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34 ARCHITETTURA TESSILE In un’ottica di riduzione delle risorse economiche e finanzia- rie causate da una recessione relativamente stagnante (in alcune aree d’Europa il PIL continua a non crescere secondo le aspettative) alla cultura dell’espansione urbana “senza li- miti” si è contrapposto un ripensamento sull’ambiente già urbanizzato in cui la riqualificazione riveste un ruolo centra- le. (Cfr. Gervasini, 2013, p. 64). Secondo questa logica la cit- tà dovrebbe essere ripensata in termini di qualità urbana, mobilità, ruolo degli spazi aperti ecc. mentre le tecnologie impiegate dovrebbero essere orientate verso l’efficienza energetica (smart city). Un nuovo “corso” che ha prodotto numerosi interventi significativi in tutto il Mondo, in partico- lare in Europa e che probabilmente non subirà trasforma- zioni sostanziali, nonostante gli esiti delle recenti elezioni presidenziali USA. L’insieme degli interventi volti a ripensare gli ambienti già urbanizzati è solitamente definito “rigenerazione urbana”. Gli obiettivi della rigenerazione urbana sono il ripristino del- la vivibilità dei luoghi oggetto di intervento e l’incremento dell’economia. Gli interventi dovrebbero favorire la coesione sociale, contenendo il consumo di suolo e riducendo la cre- scita rapida e disordinata delle periferie. L’esito finale do- vrebbe portare ad un miglioramento duraturo delle condi- zioni fisiche, sociali, economiche e ambientali di un’area che è soggetta a cambiamento (Cfr. Garsia, 2015, p. 71-72). L’in- tegrazione di questi tre aspetti (sociale, economico, ambien- tale) è la principale caratteristica della “rigenerazione urba- na” (Cfr. Musco, 2009, p. 50-51). L’argomento “rigenerazione urbana” è affrontato anche nel DDL governativo “Contenimento del consumo del suolo e ri- uso del suolo edificato”, approvato dalla Camera dei deputa- ti il 12 maggio 2016 e in corso di esame in commissione (5 luglio 2016). In particolare l’articolo 2, comma 1, lettera e) oltre agli interventi urbanistici, edilizi e socio-economici estende il concetto di rigenerazione urbana alle attività di agricoltura urbana (orti urbani, didattici ecc.). In quest’ottica anche gli interventi di “rammendo” (piccola manutenzione, mobilità lenta, verde pubblico, laboratori di borgata ecc.) proposti dal gruppo di ricerca G124 promosso dal senatore Renzo Piano si innestano in un programma di rigenerazione urbana. All’interno del grande tema della rigenerazione urbana, la riqualificazione edilizia si presenta come uno dei possibili interventi nel quadro di un sistema che, come si è visto, è più complesso. La norma UNI 10914-1:2001 definisce la riquali- ficazione come un insieme combinato di azioni svolte sugli edifici al fine di aggiornarne le prestazioni per farle corri- spondere a nuovi requisiti (attuali standard relativi al conte- nimento dei consumi energetici, uso di energie da fonti rin- novabili, nuovi standard architettonici, accessibilità, fruibili- tà ecc.). La riqualificazione quindi si attesta alla scala dell’e- dificio più che a quella del quartiere, ma sul quartiere ha co- munque implicazioni dirette in quanto il decoro dei prospet- ti degli edifici è quasi sempre un fatto pubblico e non priva- to. In particolare la riqualificazione degli involucri edilizi può muovere da tre motivazioni principali (Zennaro, 2012, p. 29): Estetiche: ricontestualizzare l’edificio, aggiornarne l’im- magine ecc.; – Aumento delle prestazioni: riduzione dei consumi, au- mento dell’isolamento termico, (schermatura solare, NdA) ecc.; – Miglioramento della funzionalità: funzionale/spaziale, fruibilità, qualità di vita, visibilità ecc. Fra le motivazioni più comuni vi sono: aumentare il valore del bene, aumentare l’efficienza energetica, ridurre i costi, aumentare la qualità estetica ecc. (Zennaro, 2012, p. 29). Le conseguenze di questi interventi sono di tre tipi: Sociali: minimizzano il disagio degli abitanti e possono migliorare la qualità estetica; Economiche: si mantiene l’edificio preesistente con no- tevole risparmio di tempo e danaro; – Ambientali: riutilizzando le parti funzionali dell’edificio RIGENERAZIONE URBANA IN SUPERFICIE Rivestimenti tessili e riqualificazione di facciata Alessandro Premier Alessandro Premier è docente a contratto di tecnologia dell’architettura, Università degli Studi di Udine

