RELAZIONE DELLO SDP STATO DI PROGETTO - Ferrara · 2016. 11. 2. · Mobili ed arredi del negozio...

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RELAZIONE DELLO STATO DI PROGETTO SDP

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RELAZIONE DELLO STATO DI PROGETTOSDP

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

Indice

1. Note storiche

1.1. Inquadramento della fabbrica ex Bazzi

1.2. Ricostruzione delle fasi evolutive

2. Stato di fatto architettonico

2.1. Locali compresi nel progetto

2.1.1. I locali ex Bazzi da porre a concessione - I locali al piano terreno - I locali al piano ammezzato - Il corpo edilizio novecentesco

2.1.2. Mobili ed arredi del negozio dell’ex Bazzi – coloniali

2.1.3. Gli ambienti del piano nobile e del piano secondo ad ampliamento degli spazi istituzionali - La scala - Gli ambienti del piano nobile (piano primo)- Gli ambienti del piano secondo

2.2. Gli apparati decorativi rinvenuti nella fabbrica ex Bazzi

2.2.1 Gli elementi lapidei 2.2.2 I dipinti murali 2.2.3 I solai lignei decorati

2.3. Gli interventi eseguiti sugli elementi architettonici-decorativi degli ambienti ex Bazzi

2.3.1. I finestroni trilobati - l’intervento

2.3.2. i dipinti murali del piano nobile - Saggi ed indagini - l’intervento

2.3.3. Il soffitto decorato della “stanza dorata”

- L’intervento di consolidamento - Il progetto ed il cantiere di restauro

2.4. Il solaio decorato al piano ammezzato. Lo studio dei caratteri costruttivi: struttura, forma, materia

Risultati delle analisi diagnostiche eseguite su campioni presi dal soffitto ligneo decorato della “stanza dorata”

schede di analisi e rilievo: da n.1 a n. 18

3. Stato di fatto strutturale

3.1. Xxxxxxxx

4. Stato di fatto impiantistico

4.1. Impianti elettrici

4.2. impianti termomeccanici

ALLEGATI

Tavole grafiche stato di fatto A01-A02-A03-A04-A05-A06 Tavole grafiche stato di fatto strutturale S01 ….

IND

ICE

1. Metodologia progettuale e valutazioni preliminari 3

1.1. Per un progetto di restauro e riqualificazione degli ambienti dell’ala Sud 3 1.2. Aspetti normativi 3

1.3. Vocazioni d’uso degli ambienti 5 1.3.1. I locali ex Bazzi da porre in concessione 7 - I locali al piano terreno - I locali al piano ammezzato - Il corpo edilizio novecentesco 1.3.2. Gli ambienti del piano nobile e piano secondo 9 ad ampliamento degli spazi istituzionali - La scala - Gli ambienti al piano nobile - Gli ambienti del piano secondo

2. Progetto architettonico 12 2.1. I locali ex Bazzi da porre in concessione 12 2.1.1. L’ex drogheria 12 2.1.2. Il locale attiguo all’ex drogheria 12 2.1.3. Il piano ammezzato 13 2.1.4. Il corpo novecentesco 13

2.2. Gli ambienti del piano nobile e piano secondo ad ampliamento degli spazi istituzionali 14 2.2.1. La scala di collegamento con il Giardino delle Duchesse 14 2.2.2. L’ambiente adiacente all’atrio della Sala Consiliare 14 2.2.3. Le due sale decorate 14 2.2.4. L’ampio ambiente ad uso uffici ed il locale servizi 15 2.2.5. La stanza azzurra 15 2.2.6. Gli ambienti del piano secondo 15

Schede di progetto – opere edili: - n.01, Solai 17 - n.02a- n.2b, Controsoffitti 18 - n.03, Controparete 20 - n.04, Soluzione per il soffitto di progetto stanza PNs3 21 - n.05, Studio per nuove scale 22

2.3. Gli interventi di restauro specialistico 23

Schede di progetto – opere specialistiche: - n.01, Restauro dei dipinti murali del piano ammezzato 24 - n.02, Restauro dei dipinti murali del piano secondo 25 - n.03, Completamento del restauro dei dipinti murali del piano nobile e del piano secondo 26 - n.04, Restauro del soffitto ligneo decorato al piano ammezzato 27 - n.05, Restauro della stanza azzurra 28 - n.06 Pulizia degli elementi lapidei 29

3. Stato di progetto strutturale 30

Illustrazione dei principali interventi strutturali con indicazione delle specifiche tecniche 30

3.1 Oggetto 30

3.2 Premessa 30

3.3 Descrizione degli interventi strutturali di riparazione e miglioramento sismico 30

3.3.1 US1 31 INTERVENTI IN FONDAZIONE 32 - Platea di fondazione INTERVENTI SULLE MURATURE 32 - Scuci – cuci - Consolidamento delle murature con intonaco armato in fibra di vetro - Creazione di porzioni di muratura - Demolizione di muratura - Inserimento di nuovi architravi metallici - Nuovo timpano in muratura

INTERVENTI SUI SOLAI 35 - Consolidamento solaio con doppio tavolato - Inserimento di incatenamenti in corrispondenza degli impalcati - Consolidamento solaio con elementi lignei sagomati all’estradosso - Demolizioni - Ricostruzione di solai in acciaio e doppio tavolato - Nuove porzioni di solaio per il passaggio dei corpi scala - Putrelle sostegno UTA - Nuovo solaio in legno lamellare con travi a sezione variabile - Realizzazione di nuovi corpi scala - Rimaneggiamento del manto di copertura ed inserimento guaina impermeabilizzante - Perforazioni

3.3.2 US2 45

INTERVENTI IN FONDAZIONE 45 - Trave di attacco scala B INTERVENTI SULLE MURATURE 45 - Ricostruzione della piattabanda in laterizio delle aperture dei prospetti - Consolidamento delle piattabande in mattoni pieni lesionate con piatti calandrati all’intradosso - Inserimento di nuovi architravi metallici - Scuci – cuci

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4.5.6 Protezione delle installazioni 57

4.5.7 Protezione delle persone 57

4.5.8 Apparecchiature di comando e di protezione 58

4.5.9 Quadri elettrici 58

4.5.10 Impianto di protezione dalle scariche atmosferiche 58

4.5.11 Impianto di illuminazione 58

4.5.12 Impianto di forza motrice 59

4.5.13 Impianto di terra 59

4.6 Impianti a correnti deboli 60

4.6.1 Impianto di chiamata disabili 60

4.6.2 Predisposizioni 60

ALLEGATI

S08p - S09p - Altri elaborati progetto impianti: RCIM Relazione di calcolo impianti termomeccanici - impianti tecnologici.

- Creazione di porzioni di muratura - Demolizione di muratura - Ispessimento delle murature

INTERVENTI SUI SOLAI 47 - Consolidamento solaio con doppio tavolato - Nuovo solaio di copertura delle stanze PTs4 e PTs5 - Rimaneggiamento del manto di copertura ed inserimento guaina impermeabilizzante - Inserimento di un cordolo metallico - Nuova copertura vano scala B - Perforazioni

3.4 Normative di riferimento 50

3.5 Materiali per uso strutturale 50

4. Progetto impiantistico 52 4.1 Premessa 52

4.2 Normative e leggi di riferimento utilizzate 52

54

4.4 Impianti termomeccanici 54

4.4.1 Descrizione generale 54 - Dati di progettazione

4.4.2 Descrizione degli impianti 55 - Sottocentrale termica e centrali frigorifere - Impianto idrico sanitario - Rete di distribuzione acqua calda e refrigerata ai ventilconvettori - Impianto a ventilconvettori - Impianto di ventilazione meccanica - Impianto di regolazione - Impianto di adduzione gas metano

4.5 Impianti elettrici 57 4.5.1 Premessa 57 4.5.2 Dati principali utilizzati per i dimensionamenti 57 4.5.3 Sistema elettrico 57

4.5.4 Struttura distributiva dell’impianto 57 4.5.5 Canalizzazioni e vie cavi 57

SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

Indice

1. Note storiche

1.1. Inquadramento della fabbrica ex Bazzi

1.2. Ricostruzione delle fasi evolutive

2. Stato di fatto architettonico

2.1. Locali compresi nel progetto

2.1.1. I locali ex Bazzi da porre a concessione - I locali al piano terreno - I locali al piano ammezzato - Il corpo edilizio novecentesco

2.1.2. Mobili ed arredi del negozio dell’ex Bazzi – coloniali

2.1.3. Gli ambienti del piano nobile e del piano secondo ad ampliamento degli spazi istituzionali - La scala - Gli ambienti del piano nobile (piano primo)- Gli ambienti del piano secondo

2.2. Gli apparati decorativi rinvenuti nella fabbrica ex Bazzi

2.2.1 Gli elementi lapidei 2.2.2 I dipinti murali 2.2.3 I solai lignei decorati

2.3. Gli interventi eseguiti sugli elementi architettonici-decorativi degli ambienti ex Bazzi

2.3.1. I finestroni trilobati - l’intervento

2.3.2. i dipinti murali del piano nobile - Saggi ed indagini - l’intervento

2.3.3. Il soffitto decorato della “stanza dorata”

- L’intervento di consolidamento - Il progetto ed il cantiere di restauro

2.4. Il solaio decorato al piano ammezzato. Lo studio dei caratteri costruttivi: struttura, forma, materia

Risultati delle analisi diagnostiche eseguite su campioni presi dal soffitto ligneo decorato della “stanza dorata”

schede di analisi e rilievo: da n.1 a n. 18

3. Stato di fatto strutturale

3.1. Xxxxxxxx

4. Stato di fatto impiantistico

4.1. Impianti elettrici

4.2. impianti termomeccanici

ALLEGATI

Tavole grafiche stato di fatto A01-A02-A03-A04-A05-A06 Tavole grafiche stato di fatto strutturale S01 ….

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1. Metodologia progettuale e valutazioni preliminari

1.1 Per un progetto di restauro e riqualificazione degli ambienti dell’ala Sud

Trattandosi di ambienti con importanti valenze storiche, con la presenza un apparato decorativo che testimonia una complessa successione di fasi evolutive, con la presenza di arredi che conservano il carattere di una bottega storica della città, è necessario che gli interventi volti a valorizzare l’uso di tali spazi siano guidati nell’obiettivo di conseguire al meglio la conservazione delle pregevoli testimonianze architettoniche ed artistiche presenti consentendone una percezione coerente ed unitaria senza però negare il palinsesto strutturale e decorativo che si è venuto a formare durante i secoli. Per le caratteristiche di complessità ed articolazione di questi locali storici il ricorso costante ad attività di approfondimento di indagine e di verifica dell’esistenza di ulteriori possibili elementi è una esigenza metodologica importante che può dare luogo a riflessioni sulle scelte fatte in precedenza. Nonostante permanga, quindi, un margine di possibili variabili che l’avanzare delle fasi esecutive potranno rendere meglio decifrabili, allo stato attuale è possibile delineare un livello di definizione di elementi certi e di indicazioni utili a supporto della progettazione, in relazione sia all’esigenza di tutela dei caratteri storico-artistici che agli obiettivi che l’Amministrazione intende conseguire relativamente alla porzione da porre a concessione di valorizzazione e agli ambienti da destinare ad a funzioni istituzionali.

1.2. Aspetti normativi

Gli interventi di restauro, di miglioramento strutturale, di adeguamento funzionale ed impiantistico, degli ambienti dell’ala sud, finalizzati contestualmente al recupero dei valori storico architettonici dell’immobile e all’esercizio di attività a questi compatibili, contengono aspetti normativi da rispettare nella predisposizione del progetto per il conseguimento di tutte le autorizzazioni occorrenti alla loro esecuzione. Fermo restando, quindi, la necessità di conformare l’intervento di restauro e valorizzazione alle normative vigenti – quali, a titolo esemplificativo, quelle in materia di tutela di Beni Culturali, di riduzione del rischio sismico e del rischio incendi, di rispetto degli strumenti di pianificazione, dei regolamenti edilizi e di igiene pubblica, di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro, di superamento delle barriere architettoniche, di risparmio energetico - di seguito si evidenziano i riferimenti normativi ritenuti maggiormente vincolanti le scelte progettuali per il recupero architettonico degli ambienti.

Urbanistica Nella tavola del Centro Storico del PSC vigente il complesso di Palazzo Municipale è classificato come “Edificio di interesse storico architettonico”.

Il RUE, strumento di attuazione del PSC, definisce su questo edificio gli interventi previsti su edifici storici di “classe 1” di cui l’art 110 , ossia di “restauro scientifico”.

Art. 110 – Classe 1: edifici di rilevante importanza per specifici pregi o caratteri architettonici o artistici 1. La classe 1 comprende le unità edilizie che hanno assunto rilevante importanza nel contesto urbano territoriale per specifici pregi o caratteri architettonici o artistici. Tali edifici sono assoggettati a intervento di “restauro scientifico”, come definito al punto 3 dell’allegato 2 del presente RUE. 2. Gli interventi di restauro consistono in operazioni storico-critiche per la lettura e la conservazione di un’unità edilizia e architettonica di rilevante pregio storico architettonico. Tali interventi riguardano l’unità architettonica nella sua interezza, con le sue pertinenze, le aree esterne ed eventuali arredi originali integrati nell’impianto architettonico, riconoscendone lo stato originario e le successive fasi del processo di trasformazione. 1.

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Seguendo il riferimento indicato nell’art. 110 per la definizione di “restauro scientifico” si riporta il punto 3 dell’allegato 2 del RUE:

3.restauro scientifico 1. Gli interventi di restauro scientifico sono costituiti dagli interventi di cui al successivo punto 4 che riguardano unità edilizie che abbiano assunto rilevante importanza nel contesto urbano territoriale per specifici pregi o caratteri architettonici o artistici e sono attuati con le specifiche di cui al punto c) dell’allegato alla L.R. 15/2013 e s.m.i.

Il citato punto 4 riguarda il restauro e risanamento conservativo, interventi questi definiti dall’art. 3 lett. c) del D.P.R. 380/2001 e s.m.i.

L.R. 15/2013 Allegato punto c) restauro scientifico: gli interventi che riguardano le unità che hanno assunto rilevante importanza nel contesto urbano territoriale per specifici pregi o caratteri architettonici o artistici. Gli interventi di restauro scientifico consistono in un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’edificio, ne consentono la conservazione, valorizzandone i caratteri e rendendone possibile un uso adeguato alle intrinseche caratteristiche. Il tipo di intervento prevede: c.1)il restauro degli aspetti architettonici o il ripristino delle parti alterate, cioè il restauro o ripristino dei fronti esterni ed interni, il restauro o ripristino degli ambienti interni, la ricostruzione filologica di parti dell’edificio eventualmente crollate o demolite, la conservazione o il ripristino dell’impianto distributivo-organizzativo originale, la conservazione o il ripristino degli spazi liberi, quali, tra gli altri, le corti, i larghi, i piazzali, gli orti, i giardini, i chiostri; c.2) consolidamento, con sostituzione delle parti non recuperabili senza modificare la posizione o la quota dei seguenti elementi strutturali: - murature portanti sia interne che esterne; - solai e volte; - scale; - tetto con ripristino del manto di copertura originale; c.3) l’eliminazione delle superfetazioni come parti incongue all’impianto originario e agli ampliamenti organici del medesimo; c.4) l’inserimento degli impianti tecnologici e igienico-sanitari essenziali.

D.P.R. 380/2001 art. 3 lett. c) “interventi di restauro e risanamento conservativo”: gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità mediante un sistema sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili.

Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze d’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio.

Di seguito si riportano due commi dell’art. 107 del RUE ai quali il complesso di Palazzo Municipale è assoggettato.

Art. 107, 2.1. Immobili tutelati dal Codice dei beni culturali e del paesaggio La tav. 5 riporta indicativamente i beni immobili tutelati dal D.Lgs. 42/2004 e s.m.i.. Per la loro effettiva individuazione, tuttavia, occorre fare riferimento ai relativi atti di vincolo, ovvero, per le fasce di tutela dei corsi d’acqua, al rilievo dello stato di fatto. Gli interventi sui beni culturali tutelati dagli artt. 10 e 11 D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. dovranno essere autorizzati dalla competente Soprintendenza prima della presentazione della SCIA o prima dell’inizio lavori, se soggetti a permesso di costruire. Gli interventi sui beni tutelati dalla parte III del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. dovranno essere sottoposti ad autorizzazione paesaggistica prima della presentazione della SCIA o prima del rilascio del permesso a costruire.

Art. 107, 2.3.4. Negozi e laboratori storici La tav. 5 individua i negozi e i laboratori artigiani storici, distinguendo quelli caratterizzati da vetrine e/o arredi di pregio testimoniale. L’art 68 del presente RUE disciplina le modalità d’intervento su tali manufatti. Ove siano presenti arredi interni, decorazioni, pavimenti, rivestimenti, corpi illuminanti storici, essi dovranno essere conservati e restaurati con riproposizione dei colori esistenti e/o storicamente documentati. Le pavimentazioni non recuperabili potranno essere sostituite con altre dello stesso materiale e colore o comunque con altre di tipologia coerente con il contesto. In caso di inserimento di nuovi corpi illuminanti andranno individuati modelli congrui con quelli esistenti, da sottoporre al parere preventivo della Commissione QAP, mediante proposta di una gamma di soluzioni rappresentate graficamente ed eventualmente campionate. Al fine di promuovere e valorizzare le attività economiche originarie o con merceologia analoga a quella originaria, insediate nelle botteghe storiche, viene permessa, se non in contrasto con altre norme e prescrizioni regolamentari, la esposizione di bacheche, realizzate in forma e materiali congrui con quelli della bottega oggetto di tutela o ad essi riferibile per stile costruttivo, previa verifica di compatibilità degli aspetti strutturali e del loro inserimento nel contesto edificato storico, dai competenti uffici comunali.

Si rimanda alla lettura dell’art. 68 – Prescrizioni per la progettazione degli edifici - per la conoscenza delle prescrizioni espresse nei 17 punti che lo compongono e che si applicano a tutti gli interventi sugli edifici al fine di migliorare la qualità diffusa urbana e ambientale.

Rischio sismico Per la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale tutelato, richiamato l’art. 29 del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” – D.Lgs 42 del 22 gennaio 2004 – al cui comma 4 viene precisato che per i beni immobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico il restauro comprende l’intervento di miglioramento strutturale ed al successivo comma 5 viene disposto la definizione da parte del Ministero di linee di indirizzo per la conservazione in condizioni di sicurezza dei beni culturali nei riguardi dell’azione sismica, gli interventi devono rispettare le disposizioni di cui il D.M. 14.01.2008 “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni” e ss.mm.ii. ed in particolare il cap. 8 “costruzioni esistenti” ed il cap. 12 “Riferimenti tecnici”. La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 febbraio 2011 “Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14/01/2008” fornisce indicazioni per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale tutelato sulla scia delle “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale” di cui la Direttiva P.C.M 12 ottobre 2007 e ss.mm.ii.; tale direttiva è redatta con l’intento di specificare un percorso di conoscenza, valutazione del livello di sicurezza nei confronti delle azioni sismiche e progetto degli eventuali interventi opportunamente adeguato alle esigenze e peculiarità del patrimonio culturale. Alle normative e raccomandazioni di livello nazionale è da affiancare la legislazione della Regione Emilia-Romagna.

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1.3 Vocazioni d’uso degli ambienti

Nel delineare le vocazioni d’uso - con indicazione del “grado di vincolo” e degli interventi ammissibili - si procede riproponendo l’ordine seguito per descrivere lo stato di fatto dei locali compresi nel progetto, ovvero, in base alle sigle di riconoscimento date alle stanze, trattando prima i locali che l’Amministrazione intende porre a concessione di valorizzazione ed a seguire gli ambienti del piano nobile e del piano secondo ad ampliamento degli spazi istituzionali .

Un’ulteriore precisazione legata alla volontà dell’Amministrazione di porre parte dei locali dell’ala sud a concessione è quella che tutte le utenze devono prevedersi separate tra questi e gli altri a diretta gestione comunale.

Inoltre, la progettazione dei locali previsti da porre a concessione, non conoscendo l’attività che ivi si potrà insediare, non potrà entrare in dettagli funzionali degli spazi, ma dovrà comunque valutare ed individuare i sistemi impiantistici compatibili e prevedere le predisposizioni realizzabili.

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1.3.1. I locali ex Bazzi da porre a concessione

I locali al piano terreno PTs1 – ambiente di discreto interesse architettonico nel quale ricollocare gli arredi lignei del negozio storico “Bazzi Coloniali”. Grado di vincolo “alto”.

PTs2 – ambiente di discreto interesse architettonico nel quale ricollocare gli arredi lignei del negozio storico “Bazzi Coloniali”. Grado di vincolo “alto”.

I due vani, comunicanti tra loro per mezzo di due ampie aperture ad arco, ospitavano la bottega “Bazzi Coloniali” completamente arredata con mobili lignei funzionali all’attività; la ricollocazione in tali spazi degli arredi originali, opportunamente restaurati, assicura la conservazione del carattere di bottega storica, vincolando gli stessi ad usi compatibili. Gli arredi, inoltre, rivestendo a tutta altezza intere pareti, impongono il rispetto dei livelli attuali di pavimento e soffitto nella progettazione dei pacchetti strutturali/architettonici dei solai; tenendo presente che a -30 cm circa dalla quota di pavimento esistente è attestato il livello archeologico da preservare. Il riallestimento della boiserie impone anche lo studio specifico per l’inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici), sia per quanto riguarda la rete distributiva che gli elementi tecnici, al fine di trovare soluzioni non invasive, prive di impatto formale, rispettose dei valori storico-architettonici degli ambienti. Per quanto riguarda le vetrine, le porte in vetro di accesso dalla piazza, e le insegne del negozio storico è auspicabile un loro recupero (con eventuale possibile adeguamento delle prestazioni) piuttosto che procedere a sostituzioni.

Di seguito sono indicati gli interventi per gli ambienti PTs1 e PTs2. - esecuzione di saggi stratigrafici a completamento di quelli già eseguiti; - chiusura in muratura della porta verso il vano scale (che resta di utilizzo esclusivo dell’Amministrazione); - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - ripristino del controsoffitto comprese le cornici e le decorazioni in gesso esistenti o, se non recuperabile, sostituzione con nuovo in cartongesso nel rispetto delle quote finite esistenti al fine della precisa ricollocazione degli arredi originali; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale; - esecuzione di pavimento con relativo sottofondo ed eventuale vespaio nel rispetto delle quote finite esistenti al fine della precisa ricollocazione degli arredi originari; e nel rispetto del sottostante livello archeologico da preservare; - recupero delle vetrine, delle porte a vetro di accesso dalla piazza, con il mantenimento delle insegne del negozio storico.

PTs3 - ambiente di discreto interesse architettonico. Grado di vincolo “medio”.

L’ingresso e la scala ricavati dividendo tale stanza possono essere conservati, modificati, demoliti in relazione alle esigenze d’uso; in generale, nel rispetto dei tipi di interventi ammessi dal RUE, sono realizzabili opere di adeguamento funzionale con inserimento di impianti tecnologici ed igienico sanitari.

L’eventuale modifica o demolizione del vano scala esistente con realizzazione di un nuovo collegamento verticale a servizio del piano ammezzato può consentire l’inserimento di sistemi meccanici (quale una piattaforma elevatrice) a servizio delle persone con limitate capacità motorie; ed anche una diversa suddivisione dell’ambiente per la realizzazione di servizi a supporto dell’attività. In questo caso diviene conseguente la rimozione di porzioni di solaio e controsoffitto ed il loro successivo rifacimento. Il livello attuale del soffitto non è vincolato da mobili (come invece nei due ambienti dell’ex drogheria), e se necessario può essere abbassato (ad esempio per favorire la distribuzione di reti impiantistiche e/o per l’alloggiamento di elementi tecnici), mentre la quota del pavimento è opportuno che rimanga inalterata ed in continuità con le stanze precedenti; tenendo presente nella progettazione del relativo pacchetto strutturale/architettonico del il limite di – 30 cm. dato dal livello archeologico da preservare. E’ auspicabile il recupero (con eventuale possibile adeguamento delle prestazioni) della porta a vetro e della porta in legno che danno accesso dalla piazza.

Di seguito sono indicati gli interventi per gli ambienti PTs3. - eventuale modifica e/o demolizione del vano scale esistente e realizzazione di nuovo collegamento verticale a servizio del piano ammezzato, con inserimento di sistemi meccanici; conseguente modifica e/o demolizione di porzioni di solaio e controsoffitto ed il loro successivo rifacimento; - possibilità di suddivisione dell’ambiente per la realizzazione di servizi di supporto all’attività; - possibilità di trasformare in porta la finestrina del sottoscala (intervento già autorizzato); - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - ripristino del controsoffitto e/o sua rimozione in relazione alle scelte funzionali; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) nel rispetto dei valori storico architettonici degli ambienti, con soluzioni non invasive; - esecuzione di pavimento con relativo sottofondo ed eventuale vespaio nel rispetto delle quote finite esistenti e nel rispetto del sottostante livello archeologico da preservare, - recupero delle porte di accesso dalla piazza (porta a vetro e porta in legno).

Si precisa che i vani del corpo novecentesco sono compresi nella trattazione riferita a tale volume edilizio, più avanti sviluppata.

I locali al piano ammezzato

PAs1 - ambiente di particolare interesse architettonico. Grado di vincolo “alto”.

L’elemento di maggiore interesse storico-artistico di questo vano è costituito dai brani di pittura murale riportati in luce sulla parete ovest nelle campagne di indagine svolte in precedenza. Su questa parete già indagata è corretto procedere a saggi stratigrafici per la verifica della reale consistenza dei dipinti murali ed allo scoprimento di eventuali lacerti ancora celati. Risultano degni d’attenzione e quindi di recupero entrambi i solai lignei della stanza, ovvero quello inferiore di calpestio e quello superiore di soffitto, per i quali è da prevedere la verifica e l’eventuale miglioramento strutturale. Particolare attenzione è da prestare al vincolo imposto dalla quota di “bancale” della finestra: ci sono solo 8 cm. tra questo e l’attuale livello di calpestio (corrispondente all’impalcato ligneo del solaio in quanto in precedenza sono stati rimossi pavimentazioni e sottofondi); un pacchetto strutturale/architettonico di solaio estremamente ridotto che certamente non consente al suo interno il passaggio di reti impiantistiche.

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

Questa situazione, che si ripete negli altri ambienti del piano ammezzato, impone di studiare in specifico l’inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) al fine di trovare soluzioni non invasive, prive di impatto formale, rispettose dei valori storico-architettonici degli ambienti, oltre che compatibili con i necessari interventi strutturali ed architettonici.

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PAs1. - verifica sulla parete ovest dell’eventuale presenza di altri lacerti di dipinti murali mediante l’esecuzione di saggi stratigrafici; - chiusura in muratura della porta verso il vano scale (che resta di utilizzo esclusivo dell’Amministrazione); - possibilità di riaprire il vano porta tamponato, verso la stanza PAs2; - restauro specialistico dei dipinti murali e degli intonaci originali; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - riordino degli elementi del soffitto e suo recupero nell’ambito delle attività di verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo; - verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo, con esecuzione di pavimento e relativo sottofondo; tenendo presente dello spessore disponibile per il pacchetto strutturale/architettonico del solaio estremamente ridotto; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

PAs2 - ambiente di particolare interesse architettonico. Grado di vincolo “alto”.

La stanza è particolarmente ricca di testimonianze storico-artistiche, sia per la presenza di un raffinato solaio ligneo a cassettoni della seconda metà del Quattrocento, che seppure manomesso e degradato può essere in gran parte recuperato nei suoi preziosi dettagli decorativi, sia per i dipinti murali scoperti sulla parete sud.

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PAs2. - verifica sulla parete sud dell’eventuale presenza di altri lacerti di dipinti murali mediante l’esecuzione di saggi stratigrafici; - apertura del vano porta per consentire l’accesso al livello del sottotetto del corpo novecentesco (attualmente raggiungibile dal vano scale che però resta di utilizzo esclusivo dell’Amministrazione); - possibilità di riaprire il vano porta tamponato, verso la stanza PAs3; - restauro specialistico del soffitto/solaio ligneo a cassettoni in tutti i suoi elementi portanti (nell’ambito delle attività di verifica ed eventuale miglioramento strutturale) e decorativi; - restauro specialistico dei dipinti murali e degli intonaci originali; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo, con esecuzione di pavimento e relativo sottofondo; tenendo presente dello spessore disponibile per il pacchetto strutturale/architettonico del solaio estremamente ridotto; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

PAs3 - ambiente di particolare interesse architettonico. Grado di vincolo “alto”.

Questa stanza contiene il volume delle scale, per la cui costruzione sono state modificate ampie porzioni di muratura e di solai. Manomessa quindi nei suoi caratteri connotativi essenziali, è di interesse storico artistico per la presenza sulle pareti di lacerti di pitture murali risalenti ad epoche diverse ed in particolare una parte di dipinto sei-settecentesco scoperto sulle pareti est e nord.

