Reti Fotoniche (Optical Networks) Fabio Neri Politecnico di Torino [email protected]
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Indice (II)Indice (II)
Esempi di reti ottiche di seconda generazione: reti broadcast-and-select anelli WDM reti wavelength routing
Progetto di topologia logica e routing di cammini ottici
Cenni alle reti d’accesso
Commutazione ottica di pacchetti
Architetture di protocolli per reti ottiche
Cenni a gestione e affidabilità
Controllo e gestione Controllo e gestione di reti ottichedi reti ottiche
Il Network Management classicamente consiste di diverse funzioni:
• gestione della configurazione (Configuration Management)• gestione delle prestazioni (Performance Management)• gestione dei guasti (Fault Management)• gestione della sicurezza (Security Management)• gestione della tariffazione (Accounting Management)
Nelle reti ottiche occorre tenere in conto anche della:• gestione del rischio (Safety Management)
Gestione di retiGestione di reti
Per avere buone prestazioni (p. es. SONET può recuperare situazioni di guasto in 60 ms) le funzioni di gestione vengono sovente realizzate in modo distribuito e non centralizzato.
Il mondo Internet basa l’ambiente di gestione sul protocollo Simple Network Management Protocol (SNMP).
Il mondo dei gestori pubblici sta convergendo verso un contesto di gestione detto Telecommunications Management Network (TMN), utilizzando il protocollo Common Management Information Protocol (CMIP) e utilizzando basi di dati distribuite dette Management Information Base (MIB).
Configuration ManagementConfiguration Management
• Equipment Management gestione di un inventario dei dispositivi e
componenti disponibili nella rete occorre sapere quali lunghezze d’onda sono
disponibili e utilizzabili• Connection Management
creazione e rilascio dei lightpath
Performance ManagementPerformance Management
Si vogliono controllare le prestazioni e la qualità di servizio offerte dalla rete:
• bit error rate livelli di potenza ottica rapporti segnale-rumore temperatura stabilità in frequenza
• banda disponibile
Fault ManagementFault Management
Fornire robustezza a situazioni di malfunzionamento è obbiettivo fondamentale di ogni rete ad alta velocità.
Le tecniche di protezione (protection) prevedono l’esistenza di ridondanza per poter continuare l’offerta di servizio in presenza di guasti.
Il termine sopravvivibilità (survivability) si riferisce proprio alla capacità della rete di continuare ad erogare servizio anche in presenza di guasti. Gli strati ottici, SONET/SDH e ATM prevedono tecniche di protezione per garantire la survivability.
I guasti più tipici sono rotture della fibra, ma abbiamo anche guasti nei nodi (mancanza di tensione o rottura di componenti) o su singoli canali WDM (guasti di trasmettitori o ricevitori).
Concetti generali di protezioneConcetti generali di protezioneDiversi tipi di protezione:
1+1
1:1
1:N
Concetti generali di protezioneConcetti generali di protezione
Protezione di cammino e protezione di collegamento.
funzionamentonormale
pathprotection
lineprotection
spanprotection
Self-Healing RingsSelf-Healing Rings
Tre architetture comunemente utilizzate:• two-fiber unidirectional path-switched ring (UPSR)• four-fiber bidirectional line-switched ring (BLSR/4) • two-fiber bidirectional line-switched ring (BLSR/2)
Two-Fiber Unidirectional Two-Fiber Unidirectional Path-Switched RingPath-Switched Ring
Four-Fiber Bidirectional Four-Fiber Bidirectional Line-Switched RingLine-Switched Ring
Protezione di reti a magliaProtezione di reti a maglia
Il problema è più difficile. Possibilità:• cercare nella topologia due cammini disgiunti sui
collegamenti (edge-disjoint) o sui nodi (node-disjoint)• protezione di collegamento
Nel caso di line protection, bisogna cercare di minimizzare l’esigenza di coordinamento tra i nodi.
Sovente si impongono vincoli sulla topologia (per es. ci devono essere almeno due percorsi disgiunti tra ogni coppia di nodi). Tali topologie vengono partizionate in cicli (cioè anelli) su cui si applicano le tecniche di protezione viste prima.
