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Anm 1st. Super. Sonitd Voi. 20, N. 2-3 (1984). pp. 235.238 RICORDO D1 Peter Beaconsfield, M.D., Ph.D., F.A.C.S 19 settembre 1921 - 27 agosto 1984 Peter Beaconsfield è prematuramente scomparso al termine di una lnnga infermità sopportata con lo atoi- cismo e la riservatezza coerenti con le tradizioni della grande famiglia da cui discendeva. Ci portano a ricor- darlo non solo le ripetute occasioni di lavoro in comune, le discussioni sui problemi di più ampio respiro, i molti episodi della vita di tutti i giorni, ma soprattutto la sua forte e originale personalità, quale è apparsa a quanti in Istituto hanno avuto modo di conoscerlo nel corso di una lunga consuetudine iniziata più di venti anni fa. Risale infatti ai primi anni '60 l'inizio dei suoi con- tatti con il nostro Istituto, al quale si avvicinò attratto daila possibilità di collaborare con i due premi Nobel che allora vi operavano, ma anche spinto da una esigen- za che costituiva uno dei tratti essenziali della sua per- sonalità: un interesse vivo e prepotente verso i diversi aspetti delle scienze biomediche, interesse favorito dalla sua capacità di integrare e di collegare le conoacen- ze di carattere clinico con quelle della pura ricerca spe- rimentale, di cui cercava di valutare le possibili implica- zioni pratiche anche nei loro riflessi sociali ed economici. Questa esigenza e queste capacità costituiscono il filo conduttore di una vita scientifica che egli aveva iniziato in patria e continuato in Francia e negli Stati Uniti, operando in campo clinico-chirurgico. Se a questa atti- vità egli dedicò successivamente una parte importante della sua vita di medico, operando come chimrgo e come professore di chimrgia nelle università di Londra, Chicago, Lucknow, già in questa fase formativa, ai lavori di carattere strettamente clinico [l], egli associava studi con precisi orientamenti fisiologici e fisiopatologici [2] che, assimilando i clamici principi della medicina aperi- mentale francese, sduppava sulla base dell'esperienza acquisita alla scuola di Leriche orientata sui problemi della chimrgia funzionale delle vasculopatie. Sono questi lavori che lo portarono a considerare il problema del- l'influenza del sistema simpatico sul metabolismo delle strutture vascolari e gli fecero sentire la necessità di estendere le sue conoscenze in campo biochimico. Il lavoro condotto in Istituto gli permise di iniziare questo nuovo cammino, che lo condusse a occuparsi del metabolismo del glucosio e dello shunt dei pentosi. Di questa via metabolica alternativa del glucosio egli discusse estesamente il possihile ruolo non solo nella fisiopatologia vascolare, ma anche in quella dell'infiam- mazione e delle reazioni immunitarie, della prolifera- zione cellulare e delle emoglobinopatie [3]. In questi lavori egli sapeva associare il cmdo dato descrittivo a una stimolante elaborazione delle possibili implicazioni pratiche dei risultati. Ne sono un esempio le sue osserva- zioni sugli effetti collaterali dei contraccettivi orali, e in particolare, queUe riguardanti i possibili equivalenti sperimentali delle vasculopatie che, a queu'epoca, co- stituivano una patologia emergente, la cui associazione all'uso di questi composti era oggetto di discussione per la scarsità dei dati clinici e per la difficoltà di acquisire, in tempi ragionevoli, convincenti evidenze di carattere epidemiologico [4]. Fu questo lo spunto che lo condutxe a introdurre il problema della "contaminazione interna" [SI, al qnale cercò di interessare autorevoli esponenti delle diverse discipline biomediche, chiamandoli a confron- tare e a integrare le loro conoscenze in diverse riunioni della SCIP (Speciai Commission on Internai PoUution) da lui promossa al fine di veder discussi e definiti i mezzi atti a precisare l'influenza positiva e negativa (ossia il rapporto beneficio/rischio) delle nuove condi- zioni di vita e delle nuove tecnologie sull'organiamo e suUa società [o]. E' difficile valutare il successo di queste iniziative, che si ponevano obiettivi tanto ambiziosi e proponevano problemi nei quali gli aspetti economici giocano un molo determinante e condizionante: su un piano generale esse chiaramente si inquadrano in quelle esigenze di carattere culturale che egli esprimeva in una lettera al Lancet del 1980 [7]. Uno degli ultimi documenti della sua attività [8] rappresenta, anche nei commenti che ha suscitato, un esempio del suo desiderio di introdurre nuovi con- cetti e di riuscire a istituire un colloquio e una costmt- tiva discussione fra interlocutori apparentemente lontani nei loro interessi e nelle loro conoscenze. E' evidente quanto possa essere difficile raggiungere simili obiettivi: è certo che Peter Beaconafield li ha rag- giunti in se stesso, seguendo una via lungo la qnale non gli sono mancati gli ostacoli e le incomprensioni, ma che ha saputo percorrere non solo per la forza delle sue convinzioni, ma anche per l'onestà e per il calore umano che dimostrava a chi ha avuto occasione di collaborare con lui, in uno spirito di franca e sincera amicizia. iZ. Carpi de Resmini

