgete dunque il vostro sguardo un po’ da quella parte, verso Occidente, e vedrete che qui, nella metà più occidentale della tabella, si in-nalza, sopra lo specchio d’acqua, uno scoglio muschioso di pochi klafter quadrati, dove si trova l’ultimo della scialuppa, accovac-ciato e in preda alla massima disperazione, nel mezzo di questo isolotto estremamente piccolo, ed egli sta raccogliendo del mu-schio e poca erba e se li mette in bocca.

19. Questa, vedete, è la sorte dell’ultimo, ed esso è anche l’unico fra tutti i naufraghi che, in seguito, un’altra nave, fra due giorni, prenderà a bordo ancora in vita, affinché possa riferire tutto quello che è accaduto qui. Costui è anche l’unico che, almeno su quest’isolotto, ha cominciato un po’ a ricordarsi di Me. Lasciamo-lo quindi in attesa della salvezza e guardiamo un po’ dove si trova invece la zattera.

20. Eccola là: essa galleggia e, come vedete, anche qui non c’è più nessuno; soltanto alcune ossa sono assicurate ad un asse con uno spago e così pure, nel mezzo della zattera, c’è una bottiglia nera turata e legata ad un asse. L’ultimo superstite, appunto, vi ha descritto il naufragio della nave e il suo, fissandolo poi all’asse con una corda, dentro la bottiglia. Mentre faceva questo lavoro di legatura, nella sua debolezza, imprudentemente scivolò con un piede nell’acqua e si tenne con le mani ad un asse ancora per un po’, finché un pescecane buongustaio gli strappò metà del corpo e poi divorò anche l’altra metà del corpo!

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21. Come vedete, siamo alla fine del nostro viaggio per mare e, visto che qui, come dice un vostro proverbio: “Perfino la morte ha perso i suoi diritti”, cioè non c’è più nulla, lasciamo perdere anche noi i nostri diritti di visione, dove la morte ha rubato tutto alla nostra vista e rivolgiamoci quindi alla nostra tabella che ci propo-ne il mare per vedere se vi si presenta da guardare qualcosa di già pronto e galleggiante che sia degno di nota.

22. Ecco, guardate qui! C’è una nave di linea inglese che sta venendo da questa parte. In coperta non c’è nessuno all’infuori dei marinai e del timoniere. Voi vorreste almeno sapere cosa racchiu-dono le sue assi; ebbene guardate: con un “Io voglio”, la nave diventerà trasparente come se fosse vetro, ed il suo contenuto vi salterà agli occhi abbastanza chiaro; ed allora dico: “Io voglio”! Guardate e giudicate ciò che si trova qui. Nella stiva della nave ci sono trecento persone d’ambo i sessi, gravate da pesanti catene e quasi completamente nude. Osservate come sono magri i loro corpi, contate i lividi sanguinanti ed il miserabile cibo che viene dato loro, non di giorno in giorno, ma di settimana in settimana, e che consiste in un duro pane che non fa neppure un terzo di libbra (186 g) e un boccale d’acqua putrida a persona.

23. Guardate laggiù: in un angolo sta un uomo di età avanzata, i cui piedi sono stati assaggiati dai ratti e che prega il guardiano dei prigionieri, ora giunto, di farlo morire. Guardate in un altro angolo una vera dea, secondo i vostri concetti di bellezza, con le braccia morbide strette dalle catene, la quale, piena di paura, grida e implo-ra di gettarla in mare o di liberarle almeno una mano per poter allontanare dal naso quella bestiaccia che la sta mordendo. Che cosa fa il guardiano? Prende una dura scopa e gliela tiene davanti al naso per tenere lontani i ratti. In questo modo la sua faccia viene graffiata e insudiciata, cosicché questa alla fine è piena di ulcerazioni e pus.

24. E se si lamenta ancora del trattamento, allora viene per di più castigata. Guardatele i piedi, quei piedini delicati che ancora tre settimane fa erano tenuti in gran conto da un libidinoso e ricco crapulone inglese. Ma siccome tutte le sue ricche promesse non ottennero l’effetto di sedurre la ragazza, allora la sua viltà trovò il

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modo per vendicarsi e accusò la povera ragazza di aver commesso un considerevole furto che non esisteva, ed ora, come vedete, questa viene deportata.

25. E come questa qui che viene deportata come una delinquen-te, in questo gruppo ce ne sono degli altri, e proprio nell’angolo opposto vedete un uomo, ancora abbastanza giovane, che era l’unico erede di un uomo ricco e che alla morte del padre è stato fatto finire qui dalla sua stessa madre, con l’aiuto di uno dei suoi ignobili amanti.

26. Non ci addentreremo ulteriormente nella sua storia, ma ritor-niamo con lo sguardo ai delicati piedini della bella prigioniera che, per evitare i parassiti della nave, tiene sempre in movimento, poiché non vuole provare con i suoi piedi ciò che il vecchio ha provato con i suoi, e guardate meglio ai suoi piedi per rendervi conto di come lei, attraverso questo movimento costante, ha for-mato già un vero e proprio cuscino di ratti. E credete che quei bruti e pigri che sono addetti alla pulizia della nave scendano almeno giù per gettare fuori dalla nave i parassiti uccisi? Neanche per sogno; essi preferiscono piuttosto affumicare questa sventurata parte della nave, giornalmente con il catrame, per prevenire il manifestarsi di qualche malattia a bordo.

27. Voi di certo penserete che una tale inumanità superi ogni im-maginazione e che medici e sacerdoti dovrebbero intervenire affin-ché le disposizioni di legge vengano osservate. Io però vi dico che in Inghilterra ogni nave, quando lascia il porto, non ha nessun’altra legge se non quella vigente del capitano, e non ci vuole molto tem-po perché tutte le autorità di bordo siano piegate allo stesso spirito e che, sotto la stessa coperta, regni anche una sola ed unica infamia. Anzi, non ci vuole altro, com’era proprio il caso qui, che una simile bella e giovane deportata non dia ascolto alle selvagge passioni degli ufficiali che sono al comando della nave, molto spesso ubria-chi e che lei non si abbandoni a tutte le bassezze libidinose, perché nei suoi confronti venga pronunciata una sentenza tra le più deplo-revoli per questo mondo. Vedete, ora comprenderete già perché quelle bestiacce non vengono tolte dalla nave.

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28. Ma questa non è la sola pena che questa povera deportata deve sopportare, ma ce n’è un’altra, e cioè quella delle orribili maledizioni urlate dai suoi compagni di sventura, di entrambi i sessi, perché dipende soltanto da lei rendere il loro destino un po’ più sopportabile. Date ancora un’occhiata a questo ambiente di dolore e rivolgete poi il vostro sguardo più in alto, negli splendidi saloni dei signori della nave. Guardate come se la passano bene! Nei loro calici scintilla del vino spumeggiante. Tutti fanno un brindisi al loro comandante ed uno fra loro grida anche: “Evviva la nostra bella prigioniera”, e tutti approvano come pazzi.

29. Ora vedete gli ufficiali che complottano sottovoce fra loro. Vi chiederete: “Ma cosa possono avere in mente?”. Non preoccu-patevi di questo mistero, perché non si tratta di nient’altro che di averla vinta con la bella prigioniera con un astuto stratagemma. E cosa pensate voi in che cosa consisterà questo stratagemma? Ecco, esso consiste in nient’altro che questo: la bella verrà ora liberata dai ceppi e immediatamente sottoposta ad una efficace cura medi-ca, e quando si sarà rimessa le verrà fatta una formale domanda di matrimonio, grazie alla quale potrà diventare la moglie di uno o dell’altro degli ufficiali di bordo.

30. La poverina non si accorge dell’inganno, tanto più che è troppo spaventata dalla tortura infernale subita nel fondo della stiva, e così si unisce in matrimonio. Certamente è un falso matri-monio, impartito non da un sacerdote, ma da un marinaio travesti-to. In questo modo il suo sedicente marito può approfittare, ora, di lei e, durante la notte, a lui si sostituisce un altro degli ufficiali con il suo consenso, e così la nostra povera prigioniera diventa, a sua insaputa, la prostituta di tutta la nave. Per quanto riguarda lo stomaco, non le manca certamente niente, e lei si culla nella felice idea di avere fatto la propria fortuna. Ma gli occhi le si aprono solamente quando giunge nella baia di Batanj, in una costa dell’Australia, dove lei, al pari degli altri delinquenti, viene espo-sta ad una dura flagellazione per tutta la vita. La sorte di questi infelici verrà descritta di seguito nella settima ora.

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Capitolo 7 7 a ORA

L’Australia, nel 1841, quale luogo di deportazione dei peggiori

delinquenti inglesi, che venivano sfruttati per rendere coltivabile

questo luogo inospitale. Descrizione di questo luogo non ancora

maturo per ospitare esseri umani. Sul disumano trattamento dei

deportati da parte dei cosiddetti “cristiani” avidi di denaro.

1. Dato che abbiamo osservato sufficientemente questa nave nella sua nefasta attività e dato che il suo significato non vi sarà più ignoto, possiamo abbandonarla e fare un salto avanti, cioè nel paese che porta quattro nomi e si trova, secondo la vostra defini-zione, fra il 131 ed il 171 meridiano orientale e fra il 10 e 30parallelo meridionale, al quale diamo un’occhiata prima, dal momento che per voi è necessario conoscere un po’ la sua natura, la sua suddivisione e le sue condizioni climatiche; e quindi guar-date qui in questa tabella a voi ben nota.

2. Il territorio, che si presenta, osservatelo bene: è propriamente l’Australia, l’India meridionale, l’Oceania e la Polinesia. Vedete, la parte meridionale di questo territorio consta ancora di intermi-nabili pozzanghere e paludi nelle quali, se volete guardare più acutamente, potete scoprire una innumerevole quantità di mostri velenosi e ogni specie di insetti.

3. Guardate verso Sud, come un’infinità di isole corallifere anu-lari si estendono quasi fino alla regione del Polo Sud, ragion per cui non si può girare intorno a questo territorio lungo la costa meridionale, come ugualmente è impossibile raggiungere via terra la costa meridionale, che non è neppure una costa, e indagare sulle sue condizioni. Tale conoscenza è resa tanto più difficile, perché questo territorio consiste, in massima parte, di pianure sterminate, interrotte solo qua e là da piccole colline insignificanti, poiché monti di qualche importanza non ce ne sono assolutamente, in questo territorio, eccezione fatta per alcuni coralli e rocce di arde-sia, lungo le coste.

4. Il territorio, finora conosciuto, nel suo continente ha una super-ficie di quasi duecentomila miglia quadrate e su questa superficie

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vivono circa due milioni e sessantamila persone. Le regioni più abitabili si trovano per lo più lungo la costa orientale e dovrebbero essere già più o meno note e sono: Carpentaria, Terra di Arehme, Terra di Witt, Terra di Edel (Terra del Nobile), Terra di Eintracht (Terra della Concordia), Terra di Leuwie (Terra del Prato dei

Leoni), Terra di Nuyt, Terra di Flinter, Terra di Bauding, Terra di Grant, ed altri nomi ancora meno conosciuti dei quali non interessa niente. In questa costa orientale si trova appunto un approdo dal nome baia “Botanj”, dove, durante un periodo di tempo di quasi dieci anni fino a questo momento, gli Inglesi hanno sbarcato quasi centosettantamila criminali, che vennero poi ripartiti nelle diverse regioni.

5. Però non soltanto la costa orientale ha questa destinazione, ma anche in quella occidentale ora vengono sbarcati preferibilmente dei deportati. Vedete un fiume che proprio qui sbocca nel mare: è denominato il fiume dei cigni, e presso le sue sponde scorgete che è stata costruita una grande città, dalla quale ora viene realizzata una colonizzazione, servendosi appunto dei condannati deportati là, però con risultati molto peggiori di quelli che si ottengono nella costa Est; infatti qui vengono venduti abitualmente, secondo accordi stabiliti con gli Olandesi - ai quali questa costa appartiene - i peggiori furfanti d’Inghilterra, per coltivare una regione che è inospitale al massimo.

6. Nella costa orientale, e precisamente nella baia Botanj, una città è stata edificata già molto tempo fa. Il suo nome è Sydney e tutta la costa si chiama “Nuovo Galles del Sud”. Per ora osservate soltanto il punto occidentale; poi, dopo che avremo visto attraccare nella baia di Botanj la nostra nave, ritorneremo e ci disporremo qua, dove il martirio degli uomini è peggiore in maniera impensabile rispetto alla costa orientale. Comunque, prima di farvi assistere allo spetta-colo principale, voglio farvi fare una maggiore conoscenza con la zona stessa, affinché possiate avere un concetto più esatto di cosa significhi venirvi deportato sia come colpevole che come innocente.

7. Guardate qui, ora, qual è l’aspetto interno del territorio. Pen-sate che queste distese sterminate, così come appaiono ai vostri

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occhi, non siano altro che dei boschi di cespugli? Nemmeno per sogno, dico Io, non è che erba, e non dovete meravigliarvi se, qua e là, vedete erba alta quanto tre o quattro uomini. Quest’erba somiglia ai cosiddetti canneti che crescono lungo il mare e non c’è altro mezzo di estirparla se non col fuoco, quando si è seccata. Il fuoco però deve venire acceso solo quando soffiano i venti del Nord, poiché i venti del Sud soffocano il fuoco.

8. Voi di certo vorreste vedere anche qualche bosco di alberi; però di veri boschi qui ve ne sono soltanto pochi e gli alberi, che crescono specialmente nelle regioni meridionali, spesso non sono così grossi e alti come certa erba e danno pochi frutti commestibi-li. Nella parte settentrionale ed anche in quella orientale ci sono spesso delle coltivazioni di altro genere, che però tutto sommato non prosperano eccessivamente bene e col tempo si trasformano, cambiando anche notevolmente natura.

9. Ad esempio, le pere diventano spesso legnose e più larghe verso il picciolo piuttosto che alla base. Alle ciliegie il nocciuolo cresce esternamente sulla buccia ed il frutto stesso diventa acquo-so, e si riscontrano altri cambiamenti simili, che vi sembrerebbero alquanto strani, anche in diverse altre piante. Meglio di tutte pro-sperano le noci a forma di serpente, a voi ancora poco note, come pure, lungo la costa più settentrionale, crescono le noci di cocco, i fichi d’India, la carruba ed una specie di prugna-melone.

10. Bisogna però avere molta cura, affinché le noci a forma di serpente non vengano attaccate da un certo insetto rosso. Se una noce, così intaccata, cade nel terreno, ne cresce una pianta malefi-ca molto velenosa, che è dieci volte peggiore del cosiddetto Bo-honupas; infatti non appena le sue foglie hanno raggiunto l’altezza di un piede (31,6 cm) fuori dal terreno, esse emanano una tale potente esalazione velenosa e devastatrice che non soltanto fa morire tutti gli animali e gli uomini che le si avvicinano, ma molto spesso causa intorno a sé, entro un raggio di un’ora [di cammino], una tale devastazione fra le piante che in breve non vi cresce più nemmeno una pianticella di muschio, ma tutto si secca, diventan-do una specie di cenere.

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11. Ma per fortuna questa pianta non vegeta per più di sei mesi, ma con l’inverno muore subito e così diventa innocua. Dal mo-mento che ora abbiamo dato una breve scorsa alla flora, diamo una breve occhiata anche alla fauna. Anzitutto guardate come il cielo è invaso da grandi aquile bianche che, in forza e velocità, superano tutte le altre specie. La loro voracità è, specialmente durante la stagione invernale, così grande che esse, più verso l’interno del paese, aggrediscono l’uomo al pari di lupi volanti.

12. Oltre a loro c’è ancora un’altra specie di uccelli feroci che hanno quasi l’aspetto di uno struzzo. Essi hanno peli anziché penne. Alcuni non hanno nemmeno ali ed altri ne hanno, però sono simili a quelle del pipistrello. Questi uccelli hanno spesso zampe lunghissime, per mezzo delle quali possono correre così veloci che per loro è facile percorrere dieci miglia (74,2 km) in un’ora. Quando hanno raggiunto la preda, la schiacciano sotto un piede e divorano il pasto così come se lo sono preparati. Lasciamo stare l’infinita schiera di uccelli più piccoli ed innocui.

13. Di importante da notare c’è ancora un quadrupede dotato di un robusto becco, che appartiene ai mammiferi: “uccello lupo” sarebbe il suo vero nome. Questo animale, nella sua specie, è più crudele di qualsiasi tigre. Per quanto riguarda il terreno paludoso, esso è la vera patria dei serpenti e di ogni tipo di lucertole, fra le quali ce ne sono parecchie specie munite di ali; di certo non tutti questi animali sono velenosi, tuttavia sono più o meno dannosi.

14. Nell’interno si incontrano spesso dei pipistrelli molto grossi, che sono molto velenosi e possiedono, ancora più del serpente a sonagli, un effetto magnetizzatore nel loro sguardo, tanto che, quando fissano lo sguardo su qualcuno, quest’ultimo cade intontito a terra, come se avesse ingerito qualcosa di fortemente alcolico e, se nessuno gli viene in aiuto ed uccide il pipistrello che sta svolazzan-dogli intorno, quest’ultimo gli succhia fino all’ultima goccia di sangue e poi si allontana rapidamente, sibilando come una freccia.

15. Per quanto concerne il clima, si può dire che esso è un vero camaleonte, poiché, ad eccezione di alcune regioni orientali e settentrionali, è tanto mutevole che in certe zone, in un giorno

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solo, qualcuno può sperimentare tutte e cinque le condizioni me-teorologiche.