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PAs3. - verifica sulle pareti dell’eventuale presenza di altri lacerti di dipinti murali mediante l’esecuzione di saggi stratigrafici; - demolizione della porzione del vano scale esistente che collega il piano ammezzato con il soprastante piano nobile ed integrazione della relativa parte di solaio mancante in maniera da ottenere una completa separazione tra i piani; con possibilità di sostituzione completa del solaio esistente in latero-cemento, se necessario in relazione al miglioramento strutturale, con il vincolo per l’eventuale nuovo orizzontamento di rispettare la quota attuale d’intradosso (eventuale controsoffitto compreso) - possibilità di modifiche alle murature di definizione dell’attuale vano scale, ovvero quelle dove è certo che non vi siano tracce di antichi dipinti o intonaci perché di recente realizzazione oppure perché con intonaci in gran parte sostituiti; - restauro specialistico dei dipinti murali e degli intonaci originali; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo con esecuzione di pavimento e relativo sottofondo; tenendo presente dello spessore disponibile per il pacchetto strutturale/architettonico del solaio estremamente ridotto; si richiama la possibilità espressa per la sottostante stanza PTs3 di modificare e/o demolire il vano scale esistente e di realizzarne uno nuovo a servire il piano ammezzato: l’intervento sul solaio ligneo sarà conseguente alla soluzione progettuale individuata - da un sostanziale recupero nel caso di mantenimento della scala esistente ad una sostituzione anche completa nel caso di un nuovo disegno di scala; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

Il corpo edilizio novecentesco

Il basso edificio novecentesco, benché di limitato interesse architettonico ed in cattivo stato manutentivo, è da considerarsi come ampliamento organico gia storicizzato del complesso architettonico della Residenza Municipale; inoltre è da ritenersi utile al fine di inserirvi servizi che altrimenti non potrebbero trovare sistemazione negli ambienti storici del palazzo. Il PSC ed il RUE, assoggettano questo fabbricato agli stessi tipi di interventi ammessi per Palazzo Municipale, così come richiamati al precedente punto 1.2. di questa relazione. Essendo stato edificato con funzioni di magazzino, l’edificio è costruttivamente modesto; pertanto si dovrà procedere ad una verifica della consistenza delle fondazioni e di stabilità del corpo novecentesco nel suo complesso ai fini di un suo eventuale necessario miglioramento strutturale.

PTs4 – ambiente di limitato interesse architettonico ove è possibile intervenire con buon margine di libertà. Grado di vincolo “basso”.

PTs5 – ambiente di limitato interesse architettonico ove è possibile intervenire con buon margine di libertà. Grado di vincolo “basso”.

PTs6 - ambiente di limitato interesse architettonico ove è possibile intervenire con buon margine di libertà. Grado di vincolo “basso”

PAs6 - ambiente di limitato interesse architettonico ove è possibile intervenire con buon margine di libertà. Grado di vincolo “basso”

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

Considerata la possibilità di organizzare all’interno del corpo edilizio novecentesco servizi di supporto all’attività senza particolari vincoli dovuti alla presenza di testimonianze architettoniche ed artistiche, e non conoscendo al momento quale attività sarà insediata, si evidenziano solo i seguenti interventi per la separazione fisica degli ambienti posti a concessione con altri comunali:

- chiusura in muratura della porta esistente nella stanza PTs5 verso il vano scale (che resta di utilizzo esclusivo dell’Amministrazione); - chiusura in muratura della porta esistente nella stanza PAs6 verso il vano scale (che resta di utilizzo esclusivo dell’Amministrazione).

1.3.2. Gli ambienti del piano nobile e del piano secondo ad ampliamento degli spazi istituzionali.

La scala - vano di discreto interesse architettonico. Grado di vincolo “medio”.

Il volume che contiene la scala, seppure senza elementi architettonico-decorativi di rilievo, è da conservare nei suoi caratteri, prevedendone il consolidamento delle murature e del coperto. Per quanto riguarda la scala, sia la struttura in legno che le finiture (gradini in pietra di Vicenza, rivestimento dell’intradosso in canniccio, ringhiera in ferro) si trovano in uno stato conservativo tale da valutarne il rifacimento, magari riproponendo in chiave aggiornata (anche in considerazione delle esigenze strutturali) il suo attuale sviluppo ed eventuali materiali. Tale scala servirà da collegamento verticale tra il giardino ed il piano nobile (viene escluso l’utilizzo, quindi, per i locali da porre a concessione). Di seguito sono indicati gli interventi per il vano scala. - verifica della stabilità del volume edilizio nel suo complesso ai fini del miglioramento strutturale e consolidamento del coperto e delle murature; - verifica della stabilità delle rampe e dei pianerottoli delle scale per valutare possibilità ed opportunità di un loro recupero, nel caso da attuare mediante opere di consolidamento non invasive ma comunque riconoscibili come interventi contemporanei; oppure, rimozione della scala e sua sostituzione con un nuovo manufatto; - esecuzione di saggi stratigrafici sulle pareti (o parti di esse) che non sono state già interessate da precedenti campagne di verifica; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - esecuzione di pavimento con relativo sottofondo ed eventuale vespaio nel rispetto delle quote finite esistenti e nel rispetto del sottostante livello archeologico da preservare; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

Gli ambienti al piano nobile (piano primo)

Questo livello risulta strategico dal punto di vista progettuale poiché esso è stato già collegato mediante una porta con inferriata con l’atrio della Sala Consiliare e quindi con l’ala est del Palazzo Municipale e lo scalone monumentale; inoltre, al termine opposto della sequenza di stanze è possibile di aprire una porta (nel corridoio a fianco della stanza PNs6) per rendere continua la fruizione con gli ambienti del corpo edilizio ovest della piazza, consentendo così la percorrenza del piano nobile in tutti e quattro i lati del palazzo prospettanti piazza Municipale. Anche grazie ai detti collegamenti, la vocazione degli ambienti del piano nobile sarà prettamente quella di rappresentanza.

PNs1 - ambiente di discreto interesse architettonico. Grado di vincolo “medio”.

Questo vano, in cui non sono stati rinvenuti elementi architettonici e decorativi di particolare interesse, si trova tra l’atrio della Sala di Consiglio e la stanza PNs2, caratterizzata dallo splendido soffitto dorato già restaurato, è di accesso al vano scale che porta al Giardino delle Duchesse ed anche alla sovrapposta stanza PSs1; quindi ricopre soprattutto una funzione distributiva.

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PNs1. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale delle murature e dei collegamenti tra le pareti (contestualmente al soprastante ambiente PSs1); - esecuzione di saggi stratigrafici sulle pareti (o parti di esse) che non sono state già interessate da precedenti campagne di verifica; - sostituzione della stretta e ripida scaletta esistente e realizzazione di nuovo collegamento verticale a servizio della sovrapposta stanza PSs1 prevedendo ancora una sola rampa lungo il muro ma con larghezza ed inclinazione più fruibili e con accesso interno al locale anziché dal vano scale. - conseguente alla soluzione progettuale della rampa sarà definito l’intervento di riordino degli elementi del solaio superiore e suo recupero; oppure, in relazione ad eventuali interventi strutturali necessari, la sua rimozione e sostituzione con un solaio nuovo; in entrambi i casi l’impalcato, oltre al foro di passaggio della scala, deve prevedere un’asola in corrispondenza del finestrone (bifora) verso piazza la cui altezza oltrepassa il livello di solaio; - chiusura in muratura della porta di collegamento con il vano scale relativa alla scaletta; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo; esecuzione di pavimento con relativo sottofondo; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

PNs2 - ambiente di particolare interesse architettonico. Grado di vincolo “alto”.

Questo ambiente è straordinariamente ricco di testimonianze storico-artistiche, sia per la presenza di un raffinato solaio ligneo a cassettoni della seconda metà del Quattrocento, già recuperato nei suoi preziosi dettagli decorativi, sia per i dipinti murali scoperti sulla parete sud.

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PNs2. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale delle murature e dei collegamenti tra le pareti fino al coperto, ovvero compreso il sottotetto sopra l’estradosso del soffitto ligneo decorato (quest’ultimo da controllare strutturalmente, da pulire e da proteggere); - possibilità di riaprire il vano porta tamponato, verso la stanza PNs3; - completamento del restauro specialistico dei dipinti murali e degli intonaci originali; - restauro dei conci lapidei scolpiti che un tempo costituivano il camino monumentale, prendendo in considerazione la possibilità di conseguire il dimensionamento originario dell’elemento architettonico senza ricadere però in una falsa ricostruzione; - rimozione delle porzioni dei travetti rimasti mozzati con chiusura dei fori esistenti, prendendo in considerazione la possibilità di intervenire sulle pareti con le tracce delle lunette del precedente controsoffitto in canniccio mediante soluzioni operative atte a non cancellare le fasi storiche precedenti; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo inferiore (corrispondente al soffitto/solaio ligneo a cassettoni della stanza PAs2); esecuzione di pavimento con relativo sottofondo;

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- inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

PNs3 - ambiente di particolare interesse architettonico. Grado di vincolo “alto”.

Come il precedente, questo ampio ambiente è significativo per le testimonianze storico-artistiche presenti sulla parete sud, pur mancando del soffitto. La sala può diventare luogo di riunioni ed incontri pubblici (seppure per un numero contenuto di persone ).

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PNs3. - in relazione alla demolizione della porzione del vano scale esistente che collega il piano ammezzato con il piano nobile, integrazione della relativa parte di solaio mancante in maniera da ottenere una completa separazione tra i piani; con possibilità di sostituzione completa del solaio esistente in latero-cemento, se necessario in relazione al miglioramento strutturale, con il vincolo per l’eventuale nuovo orizzontamento di rispettare la quota attuale d’intradosso (eventuale controsoffitto compreso); esecuzione di pavimento con relativo sottofondo. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale delle murature e dei collegamenti tra le pareti; - verifica dell’eventuale presenza di tracce di porte tamponate quale possibilità di un’ulteriore apertura verso la stanza PNs4 funzionale all’organizzazione distributiva dell’ampio ambiente contiguo (tenendo presente la necessità di raccordare le quote diverse esistenti tra i solai dei due vani); - completamento del restauro specialistico dei dipinti murali e degli intonaci originali; - rimozione delle porzioni dei travetti rimasti mozzati con chiusura dei fori esistenti, prendendo in considerazione la possibilità di intervenire sulle pareti con le tracce delle lunette del precedente controsoffitto in canniccio mediante soluzioni operative atte a non cancellare completamente le fasi storiche precedenti; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - progettazione del soffitto ligneo per la chiusura orizzontale della stanza ipotizzando un disegno che richiami nella percezione il soffitto a cassettoni con riferimenti (da reinterpretare in chiave contemporanea) al soffitto decorato presente nella stanza accanto (PNs2) ed dialogante con le pareti (rendendo comunque ispezionabile il sottotetto); - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale;

PNs4 - ambiente di discreto interesse architettonico. Grado di vincolo “medio”.

La caratteristica più immediata di questo ampio ambiente è l’altezza ridotta rispetto agli ambienti precedenti che è conseguente alla realizzazione di un solaio ligneo (tra il XIX ed il XX secolo) per ricavare sopra un’ulteriore superficie abitabile. La “sproporzione” tra ampiezza ed altezza suggerisce di organizzare questo ambiente per ospitare uffici (sia prevedendo una suddivisione della stanza con pareti e/o armadi attrezzati, sia con tramezze in muratura e/o cartongesso, ma comunque non a tutta altezza per consentire una lettura unitaria dello spazio) e alloggiare il collegamento verticale tra il piano nobile ed il secondo piano (PSs2, PSs3).

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PNs4. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale delle murature e dei collegamenti tra le pareti (contestualmente al soprastante ambiente PSs2); - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - realizzazione di nuovo collegamento verticale con il piano secondo a servizio dei vani PSs2 e PSs3;

- conseguente alla soluzione progettuale della scala sarà definito l’intervento di riordino degli elementi del solaio superiore e suo recupero (compreso l’eventuale miglioramento strutturale) sul quale dovranno essere adattate le dimensioni del relativo foro di passaggio, ed eseguita l’asola necessaria in corrispondenza del finestrone (bifora) verso piazza la cui altezza oltrepassa il livello di solaio; esecuzione di pavimento con relativo sottofondo; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

PNs5 - ambiente di discreto interesse architettonico. Grado di vincolo “medio”.

Questo vano di fatto è una “mezza” stanza, risultato di una divisione resasi necessaria per problemi catastali tra proprietà del Comune e proprietà privata. Per la sua dimensione e posizione si presta ad ospitare i servizi, oltre che a disimpegnare il passaggio verso gli ambienti del corpo ovest della piazza. Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PNs5. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale delle murature e dei collegamenti tra le pareti (contestualmente al soprastante ambiente PSs3); - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - realizzazione di nuovi servizi igienici (di cui uno per disabili) - previa verifica della possibilità di realizzare scarichi, sfiati, allacciamenti al sistema fognario – prevedendo pareti divisorie non a tutta altezza per consentire una lettura unitaria dello spazio; - riordino degli elementi del soffitto e suo recupero nell’ambito delle attività di verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo; - esecuzione di pavimento con relativo sottofondo; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

PNs6 - ambiente di particolare interesse architettonico. Grado di vincolo “alto”.

La saletta con le pareti ed il soffitto interamente decorati, già nello stato attuale, appare armoniosa nella sua prevalente tonalità azzurra e con il pavimento in cotto. Questa è stata realizzata prevedendo uno stretto corridoio che funge da disimpegno e che consente, aprendo una porta verso sud, di attuare il collegamento con la costruzione ovest.

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PNs6. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale del soffitto centinato ed incannicciato; - verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio (senza intervenire sul pavimento esistente). - recupero degli infissi esistenti delle finestre possibilmente migliorando le caratteristiche di tenuta; - restauro delle superfici decorate delle pareti e del soffitto; - verifica delle stuccature, pulizia e finitura del pavimento in cotto esistente; - apertura del vano porta sul lato sud dello stretto corridoio attiguo per consentire il collegamento con la costruzione ovest; - risanamento delle murature e degli intonaci del corridoio utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

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Gli ambienti del piano secondo

PSs1 - ambiente di particolare interesse architettonico. Grado di vincolo “alto”.

L’elemento di maggiore interesse storico-artistico di questo vano è costituito dai brani di pittura murale presenti.

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PSs1. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale delle murature e dei collegamenti tra le pareti (contestualmente al sottostante ambiente PNs1); - verifica sulla parete ovest dell’eventuale presenza di altri lacerti di dipinti murali mediante l’esecuzione di saggi stratigrafici; - completamento del restauro specialistico dei dipinti murali e degli intonaci originali; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - eventuali opere di finitura dell’intradosso delle falde del coperto che in questa stanza sono da mantenere a vista per poter valorizzare il merlo dipinto e le altre pitture murali rinvenute; - realizzazione di un sistema di accesso al sottotetto per consentirne l’ispezione; - verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo (corrispondente al soffitto/solaio ligneo della stanza PNs1) ed adattamenti conseguenti alla soluzione progettuale della scala di accesso ad una sola lunga rampa; oppure, sua rimozione e sostituzione con un solaio nuovo; in entrambi i casi l’impalcato, oltre al foro di passaggio della scala, deve prevedere un’asola in corrispondenza del finestrone (bifora) verso piazza la cui altezza oltrepassa il livello di solaio; esecuzione di pavimento con relativo sottofondo; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale;

PSs2 - ambiente di particolare interesse architettonico. Grado di vincolo “alto”.

Sovrapposto alla stanza PNs4, l’ambiente ha caratteristiche simili per quanto riguarda i rapporti dimensionali (limitata altezza rispetto all’ampiezza planimetrica – escludendo il sottotetto) prestandosi anch’esso ad ospitare uffici e collegamento verticale; sulla parete sud, però, sono stati messi in luce dipinti murali che impongono un grado di attenzione maggiore. Particolare attenzione è da prestare al vincolo imposto dalla quota di “bancale” delle finestre: ci sono solo 10 cm. tra questo e l’attuale livello di calpestio (corrispondente all’impalcato ligneo del solaio in quanto in precedenza sono stati rimossi pavimentazioni e sottofondi); un pacchetto strutturale/architettonico di solaio estremamente ridotto che difficilmente consente al suo interno il passaggio di reti impiantistiche. Questa limitazione si ripete nell’ambiente successivo PSs3.

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PSs2. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale delle murature e dei collegamenti tra le pareti (contestualmente al sottostante ambiente PNs4); - verifica sulla parete sud dell’eventuale presenza di altri lacerti di dipinti murali mediante l’esecuzione di saggi stratigrafici; - restauro specialistico dei dipinti murali e degli intonaci originali; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - progettazione eventuale di un soffitto (in legno o altri materiali) a livello dell’intradosso delle catene delle capriate del coperto per chiusura orizzontale della stanza (rendendo ispezionabile il sottotetto);

- verifica ed eventuale miglioramento strutturale del solaio ligneo (corrispondente al soffitto/solaio ligneo della stanza PNs4), con adattamenti conseguenti alla soluzione progettuale della scala ed esecuzione dell’asola necessaria in corrispondenza del finestrone (bifora) verso piazza a cui altezza oltrepassa il livello di solaio; esecuzione di pavimento con relativo sottofondo; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) nel rispetto dei valori storico architettonici degli ambienti, con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature così come elementi tecnici di impatto formale.

PSs3 - ambiente di discreto interesse architettonico. Grado di vincolo “medio”.

Anche questo vano, come il sottostante PNs5 - e per gli stessi motivi - è una “mezza” stanza, dove sulla parete sud si intravedono fievoli tracce pittoriche che sembrano proseguire quelle più leggibili della precedente stanza PSs2. Per la sua dimensione e posizione anche questa si può prestare ad ospitare i servizi (facendo attenzione alla presenza dei lacerti dipinti sulla parete sud).

Di seguito sono indicati gli interventi per l’ambiente PSs3. - verifica ed eventuale miglioramento strutturale delle murature e dei collegamenti tra le pareti (contestualmente al sottostante ambiente PNs5); - verifica sulla parete sud dell’eventuale presenza di altri lacerti di dipinti murali mediante l’esecuzione di saggi stratigrafici; - restauro specialistico dei dipinti murali e degli intonaci originali; - risanamento delle murature e degli intonaci utilizzando metodologie e materiali per il restauro; - realizzazione eventuale di nuovi servizi igienici - previa verifica della possibilità di realizzare scarichi, sfiati, allacciamenti al sistema fognario – prevedendo pareti divisorie non a tutta altezza per consentire una lettura unitaria dello spazio; - progettazione eventuale di un soffitto (in legno o altri materiali) a livello dell’intradosso delle catene delle capriate del coperto per chiusura orizzontale della stanza (rendendo ispezionabile il sottotetto); - esecuzione di pavimento con relativo sottofondo; - inserimento degli impianti (meccanici, idraulici, elettrici) con soluzioni non invasive, evitando o limitando il più possibile tracce nelle murature ed elementi tecnici di impatto formale.

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2. Progetto architettonico

Sulla base dei ragionamenti metodologici preliminarmente condotti è stato sviluppato il progetto (a livello di definitivo) per la fabbrica ex Bazzi, in continuo confronto, coordinamento, integrazione, tra gli aspetti architettonici, strutturali, impiantistici.

In questo capitolo sono descritte le proposte progettuali architettoniche e gli interventi di restauro specialistico, rimandando ai successivi specifici capitoli la lettura delle soluzioni progettuali riguardanti le componenti strutturali ed impiantistiche, al fine di avere un quadro completo e comparato degli interventi adottati.

2.1. I locali ex Bazzi da porre in concessione

Gli ambienti che l’Amministrazione intende porre a concessione sono quelli acquistati dalla Ditta Bazzi situati al piano terreno ed al piano ammezzato dell’ala di Palazzo Municipale tra il Giardino delle Duchesse e piazza Municipale, oltre al basso volume novecentesco edificato all’angolo sud-est del suddetto giardino a servizio del negozio di drogheria. Non conoscendo l’attività che in quei locali si potrà insediare, il progetto non può dettagliare funzionalmente gli spazi. Tuttavia, in considerazione dei gradi di vincolo e delle vocazioni d’uso preliminarmente delineati per ciascun ambiente, vengono sviluppati e messi a punto tutti gli aspetti progettuali non dipendenti dalle possibili future attività (attività che comunque dovranno essere compatibili ai caratteri storico-artistici presenti ed alla loro tutela); inoltre, vengono determinati i blocchi relativi alla distribuzione verticale ed ai servizi igienici di base, così come le predisposizioni realizzabili secondo i sistemi impiantistici individuati. In generale, per quanto riguarda il piano terreno, i due locali dell’ex drogheria saranno riallestiti con gli arredi che caratterizzavano la bottega storica, mentre nel locale attiguo, rimossa la scala esistente, viene individuata una fascia “di servizio” che contiene il sistema di collegamento con il livello dell’ammezzato (formato da una scala a tre rampe e piattaforma elevatrice) ed il gruppo antibagno-bagno handicap; questa organizzazione si proietta al piano superiore con lo sbarco delle scale e della piattaforma elevatrice verso sud e con la replica del servizio igienico a norma handicap addossato alla parete nord. La definizione della posizione e della dimensione della fascia “di servizio”, e conseguentemente la definizione degli elementi ivi organizzati (sistemi di salita e servizi igienici), è strettamente dipendente dai vincoli dei lacerti dei dipinti murali presenti e dalle posizioni dei vani porta esistenti. Le testimonianze storico-artistiche presenti nei tre locali del piano ammezzato - i dipinti murali ed il solaio ligneo decorato - connotano fortemente questi ambienti tanto da rendere pressoché univoci gli interventi eseguibili. Il volume novecentesco, di interesse architettonico limitato, in questo quadro viene ad assumere una certa importanza per la possibilità di organizzarvi all’interno funzioni di supporto all’attività che verrà ad insediarsi. Almeno per quanto riguarda i due locali al piano terreno; perché nel sottotetto è necessario prevedere lo spazio tecnico per l’installazione del gruppo frigorifero dell’impianto di raffrescamento ad uso esclusivo dei soli locali da concessionare.

2.1.1. L’ex drogheria Gli interni dell’ex drogheria, poiché il loro assetto è pervenuto completo e poiché rappresentano un ricordo radicato nei ferraresi, torneranno ad ospitare gli arredi lignei del negozio storico (dopo il loro restauro). Costruiti in boiserie, ovvero montati e fissati direttamente sulle pareti in muratura dopo aver realizzato le parti a misura, per consentirne il rimontaggio è necessario mantenere i livelli attuali del pavimento e dell’intradosso del soffitto.

A questo vincolo si aggiungono le difficoltà di distribuire la rete impiantistica, soprattutto a servizio del soprastante piano ammezzato (per ridotto spessore disponibile - limitato dalla quota dei bancali delle finestre presenti a tale piano - del “pacchetto” strutturale/architettonico del solaio che non consente il passaggio di tubazioni), e di collocare le unità di riscaldamento/raffrescamento nei due locali della ex drogheria (dato che gran parte delle pareti sono rivestite dagli arredi). La soluzione individuata prevede la distribuzione impiantistica (termica ed elettrica) staffata alle travi del solaio e nascosta dal controsoffitto in cartongesso, che per contenere anche le unità ventilconvettori viene ribassato rispetto alla cornice perimetrale (vedi scheda n.02a - opere edili). Restano a vista solo le griglie di mandata/ripresa dell’aria sulla superficie del plafone, ordinate simmetricamente tenendo presente le posizioni dei vecchi corpi illuminanti sospesi che si intendono recuperare. Il pavimento esistente, costituito da piastrelle in ceramica di piccole dimensioni e di due colori - bianco e azzurro -, è riproposto in gress ceramico; questo è posto a finitura del “pacchetto” strutturale/architettonico di solaio con vespaio il cui schema di ricostruzione è specificato nella scheda n.01 - opere edili. Per quanto riguarda le pareti, quelle ricoperte dalla boiserie saranno lasciate al vivo della muratura, mentre le altre saranno intonacate con opportune malte traspiranti e deumidificanti. Si prevede di mantenere e recuperare tutti i serramenti esistenti, compreso le insegne dell’attività storica.

Una riflessione può partire dal fatto che l’attuale piano ammezzato è successivo agli interventi realizzati per volere del Duca Ercole I d’Este (costruito all’imposta degli archi del loggiato, compare nelle piante di G. Barbieri e G.B. Benetti del 1787); e che con la sua esecuzione il solaio ligneo decorato della fine del Quattrocento, che si trova in corrispondenza della stanza PTs2 ma al piano sopra, oggi non è osservabile da un punto di vista opportuno. Pur non conoscendo la quota di pavimento del vano all’epoca della realizzazione (l’attuale piano terreno?), l’altezza della stanza era comunque tale da apprezzare le caratteristiche formali e materico-decorative del manufatto ligneo, ora invece percepibili in modo improprio per la ridotta distanza. Fermo restando il mantenimento dell’orizzontamento interposto (quale trasformazione storica dell’edificio) potrebbe essere studiata la possibilità di praticare un’asola nell’impalcato dello stesso per rendere visibile dall’interno della stanza PTs2 un porzione del solaio decorato del piano ammezzato.

2.1.2. Il locale attiguo all’ex drogheria Il locale attiguo all’ex drogheria, in origine unitario ma attualmente ridotto dalla presenza dell’ingresso-vano scale di collegamento con i piani superiori, continuerà ad ospitare le scale - di nuova progettazione, in ferro con pedate in legno, ed integrate con una piattaforma elevatrice – che saranno però a servizio del solo ammezzato (vedi scheda n.05 – opere edili, rif. “scala A”); il vano verrà inoltre attrezzato con un servizio igienico (antibagno e bagno handicap). La distribuzione impiantistica, così come per i due locali dell’ex drogheria, è prevista staffata alle travi di solaio e nascosta dal controsoffitto in cartongesso; ma non essendoci il vincolo degli arredi, quest’ultimo sarà piano e posto ad altezza adeguata a contenere le unità di raffrescamento/riscaldamento (vedi scheda n.02b - opere edili). Il pavimento avrà continuità di quota e di materiale con i locali dell’ex drogheria (vedi schema ricostruzione solai al piano terreno riportato nella scheda n.01 - opere edili), mentre le pareti saranno intonacate con opportune malte traspiranti e deumidificanti. Considerato il maggior grado di libertà di questo ambiente, e non conoscendo l’attività che si potrà insediare, vengono previste dotazioni impiantistiche di base e predisposizioni. Tutti i serramenti esistenti, compreso le insegne dell’attività storica, saranno mantenuti e recuperati.

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2.1.3. Il piano ammezzato I tre locali del piano ammezzato sono fortemente connotati dalla presenza di importanti testimonianze storico artistiche che li valorizzano e nel contempo li vincolano (sia nella definizione degli interventi di recupero che nei possibili usi). Un’ulteriore limitazione è il ridotto spessore disponibile del “pacchetto” strutturale/architettonico del solaio, obbligato dalla quota dei bancali delle finestre presenti. Come già detto in relazione ai locali del piano terreno, tale situazione ha portato a prevedere la distribuzione impiantistica staffata alle travi del solaio; e non solo per servire questi ambienti, ma anche i corrispondenti al livello ammezzato dove a vista vi saranno solo gli elementi dei fan-coil. Lo schema di ricostruzione dei solai al piano ammezzato riportato nella scheda n.01 - opere edili – evidenzia lo spessore disponibile (sopra il tavolato esistente) di soli 8 cm e come per il “pacchetto” architettonico questo sia ulteriormente ridotto a 4,5 dalla necessità strutturale raddoppiare l’impalcato con un nuovo tavolato. Di fatto non è possibile pensare di ricollocare il pavimento in cotto come c’era: lo schema propone di realizzare uno strato di allettamento armato atto alla posa di un pavimento di 15 mm. al massimo. Questo per fornire una soluzione “aperta” in considerazione della mancata conoscenza dell’attività che si potrà insediare e che potrebbe necessitare di una superficie pavimentale con particolari caratteristiche. Ma detto questo, si propone un pavimento in listoni di legno prefinti posati a correre su apposito tappetino, pensando tra l’altro che questo tipo di finitura rappresenti meglio il fatto che trattasi di un livello di piano non originario e posto successivamente. Per quanto riguarda le superfici dipinte ed il solaio decorato della stanza PAs2 si rimanda al capitolo specifico degli interventi di restauro specialistico. Le pareti o parti di esse che non presentano pitture murali saranno interessate da rimozioni delle porzioni collabenti di intonaco e conseguenti ripristini, rasatura delle intere superfici e tinteggiatura. L’intradosso del solaio ligneo di copertura della stanza PAs1 verrà pulito, integrato degli elementi di coprifilo mancanti, totalizzato e trattato con prodotti idonei protettivi. Il solaio di copertura della stanza PAs3 (che sarà completamente ricostruito), sarà invece controsoffittato in cartongesso allo stesso livello dell’intradosso dell’attuale solaio in laterocemento. Si è scelto di non lasciare in vista l’orditura metallica ed il tavolato ligneo del nuovo solaio per avere una superficie piana continua sulla quale fare arrivare le murature del blocco antibagno e bagno handicap e del sistema scale – piattaforma elevatrice; una soluzione “pulita” che risolve gli inestetismi conseguenti all’assenza di corrispondenze tra maglia strutturale e pareti murarie della fascia “di servizio” (le cui posizioni sono strettamente dipendenti dalle dimensioni di quanto ivi organizzato – bagno, scale-piattaforma elevatrice – e dai vincoli dei lacerti dei dipinti murali presenti, oltre che dalle posizioni dei vani porta esistenti).

2.1.4. Il corpo novecentesco Per il volume novecentesco, alla luce dell’assunzione di un valore meno importante dei precedenti ambienti, viene riconosciuto un maggior grado di trasformabilità. Questa trasformabilità riguarda soprattutto il soffitto in legno delle due stanze del piano terreno, allo stato attuale non idoneo all’appoggio di pavimenti e pesi per l’utilizzo come spazio tecnico del sottotetto. Il progetto prevede la realizzazione di un solaio portante (con struttura metallica e tavolato) atto a sopportare il considerevole carico dell’unità per il trattamento dell’aria dei locali da concessionare, impostato ad un livello più basso e con limitato spessore per ricavare un’altezza nel sottotetto appena sufficiente a contenere il volume della stessa UTA. L’involucro del fabbricato, costituito dalle murature perimetrali con le sue aperture e dalla falda di copertura, rimarrà sostanzialmente inalterato; sarà necessario realizzare un’ampia presa d’aria grigliata sul fronte nord del corpo novecentesco al livello del sottotetto e due “camini di espulsione” sul tetto (per il funzionamento dell’UTA), oltre che “traslare” circa 40 cm più in basso le aperture delle quattro finestre del piano terreno (in relazione alla nuova quota di solaio).

