rio cmdfewfio

69
"A Flora"

description

rewqewvrtewvvwefgewv fdgfdgdf

Transcript of rio cmdfewfio

Page 1: rio cmdfewfio

"A Flora"

Page 2: rio cmdfewfio

2

Page 3: rio cmdfewfio

3

Bruno Guarino

Rio Amazonas

Edizioni"Il Grappolo"

Page 4: rio cmdfewfio

4

Copyright© 1999by

Edizioni "Il Grappolo"Parco S.Anna - Tel.089-894457

84080 S.Eustachio di Mercato S.Severino (SA)Internet: www.ilgrappolo.it

CAPITOLO I

Page 5: rio cmdfewfio

5

Il mare, calmissimo, era di un verde chiaro, trasparente e, battutodal sole tropicale, creava riflessi che danzavano festosi sullasuperficie dell’oceano. Si perdevano lontano, e gli sguardi degliisolani e dei turisti che affollavano la piazza principale venivanodistratti soltanto dai rapidi balzi di scuri ed eleganti delfini chegioiosamente ripiombavano nello specchio di mare, allineati comeginnasti alla prova finale del corso nel giorno della premiazione.Ricadevano sprizzando acqua tutt’intorno come piccole fontane.Ugo, lo sguardo fisso sull’immenso specchio oceanico, guardavadal molo, conquistato dalla bellezza di questa distesa, che invitavaa sognare ad occhi aperti portando chissà a quali sperdute terre enascoste isole, non ancora toccate dalla cosiddetta civiltà.Si trovava su un’isola stupenda: l’isola Margarita che, insiemecon quelle di Coche e Cubagua, forma l’Estado de NuevaEsparta, ed è la più grande di ben settantadue isole appartenenti alVenezuela.Ugo aveva lasciato da tempo l’Italia, come tanti altri emigranti, incerca di lavoro e di serenità.Si era rifugiato in questo meraviglioso continente e si trovava orain questa feconda terra, alla ricerca, che definire disperata nonsarebbe eccessivo, di un luogo felice e accogliente con pochiabitanti, pacifico, che potesse fargli dimenticare le ingiustizie cheriteneva di aver sofferto nel suo Paese.Questa "isla de encanto", molto antica e piena di fascino, avevatrasmesso la sua magia a tanti visitatori. In passato, era stataanche rifugio di corsari, tra i quali, secondo una leggenda, ancheil pirata inglese Morgan.Ma, prima di buttare definitivamente l’ancora, Ugo volevacontinuare il suo viaggio di ricerca, conoscere altri luoghi,incontrare persone interessanti e assimilare meglio quella attraenteparte dell’universo le cui assolate strade stava cosìentusiasticamente percorrendo.Si dovrebbe anche aggiungere che gli italiani erano consideratiospiti graditi in tutto il Venezuela per la loro laboriosità e per laloro onestà. E - perché no - pure per la loro simpatia. Anche se,

Page 6: rio cmdfewfio

6

talvolta, come tutti gli stranieri, venivano affettuosamente chiamati"Monsciù" a sottolineare che non erano nati in quella terra.Una sola volta, nel 1957, dopo la caduta del Presidente PerezJimenez, gli italiani, a causa della collaborazione offerta aldittatore dal connazionale Felipe Gagliardi, si trovarono indifficoltà, ma fortunatamente, data la buona volontà sia deivenezuelani che degli italiani, il rapporto ritornò cordiale moltopresto. D’altra parte, tutti gli stranieri, quando dopo anni dilaboriosa attività a fianco dei venezuelani acquistavano la loronazionalità, venivano cordialmente considerati "reencauchados",cioè alla stregua di pneumatici vulcanizzati.Ma degli italiani venivano apprezzate anche altre qualità, compresala generosità. In anni lontani, era vissuto nell’isola Margarita unmedico italiano che, esercitando spesso la sua professionegratuitamente, era riuscito a conquistare la stima e l’affetto deinativi. Si trattava di un italiano del sud, che risiedeva in unaspaziosa casa di stile spagnolo, con un vero parco dove vivevanoin assoluta libertà alcune belve, le quali, anche se beneammaestrate, impaurivano gli isolani.Per questo motivo aveva pochi amici, e la sua casa non era moltofrequentata. Lo era soltanto il suo studio professionale, al quale siaccedeva da un ingresso secondario lontano dal giardino.E molti erano gli indigeni privi di mezzi che si facevano curare dalui.

Page 7: rio cmdfewfio

7

CAPITOLO II

Ugo era nato a Udine, nella generosa terra friulana. La suaabitazione non era molto lontana dalla Piazza della Libertà,incorniciata dal Palazzo Comunale, di stile gotico-veneziano, e dalporticato di S. Giovanni, grande opera del Rinascimento.Per andare a scuola, attraversava quella piazza tutte le mattine.Era per lui come una boccata di ossigeno.Diciamo che passò la giovinezza in quell’atmosfera che allora sidefiniva "littoria". Imparò tante cose che il regime si sforzò diinsegnare ai giovani, servendosi di compiacenti professori. E,purtroppo, molte altre non riuscì ad impararle, perché nessunoosò insegnargliele. Erano argomenti da non toccare, da ignorare.Insomma, insieme alla cultura littoria, cresceva di pari passo, purein relazione alle idee che provenivano dall’estero, ai testi classicidel liberalismo e anche del marxismo, che si pretendeva dicombattere ma che non era permesso di conoscere e studiareseriamente, come sarebbe stato giusto per poter criticarli, unaparallela "ignoranza littoria". Che riuscì a superare, prima diemigrare, passando sui libri molti anni.A Porlamar, in quest’isola benedetta dal sole, c’era un grandealbergo, a quei tempi modernissimo, l’Hotel Concorde, che Ugospesso frequentava.In uno di quei saloni illuminati e spaziosi trovò un giorno ungiovane che parlava bene l’italiano, ma affermava di nonconoscere l’Italia, dalla quale, a suo dire, erano partiti, molti anniprima, i suoi genitori.Si chiamava Riccardo, ma si faceva chiamare Ricardo, allaspagnola.A forza di incontrarsi divennero quasi amici, e Ugo cercò disapere qualcosa di più della sua vita e dei suoi trascorsi nelcontinente. Per incoraggiarlo a parlare, cominciò a raccontarglidella sua vita a Udine e dei motivi che, vari anni dopo la morte disuo padre, lo spinsero a emigrare in cerca di fortuna come tantialtri italiani. Anche se con qualche disponibilità, che glipermetteva di sopravvivere in attesa di una sistemazione.

Page 8: rio cmdfewfio

8

"Ti sto ascoltando con molto interesse - gli disse Ricardo convoce ferma - e immagino che tu sia lieto di trovarti qui. Quanto ame, ho girato quasi tutto il Centro e il Sudamerica, e tutti i paesiche ho visitato mi sono piaciuti moltissimo. E che dovrei dire delmare, spesso di un azzurro così chiaro e trasparente da fardubitare della realtà; e degli occhi verdi, indescrivibili, difantastiche ragazze di alcune regioni amazzoniche quasiinesplorate"."Ti dirò che, all’inizio, il clima tropicale mi pesava un po’, ma mici abituai molto presto. Di sera, mi accarezzava un vento leggeroche conciliava il meritato riposo, che una dondolante amacarendeva più piacevole"."Quali paesi ti sono piaciuti di più durante il tuo coraggiosopellegrinaggio - gli chiese, interrompendolo, Ugo - quali regioni tihanno maggiormente colpito?""Apprezzo molto le tue confidenze, e sono certo che hai daraccontare molte altre cose interessanti, fatti non comuni di cuinon sei stato soltanto spettatore" - continuò."Sì, in realtà - riprese Ricardo - in molti luoghi che ho visitato enei quali mi sono anche fermato, ho creduto anch’io, magari perpoco tempo e non diversamente da te, di aver trovato quellogiusto, il mio personale paradiso, ma si trattava soltanto di colpidi fulmine, generati forse soltanto dalla mia ferma volontà ditrovare il posto ideale. Probabilmente, stavo addirittura mentendoa me stesso, per sfuggire alla condanna che mi avrebbe magarispinto a cercarlo fino alla fine dei miei giorni, con il passo stancodel viandante alla ricerca di qualcosa che non potrà mai trovare.Continuai, comunque, il mio cammino, fermandomi, ogni tanto,in qualcuna delle località che attraversavo"."Non puoi indicarmi il nome di qualche paese o regione per farmicapire qualcosa di più? - azzardò Ugo, pur rendendosi conto diinsistere un po’ troppo con una persona che aveva conosciutosolo pochi giorni prima e che, probabilmente, aveva qualcosa danascondere."Preferisco rimanere nel vago - ribattè Ricardo - anche perché lamia vita non è stata sempre facile, e non per colpa mia. Dando unnome ai luoghi che mi hanno ospitato, potrei forse facilitare

Page 9: rio cmdfewfio

9

conclusioni affrettate, che preferirei evitare. Anche se,sinceramente, vorrei addentrarmi, perché mi sei simpatico, inalcuni dettagli che non ho mai raccontato a nessuno.""Vai avanti, ti ascolto. - aggiunse Ugo, preparandosi a parteciparealla sicuramente singolare avventura di Ricardo - Ma questi,sbirciato l’orologio, balzò in piedi e, scusandosi, si avvicinò allaporta affermando di avere un appuntamento e di essere in ritardo.Il giorno dopo, Ricardo non si fece trovare all’Hotel Concorde. Epassarono altri due giorni senza che riapparisse. Infine, Ugo siinformò, e gli fu detto che era ripartito. Nessuno seppe dirgli,però, dove fosse andato.Succede spesso che in paesi aperti all’immigrazione arrivinopersone dal passato non sempre cristallino. Le quali, pensando dipoter iniziare una nuova vita, a volte cambiano addirittura il nome.E, naturalmente, non amano rituffarsi nel passato, né permetteread altri di indagare e riportare a galla fatti che avevano magaricancellato dalla memoria, avvenimenti che erano stati radicalmenterimossi.Ugo finì col giustificare il suo comportamento, anche se lasparizione di Ricardo lo lasciò perplesso per parecchio tempo. Elo portò a concludere che Ricardo, pentitosi di aver parlatotroppo, aveva preferito interrompere bruscamente il rapporto. Oera stato addirittura riconosciuto da qualcuno che avrebbe potutonuocergli.Comunque, ci rimase male. E, non avendo altre cose urgenti dafare, decise, alla fine, di ripartire anche lui. Si prefisse diraggiungere, come prima tappa, la Colombia, da dove avrebbeproseguito il viaggio verso il sud.

Page 10: rio cmdfewfio

10

CAPITOLO III

La giornata era veramente brutta; dalle finestre entrava una lucemolto debole. Sui vetri delle finestre tamburellava una pioggiainsistente che, appena li toccava, scorreva a rivoli verso il basso,attenuandone la trasparenza.Vincenzo, un giovane tossicodipendente, attendendo il responsodel giudice, osservava come ipnotizzato questi giochi d’acqua,cullandosi nell’illusione di un verdetto assolutorio.Poco prima, aveva ascoltato in religioso silenzio l’arringa del suodifensore d’ufficio che, coraggiosamente, si era scagliato contro ilsistema che era troppo severo con dei poveri ammalati, tra i qualidoveva certamente essere annoverato un tossicodipendente, etroppo generoso nei processi anche penali contro esponentipolitici, specie quelli di alto livello, i quali potevano contare, inattesa di miracolosi colpi di spugna, su opportuni rinvii. E nei casipiù disperati, su affettuosi rifiuti di autorizzazione a procedere daparte delle Camere.Quando il giudice pronunziò infine la sentenza che lo condannavaa tre anni e tre mesi di reclusione per tentata rapina e lesionipersonali, restò impietrito, e non ebbe neppure la forza diprotestare, di urlare che era soltanto un povero drogato.In effetti, si era servito solamente di una pistola giocattolo e,avendogli il farmacista rifiutato la droga, affermando di essernesprovvisto, si era innervosito e, al tentativo dell’aggredito ditogliergli di mano la pistola, aveva reagito sferrando un pugno chelo aveva gettato a terra facendogli battere la testa contro ilpavimento e procurandogli delle lesioni che lo costrinseroall’ospedale per più di venti giorni.Vincenzo, rendendosi finalmente conto della gravità del suogesto, tentò di fuggire, ma una pattuglia di carabinieri che stavaperlustrando la zona, informata da alcuni passanti di ciò che stavasuccedendo nel negozio, intervenne prima che potesse allontanarsie lo condusse, ammanettato, al più vicino carcere.

Page 11: rio cmdfewfio

11

La prima notte la passò meditando sulla severità della pena maanche dell'assurdità del suo folle gesto compiuto in fase diastinenza, e del quale non si sentiva coscientemente responsabile.Lasciando il Venezuela, via Cucuta, Ugo entrò in Colombia, inquesto nuovo gradevole paese. Un’altra terra, confinante anchecon Panama, il Brasile, il Perù e l’Ecuador, affacciata sul mardelle Antille. Appartenente, in buona parte, alla regione andina eper il resto all’Amazzonia.Nella parte orientale, si trovano molte estese savane che siperdono nella foresta vergine amazzonica, di rara bellezza, nellaquale soltanto pochissimi audaci hanno il coraggio di addentrarsi.Si tratta di un fantastico paese con pittoresche città, piene tral’altro di musei, chiese, conventi, cappelle e luoghi archeologici.Presso La Plata, nella zona di Tierradentro, si trovanoantichissime sepolture precolombiane scavate nella roccia.Per vedere queste meraviglie, Ugo si servì di corti voli locali chealternò a lunghe scorrazzate su vecchi autobus, e a pesanti masane passeggiate che gli permisero di conoscere meglio questaantica terra. Proseguì, quindi, la sua avanzata, sempre viaggiandoin aereo o utilizzando, ove possibile, corriere o "carritos porpuesto" (taxi che concedono passaggi a varie persone, comefossero piccoli autobus) o continuando a spostarsi, per tratti brevio comunque tollerabili, anche a piedi.Un giorno, doveva essere un sabato, camminò per ore,rasentando i bordi della foresta, cercando di non penetrarvi pernon perdere l’orientamento. Di solito, nelle foreste, si entraaccompagnati da qualche indigeno, buon conoscitore della zona.Bisognava farsi strada tra rami e liane, guardando attentamente aterra e sugli alberi per non trovarsi la strada sbarrata da unserpente o da qualche altro animale. Prestando la massimaattenzione a ogni più piccolo rumore proveniente dagli spessimaterassi di foglie.Un cartello, sospeso ad un ramo, con discutibile calligrafia,informava: "Caminante, no hay camino. Se hace camino al andar"(viandante, non esiste una strada. La si inventa camminando). Eral’unico segno delle autorità che vegliavano su quella zona.

