Report truffe assicurative

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Report a cura di Maurizio De Dominicis Truffe assicurative in Italia: Analisi socio economica e possibili rimedi. www.thinkthanks.it

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Il business assicurativo in Italia è costretto a fronteggiarsi con un numero sempre più frequente di frodi, stando ai dati diffusi dalle associazioni di categoria e dai più importanti istituti di ricerca nazionali. Il fenomeno interessa, in particolare, molte aree del Mezzogiorno e obbliga sempre più spesso le compagnie assicurative a “chiudere a tamburo battente”. Una decisione imposta, dunque, che si scontra con la necessità di garantire il servizio offerto, con gli obblighi contrattuali assunti e con le disposizioni di legge che impongono ai cittadini una copertura assicurativa. Ne consegue una traslazione dell’attività agli agenti, che si occupano, così, di gestire il portafoglio clienti per altri 15-16 mesi in attesa di nuova collocazione”. Le compagnie assicurative, dunque, non possono fare altro che aumentare le tariffe e bloccare gli sconti promozionali delle agenzie. Diretta conseguenza di tali scelte è una disdetta massiva e, quindi, la chiusura definitiva di molte sedi assicurative. 

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Report

a cura di

Maurizio De Dominicis

Truffe assicurative in Italia:

Analisi socio economica e possibili rimedi.

www.thinkthanks.it

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A Leonardo:Il sorriso di un figlio vale più di tutte le paure di un papà. Se mi voltassi indietro rifarei la cosa più

bella….metterti al mondo. Ogni giorno scopro qualcosa di te: mi ami, mi sfidi e io comprendo e perdono. Perdonami tu, pero, se a volte non sono ciò che vorresti. Ce la metto tutta, ma non sono perfetto, nessuno lo

è. Cio che e perfetto e il mio amore per te: IO TI AMERO’ SEMPRE...

MDD

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Indice1. Introduzione2. Un quadro comparativo3. Il fenomeno in Italia4. Mezzogiorno, truffe e Criminalità organizzata?5. Asimmetrie informative e moral hazard 6. Gli interventi di contrasto e il D.L. 1457. Che cos'è lo scoperto?8. Ultimo aggiornamento IVASS9. Conclusioni10. Postfazione del curatore Maurizio De Dominicis

3

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1. Introduzione

Il business assicurativo in Italia è costretto a fronteggiarsi con un numero sempre più

frequente di frodi, stando ai dati diffusi dalle associazioni di categoria e dai più

importanti istituti di ricerca nazionali. Il fenomeno interessa, in particolare, molte

aree del Mezzogiorno e obbliga sempre più spesso le compagnie assicurative a

“chiudere a tamburo battente”. Una decisione imposta, dunque, che si scontra con la

necessità di garantire il servizio offerto, con gli obblighi contrattuali assunti e con le

disposizioni di legge che impongono ai cittadini una copertura assicurativa. Ne

consegue una traslazione dell’attività agli agenti, che si occupano, così, di gestire il

portafoglio clienti per altri 15-16 mesi in attesa di nuova collocazione”1.

Le compagnie assicurative, dunque, non possono fare altro che aumentare le tariffe e

bloccare gli sconti promozionali delle agenzie. Diretta conseguenza di tali scelte è

una disdetta massiva e, quindi, la chiusura definitiva di molte sedi assicurative.

La ricerca verso possibili soluzioni sembra sempre più complessa ed è resa

ulteriormente difficile dalla scarsa efficacia delle procedure di vigilanza che non

controllano adeguatamente l’entità e la gravità dei sinistri.

Di contro le compagnie proseguono nella loro – in parte silenziosa – fuga. Nell'agosto

del 2010, a titolo di esempio, Ina Assitalia ha diramato una circolare destinata alle

proprie agenzie pugliesi, calabre e campane. Nel documento, si legge, “l’andamento

complessivo dell’Agenzia generale viene seriamente compromesso a causa dei

margini fortemente negativi espressi dai portafogli gestiti da alcuni produttori”2. Su

questi portafogli sono stati, successivamente, predisposti una serie di interventi, volti

a migliorarne le condizioni di redditività.

Il presidente di Ania, Associazione nazionale fra le Imprese Assicuratrici, Aldo

Minucci, afferma che la copertura assicurativa interessa 43,5 milioni di veicoli, con il

risarcimento di 3,7 milioni di sinistri (per un valore complessivo di 15 miliardi di

euro), mentre in Francia i veicoli assicurati sono 39,4 milioni, con 1,7 milioni di

4

1 MANCUSO D., 2012, Sud_Europa, n. 46.

2 La Repubblica, 2 agosto 2010.

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sinistri risarciti, per un valore complessivo di 6,5 miliardi di euro. Il fenomeno

raggiunge picchi particolarmente rilevanti in Italia meridionale, sia per numero di

sinistri, sia per i costi elevati dei risarcimenti dei danni. L’Ania auspica un intervento

degli organi centrali dello Stato per la creazione di un'agenzia pubblica per

l'accertamento e il contrasto delle frodi assicurative, con il supporto economico delle

imprese del settore assicurativo, che non vuol gravare sul bilancio dello Stato,

soprattutto in un’epoca in cui la parola “tagli” è all’ordine del giorno per supportare

le difficili condizioni del contesto sociale.

Il fenomeno delle frodi assicurative ha ripercussioni su tutti gli assicurati, dal

momento che la compagnia si troverà costretta a rivalersi sui suoi clienti

indistintamente pur di non fallire; si genera, così, un circolo vizioso che provoca

continue esternalità negative sul sistema imprenditoriale e sulle famiglie a vantaggio

esclusivo di coloro che organizzano, mettono in piedi e portano avanti comportamenti

fraudolenti. In questo contributo si tenterà di approfondire il tema delle speculazioni

ai danni delle compagnie assicurative, con particolare attenzione ai rimedi, nazionali

e internazionali, che la teoria3 e la pratica economica hanno previsto e prevedono al

fine di arginare il problema.

5

3 CUOCCI V., Dall'assicurazione obbligatoria RC auto alla no-fault insurance. Uno studio comparativo dei sistemi di traffic accident compensation, vol. 44, Giuffrè Editore, 2013.

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2. Un quadro comparativoLe frodi assicurative sono un fenomeno riferibile a ciascun tipo di assicurazione:

possono manifestarsi sin dalla sottoscrizione del contratto e non solo in fase di

presentazione di richieste di indennizzi alla compagnia. La truffa può avere inizio

allorché si forniscano false informazioni all’atto della sottoscrizione di una polizza,

nel momento in cui si simula un evento degno di intervento di indennizzo o nelle

occasioni in cui si tende ad ingigantire le conseguenze dello stesso.

A frodare, però, non è solo il sottoscrittore della polizza assicurativa, ma anche un

soggetto terzo, sia nel caso in cui ci siano vere e proprie organizzazioni dietro la

simulazione di eventi, sia nelle occasioni in cui si manifestino comportamenti

opportunistici in presenza di reali accadimenti rientranti nell’oggetto dei contratti

assicurativi.

Il quadro evidenziato di ricercatori, dalla cronaca e dai report delle stesse compagnie

assicurative è ricco di esempi, talvolta clamorosi, di comportamenti sleali, volti

all’ottenimento di benefici non dovuti a danno delle compagnie assicurative o di altri

contraenti.

Talvolta le esperienze internazionali ci forniscono delle esemplificazioni di frodi

assicurative, che si installano tra il comico e l’incredibile e che vanno dai danni a

passeggeri mai esistiti in autovetture coinvolte in incidenti, a morti mai avvenute. Di

seguito alcuni esempi forniti dalle associazioni delle compagnie assicurative:

Nel Regno Unito un uomo ha finto la sua morte per annegamento. Una volta

rintracciato a Panama, dove viveva con sua moglie grazie alle somme riscosse da

quest’ultima per un’assicurazione sulla vita, entrambi sono stati arrestati e condannati

a vari anni di reclusione.

In Slovenia tre uomini hanno sottoscritto più polizze assicurative sulla loro vita e per

infortuni, prima di recarsi in Canada dove hanno messo in scena una serie di

incidenti automobilistici. Una volta scoperti, sono stati costretti a restituire non solo

le somme ricevute dalle diverse compagnie assicurative, bensì anche le spese

sostenute dalle stesse compagnie nelle attività di accertamento degli eventi accaduti.

6

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In Francia un famoso chirurgo ha fatto richiesta di risarcimento danni dopo un

incidente con gli sci, dovuto ad un fuoripista. Vista la mancata copertura da parte

della sua polizza, ha deciso di riproporre la richiesta, incolpando un altro sciatore.

L’attività investigativa della compagnia assicurativa ha fatto emergere quanto

accaduto e ha negato l’erogazione delle somme richieste per l’infortunio subito.

In Pennsylvania undici persone hanno avanzato richiesta di risarcimento danni

durante un viaggio in un autobus del servizio di trasporto pubblico locale. Le indagini

hanno mostrato che l’incidente non era mai avvenuto e che, per giunta, l’autobus

negli orari indicati stesse viaggiando senza passeggeri a bordo.

In Florida il proprietario di una imbarcazione ha provato ad esercitare i propri diritti

su una “assicurazione vita” per sua moglie, adducendo la morte della stessa per

annegamento in seguito ad una tempesta. I dati raccolti dalla compagnia assicurativa

hanno mostrato che non c’è stata alcuna tempesta nel periodo indicato e che il corpo

della donna non è mai stato ritrovato.

La definizione più diffusa di frode, consiste “nell’esito possibile di una fattispecie di

asimmetria informativa”4. L’ottica fornita, invece, dal codice penale5 inquadra la

frode assicurativa tra i delitti contro il patrimonio e la definisce come l’azione di chi

“distrugge, disperde, deteriora od occulta cose di sua proprietà, falsifica o altera una

polizza o la documentazione richiesta per la stipulazione di un contratto di

assicurazione” per poterne trarre un vantaggio diretto o per altro soggetto,

nell’ambito di un contratto assicurativo.

La frode rientra, dunque, in una serie di comportamenti che vengono fatti risalire al

concetto di asimmetria informativa6, il cui manifestarsi porta al fallimento di

7

4 BUZZACCHI L. - SIRI M., «Crisi, efficienza ed equità nel mercato dell’assicurazione obbligatoria RC Auto», intervento all’Incontro su Antitrust e Regolazione, Milano 22 giu., 2001.

5 Art. 642.

6 PORRINI D., Frodi nell'assicurazione RC Auto: analisi economica e possibili rimedi. Rivista di Politica Economica, 92(3/4), 2002, pp.109-138.

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mercato, come dimostrato da autorevoli studiosi, premiati con il Nobel a inizio

secolo7.

Nell’ambito dello spazio definitorio dell’asimmetria informativa si intagliano

l’adverse selection e il moral hazard. Nella prima fattispecie il processo di selezione

di un contraente ha luogo sulla base di un set di informazioni non completo, che non

conduce alla corretta stima delle caratteristiche di rischiosità. Nel secondo caso,

invece, gli individui pongono in essere delle azioni che, non essendo osservabili dalle

controparti, hanno effetto sul livello di rischio manifestatosi. In entrambe le ipotesi,

in sintesi, ciò che manca è la completezza delle informazioni, il cui supporto avrebbe

consentito di stimare correttamente il livello di rischiosità di un contraente o di

verificare la veridicità delle azioni realizzate dai sottoscrittori delle polizze.

Le due sopramenzionate modalità di inquadramento della frode assicurativa

consentono di categorizzare8 la frode in quattro diverse tipologie di azioni sottostanti:

- da configurazione contrattuale: il soggetto fornisce informazioni mendaci, o

quantomeno incomplete , per intervenire a proprio vantaggio

sull’inquadramento del livello di rischiosità;

- da rappresentazione del sinistro: l’attore dichiara un accadimento in maniera

diversa da quanto manifestatosi nella realtà per ottenere un beneficio non

dovuto;- da simulazione del sinistro: il soggetto favorisce il verificarsi di un

accadimento nella realtà, per appropriarsi in maniera indebita di un beneficio;- da sfruttamento di un sinistro: l’attore pone in essere dei comportamenti tali

per cui il danno emerge con maggior rilevanza rispetto a quanto accaduto nella

8

7 "The Sveriges Riksbank Prize in Economic Sciences in Memory of Alfred Nobel 2001", Nobel prize in Economics to Akerlof, G., Spence, M., Stiglitz, J. E. for their “analyses of markets with asymmetric information”. Nobelprize.org. Nobel Media AB 2013.

8 CHIAPPORI P.A., «Asymmetric Information in Automobile Insurance: an Overview», in DIONNE G. e LABERGE-NADEAU C. (a cura di), Automobile Insurance: Road Safety, New Drivers, Risks, Insurance Fraud, and Regulation, Kluwer, Boston, 1998, pp. 1-12.

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realtà, al fine di accrescere il beneficio che riceverà in virtù del contratto in

essere.

I comportamenti fraudolenti sopra descritti operano a danno delle compagnie

assicurative senza distinzione di localizzazione, sebbene l’incidenza varia da paese a

paese in virtù delle diverse tipologie di contratto sottoscritte. Il panorama europeo

presenta un’incidenza delle frodi pari a circa il 10%9 in termini di media complessiva

e senza tener conto delle diverse modalità contrattuali. La ricerca realizzata dalla

Federazione Europea delle Compagnie Assicurative ha mostrato i seguenti risultati

per gli ultimi anni:

Paese Caratteristiche rilevanti Quantificazione

Regno Unito Aumento del numero di frodi scoperte +7%; circa 3.000 frodi a settimana

GermaniaForte rilevanza delle frodi su smartphones

e tablet danneggiati o sottratti

50% dei casi rilevati rappresentano

frode

Svezia Danneggiamento autovetture per incendi

In media un incendio fraudolento al

giorno; complessivamente oltre il

10% di frodi

Francia Forte incremento delle frodi individuateSono salite a circa 100 le frodi

giornaliere

Finlandia Diffusione delle frodi in aumento del 25%

Oltre una persona su quattro è a

conoscenza di un evento fraudolento

segnalato

Tabella 1: Alcune caratteristiche dei fenomeni fraudolenti in Europa (fonte: Insurance Europe Report 2013)

I dati sopra presentati sono solo alcuni tra i più rilevanti in Europa, ma consentono di

mostrare come il trend di frodi assicurative sia in costante crescita e, inoltre,

rappresenti un fenomeno variegato e connesso a molteplici modalità di azione.

La diversità di azione comporta anche il coinvolgimento di numerosi soggetti, sia tra

coloro che organizzano le azioni fraudolente, sia tra i soggetti impegnati nella lotta a

99 Insurance Europe, Report 2013 on Fraud

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tale dilagante fenomeno. In particolare, gli studiosi del settore10 hanno distinto due

concetti rilevanti: lo script e il network. Il primo consiste in tutto ciò che è necessario

per commettere una frode, vale a dire una serie di azioni propedeutiche alla

commissione delle azioni che portano al sorgere di un beneficio non dovuto. Questi

“piani d’azione” sono uno strumento anche per i soggetti che mirano a prevenire tali

attività, in quanto consentono di ricostruire gli attori coinvolti in tale organizzazione e

le variabili che favoriscono il riconoscimento di indennizzi liquidabili e indennizzi da

etichettare come frutto di fraudolenza.

Il secondo dei concetti richiamati in precedenza è il network, che racchiude tutti i

soggetti direttamente e indirettamente coinvolti nelle azioni fraudolente, sia tra coloro

che pianificano o realizzano le azioni, sia tra coloro che, per contro, si adoperano per

combattere tale fenomenologia. In dettaglio, si fa riferimento ai soggetti che

organizzano le attività in questione e mettono a punto veri e propri “team di azione”11

che, replicando lo stesso piano più e più volte al giorno, ottengono l’effetto, tra le

altre cose, di ampliare le conseguenze economiche sull’intero comparto. Il network,

naturalmente, comprende anche le numerose compagnie assicurative e, soprattutto,

tutte le associazioni che esse stesse istituito per poter contrastare le azioni

fraudolente. In particolare esistono associazioni nazionali e internazionali, il cui agire

sta mettendo in piedi un sistema che, dati alla mano, riesce a contrastare con sempre

maggior efficacia gli illeciti. Tra le associazioni più attive in tal senso è d’uopo

sottolineare le azioni poste in essere sia in fase di analisi dei dati, sia per l’attivazione

di meccanismi di difesa, ad opera del Bureau of Insurance (negli Stati Uniti),

dell’Insurance Europe (in Europa), dell’Association of British Insurers e

dell’Insurance Fraud Bureau (entrambi nel Regno Unito), del Forensic (in Francia) e

dell’Insurance Council of New Zealand. Al network così delineato vanno aggiunti

altri soggetti, in primis gli organismi di stato a supporto della giustizia (è, ad esempio,

10

10 LEVI M. e BURROWS J.,‘Measuring the Impact of Fraud in the UK: A Conceptual and Empirical Journey’, British Journal of Criminology 48(3): 293–318, 2008; LEVI M., Organized fraud and organizing frauds Unpacking research on networks and organization. Criminology and Criminal Justice, 8(4), 2008, pp. 389-419.

