Restituzione dati prove INVALSI a.s. 2015/2016 · I test Invalsi riguardano le discipline di...

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1 S S C C U U O O L L A A I I N N V V A A L L S S I I R R e e s s t t i i t t u u z z i i o o n n e e d d a a t t i i I I N N V V A A L L S S I I A A . . S S . . 2 2 0 0 1 1 5 5 / / 2 2 0 0 1 1 6 6 A cura del Prof. Francesco Guida I.I.S. “Leonardo da Vinci” SAPRI

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A cura del

Prof. Francesco Guida

I.I.S. “Leonardo da Vinci”

SAPRI

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INTRODUZIONE

1. Dal Progetto Pilota al Servizio Nazionale di Valutazione dell’Istruzione (SNV): breve storia dell’INVALSI nel contesto delle politiche scolastiche.

Il Progetto per la Valutazione del sistema scolastico, è stato istituito dal Ministero

dell’Istruzione nel 2001 al fine di sperimentare “una ipotesi di funzionamento del Servizio

Nazionale di Valutazione dell’Istruzione”1 (d’ora innanzi denominato SNV).

Il SNV “doveva costituire non tanto un mezzo per studiare il sistema dell’Istruzione,

quanto un indispensabile strumento per la gestione in qualità di esso(…)”2.

Il discorso sulla valutazione si inserisce in un ampio progetto che mira ad una

riorganizzazione complessiva dei servizi pubblici, e quindi della Pubblica Amministrazione,

nell’ottica di migliorarne l’Efficienza e l’Efficacia. Infatti, con il D.lgs 59/98, sulla dirigenza

scolastica, con il D.P.R. 275/99, Regolamento in materia di autonomia organizzativa e

didattica, la L. 62/2000, che fissa le norme per la parità scolastica e contiene disposizioni

sul diritto allo studio e all’istruzione, con la L. costituzionale n. 3/2001, che modifica il Titolo

V della seconda parte della Costituzione, appare non più procrastinabile rendere operativo

un sistema di valutazione rivolto non solo alle scuole pubbliche autonome ma anche

all’insieme del sistema delle scuole private che entrano nelle rete pubblica e che, quindi,

sono tenute sia a rispettare gli standard qualitativi definiti dalla legge che ad essere

sottoposte ad una verifica affidabile. In tale contesto, di rapido e continuo cambiamento,

l’INVALSI si trova al centro del processo.

La prima sperimentazione (denominata Progetto Pilota 1- PP1) è avvenuta, a

partecipazione volontaria da parte delle scuole, nell’anno scolastico 2001-2002, attraverso

due modalità: cartacea ed informatica.

Finalità principale di questa prima sperimentazione non era quella di acquisire risultati

statisticamente significativi, ma verificare sul campo le capacità gestionali di un Sistema di

valutazione da parte del Sistema Nazionale dell’Istruzione. Difatti, a conclusione della

prima fase di sperimentazione, sono state apportate modifiche significative in merito a

tutta l’organizzazione complessiva, alla logistica, alla formulazione delle prove stesse e

all’articolazione temporale delle fasi del Progetto stesso.

Partendo da queste basi, nell’anno scolastico 2002/2003 si è attuata una seconda

sperimentazione, sempre a partecipazione volontaria delle scuole, (Progetto Pilota 2-

PP2).

Le principali novità, rispetto al PP1, riguardano i seguenti elementi:

1 V. sito dell’Invalsi: www.invalsi.it, alla voce Progetti; PP1, presentazione del Progetto. 2 V. sito Invalsi già citato, alla pag. 1 della presentazione, che porta il titolo: Progetto Pilota- Valutazione Servizio

Scolastico.

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- creazione di un campione nazionale 3, che offrisse un valido termine di riferimento alle scuole partecipanti e, nello stesso tempo, consentisse all’amministrazione di acquisire dati utili ad effettuare una valutazione complessiva del sistema di istruzione;

- rideterminazione delle classi e delle discipline oggetto di indagine; - l’articolazione di un questionario, attraverso il quale fossero rilevati metodologie e

attività individuate nel P.O.F. per lo sviluppo del processo educativo e formativo. Tale strumento, compilato in ogni scuola da un gruppo di discussione, permette a ciascuna istituzione scolastica di individuare sia i punti di forza che eventuali punti di criticità finalizzate ad indicare la necessità di progettare azioni e interventi per il miglioramento complessivo dell’offerta formativa.

