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ANCONA 7•2•2013 ANNO XLIV • N. 7 SOMMARIO Il Bollettino della Regione Marche si pubblica in Ancona e di norma esce una volta alla settimana, il giovedì . La Direzione e la Redazione sono presso la Regione Marche Segreteria della Giunta regionale - Via Gentile da Fabriano - Ancona - Tel. (071) 8061 POSTE ITALIANE S.p.A. SPEDIZIONE IN A.P. 70% DCB POTENZA ATTI DELLA REGIONE DELIBERAZIONI AMMINISTRA- TIVE DELL’ASSEMBLEA LEGI- SLATIVA REGIONALE Deliberazione Amministrativa del 15/01/2013, n. 61. Indizione del Refer endum Consul - tivo in Merito alla pr oposta di Leg - ge N. 77/2011 “Distacco della Frazione di Mar otta dal Comune di Fano e incorporazione nel Comune di Mondolfo. Mutamento delle rispettive cir coscrizioni comunali”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1173 Deliberazione Amministrativa del 15/01/2013, n. 62 Adeguamento del “Piano Ener geti - co Ambientale Regionale” (Delibe - razione del Consiglio Regionale 16 febbraio 2005, n. 175) alla nor ma - tiva “Bur den Sharing” e individua - zione delle ar ee non idonee all’in - stallazione di impianti a biomassa e a Biogas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1180 Deliberazione Amministrativa del 15/01/2013 n. 63 Pr ogrammazione r ete scolastica per l’anno scolastico 2013/2014 deliberazione dell’Assemblea Legislativa r egionale 26 luglio 2012, n. 52. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1232 DECRETI DEL PRESIDENTE DEL- LA GIUNTA REGIONALE Decreto n. 13 del 11/01/2013 Commissione Tributaria Provin- ciale Di Pesaro. Contenzioso in materia tributaria: tassa automo- bilistica. Costituzione in giudizio della Regione Marche. Affidamen- to incarico all’Avv. Lucilla DI IAN- NI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1254 Decreto n. 15 del 17/01/2013 Commissione Tributaria Provin- ciale Di Ancona. Contenzioso in materia tributaria: imposta reg.le concessioni, occupazione e uso del demanio. Costituzione in giudizio della Regione Marche. Affidamen- to incarico all’Avv. Lucilla DI IAN- NI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1254 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE Deliberazione n. 29 del 21/01/2013 Art. 25 della L.R. 27/12/2012, n° 46 - Iscrizione nel Bilancio di Pre- visione per l'anno 2013 di entrate derivanti da assegnazioni per la realizzazione degli obiettivi del Progetto Mattone Internazionale e relativi impieghi. Euro 59.000,00. . . .pag. 1254 REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE

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ANCONA 7•2•2013 ANNO XLIV • N. 7

SOMMARIO

Il Bollettino della Regione Marche si pubblica in Ancona e di norma esce una volta alla settimana, il giovedì.La Direzione e la Redazione sono presso la Regione Marche

Segreteria della Giunta regionale - Via Gentile da Fabriano - Ancona - Tel. (071) 8061

POSTE ITALIANE S.p.A. SPEDIZIONE IN A.P. 70% DCB POTENZA

ATTI DELLA REGIONE

DELIBERAZIONI AMMINISTRA-TIVE DELL’ASSEMBLEA LEGI-

SLATIVA REGIONALE

Deliberazione Amministrativadel 15/01/2013, n. 61.Indizione del Referendum Consul-tivo in Merito alla proposta di Leg-ge N. 77/2011 “Distacco dellaFrazione di Marotta dal Comunedi Fano e incorporazione nelComune di Mondolfo. Mutamentodelle rispettive circoscrizioni comunali”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1173

Deliberazione Amministrativadel 15/01/2013, n. 62Adeguamento del “Piano Energeti-co Ambientale Regionale” (Delibe-razione del Consiglio Regionale 16febbraio 2005, n. 175) alla norma-tiva “Burden Sharing” e individua-zione delle aree non idonee all’in-stallazione di impianti a biomassa e a Biogas. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1180

Deliberazione Amministrativadel 15/01/2013 n. 63Programmazione rete scolasticaper l’anno scolastico 2013/2014deliberazione dell’AssembleaLegislativa regionale 26 luglio 2012, n. 52. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1232

DECRETI DEL PRESIDENTE DEL-LA GIUNTA REGIONALE

Decreto n. 13 del 11/01/2013Commissione Tributaria Provin-ciale Di Pesaro. Contenzioso inmateria tributaria: tassa automo-bilistica. Costituzione in giudiziodella Regione Marche. Affidamen-to incarico all’Avv. Lucilla DI IAN-NI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1254

Decreto n. 15 del 17/01/2013Commissione Tributaria Provin-ciale Di Ancona. Contenzioso inmateria tributaria: imposta reg.leconcessioni, occupazione e uso deldemanio. Costituzione in giudiziodella Regione Marche. Affidamen-to incarico all’Avv. Lucilla DI IAN-NI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1254

DELIBERAZIONE DELLAGIUNTA REGIONALE

Deliberazione n. 29 del21/01/2013Art. 25 della L.R. 27/12/2012, n°46 - Iscrizione nel Bilancio di Pre-visione per l'anno 2013 di entratederivanti da assegnazioni per larealizzazione degli obiettivi delProgetto Mattone Internazionale e relativi impieghi. Euro 59.000,00. . . .pag. 1254

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BOLLETTINO UFFICIALEDELLA REGIONE MARCHE

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Deliberazione n. 30 del21/01/2013Art. 29 comma 1 della L.R.31/2001 - art. 25 comma 1 e 2 del-la L.R. 46/2012 - Iscrizione nelBilancio di previsione per l'anno2013 di entrate derivanti da asse-gnazione di fondi da parte delloStato e della UE vincolati a scopispecifici e delle relative spese - pro-getto TISAR programma IPA Adria-tico 2007/2013 - importo Euro 1.986.613,50. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1258

Deliberazione n. 31 del21/01/2013Art. 2 comma 1 lettera a) della L.R.27 dicembre 2012, n. 45 - Reiscri-zione nel Bilancio di Previsione perl'anno 2013 di economie accertaterelative a stanziamenti aventi spe-cifica destinazione - Euro 3.067.176,80. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1261

DECRETI DEI DIRIGENTI REGIONALI

SERVIZIO AFFARI GENERALI

Decreto del Dirigente della P.F.Affari Generali n. 3 del30/01/2013L.R. 5 agosto 1996, n. 34, art. 12 ,comma 1 - Pubblicazione dell’elen-co delle nomine e delle designazio-ni effettuate nel corso dell’anno2012 da parte del Presidente e del-la Giunta regionale. . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1263

SERVIZIO INTERNAZIONALIZZAZIONE, CULTURA, TURISMO, COMMERCIO

E ATTIVITA’ PROMOZIONALI

Decreto del Dirigente della PFCultura n. 3 del 29/01/2013Revoca DDPF 2/CLT del22/01/2013 e Integrazione e modi-fica del Bando approvato con DDPF224/CLT del 19/12/2012 - Inter-vento 1.2.1.05.07 Sostegno all’in-novazione e tecnologie in digitale delle sale cinematografiche. . . . . . . . .pag. 1268

SERVIZIO INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

Decreto del Dirigente del Servi-

zio Studi e Commissioni n. 1 del22/01/2012Art. 12, 1.r. 5 agosto 1996, n. 34.Pubblicazione dell’elenco dellenomine e designazioni effettuatedall’Assemblea legislativa regiona-le nell’anno 2012. . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1268

SERVIZIO INFRASTRUTTURE,TRASPORTI ED ENERGIA

Decreto del Dirigente della PFRete Elettrica Regionale, Auto-rizzazioni Energetiche, Gas edIdrocarburi n. 7 del 23/01/2013Rettifica al decreto n.3/EFR del08/01/2013 - Art.12 D.Lgs.387/03 - Autorizzazione a realizza-re ed esercire impianto di produzio-ne energia elettrica da Biogas, inloc. Marolino - Comune di Potenza Picena (MC) - Soc. VBIO 7 S.A. srl. . .pag. 1273

SERVIZIO AGRICOLTURA,FORESTAZIONE E PESCA

Decreto del Dirigente della PFCompetitività e Sviluppo del-l’Impresa Agricola n. 20 del25/01/2013Reg.(CE) n. 1234/07 e (CE) n.555/08 e s.m. e i. – DM n. 1831/11e s.m. e i. – DGR Marche n.1629/12 – DDPF n. 598/12 - OCMvitivinicolo - PNS – Rettifica al ban-do regionale misura investimenti - Campagna 2012/2013. . . . . . . . . . . . .pag. 1273

ATTI DEGLI ORGANI GIURISDIZIONALI

DI INTERESSE REGIONALE

Corte Costituzionale - RomaDecisione N. 6 del 16/01/2013 -Legge Regione Marche 4/09/1979 n. 31. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1273

ATTI DI ENTI LOCALI E DI ALTRI SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI

Provincia di AnconaDeterminazione del Direttore delDipartimento III “Governo del Terri-torio” n. 16 del 23.01.2013 - Leggeregionale n. 3/2012 - Art. 8 - Comu-ne di Osimo - Impianto per il recu-

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pero di rifiuti pericolosi R2 (rigene-razione - recupero solventi prodottipresso lo stabilimento) - Ditta MAITSpA. Esclusione del progetto dallaprocedura di valutazione di impatto ambientale con prescrizioni. . . . . . . . .pag. 1278

Provincia di Ascoli PicenoDeterminazione Dirigenziale n. 12del 22/01/2013 - L. 236/93 - For-mazione continua - 3° Bando per lagestione dei progetti di riqualifica-zione per “Operatore Socio Sanita-rio” - Approvazione graduatorie deiprogetti formativi presentati ai sen-si della Determinazione Dirigenzia-le n. 230 del 05/05/2012 (CIG 428708674)”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1278

Provincia di MacerataDeterminazione Dirigenziale n. 390- 10° Settore del 09-11-2012 -D.Lgs. 152/2006 art.23 e ss. e L.R.7/2004 art.9: Procedura di VIA.Progetto: “Art.208, D.Lgs.152/2006 - Autorizzazione Unicadi cui alla D.D. n. 8-12° Settore del17/01/2011 ottemperanza allaprescrizione di cui al punto 7”. -Impianto di recupero rifiuti nonpericolosi sito in frazione Maddale-na nel Comune di Muccia. Ulterioricomuni interessati: Pieve Torina ePievebovigliana. Proponente:FENIX WASTE S.R.L. - Archiviazio-ne ai sensi dell’art. 26 comma 3 ter del D.Lgs. 152/2006. . . . . . . . . . . . . .pag. 1281

Provincia di MacerataDeterminazione Dirigenziale n. 55 -6° Settore del 28-01-2013 - “PORMarche OB 2 -FSE 2007/2013 –Asse I Adattabilità – DD n.469/VI/2011 – Avviso Pubblico vol-to alla concessione di Incentivi alleImprese per la Innovazione Tecno-logica e Organizzativa della Provin-cia di Macerata – Formalizzazionedi alcune rinunce e decadenze epronuncia della perdita di efficaciadella graduatoria aprovata con DD n. 95/VI del 14/03/2012. . . . . . . . . .pag. 1281

Provincia di FermoR.D. 1775/1933 e L.R. 19/88 es.m.i. Autorizzazione alla costruzio-ne ed esercizio di elettrodotto BT incavo interrato in C. da San Pietrotra i Comuni di Monte Vidon Corra-do (FM) e Montappone (FM). Societàproponente: Enel DistribuzioneS.p.A.. - Determinazione Dirigenzia-

le della Provincia di Fermo n. 5RS/64RG del 24/01/2013. . . . . . . .pag. 1282

Comune di CastelbellinoApprovazione definitiva varianteparziale al PRG comunale per area produttiva in località Scorcellletti. . . .pag. 1282

Comune di Castelraimondo Decreto del Responsabile del Servi-zio LL.PP. ed Urbanistica prot. n.1351 del 31.01.2013. - D.P.R495/92 e seguenti modifiche edintegrazioni, D.Lgs. 285/92 eseguenti modifiche ed integrazioni,Legge 120/2010. Declassificazionee sdemanializzasione di un trattodi strada vicinale denominata “DeiRanghi” in loc. Carborello di Cri-spiero. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1283

Comune di GrottazzolinaDetermina del responsabile dell’A-rea Urbanistica n. 1 del28/01/2013: lavori di “restauro evalorizzazione ex chiesa di SantaMaria a piè di Costa” – ordine dideposito delle indennità provvisoriedi esproprio e di servitù perpetua alla Cassa Depositi e Prestiti. . . . . . . .pag. 1283

Città di MatelicaAvviso di approvazione da partedel Comune di Matelica di unavariante Parziale al Piano Regolato-re Generale ai sensi dell’art. 26 del-la L.R. 34/92 e di approvazione din. 2 Piani attuativi ai sensi dell’art. 30 della LR 34/92. . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1286

Comune di RecanatiAtto di G. C. n. 235 del13/12/2012 - L.R. 34/1992 – L.R.22/2009 e ss.mm.ii. piano di recu-pero di iniziativa privata “CasaTorre – ditta Guzzini Paolo”. Appro-vazione definitiva. . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1286

Comune di SaltaraStatuto dell’Unione dei Comuni“Valle del Metauro” approvato dalConsiglio Comunale con delibera-zione n. 69 in data 29/12/2012. . . .pag. 1287

Comune di SerrapetronaDeliberazione di G.C. n. 12 del22/01/2013 - Approvazione delpiano di lottizzazione “SottozonaC4 - Borgo Claudi”. . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1300

Comune di SmerilloDecreto di esproprio n. 4/9 del 30/01/2013. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1301

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COMUNICAZIONE DI AVVIO DEI PROCEDIMENTI

AMMINISTRATIVI

Provincia di Pesaro e UrbinoComunicazione di avvio del proce-dimento amministrativo. Pianostralcio di bacino per l’Assetto Idro-geologico dei bacini di rilievo regio-nale (PAI) approvato con Delibera.di Consiglio Regionale n. 116 del21/01/2004. Istanza ai sensi del-l’art. 19 comma 1 delle Norme diAttuazione. Comune di Tavoleto(PU) – Inserimento di una nuovaarea di versante in dissesto aridosso del centro abitato del capo-luogo, in prossimità di via Bernar-dino Santi. L.R. 23 novembre 2011 n. 22 art.13 comma 5. . . . . . . . . . . . . .pag. 1301

BANDI E AVVISI DI GARA

Giunta Regione Marche - Servi-zio Attività normativa e legale eRisorse strumentali P.F. Sistemiinformativi e telematiciAcquisizione di servizi di help deskspecialistico e servizi di tipo tecni-co-sistemistico a supporto dellagestione di sistemi informativi ero-gati dalla PF Sistemi informativi etelematici alle PA regionali e SSR per la durata di 3 anni. . . . . . . . . . . . .pag. 1302.Regione Marche - Servizio Infra-strutture, Trasporti ed EnergiaAvviso di aggiudicazione gara appalto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1304

Provincia di MacerataProcedura aperta per l’affidamentodei servizi assicurativi generali del-l’Ente Annualità 2013/2015. . . . . . . .pag. 1304

Comune di Torre S. PatrizioAvviso di vendita di quote societa-rie Sam srl. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1305

ARPAM – Agenzia Regionale perla Protezione Ambientale delleMarche - AnconaAvvisi relativi ad appalti aggiudica-ti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1305

ERSU – Ente Regionale per ildiritto allo Studio Universitariodi Urbino - Urbino

Avviso pubblico di manifestazioned’interesse per l’affidamento inconcessione della gestione dei loca-li denominati “Ex scorpio Club” viaLaurana Urbino per la realizzazio-ne di un circolo ricreativo ad usoesclusivo degli studenti universita-ri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1307

AVVISI D’ASTA

Comune di ComunanzaAvviso di asta pubblica per la ven-dita di area di proprietà comunalein zona “Via della pace/acquasan-ta” del capoluogo. . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1308

Comune di OstraAvviso d’asta pubblica per la ven-dita di Immobile comunale sito inVia del Teatro, denominato ex Con-vento delle Clarisse (II esperimen-to). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1309

Comune di VissoBando d’asta pubblica per aliena-zione dell’immobile comunale deno-minato “Ex scuola dí Aschio”. . . . . . . .pag. 1309

Comune di VissoBando d’asta pubblica per aliena-zione degli immobili comunali “Pre-fabbricati in legno in loc. Aschio”. . . .pag. 1309

Comune di VissoBando d’asta pubblica per aliena-zione dell’immobile comunale deno-minato “Stalla di Mevale”. . . . . . . . . . .pag. 1310

Comune di VissoBando d’Asta per alienazione degliimmobili comunali “prefabbricati in legno in loc. Fematre”. . . . . . . . . . . . . .pag. 1310

Comune di VissoBando d’asta pubblica per aliena-zione degli immobili comunali “pre-fabbricati in legno in loc. Rasenna”. .pag. 1311

Comune di VissoBando d’asta pubblica per aliena-zione degli immobili comunali “Pre-fabbricati in legno in loc. Riofreddo”. pag. 1312

ASUR – Area Vasta n. 5 – AscoliPicenoEstratto di avviso d’asta pubblicaper l’alienazione di un’area edifica-

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bile di proprietà dell’azienda sani-taria unica Regionale sita nel Comune di Offida (AP). . . . . . . . . . . . . .pag. 1312

BANDI DI CONCORSO

Comune di MontefortinoAvviso pubblico per l’assegnazionedi n. 2 (due) licenze per il servizio di noleggio di veicoli con conducente. . .pag. 1313

Comune di MorrovalleBando di concorso per la formazio-ne della Graduatoria valevoleall’assegnazione di alloggi di edili-zia residenziale pubblica nel comu-ne di Morrovalle (Approvata conDetermina N. Gen. 33 del 19.01.2013). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1316

ASUR – Area Vasta n. 4 – FermoBando di concorso pubblico, pertitoli ed esami, per la copertura din. 1 posto di collaboratore profes-sionale sanitario Fisioterapista cat.D) c/o l’ASUR Marche - Area Vasta n. 4 di Fermo. . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1317

ASUR - Area Vasta n. 4 - FermoBando di concorso pubblico, pertitoli ed esami, per la copertura din. 1 posto di Dirigente Medico disci-plina Psichiatria c/o l’ASUR Mar-che - Area Vasta n. 4 di Fermo. . . . . .pag. 1325

Azienda Ospedaliero Universita-ria Ospedali Riuniti Umberto I -G.M. Lancisi - G. Salesi - AnconaGraduatoria concorso pubblico pern. 1 posto di Dirigente delle Profes-sioni Sanitarie – Area Tecnica Dia-gnostica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1332

AVVISI

Comune San Paolo di JesiAvviso. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1332

Comune di Sant’IppolitoAvviso inerente “Adozione di unpiano di recupero per la ristruttura-zione, con parziale demolizione eampliamento di edificio residenzia-le unifamiliare in loc. Sorbolongo, aisensi dell’art. 4 del P.P.C.S. vigentee dell’art. 2, comma 1 della L.R.22/2009, come modificato e sosti-

tuito dall’art. 3, comma 1 della L.R.19/2010 – Ditta Bronisz Daniel Jaroslaw. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 1332

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ATTI DELLA REGIONE

DELIBERAZIONI AMMINISTRATIVEDELL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA

REGIONALE

_______________________________________________________

Deliberazione Amministrativa del15/01/2013, n. 61.Indizione del Referendum Consultivo in Meritoalla proposta di Legge N. 77/2011 “Distaccodella Frazione di Marotta dal Comune di Fanoe incorporazione nel Comune di Mondolfo.Mutamento delle rispettive circoscrizioni comu-nali”.

L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA REGIONALE

Premesso:- che l’articolo 133, secondo comma, della Costitu-

zione dispone che: “La Regione, sentite le popola-zioni interessate, può con sue leggi istituire nelproprio territorio nuovi comuni e modificare leloro circoscrizioni e denominazioni”;

- che l’articolo 15, comma 1, del decreto legislativo18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggisull’ordinamento degli enti locali) dispone che: “Anorma degli articoli 117 e 133 della Costituzione, leregioni possono modificare le circoscrizioni terri-toriali dei comuni sentite le popolazioni interessa-te, nelle forme previste dalla legge regionale”;

- che ai sensi dell’articolo 3, comma 1, della leggeregionale 16 gennaio 1995, n. 10 (Norme sul rior-dinamento territoriale dei Comuni e delle Provin-ce nella regione Marche) il mutamento delle circo-scrizioni comunali può avvenire anche attraversoampliamento del territorio di un comune al qualeviene aggregata parte del territorio contermine o dialtro comune;

- che l’articolo 44, comma 1, dello Statuto dellaRegione Marche dispone che: “Le proposte di leg-ge concernenti l’istituzione di nuovi Comuni, imutamenti delle circoscrizioni o delle denomina-zioni comunali sono sottoposte a referendum con-sultivo delle popolazioni interessate”;

- che l’articolo 10 della citata L.r. 10/1995 disponeche il Consiglio regionale, dopo che la Commis-sione consiliare si sia espressa sulla proposta dilegge di modificazione delle circoscrizioni comu-nali, delibera sulla indizione del referendum con-sultivo;

- che l’articolo 20 della legge regionale 5 aprile1980, n. 18 (Norme sui referendum previsti dalloStatuto) stabilisce quanto segue: “La deliberazionedel consiglio regionale che indice il referendum

consultivo deve indicare il quesito e gli elettoriinteressati”;

Vista la proposta di legge n. 77/11 (Distacco dellafrazione di Marotta dal Comune di Fano e incorpo-razione nel Comune di Mondolfo. Mutamento dellerispettive circoscrizioni comunali) approvata in data26 novembre 2012 dalla Commissione assemblearecompetente per materia;

Vista la deliberazione del Consiglio Provinciale diPesaro Urbino n. 44 del 26 maggio 2011;

Vista la deliberazione del Consiglio comunale di Mon-dolfo n. 24 del 29 marzo 2011;

Vista la deliberazione del Consiglio comunale di Fanon. 125 dell’11 maggio 2011;

Considerato:

- che per quanto riguarda l’individuazione delle“popolazioni interessate”, la Corte Costituzionalecon le più recenti sentenze in materia (n. 433 del 15settembre 1995, n. 94 del 7 aprile 2000 e n. 47 del13 febbraio 2003) ha affermato il principio genera-le che è compito del legislatore regionale definire icriteri per l’individuazione delle popolazioni interes-sate alla variazione territoriale; deve, comunque,trattarsi di criteri ragionevoli che non escludano apriori le popolazioni dei comuni coinvolti, residentiin aree diverse da quelle destinate al trasferimento,che potrebbero avere un interesse, anche se indi-retto, alla variazione, che va ad incidere sulladimensione e sulla conformazione territoriale delComune in cui esse insistono;

- che, pertanto, la scelta delle popolazioni da consul-tare va operata caso per caso, soprattutto quando lalegislazione regionale, come quella della RegioneMarche, nulla precisa al riguardo;

- che, comunque, la stessa Corte Costituzionale haindicato, quali criteri da seguire affinché la sceltapossa considerarsi ragionevole, la “particolareconformazione del territorio” o la presenza nell’a-rea interessata “di infrastrutture o di funzioni terri-toriali di particolare rilievo per l’insieme dell’entelocale”;

- che, in particolare, la regola generale direttamentericavabile dall’articolo 133, secondo comma, del-la Costituzione che esige la consultazione di tutta lapopolazione del Comune o dei Comuni le cui cir-coscrizioni devono subire modificazioni, può esse-re derogata mediante una valutazione di elementidi fatto quali ad esempio la “limitata entità sia delterritorio che della popolazione rispetto al totale”oppure la circostanza che la frazione che chiede ildistacco sia già esistente come fatto “sociologica-mente distinto” o sia collegata in maniera “eccen-trica” rispetto al capoluogo o al comune principale,ed abbia quindi una sua caratterizzazione distinti-va;

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Atteso:- che Marotta, una frazione di circa 14.000 abitanti,

è da sempre divisa essenzialmente in due Comuni,Fano (con circa 3.000 abitanti) e Mondolfo (concirca 11.913 abitanti);

- che l’attuale confine divide esattamente a metà ilcentro della frazione di Marotta corrispondentealla Piazza Kennedy, ossia, la piazza centrale del-la Frazione di Marotta;

- che al comune di Mondolfo già appartiene circa1’80 per cento del territorio di Marotta e nella stes-sa proporzione vi risiedono i suoi abitanti;

- che geograficamente Marotta è più vicina a Mon-dolfo, distandovi solo poco più di 6 km, mentreFano dista più di 14 km;

- che l’abitato di Marotta rappresenta la zona costie-ra del comune di Mondolfo, mentre attualmentecostituisce solo una parte trascurabile della ben piùestesa zona costiera del territorio comunale diFano, che si sviluppa più a nord;

- che il comune di Fano ha dimensioni ben più con-sistenti (oltre 63.000 abitanti per una superficie di121 kmq) rispetto a quelle del comune di Mon-dolfo (11.913 abitanti per una superficie di 22,69kmq) e le sue esigenze sono estremamente piùgrandi della frazione di Marotta e più diversifica-te. Considerazioni opposte valgono per il comunedi Mondolfo;

- che, pertanto, il distacco della frazione di Marotta(che ha circa 3.000 abitanti) non comporta proble-mi alla totalità del numero di abitanti dell’interocomune di Fano che ne conta oggi oltre 63.000;

- che storicamente, a causa di un mancato coordina-mento tra l’amministrazione di Fano e quella diMondolfo, i cittadini di Marotta si sono trovati adavere due strumenti urbanistici, due progetti esistemi fognari, due acquedotti, diversi orari negliesercizi commerciali, una rete viaria non collegatacon l’autostrada o comunque incompleta e notevo-li differenze nella gestione dei servizi comunali;

- che, quindi, le ragioni della proposta di unificareMarotta a Mondolfo vanno ricercate nella neces-sità di garantire ad una “limitata entità territoriale”la stessa gestione amministrativa sia con riguardoa tutti i principali servizi comunali sia in ordine aduna omogenea programmazione territoriale;

- che, in particolare, il distacco della frazione diMarotta non comporterebbe particolari problemialla restante popolazione fanese che vede concen-trati tutti i principali servizi comunali più a norddell’area di interesse;

Ritenuto:- che nel caso in esame la popolazione interessata al

referendum consultivo” è solo quella residente nelterritorio di Marotta di Fano, che ha chiesto ildistacco, in quanto può ragionevolmente escluder-si un interesse delle restanti popolazioni del

comune di Fano, sia con riguardo alla conforma-zione territoriale, sia tenuto conto dell’esiguitàdella parte di territorio e di popolazione che ver-rebbe sottratta per essere aggregata al comune diMondolfo, sia per l’assenza di infrastrutture o fun-zioni territoriali rilevanti che si sviluppano in altrazona più a nord;

- che, dunque, basta la manifestazione della volontàdella popolazione che intende distaccarsi perchéquesta è già esistente come fatto “sociologicamentedistinto”, è collegata con un’area geografica“eccentrica’ rispetto al Comune di Fano, ha giàuna sua autonomia infrastrutturale e di servizi pub-blici;

- che, a riprova di quanto fino ad ora espresso, ildistacco richiesto non provoca nessun smembra-mento del territorio poiché, come si evince dallerilevanze catastali, nessun foglio e nessuna parti-cella viene divisa a metà e il confine che andrà adividere il comune di Mondolfo da quello di Fanoè stato posto lungo un canale demaniale;

- che, pertanto, la consultazione referendaria non variferita all’intera popolazione residente sia nelcomune di Fano, sia nel comune di Mondolfo, poi-ché la stessa non ha un interesse qualificato perintervenire nel procedimento di variazione territo-riale richiesto non avendo alcun diretto collega-mento;

- che, anzi, la popolazione del comune di Mondolfoha sicuramente interesse ad annettere la frazione diMarotta di Fano che costituisce già un’unica realtàcon la frazione di Marotta di Mondolfo, della qua-le amministra la parte più consistente;

- che, comunque, alla luce della più recente senten-za della Corte Costituzionale (n. 334 del 10novembre 2004) le popolazioni non direttamenteinteressate possono trovare nel parere dei Consigliprovinciali e comunali la tutela che nel procedi-mento di cui all’articolo 132, secondo comma, del-la Costituzione è riservata ai Consigli regionali;

- che la deliberazione del Consiglio comunale diMondolfo n. 24 del 29 marzo 2011 ha espresso ilparere favorevole alla proposta di legge n. 77/11per il distacco della frazione di Marotta dal comu-ne di Fano e in corporazione nel comune di Mon-dolfo;

- che la deliberazione del Consiglio comunale diFano n. 125 dell’11 maggio 2011, pur avendoespresso un parere contrario al distacco ha, nellemotivazioni, giustificato il suo diniego esclusiva-mente per gli investimenti effettuati nel territoriodi Marotta e per le minori entrate nel bilanciocomunale, in termini di Ici, Tarsu, Tosap, addizio-nale lrpef, trasferimenti statali, ecc.. Tanto è veroche la deliberazione, in subordine, ha chiesto chela proposta di legge n. 77/11 regoli espressamentei rapporti economico-finanziari fra i Comuni inte-ressati in ragione del subentro nella titolarità delleposizioni e dei rapporti giuridici attivi e passivi

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afferenti al territorio coinvolto dalla modifica cir-coscrizionale;

- che, comunque, nel caso in questione il Consiglioprovinciale di Pesaro Urbino, quale ente localesovraordinato ai Comuni interessati, con la delibe-razione n. 44 del 26 maggio 2011 ha espresso pare-re favorevole in merito alla proposta di legge n.77/11;

- che, infine, la proposta di legge n. 77/11, preventi-vamente esaminata, ai sensi del comma 1 dell’ar-ticolo 22 dello Statuto regionale, dalla Commis-sione assembleare competente e dalla stessa appro-vata nella seduta del 26 novembre 2012, ha espres-samente previsto all’articolo 2 la regolamentazio-ne dei rapporti patrimoniali ed economico-finan-ziari conseguenti alla modificazione territoriale ri-chiesta;

Visto il parere espresso, ai sensi dell’articolo 11,comma 4, della l.r. 10 aprile 2007, n. 4, dal Consi-glio delle autonomie locali;Visto l’articolo 21 dello Statuto regionale;

DELIBERA

1) di indire il referendum consultivo sulla propostadi legge n. 77/11 “Distacco della frazione diMarotta dal Comune di Fano e incorporazione nelComune di Mondolfo. Mutamento delle rispettivecircoscrizioni comunali”, come approvata dallaCommissione assembleare competente in data 26novembre 2012;

2) di individuare le “popolazioni interessate” che anorma dell’articolo 133, secondo comma, dellaCostituzione, dovranno essere coinvolte nel refe-rendum consultivo previsto dall’articolo 20 dellaL.r. 18/1980, quelle residenti nella circoscrizioneterritoriale del Comune di Fano - frazione diMarotta che ha chiesto il distacco, indicate nel-l’allegato A;

3) di stabilire che il quesito da sottoporre a referen-dum sia il seguente: “Vuoi tu che la frazione diMarotta di Fano sia annessa al Comune di Mon-dolfo e siano di conseguenza modificate le circo-scrizioni comunali di Mondolfo e Fano?”.

Avvenuta la votazione, il Presidente ne proclamal’esito: “l’Assemblea legislativa regionale approva”

ALLEGATO A1. RELAZIONE DESCRITTIVA2. PIANTINA3. ELENCO DELLE VIE E DEI NUMERI

CIVICI DELLA FRAZIONE DI MAROTTACHE HA CHIESTO IL DISTACCO DALCOMUNE DI FANO E LA SUA INCOR-PORAZIONE NEL COMUNE Dl MON-

DOLFO - (Non sono ricomprese nel distaccodella frazione di Marotta le vie contrasse-gnate con “NO” nelle sezioni 48 e 64)

ALLEGATO A.1

RELAZIONE DESCRITTIVA

Attualmente la linea di demarcazione tra la circo-scrizione territoriale del Comune di Mondolfo equella del Comune di Fano è individuata, sul latosud, dalla Via Vecchia Osteria e dalla Via Esino,catastalmente risulta indicata dal termine del Foglio125 del Comune di Fano e dall’inizio del Foglio 1del Comune di Mondolfo.Con l’aggregazione della frazione Marotta, attual-mente facente parte del Comune di Fano, al Comu-ne di Mondolfo, i nuovi confini tra i due Comunirisultano delineati secondo la descrizione che segue,precisando che i fogli catastali del Comune di Fano,interessati all’operazione sono i seguenti: - Fogli121, 122, 123 (parziale).Lato Sud. Partendo dall’attuale punto di confine trail Comune di Mondolfo e quello di Fano sul lato Est(Punto A in planimetria) e proseguendo verso Sud, cisi immette sulla via Esino per poi proseguire, attra-verso la Ferrovia Ancona-Bologna e la S.S. Adriati-ca n°16, fino alla Via Vecchia Osteria. Di qui, prose-guendo verso Sud, sempre lungo Via Vecchia Oste-ria fino all’innesto di detta via con la strada vici-nale di mezzo ( punto B nella planimetria ), si trac-cia una linea immaginaria, tra il punto A e il punto B,corrispondente all’attuale confine di Mondolfo conFano.Lato Ovest: Dall’incrocio di Via Vecchia Osteriacon la vicinale di mezzo si prosegue ininterrotta-mente per quest’ultima in direzione nord-ovest,oltrepassando la delimitazione dei Fogli n. 125, 124,123 (parziale), fino al punto C contrassegnata in pla-nimetria.Lato Nord: Sponda sinistra del fosso privo di deno-minazione, che scorre quasi parallelo a via Andersened il cui tracciato ricade nel foglio catastale- n. 123del comune di Fano (punto C in planimetria), il nuo-vo confine segue, da monte verso mare. Oltrepassa-ta perpendicolarmente la S.S. 16 segue come confi-ne naturale il fosso o piccolo corso d’acqua. Seguen-do questo fosso, attraverso la ferrovia Ancona-Bolo-gna, indi la Via Ammiraglio Cappellini e si immettesulla linea di confine lato nord-est con il demanioMarittimo- Mare Adriatico (punto D della planime-tria).Lato Est: Dal lato Est il confine è contrassegnatodalla linea di congiunzione tra il punto D e il puntoA, in corrispondenza della delimitazione del confinedemaniale marittimo, che arriva fino all’inizio delfoglio n°1 del Comune di Mondolfo.

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ALLEGATO 2

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Deliberazione Amministrativa del15/01/2013, n. 62Adeguamento del “Piano Energetico Ambien-tale Regionale” (Deliberazione del ConsiglioRegionale 16 febbraio 2005, n. 175) alla nor-mativa “Burden Sharing” e individuazionedelle aree non idonee all’installazione diimpianti a biomassa e a Biogas.

L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA REGIONALE

Visto il decreto del Ministero dello sviluppo econo-mico del 10 settembre 2010 concernente le linee gui-da per il procedimento di cui all’articolo 12 del d.lgs.29 dicembre 2003, n. 387 per l’autorizzazione allacostruzione e all’esercizio di impianti di produzionedi elettricità da fonti rinnovabili, nonché le linee gui-da tecniche per gli impianti stessi;Visto il decreto del Ministero dello sviluppo econo-mico del 15 marzo 2012 “Definizione degli obiettiviregionali in materia di fonti rinnovabili (c.d. BurdenSharing)”;Vista la legge regionale 19 ottobre 2012, n. 30 “Indi-viduazione delle aree non idonee all’installazione diimpianti alimentati da biomasse o biogas e modifi-che alla legge regionale 26 marzo 2012, n. 3 ‘Disci-plina della procedura di valutazione di impattoambientale’”;Vista la proposta della Giunta regionale;Visto il parere favorevole di cui all’articolo 16, com-ma 1, lettera d), della 15 ottobre 2001, n. 20 inordine alla regolarità tecnica e sotto il profilo dilegittimità del Dirigente del servizio territorio eambiente, nonché l’attestazione dello stesso che dal-la deliberazione non deriva né può comunque derivareun impegno di spesa a carico della Regione, resi nel-la proposta della Giunta regionale;Preso atto che la predetta proposta è stata preventi-vamente esaminata, ai sensi del comma 1 dell’arti-colo 22 dello Statuto regionale, dalla Commissioneassembleare permanente competente in materia;Visto ii parere espresso, ai sensi dell’articolo 11,comma 2, della Lr. 10 aprile 2007, n. 4, dal Consi-glio delle autonomie locali;Visto il parere espresso, ai sensi dell’articolo 4, com-ma 1, della L.r. 26 giugno 2008, n. 15, dal Consiglioregionale dell’economia e del lavoro;Visto l’articolo 21 dello Statuto regionale;

DELIBERA

di approvare l’adeguamento del “Piano energeticoambientale regionale” (deliberazione del Consiglioregionale 16 febbraio 2005, n. 175) alla normativa“burden sharing” e l’individuazione delle aree non

idonee alla installazione di impianti a biomassa e abiogas, di cui all’allegato A della presente delibera-zione.

Avvenuta la votazione, il Presidente ne proclama l’e-sito: “l’Assemblea legislativa regionale approva”

Allegato A

Adeguamento del Piano Energetico AmbientaleRegionale (DACR 175/2005) alla normativa “bur-den sharing” e individuazione delle aree non idoneealla installazione di impianti a biomassa e a bio-gas

INDICE

Cap 1 - LO SCENARIO BURDEN SHARING,GLI OBIETTIVI 2020 E PRIME LINEED’INDIRIZZO STRATEGICO

1.1 Lo scenario burden sharing e gli obiettivi20201.2 Sistema di monitoraggio e modalità digestione dei casi di mancato raggiungimentodegli obiettivi1.3 Prime linee d’indirizzo strategico

Cap 2 IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENER-GIA ELETTRICA ALIMENTATI DA BIO-MASSE: AREE E SITI NON IDONEI

Premessa2.1 Descrizione delle attuali tecnologie per laproduzione di energia elettrica dalla biomassa2.1.1 Impianti per la produzione di biogas da dige-stione anaerobica e successiva trasformazione inenergia elettrica2.1.2 Impianti per la produzione di energia elettri-ca da calore proveniente dalla combustione in cal-daia di biomassa solida e successiva trasformazio-ne in energia elettrica2.1.3 Impianti per la gassificazione di biomassasolida e successiva combustione del gas di sintesiper la produzione di energia elettrica2.1.4 Impianti per la produzione di energia elettri-ca tramite motori a combustione interna alimenta-ti da bioliquido2.2 Gli obiettivi di tutela regionale2.2.1 Paesaggio e Patrimonio storico-culturale2.22 Aree naturali Protette e Rete Natura 20002.2.3 Biodiversità e Rete Ecologica Regionale2.2.4 Tutela e difesa del suolo

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2.2.5 Tutela delle risorse idriche2.2.6 Sviluppo agricolo e tradizioni agroalimenta-ri locali2.2.7 Pianificazione e gestione forestale sostenibi-le2.3 Elenco delle Aree non idonee2.3.1 Aree di rilevanza paesaggistica individuatedal Piano Paesistico Ambientale Regione Marchecosì come recepito dai PRG comunali approvati inadeguamento (ove esistenti).2.3.2 Aree non idonee desumibili dalla legge fore-stale regionale del 23 febbraio 2005, n. 62.3.3 Aree non idonee per la protezione delle risor-se idriche (D.Lgs. 39 152/2006 e Piano di Tuteladelle Acque).2.3.4 Aree non idonee in quanto particolarmentesensibili e/o vulnerabili alle trasformazioni territo-riali o del paesaggio secondo l’indirizzo fornitodal DM 10 settembre 2010, Allegato 3, lettera f)Tabelle di sintesi:Al Aree non idonee di rilevanza paesaggisticaindividuate dal Piano Paesistico AmbientaleRegione Marche così come recepito dai PRGcomunali approvati in adeguamento (ove esistenti)A2 Aree non idonee desumibili dalla legge fore-stale regionale del 23 febbraio 2005, n. 6A3 Aree non idonee per la protezione delle acquedestinate al consumo umano (D.Igs. 152/2006 ePiano di Tutela delle Acque)A4 Aree particolarmente sensibili e/o vulnerabilialle trasformazioni territoriali o del paesaggio -secondo l’indirizzo fornito dal DM 10 settembre2010 Allegato 3 - lettera f)

3 Disposizioni per la mitigazione degli impattiderivanti dalla localizzazione degli impianti diproduzione di energia elettrica alimentati da bio-gas e da biomassa e criteri di sostenibilità4 Disposizioni finali

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ritenute idonee al superamento delle circostanzeimpeditive e la proposta di eventuali miglioramentidella metodologia di monitoraggio.

1.3 Prime linee d’indirizzo strategico

La questione energetica, con particolare riferimentoalla produzione e al consumo di energia da fonti rin-novabili e all’efficienza energetica, ha assunto negliultimi anni, anche nelle Marche, un ruolo centrale intutte le politiche di settore configurandosi comeprincipale fattore competitivo dei vari comparti eco-nomici. Numerose sono le imprese marchigiane chehanno saputo cogliere le opportunità del nuovomodello di sviluppo: green economy. Queste impre-se, nell’arco di tre anni, sono state in grado di affer-marsi sui mercati globali, hanno creato occupazionequalificata e giovanile, hanno saputo innovare par-tendo dalla cultura e dalle risorse del proprio territo-rio, rigenerando risorse tecnologiche, tutelando erigenerando le risorse ambientali e l’energia impren-ditoriale.Secondo il recente rapporto OCSE ‘The Job Poten-cial of a Shift towords a low-carbon Economy” pun-tare sulle rinnovabili e sull’efficienza energeticaconsentirà in Europa di creare cinque milioni diposti di lavoro entro il 2020 (tre milioni per le fon-ti rinnovabili e due milioni per le misure sull’effi-cienza energetica).

Riconvertire l’economia marchigiana sulle rinno-vabili e sull’efficienza energetica significa investi-re in ricerca, innovazione tecnologica, capitale elavoro qualificato, riconvertire l’industria in cri-si in industria verde e sostenere il ricollocamentodel lavoratori dalle imprese in crisi a quelle verdiin crescita, riformare il sistema fiscale e i benefi-ci per le imprese e i lavoratori, affinché gli inve-stimenti nelle politiche ambientali non siano per-cepiti come costi aggiuntivi e improduttivi macome valore aggiuntivo, vantaggio competitivo equindi profitto.Le linee strategiche delineate dal PEAR fondatesulla generazione distribuita di energia da fonterinnovabile, sul risparmio energetico e sull’effi-cienza energetica nel settore industriale, edilizio eterziario, sono certamente ancora valide, ma nevanno individuati i punti deboli e riadattati glistrumenti in considerazione dei nuovi obiettivi“burden sharing” e dell’evoluzione tecnologica.

Punti prioritari per il rilancio della politica energeti-ca regionale:• Diversificazione equilibrata delle fonti di produ-

zione e consumo di energia;• Attenta regolamentazione del settore delle fonti

rinnovabili, al fine di ridurne l’impatto ambienta-le, paesaggistico, aumentandone l’accettabilitàsociale;

• Sostegno alla creazione di distretti tecnologici sul-le fonti rinnovabili;

• Riconversione strutturale dell’industria in crisi inindustria verde (Bioraffinerie ecc...);

• Efficientamento della rete elettrica – sviluppo del-le reti intelligenti;

• Mobilità e reti della mobilità elettrica;• Riqualificazione energetica dell’edilizia e della

città;• Accumulo energetico, autosufficienza e graduale

indipendenza dalle reti;• Strumenti fiscali regionali per incentivare il con-

sumo di energia rinnovabile e il risparmio energe-tico;

• Strumenti finanziari per lo sviluppo del mercatodei Servizi di Efficienza Energetica nel settorepubblico e privato (FTT – Finanziamento tramiteterzi) e Contratti di garanzia delle prestazioni ener-getiche EPC Energy Performance Contract);

• Modifica dei comportamenti individuali attra-verso azioni di informazione, sensibilizzazione,formazione sul risparmio energetico.

2. IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENER-GIA ELETTRICA ALIMENTATI DA BIO-MASSE: AREE E SITI NON IDONEI

PremessaUna delle priorità che il processo di adeguamentodel Piano Energetico Ambientale Regionale alla nor-mativa Burden Sharing si presta ad affrontare con ilpresente atto è l’attenta regolamentazione del setto-re delle fonti rinnovabili, al fine di ridurne l’impattoambientale, paesaggistico, aumentarne l’accettabi-lità sociale e di fornire, inoltre, agli operatori un qua-dro di riferimento certo e chiaro.In particolare, nel rispetto delle disposizioni del DM10 settembre 2010 “Linee guida per l’autorizzazio-ne degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”, ilpresente atto individua le aree e i siti non idoneiall’installazione degli impianti a biomassa.Dove per biomassa, coerentemente con la definizio-ne dell’art. 2 del D.Lgs. 387/2003 e dell’art. 2, lette-ra e), del D.Lgs. 28/2011, s’intende la frazione bio-degradabile dei prodotti, rifiuti e residui di originebiologica provenienti dall’agricoltura (comprenden-te sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura edalle industrie connesse, comprese la pesca e l’ac-quacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dalverde pubblico e privato, nonché la parte biodegra-dabile dei rifiuti industriali e urbani;

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La valutazione della non idoneità delle aree èeffettuata attraverso una ricognizione delle dispo-sizioni che identificano obiettivi di protezione (del-l’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico eartistico, delle tradizioni agroalimentari locali, dellabiodiversità e del paesaggio rurale) non compatibilicon l’insediamento di specifiche tipologie e/odimensioni degli impianti.

La valutazione della non idoneità dell’area contienela descrizione delle incompatibilità riscontraterispetto agli obiettivi di protezione sopra identificatie si basa sui criteri, individuati dall’allegato 3 delDM 10 settembre 2010, di seguito elencati in sinte-si:

Criterio a)

Uso di criteri tecnici ed oggettivi legati ad aspetti ditutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonioartistico-culturale, connessi alle caratteristicheintrinseche del territorio e del sito;

Criterio b)

L’individuazione delle aree e dei siti non idonei deveessere differenziata per fonte e per taglia dell’im-pianto;

Criterio c)

Le zone classificate agricole dai vigenti piani urba-nistici non possono essere genericamente considera-te aree e siti non idonei;

Criterio d)

L’individuazione delle aree e dei siti non idonei:

- non deve riguardare porzioni significative del ter-ritorio e zone genericamente soggette a tutela;

- non deve tradursi nell’identificazione di fasce dirispetto di dimensioni non giustificate da specifi-che e motivate esigenze di tutela;

- non deve configurarsi come divieto prelimina-re, ma come atto di accelerazione e semplifica-zione dell’iter di autorizzazione alla costruzione eall’esercizio, anche in termini di opportunità loca-lizzative offerte dalle specifiche caratteristiche evocazioni del territorio.

Criterio e)

- elevate concentrazioni di impianti di produzione dienergia da fonti rinnovabili nella medesima areavasta prescelta per la localizzazione;

- interazioni con altri progetti, piani e programmiposti in essere o in progetto nell’ambito dellamedesima area;

Criterio f)- sensibilità e/o vulnerabilità alle trasformazioni ter-

ritoriali o del paesaggio, in coerenza con gli stru-menti di tutela e gestione previsti dalle normativevigenti, tenendo conto delle potenzialità di svilup-po delle diverse tipologie di impianti e ricadentiin:- Siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale

dell’UNESCO, le aree ed i beni di notevole inte-resse culturale di cui alla Parte Seconda deld.lgs. 42/2004, nonché gli immobili e le areedichiarati di notevole interesse pubblico ai sensidell’art. 136 dello stesso decreto legislativo;

- Zone all’interno di coni visuali la cui immagineè storicizzata e identifica i luoghi anche in ter-mini di notorietà internazionale e di attrattivitàturistica;

- Zone situate in prossimità di parchi archeologicie nelle aree contermini ad emergenze di partico-lare interesse culturale, storico e/o religioso;

- Aree naturali protette ai diversi livelli (nazionale,regionale, locale) istituite ai sensi della Legge394/91 ed inserite nell’Elenco Ufficiale delleAree Naturali Protette, con particolare riferi-mento alle aree di riserva integrale e di riservagenerale orientata di cui all’articolo 12, comma2,lettere a) e b) della legge 394/91 ed equivalen-ti a livello regionale;

- Zone umide di importanza internazionale desi-gnate ai sensi della Convenzione di Ramsar;

- Aree incluse nella Rete Natura 2000 designate inbase alla Direttiva 92/43/CEE (Siti di importan-za Comunitaria) ed alla Direttiva 79/409/CEE(Zone di Protezione Speciale);

- Important Bird Areas (I.B.A.);- Aree non comprese in quelle di cui ai punti

precedenti ma che svolgono funzioni determi-nanti per la conservazione della biodiversità(fasce di rispetto o aree contigue delle aree natu-rali protette; istituende aree naturali protetteoggetto di proposta del Governo ovvero di dise-gno di legge regionale approvato dalla Giunta;aree di connessione e continuità ecologico-fun-zionale tra i vari sistemi naturali e seminatura-li; aree di riproduzione, alimentazione e transi-to di specie faunistiche protette; aree in cui èaccertata la presenza di specie animali e vegeta-li soggette a tutela dalle Convezioni internazio-nali (Berna, Bonn, Parigi, Washington, Barcello-na) e dalle Direttive comunitarie (79/409/CEE e92/43/CEE), specie rare, endemiche, vulnerabi-li, a rischio di estinzione);

- Aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità (produzioni biologiche,produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C.,D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di parti-

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colare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, in coerenza e per le finalità di cuiall’art. 12, comma 7, del decreto legislativo387/2003 anche con riferimento alle aree, se pre-viste dalla programmazione regionale, caratte-rizzate da un’elevata capacità d’uso del suolo;

- Aree caratterizzate da situazioni di dissesto e/orischio idrogeologico perimetrate nei Piani diAssetto Idrogeologico (P.A.I.) adottati dallecompetenti Autorità di Bacino ai sensi del D.L.180/98 e s.m.i.;

- Zone individuate ai sensi dell’art. 142 del d.Lgs.42/2004 valutando la sussistenza di particolaricaratteristiche che le rendano incompatibili conla realizzazione degli impianti.

2.1 Descrizione delle attuali tecnologie per la pro-duzione di energia elettrica dalla biomassaGli utilizzi della biomassa sono molto variegati;anche considerando esclusivamente i processi e letecnologie per l’utilizzo energetico delle biomasse siha un panorama piuttosto ampio. Ai fini della reda-zione della presente analisi, che è volta alla descri-zione delle attuali tecnologie disponibili per gli uti-lizzi delle biomasse finalizzati alla produzione dienergia elettrica, e propedeutica alla identificazionedi aree non idonee alle istallazioni di impianti per laproduzione di energia elettrica da biomassa, tali tec-nologie sono analizzate considerando esclusivamen-te le fattispecie impiantistiche che possono com-prendere, appunto, una sezione di trasformazionedell’energia proveniente dalla biomassa in energiaelettrica, in quanto sono i soli impianti che ricadononello scopo del provvedimento.Considerando tali tecnologie dal punto di vistaimpiantistico sì possono distinguere tre categorie diimpianti:- impianti per la produzione di biogas da digestione

anaerobica e successiva trasformazione in energiaelettrica;

- impianti per la produzione di energia elettrica dabiomasse solide;• sottocategoria pirolisi o gassificazione;• sottocategoria combustione in caldaia della bio-

massa;- impianti per la produzione di energia elettrica tra-

mite combustione di bioliquidi.Per quanto riguarda la potenza elettrica, le descrizio-ni che seguono sono riferite al range di taglia degliimpianti 1 -1000 kWe, in quanto tale dimensione siritiene maggiormente compatibile con le caratteristi-che del territorio e la tipologia di domanda di ener-gia della regione Marche. All’interno di tale range imicroimpianti (taglia 1 -250 kWe per il biogas e 1 -200 kWe per le biomasse) si considerano particolar-

mente adatti alla dimensione aziendale media del-le imprese agricole regionali e fortemente integrabi-li con i fabbricati rurali.Preliminarmente all’analisi esclusivamente tecnolo-gica si evidenziano degli aspetti che sono di naturapianificatoria e commerciale, i quali, tuttavia, hannoeffetto anche sull’offerta tecnologica nell’ambitodelle tipologie di impianto oggetto della successivadescrizione:- l’importanza degli apporti energetici che possono

provenire dalle biomasse e la loro congruità con leindicazioni del vigente Piano Energetico Ambien-tale Regionale1 (favorire un modello di generazio-ne distribuita);

- gli effetti dell’attuale quadro dell’incentivazionedelle fonti energetiche rinnovabili diverse dalfotovoltaico2 (intendendo con “attuale” il quadroche di fatto riguarda gli impianti che entreranno inesercizio dal 1 gennaio 2013), che stabilisce trediverse procedure per accedere agli incentivi inbase alla fascia di potenza degli impianti e in par-ticolare prevede l’accesso diretto agli incentivi pergli impianti a biomassa di potenza fino a 200 kWee per gli impianti alimentati a biogas di potenzafino a 100 kWe3; l’accesso agli incentivi previaiscrizione in appositi registri per gli impianti abiomassa con potenza nominale elettrica inferiorea 5.000 kWe4 e l’accesso agli incentivi medianteprocedure competitive di asta al ribasso per gliimpianti oltre 5.000 kWe5.

1 Fra le indicazioni del PEAR, ispirate anche agli indirizzi deiprovvedimenti comunitari vi è l’adozione del criterio della pro-duzione distribuita e non concentrata di energia; tale criterio è daconsiderare ancora valido, anche alla luce delle problematicheconnesse alla distribuzione di energia elettrica che sono nel frat-tempo sorte a seguito delle nuove istallazioni di impianti, ed inparticolare di impianti fotovoltaici dal periodo di adozione delPEAR ad oggi.

2 Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 6 luglio2012 “Attuazione dell’art. 24 del decreto legislativo 3 marzo2011, n. 28, recante incentivazione della produzione di energiaelettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici”

3 DM 6 luglio 2012, art. 4, lett. 3

4 DM 6 luglio 2012, art. 4, lett. 1

5 DM 6 luglio 2012, art. 4, lett. 2

Per ciascuna tipologia di fonte, inoltre, lo stessodecreto individua ulteriori soglie, differenti dalleprecedenti, per l’identificazione del valore dell’in-centivo6.

2.1.1 Impianti per la produzione di biogas dadigestione anaerobica e successiva trasformazio-ne in energia elettrica

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Un impianto per la produzione di biogas si componein generale di due parti principali:• l’impianto per la produzione del biogas tramite

digestione anaerobica;• l’impianto per la trasformazione del biogas in

energia elettrica.Dal punto di vista tecnologico è possibile la realiz-zazione della sola parte di produzione del biogas dadigestione anaerobica seguita dal trattamento delbiogas e dalla successiva immissione del biometanonella rete di distribuzione del gas naturale. Nelcaso specifico ci si riferisce esclusivamenteall’impianto completo della sezione- per la combu-stione del biogas e la sua successiva trasformazionein energia elettrica.La produzione del biogas è possibile a partire da sva-riate matrici biologiche; fra le applicazioni più diffu-se c’è quella del trattamento delle deiezioni da alle-vamento7, ma esistono anche molte altre matrici chepossono essere utilizzate come substrati negliimpianti di digestione anaerobica. Fra queste figura-no, oltre ai reflui zootecnici, anche i residui cultura-li, scarti di macellazione, scarti agroindustriali e lafrazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU).

