Risiera Di San Sabba - Un Campo Di Sterminio Dimenticato

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    Risiera di San Sabba: un campodi sterminio dimenticato

    Alla periferia di Trieste, nel popoloso rione di Servola, tra stadio, case e centricommerciali, si trova la Risiera di San Sabba, un vecchio stabilimento per la raffinazionedel riso e di altri cereali utilizzato dai nazisti come campo di sterminio. Unico campo diconcentramento in Italia ad avere un forno crematorio, la Risiera di San Sabba costituisceuna delle pagine pi oscure e vergognose della nostra storia, non solo per quanto successeallora, ma anche per quanto si deliberatamente voluto coprire dopo, a guerra finita.Secondo i calcoli, nella Risiera morirono circa cinquemila persone, ma il numero di coloroche vi transitarono ben maggiore: oltre ventimila prigionieri di nazionalit, religione efede politica diversa furono accomunati da un unico crudele destino: bruciare nella Risierao essere deportati per un viaggio quasi sempre senza ritorno.

    Certo, le potenzialit di sterminio del campo triestino erano ridotte: niente a che vedere coisettecentomila ebrei uccisi durante la campagna di Russia ed i 10 milioni che passerannoattraverso i camini dei grandi lager della morte. Qui le dimensioni erano limitate e sulposto potevano essere eliminati solo quanti, fra partigiani ed ebrei, era in grado di smaltireil piccolo forno, che aveva una capacit giornaliera di non oltre 60-70 cadaveri. Pochi per ipiani di sterminio nazisti, ma comunque troppi per chi, al momento della disfatta, nonvuole lasciare testimonianze compromettenti. Come quel Lorenz Hackenholt che, prima di

    fuggire, ha cura di minare il forno crematorio della Risiera con la speranza di cancellare letracce del crimine. Per tutti gli altri, un altro camino sarebbe stato ad attenderli altrove.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramentohttp://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramentohttp://it.wikipedia.org/wiki/Italiahttp://it.wikipedia.org/wiki/Cremazione#Seconda_guerra_mondialehttp://it.wikipedia.org/wiki/Cremazione#Seconda_guerra_mondialehttp://it.wikipedia.org/wiki/Italiahttp://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramentohttp://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento
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    Da impianto industriale afabbrica degli orrori

    L'insieme di edifici dello stabilimento per la pilatura del riso fu costruito nel 1898 nelquartiere periferico di San Sabba. Non pi adibiti ad uso industriale sin dal 1913, gli edificifurono requisiti ed utilizzati all'occupante nazista inizialmente come campo di prigioniaprovvisorio per i militari italiani catturati dopo 1'8 settembre 1943, con il nome di Stalag339. Gi verso la fine di ottobre il complesso venne per strutturato come Polizeihaftlager(letteralmente campo di detenzione di polizia), per essere utilizzato sia come centro diraccolta di detenuti in attesa di essere deportati in Germania ed in Polonia, sia comedeposito dei beni razziati e sequestrati ai deportati ed ai condannati a morte. Cosorganizzato, ci volle veramente poco perch si trasformasse in un vero e proprio campoper la detenzione ed eliminazione dei partigiani, detenuti politici ed ebrei rastrellati in

    zona. La vecchia Risiera ben si prestava ai piani criminosi nazisti. Tutto il complesso eragi recintato e per il controllo bastava il corpo di guardia al cancello, unica entrata. Lemodifiche da fare erano davvero poche. Fu sufficiente murare le finestre che davano versolesterno e adattare il vecchio essiccatoio (con relativa ciminiera di 40 metri) a fornocrematorio per avere, in breve tempo e con poca spesa, a disposizione un efficiente campodi sterminio con tanto di magazzino e caserma per la truppa. A gestirlo furono chiamatimilitari e ufficiali nazisti ampiamente collaudati: direttamente dalla Polonia arriv aTrieste il meglio dellAktion Reinhard, responsabile delle pi efferate atrocit nei confrontidi oltre due milioni di ebrei sterminati nei campi di Belzec, Sobibor, Treblinka e Majdanek.

    Nel campo erano presenti diversi edifici che oggi non esistono pi. Dopo la liberazione, ilcampo fu adibito dal governo militare alleato a campo raccolta per sfollati esuccessivamente vi fu allestito un campo profughi che accolse gli esuli istriani, giuliani edalmati, rimasto in funzione fino al 1954. Il 15 Aprile 1965, con decreto del Presidente dellaRepubblica, la Risiera di San Sabba viene dichiarata monumento nazionale. Lo stato diabbandono e degrado che la accompagn sino a quel momento (dopo il suo abbandono, ilcampo fu tra laltro parzialmente distrutto da un incendio) imponevano a quel puntourgenti interventi di riqualificazione dellarea e pertanto il Comune di Trieste decise nel1966 di indire uno speciale concorso per trasformare la Risiera in museo, impresa tuttaltroche semplice visto lo stato in cui si trovava. La scelta del vincitore cadde sull'architetto

    Romano Boico, il cui progetto decisamente futuristico venne poi realizzato ed inauguratonel 1975. La Risiera semi distrutta dai nazisti in fuga - sosteneva larchitetto - era squallidacome l'intorno periferico; questo squallore totale poteva per assurgere a simbolo emonumentalizzarsi. Per far ci, occorreva togliere e restituire pi che aggiungere.Eliminati gli edifici in rovina, il contesto andava perimetrato con mura cementizie alteundici metri, articolate in modo da configurare un ingresso inquietante nello stesso luogodell'ingresso esistente. Il cortile cintato doveva dare limpressione di una basilica laica acielo libero. Il museo, stringato ma vivo, doveva sorgere nell'edificio centrale, al livello delcortile, sopra il quale diventavano disponibili numerosi vani per l'Associazione deportati.Un terribile percorso in acciaio, leggermente incassato, avrebbe dovuto, infine, indicare

    l'impronta del forno, del canale del fumo e della base del camino. Uniche parti da lasciareinalterate dovevano essere le diciassette celle e quelle della morte. E questa proprio laRisiera cos come la vediamo oggi, profondamente diversa da quella di allora, ma

    http://www.windcloak.it/cultura/risiera/cartina.htmhttp://it.wikipedia.org/wiki/Germaniahttp://it.wikipedia.org/wiki/Poloniahttp://it.wikipedia.org/wiki/Poloniahttp://it.wikipedia.org/wiki/Germaniahttp://www.windcloak.it/cultura/risiera/cartina.htm
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    immutata nella sua essenza, con alcune parti che fortunatamente si sono conservate intatte(almeno nel loro aspetto esteriore) sino a noi.

    Lentrata odierna, pur mantenendo la stessa direttrice, non ha niente a che vedere conlingresso originario. Al posto del primo cortile, dove si trovavano il corpo di guardia elabitazione del comandante (ora abitazione del custode), nonch un grande edificio a tre

    piani con uffici ed alloggi per sottufficiali e per le donne ucraine (poi demolito) ed un altroedificio che fungeva da officina e garage (fatto saltare dai tedeschi), si trovano adesso unazona sistemata a verde ed un angosciante stretto e lungo corridoio compresso tra duealtissimi muri di cemento che conduce direttamente al cortile interno.

    vecchia entrata entrata odierna

    Nel cortile interno, al quale potevano accedere solo gli elementi pi fidati, si giungeva

    attraverso un sottopassaggio a volta, sbarrato da un alto cancello di ferro. Nelsottopassaggio, a sinistra, si apriva una buia stanzetta, tristemente nota come "cella dellamorte. A parte linsegna metallica vicino alla porta, questa cella rimasta comera. Lvenivano ammucchiati i prigionieri destinati ad essere eliminati nel giro di poche ore,provenienti dalle carceri o catturati nel corso di rastrellamenti, non solo a Trieste ma anchein Veneto ed in Slovenia. Secondo le testimonianze dei pochi sopravvissuti, spesso iprigionieri dividevano gli angusti spazi di tale cella con i cadaveri destinati allacremazione.

