Ricordare Mauthausen

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Mariangela ha appena terminato con successo il primo anno del liceo, ha una famiglia benestante, frequenta una compagnia esclusiva, ha un’amica del cuore cui è molto legata. Non confida però a nessuno i suoi pensieri più intimi, tra i quali l’ossessione per il passato della sua famiglia di radici ebraiche.Improvvisamente, tutto il suo mondo crolla: la fabbrica del padre fallisce e la sua famiglia, ridotta in povertà, deve trasferirsi presso i parenti che vivono in campagna. Mariangela non trova il coraggio di confidarsi con gli amici e sparisce senza lasciare tracce. Odia tutto della nuova casa, del nuovo paese.La presenza del nonno, reduce del campo di concentramento di Mauthausen, la spinge alla ricerca delle radici della sua famiglia ebraica. È però tutto molto difficile perché il nonno non vuole parlare del passato. Emerge inoltre l’esistenza di un rancore profondo tra la famiglia di Mariangela e quella di uno strano ragazzo del paese, che lotta, assieme alle sorelle, contro un gruppo di bulletti razzisti.Un romanzo coinvolgente per riflettere sull’importanza della memoria storica.L'AUTRICEPatrizia Marzocchi - Vive a Bologna e insegna lettere nella scuola secondaria di primo grado. Ha frequentato un corso di giornalismo presso l’Università di Ferrara, ha compiuto molti viaggi che hanno ispirato i suoi romanzi. Ha pubblicato numerosi libri per ragazzi. Il suo sito è: patriziamarzocchi.com

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  • Ricordare Mauthausen

    Antisemitismo, razzismo, bullismo:diverse facce dellintolleranza ieri come oggi

    Patrizia Marzocchi

    Mariangela ha appena terminato con successo il primo anno del liceo, ha una famiglia benestante, frequenta una compagnia esclusiva, ha unamica del cuore cui molto legata. Non confida per a nessuno i suoi pensieri pi intimi, tra i quali lossessione per il passato della sua famiglia di radici ebraiche.Improvvisamente, tutto il suo mondo crolla: la fabbrica del padre fallisce e la sua famiglia, ridotta in povert, deve trasferirsi presso i parenti che vivono in campagna. Mariangela non trova il coraggio di confidarsi con gli amici e sparisce senza lasciare tracce. Odia tutto della nuova casa, del nuovo paese.

    La presenza del nonno, reduce del campo di concentramento di Mauthausen, la spinge alla ricerca delle radici della sua famiglia ebraica. per tutto molto difficile perch il nonno non vuole parlare del passato. Emerge inoltre lesistenza di un rancore profondo tra la famiglia di Mariangela e quella di uno strano ragazzo del paese, che lotta, assieme alle sorelle, contro un gruppo di bulletti razzisti.

    Un romanzo coinvolgente per riflettere sullimportanza della memoria storica.

    I S B N 978-88-472-1967-0

    9 7 8 8 8 4 7 2 1 9 6 7 0

    Patrizia Marzocchi

    Vive a Bologna e insegna lettere nella scuola secondaria di primo grado. Ha frequentato un corso di giornalismo presso lUniversit di Ferrara, ha compiuto molti viaggi che hanno ispirato i suoi romanzi.Ha pubblicato numerosi libri per ragazzi. Il suo sito : patriziamarzocchi.com

    Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n633, art. 2 lett. d).

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    ISBN 9

    78-88-

    472-19

    67-0 Online: approfondimenti e schede didattiche

    www.raffaellodigitale.it

    8,30

    Patrizia M

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    Ricordare Mauthausen

    Antisemitismo, razzismo, bullismo:diverse facce dellintolleranza ieri come oggi

    Patrizia Marzocchi

    Antisemitismo, razzismo, bullismo:diverse facce dellintolleranzaieri come oggi

    Completano la lettura:

    Approfondimenti finali

    Fascicolo di comprensione del testo

    Schede interattive su www.raffaellodigitale.it

  • Collana di narrativa per ragazzi

  • Editor: Paola ValenteRedazione: Emanuele RaminiProgetto grafico e copertina: Mauro Aquilanti Impaginazione: Giacomo SanoDisegno di copertina: Danilo Loizedda Approfondimenti e schede didattiche: Paola ValenteUfficio stampa: Salvatore Passaretta

    Ia Edizione 2013

    Ristampa

    7 6 5 4 3 2 1 2020 2019 2018 2017 2016 2015 2014

    Tutti i diritti sono riservati 2013

    e-mail: [email protected]://www.grupporaffaello.itPrinted in Italy

    assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.

  • Ricordare Mauthausen

    Antisemitismo, razzismo, bullismo:diverse facce dellintolleranza ieri come oggi

    Patrizia Marzocchi

  • Ad Amneris e Margherita, amiche di una vita.

  • Capitolo1

    5

    Un annuncio sconvolgente

    Fino allavvenimento che cambi tutto, ero una ragaz-za molto fortunata. Forse. Appartenevo a una famiglia be-nestante, frequentavo il liceo classico per mia scelta, avevo un giro di amici esclusivo. Naturalmente mi lamentavo, ma esiste qualcuno che non lo faccia?

    Matilde, la mia amica del cuore che io chiamavo Matty, era lesatto contrario di me, rappresentava tutto ci che mi mancava. Era estroversa, pratica, intraprendente, solare, laddove io ero un po timida, incerta, passiva. Matty era la-nima del nostro gruppo e io la sua ombra, pertanto venivo tollerata. O almeno questa era la mia percezione. Comunque la mia vita scorreva su binari privilegiati: scuola, shopping, piscina (privata), vacanze in crociera e a Cortina.

    Nel silenzio profondo della mia camera, per, vivevo une-sistenza parallela e incomunicabile. Mi ponevo domande su tutto, senza mai riuscire a trovare risposte.

    Forse per questo leggevo molto, in modo quasi clandesti-no. Quando avevo cercato di parlarne agli amici, la risposta pi benevola era stata uno sbadiglio. Avevo rinunciato.

    Fra le altre cose mi chiedevo perch le mie amiche passas-sero da un innamoramento allaltro e ne parlassero in con-tinuazione, mentre a me non succedeva niente. O quasi: di recente era comparso Gianni nel nostro gruppo e nelle mie fantasie, ma il suo interesse nei miei confronti, se cera, ri-maneva molto ben nascosto.

    Mariangela

  • Capitolo 1

    6

    Ultimamente, poi, ero coinvolta in un modo molto parti-colare da una vicenda che riguardava la storia famigliare: le nostre origini ebraiche. Mio nonno e i suoi genitori erano stati deportati in un campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Era tornato solo mio nonno. Avevo prova-to a chiedere informazioni a mio padre che aveva scosso la testa: un argomento tab, Mariangela, pap si sempre rifiutato di parlarne. Non chiedergli niente quando lo vedi, mi raccomando.

    Non cera problema, mio nonno non lo vedevo mai. Almeno fino al momento della grande svolta.