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Anm 1st. Super. Sonitd Voi. 20, N. 2-3 (1984). pp. 235.238

RICORDO D1

Peter Beaconsfield, M.D., Ph.D., F.A.C.S

19 settembre 1921 - 27 agosto 1984

Peter Beaconsfield è prematuramente scomparso al termine di una lnnga infermità sopportata con lo atoi- cismo e la riservatezza coerenti con le tradizioni della grande famiglia da cui discendeva. Ci portano a ricor- darlo non solo le ripetute occasioni di lavoro in comune, le discussioni sui problemi di più ampio respiro, i molti episodi della vita di tutti i giorni, ma soprattutto la sua forte e originale personalità, quale è apparsa a quanti in Istituto hanno avuto modo di conoscerlo nel corso di una lunga consuetudine iniziata più di venti anni fa.

Risale infatti ai primi anni '60 l'inizio dei suoi con- tatti con il nostro Istituto, al quale si avvicinò attratto daila possibilità di collaborare con i due premi Nobel che allora vi operavano, ma anche spinto da una esigen- za che costituiva uno dei tratti essenziali della sua per- sonalità: un interesse vivo e prepotente verso i diversi aspetti delle scienze biomediche, interesse favorito dalla sua capacità di integrare e di collegare le conoacen- ze di carattere clinico con quelle della pura ricerca spe- rimentale, di cui cercava di valutare le possibili implica- zioni pratiche anche nei loro riflessi sociali ed economici.

Questa esigenza e queste capacità costituiscono il filo conduttore di una vita scientifica che egli aveva iniziato in patria e continuato in Francia e negli Stati Uniti, operando in campo clinico-chirurgico. Se a questa atti- vità egli dedicò successivamente una parte importante della sua vita di medico, operando come chimrgo e come professore di chimrgia nelle università di Londra, Chicago, Lucknow, già in questa fase formativa, ai lavori di carattere strettamente clinico [l], egli associava studi con precisi orientamenti fisiologici e fisiopatologici [2] che, assimilando i clamici principi della medicina aperi- mentale francese, sduppava sulla base dell'esperienza acquisita alla scuola di Leriche orientata sui problemi della chimrgia funzionale delle vasculopatie. Sono questi lavori che lo portarono a considerare il problema del- l'influenza del sistema simpatico sul metabolismo delle strutture vascolari e gli fecero sentire la necessità di estendere le sue conoscenze in campo biochimico. Il lavoro condotto in Istituto gli permise di iniziare questo nuovo cammino, che lo condusse a occuparsi del metabolismo del glucosio e dello shunt dei pentosi. Di questa via metabolica alternativa del glucosio egli discusse estesamente il possihile ruolo non solo nella fisiopatologia vascolare, ma anche in quella dell'infiam- mazione e delle reazioni immunitarie, della prolifera-

zione cellulare e delle emoglobinopatie [3]. In questi lavori egli sapeva associare il cmdo dato descrittivo a una stimolante elaborazione delle possibili implicazioni pratiche dei risultati. Ne sono un esempio le sue osserva- zioni sugli effetti collaterali dei contraccettivi orali, e in particolare, queUe riguardanti i possibili equivalenti sperimentali delle vasculopatie che, a queu'epoca, co- stituivano una patologia emergente, la cui associazione all'uso di questi composti era oggetto di discussione per la scarsità dei dati clinici e per la difficoltà di acquisire, in tempi ragionevoli, convincenti evidenze di carattere epidemiologico [4].

Fu questo lo spunto che lo condutxe a introdurre il problema della "contaminazione interna" [SI, al qnale cercò di interessare autorevoli esponenti delle diverse discipline biomediche, chiamandoli a confron- tare e a integrare le loro conoscenze in diverse riunioni della SCIP (Speciai Commission on Internai PoUution) da lui promossa al fine di veder discussi e definiti i mezzi atti a precisare l'influenza positiva e negativa (ossia il rapporto beneficio/rischio) delle nuove condi- zioni di vita e delle nuove tecnologie sull'organiamo e suUa società [o].

