Renzi: “Mai le piú larghe intese C˙˚˜˛ · DI STEFANO CASINI DI PANTALEONE SERGI DI FRANCO...

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Direzione, Amministrazione Porps International Inc. - 100 Ocean Lane Drive Suite 403 - Key Biscayne FL 33149 - La Gente d’Italia Cronache degli italiani dal mondo - Trademark n° 75/829279 anno XiV lunedi’ 28 ott obre 2013 N* 248 uSd 1,00 - Can 21,00 - uRY 20 Pesos Direttore Mimmo Porpiglia R Quotidiano d’informazione indipendente www.lagenteditalia.com edizione sudamerica Quotidiano fondato nel 1999 dalla nostra redazione ROMANA “M ai più inciuci e larghe intese, recuperare i voti dati al Movimento 5 Stelle e anche quelli dei delusi dal Pdl. Al lavoro su Europa, lavoro ed educazione. Riforma della giustizia e legge elettorale come per i sindaci”: sono questi i punti fermi di Matteo Renzi, enunciati alla convention fiorentina alla Stazione Leopolda. Per Renzi la decadenza di Silvio Berlusconi non comporterà la caduta governo. Ma per il sindaco di Firenze serve una legge elettorale per cui chi governa è per cinque anni responsa- bile: mai più larghe intese e questo non signifi- ca essere contro il governo, ma il sistema va modificato e noi dobbiamo essere custodi del- l’alternanza”.“Porcellum o porcellinum? Io dico che una legge elettorale che funziona è quella dei sindaci. Dopo aver ricevuto da una sessanti- na di associazioni italiane e personaggi della nostra comunitá il massimo appoggio alla gestione del vostro giornale GENTE D'ITALIA, non ci rimane che costatare che, in Uruguay, nella nostra comunitá, ci sono costruttori e distruttori. Costruttori di idee, di strategie, di contatti, di progetti e distruttori....non c'é da aggiungere nulla a questo termine! Dal 2005 GENTE D'ITALIA ha soltanto voluto informare la comunitá, sottolineare l'origine italiano di questo paese e costrui- re una torre di italianitá scomparsa in Uruguay dagli anni '80, tempi del Comitato Consolare, dei Bravin, dei Colciago, dei Benini, dei Monciotti. In quell'epoca, grazie ad un lavoro costante delle associazioni e di un gruppetto di con- nazionali nati in Italia che volevano man- tenere tradizioni e costumi, la comunitá italiana aveva il suo peso specifico, non soltanto per la realizzazione della Giornata degli Italiani al Prado con 20.000 persone, ma anche per una gestio- ne trasparente e lineare di risorse e di pro- getti portati a termine. DI STEFANO CASINI DI PANTALEONE SERGI DI FRANCO ESPOSITO servizio a pag.3 servizio a pag.6 segue a pag.2 il commento corsivino Costruttori e distruttori JORGE BROVETTO “Merito a Gente d’Italia sempre attento alla nostra collettivitá” FABIO PORTA “Iniziativa che entusiasma: combacia con mio il progetto di legge proprio sui giornali italiani nelle scuole estere” Nasce “Forza Ragazzi”, un giornale dedicato a tutti i giovani studenti delle scuole elementari uruguayane L'ACCORDO CON CASIU PUNTO DI PARTENZA: VOGLIAMO "ENTRARE"CON LA LINGUA ITALIANA ANCHE TRA I GIOVANI DELLE SCUOLE SUPERIORI Per Renzi la decadenza di Silvio Berlusconi non comporterà la caduta governo. Ma per il sindaco di Firenze serve una legge elettorale per cui chi governa è per cinque anni responsabile: mai più larghe intese e questo non significa essere contro il governo, ma il sistema va modificato e noi dob- biamo essere custodi dell’alternanza”. Perché abbiamo deciso di rivolgerci proprio a questi giovanissimi, con un giorna- le tutto per loro - Programmi futuri? Attraverso la Fondazione Italia nelle Americhe puntare ad un accordo diretto con il ministero dell'educazione uru- guaiano pensando anche all'arrivo di insegnanti dall'Italia... “C oinvolgere i gio- vani è di per sé un merito che va ricono- sciuto. E in questo caso, più che in altri, credo che sia realmen- te da riconoscere il merito di Gente d’Italia. I l giornale è parola. La parola arriva. È meraviglioso che arrivi nelle scuole in maniera profonda. I giornale come strumento didattico quotidiano. Sì, di tutti i giorni, non una tan- tum. Il giornale come materia di studio e di supporto. Succede da oggi, lontano dall’Italia. Succede e dobbiamo esserne felici: riteniamolo pure un raggio di sole nel buio di questa società che presenta chiari i segni della disgregazione. “U n’iniziativa che mi entusiasma, ancora una volta Gente d’Italia dimostra un gradissimo coraggio. Il coraggio di chi intraprende grandi progetti per la collettività italiana all’estero. segue a pag. 5 segue a pag. 5 segue a pag.5 servizio a pag.8 L'idea visionaria di parlare italiano Ragazzi, leggete il giornale ! Renzi: “Mai le piú larghe intese Via alla riforma della giustizia” IL “POROMPOPERO, PERÒ” DELLE PEZZE AL… E ’ morto serenamente all’età di 82 anni, nella sua casa di Benidorm, vicino Alicante, in Spagna, Manolo Escobar, il cantante andaluso divenuto famoso nel mondo soprattutto per questo ritor- nello: “Porompopò, porompompero però, porompompero però, porompompò. Ahi! …”. segue a pag.13 Giorgio Napolitano e la legge elettorale DI ARTURO DIACONALE* di PIETRO MARIANO BENNI servizio a pag.3

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Direzione, Amministrazione Porps International Inc. - 100 Ocean Lane Drive Suite 403 - Key Biscayne FL 33149 - La Gente d’Italia Cronache degli italiani dal mondo - Trademark n° 75/829279

anno XiV lunedi’ 28 ottobre 2013 N* 248uSd 1,00 - Can 21,00 - uRY 20 Pesos

DirettoreMimmo Porpiglia

R

Quotidiano d’informazione indipendente

www.lagenteditalia.comedizione sudamerica

Quotidiano fondato nel 1999

dalla nostra redazione ROMANA

“Mai più inciuci e larghe intese,recuperare i voti dati al Movimento 5 Stelle eanche quelli dei delusi dal Pdl. Al lavoro suEuropa, lavoro ed educazione. Riforma dellagiustizia e legge elettorale come per i sindaci”:sono questi i punti fermi di Matteo Renzi,enunciati alla convention fiorentina allaStazione Leopolda. Per Renzi la decadenza di Silvio Berlusconinon comporterà la caduta governo. Ma per ilsindaco di Firenze serve una legge elettoraleper cui chi governa è per cinque anni responsa-bile: mai più larghe intese e questo non signifi-ca essere contro il governo, ma il sistema vamodificato e noi dobbiamo essere custodi del-l’alternanza”.“Porcellum o porcellinum? Iodico che una legge elettorale che funziona èquella dei sindaci.

Dopo aver ricevuto da una sessanti-na di associazioni italiane e personaggidella nostra comunitá il massimo appoggioalla gestione del vostro giornale GENTED'ITALIA, non ci rimane che costatare che,in Uruguay, nella nostra comunitá, ci sonocostruttori e distruttori. Costruttori di idee,di strategie, di contatti, di progetti edistruttori....non c'é da aggiungere nulla aquesto termine!Dal 2005 GENTE D'ITALIA ha soltantovoluto informare la comunitá, sottolinearel'origine italiano di questo paese e costrui-re una torre di italianitá scomparsa inUruguay dagli anni '80, tempi delComitato Consolare, dei Bravin, deiColciago, dei Benini, dei Monciotti. Inquell'epoca, grazie ad un lavoro costantedelle associazioni e di un gruppetto di con-nazionali nati in Italia che volevano man-tenere tradizioni e costumi, la comunitáitaliana aveva il suo peso specifico, nonsoltanto per la realizzazione dellaGiornata degli Italiani al Prado con20.000 persone, ma anche per una gestio-ne trasparente e lineare di risorse e di pro-getti portati a termine.

DI STEFANO CASINI

DI PANTALEONE SERGI

DI FRANCO ESPOSITO

servizio a pag.3

servizio a pag.6

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il commento

corsivino

Costruttorie distruttori

JORGE BROVETTO“Merito a Gente d’Italia sempreattento alla nostra collettivitá”

FABIO PORTA“Iniziativa che entusiasma: combaciacon mio il progetto di legge propriosui giornali italiani nelle scuole estere”

Nasce “Forza Ragazzi”, un giornalededicato a tutti i giovani studentidelle scuole elementari uruguayane

L'ACCORDO CON CASIU PUNTO DI PARTENZA: VOGLIAMO "ENTRARE"CONLA LINGUA ITALIANA ANCHE TRA I GIOVANI DELLE SCUOLE SUPERIORI

P e r R e n z i l a d e c a d e n z a d i S i l v i o B e r l u s c o n i n o nc o m p o r t e r à l a c a d u t a g o v e r n o . M a p e r i l s i n d a c od i F i r e n z e s e r v e u n a l e g g e e l e t t o r a l e p e r c u i c h ig o v e r n a è p e r c i n q u e a n n i r e s p o n s a b i l e : m a i p i ùl a r g h e i n t e s e e q u e s t o n o n s i g n i f i c a e s s e r e c o n t r oi l g o v e r n o , m a i l s i s t e m a v a m o d i f i c a t o e n o i d o b -b i a m o e s s e r e c u s t o d i d e l l ’ a l t e r n a n z a ” .

Perché abbiamo deciso di rivolgerci proprio a questi giovanissimi, con un giorna-le tutto per loro - Programmi futuri? Attraverso la Fondazione Italia nelleAmeriche puntare ad un accordo diretto con il ministero dell'educazione uru-guaiano pensando anche all'arrivo di insegnanti dall'Italia...

“Coinvolgere i gio-vani è di per sé unmerito che va ricono-sciuto. E in questocaso, più che in altri,credo che sia realmen-te da riconoscere il merito di Gente d’Italia.

Il giornale è parola. La parola arriva. È meraviglioso che arrivi nelle scuole in manieraprofonda. I giornale come strumento didattico quotidiano. Sì, di tutti i giorni, non una tan-tum. Il giornale come materia di studio e di supporto. Succede da oggi, lontano dall’Italia.Succede e dobbiamo esserne felici: riteniamolo pure un raggio di sole nel buio di questasocietà che presenta chiari i segni della disgregazione.

“Un’iniziativa chemi entusiasma, ancorauna volta Gente d’Italiadimostra un gradissimocoraggio. Il coraggio dichi intraprende grandiprogetti per la collettività italiana all’estero.

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L'idea visionaria di parlare italiano

Ragazzi, leggete il giornale !

Renzi: “Mai le piú larghe inteseVia alla riforma della giustizia”

IL “POROMPOPERO, PERÒ” DELLE PEZZE AL…E’ morto serenamente all’età di 82 anni, nella sua casa di Benidorm, vicino Alicante, in Spagna,Manolo Escobar, il cantante andaluso divenuto famoso nel mondo soprattutto per questo ritor-nello: “Porompopò, porompompero però, porompompero però, porompompò. Ahi! …”.

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Giorgio Napolitanoe la legge elettorale

DI ARTURO DIACONALE*

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LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

2 primo piano

Dopo esser rimasto l'unico quotidiano inAmerica Latina e pubblicato nel piccoloUruguay, questo paese, anche grazie aGENTE D'ITALIA, ha avuto, nel mondo del-l'emigrazione, un maggiore rispetto e com-prensione. Gli appelli di GENTE D'ITALIAper una maggiore sensibilitá da parte delnostro Stato nei confronti degli italiani all'e-stero, ha portato anche vari parlamentariqui per costatare, in loco, per esempio, l'e-norme pressione di gestione del Consolatoridotto a 14 impiegati per 120.000 conna-zionali o la realizzazione di seminari e pro-getti co-finanziati proprio dal giornale.Io ho iniziato a lavorare per la comunitá ita-liana dell'Uruguay nel lontano 1968, quandoavevo 15 anni e mi contattó il padre di ungrande giornalista di GENTE D'ITALIAcome Federico Guiglia, Tullio Guiglia perLA VOCE D'ITALIA. Dovevo leggere le noti-zie italiane! Epoche di Moro, di Fanfani, diTogliatti, Saragat o Almirante! Nel 1972, micontattó il Gruppo Abril, prima come gior-nalista del settimanale L'Ora d'Italia, poicome Direttore dello stesso giornale, quindi

L'Eco d'Italia, passando per programmiradiofonici e televisivi assieme a cari amicicome il ricordato Italo Colafranceschi.Dal '90 ho iniziato a lavorare per la RAI,RAI International, RAI Italia (nome da mesuggerito all'allora Direttore PieroBadaloni). Ho visto nascere e morire inizia-tive, ho visto nascere negli anni '80 il primoCOEMIT (forse l'unico che fece qualcosa dicostruttivo con i Panteon). Quando giunse inUruguay Domenico Porpiglia iniziai, dasubito, un'ottimo rapporto con GENTE D'I-TALIA. Mimmo Porpiglia è un napoletanoattivissimo, un vulcano di passione mediter-ranea e, soprattutto, uno di quelli checostruisce, anche attraverso la grandeFondazione Italia per le Americhe che, intanti anni di gestione, ha portato ovunqueitalianitá, ha organizzato mega congressi invari paesi, ha portato Presidenti dellaRepubblica in Italia ecc. Nessuno si sarebbemai immaginato che, in Uruguay, potevagiungere un quotidiano italiano! Era fanta-scienza! Perché no in Brasile o inArgentina? No, il lungimirante Domenico

Porpiglia, oggi un caro amico e un grandecollega, decise di venire in Uruguay, perchéaveva fiutato quest'enorme potenziale di ita-lianitá che c'éra nell'aria.Prima con Ultimas Noticias, ora con LaRepública, GENTE D'ITALIA é l'unico gior-nale concepito e scritto in Italiano, con gior-nalisti di primissimo piano, con una rete dicorrispondenti e, soprattutto, un enormesforzo organizzativo. Ma lo sforzo è ancheeconomico. Una parte delle centinaia dimigliaia di dollari all'anno che costa lastampa e la messa in edicola del quotidiano,viene pagato dallo Stato Italiano attraversouna legge sull'editoria che, ahimé, stamorendo per via della crisi italiana. Unagrossa parte viene “donata” da DomenicoPorpiglia perché è un tenace connazionale.Purtroppo, negli ultimi tempi, qualche“distruttore” (grazie a Dio non ce ne sonotanti!), se l'è presa con GENTE D'ITALIA,con alcune associazioni e persino con l'azio-ne del Consolato d'Italia. Eh si! Sonodistruttori, ma danno anche fastidio, perchéfanno parte di un élite che viaggia in Italia in

prima classe, si prende dei bei rimborsispese dello Stato Italiano e si sente che starappresentando qualcosa o qualcuno dopoquasi 10 anni di poltrona calda senza farnulla...!Siccome, in realtá, non contano per la comu-nitá o per GENTE D'ITALIA semplicementeperché la loro carica dovrebbe essere scadu-ta da 5 anni, noi andiamo avanti, ma siamocoscienti che, gli attacchi, son diventatiinaccettabili. Stiamo correndo il grossorischio che il nostro Direttore si stufi, facciabaracca e burattini e se ne vada daMontevideo. In questo caso, chi ci perdereb-be? In primo luogo sparirebbe un quotidianocon decine di migliaia di copie al mese pertutti i lettori dell'Uruguay, senza offenderealcune lodevoli iniziative settimanali o men-sili. Ma, soprattutto, sparirebbe l'unico sup-porto vero di italianitá in questo paese.Pensiamoci su e continuiamo ad appoggiar-lo, ci va di mezzo anche la nostra dignitá diitaliani!

STEFANO CASINI

costruttori-Segue dalla PRima

campionato serie aRoma ancora prima, con recordInseguono il Napoli e la Juventus

La Roma non si ferma più: nona vittoriain altrettante partite.La formazione diRudi Garcia, che giocava a Udine senzaFrancesco Totti e Gervinho, ha superato ifriulani grazie ad una rete di Bradleyall’81.La vittoria dei giallorossi ha ancora più

valore perchè è arrivata in inferiorità(espulsione di Maicon per doppia ammo-nizione).Pomeriggio positivo anche perJuventus e Napoli che vincono le loro par-tite e restano a meno cinque dalla capoli-sta Roma.I bianconeri hanno vinto 2-0contro il Genoa grazie ai gol di ArturoVidal, su rigore che non c’era perchèAsamoah era stato steso fuori area, e diCarlos Tevez.Il Napoli ha vinto 2-0 controil Torino grazie a due rigori trasformati daGonzalo Higuain. Particolarmente dubbioil secondo.Profondo rossonero per ilMilan che crolla per 2-3 sul campo delParma in virtù di un gol nei minuti direcupero di Parolo, autore di una doppiet-ta.

