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1 RISPARMIO ENERGETICO - MM.Net © copyright 2015 di Maurizio Merlo (www.mauriziomerlo.net) Parte Prima Lo sviluppo economico è sempre più legato ai temi del risparmio energetico, delle energie rinnovabili e della sostenibilità ambientale. Non è più realistico, oggi, costruire processi di crescita civile e economica in Italia come nel mondo prescindendo da questi fattori. Essi sono giustamente ritenuti centrali nel fondare qualsiasi strategia che guardi al futuro, sia per il settore pubblico che per le imprese. Il settore “energia” non può dunque prescindere da una rigorosa visione di management imprenditoriale pubblico e privato nella gestione delle risorse e degli assets. Sul tema dell’energia si incrociano d’altronde emergenze planetarie decisive per il futuro dell’Umanità. Esse impongono strategie d’innovazione tecnologico- scientifiche e di risparmio delle risorse (naturali, economiche, lotta agli sprechi) su cui fondare le politiche di sviluppo. Il mondo è sempre più rapido e complesso nel susseguirsi degli eventi che spesso sfuggono al controllo dei Governi e della Politica, dai mutamenti dei processi geo-politico-economici ai salti sempre più ravvicinati delle rivoluzioni scientifiche. Queste tendenze richiedono ormai da tempo risposte sempre più lungimiranti, ponendo maggiore centralità alla necessità di una governance anche mondiale (pubblico/privata) dei processi complessi del settore. A questa vision va collegata la capacità di governance dei singoli governi locali e delle singole imprese nei territori e negli aggregati socio-economici. Si tratta di un impegno su vasta scala che deve prestare attenzione alla multiformità dei localismi e delle singole realtà d’impresa. Ragionando specificamente sui temi dell’“energia” assume sempre più valore l’impegno a strutturare ogni strategia tenendo ben presente la necessità di due grandi riferimenti di contesto : 1. la costruzione e la manutenzione continua di una “Cultura delle reti del sapere, dei linguaggi e degli strumenti” funzionale a far circolare informazioni,

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RISPARMIO ENERGETICO - MM.Net

© copyright 2015 di Maurizio Merlo

(www.mauriziomerlo.net)

Parte Prima

Lo sviluppo economico è sempre più legato ai temi del risparmio energetico, delle

energie rinnovabili e della sostenibilità ambientale. Non è più realistico, oggi,

costruire processi di crescita civile e economica in Italia come nel mondo

prescindendo da questi fattori. Essi sono giustamente ritenuti centrali nel fondare

qualsiasi strategia che guardi al futuro, sia per il settore pubblico che per le imprese.

Il settore “energia” non può dunque prescindere da una rigorosa visione di

management imprenditoriale pubblico e privato nella gestione delle risorse e degli

assets.

Sul tema dell’energia si incrociano d’altronde emergenze planetarie decisive per il

futuro dell’Umanità. Esse impongono strategie d’innovazione tecnologico-

scientifiche e di risparmio delle risorse (naturali, economiche, lotta agli sprechi) su

cui fondare le politiche di sviluppo. Il mondo è sempre più rapido e complesso nel

susseguirsi degli eventi che spesso sfuggono al controllo dei Governi e della Politica,

dai mutamenti dei processi geo-politico-economici ai salti sempre più ravvicinati

delle rivoluzioni scientifiche. Queste tendenze richiedono ormai da tempo risposte

sempre più lungimiranti, ponendo maggiore centralità alla necessità di una

governance anche mondiale (pubblico/privata) dei processi complessi del settore.

A questa vision va collegata la capacità di governance dei singoli governi locali e

delle singole imprese nei territori e negli aggregati socio-economici. Si tratta di un

impegno su vasta scala che deve prestare attenzione alla multiformità dei localismi

e delle singole realtà d’impresa.