    Avevo cominciato a leggere libri sullargomento e la vicenda mi coinvolgeva sempre di pi, in un modo doloroso e inspie-gabile.

    Avevo persino fatto ricerche in internet, soprattutto attra-verso facebook, per trovare lontani parenti, ma senza risulta-to. Francamente cominciavo a pensare che quella ossessione non fosse normale.

    Un intero mondo sommerso era blindato dentro di me. Non riuscivo a parlare a nessuno, nemmeno alla mia amica Matil-de, di quelle mie emozioni, di quei pensieri che mi angoscia-vano, che tenevo chiusi nel segreto silenzio della mia camera.

    Quando le parole rimangono l a contorcersi nella mente in qualche modo marciscono. Le parole hanno bisogno di uscire e trovare laria fresca della comunicazione.

    Poi arriv levento che, come un vero terremoto, mand tut-to allaria, portando in superficie le parti profonde e nascoste.

    Ho ritrovato un quaderno in cui avevo appuntato i fatti e i sentimenti di quellestate torrida, cos posso ricostruire tutto con una certa precisione.

    La vita pu scorrere sempre uguale per lunghi anni, poi, allimprovviso, cambiare completamente in pochi giorni.

  • 7Un annuncio sconvolgente

    In quel momento mi successe proprio questo: vidi una nuo-va realt intorno a me e feci un tuffo nel passato che cambi il mio presente e il mio futuro.

    Si era ai primi di giugno, la primavera era scoppiata, lan-no scolastico si avviava alla conclusione e tutti pregustava-mo lestate in arrivo.

    A colazione mordicchiavo una fetta biscottata con mar-mellata di fragole e mi chiedevo se sarei stata interrogata in storia. Quasi quasi lo speravo anche se non lo avrei confessa-to nemmeno sotto tortura. La sera precedente ero rimasta in casa per studiare. Con Matilde, che aveva insistito un sacco perch uscissi, mi ero inventata un raffreddore.

    Nel Giro limpegno scolastico out. Si tratta di una com-pagnia chiusa, chiusissima, nella quale sono entrata solo grazie alla mia amica Matilde che conosco fin dalla scuola materna e che decisamente pi intraprendente di me. L dentro io sono lunica a frequentare il liceo classico e non facile far capire quanto sia impegnativa la mia scuola. Fingo di non studiare, sostengo di ricordare benissimo le lezioni, cos si diffusa la voce che ho una memoria prodigiosa. Non che questa sia una dote particolarmente popolare nel Giro, comunque pi accettabile della fama di secchiona.

    Mentre centellinavo la fetta biscottata mi chiedevo: Non che io sia un po vigliacca?

    Insomma, Mariangela, vuoi rispondere? la voce petu-lante di mio fratello Giacomo mi ha raggiunto proprio in quel momento doloroso della mia riflessione.

    Cosa vuoi?

    * * *

  • Capitolo 1

    8

    Prendiamo un gatto? Ma che ne so?I genitori dovrebbero mettere al mondo i figli in rapida

    successione e non lasciare passare sette anni dalluno allal-tro, che poi la convivenza diventa ingestibile.

    Chiedi a mamma e pap ho detto pi gentilmente. Mamma non sa se pap daccordo, ho bisogno di unal-

    leata contro il tiranno!Il furbastro ha capito quale tasto toccare: ultimamente

    chiamo cos nostro padre. Lo adoravo fino a un paio di anni fa, poi ho cominciato a contestarlo e ogni volta che parla mi irrita. E non va meglio con mia madre. Mi hanno pure por-tato da una psicologa che ha decretato che inutile spendere soldi per una normalissima crisi adolescenziale.

    Va bene, ti dar man forte ho detto. Volevo vivere in-tensamente e fino in fondo la mia crisi adolescenziale e non intendevo lasciare perdere uno scontro con il tiranno.

    Improvvisamente mi sono resa conto del fatto che non lo vedevo dalla mattina precedente, una faccenda un po strana per come ero abituata.

    A proposito dov finito pap? ho chiesto a mamma che sonnecchiava con unimmensa tazza di caff in mano.

    Non so, pare che sia dovuto partire allimprovviso per lavoro.

    Partire per dove? Mamma ha sbuffato: Insomma, Mariangela, quanto sei irritante con le tue do-

    mande. Lo sai che non mi informa dei suoi affari... e in ogni caso torna oggi.

    Ho ricominciato a pensare ai fatti miei. La sera prima ave-vo anche finito di leggere Lamico ritrovato, il libro che parla dellamicizia tra un ebreo e un, diciamo cos, ariano, nella Germania nazista. Avevo pianto.

  • 9Un annuncio sconvolgente

    Adesso avrei letto Se questo un uomo. Sempre di nasco-sto, naturalmente. Il motivo della clandestinit non sono le origini ebraiche a cui non fa pi caso nessuno, ma il fatto che legga. Nel Giro leggere out.

    Quel giorno riflettevo su tutto questo. Si riproponeva la domanda: Non che io sia un po vigliacca?

    Mamma, vieni con me in piscina oggi? ha chiesto mio fratello.

    Mamma stava sorseggiando il suo caff e gli ha rovesciato addosso un immenso azzurro sguardo distratto.

    A che ora? Alla solita, ma, alle cinque. No, a quellora non posso, ho il gruppo. Viene Maria

    con te.Maria era la nostra domestica filippina, una specie di vice-

    mamma. Ma oggi ho la gara Bene, la vincerai di sicuro, sei il migliore! Lo sguardo azzurro si allontanato e mio fratello non ha

    avuto il coraggio di insistere. Ha posato uno sguardo implo-rante su di me. Ho sbuffato e ho fatto finta di niente. Alle cinque del pomeriggio ci saremmo trovati tutti al bar davanti la scuola. Avevo gi dato buca la sera prima, non avevo in-tenzione di rifarlo per una gara di nuoto tra bambini di otto anni. Me la sono presa con mamma:

    Potresti anche lasciare perdere i tarocchi, una volta, per tuo figlio!

    Per mio figlio lascerei perdere tutto ha detto lei, picca-ta. Per la sua vita, intendo, e anche per la tua. Ma qui non in ballo la sopravvivenza di nessuno, mi pare. Oggi devo fare una relazione al gruppo e non intendo venire meno a un impegno per una semplice gara di nuoto che non dipende minimamente da me.

  • Capitolo 1

    10

    Una relazione sui tarocchi? ho chiesto con ironia. Certo, si tratta di unarte antica e io la sto studiando. E

    tu cerca di avere rispetto per gli interessi altrui, signorina.Rispetto per larte antica dei tarocchi, figuriamoci, non ne

    ho mai avuto mezzo.

    A scuola sono stata interrogata in storia e ho fatto un figu-rone. Al ritorno, prima di pranzo, mi ha telefonato Matilde.

