Riassunto manuali

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OPsonline.it – la principale web community italiana per studenti e professionisti della Psicologia Appunti d’esame, tesi di laurea, articoli, forum di discussione, eventi, annunci di lavoro, esame di stato, ecc… E-mail: [email protected] – Web: http://www.opsonline.it Gestito da Obiettivo Psicologia srl, via Castel Colonna 34, 00179, Roma - p.iva: 07584501006 19 agosto 2008 PSICOLOGIA AMBIENTALE – Puddu Esame orale Testi consigliati: - “Teorie in pratica per la psicologia ambientale”, Bonnes, Bonaiuto, Lee – Raffaello Cortina Editore - “Manuale di ecologia urbana e sociale”, Fuligni, Rognini – Ed. Franco Angeli - “Psicologia ambientale, sostenibilità e comportamenti ecologici”, Bonnes, Carrus, Passafaro – Ed. Carocci Teorie in pratica per la psicologia ambientale 1. TEORIA e PRATICA in psicologia ambientale Lewin, 1951 “Non c’è niente di più pratico di una buona teoriaBasi teoriche e metodologiche della PSICOLOGIA SOCIALE o ECOLOGIA PSICOLOGICA (psychological ecology), disciplina “socialmente utile e teoricamente rilevante”, la quale coniuga la psicologia sociale TEORICA alla psicologia sociale APPLICATA , ovvero una RICERCA volta ad accrescere la CONOSCENZA TEORICA, di RILEVANZA INTERNA, ed una RICERCA volta a rispondere ad ESIGENZE CONCRETE, socialmente rilevanti, di RILEVANZA ESTERNA. Secondo Lewin, tra la PSICOLOGIA SCIENTIFICA (sia in senso teorico che sperimentale, considerata in maniera univoca assieme alla psicologia sperimentale) e la PSICOLOGIA APPLICATA, rivolta ai PROBLEMI della “VITA REALE” o dei “GRUPPI NATURALI”, intercorre un rapporto di “AMBIVALENZA PECULIARE”, rapporto che ha spesso determinato una DIVERGENZA tra le due discipline, una tendenza a concepire le due branche come nettamente SEPARATE e INCONCILIABILI : la psicologia scientifica è stata spesso identificata come ARTIFICIOSA, priva di validità ecologica, AVULSA dalla VITA REALE , e la psicologia applicata come PRIVA di SCIENTIFICITA’, malgrado il suo valore pratico. Lewin “La maggiore difficoltà (handicap) della psicologia applicata sta nel fatto che, se lasciata senza l’adeguato SUPPORTO TEORICO, deve affidarsi a quel METODO di conoscenza, dispendioso, inefficiente e LIMITATO, che procede per TENTATIVI ed ERRORI. Molti psicologi che lavorano oggi in un campo applicato, sono profondamente consapevoli della necessità di una STRETTA COLLABORAZIONE tra psicologia teorica e psicologia applicata. Tale collaborazione potrebbe essere realizzata (…) se chi si interessa di TEORIA non guardasse ai problemi della psicologia applicata con snobistica avversione o col TIMORE di toccare PROBLEMI SOCIALI e se chi si occupa di PSICOLOGIA APPLICATA si rendesse conto che non vi è nulla di più PRATICO di una BUONA TEORIA”. ECOLOGIA PSICOLOGICA = “Proposta teorica ponte”, implicante una stretta CONNESSIONE tra la TEORIA e la PRATICA, nonché il DIALOGO INTERDISCIPLINARE, e fondata sulla TEORIA del CAMPO di Lewin C = f (P/A) Qualsiasi COMPORTAMENTO UMANO (behaviour) all’interno di un CAMPO PSICOLOGICO è FUNZIONE

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    19 agosto 2008 PSICOLOGIA AMBIENTALE Puddu

    Esame orale Testi consigliati:

    - Teorie in pratica per la psicologia ambientale, Bonnes, Bonaiuto, Lee Raffaello Cortina Editore

    - Manuale di ecologia urbana e sociale, Fuligni, Rognini Ed. Franco Angeli - Psicologia ambientale, sostenibilit e comportamenti ecologici, Bonnes, Carrus, Passafaro

    Ed. Carocci

    Teorie in pratica per la psicologia ambientale

    1. TEORIA e PRATICA in psicologia ambientale Lewin, 1951 Non c niente di pi pratico di una buona teoria Basi teoriche e metodologiche della PSICOLOGIA SOCIALE o ECOLOGIA PSICOLOGICA (psychological ecology), disciplina socialmente utile e teoricamente rilevante, la quale coniuga la psicologia sociale TEORICA alla psicologia sociale APPLICATA, ovvero una RICERCA volta ad accrescere la CONOSCENZA TEORICA, di RILEVANZA INTERNA, ed una RICERCA volta a rispondere ad ESIGENZE CONCRETE, socialmente rilevanti, di RILEVANZA ESTERNA. Secondo Lewin, tra la PSICOLOGIA SCIENTIFICA (sia in senso teorico che sperimentale, considerata in maniera univoca assieme alla psicologia sperimentale) e la PSICOLOGIA APPLICATA, rivolta ai PROBLEMI della VITA REALE o dei GRUPPI NATURALI, intercorre un rapporto di AMBIVALENZA PECULIARE, rapporto che ha spesso determinato una DIVERGENZA tra le due discipline, una tendenza a concepire le due branche come nettamente SEPARATE e INCONCILIABILI: la psicologia scientifica stata spesso identificata come ARTIFICIOSA, priva di validit ecologica, AVULSA dalla VITA REALE, e la psicologia applicata come PRIVA di SCIENTIFICITA, malgrado il suo valore pratico. Lewin La maggiore difficolt (handicap) della psicologia applicata sta nel fatto che, se lasciata senza ladeguato SUPPORTO TEORICO, deve affidarsi a quel METODO di conoscenza, dispendioso, inefficiente e LIMITATO, che procede per TENTATIVI ed ERRORI. Molti psicologi che lavorano oggi in un campo applicato, sono profondamente consapevoli della necessit di una STRETTA COLLABORAZIONE tra psicologia teorica e psicologia applicata. Tale collaborazione potrebbe essere realizzata () se chi si interessa di TEORIA non guardasse ai problemi della psicologia applicata con snobistica avversione o col TIMORE di toccare PROBLEMI SOCIALI e se chi si occupa di PSICOLOGIA APPLICATA si rendesse conto che non vi nulla di pi PRATICO di una BUONA TEORIA. ECOLOGIA PSICOLOGICA = Proposta teorica ponte, implicante una stretta CONNESSIONE tra la TEORIA e la PRATICA, nonch il DIALOGO INTERDISCIPLINARE, e fondata sulla TEORIA del CAMPO di Lewin C = f (P/A) Qualsiasi COMPORTAMENTO UMANO (behaviour) allinterno di un CAMPO PSICOLOGICO FUNZIONE

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    dellINTERAZIONE tra lindividuo e lambiente in quel dato momento. P = SPAZIO di VITA (persona), per cui si intende il MONDO PSICOLOGICO della persona e lAMBIENTE PSICOLOGICO della persona, ossia gli aspetti dellambiente che influenzano in quel dato momento lattivit psichica del soggetto. A = MONDO FISICO e AMBIENTALE. P/A = ZONA di FRONTIERA tra lo SPAZIO di VITA e lAMBIENTE FISICO, in cui avviene lINTERSCAMBIO tra le parti. Il contributo pi significativo di Lewin sta infatti nellaver evidenziato la NATURA SOGGETTIVA dello SPAZIO di VITA, dettata dalle SITUAZIONI di VITA: lo spazio di vita incide sullATTIVITA PSICHICA del soggetto, orienta DECISIONI e COMPORTAMENTI, i quali, a loro volta, modellano lo spazio di vita. Da queste intuizioni prende vita il concetto di SPAZIO PSICOLOGICO. Approccio molecolare e approccio ecologico-molare Barker (allievo di Lewin), fine anni 40 Scuola di PSICOLOGIA ECOLOGICA Europa e Usa, anni 50/60 PSICOLOGIA ARCHITETTONICA e INGEGNERISTICA Lee e Canter, primi psicologi ambientali europei, met anni 70 Psychology and the Built Environment etc Distacco da unaccezione prettamente architettonica o ingegneristica e direzione sempre pi INTERAZIONISTA, o ECOLOGICA Gruppo storico di Proshansky, Ittelson e Rivlin, City University di New York, fine anni 60 Environmental Psychology: Man and his Physical Setting + Introduction to Environmental Psychology PRIME OPERE che definiscono e sistematizzano gli INTERESSI della psicologia ambientale, ovvero il RAPPORTO tra il COMPORTAMENTO e lESPERIENZA UMANA e il relativo AMBIENTE FISICO o INTORNO FISICO (physical surrounding), oppure ASSETTO FISICO dellAMBIENTE (physical setting): La psicologia ambientale mira a stabilire una relazione empirica e teorica tra COMPORTAMENTO ed ESPERIENZA della persona con il proprio AMBIENTE COSTRUITO. Approccio molecolare Tradizione classica (psicologia sperimentale/della percezione) Lambiente fisico concepito come insieme di STIMOLI e CONFIGURAZIONI di STIMOLI OGGETTO; si studiano le relazioni tra stimoli di micro-livello e processi intrapersonali (percezione, cognizione, apprendimento). Approccio ecologico-molare TEORIA TRANSAZIONALE-CONTESTUALE (scaturisce dagli assunti dellecologia psicologica lewiniana e viene proposta dal Gruppo storico della City University di New York) Si guarda allambiente fisico da un punto di vista SOGGETTIVO-PERSONALE, ossia come strettamente connesso allESPERIENZA UMANA e al COMPORTAMENTO, qualcosa di MOLARE e MULTIDIMENSIONALE, che non riducibile a un insieme di STIMOLI DISCRETI e IMMEDIATI e relative risposte comportamentali: la psicologia ambientale si definisce come lo studio dellINTERFACCIA tra il COMPORTAMENTO e il BENESSERE UMANO e lAMBIENTE SOCIO-FISICO. Essa nasce e si sviluppa in risposta a PROBLEMATICHE AMBIENTALI (degrado ambientale, violenza urbana, riduzione delle risorse naturali, sovraffollamento, inquinamento) cui viene riconosciuta sempre pi RILEVANZA, mostrando da subito la propria natura di disciplina APPLICATA, SOCIALMENTE UTILE e/o RILEVANTE.

