Relazione Tecnica Cogenerazione

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CENTRALE DI COGENERAZIONE COMPARTO D4 - ASSAGO (MI)

Progetto Preliminare Impianti COGE p e r A d e m p i m e n t i L e g g e 4 6 / 9 0

Relazione Tecnica

Documento n° COGE RR-EX-COM-2001

Committente:

MILANOFIORI 2000 s.r.l. VIA TAMBURINI, 13 20123 MILANO (MI)

A Emissione 15/01/08 D.S. G.D. F.N.

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Indice

1. Oggetto .....................................................................................................................3 2. Ambito di applicazione ..............................................................................................4 3. Legislazione e normativa tecnica di riferimento.........................................................4 4. Dati elettrici di progetto..............................................................................................7

4.1. Rete ENEL........................................................................................................7 4.2. Gruppi di cogenerazione...................................................................................7 4.3. Trasformatori ....................................................................................................8

5. Configurazione d’esercizio d’impianto .....................................................................10 6. Impianto di terra ......................................................................................................11

6.1. Generalità .......................................................................................................11 6.2. Dispersori........................................................................................................12 6.3. Collettori di terra .............................................................................................13 6.4. Conduttori di terra e/o di protezione................................................................14 6.5. Collegamenti equipotenziali ............................................................................14

7. Misure di prevenzione e di sicurezza ......................................................................15 7.1. Impianti MT .....................................................................................................15

7.1.1. Protezione contro le sovracorrenti ...................................................15 7.1.2. Protezione contro contatti diretti.......................................................15 7.1.3. Protezione contro contatti indiretti ....................................................15

7.2. Impianti BT......................................................................................................16 7.2.1. Protezione contro i sovraccarichi .....................................................16 7.2.2. Protezione contro i corto circuiti .......................................................16 7.2.3. Protezione contro contatti diretti.......................................................17 7.2.4. Protezione contro contatti indiretti ....................................................17 7.2.5. Selettività delle protezioni ................................................................19

8. Sganci di emergenza...............................................................................................20 9. Protezione contro i fulmini .......................................................................................20 10. Ambienti ed applicazioni particolari .........................................................................21

10.1. Luoghi MARCI (a maggior rischio in caso d’incendio).....................................21 10.2. Luoghi con pericolo d’esplosione....................................................................21

10.2.1. Locali UPS .......................................................................................21 10.2.2. Centrale termica a metano e locali cogeneratori ..............................22

11. Caratteristiche generali sugli impianti elettrici .........................................................22 11.1. Illuminazione ordinaria dei locali .....................................................................22 11.2. Illuminazione di sicurezza ...............................................................................22 11.3. Impianti di forza motrice..................................................................................23

12. Materiali e componenti dell’impianto .......................................................................23 13. Deroghe ..................................................................................................................23 14. Documenti complementari.......................................................................................24 15. Obblighi di legge......................................................................................................24

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1. Oggetto

La presente relazione illustra il progetto preliminare degli impianti elettrici relativi alla centrale di cogenerazione che sorgerà nel comparto D4 di Assago (MI).

La soluzione impiantistica prevede l'installazione di:

• n.2 gruppi di cogenerazione costituiti cadauno da motore alternativo alimentato a gas naturale accoppiato a generatore (alternatore sincrono) di energia elettrica in MT a 3,3kV - 50Hz, per una produzione di circa 2 MWe (4 MWe totale)

• n.2 trasformatori MT/MT - 3,3/15kV - 2,5MVA per l’elevazione della tensione generata dai gruppi al valore unificato ENEL di 15kV

• n.2 trasformatori MT/BT - 15/0,4kV - 500kVA per la riduzione in bassa tensione a 230/400V

• quadri elettrici MT contenenti le apparecchiature di sezionamento, protezione, comando e controllo dei gruppi, nonché i dispositivi per l’interfaccia ed il parallelo con la rete ENEL ai fini della cessione sulla rete nazionale dell’energia elettrica prodotta o dell’acquisto di energia dalla rete stessa

• quadri elettrici BT contenenti le apparecchiature di sezionamento, protezione, comando dei carichi BT e dei servizi di centrale e dei carichi BT teleriscaldamento

• gruppi di continuità per l’elettronica di processo e telecontrollo dei gruppi di cogenerazione e dei generatori di calore

• caldaie a recupero sui fumi di scarico dei motori e scambiatori di calore sui circuiti di raffreddamento motori, con una produzione termica complessiva di circa 4,6 MWt

• un sistema di riserva termica, composto da 5 caldaie ausiliarie alimentate a gas naturale con produzione di acqua calda per un totale di circa 26,4 MWt

• un sistema di pompaggio dell'acqua calda per alimentare le reti di teleriscaldamento

• sistemi ausiliari per un corretto funzionamento della centrale ed il controllo della produzione dei vettori energetici e delle emissioni in atmosfera.

L’impianto sarà altresì dimensionato e predisposto per l’installazione in futuro di:

• un terzo gruppo di cogenerazione da 1,6 MWe, con relativo trasformatore elevatore da 2 MVA. La potenza elettrica totale generata, in configurazione finale, sarà perciò di 5,6 MWe

• un terzo circuito di recupero calore sui fumi di scarico e sul sistema di raffreddamento motore. La potenza termica totale recuperata, in configurazione finale, sarà perciò di 6,5 MWt

• un quinto generatore di calore per la produzione di acqua calda da 6,6 MWt. La potenza termica totale generata, in configurazione finale, sarà perciò di 33 MWt

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2. Ambito di applicazione

Nell’ambito del presente progetto vengono considerati gli impianti interni dell’edificio ospitante la centrale di cogenerazione, nonché gli impianti esterni dell’area di pertinenza, a partire dal punto di connessione con la rete del distributore.

