RICERCA Le condizioni di vincolo nelle travi composte ... momento statico e dal momento di inerzia...
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44 2 costruzioni metalliche mar apr 13
End constraints in steel- concrete composite beams
Le condizioni di vincolo nelle travi composte acciaio-calcestruzzo
Mario Sassone, Carlo Casalegno,Paolo Napoli
1. INTRODUZIONENelle travi composte, l’ipotesi di uguaglianza delle curvature e di
assenza di distacchi (uplift) in senso trasversale fra le due parti della
sezione collegate fra loro dalla connessione, basata sulla formulazione
di Newmark [1], conduce generalmente a risultati sufficientemente
precisi dal punto di vista ingegneristico. La deformazione in senso
traversale della connessione, in particolare, assume nei casi correnti
valori trascurabili. Tale ipotesi, inoltre, offre il vantaggio di dare
luogo ad un modello lineare, per il quale si possono trovare, sotto
determinate condizioni, soluzioni in forma chiusa (E. Cosenza e S.
Mazzolani [2], [3]). A partire dalla formulazione lineare, il modello
di Newmark è stato esteso alla simulazione del comportamento
non lineare di materiali e connessione [4] ed alla valutazione degli
effetti del comportamento reologico del calcestruzzo [5]. Numerosi
autori hanno inoltre impiegato tale modello per la costruzione di
un elemento finito specifico per la trave composta. I primi tentativi
di fornire una formulazione più rigorosa del problema si devono ad
Adekola [5][6][7], e successivamente ad Aribert e ai suoi collaboratori
[8][9][10]. Recentemente una formulazione completa del problema
è stata proposta in [11]. La formulazione di modelli più complessi ha
permesso di indagare aspetti specifici del comportamento strutturale,
come l’influenza dello shear-lag e l’interazione fra deformabilità
della connessione, viscosità e ritiro nel calcestruzzo. La complessità
di queste formulazioni le rende orientate verso l’implementazione
nell’ambito del metodo degli elementi finiti. In Sassone [12], [13] e
successivamente in Sassone et al. [14] l’attenzione si è rivolta sull’effetto
che le condizioni di vincolo d’estremità hanno sul comportamento
globale della trave, in particolare quando tali condizioni non
soddisfano l’ipotesi di Newmark (assenza di deformazioni trasversali
della connessione). In queste circostanze, quando la distribuzione
degli sforzi esterni sulle sezioni d’estremità della trave corrisponde alla
distribuzione teorica, la soluzione deve necessariamente prevedere
Si propone un modello meccanico di trave composta acciaio-calcestruzzo in grado di cogliere gli effetti di condizioni di vincolo diverse per i due materiali. La connessione è considerata deformabile in senso longitudinale e trasversale. Il modello è applicato alle travi a soletta continua. Sono studiati l’effetto di una riduzione della connessione nella zona prossima al vincolo di continuità e il comportamento a lungo termine.
A mechanical model of a steel-concrete composite beam capa-ble of sustaining different constraint conditions is presented. Transverse and longitudinal deformability is considered. The model is applied to partially continuous girders. The effect of connection reduction near the continuity constraint and de-layed behaviour due to concrete creep are investigated.
una deformazione trasversale, in modo da garantire la congruenza
e l’equilibrio di tali sezioni d’estremità. Dal momento che la teoria
di De Saint Venant non è rispettata nelle travi composte, tali effetti
“di bordo” non sono limitati alla cosiddetta distanza di estinzione,
ma coinvolgono il regime complessivo della trave. Una situazione di
questo tipo si verifica, ad esempio, quando una soletta continua di
calcestruzzo armato viene solidarizzata ad una serie di travi metalliche
libere di ruotare alle estremità, come nel caso di travi incernierate
nei nodi trave-pilastro. In questo caso, infatti, si ha trasmissione di
momento nella parte in calcestruzzo armato e assenza di tensioni
normali nella parte in acciaio. In questo articolo si descrive un modello
meccanico della trave composta acciaio-calcestruzzo in grado di
cogliere gli effetti di condizioni di vincolo diverse per i due materiali,
considerando anche la deformabilità della connessione in direzione
trasversale. Al modello viene associata una procedura di risoluzione
numerica alle differenze finite, nella quale la non linearità dovuta
al comportamento unilatero è trattata con il metodo di Newton-
Raphson. La formulazione del modello è poi ampliata includendo
il comportamento viscoelastico del calcestruzzo, attraverso
l’introduzione del legame costitutivo integrale e la corrispondente
risoluzione numerica. Il modello è applicato ad una trave composta
con condizioni di vincolo dei profili in acciaio e della soletta in
calcestruzzo diverse fra loro. In particolare viene indagata la situazione
con parte metallica incernierata e soletta continua, che corrisponde al
caso applicativo più frequente, nelle condizioni di esercizio. Il modello
ha permesso di valutare l’efficacia di un dispositivo di annullamento
della connessione nelle zone terminali della trave, nell’attenuare gli
stati di sollecitazione locali indotti dai vincoli.