16. Il perché qui le cose siano così stranamente disposte, vi verrà chiarito a suo tempo; solo di questo potete prendere nota in antici-po: Io ho progettato per certi territori della Terra degli scopi del tutto diversi da quelli ai quali dovettero venire sottoposti prima del tempo, in conseguenza dell’abominevole avidità di lucro degli uomini. Quando però gli uomini, nella loro insensatezza, penetra-no prima del tempo in territori che non sono ancora sufficiente-mente maturi, è giusto che succeda loro ciò che avviene ai bambi-ni abbandonati a loro stessi, che mangiano frutta immatura e bacche velenose. Tuttavia, come già detto, in una prossima occa-sione vi verrà detto di più.

17. Ed ora vedete: durante il tempo in cui ci siamo aggirati in que-sto territorio, la nave, a voi già ben nota, ha già gettato l’ancora nel porto della baia di Botanj, così che, vedete, ormai è già qua! Infatti quando si ha tutto in un’unica immagine dinanzi a sé, non occorre fare un viaggio lungo per raggiungere un punto preciso. Ora, osser-vate bene, Io pronuncio nuovamente il Mio “Sia fatto” e, come vedete, la nave è diventata di nuovo trasparente, fino in fondo.

18. Innanzitutto guardate attentamente la nostra bella pseudo-moglie! Osservate come è debole, al punto che quasi non riesce ad alzarsi dal suo sedile. Ora recatevi un po’ nell’ufficio del capitano. Come vedete, là ci sono già tre colonizzatori che esaminano delle liste col capitano, alla presenza del governatore locale. Ora, vede-te, venti nomi vengono cancellati, compreso quello del vecchio, ma il nome della bella ragazza non viene cancellato.

19. Ora vedete, il governatore ed i colonizzatori firmano e con-fermano le liste, ed i guardiani dei prigionieri scendono giù, libera-no i prigionieri, poi legano loro le mani dietro il dorso e poi li spin-gono, sistemati così, sulla coperta della nave. Ed ora guardate come i guardiani entrano anche nella cabina della nostra bella ragazza e le comunicano qual è la sua sorte, le tolgono le vesti, e lei, dalla gran-de disperazione, cade quasi svenuta. Allo stesso modo le legano le mani dietro la schiena e la trascinano in coperta, vicino agli altri.

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20. Guardate come cade ai piedi del suo presunto marito e lo supplica, con tutta la forza di cui è capace un cuore di donna, e gli fa presente tutto ciò che le è possibile affinché comprenda come lei, innocente, venne condannata alla terribile deportazione, e come egli abbia approfittato vergognosamente della sua sfortuna, utilizzandola, lei che era pura come il Sole, peggio che non una prostituta inglese da bordello per marinai.

21. Osservate qual è l’esempio di un uomo che si riconosce nella religione cristiana! Guardate con quanta aria da gran signore egli ordina agli aguzzini di chiudere la bocca a quella bestia urlante, aggiungendo, se essa non dovesse mantenersi quieta come gli altri, di darle subito una trentina di frustate. Ecco, vedete, questo è stato il risultato della preghiera della ragazza verso quell’uomo, ed ora due sbirri la legano al palo più piccolo con una corda sopra il petto e sopra i piedi, e potete constatare con quanta vergognosa crudeltà la povera infelice viene frustata senza tenere conto del numero dei colpi inferti.

22. E quando i piedi, dall’alto in basso, sono stati tagliuzzati dalla frusta pungente, essa viene sciolta ed insieme agli altri de-linquenti viene subito calata, per mezzo di corde, dal bordo della nave in uno di quelle piccole imbarcazioni e, così sanguinante, viene portata a terra e messa dal governatore a disposizione del rispettivo colonizzatore.

23. Ritenete che laggiù l’abbiano fatta ricoverare in qualche o-spedale? Vi sbagliate di molto! La cura per queste ferite consiste unicamente nel far sedere il ferito per una mezz’ora nell’acqua del mare, là dove è molto bassa. È vero che ciò serve, ma figuratevi quale bruciore, specialmente per una ragazza così delicata! Ora qui abbiamo finito; vogliamo solo dare un’occhiatina ancora per vedere che cosa succede ancora a questi infelici.

24. Guardate più verso l’interno, secondo i vostri calcoli a circa cento miglia dalla costa, e vedrete come questi miseri, con i loro arnesi da lavoro e sotto la guida di parecchi sorveglianti, devono combattere con le enormi difficoltà che vi sono un po’ più note in seguito alla descrizione di questo territorio. Essi stanno, per così dire, fra due fuochi; questo significa davvero come dice il vostro

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proverbio: “O bere o affogare!”. Che importanza può avere, per questo caporione dei coloni, se venti o trenta di questi schiavi, molti dei quali ancora legati in catene, vengono divorati dai ser-penti o se, nell’erba alte delle tese (vari metri), sprofondano nelle paludi che si aprono improvvisamente? Oppure che l’uno o l’altro venga assalito e sbranato dalle note aquile o che parecchi incon-trino la morte nello strappare le piante velenose, a voi note, che germogliano qua e là?

25. Vedete, di tutto ciò ad un tale colonizzatore importa poco od anche nulla, poiché è sufficientemente provvisto per la sua casa anche senza questi lavoratori appena arrivati. Tuttavia, se attraver-so questi tentativi di una nuova penetrazione in queste terre, può guadagnarne una parte significativa, certamente ne è soddisfatto. Se però malgrado i crudeli tentativi l’impresa fallisce, non gliene importa comunque un granché, come dice lui stesso.

26. Penserete forse che quando questi delinquenti hanno reso coltivabile un nuovo tratto di terreno, venga poi affittato a qualcu-no dei lavoratori? Ma Io vi dico: “Nulla di tutto ciò!”. Un tale colonizzatore utilizza la terra per ben altri scopi. Anche se qua e là fa costruire qualche capanna, tutto ciò che realizza con il suolo appartiene a lui, dalla A alla Z. I lavoratori non ricevono altro che il cibo più misero, spesso immangiabile, e talvolta, se proprio non vogliono morire di fame, danno la caccia a serpenti e lucertole, tagliano loro la testa e li arrostiscono in un fuoco di paglia e man-giano questa carne con molto appetito; ed anche qui ci sta proprio bene il vostro noto proverbio: “La fame è il migliore cuoco”.

27. Per certuni invece la fame è tanto grande che non perdono neanche il tempo per arrostirli e, dopo averli puliti della testa, della pelle e delle interiora, se li mangiano subito crudi. Una nuova calamità per questi poveretti è quando, specialmente nella parte settentrionale, si imbattono negli aborigeni, che sono perfetti arcieri e li respingono con frecce avvelenate oppure li fanno pri-gionieri e li mangiano crudi.

28. Vedete, tutte queste avversità, senza numero e misura, devo-no subire qui questi poveretti, senza contare poi le punizioni che in più ricevono dai loro sorveglianti e superiori, che sono ancora

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più disumani di quelli nordamericani, punizioni che non possono neppure venire comparate alle calamità naturali del paese.

29. Ora guardate: anche la nostra poverina è già qui, addetta al taglio dell’erba. Da voi la falciatura dell’erba è un lavoro divertente; qui invece i lavoratori si trovano di fronte a dei veri boschi primor-diali di erba, nel cui fitto impenetrabile, specialmente d’estate, dimorano innumerevoli insetti, straordinariamente pungenti, che si avventano così violentemente su questi lavoratori nudi, che dopo alcuni giorni non rimane di loro che il puro scheletro.

30. Se poi questo lavoro viene fatto d’inverno, specialmente con l’uso del fuoco, non raramente succede che l’incendio diventa tanto violento che le fiamme spesso si propagano sul terreno per ore e ore, per merito dell’erba secca, e se i poveretti che hanno appiccato il fuoco non fuggono abbastanza velocemente, si bru-ciano completamente, oppure spesso vengono fortemente ustionati su tutto il corpo. Il peggiore lavoro, però, è quando questi poveri lavoratori devono correre, per delle ore, sulle ceneri ancora roven-ti, per riaccendere di nuovo il fuoco, dove si è spento. Certamente viene loro concesso di legarsi una specie di tavoletta sotto le piante dei piedi, però spesso queste tavolette si bruciano già a metà corsa, così che è la stessa cosa averle o non averle, e le piante dei loro piedi vengono comunque bruciate fino alla gamba.

31. E tutto questo senza soffermarsi su altre innumerevoli cala-mità e malattie, proprie di tale paese! Della costa occidentale non occorre che Io vi dica nulla di più, se non che le cose vanno dieci volte in modo ancora più inumano che non nella costa orientale, ragion per cui là la colonizzazione stessa fa ben pochi progressi.

32. E vedete, la colpa di tutto ciò è esclusivamente dell’obbrobriosa avidità di denaro degli uomini cosiddetti “mo-rali”, nonché “cristiani”. Che Io non vi lasci ora guardare più a lungo tali terribili cose, lo comprenderete facilmente senza tanto rifletterci sopra, perché in verità gli uomini accumulano già i loro peccati fino ad arrivare al terzo Cielo. Di più non occorre che vi dica.

33. E con ciò per oggi, amen. L’ottava ora vi darà notizie ancora più grandi e strabilianti.

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Capitolo 8 8 a ORA

L’Australia ha circa tremila anni e la Nuova Guinea ne ha circa

duemilatrecento. Sull’abominevole colonialismo mondiale, nel 1841,

perpetrato dagli inglesi, la nazione più avida di dominio e di ricchez-

ze. Il corpo umano non sente più dolore quando la tortura supera un

certo limite. Il più grande abominio agli occhi di Dio non è quello di

torturare atrocemente degli innocenti, ma quello di isolare un popolo

ed escluderlo completamente da ogni Luce superiore, cioè di privare

un uomo del suo Dio. Un altro grande abominio è quello di usare la

Parola di Dio per gli scopi più bassi, più avidi e più avari. L’isola

Otaheity quale base inglese per la produzione di polvere da sparo.

1. Dato che abbiamo compenetrato col nostro sguardo l’Australia come vero continente, facciamo ora una breve visita alle isole più di rilievo, per vedere come le cose procedono anche là. Io ho detto soltanto “agli Stati insulari più importanti”, poiché c’è un numero incalcolabile di piccole isole, nell’Oceano Pacifico, che sono governate o direttamente dal continente o anche dai maggiori Stati insulari.

2. In verità non sareste capaci di trovare, fra le migliaia di isolet-te dell’Oceano Pacifico, una che non sia stata rosicchiata o almeno fiutata dal principale despota europeo a voi ben noto. Questa nazione, specializzata nel frugare ogni angolo del mondo, ha lasciato più o meno in pace soltanto quelle isolette nelle quali, dopo la più accurata esplorazione, si è convinta che non vi era nulla da rosicchiare.

3. Guardate ora qui sulla tabella: Io voglio stendere tutta la Ter-ra, da polo a polo, dinanzi ai vostri occhi e nessun punto deve venire omesso. Ecco qui! Il grande spazio fra Asia, Australia e America: guardate la moltitudine delle isolette che fanno capolino sul grande specchio d’acqua come le stelle sul firmamento! Ma affinché possiate farvi un concetto dell’avidità commerciale di questa nazione che fruga in tutto il mondo, Io voglio aggiungere accanto ad ogni isola, per iscritto, il nome che le è stato dato dai suoi avidi scopritori.

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4. Ed ora leggete! Guardate tutti i nascondigli della Terra, anco-ra così inospitali e così isolati! Guardate solamente la scritta e vi persuaderete subito per quale nazione della Terra tutti i climi sono accessibili. Infatti questi uomini non ci fanno caso se anche sotto l’equatore le vele si infiammano per il grande calore o se dall’altra parte si gelano, per tre quarti dell’anno, fra montagne di ghiaccio e le loro navi giacciono sepolte, spesso, sotto parecchi metri di neve.

5. Per farla breve troverete pochi altri nomi che non siano quelli di questi speculatori mondiali. Rechiamoci perciò nei più impor-tanti Stati insulari, per osservare l’attività svolta là da tale nazione. Guardate dunque verso la parte nord-orientale: c’è un’isola grande ed importante che ha il nome di Nuova Guinea; quest’isola viene pure considerata come facente parte dell’Australia. Anche quest’isola ha soltanto pochi monti e, per quanto riguarda la sua nascita, è ancora più giovane dell’Australia che ha poco più di tremila anni, mentre l’isola della Nuova Guinea è quasi settecento anni più giovane dell’Australia.

6. Questo paese però venne scoperto da alcuni popoli asiatici mol-to prima dell’Australia, cosicché gli Inglesi ed anche gli Olandesi l’hanno trovato già di gran lunga più coltivato di quanto lo fosse lo stesso continente australiano, scoperto in seguito. Cosa poteva essere dunque più naturale del fatto che, da parte di una nazione avida di dominio mondiale, venisse preso immediato possesso di una tale scoperta a colpi di cannone. Qui non vengono certamente deportati i delinquenti, ma gli stessi poveri abitanti dell’isola non stanno per nulla meglio degli schiavi del Nordamerica.

7. Questi uomini vengono, a dire il vero, un po’ istruiti, però non già perché apprendano per loro stessa volontà la cosiddetta reli-gione cristiana o altre materie, ma vengono istruiti solo per la stessa ragione per cui vengono domati da voi i cavalli selvaggi, affinché cioè diventino più bravi, più adatti a portare pesi inglesi, a lavorare e a combattere per loro e, quando i signori gozzoviglia-no, anche a loro spetti una ricompensa che alle volte non è miglio-re ma è peggiore di quella che da voi ricevono le bestie da soma a

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lavoro compiuto. Il fatto è che questi capi-mediatori mondiali non vogliono assolutamente guadagnare il pane con il sudore della fronte, ma si stabiliscono con le mani in mano in tutti gli angoli della Terra, spalancano la bocca e si fanno mettere in bocca dai popoli, da loro ingiustamente sottomessi, i migliori bocconi, come si usa dire.

8. Guardate un po’ qui nel centro della tabella: quella è l’isola molto ingrandita. Guardate i lavoratori che, quasi nudi, sotto gli ardenti raggi del sole devono sbrigare i lavori più pesanti. Guarda-te ora come molti si arrampicano sugli alberi e devono raccogliere una specie di lana, che qui è molto più bella e più fine di quella simile che proviene dall’India orientale. Guardate qui di nuovo degli altri lavoratori che si occupano, quasi notte e giorno, della coltivazione della canna da zucchero. Guardate qui: ce ne sono ancora degli altri che devono frugare nelle profondità della terra alla ricerca di oro e di ogni specie di pietre preziose.

9. E guardate: ci sono altri che, come animali da tiro, devono portare in giro i loro pigri padroni nelle portantine e, vedete, ancora degli altri impiegati nella costruzione di opere di fortifica-zione e di grandi magazzini e che per pochissimi soldi vengono così maltrattati da fare pietà. Ci sarebbe ancora un’infinità di misere situazioni da osservare, ma, se prendete nella giusta consi-derazione le poche menzionate, vi dovrebbero bastare, tanto più se in aggiunta pensate che questa nazione, avida di dominio mondia-le, quasi con tutti gli altri Stati insulari conquistati procede se-guendo una politica simile a quella che a suo tempo i Romani usavano con le divinità straniere.

10. Infatti quando si convincono del fatto che in un’isola un qualche popolo pagano è di natura bonaria, allora non si accenna quasi per niente alla religione cristiana, ma si fanno essi stessi istruire in questa forma di religione pagana e, quando con ciò sono giunti alla conclusione del fatto che una tale misera religione riempie meglio il loro grande borsellino mondiale che non la religione cristiana, allora dicono, come il Mio caro Paolo: “Noi vogliamo essere tutto con tutti per guadagnare qualcosa da tutti!”.

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Naturalmente non come Paolo, che voleva essere tutto per tutti per guadagnarli a Me, ma, come già detto, per guadagnare tutto da tutti.

11. Soltanto quando una qualsiasi religione pagana ha dei prin-cipi fondamentali molto egoistici, allora la religione cristiana viene predicata usando cannoni di alto calibro e, quando questa nazione pagana ha accettato la religione cristiana, si comprende già da sé qual è il compenso che comprende tutto e che spetta ai proclamatori della salvezza. Ed ora guardate di nuovo sulla tabella.

12. Guardate ancora un’altra isola: viene chiamata Nuova Breta-gna, e un po’ più lontano un’altra ancora, chiamata Nuova Irlanda. Credo che non dovrete chiedere a lungo chi sono i signori di queste due isole importanti. E più sotto potete vedere un’altra isola importante, circondata da molte isole più piccole: è la Nuova Caledonia. Non c’è bisogno di chiedere chi sono i signori di que-gli importanti territori e cosa succede laggiù. Guardate solo in parte verso il Nordamerica, l’Australia e la Nuova Guinea.

13. Ora guardate verso Sud, dalla parte orientale dell’Australia, dove c’è un’isola importante, ma molto scarna e di difficile acces-so: paese di Van-Diemen è il suo nome. Come vedete, esso ha un aspetto molto brullo; perciò viene concesso perfino agli Olandesi che quest’isola, che per il resto non ha altro, almeno porti un nome olandese. Nonostante questo nome olandese, gli Inglesi si sono scelti comunque il migliore porto di approdo. Soltanto la parte occidentale è lasciata ai Paesi Bassi senza dazi da pagare. Per quello però che riguarda l’abbondante pesca nella parte orientale, gli Inglesi sanno molto bene dove gettare nel mare le loro reti. Lasciamo ora quest’isola e rivolgiamo un po’ il nostro sguardo verso Sud. Là scorgete due isole molto importanti, l’una accanto all’altra, divise soltanto dalla cosiddetta via di Cook.