Page 12: rio cmdfewfio

12

Fu così che, camminando appunto ai bordi di quellalussureggiante foresta, giunse ad una specie di villaggio, nella cuipiazza principale passeggiavano varie persone abbigliate conpochi ma coloratissimi capi.Ugo restò a guardarle incuriosito, chiedendosi dove fosse.Ma si ritrovò quasi subito con una bacchetta di legno che glicomprimeva il petto. Per fortuna, il volto rassicurante del tizio chela impugnava gli fece subito capire che si trattava soltanto di unaspecie di gendarme locale. L’operazione, in Europa, sarebbeconsiderata un normale controllo di documenti.L’uomo si rese subito conto di essersi imbattuto in un impolveratoturista, e la conferma, più che dal suo grosso zaino, gli venne daisuoi occhiali da sole, che considerava, come d’altronde moltinativi, uno strumento di lusso per vedere tutto in un colorediverso da quello reale.Ugo gli presentò il passaporto, e poiché il gendarme parlavasoltanto il dialetto locale, l’incontro si concluse rapidamente conuna specie di sorriso da ambo le parti.Ugo continuò a camminare, oltrepassò la piazza e una lunga,stretta strada, che iniziava subito dopo le ultime case e portava, insalita, a un piccolo villaggio su una collina battuta dal sole e quasitotalmente coltivata a vite.In quel villaggio incontrò un altro italiano che stava spiegando auna persona del luogo perché si era spinto fino a quella località,dopo aver vagabondato per molto tempo, facendo per vivere moltilavori, anche pesanti.Per rendere più credibili le sue parole, gli mostrava le manicallose.Non riuscì a capire i motivi del suo arrivo perché, appena videUgo che si avvicinava, l’italiano cambiò argomento, e si mise aparlare del calore che, specie a quell’ora, consideravainsopportabile. Però intuì qualcosa; e gli vennero subito in mentequelle vecchie madri che, vestite di nero, accompagnavano i figliemigranti all’imbarco nei porti dell’Italia meridionale, piangendo edisperandosi ad alta voce per quei distacchi, forse definitivi, daifigli che quasi sicuramente non avrebbero più visto, come non

Page 13: rio cmdfewfio

13

avrebbero mai conosciuto le loro future spose, né i lorodiscendenti.Ugo lo salutò e si presentò a lui e al suo interlocutore, e gli dissedi essere appena arrivato. Quindi, cominciò a parlare del più e delmeno, lodando il paese che aveva trovato simpatico e interessante.Attese pazientemente che rimanesse solo e, per evitare, dopol’esperienza avuta con Ricardo, di toccare pericolosi argomentipersonali, preferì accennare spiritosamente ai cercatori di diamantie di altre pietre preziose di alcune zone del continente, i qualipregano Dio di non fargliele trovare per il timore di esseresuccessivamente ridotti come un colabrodo.Ci sono alcuni punti della terra, insomma, che possono essereabitati soltanto da abilissimi pistoleros, non certo da persone,diremo così, timorate di Dio."Sì, è vero - rispose l’italiano, che si chiamava Vincenzo ma erada tutti conosciuto come Vicente - però ciò avviene in altri paesi,molto lontani da questo". D’altra parte, succedono cose strane unpo’ dappertutto. Io, per esempio, mi sono dedicato all’inizio delmio viaggio ad una piccola attività commerciale in un paese che, apensarci bene, figurerebbe degnamente in un movimentato filmwestern.Importavo qualche articolo europeo. Un giorno, uno dei mieiclienti si rifiutò di pagare la merce, e anche di restituirmela. Sitrattava di circa 5000 dollari americani. Una cifra, a quei tempi eper me, veramente alta. Incaricai un avvocato di recuperare quellasomma. Questi, che si spacciava per professore di diritto e che,alla fine, risultò non essere neppure laureato, si rifiutò diconsegnarmi l’importo che era riuscito ad ottenere dal clientedebitore usando non i codici, sostenuti da qualche dotta citazionein latino, ma una volgare pistola a tamburo.Evidentemente il cliente, che si fingeva in stato di decozione,quando si rese conto che era in pericolo addirittura la sua vita,preferì saldare il debito. Ma, come è noto, non sempre leciambelle riescono col buco. E il sedicente avvocato se ne guardòbene dal fare il suo dovere nei miei riguardi.

Page 14: rio cmdfewfio

14

Diedi allora mandato ad un altro legale, chiedendo di recuperarel’importo incassato dal suo irrispettoso collega. Forse, hai giàintuito cosa avvenne.I due legali si misero d’accordo e si divisero fraternamente ilmalloppo.Disperato, come puoi immaginare, mi rivolsi ad un terzoavvocato, consigliatomi da una persona al di sopra di ognisospetto.Questi studiò bene il caso e, infine, affermando di essere un padredi famiglia e di non voler esporsi a rappresaglie oppure a raffichedi mitra, rinunciò all’incarico."È chiaro che hai vissuto esperienze alquanto rare - azzardò Ugo,anche un po’ divertito - devi averne viste di tutti i colori.""Certo - replicò Vicente con un sorriso - se diverremo buoniamici, come spero, ti racconterò tante altre cose. Per questa volta,continuerò soltanto il capitolo iniziato. Aggiungerò , cioè, che unbel giorno feci sequestrare della merce ad un altro cliente, il quale,come il primo, si era rifiutato di pagarla. E tornato ariprendermela, tempo dopo, per venderla ad altri, mi sentiirispondere dal responsabile del magazzino presso il quale l’avevodepositata che la partita non c’era più, e che sarebbe stato saggiodimenticarsene.""Bellissima anche questa. - aggiunse Ugo - Ho passato un’oramolto piacevole con te e ho anche imparato qualcosa. Spero dirivederti domani. Salve."La cittadina alla quale Ugo era giunto, al termine della sua marcia,e nella quale aveva trovato Vicente, era abitata, come suol dirsi,da poche migliaia di anime. C’era la solita piazza centrale in stilecoloniale con, disposti in quadrato, il Palazzo del Comune, lecarceri, la Chiesa e un albergo, dove Ugo si sistemò subito. Sichiamava "El ocaso", (il tramonto) e sul portone pendeva obliquoun cartello: "Se reciben caballeros de orden" (si accettano soltantopersone rispettose della legge).Questa scritta si troverà spesso appesa alla porta di altri alberghi,specie nei piccoli centri.

Page 15: rio cmdfewfio

15

In uno dei giorni successivi, durante altri incontri, Ugo e Vicentecominciarono a scambiarsi alcune confidenze. Non moltoimpegnative, all’inizio.Intanto, Ugo ebbe modo di conoscere altre persone, e cominciò acapire che, dietro a Vicente, c’era una storia diversa da quella chelui aveva raccontato ai suoi conoscenti. Una storia che nessunoconosceva esattamente e che, distorta casualmente o ad artementre veniva raccontata da una persona all’altra, era diventataquasi incredibile.Ugo, per la verità piuttosto turbato, cercò di far parlare Vicenteper capire l’ingranaggio nel quale sembrava dibattersi."È un’avventura unica - affermò Vicente con gli occhi bassi - enon credo proprio che altri possano raccontare di aver vissutocose del genere così intensamente. È capitata proprio a me. Eportarne il peso è proprio come sostenere un macigno. Avraisentito qualcosa in paese. Ti avranno anche detto, forse, che sonoun assassino, ma non è assolutamente vero. Sono stato incastratodalle autorità di ben due paesi che hanno voluto attribuirmi uncrimine da loro commesso per ragioni politiche, perché nonvenisse mai a galla la verità. E mi hanno protetto e portato daqueste parti per impedirmi di parlare e di indicare i veriresponsabili, aiutandomi in questa fuga che, indirettamente, avallale accuse ingiustamente lanciate contro di me.""Capisco - rispose Ugo con macelato imbarazzo - ma percostringerti ad accettare una simile responsabilità e subire questaintollerabile ingiustizia, sia pure attenuata dai servizi segreti,devono averti dato o promesso qualcosa. Altrimenti, avresti avutola possibilità di rifiutarti di assecondarli. Qualche ulterioredettaglio aiuterebbe a chiarire meglio i fatti. Sempre che tu ti fididi me, naturalmente.""Certo - ribatté Vicente - stai dicendo delle cose sensate. Avevocommesso un errore giovanile, anche grave, per la precisione, eavendo bisogno di denaro sono stato costretto ad accettare la loroproposta, se così la vogliamo chiamare. Cosa di cui oggi sonosinceramente pentito.In verità, si tratta di una responsabilità troppo pesante rispetto allamia colpa. Insomma, sono la vera vittima di un intrigo

Page 16: rio cmdfewfio

16

internazionale, davanti al quale sono un piccolo granello di sabbiache il vento getta dove vuole.""Non è difficile comprenderti - aggiunse Ugo - e voglio crederti,anche se le accuse che qualcuno lancia contro di te sono piuttostoserie. Ora so che non sei un assassino, ma mi chiedo come tupossa affrontare i problemi che questa tua eccezionale situazionecertamente ti creerà nella vita di tutti i giorni.""Hai ancora ragione - incalzò Vicente - infatti non posso reagire innessun caso come fanno le persone completamente libere. Vedi,ad esempio, il lobo del mio orecchio sinistro? Ho ricevuto uncolpo di pistola da un vecchio spasimante di Juanita, la miaragazza, il quale non gradiva la mia relazione con lei. Data la miasituazione, non mi è stato possibile rivolgermi alla polizia locale,perché avrebbero potuto estendere le indagini ed aumentare le miegià non indifferenti difficoltà.Comperai, invece, una bella pistola italiana, una Beretta calibro 9corto, e feci circolare la notizia presso gli amici del mio feritore, ilquale, avendo anche sentito che io avevo ucciso una persona, edavendoci naturalmente creduto, cominciò a temere per la sua vita esparì dalla circolazione. Sono tutte cose estremamente gravi, maquando ci si trova nella mia scomoda posizione non ci sono tantimodi per uscirne. Sono pochissimi, e bisogna coraggiosamentescegliere quello più facilmente realizzabile, e sperare poi chel’angelo custode non ti perda di vista.""Come potrei darti torto, - aggiunse immediatamente Ugo,alzando leggermente il tono della voce - ma tu, se non è unsegreto, da quale città d’Italia provieni?""Il mio paese natale è Vibo Valentia, in provincia di Catanzaro -rispose con un sorriso mefistofelico Vicente - ma i fatti di cui si èparlato non sono avvenuti in Italia. Preferirei continuare a nonprecisare il paese nel quale ha avuto inizio la mia storia, o sepreferisci, la mia tragedia; che mi ha fatto etichettare, senza che iolo sia, come un killer. E anche astenermi dal dire il mio vero nomeperché, come avrai intuito, mi hanno fatto espatriare condocumenti falsi.Ugo, in realtà un po’ confuso per questa inattesa dichiarazione,non osò, lì per lì , rispondere. Lo fece soltanto dopo vari secondi

Page 17: rio cmdfewfio

17

e dopo aver fissato a lungo negli occhi il suo interlocutore,temendo che Vicente non volesse, o non potesse, fornire altrespiegazioni che per lui avrebbero potuto costituire un pericolo.Poiché, in fondo, si conoscevano solo da poco tempo. Ma,pensando alla sua grave dichiarazione, arrivò alla conclusione cheforse sentiva il bisogno di sfogarsi, ed aveva anche capito che luinon gli avrebbe fatto del male. Azzardò, quindi, un’altradomanda. "Ti ringrazio, Vicente, della fiducia che mi hai concesso a primavista, e ti assicuro che non è mal riposta, ma forse, dopo quelloche hai detto, dovresti aggiungere qualche altra parola dispiegazione. Io potrei anche fraintendere, e vorrei invece esseretotalmente convinto della tua buonafede.""Hai ragione, - ammise subito Vicente - a questo punto una siapur sommaria precisazione sarebbe forse doverosa, ma temo dipoter solo ribadire che si tratta di un problema politico che iservizi segreti dei due paesi hanno risolto accusando me di undelitto che non ho mai commesso. Facendomi subito fuggireall’estero, praticamente sotto la loro protezione, per evitarmi disubirne le conseguenze. Ecco perché nessuno ha mai inoltrato unarichiesta di estradizione, anche se il fatto, da queste parti, non puòcertamente essere considerato un segreto. E non so neppure,francamente, come la notizia sia trapelata, sia pure parzialmente,perché, in realtà, nessuno sa con certezza come si siano svolti ifatti. E ci si basa su qualche confusa informazione, non fondatasu alcuna prova, né sostenuta da alcuna mia ammissione. Tu miispiri fiducia e ho voluto dirti qualcosa che, se pensi di fermartiqui, qualcuno, prima o poi, ti avrebbe certamente sussurrato,dandoti un’idea sbagliata degli avvenimenti e della mia personaleresponsabilità in questa benedetta storia.Ascoltando attentamente, Ugo capì che Vicente era sincero, e cheera stato trascinato in un gioco politico più grande di lui. E, questavolta, preferì tacere.Nel frattempo, i servizi segreti dei paesi coinvolti nell’oscurafaccenda, attaccati da politici a conoscenza di alcuni fatti, anche seprivi di un quadro d’insieme, e alla ricerca della verità occultata da

Page 18: rio cmdfewfio

18

sinistre manipolazioni, si muovevano per riconfermare le proprietesi e rendere impossibile una dimostrazione contraria.

Page 19: rio cmdfewfio

19

CAPITOLO IV

Un bel giorno, giunse un individuo che si faceva chiamareAlvarez. Era sulla cinquantina e di bell’aspetto, elegante eriservato. Aveva l’aria di un diplomatico. Con molta discrezione,si mise alla ricerca di Vicente che, intuita la situazione, si diedealla fuga, abbandonando anche la sua attività di propagandista diprodotti farmaceutici, che lo portava spesso in paesi vicini, edecidendo addirittura di trasferirsi passando la frontiera, in unaltro stato.Pensò subito che quella visita dall’Europa non poteva condurre anulla di buono, e che di guai, per questa sua assurda situazione,ne aveva già avuti anche troppi. E che questa sua imprevistasparizione, che comunque si augurava temporanea, impedendoglidi lavorare, gli avrebbe creato anche qualche problemafinanziario.Insomma, non riusciva a trovare pace neppure in quella lontanaparte del mondo dove lo avevano relegato per ragioni politiche chegli erano del tutto estranee.Per fortuna, colui che lo inseguiva e che lo costringeva a temereper la sua vita, non poteva chiedere un appoggio alla polizialocale, e ciò lo avvantaggiava non poco.La sua compagna Juanita, se interpellata, avrebbe potuto dire dinon saperne nulla. E anche di non averlo mai conosciuto, dato chenon erano nemmeno sposati. Nel dubbio, però, che potesserofarle del male e costringerla a parlare, Vicente preferì portarla consé.Alvarez, se questo era il suo nome, si faceva vedere nei bar epasseggiava in lungo e in largo cercandolo, e affermando diessere un suo vecchio amico e di voler incontrarlo solamente perportargli i saluti di una persona a lui cara. Ebbe infine il suoindirizzo, ma non riuscì a trovarlo. Risultarono inutili anche i suoiappostamenti.Inoltre, nessuno dei vicini aveva la più pallida idea di dove sifosse trasferito.