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    Entro tale prospettiva si guarda alla persona, allambiente e alle relazioni tra essi intercorrenti, in unOTTICA SISTEMICA: 1. la PERSONA un SISTEMA DINAMICAMENTE ORGANIZZATO che integra il FARE con il PENSARE, poich il COMPORTAMENTO UMANO GUIDATO DA SCOPI (goal directed), dunque INTENZIONALE, MOTIVATO, ed il risultato del CONFRONTO tra BISOGNI INTERNI e RISORSE/OPPORTUNITA/OSTACOLI ESTERNI. 2. Nelle TRANSAZIONI tra le caratteristiche personali e ambientali giocano un ruolo centrale i PROCESSI COGNITIVI ed AFFETTIVI, i quali concorrono a costruire la RELAZIONE con lambiente. 3. Il CAMBIAMENTO (e non la stabilit) caratteristico delle transazioni tra persona e ambiente. 4. LAMBIENTE pure un SISTEMA o SETTING che include aspetti sia fisici, che sociali e socio-culturali, ed APERTO, in INTERSCAMBIO con la PERSONA, potenzialmente FACILITANTE, di SUPPORTO oppure RESISTENTE al comportamento e allesperienza umana. 5. Seppur percepito in modo diverso da ogni persona, esso di per s NEUTRO, per cui se ne prende coscienza solo in conseguenza di un cambiamento o di una novit (Handbook of Environmental Psychology, Stokols, Altman, 1987 Sistematizzazione dei fondamenti teorici della prospettiva transazionale-contestuale). Tali assunti di base vengono riproposti e ulteriormente puntualizzati nel nuovo Handbook of Environmental Psychology (2002): 1. Il SISTEMA PERSONA-IN-AMBIENTE lunit di analisi della psicologia ambientale. 2. Sia per la PERSONA che per lAMBIENTE si individuano diversi LIVELLI di ANALISI; livello fisico/biologico, livello psicologico/intrapersonale, livello socio-culturale per la PERSONA. Livello fisico, livello di organismi viventi, livello socio-culturale per lAMBIENTE. 3. LESPERIENZA e il COMPORTAMENTO vengono guardati da un punto di vista COSTRUTTIVISTA/MULTINTENZIONALE. 4. Il sistema persona-in-ambiente viene analizzato sia a livello STRUTTURALE che DINAMICO. 5. Per la ricerca risultano appropriate sia le SCIENZE NATURALI che quelle SOCIALI. La prospettiva transazionale-contestuale, riproposta negli anni fino ad oggi, risulta da un lato FONDANTE la psicologia ambientale, carattere distintivo della disciplina, ma dallaltro lato costituisce una sorta di GRANDE TEORIA che si rivelata PERVASIVA nei confronti delle altre branche della psicologia, determinando unESTENSIONE/DILATAZIONE della disciplina. Lo sviluppo della psicologia ambientale ha infatti seguito un andamento AMBIVALENTE e PARADOSSALE, ovvero si assistito da un lato ad una SPECIALIZZAZIONE della disciplina, che ha consentito una demarcazione dei confini del campo dinteresse della disciplina e dunque una DIFFERENZIAZIONE rispetto alle altre branche della psicologia; dallaltro lato ad una sorta di DIFFUSIONE di IDENTITA, dovuta alla dispersione dei principi molari o ecologici-contestuali nelle varie branche della psicologia. Ci pu essere dovuto alla natura COMPLESSA e MULTIDISCIPLINARE del suo CAMPO di INTERESSE, oppure alla sua DIFFUSIONE in diversi paesi, ognuno caratterizzato da interessi diversi, dunque da APPROCCI DIVERSI alla disciplina. Lemergere di certe problematiche ambientali ha infatti richiamato lattenzione di svariate discipline; inoltre la prospettiva ecologico-molare stata assimilata da tutte le branche della psicologia, bench in origine costituisse il carattere distintivo della psicologia ambientale. Tutto questo ha portato a ritenere la psicologia ambientale come confluente nel pi ampio filone interdisciplinare definito STUDI AMBIENTE-COMPORTAMENTO (environment-behaviour studies), comprendente diverse prospettive pi o meno

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    affini ad essa (ecologia umana, sociologia ambientale e urbana, architettura, progettazione urbanistica, gestione delle risorse naturali, geografia comportamentale). Se da un lato si tentato di DIFFERENZIARE la psicologia ambientale da queste aree, sottolineandone lo specifico interesse per i PROCESSI PSICOLOGICI di BASE (cognitivi, affettivi, percettivi, identitari, rappresentazionali, decisionali), daltro canto se ne riconosce la STRETTA INTERCONNESSIONE, tanto da concepire la psicologia ambientale e gli studi ambiente-comportamento come COINCIDENTI e SINONIMI. In generale, alla nuova disciplina viene riconosciuto un ruolo CENTRIPETO e INTEGRATORE, UNIFICANTE, di crocevia tra le diverse discipline, e di COMPROMESSO tra la ricerca psicologica DI BASE e APPLICATA. Altman ritiene che il criterio di distinzione entro la ricerca psicologica sia costituito bens dalle UNITA di ANALISI prese in esame, in base alle quali si possono distinguere 3 diversi approcci: RICERCA orientata sui PROCESSI PSICOLOGICI Tipica della RICERCA di BASE. RICERCA orientata sui RISULTATI PSICOLOGICI Tipica della RICERCA APPLICATA. RICERCA per UNITA OLISTICHE TRANSAZIONALI-CONTESTUALI Punto dincontro tra i due approcci precedenti. Onde evitare una DEINDIVIDUAZIONE, la psicologia ambientale dovrebbe dunque procedere nella direzione di una MAGGIORE ARTICOLAZIONE INTERNA o INTRADISCIPLINARE, rivestire il ruolo di DISCIPLINA di FRONTIERA, o di INTERFACCIA, tra le discipline psicologiche e le scienze e tecniche ambientali, e promuovere il DIALOGO tra la RICERCA APPLICATA (di rilevanza esterna), pi interessata ai RISULTATI PSICOLOGICI, e la RICERCA di BASE (di rilevanza interna), centrata sui PROCESSI PSICOLOGICI sottostanti ai risultati stessi ECOLOGIA PSICOLOGICA lewiniana: disciplina SOCIALMENTE UTILE e TEORICAMENTE SIGNIFICATIVA. In questottica la psicologia ambientale si propone di indagare le TEMATICHE AMBIENTALI quali CONTENUTI di processi psicologici (processi cognitivi, percettivi, affettivi di attaccamento, identitari, di atteggiamento sociale, comunicativi e discorsivi) considerati come PROCESSI PSICOLOGICO-AMBIENTALI, al fine di comprendere gli aspetti problematici delle TRANSAZIONI tra PERSONE e AMBIENTI Psicologia di INTERFACCIA tra PROCESSI PSICOLOGICI e AMBIENTE SOCIO-FISICO. Le due correnti teoriche tradizionali fondanti la psicologia ambientale sono la PSICOLOGIA dei PROCESSI PERCETTIVI-COGNITIVI e la PSICOLOGIA SOCIALE.

    2. TEORIA degli SCHEMI e SCHEMI SOCIO-SPAZIALI ORIGINI Henry Head e l arto fantasma (phantom limb), rappresentazione mentale di un arto amputato conservata nel tempo; Head & Holmes e rappresentazione mentale dello schema posturale; Bartlett e studi sulla memoria quale processo di ricostruzione pi che di riproduzione e schemi come fluidi modelli nella testa pi che strutture statiche. Egli evidenzia la COMPONENTE COSTRUTTIVA e

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    TRASFORMATIVA della MEMORIA, sostenendo che il RICORDO una COSTRUZIONE ATTIVA, basata su SCHEMI (strutture di concetti) che SI EVOLVONO: la RIEVOCAZIONE del passato comporta il COSTITUIRSI di unIMMAGINE PRESENTE, quale risultato della COMBINAZIONE di DATI FRAMMENTARI con ATTEGGIAMENTI, ASPETTATIVE e BISOGNI del PRESENTE (ricostruzione). SCHEMA = STRUTTURA CONOSCITIVA costruita attraverso i processi di ASSIMILAZIONE e ACCOMODAMENTO nei confronti di CONFIGURAZIONI di STIMOLI, ossia di DATI SENSORIALI GREZZI. ASSIMILAZIONE PROCESSO MENTALE che consente allindividuo di ASSORBIRE, INCORPORARE, la REALTA ESTERNA nelle STRUTTURE MENTALI preesistenti, e di TRASFORMARLA perch si ADATTI a tali strutture (il bambino tenta di succhiare una bambola ASSIMILA la bambola al suo schema della suzione). ACCOMODAMENTO PROCESSO MENTALE attraverso il quale lindividuo MODIFICA gli SCHEMI PREESISTENTI e i PATTERN di AZIONE per ADATTARLI alle NUOVE ESPERIENZE, dunque per incorporare nuove informazioni (il bambino elabora altri PATTERN di AZIONE, ossia accarezza e culla la bambola; si ADEGUA alla natura delloggetto, alla nuova esperienza). Lo SCHEMA il principale strumento di ELABORAZIONE e IMMAGAZZINAMENTO delle informazioni, nonch di COSTRUZIONE ATTIVA della REALTA; infatti la CONOSCENZA in questottica il frutto dellESPLORAZIONE ATTIVA della REALTA e della MANIPOLAZIONE delle STRUTTURE MENTALI preesistenti per ADATTARLE alla REALTA. Essa non viene accumulata passivamente, bens COSTRUITA attraverso linterazione tra lINDIVIDUO e lAMBIENTE. La costruzione di SCHEMI consente cos da un lato di SEMPLIFICARE, ORDINARE, attribuire SIGNIFICATI e CONSERVARE in MEMORIA la vasta e complessa quantit di informazioni provenienti dallesterno; dallaltro lato di orientare le AZIONI FUTURE, come afferma Bartlett: gli schemi devono essere intesi non soltanto come qualche cosa che agisce sullorganismo, ma come qualcosa che permette allorganismo di AGIRE. E possibile individuare 2 STADI PRINCIPALI di ELABORAZIONE delle INFORMAZIONI: I STADIO DESCRIZIONE STRUTTURALE (analisi della forma): processo di natura INDUTTIVA, consiste nella DESCRIZIONE STRUTTURALE, ossia nellANALISI delle CARATTERISTICHE FISICHE dello stimolo e nellINTEGRAZIONE delle caratteristiche strutturali analizzate (BINDING) al fine di dare alloggetto ORDINE e STRUTTURA. Si analizzano e si descrivono le PROPRIETA FISICHE dello stimolo, indipendentemente dal suo significato, ai fini della COSTRUZIONE STRUTTURALE delloggetto. Si parla anche di ELABORAZIONE BOTTOM-UP (dal basso verso lalto) e DATA-DRIVEN PROCESSING (guidata dai dati), in quanto si tratta di unANALISI DELLE PARTI presenti nello stimolo, GUIDATA dai DATI SENSORIALI. Es. Riconoscere un cane a partire dalle parti del suo corpo (zampe, coda). II STADIO MATCHING ELABORAZIONE COGNITIVA:

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    sono implicati PROCESSI pi COMPLESSI. Attraverso il CONFRONTO tra le INFORMAZIONI sulle caratteristiche fisiche dello stimolo e le TRACCE depositate in MEMORIA (tracce mnestiche), una CONFIGURAZIONE-STIMOLO viene identificata come OGGETTO NOTO (oppure, se gli schemi evocati non si adattano allo stimolo, possibile la costruzione di un nuovo schema) Sorta di sistema di aspettative. Si parla anche di ELABORAZIONE TOP-DOWN (dallalto verso il basso) e CONCEPTUALLY-DRIVEN PROCESSING (guidata da concetti), in quanto fondata sulle RAPPRESENTAZIONI MENTALI (SCHEMI) contenute in memoria CATEGORIZZAZIONE. Es. Riconoscere un cane come OGGETTO NOTO a partire da SCHEMI PREESISTENTI. Secondo Bartlett, una volta assimilato in uno schema, lo stimolo nella sua FORMA ORIGINARIA va PERDUTO, divenendo semplicemente PARTE INTEGRANTE dello SCHEMA, cosicch lo schema possa essere riutilizzato e ripercorso senza vincoli spaziali o cronologici, dunque stravolto e ricostruito a piacimento. Tuttavia i risultati degli esperimenti di Bartlett dimostrano che nella memorizzazione si verificano sia processi di livellamento che di affinamento, ovvero si assiste sia ad una FUSIONE di parte del materiale, sia ad una CONSERVAZIONE di elementi nel FORMATO ORIGINALE, specie se particolarmente SALIENTI per lindividuo (elementi specifici di un territorio consentono di ricordare un determinato panorama). Pu verificarsi inoltre un fenomeno di SOVRAPPRENDIMENTO di SCHEMI (overlearning), il quale comporta, durante il processo di memorizzazione, lintroduzione di informazioni non realmente presenti nelle configurazioni-stimolo originali, ma derivanti da uno schema a cui si accede per ragioni di CONVENIENZA EURISTICA; ne deriva una DISTORSIONE delle reali informazioni. E necessario puntualizzare che uno SCHEMA non corrisponde ad una SINGOLA IMMAGINE, bens scaturisce da SUCCESSIONI di IMMAGINI che vengono categorizzate sulla base di CARATTERISTICHE COMUNI, quindi sulla base di un CRITERIO di PROTOTIPICITA (Kant per primo parla di regole di sintesi circa lo schema del triangolo, che esiste nel pensiero e costituisce un prototipo del triangolo, sintetizza le caratteristiche distintive del triangolo, il quale cos pu essere riconosciuto nello spazio). Lo schema costituito dunque da un insieme di VALORI di DEFAULT, di CARATTERISTICHE PROTOTIPICHE degli oggetti che categorizza (Wittgenstein parla di somiglianze di famiglia).