11 Insurance Fraud Bureau, 2012.

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notevole il supporto dell’FBI al Bureau of Insurance negli Stati Uniti), poi le

numerose imprese di software e i centri di ricerca che sono stati coinvolti nelle azioni

preventive e per l’individuazione delle frodi. Infine, non va dimenticato il pubblico,

vale a dire quell’insieme di soggetti che, oltre a essere potenzialmente coinvolto nelle

attività in questione, può rappresentare uno degli elementi in grado di ridurre il

numero di frodi, visto il sorgere di strumenti che tendono a favorire la segnalazione di

eventi volti alla frode. Per un dettaglio sugli interventi di tali soggetti nella

predisposizione dei meccanismi di contrasto si rinvia alla parte di questo report

dedicata ai meccanismi di contrasto.

Ciò che emerge dalle analisi diffuse dalle organizzazioni sopracitate è la presenza di

un trend dotato di più variabili crescenti. Difatti, le frodi sono in costante aumento in

Europa12, sia in termini di volume, sia in termini di valore, ma è in aumento, altresì, il

numero di soggetti che contribuisce – talvolta anonimamente – all’individuazione

delle azioni fraudolente. Nel 200013 i dati mostravano una media pari al 10% di

speculazioni, cui si aggiungeva una percentuale di casi border line per i quali non è

stato possibile procedere con l’individuazione dell’azione fraudolenta, ma che

sarebbe probabilmente rientrata in tale categoria in una misura pari a un ulteriore

4%14. I numeri appena elaborati si riferiscono al contesto statunitense, ma una

ulteriore ricerca conferma un andamento simile in Europa15, anche per quanto

concerne il tasso di frodi potenzialmente non scoperte, che appaiono in misura

leggermente superiore16.

I dati in Europa assumono dimensioni più rilevanti – e preoccupanti – per quanto

concerne l’avanzamento di questo trend di attività fraudolente a danno delle

11

12 Association of British Insurers, maggio 2014.

13 DERRIG R.A., Insurance fraud. Journal of Risk and Insurance, 69(3), 2002, pp. 271-287.

14 ibidem.

15 SHILLER J., The impact of insurance fraud detection systems. Journal of Risk and Insurance, 73(3), 2006, pp. 421-438.

16 ARTIS M., AYUSO M e GUILLEN M., Detection of automobile insurance fraud with discrete choice models and misclassified claims. Journal of Risk and Insurance, 69(3), 2002, pp. 325-340.

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compagnie assicurative, perché i valori in Europa sono pressoché raddoppiati17 . È

interessante comparare questa misura con i furti presso la distribuzione al dettaglio, il

cui tasso ha registrato una crescita pari a circa la metà. Ne consegue un’attenta

valutazione delle motivazioni per cui tale fenomeno è in costante crescita, vale a dire

cosa c’è dietro la spinta a frodare da parte degli assicurati. In primis, da oltre 5 anni18,

i crimini non violenti – tra cui rientrano le frodi assicurative – vanno di pari passo

con l’andamento economico e il loro incremento procede allo stesso ritmo

dell’incremento della disoccupazione19. La recessione che da ciò consegue

incrementa il rischio di attività fraudolente, come sottolineato da studi radicati già

verso la fine del secolo scorso; tale correlazione è forte in più paesi, anche

appartenenti ad aree geografiche diverse20. I dati supportano la relazione appena

mostrata anche negli ultimi anni, con un aumento delle azioni poste sotto

osservazione in quanto “sospette” e un incremento della quota di azioni dichiarate

fraudolente tra quelle sottoposte a verifica.

Un ulteriore elemento a supporto di quanto sopra esposto proviene dagli attori delle

azioni fraudolente, poiché è in crescita il numero di accadimenti imputati a soggetti

che si imbattono in frodi per la prima volta rispetto a soggetti già precedentemente

individuati quali “professionisti” di truffe alle compagnie assicurative.

Percezioni e reazioni delle persone di fronte all’argomento frodi assicurative sono

come a un bivio in questi ultimi anni, in quanto è in crescita il numero di persone

(+34%) che considera “accettabile” il compimento di atti che portano a frodi

assicurative e, parallelamente, è in costante aumento (+500%) il numero di chiamate

volte a segnalare comportamenti fraudolenti per poter porre un freno a essi.

12

17 Association of British Insurers, maggio 2014.

18 Association of British Insurers, luglio 2009.

19 Organisation for Economic Co-operation and Development (2009), ‘Economic Outlook’, 85, June, 2009.

20 SCORCU A. E CELLINI R., ‘Economic Activity and Crime in the Long Run: An Empirical Investigation on Aggregate Data’, International Review of Law and Economics, 18, 1996, pp. 279 – 292; TSUSHIMA M. ‘Economic Structure and Crime: The Case of Japan’, Journal of Socio-Economics, 25:4, 2002, pp. 497-515; BUONANNO P. e MONTOLIO D., Buonanno, ‘International Review of Law and Economics, 28, 2008, pp.89-97.

Page 13: Report truffe assicurative

Inoltre, sebbene l’ammontare complessivo del denaro utilizzato come indennizzo sia

in crescita, sono in forte aumento singole richieste di importo molto basso, a

testimoniare sia la presenza di “esordienti” nelle domande di indennizzo, sia il ricorso

ad attività fraudolente su prodotti di più comune utilizzo, quali televisori,

smartphones, tablet e altri piccoli elettrodomestici.

Un’interessante analisi mostra anche quali sono state le motivazioni e le modalità

d’intervento che hanno spinto i soggetti a compiere azioni fraudolente e, per giunta, a

renderle accettabili in termini di comprensibilità agli occhi dei terzi, o, quantomeno,

al limite dell’accettabilità.

Figura 1: Tipologie di azioni fraudolente in Europa fonte nostra elaborazione su dati Association of British Insurers, 2009

Come si evince dal grafico, sono più numerosi i casi in cui l’azione fraudolenta

avviene “a valle” dell’intero processo e ciò mostra un’ispirazione opportunistica e

un’impostazione meno “professionale” di quanto accade, invece, con coloro che

attuano un comportamento a danno delle compagnie assicurative sin dall’atto della

sottoscrizione della polizza.

13

Page 14: Report truffe assicurative

3. Il fenomeno in ItaliaLe attività assicurative in Italia presentano dati in linea con quanto accade in ambito

europeo21 ed extraeuropeo22, sebbene esistano delle caratteristiche che rendono unico

lo scenario degli ultimi anni. Le richieste di indennizzo, difatti, restano a un livello

tra i più alti al mondo, ma nel periodo 2011-2013, le compagnie assicurative italiane

sono riuscite a migliorare questo indicatore sensibilmente rispetto alle altre realtà

europee. In particolare, la riduzione si è registrata nel Ramo R.C. autoveicoli terrestri,

anche in virtù di una riduzione dell’utilizzo dei mezzi di trasporto privati, in virtù

dell’aumento del prezzo dei carburanti e dell’incremento dell’impatto della crisi

economica.

Al miglioramento ottenuto, vanno sommati quelli connessi alle acquisizioni infra-

settore e all’efficienza operativa: lo scenario così descritto, rende l’Italia l’unico

paese ad aver conseguito performance positive rispetto ai tre indicatori individuati.

Altro fattore che ha inciso positivamente sui risultati registrati è l’introduzione di

nuovi strumenti per la prevenzione dei furti di autovetture e per il monitoraggio

dell’utilizzo delle stesse, di cui si parlerà più avanti, allorché si presenteranno le

modalità di contrasto e gli interventi legislativi. L’effetto combinato delle novità

appena citate e della riduzione dell’utilizzo delle automobili ha ridotto il numero di

furti e il numero di frodi connesse al Ramo assicurativo in questione. Va aggiunto che

i miglioramenti registrati hanno anche portato delle condizioni più vantaggiose per i

contraenti oltre che per gli assicuratori.

Il punto su cui appare necessario un ulteriore intervento del sistema d’imprese del

comparto assicurativo è il contenimento di determinati costi, sebbene alcune recenti

operazioni di acquisizione abbiano favorito una maggior scalabilità delle attività

realizzate. La riduzione dei costi comporterà, inoltre, l’ottenimento di disponibilità

finanziarie utili alla realizzazione di investimenti su cui il comparto è ancora indietro

rispetto ad altri paesi, vale a dire gli strumenti tecnologici che, a loro volta, potranno

14

21 Association of British Insurers, maggio 2014.

22 Capgemini, World Insurance Report, 2013.

Page 15: Report truffe assicurative

migliorare le condizioni di operatività. Allo stesso tempo le nuove tecnologie in cui

intervenire potranno favorire lo sviluppo di strategie di crescita mediante i nuovi

canali (internet e mobile)23, al pari di quanto avviene in altre realtà europee.

Nel panorama internazionale l’Italia occupa un ruolo di rilievo anche per ciò che

concerne il volume d’affari, essendo il quinto maggiore mercato europeo,

limitatamente alle assicurazioni diverse da quelle del Ramo vita. Il risultato, pur

essendo positivo in termini assoluti, è tuttavia poco incoraggiante in chiave

internazionale, in quanto l’indice di penetrazione è molto più basso rispetto ad altre

realtà europee, seppure di dimensioni minori, quali l’Austria, la Danimarca e la

Svizzera.

Figura 2: Premi assicurativi raccolti in Europa nel 2012 fonte: Insurance Europe, August 2013

1523 ANIA,”Italian Insurance Report”, 2012.

Page 16: Report truffe assicurative

Per analizzare nel dettaglio e con un approccio quantitativo il fenomeno delle frodi

assicurative in Italia è necessario, invece, partire da alcune considerazioni. Due su

tutte sono le informazioni più rilevanti, vale a dire il tasso di crescita di sinistri falsi e

l’ammontare degli stessi; entrambi sono andati aumentando nel tempo, sin dagli anni

’90, ma i ritmi di crescita non sono assimilabili, in quanto se il numero di sinistri

fraudolenti è sempre cresciuto con un ammontare alquanto contenuto, le richieste di

indennizzo misurate in valore sono aumentate a un tasso quadruplo rispetto ai

volumi. Ciò conduce l’analisi verso l’individuazione della causa principale di

fraudolenza, cioè l’intervento illecito sulle evidenze atte alla determinazione di un

danno incrementato subito dall’assicurato24 e da indennizzare in misura maggiore.

Un focus può essere, altresì, realizzato mediante l’analisi dei dati relativi alle frodi in

Italia, così come raccolti e pubblicati annualmente dall’IVASS25. In Tabella 1 si

rappresentano in termini aggregati per regione il numero dei sinistri connessi con

reati, riguardanti i seguenti settori: Ramo R.C. autoveicoli terrestri, Ramo Corpi di

veicoli terrestri, Ramo Incendio ed elementi naturali e Ramo Altri danni ai beni.

16

24 PORRINI D., Frodi nell'assicurazione RC Auto: analisi economica e possibili rimedi. Rivista di Politica Economica, 92(3/4), 2002, pp. 109-138.

25 Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (http://www.ivass.it/ivass/imprese_jsp/HomePage.jsp).

Page 17: Report truffe assicurative

Tabella 2: Numero di sinistri connessi con reati (cfr. 2010-2011) fonte: nostra elaborazione su dati Isvap

Come emerge dai dati appena esposti, nel 2011 sono stati rilevati 63.693 sinistri

fraudolenti in Italia, mentre nel 2010 ne erano stati accertati un numero

significativamente maggiore (83.466); il decremento verificatosi riguarda circa una

frode su quattro. Fanno eccezione a questo trend benefico per le compagnie

assicurative e per l’intero apparato socio-economico che, a cascata, ne subisce le

conseguenze, alcune regioni. Difatti per quanto riguarda l’Italia settentrionale,

mostrano un trend negativo Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. 17

Page 18: Report truffe assicurative

Nell’Italia centrale la maglia nera spetta a Umbria, Marche e Toscana e nel

Mezzogiorno si distingue l’Abruzzo: queste le regioni che hanno fatto registrare

significativi incrementi nei fenomeni speculativi. Risultano particolarmente

preoccupanti i picchi raggiunti in Umbria (+70,40%), Friuli Venezia Giulia e Valle

d’Aosta (+62%). Per fornire una spiegazione di dettaglio ai differenziali regionali

sulla distribuzione del “Numero dei sinistri connessi con i reati”, esistono due chiavi

interpretative, basate sulle impostazioni messe a punto dall’Ania, dall’Ivass (e, in

precedenza, dall’Isvap).

Figura 3: Numero di sinistri connessi con reatiAndamento 2010-2011 - fonte: nostra elaborazione su dati Isvap

La rappresentazione grafica dei dati presentati nella precedente Tabella 1, mostrano

con maggior evidenza il calo nel numero di sinistri fraudolenti intercorso tra gli anni

2010 e 2011, mettendo, inoltre, in evidenza la distribuzione di questa tipologia di

sinistri nelle diverse regioni del paese. La Campania (-41%), la Liguria (-36%), il

Trentino Alto Adige (-30%) e la Sardegna (-27%) mostrano i miglioramenti più

significativi in termini di riduzione del numero di sinistri di matrice fraudolenta.

18

Page 19: Report truffe assicurative

Prima tra le fonti di settore presa in considerazione è il Rapporto Ania (2013), che

pone in correlazione il fenomeno delle truffe con il contenzioso legato ai sinistri r.c.

auto, in particolar modo con quello civile. Al fine di analizzare il fenomeno dal punto

di vista territoriale, l’Ania ha effettuato una serie di rilevazioni ad hoc, presso un

ampio campione di imprese assicuratrici (oltre il 60% in termini di quota di mercato)

delle cause civili pendenti nel 2011, rilevando anche la tipologia di esito per quelle

chiuse durante l’anno (Tabella 2).

Regione Distribuzione %

totale cause civili

pendenti davanti

ai giudici di pace

Cause chiuse con

transazione /

rinuncia agli atti

del giudizio vs

totale cause civili

pendenti

Cause chiuse con

la soccombenza

della compagnia

vs totale cause

civili pendenti

Cause chiuse con

la vittoria della

compagnia vs

totale cause civili

pendenti

Cause chiuse con

la soccombenza

della compagnia

vs cause chiuse

decise dal giudice

Totale cause

civili pendenti

davanti ai

giudici di pace

vs totale sinistri

gestiti

Campania 61,60% 50,70% 14,30% 4,50% 76,00% 50,60%Puglia 10,80% 41,90% 16,40% 7,50% 68,50% 16,00%Sicilia 7,40% 39,70% 15,10% 8,40% 64,40% 6,80%Lazio 6,50% 30,70% 12,00% 6,70% 64,00% 4,50%Calabria 3,90% 50,40% 22,10% 5,40% 80,30% 12,90%Toscana 2,30% 41,80% 15,10% 10,50% 58,90% 2,20%Altre 7,50% 41,05% 15,74% 10,01% 56,56% 7,00%Totale 100,0% 46,8% 15,0% 5,9% 71,6% 7,7%

Tabella 3: Distribuzione cause civili e loro andamento per regionefonte nostra elaborazione su dati IVASS

19

Page 20: Report truffe assicurative

Tra i dati presentati sono particolarmente rilevanti i casi in cui le compagnie

assicurative escono sconfitte dal giudizio, rispetto alle cause chiuse dal giudice; la

media palesatasi per l’Italia è pari al 70%, con picchi dell’80% in Calabria. Dati

altrettanto preoccupanti riguardano le cause chiuse con la soccombenza della

compagnia a confronto con il totale delle cause civile pendenti, la cui media

nazionale è pari al 15%, anche in questo caso con un picco in Calabria del 22%.

Da questa indagine sono emerse alcune evidenti anomalie, in particolar modo, in

alcune regioni del Sud Italia. In queste aree, infatti, oltre a concentrarsi un numero

elevatissimo di cause civili pendenti presso i giudici di Pace (le sole Campania,

Puglia e Calabria raccolgono oltre il 75% di tutte le cause civili pendenti nazionali),

si registra anche una più elevata incidenza di cause che hanno visto la compagnia

soccombente rispetto al valore mediano nazionale (e, parallelamente, un’incidenza

più bassa di cause che hanno visto la compagnia assicuratrice come parte vincitrice).

I dati emersi da questa prima porzione di analisi non trovano un’adeguata sponda,

qualora si analizzano i dati regionali dei tribunali non si osservano andamenti

particolarmente difformi a livello territoriale.