I "falchi" del Pdl all'attacco dei ministri:"Evitino la decadenza o il governo cade

Usa Twitter RenatoBrunetta per scavare lalinea oltre la quale, per ifalchi del Pdl, il governoLetta cade. "O il premiercambia la legge di stabilitàed evita decadenzaBerlusconi, o larghe intesefinite". Nonostante il sinte-tico linguaggio di Twitter ilmessaggio del capogruppoPdl alla Camera è chiaris-simo e pone un aut-aut nonsolo agli alleati avversaridel Pd ma anche e soprat-tutto ai "ministeriali" delsuo partito. Mara Carfagnarincara la dose. "La leggedi stabilità e la legge

Severino - dice - sono lacartina di tornasole dell'ef-fettivo peso specifico che ladelegazione del Pdl esercitasul governo. La prima, pur-troppo, presenta più ombreche luci e colpisce in largaparte il nostro elettorato diriferimento, tasse sullacasa e Iva docet, la secondapotrebbe e dovrebbe esserecorretta dal Cdm nell'aspet-to relativo alla sua retroat-tività, invece il tema nonfigura affatto in agenda". "Isoli proclami davanti atelecamere e taccuini - con-clude - purtroppo nonbastano, bisogna avere ilcoraggio di non esseresubalterni ad alcuna logica

rinunciataria e incideresulle scelte, per il bene delPaese e per il futuro delnostro movimento". Stessitoni dalla senatrice AnnaMaria Bernini. "È singolareche i nostri ministri del Pdltrovino occasione, nel loroconsueto profluvio di inter-viste, per esprimere tanteperplessità e distinguo sulrilancio di Forza Italia, madimentichino di chiarire laloro posizione su questioniche non sono irrilevanti"."In politica parlano i fatti -prosegue - non le parole. Esulla decadenza diBerlusconi finora i ministri,oltre alle parole, non hannosviluppato in Cdm alcuna

iniziativa per chiarire defi-nitivamente la non retroat-tività della legge Severino".E sono proprio queste pole-miche, che Epifani chiama"fibrillazioni", che secondoil ministro Graziano Delrio"fanno male all'Italia"."Questo continuo stato diincertezza - ha aggiunto -non fa bene alle nostreimprese e alla legge finan-ziaria. E' chiaro che ilgoverno fa quello che rie-sce a fare nelle condizionidate". Per questo secondo ilministro "è necessario unchiarimento con il Pdl unavolta che avranno risolto iloro problemi interni".

“Mai più inciuci elarghe intese, recuperare i votidati al Movimento 5 Stelle eanche quelli dei delusi dal Pdl.Al lavoro su Europa, lavoro ededucazione. Riforma della giu-stizia e legge elettorale come peri sindaci”: sono questi i puntifermi di Matteo Renzi, enuncia-ti alla convention fiorentina allaStazione Leopolda. Per Renzi la decadenza di SilvioBerlusconi non comporterà lacaduta governo. Ma per il sinda-co di Firenze serve una leggeelettorale per cui chi governa èper cinque anni responsabile:mai più larghe intese e questonon significa essere contro ilgoverno, ma il sistema va modi-ficato e noi dobbiamo essere

custodi dell’alternanza”.“Porcellum o porcelli-num? Io dico che unalegge elettorale che fun-

ziona è quella dei sindaci. Serveuna legge elettorale che abbia trecaratteristiche: alla fine del votosai chi ha vinto, quello che havinto deve avere i numeri in par-lamento per governare e quelloche governa è per cinque anniresponsabile. Mai più largheintese. Se per caso ci capita divincere queste primarie noisiamo i custodi del superamentodel bicameralismo perfetto, viail senato e sì alla camera delleautonomie. Subito via le provin-ce, ha ragione Graziano (Delrio,ndr).Per Renzi bisogna fare ancheuna riforma della giustizia. Portal’esempio di Silvio Scaglia, ilfondatore di Fastweb che hapassato tre mesi in carcere enove mesi in custodia cautelareai domiciliari per un’accusa di

truffa da cui alla fine è stato pro-sciolto. “È l’ora di farla finitacon la giustizia ad personam”,ha detto annunciando che in unaprossima convention sarannopresentate proposte per la rifor-ma della giustizia. “Dobbiamofinirla con chi in questi anni haproposto una giustizia ad perso-nam ma allo stesso tempo dob-biamo dire cosa pensiamo noi alriguardo”.“Noi parliamo di futuro per que-sto qui non abbiamo parlato diBerlusconi. Vorrei anche direche noi dobbiamodefinirci, non pos-siamo permettereagli altri di definir-ci oggi un autore-vole esponente delcentrodestra chedice io e Alfanonon abbiamo liti-gato, il nostronemico è Renzi.Ecco è l’errore che

ha fatto la sinistra, di definirsisulla base del nemico. Noisiamo definiti dai nostri amici,da chi siamo noi, da ciò chevogliamo portare avanti”.“Sarà una rivoluzione dellasemplicità, sarà la semplificazio-ne che deve essere fatta in politi-ca. Non è la Leopolda strana,sono strane le cose che sono lìfuori. La vera strada è la sempli-cità: parlare chiaro a tutti, nonavere la puzza sotto il naso par-lare di politica in maniera sem-plice. La speranza non va riposta

in una persona sola ma non sipuò avere paura della leader-ship, non è una parolaccia. Noncredono che io sia in grado diavere un pensiero solo, allorac’ho il guru. Questo gruppo dipersone non ha guru, capisco cirestiate male ma è gruppo di per-sone e idee che si confronta.Non ci sono le correnti deicognomi ma le correnti delleidee, e la prima ad essere rotta-mata sarà la corrente dei renzia-ni”

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

3primo piano

Alfano è indeciso sul da farsi. Perora rinuncia allo strappo, anche seha avuto la rassicurazione che aPalazzo Madama lo seguirebbero 23senatori. Dalla sua cerchia ristrettatrapela che sta vivendo il momentocon grande tensione, quasi prigionie-ro del dilemma, se rompere o restaredentro. Alfano conosce troppo bene leregole della casa per dimenticare iltrattamento che Berlusconi riserva aitraditori. Ma i suoi lo spingono algrande gesto: "Angelino non puoifarti trattare così - gli ripetono in con-tinuazione i ministri a lui vicino - èuna questione di dignità. Però il vice-premier teme di fare la fine diGianfranco Fini. Anche perché, invista delle elezioni Europee, un suoeventuale partito si attesterebbe,secondo i sondaggi, sotto al 4 percento. Ma la certezza che si arrivi aun confronto l'8 dicembre è assailabile. Difatti i punti dolenti su cui ilCavaliere potrebbe rompere primacol governo sono due: la legge di sta-bilità sui ci sono numerose critiche. Enaturalmente la decadenza.Berlusconi è stato chiaro dicendo chenon vede come si potrebbe rimanerealleati con i propri carnefici.Insomma, la conta è partita. Ed èpartito anche, tra lealisti e alfaniani,il gioco del cerino. Almeno fino algiorno dell'Immacolata. Poco più diun mese.

dalla nostra redazione ROMANA

23 SENATORICON ALFANO

Il Fisco italiano ci perseguita anchedopo morti e ha introdotto anche lasuper tassa sulla Stabilità eterna, losfruttamento fiscale del culto dei mortie del lutto. Le tombe sono consideratepiù delle seconde case, forse perché daqueste si può uscire da quelle no. Sullaluce perpetua, quella che illumina nellanotte eterna le tombe dei defunti, ilFisco applica ua aliquota IVA doppiadelle seconde case.Pierluigi Franz ha scritto al premierEnrico Letta denunciando una odiosasvista normativa: “L’IVA sulla ‘luceperpetua’ di tombe e cappelle va ridot-ta dal 22% al 10%, come già previstoda tempo per l’energia elettrica “aduso domestico” anche di ville al mare,in campagna e in montagna”.Questa la richiesta del Presidente delGruppo Romano GiornalistiPensionati presso l’AssociazioneStampa Romana Pierluigi RoeslerFranz nella lettera al Presidente delConsiglio Enrico Letta.Difatti, per una banale “svista” nellanormativa fiscale la “luce perpetua”pagata da centinaia di migliaia di con-tribuenti che mantengono vivo neicimiteri il sentimento di pietà e il cultodei parenti defunti nel luogo della loroultima dimora è oggi ingiustamentecolpita dallo Stato con una tassa inmisura più che doppia rispetto a quellache si paga normalmente sulla 1 ̂ esulla 2 ̂casa e contrasta così con gliarticoli 3 e 53 della Costituzione perirrazionalità, disparità di trattamento eviolazione del principio della capacitàcontributiva.

I l f i s c o c i p e r s e g u i t aa n c h e d o p o l a m o r t e :I v a s u l l e t o m b e a l 2 2 %

Renzi: “Mai le piú larghe inteseVia alla riforma della giustizia”

Epifani:"Ridiamo un progetto del futuro che sia all 'altezza del nostro Paese"

Giorgio Napolitanoe la legge elettorale

P e r R e n z i l a d e c a d e n z a d i S i l v i o B e r l u s c o n i n o n c o m p o r t e r à l a c a d u t a g o v e r n o . M ap e r i l s i n d a c o d i F i r e n z e s e r v e u n a l e g g e e l e t t o r a l e p e r c u i c h i g o v e r n a è p e r c i n q u ea n n i r e s p o n s a b i l e : m a i p i ù l a r g h e i n t e s e e q u e s t o n o n s i g n i f i c a e s s e r e c o n t r o i l g o v e r -n o , m a i l s i s t e m a v a m o d i f i c a t o e n o i d o b b i a m o e s s e r e c u s t o d i d e l l ’ a l t e r n a n z a ” .

“Abbiamo bisogno di ripren-dere in mano un progetto del futuro all'al-tezza del nostro Paese”. Lo ha detto ilsegretario del Pd, Guglielmo Epifani, alsuo intervento alla Leopolda, il meetingdi Matteo Renzi. “Il paese deve fare unascelta, cambiare e tirarsi fuori o galleg-giare. Bisogna guardare avanti, fuggireanche dalla miseria di un confronto poli-tico quotidiano dal quale vorrei per primosfuggire", ha continuato il leader demo-cratico dal palco della Leopolda, sottoli-neando che per uscire da una crisi econo-mica e istituzionale "c'è bisogno di unprogetto" e di "guardare avanti. Quandohai la moneta forte, non puoi consentireun'evasione fiscale come quando avevi lamoneta debole. Con la moneta forte deviabbassare le tasse sul lavoro e favorire gliinvestimenti. Se lavoro e investimentisono le cose che ci mancano oggi nonpossiamo continuare a tassare le cose checi mancano. La crisi sta dividendo ilPaese. Quando parliamo di dieci punti diPil in meno e otto in meno di consumisono medie, ma non ci raccontano lacomplessità dei problemi di questo

Paese: c'è chi ha perso tutto il reddito e chiinvece è andato avanti”. L'Italia ha "unsistema istituzionale in permanente e infi-nita transizione e un sistema politico fattodi partiti e movimenti a carattere perso-nale. E allora si capisce perché siamonelle difficoltà in cui siamo. Se dovessiscegliere un nome per il futuro, secondolo slogan di questo nostro incontro, sce-glierei libertà intesa come libertà di scel-ta. Dobbiamo recuperare la libertà, comelibertà di scelta, soprattutto per le nuovegenerazioni. Solo quando questa torneràin campo, ci sarà un futuro certo edimportante per le nuove generazioni che,a differenza della mia, non trovano più unlavoro".

Una ritiratastrategica può anche servire a ridurreun fronte troppo esteso ed a ricompat-tare un esercito mal distribuito su lineelunghe. Ma, come sanno quanti stu-diano l’Italia della Seconda guerramondiale, le ritirate strategiche sonosempre la conseguenza non di una vit-toria ma di una sconfitta. In politicavale la stessa considerazione. Loavrebbero dovuto sapere quantihanno salutato come ricompattamen-to della maggioranza il passaggiodalle larghe intese alle intese piùristrette che si è verificato in occasionedell’ultimo voto di fiducia al governoLetta-Alfano. E hanno commentato lariduzione dei consensi della coalizionegovernativa non come un segnale diindebolimento ma coma la fine delventennio berlusconiano e come ilsanto parricidio compiuto ai danni delCavaliere da parte dei suoi seguaciconvertiti alle ragioni di una destrapresentabile, moderna ed europea.Oggi si scopre che il passaggio dallaintese larghe a quelle più ristrette com-porta come conseguenza la precarietàdell’Esecutivo. Che è diventato perico-losamente molto simile a quello del2006 di Romano Prodi, che si reggevasui voti dei senatori a vita e cherischiava di affondare ad ogni passag-gio parlamentare. Con la differenzache mentre il governo Prodi potevacontare su un Partito Democraticosostanzialmente compatto, quello diEnrico Letta si ritrova ad avere unasinistra in cui giorno dopo giorno si vadelineando una maggioranza decisa aportare alla segreteria del partito l’uo-mo che da due anni a questa parte è incampagna elettorale per la propriacandidatura a Premier. Il governodelle strette intese, in sostanza, nonpuò neppure sperare nel sostegno del-

l’ultima infornatadi senatori a vita realizzata da GiorgioNapolitano proprio per questo scopo.Perché gli elementi di debolezza che locaratterizzano, dalla spaccatura delPopolo della Libertà a quella di SceltaCivica fino all’interesse di MatteoRenzi di usare la segretaria per fare lescarpe a Letta, sono sempre più forti epressanti. E hanno trasformato l’unicasoluzione politica per una legislaturanata sotto il segno dell’impossibilità diformare maggioranze omogenee inuna sorta di morto che cammina versolo scontato esito delle elezioni antici-pate. A rendersene conto per primo èproprio l’artefice della trovata emer-genziale delle larghe intese, cioèGiorgio Napolitano. La decisione irri-tuale di tenere al Quirinale una riu-nione di maggioranza per studiare lemodifiche da apportare al Porcellumper non ritrovarsi con una legge elet-torale bocciata dalla CorteCostituzionale, indica che ilPresidente della Repubblica ha capitobenissimo che la sorte dell’Esecutivo èormai segnata. E che ormai non ci siapiù altro da fare che trovare un’intesaal minimo sulla nuova legge elettoraleprima di passare ad una inevitabileverifica elettorale nei primi mesi delprossimo anno. La consapevolezza delCapo dello Stato dovrebbe creare unaidentica consapevolezza tra i respon-sabili delle diverse forze politiche.Perché se la priorità non è più la tenu-ta del governo ma il ricorso alle ele-zioni anticipate, i comportamenti deipartiti e delle componenti dei partitistessi dovrebbero cambiare radical-mente. Chissà se questa banale consi-derazione avrà qualche conseguenzain un centrodestra dove nessuno ha unvoto personale e tutti sono sempreandati al traino di Berlusconi?

*Arturo DiaconaleDirettore L’Opinione

dalla nostra redazione ROMANA

DI ARTURO DIACONALE*

“Il paese deve fare una scelta, cambiare e tirarsi fuori o galleg-giare. Bisogna guardare avanti, fuggire anche dalla miseria di unconfronto politico quotidiano dal quale vorrei per primo sfuggi-re", ha continuato il leader democratico dal palco della Leopolda,sottolineando che per uscire da una crisi economica e istituziona-le "c'è bisogno di un progetto" e di "guardare avanti.

campionato serie a

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

4 speciale

“Un'idea fanta-stica che aiuterá gli studen-ti ad imparare l'italiano”.Gli insegnanti commentanocon soddisfazione la notiziadella distribuzione de LaGente d'Italia nelle scuole.Nonostante il poco tempo‚a disposizione, la lingua émolto apprezzata.Molteplici sono anche leproposte di questi docentidi Montevideo. Nelle scuole elementariuruguaiane l'insegnamentodella lingua italiana é desti-nato agli ultimi due anni,nelle quinte e nelle sesteclassi. Gli alunni coinvoltihanno in genere tra i 10 edi 12 anni, anche se a volte‚”ci sono bambini piú gran-di ripetenti”.Da quest'anno, per via deitagli ai finanziamenti, éstato ridotto il tempo: si épassati da due ore settima-nali ad una sola” spieganoalcuni intervistati. Bisognaricordare che le ore scola-stiche sono in realtá di 45minuti: ‚ció incide sulladidattica, dobbiamo adat-tarci e fare il massimo nelpoco tempo a disposizio-ne”.Domenico Caperchionelavora da 6 anni in due isti-tuti a Montevideo: la scuo-la numero 56 nel quartiereCerrito e la 367 diCasavalle.“Avere un giornale in clas-se é un prezioso stimolo peravvicinarsi ad un lingua.Forse all'inizio gli allieviavranno alcune difficoltánel capire tutto, ma comun-que sia si tratta di un'ideafantastica” spiega il qua-rantenne professore di ita-liano.“A volte con i miei alunnifacciamo lezioni particola-ri, per esempio l'anno scor-so abbiamo portato a teatroPinocchio. Ecco, credo chenell'insegnamento di unalingua bisognerebbe inte-

grare un giornale, una rivi-sta o un libro”.Caperchione ammette chel'italiano é una lingua moltoapprezzata: “la studianocon voglia perché gli piacemolto: é evidente. Mi sor-prende che molti rifiutanol'inglese; a volte mi saluta-no nei corridoi e mi chiedo-no parole in italiano” rac-conta il maestro uruguaia-no.“Gli alunni sono rimastimolto contenti quandohanno saputo che avrannoun giornale italiano in clas-se” confessa Maria JoséAberasteguy, maestra dellascuola 93 nella zona norddi Montevideo. “L'italianonutre di grande interessedalla stragrande maggio-

ranza dei miei studenti, semi assento un giorno michiedono di recuperare lalezione. D'altronde tuttiabbiamo un pezzettod'Italia dentro”.Aberasteguy ha lavoratoper molto tempo nellascuola del quartiere BellaItalia: “abbiamo fatto lavo-ri bellissimi e molto coin-volgenti come ilFestivalbar ed il teatro. E’stata un'esperienza molto

emozionante dove hannopartecipato tutti, anche igenitori”. La docente pro-pone di ‚”selezionare lescuole offrendo ulteriorimateriali in italiano agliistituti piú virtuosi‚”datoche siamo penalizzati dalpoco tempo a disposizio-ne”.Claudio Conti insegna adun centinaio di alunni inquattro classi della scuola16 del quartiere Palermo.‚”Avere un quotidiano inclasse é molto importanteperché consente di lavorarecon il cosiddetto materialeautentico da affiancare ailibri di testo”. Conti, nellasua esperienza decennalenella didattica, raccontache giá in passato aveva

sperimentato un progettosimile: ‚”portavo laGazzetta dello Sport inclasse visto il grandeamore per il calcio cheabbiamo in questo paese.Gli studenti erano moltocontenti, il calcio é unascintilla che puó sviluppa-re interesse verso la lettu-ra e la scrittura. E anche