E' difficile valutare il successo di queste iniziative, che si ponevano obiettivi tanto ambiziosi e proponevano problemi nei quali gli aspetti economici giocano un molo determinante e condizionante: su un piano generale esse chiaramente si inquadrano in quelle esigenze di carattere culturale che egli esprimeva in una lettera al Lancet del 1980 [7]. Uno degli ultimi documenti della sua attività [8] rappresenta, anche nei commenti che ha suscitato, un esempio del suo desiderio di introdurre nuovi con- cetti e di riuscire a istituire un colloquio e una costmt- tiva discussione fra interlocutori apparentemente lontani nei loro interessi e nelle loro conoscenze.

E' evidente quanto possa essere difficile raggiungere simili obiettivi: è certo che Peter Beaconafield li ha rag- giunti in se stesso, seguendo una via lungo la qnale non gli sono mancati gli ostacoli e le incomprensioni, ma che ha saputo percorrere non solo per la forza delle sue convinzioni, ma anche per l'onestà e per il calore umano che dimostrava a chi ha avuto occasione di collaborare con lui, in uno spirito di franca e sincera amicizia.

iZ. Carpi de Resmini

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Ann. 1st Super. Sonitd Vol. 20, N . 2.3 (1984). pp. 239-242

RECENSIONI, COMMENTI E SEGNALAZIONI

R. FAUSTINI: Farnocologin ueteriwrin. Milano, Organizzazione Editoriale Medico Farmaceutica. 1982.428 pp. 4. Ristampa.

Remo Faustini, purtroppo recentemente scompmo ali'af-

fetto ed alla stima di chi ebbe la fortuna di conoscerlo, è l'autore

della FamiacopcaVeterYiaria editr dalla Organizzazione Editoria- le Medico-Farmaceutica. che è giunta alla sua quarta ristampa.

L'opera è conosciuta già da tempo dzi medici-veterinari, avendo

visto la luce nel 1976 L i sua prima edizione, ma è sempre valida.

Le successive ristampe. ben quattro in aei uini, sempre a d o r - nate, ne sono una valida prova. Ad una prima inquadratura, in

cui il farmaco è viato nella sua qualità funzionale nei riguudi

dei grandi apparati organici quale quello nervoso, cardiovasco- lare, digerente, emuntoria. ecc., ne segue una seconda con una

pid specifica e mirata attività del farmaco. Alcuni di questi

capitoli, quali ormoni. antibiotici, farmaci autonomotmpi.

aono stati redatti da stretti collaboratori dell'zutore, parti-

colarmente competenti nei diversi rami.

Un'ultima parte è di notevole interesse igienieo-sanitario.

trattando il problema del residuo dei farmaci negli alimenti di origine animale. Ad essa. che inquadra le tecnologie dell'alle-

vamento zootecnico e che richiama problemi di grande attun-

l i t i e peso quali la resistenza batterie=, la cuieeropned. In

teratogenesi, le induzioni enzimatiche, è stato aggiunta un

inserto mn l'elenco dei principi attivi annessi nella preparazione

degli integratori medicati per man@mi destinati alla terapia di alcune malattie degli animali.

L. Ravaioli

Guido di ueterinarin e motecnia. Guids italiana dei prodotti e deUe industrie veterinnrie e zaoteeniche. Milano. Organizza-

zione Editoriale Medico Farmaceutica. 4. Edizione. 1983. 1172 pp.. L. 38.000.

La "Guida" contiene l'clenco completo e aggiornato al di-

cembre del 1982. deUe specialità rnedicindi, dei presidi medieo-

chirurgici, dei galeniei, degli integratori. dei prodotti per animali

da affezione nonché le attrezzature diaponibili per il veterinario

pratico e la zootecnia.

I prodotti elencati sono stati suddivisi sia in gruppi omogenei

sotto i divemi principi attivi sia sulla base deUa specifica attività

terapeutica. Si ha anche una s u d d i ~ i o n e per gnippi merceolo-

gici ed infine vengono fomiti gli indirizzi di diverse aziende che

operano nel settore veterinnrio e Zootee~c0.

Per i diversi prodotti fumaeeutici vengono fomiti i dati riguudanti il numero di registrazione del Ministero della Sa- nità, la composizione e le modditi di usa (ricettazione, pow-

logia, avvertenee).

La "Guidi" è uno stmmento indispensnbile per tutti i "eteri-

nari ma anche per gli allevatori e gli operatori sanitui che opera-

no nel settore ~ootecnico. Infitti dali'esme del volume si può

rilevare quanto sia elevata il numero dei fumaci r disposizione

per prevenire e combattere le diverse malattie dedi animali e di

conseguema quale aia il rkchio che neUe derrate di origine ani-

male si formino residui delle diverse sostanze chimiche. Oppor-

tunamente nelle avvertenze che sono riportate nelle singole

voci, vengono anche indicati i tempi hi aospeneione dei tratta-

menti da rispettare prima di potere ualizzm le derrate alimen-

tari che vengono prodotte: questo è ovviamente di aiuto e di guida sia per chi deve effettuuc i cmpionmenti , sia per chi

deve fare le an&i delle cuni. del latte c/o deUe uova provenienti

dagli animali trattati. L'esame deUa "Guida". infme, consente però di rilevare

che per molti prodotti non sono indicati tempi d i mapensione

dei trattamenti e questo aspetto meriterebbe un approfandi-

mento che potrebbe essere effettuato nella prossima edizione. A. Maeri

G. GIORGETTI: Le frodi nei rnarylimi Bologna, Edagricole,

1984. 58 pp., L. 4.000.