Ragionando specificamente sui temi dell’“energia” assume sempre più valore

l’impegno a strutturare ogni strategia tenendo ben presente la necessità di due

grandi riferimenti di contesto :

1. la costruzione e la manutenzione continua di una “Cultura delle reti del sapere,

dei linguaggi e degli strumenti” funzionale a far circolare informazioni,

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comunicazione, benchmarking, ricerca scientifica, esperienze di start up

imprenditoriali, nonchè a far maturare proposte di eccellenza energetica;

2. la definizione di “Smart Energy Network”, di reti intelligenti sui temi

dell’energia costruite all’interno di singoli “cantieri” (tematici, territoriali,

ambientali, imprenditoriali, scientifici, tecnologici). Networks che consentano

nuovamente la circolazione di idee, l’aggiornamento e la fotografia di singole

proposte di smart energy utili all’ulteriore elaborazione di strategie d’innovazione

e di risparmio del settore, elaborate in modo originale nei singoli ambiti.

A titolo esemplificativo, sono professionalmente testimone di come sia possibile in

materia di illuminazione pubblica e privata (settore sul quale opero da tempo in

veste di consulente/sviluppatore di Esco e Società commerciali) che i Comuni, per

l’illuminazione delle Città, e le Imprese, per la illuminazione degli impianti, possano

autofinanziare l’innovazione tecnologica con il risparmio di consumo energetico

ottenuto dalla realizzazione di impianti ad alta innovazione.

Partendo da tali strategie è possibile :

migliorare la qualità riducendo drasticamente l’impegno finanziario e quindi il costo

a carico delle Comunità;

produrre sviluppo economico e importanti utili d’impresa per le imprese che

operano nel settore a vario titolo (produzione e servizi, capitali finanziari),

generando a catena :

servizi di qualità;

costi sociali minori:

cultura della cooperazione e posti di lavoro;

ciclo continuo di messa a norma degli impianti;

riduzione dell’inquinamento ambientale;

infrastrutturazione per future strategie di Smart City.

Per i Comuni in particolare (parliamo naturalmente di valori medi e molto

approssimativi che dipendono dallo stato di partenza dell’investimento) è possibile

pervenire a riduzioni di consumi fino al 50 % annuo (a seconda delle condizioni

inziali degli impianti, in termini funzionali e di messa a norma) che consentono fino a

un 5-10 % di minori costi per l’Amministrazione pubblica e per i cittadini, e fino a un

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40-45 % da destinare all’ammortamento dell’investimento, alle spese di gestione, di

manutenzione ordinaria e straordinaria, di messa a norma costante degli impianti).

Le reti

Ho curato personalmente negli ultimi anni un’attenta selezione nella costruzione

delle reti, consapevole dell’importanza strategica delle stesse :

- per cominciare nell’ambito del mondo del sapere, dove vengono prodotte le idee

che devono essere costantemente testate in termini di praticabilità e compatibilità;

- nell’ambito dell’uso dei linguaggi scientifici e professionali, ad es. è fondamentale,

per bene operare, che uomini di settori diversi chiamati a formare “team” sappiano

entrare in rete tra loro dialogando e contribuendo a integrare “saperi” distanti tra

loro ma la cui integrazione è decisiva per comuni obiettivi;

- nell’ambito dei benchmarking e degli strumenti di più disparata natura, da quelli

giuridici e finanziari (individuazione delle tipologie contrattuali; individuazione delle

Società investitrici più adatte al settore e al territorio) a quelli tecnologici e scientifici

(scelta dei prodotti e delle tecnologie).

Queste attività di costruzione e manutenzione delle reti sono fondamentali per dare

le risposte più opportune all’assunzione delle strategie. Personalmente esercito

questa attività da anni e sono sempre più convinto che questo ruolo professionale,

spesso ignorato, sia divenuto strategico nei settori complessi come l’energia.

Probabilmente è un ruolo che, se valorizzato, eviterebbe errori e creerebbe più

opportunità di sviluppo anche nell’ambito delle realtà minori (cioè a minore

complessità istituzionale e/o imprenditoriale).