Page 20: rio cmdfewfio

20

Vicente, che di queste sue ripetute visite era stato informato, sichiedeva come mai, se era un inviato dell’organizzazione che, asuo tempo, aveva curato il suo espatrio, non fosse a conoscenzadel suo domicilio, che era riuscito a trovare soltanto dopo avervagabondato per vari giorni e interrogato molte persone. Forse erastato seguito per un po’, e poi era stato perso di vista in occasionedi qualche suo trasferimento.Il caso cominciava ad assumere contorni inquietanti.Vicente era convinto di aver fatto molto bene a sparire. E contavadi rimanere uccel di bosco almeno sino a quando Alvarez nonfosse ripartito per il paese dal quale aveva spiccato il volo.Prima di partire, aveva ripreso contatto con Ugo e gli avevaspiegato la nuova situazione che si era creata e i pericoli che lominacciavano ormai da vicino. Non gli aveva, però, confidato ilnome della località dove aveva in animo di rifugiarsi con Juanita,ma gli aveva fatto capire che non poteva continuare la sua attivitàprofessionale che, costringendolo a girare e a lasciare il suobiglietto da visita con il nome e l’indirizzo, di fatto gli impediva dinascondersi per sottrarsi ai malintenzionati che lo stavanocercando."Certo - gli rispose Ugo, sinceramente preoccupato - ma ora cosaintendi fare?""Non lo so ancora, però ho un amico in uno stato vicino,facilmente raggiungibile, che potrà aiutarmi. Tempo fa, gli feci ungrande favore. Sono certo che non mi abbandonerà."Ugo gli augurò buona fortuna e istintivamente lo abbracciò.Vicente raggiunse in territorio brasiliano la nuova città, che sichiamava São Joaquim, e contava oltre cinquantamila abitanti. Lìviveva il suo amico Belmiro, un uomo molto simpatico eoriginale, che aveva studiato medicina per vari anni e, a un certomomento, aveva cambiato idea e aveva acquistato una piccolaimpresa artigianale, abbandonando le sue giovanili aspirazioni.Questi li ricevette con molta cordialità e, senza farsi pregare, offrìa Vicente un lavoro nella sua falegnameria e un alloggio per lui eJuanita.Il momento era difficilissimo ma la fortuna, almeno all’inizio,aveva preso i due fuggiaschi sotto il suo manto protettivo. Sino a

Page 21: rio cmdfewfio

21

quando, nessuno era in grado di saperlo. Era però evidente che iltemporale che si era abbattuto sulle loro teste si eramomentaneamente allontanato.Vicente, che era stato subito affidato a un assistente di Belmiro, ilquale si era affrettato a impartirgli i primi insegnamenti stavaimparando un nuovo mestiere. Anche senza fatica, perché eradotato di un discreto temperamento artistico.L’assistente, João, era piccolo e tracagnotto. Aveva i capellirossastri e due occhi vivacissimi, intelligenti. Era, secondoBelmiro, un artigiano prezioso. Collaborava con lui ormai damolti anni. Il suo spagnolo era approssimativo, per cui siesprimeva spesso in portoghese, ma Vicente, che non parlavaquest’ultima lingua, riusciva a capirlo e a farsi capire usandosapientemente le mani, secondo una simpatica tecnica dicomunicazione antica quanto il mondo e che molti consideravanoinventata dagli italiani del sud.Il paese era contornato da verdi colline, piene di annosi alberi che,con prepotenza, si libravano verso il cielo; baciati, durante ilgiorno, da un caldo e gioioso sole tropicale.Era un centro agricolo con vari artigiani e poche piccole imprese.Un paese tranquillo che non aveva mai avuto grandi problemi, enel quale la polizia non era mai stata troppo occupata. Aveva a chefare, abitualmente, con i soliti piccoli malviventi.Vicente lavorava energicamente. Diciamo che si faceva assorbiredal lavoro perché questo gli piaceva, e anche per distrarsi dai suoiproblemi, poiché continuava ad avere realmente paura di quantostava accadendo. Temeva, in realtà, che coloro che lo avevanocondannato per un reato che non aveva mai commesso, volesseroora da lui altre fantasiose ammissioni o pensassero addirittura dieliminarlo perché era a conoscenza di fatti di estrema gravità edavrebbe potuto parlare e denunciarli.Non sapeva come uscirne. Né come difendersi. Ormai le cose sierano spinte troppo avanti, e continuavano ad essere avvolte nelpiù fitto mistero.Si sentiva con le spalle al muro.Rivolgendosi a Belmiro, Vicente lo ringraziò di cuore del suoappoggio in quel particolare momento della sua vita: "Ero sicuro

Page 22: rio cmdfewfio

22

che mi avresti dato una mano. Spero di non dover approfittaretroppo della tua generosa ospitalità. Mi auguro che la persona chemi sta cercando si decida a rientrare in Europa e a lasciarmi inpace"."Non preoccuparti. Tu e Juanita non mi date alcun fastidio.Piuttosto, mi piacerebbe sapere qualcosa di più. So, più o meno,di cosa si tratta, ma non capisco perché si ostinino a perseguitartiper fatti da loro commessi, e non da te. Non è sufficiente che tusia costretto a vivere lontano dal tuo paese? Non sono capaci disbrigarsela da soli, almeno ora che hanno trovato un"responsabile" e lo hanno immolato sul loro altare? Quello deldisordine politico, che sta tristemente dilagando nel mondo.Trascinando con sé, in un vortice spaventoso, principi e idealiche, in altri tempi, avevano nobilitato l’umanità.""È proprio così, Belmiro. Sul mio personale problema non dovreiaggiungere nulla a quanto ho già detto. Salvo che mi sarei dovutoribellare subito, prima di espatriare. Ora, è un po’ tardi. Sono unatrottola nelle loro mani. Comunque, a te sento il dovere dispiegare tutto, certo che non racconterai la mia storia a nessuno."Ho iniziato a drogarmi quando ancora ero molto giovane, equesto vizio, dal quale sono riuscito a liberarmi con molta fatica,mi ha messo in difficoltà varie volte. Un giorno, insieme con unaltro tossicodipendente, cercai di rubare alcune fiale in unafarmacia usando una finta pistola, un giocattolo che, purtroppo, aprima vista sembrava un’arma vera. Il farmacista. pur spaventato,cercò di reagire, ma un mio pugno lo gettò a terra, e cadendo siprocurò una ferita al capo. In un baleno, arrivarono duecarabinieri che mi arrestarono.Il mio complice riuscì a fuggire, ma io fui ammanettato e portatoin caserma.Dopo un paio di mesi, fui condannato tre anni e tre mesi direclusione.A questo punto, un esponente politico mi fece sapere, pel tramitedel mio avvocato, che sarei stato messo subito in libertà se avessiriconosciuto di essere l’autore di un grave attentato commesso suun treno dai servizi segreti di ben due paesi uniti da un fortevincolo ideologico. Naturalmente, mi promisero di farmi fuggire

Page 23: rio cmdfewfio

23

all’estero sotto un altro nome e con il loro aiuto, anchefinanziario.Quell’atto criminale che aveva causato morti e feriti, eraestremamente grave. Soprattutto se paragonato alla ragazzata dame commessa, che fu del tutto priva di conseguenze.Tentai di resistere, proponendo una revisione del mio personaleprocesso, perché, in definitiva, non ero riuscito a rubare nulla.Ma poi, sollecitato anche dal mio legale, finii con l’accettare laproposta. Stupidamente, certo. E questi sono i fatti nudi e crudi.Ora, la situazione politica è cambiata in ambedue i paesi, suiquali, per non peggiorare la mia già esplosiva posizione,preferisco continuare a tacere. E i nuovi partiti al potere voglionoriaprire il processo per condannare i veri responsabili di quel reatoe di altri che, a cominciare dal primo, verranno presto alla luce.Ragion per cui, avrebbero bisogno della mia testimonianza siaquelli giunti ora al potere che i vecchi, che avevano costruito ilcastello di menzogne e vorrebbero oggi una riconferma delle miepersonali responsabilità. Tra l'altro, si tratta di un gioco chepotrebbe suggerire anche la mia eliminazione fisica.""Il mondo va a pezzi - riprese sconcertato Belmiro - Mi preoccupoper i nostri figli e nipoti, che saranno le vere vittime di questamaledizione. Assistendo a questo sfacelo morale, nonprenderanno più le strade maestre, non saranno più spinti verso ilbene ma verso il male, nel quale crederanno di trovare, schiacciatida questi esempi, i nuovi fili conduttori della vita. Ho letto inqualche giornale europeo - continuò - che ci sono paesi delvecchio continente nei quali esponenti politici, anche mafiosi, checommettono crimini di ogni genere vengono spesso sottratti allagiustizia e, paradossalmente, i magistrati che osano inquisirlivengono accusati di ingerenza negli affari politici del paese etrasferiti o costretti a dimettersi, o peggio ancora sottoposti agiudizio. È fine del mondo. Poveri giovani, dovranno abbassarsia questi livelli per sopravvivere, oppure emigrare. O pensareaddirittura al suicidio. Il che troppo spesso succede, da un po’ ditempo, nel mondo degli adolescenti, feriti dal brutale crollo di tuttii valori nei quali avevano cominciato a credere."

Page 24: rio cmdfewfio

24

"Hai messo il dito nella piaga. E ora, francamente, non sapreicosa risponderti. Posso soltanto assentire e rimpiangere con te itempi in cui tutto era più pulito. Il Creatore deve aver perso ilcontrollo della situazione. Non esiste altra spiegazione."Si fissarono a lungo in silenzio ed era chiaro che si sentivano tuttie due a disagio. Infine, stringendo le mascelle, Vicente disse:"Non avrei mai pensato che cose del genere potessero succederein qualche paese europeo. Sono mortificato."Subito dopo, con un lampo di tristezza negli occhi, aggiunse: "Tiringrazio per la tua affettuosa solidarietà. Ne riparleremo ancora.Buona notte."Belmiro, a sua volta visibilmente perplesso, aggiunse con unapunta d’amarezza: "poiché accadono cose del genere, nondobbiamo meravigliarci se dei giovani esseri umani si danno inpreda allo sconforto e mettono in moto, per contrasto, il lorocervello e la loro fantasia sino ad inventare delle possibili vied’uscita. Quando non trovano rifugio nella droga e nell’alcol.Mio padre, che lasciò il Portogallo molti decenni fa per stabilirsiqui, mi inculcò molti sani principi ai quali nella mia vita mi sonosempre attenuto, e sono sicuro che oggi, se fosse con noi,sarebbe pienamente d’accordo.Forse, senza pretendere di giustificarli, possiamo almenocominciare a capire perché bussano alle porte, nel vecchiocontinente, sempre più numerosi, anche se non solamente perquesti motivi, movimenti indipendentisti di varia estrazione, chevoglio augurarmi rimangano pacifici o se già in ebollizione, lodiventino.Vorrei anche rilevare che il consorzio umano è sempre piùsensibile agli affronti dei prepotenti e dei corrotti che una partedella nostra società tollera ormai in Europa. Anche in un’epoca didelicata transizione, nella quale si sta già confusamente delineandouna proiezione del futuro caratterizzata dallo sfascio di moltimodelli superati e dalla loro ricomposizione secondo nuovischemi.Anche le organizzazioni sociali e politiche, che si stannoallontanando dalla sfera del diritto, stanno rapidamente mutando.Si sta passando da concetti come quello di patria che, sin dai

Page 25: rio cmdfewfio

25

tempi antichi, ha ispirato gli uomini che per essa, in tuttol’universo e in ogni epoca, credendo di fare il proprio dovere,hanno sacrificato la vita, ad altre idee dai contorni forse piùsfumati ma decisamente appartenenti ad una realtà ormaiprossima. Un mondo nuovo in cui entità più piccole maetnicamente e culturalmente più valide, oltre che più controllabili,si presentano all’insoddisfatta umanità che, per sopravvivere, habisogno di giustizia. È il futuro che avanza, pieno di umanacommozione e di quasi religioso fervore."Infine, senza attendere il commento di Vicente che, colpito daquanto aveva udito, era rimasto senza parole, ricambiò il saluto e,volgendogli lentamente le spalle, si allontanò.

Page 26: rio cmdfewfio

26

CAPITOLO V

Ritiratosi nella sua stanza, Vicente riprese il discorso interrottocon Juanita, la quale era molto impressionata dal succedersi degliavvenimenti e non aveva una gran voglia di parlare. Ma fucostretta a rispondere e non riuscì a nascondere il timore che laattanagliava.Si aspettavano entrambi che qualcosa succedesse, ma nonsapevano cosa né quando. E la loro trepidazione aumentava.Juanita ne provava quasi un dolore fisico. E si avvicinò a Vicentecon tenerezza, quasi per proteggerlo, mentre lo fissava negli occhinella speranza di vedervi spuntare un po’ di serenità che fosse diconforto anche per lei, che la serenità l’aveva ormai perduta.Vicente comprese il suo desiderio, il suo bisogno di esorcizzare lapaura che la sconvolgeva e si strinse a lei, e l’abbracciò forte.Le sfilò lentamente la blusa di organza stampata a roselline rosse,quindi il leggero reggiseno, e dopo averla baciata a lungo sullabocca, eccitato dal desiderio, la accarezzò e cominciò a baciarle iseni.Poi le tolse delicatamente la gonna e l’ultimo più intimoindumento e, spogliatosi, a sua volta, rapidamente, si adagiò su dilei e la penetrò con forza, tanto che a Juanita scappò uno strillo,subito smorzato e seguito da un sommesso mugolio di piacere.Così avvinghiati, dimenticarono completamente il mondo ed iproblemi che li amareggiavano, compreso il misterioso visitanteche li minacciava e che, per il momento, appariva soltanto neisogni disturbati e continuamente interrotti, che li opprimevano.Anche al risveglio, Vicente si ritrovava spesso con la frontemadida di sudore. Questa spada di Damocle che pendeva sulleloro teste gli rovinava l’esistenza, li riduceva quasi come tori aiquali le acuminate "banderillas" preannunciano la morte che siavvicina a passi ben misurati.Anche gli animali sentono per istinto avvicinarsi la fine. Nondiversamente dagli uomini che, aiutati dalla ragione, la sentonoimpietosamente arrivare e, non sapendo come affrontarla e

Page 27: rio cmdfewfio

27

difendersi, si preparano a subirla come un’inappellabile sentenzadivina.Gli esseri umani sono spesso terrorizzati non tanto dalla morte,programmata dalla natura e come tale accettata, senza entusiasmo,beninteso, quanto dal non sapere quando e dove arriverà, e sottoquali sembianze si presenterà. Forse con in mano un lugubreordigno di comando a distanza, atto a spegnere la vita come se sitrattasse di un comune canale televisivo durante unainsopportabile carica pubblicitaria.Il giorno seguente, alle prime ore del pomeriggio, dimenticando ilpericolo che una loro uscita poteva rappresentare, Vicente eJuanita decisero di andare a prendere un po’ d’aria.Di fronte alla loro abitazione c’era un bar molto frequentato, cheaveva un nome inglese: "Cow Boys Pub" e, per insegna, un gongdi rame sul quale il nome era inciso in nero, in un corsivo pieno disvolazzi.La porta era piuttosto ampia. Dentro, oltre al bancone, c’eranomolti tavoli metallici, di diversa forma e dimensione. E neppuredello stesso colore.Ma la loro diversità non aveva alcunché di artistico. Non c’eradietro alcun architetto. Se quel locale si fosse trovato aMontmartre o a Montparnasse, a qualcuno sarebbe forse venutoun dubbio. Ma, in quest’angolo di mondo, non poteva trattarsiche di una "Cafeteria" messa su in maniera caotica.Il proprietario era una persona simpatica che, discutendo escherzando con i clienti, dimostrava di saper coltivare le relazionipubbliche.E questa sua qualità era un po’ in contrasto con l’arredamento dellocale.Passava la giornata appoggiato al banco centrale, come ilcomandante di una nave.Su questo banco, situata tra numerose bottiglie di liquoretroneggiava una macchina Gaggia, di vecchio modello, dalla qualeuscivano profumati caffè che i clienti del locale mostravano digradire.Vicente e Juanita entrarono sorridendo e gli diedero ilbuongiorno.

