RISPONDERE ALL’APPELLO AL DI LÀ DEL VOTO · per il funzionamento della democrazia a livello...

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PARLAMETRO 2019 SINTESI Indagine Eurobarometro 92.2 del Parlamento europeo Studio sul monitoraggio dell’opinione pubblica RISPONDERE ALL’APPELLO AL DI LÀ DEL VOTO UN PARLAMENTO PIÙ FORTE PER ASCOLTARE LA VOCE DEI CITTADINI

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PARLAMETRO 2019

SINTESI

Indagine Eurobarometro 92.2 del Parlamento europeoStudio sul monitoraggio dell’opinione pubblica

RISPONDERE ALL’APPELLO AL DI LÀ DEL VOTOUN PARLAMENTO PIÙ FORTE PER ASCOLTARE LA VOCE DEI CITTADINI

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PARLAMETRO 2019

RISPONDERE ALL’APPELLO AL DI LÀ DEL VOTO

UN PARLAMENTO PIÙ FORTE PER ASCOLTARE LA VOCE DEI CITTADINI

SINTESI

Indagine Eurobarometro 92.2 del Parlamento europeo

Studio sul monitoraggio dell’opinione pubblica

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IMPRESSUM

AUTORI

Philipp SCHULMEISTER, capo unità (redattore)

Matthias BÜTTNER, Alice CHIESA, Said HALLAOUY, Luisa MAGGIO, Dimitra TSOULOU MALAKOUDI

SUPPORTO GRAFICO

Hèctor BADENES RODRIGUEZ, Katarzyna ONISZK

Manoscritto completato in novembre 2019

Bruxelles, © Unione europea, 2019

Foto di copertina: Emma Espejo/Getty Images

INFORMAZIONI SULL’EDITORE

Il presente documento è stato redatto dall’unità Monitoraggio dell’opinione pubblica della

Direzione generale della Comunicazione (DG COMM) del Parlamento europeo.

Per contattare l’unità Monitoraggio dell’opinione pubblica scrivere all’indirizzo:

[email protected]

VERSIONE LINGUISTICA

Originale: EN

CLAUSOLA DI ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÀ

Il presente documento costituisce materiale informativo destinato principalmente ai deputati e al

personale del Parlamento europeo ed è stato preparato per assisterli nelle loro attività parlamentari. Il

contenuto del presente documento è di esclusiva responsabilità dei suoi autori e i pareri ivi espressi non

vanno interpretati come rappresentativi della posizione ufficiale del Parlamento europeo.

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PARLAMETRO 2019: DIECI PUNTI CHIAVE

Prospettive rosee per il sostegno all’appartenenza all’UEDopo un positivo aumento nel corso di sette anni, il sostegno dei cittadini nei con-

fronti dell’appartenenza all’Unione europea si è attestato su un livello elevato: quasi sei

cittadini europei su dieci vedono con favore l’appartenenza del proprio paese all’UE.

I cittadini sono soddisfatti del funzionamento della democrazia nell’UELe elezioni europee del 2019 hanno contribuito favorevolmente al più elevato livel-

lo di soddisfazione relativamente alle modalità di funzionamento della democrazia

nell’Unione europea: il 52 % dei cittadini europei (+3 punti percentuali) condivide tale

opinione.

I cittadini europei vogliono un Parlamento più forteI cittadini europei desiderano che il Parlamento europeo assuma un ruolo più incisivo

in futuro. A qualche mese dalle elezioni europee, il 58 % dei partecipanti chiede un

Parlamento più influente. Si tratta di un aumento di 7 punti rispetto alla primavera del

2019 e di 14 punti da settembre 2015. L’indice ha infatti raggiunto il valore massimo

registrato dal 2007.

Un’immagine del Parlamento europeo in evoluzioneL’opinione dei cittadini rispetto al Parlamento europeo rimane prevalentemente neu-

trale (46 %, +3 punti percentuali), ma un’analisi più approfondita dei dati rivela un cres-

cente divario tra quanti hanno una percezione positiva del Parlamento europeo (33

%, +1 punto percentuale) e quanti hanno invece una visione negativa (19 %, -2 punti

percentuali).

“La mia voce è importante all’interno dell’UE”: il numero di cittadini che condividono questa affermazione torna ai livelli preelettoraliCome previsto, il sentimento dei cittadini rispetto all’importanza della loro voce all’in-

terno dell’UE è tornato ai livelli preelettorali. Sebbene detta percezione sia strettamente

legata allo slancio delle elezioni, essa sottolinea altresì il fatto che i cittadini europei

continuano ad aspettarsi che la loro opinione venga ascoltata.

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Cambiamento climatico, povertà, terrorismo e disoccupazione come priorità chiaveLa maggior parte dei cittadini chiede azioni europee concrete in materia di cam-

biamenti climatici, lotta contro la povertà, terrorismo e disoccupazione. Per quanto

riguarda la difesa dei valori europei, una netta maggioranza ritiene che i diritti umani,

la libertà di parola e l’uguaglianza di genere a livello globale debbano essere tutelati in

quanto valori fondamentali dell’Unione.

Cambiamenti climatici: la principale questione in termini ambientali per i cittadini europeiPrendendo in esame una serie di questioni ambientali, l’ampia maggioranza dei citta-

dini dell’Unione considera, in media, i cambiamenti climatici come la più importante

tematica ambientale di oggi, seguita dall’inquinamento atmosferico, il disboscamento

e la crescente quantità di rifiuti.