3. Legislazione e normativa tecnica di riferimento

DPR 547/55 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (27/04/55)

DM 27/09/65 Determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi

L 186/68 Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici (01/03/68)

DM 16/02/82 Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi

L 46/90 Norme per la sicurezza degli impianti (05/03/90)

DPR 447/91 Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990, n°46, in materia di sicurezza degli impianti (06/12/91)

DL 626/94 Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

DM 10/03/98 Criteri per la sicurezza antincendio e gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro

DPR 462/01 Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia diinstallazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, didispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi

CEI 11-1 Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata

CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo

CEI 11-20 Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria

CEI 11-25 Correnti di cortocircuito nei sistemi trifasi in corrente alternata

CEI 11-37 Guida per l’esecuzione degli impianti di terra nei sistemi utilizzatori di energia alimentati a tensione maggiore di 1kV

CEI 14-4 Trasformatori di potenza

CEI 14-8 Trasformatori di potenza a secco

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CEI 14-12 Trasformatori trifase di distribuzione di tipo a secco 50Hz, da 100kVA e 2.500kVA con una tensione massima per il componente non superiore a 36kV

CEI 17-1 Apparecchiature ad alta tensione - Parte 100: Interruttori a corrente alternata ad alta tensione

CEI 17-5 Apparecchiature a bassa tensione - Parte 2: Interruttori automatici

CEI 17-6 Apparecchiature ad alta tensione - Parte 200: Apparecchiatura prefabbricata con involucro metallico per tensioni da 1kV a 52kV

CEI 17-9/1 Interruttori di manovra e interruttori di manovra-sezionatori per alta tensione - Parte 1: Interruttori di manovra e interruttori di manovra-sezionatori per tensioni nominali superiori a 1kV e inferiori a 52kV

CEI 17-13/1 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) - Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo (ANS) (fasc. 5869 del 2000)

CEI 20-13 Cavi con isolamento estruso in gomma per tensioni nominali da 1 a 30kV

CEI 20-19 Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V - Parti da 1 a 16

CEI 20-20 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V - Parti da 1 a 14

CEI 20-22 Prove d’incendio su cavi elettrici - Parti da 0 a 2

CEI 20-22/3 Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio - Parti da 1 a 2-5

CEI 20-35 Prove su cavi elettrici e ottici in condizioni d'incendio - Parti 1e 2

CEI 20-36 Prove di resistenza al fuoco per cavi elettrici in condizioni di incendio - Integrità del circuito - Parti 11, 21, 23, 25

CEI 20-37 Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio - Prove sui gas emessi durante la combustione dei materiali prelevati dai cavi - Parti da 0 a 2-3

CEI 20-38 Cavi isolati con gomma non propaganti l'incendio e a basso sviluppo di fumi e gas tossici e corrosivi - Parte 1: Tensione nominale Uo /U non superiore a 0,6/1 kV

CEI 23-51 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare (fasc. 7204 del 2004)

CEI 23-54 Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche - Parte 2-1: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori

CEI 23-55 Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche - Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori

CEI 23-58 Sistemi canali e di condotti per installazioni elettriche - Parte 1: Prescrizioni generali

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CEI 23-76 Sistemi di passerelle porta cavi a fondo continuo e a traversini per la posa dei cavi

CEI 23-80 Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche - Parti da 1 a 23

CEI 38-1 Trasformatori di misura - Parte 1: Trasformatori di corrente

CEI 38-2 Trasformatori di misura - Parte 1: Trasformatori di tensione induttivi

CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000V in corrente alternata e a 1.500V in corrente continua. (Parti da 1 a 7. Fascicoli da 8608 a 8614 del 2007)

CEI EN 50272-2 Prescrizioni di sicurezza per batterie di accumulatori e loro installazioni. Parte 2: Batterie stazionarie

CEI EN 60950-1 (CEI 74-2) - Apparecchiature per la tecnologia dell’informazione - Sicurezza - Parte 1: Requisiti generali (fasc. 8683 del 01/02/2007)

CEI EN 62305-1: Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali Aprile 2006

CEI EN 62305-2 Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 2: Gestione del rischio Aprile 2006

CEI EN 62305-3 Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone - Aprile 2006

CEI EN 62305-4 Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici interni alle strutture - Aprile 2006

CEI 81-3 Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico. Elenco dei comuni - Novembre 1994

CEI 103-1 Impianti telefonici interni - Parti da 1 a 16

CEI UNEL 35024/1 Cavi elettrici isolati con materiale elastometrico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1kV in corrente alternata e 1kV in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria

CEI UNEL 35026 Cavi elettrici isolati con materiale elastometrico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1kV in corrente alternata e 1kV in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa interrata

UNI 9795 Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme d’incendio

UNI 11224 Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi

UNI 12464-1 Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni

UNI 12464-2 Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro all’esterno

UNI EN 1838 Applicazione dell’illuminotecnica - Illuminazione di emergenza

ENEL DK5600 Criteri di allacciamento di clienti alla rete MT della distribuzione

ENEL DK5740 Criteri di allacciamento di impianti di produzione alla rete MT di ENEL distribuzione

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4. Dati elettrici di progetto

4.1. Rete ENEL

I dati elettrici caratteristici della rete di distribuzione pubblica (ENEL) sono i seguenti:

• Tensione nominale: 15 kV - 3F

• Frequenza nominale: 50Hz

• Corrente di corto circuito trifase massima presunta: 12,5 kA

• Corrente di corto circuito monofase-terra massima presunta: 40 A

• Tempo d’intervento delle protezioni per guasto monofase-terra: > 10 s

4.2. Gruppi di cogenerazione

I dati elettrici caratteristici dei gruppi di cogenerazione sono i seguenti:

COGENERATORI CG-1 e CG2

• Potenza nominale: 2.500 MVA

• Fattore di potenza nominale: 0,8

• Tensione nominale: 3,3 kV - 3F

• Frequenza nominale: 50Hz

• Reattanza subtransitoria: 16,78%

• Reattanza transitoria: 24,96%

• Corrente di corto circuito trifase massima presunta ai morsetti: 2,1 kA

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COGENERATORE CG-3 (futuro)

• Potenza nominale: 2.000 MVA

• Fattore di potenza nominale: 0,8

• Tensione nominale: 3,3 kV - 3F

• Frequenza nominale: 50Hz

• Reattanza subtransitoria: 12,65%

• Reattanza transitoria: 19,14%

• Corrente di corto circuito trifase massima presunta ai morsetti: 2,2 kA

4.3. Trasformatori

I dati elettrici caratteristici dei trafi sono i seguenti:

TRASFORMATORI MT/MT TR CG1 e TR CG2

• Potenza nominale: 2.500 MVA

• Tensione primario: 3,3 kV - 3F

• Tensione secondario: 15 kV - 3F

• Frequenza nominale: 50Hz

• Tensione di cortocircuito: 8%

• Corrente di corto circuito trifase massima presunta al secondario: 1,2 kA

• Gruppo CEI: Dy11

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TRASFORMATORE MT/MT TR CG3 (futuro)

• Potenza nominale: 2.000 MVA

• Tensione primario: 3,3 kV - 3F

• Tensione secondario: 15 kV - 3F

• Frequenza nominale: 50Hz

• Tensione di cortocircuito: 8%

• Corrente di corto circuito trifase massima presunta al secondario: 1 kA

• Gruppo CEI: Dy11

TRASFORMATORI MT/BT TR 1 e TR2

• Potenza nominale: 500 kVA

• Tensione primario: 15 kV - 3F

• Tensione secondario: 0,4 kV - 3F+N

• Frequenza nominale: 50Hz

• Tensione di cortocircuito: 6%

• Corrente di corto circuito trifase massima presunta al secondario: 24 kA

• Gruppo CEI: Dyn11

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5. Configurazione d’esercizio d’impianto

La duplice configurazione d’impianto, deducibile dallo schema unifilare della distribuzione (doc. COGE EE-EX-COM-2002A-SE), può essere così sintetizzata:

1. Prelievo di energia dalla rete ENEL

Con i gruppi di cogenerazione fermi, l’alimentazione dei carichi del teleriscaldamento e dei servizi di centrale (luce e forza motrice + impianti ausiliari) avverrà in media tensione a 15kV dalla rete del distributore (previa trasformazione MT/BT).

Lo stato del neutro del sistema elettrico di II categoria (15kV) del distributore è a terra tramite impedenza; la corrente di guasto monofase-terra ed il rispettivo tempo di eliminazione (intervento delle protezioni ENEL), ai fini del dimensionamento dell’impianto di terra di centrale, sono quelli indicati al capitolo 4.1.

La rete di distribuzione degli impianti di I Categoria (400/230V), che si dirama a valle di trafi MT/BT di centrale, sarà sviluppata con centri stella trafi francamente a terra. I conduttori di neutro e di protezione, sono distribuiti separatamente.

Il sistema di distribuzione in BT, risulta pertanto di tipo TN-S, secondo la definizione dell'Art. 312.2.1 della norma CEI 64-8/3.

2. Cessione di energia alla rete ENEL

Quando i gruppi di cogenerazione sono in produzione (si trovano in parallelo tra loro sulla barratura a 15kV ed in parallelo alla rete ENEL), l’alimentazione dei carichi BT e dei servizi di centrale (luce e forza motrice + impianti ausiliari) avverrà in media tensione a 15kV per autoproduzione.

La restante energia generata verrà ceduta alla rete ENEL. Lo stato del neutro dei sistemi elettrici di II categoria che si sviluppano a valle di cadaun

cogeneratore (3,3kV) e del rispettivo trasformatore elevatore (15kV) è isolato da terra. Un ipotetico guasto di una fase della media tensione di centrale a 15kV verso massa a monte del dispositivo generale (caso peggiore) genererebbe due distinti circuiti di guasto verso sorgenti differenti: il primo interesserebbe la rete del distributore, poiché parte della corrente di corto circuito si richiuderebbe in cabina primaria attraverso la messa a terra tramite impedenza del trasformatore, mentre la restante parte della corrente di guasto si richiude sul secondario di cadaun trasformatore elevatore di centrale, attraverso le capacità parassite verso terra delle fasi sane.

La prima corrente di guasto (quella che interessa ENEL) è nota e conosciuto è anche il rispettivo tempo d’interruzione del corto (cfr cap. 4.1.); la seconda (quella che insiste nell’impianto di cogenerazione) dipende esclusivamente dalla tensione del sistema elettrico e dall’estensione della rete (linee in cavo) secondo la relazione:

Ia = 0,2 x U x L = 0,2 x 15 x 0,2 = 0,6A

dove U (kV) è la tensione concatenata e L (Km) è la lunghezza complessiva delle linee. Il tempo di estinzione di tale corrente di guasto è minimo (dell’ordine di qualche decimo di

secondo), essendo l’impianto di cogenerazione dotato di protezioni di massima e minima tensione, nonché omopolare e direzionale di terra.

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Ai fini del dimensionamento dell’impianto di terra di centrale, la corrente di guasto monofase-terra da considerarsi per i calcoli varrebbe (dove Ie è la corrente di guasto monofase-terra lato ENEL ed Ia lato generatori):

Ig = Ie + Ia= 40 + 0,6 = 40,6A

per il tempo d’intervento delle protezioni di centrale, mentre varrebbe 40A per il restante tempo (> 10s) necessario all’apertura delle protezioni del distributore.

Delle due condizioni, quella che ai fini della sicurezza è più gravosa per assicurare la protezione delle persone contro i contatti indiretti, è la seconda poiché in conformità alla Figura 9-1 della norma CEI 11-1 configura una UTP (tensione di contatto limite) più bassa.

Nulla cambia, rispetto a quanto specificato al punto 1, per quanto concerne la rete di

distribuzione degli impianti di I Categoria (400/230V). In definitiva le misure di protezione delle persone contro i contatti indiretti per guasto

sia sulla MT che sulla BT saranno le medesime, qualsiasi sia la configurazione d’esercizio d’impianto.

6. Impianto di terra

6.1. Generalità

L’impianto di terra ovvero l’insieme dei componenti d’impianto e delle misure di protezione atti alla salvaguardia delle persone contro i contatti indiretti sarà costituito da:

6.2) dispersori (intenzionali o di fatto);

6.3) collettori di terra o barre di terra;

6.4) conduttori di terra e/o protezione;

6.5) collegamenti equipotenziali;

6.6) dispositivi a massima corrente ovvero a corrente differenziale coordinati con il valore di impedenza di guasto BT (protezione per interruzione automatica dell’alimentazione – norma CEI 64-8/4).