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In un’ottica di riduzione delle risorse economiche e finanzia-rie causate da una recessione relativamente stagnante (in alcune aree d’Europa il PIL continua a non crescere secondo le aspettative) alla cultura dell’espansione urbana “senza li-miti” si è contrapposto un ripensamento sull’ambiente già urbanizzato in cui la riqualificazione riveste un ruolo centra-le. (Cfr. Gervasini, 2013, p. 64). Secondo questa logica la cit-tà dovrebbe essere ripensata in termini di qualità urbana, mobilità, ruolo degli spazi aperti ecc. mentre le tecnologie impiegate dovrebbero essere orientate verso l’efficienza energetica (smart city). Un nuovo “corso” che ha prodotto numerosi interventi significativi in tutto il Mondo, in partico-lare in Europa e che probabilmente non subirà trasforma-zioni sostanziali, nonostante gli esiti delle recenti elezioni presidenziali USA. L’insieme degli interventi volti a ripensare gli ambienti già urbanizzati è solitamente definito “rigenerazione urbana”. Gli obiettivi della rigenerazione urbana sono il ripristino del-la vivibilità dei luoghi oggetto di intervento e l’incremento dell’economia. Gli interventi dovrebbero favorire la coesione sociale, contenendo il consumo di suolo e riducendo la cre-scita rapida e disordinata delle periferie. L’esito finale do-vrebbe portare ad un miglioramento duraturo delle condi-zioni fisiche, sociali, economiche e ambientali di un’area che è soggetta a cambiamento (Cfr. Garsia, 2015, p. 71-72). L’in-tegrazione di questi tre aspetti (sociale, economico, ambien-tale) è la principale caratteristica della “rigenerazione urba-na” (Cfr. Musco, 2009, p. 50-51).L’argomento “rigenerazione urbana” è affrontato anche nel DDL governativo “Contenimento del consumo del suolo e ri-uso del suolo edificato”, approvato dalla Camera dei deputa-ti il 12 maggio 2016 e in corso di esame in commissione (5 luglio 2016). In particolare l’articolo 2, comma 1, lettera e) oltre agli interventi urbanistici, edilizi e socio-economici estende il concetto di rigenerazione urbana alle attività di agricoltura urbana (orti urbani, didattici ecc.). In quest’ottica

anche gli interventi di “rammendo” (piccola manutenzione, mobilità lenta, verde pubblico, laboratori di borgata ecc.) proposti dal gruppo di ricerca G124 promosso dal senatore Renzo Piano si innestano in un programma di rigenerazione urbana.All’interno del grande tema della rigenerazione urbana, la riqualificazione edilizia si presenta come uno dei possibili interventi nel quadro di un sistema che, come si è visto, è più complesso. La norma UNI 10914-1:2001 definisce la riquali-ficazione come un insieme combinato di azioni svolte sugli edifici al fine di aggiornarne le prestazioni per farle corri-spondere a nuovi requisiti (attuali standard relativi al conte-nimento dei consumi energetici, uso di energie da fonti rin-novabili, nuovi standard architettonici, accessibilità, fruibili-tà ecc.). La riqualificazione quindi si attesta alla scala dell’e-dificio più che a quella del quartiere, ma sul quartiere ha co-munque implicazioni dirette in quanto il decoro dei prospet-ti degli edifici è quasi sempre un fatto pubblico e non priva-to. In particolare la riqualificazione degli involucri edilizi può muovere da tre motivazioni principali (Zennaro, 2012, p. 29):– Estetiche: ricontestualizzare l’edificio, aggiornarne l’im-

magine ecc.;– Aumento delle prestazioni: riduzione dei consumi, au-

mento dell’isolamento termico, (schermatura solare, NdA) ecc.;

– Miglioramento della funzionalità: funzionale/spaziale, fruibilità, qualità di vita, visibilità ecc.