14. Una è la Nuova Zelanda, e guardate ancora un po’ più verso Sud e troverete un’altra isola importante che si chiama Cornwallis. Vedete, a queste isole gli Inglesi hanno lasciato la libera sovranità in cambio di un considerevole tributo di grano. Ciò significa che

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coloro che governano queste isole sono stati lasciati nelle loro cariche e questo per varie ragioni. La ragione principale è che, in questo modo, il governo di questi paesi estremamente lontani non costa niente, mentre la loro disposizione, quanto mai ospitale, come già accennato in precedenza, conviene molto agli Inglesi, ragion per cui la religione cristiana qui fa scarsi progressi.

15. La seconda ragione per cui questa nazione avida di dominio mondiale non ha ancora fatto nessuna spedizione, appoggiata con i cannoni, contro questi paesi, sta nelle grosse spese a ciò collegate. La terza ragione è che questo paese, a causa dei frequenti uragani, delle molte scogliere e dei banchi di sabbia, non permette con facilità l’accesso alle navi. E ci sarebbero ancora altre diverse ragioni logistiche per cui queste isole lontane, ma tuttavia molto fertili, non sono ancora cadute completamente nella dispotiche mani di quella famosa nazione.

16. Però ora guardate: qui stanno navigando alcune navi inglesi, che sono una via di mezzo fra battelli commerciali e navi da guer-ra che, come vedete, puntano proprio in direzione di quelle isole; infatti là, questa è appunto la stagione del grano e di altri utili frutti, poiché già sapete che la vostra primavera corrisponde là all’autunno e perciò queste navi arrivano proprio al tempo oppor-tuno. Contate un po’ per vedere quante sono. Come vedete, si tratta di una flotta di ben 170 imbarcazioni, fra grandi e piccole; comunque, affinché possiate osservarne l’attività, Io accelererò in spirito questa traversata.

17. Guardate dunque, noi siamo già sul posto. Come vedete, queste povere genti, per la maggior parte discendenti di Caino, si affrettano verso la costa sovraccarichi di ceste, nonché di sacchi e di casse, lasciate sul posto dagli Inglesi a questo scopo, per offrire il loro presunto tributo agli dèi! Infatti questi poveretti considerano i maniaci di conquista mondiale quali esseri di una specie superiore, che sono scesi sulla Terra dalle nuvole per mezzo di quelle belle case galleggianti, per ricevere, secondo la loro opinione, dove il loro mondo finisce, il tributo che è dovuto loro.

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18. Che essi siano degli esseri superiori, lo deducono dal fatto che costoro da queste case [galleggianti] fanno partire tuoni e lampi e lanciano potenti rimbombi, come dalle nuvole.

19. Considerato che i destinatari di tali tributi sono a conoscenza di queste debolezze del popolo, fanno annunciare il loro arrivo anche con il tuono dei cannoni e, dopo un soggiorno di alcune settimane, quando ogni cosa è stata sistemata a bordo, quale pa-gamento a questo povero popolino viene dato un altro grandioso spettacolo di cannonate e razzi, spettacolo questo che dice agli indigeni che gli dèi hanno ricevuto un’offerta sufficiente.

20. Ma affinché questa scoperta furbesca non venga fatta anche da qualche altra nazione, le piccole isole, che circondano quelle grandi, sono state ben dotate di fortini dagli Inglesi, in modo che questi grandi paesi è come se fossero continuamente occupati, poiché nei pochi punti in cui questi paesi sono accessibili, gli Inglesi hanno piantato le loro bocche da fuoco in lungo e in largo. Dove però il paese, come già detto, è inaccessibile, non occorre neppure montare la guardia.

21. E così questi uomini avidi di terre e di mare, malgrado la so-vranità di questi paesi, sono da considerarsi in realtà i dominatori dalle coste fino all’interno. Qui essi naturalmente non esercitano nessuna crudeltà, cioè non fanno vibrare la frusta, né le loro fiaccole infernali su quei poveretti, però Io dico: “Proprio questo è il luogo dove quegli uomini si marchiano da se stessi come i più grandi mostri della Terra”. Infatti fino a quando qualche uomo, per avidità di lucro e avarizia, tiranneggia il suo prossimo, lo si può certo para-gonare ad un demonio quale evidente servo di Satana, poiché, per quanto terribile possa essere la tirannia, è per lo meno certo che la parte che viene così maltrattata viene nello stesso tempo umiliata fino alle più intime particelle del midollo e tuttavia le viene insegna-to, anche se in modo tirannico, un concetto del Cristianesimo in conseguenza del quale quei poveretti sopportano in modo tollerabile la loro miseria guardando la Mia Croce.

22. Quando invece per infame avidità si isola un popolo, esclu-dendolo completamente da ogni Luce superiore e d’altra parte,

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malgrado ciò, si strombazza con falsità di fronte a tutto il mondo quali progressi pieni di benedizione stia facendo una tale nazione [conquistata], mentre in segreto viene tenuta nella più vergognosa oscurità, allora, ascoltate, nessun demonio è capace di un simile capolavoro e bisogna che ci metta mano proprio un grande maestro.

23. Vedete, questa azione fa parte dei più grandi abomini della Terra! In verità, se un tiranno nel corso di un anno intero avesse ammazzato mille persone innocenti con i più spaventosi strumenti di tortura, così che il martirio da lui inflitto fosse tale che nessuna lingua umana potesse esprimerlo, Io potrei ancora dimostrargli la Mia Misericordia molto prima che a tali mostri provenienti dal sedere del principe dell’Inferno.

24. Voi sicuramente non riuscite a scorgere questa inesprimibile crudeltà, come invece la scorgereste se dovreste vedere in un’altra isola degli uomini appesi per i piedi a dei rami d’albero, in modo che la loro testa tocchi terra per essere divorati da una specie di piccole formiche verdi, cosicché spesso essi esalano l’ultimo respiro dopo sei o sette giorni di indicibili sofferenze, e quindi vengono lasciati appesi finché l’ultima goccia del midollo delle loro ossa non sia divorato dalle formiche. O certo, Io dico, i vostri capelli divente-rebbero bianchi e si rizzerebbero sul capo se in un altro luogo vede-ste come degli uomini vengono tenuti fermi ad una grossa pietra per affilare, fino a quando vengono arrotati fino all’ultima fibra. Certa-mente chiudereste inevitabilmente gli occhi se incontraste su un’altra isola ancora degli uomini, con piedi e mani legati, appesi ai rami degli alberi per i genitali e le femmine appese ai piedi degli uomini con una corda fatta passare attraverso le grandi labbra.

25. Io vi potrei citare un numero infinito di simili crudeltà, ma in esse non scorgereste altro che ogni tipo di crocifissioni, per mezzo delle quali agli uomini viene tolta la vita terrena. Però, vedete, tutte queste crudeltà devono venire considerate appena come una goccia di rugiada paragonata all’oceano Pacifico, che è appunto un tale oltraggio(3) spirituale della povera umanità. Infatti si può

(3) Isolare un popolo ed escluderlo completamente da ogni Luce superio-re. [N.d.R.]

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strappare ad un corpo un membro dopo l’altro, ma il corpo sop-porterà un tale martirio solamente fino ad un certo punto.

26. Quando per l’anima ciò passa i limiti, essa si libera immedia-tamente dall’involucro insieme allo spirito; poi il tiranno può attanagliare, flagellare, bruciare, arrotare il corpo, detto in breve, può esercitare con esso qualsiasi crudeltà che gli viene in mente: ciò non è molto diverso dalla situazione in cui qualcuno volesse far fare a voi la stessa cosa sulla sua giacca dopo essersela levata, poiché il corpo è sensibile al dolore solo fino a quando l’anima aderisce ad esso.

27. Quando l’anima ha preso congedo da esso perché si è passa-to il segno, allora, come già detto, ogni dolore viene a cessare. Però un tale maltrattamento dell’anima e dello spirito, un tale impiego delle catene da schiavi sullo spirito immortale, per brama di guadagno, tutto ciò è molto, ma molto più abominevole, Io vi dico, di tutte le atrocità corporali che vengono commesse sulla Terra.

28. Infatti, ritenete cosa facile ricondurre poi uno spirito schiavo alla sua libertà? Vedete, lo spirito umano è uno spirito libero, ma quando esso ha preso una data direzione, chi mai potrà mutargliela senza che lo spirito venga annientato?

29. Provate a pensare come deve sentirsi il Cuore del Padre quando, al pari di un accurato padrone di un podere, deve stare a vedere inattivo come la grandine gli distrugge i suoi frutti. Perciò Io dico: “Guai a voi, o tiranni, perché dovrete dividere con i vostri fratelli, i demoni, la vostra ricompensa, ma infinite volte guai a voi che avete nelle mani il potere di portare una vera Luce a tutti i popoli della Terra e non lo fate, anzi li scaraventate per vile avidi-tà e brame mondane in labirinti di tenebre ancora maggiori di quelli in cui si trovavano prima nella loro innocenza”.

30. Sì, Io lo dico una volta ancora: “Infinite volte guai a voi, quando verrà per voi il giorno della resa dei conti; in verità riceverete quello che la Mia Divinità, nelle profondità più remo-te della Sua Ira, potrà inventare ed escogitare!”. Di più non occorre che Io dica. Infatti privare un uomo del suo Dio è la

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massima delle atrocità; di più non occorre che Io vi dica. Allo stesso modo di ciò che abbiamo visto in precedenza, è massima atrocità adoperare la Mia Parola per gli scopi più bassi, più avidi e più avari. Di più non occorre assolutamente che Io vi dica.

31. Per quello che concerne gli altri stati insulari fino al Giappo-ne, del quale si tratterà nella nona ora, ad eccezione di un’isola che si trova nel mezzo del Pacifico e che porta il nome di Ota-heity, le condizioni sono approssimativamente le medesime come per le isole precedentemente trattate. Con questa isola le cose stanno circa come per la Nuova Zelanda, soltanto che qui in alcuni punti sono state introdotte per prime degli addestramenti alle armi europei e qua e là anche degli insegnamenti cristiani, poiché, per quanto l’isola sia piccola in confronto alle altre, provvede ora quasi completamente di zolfo e del migliore salnitro tutti gli altri Stati insulari inglesi, ragion per cui là sono state costruite fabbri-che molto importanti di polvere da sparo, dato che il terreno di questa isola è costituito quasi esclusivamente di puro zolfo. Una conseguenza di ciò è che là si trova uno dei più grandi vulcani, il cui cratere ha un diametro di parecchie ore di cammino ed è co-stantemente pieno di lava incandescente.

32. Quanto detto credo che sia sufficiente per quanto concerne l’odierna ottava ora, poiché grazie alla breve introduzione, che durante quest’ora vi ho dato tanto dal punto di vista materiale che spirituale, la nona ora che seguirà sarà per voi apportatrice di chiarimenti ancora più evidenti. Amen.

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Capitolo 9 9 a ORA

Sulla stolta costituzione imperiale del Giappone nel 1841. Il Paese

più perversamente arbitrario e crudele di tutto il mondo, nel 1841,

era il Giappone; una Nazione che migliorerà, dice il Signore, quan-

do cesserà la monarchia. Cenno sullo scopo di questa Comunicazio-

ne dal titolo LE DODICI ORE.

1. Dal momento che abbiamo peregrinato nel Sud della Terra ed avete potuto scorgere quali sono le sue condizioni più dal punto di vista interiore che da quello esteriore, vogliamo ora ritornare nell’emisfero boreale e, come già accennato precedentemente, nello stato insulare del Giappone, dove faremo una breve visita. Però, come vi è già noto, non impiegheremo né anni né mesi per giungervi, ma basta che guardiate sulla ben nota tabella, dove tutto quel pagano stato insulare sta già dispiegato dinanzi ai vostri occhi.

2. Osservate un po’ le coste: guardate quanto spaventosamente le alte cime degli scogli fissano dall’alto il mare in tempesta. Girate lo sguardo intorno e troverete pochi punti della costa che siano allo stesso livello della superficie del mare. Guardate qui, verso Sud: c’è un solo punto accessibile verso il quale, data anche la costituzione interna del paese, alcune nazioni straniere possono dirigere le loro navi.

3. Per quanto poi riguarda gli altri pochi punti di approdo per gli indigeni(4), in primo luogo sono in numero limitato e spesso quasi inaccessibili, e in secondo luogo da parte del governo locale, considerato quanto mai severo ed anche giusto, non è permesso agli stranieri di sbarcare in alcun altro luogo all’infuori che nel posto d’approdo stabilito per i seguenti motivi: anzitutto, affinché queste località non vengano profanate da uomini degenerati e, secondariamente, perché gli stranieri non conoscono i grandi pericoli degli altri piccoli punti d’approdo, in cui potrebbero subire danni inevitabili e trovare anche la morte.

(4) Abitanti del Giappone. [N.d.R.]

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4. Ma il terzo motivo è che lo stesso reggente si crede di essere l’unico in possesso di tutte le arti e mestieri e dei segreti, cosicché vive in una continua paura da avaro temendo che, se gli stranieri venissero a conoscenza di queste cose, sarebbe la fine della sua prosperità. Ecco perché ha fissato soltanto un unico punto di approdo dove questi prodotti eccezionali, secondo la sua opinione, possano venire posti in vendita per grazia speciale e giusta.

5. Infatti egli è fermamente convinto - e tutta la nazione insieme a lui - di essere il solo a trovarsi al centro del mondo e che tutti gli stranieri del mondo intero debbano venire da lui per comperare gli straordinari prodotti del suo paese, e quindi entrarne in possesso, e da questo possesso poi farsi un’idea esatta della perfezione alla quale è giunto questo principato centrale del mondo. Lui è davve-ro dell’opinione che gli uomini di altri punti della Terra non ab-biano neppure la capacità di immaginarsi come si possa fabbricare un semplice cestellino di giunchi.

6. E anche quando riceve la notizia che le navi degli stranieri sono costruite a regola d’arte, gli informatori che portano questa notizia vengono sempre bastonati, poiché una tale informazione viene considerata come una evidente offesa alla sua maestà, e allora egli incarica uno o due commissari di recarsi sul posto, per accertare in segreto se le cose stanno veramente come riferito. Se questi ritornano confermando l’informazione, allora una tale conferma viene giudicata come un formale alto tradimento, dato che questo sovrano dice:

7. “Se tutto ciò non fosse stato rivelato agli stranieri da qualcuno dei miei sudditi, come sarebbe altrimenti possibile che questi stupidi stranieri siano entrati in possesso delle conoscenze scienti-fiche e misteriose che li mettono in grado di costruirsi case rica-vandole dal legno e che li sostengono sopra le onde del mare? Queste cose, infatti, le comprendiamo solo noi, il popolo eletto al centro della Terra!”. E immediatamente dalla capitale, che è la città della sua residenza, vengono inviati in tutti e tre i paesi dei commissari incaricati di fare delle indagini, interrogando con la massima severità le popolazioni della costa per scoprire da dove

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possa aver avuto inizio questo tradimento e, se i commissari non hanno trovato nulla, al loro ritorno vengono anch’essi zelantemen-te bastonati e per tre anni vengono sospesi dalle loro cariche, non solo, ma durante questo periodo devono studiare assiduamente sotto il controllo dei più rigorosi professori.

8. A studi finiti, segue poi un esame straordinariamente severo; coloro che lo superano, rientrano nuovamente nella loro carica, chi invece non lo supera, viene nuovamente bastonato e deve ricomin-ciare gli studi daccapo. Però durante il tempo in cui tali commissari devono compiere i loro studi penitenziali, vengono per grazia so-vrana nominati dei sostituti. Questa nomina avviene così: i nove, cosiddetti “praticanti”, vengono chiamati alla presenza dell’equa e rigorosa maestà e sottoposti ad un esame orale.

9. L’esame consiste nel nominare per prima cosa tutti i manu-fatti prodotti nel paese e la loro preparazione, e nel nominare poi letteralmente ed elencare tutti i monti, i fiumi, le valli e le pianu-re, tutti gli animali, sia domestici che selvaggi, tutti gli alberi, piante ed erbe. Poi devono indicare precisamente il nome di tutti i sudditi del paese, dove abita ognuno e cosa possiede, ed infine devono recitare il nome completo dell’imperatore, ciò che costi-tuisce appunto per i praticanti la parte più difficile, poiché que-sto nome è tanto lungo che potreste appena scriverlo su una riga di una striscia di carta lunga almeno un miglio (7,42 km), usando un carattere medio. Questo nome contiene tutto, cioè la presunta linea di ascendenza del sovrano infinitamente lunga, poi tutte le cose e le industrie dello Stato e così anche i nomi di tutti i suoi sudditi.

10. Se riflettete un po’ su ciò, dovete ammettere quale sforzo di memoria sia richiesto per, come siete soliti dire voi, imparare a memoria tutti questi nomi. Ora vi domanderete a quale scopo un nome così lungo. È molto facile da chiarire: il monarca ha segnato in esso tutta la sua magnificenza, la sua storia e le sue proprietà. Ci sono certo anche delle altre persone nel paese che hanno dei nomi molto lunghi, ma più lungo di quello del monarca non può averlo nessuno, pena la condanna capitale.