per questo che sono con-vinto che La Gente d'Italiaaiuterá i ragazzi ad impara-re l'italiano.L'insegnante veronese pro-pone ulteriori forme di col-laborazioni tra il giornale ele scuole. “Si potrebbe fareun laboratorio di scrittura.Un quotidiano, con tutte lesue competenze, potrebbeprofessionalizzare questaidea apportando molto airagazzi”. In seguito scom-

mette sulle nuove tecnolo-gie: “alcune scuole stannoaprendo dei blog con gran-de partecipazione deglialunni. C'é chi scrive sem-plici impressioni sui quar-tieri e chi pubblica veri eproprio lavori scolastici”.Piú di 500 alunni in cinquescuole del Prado ricevonole lezioni di CarmelaAplito, la quale dichiara:“Un quotidiano é un pre-zioso collegamento con lostudio di una lingua,

potremmo prendere qualco-sa dagli articoli per spiega-re cose semplici. Ricordoche in piú di un'occasione ibambini mi portarono unacopia de La Gente d'Italia,sono sicura che sarannomolto contenti di ricevere ilgiornale”.La maestra, figlia di saler-nitani, insegna da 8 anni econosce bene anche altrerealtá piú periferiche: “ilnostro lavoro consiste piúche altro in un approccio

alla lingua e alla culturaitaliana per via del pocotempo. Inoltre, ci sonozone un po' difficili condelicate condizioni socioe-conomiche. Insegnare noné mai facile”.La Aplito afferma di punta-re molto sui materialiaudiovisivi ed in particola-re sulla geografia.‚”Vogliono imparare i nomidelle cose piú comuni, ingenerale l'italiano é unalingua che piace nonostan-te non arrivino a produrremolto. Avremmo bisognodi piú tempo per elaborareulteriori progetti di collabo-razione con il quotidiano;potrebbero partecipare glistudenti piú bravi, é unasfida per migliorarsi”.Tuttavia, l'insegnanteammette: “Quasi tutti gliallievi hanno antenati ita-liani, eppure molti nonconoscono nientedell'Italia. Dobbiamo fareun gran lavoro”.“Il giornale potrebbe inclu-dere pagine piú attrattiveper gli alunni, penso adesempio ai fumetti”propo-ne Isabel Mantrana, mae-stra in 4 scuole tra le zoneBuceo e Punta Gorda.Ana Maria Lolli, ispettricedell'Anep (AdministraciónNacional de EducacciónPública) per la lingua italia-na nei licei, spiega: “avereLa Gente d'Italia nellescuole é molto importantenon solo per i bambini maper tutta la comunitá. Ladiffusione del giornalebeneficia tutti”. La Lolli siaugura che questo progettopossa crescere: “sarebbemolto interessante poter sti-pulare altri accordi, ci pia-cerebbe che il quotidianoarrivasse anche nei licei enei 23 Centri di LinguaStraniera in Uruguay per-ché ci informa sulle notiziedall'Italia ed allo stessotempo é un canale comuni-cativo fondamentale per lacomunita italiana di questopaese”.

Matteo Forciniti

speciale scuolePER GLI GLI INSEGNANTI "E'UNA IDEA FANTASTICA CHE AIUTERÁ GLI STUDENTI AD IMPARARE L' ITALIANO"

nelle scuole elementari

uruguaiane l'insegnamento

della lingua italiana é

destinato agli ultimi due

anni, nelle quinte e nelle

seste classi.

DI MATTEO FORCINITI

Ana Maria Lolli, ispettrice dell'Anep (Administración Nacional de Educacción Pública):"Ci piacerebbe che il quotidiano arrivasseanche nei licei e nei 23 Centri di Lingua Straniera in Uruguay"

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

5speciale’

LETTERE

porta-segue dalla prima

brovetto-segue dalla prima

Sempre attenta alla nostra collettività.Una maniera viva per interessare iragazzi alla lingua italiana. Di modo dafar conoscere ciò che sta succedendo

nel mondo, da un punto di vista diffe-rente. La realtà contemporanea, i cam-biamenti… Insomma un modo perchéentrino a far parte del mondo, con tutte

le sue problematiche e le sue comples-sità. Purtroppo c’è un livello di disinte-resse preoccupante tra i giovani, macredo che con i giusti input la situazio-

ne possa cambiare. E questo mi sembrauno di quegli input”.

Dimostrando che i giornali all’esteronon sono orpelli del passato, ma stru-menti per il futuro. Che attraverso lenuove tecnologie arrivano ai più giova-ni. Alla collettività di domani. Sevogliamo dare un futuro all’Italia, aigiovani e alle comunità italiane all’e-stero, sono questi i progetti su cui dob-

biamo puntare. Su cui lavorare insie-me. Mi pare che solo se andiamo ascuola, se arriviamo con l’Italia e l’ita-lianità nelle scuole, potemmo costruirele basi per un rapporto più solido tral’Italia e le comunità all’estero. InItalia il giornale arriva in classe, manon ci arriva la storia dell’emigrazio-ne. Ho da poco presentato un progetto

di legge che si occupa proprio di farconoscere ai ragazzi la realtà dell’emi-grazione durante le ore di lezione. Eprevede un interscambio tra scuole inItalia e all’estero. Gemellaggi, canalidi comunicazione dedicata. Un pontetra gli oceani che ci separano. Sonocerto che questo progetto di Gented’Italia ben potrebbe complementare il

mio progetto di legge. Un canale dicomunicazione in più che attraversi ledistanze e avvicini gli italiani di tuttoil mondo. Tutti i miei auguri e i mieicomplimenti a Gente d’Italia che anco-ra una volta si distingue dagli altri conun’iniziativa coraggiosa, com’è giàstato per il “panino” con LaRepública”.

Estimados,Una excelente noticia. Al Sr Director y atodo el equipo de La Gente d' Italia con-gratulaciones por vuestra magnifica ini-ciativa en favorecer el idioma y la culturade Italia en Uruguay. Desde Italia lesmando un afectuoso saludo

Ing. Mario Mattiussi----------------------------------------Gentile Direttore,

Ho letto dell’ accordo con il CASIU per fararrivare il giornale nelle scuole di tutto l’Uruguay. Veramente ci voleva! Lei ed ilSuo staff stanno facendo un ottimo lavorodi diffusione della Lingua Italiana in que-sto paese. Complimenti!Riceva i miei saluti da Tacuarembo’.

Marta M. Ambrosini

E s t i m a d o s : m e p a r e c e u n a

e x c e l e n t e i n i c i a t i v a .

A t e n t o s s a l u d o s ,

A l i c i a C a l z o l a r i

A s s o c i a z i o n e M a r c h i g i a n i .

----------------------------------------

A m i g o s d e G e n t e d ' I t a l i a :

re c i b a n m i s f e l i c i t a c i o n e s p o r

l a c o n c r e c i ó n d e u n e s f u e r z o

q u e s e r á m u y ú t i l p a r a e l d e s a r -

ro l l o d e n u e s t r a c u l t u r a .

R e c i b a n m i s a f e c t u o s o s s a l u d o s

D r a . M y r n a Q u e i r o l o

A g . C o n s . H . d e R i v e r a

----------------------------------------

C O M P L I M E N T I P E R L ` I N I Z I A -

T I VA

I VO S T R I S F O R Z I P E R L A D I F -

F U S I O N E D E L L A L I N G U A I TA -

L I A N A S O N O U N S U C C E S S O .

Q U E S TA N U O VA S P E R I E N Z A

S A R A U N S U C C E S S O . M I

D I S P I A C E C H E N O N C I S I A

P I U I N F O R M A Z I O N E S U L L A

R E A L TA D I Q U E L L I C H A S T I A -

M O L O T TA N D O C O M E V O I

A L L ` I N T E R N O D E L L Ù R U G U AY

S E N Z A S U S S I D I , S E N Z A A I U T I ,

M A P O R T I A M O AVA N T I U N A

S O C I E TA C O N 5 0 0 S O C I C H A

S A N N O M O L T O B E N E C H E I

N O S T R I S F O R Z I S O N O P E R

P R O T E G G E R E L A L I N G U A D E I

L O R O AV I .

C O N U N F I T TA P R O G R A M M -

Z I O N E C U L T U R A L E , P U I

I N T E N S A C H E Q U E L L A

D E L L ` I S T I T U T O I TA L I A N O D I

C U L T U R A , S E N Z A S P O N S O R ,

C O N L ` E C O N O M I A D E L L O

S T E C C H I N O , L A N O S T R A

A R M A , C E L A FA C C I A M O . P E C -

C AT O C H E T U T T O M U O R E I N

Q U E S T O D E PA R TA M E N T O . S O

T U T T O Q U E L L O C H E S U C C E -

D E N E L L E A S S O C I A Z I O N I

R E G I O N A L I C H E H A N N O I L

S U S S I D I O D E L L E L O R O

G E R I O N I , M A L A N O S T R A È L A

S O C I E TA I TA L I A N A , S E N Z A

D I V I S I O N I , P E R T U T TA L ` I TA -

L I A E P E R T U T T I G L I I TA L I A N I

S E N Z A D I S T I N Z I O N I

G R A Z I E E C O M P L I M E N T I .

M A R I U C C I A P I C E D A

P r e s i d e n t e d e l l a S o c i e t à

I t a l i a n a d i C a r m e l o

esposito-segue dalla prima

Il giornale , con un pizz ico difantasia e di sogno, comesurroga to d i un l i b ro d it e s to . Ancora uno daaggiungere a que l l i sce l t ida l corpo in segna te . Unasplendida occas ione anched i agg iornamen to . Unmomento di cul tura per farecul tura, i l tentat ivo di ren-dere la s tessa più corposa,patr imonio degl i s tudent i . Ragazzi , a voi . Godeteveloi l giornale , s fogl iate e leg-gete anche i l nostro, “Gented’I tal ia”. Potete farvi un’i-dea di cos’è i l g iornal ismo,pro fe s s ione a f fa sc inan te ,desiderata, forse oggi menor i spe t to ad a l t r i t emp i .Quel l i del la grande avventu-ra giornal is t ica. Veniamo davoi , s ie te pregat i di acco-gl ierci con at tenzione e pas-s ione, soprat tut to nel vostroin t e res se , amic i s tuden t i .Noi s iamo con voi . I l g iornale è la v ia più brevedagl i occhi al cuore. Leggi ,memorizz i , e le parole , lef ras i , i t i t o l i , t i re s tanoimpressi negl i occhi e nelcuore . I l g iorna le dà i l

buong iorno a l ma t t ino eaccompagna ognuno di noine l la ma t t ina ta . Po i?Diventa cartastraccia; v iveun g iorno a l mass imo epun to , i l quo t id iano .Questo, i l vostro e i l nostrog iorna le , dovrebbe e s sereper voi un prezioso, insost i -tu ib i l e s t rumen to .Innanzi tut to perché cont ienei p ro fumi e i sapor idel l ’ I tal ia . Le spezie odoro-se e intense del la terra deivos t r i nonn i e de i nos t r ipadri . Li sent irete più vici -ni , vostr i , a portata di cuoree di naso, i profumi, i sapo-ri , le spezie d’I tal ia . “Gented ’ I ta l ia” rappresen ta , ne lsuo grande piccolo, i l patr i -monio cul turale dei vos tr imerav ig l io s i “Vecch i” .So f f e rmandov i su t i t o l i ,ar t icol i e fo to , avrete p iùv ic ine l ’ I ta l ia e l e vos t reradici . Che sono anche lenostre , ovvio. Cari ragazzi , s ie te pregat idi credere al le nostre parolee al la fras i , agl i ar t icol i ,a l l e s to r i e , ag l i aneddo t iche andrete a leggere tut t i i

g iorni: saremo tut t i p iù v ic i -ni , meno disuni t i , legat i daun comune sent ire e dal sen-t imento comune. Quel lo diessere i tal iani , anche perchér i t en iamo d i po te r dare(speranza, convinzione, i l lu-s ione) un contr ibuto concre-to , non r is ibi le , al processodi apprendimento del la l in-gua d i Dan te , da par t evostra. Intanto, buon iniz ioe buona le t tura. Aspet t iamole vostre domande, ben l ie t ie fe l ic i di poter soddis farequals iasi curiosi tà e di darerisposte ai dubbi . Tenace e resis tente , i l g ior-nale combatte l ’aggressionemic id ia le de l la te lev i s ionecannibale . No sof fre l ’ inci-s iv i tà del le zanne, è vero,ma è sempre l ì , a dispet to dichi cont inua ad operare sulg iornale tagl i , r id imens io-namenti , f rut to di pol i t icheche discendono dal la cr is ieconomica. Quel la che vienedef ini ta la cr is i del la cartastampata. Inteso nel s igni f icato tradi-z ionale del termine, i l g ior-nale è sot toposto in quest i

tempi ad un autent ico accer-ch iamen to . L’on l ine equant ’a l t ro . Una concor-renza formidabi le . Mortale ,nel nome del progresso, nonsolo tecnologico. Sent i dire ,i l mondo cammina, e questaè una veri tà , mentre i l g ior-na le è f e rmo , b locca to ,quas i rassegnato a sub i reg l i e f f e t t i de l l ’as sed io incorso ormai da qua lcheanno . A f f rancars i da l lascon f i t ta , ques ta dovrebbeessere la reaz ione , po iin t e r rogars i : sapp iamocome farl i i g iornal i , sap-piamo cosa vuole i l le t tore ecosa darg l i? I g iorna l idovrebbero operare in dire-z ione di un totale cambio dipel le . Chiedere, capire , sce-gl iere . E cambiare. I l g iornale , i l g iornal ismo, ig iorna l i s t i . Mond i d i unostesso unico mondo sanno difascino e pure di mistero.Fare i l g iorna l i s ta è i lsogno di molt i . Fare i l g ior-nal is ta “è megl io che lavo-rare”, assicurava un grandemaestro di questa professio-ne , be l l i s s ima , ogg i però

mol to meno d i un t empo .Resis te i l potere d’at trazio-ne del “mest iere”, mancanoperò l e oppor tun i tà . Leoccas ion i sono sempremeno . “Gen te d ’ I ta l ia” ,tut t i i sant i giorni , prova adandare con t rocorren te . C iprova e non è det to che sem-pre r iesca a centrare l ’o-biet t ivo. Tent iamo, ecco, enon les iniamo gl i s forzi . Noida ogg i ne l l e s cuo ledel l ’Uruguay, in 500 scuole ,anche per fornire ut i l i in for-mazioni sul l ’at t iv i tà giorna-l is t ica. Tracce, indicazionidi percorso, e al tro. Al trocosa? I contr ibut i essenzial iper i l raggiungimento del lap iena corre t ta conoscenzadel la l ingua i tal iana; i con-tenut i e le puls ioni del l ’at t i -v i tà g iorna l i s t i ca , i suo imeccanismi , i suoi segret i ;noz ion i e conce t t i su l lamodern i z zaz ione de l l i n -guaggio. In s intesi , in unafrase da t i tolo senza biso-gno di occhiel lo e somma-r io , “ fare cu l tu ra tu t t iinsieme”. Voi , i vostr i inse-gnant i , noi .

L La lingua italiana èaria che cammina, sospesa eavvolgente, come il primotepore dell’incipiente estate.Per le vie di Montevideo edell’Uruguay la incontri e larespiri. Entra nelle case.Parola diffusa, staziona rare-fatta agli angoli delle strade.È ambiente, natura, paesag-gio, insinuata in ogni dove. Èmusica che cerca interpreti ene trova sempre di più, anchese – come dicono gli studiosi– è una lingua di armonie mapiù rigida, meno flessibile,rispetto allo spagnolo.Ci fu un tempo in cui la lin-gua italiana era anche linguapopolare nell’Uruguay, com-

presa e usata da molti, parla-ta dagli intellettuali assiemeall’idioma di Cervantes, dif-fusa negli angiporti dellaCittà vecchia e nei nuoviquartieri, urlata dai canalli-

tas che sciamavano per lestrade vendendo i giornaliitaliani stampati e diffusi findall’Ottocento e che, con fer-vore missionario, avevanoproprio lo scopo di preserva-re l’italianità, difendere ediffondere la lingua portatad’oltremare, svolgere ancheun ruolo cruciale nella for-mazione dell’opinione pub-blica locale a favore degliimmigrati.Nella stessa scia e con lestese finalità si pone l’iniziati-va di “Gente d’Italia”, unodei pochi quotidiani in linguaitaliana fuori dall’Italia, cheora si farà ambasciatore d’i-talianità tra gli studenti uru-guayani e, in particolare,strumento didattico per l’ap-prendimento di quella linguache si materializza, viva e

attuale, nelle parole stampatesulle sue pagine.Non finisce mai di sorprende-re Mimmo Porpiglia direttoredel quotidiano italiano diMontevideo. Ma sorprendereè tipico dei visionari. Per ilsuo giornale, che mantiene il

legame tra immigrati e italo-discendenti con la Patria d’o-rigine, ha scommesso sull’al-tra sponda del Plata e tutti glidavano del matto. Ha resisti-to e ha vinto. Potrebbe accon-tentarsi dello spazio occupa-to, non lo fa e rilancia con

questa iniziativa, portando ilsuo giornale nelle scuole,laddove si formano i nuoviuruguayani: alcuni potrannotrovare nella lingua italianal’occasione per riscoprire eravvivare le proprie radici,altri, semplicemente, cogliere

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

6 attualita’

un paese capace di concepire prodotti, tecnologie e proget-ti innovativi, di produrre arte e cultura e di attirare imprese,tecnici, artisti, e ricercatori vedrà naturalmente promossol’uso della sua lingua, perché imparare questa lingua risul-terà utile agli altri cittadini per realizzare i propri obiettividi sviluppo. il posto dell’italiano nel mondo, oltre che dalsuccesso di un programma di promozione linguistica o dallaforza di un accordo politico, dipenderà dunque in larga parteanche dalla capacità del nostro paese di crescere economi-camente e culturalmente e di contribuire in questo modoalla crescita economica e culturale degli altri paesi.