La Smart Energy Network

Immaginiamo la Smart Energy Network appunto come un network intelligente che

canalizza informazioni (idee e prodotti) e relazioni (le reti di cui si parlava) da

adattare successivamente al caso per caso. Nel settore energia, anche con

riferimento alle mie esperienze concrete, ho individuato 3 piani. Essi devono essere

considerati tutt’altro che esaustivi, e devono costituire un cantiere aperto, in

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continuo mutamento, sia sul livello dei singoli piani che nella loro composizione

interna. Essi sono :

1. le proposte di risparmio energetico : sul mercato è possibile selezionare le

soluzioni più appropriate (sistemi di illuminazione; tipologia dei consumi energetici :

cogenerazione, trigenerazione, pompe di calore; efficentamento energetico dei

processi produttivi);

2. la progettazione : dimensione fondante per la focalizzazione delle strategie e per

il buon uso delle medesime;

3. gli strumenti giuridico-finanziari : per il mercato pubblico è sicuramente

preferibile il Project Financing con Soggetto promotore; per il mercato delle Imprese

private ne individuo fondamentalmente due : la Locazione operativa e l’ Energy

performance contract (EPC).

Entro nel merito del punto 3, gli strumenti giuridico-finanziari, sia pubblici che

privati, essendo io un operatore con formazione giuridico-economica, ma sollecito

sin d’ora contributi di chi volesse intervenire in questa discussione sugli altri due

terreni o eventualmente su altri terreni di approfondimento che non escludo di

poter sottovalutare o di non mettere sufficientemente a fuoco. Devo precisare che

le due trattazioni che seguono nascono dall’assemblaggio di due miei specifici

documenti che partendo dall’illuminazione pubblica, intesa anche come primo step

di infrastrutturazione, guardano al processo più complesso di Smart City/Smart

Valley. Mi scuso per eventuali ripetizioni che preferisco non rimuovere dai testi per

facilitare la lettura che ha natura eminentemente tecnica.

(Seguono nei prossimi giorni le parti seconda e terza del documento).

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di Maurizio Merlo (www.mauriziomerlo.net)

Parte Seconda

IL MERCATO PUBBLICO

lluminazione pubblica ad alta innovazione, prima fase per un processo di Smart

City - Project financing e Comuni

Ho approfondito negli ultimi tempi lo studio dello strumento contrattuale “Project

Financing”, esaminando le sue complesse connessioni con la Legge in vigore in

materia di Contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.

Si tratta di uno strumento potentissimo per investire in beni e servizi a favore dei

Comuni italiani, delle Unioni di Comuni e delle loro comunità territoriali. Detti

Comuni, infatti, possono utilizzare questa prospettiva di relazioni contrattuali offerta

dalla legge, e realizzare importanti investimenti per la realizzazione di impianti di

alta innovazione, a costo zero, e con l’opportunità di ottenere vantaggi significativi

come esploreremo più avanti.

In questa prospettiva, i capitali sono interamente privati e gli investitori, come

vedremo tra poco, sono remunerati con il flusso di cassa comunale riferito alla spesa

storica preesistente (rispetto alla quale è possibile ottenere interessanti riduzioni di

spesa con un adeguato piano d’ammortamento che utilizzi al meglio la variabile

contrattuale “durata”).

L’incontro tra domanda pubblica per la realizzazione di servizi e mercato che cerca

nuovi sbocchi di investimento in Italia, nel contesto della crisi globale, è

sicuramente foriera di sviluppo civile e economico per il sistema Italia.

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Pur in presenza di vantaggi macro-economici e di idoneo strumento normativo,

soltanto il 20 % circa dei Comuni italiani ne ha scelto l’uso, mentre ben l' 80 % non

ha ancora avviato gare a evidenza pubblica in materia. Nel 20% si collocano quei

Comuni che cinque anni or sono hanno aderito alla Convenzione Consip, stipulando

con Enel Sole, nonchè quelli che hanno già scelto lo strumento Project Financing

(ordinario o con soggetto promotore) offerto dalla legge.

Queste resistenze possono essere ascritte a refrattarietà da parte degli operatori a

usare in Italia uno strumento considerato estraneo alla nostra cultura giuridica, in

quanto istituto d’origine anglosassone, o forse a scarsa informazione degli stessi

operatori, o a inadeguata tecnicalità delle piccole realtà tecnico-amministrative

comunali, o ancora a insufficienza da parte delle Società promotrici di settore a

penetrare il mercato mediante una adeguata politica di Marketing delle Società

venditrici. Comunque sia, la combinazione di tutti questi aspetti ha senz’altro

contribuito a determinare l’attuale ritardo.