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11. Perciò, sotto questo aspetto, il nome del sovrano viene stu-diato a lungo, per poter confrontare la lunghezza del proprio nome con quello del sovrano. E se qualcuno pure di antica ascendenza, trova che il suo nome è più lungo di quello del monarca, egli prende il protocollo dove è segnato il suo nome e lo porta, urlando e con le vesti stracciate, dinanzi al monarca e implora il castigo, nonché il completo annientamento del suo nome, e quando il monarca con un compasso ha misurato quel nome e lo ha trovato effettivamente più lungo del suo di un paio di klafter (3,8 m),vengono staccati sei klafter (11,4 m) dal nome e vengono bruciati, e poi all’implorante vengono somministrate “per clemenza” un numero corrispondente di bastonate e alla fine gli viene consegna-to il nome accorciato.

12. Ed ora ritorniamo di nuovo ai nostri praticanti. Se tre o quat-tro hanno superato l’esame, viene loro immediatamente consegna-to, come dite anche voi, il decreto di nomina e, contemporanea-mente a questa consegna, hanno il dovere di recarsi immediata-mente sul posto, quali commissari, per scoprire il tradimento al quale si è accennato precedentemente.

13. Questi commissari però sono generalmente un po’ più furbi dei precedenti. Essi indugiano intorno a questa ricerca abitualmen-te uno, due ed anche tre anni e meditano durante questo tempo su un’astuta finzione per raggirare il loro sovrano, e al loro ritorno portano di solito con sé parecchi testimoni prezzolati, i quali affermano che, dopo quell’orribile avvenimento [del tradimento], il fulmine è caduto tre volte su quel luogo e dopo di ciò tutti i presenti hanno osannato al grande Dio nel Sole per aver inviato un segno così grande, al fine di esaltare il grande principe dinanzi al suo popolo.

14. Ora forse vi chiederete perché i primi tre non sono stati così astuti quanto i loro successori. Voi vi meraviglierete se vi dico che i primi tre sono stati ancora più astuti di loro, poiché vengono imme-diatamente liberati dai loro studi e riconosciuti personalmente dal monarca quali funzionari di stato perfettamente retti, severi e pie-namente competenti, e giungono in questo modo alla massima

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dignità, grazie alla quale viene loro perfino concesso di sfiorare quattro volte all’anno la veste del monarca e con ciò sono liberati da ulteriori bastonate, poiché anche se essi non hanno ottenuto il risul-tato dei loro successori, questo non ha importanza, perché quello che conta è unicamente la grande fedeltà.

15. Invece i successori diventano in seguito definitivamente im-piegati dello Stato col grado dei loro predecessori. Non dovete pensare che ciò sia in quel Paese cosa di poco conto. Un funziona-rio, che ha il permesso di sfiorare la veste del monarca quattro volte all’anno, è qualcosa di così straordinario nel Paese che quando uno di costoro passa per la strada o viene portato su una portantina, tutti coloro che lo incontrano devono prostrarglisi a terra, pena la vita se non lo fanno, ed una sua parola rivolta a qualcuno è un fatto talmente fuori del comune che il suddetto spesso non abbandona il luogo dove è stato fatto segno di questa grazia per tre giorni di seguito. Se invece la parola era sfavorevo-le, e cioè se il funzionario ha rivolto a qualcuno un qualche rim-provero o qualcos’altro di spiacevole come per esempio lo ha chiamato con un nome di animale o in modo comunque disonore-vole, il destinatario comincia subito ad urlare ed a lamentarsi ed a implorare, presso l’alto funzionario, la grazia di una punizione, ciò che gli viene accordato senza indugio. Allora costui rivolge all’alto funzionario statale una preghiera, cioè che egli non gli infligga la punizione con troppa dolcezza, ma che lo faccia basto-nare secondo la sua severità, la sua giustizia ed il suo piacere.

16. Quando il funzionario statale ha percepito nel suo orecchio, graziosamente inclinato, una tale preghiera, ordina subito alla sua numerosa servitù di afferrare il supplicante in questione per le mani e per i piedi, di sollevarlo da terra e quando esso si trova così sospeso a mezz’aria, in mezzo a otto servitori, giunge il bastonato-re munito della canna di bambù e percuote a lungo il supplicante finché l’alto funzionario gli fa cenno di cessare la grazia con l’ultimo colpo. A questo punto il supplicante viene rimesso a terra mezzo morto dalle botte ed i vicini lo attorniano, lodando l’alta saggezza, la giustizia e la severità del funzionario.

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17. Voi vorreste vedere forse anche qualche lode del popolo de-stinata al monarca, ma di queste cose non avvengono in quel Paese, poiché là il monarca sta troppo in alto per poter venire lodato dal popolo comune. Questa ed altre cose simili sono la parte migliore di tale costituzione. Ora che la conosciamo, è op-portuno che mettiamo un po’ in chiaro la parte peggiore. Da que-sto punto di vista, qui le cose vanno in modo del tutto diverso che in qualsiasi altro luogo nel mondo.

18. In primo luogo in questo Paese nessuno ha una proprietà, poiché tutto è esclusiva proprietà del monarca. Ad ogni uomo, o meglio ad ogni classe, è esattamente prescritto quale lavoro deve fare e quanto deve lavorare. Gli è prescritto il cibo come pure le vesti, gli sono prescritti l’abitazione ed il distretto dal quale non deve mai allontanarsi, a meno che non riceva un ordine speciale dallo Stato. Inoltre gli è prescritto quante mogli gli è permesso prendere e quanti figli generare con le stesse.

19. Gli è prescritto di consegnare allo Stato tutto quanto produ-ce, secondo una severissima legge. Agli abitanti della costa è prescritto in modo assoluto di non dare nulla al di fuori della zona commerciale, assegnata agli stranieri. È loro prescritto di non permettere per nessuna ragione che il forestiero penetri nel territo-rio giapponese, ad eccezione della zona commerciale prestabilita.

20. È pure prescritto in modo preciso quali sono gli articoli che si possono vendere allo straniero e cosa quest’ultimo deve dare in cambio. Inoltre è prescritto molto severamente che non più di uno dei forestieri possa rimanere sul posto quale interprete, e che però dal momento in cui è accettato come tale, non deve più allontanar-si dalla costa. Egli, oltre a ciò, deve far conoscere la sua lingua a tre commissari giapponesi e, ciò nonostante, non deve penetrare mai nell’interno del Paese, nemmeno per un’ora di cammino.

21. Vedete, questo è approssimativamente un estratto della costi-tuzione giapponese. Io dico “approssimativamente”, poiché tale Paese non ha assolutamente nessuna legge di Stato che si possa dire fissa, ma la legge vigente dello Stato è il monarca, che regna di volta in volta, assieme ai suoi alti funzionari, e si può dire che

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dipenda quasi completamente dal loro libero arbitrio, per ogni caso che si presenta, emettere immediatamente una nuova legge. Infatti, in verità, non potete farvi il minimo concetto di quali insignificanti circostanze possano fare in modo che la legge in-fligga punizioni anche del tutto diverse per un qualunque reato. Io voglio portarvi soltanto un unico esempio.

22. A qualcuno è stato assegnato un distretto accuratamente mi-surato, al di fuori del quale non deve andare. Se qualcuno non ha scrupolosamente osservato il limite del confine e ne ha oltrepassa-to la linea anche solo di mezzo piede, ebbene, se ciò è stato notato dal vicino e se questo, a sua volta, lo racconta al suo vicino e questo ad un altro ancora fino a raggiungere la casa del custode del distretto, allora il custode con un compasso si reca immedia-tamente sul posto e misura accuratamente di quanto è stato viola-to. Se la violazione supera di poco il mezzo piede, allora il tra-sgressore, quale castigo, riceve subito cento bastonate; se invece il custode del distretto ha rilevato che almeno tre quarti del piede sono stati posti sopra la linea di confine, allora questa circostanza aumenta la pena quasi del doppio. Se però qualcuno ha messo il piede intero al di là del confine, costui riceve dapprima un’innumerevole quantità di bastonate, dopodiché viene legato per tre giorni ad un palo, affinché possa abituarsi a riconoscere dove era segnato il confine preciso.

23. Se però un caso simile si ripete per sette volte, allora gli vie-ne tagliato subito il piede nella misura in cui è stato posto oltre il limite. Chi però, senza un regolare permesso, ha osato fare alcuni passi al di là del confine del suo distretto, allora per grazia specia-le viene impiccato oppure bastonato a morte. Ma se non gli viene concessa la grazia, allora viene legato nudo alla croce e viene lasciato così fino alla morte. Tuttavia perfino dalla croce, per mezzo di ardenti preghiere, può ancora ottenere la grazia di venire ucciso con un colpo di lancia.

24. Come vedete, da questo piccolo esempio vi potete già fare un concetto di come vanno le cose in questo Paese. Tutto è dispo-sto in modo che, ad eccezione dei noti alti funzionari statali, tutti

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possano venire condannati a morte. Infatti qui, in certa misura, chiodo scaccia chiodo, poiché non succede mai che un impiegato in sottordine venga considerato responsabile e condannato per qualche crudeltà, ma accade invece che egli si faccia condannare per avere commesso, in qualche modo, una negligenza, come è stato dimostrato.

25. Quindi la parte principale dell’ordinamento statale è costi-tuita dal compasso e dalla bilancia, poiché qui tutto viene misu-rato e pesato. Se dunque riflettete su tutte queste disposizioni fondamentali che sono state approssimativamente esposte, quella che ha la parte principale è la condanna a morte con ogni specie di variante in quanto all’esecuzione, e non vi sarà difficile farvi un qualche concetto di come vanno le cose in un Paese in cui il dispotismo ha raggiunto il vertice della tirannide, poiché in verità è ben difficile che sulla superficie della Terra vi sia un altro Paese che possa eguagliare questo nella sua arbitraria e crudele perversità.

26. Ora vi ho reso nota tutta la parte cattiva di questo Paese che per voi è sufficiente conoscere. Ma ce n’è una ancora peggiore. Ora penserete sicuramente: “Che cosa può esserci in un Paese di peggiore di ciò che abbiamo già appreso?”. Per il momento non vi dico niente; soltanto vi invito semplicemente ad osservare con i vostri occhi questa tabella. Guardate: questo edificio è un tempio! Io dico a questo tempio: “Sia fatto!”. Ed ora guardate nel suo interno e vedrete una cella rotonda, situata lateralmente, dove delle ragazze e dei giovinetti vengono abbondantemente nutriti affinché diventino belli e grassi.

27. Guardate quegli uomini con le vesti gialle e blu seduti in mez-zo a loro: sono i sacerdoti sacrificatori. Quando un anno di carestia colpisce questo Paese, viene subito predicato che Dio si è adirato col Paese e che di conseguenza bisogna offrirgli un sacrificio per riappacificarlo. Ed allora, su ordine del sommo sacerdote, vengono tolti fuori da questa cella sei fanciulle e sei giovanetti, vengono lavati e a modo loro leggiadramente vestiti, poi un sacerdote sale su una cosiddetta cattedra della saggezza e da là stabilisce con parole

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furibonde, come se fosse la divinità irata a parlare attraverso di lui, in quale modo il sacrificio deve venire effettuato.

28. Se le fanciulle sono divenute belle e floride con tale supernu-trizione, allora la divinità disdegna il loro sacrificio e restituisce le fanciulle ai sacerdoti, quale loro proprietà, per tutta la vita. Con i giovanetti invece, a meno che non ci sia qualcuno di straordinaria bellezza, la divinità irata non si mostra tanto generosa, ma vengo-no abitualmente destinati al sacrificio, che consiste nel bruciarli vivi, oppure viene loro tagliata la testa prima di bruciarli, oppure vengono condotti su uno scoglio che sporge sul mare e da lassù fatti precipitare nell’acqua.

29. Certamente tali sacrifici umani avvengono molto di rado, ma è già troppo che ancora avvengano, poiché ciò significa che un tale Paese, per colpa di questi fatti, si trova già nelle più profonde tenebre e che ha il più vergognoso e misero concetto del vero Dio. Di queste cose obbrobriose fa parte anche l’uccisione dei figli in soprannumero, e colui che ha generato più figli del numero stabili-to viene evirato.

30. Fra queste cose obbrobriose va annoverato inoltre anche l’inaudita crudeltà con la quale si procede contro la penetrazione del Cristianesimo, poiché in questo Paese non può azzardarsi di entrare nemmeno un rinato [nello spirito] dotato di ogni potere miracoloso, dato che viene immediatamente condannato alla morte più crudele quale straniero apportatore di disgrazia e sobil-latore del popolo.

31. Ci sono stati realmente già casi in cui dei messaggeri cristia-ni sono stati da Me tenuti in vita, pure avendo attraversato le più diverse pene di morte, soltanto che questi, che non meritano di essere chiamati uomini, hanno considerato tutto ciò come cose da non tenere in nessun conto, anzi hanno tanto insaziabilmente escogitato ogni immaginabile tipo di morte per questi messaggeri cristiani, fino a che secondo il Mio Ordine la misura era colma ed Io ho dovuto richiamare il Mio messaggero per non vedere più a lungo la Mia Santità esposta a un tale innominabile disprezzo. Però ora prendete bene nota di quanto segue: “Non è più molto

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lontano il momento che annienterà questo seggio libero di Sata-na”. Quando sentirete che la monarchia verrà abbandonata ai popoli stranieri, allora pensate che la fine delle cose non è lontana.

32. Vedete, in questo Paese dell’Estremo Oriente ci sono ancora delle popolazioni che non vogliono sapere nulla di Me e così non manderò più loro che pochi dei Miei messaggeri, ma soltanto messaggeri del Mio Giudizio che è vicino, e allora avverrà come ad un albero da frutto nell’autunno da cui vengono colti i frutti acerbi insieme a quelli maturi. I maturi vengono conservati per la tavola del Signore, mentre quelli immaturi vengono passati sotto il torchio e spremuti per usarne il poco succo come aceto, mentre le vinacce vengono gettate ai maiali. E là succederà come presso un piccolo possidente sul cui campo è maturato il grano. In verità, là non si guarda alla maturità delle erbacce, ma esse vengono colte sul campo insieme al grano; poi però, in segreto, i braccianti le separeranno dal grano.

33. Costoro le legheranno in fasci e le lasceranno seccare all’aperto nei campi e alla fine daranno loro fuoco e le bruceranno ben bene, in modo da distruggere ogni seme della zizzania, mentre il Mio grano viene portato nei granai della Vita eterna. Perciò anche voi vedete di non scandalizzarvi quando sulla Terra trovate ancora tanti frutti immaturi e tanta zizzania fra il grano.

34. Non pensate che Io per questo ritarderò il Mio Giorno, ma in verità vi dico: “Io voglio soltanto accelerarlo per amore degli eletti, poiché se al tempo di queste ultime tribolazioni, che sono state predette, i giorni non dovessero venire abbreviati, in verità anche gli stessi viventi perderebbero la vita!”.

35. Siate perciò tranquilli e usate questa Comunicazione non tanto come una visione letterale del mondo pieno di sudiciume, ma utilizzatela piuttosto per la vostra contemplazione interiore. Infatti Io la do a voi appunto affinché riconosciate il mondo in voi stessi, lo disprezziate e per amore Mio lo sfuggiate. Tuttavia, solo a conclusione dell’ultima ora Io vi leverò la benda dagli occhi e scorgerete pienamente dove Io voglio giungere veramente con queste dodici ore. Amen”.

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Capitolo 9 bisSupplemento alla 9 a Ora

Il Giappone nel 1841: isole, etnia, scienza, lingua, religione, caste,

città e numero di abitanti. Il Giappone, nel 1841, era il Paese più

avanzato di tutti i popoli della Terra in vari rami scientifici e industria-

li. Il progresso dipende anche dal numero di lettere dell’alfabeto usato

da ogni popolo.

1. Il Giappone è formato dalle isole: 1) Sachalin; 2) Jesso; 3) Niphon o Nippon; 4) Hikoko o Likok; 5) Kinsin o Ximo, ed è il Paese più popolato della Terra.

2. La superficie raggiunge appena quella della Gran Bretagna e gli attuali giapponesi sono composti soltanto da mongoli, malesi e pochi abitanti originari. Essi non sono affatto imparentati con i cinesi e superano questi ultimi in tutto, sia nella cultura che nella crudeltà.

3. Ciò che concorre molto al fatto che essi superino di molto i cinesi in tutte le varie scienze, è che nella loro lingua hanno sol-tanto quarantotto semplici lettere, mentre i cinesi ne hanno circa cinquantamila. La loro lingua è molto morbida e flessibile. La loro religione è un paganesimo raffinato, le loro leggi sono tiranniche al massimo grado.

4. Gli abitanti sono divisi in dieci cosiddette caste; per ogni ca-sta ci sono alcune leggi fisse e immutabili e, in aggiunta, delle altre arbitrarie e mutabili. Ad ognuno è assegnato severamente un distretto, dal quale non può allontanarsi prima di avere ottenuto il “nulla osta” che consiste in una specie di vacanza di lavoro.

5. Le località preminenti sono: Jiddo-Eddo, sul fiume Tonkai, con 280.000 case e più di un milione di abitanti, e allo stesso tempo è la città quasi più popolata della Terra (anno 1841); Rio-Miako, con 140.000 case e quasi un milione di abitanti; Nangasaki (ora Nagasaki), città portuale, con 10.000 case e circa 100.000 abitanti; Mastmai o Matsumai con 6.000 case e 60.000 abitanti.

6. La punta estrema nord dell’isola Saghalin viene chiamata da-gli Inglesi “Capo Elisabetta”, e nella metà occidentale di quest’isola c’è il Capo Pazienza. Quest’isola, che è la più setten-trionale e anche la più povera, è separata dall’isola Jesso dalla Via

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La Peyronse. Sulla punta sud-orientale dell’isola Jesso si trova la città di Mastmai o Matsumai.