Gli interventi a favore del clima guidati dai giovani funzionanoQuasi sei europei su dieci credono che le proteste guidate dai giovani per le azioni a

favore del clima abbiano avuto un impatto diretto sulle politiche a livello europeo e

nazionale.

Maggiori informazioni? Sì grazie!Tre quarti dei cittadini europei (77 %) desiderano ricevere ulteriori informazioni sulle

attività delle istituzioni europee. Gli argomenti di maggior interesse sono: le implicazi-

oni concrete della legislazione dell’UE a livello locale, regionale e nazionale, nonché le

attività del Parlamento europeo e dei suoi deputati.

Desiderio di partecipazioneTre intervistati su dieci si sentirebbero incoraggiati a essere maggiormente coinvolti

nelle attività dei deputati del proprio paese se ricevessero più informazioni sul loro

ruolo e sulle loro attività, o se i deputati avessero una maggiore visibilità sui media.

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CONTINUANO GLI OTTIMI RISULTATI PER IL SOSTEGNO ALL’UNIONE EUROPEA

Dopo un aumento pressoché continuo tra il 2011 e il 2018, il sostegno dei cittadini all’appart-

enenza all’Unione europea si è attestato su un livello stabilmente elevato. Quasi sei europei

su dieci (59 %, =) si dichiarano favorevoli all’appartenenza del proprio paese all’UE, permettendo

a questo tradizionale indicatore chiave di Eurobarometro di raggiungere risultati brillanti già per

il terzo anno consecutivo1.

La maggior parte dei partecipanti di 25 Stati membri ritiene che l’appartenenza del proprio paese all’UE

sia positiva. Il livello del sostegno tra i diversi paesi varia dall’81 % in Irlanda e Lussemburgo al 42 % nel

Regno Unito. Nei rimanenti tre Stati membri, ovvero Italia, Repubblica ceca e Slovacchia, la maggioranza

dei partecipanti ha una visione neutrale dell’appartenenza all’Unione europea.

Rispetto a giugno 2019 si può apprezzare un chiaro aumento del sostegno all’appartenenza all’UE in Fran-

cia, dove la percentuale di opinioni positive è cresciuta di 6 punti percentuali, raggiungendo il 58 %. In

Grecia il sostegno è aumentato di 5 punti, attestandosi al 47 %, mentre in Lettonia ha toccato quota 59 %

dopo un incremento di 4 punti. Viceversa, il sostegno per l’UE è diminuito in Lituania (-8 punti percentuali),

nel Regno Unito (-7 punti percentuali), in Polonia e a Cipro (-5 punti percentuali per entrambi).

Nel quadro della Brexit, il Regno Unito è l’unico paese in cui si registra un notevole aumento nel numero di

opinioni neutrali rispetto all’appartenenza all’Unione: il 31 % degli intervistati britannici (che corrisponde

1 Livello compreso tra 57 % e 62 % da marzo 2017.

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a un aumento di 11 punti rispetto a giugno 2019) considera l’appartenenza del Regno Unito all’UE come

una circostanza né positiva né negativa.

I giovani rimangono globalmente i principali sostenitori dell’Unione europea rispetto alle altre fasce d’età.

Il 64 % dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni crede che l’appartenenza all’UE sia positiva, rispetto

al 54 % dei cittadini di età superiore a 55 anni. L’indagine, però, evidenzia anche una diminuzione di 6 punti

nel sostegno dei giovani rispetto ai livelli di giugno 2019. È ancora troppo presto per dire se tale evoluzione

sia un primo segnale della disaffezione dei giovani. Ciononostante, la decrescita nel sostegno per l’UE tra

i giovani dimostra che il favore di questa categoria, compresi in particolare la partecipazione elettorale e

l’interesse generale, non può certo essere dato per scontato.

UN SENSO DI MAGGIOR SODDISFAZIONE NEI CONFRONTI DELLA DEMOCRAZIA DELL’UE

Mentre il sostegno all’appartenenza all’UE rimane stabile, il senso generale di ottimismo ris-

petto al futuro dell’Unione continua ad evidenziare un lento ma costante aumento.

Il 32 % dei cittadini ritiene che l’UE sia sulla strada giusta. Si tratta di un aumento di 5 punti percentuali rispetto

alla primavera del 2019 e un proseguimento del trend positivo osservato da novembre 2011. La percentuale

di cittadini secondo cui l’UE sta andando nella direzione sbagliata è diminuita di 5 punti, sebbene i parte-

cipanti che condividono questa idea rappresentino ancora la maggioranza relativa con il 46 % di consensi.

Nel contempo, le recenti elezioni europee e la partecipazione attiva dei cittadini a queste ultime hanno

contribuito positivamente a far crescere il senso di soddisfazione rispetto al funzionamento della democra-

zia nell’Unione europea.

Da precedenti indagini Eurobarometro erano già emersi segnali indicanti che i cittadini apprezzano il pro-

cesso democratico europeo e ripongono fiducia in esso. Tali segnali sono stati confermati, in particolare,

dagli attuali risultati del Parlametro su vari aspetti della democrazia europea.

Il 52 % degli europei è soddisfatto del funzionamento della democrazia nell’Unione e il 56 % condivide

detta opinione per quanto concerne il proprio paese. Negli ultimi dodici mesi questo sentimento è miglio-

rato relativamente al processo democratico dell’UE, mentre cambiamenti analoghi sono meno significativi

per il funzionamento della democrazia a livello nazionale.

