RIETICITTÀ AZZURRA · 2017. 6. 8. · RIETI • PASSO CORESE FIANO ROMANO Sabina Sommario...

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL CENTRO ITALIA ANNO IV N. 1 MARZO 2012 E 1 COPIA OMAGGIO RIETI CITTÀ AZZURRA CURES ADDIO

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  • PERIODICO DIINFORMAZIONEDEL CENTROITALIAANNO IV N. 1MARZO 2012

    E 1COPIA OMAGGIO

    RIETI CITTÀAZZURRA

    C U R E S A D D I O

  • È LA PRIMA RIVISTA NATA IN SABINA a distribuzione gratuita,

    nel 1993,

    con il nome di Gazzettino della Sabina e dintorni

    e poi è diventata La Gazzetta Sabina.

    Ma è sempre LEI

    da molti imitata

    ha ispirato la nascita di molte riviste (e non solo) sul territorio

    MA lei non teme le imitazioni

    LEI non è schierata politicamente

    Non ha padri padroni

    Non ha paura dunque di denunciare gli ABORTI della politica

    come CURES, o MICIGLIANO, o vicende quali quella EO.N,

    lo sfruttamento delle nostre risorse

    per le quali nessuno finora ha mai preteso risarcimenti

    SABINA

    è dalla parte

    dei cittadini

    e della politica del disinteresse personale

    della politica del non compromesso

    di chi ancora ha VOGLIA DI SOGNARE

    CHE LA SABINA POSSA DIVENTARE UNA TERRA MIGLIORE

    PERIODICODI PROMOZIONETURISTICAE INFORMAZIONEANNO III N. 8DICEMBRE/GENNAIO 2011E 1COPIA OMAGGIO

    SABINIGIÙ DALTRONO

    DaCuresalPoloLogisticodiPassoCorese

  • RIETI • PASSO CORESEFIANO ROMANO

    SabinaSommario

    Rieti, Capitale Azzurradi Maria Grazia Di Mario

    Alla scoperta di Rieti sotterraneadi Maria Grazia Di Mario

    Selvaggia Sabina

    Itinerari digitalidi Paolo Pitoni

    Un mondo incantato

    L’intollerabile Armageddon sabinodi Paolo Campanelli

    Il benessere è vivere con energiaed equilibrio

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    Foto di copertina di Jacopo Eusepi e LegambienteAnno IV numero 1 marzo 2012Direttore responsabile Maria Grazia Di [email protected] - [email protected]. 347/36.28.200MARKETINGGiorgio Petrongari 3332951554Patrizia Petroni 3291473401Hanno collaboratoArticoli: Angelica Bianco, Paolo Campanelli,Catia Gentili, Giulia Simonetti, Paolo PitoniFotografie: Jacopo Eusepi, Legambiente,Massimo Renzi-Fotoflash di Rieti,EditoreAssociazione Culturale ArdoinaResidence RialtoVia Vallonina Terminillese snc Micigliano [RI]Redazione: Via G. Mameli 48b02047 Poggio Mirteto (Rieti)Stampa Tipografia Arti Grafiche CeloriVia Maestri del Lavoro 05100 Terni0744 813512Registrazione al tribunale di Rieti n. 8 del 2/4/2008La collaborazione è gratuitaLa rivista si può sfogliare anche suwww.sabinamagazine.itTutto il materiale, foto, articoli, pubblicitàsono soggetti a copyright

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  • iamo al secondo incontro con ALDOGREGORI, ex segretario del PSI, di-messosi di recente perché la politi-ca, così come è stata concepita finoranon porta a nulla, spiega con evidenterammarico. Gregori lavora come

    tecnico delle risorse idriche della Provincia di Rie-ti, e da tempo ‘combatte’, un po’ come un Don Chi-sciotte di casa nostra, per la sicurezza delle di-ghe del Salto e del Turano, la cui tracimazione,RICORDIAMOLO, COLPIREBBE NON SOLO RIETI, ANCHE TER-

    NI E LA STESSA CAPITALE. Gregori è anche l’ideatoredi un progetto molto interessante da lui ribat-tezzato con il nome di RIETI, LA CAPITALE AZZURA, giàpresentato ai politici e del tutto ignorato “Forse- precisa – mi avranno preso per visionario!”. Pri-ma di parlare del suo Piano di sviluppo (realiz-zato con criterio scientifico e cioè con l’ausilio diuno staff di giovani ingegneri della SABINA UNI-VERSITAS) è d’obbligo fare il punto sulla situazio-ne DISCIPLINARE.

    Gregori, il precedente servizio di SABINA hasmosso qualcosa?

    «Ho ricevutomolte telefonate, inoltre ho notato cheil livello del Turano è molto, molto basso».

    Novità?«Sono in corso di attuazione progetti di manu-tenzione straordinaria sui fiumi Turano, Salto e Ve-lino, a valle però, sui bacini niente, anche perchéla Regione non ha competenze inmerito, la gestioneè E.ON quindi gli interventi dovrebbe effettuarliil gestore».

    La Regione ha rivisto il famoso DISCIPLINARE!«Era, ed evidentemente rimane, questo il punto fon-damentale non risolto sollevato nel numero pre-cedente e nelle numerose interrogazioni parla-mentari e regionali: in attesa che si perfezioninogli interventi di sicurezza a valle bisogna controllareche i livelli siano comunque tenuti bassi e questova stabilito nel Disciplinare».

    L’invaso del Turano è stato svuotato in manie-ra consistente.

    «Perché si sono spaventati! L’anno scorso vera-mente abbiamo rischiato la catastrofe... Anche se

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    SRieti:CapitaleAzzurraDopo i Romanie Mussolini, aRieti, sembraproprio che lacapacità disognare erealizzare operestraordinarie siatramontata…ma, a pochigiorni dalleelezioni, unprogettoveramenteinnovativo vieneda un expolitico, orasemplice tecnicodella Provincia,Aldo Gregori

  • E.ON sembra stia controllando l’invaso, il Disci-plinare va comunque riscritto. L’appello che fac-ciamo a tutte le forze politiche di riprendere inmano la questione, e sollecitare la Polverini, è le-gato al fatto che la Regione, dopo la legge Bassa-nini, ha il potere di rilascio delle concessioni perle grandi derivazioni, sia idroelettriche, sia a finipotabili, come nel caso del Peschiera. Il fatto diavere 4-5 consiglieri reatini potrebbe far sembraretutto più facile, invece non si è mosso nulla pro-babilmente perché le pressioni del gestore son benpiù consistenti di quelle dei nostri politici locali».

    Spieghiamomeglio il sistema di ricaduta dei sol-di: E.ON paga la Regione e la Regione divide gliindennizzi tra i comuni coinvolti?

    «No, E.ON paga gli oneri concessori alla RegioneLazio, ad esempio parlando delle derivazioni delPeschiera, intorno ai 500mila euro l’anno, c’è poiuna piccola addizionale che a va a favore delle pro-vince e infine la quota di indennità ai comuni ri-vieraschi che il gestore elargisce direttamente enon attraverso la Regione. Volendo essere correttidobbiamo dire che dopo la crisi dell’anno scorsola Regione, attraverso l’Ardis, Ente tecnico per ladifesa del suolo, ha messo in campo oltre 10 mi-lioni di euro per manutenzioni idrauliche varie sulreticolo fluviale di sua competenza, interventi chenon hanno però senso in presenza di una traci-mazione. Facciamo un esempio pratico, in questomomento a Rieti, nel Velino, ci sono 45-50 metricubi d’acqua, con la tracimazione del Turano ri-schiata l’anno scorso, ne avremmo avuti 350, 400,solo dalla Valle del Turano, è evidente che nessuncorso sarebbe stato in grado di sostenere quellaportata, ed è questo il rischio che corriamo quo-tidianamente, anche perché l’adeguamento dei cor-si inferiori non è più possibile. Non è facile ten-tare di allargare emettere in sicurezza, all’internodella città, un fiume come il Velino, perché poi tiscontri con le case, con le opere d’arte, con i pon-ti, figuriamoci poi quando entri dentro Terni, haigli stessi problemi e dentro Roma, non ne parlia-mo nemmeno! I laghi non devono tracimare e ba-sta, però serve che il contratto di concessione afavore di E.ON preveda che, da fine ottobre ad apri-le, il vuoto deve essere almeno di 40 milioni cubi,anziché di 20, sono indicazioni dell’Autorità di Ba-cino e dell’Ufficio idrografico, e non mie!».

    Il privato non dovrebbe riversare anche un po’di soldi su questi territori?

    «Certo che il gestore ha dei compiti, però se stia-mo strettamente ad Disciplinare esistente gli ob-blighi attribuiti non sono particolarmente onero-si e vincolanti, E.ON dovrebbe dare, ad esempio,

    un indennizzo per il danno ambientale ma que-st’anno è la prima volta che ha elargito qualcosaalle province, il vero problema è che nessuno glie-lo ha mai chiesto, quindi…».

    Non è colpa di E.ON, ma nostra.«E.ON è un gestore economico, come lo era l’Enel,però Enel, essendo ente pubblico restituiva, an-che se indirettamente, alla collettività, ad esem-pio se doveva installare una linea elettrica su unamontagna lo faceva a costi politici, quando si è pas-sati al privato lo si è fatto nella inconsapevolez-za totale, come se fosse la stessa cosa, ma un con-to è dare una risorsa, che rende milioni e milio-ni di euro l’anno, a una struttura statale, para-statale o comunale, un conto è affidarla ai priva-ti, a un privato poteva venire in mente di dare unindennizzo che ricadesse nel territorio?».

    Certamente il livello dell’acqua è stato abbassato,iniziativa indispensabile alla sicurezza, ma il pae-saggio ne risente molto, anche considerando chequesta zona vive con il turismomordi e fuggi delweekend. Non dovrebbero dunque essere mes-se a punto delle misure, dei rimborsi, per sal-vaguardare gli operatori? Senza poi considera-re il danno ambientale.

    «Certamente».

    Ma tutti i soldi dove vanno a finire?«Ci troviamo a competere conmultinazionali, E.ONda una parte e Acea dall’altra…».

    Anche Acea è tra gli azionisti?«L’Acea nasce come agenzia del Comune di Romae come azienda pubblica, negli Anni ’90 l’hannofatta diventare spa, quindi si è trasformata in unamultinazionale nel campo della energia elettricae dell’acqua proprio come le altre, risponde soloper una parte al Comune di Roma, ancora azionista,

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    Larevisione scrittadel Disciplinareda parte dellaRegione Laziorimane il puntofondamentalenon risolto, vastabilita ancheuna quotadi indennizzoai territori

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    e per gran parte ai privati che hanno messo i ca-pitali e ‘quelli vogliono i soldi e basta’, la stessacosa dicasi di Enel, era tutta pubblica ad un cer-to punto ha venduto ad E.On ed ora è una multi-nazionale tedesca».

    In quale modo questo territorio potrebbe ave-re un vantaggio?