    TIPI di SCHEMA Gli schemi non si riferiscono solamente ad insiemi di oggetti fisici, ma possono anche riguardare SEQUENZE di AZIONI, COMPORTAMENTI o di EVENTI. Si pu parlare ad esempio di SCRIPTS, ovvero di RAPPRESENTAZIONI MENTALI di EVENTI, MODELLI di ESPERIENZE STEREOTIPATE, ordinati in sequenza, e dei RELATIVI COMPORTAMENTI e SENTIMENTI. Se la Social Cognition parla di schemi di persona, di s, e gli psicologi della salute parlano di schemi della salute, lo schema cui fa riferimento la psicologia ambientale lo SCHEMA SOCIO-SPAZIALE Questo perch lAMBIENTE COSTRUITO pi o meno ISOMORFO al SISTEMA SOCIALE collocato al suo interno e perch NESSUN

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    ambiente umano, di qualche rilevanza, pu essere percepito come oggetto fisico ISOLATO dalle relative IMPLICAZIONI SOCIALI e dai relativi PATTERNS di ATTIVITA COMPORTAMENTALE. Nel processo di costruzione di uno schema, si codificano aspetti relativi al COSA (the whatness) ma anche aspetti concernenti il DOVE (the whereness), cosicch vengono a crearsi degli SCHEMI SOCIO-SPAZIALI, i quali integrano oggetti, persone, luoghi e tempi, in risposta a BISOGNI di ECONOMIA ed EFFICIENZA COGNITIVA. Ci consente di dare SIGNIFICATO e ORDINE agli eventi, ma anche di crearsi ASPETTATIVE, quindi di ANTICIPARE e AFFRONTARE al meglio eventi e situazioni futuri. Nella codifica dei luoghi inclusa anche la codifica della DIMENSIONE degli oggetti, che indicativa circa la DISTANZA SPAZIALE. In altre parole lo schema spaziale include la rappresentazione mentale della DISTANZA OTTIMALE in cui vengono a trovarsi determinati oggetti dei quali si pu cos stimare la relativa DIMENSIONE. Ed infine, inclusa anche la DIMENSIONE TEMPORALE, ovvero lORDINE TEMPORALE con cui vengono eseguite delle SEQUENZE di AZIONI. Lee Lo SCHEMA implica una SINTESI di oggetti fisici, relazioni sociali e spazio () sembra che lo spazio sia influenzato da ci che contiene, le relazioni sociali dallo spazio e gli oggetti fisici da coloro che vivono in esso e che li usano. E come se la loro STRETTA INTERDIPENDENZA avesse costruito unORGANIZZAZIONE MENTALE che li riunisce in una sola UNITA di FUNZIONAMENTO che serve da MODELLO per il COMPORTAMENTO. In riferimento agli schemi socio-spaziali si parla di AMALGAMA SOCIO-SPAZIALE, ovvero di unINTEGRAZIONE di rappresentazioni mentali di oggetti, persone e spazi che confluiscono in uno specifico SETTING AMBIENTALE e COMPORTAMENTALE (Es. sala delle udienze in tribunale, chiese, scuole, ristoranti). La creazione di uno schema socio-spaziale implica infatti uno STRETTO COLLEGAMENTO tra la codifica sociale, spaziale, degli eventi e degli oggetti siti in quello spazio, dunque consente di RICONOSCERE i tratti distintivi di un determinato ambiente, la sua configurazione fisica, la struttura sociale, le attivit tipiche, gli usi e costumi, PRESCRIVENDO cos il comportamento ritenuto pi adeguato o desiderabile in quel dato ambiente. Tuttavia gli schemi sono soggetti a CAMBIAMENTI DINAMICI, dovuti a processi di suddivisione in GERARCHIE e SOTTOTIPI, al possibile INDEBOLIMENTO di alcune TRACCE MNESTICHE, a eventuali INTERFERENZE oppure AGGIUSTAMENTI rispetto ad altri schemi; inoltre spesso sono di natura PROBABILISTICA, ossia forniscono indicazioni pi o meno probabili circa la configurazione di un ambiente ( impossibile trovare un altare in una scuola, o i banchi di scuola in una chiesa). EFFETTO RECENCY Tendenza ad accedere con maggiori probabilit a SCHEMI che sono stati ATTIVATI di RECENTE, o utilizzati in maniera RICORRENTE. Ci rimanda al concetto di DISPONIBILITA EURISTICA di Tversky e Kahneman Le PROBABILITA del verificarsi di un evento incerto sono valutate in base a quanto esso ACCESSIBILE alla memoria (in base a quanto facilmente viene richiamato alla mente), cosicch si ritiene che eventi pi RECENTI o pi RICORRENTI possano ripresentarsi con maggiori probabilit. Se il VANTAGGIO consiste nella RAPIDITA e nellECONOMIA del PROCESSO COGNITIVO, il RISCHIO quello di incorrere in ERRORI di STIMA delle PROBABILITA, circa il verificarsi di un evento.

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    La teoria degli schemi risulta utile per comprendere le modalit di ADATTAMENTO dei BAMBINI ai propri ambienti, processo che avviene appunto attraverso la SCHEMATIZZAZIONE (schema di casa e schema di scuola; il viaggio in pulmino determina nel bambino unimpressione di distacco netto dalla casa e dalla madre, mentre il viaggio a piedi consente unesplorazione dellambiente, favorendo la costruzione di nuovi schemi e dando unimpressione di collegamento tra la casa e la scuola, di valicabilit delle barriere tra i due luoghi). Essa spiega inoltre i FORTI LEGAMI AFFETTIVI con la propria CASA, in relazione a cui le persone costruiscono uno SCHEMA SOCIO-SPAZIALE DOMINANTE, rendendola emblema degli AFFETTI, di SICUREZZA, di FAMILIARITA. MAPPE MENTALI Scuola di Chicago di ecologia umana Le CARATTERISTICHE AMBIENTALI di luoghi urbani vengono correlate direttamente a RISPOSTE COMPORTAMENTALI e SOCIALI, dunque ritenute allorigine di fenomeni quali la delinquenza, il divorzio, la disoccupazione, la malattia mentaleTuttavia si pu replicare che le variabili ambientali costituiscono al limite soltanto uno dei TANTI FATTORI in gioco; inoltre la SUDDIVISIONE dellAMBIENTE in determinate UNITA cui corrispondono GRUPPI OMOGENEI di persone soltanto ARBITRARIA, in quanto si tralascia la percezione che ne hanno gli stessi residenti. Approccio fenomenologico di Cohen Il comportamento e le transazioni con lambiente sono orientati dallutilizzo di MAPPE MENTALI. In origine fu Tolman a parlare di MAPPE COGNITIVE (Cognitive maps in rats and men, 1948) in riferimento all APPRENDIMENTO LATENTE, una forma di apprendimento che avviene in ASSENZA DI RINFORZO e NON APPARENTE finch non viene introdotto un RINFORZO; in poche parole lAPPRENDIMENTO avviene anche SENZA RINFORZO, ma il COMPORTAMENTO APPRESO non viene ESIBITO finch non si prospetta uno SCOPO da REALIZZARE (comportamentismo intenzionale: importanza dellintenzionalit del comportamento, non pi semplice meccanismo stimolo-risposta). Tolman sostiene che gli animali (e gli uomini) possiedono delle MAPPE COGNITIVE delle SITUAZIONI, ossia delle RAPPRESENTAZIONI MENTALI di SPAZI che condurranno a una META. Tale meta viene raggiunta secondo il PERCORSO PIU SEMPLICE e MENO DISPENDIOSO secondo il PRINCIPIO DEL MINIMO SFORZO. Prima di Tolman Trowbridge (1913) e le MAPPE IMMAGINARIE. Muchow e Muchow (1935) e categorizzazione di AREE di VICINATO. Sweetzer (1927) e rappresentazione mentale di VICINATO SOCIO-FISICO in base a reti amicali. Ricerca di Lynch, 1960 Nascita dello studio delle mappe cognitive: MAPPATURA della citt svolta da persone comuni, con particolare attenzione ad ELEMENTI FISICI (Lynch un progettista urbano) ma scarsa attenzione agli ASPETTI SOCIALI. Garling e collaboratori (1984) La MAPPA COGNITIVA costituita da INFORMAZIONI depositate a lungo termine riguardanti la RELATIVA POSIZIONE degli oggetti e dei fenomeni nellAMBIENTE FISICO di ogni giorno. Lo SCHEMA

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    SOCIO-SPAZIALE invece include anche QUALITA SOCIO-AFFETTIVE dello SPAZIO. Lee (1954, 1968) Categorizzazione dellambiente urbano in VICINATO PERSONALE, CENTRO della CITTA e PARTE RESTANTE. Prove emerse dai disegni dei partecipanti e analisi dei relativi contenuti, e da interviste inerenti alla vita sociale nella citt; attenzione agli ASPETTI SOCIALI (grado di coinvolgimento nelle organizzazioni di comunit, relazioni amicali). SCHEMA SOCIO-SPAZIALE = FUSIONE dello SPAZIO FISICO e SOCIALE del VICINATO in ununica RAPPRESENTAZIONE MENTALE. Dalle mappature analizzate, il vicinato e i suoi confini risultano ben evidenziati rispetto allo sfondo, rivelandosi al CENTRO dellATTENZIONE. Come una MAPPA, lo SCHEMA rappresenta delle INFORMAZIONI SPAZIALI che possono essere RIPERCORSE a proprio piacimento; tuttavia esso qualcosa di pi di una mappa tridimensionale rappresentata nella mente. Bench la psicologia della Gestalt parli di ISOMORFISMO tra il MONDO ESTERNO e la sua RAPPRESENTAZIONE MENTALE, non necessariamente questo comporta unequivalenza di FORMA. I primi studi sulle mappe cognitive (Lynch, Tolman) prendono infatti in considerazione soltanto ASPETTI FISICI, tralasciando tutte quelle VARIABILI NON-SPAZIALI che incidono sulla percezione e sul recupero mnestico degli spazi e delle distanze, come la COMPONENTE AFFETTIVA, oppure gli EFFETTI di meccanismi innati alla base dellORGANIZZAZIONE PERCETTIVA (come suggerito dalla Gestalt, il processo di normalizzazione, o semplificazione strutturale, che tende alla buona forma, porta a percepire sempre una struttura nel modo pi semplice, ad organizzare le parti della struttura nella maniera pi semplice; ci che determina lapparire delle forme la caratteristica di pregnanza o buona forma da esse posseduta, ovvero quanto pi regolari, simmetriche, omogenee, equilibrate, semplici, concise esse sono, tanto maggiore la probabilit che siano percepite e immagazzinate in memoria). Uno spazio, per com rappresentato nella mente, risulta dunque semplificato, pi simmetrico ed equilibrato di quanto non sia effettivamente. In conclusione, i concetti di mappa cognitiva, rappresentazione spaziale, immagini mentali, seppur accostabili al concetto di schema socio-spaziale, risultano, rispetto ad esso, AFFETTIVAMENTE e PSICOLOGICAMENTE ARIDI, riguardando per lo pi ASPETTI FISICI e ignorando gli ASPETTI AFFETTIVI. La STIMA delle DISTANZE Se effettuata ricorrendo ad uno SCHEMA, la stima delle distanze si basa fondamentalmente sulla SOMMA delle STIME di RELAZIONI ORDINALI tra SEGNI TERRITORIALI. Essa pu tuttavia essere influenzata dalle seguenti VARIABILI FISICHE: mezzo di trasporto, numero di soste, traffico, linearit percepita del percorso... Thorndike aggiunge a queste variabili il n di CITTA INTERPOSTE tra due spazi; Lee parla di stima delle distanze rispetto a luoghi situati IN CENTRO, o comunque rispetto a DESTINAZIONI CHIAVE, costituenti delle ATTRATTIVE; Bruner e Goodman di distanze stimate rispetto al raggiungimento di OGGETTI di VALORE; Beloff e Beloff analizzano leffetto di PREGIUDIZI RAZZIALI nella stima della distanza tra persone bianche/di colore ritratte in fotografie.