Mentre al piano terreno l’ambiente PTs6, con accesso diretto sul giardino e di accesso all’attiguo vano scala che si intende mantenere ad uso dell’Amministrazione (e quindi a servizio del solo piano nobile), resta escluso dai locali da porre a concessione, il suo corrispondente al piano ammezzato sarà collegato con i locali dell’ala del palazzo posti allo stesso livello attraverso la riapertura di una porta. La modesta qualità strutturale del corpo novecentesco, oltre al mediocre stato di conservazione, rende necessari una serie di interventi di consolidamento; non conoscendo l’attività che si potrà insediare, gli ambienti saranno lasciati “al grezzo” prevedendo solo predisposizioni impiantistiche.

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2.2. Gli ambienti del piano nobile e del piano secondo ad ampliamento degli spazi istituzionali

Gli ambienti che l’Amministrazione intende recuperare per attività istituzionali sono fortemente connotati da importanti testimonianze storico-artistiche risalenti alla seconda metà del XV secolo e tornate alla luce nel corso di precedenti lavori di restauro: tra queste spiccano i dipinti murali rinvenuti lungo la parete sud ed il soffitto ligneo decorato ed impreziosito da rosette in stucco dorato. Il piano nobile di questa ala di Palazzo Municipale risulta “strategico” per rendere continua la percorrenza a tale livello in tutti e quattro i lati prospettanti piazza Municipale: collegato già con l’atrio della Sala Consiliare (attualmente vi è una porta con inferriata) e quindi con lo scalone monumentale e l’ala est, si prevede l’apertura di una porta al termine della sequenza di stanze per accedere al corpo edilizio ovest della piazza. Le caratteristiche architettoniche degli ambienti e la possibilità di detti collegamenti rendono il piano nobile appropriato ad accogliere funzioni di rappresentanza. La stanza adiacente all’atrio della Sala Consiliare ricopre una funzione distributiva in quanto è di accesso al vano scale che porta al Giardino delle Duchesse, e introduce nell’ambiente caratterizzato dal soffitto dorato e da dipinti murali, oltre ad ospitare la scala per raggiungere il sovrapposto locale PSs1. Proseguendo si trovano la “Stanza dorata” ed una successiva ampia sala con il soffitto mancante, entrambe arricchite dalla presenza di pitture sulla parete sud. Il secondo ambiente, per il quale viene ipotizzato un soffitto, può diventare un luogo di riunioni ed incontri pubblici. A queste segue una grande stanza caratterizzata da un’altezza ridotta rispetto agli ambienti precedenti, essendo stato ricavato in tempi passati un ulteriore livello di piano. Questa “sproporzione” tra ampiezza ed altezza suggerisce un uso ad uffici, oltre che a contenere la scala per accedere al detto livello superiore. La posizione della scala viene individuata presso la parete ovest, prossima al locale attiguo dei servizi igienici ed al collegamento con il corpo edilizio ovest di piazza Municipale. Prossima pure alla saletta con le pareti ed il soffitto interamente decorati in cui prevale la tonalità azzurra. Nel locale del piano secondo corrispondente a quello sottostante destinato a servizi igienici sarà ospitata l’unità di trattamento dell’aria a servizio degli ambienti della fabbrica ex Bazzi ad utilizzo dell’Amministrazione.

2.2.1. La scala di collegamento con il giardino delle Duchesse Il volume risalente al XVIII secolo, così come l’adiacente corpo edilizio novecentesco, sarà interessato da interventi di consolidamento strutturale. E’ previsto di sostituire l’attuale scala con struttura in legno rivestita in canniccio e gradini in pietra di Vicenza con una nuova realizzata in ferro avente pedate dello stesso tipo di pietra (vedi scheda n. 5 – opere edili, rif. “scala B”). Come già detto, questo collegamento verticale collegherà con il Giardino delle Duchesse il solo piano nobile, utilizzando come corridoio di uscita all’aperto l’ambiente PTs6 (l’unico del corpo novecentesco non ricompresso tra i locali da concessionare). Il volume contenente la scala ed il detto corridoio non saranno riscaldati. Quest’ultimo, però, servirà da ingresso alle forniture impiantistiche con tubazioni che lo attraverseranno sotto pavimento per poi salire a parete (incassate nella muratura) e distribuirsi a livello dell’intradosso dei solai tra piano terreno ed ammezzato, nascoste da controsoffitti in cartongesso. Il pavimento, posto a finitura del “pacchetto” strutturale/architettonico di solaio con vespaio il cui schema di ricostruzione è specificato nella scheda n.01 - opere edili, sarà in cotto. Le pareti verranno intonacate con opportune malte traspiranti e deumidificanti, fino a soffitto nel locale PTs6 e fino all’altezza di ca. 3,00 mt nel vano scale.

In generale l’intonaco traspirante e deumidificante viene proposto per le pareti dei locali al piano terreno, cosicché le pareti del vano scala in questione, sopra i 3,00 mt, saranno interessate da rimozioni delle porzioni collabenti di intonaco e conseguenti ripristini. Sulle intere superfici vengono poi previste rasatura e tinteggiatura.

2.2.2. L’ambiente adiacente all’atrio della Sala Consiliare L’ambiente adiacente all’atrio della Sala Consiliare e che introduce alla “Stanza dorata” non presenta elementi architettonici e decorativi di particolare interesse, ed è principalmente uno spazio distributivo – un atrio, un vestibolo – dal quale si può accedere alla scala per il giardino (scala B) come pure salire alla stanza superiore con la scala di nuova progettazione in ferro con pedate in legno posta al suo interno (vedi scheda n.05 – opere edili, rif. “scala D”).

Tutti gli ambienti del piano nobile avranno il pavimento alla stessa quota, in continuità con l’atrio della Sala Consiliare e gli altri successivi verso lo scalone monumentale; è probabile che al termine della sequenza di stanze, dove è previsto il collegamento con il corpo edilizio ovest della piazza, in corrispondenza dell’apertura della porta si renda necessario una soglia inclinata di raccordo. Di conseguenza a questo assunto progettuale, tenendo conto dei vincoli di quota delle strutture dei solai esistenti da consolidare e di nuova realizzazione), lo spessore disponibile per il “pacchetto” architettonico risulta di cm. 11,5 (vedi schema di ricostruzione dei solai al piano nobile riportato nella scheda n.01 - opere edili); uno spessore che consente la posa di pavimenti in cotto (sia reimpiegando le vecchie mattonelle di spessore 40-50 mm., sia ricorrendo a mattonelle nuove fatte a mano), ma che non permette il passaggio di tubazioni impiantistiche se non di ridotto diametro (max 28 mm.). Questo ha significato trovare la soluzione per le dorsali impiantistiche, proposte a correre lungo le pareti verso il giardino e nascoste da contropareti in cartongesso (vedi scheda 02b – opere edili).

Il sistema della controparete non è previsto per l’ambiente adiacente all’atrio della Sala Consiliare, che è locale terminale dei circuiti impiantistici termico ed elettrico (i montanti salgono da terra in corrispondenza della stanza PNs3): i diametri delle tubazioni sono tali da essere distribuiti sottopavimento. In questo ambiente il pavimento in cotto verrà realizzato con mattonelle di recupero. Le pareti saranno interessate da rimozioni delle porzioni collabenti di intonaco e conseguenti ripristini, rasatura delle intere superfici e tinteggiatura. Il solaio di copertura esistente di questo vano sarà sostituito con uno dalla struttura portante in ferro ed impalcato in legno che tiene conto del foro di passaggio della nuova scala e dell’asola in corrispondenza del finestrone (bifora) verso piazza.

2.2.3. Le due sale decorate Le pareti sud di questi due importanti ambienti mostrano estese porzioni di dipinti murali dai caratteri figurativi omogenei: una decorazione a quadri di finti marmi sopra la quale corre un fascione dipinto rappresentante un’alternanza di bucrani e di coppie di tritoni che versano l’acqua in una grande coppia, probabilmente facente parte di un ampio apparato pittorico realizzato per un esterno e risalente al periodo a cavallo tra il regno di Borso e quello di Ercole I (seconda metà del Quattrocento). Questi dipinti sono già stati parzialmente restaurati; per quanto riguarda il completamento delle lavorazioni si rimanda al capitolo specifico degli interventi di restauro specialistico. Entrambe le stanze, sopra i controsoffitti otto-novecenteschi, erano coperte da soffitti in canniccio lunettati riconducibili al secolo XVIII, rimossi durante i precedenti lavori di restauro sia per il loro precario stato di conservazione che, nel caso della “Stanza dorata”, per rendere visibile il soprastante prezioso soffitto ligneo decorato con rosette in stucco meccato in oro.

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

Pertanto, attualmente, i due ampi vani mostrano le pareti (eccetto la sud) con tutte le tracce delle avvenute rimozioni, e tra queste i segni delle voltine del soffitto settecentesco. In entrambe le stanze è prevista la rimozione delle carte da parati ormai degradate e risalenti a quando esistevano i tramezzi interni, e dei travetti rimasti mozzati all’interno della traccia delle voltine che evidenziano la presenza un tempo di un ulteriore soffitto ad un livello inferiore. Verranno chiusi i fori che tutt’ora insistono nella parte alte delle pareti; sarà mantenuto l’intonaco attuale delle lunette delle voltine, senza modificarne il colore, con stuccature e riprese di intonaco ove necessario, eventualmente trattando la superficie con una leggera mano di latte di calce addizionata con un blando adesivo acrilico (per abbassare ed equilibrare). Stesso trattamento è previsto per le porzioni di intonaco sopra le lunette delle voltine, quando presenti sulle pareti; mentre sui lati in mattoni lasciati al grezzo la muratura subirà una leggera scialba tura. Sulle pareti (eccetto la sud) di queste stanze verranno sovrapposte contropareti in cartongesso che arriveranno fino all’imposta delle voltine lasciandone intravedere la traccia della lunetta superiore. L’intento di non cancellare completamente la fase storica del soffitto voltato con lunette è ulteriormente rafforzato dalla ripresa della loro modularità nel disegno del bordo delle contropareti: in corrispondenza del punto in cui c’era il peduccio delle voltine la pannellatura ha un taglio verticale quadrato che verrà sfruttato per la collocazione dell’illuminazione degli ambienti (vedi scheda n.02b – opere edili). Per il pavimento in cotto della “Stanza dorata” verranno impiegate mattonelle di recupero. Il pregevole soffitto che caratterizza l’ambiente è già stato restaurato e durante i lavori dovrà essere adeguatamente protetto; si prevede al termine del cantiere un intervento di controllo e di pulizia della superficie decorata dell’intradosso. Risulta necessario, inoltre, provvedere alla sistemazione dei conci lapidei scolpiti che un tempo costituivano il camino (per le lavorazioni previste si rimanda al capitolo specifico degli interventi di restauro specialistico). L’altra stanza sarà pavimentata con cotto nuovo eseguito a mano (il numero di mattonelle di un medesimo tipo e dimensione recuperate nell’ambito della fabbrica Ex Bazzi non permette coprire una superficie così ampia). Ma per questo ampio vano il tema principale consiste nella progettazione del soffitto ligneo di cui è priva, tra l’altro capace strutturalmente di sostenere l’unità di trattamento dell’aria autonoma in pompa di calore prevista in considerazione della funzione di sala per incontri pubblici – seppure per un numero contenuto di persone; l’ipotesi di studio di questo nuovo manufatto è espressa, seppure in maniera di suggestione da approfondire tecnicamente in sede di progetto esecutivo, nella scheda n.5 – opere edili.

2.2.4. L’ampio ambiente ad uso uffici ed il locale dei servizi La grande stanza è caratterizzata da un’altezza ridotta rispetto agli ambienti precedenti. Le pareti, prive di testimonianze pittoriche, saranno interessate da rimozioni delle porzioni collabenti di intonaco e conseguenti ripristini, rasatura delle intere superfici e tinteggiatura; tranne quella nord che sarà interamente rivestita con la controparete per i motivi di distribuzione delle dorsali impiantistiche detti in precedenza (vedi scheda n.02b – opere edili). Il pavimento in cotto sarà realizzato con mattonelle nuove eseguite a mano. L’intradosso del solaio ligneo di copertura verrà pulito, integrato di eventuali elementi di coprifilo mancanti, totalizzato e trattato con prodotti idonei protettivi, ad eccezione dell’ultima campata (ad ovest) che sarà soggetta a modifiche strutturali per ricavare il foro delle necessarie dimensioni a contenere la nuova scala con struttura in ferro e pedate in legno di collegamento con le stanze soprastanti (vedi scheda n. 5 – opere edili, rif. “scala C”). In questa fase progettuale non sono state definite le eventuali pareti divisorie per la creazione di postazioni lavorative indipendenti; nel caso, le suddivisioni saranno da realizzare con tramezze in cartongesso o con pareti/armadi attrezzati non a tutta altezza per consentire una lettura unitaria

dello spazio, organizzando due uffici verso nord ed il corridoio di collegamento/disimpegno lungo la parete sud. Infatti, è proprio sulla parete sud che si apre la porta di accesso alla stanza azzurra, è verso sud che si accede alla scala per gli ambienti PSs2 e PSs3 del secondo piano, e che si aprono le porte di collegamento con l‘ambiente precedente e con la “mezza stanza” nella quale sono previsti i servizi igienici. Quest’ultima, il cui pavimento sarà in cotto nuovo eseguito a mano, viene infatti suddivisa in un disimpegno (funzionale al collegamento con l’edificio ad ovest di piazza Municipale) e nel blocco bagni , qui sistemanti perché in una posizione di snodo ed anche per la presenza di una vecchia colonna di scarico. I quattro servizi igienici - di cui uno handicap - ed il relativo antibagno sono definiti da pareti non a tutta altezza per consentire una lettura unitaria dello spazio. Le pareti perimetrali di questa “mezza stanza” saranno interessate da rimozioni delle porzioni collabenti di intonaco e conseguenti ripristini, rasatura delle intere superfici e tinteggiatura. L’intradosso del solaio ligneo di copertura verrà pulito, integrato di eventuali elementi di coprifilo mancanti, totalizzato e trattato con prodotti idonei protettivi.

2.2.5. La stanza azzurra Questa graziosa saletta con le pareti ed il soffitto interamente decorati in cui prevale la tonalità azzurra, e con il pavimento esistente in cotto da mantenere, sarà restaurata (per le lavorazioni previste si rimanda allo specifico capitolo degli interventi di restauro specialistico). L’infisso della finestra a bifora verrà mantenuto e sistemato. L’ambiente sarà dotato di due fan-coil, posizionati sulla parete nord affinchè siano alimentati da tubazioni poste sotto pavimento dell’adiacente stanza PNs4 (senza quindi interferire con le finiture esistenti di pareti e pavimento); le distribuzioni elettriche, invece, correranno perimetralmente all’interno del “battiscopa”.

2.2.6. Gli ambienti del piano secondoGli ambienti del piano secondo non danno luogo ad una sequenza continua come quelli del sottostante piano nobile per la presenza delle due stanze decorate alte fino al livello dell’imposta delle strutture di copertura. Pertanto, verso est è presente una sola stanza che sarà raggiungibile con la nuova scala ad un’unica rampa (vedi scheda n. 5 – opere edili, rif. “scala D”) dalla sottostante PNs1. E’ già stato precedentemete detto che il solaio d’interpiano tra queste sarà di nuova realizzazione, con struttura in ferro ed impalcato in legno. L’importanza di questo ambiente è dato dalla presenza di dipinti murali, ed in particolare di un merlo decorato, testimonianza di quello che fu il coronamento del palazzo; pertanto è importante garantire la visibilità dei lacerti rinvenuti consentendone la fruizione, quale estensione dello spazio atrio-vestibolo sottostante. I dipinti sono già stati parzialmente restaurati; per quanto riguarda il completamento delle lavorazioni si rimanda al capitolo specifico degli interventi di restauro specialistico. Le pareti o parti di esse che non presentano pitture murali saranno interessate da rimozioni delle porzioni collabenti di intonaco e conseguenti ripristini, rasatura delle intere superfici e tinteggiatura. Viene proposto lo stesso tavolato dell’impalcato quale pavimento dell’ambiente che verrà semplicemente levigato (vedi schema di ricostruzione solai al piano secondo, PSs1, riportato nella scheda n.01 – opere edili). Non c’è necessità di passare impianti sotto il pavimento: l’unico fan-coil previsto viene alimentato direttamente da tubazioni incassate nella muratura provenienti dal sottostante piano; mentre le dotazioni elettriche, montanti anch’esse dal livello inferiore, sono distribuite attraverso opportuno battiscopa. Infine, saranno mantenute a vista le strutture in legno di copertura e le tavelle in cotto del piano di posa del soprastante manto .

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Ad ovest del corpo di Fabbrica ex Bazzi, invece, sono presenti due vani, sovrapposti plani metricamente all’ampio ambiente ad uso uffici ed all’adiacente “mezza stanza” con i servizi igienici; come già detto precedentemente queste saranno raggiungibili da una scala di nuova progettazione (vedi scheda n.05 – opere edili, rif. “scala C”). Sulle pareti sud sono stati rinvenuti lacerti di dipinti murali che, seppure con tecnica esecutiva diversa, sembrano proseguire i temi rappresentati nelle pitture messe in luce al piano nobile. E’ necessario indagare ulteriormente le superfici di queste pareti, nelle parti ancora ricoperte dall’intonaco, per scoprire eventuali ulteriori parti dipinte prima di procedere al restauro; si rimanda al capitolo specifico degli interventi di restauro specialistico per la descrizione delle lavorazioni previste. Le pareti o parti di esse che non presentano pitture murali saranno interessate da rimozioni delle porzioni collabenti di intonaco e conseguenti ripristini, rasatura delle intere superfici e tinteggiatura; tranne quella nord dell’ambiente PSs2 che sarà interamente rivestita con la controparete per motivi di distribuzione delle dorsali impiantistiche (vedi scheda n.02b – opere edili). Infatti, così come per l’ammezzato, l’altezza disponibile per il “pacchetto” strutturale/archetettonico è limitata dalla quota dei bancali delle finestre esistenti: uno spessore utile massimo complessivo di 8 cm che può al limite consentire sopra il nuovo tavolato (strutturale) uno strato di allettamento armato atto alla posa di un pavimento di 15 mm. Pare però più opportuno, analogamente a quanto proposto per il livello ammezzato, prevedere un pavimento in listoni di legno prefinti posati a correre su apposito tappetino (vedi schema ricostruzione solai al piano secondo, PSs2, riportato nella scheda n.01 – opere edili). Le strutture in legno di copertura e le tavelle in cotto del piano di posa del soprastante manto saranno mantenute a vista. Sempre per quanto riguarda l’ampio vano PSs2, in questa fase progettuale non sono state definite le eventuali pareti divisorie per la creazione di postazioni lavorative indipendenti; nel caso, le suddivisioni saranno da realizzare con tramezze in cartongesso o con pareti/armadi attrezzati non a tutta altezza per consentire una lettura unitaria dello spazio, e tenendo presente delle pitture sulla parete sud da salvaguardare e rendere visitabili. La “mezza stanza”, infine, ospiterà l’UTA a servizio degli ambienti che restano in uso all’Amministrazione, prevedendo però un piccolo disimpegno per permettere la vista dei dipinti murali sulla sua parete sud. Per il funzionamento di questa unità di trattamento dell’aria verrà sostituito l’attuale infisso in legno e vetro della finestra con uno nuovo in metallo grigliato (dal disegno che riprende le partizioni esistenti), apribile, e saranno realizzati due “camini di espulsione” sul tetto.

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Palazzo Comunale di Ferrara - Ala Sud "Ex Bazzi"SOLAI

SCHEDA N. 01

SCHEMA RICOSTRUZIONE SOLAI AL PIANO TERRENO

100

5013

020

PAVIMENTOIN GRES

TERRENO CON STRATI DIINTERESSE ARCHEOLOGICO

SCARICHI Ø100 mmTUBAZIONI ELETTRICHE ØMAX 50 mm

TUBAZIONI MECCANICHE ØMAX 80 mm

SOTTOFONDOALLEGGERITO

SOLETTA IN CLSE RETE ES

VESPAIO INMATERIALE ARIDO

TESSUTO NONTESSUTO

Esecuzione pacchetto architettonico solaio:- sottofondo alleggerito in conglomerato cementizio ed inertileggeri con possibilità di alloggiamento reti impiantistiche- pvimento in gres posato a colla

3545

TAVOLATO(NUOVO)TAVOLATO(ESISTENTE)

TRAVE ESISTENTE

FASCIA PERPASSAGGIO RETEIMPIANTISTICA/CONTROSOFFITTO(vedi tavv. 2a, 2b)

PAVIMENTO mm 15MALTA DI ALLETTAMENTO CON RETE IN POLIESTERE/FIBRE DI VETRO mm 30

TELO IMPERMEABILIZZANTE TRASPIRANTE mm 0.7

Esecuzione pacchetto architettonico solaio:- di telo impermeabilizzante traspirante composto da due strati di non tessuto inpolipropene abbinato ad un film di polietilene- malta di allettamento per la posa di pavimenti, armata con rete in poliestere o fibre dicarbonio- pavimento

SCHEMA RICOSTRUZIONE SOLAI AL PIANO AMMEZZATO

35

150

TAVOLATO (NUOVO)

TAVOLATO (ESISTENTE)

TRAVE ESISTENTE

MALTA DI ALLETTAMENTO mm 30SOTTOFONDO ALLEGGERITO mm 35

TELO IMPERMEABILIZZANTE TRASPIRANTE mm 0.7

PAVIMENTO IN COTTO DI RECUPEROEsecuzione pacchetto architettonico solaio:- strato di telo impermeabilizzante traspirante composto da due strati di tessuto non tessuto inpolipropilene abbinato ad un film di polietilene- sottofondo alleggerito in conglomerato cementizio con inerti leggeri (35 mm) con possibilità dialloggiamento di tubazioni impiantistiche di diametro contenuto- malta di allettamento per la posa di pavimenti- pavimento in cotto di recupero, mm 40-50

SCHEMA RICOSTRUZIONE SOLAI AL PIANO NOBILE

PAVIMENTO IN COTTO DI RECUPERO mm 40-50

TUBAZIONI MECCANICHE ØMAX 28 mmTUBAZIONI ELETTRICHE ØMAX 20 mm

SOTTOFONDO ALLEGG.

MALTA

35

150

TAVOLATO (NUOVO)

TAVOLATO (ESISTENTE)

TRAVE ESISTENTE

MALTA DI ALLETTAMENTO mm 30SOTTOFONDO ALLEGGERITO mm 40-50

TELO IMPERMEABILIZZANTE TRASPIRANTE mm 0.7

PAVIMENTO IN COTTO NUOVO FATTO A MANOEsecuzione pacchetto architettonico solaio:- telo impermeabilizzante, mm 0,7- sottofondo alleggerito, mm 40-50- malta di allettamento, mm 30- pavimento in cotto nuovo, mm 25-35

PAVIMENTO IN COTTO NUOVO mm 25-35

TUBAZIONI MECCANICHE ØMAX 28 mmTUBAZIONI ELETTRICHE ØMAX 20 mm

SOTTOFONDO ALLEGG.MALTA

SCALA 1:10

N.B.:Considerato lo spessore disponibile di soli 80 mm di pacchetto architettonico.Lo schema si riferisce ad una soluzione che consente la posa di un pavimento dispessore massimo di 15 mmIl progetto prevede di posare sopra al tavolato nuovo un pavimento in parquet.

3535 TAVOLATO (NUOVO)

Esecuzione pacchetto architettonico solaio:- levigatura del tavolato nuovo

SCHEMA RICOSTRUZIONE SOLAIAL PIANO SECONDO (PSs1)

3525 TAVOLATO

(NUOVO)

60

PAVIMENTO IN PARQUETSU TAPPETINO 14-22 mm

Esecuzione pacchetto architettonico solaio:- tappetino per posa flottante pavimento in parquet- listoni di legno prefiniti di larghezza 140 mm e lunghezza 1200-2000 mm

SCHEMA RICOSTRUZIONE SOLAI AL PIANO NOBILE SCHEMA RICOSTRUZIONE SOLAIAL PIANO SECONDO (PSs2)

PAVIMENTO IN COTTO

115

PAVIMENTO IN COTTO

115

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3650

65

800 1330

130

150

1585

3570

15

A

A730

130

150

SEZ. A-A

PIATTAFORMA ELEVATRICE

SCALA A

123456789

1112131410 15

161718192021222324

89

101112

1234567

14151617181920212223

13

SCALA B

Palazzo Comunale di Ferrara - Ala Sud "Ex Bazzi"CONTROSOFFITTI

SCHEDA N. 02a

SCHEMA CONTROSOFFITTO PER PTs1 e PTs2

PASSAGGIO TUBAZIONI IMPIANTO MECCANCO/ELETTRICO:TUBAZIONE ØMAX 65mm (compresa coibentazione)

FISSAGGIO ALLA TRAVE SOPRASTANTE CONVITI DA LEGNO E BARRE DI SOSTEGNO CONINTERPOSTO STRATO DI NEOPRENE OGOMMA DI 5 mm DI SPESSORE

VENTILCONVETTOREORIZZONTALE A INCASTRO

FISSAGGIO ALLA TRAVE SOPRASTANTE CON VITI DALEGNO E BARRE DI SOSTEGNO CON INTERPOSTOSTRATO DI NEOPRENE O GOMMA DI 5 mm DI SPESSORE

CURVATURA A 90° PER IMMISSIONE ARIA

CONTROSOFFITTO

SCALA 1:20

CONTROSOFFITTO IN CARTONGESSO RIBASSATO RISPETTO ALLACORNICE PERIMETRALE COSTITUITO DA LASTRE PREFABBRICATE SP. 13/15mm FISSATE MEDIANTE VITI AUTOPORTANTI FOSFATATE AD UNASTRUTTURA COSTITUITA DA PROFILATI IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATA DISP. 6/10 FORMATA DA GUIDE E PROFILI DI DIMENSIONI E INTERASSEADEGUATE E/O CON EVENTUALE STRUTTURA SECONDARIA, GANCIDISTANZIATORI O PENDINI (che verranno definiti nel progetto esecutivo infunzione del carico calcolato)

Riferimento planimetrico, piano terra

SCALA 1:20

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3325

1531

0

570

270

3320

PIATTAFORMA ELEVATRICE

SCALA A

123456789

1112131410 15

161718192021222324

89

101112

1234567

14151617181920212223

13

SCALA B

Palazzo Comunale di Ferrara - Ala Sud "Ex Bazzi"CONTROSOFFITTI

SCHEDA N. 02b

SCHEMA CONTROSOFFITTO PER PTs3

SCALA 1:20

Riferimento planimetrico, piano terra

VENTILCONVETTORE

CONTROSOFFITTO IN CARTONGESSO PIANO COSTITUITO DALASTRE PREFABBRICATE SP. 13/15 mm FISSATE MEDIANTEVITI AUTOPORTANTI FOSFATATE AD UNA STRUTTURACOSTITUITA DA PROFILATI IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATA DISP. 6/10 FORMATA DA GUIDE E PROFILI DI DIMENSIONI EINTERASSE ADEGUATE E/O CON EVENTUALE STRUTTURASECONDARIA, GANCI DISTANZIATORI O PENDINI (che verrannodefiniti nel progetto esecutivo in funzione del carico calcolato)

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60

405

60 180 60

A

A SEZ. A-A

SEZ.3

SEZ.2

SEZ.1

SEZ.1

SEZ.2

SEZ.3

PIANO IN LEGNOSAGOMATO, SP.30mmLACCATO DELLA TINTADELLA CONTROPARETE

CONTROPARETE IN CARTONGESSO COSTITUITA DA LASTRE PREFABBRICATE SP. 13-15 mm FISSATE MEDIANTE VITIAUTOPORTANTI FOSFATATE AD UNA STRUTTURA CON PROFILI IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATA DI SPESSORE 6/10FORMATA DA GUIDE ORIZZONTALI E MONTANTI VERTICALI POSTI AD INTERASSE DI 600 mm FRA LORO

ALLOGGIAMENTOCORPOILLUMINANTE

EVENTUALIDISTANZIATORI DIAGGIUSTAGGIOIRREGOLARITA'/SPIOMBI DELLA PARETEMURARIA

PASSAGGIO TUBAZIONI IMPIANTIMECCANICI / ELETTRICI

PASSAGGIO TUBAZIONI IMPIANTIMECCANICI / ELETTRICI

PIANO IN LEGNOSAGOMATO SP.30mmLACCATO COLOREDELLA CONTROPARETE

Palazzo Comunale di Ferrara - Ala Sud "Ex Bazzi"CONTROPARETE

SCHEDA N. 03

SCHEMA CONTROPARETE (STANZE AL PIANO NOBILE)

SCALA 1:25

STRUTTURA DI SOSTEGNOPER PIANO IN LEGNO

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Palazzo Comunale di Ferrara - Ala Sud "Ex Bazzi"SOLUZIONE PER IL SOFFITTO DI PROGETTOSTANZA PNs3

SCHEDA N. 04

IPOTESI PROGETTUALE PER IL SOFFITTO DELLA STANZA PNs3

L’intervento consiste nella realizzazione di un soffitto ligneo per la chiusura orizzontale dellastanza PP s.3. Nel disegno di questo

elemento si è voluto fare riferimento al soffitto a rosette dorate presente nella stanza accanto, ecco perchè si è scelto di utilizzare

come materiale il legno e una maglia a doppia orditura incrociata che richiama nella percezione il soffitto a cassettoni.

Il tema è stato reinterpretato in chiave dinamica non trascurando gli elementi ispiratori preesistenti nelle stanza.

