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    Riprodurre il movimento

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    MareyVolo di un pellicano, 1882 ca.

    La versatilità delle pellicole Kodak, per esempio, attira nel

    1889 l’attenzione di Étienne-Jules Marey (1830-1904),

    celebre fisiologo francese dedito da anni allo studio delle

    leggi che regolano i movimenti del corpo di uomini e animali,

    dalla emodinamica cardiovascolare al volo degli uccelli.

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    Marey

    Per condurre le ricerche con maggior precisione, Marey, dal

    1869 professore al Collège de France e dal 1878 membro

    dell’Accademia delle scienze, usa la fotografia come

    supporto alle sue ricerche già dall’inizio degli anni Settanta,

    sebbene con apparecchiature complicate e risultati non

    sempre soddisfacenti.

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    Nel 1882 ha elaborato un metodo oggettivo (chiamato

    cronofotografia) per registrare le fasi del movimento in cui gli

    scatti fotografici successivi sono regolati da un cronometro,

    mettendo anche a punto un «fucile cronofotografico» in

    grado di riprendere 12 fotogrammi al secondo.

    Il fucile cronofotografico

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    L’ otturatore dell’apparecchio è dotato di due dischi rotanti: uno,

    con 12 finestre, ruota con la lastra, portando davanti all’obiettivo

    in un secondo 12 diverse zone del materiale sensibile; in quello

    stesso secondo, l’altro disco, su cui è praticata una stretta

    fenditura, compie dodici rotazioni complete, determinando

    l’esposizione di ogni singola finestra. Le sequenze di immagini

    ottenute stampate su strisce di carta sensibile, vengono infine

    lette con un fenachistoscopio.

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    Marey

    Ma dal 1889 Marey utilizza le pellicole Kodak da 70mm, la cui

    sensibilità e trasparenza rappresentano un salto di qualità,

    consentendo di registrare - pur essendo ancora troppo corte

    (da uno a due metri) e non perforate - un maggior numero di

    immagini in successione, una lettura migliore dei risultati e la

    realizzazione dei «primi film» della storia, film ad alta velocità

    (60 immagini al secondo) e con immagini di ottima qualità.

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    Marey

    Come è facile capire, per Marey la fotografia non è mai stata

    un fine, ma uno strumento per l’analisi della meccanica della

    locomozione, nell’ambito degli studi fisiologici. Egli torna

    nell’ultima fase della sua vita a studiare il movimento delle

    forme astratte, come una palla che cade, o l’aria o le scie di

    fumo, la cui osservazione fotografica sarà alla base delle

    evoluzioni dell’aerodinamica e delle «gallerie del vento».

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    Muybridge

    Un percorso di analisi del movimento simile a quello di

    Marey, per quanto concerne l’utilizzo di strumenti ottici, viene

    compiuto da Eadweard Muybridge (1830–1904), fotografo

    inglese trapiantato in America, che già nel 1978 ha raggiunto

    un notevole risultato riuscendo a descrivere attraverso le

    immagini il movimento di un cavallo in corsa, in quello che

    viene sovente considerato il primo ennesimo film della storia.

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    The Horse

    Per rispondere alla sfida dal governatore della California, che

    vuole verificare l’ipotesi che un cavallo durante il trotto sollevi

    contemporaneamente tutte e quattro le zampe dal suolo, nel

    1878 Muybridge «seziona» i movimenti dell’animale in corsa

    piazzando lungo un tracciato prestabilito una batteria di 24

    fotocamere, che verranno azionate dall’animale stesso man

    mano che i suoi zoccoli colpiranno i fili disposti sulla pista.

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    The Horse

    La «prova fotografica» conferma il contemporaneo distacco

    da terra delle quattro zampe dell’animale, ma smentisce la

    supposizione che ciò avvenga nella posizione di massima

    estensione degli arti, come comunemente si credeva e si

    raffigurava in molti dipinti e disegni dell’epoca.

    Théodore Géricault, Le Derby

    de 1821 à Epsom (Louvre)

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    The HorseLa sequenza fotografica di Muybridge

    si rivela quindi più precisa e corretta

    dell’occhio umano. I suoi risultati

    sconvolgono l’attività dei pittori, che si

    affidano sempre più alle fotografie di

    figure umane per copiarle nei loro

    quadri, per riprodurre ciò che l’occhio

    umano potrebbe confondere. L’analisi

    del movimento di Muybridge viene

    apprezzata anche da Edgar Degas,

    che studia le posizioni assunte dal

    cavallo e trae disegni dalle fotografie.

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    Il successo dell’iniziativa porta grande notorietà a Muybridge

    che ottiene una sovvenzione dell’Università della

    Pennsylvania per approfondire lo studio del moto di uomini e

    animali, sfociato nel 1887 nella pubblicazione di Animal

    Locomotion: undici volumi contenenti 20.000 fotografie

    raccolte in 781 tavole.

    Animal Locomotion

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    Muybridge

    La tecnica utilizzata da Muybridge per catturare il movimento

    di animali e persone consiste in una serie di macchine

    fotografiche allineate e attivate in successione dal soggetto

    mediante un sistema di fili e di pedane mobili; è pertanto una

    forma rudimentale di «cronofotografia», che diventa più

    accurata nel 1884, quando viene sostituita da un congegno

    a orologeria che comanda elettricamente gli otturatori di ben

    36 macchine.