6 DM 6 luglio 2012, Allegato 1, tabella 1.1

7 un impianto da circa 100 kW elettrici potrebbe essere accoppia-to ad un allevamento di bovini con circa 250 capi, o di suini concirca 1000 capi. Tali valori sono da ritenere del tutto indicativi eovviamente, variano sulla base dell’apporto energetico prove-niente dalle biomasse vegetali e dalla tipologia di razze alle-vate.

Elementi tecnologici dell’impianto:- Zona di raccolta e stoccaggio dei prodotti in ingres-

so: è un’area nella quale vengono accumulati iprodotti prima dell’introduzione nei digestori.Le sue caratteristiche e dimensioni dipendono daltipo di mix in digestione e dalle dimensioni del-l’impianto; lo stoccaggio può essere chiuso, coper-to o all’aperto. Nel caso di trattamento di refluitale zona comprenderà anche una vasca per laraccolta degli stessi; riguardo i reflui si sottolineache il volume di raccolta è generalmente contenu-to per via del fatto che la loro produzione è conti-nua durante tutto l’anno.

- Pretrattamenti: si tratta di lavorazioni che la bio-massa deve subire prima di essere introdotta neidigestori. I pretrattamenti tipici sono:• pretrattamenti meccanici, che consistono nel

semplice sminuzzamento tramite trinciatura onella macinazione;

• pretrattamenti termici, chimici o biologici chehanno lo scopo di preparare la biomassa perfacilitarne la reazione nei digestori.

- Digestori: sono volumi all’interno dei quali la bio-massa subisce la reazione di digestione con conse-

guente produzione del biogas da parte dei batteriche la realizzano; a seconda del tipo di battere uti-lizzato la temperatura interna deve essere mante-nuta costante ad un valore compreso fra 30 e 70°C.

- Volumi stoccaggio digestato: si tratta di volumiall’interno dei quali viene mantenuto il digestatouscente dai digestori in attesa della sua destinazio-ne finale; ai sensi del programma di utilizzazionedel digestato la permanenza del materiale in talivolumi può variare fra 90 e 180 giorni; questo fat-tore influenza quindi le dimensioni di tale stoccag-gio.

- Pretrattamenti del biogas: prima di essere introdot-to nel motore a combustione interna o nella turbi-na il gas subisce alcuni trattamenti. Quelli solita-mente sempre presenti sono la desolforazione e ladisidratazione. La collocazione di tali macchinari,il cui ingombro è limitato (circa 25 m2 per impian-ti fino a 250 kW), è solitamente adiacente al con-tainer del motore/turbina e avviene spesso in con-tainer apposito o all’aperto.

- Trasformazione per la produzione di energia elet-trica: tale processo avviene tramite la combustionedel biogas generalmente in un motore a combu-stione interna. E’ possibile anche l’utilizzo all’in-terno di turbine a gas, ma ciò è meno frequente pervia della minore efficienza elettrica. L’assetto ècomunemente cogenerativo, in quanto una par-te dell’energia termica prodotta viene utilizzataper mantenere i digestori alla temperatura deside-rata; solitamente l’energia termica prodotta èinferiore a quella necessaria ai digestori, quindivi è spesso un’ulteriore disponibilità di energia ter-mica.

- Linea compost: dopo una disidratazione e alcunialtri trattamenti il materiale estratto dai digestoripuò essere utilizzato come compost o deve esseresmaltito. L’acqua estratta viene invece inviata alladepurazione. Tale componente, tuttavia, è quasisempre assente negli impianti di piccola taglia peri quali è possibile l’utilizzo in agricoltura del dige-stato8.

8 D.G.R. Marche 1448/2007 “Programma d’azione delle zone vul-nerabili da nitrati di origine agricola della Regione Marche (ZVN)e prime disposizioni di attuazione del D.Lgs. 152/06 e del Tito-lo V del D.M. 7 aprile 2006 per le ZVN”.

Analisi dell’impatto dell’impianto

Impatto occupazione di suolo

Dal punto di vista delle aree occupate e degli edificisi possono distinguere tre aree:- zona di stoccaggio, pretrattamento e linea digesta-

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to: la zona destinata a raccogliere tali materiali ègeneralmente la più estesa dell’impianto. Per unimpianto di taglia elettrica pari a 100 kW la suaestensione è stimabile in circa 500÷700 m2. Lemodalità di stoccaggio della biomassa sono mol-to diverse. L’impatto paesaggistico è limitato intermini di estensione, e variabile in riferimentoalle modalità di stoccaggio.

- Digestori: sono volumi chiusi che possono esse-re realizzati in maniere fra loro molto diverse.Per la taglia di riferimento si potrebbero avere duedigestori con volumi attorno 700 m3 complessivi.La realizzazione più comune dei digestori prevedeuna forma cilindrica con asse del cilindro nor-male al suolo. Se i volumi sono contenuti èpossibile anche l’interramento per ridurne l’im-patto.

- Sistema di pretrattamento del biogas e produzionedi energia elettrica e termica. Il sistema di tratta-mento del biogas e il motore sono generalmentecontenuti in appositi containers, spesso idonei allacollocazione diretta all’aperto. La loro dimensio-ne per le taglie identificate è molto contenuta: adesempio per un impianto da circa 100 kW entram-be i sistemi potrebbero essere collocati su unasuperficie complessiva di circa 50 m2.

Al fine di fornire gli elementi utili alla valutazionedell’impatto di tali impianti si riassumono nellaTabella 1 le stesse quantità sopra identificate.

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Per ridurre tale impatto la misura generalmenteadottata è la copertura dei volumi che, in particola-re, è stata resa obbligatoria per quanto riguarda levasche di stoccaggio del digestato dalla DGR Mar-che n. 1191 del 1 agosto 2012; l’aria può, inoltre,essere aspirata da tali volumi e trattata se la sempli-ce copertura non fosse sufficiente.

RumoreL’unico elemento che produce rumore a livelli tali dapoter produrre fastidio in tali impianti è la sezioneche contiene il motore a combustione (o la turbina).Seppure i containers sono spesso provvisti di inso-norizzazione aggiuntiva, per via dei volumi di ariache devono necessariamente entrare ed uscire dalcontainer per il raffreddamento e visto l’elevatolivello di rumore interno, difficilmente si riescono arealizzare esecuzioni che scendano sotto i 65 dBA.La principale e più efficace misura di contenimentodi tali impatto è il confinamento dei containersall’interno di volumi chiusi. In alternativa è possibi-le anche l’utilizzo di barriere fonoassorbenti.

21.2 Impianti per la produzione di energia elet-trica da calore proveniente dalla combustione incaldaia di biomassa solida e successiva trasfor-mazione in energia elettrica

Elementi tecnologici dell’impianto.La produzione di calore tramite combustione dellabiomassa è una tecnologia con una lunga storia.Recentemente si sono registrati significativi avanza-menti in tema di efficienza della combustione e dicontrollo delle emissioni. Il ciclo completo dalla bio-massa alla produzione di energia elettrica prevede leseguenti fasi (alle quali si legano le corrispondentiattrezzature):• Reperimento della biomassa: la biomassa solida

può essere di molti generi; tuttavia, al momento, lamaggior parte degli interventi sono relativi all’uti-lizzo di biomassa legnosa. Tale biomassa, di soli-to, proviene o da sottoprodotti di specifiche filiereagricole e agroalimentari o, più di frequente, dallamanutenzione delle aree boschive. Per reperimen-to si intende il processo tramite il quale vengonoraccolti i tronchi, le potature o gli sfalci. E’ possi-bile che dopo la raccolta e prima della successivafase di cippatura venga realizzata una essiccazioneche nei periodi estivi può essere realizzata anchein ambiente aperto.

• Sistema di cippatura o simili: ai fini dell’ottimiz-zazione della combustione è utile che la pezzaturadella biomassa sia portata a valori ben precisi. Per-tanto, dopo la raccolta vengono eseguite le opera-zioni di cippatura, che sono semplici lavorazionimeccaniche. Dopo la cippatura segue generalmen-

te una fase di essiccazione tramite riposo dellabiomassa in apposito ambiente coperto ma ventila-to.

• Stoccaggio della biomassa:- stoccaggio della biomassa legnosa non cippata:

qualora l’operazione di cippatura venga eseguitapresso l’impianto è presente un’area completa-mente o parzialmente coperta per ospitare la bio-massa;

- stoccaggio del cippato: è sempre presente un ser-batoio di caricamento che consente l’esercizioautonomo dell’impianto tramite un sistema diapporto di combustibile, che può essere più omeno grande e può essere accompagnato, even-tualmente, da ulteriori volumi o aree di stoccag-gio. Tale volume è un silos o più genericamenteun volume di accumulo la cui dimensione variain funzione della potenza della caldaia e dellaautonomia desiderata. Questo volume può esse-re interrato.

• Essiccamento del cippato: prima dell’immissionein caldaia esiste generalmente un sistema di essic-camento del cippato che serve a far evaporare unaquota ulteriore dell’umidità presente nella biomas-sa per migliorarne la combustione. Tale sistemautilizza solitamente una parte dei cascami termicidell’impianto.

• Caldaia: la caldaia è l’elemento nel quale avvienela combustione e viene così generato il calore.Comprende anche gli elementi necessari a trasferi-re il calore ad un fluido che lo trasferisce poi alciclo successivo. Si tratta di un apparato che tipi-camente deve essere istallato in ambiente chiuso.

• Sistema di filtrazione dei fumi e camino: primache i gas esausti vengano immessi in atmosferasono filtrati. I sistemi di filtraggio più comunisono i filtri a gravità, gli elettrofiltri e i filtri amanica. I primi sono economici ma non consento-no la separazione del particolato, quindi per capta-re tale componente sono sempre necessari filtri ditipo a maniche o elettrostatico (o una composizio-ne di entrambi).

• Ciclo termodinamico di conversione dell’energiatermica in energia elettrica: il calore asportato dalprocesso di combustione in caldaia deve essere poiconvertito in energia elettrica. Ciò è solitamenterealizzato tramite un ciclo Rankine. Tale ciclo uti-lizza solitamente il vapore come fluido termovet-tore, però per impianti con taglia inferiore ai 1000kW spesso si utilizzano sistemi detti ORC (Orga-nic Rankine Cicle) che sostituiscono l’acqua confluidi frigoriferi e possono quindi sfruttare energiatermica a temperature inferiori. Tale ciclo è chiu-so, quindi non produce emissioni. Scarica inambiente esclusivamente calore tramite appositiscambiatori. Si tratti di ciclo a vapore o ciclo ORCle macchine sono per la quasi totalità da disporrein ambiente chiuso.

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Generalmente la riduzione del contenuto di polveritotali è quasi sempre necessaria, mentre gli altriinquinanti possono essere mantenuti al di sotto deilivelli di legge tramite il controllo dei parametri dicombustione.E’ importante osservare che generalmente suimpianti di potenza maggiore è possibile adottarecon successo controlli e sistemi tali da ridurre l’im-patto specifico (riferito alla potenza) in termini diemissioni in atmosfera.In alcuni casi è possibile integrare la biomassalegnosa in ingresso con limitate quantità di mate-riale cellulosico (per esempio il sorgo da fibra o altrisottoprodotti come gli stocchi del mais) con conse-guenti variazioni dei parametri emissivi e dei residuisolidi della combustione.

Rumore

Il rumore prodotto dagli apparati presenti è general-mente contenuto. In ogni caso, data la collocazioneall’interno di locali delle macchine meno silenziose(caldaia, sistemi di filtraggio, ciclo Rankine) non sirilevano problemi di rumore all’esterno dei fabbrica-ti.

2.1.3 Impianti per la gassificazione di biomassasolida e successiva combustione del gas di sinte-si per la produzione di energia elettricaI sistemi che utilizzano la gassificazione sono alter-nativi ai sistemi di combustione della biomassa pre-cedentemente descritti. La differenza è nel fatto cheinvece di essere bruciata in caldaia in un ambiente adalto contenuto di ossigeno, la biomassa viene tra-sformata in un gas combustibile tramite un processochimico di degradazione termica ad elevate tempe-rature in ambiente con percentuale sotto-stechiome-trica di agente ossidante.ll risultato sono ceneri in quantità molto limitata edun gas che può essere utilizzato per alimentare unmotore a combustione interna o una turbina a gas.

Elementi tecnologici dell’impiantoPer via di quanto finora spiegato, tali impianti hannoin comune tutti gli apparati per l’approvvigionamen-to, lo stoccaggio e la preparazione della biomassacon gli impianti precedentemente descritti. Tali com-ponenti, quindi, vengono elencati senza descriverli.• Reperimento della biomassa.• Sistema di cippatura o simili.• Stoccaggio della biomassa:

- stoccaggio della biomassa legnosa;- Stoccaggio del cippato;

• Essiccamento del cippato.

• Gassificatore: è un sistema il cui componenteprincipale è il volume confinato nel quale avvieneil processo termochimico di gassificazione. Pre-senta dimensioni relativamente contenute e nonproduce emissioni di per sé in quanto, ad eccezio-ne delle ceneri (che sono analoghe alle ceneri diqualunque combustione) produce solo il gas di sin-tesi.

• Sistema di filtrazione del gas: tale sistema provve-de alla depolverazione e generalmente anche alladesolforazione del gas per renderlo idoneoall’immissione nel successivo sistema.

• Motore a combustione interna: trasforma l’energiacontenuta nel combustibile in energia elettrica. Inalternativa può essere utilizzata una turbina a gas.

Non vi sono limitazioni particolari in riferimento atali sistemi. Tanto i motori quanto i gassificatori pos-sono essere realizzati in quasi qualunque taglia. Sipuò però affermare che la taglia dei 100 kWe è unasoglia sotto la quale si riduce il numero di applica-zioni.Il secondo fattore da tenere in considerazione è il fat-to che la gassificazione ancora trova poche istalla-zioni funzionanti in quanto il processo è tuttora dif-ficile da mantenere con la necessaria efficienza.

Analisi dell’impatto dell’impianto

Occupazione di suolo

Sulla base delle descrizioni fornite si possono defi-nire gli ingombri dei componenti dell’impianto equindi gli impatti. Bisogna tenere presente un impor-tante aspetto: l’area occupata da un impianto dipen-derà molto anche dalla presenza e dall’estensione dieventuali zone per la lavorazione e stoccaggio dellabiomassa legnosa: non di rado tali lavorazioni nonvengono realizzate presso la centrale e quindi l’areaoccupata si riduce.A fine indicativo, per stimare le aree di stoccaggiosono state assunti i seguenti dati:• cippato:

- tenore di umidità 50%;- densità cippato 0,75 t/m3.

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RumoreL’elemento che produce rumore a livelli tali da poterprodurre fastidio in tali impianti è la sezione checontiene il motore a combustione (o la turbina). Sep-pure i containers sono spesso provvisti di insonoriz-zazione aggiuntiva, per via dei volumi di aria chedevono necessariamente entrare ed uscire dal contai-ner per il raffreddamento e visto l’elevato livello dirumore interno, difficilmente si riescono a realizza-re esecuzioni che scendano sotto i 65 dBA. Laprincipale misura di contenimento di tali impatto èil confinamento dei containers all’interno di volumichiusi.

2.2 Gli obiettivi di tutela regionale

2.2.1 Paesaggio e Patrimonio storico-culturaleLa politica di tutela e valorizzazione del paesaggio,inteso come territorio espressivo di identità, il cuicarattere deriva dall’azione di fattori naturali, umanie dalle loro interrelazioni, halobiettivo di riconosce-re, salvaguardare e, ove necessario, recuperare ivalori culturali che il paesaggio esprime oltrechéquello di promuovere, nel rispetto delle esigenze ditutela, lo sviluppo della cultura.In tale contesto alla Regione spetta conformare lapropria attività ai principi di uso consapevole del ter-ritorio, di salvaguardia delle caratteristiche paesag-gistiche e di realizzazione di nuovi valori paesaggi-stici integrati e coerenti, rispondenti a criteri di qua-lità e sostenibilità.Gli obiettivi sopra indicati sono perseguiti dal PianoPaesistico Ambientale Regionale (PPAR), approvatocon DACR n. 197 del 3/11/1989 e attualmente infase di verifica di adeguamento al D.Lgs. 42/2004.Il PPAR, riconosciuto dalla L.R. 34/1992 quale car-ta fondamentale delle forme di tutela, valorizzazionee uso del territorio marchigiano, disciplina gli inter-venti sul territorio con il fine di conservare l’identitàstorica, garantire la qualità dell’ambiente e il suo usosociale, assicurando la salvaguardia delle risorse ter-ritoriali.Il Piano articola la sua disciplina con riferimento a:- Sottosistemi Tematici che considerano le compo-

nenti fondamentali dell’ambiente presenti nel ter-ritorio regionale: geologiche, botanico-vegetazio-nali e storico-culturali;

- Sottosistemi Territoriali che individuano aree costi-tuenti zone omogenee graduate secondo la rilevan-za dei valori paesistico-ambientali;

- Categorie Costitutive del paesaggio sono riferite adelementi fondamentali del territorio che definisco-no la struttura del paesaggio medesimo, tenutoconto delle individuazioni di cui al quinto commadell’articolo 82 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616nel testo di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 431 e

con riguardo alla specificità del territorio marchi-giano.

La normativa di tutela degli ambiti territoriali checomprendono le categorie costitutive del paesaggioe i luoghi ad esso circostanti e complementari è gra-duata, ai sensi dell’art. 26 delle NTA del PPAR, neilivelli di:- Tutela Orientata che riconosce l’ammissibilità di

trasformazioni con modalità di intervento compa-tibili con gli elementi paesistici ambientali delcontesto.

- Tutela Integrale, che consente esclusivamenteinterventi di conservazione, consolidamento,ripristino delle condizioni ambientali protette, eammette quelli di trasformazione volti alla riqua-lificazione dell’immagine e delle specifiche condi-zioni d’uso del bene storico-culturale o dellarisorsa paesistico-ambientale considerata, esal-tandone le potenzialità e le peculiarità presenti.

Ai fini della definizione delle prescrizioni di base ilPiano applica i livelli di tutela in rapporto al tipo eai caratteri delle categorie costitutive del paesaggioe indica specifici contenuti normativi dei suddettilivelli di tutela (...).

Alla tutela del PPAR si aggiungono gli obiettivi del-la L.r. 4/2010 che individua nella valorizzazione delpatrimonio culturale marchigiano e nello sviluppodelle attività culturali, i fattori di crescita civile,sociale ed economica della collettività marchigiana.

2.2.2 Aree naturali Protette e Rete Natura 2000La tutela degli ambienti naturali e delle specie diinteresse conservazionistico è garantita attraversol’istituzione e la gestione delle Aree naturali protette(parchi naturali e riserve naturali) disciplinate dallaLR del 28 aprile 1994, n. 15 che recepisce la Leggequadro nazionale sulle “Aree Protette” 6 dicembre1991, n. 394.Ai sensi della normativa sopra indicata, le AreeNaturali Protette svolgono un ruolo importante nellasalvaguardia qualitativa e quantitativa delle risorsenaturali, del patrimonio paesaggistico e culturaleoltre che nella valorizzazione e nella sperimentazio-ne delle attività produttive compatibili con l’esigen-ze di tutela dell’ambiente.Agli obiettivi di tutela delle Aree naturali Protette siaggiungono quelli della Rete Natura 2000 costituitadalle Zone di protezione Speciale (ZPS) e dai Siti diimportanza Comunitaria (SIC)/Zone speciali di con-servazione (ZSC).La rete, istituita in attuazione della Direttiva79/409/CEE “Uccelli” e Direttiva 92/43/CEE “Habi-tat” recepite a livello nazionale con DPR 357/97 e alivello regionale con L.R. 6/2007, ha l’obiettivo disalvaguardare la biodiversità e in particolare digarantire il mantenimento di uno stato di conser-

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vazione soddisfacente delle specie e degli habitatpresenti nei siti; dove per stato soddisfacente s’in-tende:- per un habitat quando un’area di distribuzione

naturale e la superficie che comprende sono stabi-li o in estensione e la struttura e le funzioni speci-fiche necessarie al suo mantenimento a lungo ter-mine esistono e possono continuare ad esistere inun futuro prevedibile;

- per le specie quando i dati relativi all’andamentodelle popolazioni della specie indicano che essacontinua e può continuare a lungo termine ad esse-re un elemento vitale degli habitat naturali cuiappartiene, l’area di distribuzione naturale dellespecie non è in declino né rischia di declinare in unfuturo prevedibile ed esiste e continuerà probabil-mente ad esistere un habitat sufficiente affinché lesue popolazioni si mantengano a lungo termine.

A tal fine, nella pianificazione e programmazioneterritoriale, si deve tenere conto della valenza natu-ralistico-ambientale della Rete Natura 2000, e quin-di tutti i piani, i programmi e gli interventi nondirettamente connessi e necessari al manteni-mento in uno stato di conservazione soddisfacen-te, ma che possono avere incidenze significative suisiti Rete Natura 2000, devono essere sottoposti aValutazione d’incidenza fatta eccezione per i piani,programmi e gli interventi sottoposti rispettivamen-te a valutazione ambientale strategica e a valuta-zione d’impatto ambientale.

2.2.3 Biodiversità e Rete Ecologica RegionaleLa Strategia nazionale per la Biodiversità del 7 otto-bre 2010, nell’ambito dell’area habitat e paesaggio,individua le reti ecologiche di area vasta come stru-menti operativi per l’auspicata sinergia tra politichedel paesaggio e la conservazione della biodiversità.In questo contesto è stata approvata con DGR n.1634/2011 la Rete ecologica delle Marche (REM),con i seguenti obiettivi: definizione di un quadrocompleto dei sistemi ecologici regionali, ausilioalla gestione e pianificazione territoriale, indirizziper il miglioramento dei servizi eco sistemici, carat-terizzazione dinamica della moderna concezione dipaesaggio, indicazione di compatibilità e di sistemidi valutazione degli impatti prodotti dalle attivitàumane. In tali termini la REM riveste, pertanto, unruolo chiave nella:• conservazione della biodiversità: attraverso l’indi-

viduazione di misure che affrontino il problemadella tutela e della valorizzazione del patrimonionaturale regionale nel suo complesso salvaguar-dando le specie e gli habitat nelle aree dove sonomaggiormente rappresentati e garantendo la possi-bilità per gli organismi di spostarsi da un’areaall’altra;

• promozione della funzionalità ecologica delleunità ecosistemiche: ciò implica gestire il sistemaambientale regionale governando le funzioni diunità ecologiche geografiche e/o tipologiche; por-re attenzione sul sistema di relazioni che lega lediverse componenti dei mosaici ambientali; ricer-care una gestione basata su sistemi omogeneiall’interno dei quali definire obiettivi e strategiespecifiche. Le unità sono intese sia in senso stret-tamente geografico, cioè come aree con caratteriecologici omogenei, che in senso funzionale, perle relazioni ecologiche che possono svolgere.

• massimizzazione della connettività delle unitàecosistemiche in relazione alle specie o ai gruppidi specie considerati: la connettività è valutata perle unità ecologiche, quindi non vista come un col-legamento tra singoli elementi naturali, ma comeuna proprietà emergente dell’unità, che dipendenon solo dalle sue caratteristiche strutturali maanche dal sistema di relazioni che ne determina lafunzionalità, in particolare facendo riferimento adalcune specie o gruppi di specie indicatrici. L’o-biettivo, in questo caso, è quindi di garantire unsistema di connessioni che, utilizzando specie chefungono da indicatori ecologici (specie focali -specie di elevato interesse conservazionistico),assicuri la funzionalità della REM per il comples-so della biodiversità regionale.

• creazione dei presupposti ecologici necessari perla fruizione qualificata del territorio secondo lapianificazione e la programmazione del territoriostesso. La REM si integra con gli strumenti dipianificazione e programmazione ed in partico-lare costituisce strumento di supporto alla redazio-ne del nuovo Piano Paesistico e dei PTC Provin-ciali. Le strategie, gli obiettivi e le misure dellaREM sono patrimonio comune dei diversi entiresponsabili della gestione del territorio e contri-buiscono fattivamente, oltre che alla tutela dellabiodiversità, anche all’implementazione di politi-che di sviluppo sostenibile.

La costruzione della REM è avvenuta attraverso lacaratterizzazione del sistema ambientale e l’integra-zione di due approcci complementari:a) il primo descrive il tessuto ecologico regionale

inteso come insieme dei sistemi ambientali(sistema delle praterie, sistema delle foreste,ecc.) che raggruppano unità ecosistemiche fun-zionalmente omogenee. Esso rappresenta una let-tura multidisciplinare di tutto il territorio regio-nale che ha lo scopo di evidenziare i meccanismie i processi che sono alla base del funzionamen-to del sistema biologico delle Marche;

b) il secondo segue invece il classico approccionodi-corridoi e ha lo scopo, per i sistemi ambien-tali naturali, di evidenziare, nell’ambito del tes-

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suto ecologico, porzioni di territorio con funzio-ni speciali rispetto alle specie e ai gruppi di spe-cie selezionati. Esso ha portato alla definizione ealla caratterizzazione dei nodi rispetto ai sistemiambientali definiti al punto a). Sulla base di ciòsono state definite le reti per i singoli sistemi,individuando, in particolare, per quello delleforeste, sistemi di connessione, stepping stones earee sensibili.

2.2.4 Tutela e difesa del suoloLe finalità di prevenzione dell’insorgere o dell’ag-gravarsi di situazioni di rischio idrogeologico sonoperseguite nel processo di governance regionalemediante i Piani di Assetto idrogeologico (PAI),redatti dalle quattro Autorità di Bacino operanti nelterritorio delle Marche con funzione di stralcio deirispettivi Piani di Bacino previsti dalla L. 183/89.Il territorio della Regione Marche ricade all’internodi quattro differenti Autorità di bacino: AutoritàNazionale del Fiume Tevere, Autorità Interregionalidei Fiumi Marecchia-Conca e del Fiume Tronto,Autorità di rilievo Regionale (che interessa circal’85% del territorio marchigiano).I PAI si configurano come strumenti di pianificazio-ne e programmazione finalizzati tra l’altro a preve-nire il verificarsi di condizioni di rischio idrogeolo-gico tramite l’individuazione delle aree a pericolo-sità idrogeologica e di quelle a rischio, associandoad esse, in funzione della gravità di tali situazioni,specifiche e distinte discipline d’uso del suolo.Le situazioni di pericolosità dell’assetto fisico-terri-toriale (assetto idrogeologico) possono essere defini-te come quelle situazioni che si determinano inseguito all’alterazione degli equilibri naturali delsistema stesso in termini di stabilità del terreno (fra-ne ed erosioni) e di regolare deflusso delle acqueall’interno dei corsi d’acqua di qualsiasi ordine.Invece le situazioni di rischio per il sistema antro-pico possono essere definite come quelle situazio-ni che si determinano quando tali aree interferisconocon gli elementi del sistema socioeconomico e fisi-co-territoriale, e quindi con i beni di interesse comu-ne, provocando la possibilità di determinare dannialle persone e alle opere ad esse esposti e da essevulnerabili.All’obiettivo di prevenire e ridurre il dissesto idro-geologico si aggiunge la tutela del suolo in terminidi riduzione del consumo di suolo e di promozionedella riqualificazione del patrimonio edilizio e urba-no esistente, anche a fini di tutela paesaggisticaintrodotto e disciplinato dalla Legge regionale 23novembre 2011, n. 22 “Norme in materia di riquali-ficazione urbana sostenibile e assetto idrogeologicoe modifiche alle Leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34“Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di

assetto del territorio (...)”.

2.2.5 Tutela delle risorse idricheLa Direttiva 23 ottobre 2000, n. 2000/60/CE istitui-sce un quadro per l’azione comunitaria in materia diacque (acque superficiali interne, acque sotterranee,acque di transizione e costiere), ed indica che “l’ac-qua non è un prodotto commerciale al pari deglialtri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso etrattato come tale” ed evidenzia la necessità di intra-prendere azioni di salvaguardia della risorsa idricaper evitarne il deterioramento sia qualitativo chequantitativo.

Specificamente per la protezione delle acque sotter-ranee dall’inquinamento e dal deterioramento, laDirettiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e delConsiglio del 12 dicembre 2006 e il D.Lgs. 16 mar-zo 2009, n. 30 di attuazione della medesima diret-tiva riconoscono come priorità la protezione delleacque sotterranee nei corpi idrici utilizzati per l’e-strazione di acqua potabile o destinati a tale uso futu-ro.

Le fonti delle norme statali per la tutela sono ilD.Lgs. 152/2006, parte terza, e il Piano Regionale diTutela della Acque approvato con DAALR n. 145del 26 gennaio 2010.

Il D.Lgs. 152/06 ha tra gli obiettivi generali:

- prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risa-namento dei corpi idrici inquinati;

- migliorare lo stato delle acque ed individuare ade-guate protezioni di quelle destinate a particolariusi;

- perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorseidriche.

In particolare all’art. 94 definisce le aree di salva-guardia delle acque superficiali e sotterranee desti-nate al consumo umano.

Il Piano di tutela delle acque (PTA) richiama inparticolare l’applicazione dei “Principi di conser-vazione, risparmio e riutilizzo dell’acqua per noncompromettere l’entità del patrimonio idrico e con-sentirne l’uso con priorità per l’utilizzo idropotabi-le”.

Le “Linee guida per la tutela della qualità delleacque destinate al consumo umano e criteri gene-rali per l’individuazione delle aree di salvaguardiadelle risorse idriche di cui all’art. 21 D.Lgs. 152/99”dell’Accordo Stato-Regioni del 12/12/2002, ribadi-scono e sanciscono il concetto che “la delimitazionedelle aree di salvaguardia rappresenta una dellemisure che consente la tutela dei corpi idrici” attra-verso la prevenzione e la riduzione dell’inquinamen-to ed il perseguimento degli usi sostenibili e durevo-li delle risorse idriche, prima di tutto di quelle desti-nate al consumo umano, erogate mediante acquedot-to di pubblico interesse.

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2.2.6 Sviluppo agricolo e tradizioni agroalimenta-ri locali

Le Marche hanno un forte profilo rurale. La superfi-cie agricola utilizzata copre oltre la metà del territo-rio. Il settore primario assume un ruolo fondamenta-le nella tutela del territorio, dell’ambiente e dellapreservazione del paesaggio rurale tipico marchigia-no, componenti di un settore che impronta il propriosviluppo sulla qualità. Questo aspetto, considerandola diffusione puntiforme dei prodotti agricoli tradi-zionali e dei prodotti con rilevanti caratteristichequalitative, abbraccia l’intero territorio regionale. IlPiano Agricolo Regionale, disposto con la D.A. delConsiglio Regionale n. 161 del 12 gennaio 2005, hadefinito il concetto di qualità come caratteristicaapplicata al prodotto che deve rispettare una delleseguenti caratteristiche:- peculiarità legate a determinate caratteristiche

organolettiche e nutrizionali (componenti nutriti-vi, sapore, odore, aroma, etc.);

- è fortemente legato a fattori culturali, sociali oambientali propri del territorio di origine.

Lo stesso Piano, al fine di tutelare la salute dei con-sumatori e al contempo di incoraggiare gli agricolto-ri a scelte produttive orientate alle dinamiche di mer-cato, si pone diversi obiettivi tra cui quello di pro-muovere lo sviluppo integrato delle aree rurali attra-verso la creazione di efficaci sinergie tra le attivitàturistiche rurali e la realizzazione sul territorio diproduzioni tipiche e di qualità.Alla stessa maniera, il Piano di Sviluppo Rurale2007-2013, che si basa sul sostegno comunitario allosviluppo rurale, ha tra gli obiettivi di fondo la valo-rizzazione e lo sviluppo delle colture e dei prodottidi qualità, nonché la diffusione e l’affermazione delmarchio QM – Qualità Marche, quale strumento dicompetitività delle imprese e di integrazione territo-riale.La qualità dei prodotti agricoli si esplicita con diver-si riconoscimenti ognuno con differenti caratteristi-che che verranno brevemente illustrati di seguito.L’agricoltura biologica è attualmente disciplinata dalReg. (CE) n. 834/07 e dal Reg. (CE) n. 889/08, men-tre a livello regionale viene regolata dalla L.R. n.76/1997. L’agricoltura biologica consente di coltiva-re ed allevare senza l’impiego di prodotti chimici disintesi e di OGM e permette la tutela della fertilitàdel suolo e delle risorse non rinnovabili, oltre la bio-diversità agricola e naturale, attraverso l’impiego ditecniche agronomiche rispettose dell’ambiente, deicicli naturali e del benessere animale. Per consegui-re questi obiettivi gli agricoltori biologici devonofare ricorso ad una serie di tecniche per contribuireal mantenimento degli ecosistemi e per preservarlidall’inquinamento (mantenimento o reimpianto sie-pi, boschetti, fasce di rispetto, lavorazioni minime

del suolo, non uso di sostanze chimiche di sintesi,rotazione delle colture, etc.).Per proteggere la tipicità dei prodotti, l’UnioneEuropea ha varato una specifica normativa corri-spondente ai prodotti DOP, IGP e STG i quali sonoattualmente disciplinati dal Reg (CE) n. 510/2006(per DOP e IGP) e dal Reg (CE) n. 509/2006 (STG).I prodotti DOP sono quelli per cui le fasi del proces-so produttivo vengono realizzate in un’area geogra-fica delimitata e il cui processo produttivo risultaessere conforme ad un disciplinare di produzione.Queste caratteristiche sono. dovute essenzialmente oesclusivamente all’ambiente geografico, comprensi-vo dei fattori naturali ed umani.I termini IGP e STG sono prodotti legati ad un terri-torio corrispondente ad una regione o un’area geo-grafica più o meno vasta o legati alle tradizioni diuna specifica zona.Il Marchio QM è un marchio di qualità collettivo,istituito dalla Regione Marche ai sensi della leggeregionale n. 23 del 10 dicembre 2003, art. 8 edapprovato dalla Commissione Europea, che rappre-senta uno strumento di valorizzazione del sistemaagroalimentare marchigiano. Il Marchio QM puòessere utilizzato sia per prodotti agroalimentari diqualità già riconosciuti a livello comunitario onazionale (DOP, IGP, etc.) che per prodotti e servizicorrelati che rispettano specifici disciplinari regiona-li. Tramite un sistema di tracciabilità – il Si.Tra – sigarantisce la sicurezza dell’origine della materia pri-ma e la possibilità di acquisizione di informazioni suprodotti, processi e servizi anche prima dell’acqui-sto.Il D.Lgs. n. 61 dell’8 aprile 2010, regolamenta etutela le denominazioni di origine e le indicazionigeografiche dei vini, sull’indicazione della nuovariforma del settore vitivinicolo disciplinata dal rego-lamento (CE) n. 1234/2007 e succ. modifiche e inte-grazioni, che si prefigge l’obiettivo di preservare lemigliori tradizioni della produzione vitivinicolaeuropea pur accrescendo la competitività e assicu-rando l’equilibrio di mercato.Con il regolamento (CE) n. 607/2009 applicativodel regolamento (CE) n. 1234/2007, le denomina-zioni di origine dei vini sono indicati secondo lanomenclatura vigente per tutti i prodotti agroalimen-tari. Dal 1° agosto 2009 si definisce produzione a:• denominazione di origine protetta (DOP) sia la

denominazione di origine controllata (nota conl’acronimo DOC) sia la denominazione di originecontrollata e garantita (nota con l’acronimoDOCG);

• indicazione geografica protetta (IGP) l’indicazio-ne geografica tipica (nota con l’acronimo IGT)

IGT, DOC e DOCG restano comunque menzioni tra-dizionali per l’Italia, che pertanto possono essere uti-lizzate nella designazione e presentazione dei vini.

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Con IGT/DOC/DOCG si intende un marchio collet-tivo di origine, che riguarda una produzione ottenu-ta da uve provenienti da una specifica zona viticolaparticolarmente vocata, il cui vino viene prodottonel rispetto di uno specifico disciplinare di produ-zione approvato con decreto ministeriale. Talemarchio garantisce un prodotto di qualità le cuicaratteristiche sono connesse all’ambiente naturaleed ai fattori umani di una specifica zona geografica.La DOCG, prevede una disciplina viticola ed enolo-gica più restrittiva rispetto a quella della DOC. Sitratta di produzioni ritenute di particolare pregio, perle caratteristiche qualitative intrinseche e per la rino-manza commerciale acquisita nel tempo grazie aparticolari fattori sociali e territoriali.

2.2.7 Pianificazione e gestione forestale sostenibi-leLa Regione Marche ha disciplinato e pianificato ilsettore forestale con i seguenti atti:a) legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6, legge

forestale regionale, che recepisce in particolareil d.lgs. n. 227/2001;

b) deliberazione amministrativa dell’Assemblealegislativa regionale 26 febbraio 2009, n. 114,Piano forestale regionale (PFR). Il PFR costi-tuisce il recepimento regionale della definizio-ne di sostenibilità dell’azione dell’uomo sullerisorse naturali e la biosfera di cui al RapportoBrundtland (WCED, 1987), delle risoluzioni edirettive internazionali (ONU, ConferenzeUNCED, UNFCCC, CBD, UNCCD, IPF - tripli-ce e contemporanea sostenibilità degli interventiforestali; ecologica, economica e sociale), leRisoluzioni delle Conferenze Ministeriali sullaProtezione delle Foreste in Europa (MCPFE) edei conseguenti sei criteri della Gestione Foresta-le Sostenibile paneuropea (GFS), del Piano d’A-zione per le Foreste della UE (FAP 2007/2011),delle Linee guida di programmazione foresta-le e del Programma Quadro per il Settore Fore-stale dello Stato.

E’ quindi inerente e coerente con gli atti internazio-nali, comunitari e nazionali in materia di foreste,ambiente e sviluppo, cambiamenti climatici,tutela e conservazione della biodiversità e di lottaalla desertificazione.Per completezza, occorre altresì aggiungere il rego-lamento forestale regionale che è costituito dallevigenti Prescrizioni di massima e di Polizia foresta-le di cui alla DGR n. 2585/2001.Le finalità della legge forestale regionale (art. 1, l.r.n. 6/2005) sono quelle della disciplina delle azioni edegli interventi diretti allo sviluppo del settore fore-stale, della salvaguardia dei boschi, delle siepi, deglialberi e dell’assetto idrogeologico del territorio.

L’obiettivo del PFR è unico e sottende 10 “Azionichiave” (capitolo 5 del Piano) finalizzate diretta-mente all’attuazione dell’obiettivo, 23 “Tipologie diinterventi pubblici forestali” e 3 “Ulteriori interven-ti di interesse regionale da incentivare”. L’obiettivodel PFR è quello di “attuare una gestione attivasostenibile, delle foreste e del comparto forestale,per garantire la rinnovazione naturale e la tuteladegli ecosistemi forestali, lo sviluppo socio-econo-mico dello stesso comparto, per dare continuità ecertezza occupazionale nel settore.”.In recepimento dei sei criteri paneuropei sullagestione forestale sostenibile e del raggiungimentodell’obiettivo dell’ottimizzazione al massimolivello possibile della multifunzionalità forestaleindicata dalle Linee Guida di Programmazione fore-stale (DMatt 16 giugno 2005), le funzioni previsteper i boschi marchigiani dal PFR sono le seguenti,tra cui non è prevista quella di poter essere sede diqualsiasi attività produttiva basata sulla costruzionedi strutture edili:• Funzione protettiva (difesa del suolo, ritenzione e

regimazione delle acque, lotta alla desertificazio-ne);

• Funzione naturalistica e Funzione culturale e pae-saggistica (biodiversità, ambiente, cultura, paesag-gio, lotta alla desertificazione);

• Funzione produttiva (economica, prodotti legnosie non legnosi, biomasse energetiche rinnovabili);

• Funzione turistico-ricreativa (fruizione);• Funzione igienico-sanitaria (depurazione suolo,

aria e acqua, cura della salute psicofisica);• Funzione didattico-scientifica (visite guidate o a

tema, studi e ricerche).

2.3 Elenco delle Aree non idonee2.3.1 Aree di rilevanza paesaggistica individuatedal Piano Paesistico Ambientale Regione Marchecosì come recepito dai PRG comunali approvatiin adeguamento (ove esistenti).

Sottosistema geologico geomorfologico ed Idro-geologico - Art. 6 Norme Tecniche Attuative del Pia-no Paesistico Ambientale Regionale

Descrizione sintetica delle areeArea di eccezionale valore(GA): sono presenti ele-menti di altissima rappresentatività e/o rarità, in cuison ben riconoscibili le forme geomorfologiche tipi-che della regione marchigiana, le serie tipo dellasuccessione Umbro-Marchigiana e gli ambienti incui sono presenti gli elementi geologici, geomorfo-logici ed idrogeologici tipici del paesaggio naturaledelle Marche e comprendono in tutto o in parte le

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emergenze geologiche e geomorfologiche, indivi-duate dall’articolo 28 delle NTA.Area di rilevante valore (GB): sono rappresentatearee montane e medio - collinari in cui gli elementigeologici, geomorfologici caratteristici del paesag-gio sono diffusi e, pur non presentando peculiaritàcome elemento singolo, concorrono nell’insiemealla formazione dell’ambiente tipico della zonamontana e medio - collinare delle Marche.Area di qualità diffusa (GC): sono presenti aree divalore intermedio con caratteri geologici e geo-morfologici che distinguono il paesaggio collinare emedio - collinare della regione.

Sottosistema botanico vegetazionale - Art. 11 Nor-me Tecniche Attuative del Piano Paesistico Ambien-tale Regionale

Descrizione sintetica delle areeArea di emergenze botanico - vegetazionali (BA):sono presenti le specie vegetali endemiche e rare oin via di scomparsa, peculiari della regione Marche;Area di rilevante valore (BB): sono presenti associa-zioni vegetali di grande interesse, che si manifestanocon frequenze più numerose rispetto alle precedentie impegnano ambiti territoriali che possono ancheessere di minori dimensioni, costituendo elementimaggiormente condizionati da fenomeni di antropiz-zazione.Area di qualità diffusa (BC): sono presenti le areeregionali che comprendono alti boschi e la vegeta-zione ripariale.

Sottosistemi territoriali - Art. 20 - Norme TecnicheAttuative del Piano Paesistico Ambientale Regiona-le

Descrizione sintetica delle areeAree A: Aree eccezionali, rappresentabili anche datoponimi; paesaggi monumentali. La categoria Araccoglie le unità di paesaggio eccezionali nelle qua-li emergono l’aspetto monumentale del rapportoarchitettura-ambiente e l’ampio orizzonte; luoghi digrande effetto visuale e di alta notorietà; luoghi “for-ti” anche per la combinazione significativa di sito,insediamento, e componenti architettoniche, stori-che, naturalistiche.Aree B: Unità di paesaggio rilevanti per l’alto valo-re del rapporto architettura-ambiente, del paesaggioe delle emergenze naturalistiche, caratteristico dellaregione.

Aree C: Unità di paesaggio che esprimono la qualitàdiffusa del paesaggio regionale nelle molteplici for-me che lo caratterizzano: torri, case coloniche, ville,

alberature, pievi, archeologia produttiva, fornaci, bor-ghi e nuclei, paesaggio agrario storico, emergenze natu-ralistiche.Aree V: Aree di alta percettività visuale relative allevie di comunicazione ferroviarie, autostradali e stra-dali di maggiore intensità di traffico.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateNella valutazione si è considerato che alle diversetaglie di potenza; degli impianti si associa una diver-sa dimensione dei manufatti che determina unimpatto paesaggistico diversificato in termini dicoerenza, interferenza e frammentazione rispettoagli elementi costituitivi dei paesaggi individuaticome peculiari dal PPAR.Le aree di eccezionale valore (GA, BA e A) sonoindividuate come aree non idonee alla installazio-ne di impianti di produzione di energia elettrica ali-mentati da biogas e da biomassa. L’installazione ditali impianti comporterebbe un’alterazione degli ele-menti di paesaggio di altissima rappresentatività e orarità presenti in tali aree, contrastando quindi gliobiettivi e gli indirizzi di tutela previsti dagli artt. 9,14 e 23 delle NTA del PPAR che in tali aree vietanoogni intervento che possa alterare i caratteri delleemergenze individuate.Per le aree di rilevante valore (GB, BB e B) e per learee di qualità (BC, GC e C) gli artt. 9, 14 e 23 del-le NTA prevedono un livello di tutela graduato aivalori e ai caratteri specifici delle singole categoriedi beni, consentendo alcune trasformazioni dei ter-ritorio, purché compatibili con l’attuale configura-zione paesistico - ambientale o ne determinino ilripristino e l’ulteriore qualificazione. Le aree di rile-vante valore (GB, BB e B) e le aree di qualità diffusa(BC, GC e C), pertanto, sono individuate come nonidonee alla installazione di impianti di produzione dienergia elettrica alimentati a biogas di potenza supe-riore a 250 kWe e a biomassa di potenza superiore a200 kWe.Le aree V sono individuate come non idonee alla instal-lazione di impianti di produzione di energia elettrica ali-mentati a biogas di potenza superiore a 250 kWe e abiomassa di potenza superiore a 200 kWe, in quantol’installazione di tale dimensione d’impianti nonecompatibile con il perseguimento dell’obiettivo ditutela previsto dall’art. 23 delle NTA che disponeche in tali aree deve essere attuata una politica di sal-vaguardia, qualificazione e valorizzazione dellevisuali panoramiche percepite dai luoghi di osserva-zione puntuali o lineari.

Sottosistema storico culturale – Art. 15 delle Nor-me tecniche del Piano Paesistico Ambientale Regio-nale

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Descrizione sintetica delle areeIl sottosistema storico culturale, è costituito dai beniche documentano, integrandosi col paesaggio, icaratteri ed i momenti peculiari e definiti della storiae della cultura della regione Marche e in particolaresi articola in:- paesaggio agrario di interesse storico ambienta-

le identificato in quelle aree e località partico-larmente significative in cui permangono elementifondamentali di forma storica del territorio (inse-diamento edilizio rurale, maglia poderale, struttu-re vegetazionali arboree ed arbustive), con specifi-ca attenzione alle testimonianze di particolari tec-niche agricolo-produttive (la folignata, l’alberata,l’oliveto a quinconce, il gelseto e simili) e alla pre-senza di insiemi residenziali e colturali che man-tengono integri i caratteri tradizionali del paesag-gio agrario mezzadrile e della cultura contadinadella montagna; vanno peraltro tenute in conto leesigenze economico-produttive che dovrannoessere sempre più rese compatibili con la tutelaattiva del paesaggio e dell’ambiente;

- centri e nuclei storici quali complessi insediativiin diretta relazione visiva col paesaggio circo-stante;

- edifici e manufatti isolati di particolare valorearchitettonico o storico-documentario siti in areeextraurbane e urbane, quali edifici religiosi (chie-se, conventi e abbazie, santuari e simili), i cimite-ri, gli edifici difensivi (sistemi difensivi, torri,rocche, castelli, cinte murarie e simili); gli edifi-ci residenziali (case rurali, ville e palazzi padrona-li, ville con parco, parchi e giardini, e simili), gliedifici produttivi (mulini, frantoi, fornaci, fabbri-che, officine, cartiere, gualchiere e simili), i manu-fatti infrastrutturali (canali, ponti, fontane rurali esimili);

- aree archeologiche, comprendenti le aree archeolo-giche identificate in base ai vincoli imposti dallalegge 1089/39, altre aree archeologiche da assog-gettare a misure di tutela paesistica, le centuriazio-ni relative alle tracce della maglia poderale stabili-ta dagli insediamenti coloniali romani, le stradeconsolari romane;

- percorsi storici, intesi come assi viari principali dicollegamento mercantile e culturale che si ripeto-no nel tempo determinando specifici segni sul ter-ritorio (ponti, porte urbane, prestiti culturali nelletipologie edilizie, fortificazioni, e simili);

- luoghi di memoria storica, relativi ad aree nellequali si sono svolti episodi significativi della sto-ria nazionale sul territorio regionale, e luoghi del-la leggenda;

- punti panoramici e strade panoramiche, intesi comeluoghi nei quali si danno le migliori condizioni perpercepire i caratteri fondamentali del paesaggiomarchigiano.

Alle aree sopra indicate si applicano gli obiettivi eagli indirizzi di tutela degli artt. 18 e 19 e si associa-no le prescrizioni relative CATEGORIE COSTITU-TIVE DEL PAESAGGIO RELATIVE AL PATRI-MONIO STORICO CULTURALE di cui ai seguen-ti articoli delle NTA del PPAR:Art. 38 “paesaggio agrario di interesse storicoambientale”Art. 39 “centri e nuclei storici”Art. 40 “edifici e manufatti storici”Art. 41 “le zone archeologiche e le strade consola-ri”

a - le aree archeologiche identificate in base aivincoli imposti (ex legge 1089/39 oggi D.Lgs.42/2004);b - altre aree archeologiche di particolare interes-se;c - le aree in cui l’organizzazione delle coltureagricole e del territorio conserva elementi dellacenturiazione relativa alle tracce della magliapoderale stabilita dagli insediamenti colonialiromani;d - le strade consolari romane;e - aree con segnalazione di ritrovamenti archeo-logici.

Art. 42 “luoghi di memoria storica”Art. 43 “i punti panoramici e strade panoramiche”

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateNella valutazione si è considerato che alle diverse

taglie di potenza degli impianti, si associa una diver-sa dimensione dei manufatti che determina unimpatto paesaggistico diversificato in termini di coe-renza, interferenza e frammentazione rispetto aglielementi costituitivi dei paesaggi individuati comepeculiari dal PPAR.Il paesaggio agrario di interesse storico ambientale,i centri e nuclei storici, gli edifici e i manufatti stori-ci, le aree archeologiche identificate in base ai vin-coli imposti dal DLgs. 42/2004 le aree archeologichedi particolare interesse, soggetti a tutela integrale aisensi dell’art. 26 delle NTA del PPAR, sono valutaticome aree non idonee agli impianti di produzione dienergia elettrica alimentati da biogas e da biomassa,in quanto tale tutela consente esclusivamente inter-venti di conservazione, consolidamento, ripristinodelle condizioni ambientali protette e ammette inter-venti’ di trasformazione volti alla riqualificazionedell’immagine e delle specifiche condizioni d’usodel bene storico-culturale o della risorsa paesistico-ambientale considerata, esaltandone le potenzialità ele peculiarità presenti.Per “i punti panoramici e strade panoramiche” l’art.43 delle NTA del PPAR, consente il solo inserimen-

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to delta segnaletica stradale e turistica di modestedimensioni, pertanto tali aree sono individuate comenon idonee all’installazione di impianti a biogas o abiomassa.Le aree (i centri e i nuclei storici, le aree in cui l’or-ganizzazione delle colture agricole e dei territorioconserva elementi della cent nazione relativa alletracce della maglia poderale stabilita dagli insedia-menti coloniali romani, le strade consolari romane,le aree con segnalazioni di ritrovamenti archeologi-ci, i luoghi di memoria storica) soggette a tutelaorientata, ai sensi dell’art. 26 delle NTA del PPARche riconosce l’ammissibilità di trasformazioni con-modalità di intervento compatibili con gli elementipaesistici ambientali del contesto, sono valutate nonidonee alla installazione di impianti produzione dienergia elettrica da biogas di potenza superiore a250 kWe e da biomassa di potenza superiore a 200kWe.

Ulteriori Categorie costitutive del paesaggio -Titolo IV delle Norme tecniche del Piano PaesisticoAmbientale RegionaleLa tutela delle categorie costitutive del paesaggiodel PPAR è diretta, oltre che alla conservazione deibeni che caratterizzano le categorie stesse e allaloro appropriata utilizzazione, alla salvaguardia eal recupero dell’equilibrio formale e funzionale deiluoghi circostanti. In tal senso nella valutazione si èconsiderato che alle diverse taglie di potenza degliimpianti si associa una diversa dimensione deimanufatti che determina un impatto paesaggisticodiversificato in termini di coerenza, interferenza eframmentazione rispetto agli elementi costituitividei paesaggi individuati come peculiari dal PPAR.

Emergenze geologiche e geomorfologiche – Art.28 delle NTA del PPAR

Descrizione sintetica delle areeEmergenze geologiche: sono “le località dove sonoben visibili la serie stratigrafica umbro-marchigianae le sue variazioni (serie continua, serie condensata,ecc.), gli elementi strutturali e sedimentologici chehanno un valore didattico e scientifico, nonché lelocalità fossilifere e quelle in cui sono presenti mine-rali.Emergenze geomorfologiche: sono “le aree in cuisono presenti forre, gole, grotte, altipiani, morfolo-gia glaciale, zone carsiche, alloctoni della ValMarecchia, coste a falesia e tutte le forme geo-morfologiche, che hanno interesse scientifico-didat-tico.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrate

Le aree “emergenze geologiche e geomorfologiche”

sono individuate come aree non idonee alla installa-zione di impianti di produzione di energia elettricaalimentati da biogas e da biomassa, in quanto, ai sen-si dell’art. 28 delle NTA del PPAR, tali aree sonosoggette a tutela integrale e sono consentiti sola-mente interventi di recupero delle aree caratterizzatedalle emergenze, fortemente degradate o in condi-zioni di rischio per gli insediamenti e le infrastrut-ture esistenti, o di attrezzatura per percorsi naturali-stici e simili, o per la salvaguardia delle infrastruttu-re.

I corsi d’acqua – Art. 29 delle NTA del PPARDescrizione sintetica delle areeI corsi d’acqua sono rappresentati dal reticolo idro-grafico dei bacini imbriferi, composto da fiumi, tor-renti, sorgenti e foci, laghi artificiali, esclusi i lagonid’accumulo a servizio delle aziende agricole, i fossiintubati, i laghi di cava, nonché i canali artificiali.Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateGli ambiti di tutela dei corsi d’acqua e le fasce dirispetto stabilite dall’art. 29 delle NTA del PPARsono individuate come aree non idonee allainstallazione di impianti di produzione di energiaelettrica alimentati da biogas o da biomasse, inquanto su tali aree si applica la tutela integrale dicui all’art. 26 e 27 del PPAR

Crinali – Art. 30 delle NTA del PPARDescrizione sintetica delle areeI crinali sono la parte con rilievo morfologico dellalinea degli spartiacque dei bacini idrografici.Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateIn coerenza con le prescrizioni transitorie specifi-che stabilite dall’art. 30 del PPAR finalizzate adevitare in tali aree la realizzazione di manufatti edi-lizi a forte rilevanza paesaggistica (manufatti agro-industriali adibiti alla lavorazione, conservazione,trasformazione e commercializzazione di prodottiagricoli; i silos e depositi agricoli di rilevante entità,gli edifici ed impianti per allevamenti zootecnici ditipo industriale), si valuta gli ambiti di tutela dei cri-nali come non idonei agli impianti di produzione dienergia elettrica alimentati da biogas di potenzasuperiore a 250 kWe e da biomassa di potenzasuperiore a 200kWe.

Versanti – Art. 31 delle NTA del PPARDescrizione sintetica delle areeI versanti sono costituiti dalle aree delimitate da uncrinale e da un fondo vallivo.

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Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateI versanti con pendenza superiore al 30% sonoindividuati come aree non idonee alla istallazionedi impianti di produzione di energia elettrica ali-mentati da biogas o da biomassa, in quanto su taliaree l’art. 31 delle NTA del PPAR vieta gli inter-venti edilizi, nonché qualsiasi impedimento aldeflusso delle acque, i riporti e i movimenti diterreno che alterino in modo sostanziale e/o sta-bilmente il profilo del terreno.