    sottopassaggio di accesso al cortile interno interno cella della morte

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    Usciti dal porticato, la successiva porta a sinistra che si affaccia sull'ampio cortile immettein un grande salone (edificio F) che i nazisti avevano attrezzato con 17 minuscole celle, inognuna delle quali venivano stipati fino a sei prigionieri: in esse partigiani, politici edebrei aspettavano per giorni, talvolta per settimane, il compiersi del loro drammaticodestino. Le prime due celle erano usate per la tortura e la raccolta del materiale prelevatoai prigionieri, spogliati di ogni loro avere: in esse sono stati scoperti, fra l'altro, migliaia di

    documenti d'identit sequestrati non solo ai detenuti ed ai deportati, ma anche allepersone inviate al lavoro coatto. Documenti attualmente conservati presso l'Archivio diStato a Lubiana, dove a suo tempo furono portati dalle truppe jugoslave che per primeentrarono nella Risiera. Le porte e le pareti di queste anticamere della morte eranoricoperte di graffiti e scritte, purtroppo andate perdute. L'occupazione dello stabilimentoda parte delle truppe alleate, la trasformazione in campo di raccolta profughi ed ilsuccessivo stato si abbandono col tempo le hanno pian piano cancellate. Fortunatamente atestimoniarne lesistenza rimangono i diari dello studioso e collezionista Diego DeHenriquez (conservati nel piccolo Civico Museo di guerra per la pace a lui intitolato), che asuo tempo ne fece un'accurata trascrizione. Nei due piani sopra le celle erano sistemate le

    camerate per gli ufficiali ed i militari delle SS ed i laboratori di sartoria e calzoleria, dovevenivano impiegati alcuni fortunati prigionieri considerati temporaneamente utili allavita del campo. Per loro la triste sorte era, almeno per un po, rimandata.

    Gli ebrei e i prigionieri civili e militari destinati ai campi di concentramento in Germania e

    Polonia erano ammassati negli stanzoni dell'edificio a tre piani che segue (edificio G).Uomini e donne di tutte le et e bambini, anche di pochi mesi, venivano quiparcheggiati in attesa di essere trasportati verso i Lager nazisti d'oltralpe ed andare cos

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    incontro ad un comune tragico destino che solo pochi, giunti a destinazione, sono riuscitiad evitare. Delle oltre quindicimila persone deportate, solo poche centinaia fecero ritorno.I lavori di ripristino della struttura hanno eliminato soffitti e pavimenti dei tre pianioriginari, di cui ora si vedono solo le strutture portanti di legno. E per esse che questoenorme stanzone ha preso il none di sala delle croci.

    Sala delle crociinterno attuale

    esterno laboratori di sartoria e calzoleria sopra le celle e sala delle croci

    Nel lungo tratto ora demolito, oltre l'attuale muro di cinta, c erano i depositi dei benirazziati agli ebrei e le stalle per il bestiame predato durante le azioni di rappresaglia neivillaggi d'Istria e sul Carso. Di essi non rimane traccia.

    Nel cortile interno, proprio di fronte alle celle, sull'area oggi contrassegnata da una piastrametallica, sorgeva l'edificio destinato alle eliminazioni, un vecchio essiccatoio con tanto diciminiera (edificio E + E1), che i nazisti ben adattarono a forno crematorio. Per incenerireun numero maggiore di cadaveri, dopo essersene serviti fino al marzo 1944, l'impianto del

    preesistente essiccatoio fu trasformato ed adattato allo scopo su progetto di ErwinLambert, vero esperto in materia. Il locale del forno crematorio era interrato e vi siaccedeva attraverso una scala metallica ed un mobile di cucina ne mascherava la porta di

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    accesso. Un condotto sotterraneo (il cui percorso oggi segnato sulla piastra d'acciaio cheindividua larea in cui sorgeva ledificio) univa il forno alla ciminiera. Il collaudo dellanuova struttura avvenne ufficialmente il 4 aprile 1944 con la cremazione di una settantinadi ostaggi fucilati il giorno precedente nel poligono di tiro di Opicina, alla periferia nord di

    Trieste. Le uccisioni avvenivano solitamente perfucilazione o gassazione, usando i motori diesel

    degli autocarri. Alcune testimonianze hanno perrivelato che spesso veniva usato anche un altrometodo molto pi sadico e dalle conseguenzeancor pi macabre: luccisione con un colpo dimazza ferrata alla nuca. Non sempre la mazzatauccideva subito i malcapitati, per cui accadeva chenon di rado il forno ingoiasse persone ancora vive.Le esecuzioni, di solito effettuate da SS ucraine fatteappositamente ubriacare, avvenivano di sera, dopoil coprifuoco imposto al popoloso rione di Servola,

    accompagnate dal fragore dei motori, dai latrati dicani appositamente aizzati e da musiche ad altovolume per coprire le grida ed i rumori. Leoperazioni di cremazione iniziavano subito dopo e

    si concludevano al mattino presto, col trasbordodella cenere e delle ossa combuste che, raccolte in grossi sacchi di tela che venivanosuccessivamente trasportati con un automezzo sino ad un punto isolato del porto diTrieste, caricati su barcone e quindi abbandonati al largo del golfo. Per eliminare le provedei loro crimini, secondo una prassi ormai consolidata e sperimentata in altri molti altricampi al momento del loro abbandono, nella notte fra il 29 ed il 30 aprile 1945, dopo oltre

    un anno di utilizzo intensivo, l'edificio del forno crematorio e la ciminiera vennero fattisaltare con la dinamite dai nazisti in fuga.

    resti del forno crematorio fatto saltare cadaveri rinvenuti nella risiera

    Qualcosa sopravvisse per alla distruzione. Tra le macerie del forno furono rinvenute ossae ceneri umane ed una delle mazze in ferro usate per uccidere i prigionieri. Di essa rimaneper solo una copia (realizzata da Giuseppe Novelli nel 2000 ed ora esposta nel Museo),

    poich loriginale stato trafugato nel 1981 da ignoti nostalgici. La sagoma del fornocrematorio ancora ben visibile sul fabbricato retrostante, mentre a simboleggiare la

    sagoma del forno crematorio

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    stazionavano infatti anche i neri furgoni delle SS con lo scarico collegato all'abitacolo da untubo rimovibile, usati per la gassazione delle vittime. Qui stata allestita una mostrapermanente sulla storia di Trieste, dalla fine della prima guerra mondiale fino all'arrivodelle truppe alleate, nel giugno del 1945

    Il Museo e ladiacente mostra permanente (realizzata da Elio Apih nel 1982, poi ampliata)

    illustrano piuttosto esaurientemente la storia della Risiera. Attraverso riproduzioni didocumenti e testimonianze di vario tipo viene ricostruito dettagliatamente il quadro dellevicende storiche, politiche e militari dellintera regione durante la prima met delNovecento. Grazie ad alcune importanti donazioni, dal 2002 il Museo ha mutato la suaoriginale connotazione didattica ed divenuto a tutti gli effetti un luogo di conservazionedella memoria, ove si espongono testimonianze tangibili e dirette della sofferenza e dellatragedia umana. Nella Sala delle Croci sono stati infatti ricoverati, in apposite bachechericavate nei muri, alcuni oggetti personali razziati agli ebrei triestini dai nazisti. Ritrovatidagli alleati allinterno di bisacce di juta, furono spediti a Roma, dove rimasero dimenticatiper decenni in un sotterraneo del Ministero del Tesoro. Solo nel 2000 la Comunit Ebraica

    di Trieste ne venne in possesso, decidendo di esporne una parte nel proprio Museo(intitolato a Carlo e Vera Wagner) e donare il resto al Museo della Risiera ed al Museo"Yad Vashem" di Gerusalemme. Orologi, occhiali, pettini, un anello, un portacipria, unaspilla, un bocchino per sigarette, alcune posate: semplici oggetti personali dusoquotidiano che, proprio attraverso la loro normalit, parlano degli uomini e delle donneche li hanno posseduti. Allinterno del Museo hanno trovato anche collocazione ledonazioni della sezione locale dellANED (Associazione Nazionale ex Deportati Politicinei Campi Nazisti) e di alcuni suoi membri triestini deportati ad Auschwitz, Buchenwald,Dachau e Mauthausen. A testimonianza che la Risiera di San Sabba no fu solo un campodi eliminazione in cui trovarono la morte fra le tre e le cinquemila persone, ma anche un

    campo di smistamento e di avviamento allo sterminio. Accanto ad unurna con le ceneriprovenienti dai forni crematori di Auschwitz, donata dallANED, sono esposti i benipersonali conservati dai deportati triestini offerti a perenne memoria: una divisa indossatada una deportata ad Auschwitz e a Mauthausen, una di un deportato a Buchenwald,mappe e documenti sottratti alle SS del campo di Buchenwald, lasciapassare, documenti diriconoscimento, fotografie, ciclostilati realizzati dopo la liberazione, disegni, piante deicampi e di luoghi di sepoltura. Ma soprattutto il lungo rotolo di carta su cui una deportataa Ravensbrck aveva segnato i nomi e gli indirizzi delle compagne, riuscendo aconservarlo ed a riportarlo in patria perch tenuto nascosto per mesi sotto la divisa.

