Rifrazioni di Paolo Ciabattini

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Catalogo della terza tappa del viaggio culturale di Paolo Ciabattini, ospite nella chiesa sconsacrata di San Silvestro a Verona, ora filiale di Cassa Padana Bcc. Curatela della prof.ssa Giulia Sillato

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ex-Chiesa di San SilvestroPiazza Arditi37121 - Veronatel. 045 597345 - fax 045 [email protected]

Paolo Ciabattiniwww.paolociabattini.it

Idea e curaGiulia Sillato, storico dell’artedi scuola longhiana.Tutti i diritti riservati ©2013www.giuliasillato.euwww.ilmetaformismo.eu

OrganizzazioneArtis Recensio, [email protected]

CoordinamentoFondazione Dominato Leonensewww.fondazionedominatoleonense.it

FotografiaProprietà delle foto delle operein catalogo: Paolo CiabattiniTutti i diritti riservati ©2013Foto dell’ex-Chiesa di San Silvestro:Fondazione Dominato Leonense

Allestimento in plexiglassART - ARR srl, Verona

StampaGraphic & Digital Project S.r.l, Milano

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PAOLO CIABATTINI

9 aprile - 10 maggio 2013

terza tappa della mostra itineranteideata e curata da Giulia Sillato

È la terza e ultima mostra di una trilogiaespositiva che ha impegnato l’artista PaoloCiabattini a percorrere con le sue tele un trattodella giurisdizione culturale di Cassa Padana,che ha dato vita alla Fondazione DominatoLeonense con la finalità di recuperare antichearchitetture d’area padana, simbolicamenteinteressanti per la storia di quei luoghi: l’ine-dito viaggio, curato da Giulia Sillato (nota peri significativi contributi alla ricerca storico-artistica con la formulazione di una nuovachiave di lettura: il Metaformismo, basata sullasinergia, documentabile, di antico e moderno) èpartito il 30 settembre 2012 da Villa Badìa aLeno, sita nella suggestiva campagna bresciana,per sostare poi, tra dicembre 2012 e gennaio2013, a Reggio Emilia, nell’altrettanto splen-dido interno settecentesco della Sala degliAngeli in Palazzo Caffari, e infine giungere aVerona, al San Silvestro, tempio cristianoeretto nell’immediato suburbuio della cittàscaligera intorno al X secolo. Ebbe vita sinoal secolo scorso grazie alle opere di carità dellemonache benedettine che l’hanno avuta incura da secoli lontani. In ciascuno di questiappuntamenti d’arte, Paolo Ciabattini haesposto una produzione pittorica diversa,pensata e realizzata appositamente per armo-nizzarsi con il contesto architettonico: per glispazi puliti e neutri dell’ala settecentesca diVilla Badìa a Leno ha preparato una serie ditele molto colorate con tonalità accese chezampillavano nell’ambiente; per la Sala Angelidi Palazzo Caffari a Reggio Emilia, dipinticon modi barocchi, ha introdotto mono-cromi tenui, adattabili anche... (segue pag. 2)