    «Innanzitutto dobbiamo affrontare il problema del-la sicurezza, se trascendiamo su questo rischia-mo di uccidere migliaia di persone, problema cheva risolto, ripeto, all’interno del Disciplinare, il se-condo punto è di introdurre, sempre al suo interno,l’obbligo di una quota che vada ai territori che for-niscono la risorsa, i quali a loro volta la dovran-no reinvestire per la crescita turistico-economi-ca. Basterebbe solo avere il riconoscimento del giu-sto indennizzo per risolvere la crisi del Nucleo In-dustriale e reggere bene a quella nazionale ed in-ternazionale, anche perché le infrastrutture perlo sfruttamento idrico coinvolgono un territoriomol-to ampio, ma lamaggior delle acque utilizzate ven-gono proprio dalla Provincia di Rieti. Un sistemache definisco diabolico, che nasce con Mussolini,grazie a ingegneri che considero dei geni, e chelega, in un reticolo straordinario, i laghi del Sal-to, del Turano, lo Scandarello, il Ratto, i corsi d’ac-qua Velino-Papigno, Farfa I e Farfa II, l’acquedottoPeschiera-Le Capore, nonché altre micro-centralipubbliche e private. Queste infrastrutture inoltresi uniscono ad altre di interesse naturalistico-paesaggistico quali, ad esempio, le Grotte di Valde’ Varri e le Cascate delle Marmore».

    E questo sistema è tutto in mano a E.ON?«Sì, tutto».

    E serve anche Roma?«Sì, a livello idroelettrico. Poi sul Tevere mica è

    finita qua! Ci sono ancora due altri sbarramentiche producono energia elettrica, il reticolo terminaa Castel Giubileo».

    Be,’ se tutto questo servisse anche al territorio…«Siamo arrivati alla domanda cruciale, tutto que-sto cosa produce? Dai dati raccolti un totale di ben632mila765 kilowattora, come potenza installa-ta, cifra che vamoltiplicata per 24 ore e 365 gior-ni. A questi va aggiunta la parte che riguarda laBassa Sabina: a Salisano abbiamo una centraleAcea che genera 42.200 kilowattora, mentreFarfa 1 e Farfa 2, che sono ancora Enel (le uni-che rimaste), producono rispettivamente altri 13e 10mila kilowattora».

    Ma quanti soldi incamera E.ON?«A OCCHIO 1MILIONE E 170MILA EURO AL GIORNO, par-liamo di cifre spaventose, se all’interno di questoDisciplinare stabilisci che una quota di questa fet-ta debba tornare ai territori che fornisconol’energia, discorso che andrebbe esteso anche al-l’idropotabile, non avremmo più problemi, vi-vremmo solo grazie alle nostre risorse naturali».

    Be’, Roma ha con noi un debito notevole per l’ac-qua potabile!

    «Per la verità all’inizio non era neanche previsto».

    Come, non era previsto?«No, perché la Concessione del ’26 era a favoredel Comune di Roma, quindi di un ente pubblico,e non si stabiliva nulla al riguardo, l’indennizzo èstato sancito con una legge del ’94».

    Ed è stata rispettata?«No, non è statamai attuata quella parte della nor-ma che prevede che chi beneficia della risorsa,Roma e tutto l’hinterland romano, deve dare unequo indennizzo, né si è previsto nulla riguardo ilsistema idroelettrico, i comuni rivieraschi (48) ven-gono risarciti (ripeto) con soli 500mila euro totalil’anno, stiamo parlando di niente. Stesso discor-so per le indennità relative al danno ambientale,anche qua parliamo di qualche centinaio di migliaiadi euro, di briciole».

    La provincia dovrebbe comunque riversare que-ste indennità sui territori?

    «Teoricamente sì, quantomeno rispenderli per ilmiglioramento ambientale, i problemi in tal sen-so sono notevoli, pensiamo ad esempio al dannoche provocano le dighe del Salto e del Turano, losa che hanno una influenza indiretta sulle spiag-ge del Lazio? Studiando tutto il sistema dell’ero-sione del litorale laziale s’è capito che gran par-

    In alto, diga sul Lagodel Turano

  • te di questo fenomeno è legato al fatto che il Te-vere non porta più determinati sedimenti, sedi-menti che provengono in misura importante pro-prio dai nostri laghi. Una cosa è certa, un terri-torio che produce 700mila kilowattora di energiae distribuisce 30mila litri al secondo di acqua po-tabile, parliamo di due milioni di euro al giorno,potrebbe diventare ricchissimo. I nostri politici an-cora non hanno capito dove stanno i soldi, anco-ra li vanno cercando dietro i muratori, i boscaio-li, i geometri, gli ingegneri».

    Forse c’è una mancanza di conoscenza del ter-ritorio e delle sue risorse.

    «Certamente, ma non solo, quando ero ancora se-gretario politico del PSI lanciai la proposta “RIE-TI LA CAPITALE AZZURRA”, sperando che si muoves-se qualcosa, mi hanno ignorato».

    Parliamo ora di Rieti La Capitale Azzurra, un pro-getto affascinante, legato fortemente alla risorsaacqua, è una sua creatura?

    «Sì. Intanto va spiegato il titolo, perché Rieti LaCapitale Azzurra? In primo luogo per indicare il glo-bo terrestre che, osservato dalle astronavi, apparecompletamente azzurro, in quanto la maggioran-za del pianeta è ricoperta di acqua. Il richiamo al-

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    l’acqua è evidente e si sposa ottimamente con Rie-ti che ha una quantità e qualità di risorse idricheuniche in Italia e in Europa, che riusciamo a di-stribuire peraltro senza grande impegno. Le ac-que possono essere cosa buona perché produco-no tanti soldi, abbiamo anche visto però, l’annoscorso, che potrebbero trasformarsi anche in cau-sa dimorte, allora noi dobbiamo guardare allames-sa in sicurezza e remunerare il territorio, ancheperché il 90% di queste risorse sono state crea-te con i soldi pubblici e il pubblico reinvestiva, nonè pensabile dunque continuare a fornire un benedel genere ai privati, senza che questi paghino unonere al territorio».

    Sembra quasi demenziale non rivendicare nul-la…

    «Se la Regione per imporre un canone a E.ON, aEnel o Acea, ha bisogno di fare una legge, che lafaccia! Altrimenti che cosa sta a fare! E i nostrirappresentanti in Regione, che cosa stanno afare?».

    Se non spingono loro l’impressione è che non cisia una esigenza del territorio.

    «L’obiettivo di tutta la politica locale dovrebbeessere unitario e avere uno sguardo almeno ven-tennale, l’idea di “Rieti La Capitale Azzurra” èlegata all’esigenza di creare vero sviluppo; an-ziché perderci dietro i soliti discorsi standard del-le solite campagne elettorali, nelle quali anco-ra si parla di Salaria, del Terminillo che non de-colla, di debiti e clientele, un progetto come que-sto, proiettabile in un arco di tempo molto lun-go, potrebbe davvero cambiare le sorti di que-sta provincia. Anche perché, diciamolo, ci sonopaesini nel Nord Italia collegati malissimo,strapieni di turisti! Noi dobbiamo partire dallaconsapevolezza di possedere grandi risorse

    ambientali: solo il fatto di avere questa quanti-tà immensa di acque così pulite è un fatto enor-me, siamo i primi in Italia anche per la presenzadi boschi, però tutto questo deve diventare oc-cupazione. Abbiamo risorse che se gestite in ma-niera oculata, potrebbero avere un ritorno spa-ventoso,, pensare che l’industria possa reinve-stire a Rieti è ormai impraticabile».

    Tutto ciò presuppone un cambiamento di men-talità…

    «Infatti il progetto punta molto sulla formazionee offerta didattica. Con un piccolo gruppo di gio-vani ingegneri siamo partiti dal verificare se le con-dizioni, in termini di risorse naturali, fossero ido-nee, in questa fase abbiamo appurato la presen-za di importantissime sorgenti (Peschiera, Le Ca-pore, Santa Susanna e numerose altre), l’esistenzadi infrastrutture importanti per la produzione dienergia elettrica, la presenza di specificità terri-toriali come il CRA (Centro Ricerche in Agricoltura),il Consorzio di Bonifica della Piana Reatina, la So-gea e Acea, ATO3, La Scuola di Cittaducale, L’Isti-tuto sperimentale Carlo Jucci dell’Università di Pe-rugia, l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente, tut-te riconducibili ad una funzione tecnico-scientifi-ca di difesa e valorizzazione del suolo, infine l’esi-stenza di vari master e corsi di laurea, in parti-colare quelli di Ingegneria e Scienze Agrarie e Fo-restali, collegati all’Università la Sapienza diRoma e alla Tuscia di Viterbo»..

    Avete dunque prima verificato le potenzialità delterritorio.

    «Il passo successivo è stato di ipotizzare e proporrela creazione di un Centro di sperimentazione e ri-cerca, nel settore idraulico e della difesa del suo-lo, con l’obiettivo di formare dei professionisti chegrazie ad esperienze innovative, non solo teorichema soprattutto sul campo, siano davvero compe-titivi in Italia e nel mondo. Vista la grande quan-tità di acqua si potrebbero creare impianti e ca-nali sperimentali utili per testare le tecniche e letipologie costruttive adottate nelle difese idrauli-che, in particolare quelle legate ai nuovi percor-si dell’ingegneria naturalistica, introducendone del-le nuove. Rieti potrebbe essere un ottimo terre-no per gli studi sulle dinamiche delle correnti li-bere e in pressione, in particolare quelle relati-ve ai sistemi torrentizi, che in maniera così dif-fusa interessano l’intero territorio nazionale, conrilevazioni di dati relativi ai trasporti, erosioni esedimentazioni ecc. Potrebbero inoltre appro-fondirsi gli studi relativi all’idrologia, partendo dauna capillare rilevazione dei fenomeni pluviome-trici e dell’innevamento, fino alle infiltrazioni in fal-

    «Circa 2 milionidi euro al giorno,grazie al nostroterritorio,arrivano nelle tasche dei privati,basterebbericevere il giustoindennizzo per uscire dalla crisi»

    In alto, l’ingresso delleGrotte di Val De’ Varri

  • da e a tutte le dinamiche fisiche e chimiche in pre-senza, ad esempio, di inquinanti legati all’azioneantropica. A questo punto va fatta una precisazione,non tutti sanno che dal punto di vista complessi-vo delle risorse idriche noi siamo una risorsa pertutta l’Europa».

    In quale senso?«Nei prossimi 100/200 anni potremmo avere loscongelamento dei ghiacciai, se dovesse accade-re il Centro Europa tenderà a desertificarsi,perché i grandi corsi d’acqua sono alimentati daessi, mentre le risorse del nostro Appennino cen-trale sono legate alla pioggia e alla capacità del-le nostre montagne, di natura carsica, di assor-birla e restituirla. Una ricchezza che potrebbe ri-velarsi fondamentale non solo per noi, non pos-siamo abbandonarla alla buona volontà del Co-mune, della Provincia, dei privati. Credo che in-tanto dovremmo pretendere una tutela dalla Co-munità Europea. La provincia di Terni, ad esem-pio, ha chiesto che le Marmore siano inserite trai beni dell’Unesco, ma ha senso riconoscere solola cascata e non tutto un sistema che la alimen-ta e gli dà vita? E tutelare l’intero sistema comebene dell’umanità non vuol dire mortificare il ter-ritorio, sia le Marmore, che le Sorgenti del Pe-

    schiera, che le Grotte di Val de’ Varri, sono talmentespettacolari, che proprio grazie ad una tutela eu-ropea, diventerebbero più appetibili dal punto divista turistico. Si potrebbero addirittura chiede-re dei finanziamenti puntando su un progetto divalorizzazione che coinvolga 4 regioni, Marche, Um-bria, Lazio e Abruzzo, con Rieti capitale ‘azzurra’,perché nessuno può negare che sia il centro im-portante di tutto il sistema».