Page 28: rio cmdfewfio

28

Lui gli corse incontro salutandoli quasi con effusione e, senzasapere di chi si trattasse, disse subito: "C’è qui un signore chevorrebbe parlare col Sig. Vicente". Curiosamente, si era ricordatodi quel nome perché l’aveva sentito chiamare così da Belmiro. Inquel medesimo istante, la persona indicata, dall’aria europea,come gli avevano detto coloro che lo avevano conosciuto, si alzòe si presentò: "Il mio nome è Alvarez - disse in spagnolo,abbozzando un sorriso di circostanza - e avrei piacere di parlareun po’ con voi. Accomodatevi - aggiunse, avvicinandosi al suotavolo - non vi porterò via molto tempo". Vicente e Juanita loguardarono a lungo e si misero a sedere, anche un po’ rasserenatiperché, avendolo finalmente conosciuto, aveva perduto il suoalone di mistero e faceva, ora, meno paura."Lei è dunque il signor Vincenzo Cantelli - aggiunse subitoAlvarez, fissando negli occhi prima lui e poi lei. Sono lieto di farela vostra conoscenza."Stavo cercandola da tempo. - riprese, rivolgendosi nuovamente aVicente - Non so se posso parlare liberamente in presenza dellasignora. Me lo dica lei." "Juanita è al corrente di tutto - risposeVicente - parli pure - Spero che non mi porti cattive notizie.""Non sono cattive. Abbiamo soltanto bisogno di un’ulterioretestimonianza, diciamo di un nuovo confronto, a proposito delsuo problema. Quello, per spiegarci più chiaramente, che anniaddietro l’ha spinta a espatriare e a stabilirsi da queste parti.""Non le nascondo che di questa storia ne ho abbastanza. Vorreiproprio dimenticarmene. Altro che affrontare nuovi confronti etestimonianze, dei quali non vedo la necessità. Comunque, lapregherei di presentarmi le sue credenziali - aggiunse Vicente - edi indicarmi con esattezza a quale organizzazione o autorità siriferisce, e in quale veste lei si presenta a me.Mi provi, insomma, la sua relazione con la mia vicenda, dellaquale non vorrei certo parlare con estranei o con persone nonautorizzate a trattare.""Le autorità - precisò subito Alvarez, smorzando un sorrisoappena accennato quando Vicente cominciò a parlare - sono lestesse che lei ha ben conosciuto prima di partire, e con le quali leiha discusso il problema a fondo, oserei dire, accettando le

Page 29: rio cmdfewfio

29

proposte che le sono state avanzate in proposito. Quanto a me,sono stato inviato qui con una regolare delega."Così dicendo, estrasse il portafoglio e ne prese una lettera chesottopose a Vicente, senza nemmeno lasciargliela toccare.Era scritta in spagnolo e faceva riferimento a non meglioidentificati servizi segreti, senza indicare il paese di appartenenza,e citava il suo nome, sotto al quale era incollata una sua fotografiain bianco e nero, dell’epoca in cui si svolsero i fatti."Riconosco la mia foto, ma avrei preferito una esplicita lettera dipresentazione - azzardò Vicente, rendendosi però conto dichiedere una cosa impossibile, data la situazione e le evidentiresponsabilità dei suoi mandanti, e anche sue - e non credo,sinceramente, di poter aggiungere altro a quanto ho già dettoprima di partire. Anzi, dovrei sottolineare che i fatti in cui mitrovo ingiustamente invischiato, mi hanno notevolmentedanneggiato, tanto che sono oggi realmente pentito di essermiprestato a quel gioco che, a questo punto, non saprei neppurecome definire.Non so, francamente, che altro potrei fare per voi. E vorreiproprio pregarvi di lasciarmi in pace. Comunque, dato che èarrivato fin qui, mi dica pure quanto ha da dire. Tra parentesi,gradisce qualcosa?""Sì, grazie. Prenderei volentieri un caffè"."Por favor, dos negritos y uno con leche pequeño" ordinò Vicenteal proprietario del bar."Per la verità, vorrei che lei ribadisse le sue responsabilità nelcrimine che le è stato contestato. Perché, in sede politica, è sortoqualche dubbio. E noi abbiamo l’obbligo di dissiparlo,riconfermando la tesi che è stata a suo tempo sostenuta. Per cui, lasua testimonianza è indispensabile. Non possiamo correre rischi.Ma, per raggiungere lo scopo, è necessaria la sua presenza laggiù.Noi potremmo farla accompagnare in Europa e riportarla subitoindietro. Perché nulla possa accaderle. E, ovviamente, lei sarebbegenerosamente ricompensato. Questo è tutto ciò che noivorremmo da lei in questo momento. E ci auguriamo che leiaccetti la nostra proposta."

Page 30: rio cmdfewfio

30

"Non le nascondo di essere molto imbarazzato - ribatté Vicente,alzando il tono della voce - perché vorrei assolutamente evitarequesto nuovo tuffo in una storia a me estranea, che avevo giuratodi dimenticare. Lei mi chiede troppo. Mi meraviglio che non se nerenda conto.""Si tratterebbe di un breve viaggio aereo che non durerebbe più diuna settimana. Inviteremmo volentieri anche sua moglie - chiarìsubito Alvarez - ma si tratta di un contatto troppo delicato, esarebbe opportuno evitare la presenza di altre persone, ancorchédi famiglia. Potrebbe essere male interpretata. Spero che lei vogliadarci ancora una mano. Anche perché un suo rifiuto potrebbecomplicare la situazione e creare qualche pericolo, che sinora èstato possibile evitare. Sappiamo che lei è una personaintelligente. Rifletta, dunque, prima di rispondere negativamente.""Mi pare - esordì Juanita, ritenendo doveroso intervenire - che adesagerare sia lei, con la sua organizzazione. Noi siamo le vittimedi un complotto che ha qualcosa di diabolico, e le minacce sono lemeno adatte a convincerci a continuare a collaborare con voi. Ilgioco è sempre stato pesante, ma ora mi pare che stiate veramentepassando i limiti.""Io non la metterei così - rintuzzò Alvarez - non è giusto coglieresoltanto un aspetto del problema. Anche se lei sottolinea dei puntivalidi che anch’io potrei condividere. A suo tempo, Vincenzo feceun accordo che fu, in qualche modo, vantaggioso anche per lui.Oltre che per l’organizzazione, per la quale fu semplicementeindispensabile. Come lo sarebbe oggi, dopo alcuni anni, il suointervento per riconfermare la tesi costruita allora e che lui,dobbiamo dirlo, aveva liberamente accettato. In cambio,ovviamente, di qualcosa. Perché, se non si fosse raggiuntol’accordo, avrebbe avuto seri problemi con la giustizia per fatti,questa volta, a lui imputabili. Quindi, chiedo ancora scusa per larichiesta, ma sono costretto a insistere. Per noi, è una questione divita o di morte. La prego di riesaminare i fatti sotto questa luce." "Sì, va bene - rispose lentamente Vicente, cercando dinascondere la sua preoccupazione e il nervosismo che cominciavaad affiorare e che controllava a fatica - ma si tratta di ammissioni

Page 31: rio cmdfewfio

31

troppo serie e impegnative, che si possono fare una volta nellavita, specie se si è molto giovani.E che diventano pesanti fardelli se si devono ripetere anche adaltre persone, diverse da quelle che hanno condotto i primiinterrogatori, purtroppo, devo sottolinearlo, in modo alquantoimpietoso. Oso sperare che lei ne convenga. Non so cos’altropotrei aggiungere. Forse, soltanto che non me la sento più dicontinuare su questa strada. Si sforzi di capirmi, Alvarez. Glienesarei grato." "Buon Dio - disse Alvarez - lei non si rende conto che col suorifiuto crea problemi a tutti, anche a me che, rientrando, dovròconfessare il fallimento della mia missione.Il cambio ai vertici politici dei paesi coinvolti fa sì che altripossano cercarla per pretendere da lei l’ammissione della verità.In contrasto, come anche lei ha ammesso, con quella da leiconfessata sotto giuramento all’epoca in cui fece il famosoaccordo. Non suscettibile, come lei erroneamente pensa, dirivolgimenti e pentimenti che potrebbero costarle molto cari. Iome ne vado, ma se dovesse saggiamente ripensarci, potrebbefissarmi un appuntamento informando il padrone di questo bar,col quale mi farò vivo io. Penso di ripartire la settimana prossima.Auguro a tutti e due buona fortuna."Diede loro la mano e uscì deluso e visibilmente turbato,scomparendo tra i passanti, a quell’ora numerosi.

Page 32: rio cmdfewfio

32

CAPITOLO VI

Vicente e Juanita si guardarono un po’ impauriti, perchécominciavano a rendersi conto che i rischi erano aumentati e che sitrattava di una lotta con forze infinitamente superiori, e uscendostrinsero la mano al padrone del bar, Rafael che forse, chissà,avrebbe potuto essergli utile.Appena fuori dal bar, si diressero rapidamente, magari peresorcizzare i pericoli che li minacciavano, verso l’ospitale casadell’amico Belmiro, al quale si ripromettevano di raccontare tutto.I loro volti erano pallidi e il loro atteggiamento meno sicuro. Lemascelle di Vicente erano contratte, e negli occhi di Juanitaspuntavano alcune lacrime.Parlando di ciò che Alvarez aveva detto loro, si resero conto, unavolta di più, dell’avvertimento che le sue parole nascondevano.Trovarono anche curioso il suo invito a rivolgersi, nel caso in cuidecidessero di rivederlo, al padrone del bar che Alvarez, prima diripartire, avrebbe nuovamente contattato. Conclusero che, infondo, Rafael non aveva sentito ciò che si erano detti; salvo,saltuariamente, qualche parola, che però non poteva chiarirgliquanto era successo e quanto poteva ancora succedere."Al massimo - sibilò fra i denti Vicente - avrà compreso che nonsi andava molto d’accordo, e che Alvarez attendeva una nostrarisposta.""Certo - confermò Juanita senza guardarlo - non può aver capitomolto. Ma mi secca ugualmente che qualunque ulteriore contattodebba aver luogo pel suo tramite. Anche se spero di non rivederlopiù, perché non abbiamo veramente nulla da dirci, in quanto, conquella pericolosa organizzazione, è meglio tagliare il cordoneombelicale." "Se volevano toglierci la serenità, ci sono riusciti benissimo. Perterrorizzarci non avrebbero potuto far di meglio" aggiunseVicente. "D’accordo - concluse Juanita - ma ora decidiamo comedobbiamo comportarci e dove sarebbe opportuno rifugiarci. Ionon ne posso proprio più. È una storia che va avanti da troppo

Page 33: rio cmdfewfio

33

tempo. Ma almeno, in passato, ci lasciavano vivere e nonricevevamo minacce. Sì, qualche problema l’abbiamo avuto, e inquella situazione non era facile difendersi. Ma ci siamo riusciti. Tiricordi quando sei stato costretto ad acquistare quella pistolaitaliana? È passato ormai del tempo, e ce ne eravamo perfinodimenticati. E ora, siamo di nuovo in prima linea." "Speravamo di cavarcela" - concluse Vicente."Ma come si può vivere così? È una vera dannazione. L’unicomodo per dimenticarla sarebbe di non parlarne più. Forse.Rifletterò questa notte. Tanto, difficilmente, dopo questa giornata,riuscirò a dormire. Nel silenzio notturno si può seguire un filologico, e poi tagliarlo, distruggerlo e ricostruirne un altro. Sino atrovare la soluzione; dalla quale, in questo momento, mi sentomolto lontano."La sera era scesa, e l’aria fresca che ormai circolava nel patio, finoa poco prima bruciato dal sole accecante, riusciva a calmarli unpo’. Era il caso di sedersi e bere qualcosa, magari un whisky.Belmiro, appena rientrato, glielo offrì con piacere, e volle fare unbrindisi con loro. Ma si rese subito conto che qualcosa nonandava.Notò il disagio degli amici e gliene chiese la ragione. Uditala,tacque per vari minuti. Poi si riprese e, cercando di usare ilmassimo tatto, chiese: "Ve l’aspettavate, non è vero? E ora cosapensate di fare. Aderire alla richiesta di quell’uomo, che è riuscitoa trovarvi anche qui, o continuare a fuggire? Dovreste rifletterebene prima di prendere qualsiasi decisione. Un nuovo errore,ammesso che quello commesso da te, Vicente, anni addietro,possa essere considerato il primo - ma l’unico che può emetterequesto giudizio sei tu - non sarebbe tollerabile. E potrebbecrearvi, oggi o domani, un mare di guai.""Parole sante, le tue - rispose Vicente, lanciando a Belmiro unosguardo pieno di gratitudine per il suo amichevole aiuto e perquesto suo intervento - ma ti confermo che non so ancora qualesia per me, e naturalmente per Juanita, la strada migliore daimboccare."Belmiro non rispose. Tacquero tutti. Si sentivano frinire le cicale.

Page 34: rio cmdfewfio

34

I loro suoni, che infondevano anche un po’ di allegria, della qualetutti avevano molto bisogno, avevano pure qualcosa di armonicoe, ascoltandoli a lungo, quasi come sotto l’effetto dell’ipnosi, sifiniva col sentirsi più sereni."Dire che la natura è, per l’uomo, la più grande forza consolatrice,è perfino banale - sbottò infine Belmiro- ma sarebbe grave se cosìnon fosse.""Lo pensavo proprio anch’io; - si affrettò a confermare Vicente -vorrei anche aggiungere che Juanita ed io vorremmo rimanere quida te almeno una settimana ancora, per decidere se tornare alpaese di provenienza e riprendere il lavoro, ormai bene avviato, odirigerci altrove per disperdere definitivamente le nostre tracce.Dovremmo consultarci con qualcuno in grado di illuminare questoaccidentato cammino. Speriamo di non darti molto fastidio. E cene scusiamo nuovamente."Non dovete preoccuparvene. Rimanete pure qui sino a quandone avrete bisogno. Se c’è dell’altro che posso fare per voi,ditemelo senza complimenti. Ritengo mio dovere aiutarvi, e lofaccio, come già sapete, con molto piacere."L'indomani, Vicente uscì di buon’ora per incontrare delle personeche, probabilmente, avrebbero potuto consigliarlo. Non disse anessuno da chi sarebbe andato. Neanche a Juanita. In realtà, nonaveva le idee molto chiare. Cercava di prendere contatto con dueconnazionali che gli aveva indicato un amico quando lui gli avevaspiegato la sua posizione e i suoi timori. Forse costoro potevanoaiutarlo o almeno indirizzarlo a qualcuno che, data la situazione,sarebbe stato in grado di farlo.Ritornò a casa, la sera, piuttosto tardi e dal suo aspetto era lecitodedurre che i suoi tentativi non avevano avuto esito positivo. E aJuanita che, con apprensione, si affrettò a chiederglielo, dovetteconfermarlo. Anche se, per non allarmarla, tentò di farlo con unsorriso.Era passato un solo giorno, ma non ne avevano molti adisposizione. Bisognava stringere e decidere. Anche perché, sedavvero c’erano di mezzo dei servizi segreti di qualche paese,questi pericoli erano reali. E sarebbe stato stupido sottovalutarli.