Il target : il mercato privato del Project Financing, in materia di impianti

d’illuminazione pubblica, è proponibile ai Comuni italiani, sia essi piccoli o grandi. I

Comuni potranno decidere di gestire in proprio l’operazione o di aggregarsi in sede

di Unioni di Comuni, con una Centrale unica di committenza e spesa. Resta tuttavia

aperta un’ulteriore opportunità : quella dell’allacciamento successivo da parte di

Comuni terzi alle reti di illuminazione già realizzate, procedendo con gare pubbliche

successive. In quest’ultima ipotesi è ovviamente necessario il consenso del Comune

limitrofo che ha già realizzato il nuovo impianto d’illuminazione onde procedere

all’allacciamento di rete.

I modelli di rete vasta, a mio modo di vedere, sono da incoraggiare sempre più. Essi,

infatti, sono potenzialmente forieri dello sviluppo di una cultura della coesione

territoriale, di logiche di sistema su scala vasta e, in generale, di processi di

razionalizzazione dei servizi che, auspico, lo Stato e le Regioni vorranno in futuro

promuovere con maggior decisione e supporto.

Per completezza, esporrò più avanti l’elenco, spero esaustivo, di quei beni e servizi,

regolati dal Codice dei contratti pubblici, che, ben al di là dello specifico campo qui

trattato, possono rappresentare opportunità altre, nel campo dei servizi pubblici

locali.

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Passiamo dunque a esaminare i profili essenziali del Project Financing.

La presente scheda propone una sintesi divulgativa del contratto di Project

Financing, nel quadro della legislazione attuale e con particolare riferimento alla

realizzazione di impianti di illuminazione pubblica.

In merito alla legislazione in vigore è opportuno sottolineare che :

“Il 12 aprile 2006 la Legge Merloni è stata abrogata e sostituita dal D.Lgs. 163/2006

(Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle

direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 100 del 2

maggio 2006” .

In base a tale normativa, il processo amministrativo per pervenire a un contratto di

Project Financing si basa su un rapporto triangolare intercorrente tra :

COMUNE (territorialmente competente) o Unione di Comuni (d’ora innanzi, nella presente trattazione, ogni riferimento alla nozione di “Comune” è da intendersi esteso anche all’ipotesi di “Unioni di Comuni”);

ESCO (Energy Service Company - Soggetto promotore nonché Impresa realizzatrice dell’ impianto, che assume, in caso di aggiudicazione conseguente a gara d’ appalto a evidenza pubblica, la realizzazione dell’ insediamento, con gestione e manutenzione pluriennale);

SOC. VENDITRICE (di impianti innovativi d’ illuminazione).

Vediamo succintamente le due fasi fondamentali del processo di gara a evidenza

pubblica :

1. Prima fase :

- deve essere avviata da un Soggetto promotore; questi inoltra al Comune

con cui è in contatto una lettera di manifestazione d’ interesse;

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- il Comune, a sua volta :

valuta proposte alternative di eventuali competitors, esamina il

quadro utile a tutelare l’ interesse pubblico nel rapporto negoziale

(elementi economico-programmatici, aspetti di bilancio e finanziari,

normative di settore);

risponde, accertati i presupposti, alla prospettazione societaria più

interessante, incaricando la Esco a predisporre la progettazione

preventiva, all’interno di un quadro di principi, criteri e

compatibilità,

impegnandosi, con la medesima risposta, alla nomina formale della

Esco, vincolando detta nomina alla mera verifica che la

progettazione sia coerente o quanto meno adeguabile, con

riferimento alle direttive del mandato conferito, alle norme di legge,

all’interesse pubblico.

2. Seconda fase :

- il Soggetto promotore presenta al Comune il Progetto con i suoi

elaborati;

- il Comune lo approva (o lo respinge), come già detto, valutata la coerenza

al mandato, alle norme e all’interesse pubblico, con facoltà di chiedere

eventuali modifiche di adeguamento; approvato il progetto, lo manda a

gara a evidenza pubblica;

- il Comune nell’approvare il Progetto, secondo le disposizioni normative,

riconosce alla Esco il ruolo di Soggetto promotore e accetta

conseguentemente i vincoli di gestione della gara d’appalto imposti dalla

legge sui contratti pubblici.