Con riferimento a quanto specificato al capitolo 7.1.3, l’impianto di terra risulta correttamente

dimensionato per disperdere correttamente la corrente di c.to c.to monofase-terra per un guasto sulla MT e per contenere la tensione totale di terra entro i limiti imposti dalla Norma CEI 11-1 in relazione al tempo di intervento delle protezioni del Distributore. Si precisa che l’effettiva idoneità dell’impianto di terra e, più in generale della efficienza delle misure di protezione contro i contatti indiretti, dovrà essere verificata ad impianto ultimato tramite la misura della resistenza di terra (o le tensioni di passo e di contatto) per la parte in MT, e tramite la misura delle impedenze dell’anello di guasto per la parte BT protetta con dispositivi magnetotermici (o fusibili).

Non sarà invece necessaria la misura della Zg per tutti i circuiti protetti con interruttori differenziali, per i quali andrà soltanto verificato il tempo di intervento (5s per i circuiti principali e 0,4s per i circuiti terminali).

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6.2. Dispersori

L’impianto di terra, generale unico per tutto il complesso di centrale, sarà realizzato mediante l’infissione nel terreno di dispersori verticali a picchetto (sezione ad X - dimensioni minime trasversali 50x50mm - spessore minimo 5mm) tra loro interconnessi da un dispersore orizzontale cordato in rame nudo (diametro minimo filo elementare 1,8mm) avente sezione minima pari a 50mm2.

I dispersori verticali saranno infissi nel terreno almeno per 2m, mentre il dispersore

orizzontale sarà interrato ad una profondità di posa non inferiore a 0,8m, al fine di incontrare strati del sottosuolo aventi una minore resistività elettrica rispetto a quelli più superficiali.

L’interdistanza poi tra i picchetti non dovrà mai risultare inferiore a 5 volte la loro lunghezza

d’infissione, al fine di scongiurare la reciproca influenza delle correnti disperse con inevitabile aumento della resistenza di terra.

L’insieme dei dispersori intenzionali di cui sopra andrà collegato, al fine di aumentare le dimensioni dell’impianto disperdente in intimo contatto con il terreno e quindi ottenere una buona resistenza di terra:

• con i ferri di armatura delle fondazioni e/o dei pilastri dell’edificio

• con le reti elettrosaldate dei pavimenti e/o delle solette, mediante legatura a regola d’arte edile o cordone di saldatura. Il contatto tra i ferri dovrà essere di almeno 30cm nel caso di legatura e di almeno 5 cm in caso di saldatura

Al fine di conoscere lo sviluppo dei dispersori orizzontali, la posizione dei dispersori verticali

e dei collegamento ai ferri di armatura ed ogni ulteriore informazione di carattere tecnico-dimensionale si consultino le tavole di progetto.

Si precisa che per la realizzazione delle connessioni dell’impianto di terra, si dovrà evitare il

contatto diretto rame-ferro mediante l’opportuna interposizione di capicorda stagnati o di mezzi equivalenti atti ad evitare fenomeni di corrosione elettrochimica.

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6.3. Collettori di terra

L’insieme dei dispersori di cui al paragrafo precedente farà capo ai seguenti collettori di terra realizzati in barra di rame (dimensioni minime HxP = 50x5mm, lunghezza idonea al numero dei conduttori collegati) ed ubicati:

• in cabina ENEL

• nel locale misure ENEL

• in cabina di trasformazione autoproduzione

• nella sala quadri e controllo cogeneratori

• in cadaun locale cogeneratori

• nel locale generatori di calore

• nella sala quadri e controllo centrale termica. Ai collettori di terra arriveranno i conduttori di terra direttamente dall’insieme dei dispersori e

si dipartiranno:

• la messa a terra dei trasformatori MT/BT

• i conduttori di protezione per la connessione delle barre collettrici dei quadri di distribuzione o di macchina e le carcasse dei cogeneratori o di grosse utenze;

• i conduttori di protezione per la realizzazione dei collegamenti equipotenziali principali. Alle barre collettrici dei quadri arriveranno i conduttori di protezione dai collettori di terra e

di dipartiranno:

• i conduttori di protezione di dorsale da posizionare nei canali portacavi;

• i conduttori di protezione terminali (contenuti nei cavi di energia) per il collegamento delle masse degli utilizzatori.

Tutte le giunzioni elettriche tra conduttori di terra/protezione ed i collettori di terra dovranno

essere realizzati mediante capicorda stagnati di idonea sezione e tipologia, fissati alle piastre mediante bulloni e dadi.

Per conoscere la posizione dei collettori di terra, i collegamenti ed ogni ulteriore

informazione di carattere tecnico-dimensionale si consultino le tavole di progetto.

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6.4. Conduttori di terra e/o di protezione

I conduttori di terra (conduttori che collegano i dispersori ai collettori di terra) debbono avere sezione di 50mm2 (uguale a quella dei dispersori orizzontali) ed essere realizzati in corda nuda di rame.

La sezione dei conduttori di protezione (in rame rivestito di PVC) verso le masse dell’impianto risulta definita in conformità alla tabella 54F della norma CEI 64-8/5, nella quale essa viene dimensionata in funzione della sezione dei rispettivi conduttori di fase.

In generale, tutti i cavi aventi sezioni inferiori od uguali a 25mm2, saranno del tipo multipolare, completi di conduttore di protezione; i cavi di sezione maggiore saranno preferibilmente (per facilità di posa) di tipo unipolare.

6.5. Collegamenti equipotenziali

Tutte le tubazioni metalliche entranti nel volume degli impianti oggetto d’installazione devono essere tra loro interconnesse e collegate ad un nodo dell’impianto di messa a terra (collegamenti equipotenziali principali EQP all’ingresso nella struttura delle tubazioni dell’acqua potabile solo se tali tubazioni sono realizzate in acciaio, mediante conduttori di rame isolati in rame GV aventi sezione conforme al rapporto SPE = SFASE MAGGIORE / 2 con minimo 6mm2, portati direttamente al collettore di terra principale).

Collegamenti supplementari a quelli suddetti potranno essere eseguiti in qualsiasi punto a favore della sicurezza, anche se non strettamente necessari.

