Reitano Usi e costumi

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Questa pubblicazione intende colmare le conoscenze Storiche e ricordare le tradizioni popolari della comunità Reitanese. Il volume vuole dare un riconoscimento a tutti coloro che hanno dato un contributo per il bene del nostro paese.A FUTURA MEMORIA

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R E I T A N O

STORIA – USI e COSTUMI

Reitano Storia Usi e Costumi di Salvatore Salvaggio

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Questa pubblicazione intende colmare le conoscenze Storiche e ricordare le tradizioni popolari della

comunità Reitanese. Il volume vuole dare un riconoscimento a tutti coloro che hanno dato un

contributo per il bene del nostro paese.

A FUTURA MEMORIA

Rivolgo un sentito ringraziamento a Salvatore Piscitello per la fattiva

collaborazione.

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PANORAMA DI REITANO (Me)

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Reitano (Ritanu in siciliano) è un piccolo comune in provincia di Messina. Sorge in collina

(396 metri sul livello del mare) sul costone che fiancheggia una fiumara.

Cenni storici L'antica "Regitano" (non si conosce l'etimologia del nome) fu inizialmente casale della

vicina città di Mistretta. Pare che i suoi fondatori siano stati proprio dei pastori mistrettesi

che durante la transumanza scendevano con i greggi in collina. Col tempo, visto il clima più

mite (Mistretta si trova a quasi 1000 metri sul livello del mare), i pastori cominciarono a

svernare a valle fino a quando ne nacque un piccolo insediamento rurale che poi si

trasformò in paese.

Il comune di Reitano nella provincia di Messina

Storicamente, quindi, il paese seguì il destino della vicina Mistretta, almeno fino al 1638

quando divenne possesso dei Colonna che lo acquistarono attirati dalla bellezza

paesaggistica, dall’abbondanza della produzione delle terre e per il clima mite collinare.

Economia Fiorenti nel passato erano alcune attività artigianali quali la lavorazione del ferro battuto e

la tessitura. In particolare, l'attività delle tessitrici era collegata con la produzione locale del

lino che poi veniva fatto macerare in appositi "fuossi", ovvero vasche a valle del paese.

Attualmente il reddito principale proviene dall'agricoltura (olive, uva, agrumi).

Monumenti e opere d'arte

• Di particolare interesse monumentale la duecentesca Chiesa della Madonna Carmelo e la Chiesa Madre dedicata a Sant’Erasmo, patrono del paese. Degna di

nota è anche la Chiesetta della Madonna delle Grazie.

• Di più recente costruzione, il Monumento commemorativo dei concittadini caduti in guerra, il Monumento dedicato all'Immacolata e il Monumento dedicato a Padre Pio.

• Sono presenti anche varie fontane (che un tempo servivano per rifornire le case di

acqua e per far abbeverare i greggi di passaggio per la transumanza) e

particolarmente suggestivi sono i caratteristi scorci urbani.

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Frazioni Al margine del territorio del Comune, sul mare, sorge una frazione detta Villa Margi,

soggiorno estivo di molti villeggianti.

Scorci, monumenti e paesaggi

Uno scorcio

urbano

Fontana San Sebastiano

con decorazioni in

ceramica locale

Antico Affresco nella

Chiesa della Madonna

delle Grazie

Evoluzione demografica Abitanti censiti

Il paese visto dai monti

che lo circondano

La "Finestra sul mare" -

Opera contemporanea di

Antonio Presti

Interno

Chiesa

Madre -

Navata

centrale

L'antica chiesetta

Madonna delle Grazie

Monumento alla

Madonna Immacolata

nel belvedere detto

"Pigno"

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SANT’ ERASMO MARTIRE DEL IV SECOLO

(Patrono di Reitano Me)

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Sant’Erasmo fu Vescovo di Formia, in Campania (sic!) e

sul suo conto esistono favolose leggende nel quadro della

persecuzione di Diocleziano, agli inizi del IV secolo. Si dice

infatti che fosse Vescovo in Asia minore, nella Siria, e che per

sfuggire ai persecutori venisse rapito da un angelo e

trasportato a volo nell’Illiria, la moderna Dalmazia. Qui

convertì moltissimi pagani, prima di essere scoperto e

catturato. E di nuovo un angelo lo salvò in volo,

trasportandolo sulle coste della Campania. Divenne allora

Vescovo di Formia, ma per breve tempo. Morì infatti di lì a

poco per le ferite riportate nei due supplizi e perciò ebbe il

titolo di Martire.

La fantasia devota arricchì la sua figura di particolari molto suggestivi. Tra le

“crudelissime torture” che il martirologio gli attribuisce, s’immaginò per esempio, che al

Martire venisse squarciato il ventre e fossero strappati gli intestini. Tale raccapricciante

supplizio valse a Sant’Erasmo la fama di protettore nei mali del ventre e dei "visceri", non

escluse le doglie del parto.