Vediamo le conseguenze di legge, in sintesi :

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- se aggiudicataria dell’ appalto è impresa diversa dal Soggetto promotore,

quest’ultimo ha diritto alla rifusione del 2.5 % dell’importo a base di gara

(costo realizzativo dell’opera, a carico dell’aggiudicatario), a garanzia delle

spese di progettazione e varie affrontate;

- il Soggetto promotore ha comunque facoltà di accettare il prezzo statuito

in gara a favore dell’aggiudicatario, eventualmente terzo, opzionando un

vero e proprio diritto di prelazione sull’aggiudicazione dell’appalto.

L’aggiudicatario primiero non può opporsi a detto esercizio del diritto e il

Comune deve dare esecuzione all’opzione in favore del Soggetto

promotore;

- il canone annuo a carico del Comune (si fa riferimento nella misura

massima al costo complessivo dell’ ultimo esercizio di bilancio comunale)

è costituito da : costo di gestione (comprensivo di messa a norma) +

investimento e manutenzione (ordinaria e straordinaria) – sconto offerto;

- il contratto ha durata media da 10 a 20 anni (salvi i casi di risoluzione

contrattuale codificati dal codice civile, dalla legge ordinaria e dal

contratto). La durata è determinata contrattualmente. La leva “variabile

tempo” è utilizzata dal Comune nel modo ritenuto più opportuno e

congruo per ottenere i due risultati fondamentali : 1. la fattibilità

dell’investimento, in termini economico-finanziari e di ammortamento; 2.

il miglior risultato nella riduzione dei costi.

Il tutto all’interno di un quadro di risparmio energetico che l’operazione

garantisce per un lungo arco temporale (25 anni di certificazione dei

prodotti di illuminazione e 10 anni di garanzia riconosciuta dalla Impresa

venditrice), per un periodo dunque evidentemente più lungo della durata

media del contratto, che comporta quindi un’ulteriore proiezione nel

tempo di risparmio energetico garantito.

L’utilità dello strumento P.F. è di tutta evidenza :

- Il risparmio indotto dalla qualità dei nuovi impianti comporterà sia la

remunerazione dell’operazione (investimento + manutenzione ordinaria e

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straordinaria + gestione e messa a norma), sia la realizzazione di consistenti risparmi

a favore del Comune e di riflesso a favore dei cittadini residenti o domiciliati su quel

territorio.

- Il Comune e i cittadini godranno altresì di migliorie, in termini di qualità e

innovazione degli impianti, di riduzione dell’impatto e dell’inquinamento ambientale

e tutto questo avverrà senza costi d’impianto che d’altronde i Comuni, nella attuale

situazione della finanza locale, non sarebbero in grado di affrontare.

- Ulteriore vantaggio è dato dalla unitarietà del servizio che consente di porre a

carico di un unico soggetto (la Esco) tutte le funzioni inerenti al servizio

(investimento; messa a norma, in funzionalità e sicurezza delle reti e degli impianti;

gestione; manutenzione ordinaria e straordinaria).

- Ultimo vantaggio indiretto, già sottolineato e da non sottovalutare, è la garanzia

25ennale prestata dalla venditrice degli prodotti, la quale risponderà in proprio della

sostituzione delle lampade per anomalie, guasti (non dovuti a imperizia,

danneggiamenti o atti vandalici), riduzione del flusso di illuminazione (non dovuta a

cattiva gestione). Ovviamente le responsabilità escluse dalla garanzia della

venditrice sono a carico della Esco nei casi di imperizia e cattiva gestione.

La chiave di successo del P.F. è da ricercare nell’impianto anglosassone dell’istituto

giuridico, secondo cui il finanziatore non decide l’ erogazione del finanziamento sulla

base di valutazioni strettamente in uso nel nostro sistema bancario (garanzie reali)

ma “di mera capacità del progetto di generare flussi di cassa nel tempo. La garanzia

del finanziamento è rappresentata dalla validità, affidabilità e redditività del

progetto. Una “rivoluzione copernicana” nel sistema dell’investimento pubblico.