20

Page 21: Report truffe assicurative

Figura 4 Distribuzione % delle cause civili pendenti davanti ai giudici di pace nel 2011fonte nostra elaborazione su dati Ania (2013)

In dettaglio, delle oltre 240 mila cause civili pendenti davanti a un giudice di Pace

circa 150 mila sono concentrate in Campania (oltre il 60% sul totale nazionale) e, di

queste, 108 mila nella sola città di Napoli. Di quelle rimanenti, altre 26 mila

riguardano la Puglia (circa l’11% del dato nazionale), mentre 18 mila sono quelle

presenti in Sicilia (7,40%), oltre 15.000 nel Lazio, con un particolare peso per la città

di Roma, e quasi 10 mila in Calabria. Le rimanenti regioni d’Italia si suddividono in

modo uniforme “appena” 23 mila procedimenti, con pesi sul totale nazionale che

raramente superano l’1%. Per avere un’idea più chiara di quanto il fenomeno sia

concentrato territorialmente è possibile rapportare il numero delle cause civili

pendenti al numero di sinistri accaduti nell’anno. Tale indicatore assume un valore

pari a oltre il 50% in Campania, il 16% in Puglia e il 13% in Calabria, mentre nel

resto d’Italia si osservano incidenze di gran lunga inferiori (con un valore mediano

per l’Italia pari all’1,7%).

21

Page 22: Report truffe assicurative

L’analisi dei dati dell’Ania prosegue con l’osservazione delle cause civili pendenti

davanti ai giudici di pace, che, alla fine dell’anno 2011, rappresentano circa il 47% si

concludono con una transazione o per rinuncia agli atti del giudizio.

Figura 5: Cause chiuse con transazione o rinuncia agli atti rispetto a totale cause civili pendenti nel 2011 - fonte Ania (2013)

In questo caso non si osservano particolari differenze negli andamenti registrati a

livello regionale: i valori più elevati (attorno al 50%) si osservano in Piemonte, ma

anche in Campania, Calabria e Basilicata. Un’osservazione a più ampio respiro

mostra un andamento che, eccezion fatta per il Friuli-Venezia Giulia, oscilla tra il

30,8% della Valle d’Aosta e il 52,8% del Piemonte, in contrasto con le forti

oscillazioni evidenziate, invece, in relazione alle cause pendenti.

Sulla base dei dati diffusi da Ania, al 2012, il 21% della cause civili risulta, invece,

chiuso con giudizio del giudice di Pace e più in particolare, oltre il 70% di queste si è

concluso con la soccombenza della compagnia. Ma se si escludessero dalla media i

valori registrati in alcune regioni come la Campania, la Calabria, la Puglia, la

22

Page 23: Report truffe assicurative

Basilicata e l’Abruzzo la percentuale delle cause terminate a sfavore delle compagnie

scenderebbe al di sotto del 60%. In particolare in Calabria tale percentuale è pari a

circa l’80% (a Crotone si arriva ad oltre il 90%); in Campania e a Napoli si raggiunge

il 76% mentre a Roma, Milano e Torino il valore è circa il 60%.

La panoramica appena introdotta non può che proseguire con un’analisi delle

casistiche dei risultati dei giudizi pendenti a favore o a sfavore delle compagnie

assicurative.

Figura 6: Confronto tra cause civili chiuse a favore o a sfavore delle compagnie assicurative nel 2011 - fonte Ania (2013)

I dati rappresentati nel grafico sopra esposto, mostrano una diffusa e totale

preponderanza dei casi in cui le compagnie assicurative soccombono rispetto alle

controparti nei giudizi chiusi rispetto al numero di cause civili pendenti. Fra tutte

spiccano le differenze emergenti in Calabria, dove le compagnie assicurative

soccombono in circa 4 casi su 5 e in Abruzzo, Basilicata e Marche, dove è circa 23

Page 24: Report truffe assicurative

doppio il numero delle occasioni in cui le controparti riescono ad avere la meglio

sulle compagnie assicurative. Gli oltre 60.000 sinistri fraudolenti registrati nel 2011

sono un dato rilevante nella stima dell’ingente somma di denaro indebitamente

sottratta alle compagnie assicurative. Se a questo dato si affianca la considerazione

tale per cui oltre 5.000 euro sfumano in spese legate ai “professionisti del crimine” si

riesce a definire il modo in cui i crimini in questione indicano pesantemente sui conti

delle imprese assicurative e, di riflesso, sulla ridefinizione periodica delle tariffe.

Le conseguenze dei comportamenti fraudolenti sono molteplici e, proprio come nella

definizione data in precedenza di network di soggetti coinvolti direttamente e

indirettamente, anche in questo caso è necessario individuare chi viene colpito dagli

effetti delle attività illecite a danno delle compagnie. Le considerazioni che seguono

sono generalizzabili e, quindi, valide a prescindere dal contesto geografico di

riferimento, in quanto frutto delle relazioni che, inevitabilmente, si instaurano tra i

diversi attori in ambito assicurativo.

I soggetti maggiormente sfavoriti dalle azioni fraudolente sono le compagnie

assicurative e i contraenti “onesti”, che subiscono impatti economici diretti.

Rispettivamente, infatti, le compagnie assicurative versano indennizzi di entità

maggior rispetto a quanto normalmente prevedibile in termini di rischiosità, nonché

in misura superiore in confronto a ciò che realmente avrebbero dovuto pagare. Questa

conseguenza si ribalta in maniera pressoché immediata sui contraenti26, che vedono il

premio assicurativo crescere per effetto della necessità di riequilibrare il bilancio tra

premi e indennizzi da parte delle compagnie. Qualche dato dallo scenario europeo

può mostrare con maggior enfasi l’impatto delle attività fraudolente:

- l’associazione degli assicuratori danesi ha affermato che le compagnie

assicurative si sono viste richiedere circa 70 milioni di euro per accadimenti

fraudolenti;

24

26 SHILLER J., The impact of insurance fraud detection systems. Journal of Risk and Insurance, 73(3), 2006, pp. 421-438.

Page 25: Report truffe assicurative

- in Germania ben 4 miliardi di euro sono imputabili a indennizzi per frodi

assicurative;

- nel Regno Unito le polizze assicurative hanno subito un incremento pari a circa

60 euro per effetto dei maggiori indennizzi che sono stati versati in relazione a

eventi connessi a frodi assicurative;- in Svezia un network di soggetti specializzati in frode alle assicurazioni per

danni alle autovetture si è reso protagonista di una media di 4 incidenti a

settimana, con un impatto tale da variare le condizioni dell’intero mercato delle

assicurazioni diverse dal Ramo vita.

Per comprendere meglio la dimensione del fenomeno è sufficiente riportare un

esempio pratico: nel caso, banalissimo, di un incidente automobilistico, il danno che

sic et simpliciter sarebbe rimborsato con 4.778 euro (costo medio), in un contesto

fraudolento può arrivare anche a 10.000 euro. I conti sono presto fatti se si considera

l’onorario degli avvocati e dei consulenti tecnici, le spese di gestione, nonché le

svariate voci di danno risarcibili. Facendo un breve calcolo e sottraendo dai 10.000

euro i 4.778 effettivamente dovuti, la compagnia ci rimette più del doppio. Un prezzo

altissimo – che si aggira intorno ai 4 miliardi di euro - se lo si moltiplica per tutte le

frodi commesse in un anno. La verifica della veridicità di un accadimento è un

processo alquanto lungo che si scontra con la necessità di non indennizzare casi

fraudolenti e con la volontà da parte delle compagnie assicurative di liquidare in

tempi brevi i danni, al fine di generare customer satisfaction tra i propri assicurati.

Inoltre, l’attività di auditing delle attività potenzialmente fraudolente è una procedura

costosa – oltre che lunga – e che risulta orientata all’individuazione di indennizzi che

in tutto o in parte non sono dovuti. Il principio di efficienza pone l’interrogativo su

quest’attività, per il confronto tra costi da sostenere per i controlli e benefici derivanti

dagli stessi. La realizzazione dell’equilibrio può avere luogo se, in fase di

procedimento giudiziario successivo alla determinazione della frode, la compagnia

assicurativa riesce a imputare le spese di controllo sostenute (o almeno parte di esse)

al soggetto attore dell’illecito. 25

Page 26: Report truffe assicurative

In parallelo le compagnie assicurative devono stabilire un rapporto con gli agenti

delle attività di controllo che conduca verso un reale impegno nella prevenzione delle

frodi e le ricerche effettuate27 mostrano l’utilità di un incremento dei compensi, quale

leva28 per migliorare l’attività posta in essere dagli auditors.

Nel momento in cui le compagnie assicurative individuano una frode possono agire

in diversi modi; oltre al mancato pagamento dell’indennizzo, difatti, possono

annullare il contratto di assicurazione, richiedere l’addebito dei costi sostenuti per le

spese di investigazione (esperti nominati per la determinazione della frode), segnalare

il soggetto autore della frode alle altre compagnie assicurative per escludere la

possibilità di sottoscrizione di nuovi contratti, riportare il caso alle autorità giudiziarie

e adire le vie legali.

In Nuova Zelanda la locale associazione delle compagnie assicurative ha creato una

sorta di hall of fame delle frodi svelate, ribattezzandola Hall of Shame. In questo

modo ha mostrato quali sono i crimini più spesso realizzati e con quale frequenza

vengono scoperti; inoltre, è al vaglio del Board dell’Associazione, la possibilità di

pubblicare i nomi dei frodatori, in modo da rendere ancor più aspra la pena applicata

ai casi in questione.

Tra le fattispecie maggiormente ricorrenti si ritrovano:

- richiesta di rimborso danni reiterata sullo stesso tipo di incidente;- segnalazione di furto di prodotti ad alta tecnologia (tv, smartphone, computer)

mai acquistati;- falsificazione delle fatture di idraulici per ottenere risarcimenti maggiorati dalla

compagni assicurativa;

26

27 ibidem.

28 KHALIL F., Auditing without Commitment, Rand Journal of Economics, 28, 1997, pp. 629-640; BOYER M. M., Contracting under Ex Post Moral Hazard and Non-commitment, Review of Economic Design, 8, 2003, pp. 1-38.

Page 27: Report truffe assicurative

- danneggiamento di opere d’arte possedute in casa a seguito di eventi sismici,

realizzati, invece, ad hoc;

- mancato introito di affitti dovuto a fenomeni sismici, benché i locatari fossero

realmente presenti nelle abitazioni.

Stanti le conseguenze negative del manifestarsi degli eventi fraudolenti è necessario

pensare a cosa accadrebbe se fosse possibile intervenire ponendo un freno a questo

fenomeno dilagante e in costante crescita negli ultimi anni senza sosta e senza

distinzione di area geografica, come mostrato dai dati precedenti,. Gli interventi delle

compagnie assicurative devono, per giunta, essere nel giusto equilibrio tra costi del

controllo, rapidità di esecuzione degli stessi e di liquidazione degli indennizzi, vale a

dire di efficienza del processo di auditing e efficienza complessiva dell’attività svolta,

anche in considerazione della supervisione degli organismi nazionali e delle pressioni

esercitate dai contraenti e dalle associazioni degli stessi.

L’esempio di alcune compagnie assicurative tedesche29 può rappresentare una

possibile linea guida per porsi nel giusto baricentro tra le forze sopra esposte. Difatti,

un assicuratore ha attivato la cosiddetta procedura di intervento third party, in cui un

soggetto esterno alla relazione diadica tra compagnia assicurativa e sottoscrittore

della polizza, si fa carico dell’acquisizione e dell’analisi dei dati, al fine di

determinare quali sono le variabili che permettono di individuare in maniera

aprioristica quali casi può essere utile sottoporre a valutazione di veridicità da parte

dei soggetti preposti all’auditing. I sistemi di individuazione delle frodi messi a punto

dalle compagnie tedesche e dal loro partner industriale hanno beneficiato del

supporto di un elevato numero di imprese assicurative ottenendo due vantaggi allo

stesso tempo: incrementare la base dati su cui intervenire per la determinazione dei

fattori rivelatori delle frodi e ottenere la scalabilità dei costi fissi sostenuti e da

sostenere per la predisposizione del sistema in parola.

2729 Insurance Europe, Report 2013 on Fraud.

Page 28: Report truffe assicurative

I risultati sono stati da subito incoraggianti, anche in linea con ciò che era già stato

registrato in precedenza30, in quanto c’è stata una netta riduzione dei tempi di verifica

degli accadimenti segnalati per la corresponsione degli indennizzi e, soprattutto, è

stata ottenuta un’economia per indennizzi da eventi fraudolenti non liquidati pari al

doppio del costo di investimento per la realizzazione del sistema posto in essere; in

tal senso, quindi, l’investimento messo a punto è rientrato ed ha generato una

redditività ulteriore del 100%, per giunta in tempi brevi. Un’ulteriore conseguenza

positiva è stata determinata dalla possibilità di ridurre i compensi agli agenti addetti

all’auditing, visto che il loro commitment rappresenta una variabile incidente in

misura minore sulla qualità del processo di verifica degli accadimenti potenzialmente

fraudolenti.

In altri contesti geografici, invece, gli interventi si sono mossi in un’altra direzione,

vale a dire verso la verifica dell’efficienza dei diversi tipi di controllo che possono

essere realizzati sugli interventi additati come fraudolenti; in particolare, sono stati

analizzati strumenti quali gli esami medici indipendenti, gli esami medici privati,

l’investigazione in loco, il controllo delle attività, la registrazione delle affermazioni e

così via. Si tratta, quindi, di elementi che appartengono sia alla categoria dei controlli

“investigativi” in senso stretto, sia ai controlli di natura più generica e, talvolta, non

connessi alla commissione di atti sospettabili di frode.

Le attività di controllo realizzate in maniera generica si sono dimostrate di gran lunga

più efficienti31, portando all’individuazione di comportamenti fraudolenti con picchi

del 90% dei casi e rendendo, di conseguenza, bilanciato il sistema fra costi

dell’attività di controllo e rendimento della stessa. Pessimi, invece, sono stati i

risultati delle attività di investigazione classiche, che, in alcuni casi, hanno raggiunto

l’obiettivo d’analisi solo nel 41% dei casi.

La conseguenza di questo complesso sistema di controlli giace nel payoff che si

presenta tra la necessità di pagare un ammontare di denaro aggiuntivo da parte delle

28

30 PANKO R., “Making A Dent In Auto Insurance Fraud,” Best’s Review, October 2001.

31 TENNYSON S. e SALSAS-FORN P., Claims auditing in automobile insurance: fraud detection and deterrence objectives. Journal of Risk and Insurance, 69(3), 2002, pp. 289-308.

Page 29: Report truffe assicurative

compagnie assicurative e l’introito che deriva dal sostenimento di tale costo, proprio

come accade nella valutazione economica di un qualsiasi investimento. Tenuto conto

che in media circa il 20-30%32 degli accadimenti viene sottoposto a verifica, i dati

delle compagnie assicurative mostrano come al crescere del potenziale opportunismo

da parte dei soggetti assicurati, cresca il numero di controlli posti in essere dalle

compagnie assicurative. Naturalmente la percentuale di controlli sale, allorché

emergono segnali da variabili riconducibili a comportamenti fraudolenti; tali variabili

sono dipendenti dalla tipologia di controllo che la compagnia ha deciso di porre in

essere e dalle modalità con cui si sono manifestati gli eventi. In questo scenario le

compagnie assicurative, però, si trovano di fronte a una scelta che, talvolta conduce

verso un errore; difatti, esse sono maggiormente attente a quegli eventi che

solitamente non vengono valutati come fraudolenti, poiché ritengono poco efficienti i

controlli realizzati in passato. Così facendo, le compagnie assicurative non pongono

la dovuta attenzione agli eventi che, invece, più frequentemente sfociano in attività

fraudolente e tendono a investire meno in questa tipologia di controlli, riducendo

anche i compensi per gli agenti addetti all’auditing di interventi di questo genere,

come segnalato già in precedenza. Ne consegue33 che si presenta una condizione di

scarsa incentivazione per gli agenti che operano a contatto con eventi frequentemente

fraudolenti e, quindi, forieri di interessi per le compagnie in termini di recupero di

indennizzi da non liquidare. In parallelo si manifesta un eccesso di incentivi a

soggetti che difficilmente riusciranno a condurre l’impresa verso economie per ciò

che concerne indennizzi da non versare. Le due scelte appena analizzate conducono

verso la scarsa efficienza, che si presenta in un contesto in cui tanti soggetti sono

retribuiti dall’azienda in fase di controllo per l’ottenimento di un minimo risparmio di

indennizzi e pochi soggetti ricevono, invece, i dovuti incentivi per favorire il

manifestarsi di riduzioni di indennizzi di ammontare più consistente.

29

32 ibidem.

33 CROCKER K. J. e MORGAN J., Is honesty the best policy? Curtailing insurance fraud through optimal incentive contracts. Journal of Political Economy, 106(2), 1998, pp. 355-375; CROCKER K. J. e SLEMROD J., Slemrod, J., The economics of earnings manipulation and managerial compensation. The RAND Journal of Economics, 38(3), 2007, 698-713.