    Torniamo alle possibilità di studio. «Si potrebbero sperimentare nuovi processi di de-purazione e di riciclaggio delle risorsa idrica, con-nettendola alle produzioni agricole ed energetiche,così come ipotizzare una linea di utilizzo dell’ac-qua potabile attraverso l’imbottigliamento, sul fron-te geologico effettuare indagini sul campo, in par-ticolare sul carsismo, un grande interesse rive-stirebbe lo studio della geotermia soprattutto a bas-se entalpia. In generale si delineerebbe un polo diattrazione all’avanguardia, utile anche alla spe-rimentazione della protezione civile nazionale edinternazionale, nel campo calamità naturali e ri-sanamento ambientale. Essendo Rieti posta al cen-tro del Paese deve sfruttare questa sua condizio-ne e non esserne penalizzata, come lo è stata fi-nora».

    Sviluppo&Territorio

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    «Il progettoRieti CapitaleAzzurra sposail discorsoformazione con lo sviluppoturistico».

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  • Sabina

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    Tutto questo vorrebbe anche dire posti di lavo-ro?

    «Certamente, i ragazzi che studiano a Rieti po-trebbero rioccuparsi in loco. Non possiamo nonconsiderare anche la ricaduta economica legataad un incremento notevole della popolazionestudentesca. Ma il lato interessante del progettoè l’aver sposato il discorso formazione con lo svi-luppo turistico».

    Può fare qualche esempio?«Si potrebbero rendere accessibili tutte le strut-

    ture ingegneristiche presenti, come le dighe delSalto e del Turano, oppure creare parchi temati-ci legati all’acqua quali: acquari lacuali e fluvia-li, anche ricostruire in scala un quartiere cittadinoe allagarlo artificialmente,come nell’era pre-ro-mana, così come ricreare villaggi preistorici in cuicollocare piccoli servizi tecnico-turistici-commerciali. Si potrebbe anche riscoprire, laddoveè possibile il Cantaro, espulso dalla vita cittadi-na con il suo tombamento e riattare i mulini ad ac-qua, magari trasformando Rieti nella prima pro-vincia italiana per numero di opifici recuperati eporticcioli fluviali, creare infine accessi alla Rie-

    Immagini dei danniprovocati dall’alluvionedel 2010 nella pianareatina

  • ti Sotterranea dal fiume Velino con visione su-bacquea dello stesso, in generale considerare l’ele-mento acqua in ogni progetto di arredo cittadino.A proposito, anche il Farfa è stato inserito nel Pia-no di sviluppo».

    Il Farfa?«Un’idea è di creare il Parco Mater Romae, ispi-rato alla leggenda di Rea Silvia, da mettere a pun-to anche percorsi archeologici termali il cuinome indicativo potrebbe essere “ A spasso congli Imperatori”, per i comuni di Cittaducale, An-trodoco, Cotilia e Colli sul Velino. Tutto ciò va col-legato alla “Strada dell’Acqua”, il cui fulcro sarebbe

    un percorso di circa 40 km sul Velino e il Peschierain grado di mettere in comunicazione due luoghitanto suggestivi, le sorgenti del Pescheria e le Ca-scate della Marmore, resi percorribili da sempli-ci imbarcazioni elettriche, a visione anche su-bacquea».

    Strabiliante!«Immaginiamo, inoltre, cosa sarebbe il tratto delfiume, con le aree adiacenti, se diventasse un gran-de giardino fiorito e la sera fosse illuminato conluci ad hoc posizionate sott’acqua! Si potrebbe inol-tre creare un servizio di collegamento fra tutti isiti d’interesse storico, artistico ed ambientale,usando un trenino su gomma che ho battezzato conil nome di ‘Il mulo di San Francesco».

    Resta aperto il problema del reperimento del-le risorse, un progetto del genere non rischia dirimanere sulla carta?

    «Esistono fondi legati allo sfruttamento idroelet-trico e idropotabile, in particolare quelli che ATO2(Roma) dovrà al nostro territorio per l’utilizzo del-le acque reatine, dai qui povrebbero entrare cen-tinaia di migliaia di euro, oltre ai fondi per l’in-novazione previsti dall’Unione Europea e dalle al-tre istituzioni pubbliche e private” ». �

    Sviluppo&Territorio

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    «Si potrebberorendereaccessibili tuttele struttureingegneristiche,come le dighedel Salto e delTurano, aituristi, oppurecreare parchitematici legatiall’acqua»

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    manutenzione, o chiedere una con-sulenza.“Arriviamo sul posto in poche ore eoffriamo un servizio altamente pro-fessionale - spiega Francesco, perito

    elettrico e, nonostante i suoi 29 anni, con 16 annidi esperienza alle spalle – il nostro raggio d’azio-ne va da Configni a Magliano Sabina, da PoggioMirteto a Fiano Romano, a Osteria Nuova. Vorreisottolineare che nel nostro punto vendita si trovadavvero di tutto, anche su ordinazione”.

  • utto inizia in Via Pellicceria, in un pic-colo ufficio nel quale ha sede un touroperator davvero speciale, il cuinome ne spiega ampiamente la fina-lità: “Rieti da scoprire” nasce infat-ti proprio dall’esigenza di ‘far scoprire’

    la città di Rieti ancora poco nota al turismo na-zionale, pochissimo a quello internazionale, perniente a quello locale.Ma soprattutto comincia con Lei, RITA GIOVANNEL-LI, scrittrice per bambini (e non solo), giornalistama innanzitutto guida turistica con un infinito amo-

    Sabina

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    TRieti SotterraAlla scoperta di

  • 13

    Itineraridascoprire

    re per la sua città. Rita ha scelto di puntare su unaspetto particolare, la RIETI SOTTERRANEA, un’in-tuizione che nasce da una lunga esperienza.“Grazie ai 10 anni vissuti in giro per il mondo, contour operator internazionali, come Turisanda – dice- ho potuto osservare con occhi diversi le poten-

    zialità del territorio dunque, tornata in sede peri miei figli, ho pensato di fermarmi e dedicarmi allosviluppo di questa realtà, e ho scoperto, per purocaso, quello che è poi diventato il mio cavallo dibattaglia, la Rieti sotterranea. L’avventura iniziacasualmente 13 anni fa”.

    anea di MARIA GRAZIA DI MARIOfoto di MASSIMO RENZI

    Al di sottodi Via Romaun mondostraordinario,una cittànella città.I restidi un imponentePonte romanodel III secoloAvanti Cristosi possonooggi visitare

  • 14

    “Nel 1998 – continua a raccontare - Angela Ro-sati Colarieti, delegata per Rieti e provinciadell’”Associazione Dimore Storiche Italiane”, pro-pose alle socie Maria Cristina Napoleoni, Cintiae Flavia Vecchiarelli, proprietarie di nobili palaz-zi reatini, di aprire per la prima volta, ai membridell’associazione, i locali sotterranei degli immo-bili di loro proprietà per far loro conoscere alcu-ne importanti memorie dell’urbanistica e dell’ar-chitettura romana e medievale. L’idea fu accoltacon entusiasmo, così il 10 ottobre scendemmo neisotterranei. Passeggiare all’interno degli imponentiresti di un viadotto romano fu un’emozione in-credibile, da lì l’idea di chiedere ai proprietari ladisponibilità di aprire al pubblico per poter con-dividere con la città, ma soprattutto con il mon-do, una pagina di storia millenaria”.Rita mostra con orgoglio i cedolini delle prenota-zioni che ormai arrivano numerose da ogni par-

    te d’Italia. Ma cosa c’è sotto i miei piedi, nel det-taglio? Domando con curiosità. Chiediamolo a Pan-filo! Risponde, mostrandomi un libro per bambi-ni scritto da lei ed illustrato dal bravo disegnato-re Luca Vannozzi, dal titolo “Panfilo Gatto Ar-cheologico”, protagonista un bel gattone rosso ele sue avventure alla scoperta di Rieti, ma so-prattutto dei suoi sotterranei. Panfilo accompa-gna, in un divertente viaggio, i bambini delle scuo-le elementari, nelle quali la Giovanelli tiene ognimattina le sue lezioni, in quanto “è indispensabi-le”, dice, un cambiamento di mentalità a partiredalle nuove generazioni.E così scopro che, proprio al di sotto di Via Roma,esiste un viadotto costruito nel terzo secoloavanti Cristo dai romani; superando il fiume Ve-lino permetteva alla Via Salaria, la più antica stra-da consolare costruita proprio per il trasporto delsale, di raggiungere il foro, evitando allagamentied impaludamenti, dunque danni al prezioso mi-nerale. La struttura è formata da grandiosi fornicicostruiti con enormi blocchi squadrati di traver-tino caverno, che sostengono il piano stradale.La Salaria, dopo aver superato il fiume, attraversoquesto solido ponte in pietra, sul quale sono an-cora visibili i profondi solchi lasciati dalle ruotedei carri utilizzati per il trasporto del sale, rag-giungeva l’attuale Piazza Vittorio Emanuele, e pie-gando a destra sulla via Garibaldi formava gli an-tichi cardo e decumanus. Un mondo davvero sor-prendente, del tutto ignorato fino a pochi anni fa.

    Mi sembra di capire che Rieti era un po’ comeVenezia?

    «Direi di sì, era considerata la Venezia d’acqua dol-ce, la nostra visita prevede infatti anche una tap-pa in Via del Porto, nel passato Via d’acqua, quispieghiamo il funzionamento del porto fluviale del-la città. I sabini abitavano le rive dell’antico la-cus velinus dal quale emergevano solo alcuni iso-lotti e zone umide della conca reatina, si dedica-vano all’agricoltura e al pascolo. Nei confronti del-la capitale rimasero neutrali fino al 290 a. C. anniin cui Reate, più antica di Roma, fu conquistatadaManio Curio Dentato, che avrebbe portato a ter-mine la terza guerra sannitica e la conquista del-la Sabina. Proprio a questo console si devono leimportanti opere architettoniche ed idrauliche nel-la piana. La città a quel tempo si sviluppava su unacollina non troppo estesa, un banco di solida roc-cia che si innalzava dalla pianura circostante conun dislivello però modesto, ma provvisto di pare-ti scoscese e a tratti decisamente a picco, carat-teristica che assicurava la difesa. La presenza delVelino garantiva, con i suoi allagamenti, una ul-teriore difesa naturale.