- Nell’anno scolastico 2003/04 la sperimentazione arrivava a conclusione con il Progetto Pilota 3-PP3, che sostanzialmente ripercorreva le linee del PP2, introducendo, però, alcune novità relative alla volontarietà e obbligatorietà della partecipazione delle Scuole alla somministrazione. Infatti, nell’A. S. 2005/2006 pur restando la volontarietà della partecipazione alla rilevazione per le scuole secondarie superiori, viene sancito il carattere di obbligatorietà per tutte le istituzioni scolastiche del I ciclo, pubbliche e paritarie, funzionanti in Italia4. Inoltre, tenendo conto dei numerosi rilievi avanzati dagli Istituti partecipanti alla somministrazione, per le scuole del II ciclo, si stabiliva di tener conto degli specifici piano di studi propri di ciascun indirizzo. Difatti, per Matematica e Scienze la prova veniva differenziata e somministrata attraverso due fascicoli diversi: il fascicolo di tipo A e il fascicolo di tipo B. Ciò era stato previsto anche nell’anno precedente, tuttavia, in alcuni Istituti, come appunto il nostro, per l’A. S. 2004/05, in tutte le classi erano stati somministrati i fascicoli di tipo A. Nell’A.S. 2005/06, invece, nelle classi del Corso Geometra- Progetto Cinque è stato somministrato il fascicolo di tipo B sia per Matematica che per Scienze, mentre in tutte le altre Classi veniva somministrato il fascicolo di tipo A.

Terminata la fase di sperimentazione, con il nuovo processo di riforma della Scuola,

avviata dalla Ministra Moratti con la L. delega 53/2003, l’INVALSI assume un nuovo

profilo, come previsto negli artt. 2 e 3; e tra i nuovi compiti affidati all’Istituto di valutazione

vi è anche lo studio “… delle cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica (….)”.

Nel 2007, all’INVALSI viene affidata una sorta di terza prova nell’esame di stato conclusivo

nella scuola secondaria di primo grado. Il ruolo dell’INVALSI si consolida ulteriormente con

il Ministero Gelmini, che dà alle rilevazioni regolarità e efficienza gestionale. Tale

3 Il campionamento è stato effettuato utilizzando un campione probabilistico: “…a due stadi con stratificazione delle

unità primarie. Le scuole rappresentano le unità primarie di campionamento, le classi le unità secondarie: tutti gli

studenti della classe selezionata prendono parte all’indagine.

Nella scuola elementare e media la stratificazione per regione ha assicurato una ripartizione del campione

proporzionale alla distribuzione geografica della popolazione(…). Per la scuola secondaria superiore sono stati

selezionati cinque campioni, uno per tipo di istruzione(…), tutti con la stessa precisione in modo da poter comparare

gli esiti per tipo diminuendo gli errori. All’interno di ogni campione, la stratificazione per regione ha assicurato una

ripartizione del campione proporzionale alla distribuzione geografica della popolazione(..)”. Vedi pag. 4 del sito già

citato alla nota 2. 4 Vedi Direttiva Ministeriale n. 56 del luglio 2004

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passaggio, però, genera situazioni di contraddittorietà a livello di singola istituzione

scolastica e/o di Collegi docenti.

E’ ovvio che queste brevi indicazioni non sono assolutamente esaustive per inquadrare la

complessa e complicata vita dell’INVALSI, che ha suscitato critiche, anche aspre, e solo

tiepidi consensi.

Tuttavia, a mio modestissimo parere e pur senza voler esprimere un giudizio di merito

perché la vicenda necessita di ulteriori e più approfondite riflessioni, è comunque

opportuno tener conto delle seguenti considerazioni:

1. La storia della scuola ci insegna che, spesso, l’inerzia di una forma di cultura

condivisa risulta piuttosto resistente ai processi innovativi; e quando più questi

ultimi sono abbastanza frequenti, come è capitato in Italia a partire dagli anni ’90,

tanto più necessitano di essere sostenuti da una forma di regolarità legislativa e

supportate da risorse economiche e competenze adeguate; tanto non è avvenuto e

l’INVALSI è stato percepito sempre con una certa ambiguità.

2. La valutazione poi, se fatta con rigore, difficilmente produce un consenso

immediato; anzi può avere un effetto opposto specie quando si incardina su voci

che ipotizzano che una eventuale differenziazione di stipendio potrebbe essere

basata oltre che sulle competenza anche sul rendimento e sulla qualità del

servizio. In tale ottica il ruolo dell’INVALSI ha generato nei docenti (rispetto a quelle

che sono le reali funzioni dell’Istituto) una forte diffidenza.