La percentuale di cittadini soddisfatti delle modalità di funzionamento della democrazia nell’UE varia sig-

nificativamente tra i 28 Stati membri. L’Irlanda (77 %), la Danimarca (77 %) e la Polonia (73 %) vantano i livelli

di soddisfazione più elevati, mentre la Spagna e il Regno Unito (entrambi a 45 %), l’Italia (44 %) e la Grecia

(34 %) sono i paesi in cui gli abitanti sono meno soddisfatti del processo democratico europeo.

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Il divario è ancora più profondo se si considerano i sistemi nazionali, poiché si passa da Romania (34 %),

Croazia (33 %) e Grecia (32 %) a Danimarca (93 %), Lussemburgo (84 %) e Paesi Bassi (83 %), in cui si regis-

trano le maggiori percentuali di apprezzamento dei cittadini per i processi democratici.

In 14 paesi il grado generale di soddisfazione per la democrazia europea è superiore rispetto a quello

espresso per il proprio paese. Dette differenze risultano particolarmente marcate in Romania, Croazia, Litu-

ania, Bulgaria, Lettonia e Polonia. Per quanto concerne i cambiamenti a livello nazionale, l’Ungheria, la Po-

lonia, la Repubblica ceca e la Spagna mostrano il maggior aumento nel sostegno alla democrazia dell’UE

dalla primavera del 2019 (rispettivamente +13, +11, +10 e +9 punti percentuali). Tali aumenti dovrebbero

essere contestualizzati, prendendo in considerazione specifici avvenimenti politici quali, per esempio, la

posizione dell’Unione europea sul rispetto dello Stato di diritto in Ungheria e in Polonia o il clima di in-

certezza politica in Spagna.

UN MAGGIOR INTERESSE VERSO GLI AFFARI EUROPEI

Un altro fattore che contribuisce a valutare meglio l’evoluzione dell’opinione pubblica sull’Un-

ione europea è la crescente attenzione per gli affari europei condivisa dai cittadini e dai me-

dia nel corso dell’ultimo anno.

Alla domanda se il loro interesse personale nei confronti degli affari europei fosse cambiato nei dodici mesi

precedenti, la maggior parte degli intervistati ha risposto che l’interesse era rimasto lo stesso (62 %). Il 22

% degli europei, tuttavia, ha dichiarato che l’interesse era aumentato, mentre solo il 15 % ha affermato il

contrario.

A livello nazionale il crescente interesse verso gli affari europei è particolarmente significativo in Irlanda

(45 %) e nel Regno Unito (43 %), dati che rispecchiano in parte il discorso pubblico nazionale dominato dal

dibattito sulla Brexit. Al polo opposto dello spettro si trovano Italia e Romania, che spiccano per la percen-

tuale di cittadini che hanno dichiarato un calo dell’interesse verso gli affari europei, pari rispettivamente al

27 % e al 22 %.

Si nota una chiara correlazione tra il ritrovato interesse pubblico per le questioni legate all’UE e una mag-

giore visibilità di queste ultime nei media. Globalmente, quasi un europeo su due non ha notato alcun

cambiamento nella copertura dei media, ma il 36 % dei cittadini ammette che le informazioni relative

all’UE sono aumentate, mentre l’11 % crede che siano diminuite.

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PARLAMETRO 2019: SINTESI10

CAMBIAMENTO NELLE OPINIONI DEI CITTADINI SUL PARLAMENTO EUROPEO

In un contesto di crescente fiducia nei confronti della democrazia europea e di più vivo interesse

verso le questioni legate all’UE, il Parlamento europeo sembra beneficiare di un recupero della

fiducia.

neutra (46 %, +3 punti percentuali da settembre 2018), i dati mostrano un crescente divario tra gli europei

con una visione positiva del Parlamento europeo (33 %, +1 punto percentuale) e quelli con un’opinione

negativa (19 %, -2 punti percentuali).

L’Irlanda è il paese che vanta il maggior numero di risposte positive (52 %), seguita dalla Danimarca (49

%), dal Portogallo (49 %) e dalla Svezia (48 %). La Repubblica ceca, la Francia e la Spagna si trovano al polo

opposto della classifica con una percentuale di risposte positive pari rispettivamente a 20 %, 24 % e 25 %.

I cittadini con un’opinione neutra del Parlamento europeo sono soprattutto donne, giovani e studenti,

nonché persone con un reddito modesto. Viceversa le figure dirigenziali, così come quanti ritengono che

la propria voce sia importante all’interno dell’UE, hanno un’immagine più positiva dell’istituzione.

È possibile trarre un’importante conclusione da tali dati: la sensazione che la propria voce abbia valore è

un fattore decisivo nel forgiare l’opinione pubblica rispetto al Parlamento europeo in quanto istituzione

democratica ed eletta direttamente, influenzando la transizione da una visione negativa a una positiva.

Ciò prospetta inoltre nuovi modi di analizzare il coinvolgimento dei cittadini rispetto al Parlamento eu-

ropeo. Sembra che tale partecipazione possa dipendere dall’opinione che questi ultimi hanno dell’istituz-

ione oltre che dalla percezione, forse ancora più importante, che la situazione possa essere influenzata

dalle elezioni e che la democrazia europea possa fornire risposte adeguate alle loro aspettative personali.