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    Zoopraxinoscopio

    Per la visione delle immagini egli

    utilizza un tamburo magico, poi un

    fenachistoscopio e infine mette a

    punto nel 1880 un suo

    Zoopraxinoscopio, simile

    allo Zoetropio, una ruota che può

    contenere fino a 200 diapositive e

    sintetizza il movimento continuo

    permettendo la visione delle

    immagini a più persone

    contemporaneamente e prefigurando

    la proiezione cinematografica.

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    Muybridge

    Muybridge ammantava il suo lavoro con un alone scientifico,

    ma era un dilettante, non uno scienziato, come Marey. In

    particolare, la scelta delle immagini delle sue raffigurazioni

    del movimento non era una sequenza oggettiva ma una

    scelta «artistica» tra quelle che riteneva migliori.

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    Molti dei suoi soggetti, uomini e donne,

    sono nudi e comprendono contorsionisti,

    persone obese, ecc. L’intento scientifico

    porta l’attenzione sul corpo, piegandolo

    così a esigenze del fotografo che la

    morale del tempo non avrebbe

    consentito: la componente voyeuristica è

    quindi una parte non secondaria del

    successo del lavoro di Muybridge.

    Eadward Muybridge, The Kiss, 1887

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    Raccontare storielle

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    Il teatro ottico

    Per ottenere figure in

    movimento su uno schermo, a

    Parigi si muove anche

    l’inventore del prassinoscopio

    (1877), Charles-Émile

    Reynaud (1844–1918), che nel

    1889, grazie a una lanterna

    magica, riesce a proiettare

    «fotogrammi» dipinti su vetro e

    uniti da due strisce di cuoio che

    girano su due grandi bobine.

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    Il teatro ottico

    È il famoso «teatro ottico», evoluzione del prassinoscopio che

    dal 28 ottobre 1892 permette al pubblico del museo Grévin le

    pantomime luminose, storielle a disegni animati che per prime

    escono dal loop della semplice riproduzione del movimento

    proponendo un racconto compiuto, per quanto brevissimo.

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    Nel 1896 Reynaud risponderà ai Lumiére passando dalle

    pantomime luminose alle fotopitture animate, che invece dei

    disegni usano fotografie, ma la macchinosità delle attrezzature

    decreterà il fallimento di questo sistema di proiezione.

    Il teatro ottico

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    Proiettare

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    EdisonChi invece sfrutta meglio le

    possibilità offerte dalla celluloide è lo

    statunitense Thomas A. Edison che,

    dopo aver visto nel 1889 a Parigi gli

    apparecchi di Marey e di Reynaud,

    con l’aiuto del suo geniale assistente

    William Kennedy Laurie Dickson si

    mette al lavoro per costruire una

    macchina da presa adeguata alla

    nuova pellicola e un’apparecchiatura

    per riprodurre i film ottenuti facendoli

    «scorrere» davanti a un visore.

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    Kinetoscopio

    L’aggeggio è uno scatolone di

    legno chiamato Kinetoscope

    che permette di guardare il film

    di 15 metri in 35mm che scorre

    al suo interno attraverso un

    oculare, una persona alla volta.

    Il primo prototipo funzionante è

    pronto nel maggio 1891,

    mentre la versione definitiva

    viene presentata ufficialmente

    al Brooklyn Institute of Arts and

    Sciences il 9 maggio 1893.

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    Kinetoscopio

    Nel 1893 viene anche messa a punto la pellicola da 35mm (la

    pellicola Kodak 70mm tagliata a metà) perforata (quattro buchi

    rettangolari su ciascun lato dell’immagine) che sarà utilizzata

    praticamente tale e quale come standard per i successivi

    centoventi anni. A partire dal 1894, il kinetoscopio si diffonde in

    tutto il mondo e rappresenta per Edison un notevole successo.

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    Il PhantoscopeMentre si precisa la scelta tecnica di

    Edison in favore della visione

    individuale, si continua a lavorare anche

    sul versante della «proiezione» esterna

    delle immagini. Il 6 giugno 1894,

    Charles Francis Jenkins presenta nella

    sua città (Richmond, Indiana) un

    apparecchio denominato Phantoscope,

    mentre nell’aprile del 1895 Woodville

    Latham propone l’Eidoloscope, con cui

    viene effettuata il 20 maggio la prima

    proiezione mondiale di film commerciali.

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    Il Bioscopio

    Nel 1895, in Germania, i fratelli Skladanowsky costruiscono un

    marchingegno ispirato alla tecnologia della lanterna magica, il

    Bioscopio, con due bobine da 54 mm che proiettano

    alternativamente un fotogramma ciascuno alla velocità di 16

    fotogrammi al secondo, sufficiente a creare l’illusione del

    movimento.

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    Il Bioscopio

    A luglio i due fratelli effettuano una dimostrazione a Pankow

    (Berlino), cui assistono i registi della Wintergarten music hall, e

    ottengono un contratto per presentare l’invenzione il 1°

    novembre 1895, in coda a una performance.

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    Il Bioscope

    Lo show (film di circa 6

    secondi ripetuti più volte con

    uno specifico

    accompagnamento musicale),

    pubblicizzato come “la più

    interessante invenzione

    dell’era moderna”, si protrae

    per quattro settimane.