Per rendere più truce ed evidente la scena del supplizio, gli artisti vi raffigurarono

un argano, attorno al quale il carnefice avvolgeva, come una fune, le viscere strappate al

santo.

Tra i devoti della Campania molti erano marinai. Sui loro navigli non mancavano gli

argani sui quali venivano arrotolate le gomene. Parve così che Sant’Erasmo si trovasse a

proprio agio sulle navi e venne assunto tra i protettori dei marinai, numerosi quanto lo

sono i pericoli del mare.

A bordo il nome di Sant’Erasmo si mutò in quello di Elmo (da cui Sant’Erm) ed ebbe

un curioso seguito, ossia le spettrali fiammelle che si vedono, o si vedevano un tempo, sugli

alberi e i pennoni delle navi, prima o dopo tempeste di mare, che sono dovute a scariche di

elettricità statica vennero dette comunemente fuoco di “Sant’Elmo”. Si volle, così,

attribuire questo fenomeno alla protezione che il Santo sicuramente non avrebbe fatto

mancare ai marinai, trasformando la loro nave in una sorta di immenso candelabro,

implorante la salvezza contro le forze scatenante della natura.

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STORIA

Volta della

Chiesa, Affresco

dell'investitura

Divina e Sacra di

S.Erasmo

(particolare)

Il nome di Sant’Erasmo appare nel Martyrologium

Hyerominianum. Gregorio Magno ricordava che le sue reliquie

erano conservate e venerate a Formia ma, quando questa

città fu saccheggiata dai Saraceni nell’842, il corpo di

Sant’Erasmo venne trasferito a Gaeta, città di cui divenne

patrono. È certamente esistito ma non si conoscono

particolari della sulla sua vita. Agiografi e artisti furono in

grado si sopperire a tal punto a questa carenza di notizie che

il culto in onore di Sant’Erasmo si diffuse nella maggior parte

del mondo occidentale e, nel XV secolo, giunse ad essere

invocato come uno dei QUATTORDICI SANTI AUSILIATORI

Secondo la leggenda, Sant’Erasmo era un Vescovo siriano (si basava sull’esistenza di un

Erasmo di Antiochia) che era sfuggito alla persecuzione di Diocleziano ritirandosi sul monte

Lebanor, per condurre una vita da eremita: venne, però, scoperto, bastonato e fatto

rotolare nella pece infuocata. Dopo essere stato gettato in prigione Sant’Erasmo venne

liberato e portato da un angelo in Illiriacum dove fu nuovamente torturato fino a quando

un altro angelo lo portò a Formia dove morì.

Stranamente, il racconto non fornisce nessuna traccia dell’argano, simbolo

usualmente collegato a Sant’Erasmo , probabilmente quest’associazione deriva da alcuni

particolari della leggenda intorno a una predica fatta durante un temporale, il Santo per

non interromperla non si lasciò distogliere nemmeno dal sopraggiungere di un fulmine

caduto nelle vicinanze (come una corda saldamente legata all’argano), divenne, per questo

motivo, patrono dei marinai che avevano buone ragioni di temere gli effetti di temporali

improvvisi, marinai a cui il Santo dava segno della propria presenza attraverso le luci che

talvolta si vedono dopo un temporale dalle teste d’albero delle navi (fuoco di Sant’Elmo).

L’argano, si è pensato, venne scelto come emblema del Santo patrono dai marinai. Fu

anche erroneamente considerato uno strumento di tortura, da dove appunto la credenza

che Sant’Erasmo stato martirizzato e le sue viscere strappate con un argano: da qui la sua

secondaria funzione di protettore di coloro soprattutto bambini, che soffrono di coliche o

simili malattie.

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA E SINTETICA SU REITANO Regitanum, oggi Reitano, antico paesino della fascia dei

Nebrodi le cui origini risalgono intorno all’anno 1000, ha una posizione

geografica invidiabile poiché il suo territorio è compreso fra il mare e la

collina ricchissima di uliveti.

La sua storia trae origine dall’ipotesi che Regitanum fosse sorta

con Motta, Casispergi e S.Stefano come asili dei perseguitati

ingiustamente sotto la giurisdizione dell’antica Mistretta.

Questi asili a poco a poco divennero sobborghi, e nel caso

specifico di Regitanum, intorno all’anno 1000 il paese vantava più di 400

case e 1212 abitanti. Lo storico Di Marso, stabilendo senza alcuna

esitazione la data di fondazione di Reitano intorno all’anno 1000,

aggiunge che nel 1200 un’alluvione distrusse il paesino il quale fu a sua

volta ricostruito.

Molte sventure, soprusi e transazioni dovettero subire gli

abitanti di Reitano, tant’è che alla fine del 1638 Reitano veniva ceduto da

Filippo V a Francesco Romano Colonna, discendente dall’antica famiglia

dei Colonna i cui possedimenti si estendevano dall’Italia del nord fino alla

Sicilia.