UN APPELLO PIÙ CHE MAI VIGOROSO PER UN PARLAMENTO EUROPEO PIÙ INCISIVO

Se i cittadini credono di poter influenzare la situazione mediante il proprio voto e pensano che

la loro voce abbia valore all’interno dell’UE, ci si potrebbe aspettare che tale approccio sia

riflesso anche nella richiesta di un Parlamento europeo più influente. In effetti, negli ultimi quattro

anni i partecipanti a indagini Eurobarometro consecutive hanno mostrato un crescente desiderio

che il Parlamento rivesta un ruolo di maggiore importanza.

L’attuale indagine Eurobarometro evidenzia il più caloroso appello per un Parlamento europeo più influ-

ente da quando la domanda è stata posta per la prima volta nel 2007. Il 58 % degli europei, un dato che

rappresenta un incremento di 7 punti percentuali rispetto alla primavera del 2019 e di 14 punti rispetto a

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settembre 2015, chiede che il Parlamento europeo abbia un ruolo di maggiore spicco. In 25 Stati membri

la maggioranza relativa dei cittadini desidera un’istituzione più influente. I dati spaziano dall’89 % a Cipro

al 39 % in Danimarca.

La consapevolezza delle attività del Parlamento potrebbe essere un fattore determinante nell’accordare il

sostegno a una maggiore influenza dell’istituzione. In tutti i paesi, ad eccezione solo di Cipro, Spagna, Lus-

semburgo e Romania, la percentuale di cittadini che chiedono un ruolo più incisivo è significativamente

più elevata tra quanti possiedono una conoscenza approfondita delle attività legislative del Parlamento.

Il livello di soddisfazione rispetto alle modalità di funzionamento della democrazia nell’Unione europea ha

un impatto analogo: quanto più un partecipante esprime soddisfazione per il sistema democratico nell’UE,

tanto più desidererebbe vedere attribuita una maggiore influenza al Parlamento europeo.

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PARLAMETRO 2019: SINTESI12

I CITTADINI HANNO LA PERCEZIONE CHE LA LORO VOCE ABBIA MINORVALORE NELL’UE: UN CAMBIAMENTO ATTESO O UN CAMPANELLO D’ALLARME?

La volontà di affidare un ruolo di maggior rilievo al Parlamento europeo, unitamente alla

crescente soddisfazione rispetto al funzionamento della democrazia europea, farebbe sup-

porre che il Parlamento europeo goda di una sempre maggior fiducia da parte dei cittadini. La

presente indagine, tuttavia, mostra che il sentimento dei cittadini rispetto all’importanza della

loro voce all’interno dell’UE è tornato ai livelli preelettorali.

La percentuale di elettori che ritengono che la propria voce abbia un peso nell’UE si attesta al 49 %, lo

stesso livello di febbraio-marzo 2019. Il risultato registrato nel sondaggio Eurobarometro postelettorale2

era pari al 56 %.

I risultati dimostrano che la percezione che la propria opinione abbia valore è strettamente legata allo

slancio del periodo elettorale. Il sostegno al progetto europeo di per sé non è sufficiente a instillare la sen-

sazione che la propria voce sia importante. Sebbene in un cospicuo numero di Stati membri il sostegno

all’appartenenza all’UE vada di pari passo con la sensazione relativamente marcata che la propria voce

abbia valore all’interno dell’Unione, in altri paesi tale legame è meno evidente. Per esempio, detta percezi-

one è piuttosto forte in Austria, Croazia e Slovacchia mentre il livello di sostegno nei confronti dell’appart-

enenza all’UE negli stessi paesi rimane relativamente limitato.

2 Le elezioni europee sono entrate in una nuova dimensione? Indagine Eurobarometro 91.5, settembre 2019 (PE640.156), https://www.europarl.europa.eu/at-your-service/it/be-heard/eurobarometer/2019-european-elections-entered-a-new-dimension

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PARLAMETRO 2019: SINTESI 13

PRIORITÀ DA DIFENDERE

Come evidenziato dai risultati elettorali in Europa, le aspettative dei cittadini per quanto riguar-

da i temi prioritari per il Parlamento europeo sono elevate.

Nell’ottobre 2019 il 32 % dei partecipanti ha dichiarato che contrastare il cambiamento climatico e preservare

l’ambiente, gli oceani e la biodiversità dovrebbe essere la principale priorità del Parlamento europeo. La lotta

alla povertà e all’esclusione sociale occupa il secondo posto con il 31 %, seguita a una certa distanza dalla

lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata (24 %), nonché dagli sforzi per contrastare la disoccupazione

giovanile e a favore della piena occupazione in tutti i paesi dell’UE (24 %). Gli altri temi importanti per gli

intervistati sono gli investimenti nell’istruzione superiore e il conseguimento delle condizioni necessarie per

la crescita economica, due questioni che si attestano rispettivamente al 22 % e al 18 %.

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PARLAMETRO 2019: SINTESI14

Affrontare la povertà e l’esclusione sociale è la principale preoccupazione in dodici paesi (in sei di essi alla

pari con altri temi). In undici paesi il primo posto è occupato dalla lotta ai cambiamenti climatici e dalla

protezione dell’ambiente (un primo posto condiviso con altre questioni in due Stati membri). La disoccu-

pazione giovanile rimane una preoccupazione fondamentale in cinque paesi, mentre la lotta al terrorismo

è la prima preoccupazione in tre Stati membri. La protezione dei confini esterni risulta la principale priorità

solo in Estonia, dove condivide il primato con la lotta al terrorismo e all’esclusione sociale e alla povertà. Il

miglioramento dei diritti dei consumatori e l’accesso e la qualità dei servizi sanitari per tutti i cittadini sono

in cima alla lista in Portogallo e Romania, in entrambi i casi alla pari con altri temi. Infine, Malta è l’unico

paese i cui cittadini citano il rafforzamento di una politica di migrazione e integrazione comune quale

massima preoccupazione.

