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La Riserva Naturale di Tuscania, istituita con L.R. 29/97 e la Riserva Naturale Monte Casoli di Bomarzo, istituita con L.R. 30/99 sono le aree pro- tette di interesse provinciale gestite dalla Provincia di Viterbo con le seguenti finalità: - garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del territorio e delle risorse natu rali e culturali dell'area; - la tutela ed il recupero degli habitat naturali e la conservazione di specie animali e vegetali; - lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali interessate; - la corretta utilizzazione delle risorse naturali a fini educativi e ricreativi. Con Delibera di Giunta Provinciale n. 262 del 19/06/03, in attuazione della LR 29/97 e LR 30/99 è stato attivato l'Ente Gestore mediante l'istituzione della Consulta Provinciale delle Aree Protette, quale organo stabile con compiti consultivi su tutte quelle tematiche inerenti la gestione delle aree protette di interesse provinciale, composta dal Presidente della Provincia di Viterbo, quale presidente, dall'Assessore all'Ambiente, quale vicepresidente e dai Sindaci dei Comuni di Bomarzo e Tuscania; mentre per la gestio- ne tecnico amministrativa viene individuato il Servizio Difesa Suolo e Gestione Risorse Naturali. La Provincia di Viterbo ha inoltre stipulato Convenzioni sia con il Comune di Bomarzo e l'Università degli Studi della Tuscia (Dipartimento di Scienze Ambientali), sia con il Comune di Tuscania e l'Università degli Studi della Tuscia (Dipartimento di tecnologia, ingegneria e scienze dell'Ambiente e delle Foreste) per avviare gli studi preliminari sulle due aree protette. Con questi accordi è stato sancito l'inizio delle attività da svolgere da parte degli enti partecipanti alla convenzione: tra le azioni più urgen- ti vi era senz'altro la tabellazione preliminare delle due aree protette (segnaletica di perimetrazione, monitoria interna ed esterna, di avvicinamento, antin- cendio, ecc...) nonché le necessarie indagini geologi- che, botaniche e faunistiche dei siti interessati. 101 RISERVE NATURALI PROVINCIALI Assessorato Ambiente Servizio Gestione Risorse Naturali RISERVA NATURALE PROVINCIALE MONTE CASOLI DI BOMARZO. Relazione sullo stato di avanzamento della Convenzione tra la Provincia di Viterbo ed il Dipartimento di Scienze Ambientali (Di.S.A.) dell'Università degli Studi della Tuscia per la carat- terizzazione geologico-ecologica della Riserva Naturale Monte Casoli di Bomarzo La Convenzione stipulata tra Provincia di Viterbo e Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università degli Studi della Tuscia (Di.S.A.), con il coordimna- mento del Prof. Silvano Onofri, prevede azioni pre- liminari di carattere scientifico, inerenti la caratteriz- zazione geologico-ecologica della Riserva Naturale Monte Casoli di Bomarzo, in particolare: - indagine geologica del sito; - indagine botanica con lista floristica delle specie vegetali; - indagine faunistica con particolare riferimento ai vertebrati mammiferi, agli anfibi ed ai rettili; - studio della popolazione dell'anfibio Salamandrina terdigitata e proposta di azioni per la conservazione Riserva Naturale Provinciale di Tuscania - Resti del Palazzo Rivellino

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La Riserva Naturale di Tuscania, istituita con L.R.29/97 e la Riserva Naturale Monte Casoli diBomarzo, istituita con L.R. 30/99 sono le aree pro-tette di interesse provinciale gestite dalla Provincia diViterbo con le seguenti finalità:- garantire e promuovere la conservazione e la

valorizzazione del territorio e delle risorse naturali e culturali dell'area;

- la tutela ed il recupero degli habitat naturali e laconservazione di specie animali e vegetali;

- lo sviluppo economico e sociale delle comunitàlocali interessate;

- la corretta utilizzazione delle risorse naturali a finieducativi e ricreativi.

Con Delibera di Giunta Provinciale n. 262 del19/06/03, in attuazione della LR 29/97 e LR 30/99 èstato attivato l'Ente Gestore mediante l'istituzionedella Consulta Provinciale delle Aree Protette, qualeorgano stabile con compiti consultivi su tutte quelletematiche inerenti la gestione delle aree protette diinteresse provinciale, composta dal Presidente dellaProvincia di Viterbo, quale presidente, dall'Assessoreall'Ambiente, quale vicepresidente e dai Sindaci deiComuni di Bomarzo e Tuscania; mentre per la gestio-ne tecnico amministrativa viene individuato ilServizio Difesa Suolo e Gestione Risorse Naturali.

La Provincia di Viterbo ha inoltre stipulatoConvenzioni sia con il Comune di Bomarzo el'Università degli Studi della Tuscia (Dipartimento diScienze Ambientali), sia con il Comune di Tuscaniae l'Università degli Studi della Tuscia (Dipartimentodi tecnologia, ingegneria e scienze dell'Ambiente edelle Foreste) per avviare gli studi preliminari sulledue aree protette. Con questi accordi è stato sancitol'inizio delle attività da svolgere da parte degli entipartecipanti alla convenzione: tra le azioni più urgen-ti vi era senz'altro la tabellazione preliminare delledue aree protette (segnaletica di perimetrazione,monitoria interna ed esterna, di avvicinamento, antin-cendio, ecc...) nonché le necessarie indagini geologi-che, botaniche e faunistiche dei siti interessati.

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RISERVE NATURALI PROVINCIALI

Assessorato AmbienteServizio Gestione Risorse Naturali

RISERVA NATURALE PROVINCIALEMONTE CASOLI DI BOMARZO.Relazione sullo stato di avanzamento dellaConvenzione tra la Provincia di Viterbo ed ilDipartimento di Scienze Ambientali (Di.S.A.)dell'Università degli Studi della Tuscia per la carat-terizzazione geologico-ecologica della RiservaNaturale Monte Casoli di Bomarzo

La Convenzione stipulata tra Provincia di Viterboe Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Universitàdegli Studi della Tuscia (Di.S.A.), con il coordimna-mento del Prof. Silvano Onofri, prevede azioni pre-liminari di carattere scientifico, inerenti la caratteriz-zazione geologico-ecologica della Riserva NaturaleMonte Casoli di Bomarzo, in particolare:- indagine geologica del sito;- indagine botanica con lista floristica delle specie

vegetali;- indagine faunistica con particolare riferimento ai

vertebrati mammiferi, agli anfibi ed ai rettili;- studio della popolazione dell'anfibio

Salamandrina terdigitata e proposta di azioni perla conservazione

Riserva Naturale Provinciale di Tuscania - Resti del PalazzoRivellino

I risultati degli studi sino ad oggi effettuati sonoschematizzati di seguito.

INDAGINE GEOLOGICALo studio in oggetto prevede la caratterizzazione

geologica e geopedologica dell'area della riserva,mediante la raccolta di tutti gli studi editi ed ineditisull'area ed indagini dirette. I risultati dello studio atutt'oggi svolto sono schematizzati di seguito.

RACCOLTA DATI BIBLIOGRAFICIE' stata acquisita la cartografia aggiornata dell'a-

rea, oltre che documenti cartografici storici utili perla comprensione delle dinamiche morfologiche piùrecenti.

Sono state acquisite le foto aeree dell'area relati-ve a più voli. Sono risultati invece carenti dalla ricer-ca bibliografica i documenti relativi agli aspetti piùfrancamente geologici e geologico-applicativi(assenza di stratigrafie, sondaggi, prospezioni, ecc.).

INDAGINI DIRETTELo studio geologico in corso prevede un rileva-

mento geologico di dettaglio dell'area e delle zonelimitrofe atto ad individuare le diverse formazioni inaffioramento e le loro successioni litostratigrafiche.A tutt'oggi il rilevamento geologico è stato realizza-to sul 60% della superficie della riserva.

Lo studio geomorfologico in atto è realizzato conrilevamenti in sito, affiancati alla fotointerpretazionedelle fotografie aree, ed in particolare di quelle rela-tive ai voli del 1944, 1954 e del 1971 IGM. Con lafotointerpretazione si stanno individuando in parti-colare le aree soggette a dissesto idrogeologico

(zone soggette a creeping, zone in frana, alvei in ero-sione, ecc..). Al momento è stata esaminato il 70%dell'area della riserva dal punto di vista geomorfolo-gico.

L'esame idrogeologico dell'area prevede la suddi-visione dei litotipi in affioramento in diversi com-plessi idrogeologici con l'esame delle diverse faldeacquifere presenti nell'area, caratterizzandone sia ladirezione di deflusso sia il rapporto con i corsi d'ac-qua presenti. Al momento sono stati definiti i diver-si complessi idrogeologici presenti nell'area ed è incorso di completamento del censimento dei puntid'acqua presenti.

E' già stata infine elaborata la carta delle penden-ze dell'area, documento utile per individuare leeventuali aree critiche in termini di stabilità dei ver-santi.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALEL'evoluzione geologica del territorio di Bomarzo,

in cui ricade l'area della Riserva Monte Casoli, è col-legata a quella del bacino del Tevere.

Nel Miocene superiore (5.2 M.a.) la fascia orien-tale del bacino del Tevere, in cui affiorano i terrenicarbonatici mesozoici appartenenti al bacino sedi-mentario Umbro-Marchigiano, era emersa, mentre lafascia occidentale, che comprende la zona di studio,era ancora sommersa (Baldi et al., 1974). Alla finedel Miocene, a seguito della tettonica compressivache ha dato luogo ai rilievi Appenninici, seguì unatettonica distensiva, collegata alla formazione delbacino Tirrenico, con la formazione di numerosefaglie dirette, che hanno determinato una serie dihorst e graben ad andamento appenninico, tra cui ilgraben del Tevere.

Il graben del Tevere era in rapida subsidenza,come dimostrato dall'accumulo di notevoli spessori

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Sito archeologico

Riserva Naturale Provinciale Monte Casoli di Bomarzo -Pianoro di Monte Casoli

di terreni sedimentari marini, rilevati dai pozzi geo-termici ENEL.