    divise dei detenuti mazze usate per le uccisioni

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    Il contesto storico: dallo squadrismofascista alle stragi della Risiera

    La conduzione disastrosa delle campagne di guerra per l'esercito italiano (1), lo sbarco in

    Sicilia delle truppe americane, i continui bombardamenti e le difficolt crescenti per lapopolazione civile affrettarono in maniera considerevole la crisi del fascismo. Il 25 lugliodel 1943, nel corso della riunione del Gran Consiglio, Benito Mussolini venne messo inminoranza e costretto a lasciare il Governo. In sua sostituzione il Re pose a capo delgoverno il Maresciallo Pietro Badoglio, che il 5 Settembre, in gran segreto, perfezionl'accordo con gli alleati per un immediato cessate il fuoco. L'armistizio fu ufficialmentecomunicato alcuni giorni dopo, l'8 Settembre, buttando nello smarrimento e nel caosl'esercito italiano e nelle braccia dellex alleato tedesco tutto il centro e nord Italia. Laguerra continua, ma da occupante lItalia diventa Paese occupato: al sud dagli esercitialleati in lenta avanzata; al nord dai tedeschi, per nulla intenzionati a lasciare aperta al

    nemico una comoda porta verso il Reich. Con lesercito italiano allo sbando e gli anglo-americani ancora lontani, facile per i tedeschi prendere in mano la situazione. Senzaincontrare resistenza, non solo riescono a liberare Mussolini dalla sua prigione sul GranSasso, ma il 23 Settembre gli impongono di formare uno stato fantoccio (la RepubblicaSociale Italiana) che estenda la propria giurisdizione su tutta la parte dell'Italia centro-settentrionale occupata dalle truppe naziste. Con una sola eccezione: il Friuli VeneziaGiulia, che cessa di far parte dello Stato Italiano per diventare territorio direttamenteamministrato dal Terzo Reich. Inizia cos il periodo pi oscuro dell'occupazione nazista inItalia.

    Con la costituzione della zona di operazione dellAdriatisches Kstenland (LitoraleAdriatico), unampia area gravitante sullalto Adriatico e sul bacino della Savacomprendente le province di Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana, si realizza

    quella che di fatto costituisce lultima conquistaterritoriale dellimperialismo nazista. Trieste, lIstria edil Friuli rappresentano infatti una piattaformaeconomica e politica indispensabile per lespansionismogermanico nel sud Europa e nellarea mediterranea. Nelcontempo rappresentano anche una cerniera strategicaessenziale fra il settore balcanico (sconvolto dalla guerra

    partigiana e minacciato dallavanzata sovietica), il fronteitaliano e la Germania meridionale. Un territorio cosstrategicamente importante non poteva non meritare lamassima attenzione e quindi uno staff degno della suaimportanza. Il governo del Litorale Adriatico, di cuiTrieste costituiva il capoluogo fu affidato da Hitler alGauleiter della Carinzia, laustriaco Friedrich Rainer, unfanatico ed influente nazista austriaco che odiava lItalia.Secondo le sue concezioni etnico-razziali, il Friuli e laVenezia Giulia erano per la gran parte estranei alla

    nazione italiana, il che giustificava pienamente la loro separazione dallo stato italiano.Lalto commissario Rainer assume ufficialmente pieni poteri il 1 ottobre del 1943, fissandosin da subito i capisaldi della sua praticamente illimitata sovranit. In breve tempo, tutti i

    Trieste, 1944 - da sinistra a destra:Globocnik, Rainer, and Kbler.

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    Prefetti delle ex province italiane ed i Podest dei comuni vengono sottoposti al controllodiretto dei suoi uomini, affiancandoli con i cosiddetti "consiglieri" ed usando ogni metodorepressivo per sedare qualsiasi protesta interna od esterna alle istituzioni. Rainer prendeanche il comando diretto delle varie milizie territoriali (italiane, croate e slovene) presentinella vasta area. Queste milizie collaborazioniste locali, a vario titolo e con diversedenominazioni, furono tutte poste al servizio degli occupanti passando alle dipendenze

    delle SS. Negli ex territori italiani passano cos alle sue dipendenze sia le formazioni dellamilizia fascista (che qui non si trasformeranno, come nella neo-costituita repubblica diSal, in Guardia Nazionale Repubblicana, ma assumeranno il nome di "Milizia DifesaTerritoriale") che i vari reparti di polizia, che impiegati anche nelle operazioni dirastrellamento, si macchieranno, al pari delle truppe naziste di occupazione, di criminiorrendi. Fra i reparti di polizia pi tristemente famosi va ricordato lIspettorato Speciale diPubblica Sicurezza per la Venezia Giulia, agli ordini dellispettore generale GiuseppeGueli, con sede presso "Villa Triste" in via Bellosguardo a Trieste. Creato sin dallaprile1942 con specifici compiti di repressione della guerra partigiana e di controllo della classeoperaia nelle grandi fabbriche, questo ispettorato continu il suo "servizio" dopo l8

    settembre fornendo ai tedeschi una preziosa e fattiva collaborazione contro gli antifascistie nella cattura degli ebrei, diventando tristemente noto soprattutto per le feroci azionidella banda Collotti", la sezione operativa comandata dal commissario Gaetano Collotti.

    Zona d'operazione litorale adriatico 1943-1945

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    Il controllo poliziesco e la repressione politica, razziale ed antipartigiana vengono affidatialla supervisione delle SS, al cui comando viene posto Odilo Lotario Globocnik, triestinodi nascita, gi organizzatore dei massacri di oltre due milioni e mezzo di ebrei in Polonia.

    Con Globocnik arrivano a Trieste gli uomini dell'Einsatz-kommando Reinhard, un nutritoseguito di professionisti della morte composto da ben novantadue specialisti (tra i qualinumerose SS ucraine), distintosi in modo sinistro nelle varie operazioni di sterminio inGermania, Polonia e Russia e nei campi della morte polacchi di Belzec, Sobibor eTreblinka. Gli Einsatzgruppen o Einsatzkommandos erano reparti speciali, creati alloscopo di "condurre la lotta contro i nemici ostili al Reich alle spalle delle truppecombattenti" e di svolgere compiti di particolare "impegno" per lattuazione della politicadi occupazione, di repressione e di sterminio praticata dal Terzo Reich nei territori invasi.Questi gruppi dipendevano dallRSHA, cio dallufficio centrale della polizia di sicurezzadel Reich (Reichssicherheits-hauptamt), a sua volta dipendente dal Ministero degli Interni

