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RIQUALIFICAZIONE EX CALZIFICIO TORRIERI

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RIQUALIFICAZIONE EX CALZIFICIO TORRIERI

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PREFAZIONE La zona in cui ricadono gli immobili oggetto di tale indagine appare sempre più degradata

nei suoi aspetti fisici, ambientali, sociali ed economici, e tale degrado viene percepito come un vero e proprio disagio urbano. Questa realtà non è altro che il risultato della sommatoria

di una serie di decisioni, prese da soggetti privati e pubblici, non sempre aderenti ad un piano di sviluppo urbano in cui la componente economica privata ha un ruolo rilevante.

Le prospettive di una evoluzione spontanea in senso positivo di questa realtà, che porti ad una strategia di recupero e/o conservazione della risorsa architettonica e culturale,

appaiono fragili,viste le contingenti difficoltà economiche. Noi pensiamo che le trasformazioni dei prossimi anni, con innovazioni tecnologiche, interesseranno anche la

zona in oggetto, pertanto è importante far rivivere e valorizzare tale risorsa, in un tessuto ridisegnato con modifiche di tipo strutturale nel modo di lavorare, di abitare e di spostarsi;

più in generale, nel modo stesso di vivere della collettività urbana. È difficile prevedere quali saranno queste modifiche; è probabile che introdurranno elementi di ulteriore complessità

in una realtà, quale quella della zona, già di per se stessa estremamente complessa e compressa da insediamenti di dubbio significato architettonico. Ciò significa che sarà sempre

più difficile governare le trasformazioni, orientandole verso una direzione complessivamente più desiderabile. È allora necessario prevedere, fin da ora, un maggiore

sforzo, teso a garantire un miglioramento delle condizione strutturali attraverso la ricerca di obiettivi e/o procedimenti alternativi sull’area.

L’argomento va affrontato adeguatamente, onde riflettere la complessità della realtà, tenendo conto di tutte le implicazioni e di tutti gli elementi in gioco. Bisogna affrontare problemi e scelte in una prospettiva che colga tutte le interdipendenze tra le diverse

dimensioni fondamentali ( economiche, sociali e culturali) superando tradizionali approcci “parziali”.

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CARTOGRAFIA PALAZZO TORRIERI

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CENNI STORICI-ARCHITETTONICI

Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 in Europa si sviluppò una corrente architettonica denominata FUNZIONALISMO. La maturazione di questo

movimento ebbe lunga gestazione, durante la quale si fusero elementi di carattere tecnologico con altri di natura estetica e culturale: si cerca di

instaurare quindi un collegamento, che fino ad allora non era mai esistito tra arte, industria e artigianato. Negli anni tra il 1907 e lo scoppio della seconda guerra mondiale, si formano e compiono le loro prime esperienze i migliori

architetti della nuova generazione: Gropius e Van Der Rohe. Fu in quegli anni poi che l’architetto tedesco Behrens divenne progettista della grande industria

per materiale elettrico A.E.G, dando inizio a quella collaborazione stretta tra architetti e industria che porterà alla nascita dell’industrial designer.

Walter Gropius, uscito dallo studio di Behrens, asordì giovanissimo con un opera eccezionale, quella con la quale oggi si è soliti indicare l’inizio del funzionalismo

europeo: la fabbrica di forme di scarpe Fagus. I muri dell’ala degli uffici sono sostituiti da grandi pareti vetrate che permettono una comunicazione visiva

diretta tra interno ed esterno. Per far ciò egli dovette sgombrare il campo dal pregiudizio ottocentesco secondo cui gli ambienti di lavoro devono essere

luoghi quasi impenetrabili e privi di ogni collegamento con l’ambiente esterno.