In tutti i locali da bagno e doccia dovranno essere previsti collegamenti equipotenziali supplementari EQS che colleghino tutte le tubazioni dell’acqua (se metalliche) entranti nel locale e tutte le masse estranee delle zone 1, 2, 3 con tutti i conduttori di protezione di tutti i componenti elettrici (incluse eventuali prese a spina) e masse situati in tali Zone (utilizzando conduttori di rame isolati GV aventi sezione minima pari a 4 mm2 se non protetti meccanicamente e 2,5 mm2 se protetti meccanicamente, connessi al nodo dei conduttori PE della più vicina scatola di derivazione).

In particolare per le tubazioni dell’acqua sanitaria e del riscaldamento è sufficiente che le stesse siano collegate all’ingresso del locale.

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7. Misure di prevenzione e di sicurezza

7.1. Impianti MT

7.1.1. Protezione contro le sovracorrenti

Nelle condizioni di progetto tutti i circuiti risultano protetti contro le sovracorrenti, conformemente a quanto specificato agli artt. 3.1.4.1, 3.1.4.2, 3.1.4.3, 3.1.4.4 e 3.1.4.5 della norma CEI 11-1.

In particolare la protezione di massima corrente di fase (50-51) o omopolare (51N) sarà assicurata da relè elettronici indiretti (inseriti su trasformatori di misura TA e TV) a soglia d’intervento regolabile (in corrente e tempo).

Le regolazioni di progetto assicurereranno la massima selettività d’intervento, ovvero nel caso di più protezioni in cascata interverrà prima quella più vicina alla sede del guasto.

7.1.2. Protezione contro contatti diretti

La protezione contro i contatti diretti, nei confronti delle parti attive, sarà effettuata mediante involucri e/o barriere e/o ostacoli e/o mediante distanziamento, conformemente al capitolo 7.1 della norma CEI 11.1.

Per quanto concerne le distanza d’isolamento, si faccia riferimento al capitoli 4.3, 4.4, 6.2 e 6.3 della norma CEI 11-1.

7.1.3. Protezione contro contatti indiretti

In conformità al capitolo 9 della norma CEI 11-1 e tenuto conto di quanto già esposto al capitolo 5 della presente, la protezione delle persone contro i contatti indiretti risulta assicurata qualora venga rispettata la seguente condizione di sicurezza:

UE ≤ UTP = ZE x IE ≤ UTP

Dove UE (V) è la tensione totale di terra, ZE (Ω) l’impedenza dell’impianto di terra di centrale, IE (A) la corrente di guasto monofase-terra del distributore ed UTP (V) la tensione di contatto massima ammissibile in relazione al tempo d’intervento delle protezioni.

Inserendo i valori numerici e ricavando ZE si ottiene:

ZE ≤ 75/40 ≤ 1,875 Ω

che rappresenta il massimo valore di impedenza di terra che l’impianto disperdente in esame può assumere.

L’impianto di terra della centrale di cogenerazione è stato progettato in modo da

garantire il raggiungimento di un valore ZE sicuramente inferiore a quello massimo ammissibile.

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7.2. Impianti BT

7.2.1. Protezione contro i sovraccarichi

Nelle condizioni di progetto tutti i circuiti risultano protetti dal sovraccarico, conformemente all'art. 433.2 della norma CEI 64/81.

In particolare:

• tutte le linee in hanno una portata Iz maggiore o uguale alla corrente termica di regolazione (o alla corrente nominale) dei relativi interruttori magnetotermici di protezione;

• tutte le condutture risultano protette contro i sovraccarichi con dispositivi di protezione posti a monte delle stesse.

7.2.2. Protezione contro i corto circuiti

Nelle condizioni di progetto tutte le condutture risultano protette contro il corto circuito secondo quanto prescritto agli art. 434.3 e 435.1 della norma CEI 64-8/42.

1CEI 64-8; art. 433.2: Coordinamento tra conduttori e dispositivi di protezione Le caratteristiche di funzionamento di un dispositivo di protezione delle condutture contro i sovraccarichi devono rispondere alle seguenti due condizioni: 1) I B ≤ I n ≤ I Z 2) I If Z≤ 1 45, {ndp: la condizione 2 è da verificare solo per i fusibili in quanto:

If=1,45In per gli interruttori modulari conformi alla Norma CEI 23-3

If=1,3In per interruttori ad uso industriale (scatolati e aperti) conformi alla norma CEI EN 60947-2}

dove:

IB = corrente di impiego del circuito; IZ = portata in regime permanente della conduttura (Sezione 523 della parte 5); In = corrente nominale del dispositivo di protezione. Nota - Per i dispositivi di protezione regolabili la corrente nominale In è la corrente di regolazione scelta If = corrente che assicura l'effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo convenzionale in

condizioni definite. Nota -{............} 2CEI 64-8; art. 434.3: Caratteristiche dei dispositivi di protezione contro i cortocircuiti Ogni dispositivo di protezione contro i cortocircuiti deve rispondere alle due seguenti condizioni: 434.3.1 Il potere di interruzione non deve essere inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione. {........} Le informazioni necessarie devono essere ottenute dai costruttori di questi dispositivi 434.3.2 Tutte le correnti provocate da un cortocircuito che si presenti in un punto qualsiasi del circuito devono essere interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammissibile (ndp: verifica di I2t). {...........} CEI 64-8; art. 435.1: Protezione assicurata da un unico dispositivo Se un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi è in accordo con le prescrizioni della Sezione 433 (ndp: se è protetto contro i sovraccarichi) ed ha un potere di interruzione non inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta nel suo punto di installazione, si considera che esso assicuri anche la protezione contro le correnti di cortocircuito della conduttura situata a valle di quel punto.

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In particolare si evidenzia che, nel caso in esame, gli interruttori automatici di protezione utilizzati limitano la corrente di corto per l’intera gamma di Icc di progetto per cui non sussiste la necessità di verifica suggerita nella nota a piè dell’articolo 435.13 (cfr. relazione di calcolo).

7.2.3. Protezione contro contatti diretti

La protezione contro i contatti diretti sarà effettuata, mediante isolamento delle parti attive e mediante involucri e barriere, conformemente agli artt. 412.1 e 412.2 della norma CEI 64-8/4.

In particolare, dal punto di vista della sola protezione contro i contatti diretti, il grado di protezione degli involucri o barriere non dovrà essere inferiore a IPXXD per le superfici orizzontali a portata di mano e IPXXB per le altre superfici4.