Page 35: rio cmdfewfio

35

D’altra parte, non è facile ingannare questi pericolosissimifunzionari, né nascondersi. Hanno i mezzi e la possibilità ditrovare chiunque.Se Alvarez è una specie di ambasciatore, una volta rientrato allabase, potrebbe proporre l’invio di qualche altro elemento menodiplomatico, magari per sequestrarlo e obbligarlo a eseguire i loroordini. E come avrebbe potuto impedirglielo? E con quali mezzi?Con queste idee tutt’altro che confortanti in testa, Vicente sisforzava di capire, come un vecchio giocatore di scacchi, qualesarebbe stata la prima mossa da fare per salvarsi, per evitare unoscacco matto."Anche domani uscirò presto - sussurrò a Juanita - e spero che siaun giorno più fortunato.Da questa situazione dobbiamo assolutamente tirarci fuori al piùpresto.Ho la sensazione di trovarmi nelle sabbie mobili; nelle quali si puòsprofondare anche senza compiere alcun movimento, venendoneinghiottiti lentamente." Poi, pentito di aver parlato moltoduramente, anche se era convinto di quanto stava dicendo,aggiunse, per ridare animo a Juanita: "Beh, mi sono sfogato, manon temere. La soluzione si sta avvicinando. Dovremo stringere identi ancora per qualche giorno. Vedrai che ce la faremo.""Auguriamocelo - fu la secca risposta di Juanita - perché l’inizionon promette molto bene. Ma, come tu dici, dobbiamo farcicoraggio, e attendere, pregando Dio che la bufera si allontani.Domani, starò tutto il giorno in casa ad attendere il tuo rientro."Ma al suo ritorno, l’indomani, stentò a trovare le parole adatte perfar sembrare possibile una schiarita che non poteva intravedereneppure con la migliore volontà.I due che Vicente aveva incontrato, un ex funzionario statale e suamoglie, lo avevano ascoltato molto attentamente e anche con unacerta simpatia, ma resisi conto della gravità del problema si eranodichiarati subito impotenti, perché si trattava di un caso totalmenteal di fuori di ogni controllo; per cui nessuna mossa poteva essere,sul piano razionale, di qualche utilità, salvo l’immediata adesioneai loro desideri. Ma poiché non intendeva collaborare, anche lorogli consigliarono di fuggire senza lasciare tracce. Eventualmente,

Page 36: rio cmdfewfio

36

di rivolgersi a un consolato italiano. Anche se il problema non eraitaliano, come Vicente continuava a sostenere, si trattava pursempre di una sua autorità locale, perché lui era un cittadino dellaRepubblica Italiana.La cosa a Vicente piaceva poco, perché non aveva intenzione diraccontare tutta la sua storia alle autorità del suo paese. E se nondoveva dire nulla era inutile rivolgersi al console il quale, nonconoscendo i fatti, non sarebbe stato in grado di fornirgli ilbenché minimo aiuto.Il consolato italiano più vicino era retto da un Console onorario, esi trovava a Manaus, seducente capitale dello stato brasiliano diAmazonas, a circa un’ora di volo.Una tipica città equatoriale, arricchitasi con la produzione e ilcommercio del caucciù, agli inizi del secolo, e con unapopolazione notevolmente aumentata da quell’epoca, e ormaisuperiore ai trecentomila abitanti. Purtroppo, fu presto schiacciatadalla concorrenza del sud-est asiatico, manovrata dagli inglesi,che provocò il suo famoso crollo economico. Divennesuccessivamente una zona franca, un punto di incontro di turisti edi esportatori e importatori provenienti da tutti i punti della terra.Una città dove il calore è fortissimo. Neanche le brevi pioggedella stagione cosiddetta invernale riescono a placare il climatorrido che coloro che non sono nati in quella regione, o che visono appena giunti, riescono a malapena a tollerare.Le navi che transitano sul Rio delle Amazzoni, che sfocianell’Atlantico, devono fare una specie di slalom tra i policromifiori acquatici giganti della famiglia delle ninfeacee, mentrebranchi di carnivori piranha scivolano stranamente leggeri vicinoagli scafi.Vicente avrebbe visitato molto volentieri Manaus, della qualeaveva sentito parlare in varie occasioni, e non solamente inBrasile, e vi si sarebbe trasferito con piacere. Ma non era sicuro dipoter trovare rapidamente un lavoro, anche perché in quella cittànon conosceva nessuno e, senza un’attività retribuita, nonavrebbe potuto viverci con Juanita.Passò un’altra settimana priva di novità.

Page 37: rio cmdfewfio

37

Vicente non era neppure sicuro di voler consultarsi con ilConsole, ma pensava che, una volta giunto a Manaus, avrebbeforse avuto il coraggio di farlo. Gli avevano anche detto che sitrattava di una magnifica persona, seria e comprensiva. Che,chiamato dalla polizia locale, quando veniva fermato qualche suoconnazionale, riusciva spesso, se convinto della sua innocenza obuonafede, ad ottenerne la liberazione.Dopo averne parlato con Juanita, decise di partire. E, dopo unpaio di giorni, prese un piccolo aereo di una compagnia localeche, viaggiando a quota non molto alta, gli permise di godersi lavista dell’affascinante Rio Amazonas, il quale riceve le acque divari affluenti che, partendo dai vicini altipiani, formano imponenticascate e rapide.Questo viaggio e le meraviglie della natura che riuscì ad osservaredall’aereo, lo aiutarono a dimenticare, sia pure per poco, il suocomplesso caso, che era ormai divenuto una fissazione.

Page 38: rio cmdfewfio

38

CAPITOLO VII

L’aeroporto di Manaus non era vicino alla città, che raggiunse conun taxi nel cuore della notte. L’illuminazione stradale e il chiaroredella luna gli permisero di vedere le case, bianche e basse, cheincontrava sul suo percorso. Vide qualche casa più alta soltantonel centro della capitale, pochi edifici di sei, sette o più piani. Manessuno che si avvicinasse ai moderni grattacieli.Giunse finalmente all’Hotel Amazonas, uno dei più vecchi econosciuti, molto frequentato da turisti di tutto il mondo. Secondoal lussuoso Concorde, di più recente costruzione ma un po'distante dal centro.L’indomani si alzò presto e fece subito un bel giro della città. Poi,rinviando mentalmente la visita al console, volle fare una gita sulfiume come un qualsiasi turista. Visitò anche il famoso e lussuosoteatro dell’epoca del boom economico, riservandosi di fare nelpomeriggio un più ampio giro.Ma, alle quindici, trovò il coraggio di telefonare al consolato. Glirisposero che il console onorario era assente e non sarebberientrato che la settimana successiva.Riagganciò il telefono, quasi contento di essere riuscito ad evitarequel colloquio che gli incuteva timore, ma nel contempo ancherattristato perché si sentiva sfuggire un’altra possibilità di aiuto,alla quale, nel suo inconscio, nella sua quasi disperazione,Vicente non se la sentiva di rinunciare. Anche perché si trattava,forse, dell’ultima.Si buttò vestito sul letto e, stanco per le ore di sonno perdute lanotte precedente, si addormentò e rimase disteso per un paiod’ore, cullato dal fresco prodotto dal condizionatore d’aria.Quando si risvegliò, si mise nuovamente a pensare al suo caso, econcluse che né il console né altri avrebbero potuto aiutarlo.Forse, l’assenza del diplomatico era stata provvidenziale. Seavesse conosciuto i fatti, sarebbe stato probabilmente costretto ainviare un telex a Roma, e chissà cosa sarebbe poi successo a lui ea Juanita, perché il ministro degli esteri, giustamente preoccupato,

Page 39: rio cmdfewfio

39

avrebbe certamente approfondito il caso, di evidente rilevanzainternazionale.Non uscì dall’albergo, e pensò perfino di ripartire. Verso lequindici si affacciò alla finestra che dava su una piazza costellatadi bancarelle, dalla quale partiva una strada, a quell’ora piena digente che la percorreva in tutti i sensi, e che portava al vecchioedificio della posta centrale.Guardava questo viavai, avendo sempre la testa tra le nuvole.Gli oggetti esposti sulle bancarelle, in buona parte metallici,brillavano sotto i raggi del sole, e gli scintillii che si alternavano,provenienti ora da un oggetto, ora dall’altro, sembravanointrecciare tra loro una singolare danza.Vicente continuava a guardare, dispiaciuto di non poterconfondersi con la folla dei turisti, magari insieme con Juanita, ecol cuore leggero di chi è in pace con sé e con gli altri. Purtroppo,era schiacciato da. tanti penosi pensieri, coi quali conviveva ormaida troppo tempo. Si sorprendeva a dialogare con se stesso. Sichiedeva se non fosse il caso di informare Juanita di quanto stavasuccedendo a Manaus, e di chiedere anche la sua opinione."Magari verrebbe qui volentieri anche lei - disse a mezza voce,come se stesse parlando con qualcuno - e sarebbe felice didistrarsi un po’." Ma, accortosi di aver parlato da solo, siinterruppe subito e, avvicinatosi al telefono, formò il suo numero.Rispose Belmiro che, avute le poco entusiasmanti notiziesull’esito del suo viaggio, cercò di consolarlo augurandogli piùfortuna nei giorni successivi e consigliandogli ancora una volta,come aveva sempre fatto, di avere molta pazienza. Gli passòquindi Juanita, che fu felicissima di riudire la sua voce e non simeravigliò molto di sentire che la visita non aveva portato adalcun risultato."È bene che tu rimanga lì ad aspettare il console. - gli disse,alzando la voce perché la linea era un po' disturbata - Rientraresenza aver tentato anche questa carta, pur considerando lapericolosità di questo intervento diplomatico, sarebbe forse piùrischioso. Anche perché Rafael ha ricevuto proprio ieri una stranatelefonata da un’altra persona che cercava di sapere se tu eriancora qui, e non ha voluto lasciare il suo nome. Potrebbe essere

Page 40: rio cmdfewfio

40

della stessa organizzazione di Alvarez, che aveva visitato Rafael ilgiorno prima, chiedendo se c’era qualche tuo messaggio, eaffermando di essere ormai in partenza. Non saprei cos’altroaggiungere, ma forse un tuo immediato rientro potrebbe costituireun pericolo. Io resto chiusa in casa. Non mi faccio vedere in giro.Le informazioni di Rafael mi sono state comunicate da Belmiro,che si fa veramente in quattro per darci una mano; chiamamiappena puoi, e stai all’erta. Lasciami il numero telefonicodell’albergo e quello della tua stanza. A presto. Un grossobacione."Vicente ricambiò con calore e, datole il numero di telefono equello della camera d’albergo, posò la cornetta e restò lì ameditare almeno per un’ora.Una lunghissima ora.Infine decise di uscire, e riprese a girare per la città. Ma con pocoentusiasmo, perché le parole di Juanita gli avevano confermatoche il cerchio si stava stringendo.

Page 41: rio cmdfewfio

41

CAPITOLO VIII

Il sole stava calando, ma faceva ancora molto caldo.Passò davanti agli uffici della Varig, la Compagnia di bandierabrasiliana, ma non entrò perché aveva ormai accettato il consigliodi fermarsi a Manaus fino al ritorno del Console.Ad un certo momento invertì la direzione e, oltrepassato il suohotel, continuò verso il nord e giunse alla periferia della città.Proseguendo ancora, sarebbe giunto alle porte della foresta, nellaquale gli avevano già raccomandato di non entrare se non incompagnia di qualche guida locale. Anche perché vi vivevanovarie specie di animali, pure feroci, oltre a velenosi serpenti edaltri rettili.Vide un ristorante, quasi al limite della zona proibita.Era privo di insegne. C’erano vari tavoli metallici apparecchiaticon semplicità. Vi aleggiava un invitante odore di pesce.Soltanto alcuni tavoli erano occupati. Vicente si sedette al piùvicino tra quelli liberi e, afferrato il menù portatogli da uncameriere, ordinò il piatto speciale della casa, che era naturalmenteun pesce del loro fiume, dalla colorazione argentata, il "tucunaré"servito ai ferri con "farofa", farina di manioca cotta nel burro. Unpiatto veramente squisito ma Vicente, amareggiato, non riuscì adassaporarlo.Terminò il bicchiere di vino rosato portoghese, pagò e, come unautoma, si alzò e prese a camminare in direzione dell’hotelAmazonas.La strada non finiva mai.Vicente osservava tutte le persone che gli venivano incontro, eogni tanto si guardava alle spalle per controllare se qualcuno lostesse seguendo.Sono nei pasticci fino al collo - pensava mentre, con passo pocosicuro, percorreva la strada - capitano proprio tutte a me. Seavessi una bacchetta magica, farei passare immediatamente seimesi, farei volare il tempo per conoscere subito la conclusione diquesta tragedia.

Page 42: rio cmdfewfio

42

Cominciò anche a guardare le automobili che incontrava e quelleche, alla sua sinistra, lo sorpassavano. Erano di tutte le marche edi tutti i colori. Passavano anche molte moto, soprattuttogiapponesi, ma anche Vespe e Lambrette importate dall’Italia. Eraun modo come un altro per distrarsi, per pensare ad altro, perevitare di impazzire. Perché, ormai, aveva realmente paura. Eraconsapevole di essere braccato ed era quasi sicuro che, prima opoi, l’avrebbero costretto a rientrare in Europa e a testimoniare afavore di quell’organizzazione che, nella sua mente, si eratrasformata in una pericolosa banda di criminali con licenza diuccidere.Si consolava un po’ pensando che, forse, avrebbe anche potutotestimoniare spontaneamente a loro favore, e farla finita una voltaper sempre. Anzi, andava convincendosi, col passare dei giorni,che era l’unica cosa da fare per salvarsi; e si considerava uncretino per aver pensato, sia pure per un solo istante, di poterrifiutarsi di farlo senza pagare il caro prezzo di questa decisione.Come d’altronde Alvarez gli aveva chiaramente fatto capire.Probabilmente, tutto si sarebbe potuto sistemare se fosse partitocon lui per dargli una mano. E la sua vita sarebbe anchemigliorata, perché lo avrebbero ancora aiutato e addirittura benricompensato, come gli era stato esplicitamente promesso.Quindi , non si trattava di un ricatto, né di una imposizioneripetibile in futuro, perché, una volta riconfermati i fatti, comeloro volevano, con le nuove forze politiche, nessuno forseavrebbe più avuto interesse a chiedergli, con le buone o con lecattive, altri interventi.Sperava che non fosse troppo tardi per modificare il suoatteggiamento.Ma lo turbava l’idea che un altro stesse già cercandolo. E se nonfosse venuto soltanto per parlargli, ma per punirlo del suo rifiuto,come si sarebbe dovuto comportare?Intanto, non poteva rientrare, né riunirsi con Juanita, ed era inattesa del ritorno del console. Aveva ritelefonato al consolato, egli avevano detto che sarebbe rientrato a Manaus il giovedì dellasettimana successiva.Poiché era venerdì, mancavano ancora molti giorni.