Fra le motivazioni più comuni vi sono: aumentare il valore del bene, aumentare l’efficienza energetica, ridurre i costi, aumentare la qualità estetica ecc. (Zennaro, 2012, p. 29). Le conseguenze di questi interventi sono di tre tipi:– Sociali: minimizzano il disagio degli abitanti e possono

migliorare la qualità estetica;– Economiche: si mantiene l’edificio preesistente con no-

tevole risparmio di tempo e danaro;– Ambientali: riutilizzando le parti funzionali dell’edificio

RIGENERAZIONE URBANA IN SUPERFICIERivestimenti tessili e riqualificazione di facciata

Alessandro Premier

Alessandro Premier è docente a contratto di tecnologia dell’architettura, Università degli Studi di Udine

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l’impatto ambientale è minimo, potendo reimpiegare an-che alcune parti o avviarle al riciclo.

Fra le operazioni che si possono eseguire sull’involucro tra le più convenienti vi è certamente l’over-cladding. Per over-cladding si intende l’applicazione di un nuovo rivesti-mento – spesso integrato con materiali isolanti – mantenen-do il substrato esistente: le pareti dell’edificio esistente di-

ventano quindi il supporto per l’applicazione del nuovo rive-stimento. Con l’over-cladding in genere non è necessario sostituire parti dell’edificio come infissi o tamponamenti e per questo gli interventi risultano relativamente economici e in linea con i budget relativamente bassi che caratterizzano l’attua-le situazione economico-sociale. Una soluzione ad investi-

1 – Centro Commerciale Iperal Adamello pre e post-intervento. Foto dopo © Andrea Liverani.

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mento iniziale relativamente ridotto e con un impatto am-bientale basso è rappresentata dai rivestimenti tessili di fac-ciata. Si tratta in genere di over-cladding realizzati con ele-menti modulari e quindi facilmente sostituibili. Il cantiere è di tipo prefabbricato (i.e. con un alto livello di prefabbricazio-ne) e di tipo “leggero” (Cfr. Renzo Piano). Il livello di manu-tenzione richiesto quindi non è particolarmente elevato e le tecnologie attuali consentono un riciclo pressoché totale dei componenti di base. Nell’ottica del ciclo di vita questo rap-presenta un punto estremamente favorevole in quanto sia alcuni tessuti tecnici che le strutture di supporto in allumi-nio sono facilmente riciclabili. In particolare la tecnologia Texyloop® di Serge Ferrari consente di riciclare il 100% dei componenti di un tessuto spalmato. Un celebre esempio in-ternazionale – per altro molto discusso – di over-cladding realizzato interamente con tessuti tecnici è rappresentato dall’Hotel Silken Puerta America di Madrid. L’intervento di facciata, progettato da Ateliers Jean Nouvel (2005), ha visto le parti opache rivestite con tessuti statici mentre le finestre schermate con elementi mobili. Il segno distintivo è però l’u-so di tessuti con colori molto saturi. La facciata è infatti se-parata in due parti dal vano ascensore in vetro a vista. La parte sinistra sfuma dall’arancio al giallo mentre quella de-stra passa dall’arancio al rosso, al viola fino al blu. L’obietti-vo principale è indubbiamente quello di attrarre l’attenzione dell’osservatore (visibilità).

InterventiinItaliaTra le soluzioni più economicamente vantaggiose per ridise-gnare l’aspetto di un edificio e dare nuova qualità all’am-biente circostante vi sono quindi gli interventi di over-clad-ding che utilizzano tessuti tecnici per l’architettura. L’azien-da Serge Ferrari, leader mondiale nella produzione di mem-

