riassunto platone

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144 L’età antica SOMMARIO 1 PLATONE E LE RAGIONI DELLA FILOSOFIA I temi della filosofia platonica sono i protagonisti del pensiero filosofico in quanto tale: l’essere, la veri- tà, la giustizia, l’anima, l’uomo, la città e il cosmo. Platone raccoglie infatti la poderosa sfida della sofi- stica sostenendo che la verità, l’anima umana e la città siano in realtà ammalate, e che solo una radicale terapia filosofica possa risanarle. Egli rivendica la possibilità di una vera conoscenza, che riguardi ogget- ti stabili e immutabili, e di criteri morali rigorosi. Le anime degli uomini e la città tutta, ora preda degli istinti peggiori a causa della propaganda dei sofisti e della degenerazione dei costumi, devono ritrovare il loro equilibrio naturale, che si radica sulla certezza della verità e della virtù. 2 IL MAESTRO, IL DIALOGO, LA MATURITÀ La vita di Platone, segnata dall’incontro con Socrate, mostra un continuo e instancabile impegno filosofi- co-scientifico, politico e culturale, caratterizzato nella maturità dalla fondazione dell’Accademia e dai tre viaggi a Siracusa, in cui Platone cerca di attuare il rivoluzionario modello politico da lui ideato. La scel- ta di scrivere dialoghi, anziché trattati, mostra il suo sforzo costante di entrare in un rapporto vivo con il lettore, teso a modificare mentalità e comportamenti sia del singolo individuo, sia della collettività. 3 VIRTÙ, DESIDERIO, FELICITÀ La sfida della sofistica viene interpretata da Platone fino alle sue più estreme conseguenze. Le tesi esposte da alcuni personaggi dei suoi dialoghi, quali i sofisti Callicle (nel Gorgia) e Trasimaco (nella Repubblica) mo- strano come la giustizia sia considerata nei crudi termini dell’utilità e del vantaggio del più forte, conforme- mente a un’antropologia e a un’etica che legittimano pienamente la soddisfazione incontrollata dei desideri individuali e, quindi, la sopraffazione degli altri come via necessaria per il raggiungimento della felicità. 4 LA GIUSTIZIA NELLA PÒLIS: I FILOSOFI-RE L’analisi condotta da Platone della nascita della città e del suo sviluppo, lo porta anche a diagnosticarne la degenerazione e ad approntare una terapia incentrata sull’educazione (paidèia). Solo con una rigoro- sa educazione dei giovani si formerà un adeguato ceto dirigente, selezionato sulla base delle qualità in- tellettuali e morali: sono i filosofi-re, coloro ai quali spetterà il compito di governare la città con la colla- borazione dei militari, che a loro volta dovranno tenere a freno le istanze del ceto produttivo, più nume- roso e più irrequieto. D’altro canto, per evitare conflitti interni alla città, governanti e militari dovranno rinunciare a ogni forma di proprietà privata e operare nell’interesse esclusivo della comunità. 5 L’ANIMA E LA GIUSTIZIA Nelle sue linee generali, la psicologia platonica si articola in due stadi. Nel primo, elaborato nel Fedone e nella prima parte della Repubblica, si presenta un irriducibile e insanabile conflitto tra l’anima e un cor- po-prigione (sòma-sèma). Nel secondo, che segue lo sviluppo della Repubblica, viene riconosciuta nell’ani- ma stessa la presenza di due elementi irrazionali, quello desiderante e quello impulsivo (rispettivamente istanza del corpo e delle aspirazioni al riconoscimento sociale) che si affiancano alla ragione, costituen- do i tre centri motivazionali dell’anima stessa. Il ripristino della gerarchia e del giusto equilibrio tra questi elementi conduce l’uomo alla virtù e alla fe- licità. Platone istituisce poi uno stretto parallelismo tra anima e città: all’ordine gerarchico fra i tre centri motivazionali dell’anima – razionale, impulsivo e desiderante – deve corrispondere quello fra i tre grup- pi sociali che incarnano tali istanze, rispettivamente governanti, militari e produttori. Solo così si avrà la città perfetta (kallìpolis). 144 L’età antica