Quest’uomo, nobile di sentimenti, veniva insignito della baronìa

di Reitano e aveva posto la sua dimora in fondo alla valle di Reitano; i

ruderi dell’antica torre testimoniano la sua presenza. Si tramanda che il

parapetto del pulpito che è collocato vicino all’altare maggiore della

Chiesa Madre, sorta intorno al 1200, sarebbe stato asportato dalla

portantina di Francesco Romano Colonna.

La Chiesa principale custodisce le sacre reliquie del Patrono “Erasmo da

Rotterdam”, e vanta dei tesori di inestimabile valore artistico tra i

quali

una scultura marmorea della Madonna dell’Assunta e la Madonna della

Mercede, opere facenti risalire al Gagini o alla sua scuola . Il

Tabernacolo in legno, rivestito in oro zecchino di mirabile fattura ad

opera di ignoto, la Statua dell’Immacolata, la Madonna dell’Annunziata e

la Statua del Crocifisso, il cui sguardo rivolto verso l’alto è una delle

espressione rarissime di rappresentazione della crocefissione, sono opere

di interesse artistico che vengono

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VILLA MARGI “LA FINESTRA SUL MARE”

custodite gelosamente nelle navate laterali dell’antica Chiesa

recentemente restaurata solo in parte.

Come ogni paese che trae le proprie origini dal passato , Reitano

continua la tradizione dei propri avi nel culto della religiosità

testimoniando la fede con la devozione alla reliquia di Sant’Erasmo.

Si tramanda infatti che nel 1558, a seguito di una invasione delle

cavallette, portatrici di devastazioni e pestilenze nonché flagello dei

campi fertilissimi per la coltivazione del grano, dell’ulivo e degli alberi da

frutta, la sacra Reliquia fu portata in processione verso il mare e che le

stesse cavallette annegarono miracolosamente nelle acque del Tirreno.

Da qui la plurisecolare venerazione per il Santo Patrono la cui festa

inizia, così come è nella tradizione popolare, il “Martedì di Pasqua” con il

sacro rito del pellegrinaggio a “Colonna”, antico feudo di Reitano, oggi

Porto Salvo.

Il pellegrinaggio viene assolto con reverente religiosità dai fedeli

partecipanti anche in presenza di avversità atmosferiche; difatti nel

rispetto della credenza popolare se solo per un anno i reitanesi non

adempiono alla tradizione tralasciando questa pia consuetudine, si

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perde il diritto di esercitare la servitù sulla chiesetta di Porto Salvo che

passerebbe ai proprietari del fondo.

I festeggiamenti solenni in onore di Santo Erasmo si celebrano la

seconda domenica di Agosto , data che , a suo tempo, coincideva con la

fine del raccolto, mietitura del grano e la calura estiva conciliante il

riposo dopo le estenuanti fatiche. Si susseguono nei tre giorni di festa,

canti e balli della tradizione popolare contadina i cui valori e significati

profondi celati dall’area festaiola, sono un richiamo per i turisti e gli

emigranti che affollano la piazzetta principale e le viuzze antiche ricche

di portici e archi in pietra locale.

In questo contesto mistico e su reiterate richieste dei devoti

cittadini profondamente legati alla fede dei propri avi, alle soglie del

duemila, si è voluto dare un segno della continuità fra l’atavico e la

fluidità del tempo con la rappresentazione, su pannelli di ceramica di

elevato valore artistico, dell’origine di Reitano, la sua economia e la

misticità religiosa.

Particolare VIA ALPINA

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Ad arricchire il patrimonio storico-culturale di questo piccolo

centro contribuisce la pinacoteca Comunale, singolare per la sua

atipicità in quanto, su commissione dell’Amministrazione Comunale,

sono stati realizzati, ad opera del Maestro Madè, siciliano noto per le

sue doti artistiche, quadri, guauches e disegni a china i cui elementi

raffigurano la quotidianità della nostra comunità nonché momenti

significativi della vita di Padre Pio.

La mostra permanente, allestita nella Casa Comunale, è oggetto

di visite da parte di turisti occasionali e non.

STEMMA DEL COMUNE DI REITANO

L’economia del paese è basata sui prodotti agricoli (olio d’oliva e

olive) e pastorizia ( formaggio pecorino- ricotta e provola) i quali

vengono lavorati ancora oggi con metodi tradizionali.

E’ fiorente il manufatto locale (centrini al chiacchierino,

uncinetto e ricamo) ad opera di manodopera femminile dedita al culto

dell’antica tradizione.

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Panorama Frazione VILLA MARGI

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2. CENNI STORICI – CONDIZIONI ECONOMICHE E SOCIALI

Il viandante che si avvia per la strada statale 117 nei pressi di S.Stefano

di Camastra al Km. 7 trova Reitano.