    Come stai, passato il raffreddore? mi ha chiesto. Un po meglio, oggi posso uscire Sei stata interrogata, poi? S, me la sono cavata. Ah, santa memoria prodigiosa, beata te. Oggi cambio di

    programma, tutti in piscina da Valeria. Ti vengo a prende-re alle quattro: quella pizza di mia madre non mi fa uscire prima, dice che devono passare almeno due ore dal pranzo, secondo me una stupidaggine, Valeria fa il bagno anche subito dopo mangiato e non le mai successo niente

    Alla parola piscina sono stata colta da un vago senso di colpa, comunque le ho detto che andava bene.

    A pranzo mi sono stupita di trovare mio padre, pensavo fosse in viaggio per affari. E poi lui non veniva mai a casa a mezzogiorno, rimaneva in fabbrica dalla mattina alla sera. Ripeteva sempre che se mia madre aveva avuto la fortuna di ereditare il mobilificio dal padre, lui aveva il dovere di gestir-lo con tutte le sue energie e in tutte le ore disponibili.

    Aveva una faccia scura che non ricordavo di avergli mai vi-sto. Non che mio padre sia una persona allegra, anzi, il senso dellumorismo proprio non gli appartiene. Quando io faccio delle battute, dice che ho ereditato la vena ironica dalla sua famiglia, ma a quanto pare la trasmissione di questa caratte-ristica ha saltato una generazione, cio lui.

  • 11

    Un annuncio sconvolgente

    In ogni caso, prima aveva sempre unespressione seria ma serena. Quel giorno era diverso. Un istinto mi suggeriva che non era il momento di introdurre il problema gatto, ma una sorta di inerzia mi ha impedito di farlo presente a mio fra-tello che infatti alla prima forchettata di spaghetti partito allattacco:

    Pa, io e Mariangela vorremmo prendere un gatto ha detto con la bocca piena.

    Si dice Mariangela e io lo ha corretto mamma.Sentivo che tutto questo era totalmente inopportuno, ho

    avvertito una tale tensione che mi si bloccata la digestione. Ho ingoiato gli spaghetti senza masticare e loro sono piom-bati nello stomaco senza passaggi intermedi. Mi sono piega-ta in due per il dolore.

    Cosa ti succede? Bevi un bicchiere dacqua ha detto mamma.

    Hai capito, p? ha insistito Gi. Mariangela e io vo-gliamo un gattino!

    Pap ha continuato a mangiare in silenzio e forse anche mamma ha cominciato a chiedersi cosa stesse succedendo.

    Come mai sei a casa oggi, Samuele?Pap non ha risposto e la preoccupazione si fatta strada

    persino sul faccino paffuto di Gi. Pap, successo qualcosa? ho chiesto dopo qualche

    minuto di masticazione silenziosa.Lui ha allontanato bruscamente il piatto, ci ha fissato uno

    a uno, con sguardo cupo, poi ha detto: S, successo che siamo rovinati. Completamente.

  • Capitolo

    12

    2Addio

    In quel momento si conclusa la mia prima vita, e tutti i particolari di quellultima giornata mi si sono inchiodati nella memoria. Quello che successo subito dopo, invece, veleggia in una nebbia fitta, come se a viverlo non fossi stata io, ma il mio fantasma.

    Certe letture che si fanno a scuola non hanno alcun sen-so sul momento, pu capitare per che quelle oscure parole si illuminino improvvisamente di significato. Mi successo con lAddio monti de I Promessi sposi. La differenza che lo struggente saluto di Lucia al suo paese avviene in un mo-mento, mentre il mio durato 18 giorni, ed una faccenda che pu seriamente logorare un sistema nervoso.

    Ogni attimo stato un silenzioso addio.Addio alla cameretta silenziosa e protettiva dove ho libe-

    rato i pensieri pi segreti.Addio alla vecchia scuola, ai vecchi compagni di classe,

    con i quali, a causa della mia esasperata lentezza, stavo ap-pena cominciando a creare un legame. Se fossi rimasta, for-se saremmo diventati amici. Persino i prof, dei quali mi sono tanto lamentata, mi sembrano una perdita dolorosa.

    Addio al Giro: i pomeriggi a fare shopping, la panchina, il bar, la piscina da Valeria che ha una meravigliosa casa in collina, aperta sempre a tutti noi, le domeniche pomeriggio in discoteca.

    Addio alla noia che mi prendeva in certi momenti, ma che ora mi sembra gi un tesoro perduto.

  • 13

    Addio

    Addio alla casa in centro, ai negozianti che conosco da quando ero bambina, al parco che ho percorso migliaia di volte assieme a Matilde, alle anatre del laghetto che sta-vo a osservare a lungo, come ipnotizzata, senza un motivo preciso.

    Addio alla paghetta generosa che ricevevo ogni settimana e mi permetteva di andare dal parrucchiere, dallestetista, a fare shopping, al cinema senza mai dover chiedere.

    Addio a Gianni, che mi piaceva, ma non mi filava per nien-te. Speravo che prima o poi sarei riuscita a farmi notare Matilde dice sempre che faccio troppo la difficile con i ragaz-zi ed era contenta che finalmente me ne piacesse uno, anche se le speranze di successo erano assai scarse.

    Addio soprattutto a Matilde, la mia grande amica Matty. Ci siamo conosciute alla scuola materna e non ci siamo mai pi lasciate. Come far senza di lei? Infinite volte in questi giorni ho aperto la bocca per raccontarle quello che mi sta succedendo e sempre lho richiusa: non ce la faccio. Sono una vigliacca. Adesso lei pensa che io stia per partire per la crociera e che poi la raggiunger a Cortina, cos come suc-cesso ogni anno.

    Infine addio alla mia famiglia felice: la tensione e il ran-core in casa sono una densa nube soffocante. Gli strilli della mamma si sono infranti sul muro di silenzio di pap; adesso nessuno parla. Non posso pi esercitare il mestiere dellado-lescente antagonista: il tiranno KO. Mio fratello sembra non capire e continua, solitario, ad ancorarsi alla vita pre-cedente: parla di gare di nuoto e playstation. Nessuno gli risponde.

    Ho concluso brillantemente il mio primo e ultimo anno di liceo. Pap dice che dovr cambiare scuola, ottenere un diploma che mi dia la possibilit di avere un lavoro al pi presto, rinunciare alluniversit. Adesso siamo poveri. Me lo

  • 14

    Capitolo 2

    ripete di continuo. Ha venduto tutto: casa, auto, gioielli, oro, mobili Sono riuscita a tenermi il portatile e il cellulare solo perch nessuno si ricorda che li possiedo o pi probabilmen-te perch se ne ricaverebbe ben poco.

    Adesso ci trasferiremo in uno sperduto paese in campa-gna, dove abitano i nostri parenti che ci ospiteranno.

    Pap riuscito a tenere il fallimento della sua ditta sotto silenzio, ma la notizia si diffonder presto. Succeder quan-do noi saremo gi sepolti in quel paese, da parenti che nes-suno dei miei amici conosce, nemmeno Matilde. Sparir nel nulla, come un fantasma.