3. Le crisi economiche che si sono succedute in Italia a partire dagli anni ’90, la

mancanza di sviluppo hanno prodotto almeno due grandi effetti sul nostro sistema

scolastico: da un lato c’è stato un continuo e sostanzioso taglio delle risorse

economiche, dall’altro la distanza tra scuola e mondo del lavoro è aumentata a

dismisura generando una crisi motivazionale nei giovani studenti che percepiscono

la scuola come lontana dalle loro problematiche e dal loro vissuto e, quindi, la

scuola è percepita (da studenti e genitori) come incapace di offrire sbocchi lavorativi

a coloro che escono dalla nostro sistema scolastico. Quest’ultima problematica ha

fatto sì che la crisi del sistema scolastico si avvitasse ulteriormente su se stessa;

difatti, nel tentativo di rispondere a questa percezione soprattutto estrinseca che si

ha della scuola in Italia, il sistema scolastico ha scelto di indirizzarsi verso una

maggiore severità della valutazione scolastica consentendo che si diffondessero

forme di selezione affidate all’uso di test che risultassero i più oggettivi possibili: un

esempio sono le forme di sbarramento usate per l’accesso all’università e/o per

concorsi anche dirigenziali. In questo quadro l’INVALSI si è trovato a veicolare

risultati che spesso sono stati letti e utilizzati in modo improprio, a seconda delle

circostanze di convenienza.

4. Infine, va considerato anche che con l’avvento della Scuola dell’autonomia e con la

conseguente modifica del Titolo V della seconda parte della Costituzione, accanto

alla valutazione scolastica (degli allievi operata dai Docenti) compare anche la

valutazione del sistema scolastico nel suo complesso, ovvero la valutazione-

misurazione della qualità dei servizi pubblici ( e quindi della scuola, settore nel

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quale spetta allo Stato la definizione e la conseguente valutazione degli standard

minimi sull’intero territorio nazionale, definiti per legge). Anche in questo caso il

ruolo e la funzione dell’INVALSI si trova al centro di una dimensione della

valutazione problematica e ambigua.

Queste considerazioni, credo siano non solo opportune ma anche necessarie per meglio comprendere cosa sono le prove INVALSI.

2. Cosa sono, perché vengono fatte e a chi sono rivolte le prove INVALSI?

Le prove INVALSI sono lo strumento utilizzato per avere un quadro di riferimento statistico sul livello di apprendimento degli studenti in modo da poter monitorare il nostro sistema d’istruzione e poterlo, così, confrontare con le realtà scolastiche degli altri Paesi comunitari. Le prove (che sono dei test standardizzati, ovvero uguali per tutti gli studenti delle scuole italiane) sono accompagnate dalla somministrazione di un questionario anonimo. A partire da quest’anno scolastico il questionario è somministrato per via informatica.

Le classi coinvolte sono: classe II e V della scuola primaria; classe III secondaria di I grado (all’interno dell’esame conclusivo); classe II della scuola secondaria di II grado.

3.Quali sono le materie oggetto delle prove e come sono strutturate le prove INVALSI?

I test Invalsi riguardano le discipline di italiano e matematica; per la classe II della scuola primaria la prova di Italiano è preceduta da una prova di lettura.

Altra caratteristica importante è la possibilità di misurare i risultati in modo ampio, ovvero secondo una scala che va da un livello basso ad un livello alto; per questo motivo le domande hanno difficoltà variabili, ovvero vanno dalla misurazione di abilità e competenze base alla proposta di quesiti molto difficili a cui solo un numero ristretto di allievi sa rispondere. Questo modello consente di misurare i risultati non in modo singolo ma in modo complessivo e riferito alle classi, alla scuola e ai vari ordini di scuole anche in riferimento a precise aree geografiche.

4.Il Questionario INVALSI dello studente. Il questionario, anonimo, serve a raccogliere preziose informazioni sul loro contesto familiare degli studenti. Le informazioni raccolte concorrono a leggere in modo più completo e organico i risultati consentendo di confrontare i risultati di scuole diverse anche in considerazione di elementi esogeni. A partire dal corrente anno scolastico il questionario non viene più somministrato in forma cartacea, dopo aver svolto le prove di Italiano e Matematica, ma in modalità informatica.

5.Cosa sono le classi “campione”.

Va precisato che quantunque TUTTE le scuole sono tenute ad effettuare le prove Invalsi (come previsto dall’art 51-comma 2- del Decreto Legge n. 5 /2012), non tutte le

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classi che partecipano alle prove concorrono a determinare i risultati di riferimento a livello nazionale e/o di aree geografiche: infatti, i risultati di riferimento e di confronto sono rappresentati dai risultati che ottengono le cosiddette classi “campione”, ovvero quelle classi che vengono scelte (per ogni grado di istruzione) dall’Invalsi e sono rappresentative del complesso della realtà scolastica italiana. I risultati delle classi “campione” consentono anche di effettuare un confronto fra i dati dell’Istituto e i dati esterni. La somministrazione delle prove nelle classi “campione” avviene con la presenza di un Somministratore esterno.