    alla cui testa vi era il Reichsfhrer SS Heinrich Himmler.L'Einsatzkommando Reinhard costituisceterritorialmente diversi uffici contrassegnati dalla siglaR. Il gruppo che opera a Trieste ha la sigla R1, quelloche opera a Udine ha la sigla R2, quello di Fiume ha lasigla R3. Tale sigla impressa sui documenti e sulle celledella Risiera. Primo comandante dell'EinsatzkommandoR1 a Trieste nominato Christian Wirth, arrivato aTrieste pochi giorni dopo l8 settembre con alcuni suoiuomini che con lui avevano partecipato al "T4, ilterribile progetto nazista sulleutanasia AktionTiergarten 4, che dal 1939 operava per leliminazione ditutti i malati inguaribili. Un manipolo di uomini perfettiper il compito che li attendeva. Sospeso ufficialmente ilprogetto su pressioni del mondo ecclesiastico, nel 1941 il

    personale del T4 venne infatti mandato in Polonia per organizzare, nel quadro della"soluzione finale, i campi di sterminio dl Treblinka, Sobibor,. Belzec. Operazioneeffettuata con successo, visto che le fonti ufficiali polacche stimano (in modo moltoprudenziale) in circa due milioni gli ebrei e in cinquantamila gli zingari (dei quali circa un

    terzo bambini) uccisi in questi campi. Tra i suoi uomini ci sono anche Franz Stangl, il"Boia di Treblinka" (ritenuto responsabile da un tribunale tedesco della morte di 900.000persone) ed Erwin Lambert, lo specialista nella costruzione di forni crematori. Ucciso in

    al centro: Christian Wirth

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    unimboscata partigiana a Erpelle il 26 maggio 1944, gli subentrer a capo della R1 AugustDietrich Allers, il cui braccio destro non a caso sar Joseph Oberhauser, comandantedella Risiera di San Sabba.

    da sinistra: Franz Stangl, Dietrich Allers, Joseph Oberhauser

    Nonostante tutte le atrocit perpetrate (dettate pi che da esigenze militari, da ambiziosemanie di arricchimento personale dei gerarchi e dei loro subordinati ai danni deimalcapitati), gli sviluppi del conflitto e leroica ribellione dei popoli qui conviventicostringeranno ben presto lapparato repressivo nazista ad abbandonare anche questa suaultima conquista territoriale.

    Trieste 1945: aereo alleato sulla risiera

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    manifesto di propaganda antislava

    cartello avviso pericolo partigiani

    Trieste 1944-45: quartier generale SD e nazisti nella risiera

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    LOlocausto triestino

    Prima della seconda guerra mondiale gli ebrei triestini erano circa 5000. Dopo le leggirazziali fasciste del 1938 e listituzione, anche a Trieste, di uno dei famigerati Centri per lostudio del problema ebraico (erano quattro in tutta Italia), molti ebrei decisero di

    emigrare allestero. Ci nonostante, i nazisti riuscirono a deportare nei campi di sterminiopi di 700 ebrei triestini, dei quali solo una ventina sopravvissero e fecero ritorno. NellaRisiera per, accanto agli ebrei triestini, furono imprigionati e deportati moltissimi ebrei epartigiani catturati in Veneto, in Friuli, a Fiume ed in Dalmazia. Fin dalliniziodelloccupazione, i nazisti rastrellano metodicamente la popolazione ebraica triestina. Laprima retata avviene il 9 ottobre 1943, nel giorno di Kippur, il grande digiuno penitenziale.La seconda ha luogo venti giorno dopo, mentre il 23 novembre si colpisce la Comunit diGorizia. Infine, ma non ultima, la deportazione che il 20 gennaio del 1944 colp lospizioper anziani e malati Pia casa Gentiluomo, una delle pi feroci tra le retate effettuate daitedeschi nel triestino. Eppure, nonostante ci, di fatto nella Risiera, luogo di detenzione e

    sterminio, le vittime ebree furono meno di un centinaio. Il motivo molto semplice: per gliebrei il campo di San Sabba era infatti solo una sistemazione temporanea in attesa delladeportazione verso Auschwitz e gli altri campi di sterminio nazisti. Lepilogo, per, ancheper loro alla fine sarebbe stato lo stesso. Dei 123 convogli che partirono dallItalia verso icampi di sterminio nazisti, ben 69 partirono da Trieste, cui si devono aggiungere altri 30convogli diretti verso i campi di lavoro.

    deportazione di ebrei dallItalia

    Ma bene ricordare che queste 15 mila vittime sono appena una goccia rispetto al maredellOlocausto, che vide 6 milioni di ebrei e 5 milioni di altri civili uccisi dalla follia

    razziale e dallodio nazionalsocialista. Pi di 10 milioni di persone considerateindesiderabili sterminate per colpa di una fanatica ideologia sempre pronta a riemergeredalle sue ceneri. Zingari, omosessuali, testimoni di Geova, mendicanti, vagabondi,venditori ambulanti, oppositori politici, delinquenti abituali e tutti coloro che potevanoessere definiti "antisociali" andarono incontro a persecuzioni e morte certa. Senza contaregli slavi, i polacchi ed i russi, popoli considerati inferiori degni solo di essere schiavizzati esfruttati sino alla morte. Ma prima di tutto ebrei, causa, secondo loro, di tutti i mali delmondo. La maggior parte mor nei campi di sterminio, evoluzione naturale dei gi bencollaudati campi di concentramento, situati prevalentemente nellest Europa (Polonia) edappositamente dotati di attrezzature progettate per uccidere in forma sistematica. Sebbene

    la decisione di dare avvio alla cosiddetta "soluzione finale" (Endlsung) per lo sterminiosistematico e scientifico degli ebrei fosse stata presa solo dopo l'invasione dell'UnioneSovietica (e discussa tecnicamente il 20 gennaio del 1942 a Berlino, durante la conferenza

    http://www.windcloak.it/cultura/risiera/oloca.htm#soluzione#soluzionehttp://www.windcloak.it/cultura/risiera/oloca.htm#soluzione#soluzione
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    di Wannsee), di fatto molti ebrei erano gi morti a causa delle misure discriminatorieadottate contro di loro sin dai primi anni del Terzo Reich.

    Le prime misure persecutorie furono emanate il 1 Aprile 1933 e consistevano nelboicottaggio da parte dei nazisti dei negozi e delle imprese degli ebrei. Alle ore 10.30 dioquel sabato mattina, centinaia di migliaia di nazisti si mobilitarono per dare il via alla

    prima grande azione nazionale contro la popolazione ebraica. In tutto il paese, dallegrandi citt ai piccoli villaggi, nazisti armati ed in uniforme si piazzarono di fronte ad ogninegozio, ad ogni ufficio ed ogni impresa di propriet ebrea impedendo a chiunque, clientio fornitori, di entrare. Nello stesso tempo, automobili appositamente equipaggiate conpotenti altoparlanti circolavano per le strade invitando la gente a collaborare per unabuona riuscita delliniziativa. Contrariamente ai piani originari, il boicottaggio sistematicoed organizzato dur un giorno soltanto (anche se continu in scala ridotta in numeroselocalit) ma segn linizio di una lunga serie di provvedimenti che di l a poco avrebberosegnato la cacciata definitiva degli ebrei dal mondo degli affari.

    1933 -1934: boicottaggio negozi ebrei

    Il 7 Aprile 1933 fu emanata la legge per la Riforma dell'Amministrazione Pubblica, cheespulse tutti i non-ariani dagli uffici pubblici, nonch una legge che regolamentava il

    permesso per l'esercizio della professione legale, proibendo l'ammissione alla professioneforense a tutti gli avvocati discendenti da non-ariani. Erano considerati tali, secondo unadefinizione data ufficialmente l'11 Aprile 1993, tutti coloro che avevano un padre o un

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    nonno ebreo. Norme analoghe furono promulgate nei giorni successivi nei confronti deiconsulenti tecnici, dei giurati e dei giudici commerciali. Il 22 Aprile 1933 un decreto suiservizi sanitari, riguardante il piano della salute pubblica, neg il rimborso delle spese aquei pazienti che consultavano medici non-ariani (restavano al momento esclusi dalprovvedimento quei medici ebrei che erano veterani di guerra o che avevano sofferto acausa della guerra). Infine il 25 Aprile 1933 usc la legge contro la sovrappopolazione delle

    scuole tedesche, che fissava all1,5% del corpo studentesco il numero massimo di ebreiiscrivibili alle scuole secondarie tedesche (tranne nelle zone dove gli ebrei costituivanooltre il 5% della popolazione, dove era permessa una percentuale di studenti del 5%).