I litorali marini – Art. 32 delle NTA del PPARI litorali marini sono le aree delimitate dalla batti-gia fino al crinale costiero e sono costituiti dallaspiaggia, dalla retrospiaggia, dalla pianura costie-ra e dal versante collinare che si estende fino al cri-nale. Nei litorali si possono individuare coste alte,coste basse e a falesia.Nella pianura alluvionale costiera si consideralitorale il tratto compreso tra la battigia e la con-giungente i due crinali costieri.Le aree floristiche - Art. 33 delle NTA del PPARLe aree caratterizzate dalla presenza di specie flori-stiche meritevoli di particolare tutela.Le foreste demaniali regionali e boschi – Art. 34delle NTA del PPAR Le zone umide – Art. 36 delle NTA del PPAR

Gli elementi diffusi del paesaggio agrario – Art.37 delle NTA del PPAR Si intendono per elementi diffusi del paesaggio agra-rio:- querce isolate, querce a gruppi sparsi e le altre

specie protette dalla legislazione regionale vigen-te;

- alberature stradali;- alberature poderali;- siepi stradali e poderali;- vegetazione ripariale;- macchie e boschi residui;Si definisce siepe qualunque formazione vegetalearbustiva ed arboreo-arbustiva di flora autoctona enaturalizzata composta sia da uno che da più filari.Valutazione della non idoneità e delle in incom-patibilità riscontratoI litorali. marini, le aree floristiche, le forestedemaniali’ regionali e i boschi, le zone umide e glielementi diffusi del paesaggio agrario sopraelenca-ti sono individuati come; aree non idonee allainstallazione di impianti di produzione di energiaelettrica alimentati da biogas o da biomassa, inquanto costituiscono aree di particolare pregiopaesistico-ambientale alle quali si applica, ai sensidell’art. 32, 33, 34, 36, 37, la tutela integrale.

Su tali aree non sono consentiti “opere di mobilità egli impianti tecnologici fuori terra, i movimenti diterra che alterino in modo sostanziale e/o stabil-mente il profilo del terreno in particolare, per leforeste demaniali e i boschi l’art. 34 stabilisce chele aree effettivamente boscate non possono essereridotte di superficie; vietando la sostituzionedei boschi con altre colture ed il dissodamentosalvo interventi tendenti a ripristinare la, vegetazio-ne autoctona, mentre l’art. 37 sancisce il divieto didistruzione o manomissione degli elementi diffusidel paesaggio agrario.

I pascoli - Art. 35 delle NTA del PPARDescrizione sintetica delle areeLe aree relative ai pascoli montani, ai prati pascoli,ai prati umidi, palustri e torbosi, ai prati di altaquota posti oltre i 1800 mt. di altitudine.Valutazione della non idoneità, e delle incompati-bilità riscontrateI pascoli oltre il 1.800 metri di altitudine sono indi-viduati come aree non idonee alla installazione diimpianti di produzione di energia elettrica alimenta-ti a biogas e a biomassa, in quanto su tali aree, siapplica, ai sensi dell’art. 35 delle NTA del PPAR, latutela integrale.I pascoli tra 700 e 1.800 metri di altitudine sonoindividuati come aree non idonee alla installazionedi impianti di produzione di energia elettrica alimenta-ti a biogas di potenza superiore a 250 kWe o a bio-massa di potenza superiore a 200 kWe, in quanto taliaree sono soggette alla tutela orientata che ricono-sce l’ammissibilità di trasformazioni con modalitàdi intervento compatibili con gli elementi paesisticiambientali del contesto.

2.3.2 Aree non idonee desumibili dalla leggeforestale regionale del 23 febbraio 2005, n. 6.Descrizione sintetica delle aree1. i territori coperti da boschi e da foreste tutelati

dall’art. 142 del d.lgs. n. 42/2004, dal RDL n.3267/1923, tutele recepite dai Capi I, Il e III del-la Lr. n. 6/2005;

2. formazioni vegetali tutelate dal Capo IV dellaL.r. n. 6/2005 e in particolare i filari e i gruppi dialberi di alto fusto, gli alberi secolari ad alto fustoisolati, in filare, in gruppo appartenenti all’elen-co delle specie protette di cui all’articolo 20, lesiepi di cui all’articolo 24, le formazioni vegetalimiste di cui all’articolo 25, e le formazioni vege-tali monumentali di cui all’articolo 26.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrate

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I territori coperti da boschi e foreste e le formazionivegetali sopra indicate sono individuate come areenon idonee alla installazione di impianti di produ-zione di energia elettrica da biogas e da biomassa inquanto l’installazione di tali tipologie di impiantirichiederebbe la loro estirpazione e quindi contraste-rebbe con:a) le risoluzioni e le direttive approvate a livello

mondiale (ONU, Conferenze UNCED,UNFCCC, CBD, UNCCD, IPF) da considerarenella sostenibilità degli interventi forestali (soste-nibilità ecologica, economica e sociale): elimina-re porzioni boscate o le formazioni vegetali tute-late sopra indicate per la realizzazione degliimpianti non è sostenibile ecologicamente (si eli-minerebbero ecosistemi ad alta valenza naturale,immagazzinatori di CO2 e produttori di biomas-sa rinnovabile), socialmente (si ritiene che l’o-pinione pubblica non gradirebbe estirpazioni diporzioni di bosco per far spazio ad impianti diproduzione di energia), ed anche economicamen-te, dati i costi della compensazione ambientalerisultanti dall’applicazione dell’art. 12, comma 2,della l.r. n. 6/2005;

b) il fatto che i boschi marchigiani e le altre terreboscate (ATB, tra cui le formazioni vegetali tute-late sopra indicate), come tutti quelli italiani, sia-no stati contabilizzati dallo Stato quale stock esink di carbonio per l’applicazione del Protocol-lo di Kyoto ed inseriti nell’inventario ForestaleNazionale e dei Serbatoi Forestali di Carbonio(INFC), e nel relativo Registro, con questo preci-so scopo che vale per l’Italia la riduzione di 10,2milioni di tCO2e nell’ambito del bilancio nazio-nale delle emissioni di carbonio ed altri gas cli-malteranti;

c) i sei criteri della gestione forestale sostenibile dicui alle Risoluzioni. Delle Conferenze Ministe-riali sulla Protezione delle Foreste in Europa, conparticolare riferimento a quelle di Helsinki eLisbona (MCPFE, in particolare le risoluzioniH1 e L2) che sono i seguenti:• mantenimento e Miglioramento delle risorse

forestali al fine di massimizzare il loro contri-buto al ciclo globale del carbonio;

• mantenimento della salute e della vitalità degli.ecosistemi forestali;

• mantenimento e sviluppo, delle funzioni pro-duttive derivanti dalla gestione forestale, anchedei prodotti non legnosi;

• mantenimento, conservazione e miglioramentodella diversità biologica negli ecosistemi fore-stali,

• mantenimento e miglioramento delle funzioniprotettive nella gestione forestale;

• mantenimento di tutte le altre funzioni e dellecondizioni socio-economiche.

d) le finalità della legge forestale regionale (art. 1) egli obiettivi di tutela ivi previsti;

e) le funzioni attribuite ai boschi marchigiani dalPiano Forestale Regionale (PFR, D.A. n.114/2009) che sono le seguenti:• Funzione protettiva (difesa del suolo, ritenzio-

ne e regimazione delle ‘acque, lotta alla deser-tificazione);

• Funzione naturalistica e Funzione culturale epaesaggistica (biodiversità, ambiente, cultura,paesaggio, lotta alla desertificazione ;

• Funzione produttiva (economica, prodottilegnosi e non legnosi, biomasse energeticherinnovabili);

• Funzione turistico-ricreativa (fruizione);• Funzione igienico-sanitaria (depurazione

suolo, aria e acqua, cura della salute psico-fisica);

• Funzione didattico-scientifica (visite guidate oa tema, studi e ricerche).

f) l’articolo 34 (Foreste demaniali regionali eboschi) delle NTA del PPAR, che prevede, alivello pianificatorio per l’indirizzo di Inizio-urbanistico del territorio, la prescrizione di basepermanente di divieto di riduzione di superficiboscate ed all’articolo 37 (elementi diffusi delpaesaggio agrario) con la prescrizione di basepermanente del divieto di distruzione o mano-missione ferma restando la disciplina di settore(ora Capo IV –tutela delle formazioni vegetalinon ricomprese nei boschi o nei centri abitati.

della 1.r. n. 6/2005;g) il fatto che gli ecosistemi forestali e le formazio-

ni vegetali sopra indicate sono ottimi e perpetuiproduttori di biomassa rinnovabile ad uso ener-getico, il che rende irrazionale ed illogico elimi-narne superfici per la realizzazione di impiantiproduttivi di qualsiasi genere.

2.3.3 Aree non idonee per la protezione dellerisorse idriche (D.Lgs. 152/2006 e Piano di Tuteladelle Acque).1- le zone di tutela assoluta e le zone di rispetto del-le acque superficiali e sotterranee destinate al consu-mo umano, di cui all’art. 94 del D.Lgs. 152/2006.

Descrizione sintetica delle areeLe aree di salvaguardia delle acque superficiali esotterranee destinate al consumo umano si distin-guono, ai sensi dell’art. 94 del D.Lgs. n. 152/2006,in zone di tutela assoluta e in zone di rispetto.La zona di tutela assoluta è costituita dall’areaimmediatamente circostante le captazioni o deriva-zioni: essa, in caso di acque sotterranee e, ove possi-

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bile, per le acque superficiali, deve avere un’esten-sione di almeno dieci metri di raggio dal punto dicaptazione, deve essere adeguatamente protetta edeve essere adibita esclusivamente a opere di capta-zione o presa e ad infrastrutture di servizio.La zona di rispetto è costituita dalla porzione di ter-ritorio circostante la zona di tutela assoluta da sotto-porre a vincoli e destinazioni d’uso tali da tutelarequalitativamente e quantitativamente la risorsa idri-ca captata e può essere suddivisa in zona di rispettoristretta e zona di rispetto allargata, in relazione allatipologia dell’opera di presa o captazione e allasituazione locale di vulnerabilità e rischio dellarisorsa. In particolare, nella zona di rispetto sonovietati l’insediamento dei seguenti centri di pericoloe lo svolgimento delle seguenti attività:a) dispersione di fanghi e acque reflue, anche se

depurati;b) accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o

pesticidi;c) spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o

pesticidi, salvo che l’impiego di tali sostanze siaeffettuato sulla base delle indicazioni di uno spe-cifico piano di utilizzazione che tenga conto del-la natura dei suoli, delle colture compatibili,delle tecniche agronomiche impiegate e dellavulnerabilità delle risorse idriche;

d) dispersione nel sottosuolo di acque meteoricheproveniente da piazzali e strade;

e) aree cimiteriali;f) apertura di cave che possono essere in connes-

sione con la falda;g) apertura di pozzi ad eccezione di quelli che

estraggono acque destinate al consumo umano edi quelli finalizzati alla variazione dell’estrazio-ne ed alla protezione delle caratteristiche quali-quantitative della risorsa idrica;

h) gestione di rifiuti;i) stoccaggio di prodotti ovvero sostanze chimiche

pericolose e sostanze radioattive; l) centri di raccolta, demolizione e rottamazione di

autoveicoli;m) pozzi perdenti;n) pascolo e stabulazione di bestiame che ecceda i

170 chilogrammi per ettaro di azoto presentenegli effluenti, al netto delle perdite di stoccag-gio e distribuzione. E’ comunque vietata la sta-bulazione di bestiame nella zona di rispettoristretta.

Il comma 1 dell’art. 94 del D.Lgs. 152/2006 deman-da alle Regioni, su proposta delle Autorità d’Ambitol’individuazione di tali aree in oggetto, stabilendopoi al comma 6 che “In assenza dell’individuazioneda parte delle regioni o delle province autonomedella zona di rispetto ai sensi del comma 1, la mede-

sima ha un’estensione di 200 metri di raggio rispettoal punto di captazione o di derivazione”.

Al momento la Regione non ha ancora individuato learee di salvaguardia in oggetto.Il Piano di Tutela delle acque regionale, approvatocon Delibera Amministrativa dell’Assemblea Legi-slativa n.145/2010 così come modificata da DGRn.1283/2012, prevede all’art. 19 delle Norme tecni-che di attuazione, che le AATO provvedono a pro-porre l’individuazione delle aree di salvaguardiaentro il 31 dicembre 2014.

Valutazione della non idoneità e delle incompatibi-lità riscontrateLe zone di tutela assoluta e le zone di rispetto delleacque superficiali e sotterranee destinate al consumoumano, di cui all’art. 94 del D.Lgs. n. 152/2006(allo stato attuale rispettivamente le superfici diraggio di m 10,00 e di m 200,00 dal punto di deriva-zione delle acque superficiali e dal punto di capta-zione delle acque sotterranee destinate al consumoumano) sono individuate come aree non idonee allainstallazione di impianti a biogas che utilizzanoanche parzialmente le defezioni da allevamento e lafrazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU)in quanto:- i liquami zootecnici e il letame - che vengono

stoccati in loco, sia come riserva in appositicontenitori da cui attingere, sia direttamente edinevitabilmente nel digestore, -contengonoapprezzabili quantità di ione rame (Cu++) e diione zinco (Zn++), che sono sostanze chimichepericolose, qualora scaricate, anche accidental-mente, in ambiente acquatico, al di sopra di speci-ficate concentrazioni, come stabilito nell’art. 108del D.Lgs. 152/2006, il suddetto stoccaggio rientranel divieto di cui alla lettera i) comma 4, art. 94.

- la digestione della frazione organica dei rifiutisolidi urbani (FORSU) rientra palesemente neldivieto di cui all’ad, 94 comma 4 lettera h).

2.3.4 Aree non idonee in quanto particolarmentesensibili e/o vulnerabili alle trasformazioni terri-toriali o del paesaggio secondo l’indirizzo fornitodal DM 10 settembre 2010, Allegato 3, lettera f)

1) I siti inseriti nella lista del patrimonio mondialedell’UNESCO, le aree ed i beni di notevole interes-se culturale di cui alla Parte Seconda del d.lgs. 42del 2004, nonché gli immobili e le aree dichiaratidi notevole interesse pubblico ai sensi dell’art.136 dello stesso decreto legislativo;

1.1. I siti inseriti nella lista del patrimonio mondialedell’UNESCO

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Descrizione sintetica dell’areaIl World Heritage Committee ha inserito Urbinonella World Heritage List con Decisione 22COMVIII.B.1 del 1998 poiché rappresenta l’apice dell’ar-te e dell’architettura rinascimentale, armonicamenteadattata in maniera eccezionale al suo ambientefisico e al suo passato medievale, raccomandando-ne la gestione sia a livello locale che a livello nazio-nale. Inoltre il sito è protetto dal 1969 dal R.D.1497/1939 (diverse abitazioni del centro storicononché le fortificazioni sono protette individualmen-te dal R.D. 1089/1939) e dalla normativa speciale(L. 124/1968, L 462/1985, e L. 103/1993) volta alrestauro e alla conservazione della città e del pae-saggio circostante nel territorio del Montefeltro.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateIl sito di Urbino è individuato come area non idoneaalla installazione di impianti di produzione di ener-gia elettrica alimentati da biogas e da biomassa, inquanto tale tipologia idi istallazione compromette-rebbe le caratteristiche di visione che hanno porta-to l’inserimento del bene nell’elenco UNESCO.

1.2 Le aree ed i beni di notevole interesse culturale dicui alla Parte Seconda del d.lgs. 42/2004

Descrizioni sintetica delle areeLe aree e i beni di notevole interesse culturale sonoindividuati dall’art. 10 del D.Lgs. 42/2004 che inparticolare li definisce come le cose immobili emobili appartenenti allo Stato, alle Regioni, agli altrienti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente edistituto pubblico e a persone giuridiche private sen-za fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiasticicivilmente riconosciuti, che presentano interesseartistico, storico, archeologico o etnoantropologico.Ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. 42/2004 “I beni cul-turali non possono essere distrutti, deteriorati, dan-neggiati o adibiti ad usi non compatibili con il lorocarattere storico o artistico oppure tali da recarepregiudizio alla loro conservazione”.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateLe aree e i beni di notevole interesse culturale di cuialla Parte seconda del d.lgs. 42/2004 sono indivi-duati come aree e siti non idonei alla installazione diimpianti di produzione di energia elettrica alimenta-ti da biogas e da biomassa, in quanto l’istallazione’di tale tipologia d’impianto comporterebbe la realiz-zazione di manufatti e usi non compatibili con ilcarattere storico o artistico dei beni tutelati.

1.3/1.4 Gli immobili e le aree dichiarati di notevoleinteresse pubblico ai sensi dell’art. 136 del D. Lgs.42/2004 Descrizione sintetica delle areea) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di

bellezza naturale, singolarità geologica o memo-ria storica, ivi compresi gli alberi monumentali;

b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalledisposizioni della Parte seconda del presentecodice, che si distinguono per la loro non comu-ne bellezza;

c) i complessi di cose immobili che compongono uncaratteristico aspetto avente valore estetico e tra-dizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici;

d) le bellezze panoramiche e così pure quei punti divista o di belvedere, accessibili al pubblico, daiquali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateGli immobili dichiarati di notevole interesse pubbli-co ai sensi dell’alt 136 del D.Lgs. 42/2004 lettere a)e b) sono individuati come aree non idonee allainstallazione di impianti di produzione di energiaelettrica alimentati da biogas e da biomassa, in quan-to l’installazione di tale tipologia d’impianti contra-sta con il valore storico e panoramico dei luoghi cheha portato al riconoscimento, con i decreti di vinco-lo, del notevole interesse pubblico.Le aree dichiarate di notevole interesse pubblico, aisensi dell’art. 136 del D.Lgs. 42/2004 lettere c) e d),sono individuate come aree non idonee alla installa-zione di impianti di produzione di energia elettricaalimentati da biogas di potenza superiore a 250 kWe,e da biomassa di potenza superiore a 200 kWe, inquanto non compatibile per le dimensioni dell’im-pianto e i relativi impatti con il valore paesaggisticodell’area tutelata.

2) Zone all’interno di coni visuali la cui immagi-ne è storicizzata e identifica i luoghi anche in ter-mini di notorietà internazionale di attrattivitàturistica;

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateL’individuazione di queste aree fa riferimento agliambiti di tutela delle categorie costitutive del pae-saggio di cui agli art. 39 “Centri e nuclei storici” eart. 40 “Edifici e manufatti storici’ delle NTA delPPAR. A tali aree, si applica pertanto la valutazionedi non idoneità corrispondente.

3) Zone situate in prossimità di parchi archeolo-gici e nelle aree contermini ad emergenze di par-ticolare interesse culturale, storico e/o religioso;

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3.1 I parchi archeologici I Parchi archeologici regionali, istituiti con L.R. n.16/1994, sono:• Parco archeologico di Urbs Salvia (Urbisaglia -

MC)• Parco Archeologico di Sentinum (Sassoferrato -

AN)• Parco Archeologico di Suasa Senonum (Castelleo-

ne di Suasa - PU)• Parco Archeologico di Cupra Marittima (Cupra

Marittima - AP)• Parco Archeologico di Forum Sempronii (Fossom-

brone - PU)• Parco Archeologico di Septempeda (San Severino

Marche - MC)• Parco Archeologico di Falerius Picenus (Falerone

- FM)

3.2 Fascia contermine di rispetto dei parchi archeo-logici

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateI parchi archeologici e la fascia contermine di rispet-to di 150 metri, misurata dal perimetro dell’area aparco o, qualora più estesa, da quella derivata dalvincolo archeologico, sono individuati come areenon idonee alla installazione di impianti di produ-zione di energia elettrica alimentati da biogas e dabiomassa, in quanto tale tipologia d’impianti contra-sterebbe con gli obiettivi dell’art. 2 della L.R.4/2010 e gli obiettivi di tutela dell’art. 55 del PPAR.

3.3 Centri, nuclei, edifici, manufatti storici, zonearcheologiche e strade casolari di cui agli artt. 39, 40e 41 delle NTA del PPAR

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateL’individuazione di queste aree fa riferimento agli.

ambiti di tutela delle categorie costitutive del pae-saggio di cui agli art. 39 “Centri e nuclei storici”, art.40 “Edifici e manufatti storici” delle NTA del PPAR,art. 41 “zone archeologiche e strade casolari”: A taliaree, si applica pertanto la valutazione di non ido-neità corrispondente.

4) Aree naturali protette ai diversi livelli (nazio-nale, regionale, locale) istituite ai sensi della Leg-ge 394/91 ed inserite nell’Elenco Ufficiale delleAree Naturali Protette, con particolare riferi-mento alle aree di riserva integrale e di riservagenerale orientata di cui all’articolo 12, comma 2,

lettere a) e b) della legge 394/91 ed equivalenti alivello regionale;

Denominazione Anno di Istituzione1 - Parco Nazionale dei Monti Sibillini 19932 - Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti

della Laga 19953 - Parco Naturale Regionale del Conero 19874 - Parco Naturale Regionale del Monte

San Bartolo 19965 - Parco Naturale Interregionale del

Sasso Simone e Simoncello 1996 6 - Parco Naturale Regionale della Gola

della Rossa e di Frasassi 1997 7 - Riserva Naturale Statale Montagna di

Torricchio 19778 - Riserva Naturale Statale Abbadia di

Fiastra 19849 - Riserva Naturale Statale Gola del Furlo 200110 - Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca 200311 - Riserva Naturale Regionale Sentina 200412 - Riserva Naturale Regionale del Monte

San Vicino e Monte Canfaito 2009 Fonte: DECRETO del MINISTERO AMBIENTE del 27aprile 2010 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 125 del31.05.2010 approvazione dello schema aggiornato relativo alVI Elenco ufficiale delle aree protette, ai sensi del combina-to disposto dell’articolo 3, comma 4, lettera c), della legge 6dicembre 1994, n. 394 e dall’articolo 7, comma 1, del decre-to legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

Descrizione sintetica delle areeAi sensi dell’art. 12 della Legge 394/1991 la tutela deivalori naturali ed ambientali nonché storici, cultura-li e antropologici tradizionali è assegnata all’EnteParco e disciplinata dal Piano del Parco su trelivelli territoriali:A - riserve integrali nelle quali l’ambiente naturaleè conservato nella sua integrità;B - riserve generali orientate, nelle quali è vietatocostruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzio-ni esistenti, eseguire opere di trasformazione del ter-ritorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizza-zioni produttive tradizionali, la realizzazione delleinfrastrutture strettamente necessarie, nonché inter-venti di gestione delle risorse naturali a cura del-l’Ente parco. Sono altresì ammesse opere di manu-tenzione delle opere esistenti, ai sensi delle lettere a)e b) del primo comma dell’articolo 31 della legge 5agosto 1978, n. 457;C - aree di protezione nelle quali, in armonia con lefinalità istitutive ed in conformità ai criteri generali

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fissati dall’Ente parco, possono continuare, secondogli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agri-coltura biologica, le attività agro-silvo-pastoralinonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed èincoraggiata anche la produzione artigianale di qua-lità. Sono ammessi gli interventi autorizzati ai sensidelle lettere a), b) e c) del primo comma dell’artico-lo 31 della citata legge n. 457 del 1978, salvo l’os-servanza delle norme di piana sulle destinazioni d’u-so;D - aree di promozione economica e sociale facen-ti parte del medesimo ecosistema, più estesamentemodificate dai processi di antropizzazione, nellequali sono consentite attività compatibili con le fina-lità istitutive del parco e finalizzate al miglioramentodella vita socio-culturale delle collettività locali e almiglior godimento del parco da parte dei visitatori.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateLe aree A e B dei Parchi sono individuate come areenon idonee alla installazione di impianti di produzio-ne di energia elettrica alimentati da biogas e da bio-massa, in quanto tale tipologia d’impianti non ècompatibile con gli obiettivi di tutela, di cui all’art.12 della L. 394/91 sopra indicatiFatto salvo quanto stabilito dalle norme più restrittivecontenute nei Piani di gestione delle Aree - Protette, learee C e D dei Parchi sono individuate come areenon idonee alla installazione di impianti di produzio-ne di energia elettrica alimentati da biogas di potenzasuperiore a 250 kWe e da biomassa di potenza supe-riore a 200 kWe, in quanto tali tipologie d’impiantinon s compatibili con l’esercizio di attività di tipotradizionale o legate alla promozione economica esociale, uniche attività, quest’ultime, consentite in taliaree dal livello di tutela previsto dall’art. 12 della L.394/91.

Le riserve naturali regionali, ai sensi della L.R.15/1994Descrizione sintetica delle areeLe riserve naturali regionali, ai sensi della L.R.15/1994 sono costituite da aree terrestri, fluviali,lacuali o marine di ridotta estensione che contengonouna o più specie naturalistiche rilevanti della flora edella fauna, ovvero presentano uno o più ecosistemiimportanti per le diversità biologiche o per la conser-vazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali sidividono in generali e particolari, a seconda che sianoistituite per la tutela dell’ambiente in generale o per latutela dei suoi specifici valori.Le riserve naturali generali si distinguono in:A) integrali, per la conservazione dell’ambiente

naturale nella sua integrità, nelle quali non èammesso alcun tipo di intervento, ad esclusione

della ricerca scientifica da parte di enti o organi-smi istituzionalmente competenti;

B) orientate, nelle quali è vietato costruire nuoveopere edilizie e ampliare quelle esistenti; in taliaree sono ammessi soltanto interventi volti alrestauro o alla ricostruzione di ambienti ed equili-bri naturali alterati o degradati e le altre attivitàpreviste dall’articolo 12 comma 2, della legge394/1991; la realizzazione delle infrastrutturenecessarie alle utilizzazioni produttive tradizionaliè ammessa se prevista dal piano della riserva ealle condizioni dallo stesso indicate.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateLe Riserve naturali integrali e le riserve naturali orien-tate sono individuate come aree non idonee alla instal-lazione di impianti di produzione di energia elettricaalimentati da biogas e da biomassa, in quanto taletipologia d’impianti non e compatibile con gli obiet-tivi di tutela, di cui alla l.r. 15/1994, che nelle riserveintegrali non ammette alcun tipo d’intervento e nelleriserve orientate non ammette tale tipologia d’inter-vento. Le Riserve naturali orientate sono, infatti, equi-parabili per valore ecologico alle zone A dei Parchi’l’inserimento di impianti a biogas e a biomassa puòcompromettere gli equilibri ecologici oggetto ditutela. L’art. 8 comma 4 della LR 15/1994, in parti-colare, vieta “fuori dei centri edificati di cui all’articolo18 della legge 22 ottobre 1971, n. 865, e, per gravimotivi di salvaguardia ambientale, con provvedi-mento motivato, anche nei centri edificati, l’esecu-zione ‘di nuove costruzioni e la trasformazione diquelle esistenti, qualsiasi mutamento dell’Utilizza-zione dei terreni con destinazione diversa da quellaagricola e quant’altro possa incidere sulla morfolo-gia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulicied idrogeotermici e sulle finalità istitutive dell’areaprotetta”5) Le aree incluse nella Rete Natura 2000 desi-

gnate in base alla Direttiva 92/43/CEE (Siti diimportanza Comunitaria) ed alla Direttiva79/409/CEE (Zone di Protezione Speciale);

Descrizione sintetica delle aree L’art. 2 del DPR 357/97 definisce:m) sito di importanza comunitaria: un sito che èstato inserito nella lista dei siti selezionati dallaCommissione europea e che, nella o nelle regionibiogeografiche cui appartiene, contribuisce in modosignificativo a mantenere o a ripristinare un tipo dihabitat naturale di cui all’allegato A o di una speciedi cui all’allegato B in uno stato di conservazionesoddisfacente e che può, inoltre, contribuire in modosignificativo alla coerenza della rete ecologica“Natura 2000” di cui all’articolo 3, al fine di man-tenere la diversità biologica nella regione bio-geografica o nelle regioni biogeografiche in que-

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stione. Per le specie animali che occupano ampi ter-ritori, i siti di importanza comunitaria corrispondonoai luoghi, all’interno della loro area di distribuzionenaturale, che presentano gli elementi fisici o biologi-ci essenziali alla loro vita e riproduzione;m-bis) proposto sito di importanza comunitaria(pSic): un sito individuato dalle regioni e provinceautonome, trasmesso dal Ministero dell’ambiente edella tutela del territorio alla Commissione europea,ma non ancora inserito negli elenchi definitivi deisiti selezionati dalla Commissione europea;n) zona speciale di conservazione: un sito diimportanza comunitaria designato in base all’arti-colo 3, comma 2, in cui sono applicate le misuredi conservazione necessarie al mantenimento o alripristino, in uno stato di conservazione soddisfacen-te, degli habitat naturali o delle popolazioni dellespecie per cui il sito è designato;La rete Natura 2000 è costituita nelle Marche dai 76“Siti di Importanza Comunitaria” (SIC) e dalle 27Zone di protezione speciale. (ZPS) individuate,rispettivamente, con Decreto del Ministero dell’Am-biente e Tutela del Territorio e del Mare, 7 marzo2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 79 del 3aprile 2012 e Decreto del Ministero dell’Ambiente eTutela del Territorio e del Mare, 19 giugno 2009,pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 157 del 9luglio 2009.La perimetrazione della Rete Natura 2000 è stataapprovata dalle seguenti delibere di Giunta regiona-le:• DGR n. 843 del 24/05/2010 L.R. n. 6/2007 - DPR

n. 357/1997 - Revisione dei siti della rete Natura2000 delle Marche - Aggiornamento della delimi-tazione dei siti ricadenti in provincia di Macerata.

• DGR n. 1421 del 04/10/2010 L.R. n. 6/2007, DPR357/1997. Revisione dei siti della rete Natura 2000delle Marche. Aggiornamento della delimitazionedei siti ricadenti in provincia di Ancona.

• DGR n. 1456 del 11/10/2010 L.R. n. 6/2007, DPR357/1997. Legge regionale 12 giugno 2007, n. 6 -DPR 8 settembre 1997, n. 357 - Revisione dei sitidella rete Natura 2000 delle Marche - Aggiorna-mento della delimitazione dei siti ricadenti in pro-vincia di Fermo.

• DGR n. 1025 del 18/07/2011 DPR n. 357/97 -Revisione del perimetro della zona di ProtezioneSpeciale IT5340022 - Litorale di Porto d’Ascoli(La Sentina).

• DGR n. 1383 del 17/10/2011 Legge regionale 12giugno 2007, n. 6. DPR 8 settembre 1997, n. 357.Revisione dei siti della rete Natura 2000 delleMarche. Aggiornamento della delimitazione deisiti ricadenti in provincia di Ascoli Piceno.

• DGR n. 83 del 30/01/2012 Legge regionale 12giugno 2007, n. 6. DPR 8 settembre 1997, n. 357.

Revisione dei siti della rete Natura 2000 delleMarche. Aggiornamento dei perimetri dei sitiNatura 2000 ricadenti in provincia di Pesaro eUrbino. Revoca della DGR n. 1868 del 16 novem-bre 2009.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateI 76 siti di, interesse comunitario (SIC) e le 27 zonedi protezione speciale (ZPS) sono individuate comearee non idonee alla installazione di impianti di pro-duzione di energia elettrica alimentati da biogas dipotenza superiore a 250 kWe e da biomassa dipotenza superiore a 200 kWe, in quanto tale tipolo-gia d’impianti può compromettere gli obiettivi diconservazione del sito, nello specifico connessi allapresenza di habitat e di specie ornitiche di interessecomunitario.

6) Le Important Bird Areas (I.B.A.);IT 085 - Monte Conero;IT 086 - Gola del Furlo e Monte Catria;IT 087 - Sentina;IT 095 - Monti Sibillini;IT 101 - Monti della Laga.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateLe Important Bird Areas sopra individuate ricadonorispettivamente nel Parco del Monte Conero, nellaRiserva Statale del Furlo e del Monte Catria, nellariserva regionale della Sentina, nel Parco Nazionaledei Monti Sibillini e dei Monti della Laga.Ad esse si applicano, pertanto, gli obiettivi di tutelae le valutazioni dí non idoneità corrispondenti all’a-rea (parco, riserva e zps) in cui ricadono, così comeriportato nei punti precedenti.

7) Le aree non comprese in quelle di cui ai puntiprecedenti ma che svolgono funzioni determinan-ti per la conservazione della biodiversità:

7.1 Fasce di rispetto o aree contigue delle aree natu-rali protette; Descrizione sintetica delle areeAi sensi dell’art. 32 della LI 394/91 “Legge quadrosulle aree protette”, richiamato dall’art. 34 della LR15/94 ss.mm.ii., le aree contigue sono individuatedalle Regioni, d’intesa con gli organismi di gestionedelle aree naturali protette e con gli enti locali inte-ressati, l’ente che stabilisce piani e programmi e leeventuali misure di disciplina della caccia, dellapesca, delle attività estrattive e per la tutela dell’am-biente, relativi alle aree contigue alle aree protette,

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ove occorra intervenire per assicurare la conserva-zione dei valori delle aree protette stesse.Hanno determinato l’area contigua il Parco SassoSimone e Simoncello e il Parco del Monte San Bar-tolo. I confini delle aree contigue sono approvati dairelativi Piani dei Parchi (Piano del Parco Naturaledel Sasso Simone e Simoncello – approvato conDelibera dell’Assemblea Legislativa Regionale n.61del 10 luglio 2007 e Piano del Parco naturale delMonte San Bartolo – approvato con Delibera del-l’Assemblea Legislativa Regionale n. 152 del02/02/2010).

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateFatto salvo quanto stabilito dalle norme più restritti-ve contenute nei Piani di gestione delle Aree Protet-te, le fasce di rispetto o le aree contigue delle areenaturali protette, sono individuate come aree nonidonee alla installazione di impianti di produzione dienergia elettrica alimentati da biogas di potenzasuperiore a 250 kWe e da biomassa di potenza supe-riore a 200kWe, in quanto la legge regionale 15/94riconosce a tali aree un’importante funzione nellaconservazione dei valori delle aree protette, e per-tanto in analogia alla valutazione effettuata per learee C e D dei parchi, tali tipologie d’impianto, sivalutano come non compatibili con l’esercizio diattività di tipo tradizionale o legate alla promozio-ne economica e sociale, uniche attività, quest’ulti-me, consentite dal livello di tutela previsto dall’art.12 della L 394/91

7.2 Istituende aree naturali protette oggetto di pro-posta del Governo ovvero di disegno di legge regio-nale approvato dalla Giunta;

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrate.Si applica la valutazione della non idoneità corri-spondente alle aree naturali protette.

7.3 Aree di connessione e continuità ecologico-fun-zionale tra i vari sistemi naturali e seminaturali; Descrizione sintetica delle areeLe aree di connessione e continuità ecologica-fun-zionale tra i vari sistemi naturali e seminaturali del-la Regione Marche sono state individuate dalla ReteEcologica delle Marche (REM) approvata con DGRn. 1634/2011.La Rete Ecologica delle Marche, in particolare ècostituita dai seguenti elementi strutturali:- i nodi comprendono le aree di maggior pregio eco-

logico regionale: in particolare sono stati indivi-duati in base alla presenza e alla distribuzione

di specie e di habitat target considerandone lostatus legale, la rarità a livello regionale e le esi-genze ecologiche particolari (siti Natura 2000,aree floristiche, oasi di protezione faunistica,altri nodi, complessi di nodi).

- le aree buffer, definite sulla base delle caratteristi-che ecologiche territoriali, costituiscono porzionidi territorio che pur essendo al di fuori dei lorolimiti sono funzionalmente e strettamente colle-gate ai nodi. In particolare si tratta di aree omo-genee rispetto alle tipologie vegetazionali o, perla fauna, alle aree di alimentazione;

- le continuità naturali rappresentano le porzioni divegetazione naturale fisicamente contigue all’in-terno delle quali si può supporre che le specieanimali si possano spostare liberamente. I siste-mi di connessione sono stati articolati in:Sistemi di connessione di interesse regionale: sonoi grandi sistemi collegati con la dorsale (distanza<100 m) e che attraversano trasversalmente laregione innervando le aree collinari:

Sistema “Montefeltro”. Molto ampio, interessa tuttala porzione settentrionale della catena appenninicada Bocca Trabaria sino al Monte Carpegna e tutta learee collinari delle valli del Foglia, Conca, Metauroe Cesano. I monti del Furlo sono compresi in questosistema che giunge sino al mare lungo il Foglia, ilMetauro ed il Cesano. L’indebolimento della vegeta-zione naturale e la presenza della città di Pesaro nonpermettono il collegamento diretto con il San Barto-lo.Sistema “Bacino del Misa”. E’ il più piccolo dei cin-que sistemi di interesse regionale ed è sostanzial-mente confinato al solo bacino del fiume Misa e delsuo affluente Nevola. Il sistema è molto deboleavendo una struttura dendritica limitata sostanzial-mente alle sole fasce ripariali. Anche il collegamen-to con la Dorsale appenninica è debole giocandosi supoche aree intorno ad Arcevia.Sistema “Bacino dell’Esino”. Questo sistema èstrutturalmente semplice, come il precedente, poichédipende quasi esclusivamente dalla vegetazioneripariate; tuttavia si caratterizza per essere l’unico acollegarsi con entrambe le dorsali e per questo svol-ge un ruolo strategico nella REM contribuendo con-temporaneamente al sistema delle continuità nellearee collinari e a quello interno alla Dorsale appen-ninica attraverso la sinclinale di Camerino.Sistema “Dorsale di Cingoli - Potenza - Fiumicel-lo”. La aree tra le province di Ancona e Maceratapresentano una situazione delle continuità naturalicomplessa, dovuta soprattutto alla presenza di alcu-ne discontinuità lungo il corso del Musone che neriducono il ruolo a livello regionale. Le analisi svol-te hanno portato all’individuazione di un sistemacaratterizzato ad una prima parte in cui un sistema

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relativamente solido di connessioni collega laDorsale appenninica alla Dorsale di Cingoli ed unaseconda che da qui, attraverso alcune strette fasceripariali si spinge nelle aree collinari.Sistema “Laga - Colline del Piceno”. E’ il piùmeridionale e strutturato dei sistemi di connessionidi interesse regionale. Comprende buona parte dellavegetazione naturale che borda i Sibillini e si esten-de, con un reticolo spesso complesso, soprattuttonella parte centro meridionale, sino al mare. Il siste-ma è strettamente connesso con la Dorsale appenni-nica attraverso ampie aree di collegamento. Al suointerno sono compresi anche i Monti della Laga chenon sono stati inseriti nella Dorsale appenninica perla discontinuità fisica prodotta dalla valle del Trontoed in particolare dalla SS Salaria.

Sistemi di connessione di interesse locale collegati(cluster): sistemi minori che pur essendo collegaticon il sistema principale (distanza <100 m) interes-sano porzioni limitate di territorio:

I sistemi di connessione locali sono sistemi di vege-tazione naturale connessi che interessano porzioni diterritorio limitate e per questo non riescono a svol-gere un ruolo strategico al livello regione sebbenesiano importanti a scala locale. Alcuni sono comun-que molto importanti o perché riguardano aree digrande valore ambientale - Monte San Bartolo e Mon-te Conero - o perché possono fungere da punto diappoggio nel rafforzamento delle connessioni ecolo-giche ad esempio tra le due dorsali o nelle porzionidi territorio più deboli come quelle tra Ancona eMacerata.L’obiettivo gestionale generale è quello di mantene-re la continuità al loro interno e favorire la ricucitu-ra delle connessioni con i sistemi di interesse regio-nale. Indicazioni più puntuali sono presenti negliobiettivi per le Unità Ecologico Funzionali.Sistemi di connessione di interesse locale non colle-gati (stepping stones): sistemi minori che interessa-no porzioni limitate di territorio e non sono collega-ti con il sistema principale:Tutta la vegetazione naturale non compresa in siste-mi è stata considerata come stepping stone. Essaquindi svolge una funzione di punto di appoggio neisistemi di connessione che tuttavia è fortemente con-dizionato sia dalle dimensioni che dalla distanza chesepara le diverse patches dai sistemi di connessione.Da un punto di vista progettuale le stepping stones,insieme ai sistemi di connessione locali, sono glielementi su cui lavorare per estendere e rafforza-re i collegamenti ecologici nelle aree a maggiorframmentazione.

Aree di connessione sensibili

Aree che per le caratteristiche delle unità ecosiste-

miche o per la loro collocazione svolgono una fun-zione particolarmente importante per la REM.(“Area di contatto Dorsale – Sistemi di connessio-ne” dove si svolgono con più intensità gli scambiodi individui tra i diversi sistemi, “Area di indebo-limento interno alla Dorsale”, in prevalenzaattraversamenti vallivi che interrompono i siste-ma dei boschi e delle praterie con infrastrutturelineari o coltivi e infine ”Tratti fluviali in ambitourbano”).

Interventi che portino ad un deterioramento del-le continuità ecologiche in queste aree hannoquindi un effetto particolarmente negativo sul-l’intero sistema.La gestione di tali aree deve perseguire gli obiet-tivi di gestione individuati per l’unità ecologica diriferimento di cui all’allegato Il della DGR n.1634/2011.Le tutele da queste richiamate sono ricondotteanche ai seguenti articoli delle NTA PPAR: Artt.29, 30, 31, 35, 36.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateLe continuità naturali d’interesse regionale “Bacinodel Misa e dell’Esino” e le aree sensibili ‘Tratti flu-viali urbani” sono individuate come aree non idoneealla installazione di impianti di produzione di ener-gia elettrica alimentati da biogas e da biomassa, inquanto tali tipologie d’impianti non sono compati-bili con gli obiettivi di tutela individuati dall’unitàecologica funzionale di riferimento.I nodi, le aree buffer, le continuità naturali (Dorsaleappenninica, Montefeltro, Dorsale di Cingoli –Potenza-Fiumicello – Laga-Colline del Piceno) isistemi di connessione locali collegati e scollega-ti, le aree sensibili limitatamente all’Area di con-tatto Dorsale – Sistemi di connessione e all’Areadi indebolimento interno alla Dorsale, sono indi-viduate come aree non idonee alla installazionedi impianti di produzione di energia elettrica ali-mentati da biogas di, potenza superiore a 250kWe e da biomassa di potenza superiore a 200kWe, in quanto tali tipologie d’impianti perdimensione e per impatto creerebbero una fram-mentazione e un indebolimento della funzione dicontinuità ecologica svolta dalle aree.

7.4 Aree in cui è accertata la presenza di specieanimali e vegetali rare, endemiche, vulnerabili, arischio di estinzione.

Descrizione sintetica delle areeLe aree soggette a tutela delle specie floristicherare o in via di estinzione sono state individuate

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con Decreti del Presidente della Giunta Regionale(n. 73/97, 129/98, 155/01), ai sensi della leggeregionale n. 52 del 30 dicembre 1974 “Provvedi-menti per la tutela degli ambienti naturali”.Tali aree sono indicate da apposite tabelle perime-trali e al loro interno è proibita la raccolta, la estir-pazione e il danneggiamento di tutte le piante chevi crescono spontaneamente. Nelle zone coltivatecomprese in tali aree sono consentite le normalipratiche colturali. Sono altresì consentiti negliincolti produttivi il pascolo e la fienagione.

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateLe aree floristiche sono individuate come areenon idonee alla installazione di impianti di pro-duzione di energia elettrica alimentati da biogas eda biomassa, in quanto la realizzazione di talitipologie d’impianti, sottraendo territorio utilealla propagazione delle specie floristiche protet-te, comprometterebbe gli obiettivi di conservazionedel sito individuati dalla L.R. 52/74

8) Le aree agricole interessate da produzioni agri-colo-alimentari di qualità (produzioni biologiche,produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C.,D.O.C.G., QM) e/o di particolare pregio rispettoal contesto paesaggistico-culturale, in coerenza eper le finalità di cui all’art. 12, comma 7, deldecreto legislativo 387 del 2003;

Descrizione sintetica delle aree8.1 Le aree agricole, classificate dagli strumentiurbanistici come zona E, interessate da produzioniagricolo-alimentari di qualità (produzioni DOC,DOCG, IGT, DOP, IGP);

8.2 I terreni agricoli effettivamente interessati dacolture riconosciute come DOC, DOCG, IGT, DOP,IGP, biologiche, QM, identificati dal fascicolo azien-dale e dalle banche dati degli enti accreditati al con-trollo (Elenco MIPAAF) o che hanno ospitato talicolture nei tre anni precedenti.

8.3 I terreni agricoli effettivamente interessati da oli-veti identificati dal fascicolo aziendale e dalle ban-che dati degli enti accreditati al controllo (ElencoMIPAAF) o che hanno ospitato tali colture nei treanni precedenti.

Si riporta di seguito, in dettaglio, l’elenco delle pro-duzioni di qualità regionali: Vigneti DOP (ex DOC e DOCG): DOC Regione Marche

• Bianchello del Metauro;• Colli Maceratesi;• Colli Pesaresi;• Esino;• Falerio dei Colli Ascolani;• I terreni di San Severino;• Lacrima di Morro d’Alba;• Offida;• Pergola;• Rosso Conero;• San Ginesio;• Serrapetrona;• Rosso Piceno;• Verdicchio dei castelli di Jesi;• Verdicchio di Matelica.

DOCG Regione Marche• Rosso Conero;• Vernaccia di Serrapetrona;

Oliveti Lenticchia di Castelluccio IGPProduzioni biologiche Prodotti a marchio QM

Valutazione della non idoneità e delle incompati-bilità riscontrateLe aree agricole, classificate dagli strumenti urbani-stici come zona E, interessate da produzioni agrico-lo-alimentari di qualità (produzioni DOC, DOCG,IGT, DOP, IGP) non sono idonee alla installazione diimpianti di produzione di energia elettrica alimenta-ti da biogas o da biomassa di potenza superiore a1000 kWe. in quanto tale dimensione non trovagiustificazione nella nostra realtà agricola e com-prometterebbe la vocazionalità del territorio regio-nale alle produzioni di qualità. Impianti di dimen-sioni superiori a 1.000 kWe richiedono, infatti, ilreperimento di notevoli quantità di biomassa a cui sicorrelano diversi e rilevanti impatti tra cui: la sottra-zione di terreni destinati alle colture alimentari, lacomparsa di problematiche nello spandimento deldigestato e il rischio di sconvolgimento dell’asset-to e dell’attitudine dell’azienda agricola stessa.Verrebbe, inoltre, meno il rispetto dei criteri disostenibilità e nello specifico l’integrazione azien-dale e la valorizzazione dei sottoprodotti.I terreni agricoli effettivamente interessati da col-ture riconosciute come DOC, DOCG, IGT, DOP,IGP, biologiche, QM, identificati dal fascicolo azien-dale e dalle banche dati degli enti accreditati al con-trollo (Elenco MIPAAF) o che hanno ospitato tali

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colture nei tre anni precedenti sono individuaticome aree non idonee alla installazione di impianti abiogas di potenza superiore a 250 kWe e a biomassadi potenza superiore a 200 kWe, in quanto l’installa-zione di tali tipologie d’impianti implicherebbe l’e-stirpazione o comunque l’occupazione di rilevantisuperfici destinate alle suddette colture, compro-mettendo la vocazionalità del territorio agricoloregionale alle produzioni di qualità e il raggiun-gimento degli obiettivi di valorizzazione delletradizioni agroalimentari locali e di salvaguardiadelle colture tipiche.I terreni agricoli effettivamente interessati da olive-ti, identificati dal fascicolo aziendale e dalle tanchedati degli enti accreditati al controllo (ElencoMIPAAF) o che hanno ospitato tali colture nel treanni precedenti sono individuati come aree non ido-nee alla installazione di impianti a biogas e a bio-massa, in quanto l’estirpazione degli oliveti e vieta-ta dalla normativa di settore.

9) Le aree caratterizzate da situazioni di disse-sto e/o rischio idrogeologico perimetrate neiPiani di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) adottatidalle competenti Autorità di Bacino ai sensi delD.L. 180/98 e s.m.i.;

- 9.1 Aree a rischio di esondazione - 9.2 Aree a rischio di dissesto di versante

Considerato che i fenomeni censiti dai seguenti PAI:- PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’AS-

SETTO IDROGEOLOGICO DEI BACINI DIRILIEVO REGIONALE (AdBR), approvatocon Delibera amministrativa di ConsiglioRegionale n. 116 del 21 gennaio 2004 (S.O. n. 5 alBURM n. 15 del 13 febbraio 2004);

- PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICODELL’AUTORITÀ DI BACINO INTERRE-GIONALE DEL MARECCHIA-CONCA.(AdBMC), approvato con Delibera Amministrati-va di Consiglio Regionale n. 139 del 14 luglio2004 e s.m.i.;

- PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DELFIUME TEVERE (AdBTe), approvato conD.P.C.M. del 10 novembre 2006 (G.U. n. 33 del 9febbraio 2007);

- PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’AS-SETTO IDROGEOLOGICO DEL FIUMETRONTO (AdBTr), approvato con DeliberaAmministrativa di Consiglio Regionale n. 81 del29 gennaio 2008 (BURM n. 16 del 14 febbraio2008).

sono distinti, ancorché con metodologie di valu-tazione e di rappresentazione diverse tra loro etalvolta non omogenee, secondo classazioni basate

sulla gravità dei singoli dissesti, per le finalità delpresente atto si ritiene sufficientemente ed ampia-mente cautelativo, oltre che particolarmenteopportuno, prevedere il rispetto delle aree di divietoimposte dai PAI, rispettandone le indicazioni nell’o-biettivo di evitare il verificarsi o l’aggravarsi disituazioni di rischio idrogeologico.Nell’ipotesi che non tutte le aree effettivamentepericolose siano state censite dai PAI, e che alcu-ne classi di quelle censite sono dichiarate comeassoggettabili a verifiche tecniche, si deve ricorda-re che le norme ordinarie vigenti, ed in particolareil DM Infrastrutture 10 gennaio 2008 concernente“Norme Tecniche per le Costruzioni”, prevedo-no l’espletamento di indagini e caratterizzazionicomunque da osservare per le opere oggetto del pre-sente atto normativo.Infine, le disposizioni recate dai PAI trovanoapplicabilità all’interno del territorio regionalenelle more della piena operatività della riformaoperata dal D.Lgs. 152/2006 (c.d. Testo UnicoAmbientale) e del recepimento della Direttiva2007/60/CE (c.d. Direttiva Alluvioni).

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3. Disposizioni per la mitigazione degliimpatti derivanti dalla localizzazione degliimpianti di produzione di energia elettrica alimen-tati da biogas e da biomassa e criteri di soste-nibilità, ai fini della valutazione positiva deiprogetti

3.1 Gli impianti di produzione di energia elettrica dabiogas o da biomassa quando alimentati, anche par-zialmente, da rifiuti sono soggetti alle disposizionidella parte IV del Digs. 152/06 che disciplina lagestione dei rifiuti; anche la conseguente localizza-zione deve quindi rispondere ai criteri di idoneitàstabiliti dagli atti di pianificazione regionale e pro-vinciali in tale materia.

3.2 Nelle aree considerate idonee per effetto del pre-sente atto, l’installazione e la gestione degli impian-ti di produzione di energia elettrica alimentati dabiomassa e da biogas è soggetta alle disposizionidella DGR N.1191 del 1 agosto 2012 avente all’og-getto “(..)integrazioni alla D.G.R 225 dell’8 marzo2011 in materia di autorizzazione unica, indicazioniper la gestione dei prodotti in uscita dagli impianti eattuazione stralcio del Piano d’azione di cui allaDacr 52/2007 per la limitazione delle emissioniinquinanti nei Comuni in zona A”.

3.3 L’autorizzazione alla realizzazione degli impian-ti di produzione di energia elettrica alimentati dabiogas deve disporre un piano di monitoraggio delleemissioni odorigene che interessi anche la fase dientrata a regime degli impianti, ad esito della qualel’Autorità competente potrà prescrivere la prosecu-zione o la modifica del piano di monitoraggio, ovve-ro la realizzazione degli ulteriori sistemi di abbatti-mento degli odori che risultassero necessari. L’auto-rità competente al rilascio delle autorizzazioni pre-scrive l’adozione di un piano di monitoraggio delleemissioni odorigene anche per gli impianti esistentie per quelli per i quali, alla data di pubblicazione sulBUR del presente atto, il procedimento di autorizza-zione unica sia stato concluso o risulti formalmenteavviato. A tale scopo, l’Autorità competente integra,con apposito atto, l’autorizzazione unica, ove giàrilasciata. In caso di violazione delle prescrizionidell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, ivicomprese quelle relative alle emissioni odorigene, siapplica quanto disposto dagli art. 278 e 279 dellaparte V del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152.

3.4 La progettazione di impianti di produzione dienergia elettrica alimentati da biomassa forestalelocale (materiale legnoso proveniente da boschi così

come definiti dall’articolo 2, comma 1, lettera e) del-la l.r. n. 6/2005 “legge forestale regionale”) di poten-za superiore a 50 kWe è accompagnata da un Pianodi gestione forestale o da un Piano particolareggiatoforestale ai fini del rilascio dell’autorizzazione unicae dei titoli abilitativi sostitutivi con particolare rife-rimento alla acquisizione della autorizzazione altaglio boschivo.I Piani, redatti secondo la DGR n. 988/1996 nel casodi Piano di gestione e secondo l’allegato “A” delladeliberazione 799/2003 nel caso di Piano particola-reggiato, analizzano, descrivono e pianificano lagestione della foresta definendo e georeferenziandola localizzazione, il tipo e la quantità degli interven-ti di utilizzazione annuale o periodica.

3.5 Al fine di prevenire ogni pregiudizio a caricodell’ambiente e del paesaggio, la valutazione del-l’impatto cumulativo derivante dalla realizzazione didue o più progetti di impianti di produzione di ener-gia elettrica alimentati da biogas o da biomasse ubi-cati nella medesima area o in aree contigue è disci-plinata dalla normativa di valutazione d’impattoambientale.

3.6 Ai fini della mitigazione degli impatti in terminidi consumo di suolo e di frammentazione e altera-zione del paesaggio agrario, la localizzazione degliimpianti nel territorio rurale, identificato dai pianiurbanistici come zona E, così come definita dal DM1444/1968, anche se altrimenti denominata:a) deve essere prevista, alla luce delle ragionevoli

alternative, all’interno dei fabbricati rurali esi-stenti, anche riutilizzando edifici non più in uso,ovvero, in subordine, in adiacenza agli stessi,evitando la realizzazione di nuovi fabbricati iso-lati. Non possono essere oggetto di tale tipologiadi intervento gli edifici di valore storico indivi-duati dal censimento dei fabbricati rurali previstodal PPAR e dalla L.R. 13/90 o, in mancanza delcensimento, individuati dalla cartografia IGM1892 –1895;

b) deve rispettare, per gli impianti di produzione dienergia elettrica alimentati da biogas e da bio-masse solide e liquide, le seguenti distanze mini-me: dai confini m. 40; dal perimetro dei centriabitati, così come definiti dal Codice della Stra-da, m. 1.000; dal più vicino edificio residenzialenon rientrante nel complesso aziendale m. 200;dalla più vicina struttura turistico-ricettiva oricreativa m. 500. Sono esclusi dall’applicazionedi tale condizione:- gli impianti che alimentano reti di teleriscalda-

mento, ai quali non si applica la condizione dicui alla lettera c) del presente paragrafo;

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- gli impianti di potenza inferiore a 250 kWe peril biogas e di potenza inferiore a 200Kwe per lebiomasse, realizzati all’interno di un contestoedilizio-rurale preesistente, e comunque nelrispetto di quanto indicato alla lettera a); taleesclusione si applica purché siano comunquerispettate le distanze minime di 40 metri daiconfini e di 200 metri dal più vicino edificioresidenziale non rientrante nel complessoaziendale;

c) gli impianti devono essere schermati da una zonacircostante con opportune alberature e arbusti dispecie autoctone, di superficie almeno tripla aquella lorda occupata dagli impianti da realizza-re.