7. Quest’isola è separata dall’isola Niphon o Nippon dalla Via Sangar. Quest’isola, che si trova nel mezzo ed è la più grande, è contemporaneamente l’isola-residenza.

8. In essa è situato un grande porto dal nome Namba, ma che non può vantare il diritto di città; poi c’è la città residenziale Jeddo o Edo (ora Tokio) con un grande porto, che è protetto dal terribile Capo King; poi c’è la città di montagna Rio o Miako, che è la più grande città industriale giapponese. Quest’isola è allo stesso tempo la più montuosa, mentre l’isola più settentrionale di Saghalin è la più vulcanica.

9. L’isola Sikok è, per così dire, quasi soltanto un monte che sorge dal mare e perciò è anche meno popolata.

10. In confronto l’isola Kinsing con la città portuale Nangasaki è anch’essa sovrappopolata. Quest’isola ha le leggi più severe ed è accessibile soltanto agli Olandesi però unicamente sull’isoletta che si trova di fronte a Nangasaki e che porta il nome Guelport, nome che deriva dai cattivi portoghesi e spagnoli che sono stati scacciati.

11. Sopra la metà nordoccidentale dell’isola Nippon si trova an-che un’isola abbastanza importante, Sado, luogo di rifugio degli abitanti originari, che godono qui di alcuni privilegi. Anche alcuni portoghesi si sono insediati su quest’isola, però non si possono allontanare e devono adorare tutto quello che è giapponese e la luna piena.

12. L’intera popolazione del Giappone ammonta a quaranta mi-lioni di persone (1841), di cui quattro settimi sono donne. All’infuori della meccanica, della matematica, della nautica, della geografia e dell’astronomia, in tutte le industrie essi sono più avanzati di tutti i popoli della Terra e sono in possesso di grandi ricchezze e di alcuni segreti.

13. Gli abitanti di Sado possiedono ancora, qua e là, la seconda vista ed hanno ancora delle conoscenze che risalgono ai tempi primordiali di Meduhed. Il loro numero è di tre milioni senza i portoghesi, il numero dei quali è soltanto di alcune migliaia.

14. Tutto ciò vi serva per un colpo d’occhio più preciso di que-sto Paese e può venire aggiunto alla “Nona ora”. Amen!

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Capitolo 10 10 a ORA

Sguardo sull’Europa del 1841 con il suo cristianesimo molto spez-

zettato e completamente degenerato. Accenni all’effettivo scopo di

questa Comunicazione dal titolo LE DODICI ORE. Breve citazione

riguardo alla Cina e ad altri stati dell’Asia, dell’Australia,

dell’Africa, dell’America del Sud e del Brasile, riferita al 1841,

dove l’idolatria in questi Stati ha appestato i popoli e dove l’atrocità

è inaudita. La Russia, nel 1841, era un misto di cristianesimo e di

superstizione, dunque un popolo inaccessibile alla pura Verità.

Ancora una volta sullo scopo speciale di questa Comunicazione.

1. Dopo aver rivolto la nostra attenzione agli stranieri per avere un’idea del loro culto morale, rivolgiamoci al nostro patrio suolo. Io dico patrio, in primo luogo perché voi ci siete nati, ma in se-condo luogo, fondamentalmente perché Io su questo suolo sono riconosciuto più che in ogni altro attraverso il Cristianesimo, a dire il vero, molto spezzettato e completamente degenerato.

2. Ci sarebbero sulla Terra ancora molti luoghi, tanto nei continenti che nelle isole [a cui rivolgere la nostra attenzione], ma qui non si tratta di mettervi in mano una nuova statistica o descri-zione della Terra, ma piuttosto di destare in voi il vostro spirito, affinché esso possa scorgere e comprendere tanto più facilmente la sua statistica interiore e riconoscere le corrispondenti malignità di quanto in sé lo circonda più da vicino, ragion per cui quanto finora detto riguardo ai paesi stranieri è più che sufficiente.

3. Per quanto poi riguarda le particolarità di altri paesi e regni ben conosciuti, come ad esempio l’impero cinese e le sue isole o altri stati dell’Asia, dell’Australia, come pure dell’Africa o il grande impero brasiliano con tutto il resto dell’America del Sud e tutte le isole considerate come appartenenti a questo continente o che esistano sotto altri nomi, ciò voi lo potete apprendere, nella misura necessaria, comunque al di fuori di queste Mie note.

4. Io però per parecchie considerazioni non posso esporvelo, poi-ché in tali Paesi l’idolatria ha appestato i popoli in modo eccessivo,

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cosicché voi non ne trarreste alcun utile venendone a conoscenza, ma alla visione dell’immagine potreste addirittura assorbire in voi più veleno che benedizione.

5. Vi è un’altra considerazione per la quale Io non posso farvi una tale descrizione e cioè perché ciò non conviene alla Mia Santità; e non è neppure possibile e conforme al Mio Ordine il fatto che Io, stando accanto a voi, rivolga il Mio sguardo là, poi-ché fin dal momento in cui quei Paesi vennero scoperti da una nazione da Me malvista, essi sono stati colpiti dalla Mia maledi-zione o, in altre parole, già dai tempi remoti si sono talmente corrotti e pervertiti che un Mio Sguardo soltanto sulla corrispon-dente immagine li annienterebbe all’istante.

6. Infatti l’atrocità dei modi di agire in tali Paesi è talmente i-naudita che voi ad un’esposizione, per quanto parzialmente detta-gliata, specialmente per quanto riguarda le condizioni interiori, vi potreste spaventare talmente che neppure uno avrebbe la forza di continuare a scrivere. Perciò abbandoniamoli al loro destino e, come già detto, occupiamoci di ciò che, da tutti i punti di vista, si trova più vicino a voi.

7. Vi sarà difficile credere che, fra questi Paesi nominati e in parte anche intenzionalmente non nominati, vi siano delle regioni per le quali perfino la Mia maledizione è troppo santa e che, per conse-guenza, non ne sono neppure letteralmente degni. Di più non occor-re che vi dica. Perché poi Io su tali punti della Terra non desideri entrare in spiegazioni e polemiche, lo comprenderete bene quando vi dirò che, dove Satana ha stabilito in tutto e in tutti pienamente il suo dominio, in verità, là non è bene volgere lo sguardo.

8. E anche se Io vi facessi vedere, dispiegate sulla Mia tabella, queste zone, in verità non vi scorgereste niente all’infuori di uno spazio della Terra completamente nero e qua e là dei punti arro-ventati, e non c’è bisogno che vi dica di più. È meglio dunque che guardiate qui sulla tabella e che tentiate di conoscere il Paese che si presenta al vostro sguardo. Guardate attentamente: da quale parte osservate voi il Paese? Esso giace interamente verso Nord, non è vero? Ecco, ora ci siete. E come non avreste

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dovuto riconoscerlo immediatamente? I vasti campi di neve e le distese di ghiaccio annunciano ad alta voce il suo nome: Russia. Guardate come quest’ampio Regno abbraccia quasi tre continen-ti e, per quanto riguarda la superficie, essa è la più grande della Terra ad essere governata da un unico governatore.

9. Guardate un po’ qui, particolarmente nelle parti più setten-trionali: sembra che l’eterna pace vi abbia stabilito la sua sede. Però non è sempre il caso di fidarsi delle apparenze, poiché anche qui ci sono alcune burrasche negli animi degli abitanti del Nord e questo non soltanto perché essi stanno molto al di sotto della cultura degli altri popoli europei, ma perché stanno al di sotto, anche in parecchie altre condizioni di vita, della parte migliore dell’Europa e questo perché da parte del Governo si è fatto ancora troppo poco per lasciar brillare più intensamente perlomeno quella Luce cristiana che nel complesso è propria di questo Regno.

10. La mancanza della cosiddetta pace è perciò più morale che politica, poiché non può dare agli uomini, dal punto di vista spirituale, una condizione tranquilla con alcune scintille della Dottrina cristiana, fuse con un intero mare della più sudicia superstizione. Infatti è molto più facile, tanto qui che nell’Aldilà, rendere accessibili alla pura Verità i più tenebrosi pagani che tali cristiani paganizzati. E, come vedete sulla tabella, una tale con-dizione si estende quasi ininterrottamente sull’intera parte set-tentrionale di questo Paese.

11. Malgrado ciò, la costituzione di questo Regno si mantiene ancora tale per cui la Verità ha libero accesso, naturalmente a certe condizioni, poiché ovunque un dominatore regge un paese e cerca sempre, in tale ampia sfera di attività, di portarlo per quanto possibile all’unità, questo vale di più - ve lo dico Io - di gran lunga di più che non come succede in qualche altro Stato, per quanto civile possa essere, quando un monarca è soltanto tale perché ne porta il nome e concede ai suoi sudditi costituzioni su costituzioni per non venire cacciato dal suo tanto amato trono.

12. In verità, un simile monarca non si trova per niente meglio di un malfattore agli arresti, poiché soltanto la sua cecità non gli

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permette di scorgere in quali catene di schiavitù lo hanno gettato i suoi popoli, che hanno ricevuto costituzioni su costituzioni. Egli non vede, nella catena dorata, che anche lui è un incatenato, però anche la catena dorata è una catena di metallo, le cui maglie mas-sicce spesso sono dieci volte più pesanti di quelle di ferro di un delinquente. E con ciò, in queste pianure gelate non c’è più niente di notevole da osservare, fatta eccezione per l’estremo Nord, verso la catena montuosa denominata Urali, dove dimorano delle singo-le famiglie dotate della seconda vista.

13. Questa seconda vista, però, non è segno di uno spirito più sve-glio, ma la ragione deve ricercarsi solamente in una vita animica più elevata ed è in genere una proprietà di uomini non molto materiali, divenuti tali per essere stati costretti a vivere in grande miseria e, per necessità, ritirati dal mondo. Questa seconda vista non ha nulla a che fare con il risveglio spirituale, e ve lo possono confermare le circostanze, più che attendibili, in base a cui sono atti a possederla perfino gli animali, la cui individualità non porta in sé nulla di spirituale, ma soltanto un’anima per il futuro sviluppo.

14. Ora vi chiederete certamente quale realtà ha quello che si presenta alla seconda vista. Non sarà però certo difficile sciogliere questo nodo. Se foste ancora sepolti dal pieno inverno, circondati da immobili campi di neve e ghiaccio che da ogni lato vi guardano in modo spaventoso, ed inoltre foste costretti a vivere in stanze fredde, ebbene, non comincereste a desiderare bramosamente almeno la primavera e l’estate? E la fantasia della vostra anima non si occuperebbe preferibilmente di immaginare la primavera e l’estate?

15. Vedete, questo presentimento, diremo quasi plastico, creato dal desiderio, è il primo gradino della seconda vista ed ha origine nel leggero soffio etereo di ciò che l’anima, nell’oppressione del suo stato, attende quale apportatore di benessere. Se qualcuno ora si concentrasse sempre di più in questo desiderio, vorrebbe, per lo meno nelle ore notturne, veder passare non di rado dinanzi a sé, come velate immagini di sogno, raffigurazioni della primavera e dell’estate.

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16. Ma quando un’anima qualunque viene ancora più compressa da situazioni dolorose, allora si verifica con lei, in seguito a tale pressione, lo stesso esperimento come succede con l’aria quando viene compressa ad un grado troppo elevato: essa si accende ed esce dalla sfera fisica. Ci sono però nello spazio visibile degli effetti e dei movimento animici, così come nel vasto spazio lumi-noso ci sono effetti e movimenti della luce, soltanto con la diffe-renza che le vibrazioni della luce, per via naturale, non possono procedere che in linea retta, mentre invece quelle animiche somi-gliano più alle vibrazioni del suono e possono propagarsi in tutte le direzioni immaginabili, come in tutte le possibili tortuosità, più rapidamente della velocità elettrica.

17. Ora, soffermate il pensiero su un fatto di qualsiasi genere. Esso ha come base tre condizioni: una materiale, una animica, una spirituale. Per quello che riguarda la prima condizione, cioè quella materiale, il fatto può venire scorto con gli occhi del corpo appena quando avviene, e precisamente nella lontananza raggiungibile dalla potenza dell’occhio. Per quanto riguarda la condizione ani-mica, vi persuaderete senza difficoltà che un fatto, come prima cosa, deve dapprima entrare nel campo animico per poi poter passare nel mondo corporeo materiale.

18. Se però all’anima viene tolta la benda, essa può, grazie alla rapida propagazione animica, vedere un fatto molto tempo prima che esso, in quanto tale, giunga all’obiettività materiale. Oppure essa può anche vedere successivamente un fatto [già] compiuto, così come voi percepite un lontano rimbombo. Per quanto super-fluo, Io voglio aggiungere ancora tre piccoli esempi della vista umana.

19. Ad esempio un tale, dotato della seconda vista, vede passare dinanzi a lui un cadavere sconosciuto. Si tratta di un suo cono-scente che è ancora vivo e vegeto e che morirà soltanto fra alcuni mesi. Ciò avviene nel seguente modo, facilmente comprensibile: l’anima di colui che deve morire presagisce la vicina dissoluzione del suo involucro, specialmente in un momento in cui anche tale anima, grazie ad una notevole uscita dal suo corpo, è in grado di

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scorgere in modo chiaro ed esatto il crollo della sua casa (corpo) giunta a maturità.

20. In questo stato l’anima predispone già tutti i relativi prepara-tivi e cerimonie per il trapasso. Al tempo stesso però essa è anche l’anima di un altro uomo, che si trova in un tale stato elevato, e vede tutto l’evento, e cioè vede come l’anima dell’altro ha già tutto disposto e tutto ciò nel modo della comunicazione animica a voi già nota. Vedete dunque: in questo modo simili cose vengono viste dall’anima in anticipo, mentre invece dagli occhi del corpo vengono scorte soltanto quelle cose che stanno succedendo in quel momento.

21. Ed ecco il secondo esempio. Un’anima vede qualcosa che sta succedendo ad una qualunque ampia distanza. Anche questa vi-sione accade nello stesso modo, poiché dove accade qualcosa in cui sono presenti delle persone, o semplicemente come spettatori oppure come partecipanti fortunati o sfortunati, allora non c’è niente di più naturale che un simile fatto venga accolto immedia-tamente nella vita animica degli altri e si propaghi poi nella sfera animica generale, quale un delicatissimo fluido magnetico, a seconda della maggiore o minore importanza del fatto stesso, spesso a parecchie migliaia di ore [di cammino] di distanza. E se poi un uomo qualunque si trova in uno stato animico elevato, egli percepisce immediatamente queste vibrazioni e l’immagine colpi-sce la sua vista, a seconda della varietà delle vibrazioni stesse, nello stesso modo di un’immagine materiale che arriva alla vista fisica attraverso l’occhio del corpo per mezzo della varietà delle vibrazioni della luce, le quali partono dal rispettivo oggetto.

22. Quale terzo esempio è bene ricorrere al seguente, e cioè prendiamo un fatto qualunque, non ancora avvenuto, nel quale molti uomini saranno infortunati. Questo genere di visioni è, a dire il vero, molto più raro, ma a parte ciò avviene nello stesso modo. Questa visione deve venire compresa come segue. Quando un’anima qualunque, in casi speciali, raggiunge uno stato più elevato, allora anche lo spirito, che in essa dimora, viene di certo destato per un breve periodo.

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23. Nella condizione spirituale, però, alla base si trovano in modo imperituro tutti i fatti, siano essi passati che futuri. In questo caso l’anima può vedere in due modi, e cioè la persona scorge dapprima quanto deve avvenire dal suo spirito e questo è il suo primo modo. Quanto visto passa poi naturalmente nell’anima, quando poi è passato nell’anima, esso si propaga a seconda delle leggi già note, e se qualche altra persona si trova in uno stato animico elevato, essa pure scorge questo fatto, per così dire, pronosticato insieme a tutte le circostanze che vi con-correranno, e questa è appunto la seconda maniera di vedere un fatto che accadrà.

24. Che un tale uomo possa vedere anche anime di trapassati, purché queste lo vogliano oppure se a loro è concesso di farsi vedere, di questo non occorre neppure parlare. Dunque, qui avete tutta la natura della seconda vista e ne potete dedurre che ciò non richiede affatto un risveglio dello spirito, poiché la vista dello spirito è del tutto diversa da quella dell’anima.

25. E come la vista del corpo sta alla vista dell’anima, così la vista dell’anima sta pure alla vista dello spirito. E come la vista degli occhi del corpo può venire rafforzata con dei mezzi materia-li, cioè con strumenti ottici, così pure la vista dell’anima può venire aumentata con quei mezzi che sono naturalmente corri-spondenti all’anima. Questi mezzi sono, com’è naturale, una forte fede non simulata, una ferma volontà ed un conseguente, almeno per metà, risveglio spirituale; come però la facoltà visiva animica può venire aumentata con ciò, così ugualmente la vista dello spirito può venire rafforzata all’infinito con quei mezzi che il grande Veggente vi ha insegnato con la Sua Dottrina e con il Suo esempio vivente.

26. Voi penserete: dove sono andate a finire, dopo queste spie-gazioni, le condizioni degli Stati europei, delle quali eravate in attesa. Io vi dico soltanto questo: “Ormai che avete conosciuto abbastanza le altre orribili condizioni, vi potete dichiarare ben soddisfatti se anche nel vostro Paese non tutto va per il meglio e per il giusto. Malgrado ciò i rapporti sono ancora stabiliti in modo

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che il volonteroso non trova alcun impedimento ad essere miglio-re, ad agire in modo migliore ed a fare del bene”.