L’Istituto di credito finanzia un investimento, l’imprenditore costruisce l’opera e

la gestisce senza comprimere l’assetto aziendale attraverso il ricorso a prestiti;

l’amministrazione ottiene l’infrastruttura anche in assenza di proprie risorse

finanziarie, il cittadino corrisponde la tariffa per un servizio realmente fornito,

realizzato e funzionante secondo criteri di economicità ed efficienza” (da “Problemi

del Project Financing per gli investimenti degli enti locali”, di Rino Gracili - Luisa

Gracili - Valerio Menaldi).

“Il risultato è la costruzione di una serie articolata di rapporti contrattuali (contratti

di appalto, di fornitura, di finanziamento, di garanzia, di concessione di costruzione e

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gestione, di management, di società ecc.) e relative tutele, in cui tutti hanno lo scopo

di assicurare quanto più possibile l’adempimento delle obbligazioni assunte

direttamente, ovvero, da soggetti terzi (ad esempio, da chi subentra in un secondo

momento nel rapporto, evitando così la risoluzione del rapporto)” ( da “Il contesto

normativo”, di Lidia Zaninotto).

Per concludere, lo strumento P.F. rappresenta in uno, sia un elemento di flessibilità

contrattuale tra parti pubbliche e private, sia un fattore privato di operatività

finanziaria per la realizzazione di infrastrutture pubbliche. Esso è largamente diffuso

in ambito internazionale ma stenta a decollare in Italia.

E’ da sottolineare come una svolta tesa alla promozione dei capitali privati nella

politica degli investimenti degli Enti locali in Italia comporterebbe una spinta

importante allo sviluppo e consentirebbe in generale alla nostra Pubblica

Amministrazione di ammodernare profondamente la rete nazionale di beni e servizi

pubblici.

In particolare questa spinta consentirebbe la promozione di grandi sistemi a rete, in

materia di :

trasporti autostradali e ferroviari;

sistemi aereoportuali;

sistemi idrici;

parcheggi;

metropolitane;

trasporti locali;

trattamento delle acque;

trattamento dei rifiuti;

gestioni museali e del patrimonio artistico in genere;

impianti d’illuminazione e delle fonti di calore;

impianti sportivi;

riorganizzazione urbanistica ed infrastrutturale dei territori comunali. I servizi pubblici locali sono quindi terreno utile di impiego dello strumento P.F.. Il

settore è quello in cui ho operato dal 2001 al 2006 in qualità di Commissario dei

Servizi pubblici locali della Città di Torino e negli anni successivi nel quadro di attività

di impresa e professionale. Negli ultimi tempi ho dedicato tempo e energie a

organizzare in quest’ambito e su questi temi, a livello nazionale ma anche con

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collegamenti internazionali, un importante network tecnico-scientifico e di imprese,

network che metto a disposizione di soggetti che a vario titolo fossero interessati.

Due riflessioni conclusive su processo di Smart city e politica contributiva dell’ UE.

Il processo di Smart City (o Smart Valley)

Investimenti di questa natura migliorano oggettivamente la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini, realizzando Città più belle, più luminose, più sicure, meno costose, operando nella giusta direzione infrastrutturale per la realizzazione di una strategia di Smart City, a qualità e risparmi energetici integrati crescenti. La realizzazione ad alta innovazione di impianti comunali di illuminazione pubblica avvia infatti un circolo virtuoso di risparmio energetico. L’illuminazione è certo uno dei percorsi possibili di questo processo ma in quanto tale costituisce l’asse fondante e strategico per costruire la prima fase di un processo realizzativo di Smart City. L’infrastruttura tecnologica per l’emissione della luce a led di alta innovazione e qualità costituisce infatti un prezioso patrimonio utile a future implementazioni e integrazioni di tecnologie innovative (piani generali di risparmio energetico, wi fi, internet, tecnologie digitali, videosorveglianza e controllo di ordine pubblico), per la creazione di un nuovo pensiero urbano, ecosostenibile e intelligente, a favore delle economie locali e più attrattivo per quelle imprese che intendano investire capitali.