3.7 Al fine di garantire che l’esercizio dell’impiantonon comprometta o interferisca negativamente conle finalità perseguite dalle disposizioni in materia disostegno nel settore agricolo, con particolare riferi-mento alla valorizzazione delle tradizioni agroali-mentari locali:- nelle aree agricole interessate da produzioni agri-

colo - alimentari di qualità (produzioni DOC,DOCG, IGT, DOP, IGP ) la realizzazione degliimpianti di produzione di energia elettrica ali-mentati da biogas e da biomassa di potenza infe-riore o uguale a 1000 kWe è consentita se la bio-massa, diversa dai sottoprodotti e proveniente dacolture dedicate, prodotta nel territorio regiona-le, non supera il 30% in peso. Tale condizionenon si applica agli impianti alimentati con bio-massa forestale proveniente dal territorio regio-nale.

- nelle aree produttive, ricadenti nelle aree interes-sate da produzioni agricolo - alimentari di qua-lità (produzioni DOC, DOCG, IGT, DOP, IGP ),la realizzazione degli impianti di produzione dienergia elettrica alimentati da biogas e da bio-massa è consentita se la biomassa, diversa daisottoprodotti e proveniente da colture dedicate,prodotta nel territorio regionale, non supera il30% in peso. Tale condizione non si applica agliimpianti alimentati con biomassa forestale pro-veniente dal territorio regionale.

Per gli impianti alimentati a biogas di potenzainferiore o uguale a 250 kWe o a biomassa dipotenza inferiore o uguale a 200 kWe è consentitol’utilizzo delle colture dedicate autoprodotte daaziende singole o associate, fino al limite massimodel 50% in peso, in rotazione almeno triennale,con colture alimentari (“food” e “feed”).3.8 Fatto salvo quanto stabilito dalle norme piùrestrittive dei Piani di gestione delle Aree Protette,nelle aree C e D e nelle aree contigue dei Parchi,nelle aree Rete Natura 2000 e nelle aree della Rete

Ecologica Regionale, la realizzazione degliimpianti di produzione di energia elettrica alimen-tati a biogas di potenza inferiore o uguale a 250kWe o alimentati a biomassa di potenza inferiore ouguale a 200 kWe è consentita se:a. il richiedente è ivi residente;b. la biomassa viene autoprodotta per almeno

l’80%;c. i prodotti di origine biologica derivanti da coltu-

re dedicate non superano il 30 % in peso dellabiomassa totale. Le colture dedicate possonoraggiungere il 50% a condizione che siano pro-dotte in regime di rotazione almeno triennalecon colture alimentari (“food” e “feed”).

Le condizioni di cui ai punti b e c non si applicanoagli impianti alimentati con biomassa forestaleproveniente dal territorio regionale.Le attività di manutenzione e gestione delle areeRete Natura 2000 interessate dall’impiantodovranno rispettare quanto indicato nel DM Mini-stero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio edel Mare 17/10/2007 ss.mm.ii. “Criteri minimiuniformi per la definizione di misure di conserva-zione relative a Zone Speciali di Conservazione(ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS)” cosìcome recepite con DGR 1471/2008 e DGR1036/2009.3.9 Nelle zone individuate dal PPAR come aree V“Aree di alta percettività visuale relative alle vie dicomunicazione ferroviarie, autostradali e stradalidi maggiore intensità di traffico” per la realizza-zione degli impianti di produzione di energia elet-trica di potenza uguale o inferiore a 250 kWe per ilbiogas e 200 kWe per le biomasse, dovranno esse-re comunque adottate misure finalizzate a ridurrel’impatto visuale dei manufatti e a salvaguardare levisuali panoramiche.

4. Disposizioni finali4.1 Nel caso in cui su una medesima area o sito si

sovrappongano diverse valutazioni di non ido-neità, si applica la valutazione di non idoneità piùrestrittiva.

4.2 La Giunta regionale, entro sessanta giorni dal-l’entrata in vigore del presente atto, approva lenorme tecniche per la corretta gestione degliimpianti a biogas e a biomassa, al fine di preve-nire gli impatti sull’ambiente e sull’agricolturacorrelati all’esercizio degli impianti medesimi.

4.3 Le disposizioni previste dal presente atto non siapplicano ai progetti di riconversione del com-parto bieticolo saccarifero riconosciuti di interes-se nazionale ai sensi dell’articolo 29 del decretolegge 9 febbraio 2012, n. 5 convertito, con modi-ficazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35.

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Deliberazione Amministrativa del15/01/2013 n. 63Programmazione rete scolastica per l’annoscolastico 2013/2014 deliberazione dell’As-semblea Legislativa regionale 26 luglio 2012,n. 52.

L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA REGIONALE

Visto l’articolo 21 della legge 15 marzo 1997 n. 59,concernente la delega al Governo per il conferimen-to di funzioni e compiti alle Regioni e agli Enti loca-li per la riforma della Pubblica amministrazione eper la semplificazione amministrativa;Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112concernente il conferimento di funzioni e compitiamministrativi dello Stato alle Regioni e agli Entilocali, in attuazione del Capo I della legge 59/1997,ed in particolare l’articolo 138, comma 1, lettera b)che prevede fra le deleghe alle Regioni la “program-mazione, sul piano regionale, nei limiti delle dispo-nibilità di risorse umane e finanziarie, della rete sco-lastica, sulla base dei piani provinciali, assicurandoil coordinamento con la programmazione dell’offertaformativa integrata tra istruzione e formazione pro-fessionale”;Visto l’articolo 139 “Trasferimenti alle Province e aiComuni” del sopra citato d.lgs. 112/1998 che al com-ma 1 recita: “... sono attribuiti alle Province, in rela-zione all’istruzione secondaria superiore, e ai Comu-ni in relazione agli altri gradi inferiori di scuola, icompiti e le funzioni concernenti: lettera a) l’istitu-zione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione discuole in attuazione degli strumenti di programma-zione”;Visto l’articolo 68 della legge regionale 17 maggio1999, n. 10 “Riordino delle funzioni amministrativedella Regione e degli Enti locali nei settori dello svi-luppo economico ed attività produttive, del territo-rio, ambiente e Infrastrutture, dei servizi alla perso-na e alla comunità, nonché dell’ordinamento edorganizzazione amministrativa”;Visto l’articolo 3 della legge costituzionale 18 otto-bre 2001, n. 3 che recita: “Sono materia di legisla-zione concorrente quelle relative a: ...istruzione, sal-va l’autonomia delle istituzioni scolastiche...”;Vista la legge 28 marzo 2003, n. 53 recante: “Dele-ga al Governo per la definizione delle norme genera-li sull’istruzione e dei livelli essenziali delle presta-zioni in materia di istruzione e formazione profes-sionale;Visto il decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76 recan-te: “Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, a norma del-l’articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 28 mar-zo 2003, n. 53”;

Vista la legge 27 dicembre 2006, n. 296: “Disposi-zioni per la formazione del bilancio annuale e plu-riennale dello Stato (legge finanziaria 2007) cheall’articolo, 1 comma 622, sancisce l’obbligatorietàdell’istruzione per almeno dieci anni;

Visto il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226recante: “Norme generali e livelli essenziali delleprestazioni relativi al secondo ciclo del sistema edu-cativo di istruzione e formazione, a norma dell’arti-colo 2 della legge 28 marzo 2003, n. 53” che, alCapo III prevede i percorsi di istruzione e formazio-ne professionale di cui la Regione, nell’eserciziodella competenza esclusiva in materia, nel rispettodei livelli essenziali stabiliti dallo Stato, deve garan-tire il funzionamento, anche in relazione all’assolvi-mento del diritto-dovere all’istruzione e alla forma-zione;

Richiamato il decreto legge 25 giugno 2008, n. 112recante: “Disposizioni urgenti per lo sviluppo econo-mico, la semplificazione, la competitività, la stabi-lizzazione della finanza pubblica e la perequazionetributaria” convertito con modificazioni in legge 6agosto 2008, n. 133, in particolare l’articolo 64 in cuisono evidenziate le principali innovazioni che sonostate introdotte nel sistema dell’istruzione a partiredall’anno scolastico 2009/ 2010, previa approvazionedei relativi regolamenti;

Visto il documento Piano programmatico pre-disposto del Ministro dell’Istruzione, dell’Universitàe della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Eco-nomia e delle Finanze, ai sensi dell’articolo 64, com-ma 3, della citata legge 133/2008;

Vista la legge 2 aprile 2007, n. 40 recante: “Conver-sione in legge, con modificazioni, del decreto-legge31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per latutela dei consumatori, la promozione della concor-renza, lo sviluppo di attività economiche e la nascitadi nuove imprese”;

Considerato in particolare l’articolo 13, della citatalegge 40/2007, riguardante le disposizioni urgenti inmateria di Istruzione tecnico-professionale e di valo-rizzazione dell’autonomia scolastica, che prevedel’emanazione di uno o più regolamenti del Ministerodell’Istruzione dell’Università e della Ricerca per ilriordino degli Istituti professionali e gli Istituti tec-nici con la riduzione degli indirizzi di studio e l’am-modernamento in termini di contenuti curriculari;

Visto il Regolamento del Ministero Pubblica Istru-zione del 22 agosto 2007, n. 139 che reca norme inmateria di adempimento dell’obbligo di istruzione eche prevede tra l’altro “l’equivalenza formativa ditutti i percorsi, nel rispetto dell’identità dell’offertaformativa e degli obiettivi che caratterizzano i curri-coli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di studio”;

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Vista l’Intesa in Conferenza Unificata del 16 dicem-bre 2010, repertorio atti n. 129/CU, riguardante l’a-dozione di “Linee guida per realizzare organici rac-cordi tra i percorsi degli Istituti professionali e i per-corsi di istruzione e formazione professionale, a nor-ma dell’articolo 13, comma 1 quinquies, della legge2 aprile 2007, n. 40”, adottata con decreto del Mini-stro dell’Istruzione Università e Ricerca n. 4 del 18gennaio 2011;

Vista la delibera di Giunta regionale n. 133 del 7 feb-braio 2011 ad oggetto “D.lgs. 226/05 - Capo III -DGR 1038/2010 - Attuazione dei percorsi triennalidi istruzione e formazione professionale - Approva-zione schema di accordo”;

Visto l’Accordo tra la Regione Marche e l’UfficioScolastico regionale - reg. int. n. 15501 - del 9 feb-braio 2011 finalizzato a sostenere e garantire sul ter-ritorio regionale l’offerta di percorsi a carattere pro-fessionalizzante nell’ambito del secondo ciclo delsistema educativo di Istruzione e Formazione, in rela-zione ai fabbisogni professionali del mercato dellavoro, e a realizzare il modello organizzativo “offer-ta sussidiaria integrativa” negli Istituti professionalidi Stato;

Visto l’Accordo tra il Ministro dell’Istruzione Uni-versità e Ricerca, il Ministro del Lavoro e delle Poli-tiche Sociali, le Regioni, le Province autonome diTrento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comu-nità Montane riguardante la definizione delle areeprofessionali relative alle figure nazionali di riferi-mento dei percorsi di Istruzione e Formazione pro-fessionale di cui al d.lgs. 226/2005 del 27 luglio2011 - repertorio atti n. 66/CU;

Visto l’Accordo tra il Ministro dell’Istruzione Uni-versità e Ricerca, il Ministro del Lavoro e delle Poli-tiche Sociali, le Regioni, le Province autonome diTrento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comu-nità Montane ad oggetto “Accordo riguardante gliatti necessari per il passaggio a nuovo ordinamentodei percorsi di istruzione e formazione professionaledi cui al d.lgs. 226/05’ del 27 luglio 2011 - rep. Attin. 137/CSR;

Visto il d.p.r. 15 marzo 2010, n. 87 recante: “Normeconcernenti il riordino degli Istituti professionali aisensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto2008, n. 133”;

Visto il d.p.r. 15 marzo 2010, n. 88 recante: “Normeconcernenti il riordino degli Istituti tecnici ai sensidell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giu-gno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto2008, n. 133”;

Visto il d.p.r. 15 marzo 2010, n. 89 recante: “Revi-sione dell’assetto ordinamentale, organizzativo edidattico dei licei ai sensi dell’articolo 64, comma 4,

del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertitodalla legge 6 agosto 2008, n. 133”;

Vista la direttiva del Ministro dell’Istruzione, del-l’Università e della Ricerca n. 57 del 15 luglio 2010,con la quale sono state definite le lineeguida per ilpassaggio al nuovo ordinamento degli Istituti tecnici,come previsto all’articolo 8, comma 3, del D.P.R.15 marzo 2010, n. 88;

Vista la direttiva del Ministro dell’Istruzione, del-l’Università e della Ricerca (MIUR) n. 65 del 28luglio 2010 con la quale sono state definite le lineeguida per il passaggio al nuovo ordinamento degliIstituti professionali a norma dell’articolo 8, comma6, del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 87;

Visto lo schema di Regolamento recante “Indicazioninazionali riguardanti gli obiettivi specifici di appren-dimento concernenti le attività e gli insegnamenticompresi nei piani degli studi previsti per i percorsiliceali di cui all’articolo 10, comma 3, del d.p.r. 15marzo 2010, n. 89”;

Visto l’articolo 1, comma 632, della legge 296/ 2006che prevede la riorganizzazione dei Centri Territo-riali Permanenti per l’educazione degli adulti (CTP),funzionanti presso le istituzioni scolastiche di ogniordine e grado, in Centri provinciali per l’istruzionedegli adulti (CPIA) su base provinciale e articolati inreti territoriali, da svolgersi nell’ambito della com-petenza regionale di programmazione dell’offertaformativa e dell’organizzazione della rete scolastica;

Visto il decreto del Ministero della Pubblica Istru-zione del 25 ottobre 2007 “Riorganizzazione dei Cen-tri Territoriali Permanenti per l’Educazione degliAdulti e dei corsi serali, in attuazione dell’articolo 1,comma 632, della legge 296/ 2006”;

Visto il d.p.r. 4 ottobre 2012, in corso di pubblica-zione, recante: “Norme generali per la ridefinizionedell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’i-struzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, aisensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni,dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”;

Considerato che nel sopra citato d.p.r. è previsto l’av-vio dell’autonomia dei CPIA nell’anno scolastico2013/2014 e che è necessario organizzare la rete discuole che rilasciano i titoli di studio terminali peripercorsi di primo e secondo livello, si propone, invia transitoria, che le Istituzioni Scolastiche sededegli attuali Centri Territoriali Permanenti continui-no a realizzare i corsi di primo livello e le scuole diIstruzione secondaria di secondo grado, sedi di corsiserali continuino a realizzare i percorsi di secondolivello;

Considerato lo schema di regolamento recante:“Disposizioni per la razionalizzazione ed accorpa-mento delle classi di concorso a cattedre e a posti di

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insegnamento, ai sensi dell’articolo 64, comma 4,lettera a), del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto2008, n. 133”;Richiamata la Sentenza della Corte Costituzionale n.200 del 2 luglio 2009, la quale dichiara l’illegitti-mità costituzionale dell’articolo 64, comma 4, lette-re f bis) e f ter) del decreto legge 25 giugno 2008, n.112;Considerato che la sentenza sopra richiamata ha l’ef-fetto immediato di privare di fondamento normativol’articolo 1 del d.p.r. 28 marzo 2009, n. 81 recante:“Norme per la riorganizzazione della rete scolasticaed il razionale utilizzo delle risorse umane dellascuola”, con particolare riferimento all’adozione diun successivo regolamento previa intesa con la Con-ferenza Stato-Regioni;Considerato il decreto legge 6 luglio 2011, n. 98(Disposizione urgenti per la stabilizzazione finanzia-ria) convertito con modificazioni dalla legge 15luglio 2011, n. 111, che all’articolo 19, comma 4,stabilisce che: “dall’anno scolastico 2011/2012 lascuola dell’infanzia, la scuola primaria e scuolasecondaria di primo grado sono aggregate in istituticomprensivi, che debbono essere istituiti con alme-no 1000 alunni ridotti a 500 nelle piccole isole, neicomuni montani ecc.”, e al comma 5 stabilisce: “Alleistituzioni scolastiche autonome costituite con unnumero di alunni inferiore a 600 unità, ridotto fino a400 per le istituzioni site nelle piccole isole, neicomuni montani, nelle aree geografiche caratterizzateda specificità linguistiche, non possono essere asse-gnati dirigenti scolastici con incarico a tempo inde-terminato. Le stesse sono conferite in reggenza adirigenti scolastici con incarico su altre istituzioniscolastiche autonome”;Considerata la sentenza n. 147 del 4 giugno 2012che dichiara “l’illegittimità costituzionale dell’arti-colo 19, comma 4, del d.l. n. 98 del 2011, convertitocon modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011” edichiara “non fondata la questione di legittimitàcostituzionale dell’art. 19, comma 5...” del medesi-mo d.l. sopracitato;Considerato che ai sensi dell’articolo 2, comma 2,del regolamento di cui al d.p.r. 20 marzo 2009, n. 89,l’ammissione dei bambini alla frequenza anticipatadella scuola dell’infanzia è condizionata:a) alla disponibilità dei posti e all’esaurimento di

eventuali liste di attesa;b) alla disponibilità di locali e dotazioni idonei sotto

il profilo dell’agibilità e funzionalità, tali darispondere alle diverse esigenze dei bambini di etàinferiore a tre anni;

c) alla valutazione pedagogica e didattica, da partedel collegio dei docenti, dei tempi e delle modalitàdell’accoglienza;

Considerato che il medesimo articolo al comma 4dispone: “L’istituzione di nuove scuole e di nuovesezioni avviene in collaborazione con gli enti terri-toriali, assicurando la coordinata partecipazione del-le scuole statali e delle scuole paritarie al sistemascolastico nel suo complesso”, e al comma 6 dispo-ne: “Le sezioni della scuola dell’infanzia con unnumero di iscritti inferiore a quello previsto in viaordinaria, situate in comuni montani, in piccole iso-le e in piccoli comuni, appartenenti a comunità prividi strutture educative per la prima infanzia, possonoaccogliere piccoli gruppi di bambini di età compresatra i due e i tre anni, la cui consistenza è determinatanell’annuale decreto interministeriale sulla forma-zione dell’organico. L’inserimento di tali bambiniavviene sulla base di progetti attivati, d’intesa e incollaborazione tra istituzioni scolastiche e i comuniinteressati, e non può dar luogo a sdoppiamenti disezioni”;Considerato che la Corte Costituzionale con senten-za n. 92 del 9 marzo 2011 dichiara che non spettavaallo Stato disciplinare l’istituzione di nuove scuoledell’infanzia e di nuove sezioni della scuola dell’in-fanzia, nonché la composizione di queste ultime, neitermini stabiliti dall’articolo 2, commi 4 e 6, deld.p.r. 20 marzo 2009, n. 89 (Revisione dell’assettoordinamentale, organizzativo e didattico della scuo-la dell’infanzia e del Primo ciclo di istruzione ai sen-si dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni,dalla legge 6 agosto 2008, n. 133), e per l’effettoannulla l’articolo 2, commi 4 e 6, del suddetto d.p.r.89/2009;Vista la deliberazione del Consiglio regionale 9 feb-braio 2000, n. 297 relativa ali’ “Approvazione del pia-no regionale di dimensionamento ottimale delle isti-tuzioni scolastiche di ogni ordine e grado nella Regio-ne Marche -DPR 18 giugno 1998, n. 233” e le suc-cessive modificazioni ed integrazioni alla delibera-zione stessa;Vista la deliberazione del Consiglio regionale 26luglio 2012, n. 52 con la quale sono state approvate“Le linee guida per la programmazione della rete sco-lastica del sistema scolastico marchigiano per l’annoscolastico 2013-2014”, che ha definito i criteri e lemodalità per le operazioni di modifica alla rete sco-lastica intesa sia come dimensionamento delle istitu-zioni scolastiche che come variazione dell’offertaformativa per l’anno scolastico 2012/2013;Visto il piano provinciale approvato dal Commissa-rio straordinario della Provincia di Ancona con atton. 22 del 26 novembre 2012;Visto il piano provinciale trasmesso dalla Provinciadi Ascoli Piceno approvato con delibera di Giunta n.231 del 30 ottobre 2012, integrata con delibera diGiunta regionale n. 251 del 22 novembre 2012, e ret-tificata con deliberazione di Giunta provinciale n.266 del 7 dicembre 2012;

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Visto il piano provinciale trasmesso dalla Provinciadi Fermo approvato con deliberazione del Consiglioprovinciale n. 81 del 30 ottobre 2012;Visto il piano provinciale trasmesso dalla Provinciadi Macerata approvato con delibera di Consiglio pro-vinciale n. 53 del 5 novembre 2012;Visto il piano provinciale trasmesso dalla Provinciadi Pesaro approvato con deliberazione del Consiglioprovinciale n. 76 del 29 ottobre 2012;Considerato che il piano regionale della rete scola-stica recepisce le richieste di apertura di nuovi indi-rizzi musicali presso le scuole secondarie di primogrado inserite nei piani provinciali;Considerato che l’istituzione di tale indirizzo èsubordinata alla presenza di un organico consistenteper ciascuna classe, si condiziona l’istituzione dinuovi corsi ad indirizzo musicale alla disponibilitàdell’organico assegnato all’Ufficio Scolastico regio-nale;Considerato che la Provincia di Ancona ha approva-to nel piano provinciale della rete scolastica la sop-pressione dell’autonomia scolastica del IIS PieralisiSalvati di Jesi con contestuale accorpamento all’I-TIS G. Marconi di Jesi;Considerato che la deliberazione n. 52/2012 al punto1), Criteri generali dell’allegato A dispone: “per l’ap-plicazione di quanto disposto dall’articolo 4, comma69, della legge 1.2 novembre 2011, n. 183 (legge distabilità 2012) che stabilisce “All’articolo 19, com-ma 5 del di. 6 luglio 2011, n. 98, convertito conmodificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. lillaparola “500” è sostituita dalla seguente: “600” e laparola “300” è sostituita dalla seguente: “400”, al finedi non diminuire il numero delle autonomie scolasti-che, Comuni e Province possono effettuare operazio-ni di riorganizzazione della rete scolastica, ancheprevedendo soppressioni, fusioni, sdoppiamenti ecambi di aggregazione di scuole o parti di esse (ples-si, sezioni staccate, succursali), con particolare rife-rimento all’accorpamento e alla soppressione diplessi scolastici di piccole dimensioni, a fronte diattenta valutazione del mantenimento, principalmen-te nelle aree montane, di un presidio scolastico signi-ficativo in termini di qualità, sostenibile nel lungoperiodo e al quale vengano assicurati adeguati servi-zi di supporto per l’accesso e la frequenza. In consi-derazione dell’ampiezza degli interventi richiestidalla norma citata è indispensabile che la program-mazione sia governata a livello territoriale in un’ot-tica complessiva, che individui le esigenze priorita-rie e adotti in modo coordinato, le soluzioni più ido-nee”;Vista la proposta di Accordo discussa in data 19 set-tembre 2012 tra il MIUR e il Coordinamento tecnicodelle Regioni, con la quale si promuove la definizio-ne triennale del contingente organico dei dirigentiscolastici da assegnare alla rete scolastica regionale,

calcolato sulla base dei parametri del numero deglialunni iscritti e della densità degli abitanti per kmq;Considerato che la proposta di Accordo da adottarein sede di Conferenza Stato-Regioni produrrebbe perla regione Marche effetti positivi, circa il numerodelle autonomie scolastiche autorizzate, in quantoverrebbero confermate tutte quelle vigenti, compre-se le situazioni in “reggenza” a decorrere dall’annoscolastico 2012/2013; si ritiene pertanto, opportuno,mantenere il numero delle autonomie attualmenteesistenti, e di sospendere l’accorpamento dell’IISPieralisi Salvati di Jesi in attesa di un quadro nor-mativo meglio definito;Considerato, altresì, che la Provincia di Ancona haproposto nel piano provinciale della rete scolastical’istituzione della sezione del liceo ad indirizzo spor-tivo presso l’Istituto Cambi Serrani di Falconara, inpresenza della candidatura del liceo scientifico Gali-leo Galilei di Ancona e del liceo scientifico Leonar-do da Vinci di Jesi;Preso atto che in esito all’istruttoria della Provinciadi Ancona il liceo scientifico Leonardo da Vinci diJesi risulta secondo nella graduatoria;Rilevato che l’ambito provinciale di Ancona ha lamaggiore popolazione scolastica della regione, appa-re opportuno istituire un’ulteriore sezione del liceo adindirizzo sportivo presso il liceo scientifico Leonar-do da Vinci di Jesi, terminata la fase di prima appli-cazione del regolamento istitutivo, a decorrere dal-l’anno scolastico 2014/2015;Preso atto che l’IPSIA di Corridonia in accordo conl’Ufficio Scolastico regionale per le Marche – Ambi-to Territoriale di Macerata, nelle sedi di Corridonia,Civitanova e Macerata non ha attivato l’indirizzoconcesso con D.A. n. 40/2012 Produzioni Industria-le ed Artigianali ed ha conservato l’indirizzo Manu-tenzione ed Assistenza tecnica;Considerato che la Provincia di Ascoli Piceno nelladeliberazione del Consiglio provinciale prende attofavorevolmente della proposta di attivazione delLiceo classico Europeo presso il Liceo Classico diSan Benedetto del Tronto, si ritiene di non approvaretale richiesta in quanto il Liceo Classico Europeo èun indirizzo non ricompreso nel d.p.r. 86/2010;Considerato che l’IPSIA di San Benedetto del Tron-to chiede l’attivazione del percorso triennale diIstruzione e Formazione Professionale di Operatoredelle Trasformazioni Agroalimentari;Considerato che tale figura professionale è incardi-nata nell’indirizzo dell’Istruzione professionale: Ser-vizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale e che l’I-PSIA di San Benedetto del Tronto non ha tale indi-rizzo di studio, si ritiene di non approvare il percor-so triennale di Istruzione e Formazione Professiona-le per la qualifica: Operatore della TrasformazioneAgroalimentare;

Considerato che le Province di Pesaro Urbino e Anco-

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na hanno approvato l’attivazione di percorsi triennalidi Istruzione e Formazione Professionale per la qua-lifica di Operatore del Benessere, rispettivamentenell’Istituto Omnicomprensivo Montefeltro di Sas-socorvaro e nell’IIS Padovano di Senigallia sede diArcevia, si ritiene di condizionare l’attivazione del-le nuove sedi al contenimento del numero delle clas-si autorizzate per l’anno scolastico 2012/2013: pari an. 4 (quattro) per ciascuna Provincia;

Considerato che le Province hanno trasmesso i biso-gni formativi del loro territorio in riferimento allequalifiche di Istruzione e Formazione professionaledi cui all’Accordo Stato Regioni e Province Autono-me di Trento e Bolzano del 27 luglio 2011 come daallegato B che è parte integrante e sostanziale dellapresente deliberazione;

Considerato che per l’attuazione dei percorsi trien-nali di istruzione e formazione professionale negliIstituti professionali di Stato, è necessario che glistessi siano titolari degli indirizzi quinquennali coe-renti con il percorso da attivare e dispongano di ido-nei laboratori e qualificato personale docente;

Considerato che le Province hanno inviato i pianiprovinciali all’Ufficio Scolastico regionale per ilparere, come previsto nella deliberazione n. 52/ 2012;

Preso atto del parere espresso dalla Direzione genera-le dell’Ufficio Scolastico regionale delle Marchecon nota prot. n. 19982/C20b del 14 dicembre 2012;

Ritenuto opportuno, pertanto, approvare l’atto di pro-grammazione della rete scolastica per l’anno scola-stico 2013/2014, allegato alla presente deliberazionedi cui ne costituisce parte integrante e sostanziale;

Vista la proposta della Giunta regionale;

Visto il parere favorevole di cui all’articolo 16, com-ma 1, lettera d), della L.r. 15 ottobre 2001, n. 20 inordine alla regolarità tecnica e sotto il profilo dilegittimità del Dirigente del servizio industria, artigia-nato, istruzione, formazione e lavoro, nonché l’atte-stazione dello stesso che dalla deliberazione nonderiva né può comunque derivare un impegno di spe-sa a carico della Regione, resi nella proposta dellaGiunta regionale;

Preso atto che la predetta proposta è stata preventi-vamente esaminata, ai sensi del comma 1 dell’arti-colo 22 dello Statuto regionale, dalla Commissioneassembleare permanente competente in materia;

Visto il parere espresso, ai sensi dell’articolo 11,comma 2, della l.r. 10 aprile 2007, n. 4, dal Consi-glio delle autonomie locali, nel termine ridotto dalPresidente dell’Assemblea legislativa ai sensi del-l’articolo 12, comma 3 della citata legge;

Dato atto che è decorso il termine ridotto dal Presi-dente dell’Assemblea legislativa ai sensi dell’artico-lo 9, comma 2, lettera b), della L.r. 26 giugno 2008,n. 15;

Visto il comma 4 dell’articolo 8 della citata l.r.15/2008;

Visto l’articolo 21 dello Statuto regionale;

DELIBERA

1) di approvare l’atto di programmazione della retescolastica per l’anno scolastico 2013/ 2014 con-tenuto nell’allegato A che costituisce parte inte-grante e sostanziale della presente deliberazione;

2) di condizionare l’istituzione di nuovi corsi adindirizzo musicale elencati nell’allegato A checostituisce parte integrante e sostanziale dellapresente deliberazione alla disponibilità di orga-nico assegnato all’Ufficio Scolastico regionale;

3) di prendere atto che l’IPSIA Corridoni di Corrido-nia nelle sedi di Corridonia Civitanova e Macera-ta, non ha attivato l’indirizzo, concesso con deli-berazione n. 40/2012, Produzioni Industriale edArtigianali ed ha conservato l’indirizzo Manu-tenzione ed Assistenza tecnica;

4) di confermare che le attuali sedi dei Centri Terri-toriali Permanenti continuino a realizzare i corsiper l’ottenimento dei titoli di studio relativi aldiploma di scuola secondaria di primo grado, e lescuole di Istruzione secondaria di secondo grado,sedi di corsi serali continuino a realizzare i corsiper l’ottenimento dei titoli di studio relativi aldiploma di scuola secondaria di secondo grado;

5) di impegnare la Giunta regionale attraverso l’A-nagrafe regionale degli studenti ad effettuare laverifica di attivazione/consistenza delle classiprime in collaborazione con l’Ufficio Scolasticoregionale;

6) di approvare l’offerta formativa di Istruzione eFormazione Professionale negli Istituti profes-sionali di Stato così come descritti nell’allegatoB che costituisce parte integrante e sostanzialedella presente deliberazione;

7) di condizionare l’attivazione di nuove classi deipercorsi Istruzione e Formazione Professionalerelativi alla qualifica di Operatore del benesserenelle Province di Pesaro Urbino e Ancona al con-tenimento del numero delle attuali classi autoriz-zate per l’anno scolastico 2013/2014 pari a n. 4(quattro) per ciascuna Provincia;

8) di impegnare gli Istituti professionali ad attivare isoli percorsi di Istruzione e Formazione profes-sionale nell’anno scolastico 2013/2014 in cuI glialunni iscritti sono sufficienti per attivare classiintere per ciascun percorso.

Avvenuta la votazione, il Presidente ne proclamal’esito: l’Assemblea legislativa regionale approva”

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DECRETI DEL PRESIDENTE DELLAGIUNTA REGIONALE

PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

_______________________________________________________

Decreto n. 13 del 11/01/2013Commissione Tributaria Provinciale Di Pesaro.Contenzioso in materia tributaria: tassa auto-mobilistica. Costituzione in giudizio dellaRegione Marche. Affidamento incarico all’Avv.Lucilla DI IANNI.

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

omissis

DECRETA

• di costituirsi in giudizio e resistere - ai sensi dellaDGR n. 651 del 30.05.2005 - nel ricorso notifica-to in data 03.05.2012, proposto avanti alla Com-missione Tributaria Provinciale di Pesaro, inmateria di tasse automobilistiche, dalla personaindicata nel documento istruttorio, per le motiva-zioni ivi espresse;

• di affidare l’incarico di rappresentanza e difesa del-la Regione Marche all’Avv. Lucilla DI IANNI del-l’Avvocatura regionale, conferendole ogni piùopportuna facoltà al riguardo;

• di rilasciare procura speciale al predetto legaleeleggendo domicilio presso lo Studio Legale del-l’Avv. M. Isabella TORRIANI. in Pesaro ViaBranca, 116;

• L’onere derivante dal presente atto per quanto con-cerne la prestazione professionale dell’Avv. M.Isa-bella Torriani fa carico al capitolo 10313101 delBilancio di previsione per l’anno 2013, approvatocon L.R. n. 46 del 27/12/2012.

L’impegno sarà assunto all’atto di liquidazione poi-ché non è preventivamente quantificabile l’esattoammontare, determinabile soltanto al termine delgiudizio dietro presentazione da parte del professio-nista di nota spese, che verrà liquidata con appositodecreto dirigenziale.

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTAGian Mario Spacca

_______________________________________________________

Decreto n. 15 del 17/01/2013Commissione Tributaria Provinciale Di Anco-na. Contenzioso in materia tributaria: impostareg.le concessioni, occupazione e uso deldemanio. Costituzione in giudizio della Regio-

ne Marche. Affidamento incarico all’Avv. Lucil-la DI IANNI.

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

omissis

DECRETA

• di costituirsi in giudizio e resistere - ai sensi dellaDGR n. 651 del 30.05.2005 - nel ricorso notifica-to in data 15/11/2012, proposto avanti alla Com-missione Tributaria Provinciale di Ancona, inmateria di imposta regionale sulle concessioni perl’occupazione e l’uso del demanio, dalla personaindicata nel documento istruttorio, per le motiva-zioni ivi espresse;

• di affidare l’incarico di rappresentanza e difesa del-la Regione Marche all’Avv. Lucilla DI IANNI del-l’Avvocatura regionale, conferendole ogni piùopportuna facoltà al riguardo;

• di rilasciare procura speciale al predetto legaleeleggendo domicilio in Ancona, Piazza Cavour, 23presso la sede dell’Avvocatura regionale.

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTAGian Mario Spacca

DELIBERAZIONE DELLAGIUNTA REGIONALE

_______________________________________________________

Deliberazione n. 29 del 21/01/2013Art. 25 della L.R. 27/12/2012, n° 46 - Iscri-zione nel Bilancio di Previsione per l'anno2013 di entrate derivanti da assegnazioni perla realizzazione degli obiettivi del ProgettoMattone Internazionale e relativi impieghi.Euro 59.000,00.

LA GIUNTA REGIONALE

omissis

DELIBERA

1) Di apportare al Bilancio di Previsione per l'anno2013 le variazioni in termini di competenza e dicassa, così come riportato nell'ALLEGATO "A"parte integrante della presente deliberazione;

2) Di modificare la DGR 1787 del 28 dicembre 2012e successive modificazioni concernente l'appro-vazione del Programma Operativo Annuale per

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l'anno 2013, le variazioni in termini di compe-tenza e di cassa così come riportato nell'ALLE-GATO "B" parte integrante della presente delibe-razione;

3) di trasmettere copia del presente atto, all'Assem-blea legislativa regionale entro dieci giorni dallasua adozione e di disporne la pubblicazione sulBUR entro 15 giorni ai sensi dell'art.29, comma8 e dell'art. 9 comma 4 della L.R. 11/12/2001,n°31.

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_______________________________________________________

Deliberazione n. 30 del 21/01/2013Art. 29 comma 1 della L.R. 31/2001 - art. 25comma 1 e 2 della L.R. 46/2012 - Iscrizionenel Bilancio di previsione per l'anno 2013 dientrate derivanti da assegnazione di fondi daparte dello Stato e della UE vincolati a scopispecifici e delle relative spese - progetto TISARprogramma IPA Adriatico 2007/2013 - impor-to Euro 1.986.613,50.

LA GIUNTA REGIONALE

omissis

DELIBERA

1) Di apportare al Bilancio di Previsione per l'anno2013 le variazioni in termini di competenza e dicassa così come riportato nell'ALLEGATO "A"parte integrante della presente deliberazione;

2) Di modificare la DGR 1787 del 28 dicembre 2012e successive modificazioni concernente l'approva-zione del Programma Operativo Annuale per l'an-no 2013, le variazioni in termini di competenza edi cassa così come riportato nell'ALLEGATO "B"parte integrante della presente deliberazione;

3) di trasmettere copia del presente atto, all'Assem-blea legislativa regionale entro dieci giorni dallasua adozione e di disporne la pubblicazione sulBUR entro 15 giorni ai sensi déll'art.29, comma 8e dell'art. 9 comma 4 della L.R. 11/12/2001, n°31.

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_______________________________________________________

Deliberazione n. 31 del 21/01/2013Art. 2 comma 1 lettera a) della L.R. 27 dicem-bre 2012, n. 45 - Reiscrizione nel Bilancio diPrevisione per l'anno 2013 di economie accer-tate relative a stanziamenti aventi specificadestinazione - Euro 3.067.176,80.

LA GIUNTA REGIONALE

omissis

DELIBERA

1) Di apportare al Bilancio di Previsione per l'anno2013 le variazioni in termini di competenza dicui all'ALLEGATO A, parte integrante della pre-sente deliberazione;

2) Di apportare al Programma Operativo Annualeper l'anno 2013 le variazioni di cui all'ALLEGA-TO B, parte integrante della presente deliberazio-ne;

3) Di trasmettere copia del presente atto all'Assem-blea legislativa delle Marche entro dieci giornidalla sua adozione e di disporne la pubblicazionesul Bollettino della Regione Marche entro 15giorni ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della l.r.27/12/2012, n. 25.

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DECRETI DEI DIRIGENTI REGIONALI

SERVIZIO AFFARI GENERALI

_______________________________________________________

Decreto del Dirigente della P.F. AffariGenerali n. 3 del 30/01/2013L.R. 5 agosto 1996, n. 34, art. 12, comma 1 -Pubblicazione dell’elenco delle nomine e delledesignazioni effettuate nel corso dell’anno2012 da parte del Presidente e della Giuntaregionale.

IL DIRIGENTE DELLA P.F. AFFARI GENERALI

omissis

DECRETA

• di dare atto che le nomine e le designazioni effet-tuate dal Presidente e dalla Giunta regionale nel-l’anno 2012 sono quelle che risultano nella Tabel-la di cui all’allegato “A”, che del presente attoforma parte integrante e sostanziale, ai sensidell’articolo 12, comma 1, della legge regionale5 agosto 1996 n. 34, relativa a “Norme per lenomine e designazioni di spettanza della Regio-ne”;

• di disporre, per l’effetto, la pubblicazione perestratto del presente decreto nel Bollettino Uffi-ciale della Regione.

Si attesta che dal presente decreto non deriva, né puòcomunque derivare, alcun impegno di spesa a caricodella Regione.

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SERVIZIO INTERNAZIONALIZZAZIONE, CULTURA, TURISMO, COMMERCIO

E ATTIVITA’ PROMOZIONALI

_______________________________________________________

Decreto del Dirigente della PF Cultura n.3 del 29/01/2013Revoca DDPF 2/CLT del 22/01/2013 e Inte-grazione e modifica del Bando approvato conDDPF 224/CLT del 19/12/2012 - Intervento1.2.1.05.07 Sostegno all’innovazione e tecno-logie in digitale delle sale cinematografiche –

IL DIRIGENTE DELLA PF CULTURA

omissis

DECRETA

1. di revocare il DDPF 2/CLT del 22/01/2013 “POR2007/2013- Intervento 1.2.1.05.07 Sostegnoall’innovazione e tecnologie in digitale delle salecinematografiche – Integrazione al Bando appro-vato con DDPF. n. 224/CLT del 19/12/2012 eproroga termini presentazione domande”;

2. di integrare, per i motivi riportati nel documentoistruttorio, aggiungendo al riferimento alla iscri-zione al Registro delle Imprese l’iscrizione alREA ‘Registro delle imprese/REA’ nei punti sot-to elencati del bando approvato con DDPF224/ICT del 19/12/2012:- punto 10, ‘ Approvazione Graduatoria e con-

cessione contributi’ (elenco secondo capover-so),

- Allegato 2 – Domanda di Partecipazione –dichiarazione (ai sensi dell’art. 47 del D.P.R.28 dicembre 2000, n. 445);

- Allegato 13 – Modello di Garanzia Fidejussoria3. di modificare, per i motivi riportati nel documen-

to istruttorio, il primo capoverso del punto 4.3Divieto di cumulo dei finanziamenti del bandoapprovato con DDPF 224/ICT del 19/12/20,come di seguito indicato: “Il contributo pubblicoconcesso ai sensi del presente bando è cumulabi-le, per i medesimi costi ammissibili, con altreagevolazioni pubbliche (previste da normecomunitarie, statali, regionali) che siano qualifi-cabili aiuti di stato ai sensi dell’art. 107 commaprimo del trattato CE, nonchè con altri contribu-ti pubblici concessi ai sensi del reg. 1998/2006(de minimis), purchè nel rispetto della normativaapplicabile in materia degli aiuti di stato.

4. di prorogare il termine per la presentazione tele-matica delle domande di finanziamento ai sensidel bando relativo all’intervento 1.2.1.05.07“Sostegno all’innovazione e tecnologie in digita-le delle sale cinematografiche” del POR MarcheFESR 2007-2013 approvato con DDPF 224/ICTdel 19/12/2012, per le motivazioni riportate neldocumento istruttorio;

5. di stabilire, pertanto, che le suddette domandepotranno essere presentate in via telematica entroe non oltre il 60° giorno dalla data di pubblica-zione del presente decreto sul Bollettino Ufficia-le della Regione Marche, nelle modalità stabilitecon il suddetto DDPF 224/ICT del 19/12/2012

6. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Uffi-ciale della Regione Marche, ai sensi della L.R del28 luglio 2003, n. 17.

Si attesta che dal presente atto non deriva, né puòderivare, alcun impegno di spesa a carico dellaRegione Marche.

LA DIRIGENTE DELLA P.F. CULTURA(Arch. Paola Mazzotti)

SERVIZIO INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

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Decreto del Dirigente del Servizio Studi eCommissioni n. 1 del 22/01/2012Art. 12, 1.r. 5 agosto 1996, n. 34. Pubblicazio-ne dell’elenco delle nomine e designazionieffettuate dall’Assemblea legislativa regionalenell’anno 2012.

IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO STUDI E COMMISSIONI

omissis

DECRETA

• di dare atto che le nomine e le designazioni effet-tuate dall’Assemblea legislativa regionale nel cor-so dell’anno 2012 sono quelle che risultano dallatabella, che riporta l’elenco con i dati essenzialirelativi e i proponenti, allegata al presente decreto(Allegato 1), del quale forma parte integrante esostanziale;

• di disporre, per l’effetto, la pubblicazione perestratto del presente decreto nel Bollettino ufficia-le della Regione.

Si attesta che dal presente decreto non deriva, né puòcomunque derivare, alcun impegno di spesa a caricodella Regione.

IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO STUDI E COMMISSIONI

Dott.ssa Luigia Alessandrelli

Allegato 1“Elenco delle nomine e delle designazioni effettuatedall’Assemblea legislativa regionale nell’anno2012”

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SERVIZIO INFRASTRUTTURE,TRASPORTI ED ENERGIA

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Decreto del Dirigente della PF Rete Elet-trica Regionale, Autorizzazioni Energeti-che, Gas ed Idrocarburi n. 7 del23/01/2013Rettifica al decreto n.3/EFR del 08/01/2013 -Art.12 D.Lgs.387/03 - Autorizzazione a realiz-zare ed esercire impianto di produzione ener-gia elettrica da Biogas, in loc. Marolino -Comune di Potenza Picena (MC) - Soc. VBIO 7S.A. srl.

IL DIRIGENTE DELLA P.F.RETE ELETTRICA REGIONALE,

AUTORIZZAZIONI ENERGETICHE, GAS ED IDROCARBURI

omissis

DECRETA

• DI RETTIFICARE, per le motivazioni indicate neldocumento istruttorio riportato in calce, il decreton.3/EFR del 08/01/2013 precisando che la compo-sizione della razione alimentare dell’impianto èquella riportata nella tabella 1 contenuta nell’ela-borato “R01 - Relazione Tecnico Agronomica -RevO” del progetto approvato;

• DI PUBBLICARE il presente atto sul BollettinoUfficiale della Regione ai sensi dell’art. 4 dellaL.R. 28 luglio 2003, n. 17.

Si attesta, inoltre, che dal presente decreto non deri-va un impegno di spesa a carico della regione.

IL DIRIGENTE DELLA P.F.Ing. Luciano Calvarese

SERVIZIO AGRICOLTURA,FORESTAZIONE E PESCA

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Decreto del Dirigente della PF Competiti-vità e Sviluppo dell’Impresa Agricola n.20 del 25/01/2013Reg.(CE) n. 1234/07 e (CE) n. 555/08 e s.m.e i. – DM n. 1831/11 e s.m. e i. – DGR Marchen. 1629/12 – DDPF n. 598/12 - OCM vitivini-colo - PNS – Rettifica al bando regionale misu-ra investimenti - Campagna 2012/2013

IL DIRIGENTE DELLA POSIZIONE DI FUNZIONE COMPETITIVITÀ E

SVILUPPO DELL’IMPRESA AGRICOLA

omissis

DECRETA

1. di rettificare il decreto n. 598/CSI del 21/12/2012,concernente il bando pubblico per l’attuazionedella misura Investimenti del Programma Nazio-nale di Sostegno dell’OCM vitivinicolo (PNS)per la campagna 2012/2013, limitatamente alpunto 7.2, punto 2, sostituendo la frase:“La relazione, redatta e sottoscritta da un tecni-co abilitato sulla scelta del preventivo di spesaindividuato, dovrà essere elaborata secondo leseguenti indicazioni:”con la frase;“La relazione, redatta e sottoscritta a termini dilegge da un professionista abilitato in materiaagricola/agro-forestale, contenente la scelta delpreventivo di spesa individuato, dovrà essereelaborata secondo le seguenti indicazioni:”;

2. che il presente decreto venga pubblicato sul BURMarche ai sensi della L.R. n. 17/2003.

Si attesta inoltre che dal presente decreto non derivaun impegno di spesa a carico della Regione Marche,in quanto l’onere del presente atto è interamente acarico di fondi comunitari erogati da OrganismoPagatore Agea, in relazione alla dotazione finanzia-ria assegnata alla Regione Marche per la campagna2012/2013 con Decreto del Ministero delle PoliticheAgricole alimentari e forestali n. 3905 del28/06/2012.

IL DIRIGENTERoberto Luciani

ATTI DEGLI ORGANI GIURISDIZIONALI

DI INTERESSE REGIONALE

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Corte Costituzionale - RomaDecisione N. 6 del 16/01/2013 - Legge Regio-ne Marche 4/09/1979 n. 31

SENTENZA N. 6ANNO 2013

REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE COSTITUZIONALEcomposta dai signori:

Alfonso QUARANTA Presidente

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Franco GALLO GiudiceLuigi MAZZELLA “Gaetano SILVESTRI “Sabino CASSESE “Giuseppe TESAURO “Paolo Maria NAPOLITANO “Giuseppe FRIGO “Alessandro CRISCUOLO “Paolo GROSSI “Giorgio LATTANZI “Aldo CAROSI “Marta CARTABIA “Sergio MATTARELLA “Mario Rosario MORELLI “

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

nel giudizio di legittimità costituzionale dell’arti-colo 1, secondo comma, della legge della RegioneMarche 4 settembre 1979, n. 31 (Interventi edifica-tori nelle zone di completamento previste dagli stru-menti urbanistici generali comunali), promosso dal-la Corte di cassazione, sezione seconda civile, nelprocedimento vertente tra F.G. ed altra e la Pastic-ceria Garden di Castelletti Bruno & C. snc, conordinanza del 29 dicembre 2011, iscritta al n. 177del registro ordinanze 2012 e pubblicata nella Gaz-zetta Ufficiale della Repubblica n. 37, prima seriespeciale, dell’anno 2012.Visto l’atto di intervento della Regione Marche;udito nella camera di consiglio del 20 novembre2012 il Giudice relatore Marta Cartabia.

Ritenuto in fatto

1.- La Corte di cassazione, sezione seconda civile,con ordinanza depositata presso la cancelleria diquella Corte il 29 dicembre 2011 e iscritta al n. 177del registro ordinanze 2012 di questa Corte, ha sol-levato questione di legittimità costituzionale dell’ar-ticolo 1, secondo comma, della legge della RegioneMarche 4 settembre 1979, n. 31 (Interventi edifica-tori nelle zone di completamento previste dagli stru-menti urbanistici generali comunali), con riferimen-to all’articolo 117, secondo comma, lettera i), e ter-zo comma, della Costituzione.

1.1.- Il giudizio a quo verte su una domanda diaccertamento della violazione delle distanze legali,rigettata in sede di primo e secondo grado, con laquale i ricorrenti presso la Corte di cassazione ave-

vano chiesto la condanna della controparte ad arre-trare e dunque a demolire l’ampliamento di un edifi-cio realizzato da quest’ultima.

La Corte rimettente ha sollevato d’ufficio questionedi legittimità costituzionale dell’art. 1, secondo com-ma, della legge regionale Marche sopramenzionata,in quanto consente ampliamenti di edifici in derogaai piani regolatori generali, con l’unico obbligo dimantenere una distanza minima di tre metri dai fab-bricati. In particolare, il censurato articolo 1, secon-do comma, permette ai Comuni, ai sensi del succes-sivo art. 2, entro un anno dalla data di entrata invigore della legge, di individuare gli edifici suscetti-bili di ampliamento tra quelli aventi impianto edili-zio preesistente, compresi nelle zone di completa-mento con destinazione residenziale previste daglistrumenti urbanistici generali comunali. Inoltre,l’art. 2, quarto comma, della medesima legge regio-nale, afferma che la procedura così delineata, che siconclude con l’approvazione del Consiglio comuna-le, ha efficacia di piano particolareggiato. Il giudicea quo ritiene che tale normativa sia in contrasto conl’art. 9 del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n.1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, dialtezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massi-mi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali eproduttivi e spazi pubblici o riservati alle attivitàcollettive, al verde pubblico o a parcheggi da osser-vare ai fini della formazione dei nuovi strumentiurbanistici o della revisione di quelli esistenti, aisensi dell’art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765),che fissa una distanza minima tra gli edifici, commi-surandola alla dimensione delle strade e consenten-do tuttavia l’edificazione a distanze inferiori “nelcaso di gruppi di edifici che formino oggetto di pia-ni particolareggiati o lottizzazioni convenzionatecon previsioni planovolumetriche”.

1.2.- In punto di rilevanza, il giudice a quo osservache il giudizio posto al suo esame verte sulla richie-sta di accertamento della violazione delle distanzelegali con riferimento ad un ampliamento, la cuilegittimità sarebbe argomentabile solo in base all’e-sistenza della normativa regionale censurata.

1.3.- Quanto alla non manifesta infondatezza, conriferimento ai parametri costituzionali invocati, laCorte di cassazione muove dalla considerazione chela Corte costituzionale, con sentenza n. 232 del2005, ha affermato che la disciplina delle distanzetra le costruzioni riguarda immediatamente i rappor-ti tra proprietari di fondi finitimi, per cui essa rien-tra nella materia “ordinamento civile”, di esclusi-va competenza legislativa statale. La Corte costitu-zionale in quell’occasione ha altresì aggiunto che,

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data la specificità delle diverse aree territoriali, ladisciplina della distanza tra gli edifici può ancheriguardare interessi di natura pubblicistica, legatialle competenze regionali e locali in materia di“governo del territorio”. Per tale ragione si è con-sentito che gli enti territoriali possano ponderareadeguatamente l’articolazione tra interessi privati epubblici e dunque stabilire distanze diverse, in con-siderazione della conformazione dei singoli territori.

Tuttavia, le Regioni, secondo il giudice rimettente,dovrebbero esercitare le loro competenze in materiadi “governo del territorio”, rimanendo nell’ambitodei principi della legislazione statale - principi tra iquali si colloca l’individuazione della distanza mini-ma tra i fabbricati, residuando loro la competenza afissare eventualmente distanze maggiori. Le unichederoghe alle distanze minime ammesse dal legislato-re statale dovrebbero, stando al tenore normativo dicui all’art. 9, ultimo comma, del decreto ministeria-le sopracitato, essere contenute in piani particolareg-giati, in quanto strumenti urbanistici idonei a deli-neare un assetto complessivo ed unitario delle speci-fiche zone territoriali e, pertanto, ricadenti nellacompetenza regionale in materia di “governo del ter-ritorio”. Le deroghe non dovrebbero invece inciderenella regolazione dei rapporti tra fondi finitimi,aspetto - quest’ultimo - di natura privatistica e per-tanto riservato alla competenza del legislatore stata-le.

La legge della Regione Marche, nella parte censura-ta, non rispetterebbe i limiti della potestà legislativaconcorrente in materia di “governo del territorio”,attribuendo invece l’efficacia di piano particolareg-giato alla procedura che i Comuni, possono seguireper consentire ampliamenti anche di singoli edifici,procedura che invece esula dagli strumenti urbani-stici.

2.- É intervenuta nel giudizio la Regione Marche,con atto depositato presso la cancelleria di questaCorte il 2 ottobre 2012, argomentando per l’inam-missibilità e in ogni caso per l’infondatezza dellaquestione prospettata dal rimettente.

2.1.- La difesa regionale innanzitutto nota che l’or-dinanza di rimessione non avrebbe “motivazioneautonoma” rispetto a quanto affermato da questaCorte nella sentenza n. 232 del 2005 e dalla Corte dicassazione, sezione seconda civile, sentenza 20maggio 2010, n. 12424, e Corte di cassazione, sezio-ni unite civili, 18 febbraio 1997, n. 1486, e dunquesarebbe carente in punto di motivazione sulla nonmanifesta infondatezza.

2.2.- Nel merito, la difesa regionale ricostruisce l’o-rientamento della Corte costituzionale sostenendoche questa ritenga essere attribuito agli strumenti

urbanistici il potere di derogare alla normativa stata-le sulle distanze minime, in base alla competenzalegislativa regionale in materia di “governo del terri-torio”. Secondo la parte resistente, la legge regiona-le censurata avrebbe dettato una disciplina relati-va all’assetto urbanistico, consentendo nelle zone dicompletamento con destinazione residenziale speci-fici ampliamenti, subordinati alla verifica della pre-senza di alcune condizioni, e attribuendo a tali inter-venti l’efficacia di piani particolareggiati. La dispo-sizione impugnata, pertanto, non sarebbe in contra-sto con la sentenza della Corte costituzionale n. 232del 2005, che, nell’interpretazione della RegioneMarche, si sarebbe limitata a dichiarare l’illegitti-mità di norme regionali, riguardanti esclusivamenteinteressi di natura privatistica, relativi ai soli titolaridei fondi finitimi, senza vietare alle Regioni di dero-gare, con strumenti di natura urbanistica, alle distan-ze minime fissate dalle disposizioni statali di riferi-mento.