2. MODELLO GENERALIZZATO DELLA TRAVE COMPOSTA Il modello generalizzato della trave composta è descritto da un siste-
ma di equazioni differenziali. Attraverso l’imposizione delle condizioni
RIC
ERC
A
452 costruzioni metalliche mar apr 13
al contorno è possibile modellare in modo
puntuale i vincoli di estremità e l’effetto che
essi hanno sul comportamento complessivo
della trave. Anche assumendo per i materiali
un comportamento elastico, il modello risulta
intrinsecamente non lineare, dal momento
che in senso trasversale la connessione agi-
sce come vincolo unilatero. Per risolvere il
problema, e per consentire l’applicazione
generalizzata del modello, viene proposta
una strategia di soluzione numerica basata
sul metodo delle differenze finite e sull’algo-
ritmo iterativo di Newton-Raphson.
2.1 Parametri statici e cinematicidel modello Considerando una generica sezione
trasversale della trave composta piana, i
parametri necessari a definire il suo stato
sono complessivamente 12, 6 di tipo
cinematico e 6 di tipo statico. In assenza di
ipotesi restrittive, la parte in acciaio e quella
in calcestruzzo devono essere descritte
separatamente. Utilizzando l’indice 1 per
il calcestruzzo e 2 per l’acciaio (figura 1), i
gradi di libertà cinematici, corrispondenti
alle traslazioni ed alle rotazioni delle due
parti della sezione sono u1 , φ1 , v1 , u2 , φ2 ,
v2 e i corrispondenti incrementi relativi
ad un concio di lunghezza infinitesima
dz sono du1 , dφ1 , dv1 , du2 , dφ2 , dv2 . Dal
punto di vista statico la sezione è soggetta
alle componenti di sollecitazione N1 ,
M1 , T1 , N2 , M2 , T2 mentre sul concio di
lunghezza infinitesima gli incrementi delle
sollecitazioni sono dN1 , dM1 , dT1 , dN2 , dM2 , dT2 . Le due parti del concio infinitesimo
sono poi soggette individualmente alle
azioni esterne distribuite px1 , py1 , px2 , py2 ,
ed infine agli sforzi di interfaccia trasmessi
dalla connessione, anch’essi distribuiti, qx , qy.
È da notare che nella formulazione adottata
le forze distribuite esterne e gli sforzi
assiali sono convenzionalmente applicati
alla quota della superficie di interfaccia,
piuttosto che alle quote dei baricentri delle
due parti della sezione, al fine di rendere
più semplice la scrittura delle equazioni. Il
sistema di riferimento, inoltre prevede l’asse
y orientato verso l’alto (e di conseguenza
anche le forze di taglio positive).
2.2 Equazioni del modelloIl modello meccanico è formulato a partire
dalle condizioni indefinite di congruenza e
di equilibrio di un tratto infinitesimo di trave
composta.