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    In generale, si riscontrano risultati contrastanti tra studi sulla stima delle distanze entro CENTRI URBANI condotti in Europa e negli Usa, cosa che pu essere dovuta ad una DIVERSA CONFIGURAZIONE delle CITTA (a griglia in Usa, centripeta in Europa), per cui laccessibilit ai diversi luoghi e la mobilit risultano percepite diversamente, pur a parit di distanze effettive. In ogni caso, tutti gli studi sembrano suggerire che lelaborazione cognitiva delle distanze strettamente collegata ad uno SCHEMA SOCIO-SPAZIALE dellambiente, cosicch ad esempio la presenza di BARRIERE od OSTACOLI FISICI o SOCIALI determina una percezione di RALLENTAMENTO, di INCREMENTO della DISTANZA (studi di Kosslyn e co. linterposizione di barriere opache tra due oggetti, rispetto a barriere trasparenti, induce gli adulti a sovrastimare le distanze). Ruolo della COMPONENTE AFFETTIVA degli SCHEMI nella percezione della distanza Studi di MacBride condotti prima in una cittadina universitaria scozzese, e in seguito in Irlanda del Nord tra localit rispettivamente a maggioranza protestanti e a maggioranza cattoliche, rivelano che la presenza di RELAZIONI AMICALI tra persone o categorie di persone, o comunque il SENSO di AFFILIAZIONE POSITIVA, determina RIDUZIONI delle DISTANZE PERCEPITE tra rispettivi luoghi di residenza. Risultati simili sono stati ottenuti circa la stima della distanza tra persone ritratte in fotografie in situazioni presentate, da un gruppo di giudici, come amichevoli o meno. MICROECOLOGIA ed ISOMORFISMO SOCIO-SPAZIALE Festinger, Schachter e Back, 1950 Studi sulle residenze universitarie La semplice PROSSIMITA SPAZIALE, la posizione di oggetti nello spazio e lorientamento delle case influenza la nascita di RELAZIONI AMICALI (bench le famiglie fossero relativamente omogenee per et, classe sociale ed esperienza passata). Delle divergenze sorte circa il territorio appartenente allUniversit, portarono alla nascita di unassociazione di residenti per negoziare con essa, mostrando come la VICINANZA FISICA possa favorire gli INCONTRI e lo scambio di opinioni, nonch la nascita di pattern di AMICIZIA resa possibile dai ripetuti incontri e determinanti ulteriori incontri, con la conseguenza ultima del CONFORMISMO, allineamento di opinioni, formazione di norme comuni e infine azione comune formazione di GRUPPI SOCIALI ed ORGANIZZAZIONI. Si parla dunque di MICROECOLOGIA per spiegare come la distanza, o meglio la VICINANZA SPAZIALE, possa influenzare il COMPORTAMENTO UMANO, le INTERAZIONI, le RELAZIONI e le varie forme di ORGANIZZAZIONE, anche nel raggio di pochi metri. Ne deriva che lo schema socio-spaziale unisce le relazioni spaziali a quelle sociali (vicinanza spaziale = vicinanza socio-affettiva), creando un ISOMORFISMO tra gli SPAZI e le RELAZIONI SOCIALI. SVILUPPO degli SCHEMI in ATTEGGIAMENTI Bench lo schema sia una struttura puramente conoscitiva, dunque in teoria NEUTRO, esso pu acquisire VALENZA AFFETTIVA, anche se tale aspetto risulta trascurato

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    nella letteratura sulle mappe cognitive, dove prevalgono i contributi di urbanisti e geografi. Tuttavia le mappe cognitive NON sono ENTITA ISOLATE e A-CONTESTUALI () nella misura in cui esse codificano risorse, amici, ricordi e aspirazioni AFFETTIVAMENTE IMPORTANTI, cos come INFORMAZIONI CONCRETE circa configurazioni geografiche e percorsi, dovrebbero forse essere meglio descritte come MAPPE COGNITIVE/AFFETTIVE. Sebbene anche il costrutto di ATTEGGIAMENTO implichi CONNOTAZIONI VALUTATIVE, in realt lo schema e latteggiamento non sono coincidenti, bens latteggiamento ad INCLUDERE sempre e comunque una STRUTTURA CONOSCITIVA, un sistema di credenze, quale lo schema. LATTEGGIAMENTO primariamente VALUTATIVO, giustappunto una VALUTAZIONE che gli individui danno di SE STESSI, di ALTRI, di EVENTI, di QUESTIONI e di BENI MATERIALI, accompagnata da un certo GRADO di FAVORE o SFAVORE. Esso si fonda su SENTIMENTI o AFFETTI (profonda convinzione che la pena di morte sia sbagliata), su COGNIZIONI/CREDENZE in merito alloggetto preso in esame (la pena di morte non un deterrente efficace) e, di conseguenza orienta il COMPORTAMENTO e lAZIONE (voto contro la pena di morte). Lo SCHEMA invece una STRUTTURA CONOSCITIVA UTILE che pu avere VALENZA AFFETTIVA, ma tuttavia NON VALUTATIVO e NON predispone allazione (uno schema circa la pena di morte implica una visione della stessa a livello puramente conoscitivo/informativo, e al limite pu evocare un senso di terrore, ma qualora si accompagni ad un grado di favorevolezza e si traduca in azione, esso va gi inteso come atteggiamento). In conclusione, un ATTEGGIAMENTO pu INCLUDERE una serie di SCHEMI. Se gli atteggiamenti risultano cos RESISTENTI al CAMBIAMENTO perch sono gli SCHEMI di conoscenze e credenze sottostanti ad essere tendenzialmente RIGIDI ed IMMODIFICABILI; un eventuale cambiamento pu al limite essere MEDIATO da modifiche a livello dei SENTIMENTI collegati allatteggiamento, poich si tende a portare avanti cognizioni che sono CONGRUENTI con i sentimenti. Leventuale INCOMPATIBILITA, DISSONANZA, tra nuove informazioni o sentimenti diversi, e quelli dello schema originario, pu generare il CAMBIAMENTO, purch lincongruenza sia ELEVATA, altrimenti si attiver semplicemente un processo di ASSIMILAZIONE, dunque una modifica solo parziale (Rothbart distingue tra cambiamento di registrazione e cambiamento di conversione). Oppure, per ovviare allincompatibilit, si creano dei SOTTOTIPI subordinati allo schema principale. MEMORIA e CONGRUENZA/INCONGRUENZA con gli SCHEMI STIMOLI CONGRUENTI con uno SCHEMA sembrano facilitare lapprendimento e il processo di memorizzazione a seconda di: quantitativo di ATTENZIONE rivolto allo SCHEMA in questione, che pu essere INCIDENTALE oppure INTENZIONALE; in base alla FORZA e alla SALIENZA dello schema; in base alla PRIORITA dello schema. SCHEMI e CATEGORIZZAZIONE I processi di schematizzazione e categorizzazione stanno alla base della conoscenza: una volta formati, gli schemi vengono ampliati, suddivisi, collegati in METASTRUTTURE GERARCHICHE che consentono di immagazzinare, in modo

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    semplice e ordinato, la realt in tutta la sua complessit, inserendo innumerevoli informazioni nelle CATEGORIE pi APPROPRIATE e consentendo di collegare uno schema ad un altro nelle SEQUENZE di PENSIERI. Secondo la teoria della categorizzazione il processo di matching, o di elaborazione top-down, segue il criterio di PROTOTIPICITA, ovvero il nuovo stimolo viene ACCOSTATO ad una categoria, uno schema, che ne riassume le CARATTERISTICHE DISTINTIVE, soprattutto in seguito a RIPETUTE ESPOSIZIONI ad esempi di quel dato schema. RAPPRESENTAZIONI SOCIALI e SCHEMI RAPPRESENTAZIONE SOCIALE Schema CONDIVISO da molti individui, risultato di una NEGOZIAZIONE di SIGNIFICATO, che viene INTERIORIZZATO a livello COLLETTIVO e utilizzato per interpretare e dare un SENSO (condiviso e collettivamente accettato) agli EVENTI. Esso diviene dunque NORMATIVO allinterno di un gruppo o di un collettivo, ovvero plasma gli SCHEMI INDIVIDUALI e, in questo modo, viene plasmato.

    3. TEORIE dei PROCESSI COGNITIVI e psicologia ambientale Connessioni tra alcune TEORIE PSICOLOGICHE CLASSICHE e TEORIE specifiche della

    PSICOLOGIA AMBIENTALE PERCEZIONE A partire dalla teoria della Gestalt si consolidano una serie di assunti fondamentali in materia di percezione, alcuni dei quali anticipano moderni punti di vista della psicologia ambientale. Innanzitutto il RUOLO ATTIVO del SOGGETTO nel processo di percezione La PERCEZIONE NON semplice REGISTRAZIONE SENSORIALE, bens un PROCESSO COGNITIVO a tutti gli effetti, cosicch gli STIMOLI ESTERNI svolgono un RUOLO di OCCASIONE pi che di CAUSA. Ne deriva che tra REALTA FISICA e REALTA FENOMENICA (psichica) NON esiste CORRISPONDENZA BIUNIVOCA (come dimostra lesperimento di Wertheimer sul fenomeno phi, circa il moto apparente di un punto luminoso in assenza di un reale spostamento fisico). Il CAMPO PERCETTIVO organizzato secondo LEGGI per cui le PARTI sottostanno al TUTTO, e dal TUTTO traggono CARATTERISTICHE NUOVE, diverse: lINTERO qualcosa di PIU e di DIVERSO rispetto alla SOMMA delle SINGOLE PARTI (critica allo strutturalismo la percezione di un oggetto non il prodotto della semplice associazione di elementi sensoriali distinti). La percezione non dipende dagli ELEMENTI, MA dalla STRUTTURAZIONE di questi ELEMENTI in un INSIEME ORGANIZZATO, detto GESTALT (forma, struttura, pattern). Il soggetto PERCEPISCE ponendo delle RELAZIONI tra gli STIMOLI ESTERNI, tra gli elementi dellesperienza, e RICONOSCENDOVI una STRUTTURA PRIVILEGIATA. Ci che viene percepito non corrisponde alla somma degli stimoli sensoriali esterni, bens DIPENDE dallAUTONOMA ORGANIZZAZIONE dei PROCESSI PERCETTIVI. Gibson aggiunger che la percezione deve essere considerata UNITAMENTE alla STRUTTURA dello SFONDO (contesto, ambiente) su cui gli oggetti si PROIETTANO. Egli sostiene che unampia gamma di INFORMAZIONI INSITA nella DISTRIBUZIONE SPAZIALE e TEMPORALE degli STIMOLI (posizione, dimensione, profondit,

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    inclinazione). Tali informazioni prendono il nome di AFFORDANCES (da to afford = offrire), nel senso di disponibilit degli oggetti (commestibilit, percorribilit, afferrabilit), di ci che gli oggetti offrono, forniscono (a livello di informazione). Percepire significa cogliere queste informazioni percettive. Ma soprattutto Lewin ad offrire un contributo importante in materia di percezione e cognizione ambientale, attraverso la sua TEORIA del CAMPO, ponendo laccento sullINTERAZIONE tra il mondo interno della persona e il mondo esterno, lambiente, il quale comprende fattori sia puramente ambientali che sociali. Per quanto riguarda la persona, egli parla di SPAZIO di VITA, riferendosi non solo alla sfera psichica del soggetto ma anche al suo AMBIENTE PSICHICO, ovvero alla RAPPRESENTAZIONE MENTALE che lindividuo ha dei vari aspetti dellambiente (persone, oggetti, attivit e situazioni) nel quale inserito. E cos che Lewin anticipa il concetto di SCHEMA AMBIENTALE, come testimoniato dalla descrizione di un paesaggio, da lui attraversato in seguito alla guerra, dal quale emergono aspetti FISICI, ma anche SOCIALI, AFFETTIVI, EMOZIONALI e COMPORTAMENTALI. Lattivazione di uno schema ambientale scatena in lui aspettative percettive, cognitive, affettive e comportamentali. La PERCEZIONE in psicologia ambientale

    1. INTERAZIONE individuo-ambiente Il processo di PERCEZIONE il risultato dellINTERAZIONE tra lindividuo e lambiente, poich lindividuo stesso PARTE INTEGRANTE dellambiente, dunque la sua posizione e i suoi movimenti nello spazio vanno ad incidere sulla percezione che ha dellambiente, di spazi, grandezze e distanze. Nellesplorazione di un ambiente il soggetto fa riferimento a 2 SISTEMI di COORDINATE: un SISTEMA PATTERN-ORIENTED (centrato sullAMBIENTE ESTERNO al soggetto), e un SISTEMA EGO-ORIENTED (centrato sul SOGGETTO).