Nel caso in esame, la deroga disposta dalla leg-ge regionale impugnata riguarderebbe un numeroimprecisato di edifici, da individuare ad opera delComune, con una delibera equiparata per efficaciaal piano particolareggiato. La Regione avrebbe,dunque, disciplinato uno strumento di pianificazionea disposizione dei Comuni, senza esorbitare dalleproprie competenze. La riduzione delle distanze tragli edifici rientrerebbe pertanto tra gli strumenti dipianificazione territoriale riconducibili alla materia“governo del territorio” e non interferirebbe conquella “ordinamento civile”, di competenza legisla-tiva esclusiva dello Stato.

Pertanto, in tesi, la censura dovrebbe dirsi infondata.

3.- La Regione Marche ha depositato presso la can-celleria della Corte il 30 ottobre 2012 memoriadifensiva, con la quale ha ulteriormente argomenta-to per l’inammissibilità e, in subordine, per l’infon-datezza della questione come prospettata dal giudicea quo.

3.1.- Quanto all’inammissibilità, la difesa regionalerammenta che fa lagiurisprudenza della Corte costituzio-nale - in particolare la sentenza n. 232 del 2005 -mentreaveva qualificato in termini di “ordinamento civile” ladisciplina delle distanze tra edifici, con riferimento airapporti tra proprietari di fondi finitimi, aveva inveceaffermato che, per i profili attinenti all’inserimento deifabbricati sul territorio e ai loro rapporti all’interno delmedesimo, il titolo competenziale fosse da rinvenirsinel “governo del territorio”. Su questo punto, ad avvisodella Regione Marche, l’ordinanza della Corte di cassa-zione mancherebbe di qualsiasi motivazione atta a ricon-durre la legislazione censurata nell’alveo della competen-za dell’ordinamento civile, sulla base della quale è stata

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mossa la censura. Infatti, l’ordinanza motiverebbe solosulla non conformità della disposizione impugnata aiprincipi fondamentali della materia “governo del ter-ritorio” e, pertanto, la motivazione sarebbe insuffi-ciente e contraddittoria, quanto meno con riferimen-to all’evocazione del parametro “ordinamento civi-le”, di cui all’art. 117, secondo comma, lettera l),Cost.

3.2.- Nel merito, la Regione sostiene che la Corte di cassa-zione, seconda sezione civile, con sentenza 29 settembre2009, n. 20852, avrebbe riconosciuto, nella normativa quicensurata, l’obiettivo di regolare le distanze tra gliedifici relativamente al loro inserimento urbanistico,ritenendola, dunque, espressione della competenzaregionale in materia di “governo del territorio”. Ladisposizione oggetto del giudizio pertanto si confer-merebbe finalizzata a consentire ai Comuni di indi-viduare gli edifici su cui intervenire attraverso unospecifico apprezzamento urbanistico.

Ricondotta la disciplina regionale nell’alveo dellamateria di competenza legislativa concorrente“governo del territorio”, la difesa regionale richiamanuovamente la sentenza della Corte costituzionale n.232 del 2005, che consentirebbe precisamente inter-venti in deroga alle distanze stabilite dal decretoministeriale più volte richiamato, attraverso un iterprocedurale di natura urbanistica che, nel caso dispecie, sarebbe rispettato, in quanto alla proceduraprevista dalla legge impugnata è riconosciuta effica-cia di piano particolareggiato.

Considerato in diritto

1.- La Corte di cassazione, sezione seconda civile, conl’ordinanza indicata in epigrafe, ha sollevato d’ufficioquestione di legittimità costituzionale dell’articolo 1,secondo comma, della legge della Regione Marche 4 set-tembre 1979, n. 31 (Interventi edificatori nelle zone dicompletamento previste dagli strumenti urbanisticigenerali comunali), per violazione dell’articolo 117,secondo comma, lettera l), e terzo comma, dellaCostituzione.

La disposizione censurata - art. 1, secondo comma -consente che gli edifici aventi impianto edilizio pree-sistente, con evidenti caratteristiche di non comple-tezza, compresi nelle zone di completamento condestinazione residenziale previste dagli strumentiurbanistici generali comunali approvati, siano amplia-ti anche in deroga alle distanze e/o al volume stabilitidal decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 (Limi-ti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distan-za fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destina-ti agli insediamenti residenziali e produttivi e spazipubblici o riservati alle attività collettive, al verdepubblico o a parcheggi da osservare ai fini della for-

mazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revi-sione di quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17 della leg-ge 6 agosto 1967, n. 765). Il successivo articolo 2, del-la medesima legge regionale n. 31 del 1979, stabilisceche a tal fine i Comuni, entro un anno dalla data dientrata in vigore della stessa, individuano gli edificida ampliare, distinguendo gli edifici aventi bisognodi deroga dai distacchi, quelli aventi bisogno di com-pletamento volumetrico, quelli aventi bisogno sia dicompletamento volumetrico sia di deroga dai distacchi.Ai sensi del medesimo articolo 2, quarto comma, taleprocedura è approvata dal Consiglio comunale e haefficacia di piano particolareggiato.

Secondo l’ordinanza di rimessione, la previsioneregionale censurata, nella parte in cui consenteampliamenti in deroga alle distanze e/o ai volumi sta-biliti dal d.m. n. 1444 del 1968, sarebbe costituzional-mente illegittima, in quanto travalicherebbe la com-petenza regionale concorrente in materia di “gover-no del territorio”, ex art. 117, terzo comma, Cost.,interferendo con la disciplina delle distanze tra lecostruzioni, che rientra nella materia “ordinamentocivile”, di competenza legislativa esclusiva statale exart. 117, secondo comma, lettera 1), Cost.

2.- Occorre preliminarmente esaminare l’eccezionedi inammissibilità prospettata dalla Regione Mar-che, intervenuta in giudizio.

Ad avviso della Regione interveniente, l’ordinanzasarebbe inammissibile “perché priva di qualsiasimotivazione”, limitandosi a richiamare la sentenzadella Corte costituzionale n. 232 del 2005. Manchereb-be, in particolare, ogni argomentazione circa l’attinenzadella disposizione impugnata all’ambito dei rapportiinterprivati, anziché alla disciplina degli assetti urba-nistici.

L’eccezione non è fondata.

L’ordinanza di rimessione, dopo aver adeguatamen-te motivato sulla rilevanza della questione sollevatanel giudizio a quo - trattandosi di giudizio in cui sidiscute della richiesta di accertamento della viola-zione delle distanze legali, violazione che risultereb-be esclusa solo per effetto della disposizione regio-nale impugnata, sulla base della quale l’interventoedilizio è stato autorizzato -, prosegue richiamandola giurisprudenza costituzionale in materia di limitialla potestà legislativa delle Regioni in materia diedilizia e urbanistica, con particolare riferimento aquelli concernenti la disciplina delle distanze tracostruzioni, che rientrano nella competenza legisla-tiva statale in materia di “ordinamento civile”. Inriferimento alla disposizione impugnata, l’ordinanzaafferma poi che il dubbio di legittimità costituziona-le dipende dalla considerazione che, mentre secondola giurisprudenza costituzionale le deroghe alla

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disciplina civilistica delle distanze sono consentitesolo per finalità di natura urbanistica e pertantodebbono riguardare edifici inclusi tutti in unmedesimo piano particolareggiato, viceversa ladisposizione regionale consente deroghe non rispet-tose di tali principi.

3.- Nel merito, la questione è fondata.

3.1.- Come ricorda correttamente l’ordinanza dirimessione, questa Corte ha già affermato che laregolazione delle distanze tra i fabbricati deve esse-re inquadrata nella materia “ordinamento civile”, dicompetenza legislativa esclusiva dello Stato (senten-ze n. 114 del 2012, n. 173 del 2011, n. 232 del 2005).Infatti, tale disciplina attiene in via primaria e diret-ta ai rapporti tra proprietari di fondi finitimi e ha lasua collocazione innanzitutto nel codice civile. Laregolazione delle distanze è poi precisata in ulterioriinterventi normativi, tra cui rileva, in particolare, ilcitato d.m. n. 1444 del 1968. Tuttavia, la giurispru-denza costituzionale ha altresì chiarito che, poiché “ifabbricati insistono su di un territorio che può avererispetto ad altri - per ragioni naturali e storiche - spe-cifiche caratteristiche, la disciplina che li riguarda -ed in particolare quella dei loro rapporti nel territo-rio stesso - esorbita dai limiti propri dei rapportiinterprivati e tocca anche interessi pubblici” (senten-za n. 232 del 2005), la cui cura è stata affidata alleRegioni, in base alla competenza concorrente inmateria di “governo del territorio”, ex art. 117, terzocomma, Cost.

Per queste ragioni, in linea di principio la disciplinadelle distanze minime tra costruzioni rientra nellamateria dell’ordinamento civile e, quindi, attienealla competenza legislativa statale; alle Regioni èconsentito fissare limiti in deroga alle distanze mini-me stabilite nelle normative statali, solo a condizio-ne che la deroga sia giustificata dall’esigenza di sod-disfare interessi pubblici legati al governo del terri-torio. Dunque, se da un lato non può essere del tuttoesclusa una competenza legislativa regionale relati-va alle distanze tra gli edifici, dall’altro essa, inter-ferendo con l’ordinamento civile, è rigorosamentecircoscritta dal suo scopo - il governo del territorio -che ne detta anche le modalità di esercizio. Pertanto,la legislazione regionale che interviene in tale ambi-to è legittima solo in quanto persegue chiaramentefinalità di carattere urbanistico, rimettendo l’operati-vità dei suoi precetti a “strumenti urbanistici funzio-nali ad un assetto complessivo ed unitario di deter-minate zone del territorio” (sentenza n. 232 del2005).

Le norme regionali che, disciplinando le distanze traedifici, esulino da tali finalità, ricadono illegittimamen-te nella materia “ordinamento civile”, riservata allacompetenza legislativa esclusiva dello Stato.

3.2.- Il punto di equilibrio tra la competenza legislativastatale in materia di “ordinamento civile” e quellaregionale in materia di “governo del territorio”,come identificato dalla Corte costituzionale, trovauna sintesi normativa nell’ultimo comma dell’art. 9del d.m. n. 1444 del 1968, che la Corte costituziona-le ha più volte ritenuto dotato di “efficacia precetti-va e inderogabile, secondo un principio giurispru-denziale consolidato” (sentenza n. 114 del 2012;ordinanza n. 173 del 2011; sentenza n. 232 del2005). Quest’ultima disposizione consente che sianofissate distanze inferiori a quelle stabilite dalla nor-mativa statale, ma solo “nel caso di gruppi di edificiche formino oggetto di piani particolareggiati o lot-tizzazioni convenzionate con previsioni planovolu-metriche”. Le deroghe all’ordinamento civile delledistanze tra edifici sono, dunque, consentite nei limi-ti ora indicati, se inserite in strumenti urbanistici,funzionali a conformare un assetto complessivo eunitario di determinate zone del territorio.3.3.- La norma regionale censurata infrange i princi-pi sopra ricordati, in quanto consente espressamenteai Comuni di derogare alle distanze minime fissatenel d.m. n. 1444 del 1968, senza rispettare le condi-zioni stabilite dall’art. 9, ultimo comma, del medesi-mo decreto ministeriale, che, come si è detto, esigeche le deroghe siano inserite in appositi strumentiurbanistici, a garanzia dell’interesse pubblico relati-vo al governo del territorio. La disposizione regio-nale impugnata, al contrario, autorizza i Comuni ad“individuare gli edifici” dispensati dal rispetto delledistanze minime. La deroga non risulta, dunque,ancorata all’esigenza di realizzare la conformazioneomogenea dell’assetto urbanistico di una determina-ta zona, ma può riguardare singole costruzioni,anche individualmente considerate.3.4.- La procedura delineata dal legislatore regiona-le non è dunque conforme ai principi sopra enuncia-ti, né il vizio può ritenersi insussistente in ragionedell’art. 2, quarto comma, della legge regionaleimpugnata, che intende conferire a tale procedure“efficacia di piano particolareggiato”, ex legge.Anzi, attraverso tale autoqualificazione il legislatoreregionale pretende di attribuire gli effetti tipici deglistrumenti urbanistici un procedimento che non nerispecchia la sostanza e le finalità. L’attribuzione,per via legislativa, della qualifica formale di pianoparticolareggiato ad una procedura che de pianourbanistico non ha le caratteristiche, perché permet-te di derogare caso per caso alle regole sulle distan-ze tra edifici, non offre alcuna garanzia che la leggeregionale persegua quelle finalità pubbliche digoverno del territorio che, sole, possono giustificarel’esercizio di una competenza legislativa regionalein un ambito strettamente connesso alla competenzastatale in materia di “ordinamento civile”.

Pertanto, l’art. 1, secondo comma, della legge regio-nale Marche n. 31 del 1979 deve essere dichiaratocostituzionalmente illegittimo, in quanto eccede la

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competenza regionale concorrente del “governo delterritorio”, violando il limite dell’ordinamento civi-le”, di competenza legislativa esclusiva dello Stato.

PER QUESTI MOTIVILA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1,secondo comma, della legge della Regione Marche 4settembre 1979, n. 31 (Interventi edificatori nellezone di completamento previste dagli strumentiurbanistici generali comunali).Così deciso in Roma, nella sede della Corte costitu-zionale, Palazzo della Consulta, il 16/01/2013

PresidenteRedattoreCancelliere

Depositata in Cancelleria il 23/01/2013

Il Direttore della CancelleriaDott.ssa Gabriella Melatti

ATTI DI ENTI LOCALI E DI ALTRI SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI

_______________________________________________________

Provincia di AnconaDeterminazione del Direttore del DipartimentoIII “Governo del Territorio” n. 16 del23.01.2013 - Legge regionale n. 3/2012 - Art.8 - Comune di Osimo - Impianto per il recupe-ro di rifiuti pericolosi R2 (rigenerazione - recu-pero solventi prodotti presso lo stabilimento) -Ditta MAIT SpA. Esclusione del progetto dallaprocedura di valutazione di impatto ambienta-le con prescrizioni.

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO

omissis

DETERMINA

I. Di escludere dalla procedura di valutazione diimpatto ambientale, per le motivazioni riporta-te in premessa e con le prescrizioni contenu-te nell’allegata Istruttoria Tecnica, parteintegrante- - della presente determinazione(rif. inf. 01), che qui si intendono integralmen-te richiamate, il progetto relativo ad unimpianto per il recupero di rifiuti pericolosi

R2 (rigenerazione -recupero solventi prodot-ti presso lo stabilimento) nel comune di Osi-mo, presentato dalla società MAIT SpA il30.03.2012, con nota assunta al protocollodell’Ente n. 48778 del 02.04.2012, così comeintegrato nel corso del presente procedimento.

II. Di trasmettere il presente atto alla societàMAIT SpA, con sede in via in via Flaminia IIn. 149/153 - 60027 Osimo (AN).

III. Di provvedere alla pubblicazione, per estrattosul B.U.R. Marche e in versione integrale sulsito web della Provincia di Ancona, dell’esi-to della presente procedura di verifica ai sen-si dell’art. 8, comma 11 della l.r. 3/2012.

IV. Di trasmettere copia del presente provvedi-mento al Comune di Osimo, per quanto dicompetenza ai sensi della l.r. 3/2012.

V. Di trasmettere copia del presente attoall’Area Ambiente del Settore I - Tutela eValorizzazione dell’Ambiente dello scriventeDipartimento.

VI. Di dare atto che il presente provvedimen-to non sostituisce nessun altro parere oautorizzazione richiesti dalle vigenti norme eche viene emesso fatti salvi eventuali diritti diterzi.

VII. Di dare atto che il presente provvedimentonon comporta per sua natura impegno di spe-sa.

VIII. Di comunicare inoltre, ai sensi dell’art. 3,quarto comma, della Legge 7 agosto 1990 n.241, che contro il provvedimento in oggettopuò essere proposto ricorso giurisdizionale,con le modalità di cui al d.lgs. 2 luglio 2010 n.104, al Tribunale Amministrativo Regionale,ovvero ricorso straordinario al Capo dello Sta-to ai sensi del D.P.R. 24 novembre 1971 n.1199, rispettivamente entro 60 e 120 giorni.

omissis

PER IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTOIL FUNZIONARIO DELEGATO

Dott.ssa Raffaela Romagna

_______________________________________________________

Provincia di Ascoli PicenoDeterminazione Dirigenziale n. 12 del22/01/2013 - L. 236/93 - Formazione conti-nua - 3° Bando per la gestione dei progetti diriqualificazione per “Operatore Socio Sanita-rio” - Approvazione graduatorie dei progettiformativi presentati ai sensi della Determina-zione Dirigenziale n. 230 del 05/05/2012(CIG 428708674)”.

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_______________________________________________________

Provincia di MacerataDeterminazione Dirigenziale n. 390 - 10° Set-tore del 09-11-2012 - D.Lgs. 152/2006 art.23e ss. e L.R. 7/2004 art.9: Procedura di VIA.Progetto: “Art.208, D.Lgs. 152/2006 - Autoriz-zazione Unica di cui alla D.D. n. 8-12° Settoredel 17/01/2011 ottemperanza alla prescrizio-ne di cui al punto 7”. - Impianto di recuperorifiuti non pericolosi sito in frazione Maddale-na nel Comune di Muccia. Ulteriori comuniinteressati: Pieve Torina e Pievebovigliana.Proponente: FENIX WASTE S.R.L. - Archivia-zione ai sensi dell’art. 26 comma 3 ter delD.Lgs. 152/2006.

IL DIRIGENTE

omissis

DETERMINA

1) DI ARCHIVIARE per le motivazioni addottenel documento istruttorio, la procedura di valu-tazione di impatto ambientale del progetto pre-sentato dalla Ditta FENIX WASTE S.r.l. aventesede legale in Via Belluno n. 16 del Comune diRoma, (P.I. 11557151005) per la gestione di unimpianto di recupero rifiuti non pericolosi sito inFrazione Maddalena nel Comune di Muccia;

2) DI DISPORRE che il presente provvedimentovenga notificato al rappresentante legale pro-tempore della Ditta FENIX WASTE S.r.l. edal Curatore fallimentare della Ditta Ist GroupS.r.l. in Liquidazione, Sig. Falsetti Fabio domi-ciliato in Via Dante Alighieri n. 54 nel Comunedi San Severino Marche;

3) 3) DI DISPORRE che il presente provvedi-mento venga trasmesso a tutti i soggetti cui èstato comunicato l’avvio del procedimento;

4) DI DISPORRE che il presente provvedimentovenga pubblicato per estratto sul B.U.R. dellaRegione Marche;

5) DI DARE ATTO che il presente atto per sua natu-ra non comporta impegno di spesa;

6) DI DARE ATTO, infine che, contro il presenteprovvedimento è ammesso ricorso al T.A.R.entro 60 giorni o, in alternativa, ricorso straordi-nario al Capo dello Stato entro 120 giorni.

Macerata, li 09 novembre 2012

IL DIRIGENTE DEL SETTORE AMBIENTEDOTT. LUCA ADDEI

ALLEGATI• Studio Impatto Ambientale- Flow sheet rifiuti• Tavole SIA (1-11): - Descrizione macchinari impianto- Localizzazione - - Gestione delle acque- Analisi dei vincoli - Emissioni in atmosfera- Planimetria impianto - Viabilità del centro- Piante e Prospetti capannone Stato - Sintesi non tecnica fisico- Stato fisico- Progetto definitivo e suoi allegati - Gestione dei rifiuti

_______________________________________________________

Provincia di MacerataDeterminazione Dirigenziale n. 55 - 6° Settoredel 28-01-2013 - “POR Marche OB 2 -FSE2007/2013 – Asse I Adattabilità – DD n.469/VI/2011 – Avviso Pubblico volto alla con-cessione di Incentivi alle Imprese per la Inno-vazione Tecnologica e Organizzativa della Pro-vincia di Macerata – Formalizzazione di alcu-ne rinunce e decadenze e pronuncia della per-dita di efficacia della graduatoria aprovatacon DD n. 95/VI del 14/03/2012.

IL DIRIGENTE

omissis

DETERMINA

- di procedere alla formalizzazione delle rinunce edecadenze per alcuni beneficiari, indicati detta-gliatamente nel documento istruttorio;

- di pronunciare la perdita dell’efficacia della gra-duatoria approvata con DD n. 95/VI del14/03/2012;

- di stabilire che le risorse resesi disponibili pari adEuro 121.582,25, ricadenti nel capitolo 1622 sonosuddivise tra gli impegni come segue :

- 10/2541.3 Euro 32.520,00- 11/2335 Euro 89.062,25- che le risorse di cui al punto precedente potranno

essere utilizzate per altri interventi previsti nellostesso asse di riferimento;

- di pubblicare per estremi il presente provvedimen-to all’Albo Pretorio on line della Provincia di

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Macerata e per estratto sui sito istituzionale del-l’Ente c al BUR. Marche.

Macerata, li 28-01-2013

IL DIRIGENTE DEL SETTOREPOLITICHE DEL LAVORO E FORMAZIONE

Gattafoni Graziella

_______________________________________________________

Provincia di FermoR.D. 1775/1933 e L.R. 19/88 e s.m.i. Autoriz-zazione alla costruzione ed esercizio di elet-trodotto BT in cavo interrato in C. da San Pie-tro tra i Comuni di Monte Vidon Corrado (FM)e Montappone (FM). Società proponente: EnelDistribuzione S.p.A.. - Determinazione Dirigen-ziale della Provincia di Fermo n. 5RS/64RGdel 24/01/2013

AUTORIZZAZIONE ALLA COSTRUZIONEED ALL’ESERCIZIO DI NUOVO

ELETTRODOTTOVista l’istanza prot. 29145 del 13/07/2011 della DittaENEL S.p.A., con sede in Viale Treveri n. 192 adAscoli Piceno (AP).Con Determinazione n. 5RS/64RG del 24/01/2013del Dirigente del Settore Servizio Genio Civile eProtezione Civile della Provincia di Fermo è sta-ta autorizzata la Ditta ENEL DistribuzioneS.p.A., per la parte di competenza ai sensi dellaL.R. 19/1988 e s.m.i., alla costruzione ed all’eser-cizio di un elettrodotto BT cavo interrato in C.daSan Pietro tra i Comuni di Monte Vidon Corrado(FM) e Montappone (FM), a servizio di un ripeti-tore di telefonia mobile della Società EricssonTelecomunicazioni Spa con le seguenti disposizio-ni:• ai sensi dell’art. 9 della L.R. 19/1988, del comma 1

art. 12 del D.Lgs. 387/2003 e dell’art. 52-quater delD.Lgs. 330/2004, il presente provvedimento diautorizzazione ha efficacia di dichiarazione di pub-blica utilità, nonché di indifferibilità ed urgenza del-le opere relative all’elettrodotto medesimo;

• ai sensi dell’art. 14 della L.R. 19/1988 e s.m.i.,l’Opera in parola venga dichiarata inamovibile;

• qualora l’opera non risultasse conforme allo stru-mento urbanistico vigente, venga disposta laVariante al Piano Regolatore dei Comuni interessa-ti, ai sensi e per gli effetti dell’art. 19 comma 3 delD.P.R. 327/2001 e dell’art. 52 quater del D.Lgs.330/2004 e s.m.i. e/o il recepimento della stessanel proprio Strumento Urbanistico anche ai fini delD.P.C. M. del 08/07/2003;

• ai sensi e per gli effetti del D.P.R. 327/2001 e delD.Lgs. 330/2004 e s.m.i., venga disposto il vinco-

lo preordinato all’esproprio per i fondi interessatidall’Opera con i proprietari dei quali non si èaddivenuti ad accordo bonario.

IL DIRIGENTEIng. Stefano Babini

_______________________________________________________

Comune di CastelbellinoApprovazione definitiva variante parziale alPRG comunale per area produttiva in localitàScorcellletti

IL RESPONSABILE DELL’U.O. 2 AREATECNICA - URBANISTICA

RENDE NOTO

Che il Consiglio Comunale, con propria Delibera-zione n. 44 del 26.11.2012, ha approvato definitiva-mente una VARIANTE PARZIALE al vigente PianoRegolatore Generale di Castelbellino, in Loc. Scor-celletti, ai sensi della Legge Regionale 05.08.1992 n.34, e ss.mm ii. Atto di seguito riportato:

IL CONSIGLIO COMUNALE

omissis

DELIBERA

1) Di prendere atto che la Provincia di Ancona, conDeliberazione della Giunta Provinciale n. 147 del20.11.2012, ha espresso parere favorevole conrilievi, ai sensi dell’art. 26 della L.R. 34/1992,uniformandosi al parere, del Comitato Tecnico n.37/2012 del 13.11.2012, precisando che:

“ ….. Il procedimento prevista dall’art. 26 terdella L.R. 34/92 e ss.mm.ii. non risulta appli-cabile alla trasformazione relativo all’area 2(confronta schema grafico allegato), non essen-do quest’ultima inserita nel Piano delle Aliena-zioni e Valorizzazioni del patrimonio comunale.Per detta trasformazione, fermo restando i con-tenuti e le finalità della modifica n. 2 così comeproposta con la presente variante, si dovrà pro-cedere con una variante ordinaria, e quindi sog-getta alle procedure di cui all’art. 26 della L.R.34/92”,

2) Di approvare definitivamente, ai sensi dell’art.26, comma 6, lett. a) della L.r. 34/1992, la varian-te parziale al P.R.G. Comunale, uniformandosi alparere della Giunta Provinciale n. 147 del20.11.2012 ed in particolare, intendendosi defini-tivamente inserita “l’area 1” (vedi schema grafi-

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co, localizzazione delle aree oggetto di variantedi cui, al parere del comitato tecnico 37/2012,sopra riportato) riguardante la zona produttivaartigianale.

3) Di dare atto che “l’area 2” seguirà l’iter di appro-vazione stabilito dal comma 1 dell’art. 26 dellaL.R. 34/1992 e pertanto fatta salva l’adozionedella stessa, precedentemente avvenuta con Deli-berazione di Consiglio Comunale n. 27/2012, lastessa verrà pubblicata per 60 giorni consecutivipresso la segreteria del Comune, dando notiziadel deposito mediante avviso all’albo, sulle pagi-ne locali di almeno un giornale a diffusioneregionale, nonché mediante l’affissione di mani-festi.

4) Di trasmettere il presente atto alla Giunta provin-ciale come previsto dall’art. 26 comma 9 dellaL.R. 34/1992.

5) Di pubblicare sul B.U.R. Marche l’estratto deldeliberato del presente atto ai sensi dell’art. 40comma 2 bis della L.R. 34/1992.

6) Di procedere alla vendita dei due beni immobili,indicati nel piano delle alienazioni, anno 2012,approvato con precedente Deliberazione delConsiglio Comunale n. 17/2012.

7) Di dare mandato al Responsabile dell’UfficioTecnico Comunale all’emissione di tutti gli attiriguardanti e necessari la vendita degli immobili:stima, gara, pubblicazioni, frazionamenti e stipu-la degli atti notarili, in conformità al regola-mento per l’alienazione del patrimonio immo-biliare comunale, approvato con deliberazionedel Consiglio Comunale n. 79/2009.

8) Di dare atto che il presente provvedimento noncomporta impegno di spesa.

9) Di dichiarare, con apposita, separata ed unanimevotazione favorevole, il presente atto immediata-mente eseguibile, ai sensi e per gli effetti del-l’art.. 134, comma 4, del D.Lgs. n. 267/2000.

IL RESPONSABILE DELL’U.O. 2AREA TECNICA URBANISTICA

Geom. Bruno Torelli

_______________________________________________________

Comune di Castelraimondo Decreto del Responsabile del Servizio LL.PP.ed Urbanistica prot. n. 1351 del 31.01.2013. -D.P.R 495/92 e seguenti modifiche ed integra-zioni, D.Lgs. 285/92 e seguenti modifiche edintegrazioni, Legge 120/2010. Declassifica-zione e sdemanializzasione di un tratto distrada vicinale denominata “Dei Ranghi” inloc. Carborello di Crispiero.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO LL.PP. ED URBANISTICA

omissis

DECRETA

1) Di richiamare le premesse quali parti integranti del pre-sente decreto.

2) Di declassificare e sdemanializzare, in esecuzionedella deliberazione del Consiglio Comunale n. 53del 29.09.2011, nel territorio del Comune di Castel-raimondo (MC), un tratto di strada vicinale, in quan-to non più utilizzato, meglio individuato al foglio n.33 del catasto terreni del Comune censuario di Castel-raimondo con il mappale n. 389, della consistenza dim2 301.

Il presente atto, viene pubblicato per estratto sul Bolletti-no Ufficiale della Regione Marche e verrà trasmessoentrò un mese dalla pubblicazione al Ministero dei LL.PP.- Ispettorato generale per la Circolazione e la SicurezzaStradale di Roma, per la registrazione nell’archivioNazionale delle Strade di cui all’art. 226 del Codice, aisensi dell’art. 3, comma 4, del D.P.R. 16.12.1992 n. 495.Il presente atto ha efficacia dall’inizio del secondomese successivo a quello della sua pubblicazione nelB.U.R. Marche, ai sensi dell’art. 3, comma 5 del D.P.R.495/1992.

Il Responsabile del Servizio LL.PP. ed Urbanistica

Ing. Gian Mario Brancalconi

_______________________________________________________

Comune di GrottazzolinaDetermina del responsabile dell’Area Urbani-stica n. 1 del 28/01/2013: lavori di “restauroe valorizzazione ex chiesa di Santa Maria apiè di Costa” – ordine di deposito delle inden-nità provvisorie di esproprio e di servitù per-petua alla Cassa Depositi e Prestiti.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO

omissis

DETERMINA

1) di disporre il deposito presso la presso la cassaDepositi e Prestiti Tesoreria Provinciale di Asco-li Piceno dell’ indennità provvisoria di esproprioper la realizzazione dei lavori di “RESTAURO EVALORIZZAZIONE EX CHIESA DI SANTAMARIA A PIE’ DI COSTA” a favore della dittadi seguito elencata e nell’importo indicato accan-to,– a titolo di indennità provvisoria di esproprio

non accettata:

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_______________________________________________________

Città di MatelicaAvviso di approvazione da parte del Comunedi Matelica di una variante Parziale al PianoRegolatore Generale ai sensi dell’art. 26 dellaL.R. 34/92 e di approvazione di n. 2 Pianiattuativi ai sensi dell’art. 30 della LR 34/92.

Comune di Matelica - Approvazione della Varian-te Parziale al Piano Regolatore Generale per lamodifica dell’area in loc. Casette San Domenico, inloc. Piane, in loc. Petrara, per la modifica di alcuniarticoli delle NTAdel PRG e per la modifica dell’areadi rispetto stradale lungo le strade provinciali all’in-terno del centro abitato.“Il Comune di Matelica con Delibera di ConsiglioComunale n. 10 del 26/04/2012 ha approvato laVariante Parziale al Piano Regolatore Generale delComune di Matelica per la modifica di alcune aree:in loc. Casette san Domenico, Piane, Petrara, perla modifica di alcuni articoli delle Norme Tecnichedi Attuazione del Piano Regolatore Generale e perla modifica dell’area di rispetto stradale lungo lestrade provinciali all’interno del centro abitato diMatelica.

Comune di Matelica - Approvazione del Piano diRecupero di cui all’art. 2, comma 3, della L.R. n.22/09 e ss.mm.ii, per la ristrutturazione del fab-bricato ex Cinema Italia.“Il Comune di Matelica, con Delibera di GiuntaMunicipale n. 142 del 216/07/2012, ha approvato, aisensi dell’art. 30 della L.R n. 34/92, il Piano diRecupero di cui all’art. 2 comma 3 della L.R n.22/09 e ss.mm.ii, per la ristrutturazione del fabbri-cato ex Cinema Italia, sito nel centro storico diMatelica, isolato n. 28.

Comune di Matelica - Approvazione dellaVariante parziale al Piano Particolareggiato delCentro Storico – fabbricati sito in Via Umberto I°n. 45 - u.m.i n. 9 dell’isolato n. 59.“Il Comune di Matelica ha approvato, ai sensi del-l’art. 30 della L.R. n. 34/92, con Delibera di Giun-ta Municipale n. 181 del 01/10/2012, la Varianteparziale al Piano Particolareggiato del Centro Sto-rico – relativamente al fabbricato sito in Via Umber-to l° n. 45 – unità minima d’intervento n. 9 dell’iso-lato n. 59.

_______________________________________________________

Comune di RecanatiAtto di G. C. n. 235 del 13/12/2012 - L.R.34/1992 – L.R. 22/2009 e ss.mm.ii. piano direcupero di iniziativa privata “Casa Torre –ditta Guzzini Paolo”. Approvazione definitiva.

LA GIUNTA COMUNALE

omissis

DELIBERA

1. Le premesse formano parte integrante e sostan-ziale del presente atto;

2. Approvare definitivamente, ai sensi di quantodisposto dall’art. 30 della L.R. n. 34/92, il Pianodi Recupero di iniziativa privata, previsto dall’art.1, co. 6, e per effetto dell’articolo 2, della L.R.22/2009 e s.m.i., presentato dal Sig. Guzzini Pao-lo, nato a Recanati il 11/08/1953, residente inRecanati via Beato Placido n. 22, C.F. GZZ PLA53M11 H211A, riguardante il progetto di sostitu-zione edilizia del vecchio complesso immobiliareinsistente sull’area di sua proprietà, ubicato inC.da S.Croce n. 62, identificato al foglio 72, map-pali 33/ 49/ 51/ 182/ 184/ 185/ 187/ 190/ 191/192/ 194/ 195/ 197/ 200/ 201/ 202, per una super-ficie complessiva di 37.510 mq, a firma del Dott.Arch. Giuliano Andreoli di Modena:

- Relazione Geologica

- Allegato A: Relazione tecnica.

- Allegato B: Norme tecniche d’attuazione.

- Allegato C: Rilievo fotografico.

- Allegato D: Estratto di mappa e certificatocatastale.

- Allegato E: Estratto P.R.G.

- Allegato F: Estratto L.R. n.22 del 08.10.2009detta “Piano casa”.

- Allegato G: STATO DI FATTO - Volume map-pale n°33 sub.3 - Scala 1:200.

- Allegato H: STATO DI FATTO - Volume map-pale n°190 - Scala 1:200.

- Allegato I: STATO DI FATTO - Volume map-pali n°191 e n°33 sub.5 - Scala 1:200.

- Allegato L: PROGETTO - Calcolo volumeimmobile “A” (ampliamento del mappale n. 33sub.3) -Scala 1:200.

- Allegato M: PROGETTO - Calcolo ‘Volumeimmobile “B” (ampliamento del mappale n.190) - Scala 1:200.

- Allegato N: PROGEITO - calcolo volume immo-bile “C” (ampliamento del mappale n. 33 sub.5) -Scala 1:200.

- Allegato O: PROGETTO - Calcolo volume auto-rimessa multipla (ampliamento del mappale 191)- Scala 1:200

- Tavola n.1: STATO DI FATTO - Planimetriagenerale - Scala 1:1000.

- Tavola n.2: STATO DI FATTO - Piante mappa-le n°33 sub.4 - Scala 1:100.

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- Tavola n. 3: STATO DI FATTO - Prospetti esezioni mappale n°33 sub.4 - Scala 1:100.

- Tavola n.4: STATO DI FATTO - Piante pro-spetti mappale n°31 sub.5 - Scala 1:100.

- Tavola n.5: STATO DI FATTO - Piante mappa-le n°190 - Scala 1:100.

- Tavola n.6: STATO DI FATTO - Prospetti esezione mappale n°190 - Scala 1:100.

- Tavola n.7: STATO DI FATTO - Piante pro-spetti e sezione mappale n°191- Scala 1:100.

- Tavola n.8: PROGETTO - Planimetria genera-le e profili - Scala 1:500.

- Tavola n.9: PROGETTO - Planimetria genera-le piani seminterrato e interrato - Scala 1:100.

- Tavola n10: PROGETTO - Pianta piano inter-rato - Scala 1:100.

- Tavola n.11: PROGETTO - Pianta piano terra -Scala 1:100.

- Tavola n12: PROGETTO - Pianta piano primo- Scala 1:100.

- Tavola n13: PROGETTO - Pianta soppalco -secondo piano torretta - Scala 1:100.

- Tavola n.14: PROGETTO - Pianta delle coper-ture - Scala 1:100.

- Tavola n.15: PROGETTO - Prospetti Nord,Sud - Scala 1:100.

- Tavola n.16: PROGETTO - Prospetti est, ovest- Scala 1:100.

- Tavola n.17: PROGETTO - Sezione A-A,Sezione B-B - Scala 1:100.

- Tavola n.18: PROGETTO - Sezione C-C,Sezione D-D - Scala 1:100.

- Tavola n.19: PROGETTO - Piante, prospetti esezioni garage - Scala 1:100.

- Tavola n.20: PROGETIO - Rete fognaria pianiseminterrato e interrato - Scala 1:200.

- Tavola n.21: PROGETTO - Rete fognarla pia-no terra.

- Tavola n.22: PROGETTO - Piante piani semin-terrato ed interrato Visitabilità -Adattabilità -L.13/1989 -D.M. 236/1989 - Scala 1:200.

- Tavola n.23: PROGETTO - Piante piani terra,primo, soppalco e secondo torretta, Visitabilità-Adattabilità - L. 13/1989 - D.M. 236/1989 -Scala 1:200.

- Tavola n.24: PROGETTO - Unità immobiliari- Planimetrie piani seminterrato, interrato e ter-ra - Scala 1:500.

- Tavola n25: PROGETTO - Unità immobiliari -Piante - Scala 1:200.

- Tavola n26: PROGETTO - Recinzioni.- Tavola n.27: PROGETTO - Viste fotorealisti-

che dei prospetti - Scala 1:200.

- Tavola n.28: PROGETTO - Viste fotorealisti-che.

- Progetto Impiantistico energetico - ProtocolloITACA Regione Marche - Relazione Introdut-tiva.

- Relazione tecnica ITACA - Protocollo Sinteti-co ITACA Marche - Edificio Residenziale.

- Protocollo ITACA Sintetico.- Protocollo ITACA Sintetico: Elenco Criteri.- Relazione Tecnica: Rispondenza alle prescri-

zioni in materia di contenimento del consumoenergetico.

- Schede Tecniche- Tavola E1: PROGETTO - Impianto di Illumi-

nazione e Punti di Comando - Scala 1:100.- Tavola E2: PROGETTO - Impianto Elettrico

Esterno e Impianto di Terra - Scala 1:200.- Tavola M1 PROGETTO - Impianto di riscalda-

mento a Pannelli Radianti - Scala 1:100.- Tavola M2: PROGETTO - Schema di Centrale

e Distribuzione Principale - Scala 1:100.- Tavola M3: PROGETTO - Impianto di Ventila-

zione meccanica Controllata - Scala 1:100.3. Dare atto che, ai fini conoscitivi, l’atto di adozio-

ne del piano di recupero in oggetto, verrà tra-smesso al BUR per le pubblicazioni di rito;

4. Dare mandato al Dirigente dell’ Area Tecnica -Dott. Arch. Maurizio Paduano alla stipula dellaconvenzione per l’attuazione del piano di recupe-ro in questione;

5. Designare quale responsabile del procedimentoamministrativo e dell’esecuzione del presenteatto il Responsabile del Servizio Programmazio-ne e Gestione del Territorio - Dott. Arch. ClaudioAgostinelli;

6. Dichiarare il presente atto immediatamente eseguibi-le ai sensi dell’art. 134, 4° comma, del D. Lgs.267/2000.

_______________________________________________________

Comune di SaltaraStatuto dell’Unione dei Comuni “Valle del Metauro”approvato dal Consiglio Comunale con deliberazionen. 69 in data 29/12/2012.

STATUTO DELL’UNIONE DEI COMUNI“VALLE DEL METAURO”

TITOLO I- PRINCIPI FONDAMENTALI Art. 1 Istituzione dell’UnioneArt 2 Statuto e regolamentiArt. 3 Finalità e ruolo dell’Unione

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Art. 4 Obiettivi programmaticiArt, 5 Criteri generali dell’azione amministrativaArt. 6 Durata dell’UnioneArt. 7 Recesso di un Comune dall’Unione ed ade-sione di nuovi Comuni Art. 8 Funzioni dell’UnioneArt 9 Modalità di attribuzione delle funzioni e servi-zi all’Unione Art. 10 Modalità di gestione delle funzioni e servi-zi.trasferiti Art. 11 Modalità di ripartizione spese ed entrate

TITOLO II - ORGANI DI GOVERNO Capo I - Organi dell’Unione Art 12 Organi dell’Unione

Capo II - Il ConsiglioArt. 13 Composizione del Consiglio Art. 14 Competenze del ConsiglioArt. 15 Presidenza del ConsiglioArt. 16 Diritti e doveri dei ConsiglieriArt. 17 Decadenza e dimissioni dei ConsiglieriArt. 18 Garanzia delle minoranze e controllo consi-liareArt. 19 Regolamento per il funzionamento dei Con-siglio

Capo III - Il Presidente e la Giunta Art 20 Il PresidenteArt. 21 Competenze del PresidenteArt. 22 Vice presidenteArt. 23 Composizione e nomina della Giunta Art. 24 Competenze della GiuntaArt. 25 Cessazione dalla carica di Assessore Art. 26 Funzionamento della Giunta

TITOLO III - FORME ASSOCIATIVE PARTE-CIPAZIONE POPOLARE ED ACCESSOArt. 27 – Forme associativeAd. 28 - Partecipazione popolare Art. 29 – Accesso agli atti

TITOLO IV - ORGANIZZAZIONE AMMINI-STRATIVAArt. 30 Principi generaliArt. 31 Principi in materia di ordinamento degli uffi-ci Art. 32 Organizzazione degli uffici e dei serviziArt. 33 Il Personale

Art. 34 SegretarioArt. 35 Servizi pubblici locali

TITOLO V - FINANZE E CONTABILITÀArt.. 36 Finanze dell’UnioneArt. 37 Bilancio e programmazione finanziaria Art. 38 Risultati della gestioneArt. 39 Ordinamento contabile e servizio finanziarioArt. 40 Revisione economica e finanziariaArt. 41 Affidamento del servizio di tesoreria

TITOLO VI NORME TRANSITORIE E FINA-LI

Capo I - Norme transitorieArt. 42 Disposizioni transitorieArt. 43 Inefficacia delle norme regolamentari comu-nali incompatibili

Capo II -.Norme finali Art. 44 Norma finale

STATUTOTITOLO I

PRINCIPI FONDAMENTALI

Art. lIstittizione dell’Unione

1. In attuazione dell’art. 32 del Decreto Legislativo18/08/2000, n. 267 è costituita trai Comuni diCartoceto, Montemaggiore al Metauro, Saltaro eSerrungarina, l’Unione dei Comuni “Valle delMetauro”..

2. La sede dell’Unione è presso il Comune di Salta-ra.

3. Le adunanze degli organi collegiali, si tengono,di norma, presso il Comune ove e Sindaco il Pre-sidente dell’Unione.

4. La sede operativa dell’Unione è presso il Comu-ne di Montemaggiore al Metauro. Gli uffici pos-sono situarsi anche ‘in sedi diverse, ma ricom-prese nell’ambito del territorio dell’Unione.

5. L’Unione dei Comuni è un Ente Locale con auto-nomia statutaria nell’ambito dei principi fissatidalla Costituzione, dalle norme comunitarie, sta-tali e regionali.

6. I suoi organi collegiali si riuniscono, di norma,nella sede dell’Ente o, su decisione dei rispettivipresidenti, in luoghi diversi per assicurare la pre-senza dell’Istituzione in tutto il territorio.

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7. L’ambito territoriale dell’Unione coincide conquello dei Comuni che la costituiscono.

8. L’Unione dei Comuni si identifica, negli atti e nelsigillo, con il nome Unione Comuni “Valle delMetauro” e con lo stemma dell’Ente, compostoda quattro quadrati formanti un altro quadrato piùgrande smussato ai quattro angoli; in ognuno, diquesti quadrati, è posizionata un’icona in negati-vo desunta dallo stemma di ogni Comune, stiliz-zata, proporzionata e centrata.

9. L’Unione dei Comuni può dotarsi di un propriogonfalone di rappresentanza, riportante lo stem-ma dell’Unione.

10.L’uso dello stemma e del gonfalone, nonché leloro caratteristiche particolari, sono disciplinatida apposito; regolamento, che disciplina ‘anche icasi di concessione in uso dello stemma ad entied associazioni aventi sede nel territorio dell’U-nione dei Comuni e le relative modalità d’uso.

11. L’Unione ha un proprio Albo Pretorio on-lineistituito anche ai sensi dell’art. 124, ,comma 2,del Decreto Legislativo 267/2000, necessario,per la pubblicazione degli atti ed avvisi nei casiprevisti dalla legge, dallo Statuto e dai regola-menti.

Art. 2Statuto e regolamenti

1. Lo Statuto, approvato con le modalità previstedall’art. 32 del D. Lgs. 267/2000, nell’ambito deiprincipi fissati dalla legge, determina le normefondamentali dell’organizzazione e dell’attivitàdell’Unione dei Comuni, alle quali devonoconformarsi tutti gli atti sotto ordinati.

2. Le deliberazioni di revisione dello Statuto sonoapprovate dai Consigli Comunali e dal Consi-glio dell’Unione con le medesime modalità pre-viste per l’approvazione dello Statuto stesso,nel rispetto di quanto stabilito dall’art.32, comma6 del D.Lgs. n.267/00.

3. L’Unione dei Comuni emana regolamenti nellematerie previste dalla legge e dal presente Sta-tuto e, in generale, nelle materie di propria com-petenza.

Art. 3Finalità e ruolo dell’Unione

1. L’Unione si costituisce per lo svolgimento di unapluralità di funzioni e servizi dei Comuni aderen-ti. A tal fine, essa rappresenta l’ambito ottimaleper la gestione associata, ai sensi del D.Lgs.n.267/00 e delle leggi regionali.

2. L’Unione, nell’attuazione dei suoi compiti, per-segue obiettivi di:– pari opportunità, garantendo a tutti i cittadini

dell’area i medesimi diritti di accesso ai servi-zi, con particolare riguardo ai residenti nei pic-coli Comuni;

- efficienza e contenimento dei costi, ottimizzan-do il rapporto tra i costi stessi e la qualità delservizio, attraverso le economie di scala deri-vanti dall’uso integrato dei fattori di produzio-ne interni ed esterni all’ente, in direzione diuna tendenziale riduzione dei costi;

- efficacia, aumentando la specializzazione degliaddetti per una maggiore qualità dei servizi;

- sviluppo di politiche integrate unitarie, perimpiegare al meglio le vocazioni e potenzialitàdi ciascun territorio;

3. L’Unione dei Comuni, nella propria autonomia,persegue inoltre i fini istituzionali di cui al pre-sente Statuto, in armonia con l’interesse deiComuni aderenti e nel rispetto dei principi di sus-sidiarietà e adeguatezza, di differenziazione.

4. E’ compito dell’Unione promuovere l’integrazio-ne dell’azione amministrativa fra i Comuni che lacostituiscono, da realizzarsi mediante la pro-gressiva unificazione di funzioni e servizicomunali e l’armonizzazione dei loro atti norma-tivi.

5. L’Unione è sede di confronto politico-istituzio-nale sui temi programmatici di valenza sovracomunale. La finalità è il conferimento di mag-giore autorevolezza distrettuale nelle sedi e nellescelte programmatiche regionali e provinciali,.

Art. 4Obiettivi programmatici

1. Nel rispetto del principio di sussidiarietà sonoobiettivi prioritari dell’Unione:a) promuovere e concorrere allo sviluppo socio-

economico del territorio dell’Unione, anchefavorendo la partecipazione dei soggetti pub-blici e privati alla realizzazione di strutture diinteresse generale compatibili con le risor-se ambientali. A tal fine, essa promuovel’equilibrato assetto del territorio nel rispettoe nella salvaguardia dell’ambiente e dellasalute dei cittadini; valorizza inoltre il patri-monio storico, culturale ed artistico dellecittà;

b) favorire il miglioramento della qualità dellavita della propria popolazione per risponderepiù appropriatamente alle esigenze occorrential completo sviluppo della persona;

c) armonizzare l’esercizio delle funzioni e deiservizi ad essa conferiti con le esigenze gene-rali dei cittadini, assicurando un uso equo del-le risorse;

d) esercitare un controllo più efficace sulle

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società ed enti che gestiscono servizi per con-to dell’Unione;

e) ampliare il numero delle funzioni e dei servi-zi rispetto a quelli prima gestiti dai singoliComuni, assicurandone l’efficienza e la mag-giore economicità a vantaggio della colletti-vità;

f) attivare ed estendere nuovi servizi e funzioniche per le loro caratteristiche si prestano allagestione in forma associata.

Art. 5Criteri generali dell’azione amministrativa

1. L’azione amministrativa dell’Unione tende alcostante miglioramento dei servizi offerti e iall’allargamento della loro fruibilità, alla rapiditàe alla semplificazione dei procedimenti di suacompetenza e al contenimento dei costi.

2. In particolare l’Unione:a) raccorda la propria azione amministrativa con

quella degli altri enti pubblici operanti sul ter-ritorio; informa i rapporti con i Comuni par-tecipanti e con gli altri enti pubblici al prin-cipio della leale collaborazione;

b) definisce la propria struttura organizzativasecondo criteri di responsabilità e di separa-zione funzionale tra indirizzo politico egestione;

c) assume e gestisce i servizi pubblici localisecondo criteri di economicità, efficacia edefficienza;

d) promuove la semplificazione dell’attivitàamministrativa.

Art. 6Durata dell’Unione

1. L’Unione è costituita a tempo indeterminato.2. Lo scioglimento dell’Unione è disposto con la

approvazione di una uguale deliberazione con-siliare da parte di tutti i Comuni partecipanti,adottata con le stesse procedure e la stessa mag-gioranza richieste per le modifiche statutarie. Aseguito di tale delibera, i Comuni, oltre a ritorna-re nella piena titolarità delle funzioni e dei com-piti precedentemente conferiti, succedono all’U-nione in tutti i rapporti giuridici e in tutti i rap-porti attivi e passivi, in proporzione alla quota diriparto stabilita ín riferimento ad ogni singolafunzione o servizio.

Art. 7Recesso di un Comune dall’Unione

ed adesione di nuovi Comuni1. Ogni Comune partecipante può recedere unilate-

ralmente dall’Unione, con le procedure e le mag-gioranze richieste per le modifiche statutarie.

2. II recesso deve essere deliberato entro il mese digiugno di ogni anno e ha effetto a decorrere dalprimo gennaio dell’anno successivo.

3. Nell’assumere rapporti obbligatori verso terzi enella stesura degli atti di conferimento dellagestione, gli organi dell’Unione hanno cura didisporre espressamente in merito all’evenienzadel recesso di uno o più dei Comuni che la costi-tuiscono o di scioglimento della gestione asso-ciata.

4. In caso di recesso da parte di uno o più Comunicostituenti, ogni Comune recedente ritorna nellapiena titolarità delle funzioni e dei servizi confe-riti all’Unione, perdendo comunque il diritto ariscuotere qualsiasi quota dei trasferimenti pub-blici maturati.

5, L’adesione all’Unione di nuovi Comuni va deli-berata da parte del Consiglio Comunale di talienti con le procedure e le modalità richieste perle modifiche statutarie. Essa è in ogni caso subor-dinata alla successiva modifica dello Statutoapprovata da parte dei Consigli dei Comuni giàaderenti all’Unione, con le modalità stabilite dal-l’art. 32, comma 6, del D.Lgs, n. 267/00.

Art. 8Funzioni dell’Unione

1. I Comuni possono attribuire all’Unione l’eserciziodi una pluralità di funzioni amministrative, siaproprie che delegate, nonché la gestione di servi-zi nell’ambito delle seguenti materie:a) Organizzazione generale dell’amministrazio-

ne, gestione finanziaria e contabile e control-lo;

b) organizzazione dei servizi pubblici di interes-se generale di ambito comunale, ivi compresii servizi di trasporto pubblico comunale;

c) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenu-te allo Stato dalla normativa vigente;

d) la pianificazione urbanistica ed edilizia diambito comunale nonché la partecipazionealla pianificazione territoriale di livello sovra-comunale;

e) attività, in ambito comunale, di pianificazionedi protezione civile e di coordinamento deiprimi soccorsi;

f) l’organizzazione e la gestione dei servizi diraccolta, avvio e smaltimento e recupero deirifiuti urbani e la riscossione dei relativi tri-buti;

g) progettazione e gestione del sistema localedei servizi sociali ed erogazione, delle relati-ve prestazioni ai cittadini, secondo quantoprevisto. dall’articolo 118, quarto comma,della. Costituzione;

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h) edilizia scolastica, organizzazione e gestionedei servizi scolastici;

i) polizia municipale e polizia amministrativalocale;

j) tenuta dei registri di stato civile e di popola-zione e compiti in materia di servizi anagrafi-ci nonché in materia di servizi elettorali e sta-tistici, nell’esercizio delle funzioni di compe-tenza statale

k) Servizio di promozione turistica.l) Servizio di promozione, valorizzazione, mela

culturale ed artistica del territorio m) Lavori pubblici e manutenzione del patrimo-

nio.I Comuni possono conferire all’Unione anche com-piti di rappresentanza nelle sedi provinciali, regiona-li e distrettuali di confronto e concertazione nei varisettori e relative agenzie e conferenze. L’elenco del-le funzioni e/o servizi conferiti in via di prima costi-tuzione, è indicato nell’allegato “A” alla delibera-zione di approvazione del presente Statuto del, qua-le non costituisce parte integrante e sostanziale.

Art. 9Modalità di attribuzione delle funzioni e servizi all’Unione

1. Il trasferimento delle funzioni e dei servizi di cuiall’art. 8 del presente Statuto viene effettuato conle seguenti modalità:• trasferimento da parte di tutti i Comuni dell’U-

nione;• trasferimento da parte: di due o più Comuni del-

l’Unione.2. Il trasferimento, sia di tutti che di due o più Comu-

ni, si perfeziona con l’approvazione, a maggio-ranza semplice, da parte dei Consigli Comunalidei Comuni aderenti, e subito dopo del Consigliodell’Unione, di una convenzione, da sottoscrive-re formalmente, che deve, in ogni caso, prevede-re:• il contenuto della funzione o del servizio trasfe-

rito;• i rapporti finanziari tra gli enti;• gli eventuali trasferimenti di risorse umane,

finanziarie e strumentali;• la periodicità ed i contenuti delle informazioni

da fornire ai Comuni;• eventuale durata, nel caso in cui la durata mede-

sima non coincida con quella dell’Unione;• modalità di recesso.

Contestualmente all’approvazione dello schema diconvenzione, Consiglio dell’Unione effettua una

verifica in merito alle modalità e condizioni del tra-sferimento, al fine di valutare l’accettazione o menodel trasferimento stesso. La mancata accettazionedovrà essere adeguatamente motivata al fine di con-sentire l’attivazione di un utile confronto con iComuni, teso a superare i motivi di contrasto.3. L’individuazione delle competenze oggetto di

trasferimento è operata attraverso la ricompo-sizione unitaria delle funzioni e dei servizi traloro omogenei, tale da evitare di lasciare in capoal Comune competenze amministrative residuali.