27. Su questa Terra non esiste più in nessun luogo un paradiso contemporaneamente corporeo e spirituale, ma ogni essere lo può raggiungere nello spirito, basta soltanto che lo voglia; infatti se in un paese regnano le tenebre, questo non rappresenta un ostacolo insormontabile, e se anche le tenebre più fitte della notte invadono le valli e si posano sui monti, non possono tuttavia far niente una volta che il Sole ha cominciato a sorgere.

28. Ma la situazione più grave è solo in quei Paesi dove manca completamente la libertà, come nelle voragini, nelle gallerie e nei passaggi sotterranei. Là possono sorgere mille soli invece di uno, ma la loro luce comunque non potrà penetrare in tali profondità, isolate dalla crosta terrestre, fino a che il massimo grado di calore dei loro raggi non avrà tramutato la Terra in etere fino al suo punto centrale. E così anche per le restanti due ore noi troveremo degli argomenti del tutto diversi da quelli che vi aspettate, e alla fine dovrete ammettere che colui che ride per ultimo sta meglio di tutti.

29. Quando guarderete tutte queste “ore” sotto una luce del tutto diversa, ciò che Io otterrò con qualche piccola modifica nel Mio apparecchio fotografico [di proiezione], constaterete che Io non ho inteso essere per voi un professore di statistica, ma di qualcosa che vede molto al di là della disciplina della statistica. Ciò che succe-derà nella prossima ora, lo saprete soltanto nella prossima ora. Non tormentatevi con delle congetture e non fate confronti con i Miei dati statistici, poiché allora sareste costretti a riconoscere che tutto ciò sarebbe stato completamente infruttuoso.

30. Se volete proprio pensare a qualcosa, allora pensate che a Me dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa, dell’America, dell’Australia e di tutte le isole menzionate, nonché dell’insieme delle loro condizioni morali e politiche, non interessa proprio nulla, ma a quale scopo Io abbia usato per voi, dico solo per voi, queste immagini, nella misu-ra che è necessaria, vedete, questo ve lo comunicheranno fedelmen-te le due ore che seguono, come vi è stato chiarito in quest’ora la seconda vista, anzi con maggiore fedeltà. Amen.

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Capitolo 11 11 a ORA

Il motivo per cui il Signore ha comunicato queste “DODICI ORE” è

per far conoscere il mistero del figlio perduto: Lucifero. Quasi tutta

l’umanità, particolarmente quella che discende dalla linea non

benedetta di Adamo, costituisce le membra di Lucifero. Corrispon-

denza dei continenti con Lucifero. Il Sud della Terra rappresenta

l’esteriorità dell’uomo. Il Signore invita tutti a ritornare nella Casa

del Padre il Quale va’ incontro a tutti fino a metà strada.

1. Voi avete letto nel Mio Libro (Vangelo Luca 15) la storia del figlio perduto, e non l’avrete letta ed udita una volta sola, bensì già più volte. Io però vi dico che in tutto il Libro non c’è alcun versetto e alcun capitolo che comprenda in sé qualcosa di più grande del figlio perduto, come pure non è tanto facile trovare un punto che possa essere per voi più difficile da comprendere di questo. E ciò proprio per il motivo che dovreste conoscere, poiché esso è della massima importanza e, come tale, è una chiave indi-spensabile per la contemplazione interiore.

2. Questa causa fondamentale però è la seguente e suona così: “Io parlo spesso di cose elevate dalla Mia Sapienza attraverso l’Amore; spesso però parlo dall’Amore attraverso la Luce della Sapienza di cose che apparentemente sembrano piccole. Ora tenete presente che nel primo caso vi viene offerto soltanto quanto è possibile sopportare alla vostra individualità del momento; nel secondo caso invece viene data un’infinità velata, al cui sviluppo finale non sono sufficienti delle eternità”.

3. E vedete, proprio uno di questi doni, apparentemente piccoli, è pure il figlio perduto; infatti Io dico che se voi sapeste tutto quello che si cela dietro al figlio perduto, in verità, gli Arcangeli verrebbero a scuola da voi. Io ho già fatto degli accenni, nelle dieci precedenti ore, su come vanno le cose sulla Terra al tempo presente, tacendovi però le infamie più grosse di tutte.

4. Io vi ho mostrato in generale la manchevolezza della giuri-sprudenza; Io vi ho indicato la pazzia dell’Asia, come pure la barbarie dell’Africa; Io vi ho mostrato certamente soltanto la

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minima parte delle infamie dell’America; Io vi ho mostrato l’amministrazione della giustizia dell’Inghilterra, preferibilmente nelle sue condizioni esteriori, come pure il trattamento dei malfat-tori sulle coste australiane che vi sono state rese note.

5. Vi ho pure indicato, nel profondo Sud, un Paese maltrattato, come era e come in gran parte è ancora attualmente (1841); tutta-via proprio riguardo a questo Paese, Io devo farvi notare qualcosa e cioè prioritariamente il fatto che voi dovete indirizzare una doppia attenzione proprio su quanto detto riguardo a tale Paese e, in secondo luogo, che proprio quanto detto di tale Paese lo dovete comprendere meno di tutto in senso letterale. Il perché ve lo mo-strerà quanto segue. Inoltre Io vi ho pure mostrato le condizioni, quanto mai tirannicamente severe, di altri Stati insulari e special-mente di quello giapponese, e qualcosa in breve riguardo allo Stato della Russia settentrionale.

6. Per quanto le cose nel mondo stiano così, a prescindere da ciò, però, queste condizioni non sono state comunicate da Me a voi perché da ciò dobbiate scorgere tutt’al più come vanno avanti le cose nel mondo, poiché ciò - e ancora mille volte peggiore in futuro - lo leggerete comunque anche troppo spesso; ma il motivo per il quale Io vi ho comunicato queste cose, non è altro che quel-lo che da ciò possiate riconoscere un po’ più profondamente, per vostra grande utilità, il grande mistero del figlio perduto.

7. Voi di certo ora pensate cosa ha a che fare, dunque, il figlio perduto con tutte queste crudeltà che avvengono nel mondo, e siete pieni di curiosità su come il figlio perduto potrebbe trovare la via d’uscita da tutto questo labirinto del mondo. Io però vi dico: “Eppure è certo più facile trovare il figlio perduto fuori da tutte queste scene e comprenderlo che far passare un cammello per la cruna di un ago”.

8. Per comprendere l’insieme di queste cose è necessario che ap-prendiate soprattutto chi è propriamente questo figlio perduto. Quando Io vi indicherò il figlio perduto, sia pure solo per nome, in verità dovreste essere colpiti da una cecità più che settupla se all’istante non vi dovreste accorgere che una grossa benda vi è stata

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tolta dagli occhi; e ora preparatevi ed udite il nome! Vedete, esso è “Lucifero!”. Vedete, in questo nome sta l’intero compendio, per voi eternamente inafferrabile ed infinito, del figlio perduto.

9. Riflettete ora sul fatto che quasi tutta l’umanità attuale è nient’altro che le membra di questo unico figlio perduto, e lo sono soprattutto quegli uomini che discendono dalla linea non benedet-ta di Adamo. Vedete, questo figlio perduto ha preso tutti i beni che gli spettavano, ed ora li sta scialacquando per periodi di tempo infinitamente estesi per quanto riguarda i vostri concetti. Voi sapete, dalla storia del figlio perduto, come andò a finire con il suo destino finale. Ora esaminate tutte queste condizioni del mondo e davvero non scorgerete altro se non il destino finale del figlio perduto in maniera estesa. Vedete la carente amministrazione giuridica: dove pensate che stia la causa di tutto ciò? In verità in null’altro che nella sconsideratezza e nella insensibilità di co-scienza che ne deriva.

10. Ora osservate di nuovo il figlio perduto: non avviene forse la prima caduta per lui quando abbandona la casa paterna? Conside-rate le pazzie asiatiche: cosa sono esse se non la conseguenza naturale di ciò che il susseguirsi dei tempi ha via via formato fino all’attuale punto culminante di orrore? Ora procedete oltre, verso l’Africa, conducete per mano con voi il figlio perduto e, se rivol-gerete uno sguardo spirituale anche solo un po’ acuto in quella direzione, allora voi scoprirete con prodigiosa fedeltà - non solo nella condizione attuale, ma in tutte le situazioni immaginabili di questa terra, sì, dico Io, non solo dell’Egitto, bensì di tutta l’Africa, e questo non solo dentro e fuori da quello che offre il tempo attuale, bensì attraverso tutte le epoche a cui in qualche modo il pensiero di un uomo riesce ad arrivare, ed anche oltre a ciò - che il figlio perduto si trova nelle stesse condizioni di dopo che ebbe sperperato il patrimonio, quando anche egli pensava a risollevarsi, su tutte le vie possibili, fino ad una proprietà che fosse uguale alla precedente; ma osservate solamente gli sterili sforzi barbari di quelli, di questa intera parte del mondo, che vogliono diventare ricchi!

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11. Molte cose vi verranno chiarite dalla storia del passato, però le stesse cose ve le mostra inappellabilmente anche il presente di tutta questa parte del mondo, presa nel suo insieme. Infatti Io vi dico che la situazione del figlio perduto non viene rappresentata da ogni singolo uomo e da ogni singolo popolo, bensì da tutto quanto il continente, dal primo fino all’ultimo granello di sabbia, dal primo all’ultimo raggio di sole e tutti i suoi paesi, monti, fiumi, deserti ed animali sono l’esatta raffigurazione del figlio perduto, come tutto ciò che lo riguarda, a cominciare dai primordi fino all’epoca presente ed oltre.

12. Adesso prendete nuovamente per mano il figlio perduto; non dimenticate però, durante questo viaggio, di incatenarlo come uno schiavo e recatevi con lui in America; in verità voi dovreste essere più ciechi del centro della Terra se là non lo incontrerete dapper-tutto, riprodotto mille volte in tutte le sfumature immaginabili. A questo punto non c’è bisogno che Io aggiunga altro se non che l’America del Nord rappresenta il suo essere interiore, mentre quella del Sud il suo essere esteriore, ragion per cui tale terra, già nella sua forma, offre una figura del figlio perduto che rammenta quella di un insetto denutrito. Chi ha orecchi da udire, oda, e chi ha occhi, veda.

13. Voi tutti saprete come stanno le cose nei riguardi del figlio perduto nell’ultimo periodo, quando la Scintilla interiore santifica-ta dell’Africa venne destata in lui; in Australia egli trovò un datore di lavoro che non gli permetteva di nutrirsi nemmeno con il cibo destinato ai maiali, cosicché era costretto a riempire il suo stoma-co con qualsiasi cosa gli capitasse sottomano. Ora voi penserete: “Che cosa mai farà costui in Nuova Zelanda?”. Non occorre nean-che affatto che lo mandiamo in Nuova Zelanda, ma ci costerà davvero ben poca fatica riconoscere la Nuova Zelanda nel figlio perduto stesso. Notate dunque: “Il Sud rappresenta la massima esteriorità dell’uomo”. Ora osservate un po’ il figlio perduto nel suo abbigliamento: egli in quest’ultimo spaventoso periodo di prova non è certo vestito secondo la moda di Parigi; solo stracci estremamente miseri e luridi coprono i suoi genitali.

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14. Come vedete, qui abbiamo certo già la fedele carta geogra-fica che svolazza intorno alle nudità del nostro “perduto”; esten-diamo o ingrandiamo questo figlio perduto e cogliamo l’occasione per fare una breve visita alla Chiesa cristiana, per vedere come essa si trova attualmente. Non assomiglia forse a questo Paese? Potete osservarla come volete, sia spiritualmente come Io vi ho mostrato, che materialmente come viene descritto ovunque; in verità dovreste essere già di nuovo più ciechi del punto centrale della Terra se vi sfuggisse l’evidente somiglianza di questo Paese con gli stracci del figlio perduto e di quest’ultimi con la Chiesa. Come là [nella terra del Sud] la povertà di questi abitanti viene dispersa dai venti, lo stesso fece il vento con i putridi stracci del figlio perduto e la medesima cosa fanno ora i santi venti che soffiano dall’Alto con quelle sette ecclesiastiche cristiane che, prese nel loro assieme, sono più pagane che cri-stiane. Non ci sarà ora un gran bisogno da parte vostra di pro-fonde conoscenze matematiche per dedurre quale sia attualmente l’ora del “grande giorno”!

15. Se gettate ancora uno sguardo al Giappone, esso vi rivelerà facilmente e vi indicherà in modo più che evidente con chiarissimi segni la costrizione interiore del figlio perduto, come anche delle attuali condizioni delle chiese, per quanto riguarda il loro aspetto interiore. Di più non occorre qui che Io vi dica.

16. Che cosa dite ad un uomo molto ammalato quando i suoi piedi sono diventati freddi e la sua fronte è imperlata di sudore freddo? In verità, non è necessario per questo alcuna preparazione medica specifica per poter affermare in qualche modo in spirito profetico: “Solo ancora alcune poche pesanti pulsazioni e la stan-chezza ed il tormento della vita sono cessati!”.

17. Dunque, come prima cosa toccate i piedi del figlio perduto nel Sud della Terra, e per seconda cosa tastate il suo capo nel grande Regno del Nord, poi ponete la mano sul vecchio cuore stanco della Chiesa; davvero dovreste essere nuovamente più ciechi del centro della Terra se non riuscite a contare sulle dita a che ora avvenga il “grande giorno”. Certamente ricorderete bene

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l’ultima ora illustrata, come vi è stata data notizia, e le spiegazioni riguardo alla “seconda vista”.

18. Ora certamente penserete: “Dovrebbe anche questa seconda vista avere qualche affinità elettiva con il figlio perduto?”. O Miei cari, quando Io do qualcosa a qualcuno, non la do come gli uomi-ni, i quali anche con la migliore buona volontà non possono dare mai qualcosa di completo, ma Io do in ogni tempo qualcosa di intero e così Io vi dico: “Proprio in questa seconda vista vi verrà sciolto tutto il nodo e dopo questa soluzione non vi sbaglierete più, nemmeno di un minuto, nel vostro calcolo”.

19. Ritorniamo ora al nostro figlio perduto e vediamo un po’ come lotta nella grande stretta della morte. Guardate la sua anima: com’è oppressa eccetto un unico punto; e in verità a questo si deve anche arrivare! Però vedete, ora accade, con l’anima del figlio perduto, proprio quello che Io vi ho detto riguardo alle anime di coloro che ricevono, in simili circostanze, la seconda vista. Ecco, la loro grande pena si estende ora in rapide vibrazioni e quest’ultime arrivano dinanzi alla grande Casa paterna, e le vibra-zioni del Padre, colmo d’Amore, si scambiano con quelle del figlio perduto, che sono di paura, di miseria e di pena.

20. L’anima del figlio perduto percepisce un simile dolce e santo Alito, proveniente dalla Casa del grande Padre. Essa, alimentata da queste sante vibrazioni, ritorna nuovamente nella sua casa fatiscen-te, la riedifica e si dirige, nella più grande umiltà, annullando se stessa, laddove voi sapete che si è diretto il figlio perduto. Ma cosa succede là? Vedete, solo gli stracci vengono tolti al figlio e bruciati; soltanto il figlio, come sapete, verrà accolto nuovamente.

21. Vedete, ora avete svelato davanti ai vostri occhi tutto il mi-stero, nascosto fino a questo attuale istante, del numero profetico dell’uomo. Se ritornate, anche soltanto un po’, sulle condizioni di questo tempo (1841), in verità dovreste essere più che morti se non vi accorgete neppure adesso delle sante vibrazioni di Grazia che ora sgorgano a torrenti dalla santa Casa del Padre!

22. Anche voi siete membra del figlio perduto! Allargate la vo-stra anima e fate in modo che lo spirito in essa si desti e ritornate,

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confidenti, in tutta umiltà, come il figlio perduto nella grande Casa del vostro Padre amorevolissimo. In verità vi dico che Egli vi verrà incontro a metà strada!

23. Vedete, il tempo della Mia Grazia si è avvicinato, e perciò Io vi ho dato questo, affinché riconosciate che questo è quel grande tempo che i profeti hanno annunciato, sì proprio quel tempo che è stato annunciato dalla Mia bocca. Dunque, perseverate soltanto un breve tempo ancora e rallegratevi con grande fiducia!

24. Infatti, in verità vi dico: “La grande Casa paterna vi è venu-

ta più vicina di quanto lo immaginiate!”.

25. Come però possiate riconoscere in voi stessi il figlio perduto e tutte queste condizioni del tempo attuale e come viene ritrovato in ogni singolo uomo questo figlio perduto, o come piuttosto egli ritrovi se stesso, come “il grande uomo” venga recuperato nel piccolo, cari figli, di tutto ciò vi verrà data fedele notizia nell’ultima ora. Amen!

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Capitolo 12 12 a ORA

Descrizione del figlio perduto (Lucifero) materializzato nel grande

Uomo cosmico. La Terra si trova nel dito mignolo sinistro

dell’Uomo cosmico. Il figlio perduto (Lucifero) rientrerà nella

grande Casa paterna attraverso la rinascita di ogni singolo essere

che lo compone. L’immenso Uomo cosmico è piccolissimo rispetto

a un figlio di Dio. La Divinità quale sede dell’Ira di Dio. L’unico

scopo di ogni essere umano è quello di diventare “una cosa sola

con Dio” e poi vivere con Lui nel Suo eterno Amore.

1. Dopo che, nell’undicesima ora, abbiamo accompagnato e il-luminato il figlio perduto, dal suo inizio fino alla sua fine, e ab-biamo calcolato il tempo e quasi stabilito l’ora che dovrà testimo-niare del suo tramonto, vogliamo un po’ vedere, in questa dodice-sima ora, dove e come questo figlio perduto, umiliato da cima a fondo, rientrerà nella grande Casa paterna.