Page 30: Report truffe assicurative

4. Mezzogiorno, truffe e criminalità organizzata?La prima analisi per l’interpretazione delle attività fraudolente si basa su quanto

mostrato nella prima parte, vale a dire sull’estensione del panorama di soggetti che

commettono tale reato: non più solo “professionisti”, ma anche soggetti spinti dalla

necessità di rimpinguare il proprio portafogli o, più semplicemente, ispirati

dall’opportunismo di intervenire su accadimenti reali per ottenere da essi un plus.

Questo comportamento va diffondendosi sempre più, vista anche la collusione di

diversi soggetti, che non si restringono più alla categoria degli assicurati, ma si

estende anche a coloro che interagiscono nelle operazioni di valutazione delle attività

fraudolenti, quali medici, avvocati e periti.

Numerose ricerche hanno dimostrato che l’andamento economico di un paese è

direttamente correlato al numero di frodi, comportando, così, nel momento storico

attuale, una continua spinta alla realizzazione di comportamenti fraudolenti, quale

forma di reddito a compensazione di quanto non percepibile vista l’assenza di attività

lavorative. Questo dato è confermato da uno studio realizzato da KPMG su dati

ISVAP, in base al quale le compagnie assicurative imputano al contesto socio-

culturale la maggior responsabilità del fenomeno, seguita dalla collusione degli attori

e dalla presenza di organizzazioni criminali.

Le cronache e la giurisprudenza riportano con sempre maggior frequenza casi di

diretto intervento delle organizzazioni criminali nella predisposizione e nella

realizzazione di comportamenti fraudolenti a danno delle compagnie assicurative. In

dettaglio la falsificazione dei tagliandi è uno dei fenomeni di più recente e ampia

diffusione, che oltre a ridurre sensibilmente il volume d’affari delle imprese di

assicurazione, mette a soqquadro l’intero sistema della responsabilità civile,

soprattutto in ambito automobilistico. In più, talvolta, questo crimine, si collega alla

sottrazione di tagliandi “in bianco” alle compagnie, con l’ulteriore conseguenza di

comportare un diretto coinvolgimento delle imprese assicurative nei procedimenti

giudiziari connessi a tale pratica.

La spirale della crisi economica e quella della disoccupazione rappresentano terreni

fertili per le organizzazioni criminali, in quanto è più facile ingaggiare soggetti da 30

Page 31: Report truffe assicurative

coinvolgere in attività fraudolente. Anche in questo caso la cronaca e gli interventi

giudiziari fanno da supporto, in quanto sono state messe in luce pratiche volte

all’individuazione dei soggetti da coinvolgere in questo sistema, rendendoli vittime di

incidenti fasulli e, successivamente, beneficiari di indennizzi che, ovviamente, non

finivano nelle tasche di costoro per intero, bensì in quelle delle organizzazioni

criminali. Le somme in questione venivano, poi, impiegate nelle molteplici attività

caratteristiche del mondo criminale.

La seconda chiave interpretativa dei risultati riportati nella parte precedente, spinge a

parlare di un vero e proprio business dei sinistri fraudolenti, come una delle attività

svolte dalla criminalità organizzata nelle regioni ove è maggiormente persistente e,

cioè, nelle regioni del Mezzogiorno e in quelle ove da diversi anni la ‘ndrangheta e/o

la mafia hanno trasferito le loro attività: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna,

Veneto, Liguria; sul punto, si vedano le “Relazioni semestrali della DIA al

Parlamento34.

Il potere illecito, esercitato dalle organizzazioni criminali, si è diffuso ampiamente

nel tessuto sociale e ha influenzato notevolmente l’economia legale, anche attraverso

fenomeni di corruzione, soprattutto nei settori toccati direttamente o indirettamente

dall’intervento dello Stato. In particolare, le ragioni per le quali la criminalità, negli

ultimi anni, si sia dedicata in modo diretto, anche, alla produzione di beni e servizi

legali, potrebbero essere cercate nella: a) disponibilità di profitti ingenti da riciclare,

non essendo reinvestibili (dati i vincoli all’estensione dei mercati criminali) nelle

proprie attività tipiche; b) ricerca di varchi per introdursi in mercati legali in cui ci si

ripromette di ottenere profitti elevati; c) necessità, per ottenere consenso sociale, di

promuovere attività capaci di assicurare lavoro e reddito alla popolazione nelle zone

in cui si esercita il controllo del territorio. Per quanto riguarda quest’ultimo punto,

non è un caso se le attività produttive gestite organizzata dalle organizzazioni

criminali siano caratterizzate prevalentemente da processi produttivi ad alta intensità

di lavoro, rispetto al capitale, come ad esempio nei settori delle assicurazioni, delle

3134 Ministero dell’interno, 2013 in http://www.interno.gov.it/dip_ps/dia/page/relazioni_semestrali.html .

Page 32: Report truffe assicurative

costruzioni, del commercio, dei pubblici esercizi, dei trasporti e dei servizi alle

famiglie e alle imprese. In riferimento a ciò è stato sostenuto che la produzione in

settori non tradable e in situazioni di assenza di mercato, annulla la pressione

competitiva e genera conseguentemente «inefficienza» sia nell’ambito

microeconomico sia in quello macroeconomico.

Disaggregando il numero dei sinistri connessi con reati, visti in Tabella 1, si

ottengono dei focus sui seguenti settori: Ramo R.C. autoveicoli terrestri, Ramo Corpi di veicoli terrestri35, Ramo Incendio ed elementi naturali36 e Ramo Altri danni ai

beni37. In riferimento al Ramo R.C. autoveicoli terrestri nel 2011 l’incidenza dei

sinistri riconducibili a fenomeni criminosi a danno delle imprese assicurative registra

una lieve riduzione rispetto all’anno precedente (Tabella 2). Infatti, tali sinistri sono

stati 54.502, con un’incidenza per numero di eventi pari al 2,04% sulla globalità dei

sinistri del ramo (2,30% nel 2010), per un importo di 281,9 milioni di euro, pari al

2,42% dell’ammontare complessivo dei risarcimenti (come nel 2010) e all’1,59% dei

premi del ramo (1,77% nel 2010).

32

35 In tale ramo è compresa la copertura di ogni danno subito dai veicoli terrestri, esclusi quelli ferroviari.

36 In tale ramo è inclusa la copertura di ogni danno subito dai beni diversi dai beni compresi nei rami Corpi di veicoli terrestri, ferroviari, aerei, marittimi lacustri e fluviali e merci trasportate causato da: incendio, esplosione, tempesta, elementi naturali diversi dalla tempesta, energia nucleare e cedimento del terreno.

37 In tale ramo è inclusa la copertura di ogni danno subito dai beni diversi dai beni compresi nei rami Corpi di veicoli terrestri, ferroviari, aerei, marittimi lacustri e fluviali e merci trasportate causato dalla grandine o dal gelo, nonché da qualsiasi altro evento, quale il furto, diverso da quelli compresi al ramo Incendio ed elementi naturali.

Page 33: Report truffe assicurative

Tabella 4 Incidenza dei sinistri connessi a fenomeni criminosi Ramo RC veicoli (2010-2011) – fonte nostra elaborazione su dati Ania (2013)

Il raffronto tra il 2010 e il 2011 mostra una sensibile riduzione del numero di sinistri,

sia per quanto concerne il dato complessivo, sia per il numero di sinistri connessi a

condotte fraudolenti a opera delle parti in causa. Al sensibile successo raggiunto in tal

senso non fa seguito, però, un corrispondente miglioramento per ciò che riguarda

l’aspetto monetario, rispetto al quale si registra una riduzione molto limitata, pari a

circa il 5%. Nel complesso, inoltre, è necessario sottolineare come la condizione delle

compagnie assicurative sia ulteriormente peggiorata, a causa dell’aumento che hanno

fatto registrare i sinistri in termini complessivi (con un aumento pari al 5%), per un

valore pari a quasi un miliardo di euro.

Entrando nel dettaglio dell’analisi realizzata a livello territoriale, continua a essere

evidente un impatto più marcato del fenomeno in alcune aree dell’Italia meridionale e

insulare. Infatti, in Campania si osserva che il 7,32% dei sinistri e l’8,91% degli

importi dei risarcimenti sono riconducibili a fenomeni criminosi a danno delle

imprese assicurative (sebbene ciò rappresenti una condizione migliore rispetto

all’anno 2010, in cui i due dati erano pari, rispettivamente, al 9,58% e al 10,22%), in

Puglia il 6,17% dei sinistri e il 6,08% degli importi (nel 2010 rispettivamente il

5,93% e il 6,24%), in Calabria il 4,52% dei sinistri ed il 6,16% dei risarcimenti (nel

2010 rispettivamente il 4,15% e il 4,52%), in Sicilia il 2,82% dei sinistri e il 4,03%

degli importi dei risarcimenti (nel 2010 il 2,84% sia dei sinistri che degli importi) e in

Basilicata il 2,85% dei sinistri ed il 3,26% degli importi dei risarcimenti (nel 2010

rispettivamente il 2,52% ed il 3,57%).

33

Page 34: Report truffe assicurative

In riferimento al Ramo Corpi di veicoli terrestri, i sinistri ricollegabili a reati a danno

delle imprese sono stati 4.275 (Tabella 3), con un’incidenza dello 0,37% sul numero

globale dei sinistri del ramo (a fronte dello 0,72% registrato nel 2010), per un

importo di 30,9 milioni di euro che rappresenta l’1,74% del valore dei risarcimenti

(nel 2010 lo stesso indicatore era pari, invece, l’1,85%) e l’1,08% dei premi del ramo

in esame (l’1,13%, invece, nel 2010). I sinistri a carattere criminoso registrano tassi

di incidenza più elevati rispetto alla media nazionale in alcune regioni dell’Italia

centrale, meridionale e insulare: in Puglia con il 2,31% dei sinistri e il 7,72% dei

risarcimenti (nel 2010 erano stati registrati, invece, il 3,66% dei sinistri e il 5,06% dei

risarcimenti), in Campania con l’1,89% dei sinistri e il 3,91% degli importi dei

risarcimenti (a fronte dei dati del 2010 pari, rispettivamente, al 4,11% e al 4,52%),

nel Molise con lo 0,70% dei sinistri e il 4,88% dei risarcimenti (rispetto allo 0,71% e

all’8,01% nel 2010), in Sicilia con lo 0,72% dei sinistri e il 2,14% degli importi

(confrontati con l’1,37% e il 2,12% nel 2010), nel Lazio con lo 0,52% dei sinistri e il

2,11% degli importi (in calo rispetto all’1,22% e al 2,23% nel 2010) e in Calabria con

lo 0,40% dei sinistri ed il 3,15% degli importi (rispetto all’1,23% e al 3,13% del

2010). Come evidenzia la tabella che segue (Tabella 5), il trend ricalca, almeno

parzialmente, quanto accaduto alla r.c. veicoli, con riduzioni sensibili per quanto

concerne il numero di sinistri e riduzioni molto ridotte in termini monetari.

Tabella 5: Incidenza dei sinistri connessi a fenomeni criminosi Ramo Corpi di veicoli terrestri - Anno 2011 - fonte: nostra elaborazione su dati Ania (2013)

34

Page 35: Report truffe assicurative

In riferimento al Ramo Incendio ed elementi naturali. Nel 2011 i sinistri riconducibili

a reati a danno delle imprese in tale ramo sono stati 1.819 (Tabella 4), con

un’incidenza dello 0,76% sulla globalità dei sinistri del ramo (erano stati pari allo

0,62% nel 2010), per un importo di 25 milioni di euro, che rappresenta l’1,93%

dell’ammontare complessivo dei risarcimenti (il dato era, invece, pari al 2,45% nel

2010) e l’1,08% dei premi del ramo (a fronte dell’1,35% nel 2010). Per questo ramo

l’impatto dei sinistri a carattere criminoso è più accentuato in alcune regioni

dell’Italia meridionale e insulare (Campania, Calabria, Puglia, Molise, Sicilia e

Sardegna). Il confronto con le precedenti categorie (o rami) di assicurazione pone in

luce delle dinamiche diverse, in quanto al leggero aumento del numero di sinistri di

natura fraudolenta ha fatto da contraltare una netta riduzione del valore dei sinistri

della stessa tipologia; simili considerazioni emergono anche guardando al ratio di

incidenza dei valori derivanti da sinistri di natura criminosa su quelli totali e sui

premi.

Tabella 6: Incidenza dei sinistri connessi a fenomeni criminosi - Ramo Incendio ed elementi naturali - Anno 2011 - fonte: nostra elaborazione su dati Ania (2013)

35

Page 36: Report truffe assicurative

In riferimento al Ramo Altri danni ai beni. I sinistri collegabili a reati commessi a

danno delle imprese assicurative relativi nel 2011 sono stati 3.097 (Tabella 5), con

un’incidenza dello 0,42% sul numero totale dei sinistri del ramo (nel 2010 erano stati

pari allo 0,44%), per un importo pari a 16,1 milioni di euro, che costituisce lo 0,95%

dell’ammontare complessivo dei risarcimenti I dati sono sintetizzati in Tabella 6. Il

fenomeno è più accentuato in diverse regioni: Campania, Liguria, Emilia-Romagna,

Puglia e Sicilia. Pur rappresentando una categoria eterogenea nel suo interno, non si

può prescindere dalla considerazione di questo ramo di attività assicurative, i cui

risultati sono di difficile interpretazione; difatti la corposa riduzione del numero di

sinistri si contrappone ad un incremento del valore dei sinistri di natura fraudolenta

per giunta superiore. L’effetto combinato è, quindi, doppiamente dannoso in termini

economici assoluti per le compagnie assicurative, ancor più in considerazione del

fatto che la riduzione dei sinistri fraudolenti è stata perfino maggiore della riduzione

dei sinistri complessivi. I dati disponibili consentono approfondimenti solo parziali

per poter riuscire a fornire una spiegazione netta su quanto accaduto nell’ambito di

tale categoria di prodotti assicurativi, soprattutto per le fattispecie definite

fraudolente.

Tabella 7: Incidenza dei sinistri connessi a fenomeni criminosi - Ramo Altri danni ai beni - Anno 2011 - fonte: nostra elaborazione su dati Ania (2013)

36

Page 37: Report truffe assicurative

5. Asimmetrie informative e moral hazardL’analisi quali-quantitativa realizzata in precedenza sulla base dei dati ufficiali forniti

dai massimi operatori del business assicurativo e dalle associazioni di diverse aree

geografiche, sottolinea con forza l’impatto che consegue dal fenomeno fraudolento,

fortemente diffuso in Italia. In questo contesto le caratteristiche quantitative e

qualitative verranno ora poste in relazione alla teoria economica; in particolare, per

analizzare i possibili rimedi alle frodi assicurative, si esamineranno le modalità con

cui i massimi esponenti della scuola economica, e in particolare macroeconomica,

hanno intagliato nell’area delle problematiche derivanti dall’asimmetria informativa.

È d’obbligo il richiamo agli studi realizzati da Akerhof, Spence e Stiglitz; emergono,

difatti, numerosi elementi utili in questo senso già dalla generica definizione di

asimmetrie informative, vale a dire di quelle condizioni in cui i soggetti non

dispongono dello stesso ‘pacchetto informativo’, trovandosi, dunque, in una

condizione diversa (di vantaggio o svantaggio) per quanto concerne l’assunzione di

decisioni. Nella teoria economica, sin dalla seconda metà dello scorso secolo, ciò

serve a giustificare i diversi comportamenti, mentre nell’ambito assicurativo38 la

frode è giustificabile come quella condotta che porta verso l’azzardo morale (moral hazard); in tal senso, difatti sono inquadrabili i comportamenti delle controparti nei

confronti delle compagnie assicurative, quali fatti non osservabili e,

conseguentemente, non punibili, come già sottolineato nel paragrafo 1.

Due sono le possibili tipologie di soluzioni alle frodi assicurative prospettate dai

primi studi in questo ambito39, come problema derivante da asimmetrie informative:

la prima tipologia è caratterizzata da soluzioni attuate sulla base dell’osservazione

delle richieste di rimborso presentate alla compagnia di assicurazione; la seconda è,

invece, caratterizzata da soluzioni di tipo “contrattuale”. Esse si basano quindi sul

presupposto che l’assicurato abbia un’informazione privata circa le proprie

37

38 PAULY M. V., Overinsurance and public provision of insurance: the roles of moral hazard and adverse selection. The Quarterly Journal of Economics,88(1), 1974, pp. 44-62.

39 DIONNE G. e DOHERTY N. A., Adverse selection, commitment and renegotiation: extension to and evidence from insurance markets, n. 93-01, 1993.