Nel volumetto "Le frodi nei mangimi'' vengono desenne in

modo succinto le caratteristiche degli alimenti che vengono di

norma impiegati negli allevamenti zootecnici ed inoltre vengono

forniti alcuni riferimenti alla legislazione vigente in Italia in

materia. Di magdore interesse pratico sono i consi& che vengono

dati agli devatori sul come difendersi da possibili frodi che p08-

sono anche d a n n e ~ a r e lo stato di salute degli mimali; venpno

infatti fornite iniormzzioni auUe modalità di interpretazione dei cartellini nonché le modalità di ~ffettuazione di alcuni aem-

plici saggj che permettono di scoprire eventuali adulterazioni.

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Altra utili indicazione riguarda gli istituti che 8i occupano del

controllo dei mangimi sia sotto il profdo merceologico sia sa-

nitario.

Si tratta quindi di un manuale di facile lettura e consultazio-

ne che può risultare molto utile per i piccoli allevatori, ma anche

di a d i o n chi ha necessità di una informazione generale r rapida

sulle problematiche della alimentazione animale.

A. Maeri

P.A. BERTAZZI. L. ALESSIO, P.G. DUCA e E. MARUBINI:

Monitoraggio biologico negli ambienti di lmuoro. Principi, metodi. opplicorioni. Milano, Franco Angeli Editore, 1984. 266 pp.. L. 30.000.

Da alcuni anni si stanno vigorosmente sviluppando ricerche su test che permettano di valutare l'esposizione "interna"

dd'orgznismo aUe smtmze chimiche attraverso due approcci

principali: (a) 11 determinazione della stessa sostanza, o di

prodotti della sua biotrufomzzione, in materidi biologici;

(b) la rilevaaiune e, possibilmente, la quantifieazione dedi

effetti biologici "non tossici'' indotti dalla sostanza. A questo tipo di misurazioni viene dato og@ il nome, mu-

tuato d d a lingua indese, di monitoraggio biologica che implica,

tra l'altro. il concetto di rilevazione ripetuta nel tempo.

n monitoraggjo biologico non sostituisce la sorveglianza

sanitaria di esposti (valutazione precoee d i effetti nocivi) e deve

essere considerato complementare al monitoraggio mbientale. Il parametro biologico che rappresenta l'esposizione interna

è, infatti. più direttamente collegato con gli effetti biologici

tossici che si vogliono prevenire di quanto non sin una misura

ambientaie. EBBO può tenere conto dell'nsswbimento che si

verifica attraverso varie vie, ddl'esposizione ambientale altre

che di quella professionale, di differenze individuali e può emere

interpretato su bsse individuale ma. soprattutto, su base epide.

miologica per valutazioni di igiene ambientale.

Nel dibattito suscitato dallo sviluppo di tali ricerche si inse- &e questa apprezzabile iniziativa dell'editore Franco Angeli

che entra n far parte di una nuova collana dedicata a "Salute e

lavoro". Si tratta. della pubblicazione degli atti di un seminario organizzato a Milano nel novembre 1982 da& Istituti di Medi-

cina del Lavoro e di Statistica medici e Biomeiria deU'Università

degli Studi di Miiano. I curatori del volume, che h-o m o n i z - zato tra lom i diversi capitoli, sottolineano, proprio per il carat-

tere multidieciplinare che implicano tali ricerche, l'obiettivo di

puntare a una omogeneità, aia nel linguaggio sia nell'imposta- zione, tra contributi di medici del lavoro. epidemiologi e stati-

atici.

I vari contributi h-o, quindi, un'impmnts prevalentemen-

te metodologica e gli aspetti statistici nssumono, eomplessiva-

mente, un ~ o l o predominante. Vengono approfonditi i temi

legati alle pmsibiìità teoriche di applicazione dei test di monite

raggio biologico: dalla valutazione critica dei criteri di sensibilità,

di specificità e di significato per la salute dei parametri xelti , aila

precisione e alli accuratezza dei metodi adi t ic i , al controllo

statktico di qualità, agli aspetti etici. agli =petti staiiatici perla

determinazione dei limiti di riferimento. per I'uialin di mimre

ripetute, ecc.