7.2.4. Protezione contro contatti indiretti

Normalmente gli impianti sono eserciti con sistema TN-S. I punti di neutro dei trasformatori e degli alternatori dei gruppi elettrogeni sono collegati

francamente a terra. In tale configurazione, gli impianti risultano protetti contro i contatti indiretti mediante

interruzione automatica della alimentazione, conformemente agli artt. 413.1.15, 413.1.36, della norma CEI 64-8/4.

3 NOTA (a piè dell’art. 435.1): Questo può non essere valido per alcuni tipi di interruttori, specialmente per i tipi che non limitano la corrente, per l’intera gamma delle correnti di corto circuito; in questi casi la sua validità deve essere verificata conformemente alle prescrizioni dell’art. 434.3. 4 CEI 64-8; art. 412.2 – Note: I gradi di protezione IPXXB e IPXXD significano che, rispettivamente, il dito di prova oppure il filo di prova del diametro di 1 mm non possano toccare parti in tensione: questo in accordo con la seconda edizione della Norma CEI 70-1. 5 CEI 64-8; art. 413.1.1: Generalità

Nota - {............} 413.1.1.1 Interruzione dell'alimentazione Un dispositivo di protezione deve interrompere automaticamente l'alimentazione al circuito od al componente elettrico, che lo stesso dispositivo protegge contro i contatti indiretti, in modo che, in caso di guasto, nel circuito o nel componente elettrico, tra una parte attiva ed una massa o un conduttore di protezione, non possa persistere, per una durata sufficiente a causare un rischio di effetti fisiologici dannosi in una persona in contatto con parti simultaneamente accessibili, una tensione di contatto presunta superiore a 50 V valore efficace in c.a (..). (..)

Note: - {............}

413.1.1.2 Messa a terra Le masse devono essere collegate ad un conduttore di protezione nelle condizioni specifiche di ciascun modo di collegamento a terra. Le masse simultaneamente accessibili devono essere collegate allo stesso impianto di terra.

Nota - {............} 6CEI 64-8; art. 413.1.3: Sistemi TN 413.1.3.1 Tutte le masse dell'impianto devono essere collegate al punto di messa a terra del sistema di alimentazione (........).

Note - {............} 413.1.3.2 (........). 413.1.3.3 Le caratteristiche dei dispositivi di protezione (413.1.3.8) e le impedenze dei circuiti devono essere tali che, se si presenta un guasto di impedenza trascurabile in qualsiasi parte dell'impianto tra un conduttore di fase ed un conduttore di protezione o una massa, l'interruzione automatica dell'alimentazione avvenga entro il tempo specificato, soddisfacendo la seguente condizione:

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In particolare, si ha che per la distribuzione d’energia primaria a monte del power center BT, la protezione sarà affidata ai dispositivi di massima corrente associati agli interruttori MT protezione trafi aventi tempi di intervento inferiori a 5s, mentre a valle di detto quadro di norma, ad esclusione dei circuiti di distribuzione (quadri secondari) per i quali dato l’elevato valore della corrente di guasto a terra in prossimità dell’utenza è stato possibile utilizzare dispositivi a massima

Zs • Ia ≤ U0

dove: Zs è l'impedenza dell'anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il

conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente; Ia è la corrente che provoca l'interruzione automatica del dispositivo di protezione entro il tempo definito nella

Tabella 41A in funzione della tensione nominale U0 per i circuiti specificati in 413.1.3.4, ed, entro un tempo convenzionale non superiore a 5 s; se si usa un interruttore differenziale Ia é la corrente differenziale nominale Idn.

U0 è la tensione nominale verso terra in volt in c.a. e in c.c.

Tabella 41A - Tempi massimi di interruzione per i sistemi TN

50 V<Uo≤120 V s

120 V<Uo≤230 V s

230 V<Uo≤400 V s

Uo > 400 V s Sistema

c.a. c.c. c.a. c.c. c.a. c.c. c.a. c.c.

TN 0,8 Nota 1 0,4 5 0,2 0,4 0,1 0,1

Uo è la tensione nominale verso terra in c.a. o in c.c. NOTA 1 Per le tensioni che sono entro la banda di tolleranza precisata nella Norma CEI 8-6 si applicano i tempi di interruzione corrispondenti alla tensione nominale. NOTA 2 Per i valori di tensione intermedi, si sceglie il valore prossimo superiore della Tab. 41A. NOTA 3 L’interruzione può essere richiesta per ragioni diverse da quelle relative alla protezione contro i contatti elettrici. NOTA 4 Quando la prescrizione di questo articolo sia soddisfatta mediante l’uso di dispositivi di protezione a corrente differenziale, i tempi di interruzione della presente Tabella si riferiscono a correnti di guasto differenziali presunte significativamente più elevate della corrente differenziale nominale dell’interruttore differenziale (tipicamente 5 Idn).

413.1.3.4 I tempi massimi di interruzione indicati nella Tab. 41A si applicano ai circuiti terminali protetti con dispositivi di protezione contro le sovracorrenti aventi corrente nominale o regolata che non supera 32 A. 413.1.3.5 Tempi di interruzione convenzionali non superiori a 5 s sono ammessi per i circuiti diversi da quelli trattati in 413.1.3.4. 413.1.3.6 Se l’interruzione automatica non può essere ottenuta con le condizioni di cui in 413.1.3.3, 413.1.3.4 e 413.1.3.5 si deve realizzare un collegamento equipotenziale locale connesso a terra conformemente a 413.1.2.2. 413.1.3.7 (........) 413.1.3.8 Nei sistemi TN è riconosciuto l'utilizzo dei seguenti dispositivi di protezione: • dispositivi di protezione contro le sovracorrenti; • dispositivi di protezione a corrente differenziale;

con la riserva che:

• nei sistemi TN-C non si devono usare dispositivi di protezione a corrente differenziale; • se in un sistema TN-C-S si utilizzano dispositivi di protezione a corrente differenziale, non si deve utilizzare un

conduttore PEN a valle degli stessi. Il collegamento del conduttore di protezione al conduttore PEN deve essere effettuato a monte del dispositivo di protezione a corrente differenziale.