Page 38: Report truffe assicurative

caratteristiche «qualitative» e che l’assicuratore possa venire a conoscenza di queste

informazioni attraverso una costosa procedura di monitoring. Applicando tale

metodo, sicuramente vengono classificate come richieste fraudolente quelle che,

anche se non sono state perseguite legalmente, alla fine sono state ammesse

dall’assicurato, ma si aggiunge, poi, un ulteriore problema di misclassification poiché

le richieste di rimborso che non vengono individuate come “fraudolente” rientrano

nella categoria delle richieste “reali”, anche se all’interno di quest’ultima categoria

possono essere ricomprese frodi non individuate. Più specificatamente, in termini di

verifica empirica, si deve affrontare il problema di definire la proporzione di richieste

fraudolente all’interno del numero complessivo delle domande di rimborso ricevute

dalla compagnie di assicurazione e, se si effettua una stima delle frodi contenute

all’interno di un campione osservato attraverso l’individuazione di qualche

indicatore, si ottiene solamente la proporzione delle frodi individuate che non

coincide necessariamente con il valore delle frodi totali.

Figura 7 - Modello di Caron e Dionne, 1997

38

Page 39: Report truffe assicurative

Può essere utile a questo proposito considerare il modello di Caron e Dionne40, nel

quale sono tracciati gli insiemi relativi a: totale delle richieste di rimborso considerate

(R); numero delle frodi reali (F); numero di truffe individuate (I); numero

corrispondente alle frodi sospette (S).

Nella Figura 7, l’insieme F corrisponde a tutte le frodi presenti all’interno delle

richieste di rimborso considerate (R); l’insieme I che corrisponde alle frodi

individuate è stato disegnato come una parte di F: la corrispondenza tra l’insieme F e

l’insieme I è tanto più grande quanto maggiore è la “bontà” delle stime effettuate che

consentono di determinare l’insieme I come parte dell’insieme F che rimane invece

sconosciuto. Nel grafico appare anche l’insieme S, che corrisponde alle frodi

“sospette”, cioè a quelle richieste di rimborso che paiono indicare una certa

possibilità, che non è però una certezza stimata, che l’assicurato abbia tenuto un

comportamento fraudolento. Alcune delle frodi “sospette” sono delle truffe reali:

infatti, parte dell’insieme S si sovrappone all’insieme F, in corrispondenza dell’area

denominata “F e S”. A livello di verifica empirica si può supporre che l’insieme F sia

composto solamente da frodi individuate, comprese in I, e da frodi sospette,

comprese in S. In questo modo dopo la stima dei due insiemi suddetti si considera che

il restante insieme F rimanga vuoto, nel senso che si conclude che le richieste di

rimborso che non risultino o frodi individuate o frodi sospette siano, di conseguenza,

“oneste”.

La procedura di monitoring e la successiva stima possono costituire uno strumento

che mette in condizione le imprese assicurative di individuare il fenomeno delle frodi

e di provvedere in maniera efficace alla sua riduzione.

Il secondo tipo di rimedi si basa sull’applicazione di un certo design contrattuale

attraverso il quale si cerca, per esempio, di collegare la valutazione dei premi alla

reale perdita, diversa da quella osservata. Quest’ultimo tipo di rimedi è

particolarmente indicato nel caso di moral hazard ex ante poiché un certo design

39

40 CARON L. e DIONNE G., Insurance fraud estimation: more evidence from the Quebec automobile insurance industry n. 97-21, 1997. THEMA (Théorie Economique, Modélisation et Applications), Université de Cergy-Pontoise; DIONNE G. (a cura di), Handbook of insurance. Kluwer Academic Publishers, 2000.

Page 40: Report truffe assicurative

contrattuale, che preveda per esempio forme di assicurazione parziale, come clausole

di franchigia e di scoperto, fa sì che una parte del danno venga trasferito

sull’assicurato stesso incentivando, così, comportamenti corretti.

Un’analisi approfondita delle diverse modalità di intervento a difesa delle compagnie

assicurative contro le azioni fraudolente ha reso possibile la definizione della

seguente gamma di interventi41 : conciliazione, intervento della tecnologia,

investigazione dei crimini, raccolta dati e informazioni, nomina di esperti, intervento

giudiziario, intervento legale, supporto mediante la legislazione, condanne penali e

comitati speciali di investigazione.

4041 DERRIG R. A., Insurance fraud. Journal of Risk and Insurance, 69(3), 2002, pp. 271-287.

Page 41: Report truffe assicurative

6. Gli interventi di contrasto e il D.L. 145La frode assicurativa è un reato contro il patrimonio, raramente perseguito. Ciò

nonostante nel 2013, come evidenzia la relazione annuale Ivass, “i dati forniti dalle

imprese indicano un aumento delle attività di contrasto alle speculazioni: i sinistri

esposti a rischio frode sono passati dai 400mila del 2012 ai 460mila del 2013, con un

incremento, in termini assoluti, intorno al 15% che sale al 16,5% se rapportato ai

sinistri perseguiti nel 2013”. I motivi della mancata denuncia di un evento

fraudolento sono molteplici: per le compagnie assicurative non è sempre facile

individuare una truffa ai suoi danni e spesso l’ammontare della speculazione è

minimo e la tendenza è a non denunciarla. Negli ultimi anni le Istituzioni hanno

manifestato una maggiore sensibilità verso il problema. Si è compreso, infatti, che il

costo pagato dalla società per far fronte ai sistemi speculativi è troppo alto, senza

contare che non siamo in linea con i numeri degli altri paesi europei. Le normative

emanate o al vaglio del Parlamento volte ad arginare tale piaga sono numerose.

L’ultimo provvedimento adottato dal Governo in ordine di tempo è il decreto legge

145 del 23 dicembre 2013, convertito in legge lo scorso febbraio.

La norma, meglio nota come “Destinazione Italia”, prevedeva all’art. 8 alcune

disposizioni in materia di Rc auto. Proprio l’Art. 8 “Disposizioni in materia di

assicurazione r.c. auto” è stato soppresso sebbene preveda importanti novità da noi

analizzate.

41

Page 42: Report truffe assicurative

Andiamo per ordine:

1)Aumento dei massimali di garanzia. La nuova disciplina modifica l’art. 128 del

codice assicurativo disponendo che “per i veicoli a motore adibiti al trasporto di

persone classificati nelle categorie M2 e M3 ai sensi dell’art. 47 del decreto

legislativo del 30 aprile 1992 recante il Nuovo Codice della Strada, i contratti

devono essere stipulati per importi non inferiori a 10 milioni di euro per danni alle

persone e 1 milione di euro per danni alle cose, indipendentemente dal numero di

danneggiati”.

2)Scatola nera. L’installazione sulle vetture di apparecchi elettronici volti a registrare

l’attività del veicolo rappresenta per le compagnie assicurative un valido strumento

di contrasto alle truffe. Una sorta di Grande fratello delle auto in grado di spiegare

natura, causa e modalità di ogni incidente. In tal modo sarà impossibile per

l’assicurato truffare.

3)Banca dati testimoni. Il dl 145 aggiunge all’art. 135 del codice assicurativo i

commi 3bis, 3ter e 3quater volti a precludere l’ammissibilità di testi qualora non

siano stati identificati dalle autorità competenti al momento del verificarsi del

sinistro. Non sono ammesse, dunque, le testimonianze non indicate sulla denuncia

di sinistro. Al giudice, poi, spetta il compito in fase di procedimento civile di

accertare che i testimoni non siano già stati chiamati come tali in altre cause e, ove

riscontri la ricorrenza dei nominativi in più di tre procedimenti negli ultimi cinque

anni, a lui spetta il compito di trasmettere l’informativa alla Procura della

Repubblica competente per ulteriori accertamenti.

4)Risarcimento in forma specifica. Il decreto legge prevede la riparazione immediata

a opera di ditte convenzionate con la compagnia assicurativa del bene danneggiato.

In tal modo non vi è circolazione di denaro con l’assicurato che, se in buona fede,

avrà tutto l’interesse a vedere il suo bene riparato nel minor tempo possibile. Di 42

Page 43: Report truffe assicurative

contro la compagnia assicurativa avrà l’obbligo di garantire la riparazione per

almeno due anni.

5)Obbligo di riparare il veicolo. Finora all’assicurato è stato riconosciuto il diritto di

scegliere se riparare oppure no il proprio bene senza rinunciare al risarcimento.

Con il decreto legge 145 solo quando il cliente dimostra di aver ripristinato la

situazione quo ante al sinistro, allora otterrà dalla compagnia assicurativa la somma

di denaro necessaria per risarcire il danno.

6)Divieto di cessione del diritto al risarcimento. La disciplina introduce l’art.150ter:

la compagnia assicurativa può vietare al momento della stipula del contratto al

proprio assicurato di cedere il diritto al risarcimento a terzi.

7)Stop ai colpi di frusta non accertati. Eliminando il comma 3quater dell’art. 139 del

codice assicurativo (“la lesione è risarcita solo a seguito di riscontro medico legale

da cui risulti visivamente o strutturalmente accertata l’esistenza della lesione”) e

sostituendolo con l’obbligo da parte del Ctu di verificare solo strumentalmente il

danno, la lesione non potrà essere risarcita.

Le modifiche apportate dal dl 145 al codice assicurativo e in taluni casi anche al

codice civile sono evidenti; i vantaggi derivanti da tali indicazioni di legge non

ricadono solo sulle imprese, ma anche sui contraenti di polizze che per ogni clausola

sottoscritta possono beneficiare di agevolazioni economiche, connesse alla riduzione

dei premi assicurativi da corrispondere all’atto della stipula o del rinnovo del

contratto. Ognuna delle disposizioni elencate nel dl 145 prevede uno sconto sulla

polizza pari al 5-10%. Se tutte le opzioni fossero cumulabili fra loro, la riduzione del

premio assicurativo ammonterebbe al 20% e ciò consentirebbe alle nostre polizze di

equipararsi alle altre europee. Gli aspetti positivi di tali procedure sono molteplici:

una maggiore celerità nella risoluzione del problema, una evidente economia di spesa

e una drastica, si spera, riduzione dei sinistri fraudolenti. Né le compagnie, né gli 43

Page 44: Report truffe assicurative

assicurati, però, hanno l’obbligo di sottoscrivere contratti che prevedano clausole

contenenti tali disposizioni. E’ evidente, però, che l’assicurato in buona fede non

dovrebbe avere nulla da obiettare. In regioni come la Campania, dove si registrano i

maggiori casi di sinistri fraudolenti, il fenomeno dovrebbe scemare drasticamente e,

di conseguenza, dovrebbero diminuire anche i premi assicurativi. Con l’emanazione

del decreto legge “Destinazione Italia” il legislatore ha finalmente preso atto del

problema: le compagnie assicurative da sole non possono far fronte alle frodi e, al

contempo, alla riduzione dei costi delle polizze, ma non è l’unico provvedimento

significativo emanato dal Parlamento. Il decreto legge 179/2012, convertito con legge

221/2012 ha istituito presso l’Isvap, ora Ivass, l’AIA, l’archivio informatico antifrode

volto a prevenire e contrastare le frodi nel ramo Rc auto. L’AIA, utilizzando come

fonte primaria le segnalazioni effettuate alla banca dati sinistri gestita dall’Ivass, avrà

la possibilità di consultare – tramite collegamento telematico – l’archivio nazionale

veicoli e l’archivio degli abilitati alla guida, il Pubblico registro automobilistico, gli

archivi del Fondo di garanzia vittime della strada e dell’Ufficio centrale italiano, la

base dati degli attestati di rischio nonché ulteriori banche dati pubbliche e private per

acquisire quei dati ritenuti utili ai fini antifrode. La commissione che ha elaborato e

analizzato i dati, composta dai rappresentanti designati dal Ministero dello Sviluppo

economico, dal Ministero dell’Interno, dal Ministero dell’Economia e della Finanza,

dal Ministero della Giustizia e da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di

Finanza e Isvap, nonché Ania e Consap, collabora con l’autorità giudiziaria ai fini

dell’azione dell’esercizio penale per il contrasto alle frodi assicurative. Secondo uno

studio pubblicato da Kpmg nel 2011, circa il 62% delle compagnie ritengono questo

strumento un valido esempio di contrasto alle frodi. Un altro provvedimento ancora

al vaglio del Parlamento è l’istituzione di un’Agenzia anti-frode. Una sorta di

Authority, di commissione al pari di quella istituita per l’anti-corruzione e presieduta

attualmente da Raffaele Cantone. La volontà di attivare tale organo c’è da tutte le

parti chiamate in causa, ma è ancora difficile individuare gli organi che dovranno

presiedere tale istituto, bisogna risolvere i problemi di conflitti fra enti, nonché le

questioni legate alla privacy dei contraenti. La maggior parte delle compagnie 44

Page 45: Report truffe assicurative

assicurative ritiene, infatti, che il controllo e la vigilanza sull’Agenzia spetterebbero a

un’istituzione ad hoc (il 53%) mentre solo una parte minoritaria del campione

analizzato da Kpmg (il 23% e il 12%) ritiene che dovrebbe essere affidata

rispettivamente a Ivass oppure Ania. Questi sono solo alcuni dei provvedimenti

adottati o dal Parlamento italiano, basti pensare al decreto legislativo del 2012,

sempre in tema di Rc auto. Le Istituzioni stanno prendendo coscienza dei fenomeni

fraudolenti e la lotta a tali speculazioni diventerà sempre più insistente fin quando

non raggiungeremo i livelli di contrasto europei. Vero è, come abbiamo visto nei

precedenti capitoli, che anche in Europa le frodi sono all’ordine del giorno e che non

sempre è facile intervenire. Ma quali sono le procedure adottate a livello

internazionale? Gli interventi più vicini alle modalità di controllo consolidate nel

tempo sono legate a investigazioni dirette on field; questo tipo di approccio sta

assumendo sempre più una veste sistemica, in quanto non sono più le singole

compagnie assicurative a muoversi con i propri mezzi per le attività investigative, ma

sono stati messi a punto dei team specializzati, organizzati dalle associazioni di

imprese di assicurazione e, talvolta, supportate o completamente gestite dai corpi di

polizia statali. Il ruolo di questi ultimi è particolarmente rilevante nel Regno Unito e

negli Stati Uniti e ha portato anche alla creazione di database comuni, al fine di

mettere a sistema le informazioni in loro possesso. “Nel corso del 2013 - si legge

nella relazione annuale Ivass – sono continuati i lavori in ambito di Global

Systemically Important Insurers G-Slls relativi all’individuazione delle entità

assicurative a rilevanza sistemica. Nel concreto, l’attività di vigilanza dovrà

estendersi a tutte le entità del gruppo in grado di incidere sul profilo di rischio degli

assicuratori sistemici; questi ultimi dovranno, inoltre, dotarsi di un piano per la

gestione del rischio sistemico (Systemic Risk Management Plan) che conterrà le

misure volte a ridurre, attenuare o gestire la rilevanza sistemica del gruppo. Gli

assicuratori sistemici, in coordinamento con le autorità di vigilanza, dovranno

elaborare dei piani di risanamento (Recovery plans) e dei piani di gestione del rischio

di liquidità; dovranno inoltre essere predisposti a cura delle rispettive autorità di

vigilanza dei piani di risoluzione (Resolution plans): i piani, nel loro insieme sono 45

Page 46: Report truffe assicurative

volti a garantire che la soluzione di situazioni di crisi possa realizzarsi nel rispetto

degli obiettivi di stabilità finanziaria e di protezione degli assicurati”.

Tra le misure più adottate e che appaiono come maggiormente efficaci c’è il ricorso

alla tecnologia, vale a dire la registrazione dei dati circa i contratti in essere, gli

assicurati e gli eventi soggetti a valutazione, al fine di delineare un modello che possa

mettere in correlazione diverse variabili e trarre rapidamente conclusioni circa la

potenziale fraudolenza. Questa procedura segnala gli eventi per i quali è necessaria

un’investigazione accurata e riduce il rischio di incappare nei cosiddetti falsi positivi.

L’attenzione posta verso questo approccio ha favorito lo sviluppo di un mercato di

software impiegabili a tale scopo e ha reso degni di commercializzazione anche gli

stessi database da inserire all’interno dei software, in quanto maggior contenuto

informativo può rafforzare il procedimento di individuazione di variabili e migliorare,

quindi, il funzionamento dell’intero processo di controllo. L’approccio qui descritto

ha portato a risultati positivi in termini di efficienza, poiché la riduzione dei falsi

positivi ha ridotto i costi e non ha avuto impatto negativi sulla soddisfazione degli

assicurati ai quali doveva essere liquidato l’indennizzo spettante. L’Association of

British Insurers ha pubblicato i risultati di una ricerca, in base alla quale il numero di

frodi identificate a valle dell’applicazione del software è cresciuto del 4% dopo un

anno e del 16% dopo due anni, con importanti conseguenze in termini di riduzione

dei costi per indennizzi legati ad accadimenti fraudolenti. Parimenti sono calati gli

indicatori delle presunte frodi non identificate e tale trend prosegue ulteriormente,

proprio in virtù del rafforzamento della base di dati conseguito.