Non VaMo, invece, cercate, eccetto che in alcuni esempi e in un sommario capitolo finale, informazioni operative sugii

specifici indicatori bioloeci esistenti per le m~tanze tossiche di

impiego industriale che sono hittora, perdtro, amai poco nu- merosi.

M. Biocca

Il ruolo delle medicine tradi.-ionnli nel sistema tnnita"~ - Vdu.

toiioni scientifiche e antropologiche. Como. Red/studio

redazionale. 1984.358 pp.. L. 43.000.

La medicina tradizionale, cioè quell'ineieme di pratiche Mcon largamente seguite in malte nazioni per curare milioni

di praone, non è facilmsnte riconducibile ad un comune deno-

mhatore.

Questo fatto. ben noto 1 chi ha affrontato questi problemi,

emerge chiaramente dal volume in esame. ll titolo. che riporta

al plurale "Mtdieine", è indice della sostanziale diversità tra

i numerosi e diversi sistemi.

Il libro è l i traduzione, quasi integrale, del volume dell' Or- ganizmaziione Mondiale della Sanità dal titolo: Medicine ond

tmditioml heolth care coueroge. A render /or Heolth adminiitro- torr ond proctitioners. che comprende cUca una trentina di a- ticoli di divemi autori, che trattano i vari nspetti della medieina

tradizionale.

Le differenze sono subito evidenti: da un Iato abbiamo la

tradizione asiatici, che si rifi ad una documentazione scritta.

antica almeno di millenni in India ed in Cina, dall'aitro una serie di pratiche in Africa, America Latina ed Oceania, legate soprat-

tutto ad una tradizione orale tramandata da un curatore ad un altro. Fattore comune di queste diverse impostazioni è l'impiego

di un certo numera di sostanze, eoprattutto di origine vegetale.

come i fumaci. La loro preparazione è descritta negli antichi

teeti indiani e cineai ehc coetituiseono le più antiche fumacopee

dell'ummità. mentre in Africa e in America Lstinp non si hanno

generalizzazioni, ma si può dire che ogni guaritore abbia la sua

personale linea terzpeutica.

Un altra elemento comune nelle medicine tradizionali è

l'ascendente che il curatore ha sul paziente. ascendente che eon- sente di ottenere s p e w risultati importanti nella sfera peichia-

trica e nelle malattie psieosomztiche.

Il libro ittravemo i suoi numerosi capitoli, che vanno dal-

1'Ayurveda all'agopuntura, dalla psichiatria tradizionale ifrieans

dia fitofamzcologi~, d d a medieina tradizionale cinese all'impie-

go dei metodi tradizionali nell'assietenaa di bwe. fornisce una

larga informazione sui var i aspetti dei metodi tradizionali. Se

questo sistema consente di dare profonditi ad ogni argomento

esaminato, tuttavia taglie quella valutazione d'insieme che è di grande importanm in questo ceso.

La materia è suddivisa in tre parti: la prima tratta dei sistemi

e delle pratiche della mcdieim tradizionale. @i trovano ampio spazio le medicine tradizionali dell'lndii, wprzttutto I' Ayurue-

dica, ma anche 18 arabo-indiana dell'Unnrri e quella della Cina

con le sue più hpor tu i t i affermazioni, come l'agopuntura e

la moxibustione. Anche le earatterirtiche della medicina tradi-

zionale in Africa ed in America Latina vengono qui delineate e

discusse; i problemi dell'ostetricia tradizionale, che o@ h m o

assunto nei paesi in sviluppo attrzverso un processo di parzidc

modernizzizione voluto dall'OMS con le traditionol birrh ottend~nts uni fondamentale funzione wciale, vengono qui

ampiamente esposti.

Page 6: RICORDO - old.iss.itold.iss.it/binary/publ/cont/Pag235_242Vol20N2_31984Comp.pdf · lare, digerente, emuntoria. ecc., ne segue una seconda con una pid specifica e mirata attività

La seconda parte riguarda i medicindi, mettendo in rilievo

I'importanm che le piante hmno nella terapia deUa medicina

tradizionde e ci ricordi anche come alcune specie vegetdi, per

il loro impiego in medicina, siano minacciate di estinzione.

Un tocco moderno viene dal rapporto etùl'informmiane s d e

piante medicindi. oggi centrdizzatz su un elaboratore che opera

presaa l'Università di Chicago, in condizione di fornire &ti

a tutto il mondo.

Oggi I'Orgrnizzazione Mondide della Saniti di fronte d casto

e alle difficoltà di estendere, soprattutto aile campagne la medi-

cina moderna per I'aaistenza medica primaria, ha impegnato la

medicina tranonde a partecipare al suo p m g m m a . che vuole portare a tutti un'raaistenzn medica primaria entra l'anno 2000.