  • Itineraridascoprire

    15

    La struttura inglobata nei sotterranei di alcune dimore patriziereatine è formata da grandiosi fornici romani costruiti con enor-mi blocchi squadrati di travertino cavernoso, a sostegno delpiano stradale. Dopo aver attraversato il foro, situato dove oggisi estende piazza Vittorio Emanuele II, la strada piegava a de-stra sulla via Garibaldi, formando gli antichi cardo e decuma-no che rappresentano ancora oggi i due assi su cui imperniareuna visita ai luoghi di maggiore interesse della città di Rieti.Nei sotterranei di casa Sciarra si apre un ambiente straordinarioformato da un fornice romano e da archi utilizzati successi-vamente come fondaci per la vendita di olio e vino. Più tardi,tra il 1600 ed il 1700, questi locali accessibili anche da via delPorto, divennero magazzini mercantili, utilizzo testimoniato dal-la presenza in loco di antichi dolii oleari della capacità di cir-ca 200 litri cadauno, alcuni dei quali recentemente restaura-ti dagli studenti dell’Istituto d’Arte di Rieti “Antonino Calca-gnadoro”.Con accesso sempre sulla via del Porto è poi interessante vi-sitare il magazzino di casa Parasassi ed i sotterranei di Palaz-zo Rosati Colarieti, dove è rintracciabile parte del viadotto confornici seminterrati e dove un imponente muro mostra il pia-no di inclinazione della via consolare dalle rive del fiume Ve-lino, fino alla rupe di travertino dove si era sviluppato il primonucleo abitativo della città.Nella tesi di laurea “Il viadotto romano di Reate”, Battisti Tatianacosì descrive l’ambiente più antico di palazzo Napoleoni ap-

    poggiato verticalmente alla struttura romana: “nel sotterraneo,corrispondente al numero civico 68 di via Roma, appartieneil terzo, tra quelli visibili, fornice del viadotto, al quale si acce-de però da via del Porto, dunque di nuovo sul bordo occidentaledi Via Roma, sempre attraverso una serie di ambienti crono-logicamente successivi al manufatto romano. Anche in que-sto caso l’ambiente più prossimo al fornice è di epoca me-dievale. Da quest’ultimo si vede il fornice conservato per unalarghezza di 5,40 m, un’altezza di 3,40 m ed una profonditàdi 7,10 m. E’ forse il fornice pervenutoci con la visibilità piùcompleta, risulta infatti quello meno interrato e, soprattutto, an-che in tal caso sembrano distinguibili entrambi i limiti.La parete di fondo con botola non sembra interrompere la vi-sione dell’intero sviluppo del fornice in profondità, ma inse-rirsi proprio al termine di questo. Sembra ravvisabile dunquein questo punto il limite del fornice corrispondente al bordoorientale di via Roma.Ancora più chiaro è l’innesto tra i conci romani e la costruzionemedievale, in corrispondenza del bordo occidentale della stra-da sovrastante. Tecnica e materiale sono gli stessi di quelli deiprecedenti fornici.Quanto alla quota rispetto al piano stradale dell’attuale via Romasi è invece ad un’altezza inferiore di 2,90 m, dato rilevante, inquanto esso documenta che nel fornice Napoleoni ci trovia-mo ad una quota più elevata rispetto a quella dei due forni-ci precedenti”. di RITA GIOVANNELLI

    ENTRANDO NEI SOTTERRANEI…

  • Le sue acque però, ricche di sostanzeminerali, oc-cupavano l’intera conca ed avevano creato una bar-riera travertinosa che impediva il deflusso a val-le, Dentato fece eseguire il cosiddetto Taglio del-le Marmore consentendo alle acque di defluire nelNera e formando la cascata più alta d’Europa, lemassime depressioni presenti vennero riempite

    dall’acqua, nacquero così i laghi di Piediluco, Fo-gliano, Ventina e Ripasottile. La valle, liberata dal-le paludi e dalla malaria, divenne famosa per lasua fertilità tanto che fu paragonata da Ciceronea Tempe, una zona della Tessaglia molto florida.I romani per scongiurare il pericolo di inondazioni,che potevano comunque verificarsi in conse-guenza di intense precipitazioni atmosferiche, co-struirono anche dei canali con la funzione di in-ghiottitoi naturali».

    Inizialmente la Salaria terminava nel foro?«Certamente. Via Roma era un tratto della via Sa-laria, noi non lo vediamo perché intorno agli ar-chi dell’acquedotto sono stati costruiti i palazzi,Reate era collocata sul cocuzzolo, sulla piazza, eRoma era in basso. Successivamente fu collega-ta con l’Adriatico».

    È vero che ci troviamo di fronte al più grande ac-quedotto realizzato dai romani nel III secoloavanti Cristo?

    «Sì, la cronologia è importante. I romani costrui-

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  • Itineraridascoprire

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    ranno acquedotti anche, di due o tre piani, ma solonel 1°, 2°, 3° secolo dopo cristo, quindi ben 400-500 anni dopo. In questo caso è ancora usata l’ope-ra quadrata, un sistema di costruzione messo apunto dagli etruschi e perfezionato successiva-mente».

    Rieti aveva una importanza strategica?«Sì, perché era al centro di questa strada conso-lare che inizialmente raggiungeva Rieti solo in se-guito, quando i romani assoggettarono il Piceno (nel270 a.C.), fu allungata fino ad Ascoli, grazie allarealizzazione di opere incredibili. Quando i RRoommaanniidovettero attraversare le GOLE DEL VELINO, neltratto da Antrodoco a POSTA, si trovarono di fron-te una vallata stretta e selvaggia ma non si sco-raggiarono, nei pressi del cosiddetto «Massodell’Orso» la rupe fu tagliata per un’altezza di ben30 metri e una lunghezza di 20».

    Immagino che operiate in sinergia con le isti-tuzioni, nella promozione di questo importan-te sito archeologico.

    «Assolutamente no, il sotterraneo non ha unito maha diviso in quanto i politici lo hanno considera-to, soprattutto all’inizio, come un qualcosa che met-teva in evidenza la loro mancanza di idee».

    Nessuno aveva mai pensato di utilizzarlo a finituristici?

    «No, sembra strano, paradossale! Pensi che la pri-ma domanda rivoltami da alcuni funzionari del-l’Unesco venuti a visitarlo è stata ‘Questo viadottoc’è qui da 2300 anni, cosa hanno fatto gli altri pri-ma di lei? Ecco, perché divide. Loro ne compre-sero invece subito l’importanza, tant’è vero che siimpegnarono perché venisse pubblicato un arti-colo sulla rivista City con lo scopo di segnalarnenon solo l’esistenza, ma l’opportunità di pensarea una tutela. Molte altre riviste internazionali, pe-raltro, hanno realizzato servizi sul sotterraneo».

    E come mai nessuno ha pensato alla possibilitàdi sfruttarlo, considerando che molti studiosi an-tichi ne avevano parlato nei loro scritti?

    «Probabilmente perché nessuno ha capito le po-tenzialità, questi luoghi, nella mentalità della cit-tà di Rieti, un po’ apatica, quindi restìa alle inno-vazioni, appartenevano ai privati, a nessuno è ve-nuto in mente che il privato potesse invece ave-re il piacere e un ritorno economico, nel condivi-dere un sito interessante della città. Questi luo-ghi erano inutilizzati, se non come magazzini discarpe e di materiali vari».Come vi siete organizzati?

    «Attraverso il nostro sito riceviamo prenotazio-

    ni da tutta Italia, perlopiù da Roma e dalla To-scana, dalla Sabina pochissime. Ci ha aiutato an-che la presenza nei cofanetti Smartbox, che si tro-vano in tutti i supermercati, nelle librerie, nel-le biblioteche, anche nei negozi di articoli da re-galo. Il cofanetto, tra degustazioni, massaggi, in-contri con gli artisti, propone a pagina 189, la vi-sita della Rieti Sotterranea. Siamo presenti dadue anni e continueremo ad esserlo in quanto ab-biamo ricevuto un premio per le positive im-pressioni riportare dagli utenti. Il nostro pro-gramma di visite è semestrale, si può visionaresul sito, il cliente si iscrive tramite internet, o te-lefonando. Sia che prenotino 2 persone, o 50, iltipo di percorso è sempre lo stesso. Con la cri-si economica c’è stata una flessione del turismodei grandi numeri, abbiamo visto invece che au-menta quello delle coppie, delle piccole famiglie,dei gruppetti di amici, i quali ovviamente guar-dano in internet e, dovendo fare una gita fuori por-ta, abbinano ad un agriturismo, ad un bed andbreakfast in Sabina, una visita alla Rieti Sotter-ranea, o alla città. Ovviamente anche la creati-vità ci aiuta! A Natale, ad esempio, abbiamo in-ventato, e lanciato sul sito, l’Itinerario degli AN-GELI, che vuol dire scoprire la città attraverso lafigura dell’angelo, ha avuto grande successo, an-che con questo itinerario saremo nello Smartboxdell’anno prossimo per i regali ideali. E’ chiaroperò che il nostro cavallo di battaglia rimane laRieti Sotterranea che viene abbinata a qualsia-si proposta che sia l’Itinerario degli Angeli, o unpercorso di trekking urbano».

    Tra le istituzioni il Comune di Rieti ha mostra-to maggiore sensibilità?

    Itinerario di visita

    • Incontro con la guidapresso la statua della Lira apiazza Cavour.

    • Illustrazione dellastruttura del ponte romanosul fiume Velino.

    • Proseguimento in via delPorto, nel passato viad’acqua, oggetto dispiegazioni sulfunzionamento del portofluviale della città di Rieticonsiderata la “Veneziad’acqua dolce”.

    • Successivamente neilocali sotterranei di casaParasassi e di casa Rosati-Colarieti si potrannoammirare i resti dell’anticoviadotto romano costruitonel III secolo a.C. Unimponente muro e blocchisquadrati di travertino,testimoniano il piano diinclinazione della strutturache permetteva diraggiungere il foro. Sorprendono gli ampiambienti, di palazzoNapoleoni, sotterranei dell’edificio appoggiatoverticalmente alla strutturaromana che conducono aduno dei poderosi archi checostituiscono il viadotto.

    • Segue una passeggiatatra i vicoli medievali delcentro storico tra archi,volte, pietre e tantecuriosità. La visita ha ladurata di un’ora equarantacinque minuticirca.

    In queste pagine, una seriedi immagini di Rietisotterranea: un tesoro quasisconosciuto.

  • Sabina

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    «Non abbiamo mai preso soldi dalla Provincia, odalla Regione, il Comune invece è stato più sen-sibile, non ci ha dato risorse economiche ma hapagato la presenza di un paio di cartelli promo-zionali lungo la Salaria, inoltre ogni anno organizzanel sotterraneo la manifestazione “Castagne evino”, un ulteriore modo per promuoverci. Nellealtre città le realtà private interagiscono con il pub-blico, noi non ci siamo riusciti», conclude Rita men-tre mi accompagna nel Sotterraneo, al quale si ac-cede da un antico portone in una strada adiacenteVia Roma.“In realtà da fare ci sarebbe ancora molto, per-ché intanto è fruibile solo una piccolissima par-te dell’antico Ponte, ma non è facile convincere glialtri proprietari ad entrare in sinergia”, conclu-de la Giovannelli, una guida speciale grazie allaquale ho avuto l’opportunità di piombare, quasi ma-gicamente, all’improvviso, in una città nella cit-tà. Quante volte ho passeggiato lungo Via Romasenza immaginare di trovarmi su un piano rialza-to, sostenuto da archi enormi, sopra un mondo straordinario ed affascinante che aspetta solo diessere scoperto dai visitatori. �

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    Rita Giovannelli al lavoronel suo ufficio.