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  • 144 Let antica

    SOMMARIO

    1 PLATONE E LE RAGIONI DELLA FILOSOFIA

    I temi della fi losofi a platonica sono i protagonisti del pensiero fi losofi co in quanto tale: lessere, la veri-t, la giustizia, lanima, luomo, la citt e il cosmo. Platone raccoglie infatti la poderosa sfi da della sofi -stica sostenendo che la verit, lanima umana e la citt siano in realt ammalate, e che solo una radicale terapia fi losofi ca possa risanarle. Egli rivendica la possibilit di una vera conoscenza, che riguardi ogget-ti stabili e immutabili, e di criteri morali rigorosi. Le anime degli uomini e la citt tutta, ora preda degli istinti peggiori a causa della propaganda dei sofi sti e della degenerazione dei costumi, devono ritrovare il loro equilibrio naturale, che si radica sulla certezza della verit e della virt.

    2 IL MAESTRO, IL DIALOGO, LA MATURIT

    La vita di Platone, segnata dallincontro con Socrate, mostra un continuo e instancabile impegno fi losofi -co-scientifi co, politico e culturale, caratterizzato nella maturit dalla fondazione dellAccademia e dai tre viaggi a Siracusa, in cui Platone cerca di attuare il rivoluzionario modello politico da lui ideato. La scel-ta di scrivere dialoghi, anzich trattati, mostra il suo sforzo costante di entrare in un rapporto vivo con il lettore, teso a modifi care mentalit e comportamenti sia del singolo individuo, sia della collettivit.

    3 VIRT, DESIDERIO, FELICIT

    La sfi da della sofi stica viene interpretata da Platone fi no alle sue pi estreme conseguenze. Le tesi esposte da alcuni personaggi dei suoi dialoghi, quali i sofi sti Callicle (nel Gorgia) e Trasimaco (nella Repubblica) mo-strano come la giustizia sia considerata nei crudi termini dellutilit e del vantaggio del pi forte, conforme-mente a unantropologia e a unetica che legittimano pienamente la soddisfazione incontrollata dei desideri individuali e, quindi, la sopraffazione degli altri come via necessaria per il raggiungimento della felicit.

    4 LA GIUSTIZIA NELLA PLIS: I FILOSOFI-RE

    Lanalisi condotta da Platone della nascita della citt e del suo sviluppo, lo porta anche a diagnosticarne la degenerazione e ad approntare una terapia incentrata sulleducazione (paidia). Solo con una rigoro-sa educazione dei giovani si former un adeguato ceto dirigente, selezionato sulla base delle qualit in-tellettuali e morali: sono i fi losofi -re, coloro ai quali spetter il compito di governare la citt con la colla-borazione dei militari, che a loro volta dovranno tenere a freno le istanze del ceto produttivo, pi nume-roso e pi irrequieto. Daltro canto, per evitare confl itti interni alla citt, governanti e militari dovranno rinunciare a ogni forma di propriet privata e operare nellinteresse esclusivo della comunit.

    5 LANIMA E LA GIUSTIZIA

    Nelle sue linee generali, la psicologia platonica si articola in due stadi. Nel primo, elaborato nel Fedone e nella prima parte della Repubblica, si presenta un irriducibile e insanabile confl itto tra lanima e un cor-po-prigione (sma-sma). Nel secondo, che segue lo sviluppo della Repubblica, viene riconosciuta nellani-ma stessa la presenza di due elementi irrazionali, quello desiderante e quello impulsivo (rispettivamente istanza del corpo e delle aspirazioni al riconoscimento sociale) che si affi ancano alla ragione, costituen-do i tre centri motivazionali dellanima stessa.

    Il ripristino della gerarchia e del giusto equilibrio tra questi elementi conduce luomo alla virt e alla fe-licit. Platone istituisce poi uno stretto parallelismo tra anima e citt: allordine gerarchico fra i tre centri motivazionali dellanima razionale, impulsivo e desiderante deve corrispondere quello fra i tre grup-pi sociali che incarnano tali istanze, rispettivamente governanti, militari e produttori. Solo cos si avr la citt perfetta (kallpolis).