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...(segue) alle forme e ai colori degli altri ambienti del complessodi cui fa parte il palazzo emiliano, riuscendo a correlare esteticamentel’abitat settecentesco con le opere pittoriche contemporanee, un dialogocostruttivo, che esclude inserimenti eclettici e forzati negli spazi dellastoria. Giungendo nell’ex-Chiesa di San Silvestro a Verona l’artistatocca il vertice espressivo della binomia antico-moderno, principionon solo esplicitabile negli eventi (lì dove il manufatto antico e quellomoderno palesemente si incontrano), ma fondamento stesso del suopensiero, della sua filosofia artistica e dei modi in cui egli tende natu-ralmente ad esprimersi. Il massimo risultato è stato raggiunto nei lavoridestinati a questa aula ex-ecclesiale di grande importanza storica perla città scaligera, nel cui cuore essa si colloca: le pareti del tempiocrstiano, dove oggi la Cassa Padana “officia” i suoi servizi al citta-dino, sono rivestite di affreschi sette/ottocenteschi che riproducono illu-sivi effetti di marmorizzazione tramite sequenze di formelle abbinatealternando decorazioni geometriche a motivi astratti, simili questi, perintenderci, all’odierno spatolato, con timbri e toni cromatici variabilidal grigio al marrone chiaro, passando per il bianco avorio. L’artista,dopo aver acquisito l’icona dell’ambiente, l’ha tradotta in materia pitto-rica e trasferito il senso di questa esperienza visiva in una serie di telequadrate che sfilano verso l’altare da parete a parete: in tutto undici,compreso il grande rettangolo, già esposto a Leno, che polarizza subitolo sguardo del pubblico, poichè si è valutata l’opportunità di installarlosull’altare medesimo: l’opera è Rifrazioni A, diversa dalle altre chel’accompagnano in questa esposizione non solo per le dimen-sioni (èlunga tre metri), ma anche per l’intensa colorazione verde-azzurra. Idieci restanti quadri, sistemati in duplice fila lungo entrambi i muri lateralidella grande sala, hanno una prerogativa: sono stati eseguiti nellospirito delle variazioni monocromatiche che dominano l’ambiente.Sono suddivisibili in due gruppi per misura e per caratteristiche di stilee a tutti è stato assegnato il titolo Rifrazioni, tant’è che per designarlisi è resa necessaria la numerazione: i quadrati 80 x 80 hanno unfondo scuro, grosso modo antracite, dal quale emergono, quasi conmagico caravaggismo, flutti di luce. Adopero una parola con cui vienesolitamente indicato il movimento dell’acqua (flutto), perchè si tratta diemanazioni che sollecitano due ordini di stimoli visivi, corrispondentiad altrettante sensazioni: da un lato la fluidità della componente liquida,dall’altro la plastica modulazione dei raggi solari quando trapassanoil mondo reale... Vibrazioni di luce (da cui il titolo di Rifrazioni) e motiondosi in un insieme misterioso e ineffabile, che ci trasporta in unmondo surreale e non ci si chiede cosa e perchè l’artista abbia scrittoquei messaggi... ne siamo talmente catturati che vogliamo ignoraredi proposito il filtro razionale delle immagini per abbandonarci a unarealtà perduta, forse mai esistita, fatta di cosmiche complicità, di estra-nianti proiezioni, di fantastici viaggi nell’ignoto, perchè è l’intimo dell’artista che comincia a svelarsi, aprendo lo scrigno dei suoi segreti attra-verso soffuse percezioni... segreti di cui forse si vorrebbe sapere di più.Le opere 100 x 100 hanno, invece, tracciati diversi: pur continuandoad interagire con il subconscio di chi le ha create si porgono all’occhioin modo più esplicito sul piano compositivo e coloristico, riuscendo astabilire contatti più evidenti con l’architettura dipinta del San Silvestro.Questa mia analisi non smentisce affatto quella già condotta in altreoccasioni, quando ho fornito interpretazioni razionali alle opere diPaolo Ciabattini, chiare, mi parevano, alla lettura di un testo artisticometaformale, ma entrambe colgono nel segno: la sua arte infatti è ilpunto, infinito, di fusione tra razionale e irrazionale, tra noto e ignoto...

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IN COPERTINA: Rifrazioni A, 2012Acrilico su tela120 x 300 cm

Rifrazioni 1, 2013Tecnica mista su tela80 x 80 cm

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Ora, tutto è sistemato, 2012Acrilico e mista su tela100 x 200 cm

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Rifrazioni 2, 2013Tecnica mista su tela100 x 70 cm

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Rifrazioni 3, 2013Tecnica mista su tela100 x 70 cm

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Rifrazioni 4, 2013Tecnica mista su tela80 x 80 cm

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Rfifrazioni 5, 2013Tecnica mista su tela80 x 80 cm