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  • Itinerari da scoprire

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    Sento forte la nostalgia quando mi allontano, an-che per breve tempo, dalla Sabina. E’ terra ver-de con riflessi d’argento, grazie alla coltivazionenon intensiva, per lo più ulivi, di piccoli pro-prietari che hanno voluto misurarsi con i valo-ri della campagna senza soffrire l’isolamento cheprovoca l’allontanamento dalla metropoli.

    Roma infatti è cosi vi-cina che non ti sfioranemmeno l’idea chepossa mancarti, inpoco tempo puoi rag-giungere tutte le at-trazioni, ma altrettan-to in poco tempo,quanto ti attrae dellametropoli, va a misu-rarsi con una rete in-

    visibile di emozioni che ti trattiene in campagna.Le persone ti seducono, con naturalezza. E tu ca-pisci che il loro stile di vita, la cultura delle cosesemplici, riduce i tuoi problemi.Una discussione di gruppo sul modo migliore percatturare gli “apicchioni” diventa un impegnoconsulenziale corale, così come. la variante del-la resa delle olive porta a parlare dei problemidella ecologia, della purezza dell’olio, dellacomplessa potatura del ciliegio, o a vivereeventi della comunità ormai tradizionali. Da quando i falchi protetti sono diventati 15 le

    La ricerca di uncasale daristrutturare, odi un terrenoedificabile, puòiniziare comeuna piccolacaccia al tesoro.E incontrareFederico Tocci èil passo giustoper una primaesplorazione.

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    così raro che la volpe faccia capolino, incauta,e che sia accolta come una principessa, cosìcome, rientrando di sera, sorprendere gli istri-ci nella rumorosa danza dell’amore.Gli indici di costruzione bassi sono un vero donoalla salute, alla privacy e tendono la mano a unavita sana alla quale si può dedicare una parte

    del tempo quando an-cora si lavora in città,o tutto il proprio tem-po, quando il tempodel lavoro è finito. Ilborgo ti riporta al Me-dioevo, alle conquisteromane, a quelle reli-giose di oggi. E questopiccolo viaggio nel pas-sato rafforza la consa-pevolezza della tua se-renità.

    La ricerca di un casale da ristrutturare, o di unterreno edificabile, può iniziare come una pic-cola caccia al tesoro nella quale si misurano ipropri sogni, ambizioni, le disponibilità, i bene-fici reali e sociali, la creazione di forme tracciatenella fantasia e ora realizzabili.Incontrare Federico Tocci, titolare della Im-mobiliare Sabina Farfa, è il passo giusto per unaprima esplorazione.Federico è una guida attenta, con tratto uma-no delicato per cogliere tutte le emozioni che con-ducono alla realizzazione del proprio sogno e rie-sce a presentare case e soluzioni abitative inmodo qualificato e affidabile.Inoltre l’Agenzia Immobiliare dispone di una So-cietà di Progettazione interna dove troverete Ar-chitetti e Ingegneri per soddisfare ogni richie-sta, o chiarimento, e dove potrete progettare ilproprio Sogno in Sabina.

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  • Sabina

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    “D’in su la vettadella torre antica”...

    Nasce a Montopoli in Sabinala prima PINACOTECAD’ARTE MODERNADELLA STORIA

    di GIULIA SIMONETTIfoto PROLOCO MONTOPOLI

  • liare del Comune, in cui sono tutt’ora conserva-te diverse opere”. È da queste iniziative che, or-mai già da qualche tempo in continuità, il comu-ne di Montopoli ha abbracciato con entusiasmo,che nasce una proposta nuova ed ancora più am-biziosa: la fondazione di una Pinacoteca d’artemo-derna all’interno dei suggestivi spazi dell’antica Tor-re Ugonesca.Il percorso espositivo ospiterà pitture e sculturedi nomi illustri, artisti ormai affermati in ambitonazionale ed internazionale, ma anche opere di gio-vani emergenti, da selezionare scrupolosamente.L’iniziativa infatti, oltre ad essere innovativa, si pro-

    pone obiettivi altamente professionali: “Non si trat-ta di portare solo il solito nome. Anche i giovaniartisti di 25, 30, 35 anni, se meritevoli, potran-no essere inseriti. L’artista non è un pugile che atrent’anni va in riposo, direi che inizia a quaran-ta, cinquant’anni a farsi un po’ le ossa”, dichia-ra Bagordo che, d’altra parte, settantaduenne inpiena attività, confessa: “Sono particolarmenteemozionato […]il mio cuore batte anche un po’ sa-bino e ne sono onorato”.Anche il sindaco non nasconde il suo entusiasmoper un progetto ambizioso e destinato ad ampli-ficare un’offerta culturale che aMontopoli risultagià da tempo avviata, ma costantemente apertaa nuove proposte: “Il nostro co-mune è sempre stato molto sen-sibile a questo tipo di iniziative. Daoltre cinquanta anni, in occasio-ne della festa del patrono, vieneallestita unamostra di pittura checoinvolge il centro storico […] e

    a Sabina si conferma ancora una vol-ta terra di cultura grazie all’ambiziosoprogetto di realizzare unamostra per-manente d’arte moderna presso unodei luoghi-simbolo dell’antica città:quale miglior location della storica

    TORRE UGONESCA per quella che può essere consi-derata la prima vera PINACOTECAD’ARTEMODERNA INSABINA? L’idea è di MARIO BAGORDO, pittore, poe-ta e docente di origini sabine e di MARIA GRAZIA DIMARIO, giornalista e scrittrice, in associazione alcomune diMONTOPOLI IN SABINA. Proprio qui, in unluogo dove il tempo sembra essersi fermato, è natoil sogno di celebrarel’arte contemporanea. Ilprogetto nasce dallavolontà di valorizzare lericchezze storico-ar-cheologiche attraversoi significati dell’arteespressi da personalitàdi fama internazionaleche faranno dono al co-mune di tele e sculture.“Abbiamo recente-mente terminato la ristrutturazione della Torre,e dell’adiacente Casa del Capitano, e questa ini-ziativa ci darà la possibilità di far conoscere unastruttura di epoca medievale, di grande rilievodal punto di vista storico-archeologico, e che finoa qualche tempo fa non era possibile visitare –spiega il sindaco ANTIMO GRILLI – benché ancorain fase di organizzazione, parteciperanno artistidi grande spessore, motivo di vanto per noi mon-topolesi”.Un dono che Bagordo ha voluto dare alla sua ter-ra, una terra che ama definire “terra di sogno ed’arte”, con la quale ha “mantenuto un rapportosempremolto stretto”. Tutto ha inizio circa due annifa, quando vede la luce l’evento “Quattro artisti inSabina”, invitati dall’autore ad offrirsi al nostro pub-blico. “La cosa ha funzionato - commenta soddi-sfatto - ed è stata riproposta a Selci ed a Stimi-gliano, inoltre in occasione del 150° anniversariodell’Unità d’Italia ho organizzato l’esposizione “Set-te artisti per l’Unità”, di nuovo nella sala consi-

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    Spazi espositivi

    LLa Pinacotecaospiterà grandinomi dell’artecontemporanea,un dono che ilDirettoreArtistico MarioBagordo havoluto dare allasua terra

    Mario Bagordo

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  • Sabina

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    questo dimostra che esiste un certo interesse perl’arte”.Il percorso della mostra si snoderà attraverso duesale espositive: la prima, situata al primo pianodella Casa del Capitano, ospiterà le tele dei di-ciassette artisti invitati a far dono delle propriecreazioni e l’esposizione dei relativi cataloghi e bio-grafie; da qui si accederà al secondo ambiente,all’interno della Torre, che probabilmente sarà de-stinato all’esibizione di capolavori della scultura.Nella sala delle pitture, recentemente ristruttu-rata, parte delle opere saranno esposte a paretee accoglieranno i visitatori, in un vortice inten-so di emozioni, altre attraverseranno invece l’in-tera sala come sospese tra cielo e terra, diago-nalmente e trasversalmente, creando un percor-so tra cornici in movimento. La prima sala infat-ti, si presta particolarmente allamostra dei dipinti,grazie anche alla naturale ma strategica lumino-sità dell’edificio; la luce esterna, penetrando nel-lo spazio, si proietterà su tele e colori offrendo emo-zioni uniche. Proseguendo nella stanza adiacen-te, e facendo dunque ingresso negli affascinantispazi della Torre, dove l’ambiente si è conserva-to praticamente intatto e le cui mura ricordano an-cora la magica, antica atmosfera di un tempo, cisi addentra in una location perfettamente conso-na all’esibizione di sculture che popolano un’areain penombra, in cui la luce artificiale si getta pre-valentemente sugli oggetti.Tra i principali espositori in rassegna: MARIO BA-GORDO, COSTANTINO BALDINO, FEDERICO BROOK, VITO

    MIRO BALLI, PAOLO GUIOTTO, MARIA TERESA EUSTACHIO,

    SALVATOREPROVINO, PINOREGGIANI, FRANCODURELLI, GIO-

    VANNI CHECCHI, PIERO SBANO, VINCENZO GAETANIELLO,

    ALDO CRISAFI, LUIGI FERRANTE, ANGELO DI MARIO, GIU-

    SEPPE GALLÀ, SANDRA SFODERA.Tra gli artisti in mostra presso la futura Pinaco-teca, e già largamente noti ed affermati presso ilpubblico sabino, anche grazie alla partecipazio-ne agli eventi già offerti al comune di Montopoli,ci sono:MARIO BAGORDO: dopo un lungo periodo di pitturaa olio – prima astratta poi figurativa – si dedicaormai da oltre quasi tre decenni prevalentemen-te alla pittura ad acquerello, su cui ha scritto an-che dei lavori teorici. Tra gli interventi più recenti,l’illustrazione del libro “La Basilica di S. Ceciliain Trastevere” (Nuove Edizioni Romane - Roma -2000) e il dipinto su tela “Il Martirio di S. Ceci-lia” esposto nella Rettoria della Basilica omoni-ma, presente, unica opera moderna, nel volume“Santa Cecilia in Trastevere” (pubblicato con il con-tributo della Provincia di Roma “Palombi Editore,Roma 2006); PINO REGGIANI, pittore, ha realizzatooltre 100mostre personali in Italia, Europa e nel

    Scorci di Montopoliin Sabina

  • Spazi espositivi

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    Da sinistra, lo scultoreGaetaniello, il sindaco Grilli,il pittore Reggiani, il pittoreDurelli, l’assessore Picchi, ilpittore Bagordo durante lamostra “Quattro artisti inSabina”

    Dal 997 al 2012È durante il periodo curense preromano, cheil territorio su cui sorge il comune di Monto-poli assume le funzioni di posto di guardia, unavera e propria vedetta fondata a difesa del-l’antico insediamento di Curi (l’attuale Grottedi Torri, il cui territorio appartiene oggi al co-mune di Fara in Sabina). Resti di questo pe-riodo si trovano per l’appunto nelle antiche fon-dazioni della vecchia Torre che, restaurata direcente, viene eretta tra il 997 ed il 1038 pervolere dell’imperatore Enrico II e costruita dal-l’abate Ugo I di Farfa alla sommità del sugge-stivo centro storico, per assicurare il totale do-minio su l’intera vallata, a difesa dell’Abbazia.Da qui il panorama è mozzafiato: davanti ai no-stri occhi, le meraviglie della vallata del fiumeFarfa e l’omonimo storico monastero, i mon-ti sabini, la valle del Tevere e, nei giorni so-leggiati, anche la cupola di S. Pietro. Affianca-to alla Torre ed anch’esso costruito intorno al-l’anno mille, durante il periodo di incastella-mento di Montopoli, si erige il Palazzetto delCapitano castrense, sede del comando mili-tare, all’epoca al servizio dei turni di guardia.