    1934 -1935: umiliazione pubblica degli ebrei nelle strade e nelle scuole

    Lantisemitismo in Germania un fenomeno antico, che trascende i confini tedeschi (glistessi cristiani da secoli propagandavano uno stereotipo negativo degli ebrei, ritenuti gli

    assassini di Cristo inviati del diavolo) ed il partito nazista appena salito al potere fece ditutto per utilizzare questo risentimento per aumentare i propri elettori ed il proprioconsenso. Promulg quindi s delle leggi antiebraiche, ma esse non furono per il momentoscrupolosamente applicate. Tra il 1933 e il 1934 la politica razziale nazista si mantenneinfatti su toni abbastanza morbidi per non allarmare elettorato e politici moderati di cuiancora Hitler aveva bisogno.

    Il 2 agosto 1934 il presidente della Repubblica Paul von Hindenburg mor e non vennesostituito; grazie ad una serie di alchimie politiche, Adolf Hitler riusc con il consenso deisuoi alleati di governo a concentrare presso di s sia i poteri di Cancelliere che quelli di

    Presidente, assumendo cos il completo controllo sull'iter legislativo ed esecutivo senzapi nessun timore di opposizioni. La Wehrmacht fu inoltre obbligata a prestare ungiuramento di fedelt direttamente alla persona del Fhrer, che in tal modo ottenne pienosostegno anche da parte dellesercito regolare. Dopo la notte dei lunghi coltelli (29-30giugno 1934), le SS di Heinrich Himmler divennero il potere dominante in Germania,particolarmente solerte nell'assecondare la politica antisemita di Hitler che grazie a loropoteva esercitare un controllo ancora maggiore sul governo e sulla popolazione tedesca.Un complesso di circostanze che permise ad Hitler di accelerare senza rischi larealizzazione della propria politica razziale, gi ampiamente descritta molti anni prima nelsuo Mein Kampf. Sostanzialmente la base del pensiero nazista sempre stata l'idea di

    una societ suddivisa in due categorie: da una parte la Volksgemeinschaft (la comunit dipopolo), che avrebbe dovuto costituire la futura ossatura sociale della Germania; dallatra iGemeinschaftsfremde (stranieri della comunit), che non appartenevano al corpo storico e

    http://it.wikipedia.org/wiki/Antisemitismohttp://it.wikipedia.org/wiki/Antisemitismohttp://it.wikipedia.org/wiki/1933http://it.wikipedia.org/wiki/1934http://it.wikipedia.org/wiki/2_agostohttp://it.wikipedia.org/wiki/1934http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_von_Hindenburghttp://it.wikipedia.org/wiki/Adolf_Hitlerhttp://it.wikipedia.org/wiki/Wehrmachthttp://it.wikipedia.org/wiki/F%C3%BChrerhttp://it.wikipedia.org/wiki/SShttp://it.wikipedia.org/wiki/Heinrich_Himmlerhttp://it.wikipedia.org/wiki/Heinrich_Himmlerhttp://it.wikipedia.org/wiki/SShttp://it.wikipedia.org/wiki/F%C3%BChrerhttp://it.wikipedia.org/wiki/Wehrmachthttp://it.wikipedia.org/wiki/Adolf_Hitlerhttp://it.wikipedia.org/wiki/Paul_von_Hindenburghttp://it.wikipedia.org/wiki/1934http://it.wikipedia.org/wiki/2_agostohttp://it.wikipedia.org/wiki/1934http://it.wikipedia.org/wiki/1933http://it.wikipedia.org/wiki/Antisemitismo
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    culturale della Germania ariana. Senza pi oppositori istituzionali, padrone assoluto delloStato e di tutti i suoi organismi, la politica razziale nazista divenne sempre pi radicalenelle sue posizioni per il trattamento delle minoranze, soprattutto nei confronti degli ebrei.

    Il 1935 segn la svolta decisiva. Nel mese di maggio gli ebrei furono banditi dall'esercito enell'estate dello stesso anno la propaganda nazista anti-ebraica apparve nei negozi e nei

    ristoranti tedeschi con i famigerati cartelli "vietato l'ingresso agli ebrei Il 15 settembre,durante l'annuale congresso del partito a Norimberga, vennero annunciate due nuoveleggi (che per questo presero il nome di leggi di Norimberga) che impiegavano una basepseudo-scientifica per la discriminazione razziale nei confronti della comunit ebraicatedesca: la legge sulla cittadinanza del Reich (che negava agli ebrei la cittadinanzagermanica) e legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco (che proibiva imatrimoni e le convivenze tra ebrei e tedeschi). Gli ebrei smisero quindi di essereconsiderati cittadini tedeschi e divennero stranieri in patria, perdendo tutti i diritticonnessi alla cittadinanza, primo fra tutti quello di voto. Per evitare contaminazioni disangue, la legge proibiva alle donne tedesche al di sotto dei quarantacinque anni di

    lavorare presso famiglie ebree, allepoca ancora in possesso dei loro patrimoni e quindi inalcuni casi ancora in grado di avere a servizio personale ariano. Ma ancora per poco. Nel1936 gli ebrei furono banditi da tutte le professioni, dal 1 marzo 1938 il governo tedesconon stipul pi contratti con aziende appartenenti ad ebrei e dal 30 settembre dello stessoanno solo dottori "ariani" poterono curare i tedeschi "ariani". Il 7 novembre 1938, durantequella che tristemente ricordata come notte dei cristalli, squadre di SS compirono raidcontro i negozi ebrei della citt distruggendone le vetrate ed incendiando numerosesinagoghe. Nell'evento persero la vita circa 100 ebrei ed altri 20.000 furono deportati versoi campi di concentramento da poco creati. Molti cittadini tedeschi inorridirono nelloscoprire la reale portata dei danni ed Hitler, temendo per la propria reputazione, diede

    ordine di addossare la responsabilit dellaccaduto agli stessi ebrei, che furono coscondannati (oltre al danno, anche la beffa) ad un risarcimento collettivo di un miliardo diReichsmark, somma raccolta con la confisca del 20% della propriet di ogni ebreo.

    7 novembre 1938: la notte dei cristalli

    Nel 1939, allo scoppio della guerra, tutte le imprese ebree erano ormai fallite o erano statepersuase a cedere la propria attivit. Spogliati dei loro averi e dei loro capitali, gli ebrei,

    ormai privi di qualsiasi mezzo per poter esercitare la bench minima pressione sul partitonazista e sul governo, non poterono pi in nessun modo reagire alle azioni antisemite.Ormai erano separati in tutto e per tutto dal resto della popolazione tedesca.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Maggiohttp://it.wikipedia.org/wiki/Propagandahttp://it.wikipedia.org/wiki/15_settembrehttp://it.wikipedia.org/wiki/Raduno_di_Norimbergahttp://it.wikipedia.org/wiki/Norimbergahttp://it.wikipedia.org/wiki/Matrimoniohttp://it.wikipedia.org/wiki/1936http://it.wikipedia.org/wiki/1938http://it.wikipedia.org/wiki/30_settembrehttp://it.wikipedia.org/wiki/7_novembrehttp://it.wikipedia.org/wiki/1938http://it.wikipedia.org/wiki/Notte_dei_cristallihttp://it.wikipedia.org/wiki/Sinagogahttp://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramentohttp://it.wikipedia.org/wiki/Impresahttp://it.wikipedia.org/wiki/Impresahttp://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramentohttp://it.wikipedia.org/wiki/Sinagogahttp://it.wikipedia.org/wiki/Notte_dei_cristallihttp://it.wikipedia.org/wiki/1938http://it.wikipedia.org/wiki/7_novembrehttp://it.wikipedia.org/wiki/30_settembrehttp://it.wikipedia.org/wiki/1938http://it.wikipedia.org/wiki/1936http://it.wikipedia.org/wiki/Matrimoniohttp://it.wikipedia.org/wiki/Norimbergahttp://it.wikipedia.org/wiki/Raduno_di_Norimbergahttp://it.wikipedia.org/wiki/15_settembrehttp://it.wikipedia.org/wiki/Propagandahttp://it.wikipedia.org/wiki/Maggio
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    Leggi di Norimberga illustrate