brane composite, ha fornito materiali per molti interventi di questo tipo anche nel territorio italiano. Tra i più recenti l’intervento di restyling del Centro Commer-ciale Iperal Adamello a Darfo Boario Terme (BS), inaugurato a maggio 2016. Il gruppo Iperal, titolare di 35 fra supermer-cati e ipermercati nell’Italia settentrionale, decise di rinno-vare l’aspetto dell’edificio (un ipermercato di medie dimen-sioni) che presentava i consueti caratteri dell’edificio indu-striale prefabbricato: strutture e tamponamenti prefabbri-cati in calcestruzzo con fascia superiore di finestre a nastro e parti rivestite in metallo relativamente deteriorate (Fig. 1). L’incarico del restyling è stato affidato al gruppo COTEFA In-gegneri e Architetti di Brescia che avevano già utilizzato tes-suti tecnici in altri interventi. L’operazione di over-cladding ha consentito di creare uno scarto nella facciata in modo da evi-denziare un basamento con le aperture dei negozi e un fusto con il nuovo rivestimento che copre completamente le fine-stre a nastro, diventando anche schermatura solare statica. Tutto il nuovo involucro è sui toni del beige e del grigio così da mettere in evidenza le due insegne colorate: una all’ingresso (arancione) e una sul coronamento (rossa) (Fig. 1). Il basa-mento è stato tinteggiato in una tonalità di grigio-beige diver-sa dal fusto (colore sandy beige) – rivestito in tessuto – per ac-centuare la separazione fra i due. L’accesso principale è evi-denziato da un rivestimento tessile in una tonalità più scura rispetto al fusto, in modo da individuarlo con facilità (visibili-tà-riconoscibilità). Il tessuto più scuro (colore choco) è stato utilizzato anche per il rivestimento del corpo parcheggi men-tre gli altri corpi in aggetto sono stati rivestiti in lamiera stira-ta con una tonalità di grigio diversa dalle precedenti. Il sistema di facciata a telaio per l’over-cladding è stato rea-lizzato da Canobbio (Fig. 2). Sono stati impiegati 2500 m² di tessuto Soltis FT381 (scelto per la sua leggerezza e facile la-vorabilità) nei colori 3123 (sandy beige) e 3108 (choco). Le proprietà di schermatura solare secondo la norma UNI EN 14501 “Benessere termico e visivo caratteristiche prestazio-ni e classificazione” dei due colori utilizzati per i tessili del rivestimento sono riportate nella tabella A.

Il tessuto Soltis FT381 di Serge Ferrari, appositamente pro-gettato per rivestimenti architettonici e schermature, è di-

Tabella A: proprietà solari e luminose dei tessuti Soltis FT381 nei due colori utilizzatiTS = trasmissione solare %RS = riflessione solare %AS = assorbimento solare %TS+RS+AS = 100% dell’energia incidenteTV n-h = trasmissione luminosa visibile emisferica normalegtot

e = fattore solare esterno (vetri tipo C, vetrocamera 4+16+4 con argon, g=0,59 U=1,2)

2 – Centro Commerciale Iperal Adamello: dettaglio del nuovo rivestimento. Foto © Andrea Liverani.

Colore Codicecolore

TS RS AS TVn-h gtote

choco 381-3108 27 10 63 27 0,21

sandy beige 381-3123 29 34 37 28 0,21

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sponibile in 28 colori diversi (metallizzati o perlescenti). Si tratta di un tessuto in fibra di poliestere del tipo screen (mi-croforato) pretensionato in due direzioni (tecnologia Serge Ferrari Précontraint®) e spalmato in PVC per l’impermeabi-lizzazione. Il prodotto, pur essendo una membrana compo-sita, è riciclabile al 100% nei suoi materiali di base attraver-so la tecnologia Texyloop®. Un circuito ad anello chiuso per-mette la separazione totale del PVC dalla fibra di poliestere in modo da poter riutilizzare completamente i due materiali. Qualora necessario il prodotto consente personalizzazione grafica ed effetti 3D trasformandosi in un supporto ideale per rappresentazioni artistiche o riproduzione di immagini.

Il tessuto Soltis FT381 è stato utilizzato anche per il restyling della sede Italmoda a Endine Gaiano (BG). L’edificio origina-le, di tipo industriale, era costituito da un volume parallele-pipedo regolare tamponato con pannelli prefabbricati in cal-cestruzzo. Le finestre erano quadrate e la superficie ester-na tinteggiata in grigio e giallo. Il logo dell’azienda, posto in verticale all’angolo non risaltava particolarmente. All’in-gresso era posta una pensilina metallica standard con co-pertura a falde in stile anni ’80 (Fig. 3). Il progetto di riquali-ficazione è stato realizzato dall’ufficio progettazione interno: Centro Stile Italmoda. E’ stato conservato l’involucro esi-stente sul quale è stata applicata una struttura metallica di supporto per il rivestimento tessile. La realizzazione è di Tensoforma. L’idea generale di progetto sembra ricercare una forma che trasmetta l’idea di dinamismo; totalmente contrapposta alla staticità dell’involucro preesistente. Il di-segno infatti richiama certi motivi dell’arte optical, in parti-

3 – Sede Italmoda a Endine Gaiano (BG) pre e post-intervento. Foto © Ten-soforma.