    2. MOLTEPLICITA dei CANALI SENSORIALI Nella percezione di un ambiente vengono attivati PIU CANALI SENSORIALI in contemporanea, bench vengano considerate per lo pi le sensazioni VISIVE e ACUSTICHE; in realt hanno rilievo anche le percezioni TATTILI e OLFATTIVE, nonch le sensazioni di TEMPERATURA, MOVIMENTO, BENESSERE o DISAGIO.

    3. Percezione nel TEMPO La percezione di ambienti NON CIRCOSCRITTA nel tempo, ma si svolge NEL TEMPO, in risposta a continui CAMBIAMENTI di distanze, prospettive, dunque, a SPOSTAMENTI dellATTENZIONE e mutamenti nellATTIVAZIONE EMOZIONALE e MOTIVAZIONALE.

    4. AMBIENTE come OGGETTO UNITARIO Lambiente non viene percepito come una miriade di stimoli separati, bens come OGGETTO UNITARIO, in linea con le TEORIE GESTALTICHE del RAGGRUPPAMENTO e i relativi principi della vicinanza, pregnanza, somiglianza, rapporto figura-sfondo E lATTIVAZIONE di un CONTESTO a dare SIGNIFICATO allesplorazione dei singoli oggetti collocati in esso (=attivazione di uno schema ambientale).

    Come suggerito dalla teoria della Gestalt, anche in psicologia ambientale si ha che: 2 gli oggetti sono CODIFICATI pi facilmente se collocati in un CONTESTO ORGANIZZATO, cosicch le scene ORGANIZZATE si ricordano anche meglio. 2 Durante il recupero mnestico, le SCENE DISORGANIZZATE vengono SEMPLIFICATE e rese pi CONSUETE. 2 OGGETTI ANOMALI sono riconosciuti facilmente. 2 INFORMAZIONI RILEVANTI o CONGRUENTI con lo SCHEMA vengono meglio ricordate.

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    In base alla RELAZIONE con lo SCHEMA che si attiva, gli stimoli ambientali possono essere raggruppati in 4 categorie:

    - SCHEMA-EXPECTED items ELEMENTI FONDAMENTALI di un ambiente affinch possa essere riconosciuto come ESEMPIO dello SCHEMA attivato, che ci si attende di trovare nellambiente in base allo schema attivato (pareti e soffitto in una stanza).

    - SCHEMA-COMPATIBLE items ELEMENTI dellambiente COMPATIBILI con lo schema ambientale attivato, che possiamo attenderci con pi o meno probabilit (palchi laterali di un teatro).

    - SCHEMA-IRRELEVANT items ELEMENTI IRRILEVANTI di un ambiente, che non determinano lattivazione di uno schema ambientale, pur essendoci (tappeti, vasi di fiori in una stanza).

    - SCHEMA-OPPOSED items ELEMENTI CONTRASTANTI con lo schema ambientale attivato (acquario in una chiesa).

    LATTENZIONE sar generalmente rivolta verso gli elementi SCHEMA-EXPECTED, oppure verso gli elementi SCHEMA-OPPOSED, in quanto anomali in quel contesto. Questi tipi di elementi, che definiscono lappartenenza di un dato ambiente ad una data categoria, determinano solamente la COMPONENTE COGNITIVA dello SCHEMA, ovvero la CONOSCENZA dellambiente, ma non le altre: AFFETTIVO-EMOZIONALE, COMPORTAMENTALE, VALUTATIVA. La prima consiste nelle REAZIONI EMOTIVE del soggetto nei confronti di un dato ambiente, dalla valenza positiva/negativa, ed influenzata dalle ESPERIENZE PRECEDENTI del soggetto. La seconda riguarda lUTILIZZO dellAMBIENTE, ovvero le informazioni relative al COMPORTAMENTO che il soggetto pu/deve tenere nellambiente a seconda di SCOPI e MOTIVAZIONI. Lultima riguarda la VALUTAZIONE che lindividuo d dellambiente in RELAZIONE alle altre 3 COMPONENTI, ossia relativamente alla propria CONOSCENZA dellambiente (componente cognitiva), alle EMOZIONI che questo gli suscita (componente affettivo-emozionale) ed alla FUNZIONALITA delle proprie AZIONI in quellambiente (componente comportamentale). ATTENZIONE LATTENZIONE il processo cognitivo che consente alla mente di CONCENTRARSI SELETTIVAMENTE su determinati stimoli che colpiscono il sistema percettivo, ignorandone altri. Essa si distingue in:

    ATTENZIONE SELETTIVA Capacit di SELEZIONARE tra PIU FONTI di INFORMAZIONE, focalizzandosi su determinati stimoli.

    TEORIA del FILTRO PRECOCE (dellattenzione), Broadbent, 1958 Per spiegare perch, rispetto al FLUSSO di INPUT ESTERNI, la mente operasse solo su ALCUNI di essi, Broadbent ipotizz lesistenza di un SISTEMA di FILTRAGGIO: il FILTRO avrebbe operato in relazione alle FINALITA, ai COMPITI e alle ASPETTATIVE del soggetto, selezionando gli STIMOLI RILEVANTI e scartando il resto. Soltanto agli STIMOLI FILTRATI seguirebbe unELABORAZIONE COGNITIVA (elaborazione del significato). Questa selezione avverrebbe dopo una PRIMA ANALISI delle CARATTERISTICHE FISICHE degli STIMOLI (magazzino a breve termine). LIMITI:

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    - EFFETTI dellINFORMAZIONE TRASCURATA sullINTERPRETAZIONE dei messaggi uditi. - INTRUSIONE dellINPUT NON ATTESO anche se alcuni input giungono allorecchio con il quale

    non si presta attenzione, possono comunque essere colti; prendendo lesempio del cocktail party, durante una conversazione in cui siamo focalizzati sullinterlocutore, ci accorgiamo tuttavia se qualcuno pronuncia il NOSTRO NOME. Cherry (1953) parla di EFFETTO COCKTAIL PARTY, dopo aver condotto uno studio sullascolto dicotico: ai soggetti venivano presentati, attraverso delle cuffie, 2 DIFFERENTI MESSAGGI, uno allorecchio dx e uno allorecchio sx. Il compito richiedeva di prestare attenzione a UN SOLO MESSAGGIO (un solo canale attentivo = un solo orecchio), cos da RIPETERLO a voce alta parola per parola (compito di overshadowing). Successivamente per i soggetti furono TESTATI anche in merito al messaggio a cui NON avevano prestato attenzione, del quale, si scopr, non ricordavano n il senso, n le parole, n la lingua, limitandosi a distinguere la VOCE MASCHILE da quella FEMMINILE e se era stato introdotto un RUMORE al posto di una voce In assenza di attenzione: caratteristiche fisiche ma NON significato.

    TEORIA del FILTRO ATTENUATO, Treisman, 1960 Linformazione del CANALE ATTENTIVO TRASCURATO non viene eliminata, bens ATTENUATA ed elaborata se RILEVANTE (fase di pre-elaborazione?), INTENSA, NUOVA, oppure INASPETTATA secondo il nostro sistema di aspettative (leone nel giardino di casa). Dunque lattenzione determinata da un FATTORE ESTERNO, relativo alle caratteristiche dello stimolo, e da un FATTORE INTERNO, concernente lo stato interno di aspettative della persona.

    ATTENZIONE DIVISA (o distribuita) Capacit di CONTROLLARE e DISTRIBUIRE le RISORSE ATTENTIVE tra PIU COMPITI contemporaneamente.

    ATTENZIONE SOSTENUTA Capacit di MANTENERE nel tempo una PRESTAZIONE ATTENTIVA SUFFICIENTE per il rilevamento di uno STIMOLO INFREQUENTE.

    APPRENDIMENTO, MEMORIA e TEORIA dello SCHEMA APPRENDIMENTO Pu essere definito come il PROCESSO PSICHICO che consente una MODIFICAZIONE relativamente DUREVOLE del COMPORTAMENTO per effetto dellESPERIENZA. Esso poggia sul processo psichico della MEMORIA Capacit di CONSERVARE INFORMAZIONI nel tempo. Il SISTEMA MNESTICO ipotizzato da Atkinson e Shiffrin si articola in 3 SOTTOSISTEMI:

    - REGISTRO SENSORIALE (RS) MAGAZZINO di MEMORIA MODALITA-SPECIFICO e PRE-ATTENTIVO, il quale trattiene PROVVISORIAMENTE linformazione nel FORMATO SENSORIALE ORIGINARIO per consentire lORIENTAMENTO dellATTENZIONE.

    - MEMORIA A BREVE TERMINE (MBT) MAGAZZINO di MEMORIA TEMPORANEA, che richiede lINTERVENTO dellATTENZIONE, ha CAPACITA LIMITATA e BREVE DURATA, in quanto le informazioni vanno incontro a DECADIMENTO entro 30 secondi. Linformazione pu essere MANTENUTA nella MBT tramite REITERAZIONE (ripetizione prolungata verbale o mentale).

    La CAPACITA della MBT, ossia il N di ELEMENTI presenti in essa, indicata con il termine SPAN DI MEMORIA. Inoltre si parla di BUFFER di REITERAZIONE per indicare una sorta di SOTTOMAGAZZINO in cui, via via che si aggiungono informazioni e

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    si raggiunge il LIMITE dello SPAN, ne vengono espulse altre, le quali passano nella MLT. Nella MBT le informazioni vengono CODIFICATE, ossia RAPPRESENTATE SIMBOLICAMENTE affinch possano essere immagazzinate nella MLT. Esistono DIVERSI LIVELLI di CODIFICA dellinformazione, ossia DIVERSI LIVELLI di ELABORAZIONE. Craik & Lockhart, 1972 Svilupparono il concetto di PROFONDITA della CODIFICA (o dellelaborazione): si ricorda meglio un materiale che stato ELABORATO in MODO PROFONDO, quindi SIGNIFICATIVO, a prescindere dallintenzionalit di apprenderlo o meno.

    - MEMORIA A LUNGO TERMINE (MLT) MAGAZZINO di MEMORIA a LUNGA CONSERVAZIONE, caratterizzato da CAPACITA e DURATA ILLIMITATE.

    Perch avvenga APPRENDIMENTO indispensabile la FASE DI RECUPERO dellINFORMAZIONE, processo attraverso il quale possibile RIACCEDERE alle informazioni immagazzinate nella MLT per ULTERIORI ELABORAZIONI. Lefficacia del recupero dipende per gran parte dallefficacia delle strategie con cui stata originariamente codificata linformazione, dunque dalla profondit con cui stata elaborata linformazione. Tulving Distinzione, entro la MLT, di MEMORIA SEMANTICA vs EPISODICA. La MEMORIA SEMANTICA concerne linsieme delle CONOSCENZE ENCICLOPEDICHE sul mondo, ma senza riferimenti al momento in cui sono state acquisite (totalmente SVINCOLATA da MEMORIA EPISODICA). So cos una chitarra. Le CONOSCENZE SEMANTICO-LINGUISTICHE sono ORGANIZZATE in PAROLE, CONCETTI, SIMBOLI, RELAZIONI tra SIGNIFICATI e REFERENTI, pertanto si conservano nel tempo abbastanza INALTERATE, a differenza dei contenuti della memoria episodica. La MEMORIA EPISODICA riguarda invece il RICORDO di EVENTI SPECIFICI, avvenuti in un CONTESTO PARTICOLARE, in un determinato MOMENTO e LUOGO (ricordo dove e quando ho comprato la mia chitarra). e lo schema? Neisser Lo schema quella PARTE dellintero CICLO PERCETTIVO che INTERNA al percettore, MODIFICABILE dallESPERIENZA, e in qualche modo specifica rispetto a ci che viene percepito. Lo schema accetta le informazioni man mano che si rendono disponibili a livello di SUPERFICIE SENSORIALE, ed MODIFICATO da tali informazioni; GUIDA i movimenti e le ATTIVITA ESPLORATIVE che consentono una quantit maggiore di informazione, da cui ULTERIORMENTE MODIFICATO. Lo schema svolge un ruolo di MEDIATORE entro i processi cognitivi, ovvero gli SCHEMI PREESISTENTI nella nostra mente SELEZIONANO a livello attentivo alcuni tra gli svariati STIMOLI AMBIENTALI, assimilando NUOVE INFORMAZIONI e ACCOMODANDOSI, adattandosi, ad esse. In questo senso lo schema , in accezione dinamica, sia ORIGINE che PRODOTTO FINALE della CONOSCENZA. ATTENZIONE, APPRENDIMENTO e MEMORIA in psicologia ambientale Applicando le teorie della Treisman in materia di attenzione alla psicologia ambientale, possiamo dire che lATTENZIONE determinata dalla SALIENZA PERCETTIVA degli elementi (criterio esterno caratteristiche fisiche e posizione spaziale); dallo STATO di