    Per i nazisti, secondo le leggi di Norimberga, era considerato di "sangue tedesco" e quindia pieno titolo cittadino del Reich chiunque avesse quattro nonni tedeschi. Per contro,

    http://it.wikipedia.org/wiki/Sanguehttp://it.wikipedia.org/wiki/Sangue
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    veniva automaticamente considerato ebreo chiunque avesse tre o quattro nonni ebrei,chiunque appartenesse alla Comunit Ebraica al 15 Settembre 1935 o vi si fosse iscrittosuccessivamente, chiunque fosse sposato con un ebreo o un'ebrea al 15 settembre 1935 osuccessivamente e chiunque discendesse da un matrimonio o da una relazioneextraconiugale con un ebreo al o dopo il 15 settembre 1935. In mancanza di differenzeesteriori percepibili, i nazisti stabilirono che, per determinare la razza originaria degli

    slavi, la fede religiosa praticata dagli stessi era sufficiente a qualificarli come ebrei, equindi sub-umani. Nel mezzo stavano i cosiddetti Mischlinge (ibridi), cio coloro che nonpotevano essere classificati automaticamente come ebrei ma avevano comunque una partedi sangue ebreo. Questi erano divisi in due gruppi: quelli di primo grado, cio coloro cheavevano due nonni ebrei, e quelli di secondo grado, ovvero coloro che avevano un solononno ebreo. Per loro, rispetto agli ebrei, vigeva un trattamento di favore, nel senso chegli si offriva ancora qualche possibilit di essere utili al Reich. Ovviamente iMischlingeerano ufficialmente esclusi dal partito nazista e da tutte le sue organizzazioni ed era loroproibito far parte dell'Amministrazione Pubblica e svolgere determinate professioni.Potevano per essere arruolati nell'esercito tedesco, dove ovviamente gli era per preclusa

    ogni carriera non potendo conseguire mai il grado di ufficiali. Pian piano anche la lorosorte si uniform a quella degli ebrei: dalla sterilizzazione si pass alla detenzione neicampi di concentramento o, per quelli di primo grado, di sterminio.

    Documento identit di Mischlinge tedesco Mischlinge: equiparazione e deportazione come ebrei

    Bench Hitler ed i massimi gerarchi nazisti non utilizzino mai la parola sterminio neidocumenti ufficiali o in pubblico e non abbiano mai esplicitato le vere intenzioni che si

    celavano dietro la soluzione finale, anzi abbiano fatto tutto il possibile per occultarne leprove, i tedeschi sapevano. Nessuna assoluzione a posteriori possibile per loro. Anchesenza prove o dichiarazioni ufficiali, la realt era facilmente intuibile. Da chiunque. Alcuniaspetti della persecuzione nazista degli ebrei e di altri oppositori erano di dominiopubblico in Germania sin dallinizio. Tutti erano a conoscenza del boicottaggio e delleleggi dell'aprile del 1933, poich ad esse fu dato ampio risalto sulla stampa e, fra l'altro, itrasgressori venivano di norma puniti ed umiliati pubblicamente. Lo stesso accadde per iprovvedimenti antiebraici successivi. La notte dei cristalli fu un'azione che si svolsedavanti agli occhi dell'intera popolazione. La stessa esistenza e funzionamento dei campidi concentramento non era sconosciuta, anzi fu pi volte addirittura pubblicizzata per

    renderli meglio adatti allo scopo: terrorizzare la popolazione circa il destino che spetta achiunque si opponga al regime. Era noto a tutti il trattamento riservato ai detenuti deicampi e non ci voleva molta fantasia per immaginare cosa poteva accadere alle migliaia di

    http://it.wikipedia.org/wiki/Untermenschhttp://www.windcloak.it/cultura/risiera/oloca.htm#ibridi#ibridihttp://www.windcloak.it/cultura/risiera/oloca.htm#ibridi#ibridihttp://www.windcloak.it/cultura/risiera/oloca.htm#ibridi#ibridihttp://it.wikipedia.org/wiki/Untermensch
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    persone che vi erano rinchiuse. Di pubblico dominio fu anche il programma di eutanasiadell'agosto del '41 per la soppressione dei minorati mentali e fisici della Germania edell'Austria. In questo caso le proteste levatesi nel mondo ecclesiastico portaronoallabbandono del progetto, che in nome dell'igiene razziale aveva nel frattempo gieliminato circa 100.000 delle cosiddette "bocche inutili". Ma sugli ebrei anche la Chiesafece finta di non sapere. Eppure era noto in tutta la Germania che essi erano spariti dopo

    essere stati inviati verso l'Est. I fumi dei forni crematori erano ben visibili dai villaggivicini ed erano imprenditori tedeschi quelli che sfruttavano sino alla morte i deportati neicampi non uccisi immediatamente. Tedesche erano anche le migliaia e migliaia di personeche direttamente o indirettamente presero parte alla spartizione del bottino dei deportati eparteciparono al meticoloso perfezionamento della Soluzione Finale. Erano infatticomuni cittadini tedeschi i principali delatori da cui provenivano le denunce cheportavano alla cattura di molti loro connazionali ed il movente, il pi delle volte, poco onulla aveva a che fare con la fede nazista o lodio razziale : nella quasi totalit dei casi,stando agli stessi rapporti della polizia, il movente era riconducibile a meschini interessiprivati o futili motivazioni personali. No, nessuna assoluzione possibile per loro. Per

    troppi, in Germania, girare la testa dalla parte opposta stata sino allultimo la soluzionepi comoda.

    1942-43: i campi di sterminio e la soluzione finale

    Ripulita la Germania, la stessa sorte tocc inevitabilmente al resto dellEuropa occupata.Con lavvio della soluzione finale, in tutti i territori occupati ogni singolo ebreo dovevaessere ucciso. Per sottrarsi alla sentenza di morte imposta dai Nazisti, agli ebrei rimanevauna sola possibilit, se non ancora catturati: abbandonare l'Europa. E lItalia nazi-fascistanon poteva certo fare eccezione.

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    Il processo farsa di Trieste

    Non sempre la giustizia internazionale riuscita a colpire i responsabili delle atrocitcompiute nel corso della II guerra mondiale. Spesso per ragioni oggettive, ma il pi dellevolte per scarsa volont dei Governi di andare a fondo, timorosi di scoprire spiacevoli

    connivenze o pi semplicemente per opportunismo politico. La stessa sorte toccata anchealla Risiera di San Sabba. Oggi, a distanza di oltre 60 anni, molte verit sono finalmentevenute fuori, ma intanto i responsabili di tutte quelle atrocit non solo sono rimastiimpuniti, ma hanno potuto godersi liberamente alla luce del sole per tutti questi anni ifrutti delle loro razzie macchiate del sangue di tanti innocenti. Perch ci sia potutoaccadere non affatto un mistero se si inquadrano le vicende storiche di quel triste passatonel giusto loro contesto. Un contesto che non giustifica laccaduto e neppure ne assolve iprotagonisti, ma per lo meno getta un po di luce su una vicenda rimasta troppo temponellombra della memoria storica.