Distante poco più di 9 Km. da Mistretta, Reitano sorge in Collina a 425

mt. Sul livello del mare sul costone tra cime, declivi e valli tutti ricchi di

vegetazione, costituite quasi totalmente da uliveti e agrumeti.

Il Pirri afferma che ai primordi del 1000 il paese contava 400 case e

1.212 abitanti, però nei regi libri dell’anno 1.652 il censimento era di 267 case e

905 anime; nel 1713 aveva 521 anime e 174 case; nel 1.856 aveva 826 abitanti.

Nel censimento del 1951 vi erano 1.791 abitanti; nel 1961 vi erano 1.462

abitanti ed infine nel 1965 si contavano a Reitano 1.329 abitanti

I Reitanesi sono prevalentemente agricoltori, autentici lavoratori della

terra che alla tenacia nella fatica associano un carattere buono, cordiale e

sincero e un sistema di vita estremamente semplice e primitivo quasi particolare.

Il Pagliaro Bordone parlando delle norme di diritto internazionale a cui si

riferiva anche il diritto d’asilo avente per fine il difendere i perseguitati

ingiustamente mettendoli sotto il patrocinio di un Dio, avanza l’ipotesi che

Regitanum fosse sorta con Motta, Casispergi e Santo Stefano come asili sotto la

giurisdizione di Mistretta.

Gli asili di Regitanum e S.Stefano dovettero sorgere nell’epoca greco

sicula che incomincia nell’anno 736 avanti l’era volgare.

Allora più che mai essendo Amastra una ragguardevole città, con vastissimo

contado e un numerosa popolazione, poteva di certo fondare i suddetti asili i

quali a poco a poco divennero sobborghi, come viene ricordato negli antichi

capitoli esistenti nell’archivio comunale di Mistretta nel testamento di Blasco di

Aragona del 1346.

Il Di Marso senza alcuna esitazione stabilisce nel 1.000 la data di fondazione di

Reitano aggiungendo che nel 1.200 un’alluvione distrusse il paese che fu poi

ricostruito.

Dopo qualche secolo la popolazione di Reitano aumentò, infatti furono accolti in

questa comunità i cittadini di Nomae, il piccolo paese che sorgeva sotto il monte

Santa Croce, di fronte a Reitano in quella contrada che da Nomae oggi prende il

nome Romei. Gli abitanti di Nomae a causa di una tremenda frana che seppellì

completamente le case fabbricarono le loro abitazioni a Reitano e a Santo

Stefano.

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Per lungo tempo Reitano essendo legato a Mistretta ne seguì le orti nel

male, ma come vedremo in seguito, non ne godette i privilegi.

Tra il 1.070 e il 1.101 Mistretta e i suoi casali furono oggetto dei soprusi del

Conte Ruggero; furono poi ceduti a Matteo Bonello e da questo a Giovanni di

Lavandino il quale obbligava i cittadini a pagare come tributo metà dei loro beni

mobili.

Nel 1.101 furono ceduti al Monastero della SS. Trinità di Milazzo.

Il Martirio di Sant'Erasmo – Patrono di REITANO

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CHIESA M.SS. DEL CARMELO

Nel 1320 al tempo di Federico II Reitano con Mistretta, Capizzi e Cerami

veniva ceduto a Corrado di Antochia passava poi a Blasco di Aragona.

All’inizio del secolo XV Enrico Lo Balbo voleva vendere ad altri Mistretta ed i

sui casali col consenso del re Martino, fu allora che i suddetti paesi esposero al re

come erano stai bistrattati dal Lo Blasco e dai suoi predecessori baroni e dai ricchi

impoveriti e se un altro barone fosse succeduto nuovi mali e nuove angustie

sarebbero venuti alla città ed ai suoi casali. Pregarono perciò il principe di

reintegrarli al proprio demanio e per questo offrirono la somma di 1.000 onse.

Il re Martino accettò l’offerta e dichiarò la città di Mistretta e i suoi casali in

perpetuo per sé e successori liberi da ogni nesso feudale e soggetti al suo regio

demanio.

Nel seguente anno 1.406 Reitano con Mistretta facevano varie suppliche al

re Martino onde ottenere alcuni privilegi e narravano come Sua Maestà avesse

promesso di mantenerli nel suo regio demanio se avessero pagato le onse 1.000 in

moneta d’oro.

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VILLA CAMPO

Contrada Campo Poscia il re approvava diversi altri capitoli e franchigie a favore di

Mistretta e casali (Reitano e S.Stefano).

Ma re Martino cambiato di parere concesse nel 1.408 Regitano con

Capizzi e Mistretta a Sancii Ruis de Aiori, Conte di Gagliano che li tenne infeudati

fino al 1448 nonostante le forti somme di denaro erogate dai suddetti paesi per

liberarsi dal gioco Feudale.