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    ASPETTATIVA del soggetto (criterio esterno/interno grado di probabilit con cui ci si attende un elemento in un dato ambiente, in base alla discrepanza tra le sue caratteristiche e il modello prototipico delloggetto contenuto nello schema); dalla MOTIVAZIONE allesplorazione ambientale (criterio interno). Secondo una teoria lattenzione maggiormente rivolta verso elementi SCHEMA-EXPECTED, cosicch questi saranno elaborati pi profondamente e ricordati meglio. Secondo unaltra teoria, gli elementi attesi vengono dati per SCONTATI, cosicch i processi di attenzione, elaborazione e codifica saranno maggiormente rivolti a elementi INCIDENTALI, VARIABILI, ACCESSORI. Serie di esperimenti sulla MOTIVAZIONE allESPLORAZIONE AMBIENTALE I Condizione di APPRENDIMENTO INCIDENTALE BASSA ATTENZIONE: i partecipanti devono attraversare un ambiente per raggiungere unaltra stanza in cui svolgere una prova di memoria. II Condizione di APPRENDIMENTO INTENZIONALE ALTA ATTENZIONE: i partecipanti sono MOTIVATI a prestare attenzione perch sottoposti ad una prova di memoria circa lambiente attraversato. In seguito, PROVA di RIEVOCAZIONE GENERALE e PROVA di RICONOSCIMENTO (identificazione di elementi dellambiente presentati in fotografia con alcuni distruttori). ELEMENTI da ricordare: STRUTTURALI + 1 CARATTERISTICA SPECIFICA (prevedibili, schema-expected) vs. ARREDAMENTO (meno prevedibili, pi vari, ma necessari). Nella condizione apprendimento incidentale vengono ricordati meglio gli elementi schema-expected, sintomo di uno scarso livello di attenzione e di una elaborazione superficiale degli input ambientali. Nella condizione apprendimento intenzionale la motivazione dei partecipanti li induce a focalizzare lattenzione su elementi incidentali, variabili e particolareggiati, dunque a compiere uno sforzo cognitivo nellelaborazione degli stessi, mentre gli oggetti schema-expected, ugualmente ricordati, sono frutto di unelaborazione attenuata, priva di sforzi. Questo risultato risponderebbe a un MECCANISMO di RISPARMIO di RISORSE COGNITIVE che funzionale al WAY-FINDING (codifica e memoria di percorsi, orientamento spaziale, superamento di ostacoli in un percorso). Inoltre, anche la TIPICITA e la SALIENZA degli elementi, ovvero la loro RILEVANZA e CONGRUENZA con gli schemi ambientali attivati, sembra orientare lattenzione, facilitare il processo di codifica e di memorizzazione, cosicch ELEMENTI TIPICI, SCHEMA-EXPECTED, dunque congruenti con lo schema, hanno maggiori probabilit di essere ricordati in condizione di bassa attenzione, mentre in condizione di alta attenzione, essendo facilitata lelaborazione di elementi attesi, si concentrano le risorse cognitive su elementi NON TIPICI, ACCESSORI. Tuttavia lattivazione di uno SCHEMA ben CONSOLIDATO pu determinare una FORZATURA della realt entro lo stesso schema e causare DISTORSIONI dellambiente. MOTIVAZIONE ed EMOZIONE

    MOTIVAZIONE E un FATTORE DINAMICO del COMPORTAMENTO UMANO e ANIMALE che ATTIVA e DIRIGE un organismo verso una META, nello specifico, verso la SODDISFAZIONE di un BISOGNO. Con il termine motivazione ci si riferisce quindi a uno STATO PSICOBIOLOGICO che ATTIVA (da un punto di vista energetico) e INDIRIZZA il COMPORTAMENTO.

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    Le teorie principali circa la motivazione sono le TEORIE dellISTINTO (Lorenz), la TEORIA della RIDUZIONE delle PULSIONI (Freud) e le teorie che prendono in considerazione lINTERRELAZIONE PERSONA-AMBIENTE (Lewin, Murray). Inoltre Maslow a descritto una PIRAMIDE dei BISOGNI che ha alla BASE i BISOGNI BIOLOGICI (cibo, acqua, aria) e, via via salendo, i BISOGNI di SICUREZZA (attaccamento), di APPARTENENZA (gruppi sociali e valide relazioni affettive), di STIMA e, infine, al VERTICE, i BISOGNI di AUTOREALIZZAZIONE: essere capaci di ESPLORARE e REALIZZARE RELAZIONI con gli altri, seguire INTERESSI per MOTIVI INTRINSECI e non per uno status o per ottenere il consenso). La MOTIVAZIONE dipende dal SODDISFACIMENTO PROGRESSIVO di una serie di BISOGNI ordinati GERARCHICAMENTE, dai bisogni primari, FISIOLOGICI, fino ai bisogni di AUTOREALIZZAZIONE. Esiste una PRIORITA NATURALE tra i bisogni, ovvero la MOTIVAZIONE perdura fin tanto che non stato soddisfatto un BISOGNO collocato a un certo livello della scala, e soltanto la soddisfazione di tale bisogno potr rendere MOTIVANTE il bisogno di ORDINE SUPERIORE.

    EMOZIONE Stato complesso e organizzato composto da: - Componente affettiva VALENZA AFFETTIVA POSITIVA/NEGATIVA evocata da un

    oggetto (attrazione/repulsione) che determina piacere/dispiacere. - Componente cognitiva Percezione, valutazione ed eventuale etichettamento linguistico. - Componente fisiologica REAZIONI SOMATICHE SPECIFICHE (viscerali), che preparano

    fisiologicamente lorganismo a REAGIRE allevento scatenante, ossia a dare RISPOSTE ADATTIVE alle RICHIESTE AMBIENTALI; accelerazione del BATTITO CARDIACO e del RITMO RESPIRATORIO, SUDORAZIONE abbondante e altre funzioni controllate dal sistema nervoso autonomo.

    - Componente comportamentale Espressione facciale e posturale, predisposizione allAZIONE.

    Ekman & Friesen hanno individuato 6 EMOZIONI FONDAMENTALI (rabbia, paura, sorpresa, repulsione, gioia e tristezza) ritenute UNIVERSALI, ossia riscontrabili allo stesso modo in TUTTE le CULTURE e INDIPENDENTI dallAPPRENDIMENTO. Ci sarebbe dimostrato dal fatto che STESSE ESPRESSIONI FACCIALI relative a queste emozioni sono state riscontrate anche in BAMBINI NATI CIECHI (quindi incapaci di apprendere per imitazione) e in CULTURE DIVERSE. Dalla COMBINAZIONE delle EMOZIONI FONDAMENTALI avrebbero poi origine le EMOZIONI COMPLESSE, come il RIMORSO (disgusto + tristezza), la DELUSIONE (disgusto + sorpresa). Successivamente i due autori hanno introdotto il concetto di DISPLAY RULES, che sta per REGOLE di ESIBIZIONE: sebbene alla base delle emozioni ci siano PROGRAMMI NEURO-MOTORI INNATI, possibile tuttavia MODULARE la manifestazione delle emozioni (intensificare, inibire, neutralizzare o mascherare), secondo REGOLE PRESCRITTE CULTURALMENTE. MOTIVAZIONE ed EMOZIONE negli ambienti Motivazione ed emozione riguardano la COMPONENTE AFFETTIVO-EMOZIONALE e COMPORTAMENTALE degli schemi ambientali. Rispetto al TIPO di MOTIVAZIONE e dunque di APPRENDIMENTO AMBIENTALE si distinguono 2 situazioni principali: 1. CONDIZIONE di ALTA ATTENZIONE APPRENDIMENTO INTENZIONALE, in cui lo scopo del soggetto pu essere raggiunto attraverso azioni nellambiente in cui si trova, cosicch lAMBIENTE ha

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    VALORE FUNZIONALE, di utilit. In questo caso la FAMILIARITA che lindividuo ha con gli elementi dellambiente di tipo FUNCTIONAL, ovvero una familiarit DA USO. Ci significa che lindividuo apprende per lo pi gli ELEMENTI FUNZIONALI rispetto ai compiti che egli svolge in quellambiente (es. ufficio), non pi in base alla loro salienza o attinenza con lo schema ambientale, ma in maniera intenzionale. 2. CONDIZIONE di BASSA ATTENZIONE APPRENDIMENTO INCIDENTALE, in cui lambiente non direttamente connesso agli scopi dellindividuo, cosicch lelaborazione delle informazioni ambientale sar SUPERFICIALE, e tuttavia sufficiente a rilevare elementi schema-expected. In questa condizione la FAMILIARITA che lindividuo ha con gli elementi ambientali definita ACQUAINTANCE FAMILIARITY: SUPERFICIALE. Si apprendono per lo pi dei LANDMARKS, ovvero dei SEGNALI del TERRITORIO percettivamente vistosi che fungono da PUNTI di RIFERIMENTO, avendo come scopo quello del WAY FINDING (semplice orientamento spaziale). In materia di EMOZIONI: Russell e Lanius, 1984 Collocano le possibili DEFINIZIONI di emozioni suscitate da uno stimolo nellarea semantica della PIACEVOLEZZA/ATTIVAZIONE e rispettivi contrari. Tale modello tralascia per linfluenza esercitata dalla MOTIVAZIONE e dalle ESPERIENZE PERSONALI del soggetto, poich le emozioni suscitate da un ambiente dipendono non solo dalle sue QUALITA INTRINSECHE, ma anche dalla STORIA del soggetto e dai suoi SCOPI ATTUALI (temporanei o permanenti). Relativamente alle CARATTERISTICHE AMBIENTALI che possono suscitare piacevolezza/spiacevolezza, secondo il modello dei Kaplan esse sono COERENZA, LEGGIBILITA, COMPLESSITA, MISTERO. Si tratta rispettivamente della congruenza dellambiente con lo schema ambientale attivato, cosicch risulta facile categorizzarlo e riconoscerlo, dunque evoca sentimenti positivi. Conseguenza inferita dalla coerenza la LEGGIBILITA, ovvero la prevedibilit, la decifrabilit e la percorribilit dellambiente, la capacit di facilitare una conoscenza e una comprensione, nonch lorientamento in esso, lindividuazione di percorsi connessi ai propri scopi (affordances). La COMPLESSITA intesa in senso di RICCHEZZA, di VARIETA, purch non ostacoli la leggibilit. Il MISTERO, conseguenza della complessit, indice di FASCINO, di CURIOSITA, cosicch si spinti ad esplorare ulteriormente un ambiente, nel desiderio di scoprire, di conoscere (purch il mistero non si traduca in pericolo). Anche il modello dei Kaplan trascura tuttavia le VARIABILI INDIVIDUALI del soggetto, concentrandosi troppo su quelle FISICHE dellambiente. Purcell, 1986 MODELLO della DISCREPANZA La piacevolezza evocata da un ambiente dipende dal grado di DISCREPANZA tra le sue caratteristiche fisiche e le ASPETTATIVE conseguenti allattivazione dello schema ambientale. E necessario un GRADO OTTIMALE di discrepanza, per cui lo stimolo percepito come NOVITA al punto da determinare un LIVELLO di ATTIVAZIONE ADEGUATO del sistema nervoso autonomo; ma non troppo da risultare INCOMPATIBILE con lo schema attivato e il sistema di aspettative, e determinare FRUSTRAZIONE. Anche la VALUTAZIONE della DISCREPANZA dipende comunque dalla STORIA dellindividuo, poich sono le esperienze a determinare la formazione e lutilizzo successivo di certi