2. Ma per comprendere pienamente questo, non è solo sufficien-te che abbiamo un po’ osservato quel granellino di polvere di un mondo, chiamato Terra, ma avendovi Io dato in più a questo scopo, nella “camera obscura” dello spirito a voi nota, un già citato piccolo dispositivo, occorre dare ancora una volta uno sguardo un po’ più esteso a questa camera attrezzata a nuovo. Io però vi dico anticipatamente di prepararvi, perché questa visione vi farà comprendere ciò che ogni uomo ha ignorato fino a questo tempo. Grazie a questo nuovo dispositivo, anche la tabella dovrà venire un po’ ingrandita in modo naturale, per accogliere un’immagine così grande, e dovrà assumere una posizione vertica-le invece di quella precedente che era orizzontale.

3. Vedete ora, il nostro approntamento è ultimato; rivolgete dunque i vostri sguardi sulla tabella ingrandita e subito scorgerete in essa la grande immagine. Infatti solo in questo unico ed esclu-sivo modo è possibile portare davanti ai vostri occhi in una sola immagine la Creazione infinitamente ampia.

4. Ora guardate con attenzione solo sulla tabella, ed appena Io pronuncerò la parola “Epheta”, potrete vedere in essa l’immagine

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grandiosa. E dunque ora che i vostri occhi sono rivolti là, Io dico: “Epheta!”.

5. Ora, cosa dite di questa immagine? Dunque, voi vedete su questa tabella né più né meno che la chiara figura di un uomo, i cui fianchi sono appena coperti da alcuni cenci ed i cui capelli arruffati cadono dalla testa fino ad oltre la metà del corpo. Pense-rete che in tale immagine non ci sia nulla di particolare da vedere, tranne che essa è raffigurata su questa tabella in una forma colos-sale. Tra l’altro, un esperto disegnatore di figure avrebbe potuto abbozzare una tale immagine con un colore biancastro su una tabella nera; ed Io non posso dirvi nient’altro a riguardo se non che la vostra deduzione immediata ha la sua esattezza, e se volete riflettere un po’ più profondamente, scorgereste ben presto in questa immagine biancastra la figura del “figlio perduto”.

6. Però ascoltate, Miei cari figli! La tabella è posta un po’ troppo lontano per i vostri occhi, perciò avviciniamoci del tutto alla tabella; infatti l’immagine intera ora l’avete vista, perciò daremo un’occhiata al colore col quale questa figura è ritratta sulla tabella, esaminandola anzi un po’ più da vicino. Ora siamo vicini alla tabella; vedete, questa larghissima e luminosa superficie è una parte del piede di questa grande figura. Guardatela accuratamente e diteMi quello che avete scoperto. Guardate ora attentamente; non vedete che delle piccole luminose palline, vicinissime, in fila una accanto all’altra. Sapete che questa non è un dipinto, ma una immagine luminosa di un oggetto esteriore.

7. Che cosa ritenete che siano queste palline in realtà? Vedete, Io non voglio lasciarvi a tentare di indovinare a lungo, ma se credete che queste palline siano forse immagini di lontani soli, pianeti, lune e comete, ascoltate, allora Io dovrei ben dirvi: “Bam-binelli! Non giudicate troppo affrettatamente, altrimenti potreste sbagliarvi tremendamente!”. Ma prima che Io vi sveli la sostanza di queste minuscole palline, sforzatevi di contare queste palline su uno spazio grande come una lenticchia!

8. Dunque, avete già finito? Sì, sì, Io vedo già che non riuscite a finire facilmente; infatti c’è un numero per voi impronunciabile di

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questi puntini luminosi in questo spazio grande come una lentic-chia, che potrebbero essere più di un trilione. Ed ora che vi ho fatto prendere un po’ di confidenza con il colore, Io vi dico anche di che cosa un tale puntino è veramente l’immagine. Come già detto, non di un Sole o di qualsiasi altro corpo mondiale, ma ognuno di questi puntini, o sferetta come appare ai vostri occhi spirituali, non è né più né meno che l’immagine di un globo co-smico; ma che riferimento possa avere questo con il “globo co-smico” non serve più che ve lo spieghi. Ora ritorniamo nuovamen-te un po’ indietro e riesaminiamo l’intera figura.

9. Come vedete, si tratta della figura completa di un uomo; ed ora che avete guardato esaurientemente questa figura, Io vi dico: “Questa figura, secondo il Mio eterno Ordine, rappresenta l’Universo; e all’infuori di Me, nella sua specie, non è visibile per nessuno nella realtà”. Neanche uno spirito creato ha ancora mai visto questa immagine come l’avete vista voi ora.

10. Ora però sento sorgere in voi un desiderio, e cioè vorreste rivedere volentieri la vostra Terra in quest’uomo. Ma non è possi-bile farvi vedere ciò finché tutta la figura splende sulla tabella. Però attendete un po’; infatti, vedete, Io sono un bravissimo ottico, e perciò nella nostra “camera” voglio intraprendere prima un piccolo cambiamento ottico e, dopo questo cambiamento, di tutta questa figura non rimarrà nient’altro che un unico puntino lumino-so. Ora vedete, la figura è scomparsa; è già tutto nell’Ordine. Avviciniamoci ora nuovamente alla tabella e cerchiamo il nostro puntino. Ora, lo avete già trovato? Un solo puntino non dà certa-mente tanta luce; però sforzate solo la vostra vista, e certamente lo troverete. Voi non dovete guardare in alto sull’ampia alta tabella, bensì del tutto in basso, dove prima avevate visto il piede sinistro di tutta la figura, e precisamente sull’esterno del polpastrello del mignolo del piede. Questa sferetta è proprio quel globo cosmico entro il quale si trova anche la vostra Terra.

11. Ma affinché possiamo giungere fino alla nostra Terra, Io dovrò nuovamente venire con il Mio Epheta sul puntino luminoso, e dunque Io dico “Epheta!”. Ed ora guardate come questa pallina

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si è ingrossata ed occupa quasi tutta la grande forma rotonda della tabella. Guardate di nuovo ora gli innumerevoli puntini come brillano, mentre si muovono, intrecciandosi. Cercate ora la vostra Terra. No davvero, voi non potete trovarla fra l’enorme numero di puntini luminosi. Ebbene, Io vi dico che fareste una fatica inutile; infatti questi puntini, che qui vedete, neppure essi sono Soli, ma sono interi Compendi solari; perciò fra questi Io sceglierò ora nuovamente un puntino, e cioè quello destro, ed il resto lo cancel-lerò dalla grande tabella.

12. Qui c’è ora il puntino prescelto, e perciò per arrivare prima alla meta, Io dico nuovamente subito “Epheta!”. Ora vedete, la nostra tabella è già nuovamente piena di puntini luminosi. Solo che questi puntini luminosi non sono nuovamente dei Soli, ma sono autentici Ammassi galattici; perciò anche qui è un lavoro inutile andare a cercare la Terra. E allora scegliamo tra questi puntini nuovamente il destro e cancelliamo tutto il resto dalla tabella. Ora, qui c’è il puntino. Vedete come brilla solo e debolmente in questa grande superficie! Ma basta il Mio “Epheta!” ed il puntino acquista subito una maggiore estensione; perciò “Epheta!”.

13. Ora vedete, la nostra tabella è già nuovamente piena di pun-tini luccicanti. Volete forse cercare la Terra tra tutti questi trilioni di volte trilioni di puntini? E anche qui Io devo dirvi ancora di non sforzarvi, perché nemmeno questi puntini sono Soli, ma sono singole galassie, e sono ciò che voi comprendete con la cosiddetta nebbia stellare. Ma per giungere più presto alla meta, Io sceglierò anche qui il puntino destro e cancellerò tutto il resto dalla tabella e aggiungerò contemporaneamente l’Epheta.

14. Guardate ora qui sulla tabella. Ebbene, ora vedete una nuvo-la(5) lucente grigia che si estende orizzontalmente sull’intera tabel-la ed è sette volte più lunga che larga. Ora guardate: là, verso il centro, vogliamo sceglierci di nuovo una simile nuvoletta(6) lucen-te grigia e cancellare tutto il resto dalla tabella. Ecco fatto e, come

(5) La nostra galassia, la Via Lattea. [N.d.R.] (6) Ammassi stellari. [N.d.R.]

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vedete, il Mio “Epheta” dà ora a questo puntino la sua giusta configurazione.

15. Adesso osservate qui attentamente; ed ora potrete già oriz-zontarvi. Là nel mezzo vedete un dischetto luminoso grande quan-to una lenticchia; questa è l’immagine del vostro Sole, e ora guar-date esattamente in questo punto: il terzo punto luminoso a sinistra del Sole, alquanto indietro, è la vostra Terra. Basta che Io ora ingrandisca un po’ questa immagine e la riconoscerete immedia-tamente; e allora tu punto della Terra apriti, affinché i Miei osser-vatori possano riconoscerti. E guardate come questo punto si estende un po’ alla volta ed ora ha raggiunto quel diametro che è più che sufficiente affinché si possa finalmente riconoscere la vostra sudicia dimora naturale.

16. E poiché ora abbiamo visto tutto, allora ritorniamo al nostro figlio perduto. Guardate qui sulla tabella come si ripresenta nuo-vamente la prima figura. Però adesso questa figura diventa sempre più piccola e, vedete, non ha la grandezza nemmeno di un bambi-no, e guardate nuovamente qui: anche questo bambino ora si restringe continuamente fino a diventare un punto; ma vedete, sulla parte destra della tabella comincia ad avanzare un’altra grande immagine umana; e adesso essa è giunta nel mezzo della tabella e sotto il suo piede sinistro potete scorgere il piccolo punto di prima che è penetrato e che, così com’è, sta nella giusta propor-zione con la grandezza della nuova immagine.

17. Che cosa ritenete che questa nuova immagine raffiguri? Voi che avete conosciuto più o meno bene il “grande Uomo” negli scritti di Swedenborg, forse penserete che [questa figura] sia l’Uomo più grande. Io però vi dico: “Siete completamente in errore!”. Quest’uomo, che qui vedete, non è né più né meno che il figlio perduto che ha ritrovato se stesso, però non nella sua totali-tà, ma quel figlio perduto che si è ritrovato in ogni singolo uomo rinato; oppure, detto con altre parole più facili da capire: “Questo è uno dei più piccoli nel Mio nuovo Regno”, e qui, in questa immagine, c’è prospettata una giusta proporzione e si mostra la misura completa di un uomo, che è infinitamente più elevata

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dell’intero universo apparentemente infinito mostratovi attraverso il precedente smembramento nella figura del figlio perduto.

18. Per poco che consideriate seriamente questa immagine, do-vreste già cominciare a comprendere come stanno le cose riguardo al ritorno del figlio perduto.

19. Non dovete affatto pensare che quel Lucifero caduto, che avete conosciuto nell’undicesima ora, ritornerà quale un tutto; se ciò fosse stato possibile, in verità, una Creazione materiale non avrebbe mai avuto luogo, ma questo ritorno avverrà in ogni singo-lo uomo che vive secondo le Mie Parole e che rinasce per mezzo della Parola e della Redenzione, in modo che questo “perduto” verrà ritrovato e ritornerà nella grande Casa Paterna! Non è vana-mente che Io vi dico: “Nella grande Casa paterna; infatti per uo-mini diventati tanto grandi deve venire preparata anche una gran-de casa, dove possano prendere di nuovo dimora accanto al loro Padre”.

20. Ma che sia veramente così, potete dedurlo chiaramente da quanto detto fino a qui; infatti nella generale tribolazione non soffre ogni uomo in se stesso e non viene ognuno colpito nella sua propria persona? Tutti questi colpi però valgono per uno e per lo stesso figlio perduto. Ma quando un uomo viene picchiato, non è forse vero che solo lui sente il dolore, mentre lo spettatore molto spesso rimane indifferente? Oppure, quando un’intera nazione in un’altra parte del mondo viene maltrattata, ne sentite il dolore sulla vostra pelle? Quando però qualcuno muore, muore per se stesso o per gli altri? Oppure potete affermare di essere venuti al mondo al posto di qualcun altro? Oppure la Mia Redenzione e la Mia Parola non valgono altrettanto per ogni singolo uomo, per sé, come per interi popoli? E non può ogni uomo, per sé, accoglierMi pienamente con il suo amore e la viva fede che ne deriva, così che Io dimori in lui ed egli in Me? Se dunque ora considerate tutto ciò, potete lontanamente sostenere che Io sia meno in un uomo che in tutti gli altri insieme?

21. Quando però Io sono diventato una cosa sola con un uomo ed egli con Me, dite, cosa manca ancora per il ritrovamento del

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figlio perduto in un singolo uomo? Egli non ha forse ricevuto tutto e non ha accolto tutto in sé quando ha accolto Me? In verità, ogni singolo uomo, che è diventato una cosa sola con Me, è più - sì Io dico - infinite volte più di quanto il grande Lucifero lo è mai stato nella sua grandezza ed estensione, e questo, per via naturale, è per voi inconcepibile!

22. Vedete, con questo figlio perduto, che si chiama Lucifero, viene perciò inteso ogni singolo uomo per sé; e quando un intero popolo è diventato una cosa sola con Me, allora questo intero popolo diventa nello stesso modo soltanto un uomo con Me; e tutti gli uomini, che sono vissuti sulla Terra e che ancora vivranno, quando diventano una cosa sola con Me, sono anch’essi soltanto un uomo in Me; vale a dire l’uno e lo stesso Santo Spirito di tutto l’Amore, di tutta la Verità, di tutta la Potenza e di tutta la Forza li vivificherà tutti, ed i molti non saranno perciò più di uno, né uno meno di molti, ma tutti saranno completamente una cosa sola in Me; e i molti non avranno più potenza e forza di uno, e uno non meno di molti, ma tutti vivranno come uno dalla stessa Forza e Potenza dello Spirito Santo, di ogni Amore e di ogni Verità pro-venienti da Me!

23. Voi però avete udito che gli stracci del figlio perduto in parte venivano dispersi dal vento come pula ed i rimanenti gli venivano invece tolti e bruciati. Sapete che cosa si intende per questi strac-ci? Si intende nient’altro che l’Uomo Universale in precedenza entrato sulla nostra tabella; infatti conquistando ogni singolo uomo, si è conquistato [l’elemento] nobile, che proviene da Me, ovvero il Mio figlio perduto. Gli stracci però, ossia la vera e pro-pria arcimalignità, verrà gettata nel fuoco da cui essa è effettiva-mente scaturita. Ma questo fuoco stesso è nella Divinità, dal quale tutte le cose hanno la loro esistenza materiale. Colui che è attacca-to al mondo e si aggrappa alla materia, è pure attaccato agli stracci del figlio perduto; come però la materia vi mostra la sua grande affinità con il fuoco, lo stesso sono anche gli stracci ai fianchi del figlio perduto. Ma allora succederà così: affinché Dio ritorni nuovamente un Dio libero, nel Quale non fluttui più la materia, il

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fuoco oppure ciò che è affine alla collera dovranno ritornare da dove sono venuti, per ciò che essi sono; e succederà esattamente come quando avete un indurimento in una parte del corpo e ci mettete degli impacchi caldi per ammorbidirlo; nello stesso modo il Mio Fuoco eterno afferrerà tale maligno indurimento nella sua totalità, per assimilarlo nuovamente con il Suo proprio Essere.

24. C’è ancora una domanda in voi, e cioè se quegli esseri che vengono indicati negli stracci avranno anche una continua co-scienza di sé oppure no. Io però vi dico: “Questa domanda ha già da sé una risposta, poiché non è possibile accettare che ci debba essere nella Divinità qualche punto inconsapevole di sé”. Questa domanda si risolve da sé; c’è però ancora una domanda, e cioè se questa coscienza di sé sia sofferente oppure no. Vedete, questa è una domanda del tutto diversa. Ma per poter comprendere ciò esattamente, dovete anzitutto capire che ogni sforzo per trovare se stessi deve comprendere necessariamente una certa sofferenza in sé; solo che ora tutto dipende esclusivamente dal fatto se questa sofferenza sia dolorosa oppure benefica. Se questa sofferenza consiste nel fatto che l’essere in se stesso si afferra in continua-zione e con questo afferrarsi si sforza pure in continuazione di formarsi quale unità, allora una tale sofferenza è altamente benefi-ca e la percezione derivata dalla chiara coscienza di sé è estrema-mente beatificante. Ma quando la sofferenza o la percezione auto-consapevole di un essere è in sé dilaniante e devastante, allora essa è anche estremamente dolorosa, come lo potete constatare molto facilmente anche dalla Natura, se avete osservato una ma-lattia infiammatoria che consiste in nient’altro se non nel progres-sivo dilatarsi di certe parti del corpo.