Per ottenere selettività, gli interruttori differenziali del tipo S - vedere Norme CEI EN 61008-1 (CEI 23.42), CEI EN 61009-1 (CEI 23-44), CEI EN 60947-2/A1 (CEI 17-5) - possono essere usati in serie agli interruttori differenziali di tipo generale.

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corrente, la protezione sarà affidata a dispositivi differenziali aventi tempi di intervento inferiori a 0,4s per gli impianti terminali e a 5s per gli impianti di distribuzione.

Fa eccezione a quanto sopra la particolarissima situazione circuitale che può verificarsi

qualora, o a causa di un guasto o per una errata manovra o per un intervento intempestivo, viene ad essere aperto uno degli interruttori dell’ingresso di soccorso di un UPS. In questa condizione l’alimentazione dei circuiti da UPS è effettuata con il conduttore neutro isolato da terra (sistema IT).

Nel caso di singolo guasto a terra, la corrente di guasto (capacitiva) è debole e non è necessario interrompere il circuito in conformità con l’articolo 413.1.5.1 della norma CEI 64-8/4.

Inoltre, in base a quanto illustrato nel commento all’articolo 413.1.5.1, in tali condizioni non è necessario applicare le prescrizioni degli articoli 413.1.5.1 - 413.1.5.4 - 413.1.5.5 - 413.1.5.6 della norma CEI 64-8/4 (relativi al controllo d’isolamento e al doppio guasto a terra), in quanto è improbabile che nel breve periodo di funzionamento dell’alimentazione di riserva si verifichino due guasti simultaneamente. La protezione in questo caso viene effettuata per “separazione elettrica” in conformità all’articolo 413.5 della Norma CEI 64-8.

7.2.5. Selettività delle protezioni

La selettività delle protezioni contro le sovracorrenti (sovraccarichi, cortocircuiti e guasti a terra) avviene per regolazione in corrente e ritardo cronometrico delle protezioni, nell’ambito dei limiti di cui ai precedenti paragrafi.

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8. Sganci di emergenza

Al fine di porre fuori tensione l’intero impiano elettrico o parte di esso in caso di emergenza (incendio, pericolo immediato per le persone, guasto, ecc.), saranno da prevedersi, all’esterno di cadauna postazione nel seguito definita, uno o più pulsanti in scatola metallica IP55 con “vetro a frangere” e contatti elettrici 1 NC ed 1 NC/NA in scambio.

Nello specifico, si elencano le postazioni di sgancio:

• Postazione 1: cabina di trasformazione

• Postazioni 2-3-4: i locali cogeneratori

• Postazione 5: la sala UPS cogeneratori

• Postazione 6: la centrale termica

• Postazione 7: la sala UPS centrale termica Il pulsante ovvero i pulsanti di sgancio all’esterno di cadauna postazione indicata in

precedenza andranno a sganciare, con logica a “sicurezza positiva” (autorivelazione dell’interruzione del circuito di guasto), tutte le alimentazione elettriche del locale siano esse in ingresso che in uscita.

Sulla custodia di cadaun pulsante dovrà essere fissata idonea dicitura indicante la tipologia di

sgancio attuata. Si ribadisce che tutti i cavi di collegamento per la realizzazione dei circuiti di sgancio

dovranno essere del tipo FTG10(O)M1 0,6/1kV multipolari “resistente al fuoco” (CEI 20-22 III, CEI 20-36, CEI 20-37, CEI 20-38, CEI 20-45).

9. Protezione contro i fulmini

Per assicurare la protezione contro i fulmini, in fase di progettazione esecutiva verrà redatta idonea “relazione di calcolo della probabilità di fulminazione” nella quale si evincerà l’autoprotezione della struttura nei confronti del rischio di tipo 1 (perdita di vita umane).

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10. Ambienti ed applicazioni particolari

10.1. Luoghi MARCI (a maggior rischio in caso d’incendio)

I tre locali cogeneratori e la centrale termica sono ambienti soggetti al controllo dei Vigili del Fuoco poiché inseriti nell’elenco attività di cui al D.M. 16/02/82.

Per tali attività debbono essere rispettate le prescrizioni di prevenzione incendi dettate dal Comando Vigili del Fuoco competente per territorio al fine del rilascio del “Certificato di prevenzione incendi” (CPI)

Ai fini della normativa tecnica, a favore della sicurezza, essi sono da considerarsi ambienti a

maggior rischio in caso d’incendio “per la presenza di materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento manipolazione o deposito di detti materiali”.

Per essi dovranno essere rispettate tutte le prescrizioni aggiuntive contenute agli articoli

751.04.1, 751.04.2 e 751.04.5 della Norma CEI 64-8/7, ed in particolare:

• rispetto delle distanze minime tra faretti, o proiettori, e materiali illuminati: 0,5m fino a 100W - 0,8m tra 100W e 300W - 1m da 300W a 500W)

• utilizzo esclusivo di cavi non propaganti l’incendio (CEI 20-22)

• protezione contro i sovraccarichi delle condutture poste a monte delle stesse

• protezione dei circuiti di distribuzione con dispositivi differenziali aventi Id ≤ 1A (anche ad intervento ritardato) e/o terminali con dispositivi differenziali aventi Id ≤ 0,3A (ad intervento istantaneo)

• grado di protezione minimo degli involucri dei componenti d’impianto (esclusi i cavi e le lampade), non inferiore a IP4X, fatta eccezione per luoghi dove la posizione del materiale combustibile sia ben definita e controllata, nei quali il grado di protezione IP4X è richiesto entro la distanza di 1,5m in pianta, 3m sopra e 1,5m sotto il materiale combustibile.

10.2. Luoghi con pericolo d’esplosione

10.2.1. Locali UPS

I luoghi di carica batterie, sono in genere da considerarsi ambienti con pericolo di esplosione per la possibile presenza di idrogeno.

Infatti nelle zone di carica (ed in misura minore in quelle di scarica) esistono pericoli derivanti dell’emissione di idrogeno ed ossigeno dagli accumulatori (generalmente costituiti da elettrodi di piombo immersi in acido solforico).

Lo sviluppo maggiore si ha durante la fase finale della carica a fondo ed in quella di proseguimento della carica oltre la fase di gassificazione (sovraccarica).