Dal momento che si voleva ottenere un risultato che dialogasse con le pareti, anche per il soffitto è stato sfruttato il modulo fornito dal

passo delle volte facendolo corrispondere al passo dell’ orditura primaria.

Per ottenere un effetto spaziale più accentuato è stata poi progettata l’incurvatura di queste travi che risultano simmetricamente

convesse verso il centro della stanza nella direzione est-ovest, mentre nelle direzione nord-sud la curvatura risulta asimmetrica,

sempre convessa ma decentrata verso la parete nord in modo da innalzarsi maggiormente in corrispondenza della parete sud

consentendo così la visione completa della fascia decorativa composta dall’alternanza di possenti tritoni affrontati che versano acqua

in una fontana in mezzo a loro, alternati a bucrani. Se avessimo invece semplicemente ripreso il livello del soffitto a rosette

adiacente, ci saremmo trovati nella spiacevole situazione di tagliare poi il pregevole affresco, la soluzione dell’incurvatura invece

invita il visitatore ad osservare la parete nella sua interezza e nelle sue vive coloriture.

Per aumentare l’effetto dinamico nel disegno del soffitto l’orditura secondaria è stata poi formata da una maglia proporzionalmente

più piccola di quella primaria, traslata e leggermente ruotata rispetto a questa. Fondamentale è stata anche la scelta dei toni del

legno utilizzato che diventano più scuri sul fondo del cassettone, aumentando il senso di profondità creato dalla tessitura delle

orditure sovrapposte.

estratto da ACCORSI L. GUIDI F. Il Palazzo Comunale di Ferrara. Ipotesi evolutiva nell'ambito del contesto urbano e progetto per ilrestauro della fabbrica "ex Bazzi", relatori: Dalla Negra R., Fabbri R., correlatori: Ambrogio K., Coppini C., Università degli Studi di

Ferrara, Facoltà di Architettura, a.a. 2009-2010

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123456789

1112131410 15

161718192021222324

313

295

10

10

0+404

Piano Ammezzato

+1141

+735

Piano Secondo

550

80

89

101112

1234567

14151617181920212223

13

+404Piano Ammezzato

0

250134

251

104275

2425262728

31

2930

3233

343536373839404142

+738Piano Nobile

404

200184

251

225155

+1127 +738

Piano Secondo

190

308

90

SEZIONE

2 UPN METALLICHE ACCOPPIATE

Palazzo Comunale di Ferrara - Ala Sud "Ex Bazzi"STUDIO PER NUOVE SCALE

SCHEDA N. 05

SCHEMA DI CALCOLO DELLE RAMPE

PROFILO LATERALE TIPO

SEZIONE FONTALE TIPO

SCALA 1:20

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

2.3. Gli interventi di restauro specialistico

Le lavorazioni degli interventi di restauro specialistico sugli apparati decorativi della fabbrica ex Bazzi sono descritte nelle schede che seguono, predisposte in base ai diversi tipi di manufatti presenti ed alle specifiche metodologie operative da applicare. Fermo restando in fase di cantiere di concordare tra Soprintendenza e Direzione Lavori diversamente, sulla scorta dei risultati di preliminari indagini e prove, o di ulteriori conoscenze acquisite nel corso del restauro. I dipinti murali attualmente visibili nei locali del piano ammezzato sono il risultato di precedenti campagne di indagini: prima di procedere al loro restauro si ritiene necessario procedere ad un completamento di saggi stratigrafici volti a verificare ed a mettere in luce (rimuovendo accuratamente gli strati di intonaco soprammessi) eventuali lacerti ancora celati. Una volta eseguita questa fase di “scopritura”, si procederà al restauro della reale superficie delle pitture secondo le fasi lavorative indicate nella scheda n.1 – Restauro dei dipinti del piano ammezzato. La stessa attività preventiva di verifica e ricerca di eventuali ulteriori decorazioni viene ritenuta necessaria sulle pareti sud degli ambienti del secondo piano PSs2 e PSs3. Le pitture murali ivi rinvenute, che sembrano rappresentare temi analoghi a quelli presenti sempre sul lato interno del prospetto su piazza Municipale ma in corrispondenza del sottostante piano nobile, risultano eseguite direttamente sul supporto murario, senza cioè la presenza di uno strato di intonaco: le conseguenti specifiche modalità operative sono descritte nella scheda n.2 – Restauro dei dipinti murali del piano secondo. Le lavorazioni ancora da effettuare sulle porzioni decorate delle pareti sud degli ambienti PNs2 e PNs3 e delle pareti est ed ovest dell’ambiente PSs1 sono descritte nella scheda n.3 – Completamento del restauro dei dipinti murali del piano nobile e del piano secondo. Gli interventi eseguiti negli anni 2009-2010 hanno riguardato il consolidamento, la pulizia delle pitture murali, la stuccatura delle lacune dell’intonaco; relativamente ai due ambienti del piano nobile, inoltre, è stata estesa l’esecuzione dell’intonaco “sotto livello” alle restanti superfici delle pareti. Per completare le opere di restauro si procederà all’integrazione pittorica unitamente alla finitura superficiale delle lacune dell’intonaco, i cui criteri saranno concordati in fase operativa tra Soprintendenza e Direzione Lavori. La scheda n.4 – Restauro del soffitto ligneo decorato al piano ammezzato – riporta le lavorazioni previste per il recupero dell’apparato decorativo dell’intradosso del soffitto della stanza PAs2. Per meglio comprendere la delicatezza e la complessità del restauro di questa importante testimonianza storico-artistica si rimanda alla documentazione dello stato di fatto - tavola SDF A05 e “schede di analisi e di rilievo” al punto 2.4. della relazione SDF – coordinandola con la lettura dell’intervento di consolidamento ricompreso nel progetto strutturale. A questa scheda ne seguono altre due: la scheda n.5 - Restauro della stanza azzurra – riservata alla descrizione delle lavorazioni ivi previste; la scheda n.6 – Pulizia degli elementi lapidei – che riunisce gli interventi riguardanti gli elementi lapidei del camino della “Stanza dorata” ed il peduccio lapideo che si trova al piano ammezzato sulla parete sud della stanza PAs2.

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PARETI CON LACERTI DIDIPINTI MURALI

PAs1 est PAs2 sud

PAs3 sud

ZONE GIA' SCOPERTECON DIPINTI MURALIDA RESTAURARE

SCOPRITURA DIINTONACI ESCIALBATURE(ipotizzate)

PAs3 nordPAs3 ovest

PAs3 est

Palazzo Comunale di Ferrara - Ala Sud "Ex Bazzi"RESTAURO DEI DIPINTI MURALI DEL PIANO AMMEZZATO

SCHEDA N. 01

DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI

Saggi stratigrafici e rimozione di strati d’intonacoSaggi stratigrafici sulle pareti degli ambienti PAs1, PATs2, PAs3, a completamento delle campagne di indagini svoltein precedenza, volti a ricercare eventuali ulteriori lacerti di decorazioni e consistenti nelle seguenti operazioni:

- Esecuzione di campionature di forma prevalentemente quadrata - di misura variabile tra i 10 ed i 20 cm., adattandotali misure alla situazione di volta in volta riscontrata, dilatandole per evidenziare meglio decorazioni rinvenute oppurelimitandole nei casi di palese assenza di strati pittorici - attraverso l’accurata asportazione, con bisturi e/o spatolinae/o scalpello e/o martelllino, ecc, degli strati d’intervento succedutisi sulla muratura fino ad arrivare allo strato pittorico(ove presente); da effettuarsi a supporto dell’attività di scopri tura.

- Verifica della reale consistenza dei dipinti murali presenti sulle pareti già indagate per lo scoprimento di eventualilacerti ancora celati da strati soprammessi di intonaci, scialbi, incrostazioni, ampliando il perimetro delle superficidipinte riportate in luce, agendo sia con mezzi meccanici (bisturi, spatolina, scalpello, martellino, ecc.) chechimicamente con l’applicazione di compresse di polpa di cellulosa e bicarbonato d’ammonio in soluzione satura omediante impacchi a soluzioni adeguate.

Restauro specialisticoRestauro specialistico dei dipinti murali delle stanze del piano ammezzato - contraddistinte dalle sigle PAs1, PATs2,PAs3 - consistente nelle seguenti fasi lavorative:

A- Indagini preliminari e prove di pulituraConoscenza dei materiali che compongono gli intonaci ed i pigmenti applicati ad essi (studio stratigrafico,morfoanatomico, mineralogico-petrografico) atta alla determinazione sia dello stato conservativo che alla metodologiada applicare per l’intervento di restauro.Test di pulitura sui materiali e prove di consolidamento.

B – Controllo preventivo e protezioneControllo sistematico dell’intera superficie dell’intonaco dipinta per individuare zone decoese, fatiscenti o pericolanti.Le aree più deteriorate andranno protette e velinate con carta giapponese prima di procedere alle fasi diconsolidamento e pulitura.

C – Consolidamento e riadesione degli intonaciRistabilimento della coesione delle zone di intonaco decoeso e/ disgregate mediante iniezioni e fissaggi con peculiariprodotti riempitivi consolidanti.

D- Consolidamento e riadesione dello strato pittoricoApplicazione di fissativi acrilici ad emulsione acquosa o di tipo inorganico per fare riaderire la pellicola pittoricaall’intonaco con impacchi o percolazioni delle superfici interessate.

E- PulituraRimozione dei depositi atmosferici o delle alterazioni delle superfici con applicazione d’impacchi a soluzione alcalina.Trattamenti di estrazione di sali con impacchi a base argillosa e puliture con resine a scambio ionico o cationico.

F – Stuccatura ed integrazioniIntegrazioni delle lacune e delle porzioni di intonaco mancante con impasto di malte simili all’originale, mantenendo illivello leggermente inferiore a quello dei dipinti murali per poter applicare successivamente, durante il restauropittorico, un leggero strato di malta con intonazione adeguata alla cromia esistente.

G – Integrazione pittoricaEsecuzione del restauro pittorico con l’utilizzo di colori ad acquarello, a tempera, a calce, seguendo i criteri diintegrazione pittorica da concordarsi con Soprintendenza e Direzione Lavori; applicazione nelle stuccature dellelacune dell’intonaco di sottile strato di malta di intonazione adeguata alla cromia esistente.

H – Protezione superficialeFissaggio dei restauri pittorici e delle parti di dipinto dove il degrado ha agito con maggiore aggressività, con protettivia base acrilica.

riferimento planimetrico, piano ammezzato

scala 1:100

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215

240

DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI

PULIZIA ELEMENTI LAPIDEI DEL CAMINO DELLA “STANZA DORATA”Pulizia degli elementi del camino in materiale lapideo della “Stanza dorata” consistentenelle seguenti fasi lavorative:

- Pulitura: rimozione tramite impacchi pulenti delle sedimentazioni da rimuovere, variandole metodologie e le dosi dei prodotti pulenti da utilizzare

- Riadesioni e stuccature: ricucitura di parti pericolanti o smossi mediante l'inserimento diperni filettati in acciaio inox e/o in vetroresina ed iniezioni di resina epossidica; iniezioniper colmare eventuali zone di vuoto interne tra i blocchi o le lastre. Integrazione di crepe,fessurazioni, tramite stuccature eseguite con un impasto di malta di calce idraulicanaturale, polvere di marmo, terre colorate e polimero acrilico in emulsione acquosa, daaccompagnarsi alla superficie circostante sia cromaticamente che granulometricamente.

- Protezione: protezione della superficie lapidea con resina acrilica.

PULIZIA PEDUCCIO LAPIDEOPulizia del peduccio in materiale lapideo presente sulla parete sud della stanza del pianoammezzato PAs2 consistente nelle seguenti fasi lavorative:

- Pulitura: rimozione tramite impacchi pulenti delle sedimentazioni da rimuovere, variandole metodologie e le dosi dei prodotti pulenti da utilizzare

- Stuccature: integrazione di crepe, fessurazioni, tramite stuccature eseguite con unimpasto di malta di calce idraulica naturale, polvere di marmo, terre colorate e polimeroacrilico in emulsione acquosa, da accompagnarsi alla superficie circostante siacromaticamente che granulometricamente.

- Protezione: protezione della superficie lapidea con resina acrilica.

PNs2

PAs2

PTs2

1

2

CAMINODELLASTANZADORATA

PEDUCCIO

2. PEDUCCIO LAPIDEO

Peduccio (capitellino quattrocentescoinserito nella muratura in un secondo temporispetto alle decorazioni parietali, checostituisce la parte terminale del caminosituato al piano superiore)

1. ELEMENTI LAPIDEI DEL CAMINO

cimasa

fregio

blocco

blocco

blocco

cimasa

fregio

blocco

blocco

blocco

camino fronte camino scorcio da dx camino scorcio da dx camino scorcio da sx

particolare camino:fregio sx

particolare camino:fregio dx

particolare camino:blocchi dx

particolare camino:blocchi sx

Palazzo Comunale di Ferrara - Ala Sud "Ex Bazzi"PULIZIA DEGLI ELEMENTI LAPIDEI

SCHEDA N. 06

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

3. Stato di progetto strutturale Illustrazione dei principali interventi strutturali con indicazione delle specifiche tecniche 3.1 Oggetto La presente relazione è relativa al progetto strutturale definitivo degli interventi di miglioramento sismico per i lavori di restauro e valorizzazione del Giardino delle Duchesse – Palazzo Municipale – Ala Sud - ex Bazzi. 3.2 Premessa La presente relazione riguarda una porzione del Palazzo Municipale di Ferrara, l’Ala Sud ex Bazzi, localizzata in corrispondenza del lato Sud del Giardino delle Duchesse. Nella seguente immagine è possibile individuare planimetricamente la porzione del Palazzo Comunale oggetto di studio, che è stata posta in evidenza mediante un contorno rosso.

Foto aerea del Palazzo Comunale di Ferrara, con individuazione dell’Ala Sud ex – Bazzi

In base alle specifiche e ai requisiti contenuti nella normativa vigente (NTC2008), sono state individuate tre Unità Strutturali all’interno della porzione di edificio oggetto della presente relazione. Si porta di seguito la definizione di Unità Strutturale contenuta all’interno delle NTC2008, per definire il criterio con cui sono state individuate:

“L’US dovrà essere continua da cielo a terra per quanto riguarda il flusso dei carichi verticali e, di norma, sarà delimitata o da spazi aperti, o da giunti strutturali, o da edifici contigui strutturalmente ma, almeno tipologicamente, diversi”. Le tre Unità Strutturali sono indicate nella seguente immagine nella quale con il colore blu è evidenziata l’US1 ossia il corpo quattrocentesco dell’Ala Sud ex Bazzi, l’US2 posta in risalto con il colore rosso. Inoltre è stata individuata una terza Unità Strutturale l’US3, rappresentata con il colore verde nell’immagine seguente, da considerare nelle verifiche di vulnerabilità del Palazzo Municipale di Ferrara, poiché alcune al piano nobile e al piano secondo appartengono all’Ala Ovest del Palazzo Municipale di Ferrara. La descrizione della consistenza e del danno strutturale per tale Unità Strutturale (US3) e le relative verifiche di vulnerabilità sismica sono contenute in un apposito elaborato separato dalla presente relazione.

Planimetria di riferimento del Palazzo Comunale di Ferrara con individuazione delle U.S.

3.3 Descrizione degli interventi strutturali di riparazione e miglioramento sismico Gli interventi, di seguito illustrati, ricadono in quelli descritti al par. 8.4.2 “Intervento di Miglioramento” delle NTC2008: “§8.4.2 INTERVENTO DI MIGLIORAMENTO Rientrano negli interventi di miglioramento tutti gli interventi che siano comunque finalizzati ad accrescere la capacità di resistenza delle strutture esistenti alle azioni considerate. È possibile eseguire interventi di miglioramento nei casi in cui non ricorrano le condizioni specificate al paragrafo 8.4.1. Il progetto e la valutazione della sicurezza dovranno essere estesi a tutte le parti della struttura potenzialmente interessate da modifiche di comportamento, nonché alla struttura nel suo insieme.”

3. P

RO

GE

TTO

STR

UTT

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

e al par. C8.4.2 “Intervento di Miglioramento” della Circolare esplicativa 2009: “C8.4.2 INTERVENTO DI MIGLIORAMENTO La valutazione della sicurezza per un intervento di miglioramento è obbligatoria, come specificato nel § 8.3 delle NTC, ed è finalizzata a determinare l’entità massima delle azioni, considerate nelle combinazioni di progetto previste, cui la struttura può resistere con il grado di sicurezza richiesto. Nel caso di intervento di miglioramento sismico, la valutazione della sicurezza riguarderà, necessariamente, la struttura nel suo insieme, oltre che i possibili meccanismi locali. In generale ricadono in questa categoria tutti gli interventi che, non rientrando nella categoria dell’adeguamento, fanno variare significativamente la rigidezza, la resistenza e/o la duttilità dei singoli elementi o parti strutturali e/o introducono nuovi elementi strutturali, così che il comportamento strutturale locale o globale, particolarmente rispetto alle azioni sismiche, ne sia significativamente modificato. Ovviamente la variazione dovrà avvenire in senso migliorativo, ad esempio impegnando maggiormente gli elementi più resistenti, riducendo le irregolarità in pianta e in elevazione, trasformando i meccanismi di collasso da fragili a duttili.” Nel presente paragrafo sono descritte dettagliatamente le tipologie di intervento per ogni elemento strutturale oggetto di miglioramento sismico previsti per le due Unità Strutturali individuate all’interno dell’edificio.

3.3.1 US1 Gli interventi in progetto previsti all’interno della presente unità strutturale avranno come obiettivo:

la realizzazione di una platea di fondazione per il nuovo corpo scala A con elevatore meccanico;

il ripristino della continuità muraria in corrispondenza dei setti lesionati mediante interventi localizzati di scuci e cuci;

la realizzazione di intonaco armato nelle stanze PTs1 e PTs2 al fine di migliorare la resistenza dei paramenti murari sui quali è previsto l’intervento;

incatenamento ai livelli di piano al fine di migliorare le connessioni tra pareti murarie;

la realizzazione di porzioni di muratura per la chiusura di nicchie e aperture esistenti per la nuova accessibilità degli spazi;

la realizzazione di nuovi architravi per il ripristino di quelli lesionati o per le nuove aperture; la demolizione di murature per la realizzazione del nuovo corpo scala A e per creare nuove

aperture; realizzazione di un nuovo timpano in murature in corrispondenza del muro in direzione Est

della stanza PNs3 con relativo cordolo metallico per collegare il muro di spina ai due prospetti dell’edificio e creare un migliore comportamento scatolare della cella muraria in cui è previsto l’intervento;

il consolidamento dei solai lignei esistenti con il posizionamento di un secondo tavolato ordito ortogonalmente all’esistente previo inserimento di un angolare metallico in posizione perimetrale per aumentare il grado di connessione degli orizzontamenti alle murature;

l’inserimento di catene metalliche per aumentare il grado di collegamento tra murature ortogonali ed essere un presidio per il ribaltamento della muratura in esame;

consolidamento dei solai lignei esistenti (solaio a cassettoni con travi diagonali e solaio PNs4) mediante elementi lignei all’estradosso al fine di aumentarne la capacità resistente;

la demolizione di due solai in latro-cemento al fine di ridurre le masse presenti all’interno dell’edificio;

costruzione di solai in acciaio e doppio tavolato di maggiore leggerezza; costruzione di nuovi solai in corrispondenza dei corpi scala A e C per creare delle asole nei

solai esistenti per il passaggio dei corpi scala stessi; inserimento di putrelle metalliche per il sostegno del macchinario UTA in modo tale che non

gravi sul solaio esistente, inoltre tale struttura posizionata all’interno della stanza PSs2 è di sostegno ad una pavimentazione lignea posta prevista nella stanza per la fruizione di affreschi presenti in corrispondenza della parete sud del vano in oggetto.

realizzazione di un nuovo solaio in legno lamellare in corrispondenza della stanza PNs3 al livello della struttura di copertura sul quale posizionare la macchina per il recupero aria del solaio;

la realizzazione di tre corpi scala metallici per far fronte alle nuove esigenze distributive degli ambienti (corpo scala A, C, D);

posizionamento di una nuova orditura lignea secondaria e tavolato per la porzione di solaio in corrispondenza della stanza Pas2 sconnessa e fortemente deformata e attualmente puntellata come si può osservare dalla documentazione fotografica (elaborato S04sdf del presente progetto strutturale) all’integrazione del tavolato dei lacunari ove mancante;

demolizione di un solaio in legno PNs1 e conseguente ricostruzione per il posizionamento del nuovo corpo scala (scala D).

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INTERVENTI IN FONDAZIONE Platea di fondazione L’intervento in corrispondenza delle fondazioni consiste nella realizzazione di una nuova platea in calcestruzzo C25/30 per l’introduzione all’interno dell’Unità Strutturale Uno della scala A in corrispondenza della quale è previsto il posizionamento di un elevatore. La nuova fondazione presenta dimensioni in pianta pari a 3.60mx3.85m ed un’altezza di 25cm e sarà armata con un’armatura composta da 1+1 barre Φ14 disposte ogni 20cm nelle due direzioni e barre di chiusura alle estremità. È possibile eseguire l’intervento dopo aver effettuato uno scavo fino alla quota -1.30m (vedasi relazione geologica) con l’assistenza dell’archeologo, accertandosi preventivamente della reale profondità della fondazione mediante uno scavo della dimensione massima di 80cm. Sul fondo dello scavo si dispone un telo formato da uno strato di bentonite sodica micronizzata compreso tra due strati di tessuto – non tessuto (TNT), al di sopra del quale si posiziona il di materiale arido drenante ben costipato manualmente al di sopra del quale disporre il magrone su cui appoggiare la struttura di fondazione. INTERVENTI SULLE MURATURE Scuci – cuci L’intervento di consolidamento dei paramenti murari lesionati con la tecnica dello scuci – cuci è finalizzato al ripristino della continuità muraria in corrispondenza delle linee di fessurazione presenti sui pannelli murari ed al risanamento di porzioni di muratura gravemente deteriorate. Tale intervento dovrà essere eseguito impiegando materiali simili a quelli originari per forma, dimensioni, rigidezza e resistenza, collegando i nuovi elementi alla muratura esistente con adeguate ammorsature nel piano del paramento murario e, se possibile, anche trasversalmente al paramento stesso, in modo da conseguire la massima omogeneità e monoliticità della parete riparata. Si prescrive l’utilizzo di elementi in laterizio conformi al DM 14/01/2008 e malte idrauliche a ritiro controllato o leggermente espansive; l’utilizzo di additivi dovrà essere verificato, in relazione alla consistenza e al degrado della malta e dei mattoni esistenti, ed in modo tale da evitare in ogni caso stati di coazione dovuti ad un eccessivo contrasto tra gli elementi. Si precisa che tale intervento necessita dove presente, della demolizione della porzione di intonaco della muratura interessata ed il conseguente ripristino del medesimo con malta di calce dopo il rinzaffo della muratura.

Particolare dell’intervento di scuci - cuci

Consolidamento delle murature con intonaco armato in fibra di vetro All’interno della presente Unità Strutturale in corrispondenza del piano terra il muro di divisione tra le stanza PTs1 e PTs2 e la porzione di prospetto principale su Piazza Municipale relativa alla stanza PTs2, mostrano una scarsa resistenza alle azioni nel piano e fuori dal piano, pertanto necessitano di un intervento di consolidamento. La geometria di tali allineamenti murari risulta tale per cui si hanno in corrispondenza del piano terra dei maschi murari di dimensioni molto ridotte, infatti la porzione di prospetto principale relativa alla stanza PTs2 presenta tre grandi aperture con piattabanda ad arco, molto ravvicinate tra di loro; anche il muro di spina di separazione delle stanze PTs1 e PTs2, presenta due grandi aperture con archi ribassati che occupano la maggior parte dello sviluppo del paramento murario. Per tali motivi geometrici e morfologici, i due allineamenti presentano dei valori di resistenza e di rigidezza molto inferiori rispetto alla restante parte della cella muraria. Pertanto si propone di rinforzarli con intonaco di malta a base calce armato con rete in fibra di vetro su entrambe le facce. Nella sottostante immagine sono indicati i paramenti murari oggetto di intervento, sui quali l’intervento è rappresentato mediante un tratteggio verde. L’intervento prevede, preliminarmente, la rimozione dell’intonaco esistente e della malta nei giunti della muratura per una profondità di 10-15mm, su entrambe le facce. Si procede con l’applicazione di uno strato di rinzaffo con malta idraulica e l’esecuzione di fori passanti, con diametro 10mm, in modo da permettere l’inserimento dei connettori. A questo punto si dispone la rete in GFRP su entrambe le facce, si inseriscono i connettori in aramide (n°6 al mq) e successivamente si iniettano i fori con resina epossidica tixotropica per l’ancoraggio dei connettori. Infine, si procede alla stesura di un nuovo intonaco in malta a base di calce dello spessore di circa 3cm.

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Stralcio della pianta dela piano terra (S01sdp) della stanza PTs2 incui è previsto l’intervento.

Prove sperimentali riportate in letteratura dimostrano incrementi di resistenza superiori al 60% per murature in mattoni rinforzate con tale tecnica (Convegno Nazionale_Sicurezza e Conservazione, N.Gattesco, A.Dudine, Efficacia di una tecnica di rinforzo per murature con intonaco e rete in GFRP). Pertanto, in favore di sicurezza, si ritiene idoneo applicare nel modello di calcolo il coefficiente migliorativo 1.5 indicato dalla norma italiana NTC 2008 per l’intonaco armato tradizionale.

Creazione di porzioni di muratura All’interno dell’edificio in esame (Ala Sud ex Bazzi del Palazzo Municipale di Ferrara) è prevista la realizzazione di porzioni di muratura in corrispondenza di porte e nicchie esistenti che, per soddisfare le nuove esigenze architettoniche e distributive dell’ edificio, verranno chiuse. Il tamponamento di tali bucature esistenti sarà effettuata con muratura in mattoni pieni realizzata sotto squadro rispetto all’apertura esistente in modo tale da lasciare visibile la traccia della preesistente apertura, ammorsata in modo efficace alle spalle dell’apertura stessa. Mentre, per la chiusura delle nicchie si prevede la realizzazione di murature a completo spessore in modo tale da ripristinare la continuità strutturale e di resistenza dell’allineamento all’interno del quale sono inserite mediante la realizzazione di muratura in mattoni pieni ben ammorsata alla muratura dell’allineamento murario esistente sia verso le spalle dell’apertura che nello spessore, mediante opportuni elementi di connessione trasversale con funzione di diatono). Demolizione di muratura Al fine di creare nuove aperture all’interno dell’Unità Strutturale Due, è prevista la demolizione di porzioni di muratura in modo tale da soddisfare le nuove esigenze distributive degli ambienti. Si demoliscono infatti delle tamponature poste a chiusura delle antiche aperture presenti all’interno degli ambienti ed in particolare in corrispondenza del piano ammezzato all’interno del muro di separazione tra le stanze PAs1 e PAs2 ed una seconda in corrispondenza della stanza PAs2 e PAs3. Il medesimo intervento è proposto per l’antica apertura ad oggi tamponata solo per una parte dell’intero spessore murario della stana PAs2 con la stanza PAs6 permettendo il collegamento tra le due Unità Strutturali individuate all’interno dell’edificio. Analoghi interventi sono inoltre proposti in corrispondenza del piano nobile della presente Unità Strutturale ed in particolare per l’apertura posta in corrispondenza del paramento murario a divisione delle stanze PNs2 e PNs3 e per la bucatura nel muro di divisione delle stanze PNs3 e PNs4. Una seconda tipologia di intervento, sempre volta a creare una nuova accessibilità degli spazi mediante la realizzazione di nuove aperture in funzione delle esigenze architettoniche dell’intera Unità Strutturale, è quella di realizzare nuove bucature all’interno di maschi murari.

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Questo è il caso dell’apertura al piano ammezzato in corrispondenza del muro di spina di separazione tra le stanze PAs7 e PAs8, introdotta per rendere accessibile la stanza PAs8 ad oggi mancante di aperture per il suo raggiungimento. Un secondo caso di questa tipologia di interventi è quella riscontrabile al piano nobile in cui, per le nuove condizioni di collegamento inserite negli ambienti (corpo scala A) e per la nuova funzionalizzazione degli spazi, si prevede la chiusura dell’apertura ad oggi esistente in corrispondenza del muro di separazione delle stanze PNs2 2 PNs3 e la creazione di una nuova spostata verso il prospetto della stanza che si affaccia sul Giardino delle Duchesse. Inserimento di nuovi architravi metallici All’interno dell’Unità Strutturale in esame in corrispondenza degli architravi lesionati, al di sopra delle aperture nuove o ottenute demolendo le parziali tamponature, è previsto il posizionamento di un nuovo architrave costituito da putrelle in acciaio HEB120 in acciaio S275JR affiancate e collegate mediante barre metalliche Φ16mm. L’architrave sarà inserito nella muratura circostante previa idonea puntellatura dei solai sovrastanti e seguente rifacimento delle spalle dell’apertura. Il presidio metallico è posto in opera con la funzione di sostegno della soprastante muratura e contemporaneamente come elemento di collegamento dei maschi murari resistente a trazione.

nuovo architrave con travi metalliche In corrispondenza del piano nobile della presente Unità Strutturale, le aperture delle stanze PNs3 e PNs4 relative al prospetto che si affaccia verso il Giardino delle Duchesse, presentano architravi strombati realizzati con elementi lignei ricoperti di arella in un evidente stato di degrado, pertanto al fine di ripristinare la resistenza dell’architrave si propone di inserire all’interno della muratura un nuovo architrave realizzato con due putrelle HEB120 in acciaio S275JR affiancate in grado di sostenere la soprastante porzione di muratura. In particolare le aperture in esame presentano una piattabanda in laterizio sul lato esterno del paramento murario che non risultano né fessurate né deformate, pertanto l’intervento coinvolge la porzione di architrave effettivamente ammalorata (porzione interna). Si riporta di seguito un dettaglio della nuova realizzazione dell’architrave in esame

Particolare del sistema di architrave per le stanze PNs3 e PNs4

Le putrelle metalliche sono poste in opera all’interno dell’ambiente posizionandole in corrispondenza della parte interna dell’architrave e collegandola con tre barre metalliche Φ16mm, dove ad oggi sono presenti gli elementi lignei, verrà poi ricreata la strombatura delle finestre mediante la finitura superficiale della muratura. Nuovo timpano in muratura All’interno della presente Unità Strutturale il muro di divisione delle stanze PNs3 e PNs4 risulta non continuo fino alla sommità della copertura come è visibile dalla documentazione fotografica (elaborato S03sdf del Presente Progetto Definitivo). Il muro in sommità risulta quindi non legato alla struttura di copertura e per ricreare il collegamento tra i due elementi strutturali in modo tale da realizzare un comportamento scatolare della cella muraria, si propone di ricostruire il timpano. Il nuovo elemento murario è realizzato con una muratura in mattoni pieni al di sopra del muro esistente di uguale spessore rispetto alla sottostante, efficacemente collegato con barre di diametro Φ8mm e lunghezza 40cm, inserite per 20cm nella muratura esistente e per 20cm nella nuova all’interno di perfori iniettati con resine epossidiche disposti ad un interasse pari alla lunghezza di un mattone con andamento a quinconce. Nella sottostante immagine è evidenziato il muro oggetto di intervento.