Oltre a questa impegno, che implica tuttavia da parte dei v u i

paesi, oon i'ziuto intemazionde. un approfondimento dei

metodi, lo studio critico dei medicamenti eadiziondi e l'in-

troduzione di pratiche igieniche, vi è la posizione di v u i e nazioni

verso le pratiche tradiziondi, che va dalla pmibi~ione al pieno

riconoscimento ufficiah. Ricordo che nella stesa* India, dove si trovano università di

medicina Ayurredica e quasi un milione di medici e praticanti

tiadinondi autorizzati, vi è una forte corrente contraria a queste

pratiche. a cui ai negano i fondamenti scientifici. Infatti la di~gnasi. basati sulla teoria dei cinque elementi e dei tn umori,

non sarebbe valida e pertanto non consentirebbe uni terapia

adeguata.

Per questo un capitolo è dedicato aila disciplina legale di

queete pratiche mediche che servono ancor o@ più della metà

deUa popolazione mondiale, mentre l'ultima parte approfondisce

tutte le implicazioni dell'adozione di questi sistemi, nel quadro

deU'uuliatenzi sanituiP di bule.

G.B. M--Bettolo

Comtrointr in occupotionol hwlth rerearch

in the frame of its present progranme (198246) in the field of medied m d publie hedth researeh, the Eumpenn Community (EC) supports, unong athem, coneerted action in the field of

ageing (EURAGE) extraeorpored oxygenntion (EUROXY), eongenitd ibnonndities (EUROCAT) a d nutrition (EURO- NUT).

in the field of oceupationd hedth (OH), coneerted actiom

are not supparted yet. Studies, seminzres and workshop are

s u w t e d . The advisory body for the Cammission of the Europea Communitiw for Occupstiond hedth is the "Comité

d'action coneertée - Epidémiologie" (COMAC-Epi), the

administration being centrdized by the Oireetorate Genenl

for Science, Research and Development situated in Brumb.

This activity is quite independent from the work of the Euro.

pem Community in the field of Szfety and Hedth at Work,

with hendrpartera in Luxembourg whieh origindly delat only

with the c o d and steel industry but later extended ita scope.

In 1983 COMAC-Epi discussed the preaent stztus of

oceupationd hedth reseueh (OHR) in the EC and connid-

ered it lees devdoped than h some other p& of the in.

dustridized wodd. Therefore a workshop was cdled in Gent

(Belgium) t o discusa eonstrainta in the development of OHR

m d ita applicationa, foremost to suggest the means to over-

come theae constraints.

Representatives af 18 research institutes in the EC and

observers of internztiond bodiea, eonvened in Gent on 11-13

J a n u q 1984.

The Workshop eonduded thnt eonseainte in OHR are closely

linked to the pmper methodology of this reserreh (mainly

epidemiologid). and t o recent chzngea in the nature of its

scientific pmblems (greater stress on subelinicd effects and mdtifactoridly detemined diseuies).

The main constrainta coneem: - the defieient identificstion of suitable reaeareh topics by

govemments. internztiond bodies, reselrch funding bodiw.

employers, hedth workenr m d reseuch workers themselves; - the often limited vdue of the msterid avzilable for resewch

because of insufficient expasure data: - the diffieulty t a obtain partecipztion of authoritiea. workers

and employers; - the implementation af OHRmay be hmpered by insufficient

funds, lack of e lu ied pemonnel with zequate cueer shuetum

and inauffieient eollaborntion between reaearch insotutes:

- the aometimes inauftkiently applied reaearch resulte by

industry in impmving working conditions. Diieemination of

findings by reseuchers may also be inadequate.

The way these constraints operate may of coume v u y in the

EC countriea

To overcome thesc comtrzints, the workshop suggested

m o n g others:

1 ) better information zt ail levele conceming gode and methods

of OHR; 2) better exchange of information m o n g reseireh workers

conceming fields of interest m d avzilable resourees;

3) increaed mema for responding t o reserrch ne& it the grzss

root level;

4) aepmte funding bodies for OHR where they do nat yet exist. FoUowing the meeting. the praject Management Gmup,

consieting of the authars of the report, elzborsted proposala for short term aetion at EC leve1 m d gave eonsiderztion to poasible medium and long temi action.

A report [ l ] on thul workshop eontluiing introduetory lectures and a summuy of the diacuesion wul pubhhed recently

and seems usefd reading for rescarch poliey makers md

everyone concemed with oeeupationd hedth.

1. VANHOORNE, M.. HARRINGTON, M., PARMEGGIANI,

L,, HUNTER, W., BAERT, A. & VUYLSTEEK. K. (Eds).