4. Il conferimento all’Unione di ulteriori funzioni ecompiti, non rientranti nelle materie di cuiall’art.8, costituisce integrazione del presenteStatuto ed è deliberato dai Consigli Comunali,con le procedure e le maggioranze richieste per lemodifiche statutarie.

5. L’Unione subentra ai Comuni nei rapporti inessere con soggetti terzi in relazione alle funzio-ni e ai compiti trasferiti all’atto dell’approvazio-ne della delibera con la quale si perfeziona taletrasferimento.

6. La revoca all’Unione di funzioni e compiti giàtrasferiti, è deliberata da tutti i Consigli Comu-nali, a maggioranza semplice, entro il mese disettembre di ogni anno ed effetto a decorreredal 1° gennaio dell’anno successivo; con lostesso atto i Comuni provvedono a regolare glieventuali profili successori.

Art. 10Modalità di gestione delle funzioni e

servizi trasferiti1. Le funzioni e servizi trasferiti sono gestiti:

• in economia, con impiego di personale proprioo comandato dai Comuni;

• mediante affidamento a terzi, in base a proce-dure ad evidenza pubblica;

• con le altre forme di gestione previste dallanormativa compatibile od applicabile agli entilocali;

• mediante affidamento diretto ad un Comunedell’Unione, con apposita convenzione:

2. Per lo svolgimento dei servizi generali di ammi-nistrazione nonché di attività strumentali all’e-spletamento delle sue funzioni, l’Unione provve-de o direttamente con personale proprio ocomandato oppure mediante convezione con unoo più Comuni dell’Unione.

3. L’Unione può stipulare convenzioni, ai sensi deldecreto legislativo n. 267/2000, finalizzate allagestione in forma associata di servizi con altriComuni non facenti parte della stessa o, con altreUnioni, purché tali servizi attengano a quelli tra-sferiti.

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Art. 11Modalità di ripartizione spese ed entrate

1. Le spese relative alle funzioni e ai servizi comu-nali affidati all’Unione sono ripartite tra i Cornu-ni affidatari, nel rispetto dei criteri statutari, Sullabase di parametri definiti ed approvati con delibe-razione dell’organo esecutivo dell’Unione allaquale gli enti si attengono per l’allocazione neirispettivi bilanci. Nell’individuazione delle spesel’organo esecutivo tiene conto di quelle diretta-mente correlate con l’esercizio delle funzioni o conl’espletamento dei servizi e di quelle relative allaparte di spese generali di funzionamento dell’U-nione. Queste ultime sono attribuite ad ogni fun-zione o servizio proporzionalmente all’incidenzache le relative spese dirette hanno nell’economiagenerale dell’Unione.

2. Le residue spese generali di funzionamento dell’U-nione, vengono ripartite tra tutti i Comuni aderen-ti all’Unione Per il 50% in misura proporzionalealla popolazione residente al 31 dicembre delsecondo anno precedente a quello di riferimento eper restante 50 per cento in misura fissa tra tutti iComuni aderenti alla Unione stessa.

3. Le spese relative ai singoli servizi vengono ripar-tite in base ai criteri previsti dalle rispettive con-venzioni, in ragione anche della natura e del baci-no di utenza di ciascun servizio.

4. Nel caso di conferimento di funzioni e servizi daparte di tutti i Comuni, le spese vengono riparti-te secondo le modalità fissate nelle relative con-venzioni; i relativi introiti e spese confluiscononel bilancio dell’Unione e contribuiscono a deter-minare il risultato della gestione.

5, Nel caso di conferimento di funzioni e servizi daparte della non integralità dei Comuni, per ciascunservizio o funzione trasferita viene predisposto unapposito centro di costo, nell’ambito del bilanciodell’Unione, attraverso il Piano. Esecutivo di Gestio-ne, allo scolpo di potere rilevare la gestione contabi-le del servizio. In questo caso il risultato dellagestione, sia per l’impiego dell’avanzo che per ilripiano del disavanzo, coinvolgerà esclusivamentei Comuni che hanno stipulato la relativa conven-zione.

TITOLO IIORGANI DI GOVERNO

Capo IOrgani dell’Unione

Art. 12Organi dell’Unione

1. Gli organi dell’Unione dei Comuni sono:

• il Consiglio;• la Giunta;• il Presidente.

2, Gli organi dell’Unione agiscono nell’esclusivointeresse dell’Unione dei Coinuni.

3. Essi costituiscono, nel loro complesso, il governodell’Unione dei Comuni di cui esprimono la,volontà politico-amministrativa, esercitando,nell’ambito delle rispettive competenze determi-nate dalla legge e dal presente Statuto, i poteri diindirizzo e di controllo su tutte le attivitàdell”Ente.

4. I componenti o i titolari degli organi dell’Unionedurano in carica fino al rinnovo degli Organicomunali di cui sono membri o titolari.

5. L’elezione, la revoca, le dimissioni, la cessazionedalla carica per altra causa degli organi elettiviodei loro singoli componenti e per la loro costitu-zione sono regolate dalla legge e dalle norme delpresente Statuto.

6. Gli organi dell’Unione, Presidente, Giunta e Con-siglio, sono formati, senza nuovi o maggiori one-ri per la finanza pubblica, da Amministratori incarica dei Comuni associati e a essi non possonoessere attribuite retribuzioni, gettoni e indennitào emolumenti in qualsiasi forma percepiti.

Capo IIIl Consiglio

Art. 13Composizione del Consiglio

1. Il Consiglio dell’Unione dei Comuni è compostodal Presidente dell’Unione e da 13 membri, elet-ti separatamente da ciascun Consiglio Comunale,a maggioranza semplice, tra i Consiglieri deiComuni appartenenti all’Unione, secondo ilseguente schema:• 4 per il. Comune di Cartoceto: il Sindaco e n. 3

membri (di cui 1 esponente della minoranza)• 3 per il Comune di Montemaggiore al Metau-

ro: il Sindaco e n, 2 membri (di cui 1 esponen-te della minoranza)

• 4 per il Comune di Saltara: il Sindaco e: n. 3membri (di cui I esponente della minoranza)

• 3 per il Comune di Serrungarina: Il Sindaco en. 2 membri (di cui 1 esponente della mino-ranza)

2. L’elezione dei Consiglieri dell’Unione avviene,entro 30 giorni dall’approvazione dello Statuto.

3. Decorso il termine di cui al comma 2 se unComune non ha provveduto all’elezione dei pro-pri rappresentanti, fino all’elezione medesimasono componenti a tutti gli effetti del Consiglio

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dell’Unione il Sindaco, nonché, ove necessario araggiungere il numero previsto di Consiglieri delComune, i Consiglieri Comunali di maggioranzae i Consiglieri Comunali di minoranza che hannoriportato nelle elezioni comunali la maggiorecifra individuale.

4. L’elezione dei Consiglieri dell’Unione vieneeffettuata in ciascun Consiglio Comunale convotazione separata dei Consiglieri di maggioran-za e di minoranza. Ciascun Consigliere di mag-gioranza o di minoranza può esprimere unsolo voto a favore di un Consigliere, rispetti-vamente di maggioranza o di minoranza. Sonoconsiderati nulli i voti espressi in modo difforrne.In caso di parità di voti viene eletto il Consiglie-re che nelle elezioni comunali ha riportato lacifra individuale più elevata, costituita dalla cifradi lista aumentata dai voti di preferenza:

5. II Consigliere eletto in qualità di Consigliere dimaggioranza o di minoranza, decade dalla carica.di Consigliere dell’Unione nel caso in cui nelConsiglio Comunale di appartenenza passi dauno schieramento all’altro. Tale decadenzaopera a far data dall’adozione di apposito attodeliberativo del Consiglio Comunale di apparte-nenza con ‘cui viene pronunciata la decadenzamedesima,

6. In caso di rinnovo del Consiglio Comunale, i com-ponenti del Consiglio dell’Unione durano, in cari-ca fino all’elezione dei nuovi rappresentanti da par-te dei singoli Consigli Comunali. In caso di scio-glimento di un Consiglio Comunale o di gestionecommissariale di un Comune, i rappresentanti delComune cessano dalla carica e vengono sostitui-ti da parte del nuovo Consiglio Comunale o damembri nominati dal nuovo commissario.

7. Salvo il caso di cui al comma precedente, ogniConsigliere dell’Unione, cessando per qualsiasialtro motivo dalla carica di Consigliere Comunaledecade ipso iure anche dalla carica presso l’Unio-ne ed è sostituito da un nuovo Consigliere secon-do le modalità previste dal presente Statuto.

Art. 14Competenze del Consiglio

1. Il Consiglio è l’organo di indirizzo e di controllopolitico-amministrativo dell’Unione. Esso eserci-ta le proprie competenze per assicurare che l’azio-ne complessiva dell’Ente consegua gli obiettivistabiliti negli atti fondamentali e nel documentoprogrammatico. Il Consiglio determina l’indirizzopolitico e adotta, gli atti attribuiti dalla legge allacompetenza del Consiglio Comunale in quantocompatibili con il presente Statuto.

2. I1 Consiglio è validamente riunito alla presenza‘della maggioranza dei componenti e adotta vali-damente le proprie deliberazioni con il voto favo-

revole della metà più uno dei presenti. Ai fini delledeliberazioni, in caso di parità, il voto del presidentepro tempore vale doppio.

3. Il Consiglio non può delegare le proprie funzioniad altri organi dell’Unione.

Art. 15Presidenza del Consiglio

1. Nella prima adunanza il Consiglio, subito dopo averpreso atto della formazione della Giunta, eleggenel proprio seno il Presidente del Consiglio, convotazione palese a maggioranza qualificata dei2/3 dei Consiglieri assegnati. Qualora tale maggio-ranza non venga raggiunta, la votazione è ripetuta,con le medesime modalità; nella successiva sedutada tenersi entro 10 gg.. Nel caso di esito negativosi procede subito al ballottaggio fra i due candidatipiù votati ‘nel secondo scrutinio e risulta eletto Pre-sidente del Consiglio colui che raccoglie il maggiornumero di voti o il più anziano di età nel caso diparità.

2. Il Presidente rappresenta l’intero Consiglio versol’esterno e ne dirige i lavori secondo il regola-mento, tutela le prerogative dei Consiglieri egarantisce l’esercizio effettivo delle loro funzio-ni.

3. In particolare:a) convoca e presiede il Consiglio nei modi e

nelle forme stabilite dal regolamento;b) vigila sul regolare funzionamento delle Com-

missioni Consiliari;c) notifica agli Enti interessati le nomine dei

rappresentanti del Consiglio ad esso espressa-mente riservate dalla legge.

4. In caso di assenza o impedimento il Presidente, delConsiglio è sostituito dal Vice Presidente elettocon le stesse modalità del Presidente.

5, In caso di dimissioni del Presidente o di cessazionedi questi dalla carica per altro motivo, il Consiglioprocede ad una nuova elezione con le modalità pre-viste dal presente. articolo.

Art. 16Diritti e doveri dei Consiglieri

1. 1 Consiglieri agiscono nell’interesse dell’interaUnione, ed esercitano le proprie funzioni senzavincolo di mandato, godono di diritto d’iniziativa suogni questione sottoposta alla deliberazione delConsiglio, ed hanno diritto di ottenere tutte lenotizie e le informazioni necessarie per l’espleta-mento del proprio mandato ed altresì di prenderevisione ed ottenere copie degli atti delle aziende edistituzioni dipendenti o partecipate dall’Unionedei Comuni.

2. I Consiglieri esercitano le funzioni e godono delle

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prerogative stabilite dalla legge, secondo le proce-dure e le modalità stabilite dal regolamento inter-no del Consiglio.

3. Essi intervengono alle sedute del Consiglio e pos-sono proporre interrogazioni e mozioni nei modiprevisti dal regolamento del Consiglio di cuiall’art. 19 del presente Statuto. Possono svolgereincarichi a termine inerenti a materie di competen-za consiliare su diretta attribuzione del Presidente,senza che tali incarichi assumano rilevanza prov-vedirnentale esterna.

Art. 17Decadenza e dimissioni dei Consiglieri

1. Decade il Consigliere che, senza giustificatomotivo, non intervenga a quattro sedute consecu-tive dei lavori del Consiglio. A tal fine, deveessere formalmente notificata al Consigliere lacausa di decadenza, con l’assegnazione di un ter-mine di, quindici giorni per l’invio di eventualigiustificazioni e controdeduzioni. La decadenza siperfeziona con la presa d’atto da parte del Consi-glio della suddetta condizione risolutrice, tenutoconto delle eventuali giustificazioni e Controde-du,zioni presentate.

2. Le dimissioni dalla carica di Consigliere, indiriz-zate per iscritto al Consiglio dell’Unione, devonoessere assunte immediatamente al protocollo del-l’Ente nell’ordine temporale di presentazione.Esse sono irrevocabili, non necessitano di presad’atto e sono immediatamente efficaci.

3. La decadenza e le dimissioni da ConsigliereComunale, nelle ipotesi disciplinate dalla legge edal regolamento del Consiglio Comunale di apparte-nenza, determinano la decadenza dalla carica diConsigliere dell’Unione appena divenute effica-ci.

4. Nelle ipotesi previste dai commi precedenti, il Con-siglio Comunale cui il Consigliere decaduto o dimes-so appartiene provvede ad eleggere entro il termi-ne di 60 giorni, al proprio interno un nuovo Consi-gliere dell’Unione, mantenendo l’originario rap-porto numerico tra maggioranza e minoranza inseno ai propri membri presso il Consiglio dell’U-nione.

Art. 18Garanzia delle minoranze e controllo consiliare

1. E’ istituita la Commissione di garanzia e di con-trollo, secondo le modalità stabilite dal Regola-mento per il funzionamento del Consiglio, presiedu-ta da un Consigliere della minoranza.

2. Il Consiglio, a maggioranza assoluta dei proprimembri, può istituire al proprio interno, oltre a

commissioni di natura consultiva, commissioni diindagine sull’attività dell’amministrazione. I pote-ri, la composizione ed il funzionamento delle sud-dette commissioni sono disciplinati dal regolamen-to per il funzionamento del Consiglio e dalla delibe-ra di nomina delle Commissioni.

Art. 1 9Regolamento per il funzionamento del Consiglio1. Il Consiglio adotta, a maggioranza assoluta deiConsiglieri assegnati, il regolamento per discipli-nare il proprio funzionamento, ferme le disposizionidi legge in materia e nell’ambito di quanto stabilitodal presente Statuto. Alle eventuali modificazionidi tale regolamento il Consiglio provvede con lastessa maggioranza.

Capo IIIIl Presidente e la Giunta

Art. 20Il Presidente

1. I Sindaci dei Comuni appartenenti all’Unioneassumono a turno la carica di Presidente del-l’Unione, in modo che tutti i Comuni assumanoconsecutivamente la Presidenza dell’Unionestessa. il Presidente dell’Unione è eletto, ognianno, a rotazione ed a maggioranza assoluta dalConsiglio.

2. La cessazione dalla carica, per qualsiasi causa,,di Sindaco nel Comune di provenienza, determi-na la contestuale decadenza dall’ufficio di Presi-dente dell’Unione, da componente della Giunta edel Consiglio.

3, La cessazione dalla carica, per qualsiasi causadi Sindaco nel Comune di provenienza, deter-mina la contestuale decadenza dalla carica diPresidente dell’Unione.

4. In ogni caso di vacanza, assenza e impedimentole relative funzioni di Presidente sono svolte dalVice Presidente,

5. Il Presidente cessa dalla carica in caso di appro-vazione di una mozione di sfiducia votata perappello nominale dalla maggioranza assolutadei componenti il Consiglio. La mozione di sfi-ducia deve essere motivata e sottoscritta da alme-no due quinti dei Consiglieri assegnati, senzacomputare a tal fine il presidente, e viene messain discussione non prima di dieci giorni e nonoltre trenta giorni dalla sua presentazione. Sela nozione viene approvata, si procede all’ele-zione del nuovo presidente con le modalità di cuial presente articolo. Fino all’elezione del nuovopresidente le relative funzioni sono svolte dalvice presidente.

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Art. 21Competenze del Presidente

1. Il Presidente è l’organo responsabile dell’am-ministrazione dell’Unione dei Comuni. Essoesercita le funzioni a lui attribuite dalle leggi,dallo Statuto e dai regolamenti.

2. In particolare, il Presidente:a) rappresenta l’Unione e presiede la Giunta;b) sovrintende al funzionamento degli uffici e

all’esecuzione degli atti, e svolge gli altricompiti attribuiti ai Sindaci, relativamentealle funzioni e servizi trasferiti non incompa-tibili con la natura delle Unioni Comunali,dalla legge, dal presente Statuto e dairegolamenti dell’Unione;

c) sovrintende l’espletamento delle funzioni edei compiti attribuiti all’Unione e garantiscela coerenza tra indirizzi generali e settoriali,strategie concrete di attuazione e loro risulta-ti;

d) sentita la Giunta provvede alla nomina, desi-gnazione e revoca dei rappresentanti dell’U-nione presso organismi pubblici e privati, sul-la base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio;

e) provvede, previa deliberazione della Giunta,alla nomina dei Responsabili dei Settori;

f) può attribuire specifiche deleghe a singolicomponenti della Giunta e del Consiglio, sen-tito, in quest’ultimo caso, i1 relativo Presi-dente.

Art. 22Vice presidente

I. Il Vice Presidente dell’Unione viene nominato dalPresidente tra i componenti della Giunta.

2, Il Presidente può attribuire al Vicepresidentespecifiche deleghe relative al funzionamentodell’ente.

3. Il Vice Presidente svolge le funzioni vicarie di cuial quarto comma dell’art.20:

Art. 23Composizione e nomina della Giunta

l. La Giunta è composta dai Sindaci dei Comuni par-tecipanti all’Unione, tra cui il Presidente dell’U-nione stessa.

2. Qualora il Sindaco di un Comune dell’Unione siaimpossibilitato, per assenza o impedimento tem-poraneo, a partecipare ad una o più sedute del-la Giunta dell’Unione, lo stesso viene sostituitodal Vice Sindaco, previa comunicazione di cui alsuccessivo comma 5.

3. Qualora il Sindaco assente ricopra la carica diPresidente o di Vice Presidente, il Vice Sindaco ,non puo,sostituirlo in tali cariche, pur partecipan-do alle sedute della giunta.

4. In caso di contemporanea assenza del Presidentee del Vice presidente le funzioni vicarie sonosvolte dal Sindaco, del Comune di maggioredimensione demografica.

5. Nei Casi di cui al precedente comma 2, la sostitu-zione opera qualora il Sindaco comunichi for-malmente l’impedimento a partecipare ad unasingola seduta della Giunta dell’Unione o ilperiodo di assenza o impedimento durante il qua-le viene sostituito dal Vice Sindaco, Nel caso incui il Sindaco sia impossibilitato a produrre talecomunicazione, la stessa viene effettuata dal ViceSindaco.

6: Nel Corso della prima seduta utile del Consigliodell’Unione, il Presidente dà comunicazione alConsiglio della formazione della Giunta unita-mente alla proposta degli indirizzi generali digoverno, che formano il proprio programmaamministrativo.

Art. 24Competenze della Giunta

l. .La Giunta collabora con il Presidente nell’am-ministrazione dell’Unione. In particolareprovvede:

a) a dare attuazione agli indirizzi del Consiglio;

b) a svolgere attività propositiva e di impulsonei confronti del Consiglio formulando, tral’altro, le proposte di atti consiliari nei casiindicati dallo Statuto;

c) a riferire annualmente al Consiglio sulla pro-pria attività;

d) ad adottare tutti gli atti di amministrazioneordinaria e comunque, tutti gli atti diamministrazione che non siano riservati dallalegge al Consiglio e che non rientrino nellecompetenze previste dalla legge e dallo Sta-tuto, del Presidente, del Segretario e deiResponsabili dei Settori;

e) ad adottare, in via d’urgenza, le, delibera-zioni comportanti variazioni di bilancio dasottoporre a ratifica del Consiglio entro i ter-mini previsti dalla legge.

2. Il Presidente può delegare ai singoli Assessori lacura di specifici settori dell’amministrazione del-l’Ente, unitamente all’adozione dei relativi atti.

3. La Giunta adotta collegialmente gli atti a rilevan-za esterna nelle materie di propria competenza, aisensi del comma l del presente articolo.

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Art. 25Cessazione dalla carica di Assessore

1. La cessazione dalla carica, per qualsiasi causa, diSindaco nel Comune di provenienza determina ladecadenza dall’ufficio di Assessore dell’Unione,

2. Il Presidente dell’Unione, in tale caso, provvedealla sostituzione dello stesso non appena avvenu-ta la proclamazione degli eletti e ne dà comuni-cazione al Consiglio.

3. Nel caso di scioglimento, ai sensi dell’articolo141 del TUEL, del Consiglio del Comune cuiappartiene uno dei componenti della Giunta ese-cutiva dell’Unione, quest’ultima è integrata dalCommissario governativo.

Art. 26Funzionamento della Giunta

1. La Giunta è convocata dal Presidente che nedetermina l’ordine del giorno.

2. Per la validità delle adunanze è richiesta la mag-gioranza dei componenti.

3. Alle sedute della Giunta partecipa, con le funzio-ni previste dalla legge per i Segretari Comunali,iI Segretario.

4. Le deliberazioni, salve le diverse disposizioni dilegge e del presente Statuto, sono adottate a mag-gioranza degli aventi diritto al voto e sono sotto-scritte dal Presidente e dal Segretario. In caso diparità prevale il voto del Presidente.

5. Le sedute della Giunta non sono pubbliche. Pos-sono essere invitati a partecipare gli AssessoriComunali competenti per materia, rappresen-tanti di enti pubblici, dirigenti ed esperti perl’esame di particolari argomenti all’ordine delgiorno.

6. Per quanto non espressamente previsto dal pre-sente articolo, per le adunanze e le deliberazionidella Giunta si applicano le disposizioni dettatedalla normativa in materia di enti locali e dal-l’apposito regolamento di funzionamento di cuila Giunta può dotarsi.

7. Salvo quanto diversamente previsto, le votazionisono di norma palesi e rese per alzata di mano. Ven-gono svolte a scrutinio segreto le sole votazioniconcernenti persone, quando venga esercitata unafacoltà discrezionale fondata sull’apprezzamentodelle qualità soggettive di una persona e/o sullavalutazione dell’azione da questa svolta.

8. Le deliberazioni della Giunta vengono affissepresso l’albo pretorio on-line dell’Unione e sonoraccolte in modo da garantirne la piena accessi-bilità.

TITOLO IIIFORME ASSOCIATIVE, PARTECIPAZIONE

POPOLARE ED ACCESSO

Art. 27Forme associative

L’Unione promuove le opportune forme di collabo-razione e di cooperazione con le altre istituzionipubbliche al fine di assicurare una più elevata effi-cienza dell’azione amministrativa.Per la definizione e l’attuazione di interventi inte-grati il Presidente, sentita la Giunta, promuove degliaccordi di programma con gli enti pubblici di riferi-mento allo scopo di concordare e assicurare il coor-dinamento delle azioni.

Art. 28Partecipazione popolare

Gli organi dell’Unione si avvalgono per l’Ammi-nistrazione dell’Ente, della partecipazione dei cit-tadini, ai quali sono garantite opportune forme perl’esercizio di tale facoltà. Allo scopo di realizzarepiù elevate forme di democrazia.Tutti i cittadini possono partecipare all’attività del-l’Unione, inoltrando istanze su materie inerenti l’at-tività dell’amministrazione o petizioni in forma col-lettiva dirette a promuovere interventi per la miglio-re tutela degli interessi diffusi.Apposito regolamento disciplina modalità e tempiper l’esame e il riscontro di istanze e petizioni.

Art. 29Accesso agli atti

1. I cittadini e i portatori di interesse, rispettivamen-te ai sensi del D.Lgs. 267/2000 e s.m.i. e della L.241/1990 e s.m.i., possono accedere agli atti e aidocumenti amministrativi, dell’Unione e, ingenerale, alle informazioni e ai dati in posses-so dell’ente, secondo le norme di legge e delpresente statuto,

2, I Consiglieri Comunali dell’Unione hanno dirit-to di prendere visione e di ottenere copia deidocumenti nonché di ottenere tutte le altre notizieed informazioni in possesso dell’Unione utiliall’esercizio del mandato. L’accesso vienegarantito attraverso il collegamento dellesegreterie degli enti locali aderenti con le strut-ture e gli organi dell’Unione.

3. Nelle fattispecie di cui al comma 2, i Consiglieridevono rispettare il segreto d’ufficio, il divieto didivulgazione di dati personali sensibili, diquelli relativi allo stato di salute e in generaledi ogni notizia avente carattere di riservatezza.

4. Apposito regolamento sull’accesso stabilisce le

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modalità generali di informazione e di accesso aidocumenti amministrativi dell’Unione e diintervento nei procedimenti amministrativi,nel rispetto dei diritti di tutela della privacy indi-viduale.

5. Il regolamento di cui al comma 4 ed i conse-guenti provvedimenti attuativi determinano, inol-tre, il responsabile e il termine di ciascun tipo diprocedimento, le modalità di intervento endopro-cedimentale, i termini di tempo entro i quali isoggetti interessati possono formulare le proprieosservazioni e quelli entro cui l’ente deve pro-nunciarsi, nonché il soggetto competente ademettere il provvedimento finale.

6. L’Unione può concludere accordi con soggettipubblici e privati per determinare il contenutodiscrezionale dei provvedimenti da emanarsi, aisensi della normativa vigente.

TITOLO IVORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA

Art. 30Principi generali

1. L’assetto organizzativo e improntato a criteri diautonomia operativa ed economicità di gestione,nel rispetto dei principi di professionalità e diresponsabilità per il perseguimento degli obietti-vi programmatici degli organi di governo.

2. Gli organi dell’Unione individuano gli obiettiviprioritari dell’ente e ne definiscono i processi dicontrollo in grado di misurare il livello di conse-guimento.

3. L’azione amministrativa tende al costante avan-zamento dei risultati riferiti alla qualità dei ser-vizi e delle prestazioni, alla rapidità ed alla sem-plificazione degli interventi, al contenimento deicosti, all’estensione dell’ambito di fruizione del-le utilità sociali prodotte a favore della popola-zione dell’Unione.

Art.31Principi in materia di ordinamento degli uffici

1. L’Unione provvede alla determinazione delproprio assetto, organizzativo, nonché all’or-ganizone e gestione del personale nell’ambitodella propria autonomia normativa ed organizza-tiva, con i soli limiti derivanti dalla legge, dalleproprie capacita di bilancio e dalle esigenze diesercizio delle funzioni e dei compiti ad essaassegnati.

2. L’organizzazione s’ispira a criteri di autonomia,funzionalità, economicità di gestione,

3. Il personale dell’Unione è organizzato in base aiprincipi di partecipazione, responsabilità, valo-

rizzazione dell’apporto individuale, qualificazio-ne professionale.

4. L’Unione promuove la partecipazione dei dipen-denti alla definizione dei metodi di lavoro, allemodalità di esercizio delle competenze assegna-te, alla verifica della rispondenza agli obiettivirispetto allea linee programmatiche ed alle risor-se assegnate.

Art. 32 Organizzazione degli Uffici e dei servizi

1. Il regolamento per l’ordinamento degli uffici edei servizi definisce le regole o Caratteristichedel sistema di decisione e direzione dell’ente,specificando le finalità e le caratteristiche essen-ziali dei ruoli di direzione e determinando leresponsabilità attribuite ai responsabili di servi-zio.

2. Il Regolamento per l’ordinamento degli uffici edei servizi è approvato con deliberazione dellaGiunta, nel rispetto dei criteri generali stabilitidal Consiglio.

Art. 33Il Personale

1. L’Unione ha una sua dotazione organica.2. L’Unione può altresì avvalersi di personale

distaccato o comandato e di collaboratori esterni.Il personale dell’Unione è ripartito in una dota-zione organica a struttura piramidale suddivisa insettori. Per ogni settore, che può ricomprendereuno o più servizi, il Presidente provvede a nomi-nare un Responsabile del Settore. La Giunta, alfine di far fronte al progressivo trasferimento difunzioni e servizi comunali, può deliberare larichiesta di distacco di personale ai Comuni par-tecipanti.

3. L’Unione, nei limiti previsti dalla normativavigente, può avvalersi dell’opera di personaleesterno, qualora non presente nei Comuni del-l’Unione.

4. L’esercizio delle funzioni e dei servizi attribuitiall’Unione comporta l’Unificazione delle relati-ve strutture amministrative:

5. Nel caso di scioglimento dell’Unione, o qualoracessi lo svolgimento, da parte dell’Unione, dideterminati servizi o funzioni già conferite, ilpersonale comandato dell’Unione rientra nei ruo-liorganici dei Comuni di provenienza.

6. Al personale dell’Unione si applica la normativavigente per il personale degli enti locali.

7. Gli aspetti contrattuali sono regolati dagli accor-di nazionali e decentrati definiti nel comparto dicontrattazione regioni-enti locali.

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Art . 34Segretario

1. L’Unione ha un Segretario, scelto dal Presiden-te tra i Segretari iscritti all’apposito albo, dinorma tra i Segretati dei Comuni aderenti all’U-nione.

2. Il Segretario svolge compiti di collaborazione efunzioni di assistenza giuridico amministrativanei confronti degli organi dell’Ente in ordine allaconformità dell’azione amministrativa alle leggi,allo statuto ed ai regolamenti. Il Segretariosovrintende allo svolgimento delle funzioni deiDirigenti e ne coordina l’attività. Il Segretarioinoltre:

a) partecipa con funzioni consultive; referenti edi assistenza alle riunioni del Consiglio e del-la Giunta e ne cura la Verbalizzazione;

b) può rogare tutti i contratti nei quali l’Ente èparte ed autenticare scritture private ed attiunilaterali nell’interesse dell’Ente;

c) esercita ogni altra funzione attribuitagli dallostatuto o dai regolamenti o conferitagli dalPresidente.

3. Il Segretario viene nominato dal Presidente almomento del suo insediamento e può essere’confermato all’atto del rinnovo della Giunta del-l’Unione (art. 23 comma 6), in conformità alledisposizioni vigenti per l’Ordinamento deiSegretari Comunali. In ogni caso il Segretariocontinua ad esercitare le funzioni sino alla nomi-na del nuovo Segretario. Il Segretario può essererevocato per violazione dei doveri d’ufficio conprovvedimento motivato del Presidente in quelmomento in carica, previa deliberazione dellaGiunta. Il trattamento economico del Segretariosarà regolato, nei limiti previsti dall’ordinamen-to, tra le parti con separato atto.

Art 35Servizi pubblici locali

1. L’Unione, nel rispetto dei principi di cui, al tito-lo I del presente Statuto, assume e gestisce i ser-vizi pubblici locali attribuiti alla propria compe-tenza. Per l’erogazione dei servizi l’Unione indi-vidua la forma più appropriata al caso concretotra quelle previste dalla legge, sulla base di unconfronto comparativo rispetto ai criteri di effi-cacia, efficienza e di econornicità, tenendo contoanche delle previsioni degli eventuali piani e deiprogrammi approvati dai Comuni partecipanti.

2. L’Unione deve garantire che, nell’erogazionedei servizi siano assicurate la vigilanza degliutenti locali e la rappresentazione delle loro esi-genze. Tale garanzia si, applica anche nel caso incui il servizio sia erogato in convenzione o sulla

base di un contratto, da parte di un soggetto ter-zo rispetto all’Unione.

3. L’Unione non può sospendere o terminare l’eser-cizio di un servizio pubblico locale di cui abbiaricevuto la titolarità dai Comuni che la compon-gono senza il loro previo consenso.

4. La successione nei rapporti relativi alla gestionedei servizi pubblici locali assunti dall’Unione, incaso di fusione, scioglimento o recesso di taluniComuni che la costituiscono è regolata nel rispet-to dei criteri dettati dall’art. 6 del presente Statu-to.

TITOLO VFINANZE E CONTABILITÀ

Art. 36Finanze dell’Unione

1. L’Unione ha autonomia finanziaria, nell’ambi-to delle leggi sulla finanza pubblica locale, fon-data sulla certezza delle risorse proprie e trasferi-te.

2. All’Unione competono gli introiti derivanti dalletasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi adessa affidati.

3. Il Presidente dell’Unione cura di presentarerichiesta per l’accesso ai contributi disposti afavore delle forme associate.

4. Ogni deliberazione relativa al conferimento difunzioni e servizi all’Unione deve prevedere irelativi trasferimenti di risorse umane, finanzia-rie e strumentali. Senza tale previsione e fino allasua definizione la delibera di conferimento siconsidera inattuabile.

Art. 37Bilancio e programmazione finanziaria

1. 11 Consiglio dell’Unione delibera, entro i termi-ni previsti per i Comuni, con i quali si coordinaal fine di assicurare la reciproca omogeneitàfunzionale dei rispettivi strumenti finanziari, ilbilancio di previsione per l’anno successivo ed ilrendiconto di gestione.

2. Il bilancio è corredato di una relazione previ-sionale e programmatica e da un bilanciò diprevisione triennale. Il bilancio è redatto secondoi principi e le norme, per quanto degli enti locali.

Art. 38Risultati della gestione

1. Il rendiconto della gestione conclusasi il 31dicembre precedente, con la relazione illustrativa

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e tutti gli allegati necessari alla migliore com-prensione dei dati, viene predisposto, dalla Giun-ta, con l’apporto tecnico del Responsabile delservizio competente, entro il termine, previstodal regolamento di contabilità e quindi appro-vato dal Consiglio, entro il termine previstodalla legge, con obbligo di riferimento espressoai contenuti della relazione dell’organo di revi-sione.

2. Entro un triennio dalla costituzione, il rendicon-to è impostato secondo i principi del bilancio erendiconto sociale, orientato in modo esplicitoverso i diversi portatori di interesse dell’Unione;con analisi degli effetti prodotti nell’ambito terri-toriale considerato.

Art. 39Ordinamento contabile e servizio finanziario,

1. L’ordinamento contabile dell’Unione é, in parti-colare, la gestione delle entrate, e delle spese.previste nel bilancio, sono disciplinati dalla leg-ge e dal regolamento di contabilità approvato dalConsiglio dell’Unione.

Art. 40Revisione economica e finanziaria

1. Il Revisore o il Collegio dei Revisori viene desi-gnato secondo le modalità previste dalla legisla-zione vigente (1).

2. Competono al Revisore dei conti le funzionipreviste dalla legge e dal regolamento di con-tabilità.

3. Il Revisore non è revocabile, salvo i casi previstidalla legge o per incompatibilità sopravvenuta.L’esercizio delle funzioni di Revisore dei conti èincompatibile con qualsiasi altra attività profes-sionale resa a favore dell’Unione.

4. Nell’esercizio delle sue funzioni il Revisore hadiritto. di accesso a tutti gli atti e documenti del-l’Unione connessi alla sfera delle sue competen-ze.

Art. 41Affidamento del servizio di tesoreria

1. Il servizio di tesoreria dell’Ente è affidato median-te procedura ad evidenza pubblica, nel rispettodella normativa vigente in materia.

TITOLO VINORME TRANSITORIE E FINALI

Capo INorme transitorie

Art. 42Disposizioni transitorie

1. Fino all’emanazione di propri atti regolamentariper il funzionamento interno dell’Unione (rego-lamento dei contratti, di contabilità ecc.) si appli-cano, provvisoriamente ed in quanto compatibili,comunque fino a non oltre 12 mesi dalla costitu-zione dell’Unione, i Regolamenti in vigore pres-so il Comune sede dell’Unione,

2. Fino all’individuazione del tesoriere dell’Unionecon le modalità indicate all’art. 41 l’Unione puòavvalersi del servizio di uno dei Comuni aderen-ti,

3. Sino alla nomina del Segretario dell’Unione dicui all’art. 34 e in sede di istituzione dell’Unione,esercita tale funzione il Segretario Comunaledel Comune sede dell’Unione. In caso di impe-dimento di quest’ultimo, esercita la funzione diSegretario dell’Unione, il Segretario Comunaledel Comune più popoloso.

4. Sino alla, nomina dell’organo di revisione, l’U-nione può avvalersi dell’organo di revisione diuno dei Comuni aderenti.

5. Il Consiglio dell’Unione delibera il bilancio diprevisione per il primo anno finanziario non oltre90 giorni dalla data di costituzione dell’Unione oentro il termine fissato dall’ordinamento, qualorasuccessivo.

6. Fino all’elezione del Presidente di cui all’art. 20,ne esercita le relative funzioni il Sindaco delComune sede dell’Unione.

7. In sede di prima applicazione la durata in caricadel primo Presidente dell’Unione, individuati) aisensi dell’art. 20, esercita le sue funzioni fino alprimo rinnovo dei Consigli Comunali degli entiaderenti all’Unione.

Art. 43Inefficacia delle norme regolamentari

comunali incompatibili1. Il trasferimento di funzioni comunali all’Unio-

ne determina, salvo diversa volontà espressarecata negli atti di trasferimento e fatti comunquesalvi i diritti dei terzi, l’inefficacia delle normati-ve comunali dettate in materia. Tali effetti si pro-ducono dal momento in cui divengono esecutivigli atti dell’Unione deputati a surrogare le dispo-sizioni normative comunali.

2. Gli organi dell’Unione curano di indicare, adot-tando gli atti di propria competenza, le normati-ve comunali rese, in tutto o in parte, inefficaci.

Capo IINorme firmali

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Art. 44Norma finale

1. Per quanto non espressamente stabilito dal pre-sente Statuto, si rinvia alle disposizioni vigenti inmateria di enti locali.

2. Il presente Statuto è pubblicato nel BollettinoUfficiale della Regione, affisso all’Albo Pretoriodei Comuni aderenti per trenta giorni consecutivied inviato al Ministero dell’Interno per essereinserito nella raccolta ufficiale degli Statuti. LoStatuto entra in vigore decorsi trenta giorni dal-l’affissione all’albo pretorio di tutti i Comuniaderenti. Le stesse modalità si applicano agli attidi modifica statutaria.

3. Lo Statuto entra in vigore nei termini e con lemodalità previste all’articolo 6, comma 5, deldecreto legislativo n. 267 del 2000. Il termine ditrenta giorni, ivi indicato per l’entrata in vigore,decorre dall’inizio della pubblicazione dello sta-tuto da parte del Comune che vi provvede perultimo, Le stesse modalità si applicano agli atti dimodifica statutaria. Le proposte di modifica delpresente Statuto, deliberate dal Consiglio dell’U-nione, sono inviate ai Consigli dei Comuni par-tecipanti per la loro approvazione con le stes-si modalità e procedure previste per l’appro-vazione iniziale.

(1) Art. 234 del T.U.E.L..(Come modificato dal D.L. n.174/2012) “3. Nei comuni con popolazione inferiore a 15.000abitanti, nelle unioni dei comuni, salvo quanto previsto dalcomme3-bis, e nelle comunità montane la revisione economi-co-finanziaria è affidata ad un solo revisore eletto dal consi-glio comunale o dal consiglio dell’unione di comuni o dal-l’assemblea della comunità montana e maggioranza assolu-ta dei membri e scelto tra i soggetti di cui al comma 2”3. Bis Nelle unioni di Comuni che esercitano in forma asso-ciata tutte le funzioni fondamentali del Comuni che ne fannoparte la revisione economico-finanziaria e svolta da un col-legio di revisori composto da tre membri, che svolge le mede-sime funzioni anche per i Comuni che fanno parte dell’unio-ne.”Per i criteri di scelta dei revisori del conti del Comuni vedi ilcomma 25 dell’art. 16, D.L. 13 agosto 2011, n. 138, comesostituito dalla legge di conversione 14 settembre 2011, n.148.

_______________________________________________________

Comune di SerrapetronaDeliberazione di G.C. n. 12 del 22/01/2013 -Approvazione del piano di lottizzazione “Sotto-zona C4 - Borgo Claudi”.

LA GIUNTA COMUNALE

Omissis

DELIBERA

1) La premessa è parte integrante e sostanziale delpresente atto;

2) Di APPROVARE il Piano di lottizzazione “Sot-tozona C4 - Borgo Claudi” in oggetto, approvan-done gli elaborati tecnici, grafici e descrittivi, neilimiti ed alle condizioni dettate dalle prescrizionidel Settore XI Gestione del Territorio e ProtezioneCivile della Provincia di Macerata citate in pre-messa;

3) Di dare atto che il progetto di lottizzazione inoggetto è composto dai seguenti elaborati redatti efirmati dall’Arch. CALCATERRA Giampiero edall’Arch. SALVATORI Cesare, entrambi constudio a Tolentino in Via Roma n. 17:- Elaborato 0: Relazione descrittiva – Punti del-

l’art. 34 della L.R. 34/92 (aggiornato a gennaio2013);

- Elaborato 1: Piano quotato e curve di livello –Profili longitudinali e trasversali;

- Elaborato 2: Relazione fotografica;- Elaborato 3: Zonizzazione acustica;- Elaborato 4: Organizzazione e verifica stan-

dards urbanistici;- Elaborato 5: Organizzazione lotti, superfici,

volumetrie, distanze e recinzioni; - Elaborato 6: Caso applicativo su normative,

distanze e altezze; - Elaborato 7: Planovolumetrico;- Elaborato 7B: Planovolumetrico – Curve di

livello (modificate);- Elaborato 8: Progetto delle reti – sezione tipo

lungo la strada di. accesso; - Elaborato 9: Progetto rete pubblica illuminazio-

ne e particolari; - Elaborato 10: Progetto rete acque bianche, rete

distributiva e particolari; - Elaborato 11 Progetto rete acque nere, rete

distributiva e particolari; - Elaborato 12: Progetto rete acquedotto, rete

distributiva e particolari; - Elaborato 13: Progetto rete elettrica Enel, rete

distributiva e particolari; - Elaborato 14: Progetto rete Telecom, rete distri-

butiva e particolari;- Elaborato 15: Progetto rete metano Italgas, rete

distributiva e particolari; - Elaborato 16: Organizzazione parcheggi;- Elaborato 17: Spazi verdi e percorrenze;- Elaborato 18: Muro vani contatori acqua, Enel,

gas e pannello recinzione; - Elaborato 19: Pareri preliminari acquisiti e pro-

getti;- Elaborato 20: Computo metrico estimativo;- Elaborato 21: Elenco prezzi;- Elaborato 22: Capitolato Speciale d’Appalto;

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- Elaborato 23: Schema di convenzione;- Indagine geologica di fattibilità (composta da

relazione e n. 15 tavole).4) Di trasmettere la presente deliberazione alla Pro-

vincia di Macerata, ai sensi dell’art. 30, comma 5.della L.R. 34/1992 e s.m.i., entro novanta giornidalla data del presente atto;

5) Di dare atto che non viene acquisito il parere diregolarità contabile ed in ordine alla coperturafinanziaria, ai sensi dell’articolo 49 del D.Lgs.voN. 287/2000 in quanto la presente proposta noncomporta impegno di spesa né diminuzione dientrata;

6) Di dichiarare la relativa deliberazione immediata-mente eseguibile ai sensi dell’art. 134 comma 4del T.U. degli Enti Locali, D.Lgs. 267/2000, con-siderata l’esigenza di accelerazione delle proce-dure di attuazione degli strumenti urbanistici, cosìda garantire il più possibile un anticipato comple-to sviluppo territoriale come da programmazionedel P.R.G..

omissis

_______________________________________________________

Comune di SmerilloDecreto di esproprio n. 4/9 del 30/01/2013.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO

omissis

DECRETA

- Le premesse sono parte integrante e sostanziale delpresente atto:

- Sono espropriati a favore del Comune di Smerillo,con sede in Smerillo via Dante Alighieri 14 (cod.fisc: 80000970444 p. iva: 00428150445) i seguen-ti immobili, siti nel Comune di Smerillo, funzio-nali alla realizzazione dell’opera di cui in premes-sa: FG. 10, particella 468, superficie mq. 445, inte-statario Comunanza Agraria di Smerillo, P.zzaIndipendenza, 13 - 63856 Smerillo, c.f.92000670445, Indennità definitiva Euro 0,00

- II presente decreto, a cura e spese dell’ente, saràregistrato e notificato ai relativi proprietari nelleforme degli atti processuali civili, nonché trascrit-to, in termini di urgenza, presso il competenteUfficio dei registri Immobiliari e pubblicato, entro5 giorni, per estratto sul Bur Regione Marche.

- L’effetto traslativo del presente decreto si produrràautomaticamente con il verificarsi della duplicecondizione della notifica del medesimo e con l’im-missione in possesso dei beni prevista per il gior-no, ora e luogo di cui all’avviso allegato.

- Avverso il presente decreto che costituisce prov-vedimento definitivo è ammesso ricorso straordi-nario al Presidente della Repubblica o al Tribuna-le Amministrativo Regionale competente, neimodi e nei termini di legge.

Il Responsabile del procedimentoResponsabile Ufficio Tecnico

Egidio Ricci

COMUNICAZIONE DI AVVIO DEI PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI

_______________________________________________________

Provincia di Pesaro e UrbinoComunicazione di avvio del procedimentoamministrativo. Piano stralcio di bacino perl’Assetto Idrogeologico dei bacini di rilievoregionale (PAI) approvato con Delibera. diConsiglio Regionale n. 116 del 21/01/2004.Istanza ai sensi dell’art. 19 comma 1 delleNorme di Attuazione. Comune di Tavoleto (PU)– Inserimento di una nuova area di versante indissesto a ridosso del centro abitato del capo-luogo, in prossimità di via Bernardino Santi.L.R. 23 novembre 2011 n. 22 art.13 comma 5.

“Si comunica che con nota prot. n. 2574 del18.12.2012, acquisita dalla Provincia di Pesaro eUrbino con prot. n. 89797 del 21/12/2012, ilComune di Tavoleto, nella persona del Responsa-bile del Settore Tecnico arch. Mirco Santoni, hatrasmesso istanza di perimetrazione per l’inseri-mento di una nuova area di versante in dissesto, condifferenziati livelli di pericolosità e rischio, a ridossodel cento abitato del capoluogo, in prossimità di viaBernardino Santi.L’istanza è stata inviata ai sensi dell’art. 19 delleNorme di Attuazione del PAI approvato con D.C.R.116-del 21/01/2004.Si informa che chiunque ne abbia interesse potràprendere visione degli atti del procedimento e pre-sentare memorie scritte e documenti, ai sensi dellavigente legislazione in materia (art. 10 lett. b dellalegge 241/90 e successive modificazioni).Il responsabile del procedimento è la titolare dellaP.O. 4.2.2.” Assetto e tutela idraulica ed idrogeologi-ca negli strumenti di pianificazione del territorio”Tiziana Diambra, col supporto tecnico del Funzio-nario Maria Elde Fucili del Servizio 4.2 della Pro-vincia di. Pesaro Urbino, viale Gramsci,7 - 61121Pesaro (tel. 0721/3592726-fax 0721/ 31623).Si fa presente che il termine entro il quale il proce-dimento dovrà concludersi è di 90 giorni e che, in

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base alla legislazione vigente, la facoltà di interveni-re nel procedimento è ammessa fino al trentesimogiorno dalla data di pubblicazione sul BURSi comunica, inoltre, che la richiesta di inseri-mento dell’area verrà contestualmente pubblica-ta nell’Albo Pretorio del Comune di Tavoleto”.Al Comune si richiede di provvedere a quanto di com-petenza ai sensi dell’art. 19 delle N.A. del PAI:- comma 1°: trasmissione alla Provincia di Pesaro-

Urbino di una relazione o parere sulla richiesta;- comma 2°: pubblicazione dell’istanza sull’Albo Preto-

rio del Comune e successiva notifica dei relativi estre-mi e delle osservazioni eventualmente pervenute (sisuggerisce l’affissione per 30 giorni, riconoscendo intal modo facoltà di intervenire nel procedimento perun periodo di tempo pari a quello accordato con lapubblicazione sul BUR).

BANDI E AVVISI DI GARA

_______________________________________________________

Giunta Regione Marche - Servizio Attivitànormativa e legale e Risorse strumentaliP.F. Sistemi informativi e telematiciAcquisizione di servizi di help desk speciali-stico e servizi di tipo tecnico-sistemistico asupporto della gestione di sistemi informativierogati dalla PF Sistemi informativi e telemati-ci alle PA regionali e SSR per la durata di 3anni

BANDO DI GARA

SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICA-TRICEDENOMINAZIONE, INDIRIZZI E PUNTI DICONTATTO:Regione Marche - PF Sistemi Informativi e Telemati-ci, via Tiziano 44, All’attenzione di: Rosella Falcioni,1-60125 Ancona. Tel. +39 0718063513. E-mail:[email protected]. Fax +39 0718063066.Indirizzo(i) internet Amministrazione aggiudicatri-ce: www.regione.marche.it.Ulteriori informazioni sono disponibili presso: Ipunti di contatto sopra indicati.Il capitolato d’oneri e la documentazione comple-mentare (inclusi i documenti per il dialogo com-petitivo e per il sistema dinamico di acquisizio-ne) sono disponibili presso: I punti di contattosopra indicati.Le offerte o le domande di partecipazione vannoinviate a: I punti di contatto sopra indicati.

TIPO DI AMMINISTRAZIONE AGGIUDICA-TRICE E PRINCIPALI SETTORI DI ATTI-VITÀ:Autorità regionale o locale. Servizi generali delleamministrazioni pubbliche. L’amministrazione aggiu-dicatrice acquista per conto di altre amministrazioniaggiudicatrici: no.SEZIONE II: OGGETTO DELL’APPALTODESCRIZIONEDenominazione conferita all’appalto dall’ammi-nistrazione aggiudicatrice:Acquisizione di servizi di help desk specialistico eservizi di tipo tecnico-sistemistico a supporto dellagestione di sistemi informativi erogati dalla PFSistemi informativi e telematici alle PA regionali eSSR per la durata di 3 anni.Tipo di appalto e luogo di esecuzione, luogo diconsegna o di prestazione dei servizi:Servizi. Categoria di servizi: N. 7. Luogo principale diesecuzione: Ancona. L’avviso riguarda: Un appalto pubblico.Breve descrizione dell’appalto o degli acquisti:Acquisizione di servizi di help desk specialistico eservizi di tipo tecnico-sistemistico a supporto dellagestione di sistemi informativi erogati dalla PFSistemi informativi e telematici alle PA regionali eSSR per la durata di 3 anni.CPV (Vocabolario comune per gli appalti):72253000-3.L’appalto rientra nel campo di applicazione del-l’accordo sugli appalti pubblici (AAP): No. Divisione in lotti: No.Ammissibilità di varianti: No.

QUANTITATIVO O ENTITÀ DELL’APPALTOQuantitativo o entità totale: 603.720,00 EUR.Opzioni: No.Numero di rinnovi possibile: 001Se noto, nel caso di appalti rinnovabili di forniture oservizi, calendario di massima degli appalti succes-sivi:in mesi: 36DURATA DELL’APPALTO O TERMINE DIESECUZIONE:Periodo in mesi: 36 (dall’aggiudicazione dell’appal-to).CONDIZIONI RELATIVE ALL’APPALTOCauzioni e garanzie richieste: Provvisoria bancariao assicurativa pari al 2 % della base di appalto aven-te durata non inferiore a 180 gg dalla data previstaper la presentazione dell’offerta resa in conformitàalle disposizioni di cui all’art. 75 del D.Lgs.163/2006.

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Forma giuridica che dovrà assumere il rag-gruppamento di operatori economici aggiudi-catario dell’appalto: Raggruppamenti temporaneidi concorrenti di cui all’art. 34 comma 1 lettera d)del D.Lgs. 163/2006. Vedi punto 5 del Disciplinaredi Gara.Altre condizioni particolari cui è soggetta la rea-lizzazione dell’appalto: No.CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONESituazione personale degli operatori, inclusi irequisiti relativi all’iscrizione nell’albo profes-sionale o nel registro commerciale:Informazioni e formalità necessarie per valutare laconformità ai requisiti:1) Possesso dei requisiti di ordine generale di cui

all’art. 38 D.Lgs. 163/2006;2) Inesistenza di cause di esclusione di cui all’art.

38 D.Lgs. 163/2006;3) Inesistenza di cause di esclusione di cui all’art. 3

R.D. 2440/1924 e di cui all’art. 1 bis comma 14della L. 383/2001 come sostituito da D.L.210/2002 convertito in L. 266/2002;

4) Inesistenza delle cause ostative di cui all’art.67del D .Lgs.159/2011;

5) Inesistenza delle cause interdittive di cui all’art.9 comma 2 lettera a) e c) del D.Lgs. 231/2001;

6) Essere in regola con le norme che disciplinanoil diritto al lavoro dei disabili di cui alla L.68/1999 ex art. 17 ovvero di non essere assog-gettato. Vedasi paragrafo 6 del disciplinare digara.

Capacità economica e finanziaria:Informazioni e formalità necessarie per valutare laconformità ai requisiti: Fatturato globale d’impre-sa negli esercizi finanziari 2009-2010-2011 noninferiore a Euro 300.000,00 (IVA esclusa). Vedasiparagrafo 6 del Disciplinare di gara;Capacità tecnica: Informazioni e formalità neces-sarie per valutare la conformità ai requisiti: 1)Pos-sesso della certificazione ISO 9001; 2) Elenco deiprincipali servizi svolti nel triennio 2009- 2010-2011, analoghi alle categorie di servizi e/o di forni-ture oggetto della gara (CPV 72253000-3), con l’in-dicazione dei corrispondenti importi, date e destina-tari pubblici o privati, della descrizione dei servizisvolti, di cui almeno una fornitura di servizi dihelp desk rivolto ad almeno 1.000 utilizzatori diimporto non inferiore a Euro 150.000 e almeno unafornitura di servizi di supporto tecnico-sistemisticoper la gestione di sistemi informativi per un impor-to non inferiore a Euro 100.000, svolte entrambecon buon esito e senza contestazioni di sorta, chesaranno usate come “progetti campione”. 3) Prospet-to contenente l’indicazione dei tecnici e degli orgonitecnici facenti direttamente capo a meno, al concor-rente e in particolare di quelli incaricati dello svolgi-

mento dei servizi oggetto del bando. 4) Indicazionedei titoli professionali e delle esperienze lavorativedei soggetti concretamente responsabili della presta-zione dei servizi tra i quali debbono essere presentile figure professionali: Addetto help desk junior –Addetto help desk – Addetto help desk senior–Sistemista – Sistemista open source. 5) Numeromedio annuo dei dipendenti del concorrente enumero dei dirigenti impiegati negli tre anni antece-denti la data di pubblicazione del bando (2009-2010-2011). Vedasi allegato 1C del Disciplinare di gara.Appalti riservati: No.CONDIZIONI RELATIVE ALL’APPALTO DISERVIZILa prestazione del servizio è riservata ad unaparticolare professione?: No.Le persone giuridiche devono indicare il nome ele qualifiche professionali delle persone incarica-te della prestazione del servizio: Si.TIPO DI PROCEDURATipo di procedura: Aperta.CRITERI DI AGGIUDICAZIONECriteri di aggiudicazione: Offerta economicamen-te più vantaggiosa in base ai criteri indicati nel capi-tolato d’oneri, nell’invito a presentare offerte o anegoziare oppure nelle specifiche. Ricorso ad un’asta elettronica: No.INFORMAZIONI DI CARATTERE AMMINI-STRATIVOPubblicazioni precedenti relative allo stessoappalto: No.Condizioni per ottenere il capitolato d’oneri e ladocumentazione complementare oppure il docu-mento descrittivo: Termine per il ricevimento dellerichieste di documenti o per l’accesso ai documenti:14.03.2013 - 12:00. Documenti a pagamento: no.Termine per il ricevimento delle offerte o delledomande di partecipazione: 21.03.2013 - 12:00Lingue utilizzabili per la presentazione delleofferte/domande di partecipazione: Italiano.Periodo minimo durante il quale l’offerente è vin-colato alla propria offerta: Periodo in giorni: 180(dal termine ultimo per il ricevimento delle offerte).Modalità di apertura delle offerte: Luogo: Convo-cazione tramite fax 5 giorni prima del giorno di aper-tura delle offerte. Ancona Via Tiziano 44 ITALIA.Persone ammesse ad assistere all’apertura delleofferte: si. Legali rappresentanti e/o loro incaricatimuniti di delega o procura.