Agli inizi del Pliocene inferiore (5.2 M.a.) siverifica una importante trasgressione marina, nelsettore occidentale del graben del Tevere, in cui èpresente una dorsale emersa, che si estende dalMonte Amiata fino all'incirca al lago di Bracciano,conosciuta come dorsale di Castell'Azzara - MonteRazzano, formata da unità alloctone liguridi o sicili-di flyshoidi, prevalentemente calcareo-marnosa edargillosa, che separa l'area Tolfetana da quella delTevere

Il graben del Tevere, in cui ricade l'area in ogget-to, aveva una larghezza di circa 25 km, ed era deli-mitato ad est dai Monti di Amelia e ad ovest dalladorsale emerse di Castell'Azzara - Monte Razzano.

Durante il Pliocene medio e superiore fino alPleistocene inferiore (da circa 3.5 M.a a 1.6 M.a.),nel settore centro orientale del bacino del Tevere una

regressione marina porta alla emersione completadell'area, procedendo da nord verso sud.

In questa fascia orientale la successione sedimen-taria marina passa da formazioni argillose grigio-azzurre ad argille sabbiose, fino a sabbie con ghiaieal tetto.

Alla fine del Pliocene superiore, la tettonica dis-tensiva ha determinato l'instaurarsi del vulcanismoacido tosco-laziale, i cui prodotti furono emessilungo la porzione più occidentale della fasciaTirrenica (vulcani Ceriti 3,7 M.a.; Tolfetani 2,3M.a.; M.ti Cimini 1 M.a.).

Il vulcanismo ha avuto poi una evoluzione in ter-mini alcalino-potassici, dando luogo ad apparati vul-

canici localizzati più ad est dei primi, datati da circa1 M.a. fino ad alcune decine di migliaia di anni fa,comprendente i gruppi Vulsini, Vicani, Sabatini edAlbani.

Rispetto al sistema di horst e graben il vulcani-smo acido si collocò accanto alle dorsali emerseflyshoidi, mentre quello successivo alcalino-potassi-co si è impostato nelle zone di fossa generate dallatettonica distensiva.

Il territorio della Riserva di Monte Casoli è carat-terizzato dalla presenza di formazioni sedimentariemarine del ciclo Plio-Pleistocenico, di prodotti vul-canici emessi dagli apparati Cimino, Vulsino eVicano, e di formazioni di origine continentale, piùrecente.

GEOLOGIAIl territorio della zona della Riserva di Monte

Casoli ed il suo intorno comprende formazioni geo-logiche di varia natura: sedimentarie marine, vulca-niche e continentali.

A partire dalle formazioni più antiche, versoquelle più recenti, si ritrova, nell'area in esame, lasuccessione geologica descritta sinteticamente diseguito.

Le formazioni più antiche sono quelle del ciclosedimentario regressivo marino, plio-pleistocenico,che occupano gran parte del territorio in esame edaffiorano in particolare nella porzione centro-meri-dionale della riserva, in prossimità delle incisionifluviali del Torrente Vezza e dei suoi affluenti.

Le coperture vulcaniche più antiche, l'Ignimbritequarzolatitica, provenienti dal centro di emissioneCimino, sono localizzate solamente sul lato meridio-nale della riserva, a sud del fosso di Monte Casoli,lungo il margine settentrionale dell'altopiano vulca-nico che si affaccia sul fosso suddetto.

La formazione vulcanica più antica del centroemissivo Vulsino, i Tufi basali vulsini, sovrasta i ter-reni sedimentari marini, nella porzione nord occi-dentale della riserva, lungo il versante sinistro delfosso di Santa Maria e sul versante sinistro delTorrente Vezza.

Segue quindi la formazione vulcanica Vicana piùrecente (Ignimbrite C o Tufo rosso a scorie nere),che costituisce il rilievo collinare allineato tra ilTorrente Vezza a nord ed il fosso di Monte Casoli asud, lungo la dorsale di Monte Casoli; altri affiora-menti si ritrovano sul settore orientale del territoriodi Bomarzo, in prossimità della frazione diMugnano, o nell'area di frana della Selva di Malanoad ovest, al di fuori dell'area di riserva.

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Riserva Naturale Monte Casoli di Bomarzo

Successivamente alle formazioni vulcaniche vul-sine si formò il deposito sedimentario continentaledel Travertino, che ricoprì direttamente i Tufi basalivulsini e diede luogo all'esteso Piano della Colonna,sul versante sinistro del Torrente Vezza, interessan-do anche la porzione nord occidentale della zonadella riserva.

Una piccola porzione della placca di Travertino èpresente anche a sud del torrente Vezza, in localitàPiammiano, al di fuori dell'area della riserva, a testi-monianza dell'azione di erosione fluviale che hasmembrato il deposito sedimentario continentalecalcareo in più parti.

Segue quindi nella successione cronologica unaserie di depositi alluvionali, appartenenti alpaleoTevere ed al paleoVezza, rinvenuti a quotevariabili, presenti fino a quote elevate, intorno ai140-150 metri sul livello del mare, come quello rin-venuto lungo la dorsale di Monte Casoli, al di sottodella formazione del Tufo rosso a scorie nere.

Questi terrazzi fluviali digradano di quota fino araggiungere i depositi alluvionali recenti ed attuali,lungo l'alveo del Torrente Vezza nella fascia setten-trionale della riserva.

Di seguito vengono descritte in maggior dettagliotutte le formazioni riscontrate in affioramento duran-te il rilevamento geologico, seguendo sempre il cri-terio cronologico suddetto.

FORMAZIONI SEDIMENTARIE MARINEFormazione sabbioso-limoso-argillosa pliocenica

Questa formazione è costituita da terreni argillo-so-sabbiosi di colore grigiastro-azzurro che sfumanoverso l'alto a terreni sabbioso-limosi di colore gialla-stro. Questi terreni sono stati datati, in base ai micro-fossili presenti, al periodo Pliocenico medio-supe-riore.

Il passaggio graduale dai termini più argillosi allabase verso quelli più sabbiosi al tetto, mostra la lentaa graduale regressione marina che ha dato luogo allaformazione stessa. In alcune località sono presentidelle laminazioni orizzontali, con alternanze di livel-li argillosi e sabbiosi.

Questa formazione affiora diffusamente lungo leprincipali incisioni fluviali del fosso Santa Maria,sul lato nord occidentale della riserva, del torrenteVezza, del fosso di Monte Casoli e del fosso delSerraglio a sud.

La formazione affiora da quote comprese tra i 70-80 metri sul margine nord-orientale della riservasino ai 250 metri sul lato sud-occidentale, lungo l'in-cisione del fosso del Serraglio.

Formazione sabbioso-conglomeratica plio-pleisto-cenica

Questa seconda formazione sedimentaria marinasi trova in continuità stratigrafica con la precedentee costituisce la chiusura regressiva del ciclo marinoplio-pleistocenico.

E' costituita da sabbie di colore giallastro a gra-nulometria abbastanza uniforme, ricche di Ostree ePecten, che passano verticalmente a conglomeratipoligenici a matrice sabbiosa. I ciottoli di questa for-mazione provengono dallo smantellamento dellerocce della serie Umbro-Marchigiano-Sabina edhanno una forma appiattita e ben smussata.

Questa formazione ha uno spessore massimo dialcune decine di metri ed affiora prevalentemente asud e ad est della zona della riserva in esame, costi-tuendo in alcuni casi, dei piccoli rilievi collinari,come il Monte Pomigliozzo.

Nella zona della riserva affiorano dei piccolilembi, principalmente sul lato meridionale, alla basedella formazione vulcanica ignimbritica Cimina(Peperino tipico).

FORMAZIONI VULCANICHEIgnimbrite quarzolatitica Cimina (Peperino tipico)

L'Ignimbrite quarzolatitica costituisce la forma-zione vulcanica più antica (circa 1.3 M.a.) in affio-ramento nella riserva; essa è stata emessa dall'appar-to vulcanico Cimino ed è conosciuta localmente conil nome di Peperino tipico (per la presenza dei fre-quenti cristalli biotitici neri, simili al pepe).

L'emissione dell'ignimbrite seguì cronologica-mente quella della risalita di alcune cupole laviche,molto dense e viscose, che formarono i numerosirilievi collinari limitrofi al centro eruttivo del M.teCimino. L'ignimbrite si diffuse per un raggio di oltre20 km dal centro di emissione, colmando la paleo-morfologia e formando un esteso plateau vulcanico,leggermente digradante verso nord e verso est indirezione della valle del Tevere.

L'ignimbrite ha una composizione quarzolatiticacon struttura porfirica a fenocristalli di sanidino,plagioclasi, biotite, pirosseni, con alcuni inclusitemometamorfosati del basamento sedimentario,provenienti dalle pareti della camera magmatica econ frequenti "fiamme" costituite da pomici e scoriedi colore variabile dal giallastro al nerastro.

Sul margine meridionale della zona in esame,lungo il fosso del Serraglio, la formazione affioradiffusamente, al bordo settentrionale di un estesoaltopiano, che digrada dalle pendici del Cimino indirezione della valle del Vezza, dove raggiunge una

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potenza di diverse decine di metri.A nord del corso d'acqua principale, il torrente

Vezza, non sono presenti affioramenti dell'ignimbri-te cimina (Peperino tipico), in quanto al momentodella deposizione la zona costituiva, secondo labibliografia, una sorta di alto strutturale, non rag-giunto dall'emissione vulcanica.

Questa formazione è stata ed è ancora utilizzatanella provincia di Viterbo come materiale da costru-zione, sia per il suo aspetto estetico che per le sueproprietà fisico-meccaniche.

Il peperino tipico è interessato da una serie di fes-surazioni, per la maggior parte subverticali, beanti,legati principalmente ai processi di raffreddamento,ed in minor misura suborizzontali, concentrati spe-cialmente nella porzione basale, legati ai movimentidi scorrimento durante la deposizione.

Tufi basali Vulsini (Tufi stratificati varicolori)Questa formazione appartiene alle prime emis-

sioni dell'apparato vulcanico Vulsino, datate intornoa 0.8 M.a, che hanno dato luogo alla formazione delprimo apparto vulcanico Vulsino, il Paleobolsena,precedente al collasso ed alla formazione della cal-dera di Bolsena.

Il complesso Vulsino fu il più antico e si impostòall'intersezione di due sistemi tettonici distensivi,quello orientato in direzione appenninica ed unsecondo ad andamento trasversale al primo.