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    schemi: un FATTO SOGGETTIVO e INTERINDIVIDUALE, influenzato da variabili individuali (es. et) e culturali. LINGUAGGIO e DESCRIZIONE di LUOGHI La descrizione di ambienti utilizzata per eccellenza per studiare il LINGUAGGIO, poich avviene solitamente durante una conversazione, gli interlocutori si riferiscono entrambi a determinati elementi, la correttezza della descrizione pu essere verificata e, infine, il soggetto pu scegliere di descrivere un ambiente secondo DIVERSI CRITERI (Clark e Clark: livello generale/particolare, contenuto, ordine, relazioni), ed in base a queste scelte descrittive che si pu inferire una sua possibile RAPPRESENTAZIONE del LUOGO. Se la conversazione centrata sulla descrizione di luoghi di tipo INFORMATIVO, secondo Grice possibile individuare 4 REGOLE CONVERSAZIONALI, relative alla quantit (giusto quantitativo di informazioni), qualit (informazioni valide), pertinenza, e modalit (chiarezza, comprensibilit del linguaggio). Wunderlinch e Reinelt parlano invece di un modello di interazione definito Interactional schema of living directions, scandito da 4 fasi: inizio (richiesta di informazioni + comprensione e accettazione della richiesta), descrizione, rassicurazione (accertarsi della comprensione della descrizione), chiusura (espressione di soddisfazione e gratitudine). DESCRIZIONI di LUOGHI nella PSICOLOGIA AMBIENTALE 4 SCELTE o criteri di descrizione dei luoghi (Clark e Clark): LIVELLO di SPECIFICAZIONE (generale/particolare) Per selezionare le INFORMAZIONI UTILI (specifiche o generali) tralasciandone altre necessario avere CONOSCENZE ADEGUATE dellambiente e una RAPPRESENTAZIONE REALISTICA del livello di conoscenze e degli scopi dellINTERLOCUTORE, al quale va inizialmente fornita qualche INFORMAZIONE GENERALE come QUADRO di RIFERIMENTO. E necessario infatti pervenire ad una RAPPRESENTAZIONE MENTALE COMUNE ai fini dellintesa, aiutare linterlocutore ad attivare lo SCHEMA ADEGUATO (gli interessano gli oggetti di una stanza oppure quale uso viene fatto della stanza?). Tuttavia, anche volendo descrivere un ambiente a livello generale, informazioni VAGHE e EMOZIONALI risultano INUTILI per lattivazione di uno schema nellinterlocutore. Relativamente alla QUANTITA delle INFORMAZIONI, necessario evitare un SOVRACCARICO, che creerebbe solamente CONFUSIONE, mentre importante la RILEVANZA e la PERTINENZA delle informazioni. Nella descrizione di un percorso risultano ad esempio rilevanti elementi che hanno valore di LANDMARKS, segni territoriali vistosi e riconoscibili. Laggiunta di dettagli irrilevanti, che rischia di confondere linterlocutore, indice della grande FAMILIARITA che il parlante ha con il luogo, a riprova del fatto che ad un alto grado di familiarit non corrisponde necessariamente la chiarezza della descrizione. CONTENUTO Anche questo fattore determinato dallo SCOPO della COMUNICAZIONE e dalla quantit di INFORMAZIONI CONDIVISE dagli interlocutori, nonch dagli SCOPI che il parlante aveva nella fase di APPRENDIMENTO dellAMBIENTE. Infatti, sia la MOTIVAZIONE che la TIPICITA e la

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    SALIENZA di certi items, hanno originariamente influenzato i processi di attenzione, codifica e memorizzazione dellambiente. Il contenuto della descrizione inoltre influenzato da AUTOLIMITAZIONI dovute alle ISTRUZIONI del COMPITO, come ad esempio lINTERPRETAZIONE troppo STRETTA delle istruzioni (gli elementi strutturali tendono ad essere meglio ricordati in compiti di riconoscimento che in compiti di ricordo libero, cosicch, nella rievocazione libera di un ambiente da descrivere, ipotizzabile che il soggetto tralasci gli elementi strutturali, dati per scontati). Altra autolimitazione dovuta alla SOPRAVVALUTAZIONE o alla SOTTOVALUTAZIONE delle conoscenze dellINTERLOCUTORE, cosa che si verifica per lo pi in situazioni sperimentali, definite examination like (simili ad un esame), in cui cio il soggetto deve rievocare e descrivere un ambiente allo sperimentatore, il quale si presuppone conosca tale ambiente. Nel caso di conversazioni svolte con persone che si suppone siano ignare dellambiente da descrivere, si pu parlare invece di situazioni exchange like (simili ad uno scambio conversazionale), e si ottengono di solito resoconti pi RICCHI e COMPLETI. ORDINE Anche in questo caso risulta decisivo il ruolo della MOTIVAZIONE al momento dellapprendimento dellambiente, dunque dellATTENZIONE, con conseguenze sulla CODIFICA e la MEMORIZZAZIONE degli elementi ambientali in un dato ORDINE. Esso emerge pi chiaramente e risulta pi INFORMATIVO nelle descrizioni quando, a monte, c stato un APPRENDIMENTO INTENZIONALE, e in situazioni exchange-like. RELAZIONI Un problema riguardante la descrizione di RELAZIONI tra gli ELEMENTI di un ambiente quello relativo ai suoi CONFINI, che, nelle descrizioni, possono NON coincidere con quelli reali, fisici. Talvolta le BARRIERE sono PSICOLOGICHE, ovvero porte, finestre e cancelli, generalmente separazioni opache e individuabili, danno un senso di chiusura, o di accessibilit, cosicch nelle descrizioni di interni risulta pi facile sconfinare da una stanza a unaltra, attraverso corridoi e scale; siepi e cortili sono invece barriere trasparenti, non vengono percepiti come confini, n parte di una struttura pi grande. REGOLE CONVERSAZIONALI In ogni caso una corretta comunicazione implica non solo una COMPETENZA LINGUISTICA, ma anche una COMPETENZA SOCIALE. E importante in questo senso tenere conto del LIVELLO di CONDIVISIONE delle CONOSCENZE con linterlocutore, i suoi SCOPI e le sue PRESUPPOSIZIONI, e controllare di volta in volta lAVVENUTA COMPRENSIONE delle informazioni trasmesse. PROCESSI COGNITIVI APPLICATI alla PSICOLOGIA AMBIENTALE APPROCCIO ECOLOGICO allo studio della MEMORIA Critica di Neisser nei confronti della psicologia sperimentale, accusata di ARTIFICIOSITA e MANCANZA di VALIDITA ECOLOGICA, poich vengono privilegiate le situazioni di laboratorio e trascurate le situazioni reali della vita quotidiana. Si pone il problema (teorico e metodologico) di conciliare il RIGORE SCIENTIFICO della psicologia sperimentale e quasi-sperimentale con la VALIDITA ECOLOGICA delle situazioni studiate, cosa che influenzer lintera ricerca successiva sui processi cognitivi.

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    4. TEORIE sulla PERCEZIONE ed esperienza ambientale

    AMBIENTE CONTENITORE, spazio delimitato che segna il confine tra oggetti interni e oggetti esterni. 2 INTERESSI della psicologia ambientale INFLUENZA esercitata dalla PERCEZIONE di un VANO INCLUDENTE sullaspetto di oggetti, eventi, persone collocati allINTERNO INFLUENZA esercitata dalla PERCEZIONE di SINGOLI elementi INCLUSI sullaspetto di un INTERO AMBIENTE. Lo psicologo ambientale deve evitare 3 tipi di ERRORE: Errore dello stimolo, ovvero sovrapporre al percetto il corrispettivo fisico. Errore dellesperienza, ovvero sovrapporre il vissuto ingenuo alla realt fisica. Errore del processo, ovvero descrivere meccanismi fisiologici reali o presunti al posto degli autentici vissuti.

    APPROCCIO CONFIGURAZIONALE Teoria della Gestalt Le QUALITA FENOMENICHE, ovvero CIO che APPARE costituiscono lOGGETTO dellESPERIENZA, il VISSUTO PERCETTIVO AUTENTICO (rifiuto di misurazioni fisiche e dei concetti di sensazione e appercezione, in quanto realt ipotetiche). La PERCEZIONE infatti NON semplice REGISTRAZIONE SENSORIALE, bens un PROCESSO COGNITIVO a tutti gli effetti, cosicch gli STIMOLI ESTERNI svolgono un RUOLO di OCCASIONE pi che di CAUSA. Ne deriva che tra REALTA FISICA e REALTA FENOMENICA (psichica) NON esiste CORRISPONDENZA BIUNIVOCA (come dimostra lesperimento di Wertheimer sul fenomeno phi, circa il moto apparente di un punto luminoso in assenza di un reale spostamento fisico). Le qualit fenomeniche possono essere classificate in: - Qualit strutturali Caratteristiche della STRUTTURA (forma, dimensione, posizione...) - Qualit costitutive MATERIALI COMPONENTI (tessitura, consistenza, colore) - Qualit essenziali o espressive Veicolate dalle precedenti, implicano le qualit

    dellINTENZIONE, qualit FUNZIONALI, qualit delle RELAZIONI CAUSALI (attivit, passivit, dipendenza)

    - Qualit di valenza o qualit ponte VALENZA che gli oggetti acquisiscono per la PERSONA.

    Il CAMPO PERCETTIVO organizzato secondo LEGGI per cui le PARTI sottostanno al TUTTO, e dal TUTTO traggono CARATTERISTICHE NUOVE, diverse: lINTERO qualcosa di PIU e di DIVERSO rispetto alla SOMMA delle SINGOLE PARTI (critica allo strutturalismo la percezione di un oggetto non il prodotto della semplice associazione di elementi sensoriali distinti). La percezione non dipende dagli ELEMENTI, MA dalla STRUTTURAZIONE di questi ELEMENTI in un INSIEME ORGANIZZATO, detto GESTALT (forma, struttura, pattern). Il soggetto PERCEPISCE ponendo delle RELAZIONI tra gli STIMOLI ESTERNI, attraverso principi di RAGGRUPPAMENTO e SEGREGAZIONE tra gli elementi dellesperienza, RICONOSCENDOVI una STRUTTURA PRIVILEGIATA. LORGANIZZAZIONE PREVALE sugli ELEMENTI, li struttura in un INSIEME per cui essi diventano una FIGURA che si DIFFERENZIA dallo SFONDO e da altri raggruppamenti del campo di stimolazione. Ci che viene percepito non corrisponde alla somma degli stimoli sensoriali esterni, bens DIPENDE dallAUTONOMA ORGANIZZAZIONE dei PROCESSI PERCETTIVI.

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    Wertheimer descrisse varie LEGGI e PROCESSI che stanno alla base dellORGANIZZAZIONE

    PERCETTIVA.

    Il PROCESSO di RAGGRUPPAMENTO o GROUPING permette di IDENTIFICARE elementi e parti COMUNI della configurazione; permette inoltre di INTEGRARE gli ELEMENTI in una STRUTTURA UNITARIA dotata di SENSO. Il RAGGRUPPAMENTO si realizza secondo semplici PRINCIPI di UNIFICAZIONE degli ELEMENTI, quali: PRINCIPIO DI PROSSIMITA Le PARTI pi VICINE di un insieme percettivo si ORGANIZZANO nella FORMAZIONE di un MARGINE, dando vita a delle CONFIGURAZIONI A SE STANTI (in pratica la vicinanza nello spazio tra 2 o pi elementi induce a vederli come un gruppo a s stante). PRINCIPIO DELLA SIMILITUDINE Gli elementi tra loro pi SIMILI per FORMA, COLORE, DIMENSIONE, tendono a SEGREGARE in STRUTTURE UNITARIE DISTINTE. PRINCIPIO DELLA CONTINUAZIONE La CONTINUITA delle LINEE preferita ai cambiamenti bruschi (si percepiscono le due linee pi lunghe, non quattro linee spezzate). PRINCIPIO DELLA CHIUSURA Le FORME CHIUSE sono preferite a quelle aperte. Linee e forme FAMILIARI vengono percepite come CHIUSE e COMPLETE, anche se graficamente non lo sono.Il PROCESSO di SEGMENTAZIONE o SEGMENTATION permette invece di ENUCLEARE le STRUTTURE DISCRETE che compongono il PATTERN VISIVO, consentendo di IDENTIFICARE la figura RISPETTO allo SFONDO SOTTOSTANTE. DIFFERENZIAZIONE FIGURA-SFONDO - Le FIGURE vengono percepite prima di tutto dal proprio CONTORNO, il resto viene inteso come SFONDO. Ogni forma una figura che si stacca dallo sfondo in base ad una particolare organizzazione degli elementi.LEGGE DELLA PREGNANZA Tra le varie organizzazioni geometriche possibili, PREVALE quella che possiede la FORMA MIGLIORE, PIU SEMPLICE e PIU STABILE. Critiche: 1. Buona formae la COMPLESSITA? 2. ISOMORFISMO PSICOFISIOLOGICO. 3. Viene TRASCURATA la componente AFFETTIVA e MOTIVAZIONALE.