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  • 3. Platone 1453. Platone 145

    6 VERIT, CONOSCENZA E DISCORSO: LE IDEE

    In risposta al relativismo della sofistica, la teoria delle idee postula delle entit, le idee, la cui conoscen-za coincide con il possesso della verit. Le idee costituiscono il vero essere; esse sono infatti ingenerate, imperiture, indivisibili, modelli del mondo sensibile, generato, corruttibile e divisibile. Le cose sensibi-li stanno con le idee in un rapporto di partecipazione (per esempio, le molteplici cose belle sono tali perch partecipano dellidea della bellezza). Il mondo ideale conosciuto dallanima umana prima del-la sua incarnazione e tale conoscenza si risveglia (reminiscenza) grazie alla sensazione. La conoscenza umana si articola quindi in quattro gradi, in relazione agli oggetti presi in esame: la dialettica la scien-za delle idee; la matematica, che possiede un grado inferiore di certezza perch lavora sui concetti, ma fa ricorso a ipotesi e a immagini, come le figure geometriche; la credenza ha come oggetto le cose sensibi-li e limmaginazione i manufatti. Il processo conoscitivo attivato dallidea del Bene, che per Platone lidea suprema e causa delle altre idee.

    7 DIALETTICA, IDEE, PRINCIPI

    Negli ultimi dialoghi, detti dialettici (Parmenide, Sofista, Filebo), Platone affronta le possibili interrela-zioni tra le idee, cio i loro rapporti di inclusione e di esclusione reciproca. Egli ricostruisce cos le artico-lazioni dei generi nelle specie, e le modalit di raggruppamento delle specie stesse allinterno dei generi: la dialettica dunque a fondamento dello studio della realt naturale. Questa ricerca conduce poi alla scoperta dei cinque generi sommi (essere, identico, diverso, moto, quiete), e al parricidio di Parme-nide, cio alla riammissione nel cuore della dialettica del non essere, inteso come diverso (non essere relativo). Nella fase finale, larticolazione delle idee diventa sempre pi strutturata, fino allequiparazio-ne delle idee con i numeri, e ai problematici risvolti delle cosiddette dottrine non scritte, in cui Plato-ne, secondo Aristotele, avrebbe introdotto due principi originari, luno e la diade, dai quali deriverebbe logicamente lintero mondo ideale.

    8 IL COSMO E LE SUE CAUSE

    Nel Timeo Platone presenta unanalisi della realt fisica, la cui validit epistemologica quella della ve-rosimiglianza, non della verit (il racconto infatti in forma mitica). Narrando lorigine del cosmo, Pla-tone ne indica le cause: da una parte le idee e il demiurgo, che sono cause intelligenti; dallaltra un prin-cipio caotico e informe (una sorta di materia che fa resistenza allazione del demiurgo), che rappresenta la causa necessaria. Il demiurgo, dio buono, plasma questo caos primordiale, imprimendovi un ordine che rispecchia quello del mondo ideale. Lazione dellintelligenza sulla necessit dimostrata dalla strut-tura geometrico-matematica in cui si imprigiona la materia dei quattro elementi (aria, acqua, terra, fuo-co). Questa matematizzazione della realt fisica eserciter un potente influsso su tutta la storia della fi-losofia e sugli sviluppi scientifici dal Seicento allet contemporanea.

    9 EROS E FILOSOFIA: ALLA RICERCA DI UNA MEDIAZIONE

    Esigenza primaria di Platone quella di trovare una mediazione tra le opposizioni, apparentemente in-conciliabili, di essere e divenire, intelligibile e sensibile, sapienza e ignoranza.

    Figura emblematica quella di Eros, demone, cio entit intermedia tra il mondo ideale e quello sen-sibile, che ha una natura tensionale: aspira alle cose belle e si industria per impossessarsene, senza mai riuscirci completamente. Eros rappresenta il filosofo, che desidera la sapienza della quale privo, figura intermedia tra gli di (che tutto sanno) e gli uomini comuni (che tutto ignorano).