  • Capitolo

    15

    3 Quattro figli combattivi

    Giorgio guarda suo padre con astio. Non giusto quello che stanno facendo e tu lo sai!Sua madre alza gli occhi al cielo, mentre Lucia e le gemel-

    line annuiscono con convinzione.Suo padre batte con violenza la mano sulla tavola. Smettila con questa storia, stai coinvolgendo anche le

    bambine e tutti e quattro non capite niente di affari! Io dico che c modo e modo di fare i soldi. La schiavit

    stata abolita da un pezzo! Schiavit, che esagerazione! dice sua madre. Ti avrei

    dovuto mandare allasilo con tutti gli altri quando eri piccolo invece di lasciarti con tuo nonno che ti ha riempito la testa di storie immaginarie! I raccoglitori vengono pagati!

    Quanto? Dai mamma, rispondi! Quanto basta, figliolo! Tutti e dico tutti i proprietari di un qualche pezzo di

    terra in paese danno lavoro agli stagionali pagandoli in nero rinforza il padre. Ci sar pure un motivo.

    Se ci fosse il nonno, non ragionereste in questo modo conclude Giorgio.

    Il nonno morto cinque anni fa, nel frattempo le cose sono cambiate. Adesso c la crisi. Lui sarebbe daccordo.

    Non credo proprio! In ogni caso ci sono rimasti questa casa, la farmacia e il

    cognome nobiliare, ma non abbiamo pi ricchezze n terre-ni, quindi non capisco di cosa stiamo a discutere.

    Giorgio

  • 16

    I problemi degli altri sono anche problemi nostri. Voi difendete i vostri amici aguzzini riprende Giorgio.

    Aguzzini, andiamo, usa le parole a proposito! Chi consumava lo zucchero prodotto nelle piantagioni

    nel XVIII secolo aveva forse le mani pulite rispetto alle soffe-renze degli schiavi?

    I genitori boccheggiano nel tentativo di legare le fila del suo ragionamento.

    per questo che ti rifiuti di mangiare pesche, mele e pere? chiede suo padre che pervenuto al collegamento.

    Certo! Io non consumo cibi raccolti col sudore degli sfruttati!

    Ma quanto sei esagerato! sbuffa sua madre. Non giusto sfruttare gli immigrati dice la piccola

    Lucia. Ecco vedi? sbotta suo padre, stai trasformando le mie

    figlie in piccole sovversive. Noi ragioniamo con la nostra testa! si indigna gemel-

    lina Uno. Pap le chiama Uno e Due da quando sono nate. In un primo momento non riusciva a distinguerle cos aveva scritto un numero sulle manine. Adesso le riconosce benissi-mo, ma continua nello stesso modo.

    Tu, pap, ci fai torto a considerarci delle mere imitatrici di nostro fratello echeggia Due con quel suo tipico fare da intellettuale. Entrambi i genitori la guardano con gli occhi sgranati, non riescono a capire da dove attinga quel gergo cos inadatto alla sua et.

    A dieci anni, tesoro le dice la madre, con gentilezza, non si ancora in grado di capire certe cose, anche se si molto intelligenti.

    Noi capiamo che i vostri amici fanno lavorare gli immi-grati senza un contratto regolare insiste Due.

    Daccordo conviene il padre allora ascoltatemi bene,

    Capitolo 3

  • 17

    Quattro figli combattivi

    voi quattro che siete cos esperti di diritti dei lavoratori. Se i proprietari facessero contratti regolari ai raccoglitori sta-gionali, in primo luogo guadagnerebbero pochissimo, ma mette le mani avanti a prevenire le obiezioni, questo a voi non interessa. Allora vi dico qual il secondo punto: se des-sero salari regolari, quel lavoro lo prenderebbe la gente del paese, perch c la crisi, anche se voi, angeli della giustizia, non ne avete ancora subito le conseguenze. In questo caso i vostri protetti rimarrebbero del tutto senza lavoro. Perch non andate a chiedergli cosa preferiscono?

    lo stesso ricatto che veniva fatto allepoca della rivolu-zione industriale chiarisce Giorgio. O accetti un salario da fame, o muori di fame. Sembra che siamo ritornati indie-tro di due secoli!

    Le sorelle non sanno bene cosa sia la rivoluzione indu-striale ma hanno colto il punto e annuiscono con convin-zione.

    Suo padre allarga le braccia. E io cosa ci posso fare?

    Poco dopo Giorgio su facebook scrive allamica Giovanna:

    Non che io non capisca il punto di vista dei miei, tra laltro loro non centrano niente. Lavorano nella loro farmacia e stop. Noi mica siamo proprietari terrieri. Quello che mi infastidisce che vorrebbero educarci allindifferenza verso i problemi dei pi deboli, al quieto vivere degli egoisti. Non giusto. E poi qui in paese c un gruppo di bulletti che perseguita i figli degli immigrati. Tutto questo mi fa star male

    Sei troppo sensibile, Giorgio. Il tuo problema quel paese l, non un posto adatto a te

  • 18

    Capitolo 3

    Vero, e adesso ho davanti tutta lestate per godermelo fino in fondo. Niente vacanze: c la crisi e i miei non possono chiu-dere la farmacia con il rischio di perdere i clienti. Non ho uno straccio di amico qui e sar un supplizio senza rimedio.

    Vieni a trovarmi uno di questi giorni, prima che io parta, dai!

    Vedo se riesco, notte.

    Giorgio spegne la connessione e si chiede se ha voglia di vedersi con Giovanna da soli. carina e chiaramente sta aspettando che lui faccia la prima mossa. Ha splendidi occhi azzurri, simpatica, intelligente. Poi c Paola: pure lei ha gli occhi azzurri e gli piace abbastanza. Adesso che la scuola chiusa, se va a trovare una laltra si offende. Incontrarle insieme non una buona idea, cos non fa niente. Perch si sente cos indeciso?

  • Capitolo

    19

    4Tra galline e zanzare

    Sono atterrata tra galline e zanzare. In vita mia non ho mai visto niente di pi orribile di questo luogo nel mezzo del nulla: una piazzetta quadrata, circondata da qualche casa e da uninfinita campagna costellata di casolari isolati.

    Il viaggio avvenuto in un silenzio che definirei glaciale se non fosse stato per il caldo soffocante. La nuova auto di pap non ha laria condizionata. Ha almeno dieci anni e arranca faticosamente. Mi fa quasi pena, avrebbe bisogno del riposo eterno del rottamatore.

    Mamma non rivolge pi la parola a pap: convinta che lui abbia distrutto quello che suo padre aveva costruito. Mio fratello, che sa essere cos fastidioso, sembra catatonico.