ALTRE INFORMAZIONITRATTASI DI UN APPALTO PERIODICO: No.APPALTO CONNESSO AD UN PROGETTOE/O PROGRAMMA FINANZIATO DAI FON-DI COMUNITARI: no.

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INFORMAZIONI COMPLEMENTARI:La presente procedura è stata indetta con Decreto delDirigente della P.F. Servizi informativi e telematicin.210/INF del 12/12/2012. Responsabile Unico delprocedimento è la dott.ssa Cinzia Amici. Il CodiceIdentificativo della gara (CIG) anche per le contri-buzioni dovute, ai sensi dell’art. 1, commi 65 e 67della legge 23.12.2005 n°266 dagli operatori econo-mici che intendono partecipare alla gara di cui alpresente avviso è il seguente:CIG 4778945E28. Tut-ta la documentazione originale di gara può essereprelevata, in formato elettronico, dal sito istituziona-le: www.regione.marche.it alla voce Bandi. Per lalettura di tale documentazione, firmata digitalmentee quindi valida a tutti gli effetti di legge, è necessa-rio dotarsi dell’apposito software per la verifica del-la firma digitale, rilasciato da certificatori iscrittiall’Elenco di cui all’art. 29 del D.Lgs 82/2005,disponibile sul sito www.cnipa.gov.it.

PROCEDURE DI RICORSOOrganismo responsabile delle procedure diricorso: TAR Marche, Piazza Cavour n.29, I-Ancona.Servizio presso il quale sono disponibili informa-zioni sulla presentazione di ricorso: P.F. Coordina-mento dell’Avvocatura regionale - Piazza Cavourn.23 I – Ancona

DATA DI SPEDIZIONE DEL PRESENTE AVVI-SO: 25/01/2013

IL RESPONSABILE DELPROCEDIMENTO

(Dott.ssa Cinzia Amici)

_______________________________________________________

Regione Marche - Servizio Infrastrutture,Trasporti ed EnergiaAvviso di aggiudicazione gara appalto.

• AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE:REGIONE MARCHE – Servizio Infrastrutture, Tra-sporti ed Energia – Via Palestro n. 19, 60122 Anco-na, telefono 071-806.7347, fax 071-806.7351;

• OGGETTO APPALTO: “Ripascimento di untratto di litorale a sud del porto di San Benedettodel Tronto (AP)” - CIG 3748211191;

• PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: proce-dura aperta ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs.163/2006 e s.m.i.;

• CRITERI DI AGGIUDICAZIONE: offerta alprezzo più basso determinato mediante offerta aprezzi unitari ai sensi degli artt. 82 e 86 del D.Lgs.163/2006 e ss.mm.ii., con esclusione automaticadelle offerte anomale.

• PUBBLICAZIONE:• Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana serie

speciale;• B.U.R. Marche;• Profilo di committente www.regione.marche.it

sezione Bandi;• Sito informatico del Ministero delle Infrastrutture

e dei Trasporti;• Per estratto su un quotidiano a diffusione naziona-

le e un quotidiano a diffusione regionale.• DATA AGGIUDICAZIONE: Decreto del Diri-

gente del Servizio Infrastrutture, Trasporti edEnergia n. 95/ITE del 21/12/2012;

• NUMERO OFFERTE RICEVUTE: 30;• NUMERO OFFERTE AMMESSE: 27 e n. 3

escluse;• NOME E INDIRIZZO AGGIUDICATARIO:

Società LOCAPAL S.r.L con sede a CampagnaRupia (VE) in Via Marghera n. 7, (P.IVA e CI.01594520270);

• RIBASSO OFFERTO: 24,779%• I M P O R T O DI AGGIUDICAZIONE: Euro

169.391,17 (IVA esclusa) di cui Euro 162.440,00per lavori al netto ed Euro 6.951,17 per oneri ordi-nari della sicurezza del cantiere

• PROCEDURA DI RICORSO: TAR delle Mar-che.

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTODott. Ing. Paolo Dionisi

_______________________________________________________

Provincia di MacerataProcedura aperta per l’affidamento dei serviziassicurativi generali dell’Ente Annualità2013/2015.

ESITO GARA PER L’AFFIDAMENTO DEISERVIZI GENERALI DELL’ENTE.

ANNUALITA’ 2013/2015 Importo complessivo a base di gara è di Euro1.455.000,00.Lotto 1:. RCT/O 46688855C8; lotto 2: All Risks CIG: 46689245F7:

a) incendio ed eventi speciali; b) furto e portavalori); c) elettronica - danno da apparecchiatura, elettroni-

che; lotto 3: infortuni comulativa CIG: 4668990C6C; lotto 4: RCA- Libro Matricola - ARD CIG: 46690172B7.Modalità di affidamento: procedura aperta con il crite-rio del massimo ribasso sull’importo posto a base diciascun lotto.

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Data aggiudicazione appalto: 13/12/2012 divenuta effi-cace il 28/1/2012. Lotti deserti: 1-2,4. Lotto 3: n. 1 offerta ricevuta. Impresa aggiudicataria UNIPOL ASSICURAZIONIS.p.A. - Bologna con il premio lordo annuo complessivopreventivato di Euro 4.500,00 a seguito di ribasso del1% sull’importo a base d’asta di Euro 5.000,00. Data di pubblicazione del bando di gara: 3/11/2012 Data invio alla GUCE del presente avviso:30/01/02013Organo competente per procedure ricorso: TAR Marche,via della Loggia, 24, 60100 Ancona. Per informazionisu termini e modalità ricorso: Provincia di Macerata,Ufficio legale, c.so della Repubblica n. 28, 62100Macerata, tel. 0733/248295; fax: 0733/235867;mail: [email protected]ì, 30/01/2013

Il Dirigente del I Settore Dr.ssa Antonella Garbuglia

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Comune di Torre S. PatrizioAvviso di vendita di quote societarie Sam srl.

AVVISO DI VENDITA DI QUOTE SOCIETARIE SAM SRL

Prezzo a base d’asta Euro 332,113,00

SI RENDE NOTO che il Comune di Torre 5. Patriziointende dismettere l’intera quota di partecipazione nel-la Società Sam srl., con procedura ai sensi del R.D.23 maggio 1924 n. 827. Il Bando di gara è disponi-bile sul sito www.comunetorresanpatrizio.fm.it apartire dal giorno 4.2.2013 fino alla scadenza del19.2.2013 ore 13.Torre S. Patrizia li 28.1.2013

Il Responsabile del Procedimento Diamanti Luciano

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ARPAM – Agenzia Regionale per la Prote-zione Ambientale delle Marche - AnconaAvvisi relativi ad appalti aggiudicati.

AVVISO RELATIVO AD APPALTO AGGIUDICATO

SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDI-CATRICE: I.1) DENOMINAZIONE, INDIRIZZI E PUNTI

DI CONTATTO: Agenzia Regionale per la Protezio-ne Ambientale delle Marche, Via Caduti del Lavoro, 40– Ancona Ufficio Provveditorato Economato e Tecni-co Tel. 071.2132741 - 2132729 Fax 0712132770Indirizzo Internet amministrazione aggiudicatrice:www.arpa.marche.it I.2) TIPO DI AMMINISTRAZIONE AGGIUDI-CATRICE E PRINCIPALI SETTORI DI ATTI-VITA’: Agenzia regionale Ambiente.SEZIONE II: OGGETTO DELL’APPALTO: II.1.1) Denominazione conferita all’appalto dal-l’amministrazione aggiudicatrice: Procedura Ineconomia per l’acquisizione di un sistema di purifica-zione SPE automatico; II.1.2) Tipo di appalto e luogo di consegna: Acqui-sto - Ancona.SEZIONE IV: PROCEDURA: IV.1.1) Tipo di procedura: Negoziata; IV.2.1) Criteri di aggiudicazione: offerta economi-camente più vantaggiosa, in termini di “qualità/prez-zo”.SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE DELL’AP-PALTO: N. DI RIFERIMENTO: CIGZC8068FE8D,V.1) AGGIUDICAZIONE: Determina Dirigenzialedell’Ufficio Provveditorato-Economato-Tecnico n. 03del 18/01/2013; V.2) NUMERO DELLE OFFERTE RICEVUTE:2;V.3) NOME E INDIRIZZO DELL’OPERATOREECONOMICO AGGIUDICATARIO: GILSONITALIA S.r.l., - Via G. Matteotti, 98 Cinisello Balsa-mo; V.4) INFORMAZIONE SUL VALORE DEL-L’APPALTO: Valore inizialmente stimato dell’ap-palto: Euro 30.000,00 Iva esclusa; Valore finale del-l’appalto: Euro 29.950,00 IVA esclusa.VI.3) PROCEDURE DI RICORSO: VI.3.1) Organismo responsabile delle proceduredi ricorso: TAR Marche, Piazza Cavour, 29 Ancona.

IL DIRIGENTE PROVVEDITORATOECONOMATO-TECNICO

Dott. Flavio Baiocchi

AVVISO RELATIVO AD APPALTO AGGIUDICATO

SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDI-CATRICE: I.1) DENOMINAZIONE, INDIRIZZI E PUNTIDI CONTATTO: Agenzia Regionale per la Prote-zione Ambientale delle Marche, Via Caduti del Lavo-ro, 40 – Ancona Ufficio Provveditorato Economato e

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Tecnico Tel. 071.2132741 - 2132729 Fax0712132770 Indirizzo Internet amministrazioneaggiudicatrice: www.arpa.marche.it. I.2) TIPO DI AMMINISTRAZIONE AGGIUDI-CATRICE E PRINCIPALI SETTORI DI ATTI-VITA: Agenzie regionale Ambiente.SEZIONE II: OGGETTO DELL’APPALTO:II.1.1) Denominazione conferita all’appalto dal-l’amministrazione aggiudicatrice: Procedura ineconomia per l’acquisizione di un sistema per ladeterminazione del mercurio; II.1.2) Tipo di appalto e luogo di consegna;Acquisto - Ancona.SEZIONE IV: PROCEDURA: IV.1.1) Tipo di procedura: Negoziata; IV.2.1) Criteri di aggiudicazione: offerta economi-camente più vantaggiosa, in termini di “qualità/prez-zo”.SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE DELL’AP-PALTO: N. DI RIFERIMENTO: CIGZAB065D1C5.V.1) AGGIUDICAZIONE: Determina Dirigenzialedell’Ufficio Provveditorato-Economato-Tecnico n. 04del 18/01/2013;V.2) NUMERO DELLE OFFERTE RICEVUTE:6; V.3) NOME E INDIRIZZO DELL’OPERATOREECONOMICO AGGIUDICATARIO: FKV S.r.l. -Largo delle Industrie, 10 - Torre Boldone; V.4) INFORMAZIONE SUL VALORE DEL-L’APPALTO: Valore Inizialmente stimato dell’ap-palto: Euro 30.000,00 Iva esclusa; Valore finale del-l’appalto: Euro 26.800,00 IVA esclusa.VI.3) PROCEDURE DI RICORSO: VI.3.1) Organismo responsabile delle proceduredi ricorso: TAR Marche, Piazza Cavour, 29 Ancona.

IL DIRIGENTE PROVVEDITORATOECONOMATO-TECNICO

Dott. Flavio Baiocchi

AVVISO RELATIVO AD APPALTO AGGIUDICATO

SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDI-CATRICE:I.1) DENOMINAZIONE, INDIRIZZI E PUNTIDI CONTATTO: Agenzia Regionale per la Prote-zione Ambientale delle Marche, Via Caduti del Lavo-ro, 40 – Ancona Ufficio Provveditorato Economato eTecnico Tel. 071.2132741 - 2132729 Fax071.2132770 Indirizzo internet amministrazione

aggiudicatrice: www.arpa.marche.it. I.2) TIPO DI AMMINISTRAZIONE AGGIUDI-CATRICE E PRINCIPALI SETTORI DI ATTI-VITA: Agenzia regionale Ambiente.SEZIONE II: OGGETTO DELL’APPALTO:II.1.1) Denominazione conferita all’appalto dal-l’amministrazione aggiudicatrice: Procedura ineconomia per l’acquisizione di un gascromatografo-spettrometro di massa; II.1.2) Tipo di appalto e luogo di consegna: Acqui-sto Ancona; II.1.5) CPV: 38432210-7SEZIONE IV: PROCEDURA: IV.1.1.) Tipo di procedura: Negoziata; IV.2.1) Criteri di aggiudicazione: offerta econo-micamente più vantaggiosa, in termini di“qualità/prezzo”.SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE DELL’AP-PALTO: N. DI RIFERIMENTO: CIG4579G09CE3.V.1) AGGIUDICAZIONE: Determina Dirigenzialedell’Ufficio Provveditorato-Economato-Tecnico n.05 del 18/01/2013;V.2) NUMERO DELLE OFFERTE RICEVUTE:3;V.3) NOME E INDIRIZZO DELL’OPERATOREECONOMICO AGGIUDICATARIO: AGILENTTECHNOLOGIES ITALIA S.p.A. - Via P. Gobetti,2/C - Cernusco Sul Naviglio;V.4) INFORMAZIONE SUL VALORE DEL-L’APPALTO: Valore inizialmente stimato dell’ap-palto: Euro 80.000,00 Iva esclusa; Valore finale del-l’appalto: Euro 76.395,03 IVA esclusa.VI.3) PROCEDURE DI RICORSO; VI.3.1) Organismo responsabile delle proceduredi ricorso: TAR Marche, Piazza Cavour, 29 Ancona.

IL DIRIGENTE PROVVEDITORATOECONOMATO-TECNICO

Dott. Flavio Baiocchi

AVVISO RELATIVO AD APPALTOAGGIUDICATO

SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDI-CATRICE: I.1) DENOMINAZIONE, INDIRIZZI E PUNTIDI CONTATTO: Agenzia Regionale per la Prote-zione Ambientale delle Marche, Via Caduti delLavoro, 40 - Ancona Ufficio Provveditorato Econo-mato e Tecnico Tel. 071.2132741 - 2132729 Fax071.2132770 Indirizzo Internet amministrazioneaggiudicatrice: www.arpa.marche.it

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Page 141: REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE …213.26.167.158/bur/PDF/13/N7_07_02_2013.pdf · Cultura n. 3 del 29/01/2013 Revoca DDPF 2/CLT del 22/01/2013 e Integrazione

I.2) TIPO DI AMMINISTRAZIONE AGGIUDI-CATRICE E PRINCIPALI SETTORI DI ATTI-VITA’: Agenzia regionale Ambiente.SEZIONE II OGGETTO DELL’APPALTO:II.1.1) Denominazione conferita all’appalto dal-l’amministrazione aggiudicatrice: Procedura ineconomia per l’acquisizione di uno spettrometroad emissione ICP-OES simultaneo; II.1.2) Tipo di appalto e luogo di consegna: Acqui-sto - Ancona; II.1.5) CPV: 38433210-4.SEZIONE IV: PROCEDURA: IV.1.1) Tipo di procedura: Negoziata;IV.2.1) Criteri di aggiudicazione: offerta economi-camente più vantaggiosa, in termini di “qualità/prez-zo”.SEZIONE V: AGGIUDICAZIONE DELL’AP-PALTO: N. DI RIFERIMENTO: CIG4551342E38.V.I) AGGIUDICAZIONE: Determina Dirigenzialedell’Ufficio Provveditorato-Economato-Tecnico n.06 del 18/01/2013;V.2) NUMERO DELLE OFFERTE RICEVUTE:2; V.3) NOME E INDIRIZZO DELL’OPERATOREECONOMICO AGGIUDICATARIO: PERKINELMER ITALIA S.p.A, - Via del Carpegna, 19 -Roma; V.4) INFORMAZIONE SUL VALORE DEL-L’APPALTO: Valore inizialmente stimato dell’ap-palto: Euro 60.000,00 Iva esclusa; Valore finaledell’appalto: Euro 57.000,00 IVA esclusa.VI.3) PROCEDURE DI RICORSO: VI.3.1) Organismo responsabile delle proceduredi ricorso: TAR Marche, Piazza Cavour, 29 Anco-na.

IL DIRIGENTE PROVVEDITORATOECONOMATO-TECNICO

Dott. Flavio Baiocchi

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ERSU – Ente Regionale per il diritto alloStudio Universitario di Urbino - UrbinoAvviso pubblico di manifestazione d’interesseper l’affidamento in concessione della gestio-ne dei locali denominati “Ex scorpio Club” viaLaurana Urbino per la realizzazione di un cir-colo ricreativo ad uso esclusivo degli studentiuniversitari.

L’Ersu di Urbino intende dare in affidamento lagestione, mediante concessione, di un locale deno-minato “ex Scorpio Club”, sito in Urbino, via Lau-

rana, ad uso esclusivo degli studenti universitari.Tale avviso è destinato a verificare la disponibilitàesistente da parte di operatori economici a presen-tare la propria candidatura per essere successiva-mente invitati a formulare una propria offertasecondo un progetto operativo che sarà partesostanziale ed integrante dell’offerta.Gestione circolo ricreativoLo spazio sarà destinato a Circolo Ricreativo pergli studenti universitari di Urbino. Le iniziative dicarattere culturale e ricreativo, ad esclusivo usodegli studenti, sarà debitamente regolamentato conapposito atto approvato dal Consiglio di Ammini-strazione dell’Ersu, previo confronto costruttivocon il Consiglio degli studenti, al fine di garantirea tutte le associazioni studentesche la formulazionedi iniziative culturali e ricreative.Coloro che manifesteranno il loro interesse allagestione del circolo ricreativo universitario,saranno successivamente inviati a partecipare allaprocedura di gara per l’affidamento del servizio.In quella sede dovranno presentare un progettoche terrà conto di alcuni parametri di valutazione;tra i quali:- arredamento prescelto;- finalità sociale, educativa e ricreativa;.- canone annuo offerto.Si precisa che le spese concernenti l’arredamentosaranno a carico del gestore e che l’Amministra-zione non verserà alcun corrispettivo per lagestione. Il circolo dovrà rispettare, per quanto attie-ne ai periodi di apertura e chiusura, quelli definiti dalcalendario accademico.Durata del servizioLa concessione avrà durata quinquennale, rinnova-bile.Caratteristiche del localeIl locale non possiede i requisiti di locale di pub-blico spettacolo di cui al DM 16/8/1996; il localeha una capienza massima di 200 persone. Il locale èdotato di climatizzazione invernale ed estiva, serviziIgienici.Le autorizzazioni necessarie per l’inizio dell’attivitàsaranno a carico del gestore.SopralluogoL’immobile potrà essere visionato previo accordo conil nostro tecnico incaricato, geometra CancellieriMichele tel. n. 0722/302589, dal lunedì al giovedìdalle ore 9,00 alle ore 11,00.Modalità presentazione della domandaLa domanda di manifestazione d’interesse dovràessere formulata su carta intestata dell’operatoreeconomico.L’invio della manifestazione di interesse comportal’accettazione esplicita al trattamento dei dati perso-nali ai fini del presente avviso.

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La presentazione dell’istanza non vincola, alcun:modo, l’Amministrazione all’affidamento della con-cessione in oggetto. I soggetti che intendono partecipare alla procedura diaggiudicazione dovranno manifestare loro interesse,entro il termine perentorio del giorno 20 febbraio2013 al seguente indirizzo: ERSU di Urbino, viaVittorio Veneto, 43 tramite posta certificata PECa: [email protected] entro le ore 13,00 delgiorno 20 febbraio 2013.E’ altresì facoltà dei concorrenti la consegna a mano,tutti i giorni dalle ore 9,00 alle ore 13,00, presso ilservizio protocollo dell’Ente, via Vittorio Veneto, 43Urbino.Sono ammessi a partecipare: alla presente selezione:1) imprese individuali e associate, 2) società, 3)cooperative, 4) associazioni legalmente costituite inpossesso dei requisiti di cui all’art. 34. del D.Lgs.163/2006.I concorrenti non devono trovarsi in nessuna dellecondizioni ostative alla contrattazione con le Pubbli-che Amministrazioni di cui all’art. 38 del D. Lgs.163/2006.1 consorzi e raggruppamenti di impresa sonoammessi alle condizioni previste dagli artt. 35, 36 e37 del D.Lgs, 163/2006. La domanda di manifestazione di interesse dovràcontenere:a) l’indirizzo del proponente (ragione sociale, Codi-

ce Fiscale/Partita IVA, indirizzo della Società,numero di telefono e fax;

b) l’autocertificazione del possesso dei requisiti diammissione alla procedura di non trovarsi nellecondizioni di esclusione dalle gare previste dal-l’art. 38 del D. Lgs.163/2006 s.m.i..

ERSU DI URBINOIl Direttore

AVVISI D’ASTA

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Comune di ComunanzaAvviso di asta pubblica per la vendita di areadi proprietà comunale in zona “Via dellaPace/Acquasanta” del capoluogo.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO

In esecuzione della Deliberazione del ConsiglioComunale n. 16 del 13 Aprile 2011, della Delibera-zione della Giunta Comunale n. 97 del 05/11/2012 edella Determinazione Dirigenziale n-3 del22/01/2013;

RENDE NOTOChe nella Sede Municipale, Sala del ConsiglioComunale, del Comune di Comunanza in Piazza IVNovembre, il giorno 28 Febbraio 2013 alle ore10,00 dinnanzi alla Commissione di gara presiedutadal sottoscritto Responsabile del Servizio avrà luogouna pubblica asta per la vendita ad unico e definitivoincanto di area di mq. 5.911,00 (superfici già defini-te in sede di recente frazionamento) individuata alNCT al Foglio n. 6. P.lle n. 945 – 946 – 947 - 948 –951- 952 del Comune di Comunanza in localitàAcquasanta/Via della Pace, ed inclusa nel vigente‘Piano Regolatore Generale del Comune, approvatocon atto del Consiglio Comunale n. 23 del17/12/2004 e successiva variante approvata con attodel Consiglio Comunale n. 23 del 19/07/2010, con leseguenti specifiche caratteristiche urbanistico/edili-zie;a. Destinazione Urbanistica; - Particelle n. 945 (1.470 mq). n. 946 (3.890 mq),

951 (1 l mq), 952 (270 mq), per una superfici di5.641.00 mq Zona 2.60.03 tessuto prevalentemen-te residenziale a media densità, normato dal-l’art.60 delle NTA del PRG;

- Particelle n. 947 (420 mq). 948 (50 mq) per unasuperficie totale di 470,00 mq Zona Z. 48,05 Ver-de di rispetto, normato dall’art. 48 delle NTA delPRG;

omissis

CONDIZIONI PER PARTECIPARE ALLA GARA

1. La vendita si terrà con il metodo delle offertesegrete sotto l’osservanza delle disposizioni stabi-lite per i contratti dello Stato contenute nel Rego-lamento di cui al R.D. 23.05.1924, n, 827 e suc-cessive modificazioni ed integrazioni;

2. L’asta pubblica si terrà can il metodo di cui all’art.73 -lett. C) R.D. sopra indicato (per mezzo diofferte segrete da confrontarsi poi col prezzobase indicato nell’avviso di gara) osservate lenorme dell’art. 76 del Regolamento medesimosul prezzo base di Euro 468.000,00, maggioratomediante offerte a corpo in aumento;

3. Possono partecipare alla gara anche mediante l’i-stituto dell’associazione di impresa anche tempo-ranea.

4. Per partecipare all’asta i concorrenti dovrannoinviare un plico sigillato e controfirmato, ripor-tante esternamente la dicitura “ASTA PUBBLI-CA DEL GIORNO 28 Febbraio 2013 PER LAVENDITA AREA DI PROPRIETA’ COMUNA-LE SITA IN VIA DELLA PACE/ZONAACQUASANTA DI COMUNANZA “ Il plicodovrà pervenire all’ufficio protocollo generalepresso In Sede Comunale in Piazza IV Novembredi questo Comune, per raccomandata A.R. o con-segnato a mano, entro e non oltre le ore 13:00 del

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giorno (27/02/2013), precedente a quello fissatoper l’asta (al fine del pervenuto fa esclusivamentefede il timbro di arrivo dell’Ufficio Protocollo del-l’Ente).

omissis

Il Responsabile del ServizioArch. Adele Pasqualini

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Comune di OstraAvviso d’asta pubblica per la vendita di Immo-bile comunale sito in Via del Teatro, denomi-nato ex Convento delle Clarisse (II esperimen-to).

Si rende noto che il 13.2.2013 alle ore 10.00 c/o lasala consiliare del Comune di Ostra, Piazza deiMartiri n, 5, avrà luogo il pubblico incanto con ilmetodo dell’offerta segreta di cui agli articoli 73lett. c) e 78 R.D. n°827/1924 per la vendita dell’im-mobile sito in Via del Teatro, denominato ex Con-vento delle Clarisse. Ubicazione; Comune di Ostra,via del Teatro, censito catastalmente al Foglio n° 23Mappale 388. Importo a base di gara; Euro 1.525,000,00 oltre IVAse e in quanto dovuta. Scadenza: 12.2.2013 ore 12.00.Informazioni: c/o ufficio “Servizi Tecnici” tel.071.7980606, nel consueto orario di ricevimento alpubblico. (www.comune.ostra.an.it).

Il Responsabile 3° settore Ing.Emanuele Vescovo

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Comune di VissoBando d’asta pubblica per alienazione del-l’immobile comunale denominato “Ex scuola diAschio”

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DELL’AREA TECNICA

RENDE NOTO

che il giorno 13/03/2013 alle ore 8:30 presso ilComune di Visso In Largo G.B. G. Antinori n.1 -Area Tecnica - 1° piano, avrà luogo l’asta pubblicadi cui al presente bando, per la vendita al migliorofferente dell’immobile denominato “EX SCUOLADI ASCHIO”.UBICAZIONE E DATI CATASTALI: Fabbrica-to ad uso residenziale sito in Frazione Aschio,

distinto nel Comune Censuario di Visso al Foglio n.1 particella n.644, P.T., Categoria N3, Classe 1,Consistenza vani 7,5, Superficie catastale mq.171,R.C.= Euro 379,60.PREZZO A BASE D’ASTA: Il prezzo a corpo abase di gara: è pari a euro 46.000,00 (quarantasei-mila/00).MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE: Come dabando d’asta pubblica.TERMINE PER LE OFFERTE: Le offertedovranno pervenire al Comune di Visso a mezzo rac-comandata A.R. o mediante diretta consegna a manoall’Ufficio Protocollo del Comune di Visso, entrole ore 13:00 del giorno 12/03/2013 pena l’e-sclusione dall’asta medesima.MODALITÀ DI AGGIUDICAZIONE: con ilmetodo delle offerte segrete da confrontarsi con ilprezzo base indicato nell’avviso di gara.SVOLGIMENTO DELL’ASTA: L’asta si svolgeràin seduta pubblica il giorno 13/03/2013 alle ore 8:30presso il Comune di Visso - Area Tecnica.Il bando d’asta può essere consultato sul sito Inter-net http://www.comune.visso.mc.it/ e può altresìessere ritirato presso il Comune di Visso - Area Tec-nica.Visso, li 28/01/2013

II Responsabile del ServizioGeom. Dario Morosi

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Comune di VissoBando d’asta pubblica per alienazione degliimmobili comunali “Prefabbricati in legno inloc. Aschio”

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DELL’AREA TECNICA

RENDE NOTO

che il giorno 13/03/2013 alle ore 10:00 presso ilComune di Visso in Largo G.B. G. Antinori n.1 -Area Tecnica - 1° piano, avrà luogo l’asta pubblicadi cui al presente bando, per la vendita al migliorofferente degli immobili denominati “prefabbricatiin legno in loc. Aschio”.UBICAZIONE E DATI CATASTALI:LOTTO 1Prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Aschio snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio 1particella n.590 sub 3, P.T., Categoria N3, Classe 2,Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq. 49,R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comunedistinta al foglio 1 particella n.590 sub 1;

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Page 144: REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE …213.26.167.158/bur/PDF/13/N7_07_02_2013.pdf · Cultura n. 3 del 29/01/2013 Revoca DDPF 2/CLT del 22/01/2013 e Integrazione

LOTTO 2Prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Aschio snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio 1particella n.590 sub 4, P.T., Categoria A/3, Classe 2,Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq. 49,R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comunedistinta al foglio 1 particella n.590 sub 1;

LOTTO 3Prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Aschio snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio 1particella n.590 sub 5, P.T., Categoria N3, Classe 2,Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq. 49,R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comunedistinta al foglio 1 particella n.590 sub 1;

LOTTO 5prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Aschio snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio 1particella n.590 sub 8, P.T., Categoria N3, Classe 2,Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq. 49,R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comunedistinta al foglio 1 particella n.590 sub 1.PREZZO A BASE D’ASTA: Il prezzo a corpo abase di gara: LOTTO 1 - Euro 16.200,00 (sedicimiladuecen-to/00) LOTTO 2 - Euro 16.200,00 (sedicimiladuecen-to100) LOTTO 3 - Euro16.200,00 (sedicimiladuecen-to100) LOTTO 5 - Euro16.200,00 (sedicimiladuecen-to/00)MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE: Come dabando d’asta pubblica.TERMINE PER LE OFFERTE: Le offertedovranno pervenire al Comune di Visso a mezzo rac-comandata A.R. o mediante diretta consegna a manoall’Ufficio Protocollo del Comune di Visso, entro leore 13:00 del giorno 12/03/2013 pena l’esclusionedall’asta medesima.MODALITÀ DI AGGIUDICAZIONE: con ilmetodo delle offerte segrete da confrontarsi con ilprezzo base indicato nell’avviso di gara.SVOLGIMENTO DELL’ASTA: L’asta si svol-gerà in seduta pubblica il giorno 13/03/2013 alleore 10:00 presso il Comune di Visso - Area Tecnica.Il bando d’asta può essere consultato sul sito internethttp://www.comune.visso.mc.it/ e può altresì essereritirato presso il Comune di Visso - Aera Tecnica.Visso, li 28/01/2013

Il Responsabile del ServizioGeom. Dario Morosi

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Comune di VissoBando d’asta pubblica per alienazione del-l’immobile comunale denominato “Stalla diMevale”.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DELL’AREA TECNICA

RENDE NOTO

che il giorno 13/03/2013 alle ore 9:00 presso ilComune di Visso in Largo G.B. G. Antinori n.1 -Area Tecnica - l° piano, avrà luogo l’asta pubblica dicui al presente bando, per la vendita al miglior offe-rente dell’immobile denominato “STALLA DIMEVALE”.UBICAZIONE E DATI CATASTALI: Fabbrica-to ad uso stalla, sito in loc. Mevale snc, distinto incatasto al Comune di Visso al Foglio 64 particellan.158, P.T., Categoria C/6, Classe 9, Consistenzamq. 290.PREZZO A BASE D’ASTA: Il prezzo a corpo abase di gara: è pari a Euro 55.000,00 (cinquanta-cinquemila/00).MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE: Come dabando d’asta pubblica.TERMINE PER LE OFFERTE: Le offertedovranno pervenire al Comune di Visso a mezzo rac-comandata A.R. o mediante diretta consegna a manoall’Ufficio Protocollo del Comune di Visso, entrole ore 13:00 del giorno 12/03/2013 pena l’e-sclusione dall’asta medesima.MODALITÀ DI AGGIUDICAZIONE: con ilmetodo delle offerte segrete da confrontarsi con ilprezzo base indicato nell’avviso di gara.SVOLGIMENTO DELL’ASTA: L’asta si svolgeràin seduta pubblica il giorno 13/03/2013 alle ore 9:00presso il Comune di Visso - Area Tecnica.Il bando d’asta può essere consultato sul sito inter-net http://www.comune.visso.mc.it/ e può altresìessere ritirato presso il Comune di Visso - Area Tec-nica.Visso, li 28/01/2013

Il Responsabile del ServizioGeom. Dario Morosi

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Comune di VissoBando d’Asta per alienazione degli immobilicomunali “prefabbricati in legno in loc. Fema-tre”

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DELL’AREA TECNICA

7 FEBBRAIO 2013 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XLIV • N. 7

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RENDE NOTO

che il giorno 13/03/2013 alle ore 12:00 presso ilComune di Visso in Largo G.B. G. Antinori n.1 –Area Tecnica – 1° piano, avrà luogo l’asta pubblicadi cui al presente bando, per la vendita al migliorofferente degli immobili denominati “prefabbricatiin legno in loc. Fematre”.UBICAZIONE E DATI CATASTALI:

LOTTO 1 prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Fematre snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio39 particella n.288 sub 2, P.T., Categoria A/3, Clas-se 2, Consistenza vani 4, Superficie catastale mq. 63,R.C.= Euro 237,57, con diritto alla corte comunedistinta al foglio 39 particella n.288 sub 1;

LOTTO 2 prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Fematre snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio48 particella n.288 sub 3, P.T., Categoria N3, Classe2, Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq. 49,R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comunedistinta al foglio 39 particella n.288 sub 1;

LOTTO 3 prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Fematre snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio48 particella n.288 sub 4, P.T., Categoria N3, Clas-se 2, Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq.49, R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comu-ne distinta al foglio 39 particella n.288 sub 1;PREZZO A BASE D’ASTA: Il prezzo a corpo abase di gara: Lotto 1 -Euro 18.900,00 (diciottomilanovecen-to); Lotto 2 - Euro14.400,00 (quattordicimilaquat-trocento); Lotto 3 -Euro 14.400,00 (quattordicimilaquattro-cento).MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE: Come dabando d’asta pubblica.TERMINE PER LE OFFERTE: Le offertedovranno pervenire al Comune di Visso a mezzo rac-comandata A.R. o mediante diretta consegna a manoall’Ufficio Protocollo del Comune di Visso, entro leore 13:00 del giorno 12/03/2013 pena l’esclusionedall’asta medesima.MODALITÀ DI AGGIUDICAZIONE: con ilmetodo delle offerte segrete da confrontarsi con ilprezzo base indicato nell’avviso di gara.SVOLGIMENTO DELL’ASTA: L’asta si svol-gerà in seduta pubblica il giorno 13/03/2013 alleore 12:00 presso il Comune di Visso – Area Tecni-ca.

Il bando d’asta può essere consultato sul sito internethttp://www.comune.visso.mc.it/ e può altresì essereritirato presso il Comune di Visso – Aera Tecnica.Visso, li 28/01/2013

Il Responsabile del ServizioGeom. Dario Morosi

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Comune di VissoBando d’asta pubblica per alienazione degliimmobili comunali “prefabbricati in legno inloc. Rasenna”.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DELL’AREA TECNICA

RENDE NOTO

che il giorno 13/03/2013 alle ore 13:00 presso ilComune di Visso in Largo G.B. G. Antinori n.1 –Area Tecnica – 1° piano, avrà luogo l’asta pubblicadi cui al presente bando, per la vendita al migliorofferente degli immobili denominati “prefabbricatiin legno in loc. Rasenna”.UBICAZIONE E DATI CATASTALI:

LOTTO 1 prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Rasenna snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio27 particella n.336 sub 2, P.T., Categoria A/3, Clas-se 2, Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq.49, R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comu-ne distinta al foglio 27 particella n.336 sub 1;

LOTTO 2 prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Rasenna snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio27 particella n.336 sub 3, P.T., Categoria N3, Classe2, Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq. 49,R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comunedistinta al foglio 27 particella n.336 sub 1;

LOTTO 3 prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Rasenna snc, distinto nel Comune di Visso al Foglio27 particella n.336 sub 4, P.T., Categoria A/3, Clas-se 2, Consistenza vani 3,5, Superficie catastale mq.49, R.C.= Euro 207,87, con diritto alla corte comu-ne distinta al foglio 27 particella n.336 sub 1;PREZZO A BASE D’ASTA: Il prezzo a corpo abase di gara: Lotto 1 – Euro 14.400,00 (quattordicimilaquat-trocento);

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Lotto 2 - Euro14.400,00 (quattordicimilaquat-trocento);

Lotto 3 - Euro14.400,00 (quattordicimilaquattro-cento).

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE: Come dabando d’asta pubblica.

TERMINE PER LE OFFERTE: Le offertedovranno pervenire al Comune di Visso a mezzo rac-comandata A.R. o mediante diretta consegna a manoall’Ufficio Protocollo del Comune di Visso, entro leore 13:00 del giorno 12/03/2013 pena l’esclusionedall’asta medesima.

MODALITÀ DI AGGIUDICAZIONE: con ilmetodo delle offerte segrete da confrontarsi con ilprezzo base indicato nell’avviso di gara.

SVOLGIMENTO DELL’ASTA: L’asta si svol-gerà in seduta pubblica il giorno 13/03/2013 alleore 13:00 presso il Comune di Visso – Area Tecni-ca.

Il bando d’asta può essere consultato sul sito internethttp://www.comune.visso.mc.it/ e può altresì essereritirato presso il Comune di Visso – Aera Tecnica.

Visso, li 28/01/2013

Il Responsabile del ServizioGeom. Dario Morosi

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Comune di VissoBando d’asta pubblica per alienazione degliimmobili comunali “Prefabbricati in legno inloc. Riofreddo”

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DELL’AREA TECNICA

RENDE NOTO:che il giorno 13/03/2013 alle ore 11:00 presso ilComune di Visso in Largo G.B. G. Antinori n.1 –Area Tecnica – 1° piano, avrà luogo l’asta pubblicadi cui al presente bando, per la vendita al migliorofferente degli immobili denominati “prefabbricatiin legno in loc. Riofreddo”.UBICAZIONE E DATI CATASTALI:

LOTTO 1 Prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Riofreddo snc, distinto nel Comune di Visso alFoglio 16 particella n.342 sub 3, P.T., Categoria A/3,Classe 2, Consistenza vani 4, Superficie catastalemq. 63, R.C.= Euro 237,57, con diritto alla cortecomune distinta al foglio 16 particella n.342 sub 1;

LOTTO 2 Prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Riofreddo snc, distinto nel Comune di Visso alFoglio 16 particella n.342 sub 4, P.T., Categoria N3,Classe 2, Consistenza vani 3,5, Superficie catastalemq. 49, R.C.= Euro 207,87, con diritto alla cortecomune distinta al foglio 16 particella n.342 sub 1;

LOTTO 3Prefabbricato in legno ad uso abitazione, sito in loc.Riofreddo snc, distinto nel Comune di Visso alFoglio 16 particella n.342 sub 5, P.T., Categoria A/3,Classe 2, Consistenza vani 3,5, Superficie catastalemq. 49, R.C.= Euro 207,87, con diritto alla cortecomune distinta al foglio 16 particella n.342 sub 1;

PREZZO A BASE D’ASTA: Il prezzo a corpo abase di gara:

Lotto 1 – Euro 18.900,00 (diciottomilanovecen-to); Lotto 2 – Euro 14.400,00 (quattordicimilaquat-trocento); Lotto 3 – Euro 14.400,00 (quattordicimilaquat-trocento).MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE: Come dabando d’asta pubblica.

TERMINE PER LE OFFERTE: Le offertedovranno pervenire al Comune di Visso a mezzo rac-comandata A.R. o mediante diretta consegna a manoall’Ufficio Protocollo del Comune di Visso, entro leore 13:00 del giorno 12/03/2013 pena l’esclusionedall’asta medesima.MODALITA DI AGGIUDICAZIONE: con ilmetodo delle offerte segrete da confrontarsi con ilprezzo base indicato nell’avviso di gara.

SVOLGIMENTO DELL’ASTA: L’asta si svol-gerà in seduta pubblica il giorno 13/03/2013 alleore 11:00 presso il Comune di Visso – Area Tecni-ca.

Il bando d’asta può essere consultato sul sito internethttp://www.comune.visso.mcit/ e può altresì essereritirato presso il Comune di Visso – Aera Tecnica.

Visso, li 28/01/2013

Il Responsabile del ServizioGeom. Dario Morosi

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ASUR – Area Vasta n. 5 – Ascoli PicenoEstratto di avviso d’asta pubblica per l’aliena-zione di un’area edificabile di proprietà dell’a-zienda sanitaria unica Regionale sita nelComune di Offida (AP).

7 FEBBRAIO 2013 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XLIV • N. 7

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Premesso che:

- In esecuzione alla determina n. 239/AV5 del28/11/2011, l’ASUR Area Vasta n. 5 pubblicava avvi-so di asta pubblica per l’alienazione di un’area edifi-cabile sita nel Comune di Offida (AP) - Località Bor-go Miriam:

- in data 10/01/2012 veniva pubblicato avviso disospensione della suddetta asta pubblica.

Tanto premesso, l’ASUR Marche Area Vasta n. 5 diAscoli Piceno rende noto che in esecuzione della Deter-mina del Direttore dell’Area Vasta 5 n. 36 del16/01/2013, è stata riattivata la procedura di asta pub-blica mediante offerte segrete, per la vendita di un’areaedificabile sita nel Comune di Offida (AP), località Bor-go Miriam. L’area edificabile è identificata catastalmen-te al Nuovo Catasto dei Terreni del Comune di Offida alFg. 24 con le particelle 103 – 104 – 165 – 205 -674 –675 – 676 – 677, con superficie di mq. 41.973.

Prezzo a base d’asta: Euro 1.240.000,00.

Termine ultimo per la ricezione delle offerte: ore 13,00del giorno 14/03/2013. L’avviso d’asta integrale ed irelativi documenti allegati sono disponibili gratuitamen-te all’indirizzo internet asurzonal3.marche.it alla sezio-ne “Concorsi, Gare ed Appalti”. Per informazioni, gliinteressati potranno chiamare i seguenti numeri telefo-nici dell’U.O.C. Affari Istituzionali – Ufficio Patrimo-nio dell’ASUR – Area Vasta n. 5 di Ascoli Piceno tel.0736/358817 – 0736/358852 tutti i giorni feriali dalleore 9.00 alle ore 13.00 eccetto il sabato.

L’eventuale estrazione di copie della documentazionetecnica e d’asta potrà essere acquisita presso il suddettoufficio.

Ascoli Piceno lì 30/01/2013

UOC Affari IstituzionaliIl Dirigente

Dr. Silvio Liberati

BANDI DI CONCORSO

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Comune di MontefortinoAvviso pubblico per l’assegnazione di n. 2(due) licenze per il servizio di noleggio di vei-coli con conducente.

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO

VISTA la deliberazione del Consiglio comunale n. 38del 30.11.2012, diventi esecutiva, con la quale è statoapprovato il Regolamento per il servizio di noleggio diveicoli con conducente, composto di n. 36 (trentasei)articoli;

ESAMINATI gli articoli 6 (Determinazione delconitingente numerico) 8 (Concorso per l’assegna-zione delle autorizzazioni), 9 (Contenuto del bando),10 (Presentazione delle domande, requisiti e impedi-menti) , 11 (Titoli oggetto di valutazione);RITENUTO doversi provvedere mediante pubblicoall’assegnazione delle due licenze previste a normadell’articolo 6 del citato Regolamento;Visti: - il Testo Unico 18.08.2000, n. 267; - la Legge 15.01.1992, n. 21;

RENDE NOTO

CHE è indetto pubblico avviso per l’assegnazione di n.2(due) licenze per il servizio noleggio di veicoli conconducente per un massimo di 9 persone trasportatecompreso il conducente.Possono presentare domanda esclusivamente coloroche sono iscritti al ruolo conducenti dei veicoli tenutopresso la Camera di Commercio ai sensi dell’articolo6 della Legge n 21/1992. L’esercizio del servizio dinoleggio è consentito ai cittadini italiani, a chiappartiene agli Stati membri dell’Unione Europea acondizione di reciprocità, e ai cittadini extracomunitaricon permesso di soggiorno in possesso dei requisiti diidoneità. morale e professionale.In base all’articolo 11 del Regolamento, ai fini dell’as-segnazione delle autorizzazioni comunali è istituita unaCommissione di 3 componenti che formulerà una gra-duatoria sulla base dei seguenti elementi di valutazione:1) possesso d’altra autorizzazione di noleggio e aver

svolto il servizio con continuità, regolarità cdefficienza: 2 punti per ogni anno di servizio perun massimo di 10;

2) esercizio associato in forma cooperativa, disocietà o consorzio di imprese: punti 1;

3) disponibilità di veicoli attrezzati per un agevole tra-sporto delle persone con handicap: punti 1;

4) dipendente di un’impresa di noleggio con condu-cente per almeno 6 mesi: punti 1.

Non costituisce titolo di preferenza la residenza nelComune di Montefortino.Si precisa che ai titolari delle licenze d’esercizio rila-sciate per effetto del presente, regolamento è fattoobbligo di acquistare due pensiline attesa scuolabus daistallare su spazi di proprietà e comunale (articolo 34 delRegolamento.)Le domande di partecipazione, redatte in carta legalesu modello allegato al presente avviso dovranno per-venire mediante raccomandata con avviso di ricevi-mento, posta elettronica certificata [email protected] o a mano presso ufficio protocollodel Comune di Montefortino, non oltre 30 (trenta) gior-ni dalla data di pubblicazione del presente avviso e, per-tanto, non oltre il 28 febbraio 2013.

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Copia integrale del Regolamento potrà essere acquisitasu richiesta al seguente indirizzo di posta [email protected], o direttamentepresso l’Ufficio di Segreteria dal lunedì al venerdì dalleore 10:00 alle ore 14:00 e il martedì e mercoledì anchedalle ore 16:00 alle ore 18:00. Ai sensi dell’articolo 7della Legge 7 agosto 1990, n. 241, si precisa cheResponsabile del procedimento è il Segretario comu-nale - Pasquale Ercoli.Montefortino 29/01/2013

Il Responsabile del Servizio - Il SindacoDomenico Ciaffaroni

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Comune di MorrovalleBando di concorso per la formazione della.Graduatoria valevole all’assegnazione dialloggi di edilizia residenziale pubblica nelcomune di Morrovalle (Approvata con Determi-na N. Gen. 33 del 19.01.2013).

SI RENDE NOTOIl presente bando di concorso è rivolto a tutti i citta-dini in possesso dei requisiti di accesso previsti dal-la normativa regionale più avanti descritti, chehanno bisogno di un alloggio di dimensioni idoneealle esigenze del proprio nucleo familiare ad uncanone di locazione inferiore a quello del mercatodegli affitti.SOGGETTI AMMESSIPossono partecipare al concorso i nuclei familiaricomposti dal richiedente, dal coniuge non legal-mente separato, dai soggetti con i quali convive e daquelli considerati a suo carico ai fini IRPEF’, salval’ipotesi in cui un componente, ad esclusione delconiuge non legalmente separato, intenda costituireun nucleo familiare autonomo. La convivenza devesussistere da almeno due anni antecedenti la sca-denza del presente bando. Non fanno parte delnucleo familiare le persone conviventi per motivi dilavoro.REQUISITI PER LA PARTECIPAZIONEA norma dell’art. 18 della L.R. n.36 del 16 dicembredel 2005 possono presentare domanda tutti coloro inpossesso dei seguenti requisiti alla data della presen-tazione della domanda:a) Possedere la cittadinanza italiana o di uno Stato

aderente all’Unione europea;a1) Gli stranieri titolari di carta di soggiorno egli stranieri regolarmente soggiornanti in pos-sesso del permesso di soggiorno almeno bienna-le.

b) Di avere la residenza o prestare attività lavorati-va nel Comune di Morrovalle

c) Non essere proprietari, o usufruttuari, o titolari diun diritto di uso o di abitazione in qualsiasi loca-lità, di un alloggio adeguato alle esigenze delproprio nucleo familiare.

Non si considerano adeguate alle esigenze del pro-prio nucleo familiare (come specificato nelladomanda), le abitazioni che hanno una superficiecoperta calpestabile inferiore al seguenti valori :• mq. 30 per un nucleo familiare composto da 1 per-

sona• mq. 45 per un nucleo familiare composto da 2 per-

sone• mq. 54 per un nucleo familiare composto da 3 per-

sone

• mq. 63 per un nucleo familiare composto da 4 per-sone

• mq. 80 per un nucleo familiare composto da 5 per-sone

• mq. 90 per un nucleo familiare composto da 6 opiù persone

d) Di avere un reddito del nucleo familiare, calcola-to secondo i criteri stabiliti dal D.Lgs. 109/1998(ISEE), non superiore al limite stabilito per l’ac-cesso all’Edilizia Residenziale Pubblica dalDecreto del Dirigente della P.F. Edilizia Privata,Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale, n.3/EPR del 26.03.2012 di Euro 11.144,00 (calco-lato con riferimento ai redditi fruiti nell’anno diimposta 2011). Per le famiglie monopersonalitale limite è aumentato ad Euro 13.372,80;

e) Non aver mai avuto la proprietà o l’assegnazionecon patto di futura vendita (cioè a riscatto) diun’abitazione costruita mediante contributi pub-blici o finanziamenti agevolati da parte dello Sta-to o da Enti pubblici.

E’ escluso solo il caso di alloggi crollati o inutilizza-bili peri quali non sono stati corrisposti indennizzi orisarcimentiTutti i requisiti sopraddetti devono essere possedutidal richiedente e, limitatamente a quelli di cui allelettere c) ed d) sopra riportate, anche da tutti i com-ponenti del nucleo familiare richiedente al momentodella presentazione della domanda, debbono perma-nere al momento dell’assegnazione e successiva-mente nel corso della locazione,MODALITA’ E TERMINI DI ACCESSO ALLADOMANDA DI PARTECIPAZIONELe domande di partecipazione deve essere fatta inbollo da Euro 14.62 e redatta su apposito modellopredisposto e fornito dal Servizio Urbanistica - Uffi-cio Casa.Alla domanda devono essere allegati i seguentidocumenti:1. attestazione dell’Indicatore della Situazione Eco-

nomica Equivalente (ISEE);2. dichiarazione sostitutiva delle modalità di sosten-

tamento del nucleo familiare in caso di indicato-re ISEE pari a zero;

3. copia del permesso o carta di soggiorno in casodi cittadini non appartenenti a Paesi dell’Unio-ne Europea;

4. documento di riconoscimento qualora la sotto-scrizione della domanda non avvenga di fronte apubblico ufficiale;

E5. solo qualora venga richiesta l’assegnazione di

specifici punteggi, debbono essere aggiunti idocumenti di seguito elencati:• certificato di presenza di uno o più portatori

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di handicap riportante il grado di invalidità,ovvero copia della richiesta di accertamentopresentata agli Organi competenti;

• certificato di alloggio antigenico, ovvero copiadella richiesta di accertamento presentata agliuffici competenti;

• copia provvedimento esecutivo di rilascio del-l’immobile (sfratto, verbale di conciliazionegiudiziaria, ordinanza di sgombero, sentenza diseparazione).

La domanda può essere consegnata a mano presso ilcompetente ufficio comunale, che ne rilascia attesta-zione di ricevuta, durante l’orario di apertura al pub-blico, ovvero spedita. con raccomandata A/R, in talcaso per la verifica del termine di presentazione, fafede il timbro postale di spedizione. Le domandedovranno pervenire al Comune entro il termineperentorio di sessanta giorni dalla data di pubbli-cazione del presente bando, a pena di esclusione ecioè entro il 29.03.2013 I cittadini italiani residenti all’estero hanno 30giorni di tempo in più e quindi il termine di sca-denza è il 29.04.2013.L’Ufficio Tecnico Comunale - Servizio Urbanisti-ca - Ufficio Casa - 0733/223146 è a disposizioneper fornire Informazioni agli interessati per lacompilazione della domanda nei giorni di apertu-ra al pubblico

GRADUATORIA DELLE DOMANDEIl Comune in fase d’istruttoria delle domande puòsvolgere accertamenti sulla validità delle condizio-ni che hanno determinato il punteggio. In ogni caso,prima dell’assegnazione accerta la permanenza deirequisiti richiesti in capo all’aspirante assegnatarioed al suo nucleo familiare. La graduatoria provvisoria viene pubblicataall’Albo Pretorio del Comune ed inserita nel sitoweb del Comune per quindici giorni consecutivi,periodo in cui l’interessato può presentare opposi-zione alla Commissione, che decide nei successivi30 giorni. Delle risultanze della graduatoria prov-visoria è data comunicazione a ciascun aspirantetramite lettera raccomandata con l’indicazione anali-tica del punteggio conseguito e dell’eventuale docu-mentazione mancante.Analogamente si procede per i concorrenti esclusi.Esaminate le osservazioni e le controdeduzioni,acquisita l’eventuale nuova documentazione atte-stante il ricorrere delle condizioni di punteggio, laCommissione formula la graduatoria definitiva perl’assegnazione degli alloggi E.R.A.P.La graduatoria definitiva viene pubblicata Pre-torio del Comune per almeno quindici giorni con-secutivi e inserita nel sito web dello stesso. Delle suerisultanze viene altresì data comunicazione scritta,

con lettera raccomandata a ciascun richiedente conl’indicazione analitica del punteggio attribuito e deimodi e termini per l’impugnazione.La graduatoria definitiva avrà validità per due annidalla data di pubblicazione all’Albo Pretorio, oltre iquali decadrà automaticamente.ASSEGNAZIONE DEGLI ALLOGGIGli alloggi che di volta in volta si rendono disponi-bili, saranno assegnati dai Comune secondo l’ordinedella graduatoria, a meno che l’alloggio da assegna-re non sia di dimensioni eccessive per le esigenzedell’aspirante.DISPOSIZIONI GENERALIPer quanto non previsto nel presente Bando, valgo-no le vigenti disposizioni in materia di Edilizia Resi-denziale Pubblica ed in particolare quelle contenu-te nella Legge Regionale n. 36 del 16/12/2005 consuccessive modifiche ed integrazioni e nel vigenteRegolamento Comunale n. 23 del 20/04/2009.TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALITutti i dati personali trasmessi dai concorrenti conla domanda di partecipazione al concorso sarannotrattati ai sensi degli arti. 10 e 12 della legge n, 675del 31/12/1996, esclusivamente per le finalità digestione del presente Bando.Morrovalle li 28.01.2013

Il Responsabile UTC Servizio Urbanistica Ufficio Casa

Arch. Ernesto TOSON1

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ASUR – Area Vasta n. 4 – FermoBando di concorso pubblico, per titoli ed esa-mi, per la copertura di n. 1 posto di collabora-tore professionale sanitario Fisioterapista cat.D) c/o l’ASUR Marche - Area Vasta n. 4 di Fer-mo.