I Tufi basali vulsini, conosciuti anche con ilnome di Tufi stratificati varicolori, hanno una com-posizione leucititica, sono stati emessi durante piùfasi esplosive, interrotte da periodi di stasi, chehanno dato luogo anche alla formazione di paleo-suoli e sono caratterizzati da fitte alternanze di livel-li pomicei e scoriacei con livelli più fini, cineritici.

Il colore della formazione varia da un grigio adun giallo chiaro e sono presenti fenocristalli pirosse-nici e brandelli lavici di varia natura.

Nei tufi sono presenti paleosuoli, a testimoninan-za dei periodi di stasi dell'attività vulcanica e livellidiatomitici, legati alla presenza di piccoli bacinilacustri.

Lo spessore della formazione tende a diminuiredal centro di emissione verso il margine, in questocaso orientale, della valle del Tevere; i terreni affio-rano nella porzione nord-occidentale della riserva, aldi sotto del Travertino, lungo l'incisione fluviale dellato sinistro del Vezza e del lato sinistro del fosso diSanta Maria.

Ignimbrite C Vicana (Tufo rosso a scorie nere)

Questa formazione fu emessa durante il periododi attività parossistico dell'apparato vulcanicoVicano, durante il quale furono emesse quattroignimbriti, di cui quella in oggetto, fu la terza, la piùpotente e diffusa. Essa si estese per decine di chilo-metri dal cratere di Vico, prevalentemente in dire-zione orientale e meridionale, ricoprendo gran partedel paesaggio preesistente, colmando le paleovalli eformando un esteso plateau dolcemente digradanteverso la valle del Tevere ad est.

Lo spessore di questo deposito è molto variabileed in alcune località orientali raggiunge una potenzamassima di 80 metri; la formazione è stata datata acirca 0.15 M.a.

L'affioramento del Tufo rosso a scorie nere nellazona della riserva è localizzato lungo l'altopiano diMonte Casoli, dove mostra una potenza di qualchedecina di metri, sovrastando in alcune zone un vec-chio terrazzo alluvionale del Vezza ed in altre zone,direttamente i depositi sedimentari marini argillosipliocenici.

L'affioramento di Monte Casoli costituisce unadelle propaggini settentrionali della formazione tufa-cea vicana, che sembra aver colmato una paleode-pressione, presente al momento dell'emissione,orientata in direzione antiappenninica (NE-SO)lungo il paleoVezza.

La formazione del Tufo rosso a scorie nere si puòpresentare in più facies, litoide, agglomeratica nellaporzione basale ed incoerente pozzolanica grigia-stra.

Nella zona di Monte Casoli è presente solamentela facies litoide, formata da una roccia di colore ros-sastro-grigiastro, con numerose fiamme nere anchedi grandi dimensioni, formate da grosse pomici,spesso orientate, con alcuni xenoliti lavici e fram-menti calcarei provenienti dalla camera magmatica;nella formazione tufacea sono presenti anche feno-cristalli di leucite e sanidino in matrice vetrosa.

Anche questo tipo di materiale è stato ed ancoraè utilizzato come materiale da costruzione e sogget-to ad estrazione, specialmente nel settore orientaledell'affioramento, dove si presenta più compatta e dispessore notevole.

FORMAZIONI CONTINENTALITravertino

A nord del torrente Vezza ed in minor misura asud, è presente un affioramento molto esteso diTravertino, formazione di origine idrotermale, colle-gata alle ultime fasi di attività vulcanica della zonae collegata alla presenza di numerose faglie presenti

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lungo il torrente Vezza, che ne hanno profondamen-te influenzato il tipo di reticolo idrografico.

Il Travertino si forma per la deposizione di con-crezioni calcaree da acque termali ricche in carbona-ti; la placca di travertino in oggetto affiora sul setto-re nord occidentale della riserva, sull'altopiano sub-pianeggiante denominato "Piano della Colonna", lacui quota raggiunge circa i 230 metri sul livello delmare. Tutta la placca mostra una debole inclinazioneverso nord est, in direzione della valle del Tevere.

Nella zona d'indagine il Travertino ha un aspettogrigio - avana spesso molto spugnoso, ricco diimpronte di frustoli vegetali.

Alluvioni terrazzate ed alluvioni recenti Lungo l'incisione del torrente Vezza sono stati

rilevati diversi affioramenti alluvionali anche aquote abbastanza elevate, associabili a vecchi terraz-zi fluviali del Tevere e dei suoi affluenti.

In particolare resti di un terrazzo più antico (1°ordine) sono presenti ad una quota intorno ai 145-150 metri sul livello del mare, immediatamente al disotto della copertura del Tufo rosso a scorie nere, sullato meridionale della dorsale di Monte Casoli.

Altri lembi appartenenti al medesimo terrazzoalluvionale, costituito da clasti ghiaiosi eterogenei,anche di dimensioni decimetriche, ben arrotondati,sono stati rilevati in altre località lungo la valle delVezza, al di fuori della zona della riserva, testimo-niando la continuità di tale deposito, la cui età è sicu-ramente precedente ai 150.000 anni (età del Tuforosso a scorie nere).

Un altro vecchio terrazzo alluvionale (apparte-nente al 2° ordine) è stato rilevato lungo il torrenteVezza, ed in prossimità della valle del Tevere, al difuori della riserva, a quote comprese tra i 65 - 100metri.

Un ultimo terrazzo, alluvionale è quello limitrofoal torrente Vezza, che continua più a valle lungo lapianura alluvionale del Tevere, posto ad una quotaintorno ai 60-65 metri s.lm. (terrazzo 3° ordine), checostituisce il terrazzo alluvionale più recente, prece-dente solo alle alluvioni attuali che si stanno depo-nendo lungo il torrente Vezza ed il fiume Tevere.

Coltri detritiche di versanteIn questa formazione sono incluse tutte quelle

coltri detritiche, costituite dall'accumulo di materia-li prevalentemente vulcanici, ma anche misti a terre-ni sedimentari marini, rinvenuti lungo ed alla basedei versanti.

La maggior parte delle Coltri detritiche di ver-

sante sono situate lungo il versante settentrionale emeridionale dell'altopiano di Monte Casoli, costitui-te prevalentemente da blocchi di tufo, crollati avalle, insieme ad una matrice sedimentaria marinasabbiosa ed argillosa.

L'età di queste coltri detritiche di versante èmolto variabile e risulta variamente colonizzatadalla vegetazione.

GEOMORFOLOGIALa geomorfologia della zona della riserva di

Monte Casoli è fortemente influenzata dall'assetto delreticolo idrografico del torrente Vezza e dei suoiaffluenti e dalla particolare successione litologica deiterreni in affioramento, sedimentari, vulcanici e con-tinentali.

L'andamento del reticolo idrografico del torrenteVezza è molto interessante e può essere classificatocome un reticolo di tipo prevalentemente angolare,dotato di una direzione di scorrimento soggetta a bru-sche deviazioni che formano degli angoli di circa 90°.

La direzione di scorrimento del ramo principaledel Vezza è antiappenninica (NE-SO) e devia nellazona a monte in direzione appenninica (NO-SE), per-tanto si può sicuramente asserire che l'andamento tet-tonico dell'area ha influenzato il reticolo idrograficoche si è impostato lungo le principali linee di debo-lezza tettonica.

Molti dei rami minori, affluenti di sinistra delVezza, in cui è compreso anche il fosso di SantaMaria, al margine occidentale della riserva, hannospesso un orientamento in direzione appenninica(NO-SE). Le faglie ad andamento antiappenninicoposso aver influenzato la presenza dell'esteso dissestofranoso, che ha coinvolto gran parte del versantedestro del torrente Vezza, situato ad ovest della zonadella riserva di Monte Casoli (frana della Selva diMalano).

Il torrente Vezza è caratterizzato inoltre dalla pre-senza di numerosi meandri a testimonianza dell'attua-le stato di maturità del corso d'acqua; inoltre questofunge da separazione netta tra la zona a nord e quellaa sud per quanto riguarda l'origine delle formazionivulcaniche in affioramento, infatti a nord del torrentenon è stato rilevato alcun affioramento vulcanicoCimino (Peperino tipico), che affiora invece diffusa-mente, in un esteso plateau, a sud.

La presenza della formazione ignimbritica cimina,sul margine meridionale della riserva e della succe-sione dei tufi basali vulsini, sovrastati dalla coltre ditravertino, sul lato nord occidentale, giustifica la pre-senza di scarpate subverticali, spesso soggette, spe-

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cialmente a sud, a fenomeni di dissesto franoso (clas-sificabili principalmente come crolli e/o ribaltamenti).Lo stesso fenomeno franoso per crollo e/o ribalta-mento è frequente lungo entrambe i margini setten-trionali e meridionali dell'altopiano di Monte Casoli,dove affiora anche in questo caso una formazionelitoide, il Tufo rosso a scorie nere.

Altri fenomeni di dissesto idrogeologico di tipofranoso, classificabili come frane complesse, dotatespesso di una componente rotazionale, seguita damovimenti più lenti per colamento, sono frequenti alcontatto tra le formazioni litoidi vulcaniche e le sotto-stanti sequenze sedimentarie sabbiose ed argillose.

Numerosi fattori hanno favorito l'instaurarsi deidissesti franosi, quali la successione delle formazionigeologiche, la forte acclività dei versanti, l'erosionelungo i fossi e la presenza di una falda acquifera con-tenuta all'interno delle formazioni vulcaniche e nellaporzione sedimentaria marina incoerente sabbiosa eghiaiosa, sostenuta dai litotipi più argillosi marini chefungono da basamento impermeabile.

All'interno della zona di riserva altri dissesti fra-nosi sono ubicati lungo il versante settentrionale deltorrente Vezza, a sud del Piano di Colonna, lungo gliaffioramenti sedimentari marini ed al margine dellaplacca di travertino.

Possono inoltre essere presenti delle manifestazio-ni di dissesto più superficiale quali fenomeni di cree-ping e soliflusso, nelle coltri detritiche di versante enegli affioramenti a matrice prevalente argillosa.

IdrogeologiaIl territorio della riserva di Monte Casoli è loca-

lizzato nella fascia di intersezione tra la falda acqui-fera alimentata dal complesso vulcanico Vulsino, anord, e quella alimentata dai complessi vulcaniciCimino-Vicano, a sud.