Tutto ciò viene documentato da una lettera di Alfonso di Aragona del 1

Febbraio 1448 dalla quale ricaviamo che la città di Mistretta, Reitano e S.Stefano

erano stai venduti al Visconte di Gagliano per 2.000 fiorini e in più dava 2.000

fiorino al re che doveva

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LULIVETO

contrada “Drago”

consegnare al Conte di Gagliano. In conseguenza di questo dono supplicavano il

re a liberarli per sempre da qualsiasi successione feudale e se qualche

concessionario a titolo di feudo venisse fatto, potessero i paesani resistervi a

mano armata al futuro di lui concessionario.

Altre domande presentavano i giurati di Reitano, Mistretta, S. Stefano al

re Alfonso relative ai pascoli e con il diploma del 2 Marzo 1454 si confermava il

privilegio di essere soggette le loro terre al regio demanio.

Ai primordi del XVIII secolo allorquando reggeva la Sicilia il governo di Spagna

aumentarono le sventure per Reitano, S.Stefano e Mistretta. La Regia Corte,

avida sempre più di denaro volle dapprima chiarire con i paesi or nominati tutti i

diritti che intendeva avere su di essi e per “transatto” del 13 Aprile 1608 il notar

Glorioso di Mistretta stabiliva che l’erario era creditore di 913 onse all’anno che

le tre università obligavansi a pagare.

Seguivano non molti anni da quella convenzione (10 Aprile 1630) quando il

governo Spagnolo pensò di vendere a Gregorio Castelli, conte di Gagliano,

Reitano, le sue sorelle con tutte le loro pertinenze, castelli, segreterie e censi per

la somma di 370 onse all’anno e le 913 onse annuali dovute per la transazione

del 1608 e con tutti gli uomini vassalli ed abitanti di ambo i sessi. E’ ciò per il

prezzo di 32.000 onse.

Fu allora che gli sventurati abitanti di Reitano e degli altri due paesi (il 27

Marzo) organizzarono un consiglio al quale presero parte i primari cittadini dei

paesi onde deliberare se si dovesse offrire il capitolo per la ricompensa,

imponendo delle soggezioni sul patrimonio comune.

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SS.SACRAMENTO (Chiesa Madre)

Nonostante tutto dovette assolversi la vendita al Conte di Gagliano che ebbe

Mistretta e i suoi casali il 15 Aprile 1630.

Ma non finirono qui le vergogne di quella miserabile e spergiura Corte.

Nel 27 Giugno 1630 il Vicerè vendette al Conte di Gagliano i diritti di riluire le

tre Città per la somma di 1.000 onse. E con un’altra bella trovata il Vicerè

ordinò che depositandosi la somma di 42.000 onse comprese le 10.000 del

diritti di riulire si potesse operare la redensione. Fu così che, il Vicerè, con

l’intervento del Tribunale del patrimonio, annullava la vendita del 1630 e quella

del diritto di riluire fatto al Conte di Gagliano affrancando i casali di Reitano,

S.Stefano e la Città di Mistretta dalle mani e dalla potestà del signor Conte

riducendoli come prima al demanio e vendendo al Sindaco e ai suoi deputati

tutto quanto anni prima era stato venduto al Conte di Gagliano.

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PANORAMA (antica foto)

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VIA ROMA

(ex Via Felice Cavallotti)

Per procurare la somma fu necessario che si ricorresse al prestito ad interesse

imponendo soggiogazioni con ipoteche generali di tutti i beni.

Nel gennaio 1.632 i sindaci depositavano 42.000 onse; in questo modo i casali e

Mistretta si cedettero liberi dal servaggio feudale. Ma, se Mistretta rimase libera,

non per questo lo furono Reitano e S. Stefano.

Cinque anni erano appena trascorsi dal pagamento delle 42.000 onse

quando il governo spagnolo sempre bisognoso e avaro asserviva il povero

casaletto di Reitano e con atto del 17 maggio 1.638 lo vendeva a Camillo

Pallavicino.

Alla fine del 1638 Reitano veniva ceduto da Filippo V a Francesco Romano

Colonna per 8.600 onse.

Così con privilegio del 12 Maggio 1639 esecutorio il 2 Marzo 1641

Francesco Romano dell’antica famiglia dei Colonna veniva insignito della baronia

di Reitano e fu per l’appunto per opera sua che la stessa venne elevata in Ducato.

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La famiglia colonna era antichissima, estendeva i suoi possedimenti in tutta Italia

e in Sicilia occupava le baronie di Cesarò, di Fiumedinisi, i principati di

Castiglione, di Lascari, Torretta e oltre al Duca di Reitano quella di Cesarò.