Dalla disamina del materiale fornito dalla Committenza riguardante il rifacimento delle strutture del coperto del 2009, risulta presente un cordolo di collegamento sommitale sulle pareti perimetrali e sui muri di spina, pertanto si propone, in accordo al DPCM 2011 §6.3.2 Interventi volti a ridurre le

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carenze dei collegamenti, l’inserimento al di sopra del presente allineamento di un piatto metallico in acciaio S275J2 con funzione di cordolo, collegato alla muratura sottostante mediante perfori Φ16mm di lunghezza pari a 40cm, armati con barre Φ14mm di lunghezza pari a 45cm, iniettati con resine epossidiche. Il piatto metallico con funzione di cordolo sarà opportunamente sagomato e arriverà in corrispondenza del cordolo esistente presente al di sopra dei due prospetti dell’Unità Strutturale, ed ancorato ad esso mediate tre perfori della medesima specie di quelli sopra descritti. INTERVENTI SUI SOLAI Consolidamento solaio con doppio tavolato Per esplicare la filosofia dell’intervento proposto, si riporta un estratto del DPCM 2011 §6.3.4 “Interventi volti a ridurre l’eccessiva deformabilità dei solai ed al loro consolidamento I solai devono essere efficacemente collegati alle pareti murarie, attraverso un appoggio sufficientemente ampio e, talvolta, elementi di connessione che ne impediscano lo sfilamento. Il ruolo dei solai nel comportamento sismico delle costruzioni in muratura è quello di trasferire le azioni orizzontali di loro competenza alle pareti disposte nella direzione parallela al sisma; inoltre essi possono costituire un ulteriore vincolo per le pareti sollecitate da azioni ortogonali al proprio piano, oltre all’ammorsamento con le pareti ortogonali ed ai sistemi di collegamento puntuale. Per le suddette ragioni risulta utile un limitato irrigidimento dei solai, di cui vanno valutati gli effetti, a cui si associa inevitabilmente un aumento della resistenza degli elementi. […] Compatibilmente con il rispetto delle precedenti finalità, è opportuno che i solai con struttura in legno siano il più possibile conservati, anche in considerazione del loro ridotto peso proprio. Un limitato irrigidimento dei solai, nel caso dei solai lignei, può essere conseguito operando all’estradosso sul tavolato. Una possibilità è fissare un secondo tavolato su quello esistente, disposto con andamento ortogonale o inclinato, ponendo particolare attenzione ai collegamenti con i muri laterali […]. Nel caso di solai a semplice orditura, dovrà essere curato il collegamento con le pareti parallele alle travi, realizzandolo, ad esempio, con bandelle fissate al tavolato ed ancorate nella muratura. Nei casi in cui risulti necessario un consolidamento statico del solaio per le azioni flessionali, è possibile, con le tecniche legno-legno, limitare la deformabilità flessionale ed aumentare la resistenza con un secondo tavolato, utilizzando, ortogonalmente rispetto al tavolato esistente, dei nuovi tavoloni continui, resi collaboranti alle travi mediante perni anche di legno.” All’interno dell’Unità Strutturale dai rilievi eseguiti, sono stati individuati solai lignei in corrispondenza della maggior parte delle stanze e per essi si propone il consolidamento mediante il posizionamento di un secondo tavolato all’estradosso di quello esistente limitando l’aumento dei pesi dovuti al consolidamento stesso. I solai interessati dal presente intervento sono quelli a copertura di tutte le stanze del piano terra della presente Unità Strutturale (PTs1, PTs2, PTs3 relativamente alla parte che non si demolisce per il passaggio del corpo scala A) il solaio di copertura della stanza PAs1 al piano ammezzato ed la porzione di solaio della stanza PNs4 che non viene demolito per il passaggio del corpo scala C. Le immagini a fianco mostrano la localizzazione nelle diverse piante della struttura dell’intervento evidenziato mediante una campitura in verde. L’intervento consiste nel posizionamento di un secondo tavolato al di sopra di quello esistente, ordito ortogonalmente all’esistente irrigidendo e limitando la deformabilità dell’impalcato aumentandone la portanza ed inoltre si migliora il grado di connessione dell’orizzontamento con le

strutture murarie perimetrali mediante il posizionamento di un angolare metallico in posizione inserito tra i due tavolati.

Interventi sui solai Stralcio tavola S02sdp

Interventi sui solai Stralcio tavola S04sdp

Interventi sui solai Stralcio tavola S06sdp

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Particolare tipologico del consolidamento con tavolato ortogonale all’esistente

Il nuovo tavolato di consolidamento in legno di abete categoria resistente C24, classe di resistenza S2 presenta uno spessore pari a 35mm e sarà ancorato all’esistente mediante chiodature, che in corrispondenza della struttura portante del solaio in esame arriveranno fino ad interessare la struttura lignea principale. Per la connessione del solaio alla struttura muraria, si propone di disporre sul perimetro delle stanze un angolare metallico L60x60x5mm in acciaio S275JR posizionato tra il tavolato esistente ed il nuovo, ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario, iniettati con resine epossidiche. Verso il prospetto che si affaccia sul Giardino delle Duchesse, alle estremità dell’angolare sono saldate dei tratti di catena metallica Φ24mm in modo tale che il profilo funzioni anche come presidio anti – ribaltamento per il prospetto dell’edificio. Per l’ancoraggio sul muro esterno, si propone il sistema di ritegno con capochiave a paletto metallico con cuneo di contrasto di dimensioni 30mmx60mmx900mm di lunghezza in acciaio S275J2 apprezzabile nella seguente immagine.

In corrispondenza del prospetto su Piazza Municipale per far in modo che dall’esterno non siano visibili gli elementi di ancoraggio dell’angolare metallico inseriti per farlo lavorare come catena, si propone il sistema dell’ancoraggio a radice, mantenendo così inalterata la percezione del prospetto. L’ancoraggio a radice è realizzato mediante un angolare di dimensioni 100x60x10mm in acciaio S275JR con lunghezza variabile a seconda del punto di applicazione, su cui sono presenti due cunei in acciaio all’interno dei quali è praticato un foro per alloggiare la barra metallica di connessione dell’elemento alla muratura con diametro Φ16mm e lunghezza 45cm inserito in un perforo Φ20mm di lunghezza 40cm iniettato con resina epossidica. Si specifica che l’angolare dell’ancoraggio a radice si dispone allo stesso livello dell’angolare perimetrale delle stanze, che sarà localmente interrotto e sostituito da quello del sistema di ritegno a cui verrà opportunamente saldato. Inserimento di incatenamenti in corrispondenza degli impalcati Al fine di collegare i prospetti principali della presente Unità Strutturale per far si che si abbia un comportamento d’insieme della struttura muraria sollecitata dal sisma, è previsto l’inserimento di catene metalliche Φ30mm disposte in corrispondenza di due diversi livelli di piano ed ordite ortogonalmente rispetto ai prospetti che si affacciano su Piazza Municipale e sul Giardino delle Duchesse. I tiranti sono previsti al piano terra in corrispondenza della stana adiacente alla PTs3 non oggetto di intervento nel presente progetto strutturale, ma essendo proprietà del Comune data in locazione, vi si propone l’inserimento di un tirante metallico Φ30mm all’interno del controsoffitto del solaio di copertura del piano terra opportunamente collegato alle murature, mediante un paletto metallico della stessa tipologia descritta nel paragrafo precedente sul prospetto verso il Giardino delle Duchesse e con ancoraggio a radice per il meccanismo di ritegno del tirante sul prospetto verso Piazza Municipale. L’inserimento di tiranti metallici si propone pertanto come presidio anti - ribaltamento dei prospetti della struttura in esame. Nelle seguenti immagini è indicato il particolare tipologico dell’ancoraggio con paletto (prima immagine a seguire) e con ancoraggio a radice (seconda immagine a seguire) di forme e dimensioni analoghe a quelle descritte nel precedente paragrafo della presente relazione.

ancoraggio con paletto metallico

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ancoraggio a radice Consolidamento solaio con elementi lignei sagomati all’estradosso Il presente intervento è relativo a due solai della presente Unità Strutturale, il primo in corrispondenza del piano ammezzato connotato da una valenza storico – artistica, il secondo si trova in corrispondenza del piano primo, e nello specifico è il solaio di copertura della stanza PNs4. Il presente solaio di copertura della stanza PAs2 è realizzato mediante una doppia orditura lignea è costituito da travi principali in legno realizzate con la tecnologia della trave composta e travi secondarie ordite in maniera diagonale rispetto alla due travi principali al di sopra delle quali è posizionato un tavolato decorato a riempimento dei lacunari. Dai risultati della modellazione del solaio in esame le principali problematiche riscontrate riguardano la non resistenza a flessione degli elementi strutturali portanti: travi composte e orditura seconda.

Pianta piano ammezzato stralcio tavola S04sdp

Data l’importanza del solaio e la sua valenza artistico – storica, si è pensato ad un intervento dall’estradosso del solaio, consolidandolo mediante l’inserimento di elementi lignei al di sopra delle strutture in esame. La tipologia di intervento differisce in base all’elemento strutturale considerato:

per le travi principali lignee composte, si propone il consolidamento mediante l’introduzione in corrispondenza dell’estradosso di conci in legno lamellare GL28h nello spazio a disposizione tra la posizione di travi secondarie, opportunamente connessi alla trave principale mediante connettori metallici. Per solidarizzare gli elementi in legno lamellare alla restante orditura, si iniettano gli eventuali spazi tra le varie componenti con resine epossidiche. Il rinforzo così effettuato comporta un aumento della resistenza della sezione della trave di una quantità pari all’altezza della trave secondaria, pertanto i conci da porre in opera presenteranno tutti larghezza pari a 14cm ed altezza pari a 20cm, ma con differenti lunghezze in modo da coprire interamente la trave principale;

per l’orditura seconda invece, si propone il consolidamento mediante il posizionamento di

un secondo tavolato per tutta la superficie della struttura, costituito da tavole in legno di abete categoria resistente C24, classe di resistenza S2 di spessore pari a 35mm, posto al di sopra di quello esistente, ordito ortogonalmente ad esso e connesso sia al tavolato sottostante sia alla trave secondaria, in modo che i due tavolati collaborino alla resistenza della trave.

Tale tipologia di intervento è stata pensata in base a quanto esplicitato all’interno del DPCM2011 al §6.3.4 “Interventi volti a ridurre l’eccessiva deformabilità dei solai ed al loro consolidamento”. Nella presente stanza inoltre, in corrispondenza del prospetto su Piazza Municipale è presente una zona di solaio fortemente degradata e sconnessa, si propone pertanto il ripristino di tale zona con elementi di dimensioni e materiali simili a quelli originari sostituendo ove necessario le strutture lignee fortemente degradate e sconnesse. Su tutta la superficie del solaio si propone la ripassatura degli elementi meccanici di connessione tra le varie orditure. Infine, per collegare l’orizzontamento alla struttura muraria verticale, si dispone

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perimetralmente un angolare metallico L60x60x5mm in acciaio S275JR, che si sviluppa lungo tutti i lati del vano, posizionato tra il tavolato esistente ed il nuovo, ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario, iniettati con resine epossidiche. Verso il prospetto che si affaccia sul Giardino delle Duchesse, alle estremità dell’angolare sono saldati dei tratti di catena metallica in modo tale che il profilo funzioni anche come presidio anti – ribaltamento per il prospetto dell’edificio. Il sistema di ritegno scelto per tale prospetto è realizzato con capochiave con paletto metallico con cuneo di contrasto di dimensioni 30mmx60mmx900mm in acciaio S275J2 di lunghezza apprezzabile nella seguente immagine.

ancoraggio con paletto metallico In corrispondenza del prospetto su Piazza Municipale per fare in modo che dall’esterno non siano visibili gli elementi di ancoraggio dell’angolare metallico per farlo lavorare come catena, si propone il sistema dell’ancoraggio a radice, mantenendo così inalterata la percezione del prospetto. L’ancoraggio a radice è realizzato mediante un angolare di dimensioni 100x60x10mm in acciaio S275JR con lunghezza variabile a seconda della zona di applicazione, su cui sono presenti due cunei in acciaio all’interno dei quali c’è un foro per alloggiare la barra metallica di connessione dell’elemento alla muratura con diametro Φ16mm e lunghezza 45cm, inserito in un perforo Φ20mm e lunghezza 40cm iniettato con resina epossidica. Si specifica che l’angolare dell’ancoraggio a radice si dispone allo stesso livello dell’angolare perimetrale delle stanze, che sarà localmente interrotto e sostituito da quello dell’ancoraggio che sarà opportunamente saldato all’altro.

ancoraggio a radice

Il solaio in corrispondenza della stanza PNs4 presenta una doppia orditura lignea ed in parte verrà demolito e ricostruito per creare l’asola necessaria per il passaggio del nuovo corpo scala (scala C). Per la porzione di solaio che non viene demolita, il consolidamento previsto è effettuato con le medesime tecniche del solaio del piano ammezzato appena descritte:

per le travi principali costituite da due travi lignee, si propone il consolidamento mediante l’inserimento di conci in legno lamellare GL28h all’estradosso, sigillati con resina epossidica per avere solidarizzazione della struttura secondaria ed i nuovi elementi in legno;

per le travi secondarie, invece si propone il rinforzo mediante il posizionamento di un secondo tavolato in legno di abete categoria resistente C24, classe di resistenza S2 di spessore pari a 35mm, ordito ortogonalmente all’esistente in modo tale che la sezione resistente della trave sia composta dall’orditura seconda e dai due tavolati opportunamente connessi con chiodi tra di loro e, a loro volta, giuntati alla sottostante orditura secondaria.

Pianta piano primo stralcio tavola S06sdp

Infine, per collegare l’orizzontamento alla struttura muraria verticale, si dispone perimetralmente un angolare metallico L60x60x5mm in acciaio S275JR, che si sviluppa lungo tutti i lati del vano, posizionato tra il tavolato esistente ed il nuovo, ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario, iniettati con resine epossidiche. Verso il prospetto che si affaccia sul Giardino delle Duchesse, alle estremità dell’angolare sono saldati dei tratti di catena metallica in modo tale che il profilo funzioni anche come presidio anti – ribaltamento per i due prospetti dell’edificio. Il ritegno scelto per tale prospetto è realizzato con capochiave con paletto metallico con cuneo di contrasto di dimensioni 30mmx60mmx900mm di lunghezza. In corrispondenza del prospetto su Piazza Municipale, si propone il sistema dell’ancoraggio a radice per fare in modo che dall’esterno non siano visibili gli elementi di ancoraggio mantenendo così inalterata la percezione del prospetto. L’ancoraggio a radice è realizzato mediante un angolare di dimensioni 100x60x10mm in acciaio S275JR con lunghezza variabile a seconda della zona di applicazione, su cui sono presenti due cunei in acciaio all’interno dei quali è praticato un foro per alloggiare la barra metallica di connessione dell’elemento alla muratura con diametro pari a 16mm e lunghezza pari a 45mm, inserito in un perforo di 20mm iniettato con resina epossidica. Si specifica che l’angolare dell’ancoraggio a radice si dispone allo stesso livello dell’angolare perimetrale delle stanze, che sarà localmente interrotto e sostituito dall’angolare dell’ancoraggio che verrà opportunamente saldato all’altro.

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Demolizioni All’interno della presente Unità Strutturale è prevista la demolizione di alcuni elementi strutturali elencati di seguito:

solai in latero-cemento delle stanze PAs3 e PAs7; scala in C.A. per l’inserimento del nuovo corpo scala in acciaio (scala A), con elevatore in

modo da creare una nuova accessibilità all’interno degli ambienti; muro di divisione tra le stanze PTs3 e PTs4 (denominazione delle stanze allo stato attuale)

per il passaggio del nuovo corpo scala A; demolizione del solaio in legno in corrispondenza della stanza PNs1 per l’inserimento del

nuovo corpo scala D, contestualmente si demolisce il corpo scala esistente di collegamento tra le stanze PNs1 e PNs2 ed il relativo vano scala presente nella stanza PNs1.

Si specifica che tutte le demolizioni degli elementi strutturali devono essere effettuate previa puntellazione degli orizzontamenti adiacenti. Ricostruzione di solai in acciaio e doppio tavolato All’interno della presente Unità Strutturale, si propone il rifacimento di tre solai su due diversi livelli della costruzione mediante struttura in acciaio S275JR per realizzare l’orditura principale e secondaria e doppio tavolato incrociato in legno di abete categoria resistente C24, classe di resistenza S2. L’intervento è tipologicamente simile, ma per le diverse esigenze morfologiche dell’ambiente è declinato secondo varie soluzioni nel rispetto delle esigenze architettoniche e strutturali dell’ambiente in cui sono realizzati. La scelta di sostituire un solaio in latero-cemento con la tipologia della struttura metallica bidirezionale con doppio tavolato incrociato è dovuta alla volontà di eliminare una massa concentrata in due sole stanze all’interno dell’edificio, riducendo il peso degli impalcati in corrispondenza del secondo livello della costruzione (stanze PAs3 e PAs7).

Stralcio della tavola di rilievo architettonico S02SDF

Gli impalcati in latero-cemento per loro natura presentano una rigidezza elevata rispetto ai restanti solai dell’U.S. che presentano una struttura portante in legno, pertanto dal punto di vista sismico, la

finalità progettuale perseguita mediante la loro eliminazione, è stata quella di non avere grandi variazioni di rigidezza tra livelli consecutivi della struttura e tra le varie stanze di un piano. In questo modo è possibile ottenere una ridistribuzione più omogenea delle forze sismiche di piano tra i vari elementi orizzontali senza che localmente vi siano concentrazioni di sollecitazioni, causate dal maggior livello di azione sismica assorbita dagli impalcati più rigidi e conseguentemente, una suddivisione più omogenea delle forze di orizzontali di piano tra i maschi murari senza che vi siano concentrazioni di sollecitazioni su alcuni elementi strutturali, data la funzione di trasferimento dell’azione sismica orizzontale tra i maschi murari nella direzione parallela a tale azione esercitata dai solai di piano. PAs3

All’interno della stanza PAs3 si propone l’inserimento di un solaio metallico costituito da due travi principali ordite ortogonalmente al prospetto dell’edificio che si affaccia su Piazza Municipale formate da profili metallici HEB240 in acciaio S275JR. Tali elementi sono posizionati all’interno dell’ambiente in modo da ricreare tre porzioni di solaio di uguale larghezza. La scelta progettuale di ricorrere a due sole travi metalliche come elemento strutturale principale è dovuta alla volontà di riproporre una struttura simile a quella degli impalcati con travi composte osservabile nell’adiacente stanza PAs2, realizzate con un diverso materiale (l’acciaio), rispettando la direzione di orditura dell’esistente solaio in latero-cemento, le cui travi principali scaricano su i due paramenti murari costituenti i prospetti dell’Unità Strutturale. In posizione complanare alla struttura metallica principale è prevista un’orditura secondaria formata da travi in acciaio S275JR del tipo IPE120 posizionate all’ interasse di un metro. L’inserimento delle travi secondarie nello spessore dell’elemento principale, rispetto a cui sono ordite ortogonalmente, è dovuta all’esigenza di riproporre un impalcato con altezza pari a quella dell’esistente. Al di sopra dell’orditura metallica, è previsto il posizionamento di un doppio tavolato in legno di abete categoria resistente C24, classe di resistenza S2, costituito da due ordini di tavolati, il primo di spessore pari a 35mm posto subito al di sopra delle travi metalliche, il secondo, di spessore pari a 25mm, è posizionato all’interno dell’ambiente in maniera ortogonale rispetto al primo ed opportunamente connesso ad esso. Si dispone perimetralmente un angolare metallico L60x60x5mm in acciaio S275JR, che si sviluppa lungo tutti i lati del vano, posizionato tra i due tavolati e ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario ed iniettati con resine epossidiche.

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Le estremità delle travi metalliche principali (HEB240), per fare in modo che funzionino come presidio anti – ribaltamento per i prospetti della struttura, si ancorano alle pareti murarie verticali mediante sistemi di ritegno differenziati in base al prospetto su cui sono posizionati. Per il sistema di collegamento previsto per il prospetto sul Giardino delle Duchesse, si propone il sistema di ancoraggio con paletto metallico fissato alla trave principale mediante la saldatura di un tratto di catena metallica Φ24mm in corrispondenza dell’estremità della putrella. Il paletto presenta dimensioni 900x30x60mm e sarà realizzato in acciaio S275J2. Per il sistema di ritegno verso il prospetto principale su Piazza Municipale, invece si propone il sistema di ancoraggio a radice costituito da un angolare metallico 100x60x10mm in acciaio S275JR di lunghezza minima pari a 50cm sul quale sono posizionati due cunei di acciaio che presentano un foro per alloggiare la barra di collegamento alla muratura. Si specifica che l’angolare dell’ancoraggio a radice si dispone allo stesso livello dell’angolare perimetrale delle stanze, che sarà localmente interrotto e sostituito da quello dell’ancoraggio che sarà opportunamente saldato all’altro. All’interno del presente ambiente, i sistemi di ritegno presentano la particolarità di essere distanziati dal profilo metallico di una quantità pari allo spessore del primo tavolato, per fare in modo che i due elementi metallici siano collegati tra di loro, si pone tra di essi un cuneo di spessoramento opportunamente saldato ad entrambi. Inoltre, per fare in modo che i perfori del sistema di ancoraggio del ritegno a radice non interferiscano con la trave metallica principale del solaio, si porrà in opera un angolare del ritegno a radice la cui lunghezza sarà almeno pari alla larghezza della trave in acciaio principale aumentata da ciascun lato della larghezza del cuneo metallico atto ad ospitare il foro per l’alloggiamento della barra filettata di connessione alla muratura. La lunghezza dell’elemento di spessoramento in acciaio S275JR avrà una lunghezza pari alla lunghezza dell’angolare del ritegno a radice. PAs7

All’interno del presente ambiente si dispone un nuovo solaio in acciaio a doppia orditura in luogo dell’esistente solaio in latero-cemento. Le motivazioni della scelta progettuale sono quelle indicate all’inizio del paragrafo, a cui si può aggiungere anche il fatto che il presente solaio è costruito al di sopra di un antico solaio formato da travi composte lignee, travi secondarie e tavolato. Il solaio in latero-cemento è distanziato da quello sottostante per mezzo di elementi di spessoramento lignei.

L’idea progettuale è quella di realizzare un impalcato completamente distanziato dal solaio sottostante, in modo che non vi sia interazione tra i due, costituito da una struttura metallica a doppia orditura e doppio tavolato incrociato. Le travi principali sono posizionate all’interno dell’ambiente con orditura Nord – Sud, realizzate con due travi metalliche del tipo HEB200 in acciaio S275JR, poste in ambiente ad un passo di 2.10m. Per limitare lo spessore del solaio e fare in modo che l’estradosso dell’impalcato coincida con quello delle stanze adiacenti, si propone l’inserimento di un’orditura secondaria disposta ortogonalmente alla principale, formata da elementi metallici a T del tipo 100x100x11mm in acciaio S275JR ad un passo di un metro. L’orditura seconda è inserita nello spessore delle travi metalliche principali in modo tale che l’intradosso dei due elementi metallici sia posizionato alla stessa quota. La scelta di realizzare l’orditura secondaria con profili a T è dovuta al fatto di limitare lo spessore complessivo del solaio tanto che si prevede il posizionamento di elementi lignei di spessoramento posti al di sopra della piattabanda a sostegno del primo tavolato (s =35mm), il cui estradosso coincide con quello delle due HEB200 (orditura principale). Si dispone di conseguenza un secondo tavolato (s = 25mm) con tavole ordite in direzione ortogonale rispetto al sottostante per il solaio della stanza. I due tavolati sono previsti in legno di abete categoria resistente C24, classe di resistenza S2. In corrispondenza delle murature perimetrali, l’orditura secondaria si modifica e diventa un angolare metallico L100x100x12mm in acciaio S275JR, ancorata mediante perfori Φ20mm ogni 50cm, lunghi 25cm ed armati con barre Φ16mm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario ed iniettati con resine epossidiche. Per fare in modo che le travi metalliche principali funzionino anche come presidio anti – ribaltamento per i prospetti dell’edificio, sono saldati su di esse idonei ancoraggi metallici atti a svolgere tale funzione. In particolare, alle estremità delle travi in corrispondenza del prospetto verso il Giardino delle Duchesse, si saldano delle catene metalliche Φ24mm all’estremità della trave ancorata al paramento murario esterno mediante capochiave con paletto metallico realizzato in acciaio S275J2 di dimensioni 30x60mm e lunghezza 900mm. Verso il prospetto su Piazza Municipale invece, si propone il sistema dell’ancoraggio a radice come ritegno della trave metallica alla muratura, costituito da un angolare metallico 100x60x10mm in acciaio S275JR saldato alla sottostante trave metallica sul quale sono posizionati due cunei di acciaio che presentano un foro per alloggiare la barra di collegamento alla muratura. Per fare in modo che i perfori del sistema di ancoraggio del ritegno a radice non interferiscano con la trave metallica principale del solaio, la lunghezza dell’angolare del ritegno a radice, sarà tale da essere almeno pari alla larghezza della trave composta dalle due putrelle in acciaio (S275JR) aumentata da ciascun lato della larghezza del cuneo metallico atto ad ospitare il foro per l’alloggiamento della barra filettata di connessione alla muratura. PNs1 Il seguente solaio in acciaio è previsto all’interno della struttura in sostituzione di un solaio in legno che doveva essere modificato per farvi passare la nuova scala metallica (scala D) in sostituzione di quella esistente, e consolidato per lo stato manutentivo del solaio si propone la sua sostituzione mediante un nuovo impalcato in acciaio. Il nuovo solaio metallico è a semplice orditura, formato da travi metalliche HEB120 in acciaio S275JR, ordite parallelamente al prospetto che si affaccia su Piazza Municipale poste nell’ambiente ad un interasse di un metro.

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Al disopra di esse è posizionato un doppio tavolato incrociato in legno di abete categoria resistente C24, classe di resistenza S2, con l’elemento inferiore di spessore pari a 35mm e quello superiore, ordito ortogonalmente al primo, di altezza pari a 25mm. Il solaio presenta una conformazione degli elementi metallici tale da creare a ridosso della parete ad est un’asola per il passaggio della scala D che sbarca sul solaio in questione. Per tale ragione la struttura a contorno dell’asola del solaio per sostenere la scala in acciaio di nuova realizzazione, è formata da travi HEB120 accoppiate in acciaio S275JR.

Stralcio della tavola S06sdp

Per collegare l’orizzontamento alla struttura muraria verticale, si dispone in posizione perimetrale alla stanza, un angolare metallico L60x60x5mm in acciaio S275JR, che si sviluppa lungo tutti i lati del vano, posizionato tra il tavolato esistente ed il nuovo, che viene ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario, iniettati con resine epossidiche. Verso il prospetto che si affaccia sul Giardino delle Duchesse, alle estremità dell’angolare sono saldate dei tratti di catena metallica in modo tale da far funzionare il profilo metallico, come presidio anti – ribaltamento per i due prospetti dell’edificio. Il sistema di ritegno scelto per tale prospetto è realizzato con capochiave con paletto metallico con cuneo di contrasto di dimensioni 30mmx60mmx900mm di lunghezza realizzato in acciaio S275J2. In corrispondenza del prospetto su Piazza Municipale, rispettando l’esigenza di mantenere inalterata la percezione del prospetto, si propone il sistema dell’ancoraggio a radice in modo tale che dall’esterno non siano visibili gli elementi di ritegno. L’ancoraggio a radice è realizzato mediante un angolare metallico di dimensioni L100x60x10mm con lunghezza variabile a seconda della zona di applicazione, su ci cui sono due cunei in acciaio all’interno dei quali è presente un foro per alloggiare la barra metallica per la connessione alla muratura con diametro pari a Φ16mm e lunghezza 45cm inserito in un perforo di Φ20mm e lunghezza 40cm iniettato con resina epossidica. Si specifica che l’angolare dell’ancoraggio a radice si dispone allo stesso livello dell’angolare perimetrale delle stanze, che sarà localmente interrotto e sostituito da quello dell’ancoraggio opportunamente saldato all’altro.