Le formazioni in affioramento sono state associa-te in diversi complessi idrogeologici, in funzionedelle loro caratteristiche di permeabilità, primariae/o secondaria; in particolare i terreni all'internodella riserva sono stati suddivisi nei seguenti com-plessi:

Complesso dei travertini Questo complesso è dotato di un elevato grado di

permeabilità relativa, principalmente primaria, inquanto dotato di un'alta porosità efficace, e seconda-riamente anche secondaria, ove sono presenti anchedelle fratturazioni. Il complesso dei travertini, grazieanche alla giacitura suborizzontale, favorisce l'infil-trazione delle piogge e quindi la ricarica della falda

acquifera basale, sul lato settentrionale della riservadi Monte Casoli.

Complesso delle vulcaniti, delle formazioni sedi-mentarie sabbioso-ghiaiose marine e delle coltridetritiche di versante

In questo secondo complesso sono state inclusetutte le formazioni vulcaniche in affioramento, siaattribuibili all'apparato vulcanico Vulsino che aquello Vicano e Cimino, se pur dotate di proprietàidrogeologiche abbastanza etereogenee.Nell'insieme queste formazioni sono dotate di ungrado di permeabilità relativa, primaria e/o seconda-ria, variabile da medio ad alto e costituiscono la sedeprincipale delle falde acquifere esistenti sia sul ver-sante settentrionale che sul versante meridionaledella riserva. In questo complesso sono state incluseanche la porzione superiore, sabbioso-ghiaiosa, dellaserie regressiva marina e le coltri detritiche di ver-sante, in quanto idraulicamente in comunicazionecon le formazioni vulcaniche.

Complesso delle alluvioni I depositi alluvionali terrazzati ed attuali sono

dotati di un grado di permeabilità primaria da alto amedio, in funzione della loro composizione granulo-metrica. In generale questi depositi sono collegati oospitano la falda di subalveo presente lungo il corsod'acqua principale, il torrente Vezza, alimentata asua volta dalla falda acquifera basale delle vulcanitia monte.

Complesso sedimentario argilloso marino plioce-nico

Questo complesso comprende la formazione geo-logica sedimentaria marina più antica affiorante,costituita prevalentemente da terreni a matrice argil-losa con una variabile percentuale di sabbie e limi.Questi terreni sono dotati di bassi valori di permea-bilità primaria, di diversi ordini di grandezza minoririspetto a quelli degli altri complessi idrogeologicisopra descritti. Questa caratteristica e la sua posizio-ne stratigrafica, alla base di tutte le formazioni sedi-mentarie marine più recenti, delle le formazioni vul-caniche cimine, vicane e vulsine e delle formazionicontinentali, ne determina un importante ruolo nel-l'assetto idrogeologico della riserva e delle zonelimitrofe. Questo complesso infatti costituisce ilsubstrato impermeabile dell'area, che sostiene tuttele falde acquifere contenute nei complessi idrogeo-logici sovrastanti.

La riserva di Monte Casoli è situata nel bacino

Riserve naturali provinciali

107

idrogeologico della valle del Tevere ed in particola-re all'intersezione tra il deflusso della falda acquife-ra basale delle vulcaniti vulsine a nord e quella dellevulcaniti cimine e vicane a sud.

L'idrogeologia della riserva è differente da zona azona e può essere suddivisa all'incirca in tre settori:il settore settentrionale, incluso il fondovalle del tor-rente Vezza; il settore centrale lungo la dorsale tufa-cea di Monte Casoli ed infine il settore meridionalefino al margine della riserva.

Il settore settentrionale della riserva è situatonella fascia di recapito della falda acquifera basaledelle vulcaniti vulsine, che trae alimentazione finoall'incirca allo spartiacque idrografico del lago diBolsena. La direzione generale di deflusso dellafalda in questo settore, comprendente la porzionedell'altopiano di Pian di Colonna, è orientata da NOverso SE, con quote del livello piezometrico massi-me intorno ai 200 metri s.l.m. e via via minori indirezione della valle del Vezza.

La falda acquifera basale dei Vulsini alimentatutti i principali corsi d'acqua della zona settentrio-nale, incluso il fosso di Santa Maria ed anche il tor-rente Vezza, mediante una serie di sorgenti lineari.Tutti i corsi d'acqua si comportano quindi come dre-nanti ripetto alla falda acquifera basale delle vulca-niti vulsine.

Il settore centrale della riserva, caratterizzato dalrilievo tufaceo di Monte Casoli e delimitato sia anord che a sud dal complesso impermeabile argillo-so marino, risulta invece un affioramento vulcanicocompletamente isolato e quindi non alimentato nédalla falda vulsina né da quella cimino-vicana. Inquesto caso, è presente una modesta falda acquiferafreatica che dà luogo in alcune zone ad alcune mode-ste emergenze sorgive di portata inferiore ad 0.2l/sec, sia sul versante settentrionale sia sul versantemeridionale di Monte Casoli .

In particolare si segnala una piccola sorgente sullato settentrionale di Monte Casoli, posta ad unaquota di circa 100 metri s.l.m., che alimenta un fon-tanile lungo la strada di accesso alla chiesa di MonteCasoli. Un'altra piccola emergenza sorgiva, minera-le, citata dalla bibliografia, è localizzata sul versantemeridionale del rilievo di Monte Casoli, ad unaquota abbastanza elevata, al contatto tra la coltretufacea ed basamento sedimentario argilloso sotto-stante.

Pertanto si può concludere che la dorsale tufaceadi Monte Casoli è sede di una circolazione idricalocale, di modesta entità e fortemente collegataall'andamento delle precipitazioni meteoriche, in

quanto non collegata con le principali falde acquife-re vulcaniche circostanti. La presenza di una sorgen-te minerale, sul lato meridionale, è da correlare pro-babilmente alla presenza di una faglia lungo la qualepossono risalire elementi e gas mineralizzanti.

La terza zona è quella nella porzione meridiona-le della riserva ed include la fascia che va dal latosud del fosso di Monte Casoli fino al limite meridio-nale della riserva stessa.

Questa zona è caratterizzata dalla presenza dellafalda acquifera basale, alimentata dagli apparati vul-canici a monte, cimino e vicano. Anche in questocaso l'area di alimentazione della falda basale dellevulcaniti è molto ampia, raggiungendo le pendici delMonte Cimino a sud, per una distanza di diversi chi-lometri.

In questa località la direzione di deflusso dellafalda è orientata all'incirca da sud verso nord, cioèdalle pendici del M.te Cimino verso la valle delVezza, con quote delle isopieze intorno ai 200 - 220metri al limite meridionale della riserva, lungo ilmargine del plateau di peperino. Anche in questocaso la falda acquifera alimenta il deflusso dei prin-cipali corsi d'acqua, tra cui il fosso Serraglio, il fossodi Monte Casoli ed il torrente Vezza.

INDAGINE BOTANICA

Flora vascolareL'analisi floristica è stata svolta esclusivamente

attraverso dati e informazioni reperiti con indaginisul campo, attraverso l'osservazione diretta e la rac-colta di campioni, per la mancanza di studi pregres-si sul territorio e sulla vegetazione in esame.

Le ricerche sono iniziate nell'autunno del 2002 econtinueranno fino a novembre del 2003 per coprire

Seconda relazione sullo stato dell’ambiente - aggiornamento 2003

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Dacthylorhiza romana

un intero ciclo vegetativo, periodo durante il qualesono state effettuate numerose escursioni a cadenzasettimanale o bisettimanale, particolarmente intensi-ficate nel periodo primaverile, volte a rilevare idiversi aspetti stagionali e i differenti ambienti pre-senti nell'area. Durante le escursioni nella Riserva siè provveduto a censire le specie presenti, segnandoper ciascuna il luogo, l'habitat e la data del rileva-mento, dati stazionali necessari per la successivacompilazione sia dei cartellini degli exsiccata chedell'elenco floristico.

Per la realizzazione dell'erbario, ogni esemplare èstato raccolto completo di tutte le sue parti, essicca-to in apposite presse e montato su fogli formato A3,ciascuno con un cartellino riportante il nome scien-tifico, la famiglia ed i dati stazionari. Come preven-zione contro eventuali attacchi di insetti e per unacorretta conservazione, l'erbario è stato poi trattatosecondo la procedura standard, cioè il congelamento(- 40° per 7 giorni).

Oltre a questo, ogni pianta è stata fotografata nelsuo ambiente, si è costituita quindi anche un'ampiaraccolta iconografica della maggior parte delle spe-cie censite.

Per il riconoscimento sono state utilizzate la"Flora d'Italia" di Pignatti e la "Flora Europaea" diTutin, oltre a pubblicazioni specifiche sui generi cri-tici.

Le ricerche condotte hanno portato quindi allarealizzazione di un erbario composto ad oggi da 480exsiccata ed alla compilazione di un elenco prelimi-nare della flora vascolare presente nella Riserva,comprendente più di 400 specie appartenenti a 70famiglie fra Pteridofite e Angiosperme.

L'attività di riconoscimento delle specie raccoltenon è ancora conclusa, inoltre, per garantire la mas-

sima esattezza nella identificazione dei taxa specifi-ci e infraspecifici e poter concludere questa fase dellavoro, si è ricorsi all'ausilio di una consulenza ester-na: alla data di oggi l'elenco preliminare comprendecirca 400 specie.

Per la nomenclatura e l'ordinamento sistematicoadottati nella compilazione dell'elenco floristico si èfatto riferimento alla "Flora Europaea" di Tutin. Perogni singola specie sono stati individuati, inoltre, laforma biologica, che dà indicazioni sugli adattamen-ti della pianta per superare la stagione avversa, ed iltipo corologico, che indica l'areale attuale di distri-buzione geografica della specie. Queste informazio-ni sono state integrate con sintetiche indicazionicirca l'habitat o il sito di rinvenimento e della fre-quenza con cui sono presenti nel territorio laziale.

Quindi, per ciascuna entità, oltre al binomio lati-no in corsivo, sono riportate alcune sigle e indica-zioni riguardanti:- L'indice di rarità nel Lazio secondo il Prodromo

della Flora Romana di Anzalone (1996, 1998):

Sigla Indicazione di frequenzaCC Molto comune o comunissima nella mag-

gior parte del territorio regionale.C Abbastanza comune nel territorio predetto.PC Poco comune, ma non rara.R Rara o sporadica sebbene talora localmen-

te abbondante.RR Molto rara o rarissima.RR (E?) Rarissima e forse estinta.