Francesco Colonna, signore molto potente, fu governatore della

compagnia dei bianchi di Palermo nel 1633-34; tesoriere generale del regno nel

1634-35; capitano giustiziere di Palermo nel 1644-45, Francesco fu un uomo di

nobili sentimenti infatti il 22 Marzo 1641 lasciò a Reitano una somma di denaro

per opere di beneficenza. In ricordo di questo nobile gesto a Reitano nella

chiesa madre fu installata una lapide che tutt’ora si può leggere sebbene sia

annerita dagli anni

Ecco per intero il testo della lapide

D.

G. M.

Testamento 22 Marzo 1641

L’ille Francesco Romani Colonna, primo duce di Regitanum ordina al suo erede

universale e a quelli che lo succederanno in defetto di esso che abbia a prendere

ogni anno tre onse dai fondi, una onsa per l’anima sua e l’altre due per le anime

bisognose che stanno nel santo purgatorio e di suo espresso ordine in

testamento sia situata la presente tabella nella chiesa Madre della terra di

Reitano.

A Reitano si tramanda da padre in figlio la notizia che il parapetto del

pulpito che è collocato vicino all’altare maggiore nella Chiesa Madre, sarebbe

stato asportato dalla portantina di Francesco Romano Colonna la cui abitazione

era posta in fondo alla valle di Reitano.

Un’altra notizia affidata alla memoria dei Reitanesi ci informa che nel

secolo scorso alcuni operai scavando il pavimento della Chiesa Madre, nel

transetto a pochi passi dell’altare maggiore, trovarono i resti di Francesco

Romano Colonna, accanto alle ossa vi era l’armatura completa del Duca.

Il 30 Marzo 1648 ancora sotto il governo di Francesco Colonna, tra

Reitano, S.Stefano e Mistretta fu stabilito l’atto di divisione dei loro beni

comuni.

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Page 23: Reitano Usi e costumi

ABBEVERATOIO

(S.Sebastiano) Il territorio di Reitano è compreso tra il mare e i 600 mt. di altitudine, è di natura

prevalentemente collinare, ricchissimo di uliveti.

La produzione del XIX secolo era prevalentemente di manna che però ai nostri

giorni è praticamente scomparsa, maggiore importanza ha acquisito il

commercio dell’olio che costituisce la principale risorsa degli abitanti, nonostante

a Reitano sia attribuito l’appellativo di paese delle ciliegie, in conseguenza della

grande produzione e relativo commercio di tale frutto nel suo territorio.

Al margine del territorio del Comune, sulla riva del mare, sorge una frazione di

Reitano, Villa Margi. Questa frazione anticamente veniva denominata Casispergi.

Questa notizia la riporta il Magliaro Bordone prendendola a sua volta da un certo

Testagrossa, così egli dice “ esistono ancora casalini alla marina di Margi distanti

tra loro ed estesi fino a Torremuzza, formavano un bellissimo villaggio

denominato Casispergi”.

E il Calmieri volendo cercare l’origine del nome di questo Borgo e di quelli

circonvicini così dice: “Apprendiamo l’antica origine dei borghi amastratini

massimamente di Motta, Regitano e Casispergi dacchè S.Stefano essendo nome

cristiano dovette comparire in tempi posteriori, i primi risalgono nell’epoca greca

quando cioè Amastra era città monetaria. Villa Margi è composta da un gruppo

di case e comprendente circa 250 abitanti; è in posizione incantevole ed è luogo

ambito da villeggianti estivi.

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Page 24: Reitano Usi e costumi

A Reitano molte chiese testimoniano la fede dei padri, tra tutte però la più

grande, la più bella è la chiesa madre dedicata a Sant’Erasmo Vescovo e Martire.

Sita nel mezzo del paese, un tempo fu soggetta ad un rettore che aveva tre

coadiutori ed aveva diritto ad altri 13 minori; a questa chiesa erano affiliate

congregazioni di carità e opere pie.

In questa chiesa si trovano opere d’arte ingiustamente trascurate forse perché

ignorate. Un meraviglioso tabernacolo in legno (in parte danneggiato dai ladri),

opera d’ignoto, ma mirabile per le sue incisioni e sculture è posto sull’altare del

Sacramento, in fondo alla navata sinistra.

Un simulacro della Vergine Maria venerata sotto il titolo di Madre della Mercede,

opera della scuola del Gagini se non addirittura dello scalpello dell’insigne

maestro.

Reitano piccolo nel suo centro abitato, adagiato su un tappeto di verde, resta al

cospetto del mare, sereno tranquillo, circonfuso di pace, continuando la sua

modesta vita con ritmo sempre uguale.