Inoltre, in corrispondenza della parete divisoria della presente Unità strutturale con la restante parte del Palazzo Municipale, si prevede il posizionamento di un ancoraggio a radice per l’angolare metallico perimetrale fissato alla muratura mediante una piastra sottotraccia e 3+3 perfori Φ22mm e lunghezza 40cm armati con barre Φ20mm e lunghezza 40cm iniettati con resina epossidica.

Stralcio della pianta S06sdp

Nuove porzioni di solaio per il passaggio dei corpi scala All’interno della presente Unità Strutturale si prevede l’introduzione di due corpi scala (Scala A e scala C) per i quali è necessario demolire una porzione dell’esistente solaio ligneo, ciò accade all’interno delle stanze PTs3 per l’inserimento della scala A e della stanza PNs4 per creare l’asola necessaria per il passaggio della scala C a collegamento del piano primo con il piano secondo. Per creare le bucature nei solai, si posizionano negli ambienti elementi metallici che individuano campi entro cui si costruiscono nuove porzioni di solaio. PTs3 Nella presente stanza per il passaggio del nuovo corpo scala A che mette in comunicazione il piano terra dell’edificio con il piano ammezzato, si posiziona al livello del solaio di copertura della stanza una trave metallica ordita in direzione ortogonale rispetto ai due prospetti dell’edificio del tipo HEB240 in acciaio S275JR. Su di essa sono saldati due elementi metallici UPN240 in acciaio S275JR orditi parallelamente ai due prospetti. I due UPN sono posizionati all’interno del solaio in corrispondenza dell’ingombro della scala in modo tale che l’UPN240 più vicino al prospetto Sud, sia di ancoraggio dei cosciali della scala A. I profili metallici individuano due porzioni di solaio all’interno del quale verrà ricostruito con materiali e forme simili a quelli presenti nella restante porzione di stanza oggetto di consolidamento. Il nuovo solaio è formato da un a semplice orditura lignea, con travi di dimensione della sezione trasversale pari a 23x27cm poste ad un interasse medio di 65cm, le dimensioni scelte sono state attribuite agli elementi lignei in analogia alle dimensioni medie rilevate della restante parte della struttura dell’impalcato. Al di sopra dell’orditura lignea è posizionato un doppio tavolato di 35mm di spessore per il tavolato inferiore e 25mm per quello superiore connessi alla sottostante struttura portante. A completamento dell’intervento si dispone in ambiente una angolare metallico perimetrale L60x60x5mm in acciaio S275JR per la connessione del solaio alla struttura muraria, posizionato tra il tavolato esistente ed il nuovo, ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario, iniettati con resine epossidiche. Verso il prospetto che si affaccia sul Giardino delle Duchesse, alle estremità dell’angolare sono saldate dei tratti di catene metalliche in modo tale che il profilo funzioni anche come presidio anti – ribaltamento per i due prospetti dell’edificio.

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Per l’ancoraggio sul muro esterno verso il Giardino delle Duchesse, invece si propone il sistema di ritegno con capochiave a paletto metallico con cuneo di contrasto di dimensioni 30mmx60mmx900mm di lunghezza in acciaio S275J2 rappresentato nella seguente immagine.

In corrispondenza del prospetto su Piazza Municipale, per fare in modo che dall’esterno non siano visibili gli elementi di ancoraggio dell’angolare metallico, inseriti per farlo lavorare come catena, si propone il sistema dell’ancoraggio a radice. L’ancoraggio a radice è realizzato mediante un angolare di dimensioni 100x60x10mm in acciaio S275JR con lunghezza variabile a seconda della zona di applicazione, su cui sono presenti due cunei in acciaio all’interno dei quali è presente un foro per alloggiare la barra metallica di connessione dell’elemento alla muratura con diametro Φ16 L = 45cm inserita in un perforo di Φ20mm L = 40cm iniettato con resina epossidica. L’angolare dell’ancoraggio a radice si dispone allo stesso livello dell’ angolare perimetrale delle stanze, che sarà localmente interrotto per inserirvi l’angolare dell’ancoraggio a cui sarà opportunamente saldato. Inoltre si fa lavorare anche il profilo metallico HEB240 come presidio anti-ribaltamento per i due prospetti, saldando su di esso un tratto di catena metallica Φ24mm S275J2 verso il prospetto che si affaccia sul Giardino delle Duchesse, con un sistema di ancoraggio con paletto di caratteristiche dimensionali e materiche come descritte in precedenza. Verso il prospetto su Piazza Municipale, il sistema di ancoraggio è quello a radice con dimensioni analoghe a quelle precedentemente descritte avendo l’accortezza di disporre un cuneo di spessoramento in acciaio S275JR al di sotto dell’angolare di ritegno e che presenti la stessa lunghezza, saldato sia alla putrella metallica HEB240 che all’ancoraggio a radice. Si specifica inoltre che nella presente stanza, l’angolare L60x60x5mm in acciaio S275JR in corrispondenza della scala A, diventa un piatto metallico di sezione trasversale 60x5mm, appeso alla muratura con barre Φ10mm ogni 100cm posizionate in perfori Φ14mm ogni 100cm iniettati con resine epossidiche.

PNs4 Nella presente stanza per il passaggio della nuova scala C che mette in comunicazione il piano primo del presente edificio con il piano secondo, si posiziona al livello del solaio di copertura della presente stanza una trave metallica ordita in direzione ortogonale rispetto ai due prospetti dell’edificio del tipo HEB240 in acciaio S275JR posta in aderenza alla trave lignea esistente del solaio presente nell’ambiente.

Su di essa sono saldati due elementi HEB160 in acciaio S275JR orditi parallelamente ai due prospetti. Le due travi HEB160 perimetrano l’ingombro della scala C in modo tale il profilo metallico più vicino al prospetto Nord, sia di ancoraggio delle funi metalliche a sostegno del cosciale, mentre l’altro sia di ancoraggio per i cosciali della seconda rampa della scala. Ai profili appena descritti se ne aggiunge un quarto del tipo UPN160 in acciaio S275JR posto a chiusura dell’asola del solaio per il passaggio della scala C. In questo modo si individuano tre campi all’interno dei quali si ripristina il solaio con materiali e forme simili a quelli presenti nella restante porzione di stanza oggetto di consolidamento. Il nuovo solaio è formato da una semplice orditura costituito da travi lignee con dimensione della sezione trasversale pari a 16cm poste ad un interasse medio di 45cm, le dimensioni scelte per gli elementi lignei sono analoghe a quelle dell’orditura secondaria dell’impalcato. Al di sopra dell’orditura lignea è posizionato un doppio tavolato con elementi spessi 35mm per quello inferiore e 25mm per quello superiore, connessi alla sottostante struttura lignea portante. A completamento dell’intervento si dispone in ambiente una angolare metallico perimetrale L60x60x5mm in acciaio S275JR per la connessione del solaio alla struttura muraria, posizionato tra il tavolato esistente ed il nuovo, ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario, iniettati con resine epossidiche. Verso il prospetto che si affaccia sul Giardino delle Duchesse, alle estremità dell’angolare sono saldati dei tratti di catena metallica Φ24mm in modo tale che il profilo funzioni anche come presidio anti – ribaltamento per i due prospetti dell’edificio ancorate sul muro esterno con capochiave a paletto metallico con cuneo di contrasto di dimensioni 30mmx60mmx900mm di lunghezza in acciaio S275J2. In corrispondenza del prospetto su Piazza Municipale, per fare in modo che dall’esterno non siano visibili gli elementi di ancoraggio dell’angolare metallico inseriti per farlo lavorare come catena, si propone il sistema dell’ancoraggio a radice realizzato mediante un angolare di dimensioni 100x60x10mm con lunghezza variabile a seconda della zona di applicazione, su cui sono presenti

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due cunei in acciaio all’interno dei quali è inserito un foro per alloggiare la barra metallica di connessione dell’elemento alla muratura con diametro Φ16 L = 45cm inserita in un perforo di Φ20mm e lunghezza 40cm iniettato con resina epossidica. L’angolare dell’ancoraggio a radice si dispone allo stesso livello di quello perimetrale delle stanze, che sarà localmente interrotto per inserirvi quello dell’ancoraggio a cui sarà opportunamente saldato. Inoltre si fa lavorare anche il profilo metallico HEB240 come presidio anti-ribaltamento per i due prospetti, saldando su di esso un tratto di catena metallica Φ24mm verso il prospetto che si affaccia sul Giardino delle Duchesse, con un sistema di ancoraggio con paletto di caratteristiche dimensionali e materiche come descritte in precedenza. Verso il prospetto su Piazza Municipale, il sistema di ancoraggio è quello a radice con dimensioni analoghe a quelle precedentemente descritte avendo l’accortezza di disporre un cuneo di spessoramento in acciaio al di sotto dell’angolare di ritegno e che presenti la stessa lunghezza, saldato sia alla putrella metallica HEB240 che all’ancoraggio a radice. Si specifica inoltre che nella presente stanza, l’angolare L60x60x5mm in acciaio S275JRin corrispondenza della scala A, diventa un piatto metallico di sezione trasversale 60x5mm, appeso alla muratura con barre Φ10mm ogni 100cmposizionate in perfori Φ14mm ogni 100cm iniettati con resine epossidiche. Putrelle sostegno UTA All’interno della stanza PSs2 è previsto l’inserimento del macchinario UTA, pertanto al fine di non gravare sul sottostante impalcato ligneo, si posizionano putrelle metalliche HEB200 in acciaio S275JR con la funzione di sostenere il macchinario.

Le travi metalliche sono posizionate dal sottostante solaio di almeno 50mm considerando una maggiorazione della freccia teorica di un opportuno franco pari al 30%. La posizione degli elementi metallici nell’ambiente è dovuta al fatto che al di sotto dell’apertura (finestra sul prospetto Nord) non c’è bancale, pertanto una delle due putrelle non può scaricare sul muro dei prospetti, ma viene raccordata da un elemento metallico delle medesime dimensioni (HEB240) verso il muro di spina in aderenza alla scala C. Inoltre la seconda motivazione per cui si è scelta la presente configurazione geometrica per gli elementi metallici è dovuta al fatto che il muro di spina ad ovest è di recente costruzione ed

appoggia al di sopra di una trave posta in corrispondenza del primo livello della costruzione, pertanto si è scelto di non sovraccaricare tale paramento. Le travi nella porzione di stanza verso Piazza Municipale sosterranno una pavimentazione posta in ambiente per la fruizione degli affreschi presenti sulla parete Sud della stanza realizzata mediante il doppio tavolato incrociato formato dalla sovrapposizione di due elementi lignei uno di spessore pari a 35mm e il secondo (superiore) pari a 25mm, realizzati in legno di abete categoria resistente C24, classe di resistenza S2. Il tavolato inferiore è ordito tra putrella metallica (HEB200) e un angolare perimetrale L60x60x5mm in acciaio S275JR, ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario, iniettati con resine epossidiche. Dato che il calpestio della stanza PSs2 si trova ad una quota maggiore rispetto all’adiacente stanza, si inserisce nell’ambiente una scala su muricci. Nuovo solaio in legno lamellare con travi a sezione variabile La stanza PNs3, ad oggi è a doppia altezza, non vi è un solaio di interpiano ed dall’interno di essa è possibile osservare la struttura di copertura. Pertanto, all’interno dell’ambiente si propone la realizzazione di un solaio in legno lamellare GL28h costituito da tre travi principali lignee a sezione variabile ordite parallelamente al prospetto che si affaccia su Piazza Municipale, con altezza minima in corrispondenza dell’appoggio pari a 35cm, e il massimo in mezzeria pari a 50cm, e larghezza pari a 20cm. Le tre travi sono poste in ambiente in corrispondenza degli appoggi dell’antico controsoffitto con lunette le cui tracce sono ad oggi visibili sulle murature perimetrali della stanza. La scelta di ordire le travi principali secondo la direzione Est – Ovest, è dovuta alla necessità di valorizzare e conservare gli affreschi sulla parete Nord dell’edificio verso Piazza Municipale. Le tre travi principali sostengono quattro travi secondarie sempre in legno lamellare ordite in direzione ortogonale alle prime che non sono appoggiate alla muratura del prospetto verso Sud dell’edificio di particolare interesse storico e artistico. Anche l’orditura secondaria è formata da travi con sezione variabile dal valore minimo agli appoggi di dimensioni 20x20cm al massimo 20x35cm, seguendo un andamento curvilineo in direzione longitudinale. Il solaio pertanto, è praticabile nella zona centrale tra le tre travi principali e risulta non praticabile nelle fasce laterali in aderenza ai prospetti principali in cui gli elementi secondari sono delle mensole ancorate alla struttura principale al di sopra del quale è previsto il posizionamento della macchina per il recupero dell’aria. Per tutta la superficie della stanza, si spone un tavolato ligneo di spessore pari a 50mm. Data la posizione del solaio è previsto

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Realizzazione di nuovi corpi scala Scala D Il nuovo corpo scala mette in comunicazione la stanza PNs1 con la stanza PSs1 della presente Unità Strutturale ed è costituito da un’unica rampa la cui struttura metallica è realizzata mediante due cosciali in acciaio S275JR ognuno dei quali è formato da due profili metallici UPN120 distanziati di 40mm, dimensione del profilo metallico cavo 40x40x4mm posto a sostegno del vassoio dei sostegno del rivestimento del gradino anche esso in acciaio. Il vassoio di sostegno del gradino presenta uno spessore pari a 5mm, ed è sagomato in modo tale da ospitare una pietra di rivestimento in pietra di Vicenza di spessore pari a 50mm previo posizionamento di un feltro anti – rumore. Il cosciale parte da una trave metallica HEB120 in acciaio S275JR posta all’interno del solaio sottostante come mensola e si attacca alla trave metallica del nuovo solaio di copertura della stanza PNs1 costituita dalle due travi metalliche HEB120 sempre in acciaio S275JR. Per limitare la luce libera di inflessione dei due cosciali si dispongono al di sotto di essi due mensole metalliche ciascuna delle quali è formata da due UPN120 distanziati di 40mm in modo da riproporre le forme architettoniche dei due cosciali. Le mensole sono poste ad intervalli regolari lungo lo sviluppo dei due cosciali determinando tre porzioni con la medesima luce. Al cosciale metallico si attacca il parapetto della scala mediante elementi pieni in acciaio di dimensioni 40x40mm che sorreggono un corrimano in pietra ancorato al parapetto mediante un profilo a T in acciaio S275JR sul quale si inserisce l’elemento lapideo di dimensioni 40x40 posto come rivestimento. Tutti gli elementi metallici della scala sono realizzati con acciaio S275JR. Scala C Il nuovo corpo scala mette in comunicazione la stanza PNs4 con la stanza subito al di sopra della presente Unità Strutturale. La scala è composta da due rampe con pianerottolo intermedio la cui struttura metallica è realizzata mediante due profili metallici in acciaio S275JR ciascuno dei quali è costituito da due UPN120 distanziati tra di loro di 40mm, dimensione del profilo metallico cavo 40x40x4mm posto a sostegno del vassoio metallico dei sostegno del rivestimento del gradino. Il vassoio di sostegno del gradino presenta uno spessore pari a 5mm, ed è sagomato in modo tale che possa ospitare una pietra di rivestimento in pietra di Vicenza di spessore pari a 50mm previo posizionamento di un feltro anti – rumore. Il cosciale parte da una trave metallica HEB120 posta all’interno del solaio sottostante (calpestio stanza PNs4) posizionata tra muro e trave metallica principale del solaio (2HEB200), e sbarca in corrispondenza della nuova trave di solaio HEB160, posta come elemento per l’asola del solaio inserita per il passaggio della scala. La particolarità della presente scala è quella di avere i cosciali delle due rampe appesi alla soprastante trave metallica del solaio mediante quattro funi in acciaio AISI316 di diametro Φ14mm (una per ciascun cosciale). Il parapetti di ciascuna rampa sono realizzati con elementi pieni in acciaio di dimensioni 40x40mm che sorreggono un corrimano in pietra ancorato al parapetto mediante un profilo a T in acciaio S275JR sul quale si inserisce l’elemento lapideo di rivestimento. Tutti gli elementi metallici della scala sono realizzati con acciaio S275JR.

Scala A Il nuovo corpo scala mette in comunicazione la stanza PTs3 con la stanza PAs3 subito al di sopra. La scala è composta da tre rampe con due pianerottoli intermedi. La struttura metallica principale della prima e della terza rampa è realizzata mediante due cosciali in acciaio S275JR costituiti da un profilo UPN140 posto alle estremità del gradino. Mentre per la seconda rampa i cosciali sono formati da un profilo UPN140, per l’elemento a ridosso del vano dell’elevatore, e da una putrella metallica HEB140 per l’altro cosciale. La scelta di disporre in opera questi due diversi elementi metallici è dovuta al fatto che l’elemento HEB140 funziona da raccordo tra i vari cosciali metallici posti alle estremità dei gradini. La struttura del gradino è formato da una lamiera sagomata di spessore pari a 6mm, al di sopra della quale è posizionato un rivestimento in pietra di Vicenza dello spessore di 35mm per le pedate e di 25mm per le alzate, previo inserimento di un feltro antirumore. I cosciali esterni della scala sono appoggiati su due pilastri metallici costituiti da un profilo HEB140 con funzione di appoggio per la struttura delle rampe. Tutti gli elementi metallici della scala sono realizzati con acciaio S275JR. Rimaneggiamento del manto di copertura ed inserimento guaina impermeabilizzante Si propone l’intervento di rimaneggiamento del manto e pulizia degli elementi in laterizio con conseguente loro rimontaggio per assicurarsi che non vi siano elementi che presentano rotture. Perforazioni Le perforazioni dovranno essere eseguite con attrezzo a pura rotazione, evitando ogni tipo di martellamento sugli elementi da perforare, con punte al diamante o al vidian, in base alla possibilità di utilizzare l’acqua come lubrificante per la perforazione. Le iniezioni con malte antiritiro o con resine epossidiche bicomponenti dovranno essere eseguite, previo posizionamento delle barre di armatura, a bassa pressione per non danneggiare le strutture murarie. SI RACCOMANDA IN GENERALE DI ESEGUIRE SEMPRE LE PUNTELLAZIONI PREVENTIVE PRIMA DELLA ESECUZIONE DELLE LAVORAZIONI CHE COMPORTINO DEMOLIZIONI COINVOLGENTI STRUTTURE PORTANTI (MURATURE, TRAVI, ARCHITRAVI, SOLAI, ETC.). LA PROGETTAZIONE DELLE PUNTELLAZIONI E’ ONERE A CARICO ESCLUSIVO DELLA IMPRESA ESECUTRICE.

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3.3.2 US2 Gli interventi in progetto avranno come obiettivo:

il posizionamento di una trave metallica per l’attacco del nuovo corpo scala B; ricostruzione della piattabanda in laterizio delle aperture dei prospetti della presente Unità

Strutturale che, per le nuove esigenze architettoniche, sono traslate verso il basso di 40cm; consolidamento delle piattabande in mattoni pieni lesionate con piatti calandrati

all’intradosso; inserimento di nuovi architravi metallici in corrispondenza di architravi lesionati o nei punti

in cui sono previste nuove aperture o l’allargamento di quelle esistenti; il ripristino della continuità muraria in corrispondenza dei setti lesionati mediante interventi

localizzati di scuci e cuci; costruzione di nuove porzioni in muratura per soddisfare le nuove esigenze distributive e

architettoniche; demolizione di porzioni di muratura per lacreazione di nuove aperture e porte all’interno

dell’Unità Strutturale in esame; ispessimento della muratura ad una testa con muratura ad una testa in mattoni pieni

ammorsata all’esistente mediante diatoni in mattoni pieni; rifacimento del corpo scala B con una struttura in acciaio con conseguente rifacimento dei

pianerottoli con la medesima struttura; demolizione del solio di copertura delle stanze PTs4 e PTs5; rifacimento del solaio delle stanze PTs4 e PTs5, attualmente non praticabile, mediante una

struttura metallica bidirezionale e doppio tavolato per il sostegno della macchina UTA, posizionando un angolare metallico ancorato alle murature mediante perforazioni armate sul quale saldare dei tratti di catena metallica alle estremità in modo tale che funzionino da presidio anti – ribaltamento dei prospetti dell’Unità Strutturale in esame;

consolidamento del solaio ligneo di calpestio della stanza PAs6 mediante il posizionamento di un secondo tavolato ordito ortogonalmente all’esistente e angolare perimetrale su cui vengono saldati tratti di catena metallica, che funzionano da presidio controil ribaltamento della parete su cui sono ancorate;

rimaneggiamento del manto di copertura che versa in un cattivo stato manutentivo visibile dalla documentazione fotografica (elaborato S04sdf del presente progetto);

rifacimento della struttura del coperto del vano scala B fortemente deformata tanto che nello attualmente è parzialmente puntellata;

INTERVENTI IN FONDAZIONE Trave di attacco scala B In corrispondenza del nuovo corpo scala B, da disporre all’interno del vano di origine settecentesca è previsto il posizionamento di una trave metallica HEB140 in acciaio S275J2 per l’attacco dei cosciali metallici di sostegno della scala metallica. La trave in acciaio è appoggiata al di sopra di uno strato di materiale arido drenante ben costipato e dato il suo posizionamento al di sotto del pacchetto di finitura previsto per la presente stanza, la superfice esterna della putrella deve essere trattata con vernici protettive epossidiche.

INTERVENTI SULLE MURATURE Ricostruzione della piattabanda in laterizio delle aperture dei prospetti In corrispondenza delle aperture dei prospetti della presente Unità Strutturale, è previsto il rifacimento della piattabanda in mattoni pieni per soddisfare le nuove esigenze architettoniche che prevedono la traslazione delle aperture verso il basso di circa 40cm dovute allo spostamento del solaio di interpiano verso il basso, al fine di creare al piano superiore (piano ammezzato) un locale tecnico atto ad ospitare la macchina per il trattamento aria a servizio dell’edificio. Le aperture per tale motivo sono traslate verso il basso mantenendo inalterata la superficie areante – illuminante esistente, abbassando di conseguenza il bancale sottostante alle aperture oggetto di intervento.

intervento di rifacimento della piattabanda mattoni pieni

sezione dell’apertura

Il rifacimento della piattabanda in laterizio prevede la realizzare di una nuova piattabanda in mattoni pieni disposti a coltello posizionando all’intradosso un profilo metallico a T 40x40x4mm in acciaio S275JR inserito all’interno del giunto di malta tra i due mattoni che costituiscono il nuovo elemento strutturale. L’elemento metallico corre per tutta la lunghezza dell’apertura e appoggia per almeno 20cm sulle spalle in muratura della bucatura stessa con la funzione di sostenere l’intera piattabanda in modo da limitare le deformazioni e rendere univoco il comportamento dei singoli elementi che la compongono. Si inseriscono, inoltre, degli elementi metallici sagomati barre di armatura Φ6mm ogni due ricorsi di mattoni annegati nei giunti di malta come ulteriore elemento di collegamento tra gli elementi in laterizio che compongono la piattabanda evitandone lo scorrimento reciproco. Consolidamento delle piattabande in mattoni pieni lesionate con piatti calandrati all’intradosso In corrispondenza delle aperture che presentano piattabande in laterizio ad arco lesionate, si è previsto l’inserimento di piatti calandrati all’intradosso con le funzioni di limitare le deformazioni e sostenere la piattabanda al di sotto della quale sono posti.

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Ogni rinforzo sarà opportunamente sagomato in modo tale d’avere un risvolto ad L per permettere l’ancoraggio del rinforzo alla struttura muraria mediante due perfori orizzontali Φ10mm L=150mm ciascuno dei quali è armato con barre filettate Φ8mm L=160mm. Per l’ancoraggio del rinforzo alla piattabanda in mattoni, sono previsti tre perfori verticali Φ10mm L=150mm armati con barre Φ8mm L=160mm, tutte le perforazioni verranno iniettate con resina epossidica. Il foro del piatto metallico per il passaggio del connettore sarà preparato in officina in modo tale che la barra di connessione e la relativa saldatura a completo ripristino siano inglobate nello spessore dell’elemento di acciaio posto a consolidamento della piattabanda.

consolidamento della piattabanda in laterizio ad arco

elementi metallici di consolidamento

Inserimento di nuovi architravi metallici All’interno dell’Unità Strutturale in corrispondenza degli architravi lesioni e al di sopra delle aperture che per le nuove esigenze architettoniche subiscono degli allargamenti, è previsto il posizionamento di un nuovo architrave metallico costituito da putrelle in acciaio HEB120 in acciaio S275JR affiancate e collegate mediante barre metalliche. L’architrave sarà inserito nella muratura circostante previa idonea puntellatura dei solai sovrastanti e seguente rifacimento delle spalle dell’apertura. Il presidio metallico è posto in opera con la funzione di sostegno della soprastante muratura e contemporaneamente funziona come elemento di collegamento dei maschi murari resistente a trazione.

nuovo architrave con travi metalliche

Scuci – cuci L’intervento di consolidamento dei paramenti murari lesionati con la tecnica dello scuci – cuci è finalizzato al ripristino della continuità muraria in corrispondenza delle linee di fessurazione presenti sui pannelli murari ed al risanamento di porzioni di muratura gravemente deteriorate. Tale intervento dovrà essere eseguito impiegando materiali simili a quelli originari per forma, dimensioni, rigidezza e resistenza, collegando i nuovi elementi alla muratura esistente con adeguate ammorsature nel piano del paramento murario e, se possibile, anche trasversalmente al paramento stesso, in modo da conseguire la massima omogeneità e monoliticità della parete riparata. Si prescrive l’utilizzo di elementi in laterizio conformi al DM 14/01/2008 e malte idrauliche a ritiro controllato o leggermente espansive; l’utilizzo di additivi dovrà essere verificato, in relazione alla consistenza e al degrado della malta e dei mattoni esistenti, ed in modo tale da evitare in ogni caso stati di coazione dovuti ad un eccessivo contrasto tra gli elementi. Si precisa che tale intervento necessita dove presente, della demolizione della porzione di intonaco della muratura interessata ed il conseguente ripristino del medesimo con malta di calce dopo il rinzaffo della muratura.

Particolare dell’intervento di scuci – cuci

Creazione di porzioni di muratura All’interno dell’edificio in esame (Ala Sud ex Bazzi del Palazzo Municipale di Ferrara) è prevista la realizzazione di porzioni di muratura in corrispondenza di porte e nicchie esistenti che, per soddisfare le nuove esigenze architettoniche e distributive dell’ edificio, verranno chiuse. Il tamponamento di tali bucature esistenti sarà effettuata con muratura in mattoni pieni e malta realizzata sotto squadro rispetto all’apertura esistente ammorsata in modo efficace alle spalle dell’apertura stessa.

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Demolizione di muratura Al fine di creare nuove aperture all’interno dell’Unità Strutturale Due, è prevista la demolizione di porzioni di muratura in modo tale da soddisfare le nuove esigenze distributive presenti all’interno degli ambienti in seguito al progetto di valorizzazione dell’Ala Sud del Palazzo Municipale di Ferrara. Ispessimento delle murature Dalle tavole di rilievo architettonico all’interno dell’Unità Strutturale in esame, sono presenti alcuni allineamenti murari ad una testa, si propone pertanto in corrispondenza di tali elementi strutturali l’intervento di ispessimento della muratura con lo scopo di aumentarne la sezione resistente, e nel caso del muro di divisione tra le stanze PAs6, PAs4 e PAS5, l’intervento si propone inoltre come eliminazione di una singolarità costituita dal restringimento murario dal piano terra al piano ammezzato. Inoltre l’ispessimento degli allineamenti murari nasce dall’esigenza di una maggiore rigidezza e resistenza delle murature che si sviluppano in direzione nord – sud all’interno della presente Unità Strutturale.

piano terra

piano ammezzato

Il primo allineamento soggetto a tale intervento è quello di divisione tra le stanze PAs6 e il vano della scala B, in questo caso il ringrosso è previsto sul lato della muratura verso la stanza PTs6 dato che l’altro vano attualmente ospita una scala lignea di cui è prevista la ricostruzione con struttura metallica. Al piano ammezzato sono presenti altri due allineamenti in cui è si propone l’intervento in oggetto, e precisamente, il primo è quello di divisione tra la stanza PAs6 e il vano della scala B, in al di sopra del paramento murario in cui si interviene al piano terra, ed il secondo è il muro di divisione tra le stanze PAs6, PAs4 e PAs5 che al piano ammezzato subisce un restringimento di sezione diventando ad una testa rispetto al piano sottostante in cui lo spessore è quello di un paramento a due teste. L’intervento consiste nella realizzazione di un secondo paramento murario ad una testa posto in aderenza a quello esistente, e per creare un buon collegamento delle due strutture murarie, si prevede di disporre degli elementi in laterizio con funzione di diatono orditi in posizione ortogonale allo sviluppo dell’allineamento con la funzione di legare l’apparecchio murario nuovo a quello esistente nello spessore, in modo tale da consentire un comportamento monolitico nei confronti delle azioni che tendono a ribaltare la parete al di fuori del piano del pannello.