L’approccio al software si muove lungo il percorso tracciato negli anni precedenti

dalla predisposizione di modelli statistico-matematici che realizzavano la valutazione

del rischio sulla base di un punteggio assegnato a ciascuna delle variabili individuate

e ponderava il peso di ogni valutazione per giungere a una classificazione

complessiva del livello di rischiosità. Questa modalità di intervento, tuttavia, lasciava

ampi spazi alla mancata individuazione di numerosi casi di frode che sfuggivano a

tale meccanismo, data la forte componente soggettiva che si riscontrava nella

valutazione. L’impiego dei software non è a esclusivo beneficio delle compagnie 46

Page 47: Report truffe assicurative

assicurative, in quanto anche coloro che si trovano coinvolti in incidenti possono

accedere alle banche dati messe a disposizione dalle proprie compagnie assicurative,

al fine di verificare la possibilità di essere inconsapevolmente parte, o meglio

controparte, di un’azione fraudolenta.

Le associazioni svolgono un’attività di teaching per le compagnie assicurative che

necessitano di incrementare il proprio bagaglio conoscitivo per la riduzione

dell’impatto delle frodi e per facilitarne l’identificazione. Durante queste attività

vengono trasferite conoscenze di ordine generale, ma anche indicazioni circa le

modalità operative con cui intervenire per poter porre freno all’indebito indennizzo

delle azioni fraudolente. Queste attività vengono, inoltre, supportate anche dai corpi

di polizia degli stati in cui le associazioni operano, nell’ambito di appositi framework

legislativi.

Il più recente tipo di interventi di contrasto alle azioni fraudolente è, invece, di

matrice anglosassone e consiste nell’istituzione di linee telefoniche dedicate alla

segnalazione anonima di frodi da parte di chiunque entri in possesso di informazioni

in merito. In tale modo il concetto di network presentato inizialmente si espande

oltremodo, ma soprattutto, garantendo l’anonimato a chi realizza la segnalazione, si

favorisce un processo che, sebbene sia stato lanciato di recente, sta già producendo i

primi benefici risultati. Questa impostazione pone le basi anche su ricerche

precedentemente realizzate, secondo cui un sempre crescente numero di persone ha

contatti con soggetti che hanno posto in essere azioni fraudolente. Lo strumento in

questione prende il nome di cheat-lines, come gioco di parole tra chat line (visto lo

strumento telefonico) e cheat (termine che in inglese indica un comportamento

illecito); l’applicazione di questo tipo di procedura di prevenzione è già attiva da

qualche anno nel Regno Unito e in Scandinavia. Il successo di questa iniziativa è

testimoniato da alcuni dati in merito al numero di segnalazioni giunte, il cui

andamento è in crescita a ritmi superiori al 30% e presenta una telefonata ogni ora

circa in una delle linee telefoniche attivate nel Regno Unito.

La relazione tra le compagnie assicurative e il pubblico è, inoltre, ancor più stretta se

si considerano alcune attività definite di mapping, vale a dire volte alla realizzazione 47

Page 48: Report truffe assicurative

e alla diffusione di mappe che descrivono le aree in cui più frequentemente vengono

messe in atto delle azioni che possono coinvolgere i soggetti locali in simulazioni di

incidenti, sempre a scopi fraudolenti. Quest’iniziativa è, al momento, diffusa soltanto

nel Regno Unito.

A chiusura dell’analisi degli strumenti di controllo è opportuno segnalare come un

approccio che proponga il giusto mix tra le diverse strumentazioni messe a

disposizione possa rappresentare una soluzione soddisfacente, almeno stando anche a

ciò che viene suggerito sia in teoria sia in pratica; difatti, va delineandosi un sistema a

tre livelli, in cui il possesso di una mole più imponente di dati, la condivisione delle

informazioni e la realizzazione di azioni collettive, contribuisce alla predisposizione

di azioni che sono maggiormente efficaci. In compenso, però, va sottolineato come le

complessità contrattuali e tecniche, unite alla necessità di investimenti e di risorse

non sempre disponibili, comportino delle difficoltà nella realizzazione di questi

interventi. Contro le difficoltà oggettive, l’unione dei soggetti direttamente interessati

al contrasto alle frodi assicurative, può rappresentare la soluzione, in quanto, al

contempo, rappresenta un prerequisito per la condivisione di informazioni, idee e

risorse, e costituisce una necessità per poter rendere scalabile l’investimento da

realizzare, favorendone così l’implementazione.

Non bisogna infine dimenticare l’impegno profuso dall’Unione Europea che ha

adottato la direttiva 2014/51/UE, un passo in avanti importante per l’introduzione del

Solvency II, la normativa “che innoverà profondamente la regolamentazione

prudenziale delle imprese di assicurazione le quali dovranno possedere cuscinetti di

protezione patrimoniale non più in misura fissa, ma ancorati ai rischi di impresa, a

quelli assicurativi veri e propri e a quelli di investimento. Grazie all’approvazione

della direttiva Omnibus II il nuovo regime dovrà essere recepito negli ordinamenti

nazionali entro il 31 marzo 2015, con applicazione effettiva da gennaio 2016”.

Anche l’Ivass ha fatto la sua parte adottando alcuni Regolamenti significativi. Il

primo, entrato in vigore il 31 ottobre 2013, ha abrogato la disciplina risalente al 2006

in tema di sanzioni amministrative e ha riscritto, in modo più dettagliato le procedure

sanzionatorie. Il secondo Regolamento, entrato in vigore lo stesso giorno del primo, 48

Page 49: Report truffe assicurative

ha ridefinito le procedure disciplinari degli intermediari assicurativi, trasferendo la

competenza al Servizio Vigilanza Intermediari Assicurativi. Un altro importante

contributo dell’Ivass si ha con il Regolamento entrato in vigore il 17 dicembre 2013

teso a snellire le operazioni liquidatorie delle assicurazioni. Fra le attività che più

interessano gli addetti ai lavori c’è il Risarcimento diretto, per il quale all’Ivass spetta

il compito di definire il nuovo modello dei rimborsi e la dematerializzazione del

contrassegno in ambito di assicurazione Rc auto per il quale l'Istituto ha fornito il

parere previsto al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero delle

Infrastrutture e dei Trasporti che hanno emanato il decreto 110/13. Il processo di

dematerializzazione si dovrà concludere entro due anni.

49

Page 50: Report truffe assicurative

7. Cosa è lo “scoperto”?Lo scoperto assicurativo è una clausola simile a quella della franchigia, alla quale

talvolta si può incrociare nella medesima polizza, per calcolare il risarcimento che

l'assicurato deve poi rendere alla sua compagnia. Come la franchigia, infatti, lo

scoperto stabilisce nel momento della stipula del contratto di assicurazione una

percentuale del risarcimento danni che va coperta dall'assicurato invece che

dall'assicuratore. A differenza della franchigia lo scoperto ha un valore percentuale,

da calcolare in base al danno causato nell'incidente. Come ragione della sua esistenza,

la franchigia ha lo scopo di evitare alla compagnia di assicurazione il risarcimento dei

danni minori, mentre lo scoperto ha la funzione di stimolare gli assicurati ad una

maggiore prudenza su strada, mettendo a loro carico sempre una percentuale del

danno, a prescindere dall'entità dell'indennizzo finale. La differenza maggiore,

rispetto alla franchigia, è proprio questa: della franchigia, assoluta o relativa, si

conosce l'importo anche prima dell'incidente. L'importo dello scoperto invece, può

essere calcolato soltanto dopo che il sinistro ha avuto luogo. Alla parte di

risarcimento a carico dell'assicurato generalmente si associano due valori: uno

assoluto ed uno percentuale, che derivano proprio dall'intreccio dello scoperto e della

franchigia, quindi di un valore espresso in termini percentuali e di un valore assoluto

(numerico). Tra i due si applicherà poi a carico dell'assicurato quello dei due il cui

valore (assoluto) risulterà più elevato (e quindi più favorevole per la compagnia

d'assicurazione). Quindi, ipotizziamo una franchigia di 500 euro e uno scoperto del

10% e vediamo in quali casi si applica l'uno e in quali l'altro. Se l'incidente causa alla

compagnia di assicurazione un risarcimento per 1000 euro di danni recati a terzi, il

10% calcolato su questo totale ammonterà a 100 euro, somma inferiore a quella della

franchigia. In questo caso, applicando il principio che abbiamo spiegato sopra (si

applica il valore che risulta più alto) va applicata la franchigia e non lo scoperto. Al

contrario se il danno causato ammonta alla cifra di 10.000 euro, il 10% risulterebbe di

1000 euro. Sempre con lo stesso metodo, quindi, non vanno più applicati i 500 euro

di franchigia ma i 1000 euro dello scoperto, che è la somma di cui l'assicurato, nei

confronti dei terzi danneggiati, risponderà in prima persona. Nel caso, invece, di 50

Page 51: Report truffe assicurative

moral hazard ex post l’inserimento di clausole che determinino un’assicurazione

parziale non è il rimedio considerato ottimale: il meccanismo per cui l’assicurazione

parziale è efficace per ridurre il moral hazard ex ante, trasferendo parte del danno

sull’assicurato, non può avere l’effetto di limitare un comportamento che si realizza

dopo la stipulazione del contratto ed, anzi, l’assicurazione parziale può addirittura

avere l’effetto perverso di incoraggiare comportamenti fraudolenti.

Un altro provvedimento adottato negli Stati Uniti, che ha avuto effetti in termini di

lotta alle frodi, è stato il cambiamento del sistema di attribuzione della responsabilità

in caso di incidenti automobilistici da un sistema tort, caratterizzato dal fatto che un

guidatore viene ritenuto responsabile per i danni arrecati ad altri nel caso in cui abbia

tenuto un comportamento negligente, ad un sistema no fault, cioè letteralmente non

basato sulla colpa. Secondo la letteratura di analisi economica del diritto un sistema

no fault presenta il vantaggio di incentivare gli individui ad un comportamento

diligente (Chiancone e Porrini, 1998).

Questa tesi è stata sostenuta anche per quanto riguarda la condotta degli automobilisti ed in particolare esisterebbe una connessione tra un sistema di responsabilità basato sulla diligenza nella guida ed il tasso di incidenti automobilistici (Cummins e Weiss, 1991) Pare però difficile affermare che il sistema di attribuzione della responsabilità possa influenzare il comportamento di guida poiché gli automobilisti finiscono comunque per subire le conseguenze negative degli incidenti stradali da loro causati. In particolare (Porrini, 2002,«Frodi nell'assicurazione RC Auto: analisi economica e possibili rimedi». Rivista di Politica Economica, 2002, 92.3/4: 109-138) si è dimostrato che all’introduzione di un sistema no-fault negli USA è corrisposto un incremento degli incidenti mortali. In particolare, la caratteristica del sistema tort di richiedere in sede di giudizio alla vittima di un incidente la prova della negligenza del guidatore per avere il rimborso dei danni è stata una delle cause alla base del cambiamento di sistema negli USA, per le pesanti conseguenze in termini di allungamento dei tempi, ’aggravamento delle spese processuali ed, infine, le compensazioni spesso solo parziali dei danni subiti dalle vittime di incidenti stradali. Va però specificato che il sistema no fault ha assunto dell’esperienza statunitense caratteristiche particolari poiché è stata contemporaneamente istituita

51

Page 52: Report truffe assicurative

un’assicurazione obbligatoria first party. Tale assicurazione copre i danni subiti dallo stesso assicurato: quelli di carattere fisico senza limiti; quelli di carattere economico con dei limiti quantitativi; non c’è, invece, copertura per quelli di tipo immateriale. In pratica il sistema così delineato presenta i vantaggi di un tipo di assicurazione diretta, poiché viene negata ai danneggiati la possibilità di rivalersi sul responsabile dell’incidente per danni alle persone inferiori ad una certa soglia.Per quanto riguarda la lotta alle frodi, si possono sottolineare gli effetti che derivano da un sistema di assicurazione first party. In pratica nel grafico 2, lo schema che mostra il funzionamento di un assicurazione di tipo third party risultamodificato perché l’assicurazione viene stipulata dallo stesso danneggiato al quale poi è anche indirizzato l’eventuale risarcimento. Si possono quindi applicare i rimedi nell’ambito del design contrattuale, utilizzando clausole di rivalsa e franchigie con un notevole vantaggio in termini di riduzione di quella parte dei sinistri con danni alle persone riconducibili a comportamenti fraudolenti, per esempio legati ad un gonfiamento della richiesta di rimborso. Ancora, la fissazione di una soglia nell’applicazione di tale sistema consente di eliminare il problema dei piccoli rimborsi, e conseguentemente anche l’esigenza di investigare i comportamenti fraudolenti di piccola entità, con una maggiore incentivazione per le imprese assicurative ad investire nel perseguimento delle frodi di maggiori dimensioni.Come è noto, le compagnie nella maggior parte dei casi, in Italia, si sono già dotate di strutture organizzative e risorse dedicate al monitoraggio e al contrasto delle frodi. Tuttavia gli strumenti già adottati risultano ancora inadeguati per fattori esogeni (assenza di un censimento di ‘professionisti’ delle frodi) ed endogeni, a causa della mancanza di sistemi integrati di reportistica e track record sui clienti. Questi elementi determinano azioni ritardate e poco incisive.Per potenziare l’efficacia degli strumenti a livello accentrato si potrebbe prendere spunto dal complesso di regole che governa il mondo bancario e finanziario per la gestione del rischio di credito, facendo ricorso, ad esempio, a strumentiequivalenti ai SIC (Sistemi Informativi del Credito). In tal caso si dovrebbe prevedere anche nel settore assicurativo, ramo R.C. Auto compreso, l’utilizzabilità in via preventiva delle informazioni contenute nei database (con effetti sulla selezione della clientela) e la valenza ‘probatoria’ degli indicatori ai fini della gestione del processo

52

Page 53: Report truffe assicurative

di liquidazione. Il decreto Legge n. 40 del 13 dicembre 2013, in riferimento alla RCA, in riferimento al contrasto alle frodi attribuisce un ruolo rilevante all’azione testimoniale in caso di sinistri. Viene sancito il principio in base al quale, fatte salve le risultanze contenute in verbali delle autorità di polizia intervenute nel luogo dell’incidente, l’identificazione dei testimoni deve risultare dalla denuncia di sinistro o dalla richiesta di risarcimento dei danni. L’identificazione avvenuta in un momento successivo comporta l’inammissibilità della prova testimoniale addotta. Inoltre, in corso di giudizio, il giudice, ove riscontri la presenza di testimoni che negli ultimi tre anni siano stati testimoni in almeno tre cause nel settore di infortunistica stradale, trasmette l’informativa alla Procura della Repubblica competente. Ciò per consentire ulteriori accertamenti e, in particolare, per verificare l’attendibilità del testimone e per assumere eventuali misure coercitive. Sono previsti poteri di controllo e monitoraggio dell’IVASS sull’osservanza di tutte le prescrizioni, su cui l’Istituto relazionerà in Parlamento. Le disposizioni approvate dal Governo introducono poi un termine di decadenza per le proposte di risarcimento. In tale decreto, vengono, inoltre, previsti termini più lunghi nell’ambito del procedimento di risarcimento; in particolare, è innalzata da 5 a 10 giorni la disponibilità dell’impresa di assicurazione ad ispezionare le cose danneggiate oggetto di richiesta di risarcimento. Infine, la particolare procedura (sospensione dei termini per concludere il procedimento, presentazione di querela contro il danneggiato) prevista nel caso siano stati accertati l’esistenza di significativi parametri per temere fenomeni fraudolenti è estesa anche in presenza di altri indicatori di frode, quali ad esempio le indicazioni emerse dai dispositivi elettronici installati negli autoveicoli (scatola nera).

53

Page 54: Report truffe assicurative

8. Ultimo aggiornamento IVASSL’analisi svolta si conclude con una panoramica dei dati relativi all’anno appena

conclusosi, sulla base delle informazioni recentemente fornite dall’IVASS42. Il primo

dato rilevante riguarda l’andamento dei mercati assicurativi su scala internazionale,

in quanto si evince una condizione di miglioramento che è partita sin dal 2011. Difatti

la raccolta premi è cresciuta in termini reali, nell’ordine del 2,9%; questo andamento

ricalca il dato positivo già registrato per il ramo danni, mentre rappresenta una

positiva inversione di tendenza per il comparto vita, che aveva fatto registrare dei

lievi cali in precedenza. La rilevazione si basa sull’andamento dei mercati dei paesi

OCSE e l’andamento medio nasconde numerosi dati importanti, utili soprattutto a

mettere in luce le difformità tra le diverse aree. A conferma di ciò, basta osservare i

dati concernenti la raccolta dei premi per il settore vita, le cui oscillazioni vanno dal

+44% del Lussemburgo al -14% dell’Olanda, passando per il +12% della Norvegia e

il -10% della Grecia, con una media complessiva pari al +1,5%. Il dato riguardante

l’Italia è molto lontano dall’andamento medio OCSE, con un calo pari quasi all’8%.