6.Utilità dei risultati dei test restituiti alle scuole.

In premessa è utile chiarire che le prove Invalsi non valutano il profitto del singolo allievo, ma rappresentano un utile quadro di riferimento globale sulle classi che hanno partecipato alle prove e sulla scuola nel suo complesso; in tale ottica i risultati rappresentano uno strumento prezioso per verificare l’efficacia delle azioni didattico-metodologiche adottate nell’Istituto ed eventualmente sono utili indicatori per mettere in campo attività e azioni di miglioramento. I risultati, inoltre, vengono restituiti alle scuole in forma anonima: difatti, solo il Dirigente scolastico e il Referente per la valutazione possono accedere alla visualizzazione completa dei risultati, mentre i Docenti e gli allievi delle classi interessate possono accedere solo alla visualizzazione dei dati della propria classe e dei dati relativi all’Istituto nel suo complesso5.

7.L’Effetto SCUOLA.

A partire dalle prove svolte nel 2016, l’Invalsi nell’analisi dei risultati ha inserito anche il cosiddetto EFFETTO SCUOLA: ovvero il complesso di tutte le azioni e le attività poste in essere dalla Scuola (scelte organizzative, didattico-metodologiche…) finalizzate a motivare, promuovere e migliorare gli apprendimenti degli allievi.

5 I Docenti e le classi interessati per prendere visione dei risultati restituiti dall’Invalsi possono rivolgersi al Docente

referente, Prof, Francesco Guida.

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Punteggi generali di Italiano

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Punteggi analitici prova di Italiano

ITS

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Punteggi analitici prova di Italiano

IPSIA

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Punteggi analitici prova complessiva di

Italiano- ITS 2014-2015-2016

____________________________________

Nota 1- Nel 2015 i dati non sono significativi in quanto gli allievi delle varie classi ( ad eccezione

delle classi Campioni) o NON HANNO SVOLTO LA PROVA, O L’HANNO SVOLTA IN MODO

MOLTO PARZIALE, O LE RISPOSTE SONO STATE DATE IN MODO CASUALE.

Il dato su cui riflettere è il seguente: rispetto alla prova del 2014, i risultati degli allievi risultano in

calo significativo rispetto ai risultati fatti registrare dall’Istituto nel suo complesso e anche

relativamente alle due Sedi (ITS e IPSIA).

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Punteggi generali di Matematica

_____________________________

Nota 1- Il dato è riferito ad UNA sola classe che ha svolto la prova- Le altre classi pur

partecipando alle somministrazioni, hanno scelto di non effettuare la prova per cui i risultati

non sono riportati.

Nota 2- Il dato è riferito a tutte e tre le classi (che hanno regolarmente svolto la prova).

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Punteggi analitici prova di Matematica

ITS (1)

Nota 1- Il dato è riferito ad UNA sola classe che ha svolto la prova- Le altre classi pur

partecipando alle somministrazioni, hanno scelto di non effettuare la prova per cui i risultati

non sono riportati.

Punteggi analitici prova di Matematica

IPSIA

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Punteggi analitici prova complessiva di

Matematica- ITS 2014-2015-2016

________

Nota 1- Nel 2015 i dati non sono significativi in quanto gli allievi delle varie classi ( ad

eccezione delle classi Campione) o NON HANNO SVOLTO LA PROVA, O L’HANNO

SVOLTA IN MODO MOLTO PARZIALE, O LE RISPOSTE SONO STATE DATE IN MODO

CASUALE.

Il dato su cui riflettere è il seguente: rispetto alla prova del 2014, i risultati degli allievi

risultano in calo significativo rispetto ai risultati fatti registrare dall’Istituto nel suo

complesso e anche relativamente alle due Sedi (ITS e IPSIA).

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EFFETTO SCUOLA- ITALIANO

EFFETTO SCUOLA- MATEMATICA

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Grafico esemplificativo della Prova di italiano a. s. 2015/2016: confronto fra la prova di

una classe e dell’IPSIA e il risultato della media nazionale

Grafico esemplificativo della Prova di italiano a. s. 2015/2016: confronto fra la prova di una

classe dell’ITS e il risultato della media nazionale

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Grafico esemplificativo della Prova di Matematica a. s. 2015/2016: confronto fra la prova

di una classe e dell’IPSIA e il risultato della media nazionale

Grafico esemplificativo della Prova di Matematica a. s. 2015/2016: confronto fra la prova

di una classe e dell’ITS e il risultato della media nazionale