- Il tipo di vegetazione o l'habitat preferenziale codificati nel modo seguente:

Sigla Indicazione di frequenzaMa Macchie dense a prevalenza di sclerofille,

querceti termofili, boscaglie e orli termo - xerofili, ginestreti.

Qu Querceti e boschi misti di latifoglie deci-due, castagneti.

Ri Boscaglie e cespuglieti ripari, boschi igro-fili.

Or Margini e orli boschivi su suoli eutrofici,siepi.

Pa Pascoli aridi, garighe, prati, vegetazionepioniera delle aree dissestate e dei litosuo-li.

Ru Ambienti rupestri freschi e umidi.Um Sponde dei corsi d'acqua, prati inondati,

trosce ed altre zone umide.An Luoghi incolti e antropizzati, greti, vecchi

Riserve naturali provinciali

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Sedum caespitosum

poderi, rimboschimenti.

- La forma biologica così come viene intesa e codi-ficata da Pignatti (1997):

Sigla Forma biologicaT rept Terofite reptantiT scap Terofite scaposeT par Terofite parassiteG rad Geofite radicigemmateG bulb Geofite bulboseG rhiz Geofite rizomatoseH caesp Emicriptofite cespitosePH rept Emicriptofite reptantiH scap Emicriptofite scaposeH ros Emicriptofite rosulateH bienn Emicriptofite bienniH scand Emicriptofite scandentiCh suffr Camefite suffruticoseCh succ Camefite succulenteCh rept Camefite reptantiNP Nano - FanerofiteP caesp Fanerofite cespuglioseP scap Fanerofite scaposeP lian Fanerofite lianoseP ep Fanerofite epifite

- Il tipo corologico secondo Pignatti (1997):

Sigla Tipo corologicoENDEM.

Specie esistenti soltanto nell'ambito del territoriodescritto.

SUBENDEM.Specie con areale estendentesi principalmente sulterritorio italiano, ma sconfinante su zone ridottenei Paesi vicini.

STENOMEDIT.Specie con areale limitato alle coste mediterranee(zone con periodo secco estivo, areadell'Olivo); si distinguono alcune sottodivisioni:

STENOMEDIT.-OCCID. Bacino occidentale del Mediterraneo, dallaLiguria alla Spagna ed Algeria.

N-STENOMEDIT. Coste meridionali dell'Europa, dalla Spagna allaGrecia.

NW-STENOMEDITDalla Liguria alla Spagna.

EURIMEDIT.Specie con areale centrato sulle coste mediterra-nee, ma prolungantesi verso N e verso E (area

della Vite). MEDIT-MONT.

Come Steno-ed Eurimediterranee, limitatamentealle specie montane.

EURASIAT.Specie del continente eurasiatico, con le seguen-ti sottodivisioni:

PALEOTEMP.Eurasiatiche in senso lato, che ricompaionoanche nel Nordafrica.

EUROP.-CAUCAS.Europa e Caucaso.

EUROP.Areale europeo.

CENTRO-EUROP.Europa temperata dalla Francia all'Ucraina.

SE-EUROP.Soprattutto nella regione Carpatico - Danubiana.

S -Europ.-PonticaZone calde dell'Europa orientale, con areale chegravita intorno al Mar nero; si tratta ingenere di elementi steppici.

S - EUROP.Zone calde dell'Europa, si tratta in genere di ele-menti steppici.

PonticaAreale che gravita intorno al Mar Nero.

ATLANT.Areale centrato sulle coste atlantiche d'Europa;con le seguenti suddivisioni:

W-EUROP.Europa occidentale, dalla Scandinavia allaPenisola Iberica.

MEDIT.-ATLANT.Coste atlantiche e mediterranee.

SUBMEDIT.-SUBATL.Coste meridionali atlantiche e mediterranee.

BOREALISpecie boreali o comunque nordiche con diversesuddivisioni:

CIRCUMBOR.Zone fredde e temperato - fredde dell'Europa,Asia e Nordamerica.

EUROSIB.Zone fredde e temperato - fredde dell'Eurasia.

PANTROP.In tutta la fascia tropicale dell'Eurasia, Africa eNordamerica.

MEDIT.-TURAN.Zone desertiche e subdesertiche dal bacino delMediterraneo all'Asia centrale.

MEDIT.-MACARON.

Seconda relazione sullo stato dell’ambiente - aggiornamento 2003

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Coste meridionali e submeridionali delle isoleCanarie e Azzorre a Occidente e coste e isoledel Mediterraneo e i Paesi caucasici ad Oriente.

SUBCOSMOP.In quasi tutte le zone del mondo, ma con lacuneimportanti.

COSMOP.In tutte le zone del mondo senza lacune impor-tanti.

PALEOTROP.Paesi della fascia tropicale nell'Africa ed Asia.

SUBTROP.Paesi della fascia tropicale e temperato-calda.

AVV. NATUR.Avventizie naturalizzate.

ELENCO FLORISTICO

PTERIDOPHYTA

EQUISETACEAEC Equisetum telmateja Ehrh. - G rhiz - Circumbor. - An, Um

ADIANTACEAEC Adiantum capillus - veneris L. - G rhiz - Pantrop. - Ru

HYPOLEPIDACEAECC Pteridium aquilinum (L.) Kuhn - G rhiz - Cosmop. - Qu

ASPLENIACEAECC Asplenium onopteris L. - H ros - Subtrop. - Ma, RuCC Asplenium trichomanes L. subsp. quadrivalens D. E. Meyer- H ros - Cosmop. - Temp. - RuCC Ceterach officinarum DC subsp. Bivalens - H ros - Eurasiat.- Temp. - RuC Phyllitis scolopendrium (L.) Newm. subsp. scolopendrium -H ros - Circumbor. - Temp.- Ru

ASPIDIACEAECC Polysticum setiferum (Forssk.) Woynar - G rhiz -Circumbor. - Qu

POLYPODIACEAECC Polypodium cambricum L. subsp. serrulatum (Sch. exArcang.) Pic. Ser. - H ros - Eurimedit. - RuC Polypodium interjectum Shivas - H ros - Paleotrop. - Ru

ANGIOSPERMAE DICOTYLEDONES

SALICACEAEC Salix purpurea L. subsp. purpurea - P caesp - Euras. - Temp.- RiCC Salix alba L. - P scap - Paleotemp. - RiCC Populus alba L. - P scap - Paleotemp. - RiCC Populus nigra L. - P scap - Paleotemp. - RiCC Populus tremula L. - P scap - Paleotemp. - Ri

JUGLANDACEAESpont. ?Juglans regia L. - P scap - SW - Asiat (?) - An, Ri

BETULACEAEC Alnus glutinosa (L.) Gaertn. - P scap - Paleotemp. - Ri

CORYLACEAECC Ostrya carpinifolia Scop. - P scap - Circumbor (Pontica) -Qu, MaCC Corylus avellana L. - P caesp - Europ. - Caucas. - Ri

FAGACEAECC Quercus ilex L. - P scap - Stenomedit. - Ma, QuCC Quercus cerris L. - P scap - N - Eurimedit. - Qu, MaRR Quercus virgiliana (Ten.) Ten. - P scap - SE -Europ.(Pontica) - AnCC Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens - P scap - SE -Europ.(Subpontica) - Ma, QuNon segnalata Quercus dalechampii Ten. - P scap - SE - Europ.- MaR Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. - P scap - Europ.(Subatl.) - Qu

ULMACEAECC Ulmus minor Miller - P caesp - Europ. - Caucas. - Or, Ri,AnCC Celtis australis L. - P scap - Eurimedit. - Or, Ri, An

MORACEAECC Ficus carica L. - P scap - Medit. - Turan. - An

CANNABACEAECC Humulus lupulus L. - P lian - Europ. - Caucas. - Ri

URTICACEAECC Urtica dioica L. - H scap - Subcosmop. - An, Or, RiCC Urtica membranacea Poiret - T scap - S - Medit. - AnPC Parietaria officinalis L. - H scap - Centro - Europ. - W -Asiat. - Ru, Ri

SANTALACEAECC Osyris alba L. - NP - Eurimedit. - Ma, Pa

ARISTOLOCHIACEAECC Aristolochia rotunda L. - G bulb - Eurimedit. - Qu, Ma

POLYGONACEAECC Polygonum romanum Jacq. ssp. romanum -R (RR) Polygonum rurivagum Boreau - CC Polygonum hydropiper Schrank - T scap - Circumbor. - AnC Rumex acetosella L. subsp. angiocarpus (Murb.) Murb. - Hscap - Subcosmop. - PaCC Rumex crispus L. - H scap - Subcosmop. - AnCC Rumex sanguineus L. - H scap - Europ. - Caucas. - Or, UmCC Rumex bucephalophorus L. subsp. bucephalophorus - Tscap - Medit. - Macaron. - Pa

CHENOPODIACEAECC Chenopodium album L. subsp. - T scap - Subcosmop. - An

AMARANTHACEAEPC Amaranthus chlorostachys Willd. - T scap - Neotropic. - An

Riserve naturali provinciali

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Seconda relazione sullo stato dell’ambiente - aggiornamento 2003

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PORTULACACEAECC Portulaca oleracea L. subsp. oleracea - T scap -Subcosmop. - An

CARYOPHYLLACEAECC Stellaria media (L.) Vill. subsp. media - T rept - Cosmop. -Ri, An, QuC Stellaria neglecta Weihe - T scap - Paleotemp. - AnCC Cerastium glomeratum Thuill. - T scap - Eurimedit. - AnCC Cerastium ligusticum Viv. ssp. ligusticum - T scap - W -Medit. - An, PaCC Lychnis flos - cuculi L. - H scap - Eurosib. - Or, UmCC Silene italica (L.) Pers subsp. nemoralis (W. et K.) Nyman- H ros - Eurimedit. - An, MaCC Silene vulgaris (Moench) Garcke subsp. Angustifolia - Hscap - E - Medit. - Pa, AnCC Silene latifolia Poiret subsp. alba (Miller) Greuter et Burdet- H bienn - Paleotemp. - An, OrCC Silene gallica L. - T scap - Subcosmop. - PaCC Saponaria officinalis L. - H scap - Eurosib. - RiC Petrorhagia saxifraga (L.) Link SSP - H caesp - Eurimedit.- PaCC Petrorhagia prolifera (L.) P. W. Ball et Heywood - T scap -Eurimedit. - An, PaC Petrorhagia velutina (Guss.) P.W.Ball et Heywood - T scap- S - Medit. - AnCC Dianthus armeria L. subsp. armeria - T scap - Europ. -Caucas. - Pa