4 – Negozio Lindt a Legnano (MI) pre e post-intervento. Foto prima © Serge Ferrari Foto dopo © Gilles Aymard.

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5 – Negozio Lindt a Legnano (MI) post-intervento. Foto © Gilles Aymard.

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colare il motivo a linee parallele che appaiono convergenti. L’effetto qui è ottenuto mediante l’uso di pannelli trapezoi-dali posti ad inclinazioni diverse rispetto al filo verticale del-la facciata esistente. In questo modo si viene a creare nel nuovo rivestimento un effetto onda, quasi come le tessere del domino mentre stanno progressivamente cadendo. Que-sto conferisce all’involucro un aspetto complessivamente dinamico, sebbene sia costituito da elementi statici (Fig. 3). All’ingresso principale è stata rimossa la pensilina metallica e l’entrata è posta in evidenza mediante una cornice rettan-golare che si discosta nettamente dall’andamento del rive-stimento tessile. Il colore complessivo è grigio chiaro men-tre il logo dell’azienda è stato stampato sul tessuto a tutt’al-tezza per metterlo in risalto.

Altro intervento di riqualificazione realizzato mediante un over-cladding con rivestimento tessile è il restyling di un edi-ficio commerciale (ex concessionaria) in Viale Cadorna a Le-gnano (MI) (cioccolateria Lindt, McDonald’s fast-food e altre attività) (anno 2009). L’edificio originale, su due livelli, si pre-sentava con la tipica immagine da “supermercato anni ’80” (Fig. 4). Al piano terra l’ossatura puntiforme in calcestruzzo armato era tamponata con pannelli metallici di colore grigio con una fascia azzurra. Ingresso e uscita erano traslucidi con le tipiche porte a vetri in alluminio anodizzato dell’epoca. Il piano primo, leggermente in aggetto, era tinteggiato in az-zurro con aperture regolari a tutt’altezza nelle campate. Tut-

te le aperture erano schermate da tapparelle avvolgibili di colore bianco. Il “coronamento” era costituito da un cornicio-ne prefabbricato in calcestruzzo. Il progetto di riqualificazio-ne dell’involucro è stato affidato allo Studio D.A Designer – arch. Matteo P. Casati. Gli elementi strutturali in calcestruz-zo al piano terra sono stati colorati di bianco mentre i tampo-namenti realizzati con pannelli metallici sono stati comple-tamente rimossi, uniformando il prospetto mediante nuovi serramenti-vetrata con profili verniciati in blu per Lindt e in grigio scuro per McDonald’s. Il piano primo è stato comple-tamente ridisegnato mediante un rivestimento realizzato con tessuto Soltis FT381 di colore grigio scuro (Fig. 4). La struttura metallica di supporto è stata realizzata da Canob-bio: 61 pannelli rettangolari di varie dimensioni con telaio in alluminio per una superficie complessiva di 500 mq. Il nuovo rivestimento sfrutta il lieve aggetto del piano primo ed è leg-germente inclinato – nella parte superiore – rispetto al filo verticale della facciata in modo da evidenziarne il corona-mento. Sul tessuto sono stati stampati i loghi dei due brand principali: Lindt e McDonald’s. Il tessuto inoltre può trasfor-marsi in supporto temporaneo per altre informazioni com-merciali. Nella fascia marcapiano sono stati installati dei punti luce che illuminano (verso il basso) le vetrine del piano terra, mentre nella parte bassa della struttura di supporto del tessuto sono state installate delle sorgenti luminose co-lorate che creano nella parte centrale del rivestimento delle sfumature di vari colori: dal verde al viola (Fig. 5).

6 – Hotel Plaza ad Abano Terme (PD) post-intervento. Foto © Serge Ferrari.