Come sempre le priorità dei cittadini riflettono profondamente i rispettivi contesti nazionali e la situazi-

one socio-demografica. Tali priorità possono divergere profondamente, e probabilmente saranno molto

diverse da paese a paese in termini di livello di sostegno e grado di importanza, anche a seconda dei

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PARLAMETRO 2019: SINTESI 15

diversi gruppi sociodemografici. Analizzando solamente il tema del cambiamento climatico, la mappa

sottostante mostra che il divario tra i paesi in relazione a questo argomento varia da un sostegno del 62 %

in Svezia ad appena il 14 % in Bulgaria.

I VALORI DA PRESERVARE

Quando si esaminano i valori che il Parlamento europeo dovrebbe difendere in via prioritaria si

riscontrano opinioni più uniformi in tutti i paesi e una tendenza più stabile.

La protezione dei diritti umani nel mondo rimane di gran lunga il valore prioritario per i cittadini, secondo

il 48 % (+2 pp rispetto al settembre 2018) delle risposte. L’uguaglianza di genere, nonostante una lieve

flessione, è al secondo posto (38 %, =), insieme alla libertà di espressione (38 %).

Un europeo su tre menziona inoltre la solidarietà tra gli Stati membri dell’UE (33 %, +3 pp), mentre la

solidarietà internazionale tra l’UE e i paesi poveri nel mondo e il dialogo interculturale o interreligioso sono

considerati come valori principali da parte di più di un quinto della popolazione (rispettivamente il 23 %,

+1 pp, e il 22 %, -1 pp).

Infine, il 18 % (-2 pp) dei cittadini europei menziona anche la protezione delle minoranze e il 10 % degli in-

tervistati considera l’abolizione della pena di morte nel mondo come un valore impellente per cui lottare.

CAMBIAMENTO CLIMATICO E AZIONE PER IL CLIMA

Il cambiamento climatico e altre questioni ambientali stanno diventando sempre più parte del-

la nostra vita quotidiana. Dai disastri naturali e dalle temperature record, al movimento #Fri-

daysForFuture guidato dai giovani che porta sulle strade milioni di persone, per non parlare dei

dibattiti politici incentrati su questi temi, gli europei manifestano le loro preoccupazioni e chie-

dono misure concrete.

I dati dell’Eurobarometro del Parlamento rispecchiano questo senso di urgenza crescente in maniera es-

ponenziale in una serie di sondaggi effettuati durante questo periodo: nell’aprile 20183 solo il 35 % degli

intervistati ha scelto il cambiamento climatico come tema prioritario per la campagna elettorale europea,

classificandolo al quinto posto. Nel periodo febbraio-marzo 20194, il cambiamento climatico era già stato

3 La democrazia in movimento - elezioni europee: a un anno dal voto, sondaggio Eurobarometro 89.2, maggio 2018 (PE621.866), https://www.europarl.europa.eu/at-your-service/itn/be-heard/eurobarometer/eurobarometer-2018-democracy-on-the-move4 Più vicino ai cittadini, più vicino alle urne, sondaggio Eurobarometro 91.1, aprile 2019 (PE637.932) https://www.europarl.europa.eu/at-your-service/files/be-heard/eurobarometer/2019/closer-to-the-citizens-closer-to-the-ballot/report/it-eurobarometer-2019.pdf

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PARLAMETRO 2019: SINTESI16

indicato come priorità assoluta da parte del 55 % degli intervistati che probabilmente sarebbero andati a

votare alle elezioni europee.

Nel sondaggio Eurobarometro5 postelettorale del Parlamento “combattere il cambiamento climatico e pro-

teggere l’ambiente” si è rivelato il secondo motivo più importante che ha spinto gli europei a votare alle

elezioni europee del maggio 2019. In media il 37 % dei votanti nell’UE ha scelto tale problematica quale

motivazione per il voto, dopo l’economia e la crescita (44 %). Per i giovani e gli studenti il cambiamento

climatico è stato il principale fattore per andare a votare.

5 Le elezioni europee sono entrate in una nuova dimensione?, sondaggio Eurobarometro 91.5, settembre 2019 (PE640.156), https://www.eu-roparl.europa.eu/at-your-service/it/be-heard/eurobarometer/2019-european-elections-entered-a-new-dimension

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PARLAMETRO 2019: SINTESI 17

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO È LA PRINCIPALE QUESTIONE AMBIENTALEPER I CITTADINI EUROPEI

Il presente sondaggio continua a esaminare gli atteggiamenti e le preoccupazioni dei cittadini in

materia di cambiamento climatico. Più della metà degli intervistati ritiene che il cambiamento

climatico (52 %) rappresenti la questione ambientale più importante. Esaminando questioni più

specifiche, l’inquinamento atmosferico (35 %), l’inquinamento marino (31 %), la deforestazione e

la crescente quantità di rifiuti (28 %) si aggiungono alle preoccupazioni in materia di ambiente.

All’estremità inferiore di questo elenco si possono trovare i danni ambientali causati dal turismo e

dall’inquinamento acustico, entrambi citati da meno di un intervistato su dieci.