    mondo. Ha operato prevalentemente per cicli te-matici: dal tema della “Violenza” a quello di“Paesaggi”, dalle “Nature morte e teatro” ai“Tempi della musica”, per arrivare nel 2000 alle“Strutture di archeologia industriale”, influenzandonotevolmente la figurazione neoespressiva inItalia; FRANCODURELLI, pittore, architetto e docen-te di disegno e storia dell’arte, da anni si dedicaalla grafica d’arte e ad una tecnica incisoria ana-lizzata in tutte le sue sfaccettature, con matricedi rame, di zinco, incisione a punta secca, a ce-ramolle, ad acquatinta, e poi le incisioni acque-rellate; VINCENZO GAETANIELLO, scultore, partecipanegli anni a numerose tra le più importanti ras-segne nazionali ed internazionali tra cui le Qua-driennali di Roma (1960, 1965, 1972), la Biennaledi Alessandria d’Egitto (1971), la Biennale di Mi-lano (1993), oltre a presentare diversemostre per-sonali a Roma. Riceve numerosi riconoscimenti uf-ficiali tra cui il Primo Premio alla Quadriennaledi Roma (1965) e il Premio Presidente della Re-pubblica per la Scultura (1986). ANGELODIMARIO:scultore quotato, presente anche nei cataloghiMondadori, poeta ed etruscologo, poco noto in Sa-bina anche se originario di Rocca Sinibalda e re-sidente a Poggio Mirteto. �

    Via Ternana km. 17.600Loc. Valle Collicchiadi Poggio Catino (Rieti)(Galantina)Tel. 0765-26291cell. 3334542598

    www.lacasinanelparco.com

    Una gita in Sabina non può nonprevedere una sosta nel ristoranteLA CASINA NEL PARCO, dove si puògustare un’ottima cucina tipicaIl suo punto forte è la CUCINA quella con la Cmaiuscola, perché il proprietario, nonché chefdella CASINA DEL PARCO, ha una esperienzatrentennale. “Ho iniziato – ricorda Francesco Pu-gliese – a lavorare nel settore all’età di 15 anni”.Piatti della cucina tradizionale italiana, piatti ‘sa-bini’ a base di carne, acquistata dai produttorilocali, carne chianina, pesce freschissimo, l’of-ferta è a 360° con una caratteristica comune,quella della qualità grazie all’uso uso di prodottia chilometro zero.“Per la Pasqua e Pasquetta invito i lettori a vi-sionare il menù sul sito, o sulla pagina di face-book, il giorno di Pasquetta ho preferito optareper un pranzo a buffet” spiega Salvatore, e nonè difficile immaginarne la ragione. Già dalnome si può capire che il ristorante è immersonel verde, e non solo, ha anche un giardino spa-zioso con un laghetto affacciato su una vallataverdissima, dalla quale si può ammirare unosplendido panorama.La primavera è il periodo migliore per mangia-

    re all’aperto: se il tempo lo permette,pranzo e cena sono serviti in giardino,in caso di cattivo tempo anche i localiinterni sono decisamente accoglienti emolto caratteristici, eleganti e rusticinello stesso tempo. Insomma, sicura-mente La Casina nel Parco è la locationideale per le vostre escursioni prima-verili, ma anche per cenette romanti-che…a lume di candela.ORARI DI APERTURA: IL MARTEDÌ ORA DI CENA,

    DALMERCOLEDÌ ALLA DOMENICAAPERTO SIA A

    PRANZO CHE A CENA.

  • Sabina

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    COLLI MARKETdi Severini PietroVENDITA AL DETTAGLIO

    DI CARBURANTIPER AUTOTRAZIONE

    Località Colli di LugnolaConfigni

    0746672023

    SRANNO LORO, come sempre, le pro-tagoniste della decima edizione del-la SAGRA DEL PROGNOLO E ASPARAGOSELVATICO che si terrà a CONFIGNI il 19e 20 MAGGIO, le DONNE DEL PAESE, eduna PRO LOCO (una delle più antiche

    della Sabina, fu fondata nel 1969) diretta ora daGIOVANNI MARTELLI, che ha fatto del suo nome RI-NASCITA, una strategia operativa per la promo-zione di un borgo medioevale decisamente ca-ratteristico, situato a 549 metri sul livello delmare e adagiato sul Monte Cosce, un polmoneverde ricco di falesie e di grotte carsiche. Inu-tile dire che i primi piatti saranno il punto for-te: stringozzi ai funghi, salsiccia e prugnolo (ilprognolo è un fungo di stagione caratteristico delposto), oppure agli asparagi, pomodoro e guan-

    ciale, e poi secondi piatti come il pollo alla con-tadina e l’agnello alla confignana, con contorniugualmente di stagione, dalla cicoria, alle favee pancetta, alle biete varie.A dare un tocco culturale alla manifestazione,la V edizione del Concorso Nazionale di poesiaPremio Giocondo Anasetti, la domenica pome-riggio appuntamento con la premiazione, tre lesezioni in concorso: lingua italiana, dialettale eGiovanissimi, alla cui organizzazione ha colla-borato l’Istituto Comprensivo di Casperia.Un appuntamento da non perdere per le fami-glie con bambini, per tutti coloro che voglionotrascorrere qualche ora all’aria aperta, maanche per gli amanti del trekking, saranno in-fatti organizzate passeggiate, arrampicate edescursioni. �

    S

    LA SAGRAdelle SAGRE

    19 e 20 maggio:a CONFIGNItorna la SAGRAdel PRUGNOLOe dell’ASPARAGOSELVATICO

    IL SABATO DALLE 19

    E LA DOMENICA DALLE 12

    E DALLE 19.

    PER INFORMAZIONI

    347.190.17.10

  • Eventi in Sabina

    HappyBirthday

    PERSEOvia FUNDANIA - via MERCATANTI

    Località GIARDINO (Rieti)0746496202

    Il Perseo è aperto tutti i giornidal lunedì al sabato

    dalle ore 9 alle ore 20:30,la domenica dalle 10 alle 20.

    Il PERSEO di Rieti festeggerà il suoCompleanno il 20 maggio, in attesadue eventi da non perdere: PERSEOVA DI MODA e MOTORANDO

    Nel mese di maggio PERSEO sorprenderà gran-di e soprattutto piccini, suoi coetanei, con unevento ancora top secret, perché spengerà lesue prime otto candeline, nell’attesa di quel-lo che si configura essere come l’appunta-mento clou sono in arrivo: il 1 ° APRILE PERSEOVA DI MODA, una sfilata su pedana alla qualeparteciperanno tutti i negozi di abbiglia-mento ed accessori presenti nel Centro Com-merciale, le modelle presenteranno la colle-zione primavera-estate con capi delle migliorimarche, DAL 19 AL 21 DI APRILE seconda edizio-ne di MOTORANDO, punto d’incontro privilegiatoper tutti i concessionari di auto e moto di Rie-ti (in esposizione anche qui i maggiori mar-chi e le nuove proposte), prevista anche lapartecipazione di team di gara nazionali edinternazionali ed esibizioni di acrobati sulledue ruote.“Il PERSEO di RIETI sta diventando il PER-SEO di tutta la provincia, una cittadella nellacittà nella quale trascorrere qualche mo-mento di relax non soltanto acquistando pro-dotti di qualità a prezzi convenienti, ma par-tecipando ai numerosi eventi. Ormail’affluenza è in aumento costante, dichiaracon orgoglio il giovanissimo e dinamico di-rettore CLAUDIO CECCHETELLI. �

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    Loro ci riusciranno: a non far uscire i magliane-si dal paese ma soprattutto in quella che può es-sere considerata una sfida coraggiosa, quella dicontrastare i grandi Centri Commerciali. Scopriamoin quale modo.“Siamo promotori di una strategia del tutto nuo-va, l’idea è di trasformare il CENTRO COMMERCIA-LE NATURALE, nato nel novembre del 2010 e al qua-le hanno aderito 43 attività, in un grosso outletnel quale trovare prodotti di qualità a 360° e aprezzi contenuti”, spiegano la neo presidente IRE-NE ANTONELLI, eletta nei primi mesi del 2011, e ilsuo vice EDOARDO GRANDE, due giovani commer-cianti, inaspettatamente molto gentili.“ Vogliamo puntare anche sull’accoglienza, alla

    quale i nostri colleghi sabini spesso non dannoimportanza – precisano – altro obiettivo è quel-lo di promuovere le ricchezze storiche ed arti-stiche del paese.Un esempio: ci stiamo già organizzando per la NOT-TE BIANCA, CHE SE SI TERRÀ IL 23 GIUGNO, in questa oc-casione pretenderemo l’apertura di chiese e mu-sei, oltre ad organizzare, ognuno davanti al pro-prio negozio, dei mini eventi che abbiano sem-pre la finalità di promuovere il commercio, l’ar-tigianato e i produttori locali”.Tanti propositi ma anche risultati già evidenti: ogninegozio è connotato da una targa con stemmamolto caratteristico, periodicamente si organiz-zano promozioni e c’è in arrivo una Fidelity Card.

    LA MAISON :articoli daRegalo- bomboniere-Oggettistica- lista nozzePROFUMERIA LA PERLADi Anna CaputiNEW TOUCH SERVICESAgenzia viaggi e turismoCALZATUREFRALE VIRGILIO & C s.a.sWHITE & BLACKDi Bongarzone Maria TeresaWHITE & BLACKDi Bongarzone RomeoFIORASENZ s.r.l.PIZZA PAZZADi Pellegrini RenataEMIIL FORNAIODi Santolini Teresa

    ATLANTIDEDi Grande EdoardoGEBA CARNI SNCPIANTE E FIORIRuscica Anna MariaMERCERIA TONITESORI DAL MONDODi Romoli OrfiniaGRAFITEBAR THE SCHOOLDi Innocenti FerruccioPIZZERIA PECCATI DI GOLAIL PICCOLO MONDO FIORITODi Luca PerilliLA SPOSA FIRMATATINA PARRINOROBERTA MODAOTTICA CASTRENSE

    LA COCCINELLADi Valentina DomincisEFFESPORT SASDi Ricci Mariella e C.BAR ROMACESARI BOMBONIEREE articoli da regaloFLOSDi M.Letizia FabriziANTICA FATTORIA SABINAEFFEERRE LAVASECCO SNCLINEA BIMBOANNA INTIMOMONTI E MONTI SRLFUN ISLANDDi Lucilla CuccagnaPROGETTO FORMA SNCDi Paciosi Tiziana

    PARRUCCHIERA EMANUELADi Boccoli EmanuelaOSTERIA ZIO LILLODi Carlo TondinelliISTITUTO DI BELLEZZA MFMDEL VESCOVONEW HAIR STYLING SNCDi Del Vescovo Adelio e AndreaASSOCIAZIONETURISTICA PRO LOCOIL PICCOLO FORNODi Pellegrini RenataSTUDIO FOTOGRAFICO “A”GIANNI RICCI PARRUCCHIERE LUILEIANGELIKA TATTOO

    e-mail:

    [email protected]

    sito web:

    www.centrocommercia-

    lemagliano.it

    FOTO: STUDIOFOTOGRAFICO A

    In alto, il logo cherichiama la figura delCavalier Manlio, ilfondatore del paese.