Per esprimere la congruenza interna del
modello si definiscono preliminarmente le
deformazioni generalizzate delle due parti:
λ1 , λ2 , χ
1 e χ
2 , corrispondenti alle deforma-
zioni assiali alla quota dell’interfaccia e alle
due curvature:
(1)λ1= ε
1(ψ = 0)λ
2= ε 2(ψ = 0)
ψ
ε 1(ψ)
χ 1= —–
ψ
ε 2(ψ)
χ 2= —–
Le rotazioni generalizzate, naturalmente,
coincidono con i corrispondenti parametri
cinematici. Le equazioni di congruenza
interna assumono quindi la forma seguente:
(2)du
1
dxλ
1= —– ;
(3)du
2
dxλ
2= —– ;
(4)dv
1
dxφ
1= —– ;
(5)φ 2= —– ;
dv 2
dx
(6)χ 1= —– ;
dφ 1
dx
(7)χ 2= —– ;
dφ 2
dx
In modo del tutto duale sono definite le
equazioni indefinite di equilibrio, separa-
tamente per le due parti, nelle quali com-
paiono le componenti della sollecitazione,
le azioni esterne e gli sforzi di interfaccia:
(8)dN
1
dx—– – q
x= p 1x ;
(9)dN
2
dx—– – q
x= p 2x ;
(10)dT
1
dx—– – q
y= p 1y ;
(11)dT
1
dx—– – q
y= p 2y ;
Fig. 1 - Definizione cinematica e statica del modello meccanico
46 2 costruzioni metalliche mar apr 13
(12)dM
1
dx—– + T
1= 0
;
(13)dM
2
dx—– + T
2= 0
;
Alle condizioni di congruenza interna
e di equilibrio indefinite si aggiungono
i legami costitutivi dei due materiali e
della connessione. In un modello elastico
i legami costitutivi dei materiali sono
definiti dai moduli elastici E1 ed E2 , mentre
il comportamento della connessione è
intrinsecamente non-lineare a causa del
contatto fra le superfici di interfaccia fra i
materiali. Ipotizzando che il comportamento
secondo la direzione longitudinale sia
disaccoppiato da quello secondo la
direzione trasversale, la non linearità può
riguardare solo quest ’ultimo legame,
poiché si può assumere che gli scorrimenti
longitudinali possano avvenire in entrambi i
sensi proporzionalmente agli sforzi paralleli
all’interfaccia. Le equazioni di legame si
possono allora scrivere nella forma:
(14)α
1
E c
β 2
E c
—– N 1+ —– M
1 ; λ
1=
(15)α
2
E s
β 2
E s
—– N 2+ —– M
2 ; λ
2=
(16)β
1
E c
γ 1
E c
—– N 1+ —– M
1 ; χ
1=
(17)β
2
E 2
γ 2
E 2
—– N 2+ —– M
2 ; χ
2=
(18)K x (u
c-
u
s)
; q
x=
(19)f y (vc- vs)
; q y=
I coefficienti α1 , β1 , γ1 , α2 , β2 , γ2 , sono
determinati a par t i re dal l ’area, dal
momento statico e dal momento di inerzia
di ognuna delle due parti della sezione,
calcolati tenendo conto del segno e del
sistema di riferimento. La formulazione
è scritta seguendo il metodo delle forze,
piuttosto che quello degli spostamenti, in
modo da rendere possibile l’estensione ai
problemi viscoelastici, che verrà descritta al
paragrafo successivo. Ciò comporta che le
deformazioni generalizzate siano espresse
in funzione delle sollecitazioni, invece del
contrario, e i coefficienti delle equazioni si
ottengono dalle grandezze geometriche per
inversione delle equazioni.
Le quantità u1-u2 e v1-v2 corrispondono
r i s p e t t i v a m e n te a l l o s c o r r i m e n to
longitudinale fra le due facce della
connessione (slip) e alla separazione in
senso trasversale (uplift). Quest’ultima,
come si è detto è legata al corrispondente
sforzo qy da una funzione non lineare fy ,
che assume forma diversa in base al segno
della deformazione. Nella formulazione
proposta tale funzione è una bilatera che
per ragioni puramente computazionali ha
il ramo negativo (sforzi di compressione)
descritto da una rigidezza di alcuni ordini di
grandezza superiore a quella che descrive
il ramo positivo, in modo da non rendere
malcondizionato il problema. Trattandosi
di una formulazione alla Bernoulli, infine,
non viene presa in considerazione la
deformazione a taglio e la determinazione
di questo parametro (T1 e T2) è effettuata
esclusivamente attraverso le equazioni di
equilibrio.