Sebbene il cambiamento climatico superi la media UE, uno sguardo più approfondito a livello nazionale

mostra che, in alcuni paesi, gli intervistati nutrono maggiori preoccupazioni in merito ad altre questioni

ambientali.

Coloro che hanno posto il cambiamento climatico in cima alle loro preoccupazioni ambientali sono con

maggiore probabilità giovani (il 60 % ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, contro il 48 % di età pari o supe-

riore a 55 anni), studenti (62 %), persone con un livello di istruzione elevato (57 % rispetto al 47 % di coloro

che hanno un livello di istruzione inferiore) o dirigenti (58 %). Tendono inoltre ad avere opinioni positive sul

Parlamento europeo e sul suo ruolo: il 58 % di coloro che hanno un’immagine positiva del PE fa riferimento

al cambiamento climatico come priorità fondamentale, rispetto al 44 % di coloro che hanno un’immagine

negativa del PE.

L’inquinamento atmosferico è la questione ambientale più importante per oltre due terzi dei cittadini di

Malta (69 %) e di circa la metà dei cittadini in Bulgaria (52 %) e Polonia (49 %), mentre la deforestazione è la

questione più importante in Lituania (63 %), Estonia e Romania (entrambe 54 %). Gli intervistati che afferma-

no che la deforestazione è un problema importante sono probabilmente giovani (35 % di età compresa tra i

15 e i 24 anni, rispetto al 27 % di età pari o superiore a 55 anni), che studiano ancora (34 %) e sono utilizzatori

abituali di Internet (29 %).

La crescente quantità di rifiuti è l’ultima problematica più importante presa in considerazione da alcuni euro-

pei. È al primo posto per gli intervistati in Lettonia (48 %), Slovenia (42 %), Slovacchia (40 %) e Cechia (39 %).

Dall’analisi sociodemografica degli intervistati non emerge un chiaro profilo, ma sembra che con maggiore

probabilità siano più anziani, contrariamente alle voci precedenti (il 30 % ha 40 anni o più rispetto al 26 % dei

giovani tra i 15 e i 24 anni).

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PARLAMETRO 2019: SINTESI18

PROTESTE PER IL CLIMA GUIDATE DAI GIOVANI E RISULTATI POLITICI ATTESI

Il movimento #FridaysForFuture e altre analoghe attività di protesta hanno mobilitato milioni di

persone in tutta l’UE e su scala mondiale nel corso dell’ultimo anno, il che ha condotto a un’in-

tensa copertura mediatica.

Nel sondaggio è stato chiesto agli intervistati se le proteste guidate dai giovani hanno effettivamente con-

tribuito all’adozione di un maggior numero di misure politiche per contrastare i cambiamenti climatici, a livel-

lo sia europeo che nazionale. Le risposte alle due domande sono significative: quasi sei europei su dieci sono

fiduciosi o addirittura convinti che le proteste climatiche guidate dai giovani abbiano un impatto politico

diretto in entrambi i casi. La maggioranza assoluta degli intervistati in 25 Stati membri ritiene che le proteste

riguardanti i cambiamenti climatici guidate dai giovani contribuiscano all’attuazione di ulteriori misure per

combattere i cambiamenti climatici nell’UE. I più convinti di questa influenza sono gli irlandesi con quasi tre

quarti dei partecipanti (74 %), gli svedesi (71 %) e i ciprioti (70 %). Di fatto in Irlanda e a Cipro poco più di tre in-

tervistati su dieci ritengono che tali azioni avranno “sicuramente” un risultato politico positivo nell’UE (31 % e

35 % rispettivamente). In Estonia vi è una differenza meno ovvia tra coloro che pensano che queste proteste

possano condurre all’adozione di un maggior numero di misure politiche per contrastare i cambiamenti

climatici nell’UE (49 %) e coloro che non lo pensano (45 %), come nel caso del Regno Unito (47 % contro il

42 %). La Cechia è l’unico paese in cui sono più numerosi gli intervistati che ritengono che le azioni come le

proteste guidate dai giovani non contribuiscano all’adozione di un maggior numero di misure politiche da

parte dell’UE per combattere i cambiamenti climatici (52 % rispetto al 42 % che è di avviso contrario).

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PARLAMETRO 2019: SINTESI 19

La varianza tra gli Stati membri è maggiore se si considerano gli intervistati che ritengono che le proteste

guidate dai giovani possano influenzare le misure politiche contro i cambiamenti climatici nel proprio

paese. In 19 paesi europei, una maggioranza assoluta di intervistati è di questo avviso, mentre in altri tre

paesi (Lituania, Malta e Regno Unito) una maggioranza relativa degli intervistati condivide questa convin-

zione. In diversi paesi, tutti dell’Europa centrale o orientale, sono più numerosi gli intervistati secondo cui

la loro politica nazionale non sarebbe influenzata dalle proteste climatiche guidate dai giovani. In Slovenia

il 52 % degli intervistati non vede una siffatta influenza, rispetto al 44 % che è di avviso contrario, mentre

in Croazia il 55 % è contrapposto al 42 % degli intervistati che ravviserebbe un tale impatto. Altri paesi con

una maggioranza scettica in merito all’impatto diretto della protesta guidata dai giovani sulla definizione

delle politiche nazionali sono la Lettonia (54 % contro il 41 %), l’Estonia (54 % contro il 40 %), la Bulgaria (44

% contro il 38 %) e la Cechia (58 % contro il 37 %). L’analisi socio-demografica rivela che più gli intervistati

sono giovani, maggiore è la probabilità che siano dell’avviso che l’UE risentirà di tali proteste. Anche gli

intervistati di questo gruppo sono con maggiore probabilità altamente istruiti o studiano ancora, nonché

dirigenti e utilizzatori abituali di Internet. Un’altra caratteristica importante è il loro atteggiamento positivo

nei confronti dell’UE e del Parlamento europeo.