25. Quanto più violentemente comincia a prodursi questo pro-cesso, tanto più doloroso esso diventa. Da tutto ciò poi deriva che lo stato caratteristico, autoconsapevole, dell’arcimalignità affine al fuoco deve essere anche appunto di una sofferenza estremamente dolorosa. Ora forse penserete che la Divinità, in seguito a ciò, dovrebbe essere in un certo qual modo continua-mente ed estremamente in dolorosa sofferenza nella Sua parte

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dell’Ira. Invece non è così! Ma il procedimento è simile a quello che avviene quando i cibi vengono consumati nel vostro stoma-co; là tutti gli involucri del nutrimento ingerito scoppiano sotto la spinta del fuoco dello stomaco. Ma domandate a voi stessi se in uno stato naturale questo orrido processo distruttivo nel fuoco del vostro stomaco vi ha mai causato dolore. Tuttavia, dal mo-mento che Io vi ho condotti fino a questo punto, voglio aggiun-gere in questa occasione un accenno ancora mai pronunciato finora! Volete vedere la causa finale di tale stato di arcimalignità mondanamente materiale? Guardate allora nel vostro stomaco ed osservate quello che succede col cibo ingerito, il come ed il perché. In questo modo potrete scorgere un grande tratto delle Mie strade; ciò accadrà là; tuttavia il tempo non è stato scritto nel vostro stomaco, e perciò accontentatevi che Io vi abbia illu-strato lo scopo.

26. Ora vedete, cari figli! Questo è tutto quello che vi può venire dato; questo è tutto quello che potete soppor-tare; di più non occorre che sappiate, bensì ponete atten-zione, di punto in punto, su ciò che vi è stato dato e cioè dalla prima all’ultima ora; peregrinate su questa via per tutta la Terra in voi e trovate in questo modo il figlio perduto in voi stessi. Fate la stessa cosa che costui ha fatto, e che continua ancora a fare sempre in ogni singolo peccatore che aspira al Mio Regno. Fate in modo che nell’intima camera del vostro spirito sulla tabella delle vostre brame mondane, succeda con il mondo quello che avete visto succedere sulla tabella, a voi mostrata, con l’Uomo universale; in questo modo il figlio perduto verrà ritrovato in ogni singolo essere, e la sua condizione sarà come vi ho mostrato, poiché un altro uomo è suben-trato al posto del precedente e il precedente è confluito in un solo punto di quello subentrato; solo allora scorgerete e riconoscerete come ritrovata in voi stessi la grande Verità, data a voi nella luce più chiara in queste dodici ore; infatti, come vi è stato già accennato prima, tutti gli

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uomini riuniti formano un Uomo solo, così come uno forma tutti, perciò cercate tutto il male in voi; e quando lo avrete trovato ed eliminato con il Mio forte Aiuto, allora Io, che sono venuto già a metà strada quale il vo-stro Padre santo, verrò a voi completamente, vi libererò di tutti i vostri stracci e poi vi accoglierò nella grande Casa paterna del Mio eterno Amore!

27. A conclusione vi faccio notare ancora solo il fatto che Io non sono venuto solo incontro a voi, bensì già anche a molti altri figli perduti. Ma osservate in voistessi preferibilmente la Mia Venuta, e curatevi meno di quella collettiva. Quello però che sentite in voi per la collettività, presentatelo a Me nel vostro cuore con la preghiera, e di tutto il resto non curatevi; infatti il gran-de Quando, Come e Perché sono ben custoditi nelle migliori Mani. Amen.

Questo ve lo dico Io, il vostro grande, santo, amorevo-lissimo Padre. Amen.

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INDICE

CAPITOLO PAGINA

Prefazione 11

1. Introduzione del Signore, comunicata nel 1841, riguar-do agli insegnamenti negativi su Dio dati da una Chiesa basata su vuote cerimonie esteriori e sulle gravi condi-zioni morali e spirituali dell’umanità (1841) dovute ai politici, la cui potenza e ricchezza derivano dal tenere i popoli nell’oscurità. La causa principale della situazione negativa dell’umanità è dovuta alla pigrizia e alla paura degli uomini di percorrere seriamente le strade indicate dalla Dottrina divina che portano alla vita eterna.

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2. L’Asia con il suo grande paganesimo, il paese del dio Brama ed i suoi servitori con le loro stoltezze e abomi-ni, nonostante questo popolo sia in possesso della dottrina della Chiesa antidiluviana. Le condizioni religiose in Persia, Arabia, Turchia, Cina, Siberia nel 1841. L’ammonimento del Signore con il fuoco del giudizio.

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3. Situazione dell’Africa nel 1841. Gli Stati predoni con il loro idolo Maometto. Il nuovo Egitto, sguardo retro-spettivo sull’antico Egitto, la cui saggezza deriva dalla chiesa di Noè.Africa centrale. La zona montuosa con l’ultimo santua-rio dei cristiani di Tommaso. Abominio della tratta degli schiavi. La terra chiamata Capo di Buona Speranza.

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4. Sull’abominevole commercio degli schiavi nel 1841. Le atrocità perpetrate dai marinai inglesi nei confronti dei negrieri.

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5. Sul mostruoso sfruttamento degli schiavi nell’Americadel Nord, nel 1841, nella terra della cosiddetta libertà. Maledizione da parte del Signore dello zucchero coloniale.

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6. Continua la descrizione sullo sfruttamento degli schiavi nell’America del Nord nel 1841.Il Signore distrugge una nave da trasporto inglese. Casi di cannibalismo tra naufraghi. Sulle torture commesse da marinai inglesi a bordo di una nave per il trasporto di criminali.

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7. L’Australia, nel 1841, quale luogo di deportazione dei peggiori delinquenti inglesi, che venivano sfruttati per rendere coltivabile questo luogo inospitale. Descrizione di questo luogo non ancora maturo per ospitare esseri umani. Sul disumano trattamento dei deportati da parte dei cosiddetti “cristiani” avidi di denaro.

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8. L’Australia ha circa tremila anni e la Nuova Guinea ne ha circa duemilatrecento. Sull’abominevole colonialismo mondiale, nel 1841, perpetrato dagli inglesi, la nazione più avida di dominio e di ricchezze.Il corpo umano non sente più dolore quando la tortura supera un certo limite. Il più grande abominio agli occhi di Dio non è quello di torturare atrocemente degli innocenti, ma quello di isolare un popolo ed escluderlo completamente da ogni Luce superiore, cioè di privare un uomo del suo Dio. Un altro grande abominio è quello di usare la Parola di Dio per gli scopi più bassi, più avidi e più avari. L’isola Otaheity quale base inglese per la produzione di polvere da sparo.

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9. Sulla stolta costituzione imperiale del Giappone nel 1841. Il Paese più perversamente arbitrario e crudele di tutto il mondo, nel 1841, era il Giappone; una Nazione che migliorerà, dice il Signore, quando cesserà la monarchia. Cenno sullo scopo di questa Comunicazio-ne dal titolo LE DODICI ORE.

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9.Bis Il Giappone nel 1841: isole, etnia, scienza, lingua, religione, caste, città e numero di abitanti. Il Giappone, nel 1841, era il Paese più avanzato di tutti i popoli della Terra in vari rami scientifici e industriali. Il progresso dipende anche dal numero di lettere dell’alfabeto usato da ogni popolo.

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10. Sguardo sull’Europa del 1841 con il suo cristianesimo molto spezzettato e completamente degenerato. Accenni all’effettivo scopo di questa Comunicazione dal titolo LE DODICI ORE. Breve citazione riguardo alla Cina e ad altri stati dell’Asia, dell’Australia, dell’Africa, dell’Americadel Sud e del Brasile, riferita al 1841, dove l’idolatria in questi Stati ha appestato i popoli e dove l’atrocità è inaudita.La Russia, nel 1841, era un misto di cristianesimo e di superstizione, dunque un popolo inaccessibile alla pura Verità. Ancora una volta sullo scopo speciale di questa Co-municazione.

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11. Il motivo per cui il Signore ha comunicato queste “DODICI ORE” è per far conoscere il mistero del figlio perduto: Lucifero. Quasi tutta l’umanità, particolarmente quella che di-scende dalla linea non benedetta di Adamo, costituisce le membra di Lucifero.

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Corrispondenza dei continenti con Lucifero. Il Sud della Terra rappresenta l’esteriorità dell’uomo. Il Signore invita tutti a ritornare nella Casa del Padre il Quale va’ incontro a tutti fino a metà strada.

12. Descrizione del figlio perduto (Lucifero) materializzato nel grande Uomo cosmico. La Terra si trova nel dito mignolo sinistro dell’Uomo cosmico. Il figlio perduto (Lucifero) rientrerà nella grande Casa paterna attraverso la rinascita di ogni singolo essere che lo compone. L’immenso Uomo cosmico è piccolissimo rispetto a un figlio di Dio. La Divinità quale sede dell’Ira di Dio. L’unico scopo di ogni essere umano è quello di diven-tare “una cosa sola con Dio” e poi vivere con Lui nel Suo eterno Amore.

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SPIEGAZIONE DEL DIPINTO IN COPERTINA

LA VIA CRUCIS DELL’UMANITÀ

(Dipinto dalla mistica austriaca Maria Maddalena Hafenscheer, 1950. Quadro n.5)

UN PO’ DI STORIA Maria Maddalena Hafenscheer nacque il 21 luglio 1892 e morì l’11 febbraio

1968 a Vienna. Fu sposa di un lattoniere, da cui ebbe un figlio, si occupava della casa ed era anche sarta.

Non fu una pittrice nel senso tradizionale del termine, perché nel dipingere era misteriosamente guidata da aiutanti dell’Aldilà; all’inizio, con la guida della mano; più tardi solo con ispirazioni, visioni e percezione della “parola interio-re”. Tra il 1948 e il 1966 ebbero origine i 28 quadri ad olio, di diversa grandez-za, che costituiscono una vera e propria rivelazione figurativa.

La pittrice era convinta che non avrebbe potuto creare questi quadri con la propria capacità e la propria fantasia, ma solo per volontà di Dio. Le dimensioni dei quadri, il loro titolo e il tempo nel quale avrebbe dovuto iniziare le furono rivelati dal suo spirito tutelare.

La realizzazione dell’opera avveniva molto rapidamente, e lei era sempre pienamente consapevole, mai in stato di trance.

L’inizio dei quadri era preceduto da una preparazione interiore fatta di pre-ghiera e di digiuno.

Per quanto riguarda le spiegazioni dei simboli, la mistica le ha saputo dare solo in parte, ma prima di morire ha detto: “Dopo di me verrà una donna che spiegherà al mondo il vero e completo significato di queste Opere”.

SCOPO DEI QUADRI In tali dipinti è raffigurato l’immenso progetto di Dio; Egli infatti, per farsi

comprendere dall’attuale generazione, ha trasmesso il Suo Messaggio in un linguaggio “visivo” da Lui ideato che è necessariamente “velato”.

Di tale immensa comunicazione, in forma di immagine, la pittrice-mistica Maria Maddalena ha detto: “Anche se i critici d’arte scuotono la testa ri-guardo a molte cose relative a questi quadri un giorno queste opere raggiungeranno lo scopo voluto da Dio”.

Con queste immagini a colori, Dio comunica anche le future profezie e la nascita del nuovo mondo; Egli annuncia la “Nuova Era di Luce”.

Originale tedesco “Die prophetischen Bilder – von Maria Magdalena Hafenscheer”

Traduzione Luigia Franchi

Revisione a cura dell’Associazione Jakob Lorber

Divulgazione Don Giovanni DellaGiacoma

Proprietaria dei dipinti: Anna Novotny, Postfach 19, A-1121 Wien (Vienna)

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Spiegazione dei simboli del quadro in copertina

1) al centro del quadro c’è una grande figura che rappresenta l’umanità come tale: imbavagliata, messa in ceppi e catene, inseguita, ferita e quasi già con gli occhi agonizzanti che nuotano nelle lacrime, giace sulla croce che si è costruita da se stessa sull’abisso infernale

2) sotto la grande figura, nell’abisso, ci sono dei demoni che cercano di trascinarla nell’Inferno attraverso menzogna, inganno e incendi (accensione delle passioni...)

3) serpente sul braccio sinistro = il peccato che divora corpo e anima causando terribili ferite

Descrizione della figura, che è coperta con le lenzuola della vita. Da sinistra a destra:

4) Velo = mascherare la Verità 5) Ermellino e oro = ricchezza e fasto 6) Lenzuolo rattoppato = povertà e miseria 7) Grigio = malattia 8) Nero = morte e lutto 9) Rosso = la vita che pulsa, il sangue 10) Lilla = umiltà11) Blu = fede e fedeltà 12) Bianco = purezza di cuore

Attraverso queste virtù, cioè Umiltà, Fede, Fedeltà e Purezza di cuore, l’umanità viene elevata e resa ricettiva per il raggio dall’Alto. (Con queste virtù una parte dell’umanità viene salvata)

13) sul capo della figura = il berretto da buffone dell’orgoglio e del materialismo

14) a destra verso il centro, una testa che sputa fuoco e una mano demoniaca con grande pugnale = il male cerca con furbizia e falsità di dare alla figura giacente il colpo al cuore. (Ma il raggio dall’Alto lo impedisce)

15) in alto a destra, avvoltoio = è in agguato con bramosia di comple-tare l’opera

Ma ambedue vengono trattenuti all’ultimo minuto perché il raggio chiaro e puro della luce, vivificato spiritualmente, irrompe dall’Alto attraverso l’oscurità = riconoscimento interiore

Attraverso l’Amore di Dio viene gettata l’ancora di salvezza a coloro che sono di buona volontà.

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Questo raggio di luce dall’Alto annuncia:

16) La lira = armonia17) L’alveare = diligenza e amore per il lavoro18) La palma = pace 19) Il calice = Verità e Rivelazioni divine 20) Il pane = nutrimento del corpo e dello spirito 21) Il libro = il libro della vita rivela sapienza e conoscenza 22) Nella spada fiammeggiante, in mano all’angelo, c’è scritto: vittoria del

Bene sul basso e volgare

Altre figure, nel dipinto:

23) Legami e catene = i ricettivi scioglieranno i legami e catene spiritua-li, malgrado le frecce velenose del male

24) Animale verde, simile ad un pesce = l’orribile mostro della guerra che succhia con avidità il sangue, che grufola avidamente nell’oro e cerca di sopprimere la pace e il flusso spirituale (rappresentati nella colomba, vicino al suo piede). Questo mostro viene guidato e ca-valcato dal maligno che crede di tenere le redini nelle sue grinfie.

25) sul dorso del mostro sono infilzati i sacrifici di sangue delle guerre di tutte le razze e nazioni

26) sulla cima del palo della croce = madri, vedove e orfani in lutto che piangono i loro cari

27) in alto a destra, uccelli neri con teschi sul dorso = uccelli della distru-zione e della disgrazia

28) in alto al centro, la morte con la falce = grande raccolto per la morte, cioè per le forze del male

29) in alto a destra, acqua e fuoco = catastrofi e sconvolgimenti naturali 30) in alto sulle rocce, cavalli impetuosi = avvenimenti che precipitano,

sfrenatezza di basse passioni, spietata eliminazione di chi si trova sul loro cammino. E sotto ai piedi dei cavalli ci sono alcune figure che esprimono paura e spavento

a destra ci sono quattro opere fatte ad albero che significano:

31) Suicidi 32) Crimini sessuali 33) Esecuzioni 34) Streghe al rogo 35) sotto i cavalli, verso il centro: coloro che cercano la salvezza vengono

condotti sotto la protezione di esseri luminosi sull’isola della pace e dell’amore (“Isola dei beati”) attraverso il ponte che si trova ai piedi

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dell’arcobaleno = ponte d’oro del riconoscimento 36) in alto al centro, arcobaleno = riconciliazione e unificazione attraver-

so l’amore per il prossimo 37) ai piedi della croce = un demonio cerca di inchiodare la figura

(umanità). Ma anche questo viene impedito, perché nella barca della Pazienza si avvicina Cristo il Salvatore, anche se per molti è ancora in lontananza.

38) vicino alla barca sul fiume, tre figure accolgono Gesù = Amore, Umil-tà e Fede

39) in basso a sinistra, serpente verde sta inghiottendo il cibo = bramainsaziabile di sovrabbondanza

40) grande testa doppia sta sorseggiando sangue = sadismo, bramosia di sangue, voglia di uccidere

41) al centro sotto il braccio della figura, sacchetto di denaro con serpente = denaro di appropriazione indebita

42) a sinistra vicino al ginocchio della figura, due serpenti attorcigliati = stravolgere le cose, manipolazioni

43) a destra sulla roccia, brutte facce spaventose, segnate dal peccato e dal vizio, si ammucchiano una sopra l’altra = lussuria ammassata, me-schinità, mancanza di rispetto, vizi ecc.

nella zona a sinistra verso il basso:

44) figure con occhi bendati = coloro che sono ciechi, caduti nel pantano 45) Alveari rovesciati = pigrizia 46 Uomo con gruccia = uomo toccato dal male, ha trovato Dio47) Lacci = lacci e cappi che devono essere vinti sulla via della risalita

spirituale 48) varie figure sul bordo del burrone = tentazioni col gioco, alcool,

crimini, ricchezza, potere, bramosia di possesso, seduzione all’amoreggiamento e all’infedeltà, stordimento con droghe

49) gente che calpesta la croce = coloro che sono ancora ignari; non sanno ancora la Verità

50) nella roccia ci sono circa 60 figure, tra di loro c’è Cristo con la coro-na di spine, Maria con Gesù bambino e i tre magi

51) lungo la base della roccia = i fedeli portatori della croce che vanno incontro alla salvezza, purificati con la sofferenza.

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Stampato per conto delle Edizioni La Nuova Rivelazione (Mirano - VE)

1.a edizione marzo 1999 (20 copie) HELVETIA SERVIZI Spinea (VE)

1.a ristampa agosto 2001 (50 copie – LCM Service - MI)

2.a ristampa settembre 2005 (50 copie – Global Print, Gorgonzola (MI)

Stampato per conto della Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione (Sant’Omobono Terme - BG)

1.a edizione febbraio 2010 (50 copie – Carminati Stampatore - Almè BG)