Coniminta in occup~tional heolth resenrch. Report on a work.

shop. Gent, l l - 1 3 J n n u w 1984. Commuaions of the European

Communities. Direetorate Generd for Seienee. Reacuch

m d Development. Bmssels, 1984 (n capy of this report

ean be obtained free of ehuge fmm Dr. A. Baert. Direetorate

Generd far Science. Research and Development, Commkion

of the European Communities. Offiee 2.46. Square de Meeus,

8,1040, Bmssds).

M. VANHOORNE

Depuhnent of Socid Medicine

(Dir. Prof. DI. K. VUYLSTEEK)

Gent State University

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4P Cowreaso mziomle di medicino del lovoro ed i&ne indu-

itriale: Assisi (Pemgia), 17-20 ottobre 1984.

Si è tenuto xd Assisi il 4? Congresso della Società Itiliann di

Medicina del Lavoro ed I&ne Industriale, organizzato dal Prof.

Diogene Furbptta (Direttore dell'latituto di Medicina del Lavoro

ddl'llniwrnità di Penigia) e dal Prof. Giuseppe Abbritti (titolare

della Il Cattedra). U numero dei congressisti (circa 700). supe-

riarr ad ogni previsione, dimmtri I'intemse che oggi riveste

questa disciplina nel nastro Paese.

Indubbiamente i temi delle relazioni e delle comunicazioni

(circa 130. espmte sotto forni. di posters) avolte nei tre giorni

del Congresso aono di moluta attualità e di notevole interesse

teorioo e pratico. Già in occasione della inaugurazione. merco-

ledi 1 7 ottobre, si è delineato l'elevato livello scientifico del congresso; l i lettura inaugurale è stata tenuta infatti dal Dr. F.

De Matteie (Medical ReaePrch Council, Caishalton, uighilter-

n) ed ha riguardato l'affiscinante ozpitolo del "Metabolismo epntico di sostanze esogene. Influenza sulla tossieità e interazioni

metaboliche".

Nella prima giornata di dibattito è stzt. affrontata la sorve-

glianza sanitaria dei Isvontori -posti a pesticidi in agrieolturz.

argomento di sssaluto rilievo anche nell'mbita della Regione

Umbria. Dopo una lucida disamina dei consumi e delle malattie

da pesticidi in Italia (Caetellino, Roma), I'xttenzione è stata

rivolta ai nuovi pesticidi ed in particolare ai piretmidi, di uso

aempre cmcente. ll Prof. Chiesurn (Padova) ha parlata della loro

efficacia nella lotta ai parsssiti ma anche dei pmsibili pericoli

legati all'impiego, specie se effettuato aenza le dovute precnu-

zioni. E' noto che i pesticidi oltre ad effetti dannosi che si mani-

festano acutamente poaaono dar Luogo, per esposizioni prowatte,

anehe a basse dosi, a patologie croniche di tipo degenentivo o

neoplastieo. Qu~st'ultimo aspetto è stato ampiamente trattato dal Dr. Cabral della International Agency far Research on Cmcer di Lione.

DI. Maroni (Milano) ed il Prof. Abbritti (Pemgia) hanno quindi sintetizzato. con chiarezza. le principdi euatterirtiehe del monitoraggio biologico e dell' approccio chic-strumentale che si ritiene oggi utiie impiegare nella prevenzione delle malattie indotte dai pesticidi nell'uamo. I relatori hanno wttolinesto come I'espmizione a pesticidi in agricoltura sia incostante (periodi brevi e ripetuti). in genere multipla (pid prodotti usati contemporaneamente), di difficile quantificnsione mediante parametri ambientali (fatta eccezione per gli ambienti confinati come, ad esempio, le serre). Ne deriva. da una parte la necessità della individuazione di parametri biologici sensibili e specifici in grado di misurare La quantità di 8ostanzs tossica assorbita dnll'or- ganismo (indicatori di dose) o iniziali alteraioni biochimiche, se@" di danno precoce (indiestari d i effetto), dpll'altro, come ha sottolineato il Prof. Abbritti nel suo intervento, La centrdità della figura del medico che esegue la sorvegjianza sanitaria. Egli solo. infatti. poiché è in grado di conoscere in maniera puntuale le caratteriatichc ddi'eiposizione dell'ares in cui opera può pro- grammare visite mediche, esami di laboratorio e strumentali mirati e procedere ad una cspillue informazione degli addetti. 1 numerosi problemi organizzativi ed operitivi che i sanitari dei servizi territoriali si trovano ad affrontare e gli aepetti nomativi sono stati trattati dal Prof. Ambrosi (Bari).

I due temi della seconda giornata dei lavori avrebbero me- ritato, come è stata evidenziato da alcuni autori, più ampio spazio. Nel corso deUa mattinata sono stati discussi gli effetti sull'intemtizio polmonare delle polveri minerdi non fibrase a

basso (< 5%) o nullo contenuto di dice libera criatallina (mo-

deratori il Prof. D. Casuls di Cagliari ed il Prof. E. Gnffuri di

Verona). Dopo alcune note introdunive generali (Sutorelli.