RANUNCULACEAECC Helleborus foetidus L. - Ch suffr - Subatl. - QuC Consolida regalis S. F. Gray subsp. regalis - T scap -Eurimedit. - AnCC Nigella damascena L. - T scap - Eurimedit. - AnCC Anemone apennina L. - G rhiz - SE - Europ. - Qu, Ma CC Anemone hortensis L. - G bulb - N - Medit. - MaCC Clematis vitalba L. - P lian - Europ. - Caucas. - Qu, RiCC Ranunculus lanuginosus L. - H scap - Europ. - Caucas. -Qu, RiCC Ranunculus bulbosus L. subsp. aleae (Willk.) Rouy et Fouc.- H scap - Eurimedit. - An, MaCC Ranunculus millefoliatus Vahl - H scap - Medit. - Mont. -PaR? Ranunculus ficaria L. subsp. ficaria - H scap - Eurasiat. -Um, OrR Ranunculus ficaria L. subsp. bulbifer Lawalrée - G bulb -Eurasiat. - Ri, Um

GUTTIFERAECC Hypericum perforatum L. - H scap - Subcosmop. - An, Pa

PAPAVERACEAECC Papaver rhoeas L. subsp. Rhoeas - T scap - E - Medit. - AnCC Chelidonium majus L. - H scap - Circumbor. - Or, AnCC Fumaria officinalis L.subsp. officinalis - T scap -Subcosmop. - An

CRUCIFERAECC Sisymbrium officinale (L.) Scop. - T scap - Subcosmop. -AnCC Alliara petiolata (Bieb.) Cavara et Grande - H bienn - SW- Asiat. - Or, An, QuCC Arabidopsis thaliana (L.) L Heynh. - T scap - Cosmop. - Pa

CC Bunias erucago L. - T scap - N - Medit. - AnC Cardamine chelidonia L. - T scap - Subendem. - Qu, RiC Cardamine impatiens L. - T scap - Eurasiat. - RiCC Cardamine hirsuta L. - T scap - Cosmop. - An, OrC Arabis sagittata (Bertol.) DC - H bienn - SE - Europ. - PaCC Arabis turrita L. - H bienn - S - Europ. - Or, QuPC Lunaria annua L. subsp. annua - H scap - SE - Europ. - OrCC Draba muralis L. - T scap - Circumbor. - Or, AnC Capsella bursa - pastoris (L.) Medicus - H bienn - Cosmop.- AnCC Capsella rubella Reuter - T scap - Eurimedit. - AnCC Diplotaxis teniufolia - H scap - Submedit.-Subatl. - AnCC Diplotaxis erucoides - T scap - W-Medit. (Steno) - An

RESEDACEAEC Reseda lutea L. subsp. lutea -

CRASSULACEAECC Umbilicus rupestris (Salisb.) Dandy. - G bulb - Medit. - Atl.- RuCC Sedum cepaea L. - T scap - Submedit. - Subatl. - Qu, RuR Sedum caespitosum (Cav.) DC - T scap - Stenomedit. - PaCC Sedum hispanicum L. - T scap - SE - Europ. (Pontica) - PaC Sedum stellatum -

SAXIFRAGACEAEC Saxifraga bulbifera L. - H scap - NE - Medit. - Pa

ROSACEAECC Rubus ulmifolius Schott - NP - Eurimedit. - An, OrCC Rubus canescens DC. - NP - N - Medit. (Euri) - Ma, AnCC Rubus caesius L. - NP - Eurasiat. - RiNON SEGNALATA Rubus sp. subsect. SilvaticiCC Rosa canina L. - NP - Paleotemp. - Ma, An, OrPC Rosa corymbifera Borkh. - NP - Europ. - Ma, OrNON SEGNALATA Rosa squarrosa (Rau) Boreau - NP -Europ. - MaPC Rosa obtusifolia - NP - Eurimedit. - MaC Rosa agrestis Savi - CC Rosa sempervirens L. - NP - Stenomedit. - Ma, Or, QuCC Agrimonia eupatoria L. subsp. eupatoria - H scap -Subcosmop. - An, MaCC Sanguisorba minor Scop. subsp. muricata (Gremli) Briq. -H scap - Subcosmop. - An, PaCC Geum urbanum L. - H scap - Circumbor. - Qu, AnCC Potentilla reptans L. - H ros - Subcosmop. - Um, AnCC Potentilla micrantha Ramond - H ros - Eurimedit. - QuCC Fragaria vesca L. - H rept - Cosmop. - Or, MaC Pyrus amygdaliformis Vill. - P caesp - Stenomedit. - An, MaCC Sorbus domestica L. - P scap - Eurimedit. - QuC Sorbus torminalis (L.) Crantz - P scap - Paleotemp. - QuC Pyracantha coccinea M. J. Roemer - P caesp - Stenomedit.- Ma, OrCC Mespilus germanica L. - P caesp - S - Europ. - Pontica (?)- QuCC Crataegus monogyna Jacq. subsp. monogyna - P caesp -Paleotemp. - Qu, Or, AnCC Prunus spinosa L. - P caesp - Europ. - Caucas. - Or, Qu, AnSpont. Prunus domestica L. subsp. domestica -

LEGUMINOSAECC Cytisus scoparius (L.) Link - P caesp - SW - Europ. - Qu,Ma, Or

Riserve naturali provinciali

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CC Spartium junceum L. - P caesp - Eurimedit. - Ma, AnSpont.CC Robinia pseudoacacia L. - P scap - Cult. -An, RiCC Galega officinalis L. - H scap - E - Europ. - Pontica - An,UmC Colutea arborescens L. - P caesp - Eurimedit. (Subpontica)- OrCC Astragalus hamosus L. - T scap - Medit. - Turan. - AnC Vicia loiselureii (MB.) Lithw. - T scap - Eurimedit. - Or, AnCC Vicia grandiflora Scop. - H scap - SE - Europ. - Pontica - OrCC Vicia sativa subsp. nigra (L.) Ehrh. - T scap - Medit. -Turan. - AnCC Vicia hybrida L. - T scap - Eurimedit. - An, PaCC Vicia bithynica (L.) L. - T scap - Eurimedit. - An, OrCC Lathyrus venetus (Miller) Wohlf. - G rhiz - Pontica - QuCC Lathyrus sphaericus Retz. - T scap - Eurimedit. - An, PaCC Lathyrus cicera L. - T scap - Eurimedit. - An, PaCC Lathyrus clymenum L. - T scap - Stenomedit. - An, OrCC Lathyrus aphaca L. - T scap - Eurimedit. - Or, An

Lathyrus latifolius L. - CC Pisum sativum L. subsp. elatius (Bieb.) Ascherson etGraebner - T scap - Stenomedit. - Turan. - An, OrC Melilotus officinalis (L.) Pallas - H bienn - Subcosmop. - AnCC Medicago sativa L. subsp. sativa - H scap - Cult. - AnCC Medicago lupulina L. - T scap - Paleotemp. - Pa, AnCC Medicago arabica (L.) Hudson - T scap - Eurimedit. - AnCC Trifolium campestre Schreber - T scap - Paleotemp. - PaCC Trifolium stellatum L. - T scap - Eurimedit. - AnCC Trifolium pratense L. subsp. pratense - H scap -Subcosmop. - An, PaCC Trifolium arvense L. - T scap - Paleotemp. - PaCC Trifolium incarnatum L. ssp. incarnatum - T scap - Cult. -An

Trifolium angustifolium L. subsp. Angustifolium -PC Trifolium repens L. - H rept - Subcosmop. - An, UmC Coronilla varia (L.) Lassen - CC Coronilla emerus L. subsp. emerus - NP - Centro - Europ.(?) - Qu, OrC Hymenocarpus circinnatus (L.) Savi - H scap - Stenomedit.- MaCC Lotus corniculatus L. - H scap - Cosmop. - PaR Lotus preslii Ten. - H scap - Eurimedit. - UmCC Dorycnium pentaphyllum Scop. subsp. pentaphyllum -CC Dorycnium hirsutum (L.) Ser. - Ch suffr - Eurimedit. - Ma,PaCC Ornithopus compressus L. - T scap - Eurimedit. - An, PaCC Onobrychis viciifolia Scop. - H scap - Medit. - Mont. - Pa,An

OXALIDACEAEC Oxalis stricta L. - H scap - Avv. Natur. - An, Or

GERANIACEAECC Geranium molle L. - T scap - Subcosmop. - An, PaCC Geranium columbinum L. - T scap - Europ. - S - Siber.(Substeppica) - AnCC Geranium dissectum L. - T scap - Subcosmop. - AnCC Geranium lucidum L. - T scap - Eurimedit. - OrCC Geranium robertianum L. - T scap - Subcosmop. - Or, RuCC Geranium purpureum Vill. - T scap - Eurimedit. - OrCC Erodium malacoides (L.) L'Hér - T scap - Subcosmop. -An, PaCC Erodium botrys (Cav.) Bertol. - T scap - Stenomedit. - An

ZIGOPHYLLACEAECC Tribulus terrestris L. - T rept - Cosmop. -

LINACEAECC Linum bienne Miller - H bienn - Eurimedit. - Subatl. - PaCC Linum trigynum L. - T scap - Eurimedit. - Pa

EUPHORBIACEAECC Euphorbia helioscopia L. - T scap - Cosmop. - AnCC Euphorbia cyparissias L. - H scap - Centro - Europ. - Pa,AnCC Euphorbia amygdaloides L. subsp. amygdaloides - Ch suffr- Centro - Europ. - Caucas. - Qu, RiC Euphorbia maculata L. - R Euphorbia prostrata Aiton -

POLYGALACEAECC Polygala flavescens DC. - H scap - Endem. - Pa, Ma

ANACARDIACEAEPC Rhus coriaria L. - CC Pistacia lentiscus L. - P caesp - Stenomedit. - MaCC Pistacia terebinthus L. subsp. terebinthus -

