Ricerca farfalla cobra molinaro-corcinschi

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MOLINARO LUCA – MARIO SIMONE CORCINSCHI FARFALLA ATLANTE O FARFALLA COBRA (ATTACUS ATLAS) NOME ITALIANO: Farfalla cobra APERTURA ALARE: 26-30 cm DISTRIBUZIONE: Filippine, Thailandia, Malesia CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA REGNO: Animali PHYLUM: Artropodi CLASSE: Invertebrati - Insetti ORDINE: Lepidotteri FAMIGLIA: Saturnidi GENERE: Attacus SPECIE: Attacus atlas INTRODUZIONE La farfalla atlante o farfalla cobra (nota anche con il nome di Attacus atlas, secondo la nomenclatura di Carlo Linneo del 1758) è una falena di grandi dimensioni appartenente alla famiglia delle Saturnidi, composta da più di 1800 specie. Questa farfalla ha abitudini notturne ed è molto diffusa nelle foreste tropicali e subtropicali del Sud-Est asiatico, in particolar modo in Cina, India, Indonesia, Filippine e Thailandia e in Malesia. STRUTTURA CORPOREA È tra le più grandi farfalle del mondo in termini di apertura alare che può raggiungere anche i 30 cm di larghezza (superata in ciò solo dalla Thysania agrippina) ed i 70 grammi di peso. Ha ali di forma caratteristica, approssimativamente triangolare, e di colore marrone-

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MOLINARO LUCA – MARIO SIMONE CORCINSCHI

FARFALLA ATLANTE O FARFALLA COBRA(ATTACUS ATLAS)

NOME ITALIANO: Farfalla cobra

APERTURA ALARE: 26-30 cm

DISTRIBUZIONE: Filippine, Thailandia, Malesia

CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA

REGNO: Animali

PHYLUM: Artropodi

CLASSE: Invertebrati - Insetti

ORDINE: Lepidotteri

FAMIGLIA: Saturnidi

GENERE: Attacus

SPECIE: Attacus atlas

INTRODUZIONE

La farfalla atlante o farfalla cobra (nota anche con il nome di Attacus atlas, secondo la nomenclatura di Carlo Linneo del 1758) è una falena di grandi dimensioni appartenente alla famiglia delle Saturnidi, composta da più di 1800 specie. Questa farfalla ha abitudini notturne ed è molto diffusa nelle foreste tropicali e subtropicali del Sud-Est asiatico, in particolar modo in Cina, India, Indonesia, Filippine e Thailandia e in Malesia.

STRUTTURA CORPOREA

È tra le più grandi farfalle del mondo in termini di apertura alare che può raggiungere anche i 30 cm di larghezza (superata in ciò solo dalla Thysania agrippina) ed i 70 grammi di peso. Ha ali di forma caratteristica, approssimativamente triangolare, e di colore marrone-ruggine con sfumature rosse, viola, nero e rosa. Presenta disegni geometrici di diverso tipo, rossi, bianchi e neri. Una linea rossiccia mediana dalle ali anteriori prosegue in quelle posteriori. I margini si caratterizzano per delle chiazze marroni con il bordo più chiaro. I modelli e le colorazioni variano tra le diverse sottospecie. Il maschio si distingue dalle femmine per le dimensioni più piccole, le ali più grandi e affusolate e le antenne più folte e pennate. Il suo corpo è munito di esoscheletro ed è diviso in tre parti: capo, torace e addome. E’ coperto da un pelo di chitina, più comunemente chiamato seta, ed è abbastanza rigido da irritare la pelle e le mucose dei tessuti di alcuni animali predatori. La sua lunghezza è sproporzionatamente breve rispetto alla struttura alare, ma le varie parti del torace forniscono le adeguate dimensioni interne necessarie per

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l'attacco, rispettivamente, dei muscoli di volo e di coordinamento. Il capo è di piccole dimensioni, ed ha occhi composti. Tra gli occhi sono disposte le due antenne, che sono veri e propri organi di senso, sia chimico che tattile e sono dotate di un apparato boccale succhiante. E’ dotata poi di tre paia di zampe snodate attaccate al torace.Il suo corpo è caratterizzato da simmetria bilaterale, cioè entrambi i lati del corpo sono uguali tra di loro.

NUTRIZIONE

L'adulto vive soltanto pochi giorni, dai cinque ai sette, durante i quali non si nutre ma sfrutta le riserve accumulate durante lo stadio larvale fino a morire di fame a causa del suo apparato boccale che nel lepidottero adulto è completamente atrofizzato.Quando sono ancora allo stadio di bruchi mangiano moltissimo, soprattutto negli ultimi momenti dello sviluppo larvale. Si nutrono del fogliame di un gran numero di alberi e arbusti della foresta tropicale, di foglie di agrumi e di alberi sempreverdi da cui attingono nettare e sostanze zuccherine.

RIPRODUZIONE

Il suo ciclo di vita è composto da 4 stadi larvali: l’uovo, la larva o bruco, la crisalide e la forma adulta.

L'adulto vive soltanto pochi giorni durante i quali non si nutre ma sfrutta le riserve di grasso accumulate durante lo stadio larvale e si dedica soltanto dell'accoppiamento che può durare un giorno intero. Successivamente la femmina depone fino a 200 uova sferiche, biancastre con striature rosse, di 2,5 mm di diametro, che si schiudono dopo circa 12 giorni. Il bruco si presenta di colore verde giallognolo pallido, con irte spine carnose che risultano come impolverate da una sostanza bianca e cerosa Dopo la schiusa, i piccoli bruchi iniziano a nutrirsi voracemente e continuano a crescere per un periodo di 90 giorni, dopodiché, raggiunte le massime dimensioni, dopo essersi sviluppati in 6 mute e aver raggiunto una lunghezza di circa 15 cm, iniziano la metamorfosi, racchiudendosi in un bozzolo di seta e usando generalmente una foglia come sostegno, per trasformarsi al suo interno in crisalide e infine fuoriuscirne dopo un mese come esemplare adulto di falena che è destinata però a vivere solo pochi giorni.

CURIOSITA’

- È considerata una delle specie tropicali più belle, ed è relativamente semplice da allevare in cattività.- Con i suoi 30 cm di apertura alare è una delle specie più grandi del mondo.- La farfalla cobra porta un nome che incute timore, anche se in realtà con il temibile serpente non ha nulla in comune se non il particolare disegno delle sue ali che ricorda i disegni del corpo del cobra, nelle tonalità del bruno rossiccio più o meno chiaro. Inoltre il particolare nome sembra, anche, riferirsi al prolungamento apicale delle ali, che ha una forte somiglianza con la testa di un serpente.- Lo studioso americano Patrick Malone ha sottolineato che la farfalla cobra è l'unica specie di insetto in grado di imitare con successo un rettile predatore come mezzo di difesa.- I bozzoli di Attacus atlas, formati da numerosi fili di seta, vengono utilizzati per ottenere un filato piuttosto resistente denominato "seta Zagara".