Perché l'Italiadeve promuovere la "sua" lingua

nella stessa scia e

con le stese finalità si

pone l’iniziativa di

“Gente d’italia”, uno

dei pochi quotidiani

in lingua italiana

fuori dall’italia, che

ora si farà

ambasciatore

d’italianità tra gli

studenti uruguayani

DI PANTALEIONE SERGI

L'idea visionaria di parlare italiano

Dario Camirotti-Società Italiana di Flores“L’iniziativa di Gente d’Italia,distribuire i giornali gratuitamente a tuttele scuole elementari del Paese, è davvero unprogetto importante e personalmente misento orgoglioso come italiano in Uruguay.Sappiamo che i fondi per la promozionedella lingua e della cultura italiana sonosempre meno e che per l’Italia è difficileportare avanti i progetti a cui abbiamofatto l’abitudine nel corso degli anni.Sapere che un’impresa, un giornale, decidedi impegnarsi in prima persona per diffon-

dere la nostra bellissima lingua è una noti-zia meravigliosa. Noi a Flores da quandoGente d’Italia invia i giornali a tutte leassociazioni del Paese, portiamo gli esem-plari del quotidiano a scuola e le nostreinsegnanti li usano per fare lezione.Contare con più esemplari, specificamentediretti all’insegnamento sarà ancora piùutile. I nostri oltre 450 studenti ne sarannoentusiasti. Da noi abbiamo iniziato ancheun progetto pilota per l’insegnamento del-l’italiano all’asilo, presso la Escuela 41República Italiana”.

Ci fu un tempo in cui la lingua italiana era anche lingua popolare nell’Uruguay, compresa e usata damolti, parlata dagli intellettuali assieme all’idioma di Cervantes, diffusa negli angiporti della Cittàvecchia e nei nuovi quartieri, urlata dai canallitas che sciamavano per le strade vendendo i giornaliitaliani stampati e diffusi fin dall’Ottocento e che, con fervore missionario, avevano proprio lo scopo dipreservare l’italianità, difendere e diffondere la lingua portata d’oltremare, svolgere anche un ruolocruciale nella formazione dell’opinione pubblica locale a favore degli immigrati.

segue

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

7attualita’

Una forza espansivaL’espansione planetaria dell’inglesenon avviene per via di contatto fisico, ma sideve anche e soprattutto alla funzionalitàcomunicativa, alla diffusione immaterialeattraverso la trasmissione di spettacoli cine-matografici o musicali, al prestigio e allamoda. Anche l’italiano ha una forza espansi-va, che non consiste solo nei rapporti direttientro il bacino del Mediterraneo o nella zonadei confini di terra. Nel 1987 è stata pubblica-ta un’indagine, realizzata dall’EnciclopediaItaliana, sulle motivazioni allo studio dell’ita-liano nel mondo. Dopo aver valutato le rispo-ste a un questionario che il Ministero degliAffari Esteri aveva inviato alle rappresentan-ze diplomatiche all’estero, l’indagine ha con-cluso che i motivi fondamentali per cui si stu-dia l’italiano sono tre: "il suo destino di gran-de lingua di cultura, il suo destino di linguache si appoggia a una economia, nonostantetutto, in grande espansione, il suo destinocome lingua delle comunità italiane all’este-ro. Questa prospettiva lascia intravedere chel’italiano è studiato per motivi professionalima anche per libera scelta, e da persone rela-tivamente avanti negli anni, oltre che da stu-denti. Che l’italiano sia una lingua di cultura,per il suo presente e per il suo passato, è bennoto: dal Trecento al Cinquecento la letteratu-ra e la cultura letteraria e intellettuale italianesono state largamente esportate all’estero,dalla Francia all’Inghilterra, dalla Spagna almondo di lingua tedesca e oltre. Un primomotivo del successo dell’italiano era dunqueche in italiano erano scritte la DivinaCommedia, il Canzoniere, il Decameron,l’Orlando Furioso, la Gerusalemme Liberata,e altre opere, fortunate come il Cortegiano delCastiglione. I testi letterari diffondevano laconoscenza della lingua tra coloro che pote-vano leggerli nell’originale, o almeno quelladella cultura, tra quanti accedevano alle tra-duzioni. Fuori di un interesse specificamenteletterario, l’italiano era lingua largamente notanel mondo degli artisti: non c’è artista euro-peo che, nel Rinascimento e oltre, non abbiafatto il suo soggiorno di apprendistato aVenezia o a Roma. Ancora, nel Medioevo enel Rinascimento le università italiane, e par-ticolarmente quelle di Padova e Bologna,richiamavano studenti transalpini in grannumero, tra i quali filosofi e scienziati comeNiccolò Cusano (1401-1464), che studiò aHeidelberg e a Padova, o Nicola Copernico(1473-1543) che frequentò le università diCracovia e Bologna. E anche oggi l’italiano èlingua largamente nota a chi si occupa di artifigurative. Anche più lunga, poi, è stata l’inci-denza dell’italiano nella musica (in molte lin-gue la terminologia musicale è ricavata dipeso dall’italiano); e di qui viene l’immaginetradizionale dell’italiano come lingua musica-le. Senza trattenerci su una tematica com-prensibilmente molto vasta, ancora oggi èimportante, fra le tante e qualche volta deplo-revoli forme del turismo, il turismo colto, chesceglie l’Italia come una delle sue mete prefe-rite. L’italiano come lingua del lavoro, degliaffari e dell’economia ha pure un suo ruolonon secondario; e non sempre può essere sop-piantato da quella lingua franca che è l’ingle-se. Industria e commercio sono un potentecanale di comunicazione internazionale; e quiricordiamo, perché è un’attività economica-mente notevole che si collega all’aspetto cul-turale, l’importanza degli stilisti, che fannodella moda uno dei motivi per cui l’Italia è piùnota nel mondo.

l’opportunità di apprendere unalingua, testimonianza di antica enuova civiltà, che in tempi di glo-balizzazione può tornare più cheutile.Il legame tra stampa d’emigrazio-ne e lingua italiana, come è noto,è scontato quanto indissolubile.Giornali italiani, con registri lin-guistici diversi, sono nati findall’Ottocento ovunque gli emi-grati andassero a cercare fortuna.Avevano il compito di informarenella lingua madre e aiutare chi sitrovasse in difficoltà. La fasecalante di questa stampa iniziòcon gli anni Sessanta delNovecento. I media “italici” delsecondo dopoguerra persero alcu-ni degli obiettivi iniziali e il gior-nalismo in lingua italiana all’este-ro ha assunto nuove funzioni. Tracui – come ribadito nella risolu-zione finale della “Conferenza deiGiovani italiani nel mondo”, svol-tasi a Roma nel dicembre 2008 –

«tutelare e alimentare il sentimen-to di italianità nel mondo e dareun senso alle radici che ci leganoin modo così profondo». Cosa che

si può fare solo tramite giornali diqualità, che utilizzino la linguaitaliana “in purezza”, nel nostrocaso senza spagnolismi se nonproprio essenziali e insostituibili

da parole italiane. Cosa che, inquesti anni, hanno fatto soltantopochi giornali italiani all’estero,tra cui “Gente d’Italia”, frutto diprofessionalità e non di volontari-smo che, sebbene apprezzabilenello spirito, si è tradotto spesso indeleterio dilettantismo.Il progetto del Casiu e di “Gented’Italia”, che prevede anche dipromuovere il giornalismo scola-stico cartaceo e online medianteun concorso, diventa dunque unaleva decisiva per far diventare ita-lianità vissuta e praticata quellache oggi si presenta come latenteo di passaporto. L’idea di portareil giornale nelle scuole di per sénon è una novità. In Italia, piccolee grandi testate, lo fanno da anninell’intento di avvicinare le giova-ni generazioni alla lettura del quo-tidiano cartaceo. Per la stampaetnica esso costituisce, invece,un’occasione, unica e non di pococonto, perché gli scopi che si pre-

figge, mediante la diffusione di 12mila copie, sono plurimi e quellodi promuovere la lingua e la cultu-ra italiana assume valenze ecce-zionali per i tempi, i modi e l’im-patto prevedibile.I grandi direttori (ne cito soloalcuni: Giuseppe Anfossi, LuigiDesteffanis, Giovacchino OdiciniSagra, Salvatore Nicosia, ArturoPozzilli) dei grandi giornali delladiaspora italiana in Uruguay,sono stati anche letterati e hannocontribuito alla salvaguardiadella lingua e della cultura d’ori-gine come il bene più prezioso. Aun secolo di distanza, anche manon solo per l’iniziativa ora messain campo, questo quotidiano puòritenersi legittimamente erededella loro grande opera di tutelalinguistica e identitaria. I risultatiraggiunti giustificano anche leaspettative visionarie.

il legame tra stampa

d’emigrazione e

lingua italiana, come

è noto, è scontato

quanto indissolubile.

Giornali italiani, con

registri linguistici

diversi, sono nati fin

dall’ottocento

“Il CASIU altro non èche un ente gestore uruguayanocon personalità giuridica, unorganismo che la collettivitàdovrebbe conoscere meglio. Sitratta di un ente che gestiscefondi inviati dall’Italia attraversoun accordo di cooperazione (traItalia e l’Uruguay ovviamente).Un accordo che ha riguardatoinizialmente solo i nostri rispetti-vi governi e che si sottoscriveogni due anni con i rappresen-tanti del Consiglio dell’educa-zione Primaria. Il nostro compitoè quello di destinare i fondi alleattività stabilite nello statuto.Principalmente alla diffusione eall’insegnamento della lingua edella cultura italiana. E non soloa Montevideo, ma in tuttol’Uruguay. Cercando di concen-trare il nostro operato nelle scuo-le pubbliche in contesti disagia-ti”.Siamo a casa di MarceloGioscia, noto avvocato uru-guayano, esperto tanto in mate-ria penale quanto civile e costitu-zionale, già presidente e segreta-rio della Sociedad Italiana LasPiedras,In termini concreti, come si

utilizzano i fondi del CASIU?

“Il CASIU paga i professori coni contributi del governo.Contrattiamo i docenti e il lorocontratto dura per il tempo in cuisi svolgono le lezioni. Sono inse-gnanti per la maggior parte uru-

guayani e la loro formazione nonha nulla a che vedere con quelladei docenti comuni. Devonoaver ottenuto dei certificati di uncerto livello ovviamente e si pre-diligono i Plida, la carriera acca-demica o universitaria non c’en-tra, si cerca semplicemente unbuon livello di formazione”.Quindi non si tratta di inse-

gnanti tuot court e tantomeno

di insegnanti italiani?

“No, questi sono professionistidi tutto rispetto, ma anche inse-gnanti di passione, che non lavo-rano full time, ma solo alcuneore la settimana. Abbiamo inve-stito molto nella loro formazio-ne, tanto che c ’è stato persino unprogramma di formazione realiz-zato in collaborazione con la CàFoscari, approfondimenti perquanto riguarda la didattica e laglottodidattica. Per raggiungeretutto il Paese si è suddivisol’Uruguay in zone regionali a cuisi destinavano i diversi tutor”.Deduco quindi che non contia-

te con insegnati provenienti

dall’Italia, ma visti i tempi

attuali mi viene spontaneo

chiederle se sarebbe pensabile

assumere degli italiani, anche

se magari con un contratto

locale.

“In teoria non vedo ostacoli allasua proposta, ma sicuramentesarebbe necessario parlarne conle altre autorità del CASIU. Nonsi potrebbero comunque guada-gnare stipendi favolosi visti ifondi a disposizione e bisognatenere in considerazione cheabbiamo ereditato un corpodocente che non si può smantel-lare dall’oggi al domani”.Con i fondi ridotti riuscite ad

offrire lo stesso servizio?

“Ci si prova. Siamo molto soddi-sfatti di essere ancora e nono-stante tutto, coloro che contanocon più studenti in Uruguay:erano 14.000 fino a qualcheanno fa e ora sono 12.000, moltomeglio che Dante e IstitutoItaliano di Cultura. A suo tempogli insegnanti erano 60 e orasono appena 40, mantenere lostesso numero di corsi è pratica-mente impossibile. Rispetto aitagli esorbitanti del 2012, que-st’anno le cose vanno un pochi-no meglio, ma comunque c’è dafaticare e trovare alternative.Cerchiamo di riunire le 2 ore dilezione in un solo giorno… […]Poter studiare una seconda lin-gua alle elementari non è così’automatico e non è affatto unapossibilità nei contesti più pove-ri.Ci può parlare delle tecniche

di insegnamento dell’italiano?

Sono attualizzate?

“Le teniche sono assolutamentemoderne. L’insegnamento vieneimpartito con metodi e program-

mi attuali, ad esempio ancheattraverso l’utilizzo delle ceibali-tas. A suo tempo, ormai sei annifa, si arrivò a stampare un libro“Il nostro italiano”. […]Quest’opera si usa in tutto ilPaese e ha rappresentato un’at-tualizzazione importante dell’in-segnamento dell’italiano. Oggic’è un altro progetto in ballo, sitratta di una nuova pubblicazio-ne con un editore italiano per lacreazione di un nuovo libro fattodai docenti del CASIU e da pro-fessori dell’Argentina e italiani.Che dovranno cedere i diritti alCASIU, si tratta di Scubimondo.Cosa spinge lei e il CASIU a

continuare questa lotta contro

i mulini a vento?“Lo faciamo perché il nostro

Paese, l’italia, è un grande Paesee ne dobbiamo essere orgogliosi,dobbiamo restituire in formaonoraria almeno una piccolaparte di quanto ci ha dato. Diquanto abbiamo ricevuto anchesolo in termini culturali. AlCASIU vogliamo continuare afomentare la formazione docen-te, rafforzando i vincoli con igiovani studenti, che hanno solodue anni di tempo per emozio-narsi e appassionarsi all’italiano.[...]Questo è il significato dellacittadinanza, che va molto più inlà del passaporto, della pizza,della pasta o della mafia.E’commuoversi cantando l’in-no… E sapendone il significato,è comprendere il tema garibaldi-no, andando aldilà del punto divista ideologico. Questi sono inostri principi e quelli che por-tiamo avanti”.

dalla nostra redazione di Montevideo

Marcelo Gioscia: “Bisogna continuare, seguiradelante e sostenere la bandiera italiana”

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L’’accordo che fir-merá Gente d’Italia con il

CASIU - che, vogliamo ricor-darlo vive grazie al contributodello Stato italiano - per la dif-fusione gratuita del quotidianonelle scuole elementari pubbli-che uruguayane dove si inse-gna l’italiano, è un progetto chepunta sui più piccoli. Sui bam-bini, che per la prima volta siavvicinano all’italiano e all’ita-lianità. Abbiamo scelto proprio loro enon gli studenti più grandi. Nonsolo per ragioni pratiche (l’ac-cordo di insegnamento è relati-vo appunto alle scuole elemen-tari) ma perché siamo ferma-mente convinti che il giornalesia uno strumento di conoscen-za che deve entrare nella cultu-ra della collettività italiana didomani. Il più presto possibile.Se la collettività va “svecchia-ta”, prima di tutto bisogna ali-mentarla. Fornirle quella linfavitale necessaria alla sua (ri)cre-scita e alla sua coesione.

