Ricerca e comunicazione: tra realtà e bugie€¦ · La verità sul cancro • L’incidenza dei...

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Cagliari, 27 maggio 2017 Roberto Crnjar Ricerca e comunicazione: tra realtà e bugie

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Cagliari, 27 maggio 2017 Roberto Crnjar

Ricerca e comunicazione: tra realtà e bugie

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L’idea del confronto e della «disputa attorno a qualsiasi cosa» consente allo scienziato di correggere eventuali errori. Ma è anche uno strumento efficace di tutela della scienza e di chi usufruisce delle sue scoperte, cioè l’umanità, da tentativi di frode.

Galileo Galilei era affascinato dal concetto di una cultura pubblica, democratica, fondata sull’idea del confronto, della «disputa attorno a qualsiasi cosa».

Fare scienza e comunicarla

Questa comunicazione è però soggetta a distorsioni, mistificazioni o manipolazioni.

Chi sostiene una teoria viene invitato a esporre alla comunità le ragioni per cui pensa che ciò che sta affermando è vero.

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La verità sul cancro

•  L’incidenza dei tumori cioè il numero di persone a cui ogni anno viene diagnosticato il cancro nella popolazione italiana (e così in tutti i Paesi più sviluppati) va purtroppo aumentando in valore assoluto.

•  Uno dei più importanti fattori di rischio per la maggior parte dei tumori è l'età: aumentando la quota di anziani e aumenta anche il numero di persone più a rischio per la malattia.

•  Talvolta l'aumento del numero di nuovi tumori è apparente, e dipende solo dalla disponibilità di strumenti diagnostici più sofisticati, che permettono di individuare la malattia così precocemente da poter essere curate bene e anche guarire completamente.

•  Quindi le tecniche diagnostiche moderne fanno crescere i tassi di incidenza, ma permettono di diminuire quelli di mortalità, perché si evita che la malattia compaia in seguito in maniera più aggressiva.

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La verità sul cancro

•  Per alcuni tumori importanti, come quello dei polmoni, il calo di mortalità registrato tra gli uomini dipende invece proprio dalla riduzione della frequenza con cui compare la malattia.

•  L'unico tumore per cui, basandosi sui dati registrati fino al 2009, si continua a stimare un aumento della mortalità in entrambi i sessi è quello del pancreas. La ricerca sostenuta da AIRC sta però aprendo nuove prospettive: un gruppo di ricercatori italiani dell'Università di Udine, con colleghi danesi, ha scoperto come frenare l'espressione di un gene importante per lo sviluppo della malattia.

•  All'aumento del numero dei casi di tumore la medicina risponde con terapie sempre più efficaci e mirate, che per alcune forme di cancro hanno aumentato notevolmente le speranze di sopravvivenza

•  Ciò sta trasformando il cancro in una malattia cronica con cui convivere, e per altre hanno cambiato radicalmente le aspettative dei malati a cui viene posta la diagnosi, aprendole alla concreta possibilità di una completa guarigione.

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La notizia è falsa!

Cura del cancro e maltolo: la bufala?

Le bugie sul cancro

… o meglio – come spesso succede in questi casi – la notizia è in parte vera, ma è talmente sommersa di generalizzazioni, complottismi, false rivelazioni e misteri da non aver quasi più alcun elemento di verità.

E’ stato diffuso un video su Internet nel quale un sedicente giornalista parlava di 2 “ricercatori precari” di Urbino, che avrebbero scoperto una fenomenale “molecola naturale”, il maltolo, in grado di far “suicidare le cellule tumorali ”. Nel video si dice inoltre: “… nessuno parlerebbe della cura perché le multinazionali stanno cercando di oscurare il fatto e i media, conniventi, non danno quindi la notizia.”

Utilizzare elementi veri aggiungendo dosi di “mistero” e “complotto” è tipico delle bufale. Chiunque le alimenti, in buona o in cattiva fede, genera false speranze, false aspettative, e illude malati e famiglie.

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Il caso maltolo: i fatti

Le bugie sul cancro

•  Non risulta che alcuna “multinazionale del farmaco” stia cercando di ostacolare la ricerca in questione, al contrario: quanto scoperto è stato oggetto di brevetto in Italia e se ne è parlato in pubblicazioni scientifiche.

•  I ricercatori non sono precari: Vieri Fusi è infatti professore associato dell’Università di Urbino e Mirco Fanelli è ricercatore confermato presso il “laboratorio di Patologia Molecolare” dal 2002.

•  La notizia non è affatto nuova, è del marzo 2013 e deriva da studi di cui già si era parlato anche precedentemente.

•  Non è vero che i giornali hanno oscurato la notizia, al contrario: è stata annunciata su molte testate (Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Panorama, Il Resto del Carlino e dall’ANSA).