    Quando siamo approdati nella casa dello zio, abbiamo ricevuto la prima accoglienza da un nugolo di zanzare ti-gre. Per loro io sono lequivalente di una torta alla panna montata e cioccolata, cos nel giro di pochi minuti mi sono ritrovata con il corpo ricoperto di bozzi rossi pruriginosi. Poi sono arrivate le galline che circolano liberamente nel cortile. Infine siamo stati accolti dai parenti: nonno, zio, cugino. Tutti maschi.

    Le uniche parole che ho sentito pronunciare da mia ma-dre nel corso della serata sono quelle sussurrate a mio pa-dre mentre io li seguivo per prendere possesso della mia camera: Naturalmente ora Mariangela e io dovremo fare da serve a questa trib di contadini maschi! Immagino che sia il pegno per lospitalit ai parenti poveri.

    Mariangela

  • 20

    Capitolo 4

    Non basta dover lasciare tutto il mio mondo, rinunciare al liceo e alluniversit, non basta essere piombata nella mi-seria, ora dovr fare la cameriera a cinque maschi, assieme a mia madre che in vita sua non ha mai fatto niente e che totalmente priva di senso pratico.

    Mio cugino Francesco sembra Pel di Carota, come in quel racconto che ci ha fatto leggere la prof delle medie. Ha i capelli rossi, le lentiggini, gli occhi azzurri che sembrano perennemente stupiti. Ho il dubbio che sia un po ritardato.

    Questa sera comunque ha cucinato il nonno, lo zio ha apparecchiato e sparecchiato, mentre Francesco ha lavato i piatti. Naturalmente andata cos solo perch eravamo appena arrivati, nei prossimi giorni quelle mansioni toc-cheranno a mamma e a me. Se ne avessi voglia, riderei: immagino che razza di schifezze mangeranno questi poveri contadini. Sto per diventare una cenerentola di campagna, con la differenza che invece delle sorellastre ho un cugino tonto, un fratello fastidioso e nessuna possibilit di essere salvata dal Principe Azzurro.

    Adesso sono nella mia nuova camera. Ha il letto alto, come si usa in campagna, candide tendine ricamate, un vecchio com e un armadio che deve risalire a qualche se-colo fa. Forse un pezzo di valore

    Non c la scrivania, non una stanza pensata per una studentessa. Ma io sar ancora una studentessa?

    Pap dice che Gi e io siamo molto fortunati a possedere una camera a testa, in queste condizioni: la casa di nonno molto grande. Sai che fortuna, non so proprio come rin-graziare

    Disfo la valigia e sistemo le mie cose. Dovr tenere cari i vestiti che ho, non potr comprarne per parecchio tempo. Non abbiamo pi nulla, solo debiti. Quante volte ha ripetu-to questa frase pap nellultimo mese?

  • 21

    Tra galline e zanzare

    Lo so, Matty, non ti ho detto niente. Ho rimandato di gior-no in giorno e alla fine sono partita senza confessarti quello che successo. Avrei dovuto farlo almeno con te, lamica del-la mia vita. Ma questa cosa qui non ce la faccio Perdonami, sono una vigliacca.

    Di fronte al portatile e al cellulare che giacciono in fondo alla valigia mi paralizzo. Basterebbe accenderli e mi ritro-verei in contatto con i miei amici, con Matilde, soprattutto. Sicuramente ci sono messaggi ovunque, nel cellulare e sulla mia pagina facebook. Sicuramente mi chiedono che fine ho fatto. Mi sono detta che, passato lo shock, avrei spiegato tutto a Matilde e che poi ci avrebbe pensato lei a diffondere la notizia. Prendo computer e cellulare, entrambi spenti, e li seppellisco in fondo allultimo cassetto del com.

  • Capitolo

    22

    5 Allombra della quercia

    Il nonno ha labitudine di sedersi tutti i giorni dopo pranzo allombra di un enorme albero frondoso che mi hanno detto essere una quercia (la mia competenza in fatto di alberi nul-la). Prende un seggiolino pieghevole, lo porta nella zona cen-trale dellampia fascia di ombra e si siede l, senza fare nulla. O meglio, fuma la pipa e guarda il cielo attraverso le fronde. da un po che lo guardo per cogliere il momento giusto. De-cido che ci siamo, afferro anchio un seggiolino e mi piazzo vicino a lui. Dopo averlo fatto, chiedo ipocritamente:

    Disturbo?Il nonno alza le spalle, e lo sguardo ceruleo che mi river-

    sa addosso lascia intendere che in effetti s, disturbo. Non sembra un nonno, intendo quelli che compaiono nei film o nei romanzi. Altro termine di paragone non ho perch il pa-dre di mamma morto quando ero piccola e non lo ricor-do. Comunque quando uno pensa a un nonno, immagina un vecchio che adora i nipoti e fa carte false per stare con loro, per accontentarli. Questo Salvatore Pancaldi, dai folti capelli bianchi e gli occhi azzurri, dal fisico robusto e lespressione perennemente corrucciata, sembra infischiarsene allegra-mente dei nipoti.

    Non mi lascio scoraggiare, solo mi chiedo da dove comin-ciare, per cui rimango un po anchio a osservare il cielo at-traverso le fronde della quercia. Frammenti di azzurro bal-lano tra le foglie, esaltati dai bagliori di sole che riescono a insinuarsi tra i rami.

  • 23

    Allombra della quercia

    Sai esordisco e giuro che in questo preciso istante non ho idea di come continuer. Infatti ammutolisco subito.

    Vuoi sapere perch non ci sono donne in questa fami-glia? interpreta lui, continuando a guardare in alto.

    S, ecco dico fissando un punto a caso nella stessa di-rezione e intanto penso che se qualcuno ci osservasse pense-rebbe che abbiamo avvistato una navicella di marziani.

    Dopo la morte di mia moglie, nove anni fa, mia nuora ha preferito andarsene.

    Largomento esaurito, dal suo punto di vista. Non deve essere stato facile per tre uomini organizzarsi

    da soli. Ci dividiamo i compiti. Non parlavo solo Ognuno gestisce i suoi dolori senza scaricarli sugli altri.Chiuso: questo non un nonno, una cassaforte blindata.Lascio passare un po di tempo, abbandonandomi allim-

    mobilit desolata di questa infinita campagna. Ho limpres-sione di vivere in una sorta di eternit. Tutto fermo, silente. A parte i grilli. Ma ci si abitua talmente al loro incessante fri-nire che sembra non esista pi. Frinire: da dove arriva questa parola? Dalle elementari: le pecore belano, gli asini ragliano, i grilli friniscono

    Sto leggendo Se questo un uomo di Primo Levi.Sono riuscita a stupirlo: si volta di scatto e mi rivolge uno

    sguardo allarmato. S, allarmato, ne sono sicura. Perch mai una ragazzina dovrebbe interessarsi a

    un argomento cos noioso? rivolge di nuovo lo sguardo al cielo, ma la mano rugosa che stringe la pipa si contrae leggermente.

    Sei la prima persona a cui lo dico gli confido. Cos, un segreto? No, che quello che leggo io non interessa a nessuno.