Imparare l’italiano attraversol’Italia e le notizie italiane, perrendere i nostri piccoli studentipiù sensibili alle problematicheinternazionali, al mondo che licirconda nella sua diversità ecomplessità. Pensate che con ilgiornale, gli alunni iniziano colpraticare la lettura“attiva”,come la chiamano gli esperti,del mondo che li circonda. Siguardano attorno, osservano,forgiano le loro personali idee epoi incominciano a trinciaregiudizi. Insomma, formanopasso dopo passo quello spiritocritico che nella società dellacomunicazione (caratterizzatada un bombardamento mediati-co senza sosta) aiuta a discerne-re tra il genuino e l’artificioso.Avvicinandoli ai mezzi diinformazione sin dalla teneraetà, si facilita lo sviluppo diun’attenzione peculiare verso laricerca della verità, intesa comeanalisi dei fatti da più punti divista. La verità con le sue tantesfaccettature.Come giornale, siamo convintidell’importanza dell’informa-

zione libera e indipendente. Edella sua diffusione. Della ricer-ca della verità. Sempre e

comunque, anche se questoimplica il confronto continuo.Con chi vorrebbe imporre lasua di verità, personalissima einteressata. Innamorati dellanostra professione, vogliamotrasmetterne la specialità a chiper la prima si approssima alla

realtà giornalistica.Sperando che sipossa appassionare come noi aquesto mondo. Fatto di profes-sionisti, ma anche di scrittoriimprovvisati. Cosicché dopo lalettura attiva, il giovane lettorearrivi anche a pensare di volermettere per iscritto le sueimpressioni, la sua visione dellarealtà. Una coscienza della dif-ferenza. Inviando il nostroGente d’Italia siamo convintiche questi ragazzi potrannoimparare non solo l’italiano, masoprattutto l’importanza ditenersi informati, il piacere dileggere e di capire cosa gli suc-cede intorno.L’Italia, che per anni è stata unapprodo importante per moltiuruguayani in cerca di un futu-ro migliore, oggi versa in note-voli difficoltà. Ma può giocareancora un ruolo di spicco nelfuturo di queste giovani genera-zioni. Solo pochi anni fa, LaGente d’Italia ha organizzatoun corso di formazione peritalo-uruguayani che ha per-messo a due di loro (LeticiaBaz e Silvano Malini) di essereassunti al giornale. Certo, unbambino non penserà a questirisvolti, ma la conoscenza diuna lingua straniera è senzadubbio un patrimonio che nonha eguali. E in futuro può darealle nuove generazioni quel-l’opportunità in più. Ci rendia-mo perfettamente conto cheper un bambino l’approccio adun quotidiano in italiano è bendiverso rispetto a quello di unadulto. E che il “prodotto” habisogno di essere adeguato.Analisi economiche e questio-ne degli italiani all’estero, nonsaranno i loro argomenti prefe-riti. E’ così che abbiamo decisodicostruire per loro, solo perloro, uno spazio dedicato. Si

chiamerà “Forza Ragazzi”. Cilavoreremo senza grandi illu-sioni, ma con grande, grandissi-mo entusiasmo. Noi pensiamoche il gioco valga la candela edè per questo che abbiamo pro-vato a mettere in piedi una“redazione” ed una “testata”tutta per loro, per i ragazzi uru-guaiani che studiano l'italiano.Favole, racconti tradizionalidelle regioni italiane, con tantipiccoli “articoli” per stimolareil loro ingegno. Per avvicinarsiall’universo dell’informazioneattraverso la carta stampata.Anche se non tralasceremo lenuove tecnologie e prestopotremmo contare anche conun canale di comunicazionededicato via internet. Sì, anchevia web, per raggiungere tutti. Ilgiornale può essere, a buondiritto, uno strumento formati-vo. Spiegheremo come e quan-do é nato il giornale, le tappeche lo hanno portato ai giorninostri, a internet.... Ma soprat-tutto spiegheremo che fare ilgiornalista è un mestiere bellis-simo ed esaltante, se però lo sifa tenendo la schiena dritta,anche se non è facile quando siviene compensati con pochisoldi. E spiegheremo le regoleda seguire che qualificano unbravo giornalista: il rispettodella verità ed il rispetto dellepersone, sempre, “anche quan-do non si comportano come anoi piacerebbe facessero”. “Ilgiornale in classe” si configu-rerà come un’iniziativa volta astimolare i piccoli giornalisti didomani chemagari inizialmen-te si esprimeranno in modoconfuso, disordinato e puresgrammaticato. Ma ci prove-ranno, questo è ciò che conta. Esaranno guidati e corretti dailoro professori. Belle parole

senza una struttura di fondo?Nient’affatto. Prepareremo peri professori un progetto per farcomprendere agli alunni leregole proprie dell’articolo dicronaca, di quello di cultura, delcommento e della recensione.Oltre al lessico giornalistico:l’impaginazione, con taglio

alto, medio, basso... come fossi-mo dal barbiere. Ed ancora:occhielli, titoli, sottotitoli, cate-nacci…Tutto questo per arriva-re ad impostare un proprio gior-nalino in classe, con foto evignette. I ragazzi potranno rac-contare dal vivo quel che acca-de nella loro scuola, gli amici, idisegni della propria stanzasugli esempi illustri di PaulKlee e Vincent Van Gogh.Cominceranno a misurarsi conle più innovative declinazionidel giornalismo internazionalesenza smettere di praticareanche i modelli tradizionali piùconsolidati. Tra le sezioni cheproporremo “La Mia Foto”, lospazio in cui si misureranno gliaspiranti fotoreporter. Dal temadegli animali a quello deltempo e del maltempo.Occasioni per scovare momen-ti curiosi e significativi e cattu-rare l'"istante" di questi giorniche precedono l’estate.

speciale scuolaIl nostro obiettivo?Avvicinare le nuove generazioni al mondo dell’informazione e soprattutto a sostenerle nella crescita culturale e civile

"Forza Ragazzi"

noi pensiamo che

il gioco valga la

candela ed è per

questo che, abbiamo

provato a mettere in

piedi una “redazione”

ed una “testata”

tutta per loro, per i

ragazzi uruguaiani

che studiano

l'italiano.

pensate un po’ che,

con il giornale, gli

alunni iniziano col

praticare la lettura -

“attiva” la chiamano

gli esperti - del

mondo che li

circonda.

segue

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9speciale ’

E col tempo il loro giornalesarà sempre più bello e riccodi notizie. Nascerà, ne siamocerti, dalla voglia di comuni-care dei ragazzi, dalla neces-sita? di avere uno strumentorappresentativo che possa farconoscere il proprio pensieroagli altri. In quest’otticadiverrà un elemento fortedella comunicazione, unostrumento per rendere lacomunità scolastica più riccadi scambi interpersonali e diesperienze condivise e collet-tive. Con questa iniziativa, cerche-remo, insieme con i professo-ri, di stimolare gli interessidei ragazzi verso le novità e iproblemi del mondo attualecon l’intenzione di verificaresul campo le loro competen-ze e di rendere visibili le loropassioni. E la nostra attenzio-ne si concentrerà soprattuttosu temi che riguardano ilmondo della comunità scola-stica con l’intenzione di alza-re il tiro, di allargare l’oriz-zonte oltre i muri della scuo-la...Perché dovrebbero impe-gnarsi tanto? Istituiremo unpremio annuale per il migliorgiornalino fatto in classe ditutto l’Uruguay, sul modellode “Il giornale nelle scuole”promosso dall’OrdineNazionale dei Giornalisti.Ogni scuola potrà presentarela sua pubblicazione e per noisarà una grandissima soddi-sfazione vedere come i pic-coli semi che stiamo spargen-do faranno crescere piccolitalenti in erba. Siamo prontidunque, ad iniziare questanuova avventura con ilCASIU, anche se non ci fer-meremo a questo. In collabo-razione con la FondazioneItalia nelle Americhe, che dasempre si occupa di diffonde-re la cultura italiana nel conti-nente americano, andremooltre. Perché la cultura e l’ita-lianità sono una priorità. Cistiamo attivando per firmareun accordo direttamente conil Ministero dell’Educazionee della Cultura, per poter por-tare all’attenzione delMinistro Ricardo Ehrlich. ilnostro progetto. Che nonnasce per caso e vede un exministro, l’Ing. JorgeBrovetto, che per primo ciaveva convinti della neces-sità di coltivare l’insegna-mento dell’italiano nellescuole. Gente d’Italia dunquesi mette in gioco in primapersona con la FondazioneItalia nelle Americhe. ancorauna volta. Perché in questacollettività ci crede ed è fer-mamente determinata a por-tare avanti un progetto checonsidera realmente impor-tante e improcrastinabile.Aperta a collaborare con leistituzioni italiane all’estero,pronta a fare tutto il possibilee l’impossibile per portare l’i-taliano e l’italianità ai giova-ni.

La lingua italiana,per me non sono solo paro-le diverse alla mia linguamadre. Non è solo una lin-gua straniera da imparare.È una lingua che, nel miocaso, porta con se unamiriade di ricordi che miha formato come essereumano. E non solo perchèho origini italiane (i duenonni di mio nonno eranoitaliani: quello paternolombardo, mentre quellomaterno calabrese), maanche e soprattutto per ilfatto che io ho vissuto nellaterra delle mie originidurante dieci anni. Giàperchè insieme ai miei

genitori e mia sorellaabbiamo fatto il viaggioalla rovescia, emigrando inItalia per trovare un po’ difortuna. E la fortuna l’hotrovata. Non tanto forse peril fattore economico, maperchè in Italia ho impara-

to una lingua meravigliosache non ha solo il fatto diessere bella, ma che contie-ne una vasta cultura, unamiriade di abitudini diversein ogni regione, migliaia didialetti e ricette che varia-no da nord a sud, un paesediviso tra mari e montagneinnevate, dove in mezzo atanti incantevoli paesaggigeografici ci sta anche lastoria e di secoli: dagliantichi Romani, alMedioevo, passando dalRinascimento... Un paeseche raccoglie l’unica col-lettività al mondo a parlarel’italiano e, nonostate sial’unico paese in tutto ilmondo a parlare questa lin-gua; porta con se un’eleva-ta percentuale di arte, sto-ria e cultura che hanno for-mato l’intera umanità. Lastoria di un popolo che haavuto il coraggio di abban-donare la propria terra perun futuro migliore, portan-do un po’ di se anche all’e-stero. Tutte queste caratte-ristiche mi hanno formatocome persona, mi hannoaiutata a crescere e hannocostruito la mia persona-lità. La lingua italiana èparte di me. Mi divide ametà. Da una parte l’amoreper la mia terra natia, unpiccolo paese che fa di tuttoper tirare avanti; dall’altral’affetto verso una terralontana, che col passaredegli anni ho imparato adamare anch’essa perchè èstata la mia seconda casa eperchè, è da quella peniso-la che sono partiti i mieitrisavoli, formando la fami-glia che ora possiedo. Per

questo, caro lettore, èimportante la lingua italia-na; perchè non è soltantouna lingua; ma è affetto,passione, arte, cultura estoria. Con ciò non intendodire che dev’essere obbli-gatorio studiarla, ma sicu-ramente è una grande ric-chezza possederla.Soprattutto se le nostre ori-gini risalgono da essa. Sepoi pensiamo che questopaese ha una popolazionedove più della metà ha ori-gini italiane, allora forse èun motivo in più per avvici-narsi a tale importante lin-gua. Ora, nel mio caso hoavuto la fortuna di impa-rarla e viverla a scuola e inItalia, alla pari di altribambini italiani e ovvia-mente non tutti hanno que-sta possibilità; ma stiamooffrendo l’opportunità difar conoscere una cosìricca cultura anche ainostri bambini locali. Unpiccolo giornale che por-terà nelle scuole uruguaia-ne una fetta di italianità eche forse servirà per farappassionare più di uno,che lo formerà come essereumano, che lo avvicineràalla terra dei suoi avi e chelo riempirà di conoscenze,proprio come è successo ame, anche se lontanodall’Italia fisicamente.Spero infine che questepoche parole, scritte colcuore, vi diano un po’ dicoraggio per avvicinarvi aun mondo, quello della lin-gua e della cultura italiana,che ve ne farà sicuramenteinnamorare.

di Letizia Bazmontevideo

L’italiano mi ha riempito la vitaInsieme ai miei genitori e mia sorella abbiamo fatto il viaggio alla rovescia,emigrando in Italia per trovare un po’ di fortuna. E la fortuna l’ho trovata. Non tantoforse per il fattore economico, ma perchè in Italia ho imparato una linguameravigliosa che non ha solo il fatto di essere bella, ma che contiene una vastacultura, una miriade di abitudini diverse in ogni regione, migliaia di dialetti e ricetteche variano da nord a sud, un paese diviso tra mari e montagne innevate...

IL CASIU-CENTRO ASSISTENZASCOLASTICA ITALIA-URUGUAY

IL CEP CONSEJODE EDUCACION PRIMARIA

ACCORDO ITALIA-URUGUAYPER L’INSEGNAMENTODELLA LINGUA ITALIANA

Il CASIU (Centro AssistenzaScolastica Italia-Uruguay) previ-sto dalla legge 207/94, è un entegestore uruguayano con persona-lità giuridica, presieduto dal Dott.Marcelo Gioscia Civitate e gestitoda un consiglio Direttivo di cinquepersone (vi sono poi due impiegatidediti all’amministrazione ordina-ria).Quest’istituzione, che oggi ha sedein Luís Alberto de Herrera 2791 aMontevideo, gestisce i fondi invia-ti dall’Italia, il cui ammontareviene stabilito attraverso un accor-do che si sottoscrive ogni due annicon i rappresentanti del Consigliodell’educazione Primaria uru-guayano (Consejo de EducaciónPrimaria)L’italiano seconda lingua opzio-

nale insegnata per due ore ognisettimana nelle scuole pubblicheelementari di tutto l’Uruguay, pergli alunni del quarto, quinto e sestoanno. Vale a dire che non soltantonella capitale Montevideo i bam-bini possono avere l’opportunitàdi accedere alla lingua di Dante. Enon si tratta di un’opportunità perpochi privilegiati, essendo le scuo-le più disagiate il primo obiettivodel CASIU. Ad oggi sono circa12.000 i bambini che studiano ita-liano, seguiti da 38 insegnanti, ani-mati da tanta passione per il lorolavoro. Impiegati a tempo parzia-le si occupano anche di fare daispettori agli esami di italiano cheseguono ai corsi organizzati danumerose associazioni italiane inUruguay, garantendo la validitàdei certificati emessi.I professori vengono stipendiatigrazie ai contributi del governoitaliano. Sono per la maggiorparte uruguayani e la loro forma-zione non ha nulla a che vederecon quella dei docenti comuni, purdovendo contare con un buonlivello di preparazione generale.Requisito fondamentale è l’averottenuto dei certificati di italianodi un certo livello (si prediligono iPlida).

Il CEP (Consiglio di Educazioneprimaria) è uno degli organi di cui sicompone l’ANEP ( AdministraciónNacional de Educación Pública) l’or-ganismo uruguayano responsabileper la pianificazione, gestione eamministrazione del sistema educati-vo pubblico in tutti i suoi livelli. IlCEP, istituito con legge 18.437 del 12dicembre 2008, ha come compitoprincipale quello di gestire l’educa-zione iniziale e primaria di tutto ilPaese. Vale a dire che quest’organi-smo si occupa tanto dell’educazioneprescolare che di quella elementare. Ilsuo Direttore Generale è il MinistroHèctor Florit.

Esiste una conven-zione per la promozionedella lingua e della culturaitaliana tra il governo italia-no e l’ Uruguay ogni dueanni. Per l’Uruguay, gliattori coinvolti sono i rap-presentanti del Consiglio diEducazione Iniziale ePrimaria (CEIP)dell'ANEP (Ammin-istra-zione Nazionaledell’Educazione Pubblica)mentre per l’Italia intervie-ne il nostro Consolato conil CASIU.Oggi l’italiano non si inse-gna più nelle scuole secon-darie, così la formazionealle elementari diventa iltrampolino di lancio perquegli studenti che sivogliano poi avvicinare aiCLE (Centros de Lenguaextranjera) per approfondi-re le proprie conoscenze.Interessanti e degni di notaalcune sperimentazioniportate avanti negli asili.Come a Trinidad, dove,grazie al sostegno dellaSocietà Italiana di Flores eall’impegno dei docenti, i

più piccoli si avvicnanoall’italiano. Uno sforzodella collettività che vede laSocietà italiana pagare lametà degli stiepndi deidocenti. L’ultimo accordo èstato firmato il 24 aprile2011, per cui fino alla finedi quest’anno scolastico l’i-taliano risulta “in salvo”,come hanno spesso segna-lano le autorità. “È unobbligo morale continuarequesta tradizione, non pos-siamo abbandonarla”,aveva ricordato in quell’oc-casione la Console Frigo.L'accordo prevede la colla-borazione tra le due partiper l'insegnamento dellalingua italiana. Attraverso ilCASIU, il nostro Paesemette a disposizione idocenti. Mentre l'infrastrut-tura necessaria per le lezio-ni, per i bambini del quarto,quinto e sesto anno dellascuola primaria è responsa-bilità dell’Uruguay. Lescuole infine, vengonoselezionate privilegiandodiversi criteri, tra cui quellodella concentrazione dipopolazione di origine ita-liana.

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10 speciale

Uno dei diritti fonda-mentali ed inalienabili dellapersona, sancito dallaDichiarazione universale deidiritti umani dell'ONU. Unodi quei principi insopprimibilie sempre più consolidati del-l’era contemporanea. Che hapermesso a generazioni digiovani studenti di tutto ilmondo di accedere all’istru-zione superiore e universita-ria, potendo diventare profes-sionisti nei più svariati settori.Sottraendosi a un futuro pre-determinato e molto spessoprivo di qualsivoglia ragione-vole aspettativa. Libri epenne, “l’arma più potente”,per citare Malala Yousafzai.Armi che comprano l’accesso

alla libertà. La libertà di esse-re e di fare ciò che si conside-ra più appropriato per se stes-si. In un paese simbolo didemocrazia e avanguardiacome l’Uruguay, consacratointernazionalmente per le suepolitiche sociali e il suo presi-dente fuori dal coro, l’educa-zione è, forse più che altrove,un diritto supremo. Un dirittosenza costo. L’educazione èsempre e comunque gratuita.Inclusa quella universitaria.Nessuna tassa d’iscrizione,nessun contributo annuale.Niente di niente. Ci pensa lostato (sì, esattamente come sipropone di fare con lamarijuana). Basta armarsi dipazienza e cercare di districar-si nella giungla universitariadei corsi che si sovrappongo-no e della pianificazione ine-

sistente. I risultati arriveranno.“Siete entrati in questo edifi-cio, ma non pensiate che ladata di uscita sia definita. Quila fretta non è un concettocontemplato”, ci si sente direquando, baldanzosi giovanot-ti, si calpesta per la primavolta il suolo dell’Udelar(l’Università dellaRepubblica, quella pubblica). Ogni 18 matricole solo unagiunge alla laurea (con untotale di 7.000 graduadosall’anno, 4.800 dei qualiall’Udelar) contro una mediaregionale di un laureato ogni7/8 studenti iscritti. 19.000matricole, su una popolazionedi meno di tre milioni emezzo di abitanti. Un popolouniversitario che al secondoanno di corso si riduce inmedia del 30%, ma che è

comunque degno di nota. L’Uruguay è sempre stato unpaese culturalmente avanzato,

un Paese in cui si legge, ci siinforma, si partecipa alla vitaculturale più che altrove. UnPaese che nell’epoca dellespending reviews, permette diiscriversi a tanti diversi corsidi laurea durante la propriavita (se si è impiegati pubblicipuò diventare un metodoinfallibile per accumulare per-

messi, non importa se poi sipassino gli esami o no). Diacquisire conoscenze negliambiti più disparati senzasborsare un penny. Dopo lafree press, la free education,per tradurlo in un motto.Almeno fino a quando si entrain libreria. Dove i prezzi sonoproibitivi. Soprattutto se sipensa al livello degli stipendilocali e al costo della vita.Mariana, studentessa di giuri-sprudenza racconta che “per ilsolo esame di diritto civileuruguayano, servono 24 tomidel “Tratado de derecho civiluruguayo Jorge Gamarra”.Costo unitario 860 pesos (42dollari più o meno). Vale adire che per un solo esame siarriva quasi a mille dollari.Uno sproposito. E’ evidente che la gratuità del-l’accesso all’istruzione vienecosì profondamente compro-messa dai costi per portare atermine gli studi. Si spiegaquindi (seppure in parte) ilfatto per cui chi studia spessogià lavora e non si preoccupaeccessivamente di finire pre-sto l’università. Servono libricostosissimi. E la velocità nonfa poi questa grande differen-za. E’ anche e soprattutto per-ciò che la stragrande maggio-ranza degli studenti ricorrealle fotocopie di parte dei libri(permessa) o dei libri interi.Come ci spiega un’altra stu-

dentessa, Marta: “spesso iprofessori propongono aglistudenti un potpourri di libridi diversi autori che è impos-sibile comprare. Un capitolodi questo, uno diquello…Averli tutti impliche-rebbe una spesa insostenibi-le”. Che gli studenti fotocopinolibri non è certo una notiziasorprendente. Quello che èinteressante è piuttosto l’enor-me proliferare di negozi dedi-ti quasi esclusivamente allefotocopie nei pressi delle uni-versità uruguayane. Un busi-ness che ha causato l’ira deglieditori, vittime di un mercatola cui materia prima (la cartaappunto) è carissima e chevede i suoi profitti ridursi pro-gressivamente. Nei pressidella facoltà di Derecho si èsviluppata addirittura un’inte-ra galleria, la Montecarlo, conuna quindicina di negozi spe-cializzati in fotocopie. “Unlibro da 1.000 pesos si paga lametà o addirittura un terzo” cispiegano ancora gli studenti.Sorge quindi il conflitto tral’effettività del diritto allo stu-dio e il diritto d’autore. Unconflitto irrisolvibile apparen-temente, che vede gli studentiassolutamente uniti e pronti areclamare (marciando) il“diritto alla fotocopia”.Impegnatissimi a redigere una

uruGuay- istruzione“Diritto allo studio”e “Diritto d’autore”:è questo il conflitto che rischia di bloccaremigliaia e migliaia di studenti uruguayaniMa anche libri troppo cari e libri irreperibili: gli studenti universitari uruguayani si trovano ad affrontare mille difficoltà per portare a termine i loropercorsi di studi. E se fino a qualche giorno fa potevano ricorrere alle fotocopie, una recente retata della polizia ha costretto a chiusura i negozi“specializzati”. Tanto da scatenare il caos nelle università e attivare addirittura un’iniziativa violenta ai danni della fondazione che per prima avevadenunciato il business delle fotocopie.