Nulla turba i suoi abitanti, le bufere del suo inverno, per verità assai mite come la

quiete delle fresche serate estive illuminate dalle cento lampade delle barche in

pesca nello specchio di Villa Margi che gli stà di fronte sono ugualmente belle per

gli abitanti di Reitano che trovano la gioia e la forza di vivere nell’intimità delle

loro sane famiglie dalle quali si leva ancora spontaneo e sincero dall’aurora al

vespro, nel sacro suono delle campane, la preghiera comune che tutta la famiglia

leva a Dio perché sia propizio, benedica i campi, perché gli uliveti e tutte le altre

creature abbiano a dare copiosi frutti, conservi e dia buona salute indispensabile

per affrontare il lavoro secondo le esigenze della famiglia perché non manchi ad

alcuno il promesso e sempre invocato pane quotidiano.

Anche se le esigenze sono molto limitate, i guadagni dei paesani non bastano ai

bisogni delle famiglie e specialmente i giovani abbandonano la terra per andare a

cercare più lauti guadagni.

L’andamento migratorio negli ultimi anni e sebbene il numero degli

emigranti non il centinaio all’anno, purtuttavia in una comunità di 427 famiglie

il numero totale degli abitanti diminuiscono sensibilmente.

Da qualche anno in qua anche i contadini abbandonano le sudate zolle e

vanno in cerca di facili guadagni. La terra non dà loro più neanche lo stretto

necessario per vivere.

Alcuni proprietari a causa dell’alto costo della mano d’opera e della

passività della campagna, la lasciano “gierba” accontentandosi di quella che ella

produce spontaneamente.

Il problema della cultura poco per volta si è fatto strada tra i paesani,

infatti mentre anni addietro pochissimi erano quelli che frequentavano le

scuole, dal momento che i figli dei contadini dovevano fin da piccoli seguire in

campagna i loro genitori, ora invece sono molti i diplomati e laureati.

Reitano Storia Usi e Costumi di Salvatore Salvaggio Pagina 24

Page 25: Reitano Usi e costumi

Come prima si diceva, il problema culturale non è ancora da tutti sentito

infatti esiste una biblioteca che non viene molto frequentata, non esistono

circoli ricreativi e culturali e l’unico bar viene frequentato da soli uomini che

affollano i locali nelle lunghe giornate di pioggia.

Pochi sono gli uffici pubblici nel paese: municipio, l’ufficio di

collocamento, l’ufficio postale e la condotta medica.

Reitano dipende da Mistretta e S.Stefano Camastra per il Tribunale, la

Direzione Didattica, l’Ufficio di Registro, l’Ospedale e la Banca.

In passato Reitano dipendeva dalla Diocesi di Cefalù, ora invece dipende

da Patti. Per tutti gli altri uffici di specifica competenza dipende dalla Sua

Provincia cioè Messina.

PISCITELLO NICOLO’

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Page 26: Reitano Usi e costumi

GRUPPO DAVANTI AL BAR DI DON PEPPINO SALVAGGIO

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Page 27: Reitano Usi e costumi

S U P E S T I Z I O N I Numerose sono le superstizioni a cui i reitanesi prestano fede.

Eccone alcune:

Non bisogna mettere la testa al sole nei mesi che contengono la erre, ad es.

Febbraio Marzo, poiché può far male.

Quando si sente un fischio dentro le orecchie si dice che qualcuno parla male o

bene” auricchiata riritta è maliritta, auricchiata manca è bene e mai stanca.”

Quando una signorina si mette un anello o uno spillo con rubini sta tanti anni a

sposarsi quanti rubini questi gioielli contengono.

Alcune persone anziane portano in tasca uno spicchio d’aglio, o un po’ di sale contro

il malocchio.

Quando cade olio a terra è segno di disgrazia.

Quando cade del vino è segno di grazia.

Chi ammazza una gatta ha sette anni di malandate.

Quando si scopano i piedi a una signorina questa sta sette anni a sposarsi.

Quando la gatta si lecca deve piovere.

Quando il gatto nero attraversa la strada deve succedere una disgrazia.

La ragazza che lecca la padella, il giorno del suo matrimonio avrà la pioggia.

Quando si mette il vestito al rovescio il giovedì si riceve un invito.

Quando invece si mette il venerdì si incorre nel malaugurio.

Quando si mette un lavoro incominciato sul letto s’addummisci.

Non bisogna mettere a tavola le posate incrociate.

Chi mette le scarpe sul letto muore presto.

Non bisogna sedersi sul tripuoru perché si rischia di sposarsi tre volte.

Non bisogna fare un lavoro in tre perché muore o la più piccola o la più grande.

Non bisogna accendere tre sigarette con lo stesso cerino.

Non bisogna bruciare una madida altrimenti chi compie questo atto resta molto in

agonia.

Non si versa il vino con la mano sinistra.

Non si mette il pane sottosopra.

Per avere denti sani bisogna tagliare le unghie ogni primo lunedì del mese.

Prima del battesimo bisogna tenere la luce accesa ai bambini perché sono senza

luce divina.

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Page 28: Reitano Usi e costumi

Non si sposa a Maggio perché arragghiano i scecchi.

In agosto non si sposa, non si cambia casa, non si riempiono i materassi.