Combinando fra loro le condizioni di
congruenza, di equilibrio e di legame si
ottiene il seguente sistema di equazioni
differenziali, in forma canonica:
(20)du
1
dx
α 1
E 1
β 1
E 1
—– - —– N 1- —– M
1= - λ 1 ;
–
(21)du
2
dx
α 2
E 2
β 2
E 2
—– - —– N 2- —– M
2= - λ 2 ;
–
(22)dφ
1
dx
β 1
E 1
γ 1
E 1
—– - —– N 1- —– M
1= - χ 1 ;
–
(23)dφ
2
dx
β 2
E 2
γ 2
E 2
—– - —– N 2- —– N
2= - χ 2 ;
–
(24)dv
1
dx—– - φ
1= 0 ;
(25)dv
2
dx—– - φ
2= 0 ;
(26)dN 1
dx—– - K
x. (u
1- u
2) =
- p
x1;
(27)dN 2
dx—– - K
x. (u
1- u
2) =
- p
x2;
(28)dM 1
dx—– - T
1 =
0
(29)dM 2
dx—– + T
2 =
0
(30)dT 1
dx—– - K
x (v
1- v
2) = - p
y1
(31)dT 2
dx—– - f
y (v1-v2) = - p
y2
Per passare dal modello matematico
al problema matematico è necessario
associare al sistema di equazioni differenziali
un numero appropriato di condizioni
al contorno, ovvero bisogna assegnare
a priori il valore di un certo numero di
incognite in un certo numero di punti, in
modo che il problema sia ben formulato.
Ciò si traduce nell’assegnare, in un certo
numero di sezioni della trave, dei valori
prefissati dei parametri cinematici e statici.
Avendo a disposizione queste grandezze
per entrambe le parti che compongono
la trave, le combinazioni possibili sono
molto numerose e permettono di indagare
un’ampia serie di casi.
In figura 2 è illustrato uno di questi casi:
la trave in acciaio è vincolata in semplice
appoggio mentre la parte in calcestruzzo
è totalmente libera (ad esclusione della
connessione, naturalmente). Le 12
condizioni al contorno sono espresse
annullando la sollecitazione per le sezioni
libere e lo spostamento per le sezioni
vincolate. In figura 2 è descritta una
situazione leggermente più complessa:
la trave in acciaio è vincolata in semplice
472 costruzioni metalliche mar apr 13
appoggio, ma ad una quota diversa da
quella di riferimento. Per il carrello a
destra l’annullamento di sforzo normale
e momento contemporaneamente non
richiede particolari accorgimenti; per la
cerniera a sinistra è invece necessario
legare fra loro spostamento orizzontale e
rotazione (in modo che lo spostamento si
annulli alla quota del vincolo) e momento
e sforzo assiale (in modo che il momento
si annulli alla quota del vincolo. La parte in
calcestruzzo è vincolata in modo diverso:
libera a sinistra e perfettamente incastrata
a destra.
3. SCHEMA DI RISOLUZIONE NUMERICALa risoluzione numerica del sistema di
equazioni si articola in tre fasi: prima di
tutto viene introdotta una discretizzazione
spaziale lungo la coordinata x ed uno
schema di approssimazione delle derivate
parziali rispetto a x: lo schema adottato è
quello delle differenze centrali di Crank–
Nicholson, del secondo ordine; in secondo
luogo viene introdotta una discretizzazione
della variabile tempo t ed uno schema
approssimato di risoluzione delle equazioni
integrali, basato sulla regola dei trapezi;
infine, per tenere conto della non linearità
dovuta al comportamento unilatero della
connessione la soluzione, ad ogni istante
di tempo, viene ottenuta per via iterativa
impiegando il metodo di Newton–Raphson.