    A met degli anni '50, alla magistratura di Trieste fu trasmesso un rapporto sui criminicommessi durante il funzionamento del lager. Nonostante lampia documentazionepresentata, non si avviarono indagini di alcun tipo, ostacolate sul nascere da ipoteticiconflitti di competenza tra magistratura civile e militare appositamente tirati in ballo permantenere il silenzio sulla vicenda. Dieci anni dopo ad interessarsi della Risiera fu lamagistratura tedesca, impegnata in processi contro i criminali nazisti. Ma anche in questocaso lazione legale non and oltre la semplice raccolta di testimonianze ed in ogni casosenza alcun risvolto giuridico per lItalia. L'istruttoria si riapr solo nel 1975, quando laCorte di Cassazione finalmente attribu il caso alla giustizia ordinaria. Il processo,celebrato l'anno successivo, non coinvolse alcun italiano nonostante la partecipazione alla

    gestione del campo. Si concentr invece sulle responsabilit tedesche, prendendo in esamesolo i crimini commessi contro i civili, escludendo quelli contro i prigionieri politici.Furono centinaia i testimoni convocati dal giudice istruttore, ma la maggior parte di essi,soprattutto quelli che avrebbero potuto fornire le testimonianze pi compromettenti erivelatrici, non si presentarono nemmeno, forti del fatto che, in quanto cittadini tedeschinon erano tenuti a presentarsi davanti alla giustizia di un altro paese. Comera logicoaspettarsi, a pi di trentanni dalla fine della guerra anche il folto gruppo dei responsabiliimputabili si era ormai notevolmente assottigliato. Solo due, tra i gerarchi nazisti, finironosotto processo: il comandante della Risiera Joseph Oberhauser (nel frattempo diventato unrispettabile birraio a Monaco di Baviera) ed il suo diretto superiore August Dietrich Allers,

    riciclatosi come famoso avvocato ad Amburgo, assente per dal banco degli imputati inquanto misteriosamente deceduto lanno prima. Il processo si concluse nell'aprile del1976 con la condanna all'ergastolo dell'unico imputato rimasto, lultimo comandante dellager Joseph Oberhauser, pena ovviamente mai scontata. Non solo non si present alprocesso, ma anche dopo la condanna la giustizia italiana non ne chiese mai l'estradizione,adducendo la scusante che gli accordi italo-tedeschi che regolano la materia si limitano aicrimini successivi al 1948. Cos, come tutti o quasi i suoi benemeriti colleghi di untempo, anche il carnefice Oberhauser pot tranquillamente continuare a gestire i propriaffari in una Monaco noncurante del suo passato sino alla sua morte, avvenuta all'et di 65anni il 22 novembre 1979 per cause naturali.

    E tutti gli altri? Friedrich Rainer, lalto commissario del Litorale e quindi massimo gerarcain campo, fece di tutto per ottenere salva la vita in cambio di una preziosa collaborazione

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    per frenare lavanzata bolscevica verso occidente. Riusc anche a far sparire le tre casse deifascicoli pi compromettenti che lo riguardavano, che pare siano state prontamenteintercettate dagli inglesi mentre tentava disperatamente di metterle in salvo in Carinzia.Ma non gli serv a molto: arrestato dagli americani, fu consegnato agli jugoslavi che loprocessarono per crimini di guerra a Lubiana e lo impiccarono il 19 luglio 1947. OdiloGlobocnik, il numero due nella graduatoria dei responsabili dei crimini commessi nel

    Litorale, feroce comandante dellAdria Kommando avido di denaro e di potere, risultaufficialmente morto, suicida per non cadere nelle mani degli alleati dai quali era stato nelfrattempo catturato e dai quali era riuscito misteriosamente a fuggire. Di lui esiste solo uncertificato di morte, il suo corpo ed il suo enorme tesoro accumulato in Polonia e a Trieste,sono spariti nel nulla. Ernst Lerch, suo fidato braccio destro, ha potuto invece godersitranquillamente la vita nella sua natale Klagenfurt come rispettabile uomo daffari, sinoalla morte avvenuta nel 1997. Di lui si sa con certezza che era buon amico del colonnellostatunitense Alfred Bowman, il pi alto funzionario del governo militare alleato a Triestenel 1947, poi finito in carcere per peculato. Fuggito in Carinzia, venne arrestato da uncommando britannico il 31 maggio 1945 assieme ai suoi compagni Globocnik, Hfle e

    Michalsen e, come loro, riesce poco dopo a scappare. Pi volte processato, sempreriuscito a cavarsela negando ogni responsabilit circa lo sterminio degli ebrei nei campipolacchi e nessuno gli ha mai chiesto di rendere conto del suo periodo a Trieste. I fascicoliche lo legavano al corrotto funzionario americano, seppur trasmessi alla magistratura, nonebbero alcun seguito. Franz Paul Stangl, laguzzino degli ebrei, il boia di Treblinka,meticoloso amministratore SS della Risiera, fu l'unico comandante di un campo disterminio a finire in unaula di tribunale, ma non italiana e non per i fatti italiani. Esoprattutto non prima di aver passato molti anni in libert. Scappato grazie allaiuto dialcuni potenti personaggi del Vaticano prima in Medio Oriente poi in Brasile (dovelavorava per la Volkswagen), viene scovato da Simon Wiesenthal nel 1967 ed estradato in

    Germania, dove verr processato e condannato all'ergastolo per crimini di guerra. Morrin carcere il 28 giugno 1971.

    Il giudice istruttore Sergio Serbo a partire dal 1970 aveva tentato in tutti i modi di far lucesulla vicenda, ma i presupposti erano tuttaltro che invitanti. Prima di lui, gi i giudicitedeschi, venuti personalmente a Trieste raccogliere deposizioni e testimonianze contro iresponsabili nazisti, erano giunti alla fatidica conclusione: nei paesi occidentali (ed inGermania in particola modo) i processi contro i criminali nazisti devono dimostrare labuona volont nel perseguire i colpevoli, ma non devono assolutamente giungere aconclusioni che sovvertano lordine costituito, denunciando connivenze e responsabilit

    per crimini che il tempo aveva ormai trasformato in rispettabilit borghese. Nondimentichiamo che nella sola Germania centinaia di migliaia di nazisti avevanocontinuato, dopo la guerra, la loro attivit ricoprendo incarichi in polizia, esercito edamministrazione dello stato. E molti di loro, cos come molti collaborazionisti nei paesioccupati, sono passati direttamente elle dipendenze degli anglo-americani e dei loroservizi segreti.

    Perch tutti questi silenzi e queste coperture? La risposta ha un solo nome:anticomunismo. A met del 1944, quasi tutti i maggiori gerarchi del Litorale erano ormaiconvinti che il III Reich sarebbe stato sconfitto e che per loro non ci sarebbe stata speranza

    alcuna se fossero caduti nelle mai dei partigiani jugoslavi, sempre pi agguerriti e vicinialla vittoria. Lunica salvezza erano gli anglo-americani, coi quali bisognava scendere apatti se si voleva salvare la pelle dal pericolo slavo e possibilmente godere per il resto della

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    vita le immense ricchezze accumulate. Ci sono quindi fondati motivi per pensare che sinda allora il Litorale si stesse attrezzando per accordarsi con gli anglo-americani perfermare gli slavi bolscevichi in avanzata verso occidente: avere salva la vita in cambio diuna pi agevole avanzata alleata in Carinzia e nel cuore dellAustria per creare un solidobaluardo contro i sovietici vittoriosi ad est. Pur di salvare la pelle, le SS, le SD, i pezzigrossi della Wermacht e dellamministrazione del Litorale si fecero in quattro per favorire

    lavanzata inglese nel Veneto, nel Friuli e d in Austria. La guerra fredda fra Churchill-Truman da una parte e Tito-Stalin dallaltra era gi cominciata da un pezzo ed i tedeschisapevano che potevano approfittarne a loro vantaggio. In questo contesto la Risiera di SanSabba divenne subito merce di scambio. Questo tipo di trattative non fu per unaprerogativa tedesca. Alla fine del '44 la fascista X Mas del principe Junio Valerio Borghesecerc contatti con gli inglesi ed i partigiani non comunisti per costituire un fronte comuneanti-jugoslavo. E in questo contesto che si inseriscono molti episodi spregevoli dellaresistenza italiana enfatizzati nel dopoguerra (e purtroppo ancora oggi) per denigrare lagloriosa rivolta partigiana nel suo complesso. Eccidi come quello di Porzus, nel febbraio1945, si possono spiegare (ma mai giustificare) solo con lassurda ricerca di paradossali