ACERACEAECC Acer campestre L. - P scap - Europ. - Caucas. (Subpontica)- Ri, Or, QuCC Acer monspessulanum L. - P scap - Eurimedit. - Ma,Qu, Or

CELASTRACEAECC Euonymus europaeus L. - P caesp - Eurasiat. - Qu, Or

VITACEAESpont. Vitis vinifera L. -

MALVACEAECC Althaea cannabina L. - H scap - S - Europ. - W - Asiat. -Um, AnCC Malva sylvestris L. - H scap - Subcosmop. - An

VIOLACEAECC Viola alba Besser subsp. denhardtii (Ten.) W. Becker - Hros - Eurimedit. - Ma, Qu, Or CC Viola reichenbachiana Jordan ex Boreau - H ros - Eurosib.- Qu, Ri

CISTACEAECC Cistus incanus L. - NP - Stenomedit. - MaCC Cistus salvifolius L. - NP - Stenomedit. - MaCC Helianthemum nummularium (L.) Miller subsp. - Ch suffr -Europ. - Caucas. - Pa, Or

CUCURBITACEAECC Bryonia cretica L. subsp. dioica (Jacq.) Tutin - G rhiz -Eurimedit. - Or, An

CORNACEAECC Cornus sanguinea L. subsp. sanguinea - P caesp - Eurasiat.- Temp. - Ri, Or, AnCC Cornus mas L. - P caesp - SE - Europ. - Pontica - Qu, Ma

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ARALIACEAECC Hedera helix L. - P lian - Submedit. - Subatl. - Ri, Qu, Ru

UMBELLIFERAECC Eryngium campestre L. - H scap - Eurimedit. - PaCC Tordylium apulum L. - T scap - Stenomedit. - An, PaCC Daucus carota L. subsp. carota - H bienn - Subcosmop. -An, Pa

Chaerophyllum temulum L. - CC Chaerophyllum temulentum L. - T scap - Eurasiat. - Or, RiCC Orlaya grandiflora (L.) Hoffm. - T scap - S - e Centro -Europ. (Subpontica) - An, OrC Foeniculum vulgare Miller subsp. Vulgare - H scap - S -Medit. - Pa, AnCC Seseli tortuosum L. - H scap - W - Medit. - Mont. - PaC Pastinaca sativa L. subsp. urens -CC Oenanthe pimpinelloides L. - H scap - Medit. - Atl. - Qu,Ma, AnC (CC) Torilis japonica (Houtt.) DC. -

ERICACEAECC Arbutus unedo L. -

PRIMULACEAECC Primula vulgaris Hudson subsp. vulgaris - H ros - Europ. -Caucas. - Qu, RiCC Cyclamen hederifolium Aiton - G bulb - N - Medit. (Steno)- QuCC Cyclamen repandum Sibth. et Sm. - G bulb - NW -Stenomedit. - PaCC Anagallis arvensis L. - T rept - Subcosmop. - An, Pa

PLUMBAGINACEAECC Plumbago europaea L. -

OLEACEAECC Fraxinus ornus L. - P scap - Euri N - Medit. - Pontica - Qu,MaCC Phillyrea latifolia L. - P caesp - Stenomedit. - Ma, QuCC Ligustrum vulgare L. - NP - Europ. - W - Asiat. - Ri, Or, Qu

GENTIANACEAECC Blackstonia perfoliata (L.) Hudson subsp. perfoliata - Tscap - Eurimedit. - PaCC Centaurium erythraea Rafn. subsp. erythraea - H bienn -Paleotemp. - Pa, AnC Centaurium maritimum (L.) Fritsch. - T scap - Stenomedit. -PaC Centaurium tenuiflorum (Hoffmgg. et Link) Fritsch - T scap- Paleotemp. - Pa, An

APOCYNACEAECC Vinca minor L. - Ch rept - Centro - Europ. - Caucas. - Ri,Or

RUBIACEAECC Sherardia arvensis L. - T scap - Eurimedit. - AnCC Cruciata glabra (L.) Ehrend. - H scap - Eurasiat. - Qu, Ma

Galium mollugo L. - CC Galium album L. subsp. album - T scap - Eurasiat. - An, RiCC Cruciata laevipes Opiz. - H scap - Eurasiat. - An,OrCC Rubia peregrina L. - P lian - Stenomedit. - Macaron. - Ma,An, Qu

CONVOLVULACEAECC Calystegia sepium (L.) R. Br. subsp. sepium - H scand -Paleotemp. - Um, OrCC Convolvulus cantabrica L. - H scap - Eurimedit. - PaCC Convolvulus arvensis L. - G rhiz - Cosmop. - An

BORAGINACEAECC Buglossoides purpurocaerulea (L.) Johnston - H scap - S -Europ. - Pontica - MaCC Echium vulgare L. - H bienn - Europ. - AnCC Echium plantagineum L. - H bienn - Eurimedit. - AnR Pulmonaria apennina Cristof. et Puppi - H scap -Subendem. - QuCC Symphytum tuberosum L. subsp. nodosum (Schur) Soò - Grhiz - SE - Europ. - Qu, RiCC Anchusa azurea Mill. - H scap - Eurimedit. - AnCC Anchusa undulata L. subsp. hybrida (Ten.) Coutinho - Tscap - Stenomedit. - AnCC Myosotis ramosissima Rochel subsp. ramosissima - T scap- Europ. - W - Asiat. - An, PaCC Myosotis arvensis (L.) Hill subsp. arvensis - T scap - Europ.- W - Asiat. - AnCC Cynoglossum creticum Miller - H bienn - Eurimedit. - AnCC Borago officinalis L. - T scap - Eurimedit. - AnCC Heliotropium europaeum L. - T scap

VERBENACEAECC Verbena officinalis L. - H scap - Cosmop. - An, Um

LABIATAECC Ajuga reptans L. - H rept - Europ. - Caucas. - Or, UmCC Teucrium chamaedrys L. - Ch suffr - Eurimedit. - Ma, PaC Teucrium polium L. subsp. capitatum (L.) Arcangeli - Chsuffr - Stenomedit. - PaCC Lamium purpureum L. - T scap - Eurasiat. - AnCC Lamium maculatum L. - H scap - Eurasiat. - Or, AnCC Lamium bifidum Cyr. subsp. bifidum - T scap - Stenomedit.- Or, AnCC Ballota nigra L. subsp. foetida Hayek - H scap - Submedit.- Subatl. - Or, AnPC Glechoma hirsuta Waldst. et Kit. - H rept - SE - Europ. - Ri,OrC Prunella laciniata (L.) L. - H scap - Eurimedit. - Pa, AnCC Prunella vulgaris L. - H scap - Circumbor. - Or, Um, AnCC Clinopodium vulgare L. subsp. vulgare - H scap -Circumbor. - Or, Ri, QuCC Thymus longicaulis C. Presl. - Ch rept - Eurimedit. - PaCC Salvia verbenaca L. - H scap - Medit. - Atlant. - AnCC Scutellaria columnae All. subsp. columnae - CC Micromeria graeca (L.) Bentham subsp. tenuifolia (Ten.)Nyman - Ch suffr - Stenomedit. - PaCC Sideritis romana L. - T scap - Stenomedit. - PaPC Melissa romana Miller - H scap - Stenomedit. - An, OrCC Mentha suaveolens Ehrh. - H scap - Eurimedit. - Um, AnR Mentha spicata L. subsp. spicata -CC Calamintha nepeta (L.) Savi subsp. glandulosa - H scap -Medit. - Mont. - AnCC Stachys sylvatica L. - CC Stachys officinalis L. - C Satureja ascendens (Jordan) K. Maly - H scap - Europ. -Caucas. - An, Or

Riserve naturali provinciali

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SOLANACEAECC Datura stramonium L. - T scap - Cosmop. - AnCC Solanum dulcamara L. - CC Solanum nigrum L. subsp. nigrum - T scap - Cosmop. - An

SCROPHULARIACEAECC Verbascum sinuatum L. - H bienn - S - Europ. - AnCC Verbascum densiflorum Bertol. - H bienn - Cosmop. - AnCC Scrophularia peregrina L. - H scap - Stenomedit. - AnCC Linaria purpurea (L.) Miller - H scap - Endem. - PaCC Linaria vulgaris Miller - C Kickxia commutata (Bernh.) Fritsch subsp. commutata - Hrept - Stenomedit. - AnCC Parentucellia viscosa (L.) Caruel - T scap - Medit. - Atlant.- Pa, AnCC Parentucellia latifolia (L.) Caruel - T scap - Eurimedit. -Pa, AnCC Veronica persica Poiret - T scap - Subcosmop. - AnCC Veronica arvensis L. - T scap - Subcosmop. - Pa, AnCC Veronica serpyllifolia L. subsp. serpyllifolia - H rept -Subcosmop. - Um, OrPC Lathraea squamaria L. - G rhiz - Eurasiat. - Ri, QuCC Odontites rubra (Baumg.) Opiz subsp. - CC Digitalis lutea L. subsp. australis (Ten.) Arcangeli - H scap- Endem. - Qu, Or

OROBANCHACEAEC Orobanche ramosa L. subsp. nana (Reuter) Coutinho - T par- Paleotemp. - OrC Orobanche hederae -PC Orobanche minor Sm. - T par - Europ. - Caucas. - AnC Orobanche crenata Forsskal - T par - Eurimedit. - Ri, Or, Qu

PLANTAGINACEAECC Plantago major L. subsp. major - H ros - Subcosmop. - AnCC Plantago lanceolata L. - H ros - Cosmop. - Pa, An

CAPRIFOLIACEAECC Sambucus ebulus L. - G rhiz - Eurimedit. - Or, AnCC Sambucus nigra L. - P caesp - Europ. - Caucas. - An, Or, RiCC Viburnum tinus L. subsp. tinus - P caesp - Stenomedit. - MaCC Lonicera caprifolium L. - P lian - S - Europ. - Pontica - Qu,Or