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Altro esempio di trasformazione di una facciata di scarso pre-gio architettonico è l’intervento di riqualificazione dell’Hotel Plaza, prospetto su Piazza Repubblica, ad Abano Terme (PD) (2011). L’aspetto dell’edificio era quello tipico degli hotel anni ’70-’80 situati nelle località turistiche del Veneto, in particolar modo quelle balneari. Il ridisegno del corpo antistante la piaz-za con la fontana è avvenuto mediante l’applicazione di un ri-vestimento tessile (Soltis FT381) di colore grigio su una sotto-struttura metallica realizzata da Canobbio (l’albergo era in corso di ristrutturazione). La superficie totale del rivestimen-to tessile è di 930 mq. Il progetto è stato realizzato dallo stu-dio Michele Franzina & Partners Architettura. La facciata ad andamento curvilineo sembra “abbracciare” la piazza anti-stante (Fig. 6): il rivestimento segue il suo andamento, si svi-luppa da terra e, come nell’esempio precedente, prosegue in-clinato rispetto al filo verticale della facciata. Questa soluzio-ne permette all’edificio di accentuare ulteriormente il suo “abbraccio” alla piazza. La schermatura di facciata si inter-

rompe solo nei punti dove sono posizionate le vetrate al piano terra, mentre una grande pensilina metallica collegata con dei tiranti alle strutture originali ombreggia la parte antistan-te l’edificio (Figg. 7-8). Si tratta di un’applicazione particolar-mente versatile che combina una veloce realizzazione alla possibilità di sostituire parti della facciata – costituita da mo-duli – qualora la committenza dovesse richiedere superfici con colori diversi.

In conclusione possiamo affermare che la tipologia di inter-venti trattata consente di elevare il livello della qualità archi-tettonica e ambientale di edifici anche con un basso conte-nuto tecnologico/architettonico di partenza. Si tratta di in-terventi particolarmente sostenibili con un basso impatto ambientale complessivo, anche nell’ottica dell’intero ciclo di vita dell’edificio (cantiere leggero, facile manutenzione, rici-clabilità totale dei componenti ecc.). Si tratta inoltre di inter-venti con un alto impatto sulla qualità architettonica dell’e-

7 – Hotel Plaza ad Abano Terme (PD) post-intervento. Foto © Serge Ferrari.

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dificio e dell’ambiente circostante che richiedono un budget relativamente basso e quindi perfettamente in linea con l’e-sigenza attuale di contenimento dei costi.

RiferimentiGervasini C., “Riqualificazione, riuso e valorizzazione dei ‘vuoti’ urbani”, in De Lotto R., Di Tolle M.L., (a cura di), Ele-menti di progettazione urbanistica: rigenerazione urbana nella città contemporanea, Maggioli, Rimini, 2013, p. 64.Garsia L., Abitare la rigenerazione urbana. La misura della città e della casa nel XXI secolo, Gangemi, Roma, 2015, pp. 71-72.Musco F., Rigenerazione urbana e sostenibilità, Franco Ange-li, Milano, 2009, p. 50-51.Zennaro P., Gasparini K., Premier A., L’involucro rivestito. Ri-qualificazione, rigenerazione e valorizzazione dei rivestimenti edilizi, Maggioli, Rimini, 2012.Negri Giorgia, Scenari tecnologici di rigenerazione. Tecnologie

del colore e della luce per la rigenerazione e valorizzazione dell’ambiente costruito e degli spazi aperti, Tesi di laurea, Po-litecnico di Milano, Scuola di Architettura e Società, Corso di Laurea Magistrale in Architettura, A.A. 2015-2016, relatore: prof. Gennaro Postiglione, correlatore: prof.ssa Katia Gaspa-rini.Norma UNI 10914-1:2001 Edilizia – Qualificazione e control-lo del progetto edilizio di interventi di nuova costruzione e di interventi sul costruito – Terminologia.Norma UNI EN 14501 “Benessere termico e visivo caratteri-stiche prestazioni e classificazione”DDL “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suo-lo edificato”, approvato dalla Camera dei deputati il 12 mag-gio 2016, in corso di esame in commissione (5 luglio 2016)

Unringraziamentoparticolareinfine,perleprezioseinfor-mazionitecnicheeilmaterialeiconograficoaCecileWilquin,ItalySpecificationManagerdiSERGEFERRARI.

8 – Hotel Plaza ad Abano Terme (PD) dettaglio nuovo intervento. Foto © Serge Ferrari.