‐20 

‐10 

10 

20 

30 

40 

50 

LUSSEMBURGO 

COREA DEL SUD 

CILE 

NORVEGIA 

BELG

IO 

POLO

NIA 

IRLANDA 

MESSICO 

REGNO UNITO 

ISRAELE 

STATI U

NITI 

MEDIA PONDERATA OCSE 

DANIM

ARCA 

GIAPPONE 

SVIZZERA 

MEDIA OCSE 

ISLANDA 

GERMANIA 

SLO

VACCHIA 

SLO

VENIA 

FINLANDIA 

SVEZIA 

REPUBBLICA CECA 

CANADA 

ESTONIA 

TURCHIA 

AUSTRALIA 

ITALIA 

PORTOGALLO

 

AUSTRIA 

GRECIA 

FRANCIA 

SPAGNA 

UNGHERIA 

PAESI BASSI 

44,4 

21,9  20,9 

12,6  11,7  11,6  11,2  10,1 6 

4,8  3,8  2,9  2,6  2,6  2,4  1,5  0,9  ‐0,9  ‐1,7  ‐1,8  ‐2,3  ‐2,3  ‐2,3  ‐3,1  ‐4,7  ‐5,8 ‐7,6  ‐7,8  ‐9,2  ‐9,3 

‐10,1 ‐10,4 ‐11,3 ‐13,7  ‐14,9 

Figura 8: Tassi di variazione in termini reali della raccolta per il settore vita (Fonte IVASS 2014)

5442 IVASS, 2014, Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nell’anno 2013.

Page 55: Report truffe assicurative

Per quel che riguarda il pagamento dei sinistri, anche in questo caso i dati sono

fortemente oscillanti e vanno dall’incremento del 43% fatto registrare in

Lussemburgo al calo del 31% in Portogallo; l’Italia presenta una variazione in

aumento dell’1,5%, lontana dalla media dei paesi OCSE (che si attesta al 5,7%) e dei

paesi europei (in crescita per il 6%).

‐40 

‐30 

‐20 

‐10 

10 

20 

30 

40 

50 

LUSSEMBURGO 

PAESI BASSI 

CILE 

REPUBBLICA CECA 

SPAGNA 

SVEZIA 

ISLANDA 

SLO

VENIA 

BELG

IO 

NORVEGIA 

SLO

VACCHIA 

DANIM

ARCA 

MESSICO 

ISRAELE 

GRECIA 

FINLANDIA 

TURCHIA 

REGNO UNITO 

CANADA 

FRANCIA 

AUSTRALIA 

GIAPPONE 

ITALIA 

STATI U

NITA

 

COREA DEL SUD 

UNGHERIA 

ESTONIA 

POLO

NIA 

IRLANDA 

AUSTRIA 

SVIZZERA 

GERMANIA 

PORTOGALLO

 

43,5 

20,3 16,5 

13,1  13  13  12,6 12,4 12,3 11,9 11,2 9,2  8,6  8,6  7,9  7,7  6,2 

3,9  3,3  2,4  1,6  1,5  1,5  1,5  ‐0,5  ‐0,7  ‐0,9  ‐0,9  ‐1,1  ‐3,8 ‐5,5 ‐10,7 

‐30,9 

Figura 9: Tassi di variazione delle uscite per pagamenti in termini nominali nel settore vita fonte IVASS 2014

Lo scenario è meno ondivago per quanto concerne il settore danni, dove la media per

la raccolta premi è di poco superiore allo 0,5% (a differenza della sopracitata media

in termini reali del 2,9%) e sintetizza l’estremo positivo della Corea del Sud (+15%)

e quello negativo della Svezia (-19% circa).

‐20 

‐15 

‐10 

‐5 

10 

15 

20 

COREA DEL SUD 

TURCHIA 

IRLANDA 

NORVEGIA 

ESTONIA 

CANADA 

CILEA 

AUSTRALIA 

BELG

IO 

ISRAELE 

MESSICO 

STATI UNITI 

GERMANIA 

SVIZZERA 

MEDIA PONDERATA OCSE 

FRANCIA 

POLO

NIA 

MEDIA SEMPLICE OCSE 

DANIM

ARCA 

ISLANDA 

AUSTRIA 

PAESI BASSI 

FINLANDIA 

SLO

VENIA 

LUSSEMBURGO 

REPUBBLICA CECA 

REGNO UNITO 

SPAGNA 

ITALIA 

SLO

VACCHIA 

PORTOGALLO

 

GRECIA 

UNGHERIA 

SVEZIA 

15,2 

11,4 10,4 

8,6  8,4 

6,3  5,8  5,5 4,5  4  3,9  3,5  3,2  3,1  2,9 

1,1  1  0,6  0,4  0,2  0  ‐1,7 ‐2,3  ‐2,8  ‐3,4 ‐4,5  ‐4,6  ‐4,7 ‐4,7  ‐4,8  ‐6,3  ‐8,7 ‐10,2 ‐18,8 

Figura 10: Tassi di variazione in termini reali della raccolta per il settore danni fonte IVASS 2014

55

Page 56: Report truffe assicurative

In queste misurazioni l’Italia si presenta con un calo del 4,8%, cui si affianca un calo

del 2,2% per il pagamento dei sinistri nello stesso settore. Il dato in questione è poco

allineato alla media rilevata dallo studio OCSE, che mostra un incremento del 2%

considerando tutti i paesi dell’area OCSE e pari, invece, all’1% con riferimento ai

paesi dell’area europea.

‐40 

‐30 

‐20 

‐10 

00 

10 

20 

30 

40 

50 

60 

CILE 

SVEZIA 

TURCHIA 

FRANCIA 

NORVEGIA 

POLO

NIA 

BELG

IO 

COREA DEL SUD 

AUSTRIA 

SLO

VACCHIA 

SVIZZERA 

PAESI BASSI 

STATI UNITI 

UNGHERIA 

MESSICO 

REGNO UNITO 

CANADA 

GERMANIA 

ISRAELE 

REPUBBLICA CECA 

SPAGNA 

SLO

VENIA 

ISLANDA 

PORTOGALLO

 

FINLANDIA 

ITALIA 

DANIM

ARCA 

ESTONIA 

LUSSEMBURGO 

IRLANDA 

GRECIA 

AUSTRALIA 

57 

29,4 

23,3 

14,3 

10,5  10,2  8,8  7,6  6,5  5,4 3,7  3,4  2,7  2,6  2,3  1,1  0,8  0,3  0,2  0,1  ‐0,6  ‐1  ‐1,2  ‐1,4  ‐1,4 

‐2,2  ‐7,1  ‐12,1 ‐19,8 ‐21,8 ‐25,2 ‐31,3 

Figura 11: Tassi di variazione delle uscite per pagamenti in termini nominali per sinistri nel settore danni - fonte IVASS 2014

Lo scenario assicurativo italiano si è modificato in questi ultimi anni, non solo per i

dati mostrati poc’anzi, ma anche per quanto concerne gli operatori, il cui numero è in

costante calo. A testimonianza di ciò, in un decennio gli operatori assicurativi

operanti sul territorio nazionale si sono ridotti da 189 a 131, con una riduzione netta

pari a poco più del 30%.

Ciò non sta a significare che c’è stato un costante abbandono del mercato da parte

degli operatori, in quanto il dato è frutto anche delle operazioni di accorpamento

verificatesi nel tempo, come già detto nel paragrafo 3. Un ulteriore dato importante è

rappresentato dal numero di imprese che possono essere definite “multiramo”, pari a

solo il 10%.

56

Page 57: Report truffe assicurative

Nel panorama così descritto vanno, però, inserite alcune considerazioni di maggior

dettaglio in termini di ricadute economiche sull’attività svolta dalle compagnie

assicurative italiane. In particolare, viene valutato l’impatto di uno degli strumenti di

più recente introduzione, vale a dire il risarcimento diretto. La Convenzione fra

Assicuratori per il Risarcimento Diretto (CARD) è stata lanciata nel 2007, ma ha

cominciato a fornire i primi risultati incoraggianti nel 2010, quando oltre la metà dei

sinistri veniva rimborsata mediante CARD. Da quel momento in poi, però, l’utilizzo

di questa procedura è andata calando e nel 2013, il dato è calato fino in prossimità dei

livelli del 2008 in termini di valore e al 2009 in termini di numerosità dei casi.

Tuttavia, i risultati, seppur positivi, restano un parziale avvicinamento agli obiettivi

prefissati negli anni addietro, data la perpetrazione di comportamenti opportunistici e

l’assenza di incentivi verso le prassi virtuose poste in essere.

Nel complesso, però, i sinistri continuano a calare, soprattutto nel ramo r.c. auto, che

è da sempre l’attività di più difficile gestione per gli operatori del comparto

assicurativo.

Un primo dato rilevante riguarda la riduzione del volume d’affari per i premi r.c.

auto, il cui calo continua inesorabilmente (-7,5%), dopo un accenno di ripresa nei due

ultimi anni (2011 e 2012); il canale che paga maggiormente questa diminuzione è

quello delle agenzie, la cui quota continua ad erodersi, ormai, dal 2009. La vendita

diretta e, soprattutto, i nuovi canali basati sulle più recenti tecnologie hanno, in parte,

contribuito a queste risultanze e, come segnalato nel paragrafo3, le compagnie

assicurative italiane dovrebbero puntare maggiormente su queste nuove forme di

contrattualizzazione, che stanno mostrando risultati positivi. La loro quota, infatti, è

cresciuta dal 5 all’8% negli ultimi anni e i trend mostrati in altri paesi industrializzati,

lasciano immaginare, con un buon grado di certezza, una continua evoluzione lungo

questo percorso.

Un’analisi territoriale rispetto alla r.c. auto, realizzata dall’IVASS in tutte le città

capoluogo di provincia in Italia, ha fatto registrare sensibili riduzioni del numero di

sinistri, in misura sempre superiore al 10%, con eccezione della provincia di Trento,

dove il calo si è fermato al 9%. Nella tabella che segue i dettagli delle riduzioni.57

Page 58: Report truffe assicurative

Province Variazione sinistri (in volume) Variazione sinistri (in valore)Torino -30,2% -27,8%Aosta -18,7% -11,3%Genova -23,4% -13,0%Milano -25,1% -19,0%Bolzano -11,6% -2,2%Trento -9,1% -13,1%Venezia -21,9% -18,7%Trieste -24,5% -20,8%Bologna -17,4% -13,1%Ancona -20,7% -14,5%Firenze -20,9% -23,0%Perugia -22,9% -14,3%Roma -23,8% -17,4%Napoli -33,9% -33,6%L’Aquila -31,4% -28,1%Campobasso -32,0% -11,9%Bari -31,1% -20,1%Potenza -30,8% -32,1%Reggio Calabria -29,1% -14,3%Palermo -27,1% -11,6%Cagliari -27,9% -17,4%Media Capoluoghi -25,9% -20,5%Media nazionale -24,0% -20,3%

Tabella 8: Andamento r.c.a. nel biennio 2012-2013

La miglior performance in termini di volumi e di valori si registra a Napoli, dove si

sono ridotti di un terzo i sinistri; simili riduzioni si sono manifestate a Potenza e

L’Aquila, quindi in aree solitamente additate per lo scarso virtuosismo degli

assicurati.

58

Page 59: Report truffe assicurative

Figura 12: Relazione tra la variazione del numero dei sinistri e la variazione del valore degli stessi nel biennio 2012-2013 (Fonte IVASS 2014)

Il grafico di dispersione qui rappresentato rappresenta degli andamenti non lineari in

alcuni casi, in quanto le positive performance di alcune aree (Napoli, Potenza,

L’Aquila e Torino) si presentano sia per quanto concerne il ridotto numero di sinistri,

sia per il calo degli indennizzi che le compagni assicurative hanno versato, in maniera

del tutto simile. In altre aree, invece, la forte riduzione del numero di sinistri non si

accompagna ad una similare diminuzione dell’ammontare del valore dei sinistri,

come a Campobasso, Reggio Calabria, Palermo e Genova. Molte le città che

presentano risultati medi, ma equilibrati ed in linea con la media dei capoluoghi

(indicata con M1) e con quella nazionale (indicata con M2), come Milano, Roma,

Venezia e Perugia. Ridotte, ma sicuramente equilibrate, le variazioni presentatesi a

Trento, Bologna ed Aosta. Singolare, infine, il caso di Bolzano, dove un calo

dell’11% del numero dei sinistri è stato associato ad una riduzione del 2% del valore

dei sinistri rimborsati.

59

Page 60: Report truffe assicurative

Le considerazioni sopra esposte richiedono delle analisi approfondite, in quanto il

dato di sintesi nasconde gli effetti combinati (e contrastanti) dell’incremento del

valore medio dei sinistri con la riduzione degli stessi in termini di volume, soprattutto

per quanto concerne i casi che mostrano discrepanza nei due andamenti.

In parallelo alle riduzioni appena analizzate non si è manifestato, però, un calo dei

premi assicurativi di pari importo, visto che le riduzioni oscillano tra il 2 e l’11%.

Nella tabella che segue, l’andamento dei premi riferiti al periodo 2012-2013.

Province Riduzione del premio medioTorino -6,1%Aosta -11,2%Genova -9,6%Milano -2,6%Bolzano -6,0%Trento -6,9%Venezia -9,6%Trieste -9,6%Bologna -10,9%Ancona -7,6%Firenze -4,4%Perugia -7,4%Roma -6,9%Napoli -6,4%L’Aquila -2,5%Campobasso -7,4%Bari -3,9%Potenza -5,6%Reggio Calabria -4,6%Palermo -2,9%Cagliari -10,8%Media Capoluoghi -5,8%Media nazionale -7,7%

Tabella 9: Andamento r.c.a. nel biennio 2012-2013 (Fonte IVASS 2014)

60

Page 61: Report truffe assicurative

Hanno particolare rilievo i cali ridotti in città come L’Aquila, Bari e Reggio Calabria,

viste le positive performance in termini di riduzione di sinistri.

Nel complesso, però, si riscontrano miglioramenti dovuti ai recenti interventi delle

compagnie assicurative, che hanno messo a frutto la costruzione della Banca dati

sinistri, costituita grazie alle informazioni fornire dalle imprese assicurative operanti

in Italia e con sede nello stesso paese. L’archivio così costituito ha consentito, grazie

anche ai dati messi a disposizione dalle forze dell’ordine e da appositi soggetti

individuati dai dispositivi di legge di più recente introduzione, di migliorare l’attività

di investigazione, volta a ridurre gli interventi fraudolenti. È per questo che il numero

di interrogazioni del sistema è quasi quintuplicato rispetto al 2012; allo stesso scopo

l’IVASS ha istituito uno strumento che integra ed elabora i dati a disposizione

(l’Archivio Integrato Antifrode - AIA), in modo da favorire una più rapida ed

approfondita individuazione dei casi di sospetta fraudolenza. L’alimentazione di

questi registri diventa, dunque, cruciale e per tale motivo è stata prevista

l’obbligatorietà43 della predisposizione di resoconti annuali da parte delle compagnie

assicurative, circa la loro attività di contrasto agli atti fraudolenti. C’è da sottolineare,

però, che poco meno della metà delle imprese ha rispettato tale obbligo nel 2013 e,

quindi, che c’è ancora molto da fare per sensibilizzare circa l’utilità di questo

strumento e la necessità di partecipazione da parte di tutti gli operatori del settore.

Queste considerazioni risultano in linea con quanto sta accadendo nello scenario

internazionale, dove sempre più spesso le banche dati stanno fornendo dei risultati

incoraggianti in termini di lotta alle attività fraudolente, con forme sempre più

innovative e integrative di diverse fonti di informazione, come evidenziato dai casi

neozelandesi e britannici messi in luce nel paragrafo 3.

I risultati registrati possono, con tutta probabilità, rappresentare uno stimolo verso

una più profonda partecipazione, considerando i dati riguardanti l’analisi dei casi

esposti a rischio frode; si evidenzia, infatti, un sensibile aumento, a conferma di due

tendenze: l’efficacia delle attività di contrasto e la crescita del numero di soggetti che,

6143 Art. 30, comma 1, del d. l. n. 1/2012, convertito con modificazioni in legge n. 27/2012.

Page 62: Report truffe assicurative

stanti le condizioni economiche del paese, puntano a cercare negli indennizzi

assicurativi una fonte di sostentamento, seppur di breve periodo. L’aumento in

questione è pari, difatti, al 15% visto che i sinistri a rischio frode sono passati da

400.000 a 460.00044. All’esposizione al rischio frode mostrata dai dati precedenti, si

affianca il numero dei sinistri che sono stati oggetto di ulteriori attività investigative;

anche in questo caso è stato registrato un aumento, seppur di misura ridotta, dato che

dalle 232.000 occorrenze del 2012, si è passati alle 235.000 del 2013, con un

aumento superiore all’8%.