Sviluppando per tutte le equazioni si ottiene
la seguente matrice locale di coefficienti:
4. CASO APPLICATIVO: TRAVI COMPOSTE PARZIALMENTE CONTINUELa formulazione presentata si presta ad
investigare il comportamento di una
soluzione progettuale ricorrente, nella
quale le travi metalliche sono vincolate in
semplice appoggio, o con collegamenti di
limitata rigidezza, mentre la soletta in cls è
continua. Questo schema costituisce una
alternativa efficace rispetto alle soluzioni
interamente isostatica e interamente
continua. La soletta continua presenta tutti
i vantaggi della costruzione senza giunti:
durabilità, economicità, comfort, che si
aggiungono alla maggiore semplicità
Fig. 2 - Condizioni al contorno: esempio 1
Fig. 3 - Condizioni al contorno: esempio 2
Fig. 4 - Sottomatrice rettangolare di un passo dello schema alle differenze finite
48 2 costruzioni metalliche mar apr 13
costruttiva del collegamento parziale per la
trave in acciaio. Nel caso di travi composte
inserite in telai, la continuità della soletta
può costituire una risorsa dal punto di vista
della duttilità. In presenza di collegamenti
trave colonna bullonati o saldati di tipo
semirigido, che presentano scarsa duttilità
a causa della concentrazione degli sforzi
nelle bullonature o nelle piastre (rottura
fragile dei bulloni o instabilità dei pannelli
d’anima della colonna), la disponibilità di un
tratto di soletta opportunamente armato
permette di concentrare la dissipazione
nell’armatura tesa superiore (Kuhlmann
2007 [16]).
È da notare che un approccio alternativo,
più oneroso, nella progettazione dei telai
sismoresistenti consiste nell’eliminare
l’azione composta in prossimità del nodo,
in modo da affidare tutta la capacità
resistente e dissipativa alla parte in acciaio.
4.1 Caso studioI l procedimento di soluzione è stato
applicato sulla base dei dati di progetto
illustrati in figura 6. Nella zona intermedia
si è considerata una separazione di un
metro fra le estremità delle travi per cui la
trasmissione delle sollecitazioni di continuità
avviene solo nella soletta di calcestruzzo
armato, come potrebbe accadere nel
caso che le travi siano incernierate alla
sommità di una pila. La connessione è
progettata complessivamente come “full
shear connection”, secondo le indicazioni di
EC4 6.1.1.(7) e 6.6.2.2.(3) e localizzata lungo
la trave secondo tre diverse configurazioni:
connessione perfettamente distribuita
(caso teorico); connessione concentrata
in 5 sezioni equispaziate su ogni campata;
connessione concentrata in due sezioni
prossime alle estremità di ogni campata.
Per quanto riguarda la rigidezza in senso
trasversale della connessione non sono
stati reperiti dati significativi in letteratura,
per cui le analisi sono state condotte in
modo parametrico, assumendo un ampio
campo di variabilità dei valori.
Fig. 5 - Nodo trave-colonna composto semirigido ad alta duttilità (da Kuhlmann 2007)
Fig. 6 - Schema del caso di studio
492 costruzioni metalliche mar apr 13
4.2 Analisi parametricaCon una prima serie di analisi si è studiato
il comportamento di questa struttura
per diversi valori dei parametri: in figura
7 sono rappresentati il distacco in senso
trasversale e lo scorrimento in senso
longitudinale, rispettivamente per diversi
valori di rigidezza trasversale e per diversi
valori di rigidezza longitudinale, assumendo
la connessione distr ibuita. Come si
può notare, l’effetto della condizione di
continuità sulla soletta provoca il distacco
su una porzione di inter faccia la cui
estensione dipende dal valore di rigidezza
trasversale. Lo scorrimento longitudinale,
d’altra parte, dipende essenzialmente
dal valore della corrispondente rigidezza.
Nei diagrammi di figura 8 e figura 9
Fig. 9 - Distacchi e scorrimenti per connessione concentrata in 2 sezioni per campata (prossime alle estremità), in funzione della rigidezza a scorrimento della connessione stessa
Fig. 7 - Distacchi e scorrimenti longitudinali per connessione distribuita, in funzione della rigidezza a scorrimento della connessione stessa
Fig. 8 - Distacchi e scorrimenti per connessione concentrata in 5 sezioni per campata, in funzione della rigidezza a scorrimento della connessione stessa
50 2 costruzioni metalliche mar apr 13
sono rappresentate in modo analogo
le deformazioni del la connessione,
nel caso che questa sia concentrata in
un numero definito di sezioni su ogni
campata. Come si può vedere il modello
è in grado di cogliere perfettamente gli
effetti delle connessioni localizzate, i quali
risultano tanto più sensibili quanto più
le connessioni concentrate sono rigide.