l’educazione è

gratuita anche quella

universitaria. niente

tassa d’iscrizione o

contributo annuale

segueStudenti che assistono a una lezione presso la facoltà di diritto e l’ingresso della facoltà Foto courtesy

di Stefania Pesaventomontevideo

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

11speciale

proposta di legge che ammettala liceità delle fotocopie. Non ascopo di lucro ovviamente, maper necessità di studio. Nei giorni scorsi, le forze del-l’ordine hanno portato a termi-ne una retata in questi paradisidelle fotocopie. Conclusasi conil rinvio a giudizio di 14 com-mercianti, il sequestro di alme-no mille esemplari fotocopiati eun’indagine che arriverebbe aconsiderare addirittura il con-nubio tra business delle fotoco-pie e riciclaggio di denaro spor-co. Un polverone dalle dimen-sioni spropositate, un settorecommerciale definito dalleautorità giudiziarie “altamenteorganizzato e professionale”.Tra gli studenti regna il panico.Il terrore di non poter continua-re gli studi. La rabbia. Che haprovocato addirittura unaprima azione violenta. Con unamolotov davanti alla sede delFCU (Fundación de Cultura

Universitaria) ente che si occu-pa di diffondere la cultura aprezzi contenuti (almeno inteoria) e che per primo avevasporto denuncia contro la galle-ria delle fotocopie nel 2011. “Come faremo a continuare glistudi?”, “come ci procureremoquei libri che ci richiedono aicorsi, ma non si stampanopiù?” L’eco risuona in tutta lacapitale uruguayana. E la solu-zione non sembra tanto vicina.Anche perché per permettere difotocopiare i libri bisognerebbeprovvedere ad una modificadella Ley de PropiedadIntelectual. Cosa che non sirisolve in tempi brevi (non soloin America Latina). Il Centrode Estudiantes de Derecho (lafacoltà che più delle altre risen-te della chiusura dei negozi difotocopie) sta raccogliendofirme per presentare un proget-to di legge in tre punti, capacedi risolvere l’impasse.

Primo, si esige che la FCU(Fundación de Cultura

Universitaria) permetta, incambio del pagamento di uncanone, l’acquisto di libri foto-copiati. Tanto di quelli non piùin produzione che degli altri. Secondo, si propone l’assun-zione di docenti dediti allascrittura di manuali. I dirittid’autore dei quali dovrebbero

appartenere alla facoltà, inmodo da non far lievitare icosti. Terzo, si preme per lapossibilità di fotocopiare testisenza scopo di lucro e per lesole finalità di studio. Senza uncambiamento di questo tipo,chi volesse intraprendere lacarriera di avvocato dovrebbespendere sicuramente più di unmigliaio di dollari l’anno soloin libri. I futuri professionistisono avvisati e restano in atte-sa. L’unica consolazione è la gra-tuità dell’accesso all’educazio-ne, perché l’educazione nongode affatto di questa caratteri-stica. I libri possono aspettare.E se pensate che le bibliotechepossano sopperire alla mancan-za di materiale, preparatevi asentirvi dire che i volumi diinteresse non sono disponibiliin tempi brevi, causa scarsitàdegli stessi.

nei giorni scorsi, le

forze dell’ordine hanno

realizzato una retata

nei negozi di fotocopie.

tra gli studenti regna

il panico, il terrore di

non poter continuare

gli studi

alcuni studenti si riposano tra una lezione e l’altra all’entrata della facoltà di diritto Foto courtesy

la facoltà di Psicologia e quella di ingegneria Foto courtesy

Gianni Raso:“Le universitáo le Facoltá potebbero ancheacquistare pdf dei libri e farliscaricare gratis agli studenti”

Diritto allo studio ediritto d’autore. Gli studen-ti dicono di non poter soste-nere i costi dell’istruzione,esistono dei progetti perrisolvere la problematica?“La questione dei diritti chesi confrontano è ben com-plessa: in questo caso il giu-sto diritto degli studentiall’accesso ai materiali distudio e dall’altro il dirittodell’autore. In questo casoperò è necessario fare unaprecisazione. Gli autori dilibri di diritto in Uruguay inrealtà riscuotono diritti mini-mi e generalmente non indenaro: 30 o 40 esemplaridella pubblicazione costitui-scono il loro “diritto”. Il pro-blema è un altro. In un mer-cato così piccolo, le edizionisono limitate. Prima un’edi-zione normale era di 1.000esemplari. Ora con le fotoco-pie abusive, si riesce a stentoa vendere 300 esemplari. Laconseguenza è che è difficiletrovare un editore dispostoad assumere il rischio dellapubblicazione di un libro chemai supererà le 300 copie(per la concorrenza delle edi-zioni fotocopiate). Quindi ilgrave rischio è che la fotoco-pia elimini le future edizionidi libri. Potremmo avere unfuturo senza libri e con foto-copie di vecchi libri. Il cheovviamente in un mondopieno di trasformazionisarebbe una grande perditaculturale”.Che costi deve sostenereuno studente iscritto allaFacoltà di Diritto per com-prare i libri originali noncontravvenendo alla legge?“In realtà gli studenti infacoltà erano abituati a ser-virsi di materiale diverso chei professori consegnavanoloro e che fotocopiavano.Questo era tollerato; oggi la

trasgressione avviene perchési stampa l’intero libro. Unostudente che dovesse acqui-stare i libri minimi per appro-vare una materia penso cheavrebbe una spesa di circa 2o tremila pesos. Per alcuninon è una spesa alta, per altripuò essere un terzo dello sti-pendio di un giovane”.La FCU (FederaciónCultura Universitaria) hatra le sue finalità quella dipromuovere una diffusionedella cultura più ampia edeconomica possibile, ma glistudenti ci dicono che inrealtà non lo fa. Che i costisono alti. Cosa pensa ariguardo?“Credo che la FCU sia unagrande istituzione dell’uni-versità e gli studenti noncapiscono che perdere laFCU sarebbe perdere laprincipale casa editrice uni-versitaria del paese. Non sideve dimenticare che vivia-mo in un mondo globalizzatoe che le case editrici stranie-re hanno speciale interesseche la FCU cada. I costi sonoalti e dobbiamo risolvere ilproblema, ma dare la colpaalla FCU sarebbe una strate-gia culturalmente suicida”.Qual è la sua posizionerispetto al tema? Ha delleproposte?“La soluzione viene propriodalla necessità di “pensare”scelte. Credo che un’alterna-tiva interessante possa essereche l’Università o la facoltàacquisti i “pdf” dei libri –pagando una percentuale sulcosto che assume l’editore –e carichi i “pdf” in unabiblioteca virtuale, da cui lostudente potrà scaricare illibro. In tal modo potremorispettare i diversi diritti:quello dello studente adavere i libri in forma gratuitae quello dell’editore e autoredi pubblicare un’edizioneridotta in cartaceo, da vende-re ai professionisti”.

ste.pes.

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

12 esteri

L'amico Vincenzo Palladino daSantiago del Cile a Montevideo?Quando su 'La Gente d'Italia' ho letto loscoop in tal senso, m'é venuto, confesso,un tuffo al cuore. Quanti ricordi del suointraprendentissimo lavoro quando, nel2002, come Console Generale a Baires,ha dovuto affrontare uno dei piú turbu-lenti, suggestivi ed incresciosi dei rappor-ti tra i due Paesi: l'angosciata corsa alnostro passaporto di migliaia e migliaiadi discendenti di italiani, in fuga dallaloro Patria, immersa nel piú disastroso

collasso finanziario degli ultimi settan-tanni (solo preceduto dalla 'decada infa-me' degli Anni Trenta). File e file di ore.Anche durante la notte, di argentini che,in genere, avevano solo una minima ideadi dove venivano i loro genitori, nonni ebisnonni che, approffittando della quasiunica al mondo legge del 'jus soli', sogna-vano un lasciapassare per recarsi all'ae-roporto di Ezeiza, dove qualcuno, avevaappeso un cartello disperato: "L'ultimoche arriva, chiuda la porta". EppurePalladino, con appena 49 impiegati 49,non esitó a rimboccarsi le maniche dapar suo per andare incontro a cotantaangoscia collettiva. E che importa se benpochi di loro sapevano una parola d'ita-liano. E moltissimi di essi puntavano alnostro passaporto per emigrare inSpagna. Vista la ressa e l'impossibilitá difarvi fronte...burocraticamente,Palladino escogitó addirittura una sortadi tombola tra gli aventi diritto, alcuni dei

quali erano ricorsi anche ai bagarini che,per 40/50 dollari, facevano la fila perloro.E cioé un'estrazione tra i 500 che si affol-lavano nel Teatro Coliseo, per determi-nare la cinquantina di fortunati a cuiveniva assegnato un numero per presen-tarsi un determinato giorno agli sportelli,per avviare finalmente le pratiche per l'a-gognata meta. Alla prima di esse, ho sen-tito Palladino rivolgersi a tutti loro con untono di voce accattivante: "State tranquil-li. Oggi ve ne andrete a casa tutti con unaprenotazione in mano, chi prima, chidopo". Per quesi ultimi la data fissata eraspesso il...2002/2003!Come disse allora ai media locali, infi-gardemente interessati al fenomeno (cen-tinaia di migliaia di argentini erano lette-ralmente alla fame e milioni non avevanoun lavoro a causa della tremenda politicaliberista dei sempiterni cancerberi finan-ziari del mondo, con la gioia dei poterigiá marci locali) conun'osservazione..manageriale: "Ognibuona azienda si preoccupa in primoluogo di individuare la composizione, igusti ed i bisogni dei propri utenti. Eanche noi come un'azienda di servizi con-solari dovremmo puntare a soddisfare inostri principiali CLIENTI, i connaziona-li all'estero".In pratica un linguaggio di un diplomati-co che giá nel 1989 era stato consiglierecommerciale a Buenos Aires. Una cittáche ha sempre amato fin dal primomomento. Tant'é che, quando successiva-mente é stato a Parigi, come primo con-sigliere della Rappresentanza diplomati-ca permanente dell'Italia pressol'Unesco, si innamoró della bellissimaargentina Malala, che ha sposato e cheha portato con sé nella capitale argenti-na.Dove, dopo aver messo a punto al megliole strutture burocratiche del consolato eavviato le pratiche per acquisire la nuovasede dello stesso, é stato, dal 2002, mini-stro consigliere dell'Ambasciata d'Italia.Insomma uno che aveva la stoffa, e chestoffa, per occuparsi dei rapporti tra i duePaesi.Da Baires, Palladino rientró a Roma,dove, alla luce della sua indubitabileesperienza, nel 2006, ritornó alla

Direzione Generale per l'Emigrazione (viera giá stato nel 1997) che aveva cam-biato nome in Direzione Generale per gliItaliani all'Estero e le Politiche migrato-rie. Di cui dal gennaio del 2008 divenneVice Direttore Generale, per poi riappro-dare nel Cono Sud de noantri comeambasciatore a Santiago del Cile.Dove, ovviamente, si é dato un grandaf-fare da par suo. Sia con la nostra piccolacomunitá locale che, naturalmente conpiú impegno, adoperandosi con il gover-no del presidente Sebastian Piñera a

rafforzare i rapporti economici tra i duePaesi, specialmente per la presenza diimportati gruppi italiani e, tra l'altro, diquella di potentissimi discendenti di ita-liani. E, come da manuale diplomaticodoc, anche occupandosi di approfondirele relazioni culturali.Cosí come, va da sé, in tali frangenti, siaPalladino che altri esponenti del nostrogoverno (quand'era ministro degli esteril'ineffabile Frattini), assicurando che, viera "coincidenza" tra Roma e Santiago indiversi temi di politica internazionale.Insomma coincidenza con il liberismoche, a mio modesto avviso, ha portatoall'attuale debacle l'Italia e sta spingendosullo stesso pericoloso pendio il Cile.Che, per ora, si salva solo grazie al fattoche la sua enorme commoditie, il rame,viaggia a oltre quattro volte il suo prezzostorico.Ebbene, ricordo in merito che, almenodue anni fa, a Santiago, per non ricordoquale riunione internazionale, approdóla nostra ministra degli esteri Emma

Bonino. Che, mi spifferó un collega di lí,da radicale doc fece un certo sconquas-so...E che, naturalmente, avrá certamenteavuto a che fare con l'ambasciatorePalladino. Che, ora, chissá perché, comeha scritto 'La Gente d'Italia', lo ha dirot-tato a Montevideo.Insomma in un Paese che non ha certo'los pergaminos' del Cile. Ma guardacaso, fa invece parte del gruppo di Paesilatinoamericani, impegnato nella difficilecorsa di lasciarsi alle spalle i lacci ed ilaccioli del liberismo, per puntare allanon facile meta di una politica di Statoche porti ad una migliore ridistribuzionedel reddito a favore dei ceti meno privile-giati.Ebbene, al di lá del fatto che Palladino sioccuperá da par suo dei fatti e dei misfat-tini della nostra comunitá in Uruguay,facendo un po' fantapolitica, e auguran-domi che sia cosí, mi sa che la nostraministra Emma, lo ha scelto perMontevideo affinché, sempre da par suo,si occupi di stilare i wikileaks destinatialla Farnesina, sviscerando i passi e pas-setti che il governo compie...in combuttacon i vari colleghi della regione (Brasile,Argentina, Bolivia, Ecuador e Venezuela)per approndire le politiche progressistesempre piú in auge nella nostra regione.E ció nonostante gli attacchi spietati dellafinanza mondiale e dei suoi adoratorilocali, soprattutto i grandi media, chehanno preso il posto delle opposizioni,piú frammentate che mai.In merito, da quanto sono venuto a sape-re, non pochi wikeleaks di altri nostridiplomatici della regione, sono piú omeno allineati a quest'ultimo coacervo(in pratica perché quasi si limitano a leg-gere pedissequamente i giornali).Ebbene, personalmente, spero tanto cheil mio amico Vincenzo, cambi 'sto andaz-zo e, magari su imput preciso della nostraEmma, le faccia finalmente pervenire deirapporti su come naviga, e da anni eanni, effettivamente la maggior parte diquesto continente: a mio modestissimoavviso, l'Italia che governa e gli impren-ditori italiani, avrebbero tutto da guada-gnare. In fondo basta che seguano i passidel pragmatico Marchionne, l'impullove-rato factotum della Fiat...