Sienn) il Proi. Pozzoli (Pavia) ha descritto i rischi connessi con

I'inalizione di polveri non silicee, che, contrariamente a quanto

un tempo si ritenen. non aono certo inerti. Ne è dimostrazione

l'ampia iconogmfia prodotta dal Prof. Governa (Anconi) relativa

agli effetti biologici, particolarmente su tessuto polmonnre in vitro o nell'nnimde da esperimento. A confermare gli effetti

nell'uomo inoltre il Prof. Gaffuri (Verona) ha riportato dati

epidemiologiei sulla incidensa di queste pneumoconiosi; I'ora- tore ha anche ricordato le tecniche di indagine stmmentale più

sofisticate di cui o~ disponiamo al fuie di formulare diaposi

in fise precoce.

La sesaione pomeridiana, dedicata ai "Rischi da vibrazioni" è stata introdotta dal Prof. Rubino (Torino). Gli aspetti epidemio-

logici della patologia da vibrazioni "trasmesse s tutto il corpo"

80nO stati delineati dal Prof. Gobbito (Trieste);i quadri clinici e rediografici delle affezioni a carico del rschide sono stati illustra-

ti successivamente dal Prof. G.L. Lorenzi (Torino). Dell'interea-

samento dei aegmenti mano-braceio-spda, frequente nei

lavoratori dell'industria estrattiva e, più in generale, negli utili.. mtori di s t m e n t i vibranti (muteUi pneumatici, pistole pncuma-

tiche. ecc.) hanno parlato il Prof. Spinpzzola (Roma) ed il Prof, Giuliano (Firenze). ll primo ha fatto il punto sull'evoluzione. nel

tempo, delle lesioni vnseolari ed osteoarticolari; il aeeondo

si è saffemnto sulla angiopatia da vibrasioni. descrivendone

gli aspetti fuiiopatolagiei. clinici e diagnostici.

Profondo interesse buino suscitato. nei convenuti. gli inter- venti dell'ultims giornata. relativa ai "Rapporti Stata-Regione

nella fompzione legislativa in materia di igiene e sicurema negli

ambienti di lavoro" (Tnval* rotonda) ed al "Contiibuto della

Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene induatride

nll'ittunzione di un testo unico in materip di igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro. già previsto dall'art. 24 della legge di

riforma sanitaria". Alla twola rotonda, guidata dal Prof. F. Can-

dura (Psvia) e dd'Assessore d a sanità della Regione Umbrii V. Lorenzini. h m o contribuito il DT. G. Aresini (Commissione Comunità Europee, Lussemburgo), il Prof. R. GusrUiiello (pre. tore di Torino), il Dr. A. Martignani (Assessorato nllz sanità deila Regione Emilia Romsgna), il Dr. R. Mattiunsi (Comitato di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Confmdustrin), il Dr. Moccaldi (Istituto Superiore per la Prevensione e la Sicurezza del Lavoro) ed il Dr. C. Stanzani(Centro ricerche e documentazione rischi e danni da lavoro).

Gli aspetti deUa situazione legislativa attuale e le prospettive per l'attuazione di un T.U. sono stati trattati d i A. De Lussu (Roma), mentre il Prof. Ambrosi (Bari) ha suggerito i NO^. le competenze e le modalità di f a m i s i m e delle figure sanitarie che dovrebbero essere impegnate nella individuazione dei rischi per la salute dei lavoratori e nella sorveglianza sanitaria.

Infme il Prof. S m i (Milano) ha richiamato l'attenzione sulle responsabilitù, i criteri metodologici e le procedure da seguire per il controllo ambientale e sanitario nei luoghi di lavoro. Al vivace

dibattito che ne è seguito, msgistralmente moderato dal Prof. M. Crepet (Padova), h-o partecipato medici dei servizi. universi- tari, smitan di fabbrica e rappresentanti d i enti.

La vwtissina partecipazione dei congressisti a tutte le sessio- ni, la vivacità del dibattito e le numeroaimine comunicazioni presentate 8ono la testimonianza dell'elevato interesse dei temi in discussione.

G. Muzi

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E R R A T A CORRICE

WILLIAM B. BAINE, M.D.: I11 winds and troubled waters: selected whiffs of legionellosis. n. 2-3 del volume 19 (1983), pp. 215-240 degli Annali dell'lstituto Superiore di Sanità.

ERRATA

p. 216 - za colonna, riga 11 dal 4" capoversa: 111

p. 219 - la colonna, riga 2: 19%

CORRICE

ill

19

Si fa inoltre notare che la figura di pag. 215 è stata tratta dal lavoro citato al n. 129 deUa Bibliografia.