Gli elementi in mattoni pieni con funzione di diatono sono disposti a quinconce ogni 60cm in direzione verticale ed in quella orizzontale. L’intervento descritto comporterà dunque un incremento sostanziale della resistenza a taglio e flessione dei maschi murari nonché una miglior resistenza alle azioni fuori e nel piano. Il miglioramento ottenuto mediante tale intervento è sia in condizione dinamiche che in quelle statiche aumentando la sezione trasversale resistente del pannello murario che passa da una muratura ad una testa a una muratura a due teste. Al fine di non creare eccessive difformità di rigidezza tra gli allineamenti murari presenti all’interno dell’edificio, i mattoni pieni con cui verrà realizzato il nuovo paramento murario dovranno presentare valori di resistenza simili a quelli esistenti.

ispessimento murario realizzato con un nuovo paramento murario ad una testa in aderenza a quello esistente collegato ad esso mediante diatoni in mattoni pieni

INTERVENTI SUI SOLAI Demolizione di solai All’interno della presente Unità Strutturale si propone la demolizione dei due solai esistenti a copertura delle stanza PTs4 e PTs5 attualmente non praticabili, per realizzarne due nuovi atti a sostenere il macchinario dell’UTA, data la creazione di un vano tecnico in corrispondenza della stanza PAs5. Consolidamento solaio con doppio tavolato L’obiettivo del presente intervento è quello di consolidare l’esistente solaio ligneo a copertura della stanza PTs6 mediante il posizionamento di un secondo tavolato disposto al di sopra di quello esistente secondo una direzione ad esso ortogonale, inoltre l’intervento svolge anche la funzione di aumentare il grado di connessione dell’orizzontamento con le strutture murarie mediante il posizionamento di un angolare metallico in posizione perimetrale alle stanze oggetto di intervento. L’intervento inoltre è volto a limitare la deformabilità del solaio in esame aumentandone la portanza mediante il posizionamento del nuovo tavolato all’estradosso di quello esistente.

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Particolare tipologico del consolidamento con tavolato ortogonale all’esistente Il nuovo tavolato di spessore pari a 35mm sarà ancorato all’esistente mediante chiodature, che in corrispondenza della struttura portante del solaio in esame arriveranno fino ad interessare la struttura lignea principale. Per la connessione del solaio alla struttura muraria, si propone di disporre sul perimetro delle stanze in cui è proposto l’intervento un angolare metallico L60x60x5mm in acciaio S275JR posizionato tra il tavolato esistente ed il nuovo, ancorato alla muratura mediante perfori Φ16mm ogni 50cm lunghi 25cm armati con barre Φ12 disposte ad un passo di 50cm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario, poi iniettati con resine epossidiche. Alle estremità dell’angolare sono saldate delle catene con capochiave a paletto di dimensioni 30x60x900mm di lunghezza, in acciaio S275J2 in quanto l’ancoraggio avviene su i due prospetti dell’edificio che si affacciano verso il Giardino delle Duchesse, in modo tale che il profilo inserito possa svolgere anche la funzione di presidio anti – ribaltamento per il paramento murario esterno della presente Unità Strutturale. Nuovo solaio di copertura delle stanze PTs4 e PTs5 All’interno delle due stanze in esame (PTs4 e PTs5) è previsto il rifacimento del solaio di copertura, in quanto quello ad oggi esistente non è praticabile. I solai delle due stanze sono tipologicamente simili, ma differiscono per le dimensioni dei profili metallici delle strutture principali dimensionati rispetto alle diverse luci delle stanze e rispetto ai differenti sovraccarichi previsti nello stato di progetto. I due nuovi impalcati saranno costituiti da una struttura portante in acciaio bidirezionale formata da travi metalliche continue ordite nella direzione Nord - Sud e travi secondarie metalliche disposte ortogonalmente a quelle appena descritte (direzione Est - Ovest), la scelta della soluzione così

descritta è stata dettata dalla necessità di realizzare un nuovo solaio atto a sostenere i nuovi carichi di progetto limitando lo spessore dell’impalcato stesso. Per soddisfare la necessità di limitare l’altezza dell’impalcato metallico in corrispondenza della stanza PTs5 al fine di realizzare al di sopra di esso un vano tecnico (PAs5) idoneo ad ospitare i macchinari UTA, si propone il posizionamento di travi principali in acciaio S275JR di sezione a T nello spessore delle quali sono posizionate travi secondarie in acciaio S275JR anche esse di seziona a T, facendo in modo che l’intradosso di tutti i profili metallici sia allo stesso livello. Per le esigenze impiantistiche si è decisa la traslazione del solaio rispetto alla quota di quello attuale in modo tale che nel locale di sottotetto PAs5 ci sia lo spazio necessario per l’alloggiamento del macchinario UTA a servizio dell’edificio, ciò implica il fatto che alcune travi metalliche principali siano posizionate al livello degli architravi o delle piattabande delle aperture esistenti all’interno delle stanze del piano terra. Per tale motivo alcune travi metalliche principali non saranno appoggiate all’interno delle murature, ma saranno raccordate da un elemento metallico ad L posto in corrispondenza dell’apertura ed ancorato alla muratura con perforazioni armate (perfori Φ20mm ogni 50cm, lunghi 25cm ed armati con barre Φ16mm di lunghezza pari a 30cm realizzati a 45° nel paramento murario ed iniettati con resine epossidiche). L’elemento inoltre sarà saldato alle due travi principali metalliche subito oltre l’apertura con appoggi direttamente all’interno del paramento murario. Tra gli elementi metallici principali è ordito il primo di due tavolati di spessore pari a 35mm, al di sopra del quale è posizionato un secondo tavolato ordito ortogonalmente rispetto al primo di spessore pari a 25mm. Data la necessità di limitare lo spessore dell’orizzontamento si posizionano i due tavolati nello spessore dei profili metallici previo posizionamento di opportuni elementi in legno da posizionare al di sopra della piattabanda della sezione a T della trave principale in modo tale che l’estradosso del secondo tavolato sia a filo dell’altezza dell’anima della sezione a T. Per la connessione del solaio alla struttura muraria in posizione perimetrale delle due stanze esaminate, si prevede il posizionamento di un profilo metallico ad L su tutti i lati di ciascuna stanza che sarà connesso alla struttura verticale in muratura mediante perforazioni armate con andamento inclinato di 45°. Inoltre nella struttura sono inoltre presenti dei tratti di catena saldati all’angolare perimetrale della stanza che sarà ancorato all’esterno della muratura mediante dei paletti metallici 30x60x90mm in acciaio S275J2 in modo tale che l’elemento perimetrale funzioni come presidio anti – ribaltamento per i prospetti della presente Unità Strutturale. Di seguito si riporta una tabella in cui si riportano le dimensioni degli elementi strutturali metallici principali secondari e perimetrali delle stanze in esame. Stanza orditura principale orditura secondaria angolare perimetrale PTs4 100x100x11mm 90x90x10mm 100x100x12mm PTs5 120x120x13mm 90x90x10mm 120x120x13mm

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Vista assonometrica del nuovo solaio

Vista in sezione del nuovo solaio

Rimaneggiamento del manto di copertura ed inserimento guaina impermeabilizzante La struttura di copertura della presenta Unità Struttura versa in un cattivo stato manutentivo, visibile anche dalla documentazione fotografica con evidenti accrescimenti erbosi al di sopra del manto di copertura. Si propone pertanto l’intervento di rimaneggiamento del manto e pulizia degli elementi in laterizio con conseguente loro rimontaggio previo posizionamento di un nuovo strato di guaina impermeabilizzante. Inserimento di un cordolo metallico La struttura di copertura della presente Unità Strutturale risulta essere ad un'unica falda con travi in legno parallele alla linea di colmo, travetti ed elementi in laterizio. Dai sopralluoghi effettuati la struttura di copertura risulta priva di efficaci collegamenti con i paramenti murari sottostanti, pertanto per risolvere la carenza di connessione degli elementi portanti della copertura ai paramenti murari verticali della stanza, si propone l’inserimento di un cordolo metallico realizzato con un piatto in acciaio S275J2 posto al di sopra delle murature perimetrali di dimensioni 200x10mm, ancorato alle murature sottostanti mediante perfori Φ25 disposti ogni 75cm di lunghezza 100/130cm, armati con barre Φ 16 di lunghezza pari a 105/135cm e iniettati con malte antiritiro. In particolare si specifica che la diversa lunghezza dei perfori è dovuta alla necessità di non creare una zona di altezza definita all’interno della muratura in cui siano presenti gli elementi di ancoraggio che potrebbe creare una netta superficie di rottura qualora la muratura fosse sollecitata da azioni sismiche. L’inserimento del cordolo permette di ottenere un maggiore collegamento tra le strutture verticali perimetrali e il solaio di copertura realizzando un comportamento scatolare d’insieme dell’intera costruzione. Inoltre, sul muro di separazione con l’Unità Strutturale Uno e sul muro di confine verso il vano scala B, data la carenza di collegamenti degli elementi lignei della copertura ai paramenti murari verticali della stanza, e l’impossibilità di disporre in queste zone il piatto metallico come cordolo, si

propone l’inserimento di un profilo metallico UPN160 in acciaio S275J2 posizione perimetrale con lo scopo di collegare murature e solaio di copertura. l’UPN inoltre incrementa l’appoggio delle strutture lignee del tetto soggette a sfilamento a causa della componente orizzontale dell’azione sismica. L’elemento metallico verrà posizionato all’intradosso delle travi lignee della copertura seguendo l’andamento della falda fissato alla muratura attraverso Φ16 disposti ogni 50cm di lunghezza 25cm, armati con barre Φ12mm di lunghezza pari a 30cm e iniettati con resine epossidiche e alle strutture lignee del tetto mediante elementi di connessione filettati. Nuova copertura vano scala B Il vano scala B attualmente presenta una struttura di copertura fortemente dissestata tanto che risulta parzialmente puntellata, si propone pertanto il rifacimento della struttura del coperto riproponendo morfologia e materiali simili a quelli esistenti. La nuova struttura di copertura è prevista in legno, con un’unica trave principale in posizione centrale rispetto allo sviluppo del tetto, su di essa sono appoggiati travetti lignei di sostegno alle pianelle di copertura, e della struttura di finitura del coperto. Al disopra delle pianelle si prevede il posizionamento di una soletta di completamento in calcestruzzo leggero LC30/33 di spessore pari a 4cm armata con rete elettrosaldata Φ5/10x10cm, uno strato isolante, una guaina impermeabilizzante e un manto di copertura in coppi. Al fine di collegare la struttura del coperto alle murature verticali perimetrali e di unire le murature perimetrali tra di loro creando un efficace comportamento scatolare della cella muraria, si dispone in corrispondenza dei tre muri perimetrali della stanza un cordolo metallico ad L 150x100x10mm in acciaio S275J2 al di sopra del paramento murario, ancorato alla muratura sottostante mediante perfori Φ25 disposti ogni 75cm di lunghezza 100/130cm, armati con barre Φ 16 di lunghezza pari a 105/135cm e iniettati con malte antiritiro. Si specifica che la diversa lunghezza delle barre di connessioni verticale è dovuta alla volontà di non creare all’interno del paramento una zona di altezza definita all’interno della muratura in cui siano presenti gli elementi di ancoraggio che potrebbe creare una netta superficie di rottura qualora la muratura fosse sollecitata da azioni sismiche. In corrispondenza del muro di divisione con la sala estense, invece data l’impossibilità di posizionare un elemento metallico al di sopra del paramento murario, si prevede l’inserimento di un angolare metallico L100x100x8mm in acciaio S275J2, collegato alla restante parte di cordolo metallico per realizzare il collegamento delle murature, ancorato alla parete mediante perfori Φ20mm disposti ogni 750cm di lunghezza 25cm, armati con barre Φ16mm di lunghezza pari a 30cm e iniettati con resine epossidiche. L’elemento metallico inoltre funziona da appoggio per l’orditura minuta della struttura lignea del coperto soggette a sfilamento a causa della componente orizzontale dell’azione sismica.

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Nuova struttura lignea della struttura di copertura scala B

Perforazioni Le perforazioni dovranno essere eseguite con attrezzo a pura rotazione, evitando ogni tipo di martellamento sugli elementi da perforare, con punte al diamante o al vidian, in base alla possibilità di utilizzare l’acqua come lubrificante per la perforazione. Le iniezioni con malte antiritiro o con resine epossidiche bicomponenti dovranno essere eseguite, previo posizionamento delle barre di armatura, a bassa pressione per non danneggiare le strutture murarie. NUOVO CORPO SCALA Scala B La scala è composta da quattro rampe, due per ogni interpiano, con due pianerottoli intermedi, ciascuna rampa è composta da due cosciali metallici in acciaio S275JR costituiti da un profilo UPN140 posto alle estremità del gradino che si agganciano ad una trave HEB140 in acciaio S275JR, su cui appoggiano anche le travi UPN140 a sostegno dei pianerottoli. La struttura del gradino è formato da una lamiera sagomata di spessore pari a 6mm, al di sopra della quale è posizionato un rivestimento in pietra di Vicenza dello spessore di 35mm per le pedate e di 25mm per le alzate, previo inserimento di un feltro antirumore. Tale elemento è posto anche come sostegno del rivestimento in pietra dei pianerottoli, mediante piatti in metallo saldati al di sotto di essi per limitarne la deformabilità. Al cosciale metallico si attacca il parapetto della scala mediante elementi pieni in acciaio di dimensioni 40x40mm che sorreggono un corrimano in pietra di rivestimento.

Tutti gli elementi metallici della scala sono realizzati con acciaio S275JR. SI RACCOMANDA IN GENERALE DI ESEGUIRE SEMPRE LE PUNTELLAZIONI PREVENTIVE PRIMA DELLA ESECUZIONE DELLE LAVORAZIONI CHE COMPORTINO DEMOLIZIONI COINVOLGENTI STRUTTURE PORTANTI (MURATURE, TRAVI, ARCHITRAVI, SOLAI, ETC.). LA PROGETTAZIONE DELLE PUNTELLAZIONI E’ ONERE A CARICO ESCLUSIVO DELLA IMPRESA ESECUTRICE. 3.4 Normative di riferimento Il calcolo degli elementi strutturali è eseguito nel rispetto delle normative attualmente in vigore e delle principali raccomandazioni riguardanti il calcolo delle strutture e le indagini sui terreni, adottando il metodo degli Stati Limite. Si riporta qui di seguito la normativa di riferimento, in particolare la legge quadro e gli aggiornamenti successivi fino alle più recenti disposizioni.

L. 12/2/1974 N°64: “Regolamento sismico italiano e successive modifiche”;

L. 05/11/1971 N°1086: “Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato normale e precompresso ed a struttura metallica”;

D.M. 14/01/2008 Min. delle Infrastrutture e dei Trasporti “Norme tecniche per le costruzioni”;

Circolare 2 febbraio 2009 n.617 “Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008”;

D.P.C.M. 09/02/2011 “Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle NTC”;

CNR-DT 206 2007: “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo delle strutture di Legno”.

3.5 Materiali per uso strutturale Per la realizzazione degli interventi descritti si prescrive l’utilizzo dei seguenti materiali:

acciaio da carpenteria tipo S275JR per i profilati metallici, le catene, le relative piastre di ancoraggio e le saldature;

acciaio da carpenteria tipo S275J2 per gli elementi metallici con funzione di cordolo e per elementi esterni;

acciaio per bulloni e barre di armatura dei perfori classe 5.6 (o superiore); acciaio B450 per le barre di armatura; elementi in laterizio pieni con resistenza caratteristica a compressione 5MPa, per

l’esecuzione di interventi di “scuci-cuci”; resine epossidiche bicomponenti per iniezioni in perfori e ancoraggi; intonaco in fibra di vetro (GFRP); connettori in fibra di aramide;

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malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

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malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

4. Progetto impiantistico 4.1 PREMESSA La relazione si riferisce alla descrizione degli impianti tecnologici (termomeccanici ed elettrici) che saranno realizzati all’interno dei locali del Palazzo Comunale di Ferrara, Ala Sud Ex Bazzi. Sono oggetto di interventi di ristrutturazione tutti gli ambienti dal piano terra al sottotetto, in parte (piani terra e ammezzato) da dare a soggetto concessionario esterno, in parte (piani nobile e sottottetto) da adibire a uffici, sale riunioni, ambienti di rappresentanza ecc. In dettaglio si prevede la realizzazione dei seguenti impianti: IMPIANTI TERMOMECCANICI impianto di riscaldamento e di climatizzazione; impianto idrico-sanitario e scarichi; impianto di adduzione gas metano; impianto di ventilazione meccanica controllata. IMPIANTI ELETTRICI impianto di distribuzione dell’energia elettrica; impianti interni di illuminazione ordinaria e di sicurezza; impianti di forza motrice; impianti elettrici al servizio degli impianti termomeccanici; impianti di terra; impianti a correnti deboli (cablaggio strutturato, rivelazione incendi, antintrusione,

videosorveglianza e diffusione sonora), a livello di sole predisposizioni.

4.2 NORMATIVE E LEGGI DI RIFERIMENTO UTILIZZATE Per la stesura del presente progetto sono state utilizzate le seguenti principali Leggi: Legge 186/68 "Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature,

macchinari e installazione di impianti elettrici ed elettronici"; D.Lgs. 163/06 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in

attuazione delle direttive 2004/17/CE 2004/18/CE”; Decreto MI.S.E. 37/08 “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-

quaterdecies, comma 13, lettera a) della Legge 248 del 2 Dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”;

D.Lgs. 81/2008 “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro – Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 Agosto 2007 nr. 13 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”;

DPR 207/2010 “Regolamento di esecuzione ed attuazione del D.Lgs. 163/2006 recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”.

Per la stesura del presente progetto definitivo impianti termomeccanici sono state

utilizzate, quale riferimento, principalmente le seguenti leggi e decreti:

D.M. 01.02.86 “Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili”.

D.M. 12.04.96 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi”.

D.M. 10.03.98 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”.

Decreto 22.10.07 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice a servizio di attività civili, industriali, agricole, artigianali, commerciali e di servizi”.

Legge 09.01.91 n. 10 “Norme per l'attuazione del piano energetico nazionale”. D.P.R. 26.08.93 n. 412 “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione,

l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’Art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10”.

D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311 "Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia".

D.P.R. 2 aprile 2009 n°59 “Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.”.

Norme UNI attuative della Legge 9 gennaio 1991, n. 10 e del D.P.R. 26.08.93 n. 412; DAL 156/08 della regione Emilia Romagna “Approvazione atto di indirizzo e

coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazione energetica degli edifici”;

D.G.R. 1366/2011 “Proposta di modifica della Parte seconda - Allegati - della delibera dell’Assemblea legislativa n. 156/2008”. Quale regola d'arte per la definizione della composizione degli impianti termomeccanici

di progetto, sono state utilizzate le normative CEI e UNI, in particolare: 4. P

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malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

D.M. 01.12. 1975 “Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione”;

D.M. 12.12.85 norme tecniche relative alle tubazioni e relative circolari di integrazione; Norme UNI 10339, UNI 10381-1-2, UNI 9182/14; Norme UNI 8364/84-9731/90-9615/90; Norme idro-sanitarie italiane, compilate a cura della Assistal; Regolamento edilizio comunale, eventuali regolamenti locali di igiene, per fognature,

acqua potabile e scarico di prodotti della combustione ove ricorrenti; Tabelle di Unificazione Elettrotecnica (UNEL); Norma UNI 7441 “Tubi di PVC rigido per condotte di fluidi, in pressione. Tipi dimensioni e

caratteristiche”; Norma UNI 7443 “Tubi di PVC e raccordi per condotte di scarico e ventilazione all’interno

dei fabbricati - Tipi, dimensioni e requisiti”; Norma UNI 7448 “Tubi di PVC rigido. Metodo di prova”; Norma UNI CIG 9860 Edizione giugno 1991 “Impianti di derivazione di utenza gas –

progettazione, costruzione e collaudo” e foglio di aggiornamento FA.1; Norma UNI CIG 7140 Edizione novembre 1993 “Tubi flessibili non metallici” e foglio di

aggiornamento; Norma UNI-CTI 10339 “Impianti aeraulici ai fini del benessere Generalità, classificazione

e requisiti - regole per la richiesta di offerta, l'offerta, l'ordine e la fornitura”; Norma UNI ACUSTICA CTI 8199 “Misura in opera e valutazione del rumore prodotto

negli ambienti degli impianti di riscaldamento, condizionamento e ventilazione”; Norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile, Legge n° 1083 del 06/12/1971,

approvazione e pubblicazione di tabelle UNI-CIG di cui alla Legge N° 1083 del 06/12/1971;

Decreto 17 marzo 2003 “Aggiornamento agli allegati F e G del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n° 412, recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di energia”;

UNI EN 378-1 “Impianti di refrigerazione e pompe di calore. Requisiti di sicurezza ed ambientali. Requisiti di base”;

UNI EN 378-2:2002 “Impianti di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti di sicurezza ed ambientali - Progettazione, costruzione, prove, marcatura e documentazione”;

UNI EN 1736 2001 “Impianti di refrigerazione e pompe di calore - Elementi flessibili di tubazione, isolatori di vibrazioni e giunti di dilatazione - Requisiti, progettazione ed installazione”;

UNI EN 1861 2000 “Impianti di refrigerazione e pompe di calore - Diagrammi di flusso del sistema e diagrammi delle tubazioni e della strumentazione - Disposizione e simboli UNI 8884 - Caratteristiche e trattamento delle acque dei circuiti di raffreddamento e di umidificazione”;

D.M.I. 31 marzo 2003 “Requisiti di reazione al fuoco dei materiali costituenti le condotte di distribuzione e ripresa dell'aria degli impianti di condizionamento e ventilazione”;

Circolare Ministero LL.PP. 22 novembre 1974 n. 13011; Norma UNI 8199/81 “Rumore degli impianti di condizionamento, riscaldamento e

ventilazione”; Norma UNI 5104 FA 1/91 “Purezza dell'aria”; Norma UNI 8884/88 “Caratteristiche e trattamento delle acque nei circuiti di

raffreddamento e di umidificazione”; UNI 10365 “Apparecchiature antincendio - Dispositivi di azionamento di sicurezza per

serrande tagliafuoco – Prescrizioni”;

Norma UNI 8199 “Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e ventilazione - Linee guida contrattuali e modalità di misurazione”;

GU 103 del 05/05/00 “Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi”; Norma UNI 8065 “Trattamento dell'acqua negli impianti termici ad uso civile”; Norma UNI 8884 1988 “Caratteristiche e trattamento delle acque dei circuiti di

raffreddamento e di umidificazione”; Norma UNI EN 476 “Requisiti generali per componenti utilizzati nelle tubazioni di scarico,

nelle connessioni di scarico e nei collettori di fognatura per sistemi di scarico a gravità”; Norma UNI EN 12056 sezioni 1,2,3,4,5 “Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno

degli edifici”; DECRETO 22 febbraio 2006: “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi

per la progettazione, la costruzione e l'esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici”. Per quello che riguarda gli impianti elettrici, sono state utilizzate tutte le normative UNI e CEI in vigore, in particolare le seguenti: Norma CEI 0-2 “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti

elettrici”; Norma CEI 11-1 "Impianti di protezione, trasporto e distribuzione dell'energia elettrica.

Norme generali"; Norma CEI 11-8 “Impianti di produzione, trasporto e distribuzione dell’energia elettrica -

Impianti di Terra”. Norma CEI 17-13 " Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa

tensione (quadri BT) "; Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000

V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua"; Norma CEI 64-50 “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l'integrazione degli

impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri generali”;

Norma CEI 79-3 “Norme particolari per gli impianti antieffrazione e antintrusione”; Norma CEI 81-10 "Protezione contro i fulmini"; Norma CEI 103-1/13 “Impianti telefonici interni – Parte 13. Criteri di installazione e reti”; Norma UNI EN 1838/2000 “Illuminazione di emergenza”; Norma UNI 9795/2013 “Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme

d’incendio”; Norma UNI 10380 “Illuminazione di interni con luce artificiale”; Norma UNI EN 12464-1/2011 “Illuminazione dei posti di lavoro. Parte 1: posti di lavoro in

interni”. e comunque tutte le norme non richiamate sopra ed applicabili al caso, le disposizioni e le normative USL.

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malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

4.3 PROGETTO DEFINITIVO Il progetto definitivo degli impianti tecnologici è composto dai seguenti elaborati:

Codice elaborato

Rev

isio

ne

Descrizione

Sca

la

Note

12044_PD_I01_SDP PLANIMETRIA AREA ESTERNA – Sistemazioni

impiantistiche esterne e schema funzionale di centrale termica

1:100

12044_ PD_IE01_SDP PIANTE PIANO TERRA, AMMEZZATO, NOBILE

E SECONDO – Impianto di illuminazione normale e di emergenza

1:100

12044_ PD_IE02_SDP PIANTE PIANO TERRA, AMMEZZATO, NOBILE

E SECONDO – Impianto di forza motrice 1:100

12044_ PD_IE03_SDP PIANTE PIANO TERRA, AMMEZZATO, NOBILE

E SECONDO – Impianto chiamata disabili e predisposizioni impianti a correnti deboli

1:100

12044_ PD_IE04_SDP Schemi unifilari quadri elettrici - 12044_ PD_IM01_SDP PIANTE PIANO TERRA, AMMEZZATO, NOBILE

E SECONDO – Impianto di climatizzazione e ventilazione meccanica

1:100

12044_ PD_IM02_SDP PIANTE PIANO TERRA, AMMEZZATO, NOBILE

E SECONDO – Impianto idrico sanitario, scarico acqua reflue e gas metano

1:100

12044_ PD_RTS_SDP Relazione tecnica specialistica - 12044_ PD_RCIM_SDP

Relazione di calcolo impianti termomeccanici -

12044_ PD_RCIE_SDP

Relazione di calcolo impianti elettrici -

12044_ PD_CS_SDP Capitolato specifiche tecniche - 12044_ PD_CME_SDP Computo metrico estimativo - 12044_PD_CMEMDO_SDP

Computo metrico estimativo con incidenza mano d’opera

-

12044_ PD_EPU_SDP Elenco prezzi unitari - 12044_ PD_AP_SDP Analisi prezzi -

4.4 IMPIANTI TERMOMECCANICI 4.4.1 Descrizione generale Gli impianti termomeccanici, descritti nei prossimi paragrafi, rispettano le considerazioni iniziali indicate e rispondono alle esigenze di risparmio energetico, elevate performance, bassi costi di gestione e manutenzione. 4.4.1.1 Dati di progettazione I dati, sulla base dei quali è stata effettuata la progettazione definitiva dell’impianto di climatizzazione a servizio dell’edificio, sono i seguenti:

Dati generali:

Località: Ferrara Comune di riferimento: Ferrara Quota sul livello del mare: m. 9 s.l.m. Zona climatica: E Gradi giorno: 2326 Durata periodo riscaldamento 183gg Durata periodo condizionamento 173gg

Condizioni di progetto esterne:

Inverno, temperatura esterna convenzionale: -5°C Estate, temperatura esterna convenzionale: +34°C con U.R 45% Escursione massima giornaliera: 12°C

Condizioni di progetto interne:

Estate: Uffici ed altri locali climatizzati 26°C +/- 1°C con 50% U.R. Servizi igienici non climatizzati

Inverno:Uffici ed altri locali climatizzati 20°C +/- 1°C Spogliatoi e servizi igienici 20°C +/- 1°C

Aria esterna:

ricambi volumetrici minimi secondo norme UNI 10339 per la sala riunioni dotata di sistema di ventilazione meccanica controllata

36mc/h a persona per locali riunione 0,5vol/h come ricambio d’aria naturale per tutti gli altri ambienti

Ricambi d’aria nei servizi igienici ciechi (estrazione): 10ric/h non continui Ricambi d’aria nei servizi igienici finestrati: 2ric/h naturale Potenze interne dovute a forza motrice:

Uffici, sale riunioni e sale conf. 20 W/mq di pavimento Bar e ristoranti 20 W/mq di pavimento

Temperatura fluidi primari:

Acqua refrigerata alimentazione Ventilandata +7°C, ritorno +12°C Acqua calda alimentazione Ventil andata +60°C, ritorno +50°C

Energia elettrica: Forza motrice 400V trifase + N, frequenza 50 Hz Funzionamento degli impianti: 14 ore al giorno con attenuazione notturna

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malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

Filtrazione dell'aria: norme UNI 10339 Condotte d’aria: norme UNI EN 1507/2008 Velocità dell'acqua nelle tubazioni:

tubazioni principali in rame 1-2 m/s; tubazioni secondarie in rame 0,5-1 m/s; derivazioni in rame ai corpi scaldanti 0,2-0,5 m/s;

Limiti di rumorosità: +3 db (A) sul rumore di fondo di 35 db (A), rilevato al centro di ogni

ambiente durante il funzionamento degli impianti, in ogni caso entro i limiti stabiliti dal D.P.C.M. 01.03.1991 e della norma UNI 7357/74.

Carichi termici invernali: nel rispetto della Legge 09.01.91 n. 10, del successivo DPR

412/93, D. Lgs. 311/06, della Legge Regionale dell’Emilia Romagna, della norma UNI 10339 e di tutte le norme collegate.

Carichi termici estivi: nel rispetto della teoria Ashrae 1989.