I pensionati sono in subbuglio,sono stati presi in giro e umiliatitroppo a lungo e insorgono controil Governo Letta e la riformaFornero, a tutela anche di chiandrà in quiescenza nel futurovicino o lontano. A Milano è statofondato il movimento “Unionenazionale pensionati per l’Italia”– “Movimento dei Pensionati diOggi e di Domani”. ConAlessandro Seracini ho dichiara-to: “Il Movimento sostiene sol-tanto le pensioni costruite con illavoro, non quelle elargite dalleCamere ai boiardi di Stato.Bisogna difendere il diritto allaperequazione annuale e allaGiustizia sociale presente (con gliarticoli 36 e 38) nella nostraCostituzione”. Il quadro ora èchiaro: il Governo Letta ha vara-to un blocco per l’intera pensionedi chi ha più di 2.972,60 eurolordi al mese. I media stannoriportando il danno per le nostrepensioni che è enorme. Unirci eparlare con una voce sola rappre-senta, a nostro avviso, l’unicapossibilità rimasta di avere alme-no un minimo di possibilità didifenderci. Il movimento “Unionenazionale pensionati per l’Italia”– “Movimento dei Pensionati diOggi e di Domani” nasce con l’o-biettivo di riunire quanti più pos-sibile pensionati di oggi e didomani con la convinzione chesolo così potremo influire sullascelte politiche per rimettere inmoto l’Italia e mandare inParlamento gente disposta adifenderci e a difendere anche lepensioni di domani. IlMovimento, sia chiaro, tutela sol-tanto le pensioni costruite con illavoro, non quelle elargite dalleCamere ai boiardi di Stato.Il Movimento si batte anche peraumentare i trattamenti pensioni-stici più deboli attingendo risorsedalla colossale evasione fiscale,dalla lotta alle mafie e dalla ven-dita dei beni sequestrati allemafie, dalla eliminazione deglienti inutili e delle province, dal-l’abolizione del finanziamentopubblico ai partiti e, perché no,dalla drastica diminuzione deicompensi e dei vitalizi dei parla-mentari. I pensionandi, e i pen-sionati, hanno il merito di averfatto i sacrifici necessari per aiu-tare i conti pubblici. Ora basta.

DI FRANCO ABRUZZOroma

Nasce ilMovimento per influire su partiti e sul Parlamento

PENSIONATI

RIPROPONIAMO UN SIMPATICO RITRATTO DI OSCAR PIOVESAN PUBBLICATO DAL NOSTRO GIORNALE NEL MAGGIO SCORSO

Quanti ricordi del suo

intraprendentissimo lavoro

quando, nel 2002, come

console Generale a Baires,

ha dovuto affrontare uno

dei piú turbulenti,

suggestivi ed incresciosi

momemti dei rapporti tra i

due paesi

Foto courtesy

di OSCAR PIOVESANBUENOS AIRES

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Vi raccontiamo chi é Vincenzo Palladino, il nuovo ambasciatore italiano in Uruguay

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

13esteri

PARIGI – Paese che vai, rimborsoelettorale che trovi, ma che la destranazionale e rampante, severissima conl’Europa e castigamatti con gli stranieriinciampasse sulle brioches è, per cosìdire, una doppia notizia. Anche inFrancia arrangiano le note spese e que-sta è la prima notizia, la seconda è che gliastinenti hanno sempre le mani più pienedi crema pasticciera degli altri… MarineLe Pen, candidata all’Eliseo quando ifrancesi torneranno a scegliere il loropresidente, nonché segretaria di quelFronte Nazionale che i sondaggi dannocome primo partito nelle intenzioni divoto d’Oltralpe, ha presentato fatture perquasi 10 milioni di euro. Somme spesenelle ultime presidenziali, quelle del 2012,per cui la Le Pen ha chiesto il rimborso etra cui figurano anche voci diciamo inap-propriate, come ad esempio gli oltre 22mila euro spesi in pasticcini e messi inconto ai contribuenti francesi.

Campioni di specialità, noi italiani, siamoabituati a tutto e, dopo Batman Fiorito,pensavamo ormai di essere sicuri che inostri rimborsi elettorali fossero i più fan-tasiosi del mondo. Ma non avevamomesso in conto la verve dei cugini france-si che, grazie al rendiconto delle speseelettorali per le elezioni del 2012 presen-tato dalla Le Pen, provano ad insidiare leprestazioni di Batman.“La donna che vuole fare uscire laFrancia dall’euro – racconta StefanoMontefiori sul Corriere della Sera – ne haspesi 22 mila 438 di troppo in pasticcini.La ‘Commissione dei conti della campa-gna elettorale’ ha reso noto il dettagliodelle spese presentate da Marine Le Penin qualità di leader del Front National ecandidata presidenziale nel 2012, e comeera prevedibile neanche lei, fustigatricedegli sprechi e sedicente voce del popolocontro le dissolutezze dei potenti, puòdirsi priva di macchie: lo Stato francesetante volte accusato di sperperi le rim-borserà gran parte delle spese elettorali,ma non i bignè. Sui 9 milioni 96 mila e908 chiesti da Marine Le Pen, la com-missione ha rifiutato il pagamento di 696mila 965 euro, pari al 7,66 per cento deltotale”.

Il 92% delle richieste, delle fatture, sonostate dunque rimborsate alla Le Pen. Traquelle giudicate dalla commissione privedi un carattere elettorale evidente, oquantomeno potenzialmente superflue,

altre voci oltre alla montagna di bigné: lenotti nell’albergo quattro stelle di Nizzaper 1363 euro segnalate dal Canardenchaîné o il ‘Bal de Marine’, la serataorganizzata nel giugno 2011 e costata131 mila 173 euro, o ancora il pagamen-to di guardie del corpo private, quando loStato già si occupava della sicurezzadella candidata avendo distaccato agentidi polizia con l’unico compito di seguirlae proteggerla.La rampolla dell’ultradestra francese sidifende sostenendo di aver richiesto i rim-borsi di tutto, pasticcini compresi, perdovere di trasparenza: “Ho preferitochiedere il rimborso di tutto quel che

potevo, indicandolo le voci chiaramente,e quando mi sono trovata nel dubbio hopreferito lasciare alla commissione ilcompito di decidere se una certa spesaera elettorale oppure no”. Che tradotto inun linguaggio meno aulico vuol dire checi ha provato. Per la serie io la fattura lametto, se me la rimborsano bene e se nonme la passano resto come sto ora. Né piùné meno il ragionamento della massaia,di chi cerca al supermercato di far passa-re un’offerta che è è scaduta: “I biscottisino a ieri erano in promozione… non èche mi farebbe lo sconto anche oggi…”.Un’elezione presidenziale non somigliaperò alla spesa e i rimborsi elettorali nonsono simili alle assicurazioni a cui, ognitanto, si cerca di spillare qualcosa. I fran-cesi poi, sul tema, tendono ad essere par-ticolarmente pignoli e attenti, forse perquello strano senso di attaccamento chehanno per lo Stato e per la Repubblica,intesi non come entità da mungere macome massima espressione del viverecivile.Così la Le Pen, col suo bisogno di tra-sparenza, ma soprattutto con i suoipasticcini, quello che ha ottenuto è stataprincipalmente una colossale pessimafigura. Nessun reato, non se ne abbiaBatman, ma un’ingenuità politica arriva-ta alla vigilia delle elezioni europee in cui,il Front National, è dato come primo par-tito.“La disinvolta difesa di Marine Le Pen –continua Montefiori -, riassumibile in ungoffo ‘io ci ho provato’, getta un’ombrasulla reale statura di una leader che negliultimi mesi era sembrata giganteggiare,complice la crisi dell’Ump (centrodestra)e del Ps (la sinistra al governo). La gaffedei pasticcini contribuisce a riportareMarine Le Pen alla sua giusta dimensio-ne, almeno quanto alla questione mora-le: è a capo di un partito, il FrontNational, nato grazie alla favolosa e con-testata eredità ricevuta nel 1976 dalpadre Jean-Marie, ed è anche la segreta-ria di un micro-partito fin qui sconosciu-to, ‘Jeanne’ in onore a Giovanna d’Arco,che nel 2012 ha gestito 9,5 milioni di eurovendendo ‘kit del candidato’ e prestandosoldi ai militanti (secondo un’inchiesta diMediapart)”.

marine le pen, candidataall’eliseo quando ifrancesi torneranno ascegliere il loropresidente, nonchésegretaria di quel Frontenazionale che i sondaggidanno come primopartito nelle intenzioni divoto d’oltralpe, hapresentato fatture perquasi 10 milioni di euro.somme spese nelleultime presidenziali,quelle del 2012, per cui lale pen ha chiesto ilrimborso e tra cuifigurano anche vocidiciamo inappropriate,come ad esempio gli oltre22 mila euro spesi inpasticcini e messi inconto ai contribuentifrancesi.

marine le Pen Foto courtesy

marine le Pen Foto courtesy

DI RICCARDO GALLI

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Marine Le Pen, destra di popolo, con 22mila brioches di troppo...

benni-segue dalla prima

Passata quasi del tutto inosservata in Italia,nonostante il successo ottenuto anche daCochi e Renato con la loro versione italianapiù che demenziale, la notizia in qualchemodo ci riguarda. Come altro, se non conquel ritornello – e in particolare quell’”Ahi!”introdotto dai comici italiani – si può infattidescrivere lo scenario politico attuale?Perfino il sobrio Enrico Letta, presidente delConsiglio con un’immagine da “loden” forseperfino più autentica e doc di quella di MarioMonti, in un incontro alla Sorbona a Pariginon ha esitato a dire che in Italia con la poli-tica ci si diverte sempre (“s’amuse toujours”).Traducendo e contestualizzando, in particola-re Letta ha detto: “Anche io vorrei fare previ-sioni a lungo termine ma i tempi politici inItalia sono un pò più brevi, ma ci si divertesempre”. Proprio come con il porompopero,o no? Tra il boyscout di Firenze all’attaccoscatenato dei voti di chiunque e della segrete-ria del Pd, il cavaliere (anzi “ex”) di Arcoreche fa e disfa partiti sperando di disfare l’uni-co governo possibile, e il comico di Genovache vuole l’impeachment del presidente dellaRepubblica, che altro se non il demenzialeritornello di Manolo può rendere l’idea del-l’attuale clima politico italiano? A ParigiLetta ha parlato anche di “pezze al…”, siapur trattenendosi dal completare l’espressio-ne con “culo”, per sottolineare ancora unavolta che senza i conti in ordine il paese nonha credibilità né in Europa né altrove.Naturalmente anche a difesa della finanziariao legge di stabilità proposta dal suo governo,una legge che nonostante la buona volontà, ele sue presumibili traversie in aula, non puònascondere che le pezze le abbiamo. E forsenon solo sul fondo dei pantaloni. Mentre ilconfronto tra prodotti interni lordi ci dice chenon siamo più tra i primi otto “grandi” – ciha appena superato la Russia e da unmomento all’altro, se non l’ha già fatto,potrebbe farlo perfino il Canada – il ministrodel Tesoro Fabrizio Saccomanni annuncia inuna trasmissione televisiva che anche l’Eni ela Rai potrebbero essere privatizzate perridurre il debito pubblico nazionale. Per nonparlare del futuro di Alitalia e Telecom chesaranno sì aziende private ma restano emble-maticamente strategiche e rappresentative diquei pantaloni con le pezze al… Non è unquadro proprio divertente (nonostante quel“s’amuse toujours” parigino di Letta, pro-babilmente amaro e sarcastico) e diventaancora meno divertente e tranquillizzantequando si mettono insieme, sullo sfondo dellasituazione economica, i tentativi dell’ex-cav diarrivare alla crisi di governo, gli attacchi atesta bassa di Beppe Grillo contro tutto e tutti,lo stato gelatinoso in cui, anche a causa delsindaco di Firenze, sembra trovarsi il Pd. Pernon parlare della crescente confusione inquello che fu il centro montiano (e dintorni)dove oggi l’uscita di un libro del latitanteGianfranco Fini e un suo passaggio in televi-sione sembrano costituire uno dei pochi punticerti. Eppure Saccomanni sempre in tv hadetto: “Continuiamo a essere ottimisti perchécredo che il danno che l’economia italianaavrebbe da un irrompere nuovamente diinstabilità politica sarebbe talmente forte chesono convinto che le forze politiche non vor-ranno percorrere questa strada”. Chissà!Forse alla fine, con almeno un altro anno digoverno stabile (sic!), nonostante i pantalonirattoppati (o ancora da rattoppare, dopo 20anni di continue sdruciture), le vendette di ex-cavalieri, gli assalti di nuovi boyscout e digrilli ruggenti, l’Italia, pur uscendo dai cosid-detti grandi, potrebbe davvero imboccaredavvero una nuova strada. Pur sempre anco-ra penosa ma meno ingiusta verso i suoi cit-tadini e i tanti disperati che continuano adapprodare alle sue coste. Lo volessero il cieloe tutti gli uomini di buona volontà ancora esi-stenti

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 201314 esteri

Il 19 ottobre, presso la sededella Misión Católica italiana aMontevideo, ha avuto luogo ilfesteggiamento dei 16 anni del-l’associazione. Invitato speciale ilvice console senese MauroMonciatti che ha voluto rendereomaggio ad “un'importante inte-grante della comunità italiana inUruguay”. L'idea di raggrupparei discendenti toscani del paesesudamericano nacque su iniziati-va di Carolina Dibueno insiemead altri italouruguaiani “peraffiancare le altre associazioni ita-liane presenti in questo territo-rio”. “Ho sempre avuto interessenell'approfondire le mie originifamiliari. Fondare un gruppoautonomo ci è sembrato il modomigliore per onorare i nostri ante-nati ed essere parte integrantedella collettività italiana” raccon-ta Lilián Cappuccini; suo nonnopartì dalla provincia di MassaCarrara nel 1928. L'associazionesi riunisce ogni terzo sabato delmese e conta su circa 350 soci,oltre che tanti simpatizzanti.Molteplici sono gli obiettivi chevengono portati avanti attraverso

iniziative culturali, artistiche emusicali, corsi di lingua italianaed altre attività ricreative comepranzi e gite. “Diamo moltaimportanza ai corsi di italiano perpoter fare studiare questa meravi-gliosa lingua” afferma laCappuccini. “A casa mia, comein tante altre famiglie, si parlavaun dialetto, quello dellaLuningiana che è simile all'emi-liano. Quando iniziammo lenostre attività decisi di studiareanche io la lingua di Dante”.Anche Angelo Bardini e SoledadGonzález cominciarono a fre-quentare l'associazione facendo icorsi di lingua. Entrambi seguiro-no i genitori alle prime riunionied oggi sono due integranti molto

attivi del Gruppo GiovaniToscani dell'Uruguay, nato nel2002 all'interno della collettività.I giovani portano avanti iniziativeautonome anche se continuanoad essere preziosi collaboratoridei più “grandi”. Il nonno diSoledad emigrò dalla provinciadi Lucca negli anni 20, nello stes-so periodo arrivava in Uruguayanche il bisnonno di Angelo par-tito dalla provincia di MassaCarrara. “Conoscere i paesi nata-li dei nostri antenati è stata un'e-mozione indescrivibile, ci siamosentiti a casa” confessanoentrambi. Soledad González, 26anni, ha avuto la possibilità diconoscere a fondo l'Italia. È statavincitrice di una borsa di studiodell'Università per gli Stranieri di

Siena per un corso di lingua e cul-tura italiana. In seguito ha effet-tuato un tirocinio di 4 mesi pres-so il portale intoscana.it aFirenze. “Queste esperienze sonofondamentali per rinsaldare ilegami con la terra di origine.Oltre a questo, però, sono ancheimportantissimi scambi culturaliche favoriscono la cooperazionetra i 2 paesi”. È proprio dai pro-grammi di intercambio dellaregione Toscana che AngeloBardini si ispira per l'associazio-ne universitaria in cui partecipa:Red para la Integración yCooperación del estudiante inter-nacional. Si tratta di un’iniziativanata 5 anni fa in collaborazionecon l'Università Ort diMontevideo che “aiuta gli stu-

denti stranieri a scoprire il paeseche li ospita”. Bardini, ventiquat-trenne studente di RelazioniInternazionali, ha partecipato

come borsista al progetto forma-tivo“Orizzonte Circolare” delParco Nazionale AppenninoTosco-Emiliano. “Mi ha colpitoil modo di far conoscere il paese,attraverso luoghi poco conosciutima ricchi d'identità e visitando leimprese: è una politica regionalemolto valida”.Questo progetto, portato avantidalla Toscana e dall’EmiliaRomagna, ha lo scopo di “forma-re nuovi ambasciatori del parconel mondo” selezionando i gio-vani candidati. “Nel mio viaggiola maggior parte dei discendentiveniva dal Sud America. È evi-dente che in questa parte del

mondo abbiamo un legame piùprofondo con l’Italia” spiegaBardini.“La nostra grande sfida è conti-nuare ad attrarre le nuove genera-zioni di toscani in Uruguay. Avolte approfittano solo delleopportunità di viaggio e borse distudio” ammette SoledadGonzález. “Invece, noi dobbia-mo lavorare per far sì che questosentimento di profondo amoreverso l'Italia continui”.L'associazione, negli ultimi anni,ha visto dimezzare i fondi dallaregione per via della crisi. “3 annifa le associazioni toscane nelmondo ricevevano annualmente800mila euro”. “Oggi solo400mila” riconosce laCappuccini.“Auguro a questa associazione dicontinuare il buon lavoro svoltoin questi anni” dichiara, emozio-nato, Antonio Bona, volto storicoe vicepresidente dei toscani.Bona, classe 1929, emigrò inUruguay da bambino e tornò inItalia per alcuni anni. “Vederegiovani interessati a parteciparemi fa ben sperare” conclude l’an-ziano italouruguaiano.

di Matteo Forcinitimontevideo

l’associazione

nacque “per

affiancare le altre

associazioni italiane

presenti in uruguay”

Figli della Toscana in Uruguay:p r o t a g o n i s t i , i g i o v a n i .....