  • 24

    Capitolo 5

    Dovrebbe interessare a me? Forse s, tu sei ebreo. Anche tuo padre lo . Lui non sa niente di niente. Dice che non ha alcuna im-

    portanza, dal momento che non praticante. I tuoi genitori sono morti in un campo di concentramento, e anche tu ci sei stato, ne ho sentito parlare, ma nessuno ha saputo dirmi niente di pi.

    Non c niente altro da dire. Ho fatto anche delle ricerche su internet per cercare i

    nostri parenti, ma non ho trovato niente, nessuno di quelli che ho contattato ebreo.

    Mi scruta con unombra di stupore, poi accenna a un sor-riso di scherno, o almeno cos mi pare, ma non risponde.

    Continuo implacabile: Ho letto un sacco di cose su Mauthausen. Era il peggiore

    tra i campi di sterminio, le persone che venivano portate l erano destinate a morire. A Berlino avevano programmato che il tempo di sopravvivenza dei deportati dovesse essere di nove mesi, ma nella realt era di meno. I deboli e malati venivano mandati nelle camere a gas appena arrivati, gli altri morivano di stenti nella cava, di fame e di freddo. I cadaveri erano bruciati nei forni crematori. Quando un comandante delle SS voleva uccidere un detenuto buttava il suo berretto contro il filo spinato e gli ordinava di andare a riprenderlo cos le sentinelle gli sparavano. I kap venivano scelti tra i criminali detenuti ed erano feroci con gli altri prigionieri, li uccidevano per una minima sciocchezza e

    Mi blocco, rendendomi conto che tutte le parole chiuse nella mia testa per mesi ora stanno uscendo in modo disor-dinato e soffocante.

    Se sai tutto, cosa vuoi da me? chiede il nonno pacata-mente.

  • 25

    Allombra della quercia

    Tu ci sei statoMi rivolge uno sguardo cupo. Non ho mai parlato a nessuno di questo dice. Sono passati pi di sessantanni, non pensi che sia ora

    di farlo? No. Vuoi portarti quellesperienza nella tomba senza comu-

    nicarla a nessuno? S.Rimaniamo a lungo in silenzio e pare che niente debba

    succedere. Mai pi.

  • Capitolo

    26

    6Il ragazzo col passeggino

    Lanno scorso di questi tempi ero a Cortina, ospite di Ma-tilde. Avevo appena concluso la rituale crociera con la mia famiglia ed ero abbronzantissima, snella, carina, anche se un po bassa per i miei gusti. Adesso invece sono sempre bassa, ma bianca, molliccia, ingrassata, a causa di tutta quella cioc-colata che ho ingurgitato negli ultimi tempi per dimentica-re. Per fortuna Gianni non mi pu vedere: gi non mi filava prima, figuriamoci adesso. Lui molto carino, ha gli occhi verdi, poi interessante, anche se non parla molto. O forse proprio per quello, chiss.

    A Cortina sentivo su di me lo sguardo degli amici della montagna e ne ero compiaciuta, anche se in realt non mi pia-ceva nessuno. Trascorrevo il mio tempo tra shopping, sauna e qualche passeggiata, poche a dire il vero, perch non trovavo mai nessuno che mi accompagnasse. A me piace camminare.

    Lo faccio ora, in questa campagna desolata, sotto un sole che alle dieci del mattino gi cocente. Ho ricevuto una buo-na dose di punture: di giorno ci sono le zanzare tigre, di not-te quelle normali e a tutte io piaccio molto. Lo zio mi ha dato una lozione con cui cospargermi, ma non lho ancora usata: provo un certo gusto perverso nel sottopormi a un dolore fisico che mi distrae da quello spirituale.

    Questa mattina, quando ho aperto gli occhi e in un lam-po ho ripreso coscienza della situazione, avrei voluto richiu-derli. Per sempre. Daccordo, unidea melodrammatica, ma vedo nero.

  • 27

    Il ragazzo col passeggino

    Abbiamo fatto colazione tutti insieme e le cose sono an-date come sempre. Il nonno ha preparato, lo zio ha apparec-chiato e sparecchiato, mio cugino Francesco ha lavato tazze e posate. Qui il primo pasto della giornata piuttosto pesan-te: uova strapazzate, prosciutto, fette biscottate e marmella-ta, spremuta di pompelmo, latte, caff. Io ho appena bevuto un sorso di latte e morsicato una fetta biscottata, mentre i nostri parenti di campagna si sono abbuffati allegramente.

    Pap e mamma continuano a non parlarsi. Lunico ad ave-re ritrovato la favella mio fratello Gi. Ha subissato tutti di domande: se c una piscina, un campo giochi, se pu usare il computer, se ci sono altri bambini nelle vicinanze. Pap gli ha fatto notare che qualsiasi attivit scelga di svolgere deve essere gratuita.

    A me invece non importa un bel niente di niente.Di buono c che ancora nessuno ha chiesto a noi donne di

    fare le faccende di casa, ma immagino sia solo una questione di tempo. Pap e zio hanno parlato a proposito di un lavoro per pap, in campagna. Poverino, dovr fare il contadino, non riesco proprio a vederlo con la zappa in mano, lui che dirigeva una fabbrica con cinquanta operai e che stava do-dici ore al giorno in ufficio. Mamma pallida, ha le occhiaie fino al mento, le labbra strette, quasi volesse serrare la bocca per impedire alle parole di uscire.

    Subito dopo colazione, sono uscita, scansando i tentativi di socializzazione di mio cugino, e ho cominciato a vagare a casaccio, inseguita dalle mie fan, le zanzare tigre. Ho imboc-cato un sentierino che costeggia un campo e ho camminato. Camminato e camminato. Forse devo stordirmi e con questo sole che mi batte in testa magari ci riesco. Non devo pensa-re a Cortina, alla crociera, alla sauna, alla piscina, al liceo. Addio. A me piaceva il liceo, mica solo per gli amici. Facevo

  • 28

    Capitolo 6

    quella annoiata, come gli altri, quella che uffa i prof, quella che avrei ben di meglio da fare che stare sul libro di latino, quella che ho giusto dato unocchiata al capitolo se mi becca sono fritta. Addio memoria prodigiosa.

    Mi resteranno i libri, quelli non me li toglier nessuno; an-che se non potr comprarli, esistono sempre le biblioteche. Immagino che ce ne sia una persino qui.

    Immersa nei miei pensieri, ho continuato a vagare e non so pi dove sono. Chiss come far a ritrovare la strada del ritorno Ecco, potrebbe essere una buona idea: smarrirsi per sempre nella campagna, vagare nellafa estiva e nella nebbia invernale, fino alloblio

    Che stupidaggini mi vengono in mente, Matty! Tu rideresti di me, ne sono sicura, poi cercheresti di incoraggiarmi. Cosa potresti dirmi? Non mi viene in mente niente. Ah s, forse: Non scoraggiarti Mary, domani un altro giorno e qualcosa ti inventerai di sicuro! Cosa, Matty, cosa mi posso inventare in questo incubo? Sono sola e totalmente priva di iniziativa, tu mi conosci

    Di fronte a me c un frutteto, di pesche, mi pare. I racco-glitori sono tutte persone di colore, non proprio neri, devono essere marocchini o tunisini. Che strano, non ci sono pi contadini da queste parti?