Il numero degli interventi di contrasto da parte delle compagnie assicurative aumenta

particolarmente se si tengono in considerazione anche i casi di frode emersi in fase

liquidativa; questo tipo di attività fraudolenta ha fatto registrare un aumento del 30%.

Ancor più forte è l’incremento che ha interessato le frodi non derivanti dalla

simulazione dei sinistri o dalla modifica alle fattispecie ad essi legati, ma dalla

predisposizione di aspetti contrattuali e non contrattuali volti all’ottenimento di

indebiti vantaggi. Per questa misura, difatti, l’aumento delle frodi è pari al 35,5%.

Le aree interessate dalla realizzazione di queste attività fraudolenti sono

sostanzialmente invariate rispetto ai dati dello scorso anno ed emerge una certa

uniformità territoriale. Risulta, però, interessante sottolineare come uno degli

obiettivi auspicati in passato per le compagnie assicurative sia stato realizzato; il

riferimento è alla riduzione dei costi da frode, che sono calati di ben 6 milioni di Euro

rispetto all’anno 2012, con un miglioramento in termini percentuali del 3%.

Per ciò che concerne il futuro, inoltre, una ulteriore strada da percorrere è

rappresentata dalla dematerializzazione del contrassegno, che si verificherà nel giro

di due anni e consentirà di ridurre il sempre crescente numero di tagliandi falsi in

circolazione, come illustrato nel paragrafo 3.

Infine, un ulteriore spiraglio verso il miglioramento delle condizioni operative delle

imprese assicurative risiede nel forte contrasto che si è posto ai fenomeni di imprese

online che, raggiravano i clienti, danneggiando l’intero comparto assicurativo. Tali

6244 IVASS, 2014, Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nell’anno 2013.

Page 63: Report truffe assicurative

attività fraudolente riguardavano non soltanto compagnie assicurative inesistenti, ma

anche imprese che emulando i nomi di operatori realmente esistenti, truffavano i

sottoscrittori di polizze e danneggiavano immagine e relazioni delle imprese

concretamente operanti.

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9. ConclusioniLe frodi nel settore assicurativo sono un fenomeno sempre più diffuso a livello globale e preoccupante per gli impatti sulla gestione e sul risultato tecnico delle compagnie. Principali cause del fenomeno sono il contesto sociale e culturale e il malcostume la mancanza di senso civico. Le difficoltà nel contrastare e prevenire le truffe stanno nel fatto che nella maggior parte dei casi le frodi sono “occasionali”. Una dinamica che alimenta il circolo vizioso, frodi – aumento dei costi di liquidazione per le imprese – aumento delle tariffe applicate agli assicurati, che si è particolarmente accentuato nell’attuale congiuntura economica. Nel Mezzogiorno, spesso la frode assicurativa è una delle attività economiche svolte dalla criminalità. Come è noto, l’attività della mafia nei mercati legittimi «spiazza» i rivali imponendo in numerose industrie barriere all’entrata effettive, sia nei mercati dei prodotti, sia in quello del lavoro. Sotto molti aspetti, questi mercati sono di gran lunga meno contendibili nelle regioni colpite dal crimine organizzato piuttosto che nelle altre. In alcuni casi estremi, nei quali la mafia riesce a controllare sia il lato dell’offerta, sia quello della domanda dei beni: i mercati (sia il mercato della corruzione, sia quelli normali) sono soppressi e si afferma un’organizzazione economica gerarchica, nella quale imprese esterne al cartello o gli entranti potenziali sono costretti a fronteggiare costi di transazione molto elevati. Questo ambiente istituzionale è una fonte di inefficienza ed inefficienza, nonché di distruzione del “capitale sociale” esistente.Il fenomeno della frode assicurativa, in sintesi, ha rilevanti effetti a livello macroeconomico dato che le frodi assicurative causano un sostanziale incremento dei costi per le compagnie assicuratrici che, a loro volta, reagiscono aumentando i premi a carico degli assicurati, provocando effetti negativi dal lato dei prezzi e del costo della vita in generale. Il fenomeno, nonostante importanti innovazioni sul versante delle politiche di contrasto continua a cresce a causa di fattori diversi che trovano terreno fertile nelle difficoltà socioeconomiche che caratterizzano il nostro paese. La criminalità organizzata fa leva sulle sofferenze territoriali in diversi contesti economicamente depressi e nei quali anche grazie alle truffe riesce ad alimentare i suoi giri di affari. In tali contesti cresce un network ampio e complesso di truffatori i cui affari illeciti impattano gravemente sui costi delle assicurazioni.

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Come si è visto le nuove tecnologie e l'utilizzo incrociato delle banche dati sia all'interno dei singoli Stati sia a livello internazionale tra banche dati di Stati diversi, rappresentano dei veri e propri argini alla ulteriore affermazione del fenomeno. Molto importanti le indicazioni che giungono dall'analisi comparativa del contrasto in altri paesi, sebbene queste informazioni mostrino quanto ancora il nostro paese debba recuperare in questa direzione. All'estero il coinvolgimento degli assicurati nella lotta alle frodi è un meccanismo che comincia a dare i suoi frutti mentre in Italia manca un meccanismo premiante visto che la riduzione dei sinistri non incide sulla riduzione in pari misura dei premi. Molto rilevanti sono le disposizioni normative e le innovazioni introdotte su questo versante, sebbene i dispositivi legislativi siano ancora in fase di maturazione. E certamente le politiche e gli strumenti di contrasto dovranno fare affidamento oltre che su un nuovo contesto normativo più favorevole anche e soprattutto sulla possibilità di costruire un unico fronte comune costituito dalle compagnie assicurative. Un fronte comune che nel tempo deve generare strumenti e scelte comuni per opporsi con efficacia alle frodi assicurative. All'alleanza tra le compagnie deve seguire anche quella tra consumatori e compagni assicuratrici al fine di saldare un unico muro contro le frodi. Più volte in questo report si ricorre al concetto di rete rispetto all’insieme di attori che a diverso titolo intervengono nella lunga filiera delle truffe assicurative e ai loro rapporti. In particolare si ricorre a due concetti chiave: da un lato si parla di network delle truffe assicurative, dall’altro si ricorre all’espressione meno neutrale di "capitale sociale". La presenza di capitale sociale è inversamente proporzionale alla diffusione e al radicamento di fenomeni legati al mondo dell’illegalità quindi anche alle truffe. Le regioni e i territori ricchi di capitale sociale sono contesti dotati di anticorpi in grado di frenare la diffusione di fenomeni devianti. Il "capitale sociale" in questo approccio è sinonimo di civicness (senso civico) e di rispetto per le regole. Di qualche interesse per la spiegazione del fenomeno e della sua maggiore diffusione in contesti privi o dotati di un "capitale sociale" debole è il concetto di unsocial capital45. Tale espressione sottolinea come la presenza di contesti sociali molto strutturati in termini di relazioni, come quelli riscontrabili nell regioni del

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45 LEVI, M. “Social and Unsocial capital: A review Essay of Robert Putnam’s making Democracy Work”, Politics & Society, vol. 24, n. 1, 1996.

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Mezzogiorno italiano, possano rappresentare un terreno molto fertile per fenomeni devianti. La presenza della criminalità organizzata è dimostrazione di quanto il contesto e la sua organizzazione sociale possano influire sul tipo di mercati criminali controllati dai clan. In questo senso la presenza del crimine organizzato determina anche la maggiore diffusione di determinate truffe assicurative rispetto ad altre come l'incendio intenzionalmente provocato di capannoni e impianti industriali o il più recente "sinistro da bagna" (allagamenti intenzionalmente provocati di immobili acquistati dai clan in aste fallimentari). Sarebbe tuttavia difficile sostenere un nesso univoco tra la presenza di truffe e la presenza delle mafie e certamente le pratiche truffaldine quando si manifestano in territori ad alta densità mafiosa ci dimostrano quanto diffusa sia l’illegalità in tali contesti e quanto tali comportamenti oltrepassino i confini delle stesse organizzazioni criminali, interessando soggetti in molti casi estranei alle cupole e ai clan. Seguendo questa linea interpretativa le truffe diventano un campanello di allarme quando si manifestano in contesti che sono per tradizioni dotati di capitale sociale forte come le regioni italiane centro-settentrionali. Il dilagare delle truffe in tali contesti ci mostra la formazione di una zona grigia in grado di promuovere comportamenti devianti senza il rischio di essere inquadrati come fenomeno criminale organizzato ma afferente ad un rango inferiore e in quanto tale meno rischioso. Di certo la professionalizzazione delle truffe può essere letta come costruzione di un terreno d’ingresso in carriere criminali, come porta d’accesso verso crimini più pesanti rispetto ai rischi e alle pene in cui incorrono i truffatori. Le truffe rappresentano un virus kafkiano molto difficile da abbattere, in quanto si annidano all’interno dei gangli burocratici del processo assicurativo. Tale invisibilità, intesa come alta probabilità di farla franca da parte dei truffatori, sommata alle competenze legali e assicurative di chi truffa, ci mostra quanto il fenomeno sia riconducibile ai reati dei colletti bianchi più che al fenomeno mafioso tout court. Come se le truffe andassero strutturando un percorso di terziarizzazione per i manovali dell’illegalità più che per i vertici o per gli esponenti di spicco afferenti alle organizzazioni criminali. Altrettanto rilevante sul terreno dell’interpretazione, sono le ragioni profonde che spingono e che animano i truffatori e sui quali vale almeno la pena soffermarsi e avanzare qualche spiegazione. La diffusione del fenomeno è tale da giustificare una

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interpretazione che inquadra gli operatori assicurativi come “poteri forti” contri i quali è comprensibile schierarsi, in ragione della crisi o come tattica di sopravvivenza specie in contesti che si caratterizzano per assenza di opportunità, alta disoccupazione, sottosviluppo. Tale presa di posizione rappresenterebbe una giustificazione ideologica del comportamento truffaldino teso ad assimilare le assicurazioni alle banche e alle corporazioni fino ad alimentare l’orgoglio del truffatore nell misura in cui non sente di aver danneggiato la collettività ma solo di aver scalfito la credibilità di soggetti forti e comunque in grado di riprendersi. Come si è visto nel presente report le dimensioni del fenomeno invece sono tali da giustificare una maggiore presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica e da stimolare una riflessione continua e approfondita su strumenti e politiche di contrasto più efficaci rispetto a tutto quello già sperimentato fino ad oggi. È evidente che parliamo non solo di interessi contrapposti, perché le truffe assicurative se hanno un merito, paradossalmente tale merito è quello di avvicinare gli assicurati alle assicurazioni. Entrambi, assicurato e assicuratore, in tutti i casi in cui non siano parte della filiera delle truffe, perdono qualcosa nella consapevolezza di assistere insieme ad un fenomeno con gravi ripercussioni sul benessere collettivo. La funzione assicurativa oltre ad essere obbligatoria in molte fattispecie giuridiche è anche un sistema di tutele in tutte le situazioni di rischio verso le persone e i patrimoni ma tale evidenza necessita di un fondamento più forte rispetto a quello dei soli operatori del settore.

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10. POSTFAZIONESi stima che oltre il 35% della tariffa di una polizza assicurativa sia dovuto a truffe e

speculazioni. Ciò determina un circolo vizioso: si froda perché si ritiene elevato il

costo dei premi assicurativi, si alzano i costi dei premi assicurativi perché si froda. Il

truffatore ritiene di arrecare un danno alla compagnia assicurativa e non alla

collettività, eppure per pagare tale frode la compagnia assicurativa attinge da un

fondo rischi che tutti gli assicurati rimpinguano pagando le polizze. Più è alto il

rischio truffa, maggiore sarà il premio; ecco perché in Campania per assicurare

un’auto occorre un mutuo! Bisognerebbe, dunque, riflettere sull’opportunità di

predisporre un intervento strutturale che risolva tale criticità, altrimenti non si potrà

assistere alla tanto auspicata e sospirata riduzione dei premi assicurativi.

L’assicurazione ha uno scopo sociale: permette di proteggere se e gli altri da

eventuali lesioni, ma rischia di diventare un danno per la collettività se non si

interverrà sui suoi costi. Il Report da me curato offre un’occasione di confronto fra

tutti gli operatori del settore, un modo per tenere alta l’attenzione sul fenomeno e per

cercare, tutti insieme, soluzioni, proposte, suggerimenti che possano aiutare le

autorità competenti a intervenire in modo sempre più mirato. Le frodi, infatti,

colpiscono tutti i rami assicurativi e non sempre è possibile intervenire con gli stessi

strumenti. Il dato più importante riguarda il ramo auto, posto che il 77% delle truffe

interessa i danni da circolazione stradale. In questo settore la tendenza a frodare

interessa un po’ tutti: dal comune cittadino, al professionista, al delinquente abituale.

I motivi di siffatta circostanza sono almeno due: in primis, è facile creare l’occasione;

in secundis, denunciare un falso sinistro non è percepito dalla collettività come un

vero e proprio reato, pertanto viene tollerato e giustificato. Seguono poi gli altri rami:

15% danni elementari, 12% danni speciali, 5% danni alla salute. Se è vero, però, che

le truffe automobilistiche sono più frequenti, è anche vero che oggi le compagnie

assicurative hanno predisposto strumenti efficaci per scoprirle. Le sole banche dati

che ogni assicurazione ormai possiede, permettono in breve tempo di collegare

sinistri, assicurati, procacciatori, testimoni e di denunciare episodi fraudolenti. Meno

controllabili sono, al contrario, gli incidenti casalinghi, gli incendi o i danni alla 68

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salute perché manca, al momento, una storicità dei sinistri denunciati. Per

comprendere meglio la dimensione del fenomeno è sufficiente riportare un esempio

pratico: nel caso, banalissimo, di un incidente automobilistico, il danno che sic et

simpliciter sarebbe rimborsato con 4.778 euro (costo medio), in un contesto

fraudolento può arrivare anche a 10.000 euro. I conti sono presto fatti se si considera

l’onorario degli avvocati e dei consulenti tecnici, le spese di gestione, nonché le

svariate voci di danno risarcibili. Facendo un breve calcolo e sottraendo dai 10.000

euro i 4.778 effettivamente dovuti, la compagnia ci rimette più del doppio. Un prezzo

altissimo – che si aggira intorno ai 4 miliardi di euro - se lo si moltiplica per tutte le

frodi commesse in un anno. Quali, allora, gli interventi necessari per ridurre in modo

incisivo le frodi assicurative? Nel report illustro diversi strumenti di prevenzione e di

repressione del fenomeno, alcuni dei quali già adoperati, altri sono al vaglio degli

esperti, altri ancora potrebbero essere presi in considerazione. E’ evidente che

investire sulla prevenzione è la migliore soluzione possibile. Analizzare il mercato

nel quale si vuole investire, studiando i possibili assicurati, il contesto sociale, le

eventuali possibilità di truffa e selezionare i canali di distribuzione in alcuni casi

permette alle assicurazioni di proteggere al meglio i propri interessi. Sempre più

compagnie assicurative chiedono ai propri fiduciari di analizzare i danni intrecciando

i dati di diversi sinistri al fine di scoprire e denunciare eventuali speculazioni.

Utilissimo, a mio avviso, sarebbe la creazione di un’agenzia che possa combattere in

modo efficace il fenomeno. Una authority governativa che raccolga le banche dati di

tutte le compagnie in modo da facilitare e agevolare il lavoro degli investigatori. Ciò

che manca, a dispetto della certezza del diritto, è l’applicazione univoca della legge:

normative volte a punire il reato di frode ci sono, ma non trovano uguale

interpretazione da parte dei giudici. Ecco, allora, che una truffa gravemente

sanzionata in una Regione non viene punita allo stesso modo in un’altra realtà. Non

solo, occorrerebbe, probabilmente, una maggiore rapidità dei giudizi, soprattutto

laddove il lavoro dell’autorità giudiziaria è supportato da quello investigativo della

compagnia assicurativa. In ogni caso, i dati ultimi raccontano che siamo sulla buona

strada: oggi su 100 truffe, il 50% si risolve con una confessione da parte dell’autore 69

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della frode, il 30% con la raccolta di prove schiaccianti e inequivocabili, per il

restante 20% si deve ancora lavorare!

Maurizio De Dominicis

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Fonte dati:ISTAT, www.istat.itIVASS, http://www.ivass.it/ivass/imprese_jsp/PageRelazioniDetail.jsp

Team di ricerca: Maurizio De Dominicis, Avvocato, Esperto in Diritto delle Assicurazioni; Marco Tregua, Ph.D. in Scienze Aziendali, research fellow presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II"; Serena De Simone, Avvocato, Giornalista professionista; Lucio Iaccarino, Ph.D. in sociologia, Ceo di ThinkThanks, ricercatore senior.

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