Si veda in tal senso a mero titolo esemplificativo l’esperienza del Comune di Padova

(www.padovasoftcity.it).

La politica contributiva dell’ UE

All’interno di una strategia comunale complessiva di crescente risparmio energetico,

non è da sottovalutare la forte spinta economico-finanziaria dell’ UE per il

quinquennio 2015-20 in materia, in particolare in materia di Risparmio energetico,

Ambiente e Azione per il clima.

La materia è complessa ma può essere gestita professionalmente senza costi aggiuntivi a carico dei Comuni da Società specializzate del settore in rete con la mia attività consulenziale.

La spinta economico-finanziaria UE potrebbe altresì giocare un ruolo di

rafforzamento della coesione delle Unioni di Comuni in Italia, dentro processi

complessi di unità politico-istituzionale delle ammininistrazioni, di coesione socio-

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economica dei territori, di omogenizzazione del livello dei servizi pubblici locali. In

questa direzione incontriamo il tassello fondamentale della gestione unica delle

Unioni di Comuni (o delle c.d. Centrali uniche di committenza e di spesa), strumento

che in futuro potrà giocare un ruolo decisivo per la razionalizzazione delle relazioni

contrattuali, favorendo logiche unitarie di investimento, rendendo auspicabilmente

più snello il rapporto di integrazione pubblico/privato per l’impiego di nuovi capitali

da destinare alle politiche territoriali.

I temi oggetto della presente scheda sono stati trattati puntando all’efficacia comunicativa protesa al mondo degli affari e degli investimenti pubblico/privati. E’ ben chiaro che la materia è suscettibile di importanti approfondimenti, sia in sede scientifica che di approfondimento delle criticità in ambito business e pubblicistico. (Segue nei prossimi giorni la parte terza del documento).

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Parte Terza

IL MERCATO DELLE IMPRESE

I due strumenti giuridico-finanziari fondamentali a favore delle Imprese :

la Locazione operativa e l’ Energy performance contract (EPC)

La locazione operativa

Il primo strumento giuridico-finanziario è la Locazione operativa (noleggio con

diritto di riscatto facoltativo) che per esperienza si è rivelato il più funzionale a

questo target, nell’ambito degli apparati completi e autonomi (caldaie, cogeneratori,

le unità esterne frigorifere, ecc.).

I vantaggi della locazione operativa rispetto al leasing finanziario sono molteplici e interessanti: • detenzione, utilizzo e godimento del bene; l’acquisizione della proprietà è meramente facoltativa (1); • pagamento di un canone mensile per tutta la durata del contratto (12-60 mesi), eventualmente comprensivo dei servizi di assistenza (estensioni di garanzia, ecc.); • piena deducibilità fiscale dei canoni corrisposti nell’anno, indipendentemente dalla durata del contratto; • piena deducibilità anche a fini IRAP (a differenza della locazione finanziaria : non esiste la distinzione capitale/ interessi); • nessuna segnalazione in Centrale rischi; • possibilità di includere anche servizi (contratti di assistenza, ecc.) che normalmente non vengono accettati con il leasing finanziario. Il leasing operativo (noleggio) è peraltro economicamente più conveniente dell’acquisto con mezzi economici propri, i minori costi finanziari sono verificabili in ogni momento da parte

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degli imprenditori interessati al prodotto. A tal proposito si evidenzia infatti che l’acquisto con mezzi propri ha un impatto negativo sulla liquidità, sul budget, sulle linee di credito, sui costi di smaltimento e sul trattamento fiscale. Il leasing operativo (noleggio) è peraltro economicamente più conveniente del leasing finanziario che non consente l’aggiunta di apparecchiature durante la durata del contratto finendo con il realizzare una mera dilazione di pagamento, con lo svantaggio finale che alla chiusura del rapporto contrattuale l’utente riscatta apparecchiature ormai obsolete e senza tutti i vantaggi fiscali della locazione operativa.