Si comunica che con determina del Direttore di AreaVasta n. 19/AV4 del 17/01/2013 è stato indetto, subor-dinatamente all’esito negativo della procedura di cuiall’art. 34 bis D.L.gs n. 165/2001, Concorso Pubblicoper titoli ed esami per la copertura di:• N. 1 Posto di COLLABORATORE PROFESSIO-

NALE SANITARIO FISIOTERAPISTA CAT. D)(Ruolo: Sanitario Profilo Prof.le: CollaboratoreProfessionale Sanitario; Qualifica: FisioterapistaCat. D).

Al posto a concorso è attribuito il trattamento econo-mico e giuridico previsto dalle disposizioni legislativevigenti, nonché dal C.C.N.L. in vigore per il perso-nale delle UU.SS.LL.Il concorso è disciplinato dalle norme contenute nelD.P.R. 20 dicembre 1979 n. 761 per quanto ancora in

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vigore dal DPR n. 483 del 10/12/97, dal D.L.vo 502/92,dal D.P.R. 220/2001, D.L.vo 229/99, dal D.P.R.445/2000 e dal DPR 487/94, nonché dalle altredisposizioni di legge integrative e derogatorie.Al concorso si applicano le norme di cui alla L.10/4/91 n. 125 ed all’art. 57 del D.L.vo 165/2001 chegarantiscono la pari opportunità fra uomini e donne.1 - REQUISITI GENERALI PER L’AMMISSIONEDPR 220/2001:Per l’ammissione al concorso è richiesto il possesso,oltre che dei requisiti specifici più appresso indicati,dei seguenti requisiti generali:a) CITTADINANZA ITALIANA:Sono equiparati ai cittadini italiani, gli italiani nonappartenenti alla Repubblica; sono richiamate le dispo-sizioni di cui all’art. 11 del D.P.R. 20/12/79, n. 761 edall’art. 2, comma 1, del D.P.R. 9/5/94, n. 487, all’art. 37del D.Lgs. 3/2/1993, n. 29 e successivo DPCM7/2/1994, n. 174, nonché all’art. 38 del D.Lgs. 165 del30/3/2001 relativo ai cittadini degli stati membri del-la Comunità Economica Europea; questi ultimi devo-no, altresì, possedere, ai sensi dell’art. 3 del DPCM174/94, i seguenti requisiti:- godere dei diritti civili e politici negli stati di

appartenenza o provenienza;- essere in possesso, fatta eccezione della titolarità

della cittadinanza italiana, di tutti i requisiti previstiper i cittadini della Repubblica

- avere adeguata conoscenza della lingua italiana;b) LIMITE DI ETA’:Non inferiore agli anni 18; non è previsto limitemassimo di età fatti salvi i limiti di anzianità e vec-chiaia previsti dalle norme vigenti in materia previ-denziale;c) IDONEITA’ FISICA ALL’IMPIEGO:L’accertamentò dell’idoneità fisica all’impiego -conl’osservanza delle norme in materia di categorie pro-tette è effettuato a cura della U.S.L. prima dellaammissione in servizio.Il personale dipendente dalla Amministrazione edEnti di cui alla lettera b) che precede è dispensatodalla visita medesima;2) REQUISITI SPECIFICI PER L’AMMISSIONE(art. 24 del DPR 483/97).a) Diploma Universitario di Fisioterapista, consegui-

to ai sensi dell’art. 6 comma 3 del decreto legisla-tivo 30 dicembre 1992 n. 502, e successive modi-ficazioni, ovvero i diplomi e attestati conseguiti inbase al precedente ordinamento, riconosciuti equi-pollenti, ai sensi delle vigenti disposizioni, al sud-detto diploma universitario ai fini dell’esercizio del-l’attività professionale e dell’accesso ai pubbliciuffici. Costituisce, altresì, titolo di ammissione alconcorso la Laurea triennale in Fisioterapia (Classedelle Lauree Professionali Sanitarie della Riabilita-zione) (Classe SNT2)

b) Iscrizione (ove esistente) all’Albo Professionale atte-stata da certificato in data non anteriore a sei mesirispetto a quella di scadenza del bando, che il candi-dato, potrà produrre in originale o tramite dichiara-zione sostitutiva di certificazione ex art. 46 DPR445/2000 indicando il numero di posizione e data diiscrizione all’albo. La documentazione del possessodel suddetto requisito è richiesta a pena di esclusio-ne. L’iscrizione al corrispondente albo professionaledi uno dei Paesi dell’Unione Europea consente lapartecipazione al concorso, fermo restando l’obbli-go dell’iscrizione all’albo in Italia prima dell’as-sunzione.

I requisiti debbono essere posseduti alla data di scaden-za del termine stabilito dal presente bando per la presen-tazione delle domande di ammissione, salvo per quantoconcerne gli eventuali limiti massimi di età che devonoessere posseduti alla data del presente bando e perma-nere fmo alla stipula del contratto individuale di lavo-ro.

Il difetto anche di uno solo dei requisiti generali e speci-fici prescritti comporta la non ammissione al concorso.

L’ammissione od esclusione dal concorso è deliberatacon provvedimento motivato dal Direttore dell’U.O.Gestione Personale da notificarsi entro trenta giorni dal-la esecutività della relativa decisione.

3) - PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE

Le domande di partecipazione alla procedura, dovrannoessere obbligatoriamente redatte secondo lo schema alle-gato al presente bando e corredate dalla documentazionerelativa ai requisiti di ammissione; alle domande potran-no essere allegati altresì gli altri eventuali titolioggetto di valutazione.

Le domande di ammissione al concorso, redatte come daschema allegato al presente bando, corredate dalla pre-scritta documentazione e dagli altri eventuali titoli, van-no indirizzate al DIRETTORE DELL’AREAVASTAN.4 DI FERMO - 63900 FERMO (FM) e debbono PER-VENIRE all’Ufficio Protocollo dell’Ente entro il 30°giorno successivo alla data di pubblicazione dell’estrattodel Bando nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.Qualora detto giorno sia festivo, il termine è prorogato algiorno successivo non festivo.

Il termine per la presentazione delle domande nonchédei documenti e titoli è perentorio. Pertanto, non saran-no ammessi al concorso i concorrenti le cui domandeperverranno dopo il termine stabilito; non è ammessa laproduzione di documenti, pubblicazioni, ecc: dopo sca-duto il termine utile per la presentazione delle doman-de; l’eventuale riserva di invio successivo di docu-menti è priva di effetti.

Per le domande inoltrate a mezzo del servizio postale, ladata di spedizione è comprovata dal timbro e data del-l’Ufficio postale accettante. Non saranno comunqueammessi al concorso i concorrenti le cui domande,

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ancorché presentate nei termini all’Ufficio Postale accet-tante, perverranno all’Ufficio protocollo dell’Ente conun ritardo superiore a 15 gg.L’Area Vasta n. 4 declina ogni responsabilità pereventuale smarrimento della domanda o dei docu-menti spediti a mezzo Servizio Postale con modalitàordinarie, nonché per il caso di dispersione di comuni-cazioni dipendenti dalla inesatta indicazione del recapitoda parte del candidato o da mancata, oppure tardivacomunicazione del cambiamento di indirizzo indicatonella domanda o per eventuali disguidi postali o telegra-fici non imputabili a colpe dell’Amministrazionestessa.Alla domanda va comunque allegata una fotocopiasemplice del documento di identità personale del sot-toscrittore in corso di validità e perfettamente leggibi-le in tutte le sue parti a pena di esclusioneSIA LA DOMANDA CHE I TITOLI E DOCU-MENTI ALLEGATI ALLA DOMANDA STES-SA, NON SONO SOGGETTI ALL’IMPOSTA DIBOLLO AI SENSI DELLA LEGGE 23/8/88 N. 370.Nelle domande i candidati devono dichiarare sotto la pro-pria personale responsabilità:a) il cognome, il nome, la data ed il luogo di nasci-

ta, nonché la residenza;b) il possesso della cittadinanza italiana o equiva-

lente;c) il Comune di iscrizione nelle liste elettorali, ovvero i

motivi della loro non iscrizione o della cancellazionedalle liste medesime;

d) le eventuali condanne penali riportate (in caso negati-vo, dichiararne espressamente l’assenza);

e) titoli di studio posseduti e requisiti specifici diammissione come prescritti dal bando;

f) la posizione nei riguardi degli obblighi militari;g) i servizi prestati come impiegati presso Pubbliche

Amministrazioni e le cause eventuali di risoluzionedi precedenti rapporti di pubblico impiego;

h) i titoli che eventualmente danno luogo a riserva, pre-cedenza o preferenza a parità di punteggio secondo ledisposizioni di legge vigenti;

i) i titoli che danno diritto, occorrendo, ad elevazionedel limite massimo di età per l’ammissione al con-corso con riferimento ai limiti in materia previ-denziale;

l) il domicilio presso il quale deve essere fatta ad ognieffetto ogni necessaria comunicazione ed un recapitotelefonico. In caso di mancata indicazione vale adogni effetto la residenza di cui alla lett. a) che prece-de;

m) il consenso al trattamento dei dati Personali(D.Lgs 196/2003);

n) la scelta di una lingua straniera per la verifica orale traquelle di seguito indicate: - inglese

- francese- tedesco- spagnolo

La firma in calce alla domanda deve essere sottoscritta informa leggibile e per esteso dall’interessato; non neces-sita l’autentica della firma; l’Amministrazione si riser-va la facoltà di verificare la veridicità delle dichiarazio-ni prodotte nonché di richiedere la documentazione rela-tiva prima di emettere il provvedimento - finale favore-vole; in caso di falsa dichiarazione si applicano ledisposizioni di cui all’art. 76 del D.P.R. 445/2000.Costituiscono motivo di esclusione dalla procedu-ra: A) La mancata sottoscrizione della domanda da parte

dell’aspirante o il mancato rispetto dei termini emodalità di consegna/spedizione o comunque l’ac-quisizione della domanda da parte della Area Vasta4. oltre il 15° giorno dalla scadenza dei termini;

B) La mancata produzione o l’incompletezza delladocumentazione – sia essa riferita alle certificazioniallegate o alle dichiarazioni redatte ex artt. 46 e 47DPR 445/2000 secondo le modalità indicate dal ban-do - comprovante il possesso dei sottoelencati requi-siti specifici, di cui al precedente punto 2):- Laurea in Fisioterapista o altro titolo di studio

richiesto;- Iscrizione (ove esistente) Albo Professionale;

C) La mancata regolarizzazione di altre eventuali irre-golarità/omissioni nei termini fissati dall’aziendain sede di ammissione alla procedura.

Si precisa che i dipendenti addetti all’U.O.C.Gestione Personale di questa Area Vasta non sonoautorizzati, in nessun caso, al controllo delledomande presentate dai candidati. 4 - DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE ALLEDOMANDE Alla domanda di partecipazione al concorso pubblico,i candidati dovranno allegare tutte le certificazionirelative ai titoli che ritengano opportuno presentareagli effetti della valutazione di merito e della forma-zione della graduatoria, nonché per l’applicazionedelle preferenze, delle precedenze e delle riserve diposti, previste dalle vigenti disposizioni, ivi compresiun curriculum formativo e professionale datato, fir-mato e formalmente documentato nonché un elencoin triplice copia dei documenti e dei titoli presentatipure datato e firmato. Si evidenzia che, in base all’art. 15 della L. 183/2011e della Direttiva del Ministro della P.A. e della sem-plificazione n. 14/2011, le certificazioni rilasciate dal-le Pubbliche Amministrazioni in ordine a stati, qualitàpersonali e fatti sono valide ed utilizzabili solo neirapporti tra privati e che le Pubbliche Amministra-zioni dal 01/01/2012 non possono più accettare nérichiedere le suddette certificazioni.

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I titoli e le pubblicazioni devono pertanto essereautocertificati ai sensi della normativa vigente (DPR445/2000 e L.183/2011) precisando che le pubblica-zioni devono essere obbligatoriamente allegate incopia con dichiarazione di conformità all’originale.I titoli e le pubblicazioni devono essere prodotti inoriginale o in copia legale o autenticati ai sensi di leg-ge, ovvero possono essere autocertificati ai sensidella normativa vigente.AUTOCERTIFICAZIONESi ribadisce che il candidato, in luogo della certifi-cazione rilasciata dalla P.A. deve presentare in cartasemplice e senza autentica della firma:a) “dichiarazione sostitutiva di certificazione”: nei

casi tassativamente indicati nell’art. 46 delD.P.R. n. 445/00 (ad esempio: stato di famiglia,iscrizione all’albo professionale, possesso deltitolo di studio, di specializzazione, di abilitazio-ne, ecc.) oppure

b) “dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà”: aisensi dell’art. 19 e 47, per tutti gli stati, fatti e qua-lità personali, non compresi nell’elenco di cui alcitato art. 46 del D.P.R. 445/00 (ad esempio: bor-se di studio, attività di servizio; incarichi libero-professionali; attività di docenza; dichiarazionedi conformità all’originale delle copie prodotterelative a pubblicazioni, documenti aventi naturafiscale rilasciati da privati, ecc.).

La dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietàrichiede una delle seguenti forme- deve essere sottoscritta personalmente dall’inte-

ressato dinanzi al funzionario competente a rice-vere la documentazione;

oppure- deve essere spedita per posta - o consegnata da

terzi - unitamente a FOTOCOPIA SEMPLICEDI DOCUMENTO DI IDENTITÀ PERSONA-LE DEL SOTTOSCRITTORE.

Qualora il candidato presenti più fotocopie semplici,l’autocertificazione può essere unica, ma contenentela specifica dei documenti ai quali si riferisce.In ogni caso, la dichiarazione resa dal candidato - inquanto sostitutiva a tutti gli effetti della certificazio-ne - deve contenere tutti gli elementi necessari allavalutazione del titolo che il candidato intende produr-re; l’omissione anche di un solo elemento comporta lanon valutazione del titolo autocertificato.In particolare, con riferimento al servizio prestato, ladichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (unicaalternativa al certificato di servizio) allegata o con-testuale alla domanda, resa con le modalità soprain-dicate, deve contenere l’esatta denominazione del-l’Ente presso il quale il servizio è stato prestato, laqualifica, il tipo di rapporto di lavoro (tempo pieno /tempo definito / part-time), le date di inizio e di con-clusione del servizio prestato nonché le eventuali inter-

ruzioni (aspettativa senza assegni, sospensione cautelare,ecc.) e quant’altro necessario per valutare il servizio stes-so, la ricorrenza o meno delle condizioni di cui all’ulti-mo comma dell’art. 46 del DPR 20/12/1979 n. 761.Anche nel caso di autocertificazione di periodi di attivitàsvolta in qualità di borsista, di docente, di incarichilibero-professionali, ecc. occorre indicare con precisio-ne tutti gli elementi indispensabili alla valutazione (tipo-logia dell’attività, periodo e sede di svolgimento dellastessa).Si precisa che restano esclusi dall’autocertificazione, fragli altri, i certificati medici e sanitari.Le pubblicazioni devono essere edite a stampa;possono tuttavia essere presentate in fotocopia edautocertificate dal candidato, ai sensi del citatoD.P.R. n. 445/00, purché il medesimo attesti,mediante dichiarazione sostitutiva dell’atto di noto-rietà, resa con le modalità sopraindicate, che lecopie dei lavori specificatamente richiamai nel-l’autocertificazione sono conformi agli originali:La mancata produzione della documentazionerichiesta per comprovare il possesso di uno deirequisiti di ammissione comporta l’esclusione dalconcorso.Si rammenta, infine, che l’Amministrazione è tenuta adeffettuare idonei controlli sulla veridicità del contenutodelle dichiarazioni sostitutive ricevute e che, oltre alladecadenza dell’interessato dai benefici eventualmenteconseguiti sulla base di dichiarazione non veritiera,sono applicabili le sanzioni penali previste per le ipo-tesi di falsità in atti e dichiarazioni mendaci.La mancata produzione della documentazione richiestaper comprovare il possesso dei titoli ulteriori rispetto aquelli di ammissione comporta la non attribuzione deipunteggi di merito eventualmente previsti o la non attri-buzione dei benefici accordati dalla legge.Per i fatti, stati e qualità personali rientranti nellaprevisione dell’art. 46 del DPR 445/2000, la docu-mentazione richiesta può essere sostituita da dichia-razione sostitutiva di certificazione a condizione chela medesima venga resa in forma esplicita (il candi-dato deve esplicitamente far rilevare che intendeavvalersi di tale facoltà) e sotto personale responsa-bilità, corredata di tutti gli estremi del titolo sostitui-to (es.: Ente che lo ha rilasciato, data conseguimen-to, esatta denominazione, ecc.).In caso di false dichiarazioni si applicano le disposizionidi cui all’art. 76 del DPR 445/20005 - VALUTAZIONE DEI TITOLII titoli saranno valutati, dalla apposita CommissioneEsaminatrice, ai sensi delle disposizioni contenute nelD.P.R. 220 del 27.03.2001 arti. 8, 11 e 20:Sono attribuibili i seguenti punteggi:a) Titoli di Carriera (max punti 15)Servizio di ruolo reso c/o le UU.SS.LL., le AziendeOspedaliere gli Enti di cui agli art. 21 e 22 del D.P.R.220 del 27/03/2001 e c/o altre P.A.:

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- Nella posizione funzionale a concorso o in qualifi-che corrispondentiPunti 1,000 x anno;Tale punteggio è maggiorato del 10% per i servizi pre-stati nella posizione funzionale superiore.- Il servizio reso nel corrispondente profilo della cate-goria inferiore ove esistente o in qualifiche corrispon-denti è valutatoPunti 0,500 per anno;b) Titoli Accademici e di Studio (max punti 4)Diploma di Laurea in materia attinente Punti 1,500;Master attinenti Punti 1,000;c) Pubblicazioni e titoli scientifici (max punti 3)d) Curriculum Formativo e Professionale (maxpunti 8)Non saranno valutati titoli presentati oltre il terminedi scadenza del presente bando, nè saranno prese inconsiderazione copie di documenti non autenticateai sensi di legge.Le attestazioni di servizi ed attività saranno valutatesolo se rilasciate dal legale rappresentante dell’entepresso cui gli stessi sono stati prestati o da suo dele-gato.La partecipazione ad attività di aggiornamento saràvalutata sole se svolta dopo il conseguimento deltitolo di studio richiesto per l’ammissione.6 - COMMISSIONE ESAMINATRICE La Commissione Esaminatrice è nominata conpropria determina dal Direttore dell’U.O. GestionePersonale dell’Area Vasta n. 4 nei modi e nei termi-ni stabiliti dal D.P.R. 220 del 27.03.2001 e tenutoconto di quanto disposto dalla Legge 537 del24/12/93 e dal D.Lgvo n. 165/2001.7 - PROVE DI ESAME (art. 37 D.P.R. 220/2001)Le prove di esame relative al concorso di cui al pre-sente bando sono le seguenti:a) PROVA SCRITTA (max Punti 30):

vertente su un argomento scelto dalla Commis-sione attinente al posto messo a concorso o solu-zione di una serie di quesiti a risposta sinteticainerenti la posizione funzionale a concorso.

b) PROVA PRATICA (max punti 20): Consi-stente nella esecuzione di tecniche specificherelative alla materia del concorso.

c) PROVA ORALE (max punti 20)Sulle materie inerenti la posizione funzionalea concorso. Elementi di Informatica. Verificadella conoscenza almeno a livello iniziale diuna lingua straniera scelta tra quelle indicatenel bando.

Il superamento della prova scritta è subordinato alraggiungimento di una valutazione di sufficienzaespressa in termini numerici di almeno 21/30.

Il superamento della prova pratica e della prova ora-le è subordinato al raggiungimento di una valutazio-ne di sufficienza, espressa in termini numerici dialmeno 14/20.8 - CONVOCAZIONE DEI CANDIDATI AMMES-SI AL CONCORSO ED ESPLETAMENTO DELLEPROVE DI ESAME La data e la sede in cui si svolgeranno le prove diesame verranno Pubblicate almeno 15 gg. primadell’inizio della prova scritta sulla G.U. dellaRepubblica IV Serie Speciale “Concorsi ed Esami”e tale formalità equivale a convocazione delle proveper tutti quei concorrenti che non avessero ricevuto,nel frattempo, notifica di un provvedimento di esclu-sione. Peraltro la convocazione sarà nominativa(Racc. Ar.) qualora il numero degli ammessi sia pario inferiore a 20 (venti).Qualora la Commissione stabilisca di non poter pro-cedere nello stesso giorno all’effettuazione di tutte leprove, la data della prova verrà resa nota con lemodalità di cui al precedente punto almeno ventigiorni prima della data fissata per l’espletamentodella stessa.Per essere ammessi alle prove concorsuali i candi-dati dovranno presentarsi muniti di documentopersonale di identità.I candidati che non si presenteranno a sostenere leprove di concorso nel giorni), nell’ora e nella sedistabiliti, saranno dichiarati decaduti dal concorso,quale sia la causa dell’assenza, anche se non dipen-dente dalla volontà dei singoli concorrenti.9 - APPROVAZIONE DELLA GRADUATORIA- DICHIARAZIONE DEL VINCITORE- COSTITUZIONE DEL RAPPORTO DI LAVO-

ROIl Direttore di Area Vasta n. 4, dopo aver riconosciuto laregolarità degli atti del concorso, con propria determina,li approva (art. 18 DPR 220 del 27.03.2001), edichiara il vincitore.In esecuzione delle delibere dell’Ente n. 1340 del 30/12/97e n. 885 del 7/10/98 verranno applicate alla graduatoriafmale di merito le norme relative alla preferenza nelcaso di parità di merito e di titoli di cui all’art. 5, com-mi 4 e 5 lett. a) e b), del DPR 487/94 e della L. 191 del16/6/98 art. 2 c. 9 (è preferito il più giovane di età); incaso di ulteriore parità verrà preferito nell’ordine chi haottenuto il maggior punteggio: nelle prove concorsualiglobalmente considerate, nella valutazione dei titoli, nelconseguimento del titolo di studio richiesto per l’am-missione al concorso (Diploma).La graduatoria dei vincitori del concorso sarà pubblicatasul Bollettino Ufficiale della Regione Marche nonchésul sito ufficiale dell’Area Vasta n. 4 di Fermo:www.asl11.marche.it .I vincitori del Concorso Pubblico nel termine di giorni30 dalla data di ricevimento della richiesta, ed a pena di

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decadenza, dovranno presentare all’Area Vasta n. 4 ladocumentazione di cui all’art. 19 del D.P.R. 483/97 edall’art. 14, c. 4, del CCNL di categoria 94/97; scadutoinutilmente il termine di 30 giorni l’Azienda comunicadi non dare luogo alla stipulazione del contratto.Il contratto individuale di lavoro di cui all’art. 14 delCCNL sarà stipulato sulla base dello schema approva-to dall’Azienda.L’assunzione avrà decorrenza sia giuridica che economi-ca dalla data di effettiva entrata servizio.10 - RISOLUZIONE DEL CONTRATTOIl contratto di lavoro può essere risolto dall’Aziendaper i casi e condizioni nonché con le modalità previstedal CCNL nonché dalle altre disposizioni di legge eregolamentari per quanto applicabili.11 - PERIODO DI PROVALa conferma in servizio dei vincitori si ha una voltadecorso il periodo di prova della durata di mesi sei ai sen-si dell’art. 15 del C.C.N.L., senza che il rapporto sia sta-to risolto da una delle parti.Con la partecipazione al concorso è implicita, da partedel concorrente, l’accettazione senza riserve di tutte leprescrizioni e precisazioni del presente bando nonché diquelle che disciplinano o disciplineranno lo stato giuri-dico ed economico del personale delle AziendeUU.SS.LL.L’Area Vasta n. 4 si riserva la facoltà di prorogare i ter-mini di scadenza per la presentazione delle domande diammissione al concorso, di modificare il numero deiposti messi a concorso, di sospendere o revocare il con-corso stesso, qualora, a suo giudizio, ne rilevasse lanecessità o l’opportunità per ragioni di pubblico inte-resse.Nel caso si renda necessario, per qualsiasi ragione, ripe-tere l’estrazione oggetto del presente bando, si avverteche le operazioni saranno ripetute nello stesso giorno diogni settimana successiva alla prima, fmo alla ° indivi-duazione completa dei componenti della Commissionestessa. Nel caso che tali giorni siano festivi, le operazio-ni di sorteggio saranno effettuate il giorno successi-vo.Per quanto non espressamente previsto dal presente ban-do, si fa rinvio alle norme generali vigenti in materia.Per eventuali informazioni, gli aspiranti potranno rivol-gersi al Servizio Personale di questa Area Vasta -(Telefono 0734/6252009-6252032) oppure collegarsi al-sito dell’Azienda: www.asl11.marche.it

IL DIRETTORE DI AREA VASTADr. Gianni Genga

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_______________________________________________________

ASUR - Area Vasta n. 4 - FermoBando di concorso pubblico, per titoli ed esa-mi, per la copertura di n. 1 posto di DirigenteMedico disciplina Psichiatria c/o l’ASUR Mar-che - Area Vasta n. 4 di Fermo.

Si comunica che con determina del Direttore di AreaVasta n. 9/AV4 del 11/01/2013 è stato indetto, subor-dinatamente all’esito negativo della procedura di cuiall’art. 34 bis D.L.gs n. 165/2001, Concorso A\ Pub-blico per titoli ed esami per la copertura di:• N. 1 Posto di DIRIGENTE MEDICO Disciplina

PSICHIATRIA (Ruolo: Sanitario Profilo Prof. le:Medici; Posizione Funzionale: Dirigente Medico -Area di Medicina e delle Specialità Mediche)

Al posto a concorso è attribuito il trattamento eco-nomico e giuridico previsto dalle disposizioni legi-slative vigenti, nonché dal C.C.N.L. in vigore per ilpersonale delle UU.SS.LL.Il concorso è disciplinato dalle norme contenute nelD.P.R. 20 dicembre 1979 n. 761 per quanto ancora invigore dal DPR n. 483 del 10/12/97, dal D.L.vo502/92, D.L.vo 229/99, dal D.P.R. 445/2000 e dalDPR 487/94, nonché dalle altre disposizioni di leggeintegrative e derogatorie.Al concorso si applicano le norme di cui alla L.10/4/91 n. 125 ed all’art. 57 del D.L.vo 165/2001 chegarantiscono la pari opportunità fra uomini e donne.1 - REQUISITI GENERALI PER L’AMMISSIONEDPR 483/97: Per l’ammissione al concorso è richiesto il possesso,oltre che dei requisiti specifici più appresso indicati,dei seguenti requisiti generali:a) CITTADINANZA ITALIANA:Sono equiparati ai cittadini italiani, gli italiani nonappartenenti alla Repubblica; sono richiamate ledisposizioni di cui all’art. 11 del D.P.R. 20/12/79, n.761 ed all’art. 2, comma 1, del D.P.R. 9/5/94, n. 487,all’art. 37 del D.Lgs. 3/2/1993, n. 29 e successivoDPCM 7/2/1994, n. 174, nonché all’art. 38 del D.Lgs.165 del 30/3/2001 relativo ai cittadini degli statimembri della Comunità Economica Europea; questiultimi devono, altresì, possedere, ai sensi dell’art. 3del DPCM 174/94, i seguenti requisiti:- godere dei diritti civili e politici negli stati di

appartenenza o provenienza;- essere in possesso, fatta eccezione della titolarità

della cittadinanza italiana, di tutti i requisitiprevisti per i cittadini della Repubblica;

- avere adeguata conoscenza della lingua italiana;b) LIMITE DI ETA’:Non inferiore agli anni 18; non è previsto limitemassimo di età fatti salvi i limiti di anzianità e vec-chiaia previsti dalle norme vigenti in materia previden-ziale;

c) IDONEITA’ FISICA ALL’IMPIEGO:L’accertamento dell’idoneità’ fisica all’impiego -conl’osservanza delle norme in materia di categorie pro-tette e’ effettuato a cura della U.S.L. prima dellaammissione in servizio.Il personale dipendente dalla Amministrazione edEnti di cui alla lettera b) che precede è dispensato dal-la visita medesima;2) REQUISITI SPECIFICI PER L’AMMISSIONE(art. 24 del DPR 483/97).a) Diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia;b) Specializzazione nella disciplina oggetto del con-

corso o in disciplina equipollente o affine ai sen-si dei D.D.M.M. 30/01/1998 e 31/01/1998. Aisensi del 2° comma dell’art. 56 del DPR10/12/1997 n. 483 il personale del ruolo sanitarioin servizio di ruolo al 10/02/1998 è esentato dalrequisito della Specializzazione nella disciplinarelativa al posto di ruolo già ricoperto alla pre-detta data per la partecipazione ai concorsi pres-so le USL e le Aziende Ospedaliere diverse daquelle di appartenenza.

c) Iscrizione all’Albo dell’Ordine dei Medici, atte-stata da certificato in data non anteriore a seimesi rispetto a quella di scadenza del bando. Talecertificato dovrà essere allegato alla domanda apena di esclusione.

In applicazione dell’art. 46 DPR 445 del 28/12/2000il possesso del requisito dovrà essere attestato neces-sariamente da una dichiarazione sostitutiva di certi-ficazione, anche contestuale alla domanda ed indi-cante: provincia, data di prima iscrizione e numerodi posizione nel registro, sottoscritta dall’interessatosotto la propria responsabilità.In alternativa il candidato potrà produrre, ai sensidegli artt. 19 e 47 del DPR 445/2000 il certificato diiscrizione all’Albo, di cui è in possesso, rilasciato inoriginale in data non anteriore a 6 mesi rispetto aquella di scadenza del bando.I requisiti debbono essere posseduti alla data di sca-denza del termine stabilito dal presente bando per lapresentazione delle domande di ammissione, salvoper quanto concerne gli eventuali limiti massimi dietà che devono essere posseduti alla data del presen-te bando e permanere fmo alla stipula del contrattodi individuale di lavoro.Il difetto anche di uno solo dei requisiti generali especifici prescritti comporta la non ammissione alconcorso.L’ammissione od esclusione dal concorso è delibera-ta con provvedimento motivato dal Direttore del-l’U.O. Personale da notificarsi entro trenta giornidalla esecutività della relativa decisione.3) - PRESENTAZIONE DELLE DOMANDELe domande di partecipazione alla procedura,dovranno essere obbligatoriamente redatte secondo

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lo schema allegato al presente bando e corredate dal-la documentazione relativa ai requisiti di ammissio-ne; alle domande potranno essere allegati altresì glialtri eventuali titoli oggetto di valutazione.Le domande vanno indirizzate al DIRETTOREASUR AREA VASTA N. 4 DI FERMO Via Zeppil-li, 18 - 63900 Fermo (FM) e debbono PERVENIREall’Ufficio Protocollo dell’Ente entro il 30° giornosuccessivo alla data di pubblicazione dell’estrattodel Bando nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.Qualora detto giorno sia festivo, il termine è proro-gato al giorno successivo non festivo.Per le domande inviate a mezzo servizio postalefarà fede la data del timbro dell’ufficio postaleaccettante. Non saranno comunque ammessi alconcorso i candidati le cui domande, anche se spe-dite entro il termine sopra indicato, perverrannoall’Ufficio Protocollo di questa Area Vasta con unritardo superiore a quindici giorni dal terminestesso.Il termine di presentazione delle domande nonchédei documenti e titoli è perentorio, pertanto nonsaranno ammessi alle procedura gli aspiranti le cuidomande perverranno per qualsiasi motivo dopo iltermine stabilito; non è ammessa la produzione didocumenti, pubblicazioni ecc. dopo scaduto il termi-ne utile per la presentazione delle domanda; l’even-tuale riserva di invio successivo di documenti è pri-va di effetti.L’Area Vasta n. 4 declina ogni responsabilità pereventuale smarrimento della domanda o dei docu-menti spediti a mezzo Servizio Postale con modalitàordinarie, nonché per il caso di dispersione di comu-nicazioni dipendenti dalla inesatta indicazione delrecapito da parte del candidato o da mancata, oppu-re tardiva comunicazione del cambiamento di indi-rizzo indicato nella domanda o per eventuali disgui-di postali o telegrafici non imputabili a colpe del-l’Amministrazione stessa.

Alla domanda va comunque allegata una fotocopiasemplice del documento di identità personale delsottoscrittore in corso di validità e perfettamenteleggibile in tutte le sue parti a pena di esclusioneSIA LA DOMANDA CHE I TITOLI E DOCU-MENTI ALLEGATI ALLA DOMANDA STES-SA, NON SONO SOGGETTI ALL’IMPOSTA DIBOLLO AI SENSI DELLA LEGGE 23/8/88 N.370.Nelle domande i candidati devono dichiarare sotto lapropria personale responsabilità:a) il cognome, il nome, la data ed il luogo di nasci-

ta, nonché la residenza;b) il possesso della cittadinanza italiana o equiva-

lente;c) il Comune di iscrizione nelle liste elettorali, ovve-

ro i motivi della loro non iscrizione o della can-cellazione dalle liste medesime;

d) le eventuali condanne penali riportate (in casonegativo, dichiararne espressamente l’assenza);

e) titoli di studio posseduti;f) la posizione nei riguardi degli obblighi militari;g) i servizi prestati come impiegati presso Pubbliche

Amministrazioni e le cause eventuali di risoluzio-ne di precedenti rapporti di pubblico impiego;

h) i titoli che eventualmente danno luogo a riserva,precedenza o preferenza a parità di punteggiosecondo le disposizioni di legge vigenti;

i) i titoli che danno diritto, occorrendo, ad elevazio-ne del limite massimo di età per l’ammissione alconcorso con riferimento ai limiti in materia pre-videnziale;

1) il domicilio presso il quale deve essere fatta ad ognieffetto ogni necessaria comunicazione ed un reca-pito telefonico. In caso di mancata indicazionevale ad ogni effetto la residenza di cui alla lett. a)che precede;

m) il consenso al trattamento dei dati Personali(D.Lgs 196/2003).

La firma in calce alla domanda deve essere sottoscrit-ta in forma leggibile e per esteso dall’interessato; nonnecessita l’autentica della firma; l’Amministrazionesi riserva la facoltà di verificare la veridicità delledichiarazioni prodotte nonché di richiedere la docu-mentazione relativa prima di emettere il provvedi-mento finale favorevole; in caso di falsa dichiarazio-ne si applicano le disposizioni di cui all’art. 76 delD.P.R. 445/2000.Costituiscono motivo di esclusione dalla procedu-ra: a) La mancata sottoscrizione della domanda da parte

dell’aspirante o il mancato rispetto dei termini emodalità di consegna/spedizione o comunquel’acquisizione della domanda da parte della AreaVasta n. 4 oltre il 15° giorno dalla scadenza deitermini;

b) La mancata produzione o l’incompletezza delladocumentazione – sia essa riferita alle certifica-zioni allegate (esclusivamente per l’iscrizioneall’Ordine dei Medici) o alle dichiarazioni redatteex artt. 46 DPR 445/2000 secondo le modalitàindicate dal bando - comprovante il possesso deisottoelencati requisiti specifici, di cui al prece-dente punto d):a. Laurea in Medicina e Chirurgia;b. Specializzazione;c. Iscrizione Albo Ordine dei Medici;

c) La mancata regolarizzazione di altre eventuali irre-golarità/omissioni nei termini fissati dall’aziendain sede di ammissione alla procedura.

Si precisa che i dipendenti addetti all’U.O.C.

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Gestione Personale di questa Area Vasta non sonoautorizzati, in nessun caso, al controllo delledomande presentate dai candidati.DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE ALLADOMANDAAlla domanda di partecipazione al concorso pubbli-co, i candidati dovranno allegare tutte le certificazio-ni relative ai titoli che ritengano opportuno presentareagli effetti della valutazione di merito e della forma-zione della graduatoria, nonché per l’applicazionedelle preferenze, delle precedenze e delle riserve diposti, previste dalle vigenti disposizioni, ivi compresiun curriculum formativo e professionale datato, fir-mato e formalmente documentato nonché un elencoin triplice copia dei documenti e dei titoli presentatipure datato e firmato. Si evidenzia che, in base all’art. 15 della L. 183/2011e della Direttiva del Ministro della P.A. e della sem-plificazione n. 14/2011, le certificazioni rilasciate dal-le Pubbliche Amministrazioni in ordine a stati, qualitàpersonali e fatti sono valide ed utilizzabili solo neirapporti tra privati e che le Pubbliche Amministra-zioni dal 01/01/2012 non possono più accettare nérichiedere le suddette certificazioni. I titoli e le pubblicazioni devono pertanto essereautocertificati ai sensi della normativa vigente (DPR445/2000 e L.183/2011) precisando che le pubblica-zioni devono essere obbligatoriamente allegate incopia con dichiarazione di conformità all’originale.AUTOCERTIFICAZIONESi ribadisce che il candidato, in luogo della certifi-cazione rilasciata dalla P.A. deve presentare in cartasemplice e senza autentica della firma:a) “dichiarazione sostitutiva di certificazione”: nei

casi tassativamente indicati nell’art. 46 delD.P.R. n. 445/00 (ad esempio: stato di famiglia,iscrizione all’albo professionale, possesso deltitolo di studio, di specializzazione, di abilitazio-ne, ecc.) oppure

b) “dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà”: aisensi dell’art. 19 e 47, per tutti gli stati, fatti e qua-lità personali, non compresi nell’elenco di cui alcitato art. 46 del D.P.R. 445/00 (ad esempio: bor-se di studio, attività di servizio; incarichi libero-professionali; attività di docenza; dichiarazionedi conformità all’originale delle copie prodotterelative a pubblicazioni, documenti aventi naturafiscale rilasciati da privati, ecc.).

La dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietàrichiede una delle seguenti forme- deve essere sottoscritta personalmente dall’inte-

ressato dinanzi al funzionario competente a rice-vere la documentazione;

oppure- deve essere spedita per posta - o consegnata da

terzi - unitamente a FOTOCOPIA SEMPLICE

DI DOCUMENTO DI IDENTITÀ PERSONA-LE DEL SOTTOSCRITTORE.

Qualora il candidato presenti più fotocopie semplici,l’autocertificazione può essere unica, ma contenentela specifica dei documenti ai quali si riferisce.In ogni caso, la dichiarazione resa dal candidato - inquanto sostitutiva a tutti gli effetti della certificazio-ne - deve contenere tutti gli elementi necessari allavalutazione del titolo che il candidato intende produr-re; l’omissione anche di un solo elemento comporta lanon valutazione del titolo autocertificato.In particolare, con riferimento al servizio prestato, ladichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (unicaalternativa al certificato di servizio) allegata o con-testuale alla domanda, resa con le modalità soprain-dicate, deve contenere l’esatta denominazione del-l’Ente presso il quale il servizio è stato prestato, laqualifica, il tipo di rapporto di lavoro (tempo pieno /tempo defmito / part-time), le date di inizio e di con-clusione del servizio prestato nonché le eventualiinterruzioni (aspettativa senza- assegni, sospensionecautelare, ecc.) e quant’altro necessario per valutare ilservizio stesso, la ricorrenza o meno delle condizionidi cui all’ultimo comma dell’art. 46 del DPR20/12/1979 n. 761. Anche nel caso di autocertifica-zione di periodi di attività svolta in qualità di borsi-sta, di docente, di incarichi libero-professionali, ecc.occorre indicare con precisione tutti gli elementi indi-spensabili alla valutazione (tipologia dell’attività,periodo e sede di svolgimento della stessa).Si precisa che restano esclusi dall’autocertificazione,fra gli altri, i certificati medici e sanitari.

Le pubblicazioni devono essere edite a stampa; posso-no tuttavia essere presentate in fotocopia ed ardo-certfficate dal candidato, ai sensi del citalo D.P.R. n.445/00, purché il medesimo attesti, mediante dichiara-zione sostitutiva dell’atto di notorietà, resa con lemodalità sopraindicate, che le copie dei lavori specifi-catamente richiamati nell’autocertificazione sonoconformi agli originali.La mancata produzione della documentazionerichiesta per comprovare il possesso di uno deirequisiti di ammissione comporta l’esclusione dalconcorso.Si rammenta, infine, che l’Amministrazione è tenutaad effettuare idonei controlli sulla veridicità delContenuto delle dichiarazioni sostitutive ricevute eche, oltre alla decadenza dell’interessato dai benefi-ci eventualmente conseguiti sulla base di dichiara-zione non veritiera, sono applicabili le sanzionipenali previste per le ipotesi di falsità in atti e dichia-razioni mendaci.La mancata produzione della documentazionerichiesta per comprovare il possesso dei titoli ulte-riori rispetto a quelli di ammissione comporta la nonattribuzione dei punteggi di merito eventualmente

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previsti o la non attribuzione dei benefici accordatidalla legge.Per i fatti, stati e qualità personali rientranti nellaprevisione dell’art. 46 del DPR 445/2000, la docu-mentazione richiesta è sostituita da dichiarazionesostitutiva di certificazione resa in forma esplicitasotto la personale responsabilità, corredata di tutti gliestremi del titolo sostituito (es.: Ente che lo ha rila-sciato, data conseguimento, esatta denominazione,ecc.).In caso di false dichiarazioni si applicano le disposi-zioni di cui all’art. 76 del DPR 445/20005 - VALUTAZIONE DEI TITOLII titoli saranno valutati, dalla apposita CommissioneEsaminatrice, ai sensi delle disposizioni contenutenel D.P.R. 483/97 in particolare arti 11 e 27;Non saranno valutati titoli presentati oltre il termine discadenza del presente bando, nè saranno prese in con-siderazione copie di documenti non autenticate aisensi di legge.Le attestazioni di servizi ed attività saranno valutatesolo se rilasciate dal legale rappresentante dell’entepresso cui gli stessi sono stati prestati o da suo dele-gato.6 - COMMISSIONE ESAMINATRICE La Commissione Esaminatrice è nominata con pro-pria determina dal Direttore dell’U.O.C. Personaledell’Area Vasta n. 4 nei modi e nei termini stabilitidagli artt. 5 - 6 - 25 del DPR 483/97 e tenuto contodi quanto disposto dalla Legge 537 del 24/12/93 edal D.Lgvo n. 165/2001.7 - PROVE DI ESAME (art. 26 del D.P.R. 483/97)a) PROVA SCRITTA: Relazione su caso clinico

simulato o su argomenti inerenti alla disciplinamessa a concorso, o soluzione di una serie diquesiti a risposta sintetica inerenti alla disciplinastessa;

b) PROVA PRATICA:1) Su tecniche e manualità peculiari della disci-

plina messa a concorso;2) La prova pratica deve comunque essere anche

illustrata schematicamente per iscritto;c) PROVA ORALE:

Sulle materie inerenti alla disciplina a concorsononché sui compiti connessi alla funzione daconferire.

8 - CONVOCAZIONE DEI CANDIDATI AMMES-SI AL CONCORSO ED ESPLETAMENTO DELLEPROVE DI ESAMELa data e la sede in cui si svolgeranno le prove eliesame verranno Pubblicate almeno 15 gg. prima del-l’inizio della prova scritta sulla G.U. della Repubbli-ca IV Serie Speciale “Concorsi ed Esami” e tale for-malità equivale a convocazione delle prove per tuttiquei concorrenti che non avessero ricevuto, nel frat-

tempo, notifica di un provvedimento di esclusione.Peraltro la convocazione sarà nominativa (Racc. Ar.)qualora il numero degli ammessi sia pari o inferiorea 20 (venti).Qualora la Commissione stabilisca di non poter pro-cedere nello stesso giorno all’effettuazione di tutte leprove, la data della prova verrà resa nota con lemodalità di cui al precedente punto almeno ventigiorni prima della data fissata per l’espletamentodella stessa.Per essere ammessi alle prove concorsuali i candidatidovranno presentarsi muniti di documento personaledi identità.Il superamento di ciascuna delle previste prove scrit-te e pratiche è subordinato al raggiungimento di unavalutazione di sufficienza espressa in termini nume-rici di almeno 21/30.Il superamento della prova orale è subordinato al rag-giungimento di una valutazione di sufficienza espressain termini numerici di almeno 14/20.La valutazione è effettuata nel rispetto di quanto previstodall’art. 9 c. 3 del D.P.R. 483/97.I candidati che non si presenteranno a sostenere le provedi concorso nel giorno, nell’ora e nella sede stabiliti,saranno dichiarati decaduti dal concorso, quale sia lacausa dell’assenza, anche se non dipendente dallavolontà dei singoli concorrenti.9 - APPROVAZIONE DELLA GRADUATORIA- DICHIARAZIONE DEL VINCITORE- COSTITUZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO Il Direttore dell’Area Vasta n. 4, dopo aver riconosciu-to la regolarità degli atti del concorso, con propriadetermina, li approva (art. 18 DPR 483/97), e dichia-ra i vincitori.In esecuzione delle delibere dell’Ente n. 1340 del30/12/97 e n. 885 del 7/10/98 verranno applicate allagraduatoria finale di merito le norme relative alla pre-ferenza nel caso di parità di merito e di titoli di cuiall’art. 5, commi 4 e 5 lett. a) e b), del DPR 487/94 e del-la L. 191 del 16/6/98 art. 2 c. 9 (è preferito il più giova-ne di età); in caso di ulteriore parità verrà preferito nel-l’ordine chi ha ottenuto il maggior punteggio: nelle pro-ve concorsuali globalmente considerate, nella valutazio-ne dei titoli, nel conseguimento del titolo di studiorichiesto per l’ammissione al concorso (Laurea).La graduatoria dei vincitori del concorso sarà pubblicatasul Bollettino Ufficiale della Regione Marche nonchésul sito ufficiale dell’Area Vasta n. 4 di Fermo:www.asl11.marche.itI vincitori del Concorso Pubblico nel termine di giorni30 dalla data di ricevimento della richiesta, ed a pena didecadenza, dovranno presentare all’Area Vasta n. 4 ladocumentazione di cui all’art. 19 del D.P.R. 483/97 edall’art. 14, c. 4, del CCNL di categoria 94/97; scadutoinutilmente il termine di 30 giorni l’Azienda comunicadi non dare luogo alla stipulazione del contratto.

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Il contratto individuale di lavoro di cui all’art. 14 delCCNL sarà stipulato sulla base dello schema approva-to dall’Azienda.L’assunzione avrà decorrenza sia giuridica che economi-ca dalla data di effettiva entrata servizio.10 - RISOLUZIONE DEL CONTRATTOIl contratto di lavoro può essere risolto dall’Aziendaper i casi e condizioni nonché con le modalità previstedal CCNL nonché dalle altre disposizioni di legge eregolamentari per quanto applicabili.11 - PERIODO DI PROVALa conferma in servizio dei vincitori si ha una voltadecorso il periodo di prova della durata di mesi sei ai sen-si dell’art. 15.del C.C.N.L., senza che il rapporto sia sta-to risolto da una delle parti.Con la partecipazione al concorso è implicita, da partedel concorrente, l’accettazione senza riserve di tutte leprescrizioni e precisazioni del presente bando nonché diquelle che disciplinano o disciplineranno lo stato giuri-dico ed economico del personale delle AziendeUU.SS.LL.L’Area Vasta n. 4 si riserva la facoltà di prorogare i ter-mini di scadenza per la presentazione delle domande diammissione al concorso, di modificare il numero deiposti messi a concorso, di sospendere o revocare il con-corso stesso, qualora, a suo giudizio, ne rilevasse lanecessità o l’opportunità per ragioni di pubblico inte-resse.12 - SORTEGGIO COMPONENTI COMMISSIO-NEAi fini dell’art. 6, u.c. del D.P.R. 483/97, si rende noto,fm da ora, che i sorteggi dei componenti della Com-missione Esaminatrice del concorso in oggetto avrannoluogo presso la sede del Servizio Personale di questaArea Vasta (Fermo - Via Zeppilli), con inizio alle ore10,00 del decimo giorno successivo alla scadenza deltermine per la presentazione delle domande. Qualoradetto giorno sia festivo, la data è spostata al primo gior-no successivo non festivo.Nel caso si renda necessario, per qualsiasi ragione,ripetere l’estrazione oggetto del presente bando, siavverte che le operazioni saranno ripetute nello stes-so giorno di ogni settimana successiva alla prima,fmo alla individuazione completa dei componentidella Commissione stessa. Nel caso che tali giornisiano festivi, le operazioni di sorteggio saranno effet-tuate il giorno successivo.Per quanto non espressamente previsto dal presente ban-do, si fa rinvio alle norme generali vigenti in materia.Per eventuali informazioni, gli aspiranti potranno rivol-gersi al Servizio Personale di questa Area Vasta n. 4(Telefono 0734/6252032-6252009) oppure collegarsi alsito dell’Azienda:www.as111.marcheit

IL DIRETTORE AREA VASTA N. 4(Dott. Gianni Genga)

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Azienda Ospedaliero Universitaria Ospeda-li Riuniti Umberto I - G.M. Lancisi - G.Salesi - AnconaGraduatoria concorso pubblico pern. 1 posto di Dirigente delle Professioni Sani-tarie – Area Tecnica Diagnostica.

Si rende noto che questa Azienda ha approvato, condetermina dirigenziale n. 1091 del 20.12.2012, lagraduatoria di merito del concorso pubblico per tito-li ed esami per n. 1 posto di Dirigente delle Profes-sioni Sanitarie – Area Tecnica Diagnostica.Detta graduatoria risulta formulata nel modoseguente:n. Nominativo TOTALE1 MORGANELLI RICCARDO 87,5002 SIEPI LORELLA 78,9973 ROSA LUANA 72,7814 GALLO THOMAS RENATO 63,3865 SANTARELLI VITTORIO 61,4506 SCANDURRA SEBASTIANO 58,200

AVVISI

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Comune San Paolo di JesiAvviso.

Con deliberazione del Consiglio Comunale n° 5 del31.01.2013 è stato adottato il Piano di Recupero dittaCECI OMAR ai sensi dell’art. 1 carriola 6 della L.R22/2009. Chiunque può prendere visione degli atti epresentare entro i successivi trenta giorni (Scadenza08.04.2 )13) opposizioni e osservazioni.

IL RESPONSABILE DI AREA TECNICARossini Marco

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Comune di Sant’IppolitoAvviso inerente “Adozione di un piano di recu-pero per la ristrutturazione, con parzialedemolizione e ampliamento di edificio residen-ziale unifamiliare in loc. Sorbolongo, ai sensidell’art. 4 del P.P.C.S. vigente e dell’art. 2,comma 1 della L.R. 22/2009, come modificatoe sostituito dall’art. 3, comma 1 della L.R.19/2010 – Ditta Bronisz Daniel Jaroslaw.

IL RESPONSABILE DELL’UFFICIO TECNICO COMUNALE

Vista la Legge n. 1150 del 17.08.1942, nonché la

Legge Regionale n. 34 del 05.08.1992, così comesuccessivamente modificata ed integrata

RENDE NOTO

Che con Deliberazione di G.M. n. 68 del21.12.2012, si stabiliva :- Di adottare ai sensi dell’art. 30 della L.R. Marche

34/92 e s.m.i. il “PIANO DI RECUPERO PER LARISTRUTTURAZIONE, CON PARZIALEDEMOLIZIONE E AMPLIAMENTO DI EDIFI-CIO RESIDENZIALE UNIFAMILIARE INLOC. SORBOLONGO, ai sensi dell’art. 4 delP.P.C.S. vigente e dell’art. 2, comma 1 della L.R.22/2009, come modificato e sostituito dall’art. 3,comma 1 della L.R. 19/2010 - Ditta BRONISZDANIEL JAROSLAW, composto dai seguenti ela-borati:• Relazione Tecnica illustrativa; Norme Tecniche

di Attuazione; Analisi di sostenibilità ambienta-le (art. 5 L.R. 14/2008); Relazione Geologica ;Tav. 1 - Stato Attuale - Piante, - Prospetti- e-Sezionel-Tav. 2- Progetto- - Piante, Prospettie Sezione ; Documentazione -fotografica .

Tale delibera, nonché i relativi elaborati tecnici,sono depositati in libera visione al pubblico nelpalazzo comunale, presso l’Ufficio Segreteria,per 60 gg. (sessanta giorni) consecutivi e precisa-mente dal 28.01.2013 al 23.03.2013 compreso, nelrispetto degli orari di ufficio.Durante tale periodo chiunque può prendere visionee formulare osservazioni sul Piano di Recuperoadottato. Tali osservazioni andranno presentate, induplice copia di cui una in bollo, all’Ufficio Proto-collo del Comune, corredando le eventuali planime-trie allegate di relativo file informatico.Il Responsabile del Procedimento è il Dott. Ing.Francesco Passetti, Resp. dell’Ufficio TecnicoComunale.Sant’ Ippolito, Lì 28.01.2013

Il Responsabile U.T.Dott. Ing. Francesco Passetti

7 FEBBRAIO 2013 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE MARCHE ANNO XLIV • N. 7

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Page 167: REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE …213.26.167.158/bur/PDF/13/N7_07_02_2013.pdf · Cultura n. 3 del 29/01/2013 Revoca DDPF 2/CLT del 22/01/2013 e Integrazione

Gli annunci da pubblicare devono pervenire entro le ore 16,00 del giovedì precedente la datadi pubblicazione.Dovranno essere inviati:Direzione del Bollettino - Regione Marche - Giunta Regionale, Via Gentile da Fabriano -60125 Ancona.

ABBONAMENTO ORDINARIO(ai soli Bollettini ordinari esclusii supplementi e le edizioni specialie straordinarie)Annuo (01.01.2013 - 31.12.2013) a 100,00Semestrale (01.01.2013 - 30.06.2013 o01.07.2013 - 31.12.2013) a 55,00

ABBONAMENTO SPECIALE(comprensivo dei bollettini ordinari,dei supplementi e delle edizioni speciali e straordinarie)Annuo (01.01.2013 - 31.12.2013) a 125,00Semestrale (01.01.2013 - 30.06.2013 o01.07.2013 - 31.12.2013) a 68,00

COPIA BUR ORDINARIO a 2,50

COPIA SUPPLEMENTO - COPIA EDIZIONE SPECIALE -COPIA EDIZIONE STRAORDINARIA(fino aa 160 pagine) a 2,50(da pagina 161 a pagina 300) a 5,50(da pagina 301 a pagina 500) a 7,00(oltre le 500 pagine) a 8,00

COPIE ARRETRATE il doppio del prezzo(si considerano copie arretrate i numeri dei bollettinistampati negli anni precedenti a quello in corso)

I versamenti dovranno essere effettuati sul C.C.P. n. 13960604 intestato al“BOLLETTINO UFFICIALE REGIONE MARCHEVia Gentile da Fabriano - 60125 Ancona”.Si prega di inviare a “BOLLETTINO UFFICIALE REGIONE MARCHEVia Gentile da Fabriano - 60125 Ancona” l’attestazione del versamento o fotocopia di esso conla esatta indicazione dell’indirizzo cui spedire il Bollettino Ufficiale.(Anche tramite Fax: 071/8062411)

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Il Bollettino è in vendita presso la Redazione del Bollettino Ufficiale della Regione Marche -Giunta Regionale Via Gentile da Fabriano - 60125 Ancona e c/o gli sportelli informativi diAncona Via G. da Fabriano Tel. 071/8062358 - Ascoli Piceno Via Napoli, 75 Tel. 0736/342426- Macerata Via Alfieri, 2 Tel. 0733/235356 - Pesaro V.le della Vittoria, 117 Tel. 0721/31327.Il Bollettino è consultabile su Internet al seguente indirizzo:http://www.regione.marche.it/bur

Editore:REGIONE MARCHEAUT. TRIBUNALE ANCONAN. 23/1971Direttore responsabile:Dottoressa ELISA MORONI

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