Protezione di reti a magliaProtezione di reti a maglia
Decomposizione in cicli di una rete a maglia biconnessa con collegamenti bidirezionali.
Protezione di reti a magliaProtezione di reti a maglia
A
B C
D
EF
collegamenti di serviziocollegamenti di protezione
Protezione di reti a magliaProtezione di reti a maglia
A
B C
D
EF
Instradamento del lightpath A-D.
Protezione di reti a magliaProtezione di reti a maglia
A
B C
D
EF
Guasto sul collegamento B-C.
Protezione di reti a magliaProtezione di reti a maglia
A
B C
D
EF
Line protection del lightpath A-D.
Fault ManagementFault Management
Occorre prestare attenzione all’interazione tra meccanismi di protezione presenti nei diversi strati dell’architettura di rete.
In generale, guasti di diversa tipologia possono essere protetti meglio in strati architetturali diversi.
Purtroppo i meccanismi di protezione vengono progettati indipendentemente in ogni strato e normalmente uno stesso guasto può inutilmente far scattare allarmi e procedure di protezione in strati diversi.
Si può giocare sulle differenti scale temporali dei meccanismi di protezione per limitare le interazioni tra gli strati.
Velocità della protezioneVelocità della protezione
minutirerouting IPPNNI: ATM restoration secondi
Sonet/SDH restoration
Optical restoration
ATM protection (VP rings)
centinaia dimillisecondi
Sonet/SDH protection
Optical protection
meno di 50millisecondi
Safety ManagementSafety Management
I laser a semiconduttore usati nei sistemi di trasmissione ottica operano a potenze basse, ma possono causare danni all’occhio umano. I sistemi vengono classificati in base ai livelli di potenza emessa.
Un sistema di classe I non emette radiazioni dannose. Il limite di potenza è 10 mW a 1.55 m e 1 mW a 1.3 m. Normalmente i sistemi installati in azienda sono di classe I. Un lettore di CD è un sistema di classe I.
Un sistema di classe IIIa emette potenze maggiori: fino a 50 mW (17 dBm) a 1.55 m. Normalmente l’accesso a tali sistemi è ristretto a personale di servizio, per cui essi vengono usati solo nelle reti degli operatori.
Safety ManagementSafety Management
Per essere conforme alle specifiche di classe I, un sistema tipicamente usa un protocollo di Open Fiber Control (OFC), che gestisce situazioni di taglio della fibra e le fasi di installazione.
Più in dettaglio il protocollo di OFC specifica come: rivelare tagli di fibra e spegnere gli amplificatori mantenere entro le specifiche di classe I le
radiazioni di una fibra tagliata ripristinare il funzionamento quando il collegamento
viene ripristinato
In presenza di amplificatori ottici occorre anche evitare che le radiazioni dovute ad emissione spontanea degli amplificatori causino danni agli occhi.
… … e per concludere ...e per concludere ...
Che cosa ci aspettiamo?Che cosa ci aspettiamo?
La tecnologia ottica è ancora giovane: costi elevati difficoltà a disaccoppiare aspetti di livello fisico da
problematiche di sistema
ma promette di: gestire quantità di informazione molto maggiori
dell’elettronica avere costi in larga misura indipendenti dal bit-rate
probabilmente richiedendo soluzioni architetturali diverse da quelle naturali nel dominio elettronico
Testi di riferimentoTesti di riferimento
Rajiv Ramaswami, Kumar N. SivarajanOptical networks: a practical perspective Morgan Kaufmann, San Francisco, 1998
Biswanath MukherjeeOptical communication networksMcGraw- Hill, New York 1997
Thomas E. Stern, Krishna BalaMultiwavelength Optical Networks - A Layered ApproachAddison Wesley, Reading, 1999
Leonid Kazovsky, Sergio Benedetto, Alan WillnerOptical fiber communication systemsArcheh House, Boston, 1996
Fabio NeriPolitecnico di Torino
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