    Aspettando laNotte Bianca ilCENTROCOMMERCIALENATURALE diMaglianoSabina lanciauna sfida allagrandedistribuzione

    L’OUTLET siamoNOI

    E L E N CO D E L L E A Z I E N D E

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    Dal piacere per l’arredamento di qualità,ma rigorosamente Low Cost, CONFORAMA(ex Emmezeta) passa al piacere di organizzareEVENTI, con lo scopo di stimolare il sensodi aggregazione nel territorio in cui opera,valorizzandone le eccellenze.

    RISPARMIADIVERTENDOTI

    Dal 12 al 13 MAGGIOFESTA DELLA MAMMA

    con DEGUSTAZIONEA BASE DI MORE

    DI ROVO SELVATICO,anche in questocaso baby parking

    e intrattenimento degli EVERGREEN.

    Dal 5 al 7 aprileuna PASQUA ‘DOLCISSIMA’ con idolci di NONNA PAPERA, adisposizione delle famiglie unbaby parking e l’intrattenimentomusicale degli EVERGREEN.

    22 aprile:

    Il TROFEO CARLO FABBRI, vera e propria gara conauto d’epoca, ha scelto CONFORAMA per lasua quarta edizione.

    15 APRILE:Seconda edizione

    del CampionatoItaliano UNDER 23 /SENIOR DI ENDUROorganizzato dal MOTO CLUBTERREMOTO, che vedrà lapartecipazione di 330 piloti, conal seguito meccanici assistenti,team e familiari, per un totale di850 persone cheraggiungeranno Rieti già dalgiovedì antecedente.CONFORAMA ha messo adisposizione spazi per il paddock e per la premiazione.

    Dal 12 al 13 MAGGIO

    Sempre le AUTO STORICHE sarannoprotagoniste, la manifestazione èorganizzata dal Club Auto storiche diRieti e dal Club Auto storiche di Terni.

  • L’ASPRESE SI FA IN 2: inpochi mesi di nuovagestione DARIO, ALVA-RO e SILVIA, hannoraddoppiato gli spazi

    di questo caratteristico ristorante che si trovaa ridosso del borgo medioevale di CCaassppeerriiaa, gra-zie alla costruzione di un grande locale multi-funzione, l’ideale, con l’arrivo della primavera,per BANCHETTI (matrimoni, comunioni, cresime,compleanni) ma anche per trascorrere una se-rata con amici, o con la famiglia, all’aria aper-ta, dato che “lateralmente la struttura si apre”,spiegano i tre 3 giovanissimi maestri chef, di-plomati presso la Scuola Alberghiera di Rieti.“Il nostro punto forte è la qualità a prezzi one-sti – spiegano – e la cucina locale realizzata conmaterie prime del posto, dalla carne di alleva-menti biologici e macellerie locali, all’olio per ilcondimento, alle verdure di campo da usare comecontorni o sulla pizza, tonda e alla pala, rigo-

    rosamente cotta nel forno. Nostri fiori all’oc-chiello anche primi piatti quali: STRINGOZZI ALLAPANCETTA - PECORINO E PEPE, GNOCCHI TRICOLORE, CON

    RICOTTA SPINACI E GORGONZOLA, FETTUCCINE DI CASTA-

    GNE, senza nulla togliere alla possibilità di or-dinare ravioli e altre pietanze della tradizioneitaliana, per finire il dessert (dolci secchi e nor-mali) è fatto in casa. Lavoriamo anche il pescefresco, solo su ordinazione però”, concludonomentre pianificano il menù di Pasqua e Pa-squetta, ancora top secret ma sempre ispiratoalla buona tradizionesabina. Una buona noti-zia infine per gli aman-ti del calcio, tra una de-gustazione e l’altra, perchi non vuole proprio ri-nunciare alle partite,c’è un mega schermocon Mediaset Pre-mium...

    L’ASPRESE SI FA IN DUEUna grossa sala per BANCHETTI è l’ideale per festeggiarecomunioni, cresime, matrimoni e compleanni

    Il seguente modello può essereritagliato e spedito a AssociazioneCulturale Ardoina – Via G- Mameli 48b 02047 Poggio Mirteto (Rieti), puòessere anche fotocopiato e possonoessere inviate, a questo stessoindirizzo, più copie firmate. L’obiettivoè recuperare contenuti e modalitàdella festa dei primi anni.

    VIA G. MARCONI, 81/BCASPERIA (RI)

    TEL. 0765 63750LUNEDÌ RIPOSO

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    Eventi in Sabina

    RACCOLTA DI FIRMECARNEVALONE LIBERATO di POGGIO MIRTETO

    PER REGOLAMENTARE IL CARNEVALONE LIBE-RATO (divieto assoluto di vendita di liquori e vino,coloro che arrivano a Poggio Mirteto forniti devonoessere allontanati) barrare ..................................

    GENERALITA’ ..........................................................

    Nome ......................................................................

    Cognome ................................................................

    Luogo e data di nascita ..........................................

    CF............................................................................

    Numero documento identità....................................

    Recapito telefonico ................................................

    mail..........................................................................

  • Itinerari digitaliLa Sabina come nonl’avete mai vista.Protagonisti ibambini dell’IstitutoComprensivo Pepolidi Poggio Mirteto

    Sabina

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    n insegnante amante della fotogra-fia (PAOLO PITONI) e i suoi allievi,poco più che bambini (frequentanola Scuola Media Pepoli diretta daRenato Romano Renzi), sono i pro-tagonisti di un LABORATORIO DI FOTO-

    GRAFIA DIGITALE grazie al quale l’oggetto di studio,Poggio Mirteto e i borghi limitrofi, viene davverovisto con un’ottica diversa. per migliorare laqualità dell’insegnamento e favorire soprattuttol’integrazione scuola - territorio. “Il mio laboratorio - spiega Pitoni - si proponedi migliorare la qualità della formazione e fa-vorire soprattutto l’integrazione scuola territo-rio, sviluppando negli alunni la capacità di os-servare la realtà in cui essi vivono con unosguardo più profondo, di favorire una letturacritica delle immagini e di far emergere la lorocreatività. L’iniziativa, quindi, non è finalizzataall’apprendimento di approfondite conoscenzetecniche, ma all’acquisizione di ulteriori possi-bilità per esprimersi, per sviluppare una pro-pria visione della realtà e proporla agli altri. Gliincontri laboratoriali, bi-settimanali, sono in-

    U

    Via San Paolo, 4 - 02047 Poggio Mirteto (RI)Via di Porta Montopoli, snc - Farfa (RI)

    Tel. 0765.441644Cell. 338.7064836

    OccasioniConsegna a domicilio

    OggettisticaFiori artificiali

    Composizioni di fiori recisi e secchiNoleggio tappezzerie e coperture per chiese

  • Sabina da scoprire

    Itinerari digitali

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    Immagini del centro storico di PoggioMirteto scattate dai ragazzi che hannopartecipato al laboratorio del professorPaolo Pitoni

  • Sabina

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    centrati su vari temi: paesaggio naturale, lavoriagricoli, usi e costumi, ritratti, paesaggi natu-rali scanditi dal ritmo delle stagioni, consen-tendo così ai ragazzi di apprezzare i beni dellacultura locale e veicolare la memoria storica deiluoghi.Il tempo scuola potrà, in questo modo, trasfor-marsi in tempo sociale, accrescendo le oppor-tunità del sapere e del saper fare. Nelle loroesercitazioni pratiche gli alunni metteranno incampo risorse e capacità sconosciute a lorostessi con lo sviluppo delle loro potenzialitàespressivo-comunicative e creative, mediantel’utilizzo della tecnologia (fotocamera, compu-ter, software adeguati...) la maturazione delsenso estetico e delle capacità critiche e,quindi, l’educazione alla tutela degli stessi beniambientali”.Il lavoro sarà completato, al termine dell’annoscolastico, con la realizzazione di una mostra edi un CD di immagini corredate da didascalie.

    PIATTI TIPICI SABINI con un punto forte: il condimento! E per PASQUA in arrivo LA PASTIERA NAPOLETANA

    ma sempre si possono gustare altre specialità della cucina mediterraneacome gli struffoli, il babà e delle fantastiche MOZZARELLE

    DALLE 17 ALLE 19.30 HAPPY HOUR APPETITOSI e sfiziosi con formaggi al tartufo, pepe rosa e noci, bruschette di variotipo, fritti, insalate particolari, arancini, olive ascolane, pasta fredda

    APERTO PRANZO E CENA FINO ALL’1 DI NOTTEper i più giovani Panini, Hot Dog, Piadine e Cornetti caldi

    In arrivo anche mille…EVENTI!

    Mille Sapori di Paola Tana • Piazza Martiri della Libertà, 64 Poggio Mirteto Tel. 0765441352

  • ante nuove favole ambientate nellaCittà di Carta e in quella di Carta Ve-lina sono raccolte nel nuovo libro“Nel mondo delle Quadrobambole”(Nicodemo Edizioni 2011), presen-tato per la prima volta dall’autrice

    e illustratrice ELISA SARTARELLI a Liberi sullaCarta - Fiera dell’Editoria Indipendente di Far-fa, lo scorso settembre. Il primo libro sulle qua-drobambole (“Le quadrobambole”, Rea Edizio-ni 2010) conteneva favole e illustrazioni a co-lori, mentre “Nel mondo delle Quadrobambole”è una raccolta ricca di giochi, disegni da colo-rare e completare, modelli per realizzare le qua-drobambole all’uncinetto, al punto croce e conle perline stirabili, senza dimenticare la ricet-ta dei dolcetti della Befana. Nelle nuove storiei piccoli lettori potranno ritrovare personaggi giànoti, stavolta mascherati per il Carnevale, e tan-ti nuovi amici, come il simpatico e dispettoso gat-

    to Nero della Befana. La collaborazione tra ElisaSartarelli, giornalista pub-blicista sabina di nascita, e lacasa editrice romana Nico-demo Edizioni, è nata quasiper caso su Facebook. Lau-reata in Lingue e Lettera-ture Moderne a “La Sapien-za” di Roma, Elisa Sartarel-li ha preparato una tesi pro-prio sulla letteratura per ra-gazzi, pubblicata come saggioletterario dal titolo “Il mon-do di Frances Hodgson Bur-nett: The Secret Garden, Lit-tle Lord Fauntleroy e A LittlePrincess” (La Riflessione2010). Poi la decisione discrivere lei stessa favole per bambini e di illu-strarle. Insieme al nuovo editore si è deciso diandare oltre la favola, visto il successo dei la-boratori di lettura e disegno tenuti dall’autricea Roma, Rieti e Poggio Mirteto. “Nel mondo del-le Quadrobambole” è un libro che propone la let-tura delle favole insieme a tante attività. L’au-trice intanto ha in mente molte idee e nuovi pro-getti sono dietro l’angolo.Per conoscere tutte le novità sulle Quadro-bambole è possibile visitare il sito personalewww.elisasartarelli.it. �

    In libreria

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    Un mondoincantato

    Nel Mondo delleQuadrobambole con ElisaSartarelli, un libro difavole per bambini riccodi giochi, disegni emodelli da realizzareaddirittura all’uncinetto

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  • Sabina

    l Polo della logistica di Passo Core-se compie dodici anni. Siamo nel2012. Il mistero continua. Le do-mande restano insolute. Perché nonè mai stato diffuso un piano indu-striale? Quali aziende si insedie-

    ranno? Perché “macroscopiche” modifiche allavariante vengono definite “di lieve entità”? Per-ché un ramo ferroviario sparisce insieme alloscambio merci ferro-gomma? Perché l’indice “If”scompare? Perché il raddoppio di metri cubi co-

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    L’INTOLLERABILE ARMA GEDDON SABINO

    I

  • ScempiAutorizzati

    struibili da 5,6 a 9,8 milioni? Perché la data del-l’approvazione della variante viene retrocessa inun giorno in cui non si è riunito il Consiglio re-gionale? Perché terreni fabbricabili vengonoespropriati al valore agricolo?Andiamo con ordine, ricostruiamo i fatti. Il via li-bera al Piano Regolatore adottato dal ConsorzioIndustriale per lo Sviluppo della Provincia di Rie-ti, nel lontano 2000, fu dato dalla Regione Lazionel febbraio 2004, sotto la giunta Storace.Quattro mesi prima il Consorzio aveva consegnato

    l’intera operazione immobiliare del Polo della Lo-gistica di Passo Corese ad una associazione tem-poranea di imprese (ATI) private attraverso la sti-pula di una convenzione. Questa ATI, nel corsodel 2004, si è poi costituita in una SpA il cui 49%del capitale fu sottoscritto dagli immobiliaristi bo-lognesi del Gruppo Maccaferri (Seci Real Esta-te e Adanti, quest’ultima ceduta poi agli austriacinel 2008), il 48% dalla Infrastrutture Sabine, co-stituita nel 2003, il cui capitale è diviso tra le rea-tine Cime, Stim, Co.Ge.Fer, Centro Sud Prefab-bricati ed Edilbeta, e con una piccola quota fa-cente capo alla romana Bonifica SpA, e infine un3% di quote “pubbliche” divise tra Consorzio stes-so, Provincia di Rieti e Comune di Fara in Sabi-na.Nel 2004 si è pronti per partire: l’operazione in-fatti, anche se non attraverso una gara europea,è comunque già nelle mani del privato che, se-condo gli accordi, dovrà sobbarcarsi tutti i costirelativi alla progettazione e realizzazione dellainfrastruttura (scavi, sbancamenti, strade, piaz-zali, impianti ecc.) in cambio dell’acquisto del di-ritto di superficie dell’intera area di circa 200 et-tari per 99 anni rinnovabile per analogo perio-do, e la Regione Lazio ha approvato definitiva-mente in Consiglio il Piano Regolatore e ha pub-blicato sul Bollettino Regionale l’atto, con con-seguente adozione del Piano Regolatore in que-stione da parte del Comune di Fara in Sabina neldicembre del 2004.Il 2005 potrebbe essere l’anno del via ai lavori,ma l’operazione prende una strada differente. Adaprile infatti il Consorzio delibera l’adozione diuna variante al Piano Regolatore, che dovrà ne-cessariamente fare il suo iter approvativo in Re-gione. Perché non si è partiti con l’operazione nel2005 e si è invece preferito far passare altri anni?Analizzando la variante si trova sicuramente la

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    L’INTOLLERABILE ARMA GEDDON SABINOPOLO LOGISTICO DI PASSO CORESE:mentre la Legambiente Bassa Sabinachiama nuovamente in aiuto ilPrefetto di Rieti, la distruzionedell’area archeologica continua,nell’indifferenza generale. Con Curesabbiamo perso la nostra storia piùimportante. Il Presidente di SabinaFutura ripercorre le tappe di questavicenda piena di “misteri”

    di PAOLO CAMPANELLIfoto di LEGAMBIENTE

    I sapienti ritengonoche gli uomini nonabbiano ricchezza epovertà in casa, manegli animi. Infatti,alcuni cittadini, purpossedendosufficiente ricchezza,ritengono di esserepoveri e affrontanofatiche e pericolisperando didiventare più ricchi.Talvolta anche itiranni credono chei propri beni nonsiano sufficienti ecompiono cattiveazioni non perindigenza ma perbramosia di potere:alcuni distruggonointere abitazioni,altri uccidono inmassa i cittadini,altri ancoraasserviscono interecittà. La pericolosabramosia di potereè una malattiadell’animo e coluiche è avido diricchezza, comel’uomo che hamangiato molto, sitrova a non esseremai sazio.

    (Senofonte)

  • Sabina

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    risposta: il ramo ferroviario, presupposto dellascelta stessa di quell’area al fine di realizzare loscambio ferro-gomma del traffico merci, vienecancellato, il sovrappasso sulla ss 313 della bre-tella che collega il Polo della Logistica con la ss4dir viene sostituito da una rotatoria, alcuni vin-coli di totale inedificabilità vengono completa-mente rimossi, e soprattutto viene rivista la zo-nizzazione e gli indici di edificabilità per cui, seci si rimette a fare i conti, i metri cubi costrui-bili passano da 5,6 a 9,8 milioni, grazie ad un in-nalzamento delle costruzioni fino ad un massi-mo di 15,50 metri (contro 13 metri) e alla “prov-videnziale” sparizione dell’indice “If” che vinco-lava a 4 metri cubi per ogni metro quadro di su-perficie fondiaria, il massimo della cubatura rea-lizzabile. A fronte di questo quasi raddoppio del-la cubatura, e quindi della capacità del Polo del-la Logistica, l’area a parcheggi rimane sostan-zialmente invariata, così come quella a verde pub-blico, con una sostanziale diminuzione dell’areadestinata a infrastrutture sportive.In Regione, prima di essere approvata dalla Giun-ta e in ultimo dal Consiglio, la variante presen-tata dal Consorzio come di lieve entità, ma checome abbiamo visto raddoppia le cubature co-struibili rispetto a quelle previste dal precedente

    Piano Regolatore, deve essere valutata dal Co-mitato Regionale per il Territorio. Nel 2007 il Co-mitato rilascia parere positivo considerando lavariante esattamente così com’era stata pre-sentata dal Consorzio (copiando e incollando dif-fusamente sul parere addirittura quanto scrittodal Consorzio sul documento della variante), cioèuna variante che presenta soltanto alcune mo-difiche «di lieve entità», non evidenziando né lasparizione del ramo ferroviario, né dell’indice Ifcon conseguente raddoppio delle cubature.Successivamente arriva l’approvazione dellavariante in Giunta e infine in Consiglio, preci-samente durante la seduta n. 126 dell’11 mar-zo 2009. L’atto viene pubblicato sul Bollettino Re-gionale il 21 aprile 2009, anche se riportacome data di approvazione da parte del Consi-glio quella del 13 marzo 2008, una data retro-cessa “provvidenzialmente” di un anno in un gior-no in cui non si è mai riunito il Consiglio. D’al-tronde l’anno 2008 è l’anno dei “misteri”. In-nanzitutto del mistero degli espropri: nonostan-te la variante sia ancora da approvare il Consorzioespropria tutte le aree (da fine dicembre 2004già considerate fabbricabili in quanto industria-li), riconoscendo ai proprietari non il valore dimercato per terreni fabbricabili, stimabile tra i60 euro e i 100 euro al metro, ma quello per ter-reni agricoli, offrendo così circa 1,5 euro al me-tro. Sul perché poi la gran parte dei proprieta-ri abbia accettato una rideterminazione delprezzo di 12 euro al metro vige un altro miste-ro. Sul perché la gran parte dei proprietari nonabbia pagato l’ICI sui terreni dal 2005 fino al-l’esproprio del luglio 2008, e sul perché il Comunedi Fara in Sabina abbia deciso solo tra il 2010e il 2011, all’approssimarsi ormai delle elezio-ni comunali e a ridosso della prescrizione, di ri-chiedere l’ICI agli ex proprietari fissando a 4 euroal metro l’imposta contro i 23 euro previsti, vigeanche qui il più profondo mistero. Sul perché pro-prio tre settimane dopo l’emissione del decretod’esproprio da parte del Consorzio, lo stesso ap-provava il regolamento di accesso agli atti am-ministrativi fissando il costo di riproduzione diuna pagina A4 a euro 6,50 e quella A3 ad euro9,50, mentre un ente pubblico fa pagare in ge-nere per un A4 euro 0,10, vige anche qui il piùprofondo mistero. Sul perché il Comune di Farain Sabina, nonostante la variante al Piano Re-golatore non sia stata ancora approvata daparte della Regione, e nonostante la Regione nonavesse ancora emesso la verifica di ottemperanzaalle prescrizioni imposte in fase di rilascio del-la VIA (Verifica di Impatto Ambientale), enono-stante il progetto di trasformazione urbanistica

    L’immagine di unatomba scattata nel mesedi marzo 2012 nell’areainteressata dagli scaviper la realizzazione del Polo della Logistica

    Quest’areapotevadiventare una piccolaPompei per la Sabina, laSovrintendenzaha individuatotombe, villeromane,abitazionisabine

  • ScempiAutorizzati

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    non sia stato sottoposto come prescritto dalla leg-ge alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS),abbia rilasciato il 4 novembre 2008 il Permes-so di Costruire, vige anche qui un altro grandemistero.E poi tanti altri misteri, come quello delle inda-gini archeologiche che meriterebbe un capitoloa sé, o del perché sia previsto un depuratore peruna città di 30.000 abitanti (incluso l’attuale abi-tato di Passo Corese che ne conta circa 6.000),così come della capacità del campo pozzi che, coni suoi 1,3 milioni di litri al giorno, può soddisfa-re una città di 24.000 abitanti. E domande irri-solte. Perché non è stato mai diffuso un piano in-dustriale di tutta l’operazione? Perché non è maistato detto chiaramente quali aziende si inse-dieranno? Vedrà mai la luce questo Polo? Il Con-sorzio deve ancora finire di pagare, dopo quat-tro anni, gli ex proprietari. La bretella, appaltataanch’essa quattro anni fa e finanziata con soldipubblici per 13,9 milioni di euro, è ancora da com-pletare e i lavori paiono fermi, qualcuno dice cheprobabilmente serviranno altri soldi (sempre pub-blici ovviamente). Altri soldi pubblici sono statiimpiegati per il cantiere del depuratore che avan-za sulla sponda sinistra del Tevere. Il Polo del-la Logistica compie quindi dodici anni e, quella

    che prima era una piccola Toscana a 500 metridalla stazione FR1 a 40 minuti dal centro di Roma,è ora uno dei peggiori orrori (ed errori) in cui cisi possa imbattere. Persone e mezzi non se ne ve-dono quasi più,