    Il mito della caverna rappresenta allora il dramma delluomo che solo faticosamente pu giungere al-la conoscenza e che, appresa la verit, ha lobbligo del ritorno nel mondo, dove egli deve mettere il suo sapere al servizio della comunit, cercando di trasferire, per quanto possibile, la perfezione del mondo ideale nel mondo sensibile e imperfetto che tutti abitiamo.

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  • 146 Let antica146 Let antica

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    10 LEREDIT: LACCADEMIA

    Gli interessi prevalenti nellAccademia sono di tipo dialettico, naturalistico e matematico. Tra le fi gure di spicco ricordiamo Filippo di Opunte e Eudosso di Cnido per lastronomia; questultimo conferisce un impulso signifi cativo anche alla matematica. Alla morte di Platone, la direzione passa a Speusippo, che ribadisce la centralit delle entit matematiche; a lui subentra poi Senocrate, che tenta una conciliazione tra questa via e quella platonica della teoria delle idee. Questi sviluppi attestano la fecondit e lapertura dellistituzione fondata da Platone.

    LESSICO

    Anima-corpo. Lanima per Platone una entit incorporea e immortale. Nella prima fase, e soprattutto nel Fedone, egli concepisce il corpo come la prigione dellanima, che la obbliga a subire i suoi bisogni e impulsi. Nella Repubblica, invece, le istanze pertinenti alla sfera somatica vengono direttamente trasposte allinterno dellanima stessa, in cui si identifi cano tre centri motivazionali: la ragione, lelemento impulsivo o animoso, e lelemento desiderante (nel Fedro rappresentati nel mito della biga alata). Lanima trova il suo equilibrio e la sua salute quando la ragione presiede alle altre due istanze, collaborando con lelemento impulsivo.

    Demiurgo. In greco artigiano. Figura mitica del Timeo che rappresenta lazione causale dellintelligenza sulla necessit materiale nella produzione del cosmo. Rappresentato come un dio buono, non invidioso, il demiur-go plasma questo principio informe preesistente prendendo a modello il mondo ideale, di cui il mondo sen-sibile, il nostro, una copia imperfetta, a causa della resistenza offerta dalla necessit allordine intelligibile.

    Desiderio. Nel Fedone lorigine dei desideri ricondotta prevalentemente alla sfera corporea, di cui il deside-rio espressione; nella Repubblica, invece, il prodotto di unistanza psichica, dunque dellanima stessa, che aspira al soddisfacimento dei bisogni pi bassi ed elementari; questa va regolamentata e diretta dalla razio-nalit, che con la collaborazione dellistanza impulsiva pu conferire equilibrio e stabilit allanima umana.

    Dialettica. Per Platone la dialettica la scienza stessa (epistme), ossia lo studio delle idee e dei loro rapporti reciproci. Essa dunque lunica via che conduce alla verit, raggiungendo i fondamenti ultimi dellessere. Le al-tre forme di conoscenza, che non hanno a che fare con gli oggetti ideali (come la credenza e limmaginazione) appartengono allambito dellopinione, che manca di stabilit; anche la matematica, che assume ipotesi e ne deduce conseguenze, avvalendosi di immagini (geometria), non capace di cogliere la verit, le subordinata.

    Dialogo. Forma letteraria prediletta da Platone, che rifi uta luso del trattato per esporre le sue tesi fi losofi che. Queste emergono dallintreccio delle posizioni esposte dai personaggi, tra i quali il principale in genere So-crate. Leffetto prodotto il coinvolgimento diretto del lettore, che si identifi ca con i vari personaggi, giungen-do infi ne a mettere in dubbio le proprie certezze, irretito dalle argomentazioni critiche platoniche rivolte con-tro le opinioni pi comuni allora in circolazione.

    Eros. In Platone, Eros un demone, entit intermedia tra il mondo ideale e quello sensibile; la sua natura tensionale, che ricerca verit e bellezza, senza riuscire a possederle completamente, rappresenta emblemati-camente il fi losofo, che desidera la sapienza ma non pu conseguirla. La tensione erotica perci il motore che attiva la sete di conoscenza posseduta dagli uomini che hanno una natura pi nobile e che sono capaci di riconoscere il vero bene.