    Osservando bene, per un bianco c: un ragazzo moro, alto e allampanato. a torso nudo e sta distribuendo acqua ai raccoglitori. Sar il figlio del padrone del frutteto? Mi appo-sto dietro un albero e osservo la scena. Adesso tira fuori una bisaccia da uno strano carrettino, che sembra ma s un passeggino per bambini. I raccoglitori gli si fanno intorno e lui distribuisce panini. Qualcuno gli d una manata amiche-vole sulla spalla. Arriva un altro bianco, un tipo corpulento,

  • 29

    Il ragazzo col passeggino

    e gli si rivolge in modo aggressivo. Il ragazzo gli tiene testa e discute animatamente. Anche i neri discutono, c un po di parapiglia, poi il vecchio d un ordine secco e tornano tutti a lavorare. Il ragazzo raccoglie le sue cose e si avvia verso il sentiero spingendo il passeggino. Be una faccenda davvero stravagante.

    Lo seguo da lontano, senza farmi scorgere. Il tipo attraver-sa la campagna, cammina con calma su quelle lunghe gambe sottili, e arriva vicino alla piazzetta del paese, poi si infila nel portone di una palazzina. Se non altro sono riuscita a torna-re allovile.

  • 139

    Per non dimenticare

    Approfondimenti storici Attualizzazione della tematica

    Proposte di letturaFilmografia

    A cura diPaola Valente

    Lingresso di un campo di concentramento

  • Ciak... si gira

    140

    La Shoah

    La parola ebraica Shoah significa disastro, catastrofe, di-struzione e designa lo stermino totale degli ebrei perpetrato dai nazisti tedeschi capeggiati da Adolf Hitler.

    Unaltra parola indica la persecuzione contro gli ebrei: pogrom, che deriva dal russo e vuol dire devastazione.

    Il popolo ebraico sub nei secoli innumerevoli pogrom: gli ebrei in quanto tali furono perseguitati in tutta Europa, scacciati, uccisi, usati come valvola di sfogo e capro espiato-rio per la rabbia dei popoli.

    Nella Germania nazista questa persecuzione fu sistemati-ca e disumana, attuata con lo scopo dichiarato di cancellare dalla faccia della terra tutta la razza ebraica, considerata in-feriore, degenerata, impura.

  • 141

    Cronologia della Shoah

    1933 Adolf Hitler no-minato cancelliere della Germania. In luglio ven-gono sciolti tutti i partiti, rimane solo il partito na-zista.

    Durante questanno agli ebrei sono progressiva-mente tolti i diritti di:

    praticare lavvocatura e la professione di giudice;

    ottenere assistenza medica statale; essere iscritti a club sportivi e alla Federazione Tedesca

    degli Scacchi; cantare nei cori e accedere alle spiagge; lavorare per la stampa non ebraica.Il 22 marzo, a Dachau, si inaugura il primo campo di con-

    centramento la cui fondazione viene propagandata per im-paurire la popolazione. Il 10 maggio, nelle principali citt te-desche, sono messi al rogo i libri di autori ebrei e antinazisti.

    1934 La stampa nazista accusa gli ebrei di complotto in-ternazionale.

    Gli ebrei sono espulsi dallesercito e non possono prestare il servizio militare. Inoltre per loro sono appesantite le tasse ed eliminati i sussidi di disoccupazione.

  • Ciak... si gira

    142

    La notte tra il 29 e il 30 giugno detta dei lunghi coltelli: vengono assassinati tutti gli oppositori di Hitler.

    Viene aperto un altro campo di concentramento a Esterwe-gen.

    1935 Gli ebrei non possono pi esercitare la professione di scrittore e di musicista n commerciare in opere darte e in oggetti di antiquariato. Non possono passeggiare in grup-po e hanno panchine riservate, contrassegnate di giallo.

    In settembre, con la promulgazione delle leggi di Norim-berga, gli ebrei sono privati di tutti i diritti civili e politici ed loro proibito di sposarsi con gli ariani.

    1936 Gli ebrei sono costretti a consegnare macchine foto-grafiche, radio, biciclette, macchine per scrivere, fonografi, dischi. I medici di origine ebraica non possono pi lavorare negli ospedali pubblici.

    Viene aperto il campo di concentramento di Sachsenhau-sen.

    1937 38 A Buchenwald aperto un altro campo di con-centramento.

    LAustria viene annessa alla Germania e gli ebrei austriaci sono sottomessi alle leggi naziste.

    I beni patrimoniali degli ebrei vengono confiscati.Si aprono i campi di Flossenburg e di Mauthausen.Molte sinagoghe ebraiche vengono devastate e distrutte.

    Iniziano le deportazioni nei campi di concentramento a par-tire dagli ebrei polacchi.

    Tra il 9 e il 10 novembre 1938 avvengono le prime ucci-sioni di ebrei durante quella che sar chiamata la notte dei cristalli: i nazisti assaltano e distruggono case, negozi e si-nagoghe ebraiche.

  • 143

    Gli ebrei non possono pi salire sui mezzi pubblici, fre-quentare le scuole, commerciare e possedere imprese, gui-dare automezzi e abitare in determinati quartieri. proibito loro lingresso nei luoghi pubblici e di intrattenimento fre-quentati dagli ariani.

    In Italia, Mussolini, capo del partito fascista al potere, proclama le leggi razziali contro gli ebrei.

    1939 Gli ebrei sono costretti a imporre ai neonati maschi il nome di Israel e alle femmine il nome di Sarah. Devono consegnare alle autorit tutti gli oggetti di valore in loro pos-sesso.

    Leutanasia per i disabili e per i malati di mente viene le-galizzata e praticata in cinque citt tedesche.

    La Germania invade la Polonia. Gli ebrei polacchi sono costretti a portare una stella gialla cucita sugli abiti per farsi riconoscere.

    Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germa-nia.

    Si aprono i campi di Ravensbruck e di Stutthof.

  • Ciak... si gira

    144

    1940 Si aprono i cam-pi di concentramento e di sterminio di Auschwitz e di Gross-Rosen. A Varsa-via, capitale della Polonia, gli ebrei sono rinchiusi nel ghetto.

    1941 Iniziano le depor-tazioni di massa: gli ebrei, ma anche gli zingari, con-siderati dannosi per la purezza della razza, gli omosessuali, i Testimoni di Geova e altre minoran-ze vengono ammassati sui treni e condotti nei campi di concentramento.

    Ad Auschwitz si sperimenta il gas Ziklon B per uccidere in massa i deportati. I corpi sono bruciati nei forni crema-tori.