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Questa è la quarta del gruppo di opere di formato 80 x 80 esibiteal San Silvestro: è l’ultimo di una serie di quattro eloqui elaboratidall’artista milanese con il mezzo pittorico “luce-ombra”, parago-nabile alle nostre parole; quindi si può dire che con gli effetti dellaluce e dell’ombra, pittoricamente prodotti, egli ci parla e ci comunicadi sé, come solitamente facciamo con le nostre parole: il discorso siincentra sulle immagini a lui care, le immagini che riempiono il suoquotidiano nell’esercizio dell’attività di interiors designer: muri scro-stati, pareti fatiscenti, strutture vetuste e abbandonate che rappre-sentano un passato in attesa di essere richiamato alla vita con l’arte,lì dove l’arte l’aveva un giorno creato. In questo quadrante l’improntadell’uomo si allarga a macchia e si dipana ad occupare quasi tuttal’estensione della superficie, dopo aver tentato con vari movimentidi uscire dalla prigione: il limite del quadro, vissuto come unarecinzione imposta, senza tuttavia poter comprendere la necessitàdi ritagliare campionature del passato per riuscire a farle esprimerecome autonome entità. Questa è la magia dell’opera pittorica diPaolo Ciabattini, una magia senza spazo e senza tempo...

Rifrazioni 6, 2013Tecnica mista su tela80 x 80 cm

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Rifrazioni 7, 2013Tecnica mista su tela100 x 100 cm

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Rifrazioni 8, 2013Tecnica mista su tela100 x 100 cm

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Concezione del progetto, 2012Acrilico e mista su tela190 x 390 cm

Rifrazioni 9, 2013Tecnica mista su tela100 x 100 cm

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Rifrazioni 10, 2013Tecnica mista su tela100 x 100 cm

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L’artista Paolo Ciabattini ringraziaCassa Padana e la Fondazione

Dominato Leonense per la squisita ospitalitàche ha consentito questa trilogia espositivadi grande impatto e indice di gradimento:

www.paolociabattini.it

Villa BadiaLeno (Brescia)

30 settembre - 31 ottobre 2012

Palazzo CaffariReggio Emilia

14 dicembre 2012 - 14 gennaio 2013

ex-Chiesa di San SilvestroVerona

9 aprile - 10 maggio 2013

Due parole sull’ambiente ex-ecclesiale:

ex-Chiesa di San SilvestroVerona

Ad unica navata (aula), la piccola chiesa era un tempo dotata di pregevolioggetti di culto, ma soprattutto di affreschi e dipinti di alcuni tra i maggioriesponenti della pittura veronese del Cinquecento, come la pala d’altare diFelice Brusasorzi, oggi conservata al Museo di Castelvecchio a Verona. Masiamo in una epoca già avanzata, citando il noto pittore veronese del XVIsecolo: in realtà la chiesa, fondata nel X secolo con struttura proto-medioevale,si ergeva su un’area suburbana che, andando più a ritroso nel tempo, in etàimperiale romana era destinata alle attività artigianali di tipo fittile: ce lo diconogli scavi effettuati a seguito dello scoperchiamento del manto stradale peri lavori del nuovo parcheggio nella piazzetta del San Silvestro. Iniziati nel2008, portano alla luce 700 sepolture databili tra il XIV e il XVII secolo, ilcui corredo antropologico e artistico-artigianale viene asportato dalla B.A.A.S.per essere sottoposto a studi. Le tombe però coprono a loro volta unostrato sottostante, risalente alla civiltà romana, e a questa altezza stratigraficaemergono tracce di fornaci, vasche per l’argilla, pozzi a perdere, fosse peri torni, dispositivi per i torni, oltre che a una grande quantità di statuette,maschere, lucerne e oggetti ceramici d’uso quotidiano, tutti segni evidentidi una produzione fittile molto intensa. In altre parole questa zona dellacittà produceva suppellettili e stoviglie comuni e qui il popolo veronese diallora andava a comperare ostilia, figurine votive, brocche, bicchieri... eraun po’ come il supermercato di oggi, esterno alle mura della urbs.