Page 43: rio cmdfewfio

43

Non sapeva più che fare.Decise di cambiare albergo, per disperdere meglio le sue tracce,illudendosi di riuscire a confondere gli emissari dei servizi segretiche lo stavano inseguendo.L’indomani, si trasferì in un piccolo albergo a due stelle: "OChapéu de ouro" vicino al porto. Il piccolo edificio, di tre piani,era di colore rossiccio. Il ristorante era al terzo piano, e nellestanze c’erano solo ventilatori, nessun condizionatore d’aria. Nonc’era neppure il frigo-bar, né il televisore.Non gli chiesero il passaporto, ma gli diedero soltanto una schedada riempire. Vi scrisse: Juan Cardoso. Sperando che nessunosarebbe riuscito a pescarlo. All’Hotel Amazonas aveva detto cheera in partenza per l’Italia. Ora doveva pensare a cosa avrebbedovuto dire al Console italiano, il quale avrebbe potuto rendersiconto di avere a che fare con qualcuno che alloggiava in unalbergo della zona sotto falso nome. Il che avrebbe potutocomplicare ulteriormente le cose e spingere il Console adinformare il Ministero degli Esteri italiano dei motivi della suavisita e dei fatti da lui denunciati. Sarebbe stato inutile chiederglidi dargli un consiglio senza informare Roma, perché, se avesseavuto seri dubbi sulla veridicità del suo racconto e sulla sua veraidentità, facile da controllare, essendo un diplomatico correttoavrebbe informato le sue autorità senza perdere tempo. E magarianche le autorità brasiliane.Restare all’Hotel Amazonas col suo vero nome sarebbe stato nonmeno pericoloso.Forse, la prossima mossa l’avrebbe portato allo scacco matto.Anche perché, per l’Hotel Amazonas, aveva lasciato il paese, maper la polizia che al suo arrivo gli aveva rilasciato un documentod’ingresso, era ancora in città.Era in un bagno di sudore. Faceva molto caldo e il ventilatore nonfunzionava bene.Telefonò al bar e si fece portare una birra gelata. La bevve d’unfiato e si gettò sul letto, a torso nudo, per godersi un attimo direfrigerio.Chiuse gli occhi per concentrarsi, e la sua mente riprese aspaziare.

Page 44: rio cmdfewfio

44

Se fosse stato possibile ritornare indietro, lo avrebbe fatto senzaesitare.Era ormai chiaro che la tecnica da lui usata per evitare il viaggio inEuropa e le nuove testimonianze non avrebbe portato a unasoluzione pacifica. La loro insistenza, e il contorno di minacce,pacate se vogliamo, ma chiare nel contenuto, stavano a dimostrareche l’organizzazione, a sua volta alle prese con problemi moltoseri, aveva assolutamente bisogno di un suo nuovo intervento.Sicuramente, questi signori avevano paura delle nuove forzepolitiche, le quali, probabilmente, disponevano anche di altreprove. Per cui, temevano realmente che il suo rifiuto diconfermare la tesi, da anni sostenuta, della sua completaresponsabilità dei fatti a suo tempo accaduti, potesse influire inmaniera determinante sul loro equilibrio politico.

Page 45: rio cmdfewfio

45

CAPITOLO IX

Mentre Vicente lottava con questi angosciosi pensieri, passavano igiorni. E si avvicinava il giovedì, cioè il giorno del previstorientro in sede del console.Martedì mattina telefonò a Juanita da un altro hotel, per evitareche la direzione dell’albergo nel quale si era rifugiato potesseavere maggiori elementi per identificarlo.Le parlò delle sue ansie e dell’ormai prossimo incontro colconsole. Juanita gli disse subito che la persona che lo stavacercando, dopo la partenza di Alvarez, si era fatta vivanuovamente col proprietario del bar, per telefono, ma non si erapiù sentita. Anche lei era giunta alla conclusione che la proposta diAlvarez non si sarebbe dovuta rifiutare. E gli consigliò, se fosseriuscito a parlargli, di far presente al nuovo inviatodell’organizzazione che aveva deciso di accettare l’invito diAlvarez e di dargli l’aiuto che gli era stato richiesto."Sempre che - aveva concluso Juanita - si sia ancora in tempo."Vicente annuì e, condividendo la speranza di Juanita, aggiunseche si augurava veramente di uscirne in quella maniera. Anche setemeva che, prima ancora di ritornare alla base, Alvarez avesse giàdato l’allarme, informando i suoi superiori del fallimento della suamissione, e il nuovo "esponente" fosse partito per il Sudamericacon ben diverse direttive e funzioni.Promise a Juanita di ritelefonarle subito dopo il colloquio colconsole per metterla al corrente della sua opinione al riguardo, edei passi da fare per uscire finalmente da quell’incubo.Si scambiarono infine un bacio telefonico."In bocca al lupo"- gli gridò Juanita."A presto, querida" fu la controllata risposta di Vicente.Quindi uscì, si avvicinò al fiume e sedette, osservando l’acquache scorreva, portando con sé petali di grandi fiori bianco-rosaceidi giganti ninfee che impreziosiscono l’esteso rio amazzonico.Sembrava guardarli attentamente, ma il suo pensiero era lontano.Era ormai in preda alla malinconia. Neppure il sole, con la suaforza, riusciva ad attenuarla. D’altra parte, Vicente non alzava lo

Page 46: rio cmdfewfio

46

sguardo, pur avendo degli ottimi occhiali da sole, ma ne vedeva iriverberi sullo specchio d’acqua, increspato da piccole ondeprovocate dalle imbarcazioni che, piene di turisti, solcavano ilfiume.Rimase immobile seduto sulla sponda, sconvolto da neri presagi,sino a quando la stanchezza gli impedì di continuare a pensare.

Page 47: rio cmdfewfio

47

CAPITOLO X

Il giorno successivo, verso l’una, si sedette ad un ristoranteeuropeo poco distante dal porto. I tavoli bene allineati, all’aperto,erano coperti da grandi ombrelloni.Il sole a quell’ora era spietato come i suoi pensieri.Mentre attendeva un cameriere diede un’occhiata ai tavoli vicini esi rese conto che, poco distante da lui era seduta una coppiaitaliana, un giovane elegante piuttosto magro e una bella ragazzadai lunghi capelli castani che, con un leggero accento veneto,stava conversando con lui.Vicente si accorse che stavano parlando di lui perché, a turno, glilanciavano fugaci occhiate, e il fatto non solo gli procurava uncerto imbarazzo ma, data la situazione, cominciava anche apreoccuparlo. Pensò che potesse esserci una certa relazione con lavisita del nuovo inviato dell’organizzazione che da tempo lo stavaperseguitando. E la sua prima idea fu di alzarsi e di andarseneprima che potesse succedere qualcosa.L’aspetto dei due era, ad ogni modo, tranquillizzante, per cui nonavrebbe dovuto pensare al peggio, ma ormai i suoi nervi quasi apezzi non reggevano più alle forti emozioni che si succedevanosenza lasciargli tregua. E l’ultima era quella provocata dallacomparsa della simpatica coppia che, almeno apparentemente, eraa conoscenza del suo infernale problema. Perché mai, se così nonfosse, gli avrebbero rivolto quegli sguardi?Vicente cominciò a fissarli a sua volta, e abbozzò pure un brevee cordiale sorriso che l’uomo immediatamente ricambiò. Dopoqualche istante, quest’ultimo si alzò e si avvicinò al suo tavolo."Mi chiamo Attilio Bernardi, e sono del consolato italiano - dissea voce bassa stringendogli la mano - e mi trovo qui con la miacollega Anita Galli, che mi permetto di presentarle." "Molto lieto"-rispose Vicente un po’ confuso, e si alzò per avvicinarsi al lorotavolo. "Si accomodi qui con noi, - aggiunse Bernardi - siamofelici di fare quattro chiacchiere con un connazionale. "Vicente sisedette tra i due ringraziando. Avrebbe voluto porre qualche

Page 48: rio cmdfewfio

48

domanda ma non lo fece, aspettando che fossero loro a iniziare ildiscorso."Lei è arrivato in una straordinaria città, - iniziò diplomaticamenteBernardi, per mettere l’interlocutore a suo agio - e sono sicuro chese ne renderà subito conto. Tra l’altro - aggiunse, cercando dicreare un’atmosfera di cordiale complicità - c’è qui a Manaus, daqualche giorno, un’interessantissima mostra di un grande pittoredell’Amazzonia, le cui opere, note in tutto il mondo, sono esposteda anni alla Biennale d’Arte Moderna di San Paolo: MoacirAndrade. Vedrà quadri di una forza eccezionale, pieni di colori, difiori acquatici, di pesci e di imbarcazioni che attraversano ilfavoloso Rio Amazonas. Un artista autentico al quale JorgeAmado ha attribuito la prodigiosa capacità di ricreare quel mondosenza fine sotto il sole equatoriale, pieno di poesia e didrammaticità, l’immenso universo nel quale la selva e l’acqua siabbracciano e si confondono. Abbiamo subito capito che citrovavamo di fronte a un italiano, - continuò Bernardi, toccandoinfine l’argomento - e ci è venuto in mente che potesse trattarsidella stessa persona che aveva telefonato un paio di volte cercandodi mettersi in contatto con il console, che purtroppo non rientreràa Manaus che dopo il carnevale. Così mi son permesso diavvicinarmi e di presentarmi anche per sapere se, in qualchemodo, posso rendermi utile in attesa del suo rientro.""Sono contento di avervi incontrati - replicò Vicente, rianimandosia quelle parole - anche per poter parlare la mia lingua con personedel mio paese. E poi, perché avrei realmente un problema darisolvere. Anche se sono dell’opinione che dovrei parlarnesolamente con il console.""Ci dica pure di che si tratta. Speriamo di poter fare ugualmentequalcosa per lei".Così dicendo, Bernardi guardava la sua collega, che annuiva.Vicente rimase a lungo in silenzio, riflettendo sul suo caso esull’insperato aiuto che forse questi due connazionali delconsolato avrebbero potuto dargli. Alla fine, spiegò: "Sì, in realtàho un problema di estrema gravità. Sono ricercato da unaorganizzazione straniera che vorrebbe portarmi in Europa perfarmi confessare di aver commesso un reato che non ho

Page 49: rio cmdfewfio

49

commesso. Sarebbe troppo lungo spiegarvi ciò che avvenne tantianni addietro, e perché. Ora, credo di poter dire solamente chesono letteralmente braccato da questa organizzazione, e sondovuto fuggire in Brasile per non farmi beccare.E sono giunto qui perché alcuni amici mi hanno consigliato divenire a Manaus e di chiedere protezione al console italiano, cheha fama di essere una persona energica e giusta. "E ha fatto bene - lo interruppe Bernardi - perché il nostroconsole è veramente un uomo di grande valore, e certamente laaiuterà. Però, dovrei anche dire che, da informazioni pervenutecistamani dalle autorità di Recife, c’è in giro un individuo che parlacorrentemente l’italiano ma potrebbe anche essere di un’altranazionalità, che sta cercando qualcuno qui a Manaus. Sappiamosoltanto che ci sono di mezzo i servizi segreti di un paeseeuropeo, che non è il nostro." Soltanto ora abbiamo sentito da leiqualcosa di più. La preghiamo di scusarci per la crudezza diqueste informazioni, che noi ci sentiamo in dovere di passarle perdarle una mano, ma che la pregheremmo di non divulgare.Ci sono ancora moltissimi punti oscuri , ma è chiaro sin d’ora chesi tratta di un notevole pasticcio, tanto per usare un termineeufemistico. Potremmo anche dire che, probabilmente, c’è sottoun raffinato ricatto. È, insomma, una brutta faccenda.Organizzazioni che dispongono della vita e della morte degliindividui a loro piacimento e che trasformano persone oneste incriminali, e viceversa, dovrebbero essere messe al bando in tuttoil mondo civile. Specie se appoggiate da politici disonesti che, dicontro, modificano perfino le leggi per farle prosperare. Potreiaggiungere, parlando in generale, che nei paesi dove si sonoverificati i fatti da lei denunciati, il vero arbitro della situazionepotrebbe essere il potere esecutivo. E a poco serve che si rivoltinella tomba anche il sommo Montesquieu, ai cui principi, specie aquelli sulla divisione dei poteri, si sono ispirate molte costituzioniliberali. In attesa di un rimedio, dobbiamo navigare tutti in cattiveacque. Non c’è purtroppo altra soluzione. Tornando al nostroproblema, vorremmo sapere di questo intrigo qualcosa di più. Selei ci spiegasse più chiaramente i fatti ci aiuterebbe a inquadrare

Page 50: rio cmdfewfio

50

meglio il problema. E subito, perché è evidente che si tratta di uncaso da risolvere con la massima urgenza."Saputo da Vicente come realmente stavano le cose, Bernardiaggiunse: "Lei non dovrebbe farsi trovare. Dovrebbe sparireimmediatamente. Quelle sono persone molto pericolose. E anchenoi, come lei, trovandoci all’estero, non abbiamo quella libertà dimanovra che in casi del genere sarebbe necessaria. I criminalifanno sempre paura, ma quando ci sono di mezzo servizi segreti epartiti politici d’assalto si esce, più o meno elegantemente, dallasfera privata per entrare in un’altra, ufficiale, dove qualunquemossa può avere impensabili conseguenze. Per cui, dobbiamocomportarci da diplomatici, e restare in buoni rapporti con ognipotenza. E non possiamo purtroppo fare molto per lei, salvo darlequalche amichevole consiglio. E perciò le ripetiamo che èopportuno, anzi necessario, che lei se ne vada senza perdere unsolo minuto, e cerchi di non lasciare tracce dietro di sé. Un casodel genere metterebbe in imbarazzo la magistratura locale inqualsiasi Paese.""Sì, è come dice lei, - si affrettò a replicare Vicente - ma non soproprio come si possa uscirne. E, a questo punto, le confesso chenon saprei neppure dove nascondermi. Le dirò poi, francamente,che sono anche stufo di essere rincorso come un animaleinseguito dal cacciatore che ha il solo vantaggio di possedere unfucile carico. Vorrei ripetere che vedo di difficile realizzazione lafuga che mi consiglia. Ci vorrebbe veramente nel mondo piùumanità e giustizia. Ma capisco che ciò non dipende da voi due nédal consolato. E intanto le cose vanno sempre peggio, e sembrache si avvicini ormai la fine, l’Apocalisse.""Non possiamo che darle ragione, - disse di rimbalzo Bernardi -ma, data la situazione, non vediamo altra alternativa.Dopodomani, sarà l’ultimo giorno di carnevale. Quello locale nonè certamente paragonabile all’altro, internazionalmente noto, diRio de Janeiro, ma la confusione che lo caratterizza, sia in cittàche sul fiume Amazonas, potrebbe permetterle di eclissarsi senzaessere notato. Non si lasci scappare una simile occasione. Mi diaretta."