DIPSACACEAECC Dipsacus fullonum L. - H bienn - Eurimedit. - An, OrCC Sixalix atropurpurea (L.) Greuter et Burdet subsp. maritima(L.) Greuter et Burdet - H bienn - Stenomedit. - AnCC Scabiosa columbaria L. subsp. columbaria - H scap -Eurasiat. - Or, Pa, AnC Cephalaria transsylvanica (L.) Roemer et Schultes - T scap- SE - Europ. - Caucas. (Pontica) - Pa, AnCC Knautia integrifolia (L.) Bertol. subsp. integrifolia - T scap- Eurimedit. - Pa, An

CAMPANULACEAEC Jasione montana L. subsp. montana - H bienn - Europ. -Caucas. - PaCC Campanula trachelium L. subsp. trachelium - H scap -Paleotemp. - Qu, Or, RuCC Campanula rapunculus L. - H bienn - Paleotemp. - Or, An

COMPOSITAEPC Bellis annua L. subsp. annua - T scap - Stenomedit. - ArCC Bellis perennis L. - H ros - Circumbor. - An, PaCC Bellis sylvestris Cyr. - H ros - Stenomedit. - An, OrCC Helichrysum italicum (Roth) Don subsp. italicum - Ch suffr- S - Europ. - Pa, AnCC Xanthium spinosum L. - T scap - Avv. Natur. - AnPC Xanthium strumarium L. subsp. Italicum - T scap - S -Europ. - AnCC Anthemis arvensis L. subsp. arvensis - T scap - Subcosmop.- AnCC Anthemis tinctoria L. subsp. tinctoria - H bienn - Centro -Europ. - Pontica - An, PaCC Chrysanthemum segetum L. - T scap - Eurimedit. - AnCC Carduus nutans L. subsp. nutans - H bienn - W - Europ. -AnCC Silybum marianum (L.) Gaertner - H bienn - Stenomedit. -PaCC Galactites tomentosa Moench - H bienn - Stenomedit. - PaC Centaurea pratensis -C Centaurea alba L. subsp. deusta (Ten.) Nyman - H bienn -Endem. - PaCC Carlina corymbosa L. subsp. corymbosa - H scap -Stenomedit. - PaCC Cichorium intybus L. - H scap - Cosmop. - AnCC Urospermum dalechampii (L.) Scop. - H scap - Eurimedit.- Centro - Occid. - An, PaC Andryala integrifolia L. - T scap - W - Eurimedit. - AnCC Taraxacum officinale Weber - H ros - Circumbor. - AnCC Calendula arvensis L. subsp. arvensis - T scap - Eurimedit.- AnCC Crepis vesicaria L. subsp. vesicaria - T scap - NE -Eurimedit. - AnCC Reichardia picroides (L.) Roth - H scap - Stenomedit. - An,PaC Centaurea cyanus L. - T scap - Subcosmop. - AnC Hypochoeris glabra L - CC Sonchus oleraceus L. - CC Sonchus asper (L.) Hill subsp. asper - T scap - Subcosmop.- AnCC Rhagadiolus stellatus (L.) Gaertner - T scap - Eurimedit. -Or, AnCC Hieracium piloselloides Vill. subsp. piloselloides - H scap -Europ. - Caucas. - Pa, AnCC Carduus pycnocephalus L. subsp. pycnocephalus - H bienn- Eurimedit. - AnPC Tragopogon porrifolius L. subsp. australis (Jordan) Nyman- H bienn - Eurimedit. - PaCC Leucanthemum vulgare Lam. - CC Inula conyza DC - H bienn - Centro - Europ. - W - Caucas.- OrCC Cirsium arvense(L.) Scop. - G rad - Subcosmop. - An, UmCC Cirsium vulgare (Savi) Ten. - H bienn - Subcosmop. - AnCC Eupatorium cannabinum L. subsp. cannabinum - H scap -Paleotemp. - An, Or, UmCC Picris hieracioides L. subsp. hieracioides - H scap -Eurosib. - An, PaCC Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. - H scap - Eurimedit. - AnR Senecio erraticus Bertol. subsp. erraticus -CC Tussilago farfara L. - G rhiz - Paleotemp. - Pa, Um, AnCC Lapsana communis L. subsp. communis - T scap -Paleotemp. - Or, RiCC Chondrilla juncea L. -

Seconda relazione sullo stato dell’ambiente - aggiornamento 2003

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C Aster linosyris (L.) Bernh. - H scap - Eurimedit. - S - Siber.(Subpontica) - Pa, AnC Artemisia verlotiorum Lamotte - CC Artemisia vulgaris L. - H scap - Circumbor. - An, OrC Arctium lappa L. - H bienn - Eurasiat. - Um, OrSpont. Helianthus tuberosus -CC Conyza canadensis (L.) Cronq. - CC Carthamus lanatus L. subsp. lanatus - T scap - Eurimedit.- An

MONOCOTYLEDONES

LILIACEAEC Scilla autumnalis L. - G bulb - Eurimedit. - PaCC Ornithogalum umbellatum L. - G bulb - Eurimedit. - AnC Ornithogalum narbonense L. - G bulb - Eurimedit. - An, PaPC Ornithogalum brevistylum Wolfner - G bulb - SE - Europ. -W - Asiat. - Pa, An

Ornithogalum pyrenaicum L. ssp - G bulb - Eurimedit. - Qu,MaC Muscari neglectum Guss. Ssp - G bulb - Eurimedit. - PaPC Muscari botryoides (L.) Miller ssp - G bulb - Submedit. -Ma, OrCC Muscari comosum (L.) Miller (Leopoldia comosa (L.) Parl.)- G bulb - Eurimedit. - AnMaC Allium sphaerocephalon L. ssp. sphaerocephalon - G bulb -Paleotemp. - PaCC Allium vineale L. - G bulb - Eurimedit. - An, PaCC Allium ampheloprasum L. - G bulb - Eurimedit. - AnC Allium tenuiflorum Ten. - G bulb - Stenomedit. - PaC Allium pendulinum Ten. - G bulb - W - Stenomedit. - QuCC Asparugus acutifolius L. - NP - Stenomedit. - MaCC Ruscus aculeatus L. - Ch suffr - Eurimedit. - MaQuCC Smilax aspera L. - NP - Paleosubtrop. - Ma AnC Bellevalia romana(L.) Reichenb. - G bulb - Centro - Medit.- Ma, An

DIOSCOREACEAECC Tamus communis L. - G rad - Eurimedit. - Ri, Qu, Or

IRIDACEAECC Romulea bulbocodium (L.) Sebastiani et Mauri - G bulb -Steno - Medit. - Pa, RiCC Gladiolus communis L. - G bulb - Eurimedit. - An

JUNCACEAECC Luzula forsteri (Sm.) DC. - H caesp - Eurimedit. - Qu, Ma

GRAMINEAECC Briza maxima L. - T scap - Paleosubtrop. - Pa, AnCC Avena sterilis L. subsp. sterilis - T scap - Eurimedit. Turan.- AnC Bothriochloa ischaemum (L.) Keng. - H caesp -Termocosmop. - PaC Melica uniflora Retz. - H caesp - Paleotemp. - QuC Arundo plinii Turra - G rhiz - Stenomedit. - PaCC Digitaria sanguinalis (L.) Scop. - T scap - Cosmop. - AnC Phleum bertolonii L. - H caesp - Eurimedit. - PaR Bromus intermedius Guss. - T scap - Eurimedit. - AnC Bromus diandrus Roth - T scap - Eurimedit. - An

Bromus hordeaceus L. ssp - T scap - Subcosmop. - AnCC Bromus sterilis - T scap - Eurimedit. - An, OrC Bromus rigidus Roth - T scap - Paleosubtrop. - An

CC Cynosurus echinatus L. - T scap - Eurimedit. - AnCC Aegilops geniculata Roth - T scap - Eurimedit. - PaC Echinochloa crus - galli (L.) Beauv. - T scap - Subcosmop.- AnCC Hordeum murinum L. subsp. leporinum (Link) Arcangeli -T scap - Eurimedit. - AnCC Dactylis glomerata L. subsp - H caespCC Poa trivialis L. subsp - H caespCC Anthoxanthum odoratum - H caesp - Eurasiat. - Ma, Pa, AnCC Setaria viridis (L.) Beauv. subsp. viridis - T scap -Subcosmop. - AnCC Festuca arundinacea Schreber subsp? - H caesp

ARACEAECC Arum italicum Miller subsp. italicum - G rhiz - Stenomedit.- Ri, An, OrC Arisarum vulgare Targ. Tozz. - G rhiz

LEMNACEAECC Lemna minor L. - I nat - Subcosmop. - Um

CYPERACEAECC Carex flacca Schreber subsp. serrulata (Biv.) Greuter - Grhiz - Europ. - An, PaPC Carex olbiensis Jordan - H caesp - W - Stenomedit. - Ma,Qu

ORCHIDACEAEC Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch - G rhiz - Eurasiat. -QuC Spiranthes spiralis (L.) Chevall - G rhiz - Europ. - Caucas.- PaC Epipactis microphylla (Ehrh.) Swartz - G rhiz - Europ. -Caucas. - OrC Limodorum abortivum (L.) Swartz - G rhiz - Eurimedit. - QuPC/R Dactilorhiza romana (Sebastiani) Soò - G bulb -Stenomedit. - Qu, OrC (CC) Orchis papilionacea L. - G bulb - Eurimedit. - Pa, AnC Orchis provincialis Balbis subsp. provincialis - G bulb -Stenomedit. - PaPC Orchis simia Lam. - G bulb - Eurimedit. - Pa, MaCC Orchis morio L. - G bulb - Europ. - Caucas - PaNON SEGNALATA Orchis x gennarii Reichenb. - G bulb -Origine ibrida (O. morio x papilionacea) - PaC Orchis purpurea Hudson - G bulb - Eurasiat. - PaC Serapias lingua L. - G bulb - Stenomedit (baric. occidenta-le) - AnC Serapias vomeracea (Burm.) Briq. - G bulb - Eurimedit. -Pa, An

CONSIDERAZIONIDall'analisi effettuata risulta evidente il grande valo-re naturalistico dell'area di Monte Casoli, sia per lavarietà e l'integrità degli ambienti che per la compo-sizione floristica. Inoltre è estremamente interessan-te notare la presenza di 21 specie protette a diversilivelli e di 17 che risultano essere rare o rarissimenel Lazio: 35 specie importanti, che costituisconocirca il 9 % del totale delle specie censite.