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In Italia, a causa dell’arretratezza del paese sia culturale che sociale alla fine del XIX secolo, il funzionalismo si manifesta con un certo ritardo rispetto agli altri paesi

europei: divenne moda il LIBERTY.Per quanto riguarda il contesto lancianese, in questo periodo gli architetti assumono importanti riferimenti liberty e neoclassici, stile ancora fortemente presente come

corrente architettonica. Filippo Sargiacomo, ingegnere-architetto lancianese, redige, nella seconda metà dell’ottocento il primo Piano regolatore della città. La sua

attenzione sarà rivolta all'area compresa tra piazza Plebiscito e il Malvò e a quella del Prato della Fiera. L’espansione edilizia sul Prato della Fiera con costruzioni di grande

valore architettonico dava una svolta non solo all’aspetto urbano, ma anche al modo di vivere della popolazione: la borghesia, infatti, abbandonava il centro storico cercando,

nel quartiere della fiera, la sua residenza e il centro propulsore dei suoi interessi economici.

Quest'ultima zona verrà lottizzata e venduta ai privati con la formazione dell'attuale corso Trento e Trieste, ai lati del quale sorgeranno numerosi palazzi importanti, tra cui

quello che stiamo analizzando, l’edificio TORRIERI.

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Questo edificio fu costruito nel 1924 sul progetto del Lancianese Donato Villante, architetto formatosi alla scuola di Arti e Mestieri di Lanciano, diplomatosi presso

l’accademia di Belle Arti di Urbino. Villante, sembra aver avuto a modello la tipologia della grande azienda agricola

sviluppatasi intorno a diverse “corti”, senza però disdegnare l’inserimento di elementi costruttivi e decorativi dell’architettura più tipicamente industriale.

Seguendo questo modello di villa di campagna, l’edificio è impostato su una serie di corti chiuse con il corpo principale, destinato ad ospitare gli uffici con un corpo

centrale avanzato e due corpi laterali leggermente arretrati al pian terreno e con un arretramento più accentuato al secondo piano in modo da lasciare spazio a due grandi terrazze. Il corpo centrale del complesso presenta un apparato decorativo assai simile a quello dei Portici Comunali, all’estremità del Corso Trento e Trieste.

I fronti sono arricchiti da complessi decori modellati in cemento secondo il gusto eclettico del tempo. Nel suo rigore e semplicità, l’architetto non

rinuncia ad una certa ricercatezza, come i particolari disegni delle finestre accoppiate ad arco ribassato che danno luce ai corpi longitudinali. Il complesso è poi formato

dalla casa del custode, da 3 padiglioni per l’ampliamento della tintoria, padiglioni per l’incremento dell’incannatura dei filati, la stireria, la ripassatura delle calze, altri

padiglioni per la carpenteria e la fabbricazione delle casse, infine due padiglioni per magazzini.

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Anche l’utilizzo della tecnica costruttiva del mattone a vista è comune a molte realizzazioni industriali dell’epoca.

Guardando l’edificio come ci appare oggi, riscontriamo la costruzione di un piano sopraelevato “l’abitazione per dirigenti” avvenuto nel 1940, molti anni dopo la

costruzione dell’edificio originario. Questo aspetto è visibile anche dal materiale con cui è stato costruito il tetto: in legno, concezione sicuramente più recente rispetto ai

convenzionali materiali da costruzione.Nell’anno 1964-65 l’intero complesso viene trasformato per destinarlo a scuola;

infatti, la struttura ospitò la sede staccata di Chieti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “L. DA VINCI” che durò fino all’anno scolastico 1984-85.

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LATO POSTERIORE EDIFICIO TORRIERI

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VALUTAZIONE MULTICRITERIAArea calzificio “TORRIERI” palazzina ex ITI, sede dell’omonimo insediamento ed aree adiacenti

ferrovia Sangritana ed ippodromo Villa delle Rose.PREMESSA

Le tecniche di valutazione multicriteria qualitative(o soft) e miste hanno ricevuto di recente un nuovo sviluppo nelle problematiche decisionali, ed in particolare in quelle relative alla fattibilità di interventi edili e territoriali di una certa complessità. Infatti, come in questo caso, gli impatti

sono incommensurabili, ossia non quantificabili, quindi noi riteniamo necessario ricorrere a metodologie in grado di utilizzare dati ordinali-qualitativi, al più misti. Infatti, in una stima così complessa, l’espressione monetaria della risorsa non può costituire l’unico obiettivo. Allora è