Soledad gonzález e angelo Bardini gruppo giovani e un-altra immagine dei festeggiamenti Foto La Gente D’Italia

L'Associazione Figli della Toscana in Uruguay è presente in questo territorio da 16 anni. Dal 2002, all’interno della collettività, opera il Gruppo Giovani

con l’obiettivo di “ continuare ad attrarre le nuove generazioni di toscani”. Angelo Bardini e Soledad González raccontano le loro esperienze.

antonio Bona, il Vicepresidente dell’associazione Foto La Gente D’Italia

foto di gruppo insieme al Vice Console, mauro monciatti e un’immagine dei festeggiamenti dei 16 anni dell’associazione Foto La Gente D’Italia

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 201315attualita’

Sul finire dell’Ottocento,Napoli abbracciò con gioia la nasci-ta del cinema. I primi film muti deifratelli Lumière furono proiettati afine secolo nel Salone Margherita eanche Napoli ne fu protagonistadopo che Loius e Auguste filmaro-no nel 1898 il lungomare di viaSanta Lucia prima della costruzio-ne del nuovo rione umbertino, unapulitissima e ordinata via Toledo ealtre immagini di una città di finesecolo animata da carretti trascinatida asini, carrozzelle e autobus a tra-zione animale.Sulla scia dell’apertura del primoCinematografo in Francia, datato1902, fiorirono a Napoli venti salecinematografiche; la più significati-va fu quella storica del 1905, quan-do a piazza Municipio fu inaugura-to il Cinematografo Parlante, poiSalon Parisien, che anticipò ilRadium Cantante di Roma dell’an-no seguente, rendendo Napoli lacittà cinematograficamente piùimportante del regno d’Italia.Nel 1908, esistevano in Italia setteriviste specializzate di cinema e bensei erano pubblicate a Napoli.Nel 1911 divennero undici su ven-totto nazionali.Episodi di doppiaggio pionieristicosono descritti nel libro Tradurre peril doppiaggio (Hoepli, 2005), in cuisi legge che Il cinema Iride diNapoli ingaggiò Antonio Jovine eGiuseppina Lo Turco per doppiareIl fu Mattia Pascal.I due doppiatori si sistemaronoaccanto allo schermo con megafo-no in mano e, seguendo i movi-menti delle labbra degli attori, reci-tarono le didascalie che avevanoimparato a memoria.Il pubblico era per lo più analfabetae la lingua di doppiaggio era il dia-letto.Anche la produzione di pellicoleiniziò a proliferare a Napoli, a parti-re dal lavoro dei fratelli Troncone,pionieri dell’industria cinematogra-fica.Dopo la fine della Guerra, in unperiodo di grande crisi anche per ilcinema nazionale, la salernitana

Elvira Notari, la prima registadonna del cinema italiano, antesi-gnana del Neorealismo, creò il filo-ne partenopeo girando pellicolebasate su famose canzoni, sceneg-giate, romanzi e fatti drammaticirealmente accaduti in città.Il napoletano Gustavo Lombardocreò a Napoli la Titanus, una dellemaggiori realtà dell’industria cine-matografica italiana.Tra il 1924 ed il 1925 più di unterzo dei film italiani fu prodottosotto il Vesuvio, con soventi espres-sioni dialettali.Con l’avvento del fascismo, la lin-gua unica doveva essere l’italiano el’interesse del Regime per lo stru-mento cinematografico centralizzòla produzione a Roma, marginaliz-zando la produzione napoletana.Lombardo si trasferì nella capitale efece crescere lì la mitica Titanus,con cui lanciò Totò sul grandeschermo.Le pellicole della Notari che propo-nevano ambienti napoletani stereo-tipati vennero posti sotto censuraper offesa della dignità partenopea.Al regime, che intendeva restaurarei fasti della Roma imperiale, nonpiace l’umanità plebea e non tolleròfilm con posteggiatori, scugnizzi evicoli con panni stesi in cui si parla-va in napoletano.Mentre in Italia si censuravano idialetti, i film napoletani venivanoesportati, spesso clandestinamente,negli Stati Uniti e in Sudamerica, agran richiesta delle comunità italia-ne. Il primo cinema non riuscì aincollare gli spettatori alle grezze

immagini proiettate sulla tela.Napoli poteva però offrire la suacreatività per rendere gli spettacolipiù godibili.In città, la tradizione napoletana delcanto era già stata applicata allarecitazione sul finiredell’Ottocento, dando vita alVarietà, fatto da cantanti, macchiet-te, ballerine e soubrette.E così, negli anni Trenta, alcuniesercenti pensarono bene di abbina-re alle proiezioni dei film degli spet-tacoli dal vivo.Le compagnie napoletane delVarietà si adattarono e abbreviaro-no i loro spettacoli che, come si puòleggere su HYPERLINK"http://angeloxg1.wordpress.com/2013/05/17/madeinnaples_prima/"\t "_blank" Made in Naples(Magenes, 2013), “andarono a pre-cedere i film, inserendovi ancheattori comici e caratteristi.Fu partorito il Teatrod’Avanspettacolo, in cui si miseroin mostra artisti geniali comeEduardo Scarpetta, RaffaeleViviani, Totò, Eduardo e PeppinoDe Filippo.”Crollato il fascismo, il palcoscenicoumano di Napoli, ideale per rappre-sentare drammi e passioni, riprese aessere tra i più attraenti per il cine-ma italiano, ospitando decine dicommedie all’italiana.La tradizione è proseguita con l’o-plontino Dino De Laurentiis, ziodell’attuale presidente del CalcioNapoli, che se da Roma è ripiom-bato nei destini dell’intrattenimentopartenopeo non è certo un caso.

dalla nostra redazioneromana

L'infrastruttura che potrà ospitare fino a 300 militariitaliani:è la «prima vera base logistica operativa» delleforze armate italiane fuori dai confini nazionali e ospiterài nuclei di protezione dei fucilieri di Marina destinatiall'imbarco sui mercantili in transito diretti nell'OceanoIndiano ma anche dei team di forze speciali pronti a varitipi di interventi, dall'antiterrorismo alla liberazione diostaggi.

L'Italia apre una basem i l i t a r e a G i b u t i

L’hanno costruita in appena duemesi i genieri del 6° reggimento della Taskforce Trasimeno del Sesto ReggimentoGenio pionieri di Roma e potrà ospitare finoa 300 militari italiani. La base militare italia-na a Gibuti, il piccolo stato africano (exSomalia francese) situato all'imbocco dellostretto di Bab el Mandeb tra il Mar Rosso el'Oceano Indiano, si estende su è una super-ficie di 5 ettari in pieno deserto a 7 chilome-tri dal confine con la Somalia e a poca distan-za dall'aeroporto internazionale utilizzatoanche dai militari statunitensi della grandebase di Camp Lemmonier e dai francesi chenel Paese africano schierano ancora unamezza brigata della Legione Straniera. Negliultimi dodici anni Gibuti ha visto aumentareil suo peso strategico prima per le operazionistatunitensi contro al-Qaeda in Yemen eSomalia poi per l'intensificarsi della minacciaportata al traffico mercantile dai pirati soma-li. Oggi a Gibuti sono presenti circa 10 milamilitari stranieri per lo più francesi e ameri-cani ma anche spagnoli e giapponesi e dialtre nazioni impegnate con le flotte interna-zionali anti-pirateria. Sulla realizzazionedella base la Difesa ha sempre mantenuto unbasso profilo anche se gli accordi stipulatil'anno scorso tra i due governi erano stati resinoti da fonti diplomatiche africane.L'inaugurazione ufficiale, il 23 ottobre inoccasione della visita del capo di Stato mag-giore della Difesa, ammiraglio Luigi BinelliMantelli, consente di fare il punto una strut-tura militare che sarà ultimata entro la finedell'anno ma già ospita un centinaio di mili-tari. L'infrastruttura è la «prima vera baselogistica operativa» delle forze armate italia-ne fuori dai confini nazionali e ospiterà inuclei di protezione dei fucilieri di Marinadestinati all'imbarco sui mercantili in transitodiretti nell'Oceano Indiano ma anche deiteam di forze speciali pronti a vari tipi diinterventi, dall'antiterrorismo alla liberazionedi ostaggi. Un «avamposto permanente inun'area di enorme importanza strategica»come lo ha definito Binelli Mantelli. Gibuti ènevralgica «sia per quanto riguarda l'antipira-teria, sia per il contrasto al terrorismo» aridosso della Somalia e dello Yemen «sia perla sorveglianza dei traffici mer-cantili. Non è un caso, del resto,se molti Paesi, dal Giapponealla Francia, agli Stati Uniti,hanno istallato qui delle lorobasi militari. Ora ci siamoanche noi. E ci saremo permolti anni». Sugli obiettividella presenza italiana in cornod'Africa non mancano però leperplessità . L'Italia schieraalcune decine di istruttori eparacadutisti a Mogadiscio nel-

l'ambito della missione addestrativa europeaa favore dell'esercito somalo ma non è maistato ufficializzato (neppure al Parlamento)un impegno militare in operazioni anti terro-rismo come quelle condotte dagli statuniten-si in Somalia contro gli islamisti Shabaab oesponenti di al-Qaeda. Quanto ai costi dellabase Binelli Mantelli ha riferito di tre milioniannui aggiungendo che «se non possiamopermetterci nemmeno questi tanto vale cheandiamo a fare i ferrovieri». In realtà lo stan-ziamento varato dal governo nel 2012 preve-de 27,1 milioni di euro fino al 2020, fondiche esulano dai costi della missione antipira-teria affidata alla Marina e sostenuta daglistanziamenti per le missioni oltremare suiquali ricadranno anche i costi operativi e diindennità dei militari che saranno schierati aGibuti. La cooperazione tra l'Italia e il Paeseafricano si è intensificata negli ultimi annianche con l'invio di una ventina di carabinie-ri che addestrano la polizia locale mentreparte dei compensi dovuti al governo gibuti-no vengono saldati con la consegna di mate-riale militare surplus dell'Esercito italiano.Nel 2012 il decreto sulle missioni all'esteroriferiva della consegna di materiale militareper 430 mila euro tra cui 10 barchini, 40autocarri pesanti ACM-80 dell'Esercito ita-liano e 4 gipponii VM90T, tutti mezzi inradiazione in Italia. Quest'anno con la stessamodalità Roma ha consegnato 1,1 milioni deuro in equipaggiamenti che includono 10obici semoventi cingolati da 155 millimetriM109L e 4 blindati Puma. A Gibuti la situa-zione «è tranquilla - ha detto all'Ansa ilcolonnello Cesare Canicchio, comandantedella task force di genieri - per ora i problemisono altri: il gran caldo, l'umidità e la polve-re, la scarsa puntualità dei fornitori locali, leaspettative da parte della gente del posto:molti sono poverissimi, vengono da noi perchiedere un lavoro e sono possibili 'vivaci'rimostranze».

dalla nostra redazione romana

Napoli culla del cinema e d e l d o p p i a g g i o

l’inizio del Cinema con i fratelli lumière e dino de laurentiis Foto courtesy

LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2013

16 esteri tiro al volo

c'è pininfarina un po' più in là

C’era una volta ilMiami Heart Institute, a SouthBeach, sulla Meridian, unastrada giusto a ridosso dellapopolarissima Ocean Drive.Tra non molto diventerà 'TheRitz-Carlton ResidencesMiami Beach', un complessoextra lusso, ma forse non cen'era nemmeno il bisogno didirlo, con 126 residence, deiquali 111 saranno apparta-menti in un edificio di novepiani e 15 singole case a unpiano. Si tratta di un accordo,trentennale, firmato da unagrande firma del campo edili-zio, la Lionheart Capital, conal celebre catena alberghiera."Sarà un residence con il ser-vizio a 5 stelle dell'hotel - haspiegato Ophir Sternberg,CEO della Lionheart - ma inuna comunità residenzialesenza accesso per gli estranei".L'impresa edilizia l'anno scor-so ha speso 20 milioni di dol-lari per acquistare la proprietàe adesso ha presentato il pro-getto che è rivolto, a una clien-tela molto speciale, basta pen-sare che i prezzi andranno dai2 ai 25 milioni di dollari e lespese mensili, chiamiamolecondominiali, saranno di undollaro per ogni square feet,vale a dire che un appartamen-to di 3.000 square feet (cioè280 metri quadrati) avrà unaquota di 3.000 dollari.Insomma prezzi da capogiro enon soltanto per l'acquisto. Cisarà ovviamente la piscina,

con cascate artificiali, unaconcierge in funzione 24 ore algiorno, ma anche un ristorantegestito dal Carlton. E per larealizzazione di questo com-plesso che già da ora si candi-da a diventare uno dei più pre-stigiosi di Miami Beach èstato chiamato un architettoitaliano, Piero Lissoni con unprogetto che prevede larghevetrate, in modo tale da appro-fittare della vista sull'acquadell'edificio (in parte verrannomantenute le vecchie struttu-re). Si tratta in definitiva di unaltro successo del 'made inItaly'. Piero Lissoni infatti è

una delle grandi firme dell'ar-chitettura moderna, una super-star. Nato a Milano nel 1956Lissoni si è laureato in archi-tettura al Politecnico diMilano nel 1985. Appena unanno dopo, con NicolettaCanesi, ha aperto lo studioLissoni Associati. Da lì sonocominciati i successi: nel 1996c'è la nascita di Graph.x per losviluppo dei progetti di grafi-ca. L’attività dello studio, dovelavorano 70 persone, com-prende progetti d’architetturain diversi campi. Si cominciadal disegno industriale e digrafica, per poi passare all’ar-redamento, ancora agli acces-sori, poi si va dalle cucine aibagni, dall’illuminazione allacorporate identity. Una attivitàdavvero frenetica che va attra-verso pubblicità, cataloghi esiti web per hotel, showroom,stand fieristici, case private,negozi e barche. È davverolunga la serie dei grandi brandche si sono affidati allo studioper i loro prodotti, si passa daAlessi, quindi Boffi, ancoraCappellini, Cassina, Fantini,Flos-Antares. Un lungo elencoche continua ancora con Fritz

Hansen, Glas Italia, Kartell,Knoll International, Lema,Living Divani, Poltrona Frau,Porro, Riva 1920 e non liabbiamo potuti nominare tutti.Tra le realizzazioni d’architet-tura più significative c'è

l'Amsterdam ilConservatorium Hotel nell’a-rea del Museum Square datato2012, poi andando indietro diqualche anno si passa al 2009,a Gerusalemme, con ilMamilla Hotel con 210 tracamere e suite e il ristorante dialta cucina Kosher Scala sem-pre nello stesso anno. Sonoinvece di una decina di anni fa,dal 2002 al 2004, a Venezia, irestauri e gli interni dell’HotelMonaco & Grand Canal poi,passando al Giappone, aTokyo il Mitsui Garden Hotel

datato 2005. Nel 2009 peròPiero Lissoni ha anche restau-rato a Milano lo storico TeatroNazionale, completando poi lasede di Living Divani adAnzano del Parco due annidopo e lo Store Benetton inTurchia, di 8 piani, nel 2009 aIstanbul. C'è poi anche la nau-tica con lo yacht Tribù, realiz-zato per il cantiere MondoMarine, per l'industrialeLuciano Benetton. Non è dadimenticare nemmeno il lus-suoso resort di Dellis Cay. Nel2005 poi l'introduzione dellaNew York Hall of Fame ofInterior Design e i premi rice-vuti a riconoscimento di unastraordinaria carriera, ovvia-mente non si contano, tra i piùprestigiosi l'Elle DecorationInternational Design Award eil Chicago AthenaeumMuseum’s Good DesignAward. Ma Miami pare siadiventato un po' una piacevoleabitudine per Lissoni, chedopo l'esperienza con ilShangri-La hotel e residence,adesso torna per lasciare anco-ra una volta una improntaindelebile nel mondo dell'ar-chitettura.

per la realizzazione

di questo prestigioso

progetto, è stato

chiamato un

architetto italiano

Lissoni, 'made in Italy' a Miami BeachIL CELEBRE ARCHITETTO MILANESE METTERà LA FIRMA SU UN COMPLESSO ExTRA-LUSSO

Non troppo lontano dadove sorgerà il Ritz-Carlton Residences,un'altra firma italiana sipuò trovare in una torreche è stata quasi tuttivenduta sulla carta. Il1100 Millecento, 42piani con 382 apparta-menti infatti gli interni liavrà firmati da un nomeconosciuto in tutto ilmondo, ma nei motori: sitratta di Pininfarina chela sua firma l'ha lasciatasu alcuni modelli chehanno fatto la storia del-l'automobilismo, acominciare dallaFerrari. Adesso però aMiami, in una delle zonepiù conosciute, Brickell,ecco Pininfarina in unedificio progettato dal-l'architetto uruguaianoCarlos Ott. Ma è anchecurioso vedere come aMiami il mondo dell'au-to, di lusso ovviamente,si stia dedicando ancheall'edilizia, anche quid'altissimo livello. Infattioltre a Pininfarina e aisuoi interni, a dimostra-zione che il 'Made inItaly' non ha confini, c'èanche la concorrenzache si chiama PorscheDesign Tower, previsto al18555 di Collins Avenueche si trova già in SunnyIsle Beach, con futuristi-ci garage ai diversi pianidell'edificio. E il PorscheTower sarà anche uno diquegli edifici davveroparticolari, perchè avràanche ascensori in gradodi trasportare le auto aidiversi piani. Un altrosuperlussuoso condomi-nio preso d'assalto,prima ancora della suarealizzazione, da unalunga serie di miliardari,si dice che siano almeno22, di diverse naziona-lità, con i russi in primafila, sembra proprio chesiano quelli che spendo-no di più.

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Ci saranno enormi vetrate per sfruttare al massimo la straordinaria vista sull'acqua eporterà il nome della 'Ritz-Carlton'. Si tratta del progetto di un residence con 126 unità chesaranno messe sul mercato a un prezzo che andrà dai 2 ai 25 milioni di dollari. Ci sarà unristorante privato e anche la piscina con cascate artificiali, ma solo di spese condominiali,al mese, per un apprtamento medio si dovranno sborsare 3.000 dollari.

il nuovo complesso che sorgerà a miami Beach Foto courtesy

Piero lissoni, l’architetto italiano responsabile del progetto Foto courtesy uno scorcio di meridian avenue Foto courtesy

clemente russo campione monDiale Dei pesi massimiClemente Russo è ilcampione del mondo neipesi Massimi, alla17esima edizione deicampionati mondiali diboxe sul ring dellaBaluan Sholak Palace ofCulture di Almaty inKazakistan. Il pugile azzurro in finale ha battuto 3-0 ilrusso Tischenko.