Per i motivi sopra esposti, nella fase di progettazione esecutiva si provvederà alla

classificazione di eventuali aree con pericolo di esplosione all’interno di cadaun locale UPS, in conformità alla norma CEI 31-30, alle guide CEI 31-35 e 31-35/A ed alla norma CEI EN 50272-2.

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10.2.2. Centrale termica a metano e locali cogeneratori

In analogia a quanto specificato al paragrafo precedente, anche per la centrale termica a gas e per cadaun locale cogeneratori (a metano), nella fase di progettazione esecutiva si provvederà alla classificazione di eventuali aree con pericolo di esplosione, in conformità alla norma CEI 31-30 ed alle guide CEI 31-35 e 31-35/A.

11. Caratteristiche generali sugli impianti elettrici

11.1. Illuminazione ordinaria dei locali

I locali della centrale di cogenerazione saranno dotati di impianti d’illuminazione artificale realizzati con plafoniere fluorescenti “stagne” e comandi locali, aventi elevato grado di protezione e resistenza meccanica.

Negli uffici le plafoniere possiederanno ottica a bassa luminanza (ottica “dark”), idonea per operatori di videoterminale.

L’illuminazione di cadaun locale sarà suddivisa su almeno due circuiti al fine di garantire una buona continuità di servizio in caso di primo guasto.

I valori d’illuminamento medio garantiti per ciascun locale saranno quelli definiti dalla norma UNI 12464-1 (illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni) in relazione alla loro destinazione d’uso.

11.2. Illuminazione di sicurezza7

Tutti i luoghi di lavoro e di permanenza di pubblico saranno muniti di un’illuminazione di sicurezza in grado di assicurare un adeguato livello di illuminamento delle vie e delle uscite di emergenza.

In particolare, da ogni punto di lavoro, di permanenza o di passaggio, dovrà risultare in ogni condizione ben visibile il percorso da seguire per giungere alle vie d’uscita, le quali saranno dotate di illuminazione di sicurezza.

Si ritiene idoneo un livello di illuminamento minimo di 5 lux ad 1 m dal piano di calpestio in corrispondenza delle scale, delle porte e delle vie d’uscita, di 2 lux in qualsiasi punto della via di esodo ed in ogni ambiente dove si svolga un’attività lavorativa.

Nei luoghi oggetto della presente relazione, l’illuminazione di sicurezza sarà realizzata mediante apparecchi con alimentazione autonoma (batterie) in assenza di rete (tempo < 0,5”), autonomia di almeno 1 ora e ricarica (atta a garantire il funzionamento per almeno 30’) entro 12h.

7 Decreto Legislativo 626/94:

• art. 10 (sostituisce l’art. 10 del DPR 303/56) (.......) I luoghi in cui i lavoratori sono particolarmente esposti in caso di guasto dell’illuminazione artificiale, devono

disporre di un’illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità • art. 33, comma 1.11 (sostituisce l’art. 13 del DPR 547/55) Le vie e le uscite di emergenza che richiedono un’illuminazione devono essere dotate di un’illuminazione di

sicurezza di intensità sufficiente, che entri in funzione in caso di guasto dell’impianto elettrico

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Via Roso, 132 - S. Nicolò - (PC) - Tel. 0523-769898 - Fax 0523-761121 - P.le G. Cesare, 9 – Milano - Tel. 02-48013150 - Fax 02-48013227 – [email protected]

11.3. Impianti di forza motrice

Nei locali di centrale, le prese di servizio saranno preferibilmente del tipo industriale “stagno” a norme IEC 309, dotate di interblocco e fusibili di protezione, mentre le eventuali prese di tipo civile (Bipasso 10/16A - Schuko 10/16A - UNEL P17-P30) saranno contenute in custodie a vista con idoneo grado IP a sportello frontale chiuso.

Negli uffici e nei locali di servizio, le prese di servizo saranno del tipo civile (Bipasso 10/16A - Schuko 10/16A - UNEL P17-P30) al alveoli protetti; esse saranno equipaggiate di scatole, supporti e placche di finitura.

L’esecuzione potrà essere incassata o a vista.

12. Materiali e componenti dell’impianto

Tutti i componenti elettrici utilizzati saranno conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI che sono loro applicabili.

Quando un componente elettrico è provvisto del marchio IMQ, esso è considerato conforme alla Norma CEI senza necessità di altre verifiche. Costituisce inoltre una garanzia equivalente un marchio della comunità europea assimilabile al marchio IMQ.

In mancanza del marchio IMQ o dell’equivalente europeo, si presume che il componente elettrico risponda alle prescrizioni di sicurezza anche quando è provvisto di una dichiarazione di conformità alle norme CEI rilasciata dal costruttore (anche a catalogo).

13. Deroghe

I dati dimensionali risultanti dal seguente progetto sono vincolanti per la corretta esecuzione degli impianti.

Le deroghe della regola di cui sopra sono ammesse a condizione di operare in favore della

sicurezza; in particolare:

• i calibri degli interruttori e dei fusibili possono essere più piccoli di quelli indicati;

• il potere di rottura degli interruttori potrà essere più grande di quello indicato;

• le sezioni delle linee e/o la loro portata possono essere maggiori di quelle indicate;

• le correnti d’intervento delle protezioni possono essere inferiori a quelli indicati;

• i tempi di intervento delle protezioni possono essere inferiori a quelli indicati.

Tuttavia è in ogni caso sconsigliato uscire dalle indicazioni di progetto in quanto si ha in genere un aumento dei costi e/o una diminuzione della funzionalità.

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14. Documenti complementari

Fanno parte integrante della presente, tutti gli elaborati di cui al documento COGE EE-EX-COM-2000A.

15. Obblighi di legge

Le indicazioni contenute nella presente relazione sono sufficienti, dal punto di vista della realizzazione degli impianti elettrici, ad ottemperare agli obblighi imposti dal DPR 547/55, alla Legge 46/90 e dal Decreto Legislativo 626/94.

Si segnala che la validità della documentazione allegata alla presente, quale documentazione

finale degli impianti realizzati, sarà subordinata all’aggiornamento del progetto in forma esecutiva, comprensivo degli elaborati as-built e completo della “dichiarazione di conformità” rilasciata da installatore qualificato ai sensi della legge 46/90.