giusto ricorrere ad altre metodologie in grado di apprezzare tutti gli impatti generati dalle diverse soluzioni del problema, sulla base di una serie di obiettivi/criteri misurabili nella scala a loro più congrua. È chiaro che con tali metodologie (AMC) proponiamo un processo valutativo di un’area importantissima per la città,attualmente appannaggio dei pochi residenti, a fronte di una stima dai risultati riconoscibili e oggettivabili, per altro dagli scarsi e aleatori scopi, se non

inquadrati nella zona omogenea di riferimento.Con questo lavoro vogliamo fornire un contributo ed una base razionale a problemi di scelta ed alle alternative su tale area, sulla base di molteplici criteri/obiettivi. Nel particolare contesto socio-economico gli obiettivi percorribili (rinnovo urbano e/o esplicitazione di un modello di architettura da conservare e integrare nel

tessuto cittadino con i suoi valori simbolici, culturali, sociali e storici). Le infrastrutture e i servizi possono essere caratterizzati da aspetti DIVERSI TRA LORO.

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Pertanto nell’(AMC) consideriamo tutti questi aspetti: ossia indicatori economici(WE), sociali (WS), fisico-spaziali(WF), ambientali(WA) e culturali(WC)W=( WE+WS+WF+WA+WC)Nel nostro caso analizziamo le alternative di progetto:A) UNIVERSITA’B) POLO ARTI E MESTIERIC) POLO-COMUNALE-URBANISTICO-UFFICIO DEL TERRITORIO.Passiamo ad analizzare i criteri per la valutazione dei diversi progetti:1) Compatibilità del progetto di restauro del manufatto con le areee adiacenti.2) Preferenza sociale (invio questionario ad un campionario scelto).3) Risposta funzionale=> fruibilità.4) Accessibilità (circolazione, traffico, parcheggi)5) Costi (k) di costruzione

Si costituisce una prima matrice detta di valutazione:

1 (1/9) 2 (2/9) 3 (3/9) 4(1/9) 5 (2/9)

A 15% 20% 80% 500 1280000

B 10% 15% 70% 800 1120000

C 20% 10% 75% 600 1152000

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A questo punto si costruisce una matrice di priorità per ogni criterio si esprime la relazione di utilità delle diverse alternative.1° CRITERIO: UA>UB>UC2° CRITERIO: UC>UB>UA3° CRITERIO: UA>UB>UC4° CRITERIO: UA>UC>UB5° CRITERIO: UB>UA>UC

A B C ∑valori/2

A 1/9+0+3/9+1/9+0 1/9+0+3/9+1/9+2/9

(12/9):2=12/18

B 0+2/9+0+0+2/9 1/9+0+3/9+0+2/9

(10/9):2=10/18

C 0+2/9+0+0+0 0+2/9+0+1/9+0 (5/9):2=5/18

1 2 3 4

A

B

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ANALISI COSTI-BENEFICI

B

K

B

K

PROGETTO B

PROGETTO A

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PROGETTO A

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PROGETTO B

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Un ulteriore procedimento per la scelta di progetti alternativi, è rappresentato dal costo-opportunità, in riferimento ai benefici cui rinunciamo dall’attivazione di un’alternativa e

considerandoli come costo per la soluzione prescelta; infine si può arrivare alla determinazione del valore d’uso sociale (VUS) della risorsa, capitalizzando i redditi netti medi derivanti

dall’attivazione dei progetti ipotizzati, a cui vanno aggiunti gli effetti sinergici positivi circostanti il bene. Ad esempio, basandosi su una utilità media, individuata con le nostre indagini monetarie e

non monetarie di 65.000 euro, ed un tasso di redditività del 2.6%, si potrebbe arrivare ad individuare un VUS di 2.5 mil euro, valore non di mercato, ma espressione del flusso di utilità dirette ed indirette che la risorsa potrebbe riversare sul sito e sul tessuto urbano in generale.

Prof. Antonio Di Ciano Arch. Michele Rullo Alunni 5 B° Progetto 5

Si ringrazia l’architetto Di Naccio Antonio per il materiale fornito proveniente dall’archivio storico del comune di Lanciano .

Si mette a disposizione l’e-mail [email protected] per tutti coloro che volessero fare osservazioni o contribuire al dibattito per il recupero dell’area.