(1) Per comprendere meglio la distinzione tra le due fattispecie è interessante richiamare il pensiero espresso dalla Corte di Cassazione. Ad avviso della Suprema Corte, il leasing finanziario viene qualificato come leasing traslativo, i cui canoni non costituiscono soltanto il corrispettivo dell’utilizzazione del bene nel periodo ma incorporano parte del prezzo del bene stesso cosicché l’utilizzatore, avendo pagato interamente il prezzo al termine del rapporto, e' vincolato in termini di convenienza economica all’acquisto del bene. Per contro, il leasing operativo viene qualificato come leasing di godimento ove i canoni non contengono alcuna porzione di prezzo ma sono ragguagliati al valore di utilizzazione del bene, cosicché l’acquisto alla chiusura del rapporto, pur essendo consentito all’utilizzatore in dipendenza del diritto di opzione contrattualmente convenuto, costituisce un fatto meramente eventuale.

Alla fine del noleggio l’utente ha le seguenti opzioni: 1. fare un nuovo contratto di leasing operativo (noleggio); 2. restituire le apparecchiature noleggiate e cessare il rapporto; 3. acquistare le apparecchiature noleggiate. In questo caso il prezzo del riscatto è

pattuito al momento del contratto, senza sorprese, con prezzo bloccato e senza costi di operatività, avvenendo il pagamento direttamente al fornitore e non alla Società finanziaria di Leasing;

4. I canoni di noleggio sono comprensivi anche di parti di ricambio (se il noleggio comprende contratti di assistenza); di assicurazione All Risk. La pratica viene gestita totalmente via internet per cui non è necessario inviare documentazione, a meno che questa non sia richiesta dalla finanziaria, e i tempi di approvazione sono, in genere, nell'ordine di qualche giorno (max 10 lavorativi). Non essendo una pratica finanziaria ma un noleggio, non ci sono TAN e TAEG ma solo un coefficiente che determina l’importo degli interessi.

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L’ Energy performance contract (EPC)

L’Energy performance contract (EPC) è rivolto a tutti gli ambiti energetici che

richiedano soluzioni impiantistiche non autonome rispetto alla rete energetica di

proprietà del contraente. Questo secondo strumento risponde ad una esigenza di

implementazione tecnologica o di nuova installazione di impianto (in ambito :

illuminazione, gestione calore, sistemi di aspirazione per l’industria del legno,

motori elettrici, pompe, sistemi vari di consumo energia, ecc.). L’intervento consiste

nella implementazione o nuova installazione, non è previsto intervento sulla rete. La

relativa assistenza manutentiva attiene dunque a vizi nascenti dal prodotto

medesimo oggetto di contratto (oltre a garanzie sulla qualità e durata del prodotto)

e non a cause (guasti, inefficienze) nascenti dalla inadeguatezza o vetustà della rete.

L’intervento comporta una riduzione significativa dei consumi (mediamente intorno

al 30-50 %), consentendo la stipula di contratti della durata di 7-9 anni, che, a

seconda dello stato di obsolescenza degli impianti sui quali si interviene, garantisce

un risparmio sui costi di gestione a favore del privato contraente oscillante tra il 10 e

il 30 %. La quota rimanente di risparmio energetico va ovviamente a remunerare,

ma all’interno di una logica di sostanziale autofinanziamento, l’investimento e il

servizio della Esco.

Conclusioni

Per concludere, devo sottolineare i punti fermi dell’intera filosofia presentata

all’interno di questo documento :

gli investimenti sul risparmio energetico producono alta innovazione degli

impianti;

generano consumi dimezzati e costi notevolmente inferiori rispetto alla spesa

storica di riferimento;

generano altresì maggiore ricchezza, sia a favore dell’Investitore che della

Comunità;

producono valore aggiunto : quello di creare crescita economica con rilevanti

e strategici ritorni sociali e di benessere diffuso.

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Questo è il mio contributo che nasce dall’ esperienza sul campo di questi ultimi

anni. Mi auguro possa aprire una discussione ad ampio raggio, sia sul terreno

scientifico che politico-legislativo. Buon lavoro a tutti.

Torino, Ottobre 2015