    1942 In Polonia vengono aperti i campi di Belzec, Sobi-bor e Treblinka per la cosiddetta soluzione finale ovvero lo stermino sistematico e totale di tutti gli ebrei.

    1943 Nel ghetto di Varsavia gli ebrei attuano una resi-stenza disperata contro i nazisti. A Roma viene rastrellato il quartiere ebraico e moltissimi ebrei italiani sono deportati ad Auschwitz.

    1944 Gli Americani conquistano Roma e sbarcano in Nor-mandia. Inizia cos la lenta e sanguinosa liberazione dei Pa-esi occupati dai nazisti.

  • 145

    1945 Il 27 gennaio i Russi entrano nel campo di stermino di Auschitz e liberano i prigionieri rimasti in vita. Pi tardi viene liberato anche il campo di Bergen-Belsen.

    Il 30 aprile Hitler si uccide nel bunker di Berlino.Gli ultimi campi di concentramento vengono liberati. La

    Germania nazista si arrende senza condizioni.Il 20 novembre, a Norimberga, iniziano i lavori del Tri-

    bunale Militare Internazionale per i crimini di guerra per processare gli aguzzini nazisti. Si calcola che, nei campi di concentramento, furono soppressi sei milioni di ebrei.

  • Ciak... si gira

    146

    Il nazismo

    Il nazismo, detto anche nazionalsocialismo, fu un movi-mento politico fondato da Adolf Hitler in base allideologia della superiorit della razza, secondo la quale esisteva una razza umana superiore alle altre che poteva arrogarsi il dirit-to di dominare il mondo.

    I Tedeschi, che consideravano se stessi di razza ariana, la pi elevata, ritenevano di dover proteggere la loro purez-za razziale respingendo ai confini della societ tutti coloro che non erano ariani. Fra questi, gli ebrei erano considerati i peggiori, feccia dellumanit e nemici del popolo tedesco e per questo era necessario eliminarli.

    La purezza raz-ziale e il domino del mondo dove-vano essere rea-lizzati e mantenu-ti per mezzo della conquista di uno spazio vitale. In altre parole, per mezzo della guer-ra e della sopraf-fazione.

  • 147

    Adolf Hitler

    Adolf Hitler nacque a Braunau, in Austria, nel 1889. Suo padre, che di mestiere faceva il doga-niere, era un uomo duro e autoritario che si oppose alle aspirazioni artistiche del figlio. Adolf infatti de-siderava diventare pittore ma fu respinto per ben due volte dallAccademia delle Belle Arti di Vienna. A diciotto anni, orfano di entrambi i genitori, di ca-rattere lunatico con manie di grandezza, cerc fortu-na nella capitale austriaca dove visse di espedienti, di lavoretti (fece anche limbianchino), dormendo negli ospizi di carit. Coltivava per sogni di gloria e di affermazione e un po alla volta si convinse che gli uomini erano divisi in razze inferiori e superiori. I pi forti avevano il diritto na-turale di dominare i pi deboli e la democrazia era una for-ma di governo degradata e odiosa. Secondo Hitler, gli ariani, progenitori dei popoli germanici, stavano sul gradino pi alto delle razze umane. Erano perci autorizzati a dominare il mondo sottomettendo quella parte di umanit destinata a servire o a essere sterminata.

  • Ciak... si gira

    148

    Espresse le sue idee in un libro, il Mein kampf, si trasfe-r in Germania e riusc a raccogliere intorno a s gruppi di nazionalisti fanatici raggiungendo un po alla volta i vertici del potere.

    Hitler era un oratore formidabile che riusciva, parlando e gesticolando, a ipnotizzare e a trascinare le folle. Divent cancelliere per mezzo di regolari elezioni ma poi soppresse tutte le istituzioni democratiche instaurando in Germania un regime dittatoriale. Attraverso una propaganda martel-lante, plasm la mente di milioni di persone che aderirono alla sua orribile ideologia.

  • 149

    I simboli

    Oltre ai veementi discorsi, alla propaganda e alla violenza, Hitler us alcuni simboli per attrarre le masse e per affasci-narle:

    La croce uncinata o svastica, gi conosciuta presso i popoli antichi come simbolo solare e adoperata da una setta tibetana che proclamava anchessa idee razziste.

    Laquila, che richiamava la tradizione regale dei popoli germanici, lunico uccello, secondo la mitologia, in grado di fissare il sole senza diventare cieco e capace di volare pi in alto di tutti.

    La corona, simbolo di gloria e di vittoria.Il saluto nazista faceva parte della ritualit: con il braccio

    destro disteso verso lalto, si inneggiava al Fuhrer, il coman-dante supremo e ci si identificava in lui.

    Parate militari, riarmo dellesercito, costruzione di opere pubbliche, disciplina, senso di appartenenza: tutto ci face-va parte della dimostrazione di forza e di superiorit dei Te-deschi.

    Alla fine, tanto cieco fanatismo condusse allo scoppio della seconda guerra mondiale, allistituzione dei campi di concentramento, allo sterminio di milioni di persone, alla devastazione in Europa e nel mondo.

  • 166

    Ricordare Mauthausen

    1 Un annuncio sconvolgente ........................................................... 5

    2 Addio .............................................................................................................. 12

    3 Quattro figli combattivi .................................................................. 15

    4 Tra galline e zanzare ......................................................................... 19

    5 Allombra della quercia ................................................................... 22

    6 Il ragazzo col passeggino .............................................................. 26

    7 Resa dei conti .......................................................................................... 30

    8 Strano momento .................................................................................. 35

    9 Allombra della quercia ................................................................... 38

    10 Misteri ........................................................................................................... 40

    11 Paola ............................................................................................................... 47

    12 Allombra della quercia ................................................................... 49

    13 Nuovi amici? ............................................................................................ 52

    14 Paola e Giovanna ................................................................................. 57

    15 Serata infernale ..................................................................................... 60

    16 Rissa ................................................................................................................ 63

    17 Allombra della quercia ................................................................... 67

    18 Problemi domestici ............................................................................ 70

    19 Lincontro ................................................................................................... 74

    20 La panchina .............................................................................................. 76

    21 Allombra della quercia ................................................................... 79

    22 Il piano .......................................................................................................... 85

    23 A casa del nemico ................................................................................ 88

    24 Allombra della quercia ................................................................... 91

    25 Ancora rissa .............................................................................................. 95

    Indice

  • 167

    Ricordare Mauthausen

    26 In caserma ................................................................................................. 98

    27 Allombra della quercia ................................................................... 101

    28 Mare o montagna? .............................................................................. 105

    29 Campagna .................................................................................................. 107

    30 Rimproveri ................................................................................................ 113

    31 La spedizione .......................................................................................... 116

    32 Lettere ........................................................................................................... 119

    33 Lincontro ................................................................................................... 122

    34 Allombra della quercia ................................................................... 128

    35 Allombra della quercia ................................................................... 133

    36 Il mondo, internet e le stelle ....................................................... 137

    Approfondimenti .................................................................................. 139

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