    alleanze come quelle che si volevano mettere in campo. Ai primi di febbraio del 1945 labrigata partigiana Osoppo, formata da ex alpini della divisione 'Julia' e da formazioni dipartigiani cattolici, iniziava le trattative coi fascisti della X MAS per formare una barrieracomune di fronte ai jugoslavi che si stavano avvicinando alla frontiera italiana. Il 7febbraio, a Porzus, i garibaldini ne fucilarono 19, accusandoli di partecipare alle trattative.Una reazione sicuramente sproposita ma che denotava una certa lungimiranza di vedute:dalla disciolta Brigata Osoppo nacquero infatti successivamente il III corpo Volontaridella Libert, i Volontari per la difesa dei confini italiani ed i Gruppi Tricoloristi, bentre formazioni armate di stampo neofascista create con precise finalit anticomuniste,pronte ad insorgere qualora i comunisti riuscissero a giungere al potere in Italia attraverso

    libere elezioni. Con la benedizione della Chiesa e con i soldi dei primi governi dellItalialibera. Stretta nella morsa tra nazismo e comunismo, la Venezia Giulia, andavaassolutamente colonizzata il prima possibile e con qualsiasi mezzo, cos come il resto delNord Italia. Fu proprio per questo motivo che il 13 aprile 1945 il generale americanoClark, comandante delle forze alleate in Italia, impart ai partigiani un preciso ordine dismobilitazione: bisognava impedire assolutamente ogni contatto tra i partigiani italiani equelli jugoslavi (ormai alle porte di Trieste) e con esso ogni eventuale aiuto ad unainsurrezione armata comunista mirante ad instaurare una repubblica sovietica nell'Italiasettentrionale. Ma linsurrezione generale era ornai avviata e non si ferm. Come non sifermarono i contatti tra i partigiani garibaldini italiani e quelli comunisti jugoslavi.

    Gli anglo americani sapevano da molto tempo ci che vi avveniva, ma hanno fatto ditutto, dopo, per ostacolare il normale corso della giustizia. Perch? Semplice: per nonrivelare al mondo di essere scesi a patti coi nazisti. Il nemico stava cambiando colore eTrieste si apprestava a diventare una preziosa pedina nel gioco internazionale della guerrafredda. Grande responsabilit, per gli stessi motivi, va attribuita anche alle alte gerarchieecclesiastiche, non solo locali ma anche romane. E noto come Papa Pacelli, il Pio IX cheora si vorrebbe beatificare, avesse una vera e propria predilezione verso i tedeschi e fosseassai ben disposto verso i nazisti, male minore rispetto agli atei comunisti. A Trieste e nelLitorale il clero, magari con una certa riluttanza, era apertamente dalla parte dei nazisti

    perch gli slavi non erano solo slavi (e quindi, da buoni nazionalisti italiani, acerriminemici) ma anche bolscevichi e come tali combattuti con tutele forze. Non si pu negareche ci furono in Italia come nellIstria numerosi preti e suore che aiutarono gli ebrei a

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    nascondersi e vissero il dramma della guerra dalla parte dei patrioti ribelli, ma i lorosuperiori, quelli che contano, non ebbero dubbi con chi schierarsi. Lo stesso vescovo diTrieste, Mons. Antonio Satin, accesissimo nazionalista, mal sopportava i tedeschi maanche per lui nazismo significava anticomunismo prima ancora che antislavismo. E notoil suo impegno per liberare alcuni nomi prestigiosi, come la famiglia dello scrittoremedaglia doro generale Gianni Stupatrich, ma poco o nulla fece per le persone normali o

    per i partigiani catturati. Infine non vanno dimenticati lomert e lopportunismo deifriulani e dei triestini in particolar modo, con molta probabilit figli o nipoti di quelli cheapplaudirono larrivo delle SS nel 1943, che sinora hanno fatto di tutto per favorire ilsilenzio sulle vicende della Risiera. Con questi presupposti, in Italia un nuovo fascismosar sempre pronto a rinascere.

    Sembra per che la Risiera sia stata dimenticata anche dai vittoriosi titini, giunti per primiin citt ma impegnati, su loro stessa ammissione, in tuttaltre faccende: la pulizia etnica delterritorio finalmente riconquistato. Entrati a Trieste con un giorno e mezzo di anticiporispetto all'8a armata anglo-americana, i partigiani di Tito poterono spadroneggiare in

    citt per alcune settimane prima che il presidente americano Harry Truman (da pocosubentrato a Roosevelt dopo la sua morte improvvisa) si rendesse conto che era in corsoun brutale tentativo di annessione e protestasse energicamente presso Stalin.Paradossalmente sono stati proprio i sovietici ad obbligare Tito a ritirarsi perch cosdichiar Stalin l' Urss non aveva alcuna intenzione di iniziare la terza guerra mondialea causa della questione triestina. I militari alleati (specie il maresciallo inglese HaroldAlexander, comandante delle forze di stanza nel Mediterraneo) non intendevanoscontrarsi con gli jugoslavi e preferirono tenere sulle prime un atteggiamento di estremaprudenza. Almeno fino allintervento risolutore di Stalin, che il 12 giugno 1945 pose fineai 40 terribili giorni di occupazione di Trieste da parte delle truppe jugoslave, che

    abbandonarono la citt cedendo il passo al governo militare alleato. Si spegneva cos laprima scintilla di un conflitto che presto avrebbe visto occidente e blocco sovieticofronteggiarsi minacciosamente, provocata dall'ambizione di un leader comunista che infuturo far di tutto per evitare che tale conflitto abbia conseguenze letali per linteraumanit. Ci che fecero in citt durante i 40 giorni di occupazione non comunque menodeplorevole dellopportunismo occidentale cos conciliante verso gli ex occupanti sconfitti,anzi, al contrario, aggiunge un altro vergognoso capitolo alla triste storia di questa piccolaparte della nostra penisola.

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    BIBLIOGRAFIA:

    Autori vari: "Dallo squadrismo fascista alle stragi della Risiera - Aned 1978

    Flkel F.: "La Risiera di San Sabba lolocausto dimenticato" - Mondadori Ed. 1979.

    Bon S. . La persecuzione antiebraica a Trieste (1938-1945) - Del Bianco Ed. 1972

    Collotti E.: "Il Litorale Adriatico nel nuovo ordine europeo" - Vangelista Ed. 1974

    Scalpelli A. (a cura di) : "San Sabba. Istruttoria e processo per il Lager della Risiera". Aned -Mondadori Ed. 1988.

    Stuhlpfarrer K. : "Le zone di operazioni Prealpi e Litorale Adriatico 1943 - 1945" - AdamoEd. 1975.

    Vinci A.M. (a cura di): "Trieste in guerra - Gli anni 1938 - 1943". Ist. Reg. per la storia delmovimento di liberazione nel F.V.G - Trieste 1992.

    Dal web:

    http://digilander.libero.it/lopreda/risieras.htm

    http://www.windcloak.it/cultura/risiera/risom.htm

    http://www.lager.it/sansabba.html

    http://www.deportati.it/risiera_canale/default.html

    NOTE DELLAUTORE:

    Il presente lavoro viene pubblicato esclusivamente per finalit divulgative al fine di mantenere vivanelle

    nuove generazioni la memoria delle atrocit perpetrate nei campi di concentramento e di sterminio

    nazisti ed in nessun caso potr mai essere utilizzato a scopi commerciali. Tulle le informazioni contenute

    in questo articolo sono desunte dai siti e dai testi citati nella bibliografia e dalle didascalie dei pannelli

    espositivi del memoriale visitato dallautore nel 2008. Tutte le immagini e le fotografie storiche

    provengono dai siti sopracitati o da altre pagine web facilmente individuabili tramite i principali motori

    di ricerca. Le fotografie pi recenti provengonodal mio archivio personale ed in minima parte dal web,

    dove non sempre possibile rintracciarne lautore per richiederne le dovute autorizzazione allutilizzo.

    Qualora i proprietari detentori dei diritti delle fotografie utilizzate ritengano che esse debbano essere

    tolte o che si debba aggiungere una dettagliata citazione della fonte da cui sono tratte, sono pregati di

    contattarmi affinch possa celermente provvedere in merito.

    AUTORE: FRANCO BORGIS - mail: [email protected]