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Il caso maltolo: i fatti

Le bugie sul cancro

“…Come spesso capita in queste situazioni, e toccando certi argomenti, si rischia di far trapelare messaggi non corretti. Ci tengo a precisare che le molecole che abbiamo brevettato non devono essere considerate la soluzione nella lotta contro il cancro. Siamo in una fase sperimentale che sta dando ottimi risultati, ma ancora lontana dalla sperimentazione clinica. Mi duole dover disilludere le persone che mi chiamano chiedendomi se possiamo sperimentare le nostre molecole sulle persone a loro vicine affette da tumore. Mi duole che, con gli articoli di questi giorni, si sia alimentato un clima di false speranze. Siamo ricercatori e non è nelle nostre intenzioni vendere fumo. Le nostre molecole ad oggi sono promettenti … la futura attività di ricerca dimostrerà se sarà possibile utilizzarle nell’uomo e con quali benefici.“

Il messaggio pubblicato da Fanelli chiarisce la verità su questa cosiddetta “cura al maltolo per il cancro”:

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L’emozionalismo uccide la scienza

L’emozionalismo nella vita pubblica, dalla politica alla cultura, sta diventando la peculiarità della nostra epoca, ma dovrebbe essere bandito dalla trasmissione alla pubblica opinione dei percorsi e dei traguardi del

sapere scientifico, oltre che delle sue conquiste e delle sue scoperte.

Per i non addetti ai lavori, avidi di notizie sui progressi nella conoscenza delle grandi malattie del nostro tempo, restano accese le innumerevoli spie rosse sui presunti danni alla salute prodotti, per es. da cellulari e computer.

•  Alcuni gruppi di ricerca hanno «fretta» di comunicare i risultati, spinti da motivazioni diverse (scientifiche, accademiche, finanziarie) e, dall'altra parte, dall'interesse nei media di gettarsi sulla «notizia».

•  Le anticipazioni su studi epidemiologici delicati e preliminari, capaci di produrre - se comunicati in modo inappropriato - un forte impatto sull’opinione pubblica potrebbero influenzare negativamente chi ha la responsabilità delle decisioni politiche.

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Il termine post-verità (“post-truth”) indica quella condizione secondo cui, in una discussione relativa a un fatto o una notizia, la verità viene considerata una questione di secondaria importanza.

Il concetto di post-verità

Nella post-verità la notizia viene percepita e accettata come vera dal pubblico sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi effettiva sulla veridicità o meno dei fatti reali.

Le metafore fanno parte integrante del linguaggio nella comunicazione di post-verità.

In una discussione caratterizzata da post-verità, i fatti oggettivi, chiaramente accertati, sono meno influenti nel formare l’opinione pubblica rispetto ad appelli a emozioni e convinzioni personali.

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Il concetto di post-verità

Alla post-verità sottende una relazione di complicità, di emozione e di reciprocità, tra chi, di volta in volta, parla o ascolta, anche invertendo i ruoli. Non si tratta dunque di una mera bugia, ma piuttosto della verità desiderata, da chi la professa e da chi la accoglie.

La post-verità è un concetto interessante per almeno tre ragioni.

INTERNET è l’ambiente privilegiato della manifestazione della post-verità.

Non corrisponde alla mera bugia. Secondo Ralph Keyes, nell’era della post-verità non abbiamo più verità e bugie, ma una terza categoria di affermazioni ambigue che non sono la verità, ma nemmeno del tutto bugie.

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Dal lato dell’offerta – nel “mercato” di post-verità – si nasconde spesso una precisa strategia di ingannevolezza da parte di chi la propone.

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La post-verità non cade nel vuoto ma trova, dal lato della domanda, un terreno già fertile di condivisione, di attesa o di disponibilità alla credulità.

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Non corrisponde alla mera bugia. Secondo Ralph Keyes, nell’era della post-verità non abbiamo più verità e bugie, ma una terza categoria di affermazioni ambigue che non sono la verità, ma nemmeno del tutto bugie. Dal lato dell’offerta – nel “mercato” di post-verità – si nasconde spesso una precisa strategia di ingannevolezza da parte di chi la propone. La post-verità non cade nel vuoto ma trova, dal lato della domanda, un terreno già fertile di condivisione, di attesa o di disponibilità alla credulità.

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Il ruolo di Internet e dei social network

•  La richiesta di informazioni e di notizie avviene ormai in rete e, in una quota crescente, specie tra le fasce più giovani, sui “social network”.

•  Chi vuole cercare in rete trova, liberamente, anche la verità, e con ogni probabilità, in modo più efficace e veloce di quanto non abbiano mai permesso i media tradizionali.

•  Ma ciò che la rete cerca è la domanda di attenzione (ai fini della profilazione del dato per fini commerciali), non quella di verità (E. Morozov).

•  La rete, ampliando la libertà di espressione, permette maggiore trasparenza e quindi di svelare la verità contro ogni censura o velina.

•  La percezione di ricavare “notizie” dall’agorà digitale è elevata e crescente, mentre appare sempre più debole la capacità o la volontà di un esercizio selettivo di contenuti.

•  Sul web c’è concorrenza e c’è pluralismo, dal lato dell’offerta di informazioni. In rete, chi cerca trova.

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… in conclusione

Emozioni

Preconcetti

Iper

com

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Verità V

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à