Page 51: rio cmdfewfio

51

"Non credo proprio che mi sarà tanto facile. Mi dispiace doverripeterlo. Provate a mettervi al mio posto, anche se per un soloistante.""Comprendiamo il senso delle sue parole, ma non creda che nonsi dia ai gravi fatti da lei esposti e alle loro possibili conseguenze ilpeso che meritano. Ribadiamo che la sua fuga sarebbe moltofacilitata dalla sfilata dei carri allegorici che trasportano uomini edonne mascherati, e dalle colonne di esseri danzanti che sfilanonella capitale lasciando dietro di sé, in una cornice di gioiosofolklore, anche una scia di provocante sensualità. Approfitti diuna delle tante imbarcazioni carnevalesche che salpano da Manausper lontani porti. Ad ogni modo, se non intende farlo, e se ciòpotrà aiutarla, non esiti a riprendere contatto con noi."Ciò detto, Bernardi e la sua collega diedero la mano a Vicenteformulando gli auguri più vivi per questa Via Crucis che non solonon accennava a terminare, ma aveva ormai preso una strada, tuttain salita, che incuteva addirittura terrore. E se ne andarono, inrealtà con la testa bassa, un po’ perché si vergognavano di nonpoter fare di più, un po’ per il calore, che superava, in quelmomento, i trentanove gradi.E anche perché loro stessi erano turbati dall’incalzare degli eventi,sui quali, nonostante l’ottima volontà, non potevano influire inalcun modo.Vicente rimase fermo per qualche istante, quasi stordito. Poi, siincamminò lentamente sulla strada, a tratti irregolare, e verso undestino che si annunciava poco felice, come Vicente aveva ormaiimparato a definire tutta la sua vita.Ritornò presto alla realtà, si infilò in un piccolo negozio di oggetticarnevaleschi e comprò una bella maschera di stoffa nera con laquale intendeva coprirsi il volto il giorno stabilito, quello cheBernardi gli aveva indicato come il più adatto per la fuga.Prima di ritornare all’albergo, vagò a lungo, guardandosi attornoattentamente e studiando i movimenti di tutti coloro cheincrociava. Il timore che, dopo l’ultimo incontro, lo avevanuovamente colto, non accennava a lasciarlo, anzi aumentava manmano che avanzavano le lancette dell’orologio.

Page 52: rio cmdfewfio

52

Mangiò rapidamente un panino, rientrò all’albergo e si coricòsubito. Ma passò la notte rigirandosi nel letto, aspettando conimpazienza le prime luci dell’alba. Quando si alzò, quasi disfatto,il sole filtrava ormai tra le sottili tende di velo che ornavano lefinestre per sbarrare il passo a tutti i tipi di insetti che infestavanola zona, escaravelhos compresi (specie di scarabei volanti).Saltò in piedi, si infilò sotto la doccia, si vestì molto rapidamentee, preparata la valigia, si avviò al ristorante per fare colazione.Quindi, pagato il conto, si diresse subito al porto, dove variepersone già mascherate attendevano il battello che, scivolando sulRio Amazonas, le avrebbe portate alla stazione successiva,sempre in Brasile ma abbastanza lontana da Manaus, dove luicontava di scendere e di nascondersi in attesa degli eventi. Nonpareva ancora convinto di dover lasciare il paese. Pensava cheavrebbe potuto finalmente telefonare al console ed ottenere da luiquel consiglio che attendeva da giorni.La sua mente era piuttosto confusa, però intuiva che la fugadefinitiva, consigliatagli da Bernardi era in realtà l’unica soluzioneaccettabile, poiché la ripresa del dialogo non sembrava piùpossibile. Ma non riusciva a decidersi.Il battello che tutti aspettavano era uno di quelli che facevano laspola tra le varie località affacciate sul fiume e effettuavanoquotidianamente brevi giri turistici senza sosta, navigando traverdi piante acquatiche e splendidi fiori artisticamente colorati damadre natura, tra i voraci piranha e altri pesci, più gradevoli ancheal palato, come il pirarucu e il tambaqui, esponendo i passeggerialle punture di esotici insetti ben peggiori di quelli che, aleggiandosulla terraferma, molestano gli esseri umani giorno e notte.Piuttosto grossi, oltre che rumorosi, si gettano sulle loro vittime,tanto coraggiose da avventurarsi nel loro territorio. Per evitare diessere attaccati, i viaggiatori usano abitualmente bombolette-sprayche umidificano il viso, le braccia, le gambe e tutte le partiscoperte, dalle quali, così trattate, gli insetti compresi quelli piùpericolosi si tengono opportunamente lontani. Alla sera, questibattelli ritornavano al porto di Manaus per scaricare i turisti,stanchi e arrossati, o abbronzati grazie alle creme protettive, ma

Page 53: rio cmdfewfio

53

soddisfatti e felici per aver aver passato una stupenda giornata suun fiume che porta, ben visibile, il soffio ricevuto dal Creatore.Oggi, i battelli dovevano imbarcare, con gli abitanti di Manaus,anche un grande numero di turisti, mascherati e chiassosi, decisi adivertirsi durante quella carnevalesca traversata inondata di cibi etipiche bevande locali, tra le quali la famosa cachaça, un ottimodistillato di canna da zucchero prodotto in quella ospitale terraamazzonica. Durante la breve crociera quei passeggeri mascheratiavrebbero inscenato manifestazioni di ogni genere, anche,secondo le usanze carnascialesche, di ispirazione demoniaca.Aspettando quel battello, Vicente rinunciava alla sfilata di carri edanzatori che tra poco avrebbero invaso l’avenida EduardoRibeiro. Improvvisamente, si ricordò di Juanita e, toltosi lamaschera, corse a cercare un telefono pubblico. Riuscì acomunicarsi subito con lei e la informò dell’incontro nonché delconsiglio ricevuto in attesa del rientro del console, e della suadecisione di lasciare Manaus. Juanita gli risposepreoccupatissima, pregandolo di ascoltare il consiglio delfunzionario del consolato senza perdere altro tempo.Vedrò, - le rispose Vicente, modulando il tono della voce in mododa dare a Juanita la sensazione di essere tranquillo e sereno -ormai sto per imbarcarmi, e cercherò di proseguire il mio viaggiooltre confine. Potrei raggiungere Mitù, capoluogo deldipartimento colombiano del Vaupès, al confine brasiliano. Faròdel mio meglio. A presto, Juanita. Questa storia dovrà purfinire .... "Juanita avrebbe voluto continuare il colloquio perché era moltoturbata e di rendeva conto che Vicente, per timore di quanto stavaper succedergli, e per quanto cercasse di nascondere il suo verostato d’animo, non aveva più le idee molto chiare. Ma i gettoni diVicente erano ormai terminati e la linea, purtroppo, era caduta.Vicente evidentemente non l’aveva previsto, o aveva preferito unbreve scambio di idee per evitare di dire a Juanita più di quantofosse necessario. Gli avvenimenti lo avevano reso irascibile e nelcontempo, come Juanita bene intuì, incapace di reagire agli eventicon la necessaria determinazione, con l’energia richiesta dal caso.

Page 54: rio cmdfewfio

54

Vicente si mise in fila per l’imbarco, con la sua valigia, siaggiustò la maschera sul volto e attese pazientemente il suo turno.La coda cominciò a muoversi, e in breve furono tutti a bordo.Accolti da sorridenti ragazze che presentavano vassoi pieni di vinie liquori che offrivano con un festoso "bemvindo", compresa lagustosa caipirinha, un cocktail ghiacciato preparato con la stessacachaça e altri ingredienti. In breve, sul battello, si creò un climadi sguaiata esultanza. L’allegria di quei vacanzieri trafitti dalcarnevale e decisi a passare una giornata molto diversa dalle altregli ridava un po’ di contentezza, e addirittura lo eccitava.L’abbigliamento discinto di molte persone, donne e uomini,dovuto certamente al calore oltre che alle libagioni, nonprometteva nulla di buono. C’era soltanto da attendere che l’abusodi alcol facesse salire la pressione dei partecipanti a quella festa diantichissima origine, e che i già bollenti spiriti prendessero fuoco.Forse, richiamandosi anche a manifestazioni popolari con formeprimitive di culto, o alla cosiddetta religione espirita, oppure a ritidi origine africana come la macumba. Riti che vengono di solitocelebrati durante le ore notturne, alla luce dei falò, e che, spintidalla musica, si esprimono specialmente attraverso la danza,spesso culminante in orgiastici parossismi.

Page 55: rio cmdfewfio

55

CAPITOLO XI

L’ascesa del sole continuava implacabile, e tra poco avrebbe resobruciante l’atmosfera che, da prua a poppa, attanagliava tutti queigaudiosi individui che, in piedi sulla plancia, solcavano il RioAmazonas come provetti sciatori lanciati su una pista trasparente eschiumosa, incorniciata da galleggianti piante equatoriali cheformano sovente veri e propri isolotti, e annosi alberi, ritti sullesponde, dall’alto dei quali simpatiche scimmiette leoninearboricole con folte criniere giallo rossastre, quasi fiere di sentirsiinserite in un programma di festeggiamenti in onore di recarnevale, lanciavano come proiettili verdi frutti che, per fortuna,raramente facevano centro.Anche Vicente pensò per un attimo di dimenticare i suoi crucci edi riuscire a divertirsi, come sarebbe stato giusto anche per lui,essere umano come gli altri.Le maschere così piene di vita e di colore coinvolgevano tutti,stimolando il capovolgimento delle norme costituite della società eil godimento dei piaceri della vita, come l’uso, smodato perl’occasione, di bevande alcoliche, e anche la complicità inimprovvisati giochi sessuali.Era da presumere, insomma, che su quel battello, in uncarnevalesco tripudio di canti e suoni, ne sarebbero successe dellebelle.I canti in varie lingue, data la presenza di moltissimi turististranieri, anche se prevaleva quella portoghese, sisovrapponevano sottolineando un'atmosfera surreale.Tra gli individui mascherati da uomini politici o da animali di ognigenere, comprese le tigri e le pantere, c’era anche qualche pescearmato, come Nettuno, di tridente. Spiccava in questo insolito zooperfino un pesce piranha, con aguzzi denti alla Dracula, dai qualisembrava colassero gocce di sangue.Tutti ballavano a modo loro, rischiando anche di cadere a causadel pur contenuto rollio e del beccheggio del battello sulle acquedel fiume battute dal vento. I passeggeri, quando qualcuno cadevao faceva qualche brusco movimento per evitare la caduta,

Page 56: rio cmdfewfio

56

ridevano rumorosamente. E le loro grida di allegria, cheaumentavano in un crescendo rossiniano, assordavano alcuni deivolonterosi protagonisti di questa audace festa, mentre neeccitavano altri, addirittura scatenati, che appartandosi negli angolimeno illuminati della nave, si davano a baldorie sessuali, che unospettatore pieno di gravi preoccupazioni e quindi poco disposto,come Vicente, non riusciva a tollerare neppure il giorno dicarnevale, e nonostante la sua voglia matta di distrarsi e didimenticare. Non ci riusciva proprio, neppure in occasione di unatraversata fluviale, in uno dei più incantevoli posti della terra,realizzata sotto gli auspici degli dei protettori del carnevale che,com'è universalmente noto, concedono a tutti il diritto dicomportarsi in modo licenzioso, anche se soltanto per unlimitatissimo periodo, di solito in coincidenza con l’ultimo giorno.Intanto, i suoi pensieri, travolti da quelle immagini che, tra legioiose ali della satira, nascondevano pure qualcosa di diabolico,si erano un po' annacquati. Ma neppure in questa particolarecircostanza riuscì a sorridere.A questo punto si avvicinò, travestito da Arlecchino e con unamaschera nera sul volto, un uomo che, fermatosi davanti a lui,accennò un passo di danza.Nel movimento, che divenne brusco perché gli tagliò la stradaun’altra persona, forse una donna, con una testa di struzzo, uscìdalla tasca posteriore dei suoi pantaloni e cadde a terra, ungiornale italiano. Vicente si chinò per prenderlo e riconsegnarloalla maschera che evidentemente non se n’era accorta, ma questa,nel frattempo, se n’era già andata e si stava dirigendo verso prua.Vicente diede un’occhiata alla prima pagina e trovò una notiziache, in altre condizioni e alla prima lettura, lo avrebbe fattosbellicare dalle risa, e fremere subito dopo dallo sdegno.Nell’articolo di spalla si diceva che alcuni industriali italiani,specializzati in falsi in bilancio, erano stati condannati a vari annidi reclusione; e pochi mesi dopo la sentenza erano stati invitati dauna prestigiosa università locale a tenere dotte conferenze aigiovani studenti, forse per meglio orientarli nella loro vitaprofessionale ed aiutarli a comprendere bene le difficili tecnichedella falsificazione, tanto gradite ai poveri azionisti di minoranza

Page 57: rio cmdfewfio

57

in tutte le società che con lusinghe, attraggono i loro sudatirisparmi.Questa notizia lo impressionò più della dissolutezza di alcunipasseggeri del battello che, almeno avevano, grazie al carnevale,delle forti attenuanti.Si riprese subito e corse verso la prua nella speranza di ritrovareArlecchino. Ne vide un altro che era mascherato allo stesso modo,ma questo era meno elegante di quello che aveva perduto ilgiornale.Il tessuto era meno pregiato e troppo lucido e i colori sembravanosenza vita. Gli passò davanti quindi senza fermarlo e continuò laricerca.Il caldo era soffocante. Gli offrirono un bicchiere di Cachaça, chebevve d’un fiato. Si sentì bruciare le budella, ma avvertì subito unsenso di tranquillità, un alito di speranza che gli permise diaffrontare con più energia il resto della traversata. Si avvicinò allahostess, che portava un vassoio pieno di bicchieri, e gliene chieseun altro che trangugiò in un baleno come aveva fatto col primo.La giovane, che portava sul volto solamente una piccolamascherina che le copriva la fronte e il naso, notato che non erabrasiliano, gli disse in spagnolo: "Tu estas tomando de puromacho (stai bevendo come un autentico uomo)."Vicente finalmente sorrise. La giovane, chiamata da altri assetati,si allontanò, non senza avergli a sua volta sorriso. Vicente ci feceanche un pensierino ma, sicuro che l’avrebbe presto rivista, nonfece nulla per trattenerla.I due bicchieri lo avevano trasformato in un filosofo, o almeno loavevano messo su quella strada. Vide una panchina semilibera edopo essersi guardato un po’ in giro, decise di sedersi. Ecominciò a fissare l’acqua che sembrava scorrere mentre il battellofilava veloce, schiaffeggiandola e spruzzandola tutt’intorno.Il sole era ormai allo zenit. Vicente aveva la tremenda sensazioneche i capelli gli stessero bruciando. Alla prima hostess che siavvicinò chiese un bicchiere d’acqua ghiacciata, e se lo versò incapo.Subito dopo, passò un altro uomo mascherato, travestito dacardinale, che portava la porpora con tanta dignità e disinvoltura

Page 58: rio cmdfewfio

58

da far pensare che lo fosse realmente. Vincente scambiò con luipoche parole in spagnolo e, tra l’altro, gli riferì anche questo suopensiero. "In verità - gli rispose subito - sono un prete, non peròun porporato. E sono salito anch’io su questo battello per passareun fine carnevale un po' spensierato.""Penso che non gliene mancherà l’occasione. - replicò Vicente,alzandosi in piedi - Questo è un vero manicomio. Ce n'è per tutti,anche per i prelati." Il Sacerdote mascherato annuì con un garbatorisolino. "Non si deve meravigliare; - aggiunse - il carnevale inquesto continente è così. Sembrano tutti impazziti. Mi viene inmente la "Nave dei folli" del pittore fiammingo HieronimusBosch, dipinto oltre cinque secoli fa e sempre ammirato alLouvre. E pure l’antica Confraternita del Brabante che,approfittando del carnevale, amava castigare, in omaggio ai piùantichi canoni della satira, a volte cannibalesca, i depositari delpotere, di qualsiasi potere: politico, culturale e religioso. E la festaellenistica della processione del carro-nave di Iside. Durante ilcarnevale, mio caro amico, succede di tutto. Bisogna soltantoosservare con molto spirito, e divertirsi." "Ora capisco meglio ilsignificato di questa festa, e cerco di assimilarlo." - lo interruppeVicente - "Anche se il carnevale non è sempre e soltanto allegria. -continuò l’anonimo sacerdote - Nel carnevale brasiliano siincontrano la cultura originaria amerindiana, quella deiconquistatori eurocattolici e quella tradizionale africana,tramandata dagli schiavi negri deportati. La forza di questaparticolare festa è spesso esagerata, e confina a volte conl’ebbrezza."C’è ogni tanto, durante il carnevale di Rio, che è in questogrande paese il più importante, e anche durante questa folle festamascherata in altri Paesi del mondo, qualche morto. Anche sequeste morti, che non devono necessariamente ripetersi nellaregione amazzonica - soggiunse con tono scherzoso, quasi peresorcizzare la paura che le sue parole potrebbero aver destato inVicente - non trovano apparenti giustificazioni. Pur considerandoche il sacrificio di ogni vittima del carnevale, che ha origini anchenella antichissima tradizione cristiana, potrebbe riportareaddirittura al sacrificio più grande: quello di Dio.