4.4.2 Descrizione degli impianti

4.4.2.1 Sottocentrale termica e centrali frigorifere La generazione dei fluidi caldi sarà garantita da un allacciamento alla centrale termica comunale alimentata dalla rete geotermica del gestore locale. Questa centrale è ubicata in un apposito locale al piano terra, distante una trentina di metri dall’edificio oggetto di ristrutturazione. In base ai sopralluoghi effettuati ed alle indicazioni ricevute dal gestore della rete del TLC, non si è ravvisata la necessità di richiedere un potenziamento dello scambiatore generale di centrale termica che attualmente risulta pari a circa 1.100.000 Kcal/h. Detto ciò, visto che l’impianto di proprietà comunale (secondario dello scambiatore del TLC) risulta essere del tipo a vaso aperto (nessun vaso chiuso rilevato nella centrale termica), ed anche per evitare contaminazione con fluidi sporchi dei nuovi impianti, si procederà con l’installazione di uno scambiatore di calore di adeguata potenza, sul cui secondario verranno ricavati i collettori DN100 di mandata e di ritorno per l’alimentazione dei 2 nuovi circuiti caldi a servizio dell’edificio da ristrutturare. Questi saranno del tipo miscelato con circolatori per il rilancio dei fluidi del tipo a rotore bagnato gemellare a portata variabile, quindi con inverter elettronico integrato nel corpo pompa, con funzionamento di una pompa in servizio ed una di scorta. I nuovi circuiti ricavati sul secondario del nuovo scambiatore saranno del tipo a vaso di espansione chiuso. La generazione dei fluidi freddi per l’alimentazione della rete dei ventilconvettori sarà garantita da due appositi gruppi frigoriferi a servizio rispettivamente del piano terra più ammezzato e del piano nobile più secondo. In tal modo potrà esservi completa indipendenza per la gestione dei consumi energetici di ognuna delle 2 zone termiche. Il gruppo frigorifero a servizio della zona bar/ristoranti che verrà data in gestione verrà ubicato in un apposito locale tecnico (PAs5) posto al di sopra di quelle che potranno diventare le cucine del ristorante. L’altro gruppo frigorifero (zona uffici comunali) verrà installato all’interno del locale tecnico (PSs3) ubicato al piano secondo dell’edificio. Entrambi i gruppi saranno del tipo per installazione da interno con presa d’aria ed espulsione dell’aria di tipo canalizzata. Per la precisione la presa dell’aria avverrà direttamente dal locale di installazione della macchina, in quanto a contatto diretto con l’esterno tramite una parete

grigliata sulla facciata, mentre l’espulsione verrà garantita tramite una apposita canalizzazione metallica. I refrigeratori sono caratterizzati da compressori ermetici di tipo scroll funzionanti a refrigerante R410A ad alta efficienza con condensazione ad aria e ventilatori di tipo centrifugo Plug-Fan con motori EC. 4.4.2.2 Impianto idrico sanitario Gli impianti di adduzione idrica saranno indipendenti per le due zone e partiranno da 2 contatori ubicati nella piazza del municipio in pozzetto posto in corrispondenza tra la sala estense ed il locale PTs1 oggetto di ristrutturazione. Le reti principali di distribuzione di acqua fredda e calda saranno realizzate in multistrato tipo Geberit Mepla o similare coibentate a partire dai contatori idrici fino alla distribuzione a tutti i singoli piani, servizi igienici compresi. La produzione di acqua calda sanitaria sarà affidata ad accumuli alimentati ad energia elettrica posti direttamente entro i servizi igienici serviti. Per la sola zona della futura cucina e del bancone del bar si prevede la sola predisposizione dell’alimentazione idrica sanitaria fredda; la produzione di acqua calda verrà realizzata da chi prenderà in gestione i locali, anche in funzione dei reali fabbisogni idrici. Gli apparecchi a vaso sanitari saranno tutti di tipo con scarico “a parete", compresi quelli di tipo “per disabili”. I lavabi saranno tutti dotati di miscelatore monocomando adatto per installazione sopra lavabo, i WC saranno con cassetta di cacciata del tipo a zaino. La distribuzione interna ai singoli servizi igienici e l’alimentazione dei singoli apparecchi sanitari sarà realizzata con tubazioni in multistrato con diametro minimo 20mm e l’utenza più sfavorita avrà una pressione residua minima di 0,5bar. Tutte le tubazioni devono essere coibentate contro le dispersioni termiche (ACS) e contro lo stillicidio con guaine in gomma sintetica. 4.4.2.3 Impianto di scarico acque reflue L’impianto per lo smaltimento delle acque reflue sarà funzionante a gravità. Sarà realizzato sotto pavimento per quanto riguarda la raccolta degli scarichi di lavabi e per la raccolta degli scarichi dei vasi sanitari installati a pavimento. Sarà costituito da tubazioni in polietilene ad alta densità termosaldate di testa e sarà posato con la massima pendenza possibile per agevolare lo scarico ed evitare ristagni. All’interno di tutti i locali tecnologici, si prevede la realizzazione di pilette di scarico a pavimento per la raccolte di eventuali perdite di liquidi. L’impianto di scarico sarà del tipo a ventilazione secondaria parallela, interconnesse a ogni piano e riunite in un’unica colonna sia al piede dell’edificio sia alla sommità. L’uscita in copertura della colonna terminerà con un cappello esalatore. Tutte le colonne di scarico dell’edificio confluiranno in uno o più collettori, che per gravità verranno fatti giungere in esterno in una zona interrata a partire dalla quale verranno allacciati alla rete di scarico acque esterna esistente ubicata all’interno della zona del giardino delle duchesse. Come predisposizione a servizio della cucina e del bancone del bar, verrà realizzata una colonna di scarico e dei collettori suborizzontali che verranno collegatati ad un opportuno pozzetto degrassatore predisposto in area esterna. Si prevede anche una distinta rete di scarico per le condense a raccolta di tutti i ventilconvettori presenti; tale colonna di scarico verrà collegata ad un apposito pozzetto senza fondo posato in area esterna. 4.4.2.4 Rete di distribuzione acqua calda e refrigerata ai ventilconvettori Le linee di acqua calda in partenza dalla sottocentrale termica saranno realizzate con tubazioni in polietilene reticolato di tipo preisolato doppie (unico tubo per mandata e ritorno) posate interrate fino all’ingresso del corpo di edificio oggetto di ristrutturazione. Internamente

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

le tubazioni saranno del tipo in rame a saldare coibentate con guaina elastomerica a cellule chiuse, per raggiungere le varie zone dell’edificio al fine di alimentare i vari ventilconvettori. In maniera analoga, le tubazioni convoglianti le linee di acqua refrigerata in partenza dai 2 gruppi frigoriferi saranno realizzate in rame a saldare coibentate con guaina elastomerica a cellule chiuse. E’ prevista una finitura in lamierino d’alluminio per le coibentazioni delle tubazioni poste nei tratti della sottocentrale termica e nei locali tecnologici di installazione dei gruppi frigoriferi. 4.4.2.5 Impianto a ventilconvettori La climatizzazione dell’edificio ed il riscaldamento degli ambienti in cui non è previsto il condizionamento estivo (servizi igienici) è demandata rispettivamente ad un impianto a ventilconvettori e ad un impianto a radiatori tubolari in acciaio. L’impianto progettato è del tipo a 4 tubi, ossia con la possibilità di realizzare contemporaneamente la fase di riscaldamento e quella di condizionamento in diversi locali dello stesso edificio. I ventilconvettori utilizzati saranno di 3 tipologie: canalizzato (sale PTs1 e PTs2), a cassetta (sala PTs3) e a pavimento (tutte le altre sale). I ventil saranno dimensionati alla velocità media; sarà presente un termostato ambiente in grado di agire tramite un regolatore sulle velocità del ventilatore, sulla commutazione stagionale e sull’apertura o chiusura delle valvole a tre vie presenti su ognuna delle batterie del ventilconvettore. Tutti i locali che non prevedono anche un condizionamento estivo, tipicamente i servizi igienici, verranno trattati con radiatori di tipo termoarredo realizzati in acciaio tubolare. Ogni radiatore verrà dotato di valvola termostatica a bassa inerzia termica. 4.4.2.6 Impianto di ventilazione meccanica Al fine di garantire un rinnovo dell’aria in grado di rispettare la normativa di riferimento (UNI 10339), per la sola sala riunioni (sala PNs3) si prevede l’installazione di un impianto di ventilazione meccanica controllata funzionante sia in fase estiva che invernale. Si prevede quindi l’installazione di una macchina per VMC da 1200mc/h di portata d’aria di rinnovo, dotata di recuperatore di tipo termodinamico attivo in pompa di calore. Questa tipologia di macchina, pur garantendo elevati valori di recupero (superiori anche al 90%) permette anche un trattamento attivo dell’aria sia in fase invernale (post riscaldo) che in fase estiva (post raffreddamento) in modo tale da migliorare il comfort termoigrometrico. Al fine di evitare un eccessiva secchezza dell’aria in regime invernale, la macchina sarà dotata anche di un umidificatore dedicato. L’aria estratta, espulsa ed immessa negli ambienti verrà fatta transitare attraverso apposite canalizzazioni realizzate in alluminio preisolato. L’immissione e l’estrazione dagli ambienti avverrà attraverso diffusori di tipo lineare in grado di garantire un lancio all’aria sufficiente per “lavare” l’ambiente fino all’altezza del pavimento. 4.4.2.7 Impianto di regolazione Il sistema di regolazione può essere suddiviso tra la parte di sottocentrale termica, la parte di regolazione in campo dei ventilconvettori e la gestione dei gruppi frigoriferi. La regolazione di sottocentrale termica sarà garantita da un controllore climatico in grado di gestire la temperatura di invio dei fluidi ai ventilconvettori in funzione della temperatura esterna e di determinate fasce orarie prestabilite. Il sistema sarà caratterizzato dal regolatore, dalla sonda esterna, dalle sonde di mandata ad immersione, dalle valvole a tre vie con relativo servomotore e dall’engineering di sistema. La gestione dell’impianto a ventilconvettori avverrà tramite un cronotermostato fornito dalla ditta fornitrice degli stessi in grado di controllare la velocità del ventilatore, l’apertura e la chiusura delle valvole a tre vie di zona e l’inversione del ciclo di funzionamento (estate/inverno). Si prevede l’installazione di un solo cronotermostato per ambiente in grado di controllare uno o più ventilconvettori installati in ogni locale.

La gestione deli gruppi frigoriferi avverrà direttamente dal pannello elettronico di cui sono forniti in grado di gestire: funzionamento del refrigeratore in base alle condizioni di carico dell’impianto in cui è

installato; regolazione sulla temperatura dell’acqua in mandata ottimizzando il funzionamento

dell’unità e la precisione dell’acqua fornita all’impianto. 4.4.2.8 Impianto di adduzione gas metano Si realizzerà un sistema di adduzione per il gas metano, come predisposizione per la futura cucina che verrà realizzata nei locali PTs4 e PTs5. Si prevede quindi la realizzazione di una nuova tubazione realizzata in rame a saldare con partenza dal contatore gas metano di nuova fornitura, a sostituzione di quello attualmente presente non in grado di garantire la portata minima necessaria. Il nuovo contatore verrà installato nella medesima nicchia aerata presente nel locale PTs3; da qui la tubazione uscirà a vista in esterno dove verrà installata apposita valvola di sezionamento, poi rientrerà nell’edificio attraversando il locale PTs2, fino a giungere nel locale di installazione delle attrezzature di cucina. Come da indicazioni della normativa di riferimento (D.M. 12/04/96) il tratto di tubazione a vista nel locale PTs2 verrà controtubato con tubazione in acciaio di diametro adeguato, ventilata verso l’esterno. Una analoga valvola di sezionamento verrà installata sulla tubazione a vista nel locale cucina. La tubazione verrà dimensionata per poter garantire una portata di gas metano sufficiente per attrezzature di cucina di potenza globale fino a 116kW.

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malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

4.5 IMPIANTI ELETTRICI 4.5.1 Premessa Gli impianti elettrici saranno distinti, in funzione delle zone nelle quali saranno realizzati e degli ambienti che andranno ad alimentare. Al piano terra e all’ammezzato, ossia negli ambienti che saranno dati a soggetto concessionario esterno, sarà realizzato un impianto che avrà origine in corrispondenza del misuratore di energia elettrica esistente (utenza nr. 507575501), presumibilmente da volturare e potenziare. Ai piani nobile e sottotetto, cioè negli ambienti che rimarranno al Comune di Ferrara e destinati a uffici, sale riunioni e di rappresentanza, sarà invece realizzato un impianto alimentato dal sistema elettrico generale, collegandosi nella cabina di trasformazione del Palazzo Municipale, già in servizio e adiacente alla Sala Estense. 4.5.2 Dati principali utilizzati per i dimensionamenti Per il dimensionamento dell’impianto sono stati presi come riferimento i seguenti valori: sistema distribuito: 400 V (3F+N), 230 V (F+N) (+/- 10%) frequenza nominale: 50 Hz (+/- 1% nel 95% dell’anno, + 4% - 6% nel 100% dell’anno) potenza generale installata stimata: 32 kW (Piano terra e ammezzato), 22 kW (Piano

nobile e ammezzato) categoria dei sistemi in relazione alla tensione: I categoria categoria dei sistemi in relazione alla messa a terra: TT (Piano terra e ammezzato) e TN-

S (Piano nobile e sottotetto) fattore di potenza (cos): > 0.9 ΔVmax a fondo linea: < 4% Icc max inizio linea: 6 kA (Piano terra e ammezzato), 15 kA (Piano nobile e ammezzato) illuminamenti medi per illuminazione ordinaria:

zone di circolazione, corridoi, scale ecc.: 100-150 lx uffici (scrittura, lettura, trattamento dati ecc.): 500 lx sale riunioni: 500 lx

illuminamenti medi per illuminazione di emergenza: vie di fuga: 2 lux uscite di sicurezza: 5 lux

4.5.3 Sistema elettrico I sistemi utilizzatori avranno tensione di esercizio pari a 400 V concatenati o 230 V di fase. Il modo di collegamento a terra sarà di tipo TT o TN-S, secondo la classificazione prevista dalla norma CEI 64-8/3 art. 312.2.1, quindi avrà: il neutro collegato direttamente a terra (T) in un punto (cabina di trasformazione MT/bt

privata o dell’ente distributore); le masse collegate a un impianto di terra (T) elettricamente indipendente da quello del

neutro (Piano terra e ammezzato); le masse collegate al conduttore di neutro (N) tramite un conduttore di protezione

separato (S) (Piano nobile e sottotetto). 4.5.4 Struttura distributiva dell’impianto Nella cabina di trasformazione del Palazzo Municipale, entro carpenteria già predisposta, sarà installato un interruttore automatico 4Px50A, Icn 10kA, Id=1000mA sel. classe A, dal quale sarà derivata la linea di alimentazione del quadro QPN-S (cavo multipolare FG7OR 5x25mm2), posata in parte nel sistema di canalizzazioni esistenti nel corridoio adiacente la Sala Estense, in parte nello stesso scavo delle tubazioni dell’impianto di riscaldamento.

Per entrambi i sistemi elettrici, per linea di alimentazione primaria si intende la distribuzione dal quadro generale (QPT-AMM o QPN-S) fino all’ingresso dei vari locali, realizzata con canalizzazione plastica a vista installata a soffitto o parete (Piano terra e ammezzato), con tubazione plastica autoestinguente posata a vista all’interno di controparete tecnologica o incassata nel pavimento (Piano nobile e sottotetto). Per linea di alimentazione terminale si intende la distribuzione capillare all’interno dei singoli locali posata, generalmente, entro tubazione plastica autoestinguente incassata a pavimento o a parete, eccezionalmente a vista con tubazione plastica (locali tecnologici) o in rame (locale PSs1). Tutte le linee interne, sia primarie che terminali, saranno realizzate con conduttori unipolari N07V-K in rame e isolante esterno in PVC, conformi CEI 20-22 II, 20-35, 20-37/2, 20-52. Dato l’indubbio valore storico architettonico di alcuni locali, il rinvenimento di molte pareti ancora parzialmente affrescate e, contestualmente, la necessità di realizzare impianti che si armonizzino con la normativa sismica in vigore, nell’esecuzione delle tracce a parete per gli impianti incassati dovrà essere obbligatoriamente utilizzato l’accorgimento di realizzarne al massimo due per ogni locale. 4.5.5 Canalizzazioni e vie cavi Verranno utilizzati i seguenti tipi di canalizzazioni: per la linea di alimentazione del quadro QPN-S (tratto interrato), cavidotto corrugato

flessibile in polietilene doppio strato, interno liscio ed esterno corrugato, con resistenza alla compressione 450 N, resistenza all’urto 5 J.

per le linee primarie del piano terra e ammezzato canale plastico dim. 200x60 mm con setto separatore posato a parete o soffitto;

per le linee terminali di tutti i piani, tubazione in PVC flessibile autoestinguente serie media (tratti incassati a parete o pavimento), tubazione in PVC rigido autoestinguente serie media (tratti a vista), tubazione in rame a vista (locale PSs1).

4.5.6 Protezione delle installazioni Coordinamento delle protezioni La protezione delle installazioni sarà assicurata in ogni punto del sistema elettrico da interruttori automatici di tipo magnetotermico. La scelta di tali protezioni consentirà il coordinamento fra interruttore e rispettiva linea elettrica, sia per sovraccarico (I>) che per guasto da cortocircuito (I»). Selettività In un impianto elettrico la distribuzione viene effettuata tramite dispositivi di protezione, sezionamento e comando installati in serie tra di loro per una migliore gestione dell’energia. In una distribuzione radiale l’obiettivo primario della selettività è quello di separare e isolare dalla rete elettrica le sole partenze soggette a guasto. Il livello di selettività garantito dalla scelta delle protezioni sarà totale, in quanto per tutte le correnti di guasto fino alla corrente di corto circuito Icc in quel punto, si verificherà l’apertura del solo interruttore installato a monte del guasto. 4.5.7 Protezione delle persone In un sistema TT come quello del piano terra e ammezzato, la protezione delle persone nei confronti del contatto indiretto (che si verifica quando vanno in tensione parti di impianto che in condizioni ordinarie non lo sono), sarà garantita per tutti i circuiti terminali da dispositivi differenziali ad alta sensibilità (In 30 mA). I dispositivi assicureranno l’eliminazione della tensione di contatto entro 0,4 secondi, come previsto dalle norme CEI 64-8. Al fine di garantire un corretto funzionamento dei dispositivi differenziali sarà realizzato un impianto di terra conforme alle normative vigenti, che limiterà la tensione di contatto a 50 V.

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malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

Il sistema di protezione dai contatti indiretti che dovrà essere realizzato con l’impiego di interruttori automatici magnetotermici differenziali, coordinati con l’impianto di terra, è stato dimensionato secondo la seguente relazione:

Ra Ia 50 V dove:

Ra = somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, in Ω;

Ia = corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in Ampere, in questo caso coincidente con In;

50 V = massima tensione di contatto. In un sistema di tipo TN come quello del piano nobile e sottotetto, per garantire la protezione contro i contatti indiretti deve essere soddisfatta la relazione:

Ia U0 / Zs dove: Ia (A) è la corrente che provoca l’apertura automatica del dispositivo di protezione entro i

tempi previsti dalla norma, in funzione della tensione nominale verso terra del sistema; U0 (V) è la tensione nominale (valore efficace) tra fase e terra; Zs (Ω) è l’impedenza dell’anello di guasto dalla sorgente di energia fino al punto di

guasto. Nel nostro caso, utilizzando dispositivi a corrente differenziale, la corrente da utilizzare per la verifica è la soglia di intervento nominale IΔn del dispositivo, per cui:

IΔn U0 / Zs La protezione delle persone nei confronti del contatto indiretto (contatto con parti normalmente non in tensione) sarà garantita per tutti i circuiti terminali da dispositivi differenziali ad alta sensibilità (con corrente di intervento fino a 1 A), atti a rilevare correnti di dispersione verso terra e da un impianto di terra coordinato con essi. Qualora siano installati due o più dispositivi di tipo differenziale in cascata, sarà comunque garantita la selettività verticale di tipo totale. 4.5.8 Apparecchiature di comando e di protezione Tutte le apparecchiature saranno caratterizzate da: corrente nominale (In) compresa tra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua

portata nominale (Iz) ed una corrente in funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata del conduttore, in modo che siano soddisfatte le seguenti disuguaglianze:

Ib In Iz If 1,45 Iz

potere di interruzione (p.d.i.) adatto alle correnti di corto circuito previste nel punto di installazione e caratteristiche di intervento, in caso di sovraccarico, tali da impedire ai cavi di subire danneggiamenti termici. Si adotteranno interruttori con p.d.i. nominale in corto circuito (Icn secondo ciclo O-CO) e p.d.i. di servizio in corto circuito (Ics secondo ciclo O-CO-CO) conformi CEI EN 60898-1;

carichi elettrici dei circuiti utilizzatori suddivisi sulle tre fasi in modo da rendere equilibrato il carico complessivo;

interruttori a protezione delle linee monofasi di tipo bipolare con 2 poli protetti, quelli a protezione delle linee trifasi con 4 poli protetti;

protezione delle persone contro i contatti indiretti assicurata da appositi dispositivi sensibili alla corrente differenziale, con In fino a 1000 mA;

linee in uscita da ogni quadro elettrico attestate su una morsettiera numerata, con i conduttori dotati di capicorda a puntale e collarini numerati.

4.5.9 Quadri elettrici Date le definizioni secondo CEI EN 60439-1 “Suddivisioni interne all’apparecchiatura mediante barriere o diaframmi”, si avranno le seguenti tipologie di quadro: quadri elettrici generali (QPT-AMM e QPN-S), realizzati con carpenterie metalliche in

lamiera d’acciaio modulari a elementi standardizzati, dimensioni come da elaborato grafico IE04_SDP (5x24 moduli DIN per il QPT-AMM, 4x24 moduli DIN per il QPN-S). Le chiusure frontali saranno realizzate con piastre forate metalliche, ricoperte con vernici epossidiche per aumentarne le proprietà isolanti. L'accessibilità sarà possibile dal fronte tramite porte trasparenti incernierate e chiuse a chiave. La segregazione sarà in forma 1;

centralino locale tecnico (CPN-S), dimensioni 3x18 moduli DIN, realizzato con struttura in materiale isolante autoestinguente e resistente alla maggior parte degli agenti chimici, aperture sfondabili per passacavi o bocchettoni pressa cavi standard, coperchio e portella trasparente frontale.

4.5.10 Impianto di protezione dalle scariche atmosferiche La necessità della realizzazione di un impianto di protezione dalle scariche atmosferiche, previsto dal DPR 547/55, risulta dalla valutazione del rischio di fulminazione calcolato come indicato dalle norme CEI 81-10. La zona oggetto di intervento è un volume totalmente inglobato all’interno di una struttura di dimensioni maggiori, quindi la valutazione del rischio di fulminazione viene demandata all’analisi del rischio relativa all’intero edificio. 4.5.11 Impianto di illuminazione Gli impianti di illuminazione ordinaria e di sicurezza sono stati dimensionati nel rispetto dei parametri di illuminamento richiesti dalla normativa e che, brevemente, sono stati riassunti al paragrafo 5.2. Relativamente al piano terra e ammezzato, ambienti che verranno dati a soggetto concessionario esterno, si è optato per la sola rialimentazione dei lampadari (restaurati) dei vecchi locali della rivendita Bazzi (PTs1 e PTs2), mentre per le rimanenti stanze l’impianto di illuminazione ordinaria sarà predisposto a livello di soli punti luce, a soffitto o parete a seconda della necessità installativa e con rispetto delle zone affrescate. Sempre per questi due piani, sarà invece interamente realizzato l’impianto di illuminazione di sicurezza, installando plafoniere autoalimentate con sorgente luminosa a led autonomia di funzionamento 60 min., flusso luminoso 85, 175 o 260 lm, a seconda del caso. Negli ambienti del piano nobile e sottotetto l’impianto di illuminazione ordinaria sarà realizzato come segue: locali PNs1, PNs4, PSs1 e PSs2, illuminazione generalizzata realizzata con apparecchi

luminosi a parete con telaio in profilo di alluminio (tipo Regent Level 2x55W o similare con tubo fluorescente TC LEL), emissione della luce diretta e indiretta, guida luce microforata, comandati da accensione on/off per singola stanza (figura 1);

locali PNs2 e PNs3, illuminazione di fondo con apparecchi multilampada orientabile a led con telaio strutturale in alluminio (tipo iGuzzini Cestello Led o similare con 3x19W led bianco neutro 3000°K 1700lm), comandati da regolazione a dimmer (figura 2). Predisposizione per illuminazione localizzata (da realizzarsi con piantane non comprese nell’appalto) con prese comandate da interruttore unipolare a parete;

locale PNs4 illuminazione generalizzata realizzata con proiettori a parete in alluminio pressofuso (tipo Fosnova Zen o similare con sorgente luminosa 150W CDM TS + ALO 150W) emissione della luce interamente indiretta, comandati da accensione on/off (figura 3);

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malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

servizi igienici e scala, illuminazione generale realizzata con apparecchi a parete in alluminio pressofuso (tipo SIMES Tonda o similare con sorgente luminosa 10 o 18 W TCD) e diffusore in vetro (figura 4);

locale tecnico plafoniere a parete in policarbonato stagne con sorgente luminosa a tubo fluorescente T8 1x36W.

Anche in questi due piani l’impianto di illuminazione di sicurezza sarà realizzato interamente, con plafoniere autoalimentate con sorgente luminosa a led autonomia di funzionamento 60 min., flusso luminoso 85, 175 o 260 lm, a seconda del caso.

Figura 1

Apparecchio tipo Regent Level 2x55W TC LEL

Figura 2

Apparecchio multilampada orientabile iGuzzini Cestello 3x19W led 3000°K 1700lm

Figura 3

Proiettore Fosnova Zen 150W CDM TS

Figura 4

Apparecchio Simes Tonda 10-18W TCD 4.5.12 Impianto di forza motrice L’impianto di forza motrice avrà caratteristiche di tipo “civile” nella totalità dei casi. Saranno realizzate: postazioni di lavoro a parete, equipaggiate con 2 prese bipasso e 2 prese UNEL

2x10/16A+T; prese singole a parete bipasso o UNEL 2x10/16A+T; prese singole a parete UNEL 2x10/16A+T comandate da interruttore unipolare

(predisposizione per piantane luminose); prese a parete 2x10/16A+T UNEL con protezione locale magnetotermica dedicata. Saranno inoltre realizzati tutti i collegamenti elettrici, di potenza e di comando, relativi all’impiantistica termomeccanica, in modo da consentire il funzionamento della stessa

secondo le modalità previste nel progetto termoidraulico e raggiungere i livelli prestazionali richiesti. 4.5.13 Impianto di terra L'impianto di terra dei locali da dare in concessione (piano terra e ammezzato) verrà realizzato secondo la seguente conformazione: impianto interno al fabbricato; dispersore. Impianto di terra interno L'impianto interno al fabbricato prevederà la distribuzione, a ogni utenza e a ogni massa metallica, del conduttore di protezione (di colore giallo verde pari fase). Il collettore di terra sarà realizzato entro il QPT-AMM, che a sua volta sarà connesso al sistema disperdente tramite un conduttore di terra di tipo e sezione adeguata (N07V-K 1x16 mm2 colore giallo verde). Dispersore Il sistema disperdente sarà costituito da un picchetto in acciaio zincato seziona a croce lunghezza 1,5 m., posato entro pozzetto di ispezione in CLS. Le caratteristiche dei materiali previsti per l'impianto di terra saranno tali da garantire che: il valore di resistenza di terra così ottenuto sia in accordo con le esigenze di protezione e

di funzionamento dell'impianto; l'efficienza dell'impianto si mantenga nel tempo secondo quanto specificato dalla

normativa; le correnti e le dispersioni a terra possano essere sopportate senza danni, in particolare

di origine termica ed elettrodinamica; i materiali abbiano adeguata solidità o adeguata protezione meccanica, tenuto conto

delle influenze esterne. Saranno inoltre prese tutte le precauzioni per ridurre i danni che, per effetto elettrolitico, l'impianto di terra potrà eventualmente arrecare ad altre parti metalliche interrate nelle vicinanze dei dispersori. Per le masse e le masse estranee del piano nobile e sottotetto si è prevista la distribuzione del conduttore di protezione (di colore giallo verde pari fase). Il collettore di terra sarà realizzato entro il QPN-S, che a sua volta sarà connesso al sistema disperdente generale del Palazzo Municipale tramite un conduttore di terra di tipo e sezione adeguata (1x25 mm2 colore giallo verde del cavo FG7OR di alimentazione generale).

Page 61: RELAZIONE DELLO SDP STATO DI PROGETTO - Ferrara · 2016. 11. 2. · Mobili ed arredi del negozio dell’ex Bazzi – coloniali 2.1.3. Gli ambienti del piano nobile e del piano secondo

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SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA’ SERVIZIO BENI MONUMENTALI

malta idraulica a base calce per riparazioni; calcestruzzo leggero tipo LC 30/33, classe di massa D1.6 (=1750 kg/mc); legno di abete C24/S2 di provenienza italiana per le nuove orditure lignee; legno lamellare GL28h per il nuovo solaio all’interno della stanza PNs3; calcestruzzo con classe di resistenza C25/30 per la costruzione delle nuove fondazioni; calcestruzzo con classe di resistenza C16/20 per il magrone delle nuove fondazioni.

Le caratteristiche meccaniche dei citati materiali vengono assunte come riferimento nelle verifiche degli elementi strutturali.

4.6 IMPIANTI A CORRENTI DEBOLI 4.6.1 Impianto di chiamata disabili All’interno dei servizi igienici (2 per il piano terra e ammezzato, 1 per il piano nobile e sottotetto) sarà installato un impianto di chiamata d’emergenza per persone con ridotte capacità motorie. Sarà costituito da un pulsante di chiamata a tirante, da un tasto di annullamento e da un ronzatore posto in posizione tale da allertare il personale presente. 4.6.2 Predisposizioni L’appalto degli impianti elettrici comprenderà anche la realizzazione di predisposizioni per i seguenti impianti a corrente debole di esercizio: cablaggio strutturato (per tutti 4 i piani); impianto di rivelazione incendi (per i soli piano terra e ammezzato); impianto antintrusione (per i soli piano terra e ammezzato); impianto di videosorveglianza (per i soli piano terra e ammezzato); impianto di diffusione sonora (per i soli piano terra e ammezzato). Gli impianti sopra elencati saranno realizzati solamente in parte, a livello di sole tubazioni di contenimento cavi, di scatole di derivazione e di filo pilota per successivo traino di cavo. Lo schema distributivo degli impianti prevede la realizzazione delle predisposizioni dei punti di utenza finale (punti telefonia o trasmissione dati, rivelatori di fumo, pulsanti o suonerie, rivelatori volumetrici/infrarossi o inseritori ecc.), dei passaggi interpiano, delle predisposizioni dei punti di controllo/comando (concentratori dati, centrali rivelazione incendi, antintrusione ecc.).