IMPEGNO!

Le elezioni europee del 2019 hanno rafforzato in modo significativo l’importanza e la neces-

sità di un’interazione e un dialogo costanti con i cittadini europei. Gli elettori sono diventati

più istruiti e informati e sono disposti a impegnarsi politicamente più che in passato. Nel 2019

gli elettori sono più fiduciosi, responsabilizzati e impegnati. Oltre a una maggiore responsabi-

lizzazione e partecipazione sono aumentate le aspettative riguardo alle conseguenze positive

delle votazioni, rafforzando la necessità di un impegno e di un dibattito rafforzati da parte del

Parlamento europeo.

Il potere democratico e l’influenza del Parlamento europeo sono sostenuti dal mandato conferito dagli

elettori di tutti gli Stati membri dell’UE. Ciò dipende dalla loro partecipazione regolare, continua e attiva ai

suoi lavori per loro conto. Tale partecipazione dipende tuttavia in larga misura dalla conoscenza: più sono

i cittadini che comprendono cosa è il Parlamento europeo, cosa fa e cosa rappresenta, più è probabile che

votino alle elezioni europee, rafforzando in tal modo la legittimità democratica del Parlamento europeo.

Il sondaggio Parlametro 2019 ha chiesto agli intervistati una serie di domande che misurano il loro attuale

livello di conoscenze in merito alle attività del Parlamento europeo, nonché il loro interesse a ricevere

maggiori informazioni sull’Unione europea e le sue istituzioni, in particolare per quanto concerne il Parla-

mento europeo e i suoi deputati.

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PARLAMETRO 2019: SINTESI20

CONOSCENZA DELLE ATTIVITA’ DEL PARLAMENTO

Il 61 % degli intervistati della media dell’UE ha affermato di possedere una conoscenza di livello me-

dio o elevato delle attività del PE. Alla domanda di posizionarsi su una scala da uno a dieci (in cui il

“10” significa che “si ha una conoscenza approfondita”) su quanto pensano di conoscere dell’attività

del Parlamento europeo, il 55 % ha professato di possedere un livello medio di conoscenza (scala da

4 a 7). Il 6 %, ovvero solo una quota marginale di cittadini, sostiene di avere una “conoscenza elevata”

(scala da 8 a 10), mentre il 39 % degli intervistati ha dichiarato di avere un “basso livello di conoscen-

za” (scala da 1 a 3). Il livello medio UE di conoscenze in merito all’attività del Parlamento europeo è

pertanto di 4.2 su una scala da uno a dieci.

In Austria (5.0), Romania (4.8) e Polonia (4.7) il livello medio soggettivo di conoscenze relative al PE è più

elevato. Nel complesso, le discrepanze tra gli Stati membri sono relativamente modeste, passando da 5.0

in Austria ad una conoscenza soggettiva media di 3.4 in Francia. La Francia è anche l’unico paese con una

maggioranza assoluta di intervistati (54 %) che dichiara di avere un basso livello di conoscenze in merito

alle attività del Parlamento europeo, cui seguono il Regno Unito e la Slovenia (in entrambi il 47 % possiede

un basso livello di conoscenze) e l’Estonia (46 %). Complessivamente in 27 Stati membri i cittadini dichi-

arano di possedere una conoscenza di livello medio o alto, mentre in dodici Stati membri dell’UE più di

quattro intervistati su dieci sostengono di avere soltanto un basso livello di conoscenza.

EVIDENTE INTERESSE A OTTENERE MAGGIORI INFORMAZIONI

Più di tre quarti dei cittadini dell’UE (77 %) vorrebbe ricevere maggiori informazioni su almeno

uno dei sette aspetti proposti della nuova legislatura e sulle attività delle istituzioni europee.

In media nell’UE gli interessi sono più elevati per quanto riguarda le conseguenze concrete della legis-

lazione europea sul paese dell’intervistato. Il 31 % degli intervistati sceglie questa opzione, che è seguita

da vicino da informazioni su “ciò che il Parlamento europeo sta facendo” (29 %), “ciò che l’UE ha concreta-

mente fatto o cambiato nella tua città, nella tua regione o nel tuo paese” (28 %) e “le attività dei deputati

nazionali al Parlamento europeo” (27 %). Con una lievissima varianza tra le questioni esaminate, “l’interesse

per le attività della Commissione europea” o “le posizioni del governo nazionale sugli attuali argomenti

dell’UE” si posizionano all’ultimo posto entrambi con il 24 %. Un quadro molto più eterogeneo si presenta

quando si guarda alla dispersione tra i paesi in merito a quali sono gli aspetti che desiderano approfondire.

In undici paesi, i cittadini desidererebbero ricevere maggiori informazioni sulle conseguenze concrete

della legislazione dell’UE per il loro paese. I risultati sono più elevati nei paesi dell’Europa settentrionale,

con il 62 % nei Paesi Bassi e il 60 % in Svezia, seguiti da Finlandia (54 %) e Danimarca (50 %).