    FUNZIONALISMO e TRANSAZIONALISMO Von Helmoltz e la DOTTRINA delle INFERENZE INCONSCE (anticipo del funzionalismo) Il soggetto che percepisce compie delle INFERENZE INCONSCIE, degli ATTI di GIUDIZIO, valutando, comparando e integrando i dati con lESPERIENZA PASSATA, in maniera istantanea e inconsapevole, cosicch la percezione attuale viene CORRETTA e si producono immagini percettive sotto forma di SOLUZIONI di PROBLEMI (aspetto funzionale).

    Limportanza attribuita alle CONTINUE TRANSAZIONI tra individuo/ambiente denota poi un approccio definito FUNZIONALISMO TRANSAZIONALE, laddove con funzionalismo si intende il DIPENDERE della percezione dalle ESPERIENZE FUNZIONALI attraversate dal soggetto. Si ritiene che, nel caso ad esempio delle ILLUSIONI OTTICHE, o nella percezione di FIGURE AMBIGUE, il percipiente tende a pervenire a SOLUZIONI PERCETTIVE CONGRUENTI rispetto alle proprie ESPERIENZE. Si tratta di una sorta di RIDUZIONE del CONFLITTO che avviene nella TRANSAZIONE tra individuo e ambiente, di una strategia attraverso cui, ci che viene percepito, si ACCORDA in termini di SOMIGLIANZA ed OMOGENEITA con materiale precedentemente APPRESO (si assimilano i dati rispetto a schemi

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    preesistenti) COMPROMESSO, MEDIA PONDERATA dellesperienza attuale e di esperienze precedenti analoghe. In sintesi, sulla percezione incidono lESPERIENZA PERSONALE e lAPPRENDIMENTO PERCETTIVO avvenuto in SITUAZIONI ANALOGHE a quella attuale. Limiti: Sono presi in considerazione soltanto processi di assimilazione, mentre si TRASCURANO i possibili EFFETTI di CONTRASTO, di discrepanza tra i dati e le esperienze personali. Altra variante del funzionalismo il movimento del NEW LOOK (Bruner, Postman), il quale, a differenza di approcci precedenti, pone laccento sulla COMPONENTE AFFETTIVO-EMOZIONALE, MOTIVAZIONALE ed ESPERIENZIALE del soggetto, ovvero sui FATTORI INDIVIDUALI, meglio definiti come fattori FUNZIONALI o PERSONALI della percezione. Di fronte a figure AMBIGUE la percezione sarebbe influenzata ad esempio da BISOGNI come la fame, o da altri tipi di ESIGENZE, oppure dallESPERIENZA PASSATA e dalle EMOZIONI che il percetto suscita. In poche parole esistono configurazioni di stimoli da cui lindividuo ATTRATTO o per cui prova REPULSIONE, e da questo dipende la percezione: una sorta di DIFESA PERCETTIVA porta ad esempio ad ostacolare, inibire, censurare, la percezione di oggetti ANSIOGENI e REPELLENTI (percezione subliminale, inconsapevole), mentre in caso contrario la percezione risulta FACILITATA, addirittura ACCENTUATA (oggetti pi reali, pi grandi, pi colorati). Limiti: 1. Di fronte a FIGURE UNIVOCHE? La percezione avverrebbe in maniera REALISTICA, come se linflusso di EMOZIONI e MOTIVAZIONI subisse una SOSPENSIONE. 2. La percezione NON sempre CONGRUA ai DESIDERI PERSONALI.

    IMPOSTAZIONI COGNITIVISTE I cognitivisti puri, perseguenti forme di purezza sperimentale, si sono focalizzati sullELABORAZIONE dei DATI in ENTRATA, dei dati acquisiti mediante la stimolazione dei recettori degli organi di senso (caratteristiche dellinput sensoriale, contiguit spazio/tempo tra gli elementi, processi attentivi, percezione subliminale, riconoscimento e altre forme di interazione tra percezione e memoria) tralasciando per intero i PROCESSI AFFETTIVI e MOTIVAZIONALI, dunque contrapponendosi allapproccio psicodinamico. E ammessa tuttavia limportanza del concetto di SCHEMA e di PROTOTIPO (struttura concettuale preesistente e comprendente le caratteristiche distintive, tipiche, comuni a un insieme di configurazioni ambientali), e del ruolo che svolgono entro il processo di ASSIMILAZIONE. Per tale motivo risultano inclusi anche gli approcci funzionalista e transazionalista.

    APPROCCIO ECOLOGICO RIFIUTO per le RAPPRESENTAZIONI BIDIMENSIONALI e

    PREFERENZA per oggetti, ambienti, eventi esperiti in CONDIZIONI NATURALI. Percezione come processo DIRETTO, DATA-DERIVED, determinato esclusivamente dagli STIMOLI AMBIENTALI, i quali contengono in s tutte le INFORMAZIONI sufficienti per poter essere percepiti (affordances), mentre il soggetto deve solo REGISTRARE. Le affordances (o qualit funzionali) costituiscono le RISORSE offerte dallambiente affinch luomo possa conoscerlo e comprenderlo, coglierne gli ASPETTI FUNZIONALI, dunque ai fini dellADATTAMENTO e della SOPRAVVIVENZA (nicchie ecologiche).

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    Limiti: 1. Vengono totalmente TRASCURATI i processi di mediazione, scelta, difesa, completamento e arricchimento, intercorrenti tra lentrata degli stimoli e la formazione di rappresentazioni percettivo: il ruolo FACILITANTE e/o DIFENSIVO svolto da SCHEMI MENTALI, ESIGENZE, EMOZIONI, DISPOSIZIONE del percipiente. 2. Non vengono considerate le ILLUSIONI, i fenomeni di SUB-COSTANZA, il MASCHERAMENTO

    APPROCCIO DINAMICO Tanto attesa valorizzazione delle COMPONENTI DINAMICHE della percezione: MOTIVAZIONI, PULSIONI e FINALITA della persona, ricerca di PIACERE e di BENESSERE ed evitamento o prevenzione degli STATI di SOFFERENZA, FRUSTRAZIONE e FASTIDIO. La percezione dunque un insieme di ATTI di FORMULAZIONE e SOLUZIONE di PROBLEMI nellinterfaccia tra persona e ambiente, in risposta a esigenze, bisogni, disposizioni, provenienti sia dallinterno dellindividuo, che dallesterno (fattori personali + fattori formali). Lemergere di un problema (consapevole o meno), di un bisogno, determina INSODDISFAZIONE per lo stato attuale delle cose, un CONFLITTO con la realt, la quale deve essere RISTRUTTURATA (attraverso soluzioni di tipo convergente o divergente), acquisire un nuovo aspetto. Una componente motivazionale individuata da Berlyne sarebbe lATTRAZIONE verso le cosiddette PROPRIETA COLLATIVE degli oggetti: novit, complessit, ambiguit, incertezza, incongruit (in opposizione a quanto dettato dalla legge gestaltica della pregnanza o della buona forma), le quali non sempre e non necessariamente attivano meccanismi di difesa percettiva. Uno dei contributi principali di questo nuovo approccio consiste proprio nellaver preso finalmente in considerazione anche i PROCESSI di CONTRASTO, oltre a quelli di assimilazione. Inoltre tale approccio pu fare tesoro dei PROGRESSI compiuti in psicologia dinamica, psicoanalisi e psicologia generale, specie in materia di MOTIVAZIONE (si superano i modelli motivazionali classici, vedi piramide di Maslow, Eros/Thanatos): viene riconosciuto il ruolo delle EMOZIONI, dello STRESS e degli STATI AFFETTIVI CONFLITTUALI. La percezione e la formazione di schemi sono influenzati dai processi dinamici, e a loro volta co-determinano la VITA AFFETTIVA e le REALTA EMOTIVE.

    Un contributo importante consiste nella scoperta che i processi di COESIONE o SEGREGAZIONE degli elementi delle strutture percettive, dunque la tendenza a percepire FIGURE OMOGENEE/ETEROGENEE dipende anche dal SOVRACCARICO di ESPERIENZE PERCETTIVE OPPOSTE, cosicch la prolungata esposizione a un campo percettivo OMOGENEO provoca una SATURAZIONE di OMOGENEITA e facilita il RISALTO di elementi ETEROGENEI e IRREGOLARI (riconoscimento di figure mascherate, diminuzione di intensit delle illusioni e delle costanze percettive). Al contrario, una sovrabbondanza di esperienze percettive opposte determina una SATURAZIONE di ETEROGENEITA e favorisce la COESIONE STRUTTURALE, la percezione di strutture omogenee e regolari. COSTANZA, SUB-COSTANZA e SUPER-COSTANZA nella percezione ambientale Numerose PROPRIETA dellambiente possono essere percepite in maniera COSTANTE, ovvero realistica (costanza di colore: si riconosce il colore di un elemento anche al variare della luce), oppure, essere percepite MUTEVOLMENTE in risposta a CAMBIAMENTI della POSIZIONE del percipiente, bench si tratti di fenomeni di VARIAZIONE ILLUSORIA. Si possono verificare effetti di SUPER-COSTANZA, ovvero alcune propriet vengono percepite in maniera ACCENTUATA, oppure effetti di SUB-COSTANZA o ROTTURA della COSTANZA, cosicch alcune propriet vengono percepite in maniera RIDOTTA (gli elementi di un edificio in prospettiva sembrano progressivamente pi piccoli in lontananza).

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    Diversi approcci concordano sul fatto che la costanza percettiva favorita dallabilit di mettere in RELAZIONE RECIPROCA gli elementi con un pi AMPIO SISTEMA di RIFERIMENTO. Inoltre pare che la costanza di GRANDEZZA VISIVA risulti favorita in ambienti che costituiscono il campo dazione di persone o animali: essendo lambiente naturale delluomo esteso per lo pi orizzontalmente, la costanza percettiva si RIDUCE nella direzione che va dal BASSO verso lALTO (si verificano pi facilmente effetti di sub-costanza, cosicch villaggi osservati dal basso sembrano molto pi piccoli di quello che sono), cosa che non vale ad esempio per le scimmie arboricole. Se poi si ha di fronte uno SCHERMO di RIDUZIONE, che nasconde una buona parte del contesto e impedisce dunque la contestualizzazione degli oggetti, o comunque si in CONDIZIONI di RIDUZIONE, risultano pi probabili variazioni della costanza percettiva. Infine, anche un ATTEGGIAMENTO ANALITICO da parte del soggetto, cio la tendenza a ISOLARE singoli elementi dal contesto, ostacola la costanza percettiva. Percezione di STRUTTURE AMBIENTALI AMBIGUE STRUTTURE AMBIENTALI AMBIGUE Strutture disponibili ad essere ORGANIZZATE attraverso SOLUZIONI OPPOSTE, attraverso una o pi VARIANTI di solito MUTUAMENTE ESCLUDENTISI. Un tipo di ambiguit pu essere dovuta alla POSIZIONE dellosservatore (ruotando un paesaggio gli elementi del campo possono essere ri-organizzati e andare incontro ad una diversa soluzione percettiva, ad esempio quella di un volto). Il campo percettivo pu assumere SIGNIFICATI ALTERNATIVI a seconda delle soluzioni percettive che PREVALGONO in un dato momento o in una data posizione di osservazione, e si sovrappongono luna sullaltra (prevale il volto della vecchia o della giovane?). Secondo la teoria della Gestalt, a monte di questo fenomeno sta un EQUILIBRIO CONFIGURAZIONALE, per cui nella figura sono presenti FATTORI FORMALI che rendono EQUIPROBABILI le eventuali SOLUZIONI PERCETTIVE. I transazionalisti pongono invece laccento sul ruolo dellESPERIENZA PASSATA e della CONGRUENZA degli elementi con gli SCHEMI; i funzionalisti sostengono c