Dai risultati emerge che la principale
criticità di questo sistema è legata alla
zona prossima all ’appoggio, dove le
condizioni di vincolo fanno insorgere
un sollevamento localizzato della parte
in calcestruzzo ed una concentrazione
di sforzi. Questo fenomeno può essere
contrastato eliminando la connessione,
mediante opportuni dispositivi, nelle zone
critiche. Non si tratta, ovviamente, solo di
eliminare i connettori, ma di lasciare un
franco fra la soletta e l’ala superiore, in
modo da eliminare anche il trasferimento
di sforzo per semplice contatto. In figura 10
è illustrato sommariamente un dispositivo
adatto a questo scopo.
Modellando l’assenza di connessione, si
può determinare l’effetto che si ottiene sul
sollevamento. In figura 8 è rappresentata la
curva di sollevamento (uplift) della parte in
calcestruzzo rispetto alla trave metallica, in
presenza di un elemento di sconnessione
di estensione variabile. Al crescere della
lunghezza della zona priva di connessione
si ha prima una diminuzione, poi un
aumento del sollevamento. L’aumento
di deformabilità della soletta continua
inizialmente attenua gli sforzi dovuti al
vincolo, ma successivamente produce un
aumento delle deformazioni complessive.
Il valore minimo, che nel caso in esame
si ha con una sconnessione di 50 cm per
lato, oltre al tratto centrale, costituisce la
soluzione ottimale.
5. ESTENSIONE AL COMPORTAMENTOA LUNGO TERMINELa formulazione del modello meccanico in
termini di sistema di equazioni differenziali
in forma canonica permette di prendere
in conto anche le proprietà reologiche del
calcestruzzo. Le equazioni (20) e (22), nelle
quali compare il legame costitutivo del
calcestruzzo, prendono la forma seguente:
∂u 1∂x
∂N 1∂τ
∂M 1∂τ—– - α 1 ∫ J(t,τ) —– dτ - β 1 ∫ J(t,τ) —– dτ = - λ 1
t
t0
t
t0
–
(32)
∂φ 1∂x
∂N 1∂τ
∂M 1∂τ—– - β 1 ∫ J(t,τ) —– dτ - γ 1 ∫ J(t,τ) —– = - χ 1
t
t0
t
t0
–
(33)
nelle quali i l simbolo di derivazione
parziale è reso necessario dal fatto che
tutte le grandezze sono funzione della
posizione e del tempo, anche se in modo
disaccoppiato. La risoluzione numerica
comporta l’aggiunta di uno schema di
integrazione nel tempo come la formula
dei trapezi. Se si trascurasse la non linearità
dovuta al vincolo trasversale unilatero il
sistema potrebbe essere descritto in termini
di una struttura omogenea soggetta ad un
insieme di vincoli elastici, costituiti dalla
parte metallica nel suo complesso (trave e
connettori). Si tratta di un problema che può
essere affrontato, in alternativa al metodo
generale proposto in questa sede, anche
mediante approcci più compatti, come
il metodo delle funzioni di rilassamento
ridotte o il metodo algebrico AAEM. La
formulazione generale proposta, tuttavia,
consente di estendere l’analisi anche a
problemi non risolvibili in modo rigoroso
Fig. 11 - Uplift per diverse estensioni della zona di sconnessione
Fig. 10 - Attenuazione dell’effetto delle condizioni di vincolo mediante l’inserimento di un elemento separatore
512 costruzioni metalliche mar apr 13
con gli approcci compatti. Oltre alla non
linearità della connessione, possono essere
prese in conto anche altri aspetti, come le
disomogeneità nella struttura, dovute ad
esempio alla presenza di calcestruzzi con
diverse proprietà. In particolare rientrano
in questa categoria i problemi in cui sono
presenti disomogeneità dovute a differenti
età dei conglomerati, all’articolazione delle
fasi di costruzione e ai cambiamenti di
schema statico durante la costruzione.
Le analisi in regime viscoelastico sono
condotte con riferimento ai tre principali
modelli di viscosità attualmente impiegati:
il modello europeo CEB90, recepito dagli
Eurocodici, il modello B3 sviluppato da
Bazant sulla base di una modellazione
esplicita dei fenomeni termodinamici in
gioco, ed il modello GL2000, proposto da
Gardner che interpreta in modo molto
accurato i dati sperimentali. Come è noto
i tre modelli forniscono previsioni molto
diverse, in particolare a lungo termine.