Page 59: rio cmdfewfio

59

"Anche l’attività sessuale, come la magica aspettativa dipossessione da parte della divinità, è comune a tutte le culture allequali questo rito si allaccia."L’allegro sovvertimento dell’ordine naturale e gerarchico puòanche essere considerato una grande fuga da una realtà nonaccettata. Come potrebbe dimostrare questa licenziosità checancella addirittura le norme religiose che impongono una rinunciaalla sessualità e una conseguente penitenza, che le leggi dellanatura sembrano considerare eccessive."Le dirò anche, poiché dalla sua pronuncia rilevo che lei è diorigine italiana, che Roma ereditò le lontane tradizioni storiche delcarnevale che ha le sue radici anche nei più civili festeggiamentiper l’arrivo della primavera, e le trasformò in orge sfrenate,durante le quali si commettevano anche furti e assassinî. Infine,la Chiesa romana decise di includere queste organizzate baldorienel suo calendario per cercare di porre un freno ai loro eccessi.Potrei anche ricordare che questa smoderatezza ispirò, in epochesuccessive, rappresentazioni teatrali, balli in maschera e altremanifestazioni artistiche di vario genere, tra le quali non vorreidimenticare il Carnevale di Venezia, una delle più alte espressionidel carnevale moderno.Il forte desiderio di liberazione ulteriore si realizzò in manieradifferente nei vari Paesi, e diede vita a carnevali diversi, a secondadei caratteri etnici di ciascun popolo. A cominciare da quelloceleberrimo di Rio de Janeiro, pieno di incanto, di ritmo e di latinasensualità.È un affascinante argomento, questo, che richiederebbe ore e oredi discussione e che ci porterebbe lontano. È possibile che ungiorno ci si ritrovi e si abbia il tempo di riprenderlo. Non si samai. Ora, se permette, vorrei sgranchirmi un po’ le gambe."Vicente lo ringraziò moltissimo e formulò l’augurio di rivederlopresto, concludendo con un cordiale: "Arrivederci".Il sacerdote si congedò da lui con una pacca sulla spalla, allasudamericana. Dimenticando, per l’occasione, la sua dignitàcardinalizia. E si accodò ad alcune maschere che, ballando ecantando, si stavano dirigendo verso la parte posteriore delbattello.

Page 60: rio cmdfewfio

60

Vicente riprese il vagabondaggio tra gli innumerevoli mascheratiche l’alcol aveva reso ormai quasi infocati. Molti continuavano aballare le danze più strane, anche ultramoderne, o passeggiavanoabbracciati lanciando agli altri occhiate, a volte d’intesa a voltescrutatrici, quasi fossero alla ricerca di qualche altra emozione perraggiungere la perfetta anche se carnevalesca felicità.Alcuni suonatori traevano da originali strumenti musicali a cordaallegri accordi che, con l’accompagnamento di un paio distrumenti a fiato e di improvvisati cantanti, qualcuno anche rauco,non particolarmente dotati, stordivano gli invasati ballerini, le cuipalpebre, dopo ore e ore di quella ginnastica ritmica,cominciavano ad appesantirsi .Il tempo passava veloce. Anche il sole, infine , dopo che gli ultimisuoi raggi ebbero creato sulle acque del fiume dei fugaci riflessidorati, ammainò la sua bandiera.Ormai l’equivoca festa danzante continuava nella suacarnascialesca dimensione, tra finti stupori e autentici gridolini dipiacere. Anche se l’oscurità stava lentamente avvolgendo tutto, esoltanto poche luci di bordo, piuttosto basse, garantivano albattello, che procedeva tranquillo, un minimo di illuminazione.Vicente fissava tutte le persone che incontrava per cercare diriconoscerne qualcuna, ma non riusciva a ritrovare neppurel’Arlecchino del giornale italiano col quale avrebbe volutoscambiare qualche parola.Continuò a pensare a lui chiedendosi anche chi fosse, e perchéavesse accennato proprio davanti a lui quell’incerto passo didanza. Si trattava di un piccolo mistero che, non ritrovandolo,non sarebbe mai riuscito a svelare.Gli apparve in quell’istante una figura inquietante: un uomotarchiato, tutto vestito di nero, con una maschera rossa,dall’aspetto decisamente lugubre e dagli occhi di brace. Costuipassò davanti a Vicente ben due volte, fissandolo intensamentenegli occhi.Vicente fu nuovamente preso dal panico, e pensò immediatamentea tutti i consigli che aveva ricevuto. Era ormai convinto che sitrattasse dello stesso uomo che lo stava cercando da giorni, o diun killer che potrebbe averlo seguito sin dalla sua uscita

Page 61: rio cmdfewfio

61

dall’albergo, al mattino, e che magari aveva ricevuto soltantol’ordine di sequestrarlo al suo arrivo, alla stazione successiva, percostringerlo a firmare qualche documento, o forse per condurlo inEuropa. Queste due soluzioni avrebbero potuto, se nonsoddisfacenti, essere almeno accettabili.Decise comunque di rivolgersi al comandante del battello perinformarlo dei suoi non infondati timori. Poi ci ripensò, econcluse che sarebbe stato un gesto inutile, perché nessunoavrebbe potuto capire la sua incredibile situazione.D’altronde, come avrebbero potuto proteggerlo, se ancheavessero voluto farlo, data la confusione che regnava su quellanave e il numero molto elevato di ubriachi che, nella semioscurità,incompostamente si agitavano sulla tolda?Forse avrebbe dovuto nascondersi nella cabina di comando.Corse da una hostess e chiese un altro bicchiere di liquore, e lomando giù senza nemmeno osservarne il colore, al solo scopo divincere l’inquietudine che continuava ad aumentare. Dopo averloletteralmente tracannato, prese la decisione di rivolgersi alcomandante e si mosse per raggiungerlo, facendo lo slalom tracoppie di maschere di ogni genere, e guardandosi attorno consempre maggiore timore.Pensava, camminando, che se avesse avuto quella pistola che giàuna volta lo aveva salvato da una grave minaccia, si sarebbepotuto difendere, probabilmente anche senza sparare. Ma, mentreprocedeva sul bordo destro, cercando di raggiungere la prua,dove avrebbe potuto trovare il capitano, fu improvvisamentecolpito alla testa con una sbarra di ferro e scaraventato giù dalbattello.Attratti dal sangue, branchi di piranha si scagliarono su di lui e, inpochi secondi, quel tratto di fiume si trasformò in una pentolacontenente acqua in ebollizione. Ma, quasi subito, si acquietò e lasua superficie ritornò liscia, come se nulla fosse successo.Due persone mascherate, che videro Vicente nel fiume mentreveniva attratto verso il fondo, diedero immediatamente l’allarme.Il battello fu subito fermato e vennero accesi i fari. Il comandante,prontamente intervenuto e i molti curiosi che con lui siaffacciarono sul vasto specchio d’acqua del Rio Amazonas,

Page 62: rio cmdfewfio

62

sfiorato da un sottile vento, riuscirono a vedere soltanto unaestesa macchia rossa , che già stava sbiadendo.Al suo rientro in sede, due giorni dopo, il console onorario,messo al corrente dai suoi collaboratori della terribile vicenda, siaffrettò a comunicare alle autorità romane quanto il povero Vicenteaveva riferito circa l’esistenza e la sconcertante attività delladiabolica organizzazione segreta che aveva compiuto l’atrocedelitto.Aveva anche raccomandato una seria e rapida inchiesta cheportasse alla scoperta, e alla definitiva condanna, di tutti iresponsabili, non soltanto per amor di giustizia ma anche perevitare il ripetersi, in futuro, di fatti del genere che offendono eavviliscono l’umanità.Il console, al quale anche Juanita si rivolse per avere notizie diVicente, diede la ferale notizia usando il massimo tatto. Juanita,distrutta dal dolore, informò subito Belmiro il quale, benchéavesse intuito da tempo che la mancata collaborazione di Vicenteavrebbe portato ad una strada senza ritorno, non riuscì a trattenerele lacrime. E telefonò anche a Ugo che, altrettanto sconvolto,cercò fraternamente di alleviare la sua pena, anche promettendoleche sarebbe presto partito per Manaus per avere maggioriragguagli sulla incredibile fine del caro amico.Pensava anche di gettare qualche fiore nel Rio Amazonas nelpunto in cui Vicente era scomparso, travolto dalle sue acque edivorato dai suoi carnivori abitatori. Anche se gli era stato dettoche in quelle perigliose acque, forse per compensare la mortaleaggressività di una parte della sua fauna, galleggiavanogiganteschi fiori che, con le loro aperte corolle, in parte necoprivano la superficie.Dopo aver a lungo pensato al triste evento, Ugo decise infine dimantenere la sua promessa. E, preso un aereo della compagnia dibandiera Varig, raggiunse, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, lasua fantastica capitale, che visitò con speciale attenzione.Già presagiva che l’umano e terribile incidente occorso gliavrebbe fatto trovare il suolo sul quale avrebbe finalmentecostruito la sua casa, quella terra promessa che per tanti anni,aveva affannosamente cercato. E dove, nei momenti di sconforto,

Page 63: rio cmdfewfio

63

avrebbe avuto la possibilità di sedersi ai margini del fiume, per luiormai sacro, e guardare trasognato quei petali, spruzzati dipreziosi colori, correre lungo il Rio Amazonas, sospinti dal ventosotto le brillanti stelle, nelle lunghe notti tropicali, o sotto il soleardente, quasi cercando qualcosa o qualcuno.La folgorazione lo colpì dopo interminabili ore passate sullasponda del Rio, seduto in religioso raccoglimento, quasiauscultando tra le stupende, affioranti ninfee e le loro apertecorolle bianco-rosate e gialle, i battiti del cuore dell’amicoscomparso. Qualcosa, dentro di lui, gli impose di gettare l’ancorae di fermarsi in quell’estremo lembo di terra, alla frontiera con laColombia, il Venezuela e la Guyana, in una irreale dimensionegenerata da un sofferto incantesimo e, nella sua accesa fantasia,confinante anche con l’universo.

Page 64: rio cmdfewfio

64

NOTA

Bruno Guarino, nato a Fiume, è autore di altri tre libri: uno distoria e memorialistica legato al secondo conflitto mondiale, e duedi satira politica.Catturato sulla cima Longoira al comando di una pattuglia del IIIreggimento bersaglieri durante un cruento combattimento con letruppe nordamericane, fu internato nel campo 404 di Marsiglia esuccessivamente, dopo una spericolata fuga dalla prigionia, nelcampo 457 di Chalons Sur Saõne.Dirigente industriale a ventotto anni, si è trasferito nel Venezuela,e in questo accogliente Paese ha fondato la sua prima società. Laseconda nacque a New York.Dirige attualmente una Trading Company da lui creata al rientrodall'America e operante, prevalentemente nel settore tessile e dellamoda, in tutti i paesi del Nord, Centro e Sudamerica, dal Messicoalla Tierra del Fuego. Paesi che ha continuato a visitare per moltianni e ai quali ha recentemente aggiunto il Medio e EstremoOriente nonché il Sud-Est Asiatico.Nello stupendo continente Sudamericano, che ha amatomoltissimo e tuttora palpita in lui, ha vissuto a lungo,partecipando anche alla vita culturale dei paesi che, di volta involta, lo ospitavano. forse, un avventuriero nel senso più nobiledella parola, amante della natura, dei mari azzurri e verdi, daiquali affioravano, bene allineati, bellissimi delfini, mascorrazzavano anche, in cerca di preda, enormi, spaventosisquali. E dei lunghi e incantevoli fiumi, spesso coperti divariopinti fiori, come il favoloso RIO AMAZONAS, nelle cuiacque si annidano però, con i loro denti aguzzi, anche i carnivoripiranha.Affascinato dai luminosi orizzonti e dalle estese, impenetrabiliforeste, popolate da preziosi animali esotici e da magnifici uccelli,dai caldi colori, spesso violenti, ma anche capaci di suscitareemozioni e sentimenti poetici.

Page 65: rio cmdfewfio

65

Con questa carica interna, stregato da tutto ciò che è stato creato inquella parte del mondo, talvolta a metà strada tra la realtà terrena ela fantasia, non ci meraviglia che Guarino abbia potuto scriverequesto libro che nasce dalla vita, dal fascino della natura, dallatradizione, dalla cultura di tanti popoli, che il mondo dovrebbeforse conoscere meglio, per sfociare nella violenza e nella morte,che della vita è la naturale conclusione.Gli studi da lui compiuti presso le Facoltà di Scienze politiche e diSociologia di una Università cattolica internazionale lo portano aconclusioni che, considerando la malvagità di certe figure e formepolitiche, continuano a lasciare perplessa l'umanità.Nel libro si dà anche risalto all'inciviltà del regime colonialistico esi sottolinea la tendenza di vari popoli, anche europei, a staccarsidai grandi stati accentratori per formare nuove entità etniche,caratterizzate da comunanza di cultura e lingua, più piccole e piùfacilmente amministrabili e controllabili.Ci auguriamo che i terribili fatti narrati nel libro aiutino gli uominidel futuro, cioé i giovani di oggi e quelli che verranno, se non aeliminare, almeno a ridurre l'impazzita riproduzione dellemetastasi nel tessuto sociale, gravemente contaminato dallaperversione politica che, mimetizzata e diabolicamente propostacome forma di liberazione del mondo, fingendo di abbracciarla,pugnala alle spalle la parte meno fortunata dell'umanità, alla qualequesto libro è affettuosamente dedicato.

Page 66: rio cmdfewfio

66

Indice

Capitolo I pag. 5

Capitolo II « 7

Capitolo III « 10

Capitolo IV « 19

Capitolo V « 26

Capitolo VI « 33

Capitolo VII « 39

Capitolo VIII « 42

Capitolo IX « 46

Capitolo X « 48

Capitolo XI « 57

Nota « 67

Page 67: rio cmdfewfio

67

Page 68: rio cmdfewfio

68

Finito di stamparenel mese di marzo 1999da Fiordo s.r.l - Galliate

Italy

Page 69: rio cmdfewfio

69