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PARLAMETRO 2019: SINTESI 21

Gli intervistati di cinque paesi, principalmente dell’Europa sudorientale, sono interessati a ricevere maggio-

ri informazioni su ciò che l’UE ha concretamente fatto o cambiato nelle loro città, regioni o nel loro paese.

Tale gruppo è guidato dalla Grecia (47 %), seguito da Romania (40 %), Croazia (37 %), Bulgaria (36 %) e

Slovacchia (29 %). I cittadini di Cipro (44 %), Lituania (38 %) e Polonia (28 %) vorrebbero maggiori informazi-

oni sulle attività dei loro deputati al Parlamento europeo, mentre gli intervistati di sei paesi sono più inter-

essati a ricevere maggiori informazioni sul lavoro e sulle attività del Parlamento europeo in generale, tra cui

la Francia (36 %) e l’Italia (35 %). La Spagna e il Regno Unito presentano dati anomali. In entrambi i paesi la

risposta maggiormente data è stata che gli intervistati non desiderano ricevere maggiori informazioni (34

%/Spagna e 31 %/Regno Unito). Gli intervistati irlandesi invece hanno per lo più citato l’interesse nella po-

sizione del proprio governo sui temi di attualità dell’UE (33 %). L’interesse a ricevere maggiori informazioni

è espresso sia dagli elettori (83 %) che dagli astenuti (68 %). Solo il 28 % degli astenuti nel 2019 e il 15 % dei

votanti non sono interessati a ricevere maggiori informazioni.

DIALOGO CON I DEPUTATI AL PARLAMENTO EUROPEO

Tre intervistati su dieci si sentirebbero incoraggiati a essere maggiormente coinvolti nelle

attività dei deputati del proprio paese se ricevessero più informazioni sul loro ruolo e sulle

loro attività, o se i deputati avessero una maggiore visibilità sui media (29 %). Per un interv-

istato su cinque rivolgersi direttamente ad un deputato europeo su una questione specifica

ricevendo una risposta concreta costituirebbe un incoraggiamento ai fini di un ulteriore coin-

volgimento. Il 16 % degli intervistati rispetto alla media dell’UE vorrebbe incontrare i propri

deputati europei in occasione di eventi nella loro città o regione, mentre il 13 % degli interv-

istati ritiene che visitare il Parlamento europeo a Bruxelles o a Strasburgo sarebbe un’opzione

interessante. All’ultimo posto in questa scala figura l’opzione di interagire con i deputati attra-

verso i social media (12 %).

Il 74 % dei votanti alle elezioni europee del 2019 cita almeno un modo per intensificare il dialogo con

i deputati al Parlamento europeo, e solo il 24 % di essi non è interessato a un ulteriore coinvolgimento.

Inoltre, oltre la metà dei cittadini che non hanno votato in occasione delle ultime elezioni europee fornisce

almeno un modo per intensificare il coinvolgimento (56 %), mentre il desiderio di ricevere maggiori infor-

mazioni sul ruolo e sulle attività dei loro deputati al Parlamento europeo è l’opzione più citata in merito al

coinvolgimento.

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PARLAMETRO 2019: SINTESI22

METODOLOGIA E PRESENTAZIONE DEI DATI

Kanar ha condotto il Parlametro 2019 quale sondaggio Eurobarometro 92.2 per il Parlamento europeo. Il

lavoro sul campo si è svolto dall’8 al 22 ottobre 2019 in tutti i 28 Stati membri dell’UE. Sono state interv-

istate dal vivo 27 607 persone, estratte a sorte come campione rappresentativo di tutta la popolazione di

età pari o superiore a 15 anni.

La relazione completa, comprendente le schede nazionali, gli allegati con i dati e i risultati, è disponibile

online all’indirizzo http://www.europarl.europa.eu/at-your-service/en/be-heard/eurobarometer/

CONTATTO

Unità Monitoraggio dell’opinione pubblica, DG Comunicazione

Philipp M. Schulmeister, capo unità

[email protected]

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La presente sintesi evidenzia alcune delle principali conclusioni del Parlametro 2019, condotto da

come sondaggio Eurobarometro 92.2 per il Parlamento europeo. Il lavoro sul campo si è svolto dall’8 al 22

ottobre 2019 in tutti i 28 Stati membri dell’UE. Sono state intervistate dal vivo 27 607 persone, estratte a

sorte come campione rappresentativo di tutta la popolazione di età pari o superiore a 15 anni.

Il sondaggio Eurobarometro dell’autunno 2019 del Parlamento esamina le opinioni dei cittadini europei

sull’appartenenza all’UE, sul loro atteggiamento nei confronti della democrazia europea e sul ruolo del

Parlamento europeo. La seconda parte del sondaggio contiene domande relative alle politiche prioritarie

per il Parlamento europeo all’inizio della nuova legislatura, con particolare attenzione ai cambiamenti

climatici e alle questioni ambientali. Una specifica serie di quesiti sulle aspettative dei cittadini riguardo

al ricevere maggiori informazioni del Parlamento europeo e a un dialogo più intenso con esso e i suoi

deputati completa il Parlametro 2019.

Pubblicazione dell’unità Monitoraggio dell’opinione pubblica

Direzione generale della Comunicazione Parlamento europeo

PE 645.472

ISBN: 978-92-846-5989-0

DOI: 10.2861/64302

Catalogue Number: QA-03-19-852-IT-N

PARLAMETRO 2019: SINTESI