In figura 12, a sinistra, è rappresentata
l'evoluzione nel tempo dello sforzo assiale
alla quota del baricentro della parte in
calcestruzzo, stimato in corrispondenza
degli appoggi intermedi e della mezzeria
delle campate. Si tratta di un problema
misto di viscosità e rilassamento, in cui la
prevalenza dell'uno o dell'altro fenomeno
dipende dal la r igidezza della par te
metallica (elastica) e della connessione.
In figura 12, a destra, è rappresentata
l'evoluzione degli sforzi condotta nel caso
che la continuità della parte in calcestruzzo
venga realizzata successivamente alla
costruzione delle campate come travi
composte. La travata è quindi soggetta
ad un cambiamento del lo schema
statico e l'evoluzione dello sforzo in
corrispondenza del giunto sull'appoggio
è un effetto della generale redistribuzione
delle sollecitazioni. L'introduzione del
cambiamento di schema statico nella
soluzione passo-passo non comporta
nessuna difficoltà di carattere numerico, a
parte la costruzione di una scala dei tempi
su base logaritmica che riparta da intervalli
molto brevi in corrispondenza dell'istante
del cambiamento di schema.
6. CONCLUSIONINel presente lavoro si è dimostrato
come la formulazione del model lo
di t rave composta a condiz ioni d i
vincolo generalizzate e la conseguente
applicazione di uno schema di soluzione
numerico permettano di indagare con
precisione situazioni per cui la teoria di
Newmark non risulta adeguata. Lo schema
di risoluzione numerica basato sul metodo
di Newton-Raphson si è rivelato efficace
nel prendere in conto la non linearità della
sezione in senso trasversale, dovuta alla
trasmissione di sforzi per contatto fra le
superfici dell’interfaccia. L’algoritmo non
lineare permette di estendere l’analisi,
in uno studio futuro, anche a situazioni
più complesse, come il comportamento
elastoplastico dell’acciaio, o l’insorgenza
della fessurazione nel calcestruzzo, pur
rimanendo nell’ambito di una formulazione
relativamente semplice. Dall’applicazione
al caso studio delle travi parzialmente
continue emerge come la deformabilità
della connessione in direzione trasversale
Fig. 12 - Sforzo assiale nella parte in calcestruzzo, calcolato in corrispondenza dell'appoggio e della mezzeria delle travi, nel caso di connessione distribuita, e variazione corrispondente all’introduzione di un vincolo posticipato
52 2 costruzioni metalliche mar apr 13
lunghezza di disconnessione, mentre una
eccessiva estensione porta rapidamente
ad un indebolimento della struttura. La
formulazione adottata, in particolare
con i legami costitutivi espressi in forma
inversa, deformazioni generalizzate in
funzione delle sollecitazioni, si presta ad
essere estesa anche all’analisi viscoelastica,
nella forma integrale (metodo generale). È
importante sottolineare come questo tipo
di impostazione consenta di condurre in
modo relativamente semplice analisi
viscoelastiche di tipo del tutto generale:
oltre alla presa in conto della deformabilità
trasversale, che permette l’introduzione
di condizioni di vincolo generalizzate,
la formulazione esplicita del sistema
di equazioni differenziali permette di
generalizzare il problema anche al caso
di proprietà meccaniche e viscoelastiche
variabili nel tempo e lungo l’asse delle
trave.
dr. arch. Mario Sassone,[email protected],
dr. arch. Carlo Casalegno,[email protected],
prof. dr. ing. Paolo Napoli [email protected]
Politecnico di Torino, Dipartimento
di Architettura e Design, Torino
Testo pervenuto in Redazione
nel febbraio 2013
influenzi la distribuzione degli sforzi interni
principalmente nelle zone d’estremità, e
in misura più limitata in prossimità dei
dispositivi di connessione, quando sono
concentrati in pochi punti della trave. I
risultati delle analisi evidenziano come,
anche per valori del distacco alle estremità
molto contenuti, le concentrazioni degli
sforzi non sono trascurabili e richiedono,
in fase di progetto, una opportuna
considerazione. La presenza di dispositivi
att i ad el iminare la connessione e
a garantire l iber tà di spostamento
relativo fra le due parti può mitigare
parzialmente le concentrazioni di sforzi.
Dalle analisi risulta che la limitazione
dell’uplift avviene per valori precisi della
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