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  • 3. Platone 1473. Platone 147

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    Felicit. Sinonimo di vita buona o realizzata. Contro le istanze individualistiche proposte dalla sofistica, Pla-tone propone lidentificazione della felicit con la virt: felice colui che ha il controllo di s e delle proprie passioni, ed capace cos di riconoscere il vero bene, compatibile con la propria natura, dai beni apparenti. Felice dunque chi pu realizzare al meglio la propria natura, concorrendo anche al benessere (felicit) del-la collettivit.

    Generi sommi. Sono le cinque idee generalissime delle quali tutte le altre partecipano, ossia essere, iden-tico, diverso, moto e quiete.

    Giustizia. La ricerca e la definizione della giustizia rappresenta uno dei temi centrali della filosofia platoni-ca. Politicamente, essa garantita da un ordinamento della citt, dove ognuno compie le cose che gli sono proprie per natura: i filosofi governano con la collaborazione dei militari, che custodiscono la citt, mentre la moltitudine produce i beni necessari al sostentamento collettivo. Allinterno dellanima la giustizia garantita dal governo della ragione, che guida e orienta lagire umano, con la collaborazione dellelemento impulsivo.

    Idea del buono. Fine ultimo delle azioni morali o virtuose, dunque imprescindibile sul piano etico, essa gio-ca un ruolo di assoluta rilevanza anche sul piano epistemologico, poich lidea suprema, che attiva la poten-zialit conoscitiva umana. Sul piano ontologico, lidea del buono la causa stessa dellessere delle idee, ma non si identifica con questo, trascendendolo.

    Idea / Forma. Dal greco idos o ida, forma, figura, idea. Le idee costituiscono per Platone lunico vero fondamento ontologico, poich sono il vero essere in contrapposizione al divenire sensibile. Sono entit intel-ligibili (soprasensibili), immutabili, atemporali, indivisibili, modello su cui si fonda il mondo sensibile, che ne copia imperfetta. Esse inoltre costituiscono sia i principi-guida delle azioni, sia i criteri con cui le azioni devono essere valutate, e sono perci un riferimento indispensabile sia per la vita morale, sia per quella poli-tica, sia per ogni forma di conoscenza, che trova in esse la sua radice immutabile e stabile di verit.

    Paidia. La paidia, in greco educazione, assume in Platone un ruolo etico-politico nevralgico: solo attra-verso una corretta formazione dei giovani che si pu dar vita a una classe dirigente in grado di ripristinare la giustizia nella citt rifondata.

    Partecipazione. Esprime il rapporto che le cose sensibili intrattengono con le idee (una cosa bella perch partecipa della bellezza). Nella fase matura, Platone individuer questo tipo di rapporto anche tra le idee stes-se, che assumono i caratteri di strutture complesse, in cui sono presenti una pluralit di determinazioni (lidea del simile dissimile dalle altre, perch partecipa in una qualche misura dellidea della dissomiglianza; iden-tica a se stessa perch partecipa dellidea dellidentico, e cos via).

    Reminiscenza. La teoria secondo la quale lanima umana, che ha conosciuto le idee prima dellincarnazione (quindi della nascita del singolo uomo), in grado di risvegliare questa conoscenza, come ricordo delle idee precedentemente viste.

    Utopia. Dal greco ou, non, e tpos, luogo, ossia luogo inesistente. La kallpolis delineata nella Repubbli-ca ha carattere utopico ma anche normativo: il modello deve informare e innervare ogni agire politico, affin-ch la realt possa avvicinarsi quanto pi possibile al paradigma (si pensi ai tentativi di Platone di realizzare a Siracusa lo stato-ideale).

    Virt. Traduzione del greco aret, che significa anche eccellenza; essa esprime soprattutto qualit morali. La ricerca platonica ha come tema iniziale proprio lidentificazione della vera natura delle virt (poi culminante con la teoria delle idee). Nella fase matura assumono rilevanza centrale le virt della sapienza, del coraggio, della temperanza o moderazione (che corrispondono a parti dellanima e a componenti della citt) e della giustizia, che rappresenta il perfetto equilibrio di queste componenti.

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