In agosto non si spogghia il bambino appena nato.

In agosto non si usa la scopa nuova.

Quando si gioca non bisogna contare i soldi vinti perché si rischia di perderli.

Se piove il giorno della Nunziata non si asciugano i fichi.

Non si apre l’ombrello in casa.

Quando il bambino va a visitare per la prima volta una casa bisogna fare un regalo

altrimenti lassa i surci.

Chi pianta un albero di noce muore quando il tronco dell’albero ha la circonferenza

uguale alla sua testa.

Le ragazze che piantano un’ortensia non si sposano.

No bummulu nuovo deve bere per primo il padrone di casa.

Non si esce di casa il lievito dopo l’ave Maria.

Ai bambini non si tagliano i capelli prima dell’anno.

Il letto non deve essere posto con i piedi alla porta perché con i piedi alla porta si

mettono i morti.

Il prurito al naso è segno che presto ci saranno buone notizie.

Quando si ha prurito alle mani è segno che si dovranno maneggiare soldi o ricevere

botte.

Quando la bambino cade un dente lo si butta sul tetto e così gli nascerà un

fratellino.

Non si scopa di sera perché si manda via la fortuna.

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Page 29: Reitano Usi e costumi

PANORAMA “U PIGNU” (antica foto)

Formula per sognare il futuro sposo

O Maria ri l’altu mari

Vienimi in suonnu

Ca ti vuogghiu parlari

Chiavi roru e porta d’argentu

Porta chistu in suonnu o SS. Sacramentu

Si è si na tavula ben cunsata

Na vigna carricata, na chiesa consacrata

Si è di no, acqua scruscianti, fuocu ardenti

Na vucca ra mala genti.

Oggi è luni e dumani è marti

Sorti mia runni ti parti;

ti parti ra Rumania

vienitinni nsuonnu ccu mia

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Page 30: Reitano Usi e costumi

vieni ri notti e nun mi fari scantari

rimmi a cui m’haiu a pigghiari.

San Pasquale Bailonne

Prutitturi ri li ronni

Fammi aviri nu bietru maritu

Viancu roseo e culurutu

Cuommu attia tali e quali

O ruliusu San Pasquali. CHIESETTA “ PIETA’ ”

SCONGIURI PER ALLONTANARE IL TEMPORALE

Supra mari e sutta mari

E d’incapo c’è maria

Vatinni timpesta ravanti ri mia.

Vatinni a banna scura

Senza dannu si nudda creatura

Né d’armali né di cristiani.

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Page 31: Reitano Usi e costumi

A GNA VINCENZA PAPAINA recita per mandare via “a brutta bestia” (il demonio)

Lu suli cu la luna Diu ne regno n’eternità

Li rui su li sinni ri lu cielu

Li tri su li patriarca ri Diu

Li quattro su li quattro evangelisti ri Diu

Li cincu su li cincu chiai di Nustru Signori I.C.

Li sii su li sii iaddi ca cantanu ngalia

Li setti su li setti cannili chi addumanu ravanti a lu cori di Maria

Li uotto su li uotto navarchi di Nostru Signori Gesù Cristu

Li novi su li novi cori ri r’ancili

Li reci su li reci cumannamenti ri Diu

Li unnici su li unnici porti ru pararisu

Li ruridi su li rurici Apuostuli di Nuostru Signori Gesù Cristu

Li tridici nun ci nn’è chiù scatta u cifuru senza fari mali a nuddu.

MONUMENTO AI CADUTI

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Page 32: Reitano Usi e costumi

Capodanno –

Epifania –

LE FESTE A REITANO

“ annu nuovu vita nova” 31 Dicembre

festa dei bambini – 6 Gennaio

S.Antonio Abbate –

protettore degli animali -17 Gennaio

Sant’Antoniu la gran friddura

San Lurienzu la gran calura

L’unu e l’autru puocu rura.

S.Sebastiano –

20 Gennaio

La Candelora –

2 Febbraio

Pi la cannilora ri lu ‘nviernu siemu fora

E si chiovi e tira vientu ri lu ‘nviernu

Siemu intra.

SAN BIAGIO

3 Febbraio (protettore della gola)

SAN VALENTINO

14 Febbraio ( protettore dei fidanzati)

CARNEVALE

Lu iovi vardaluoru cu nun avu carni

s’impigna a so suoru.

Lu venniri du zu Piddu cu ‘zappa

zappa pi iddu.

QUARESIMA

periodo di penitenza

Cu nun riuna i venniri ri marzu

O è turcu o è pazzu.

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Page 33: Reitano Usi e costumi

SETTIMANA SANTA e FESTE PASQUALI

L’ulivo binirittu

Na porta, na finestra, o capizzu ru liettu

Mittici l’ulivu binirittu

Cuomu lu suli, la luci e li stiddi serene

anticchia ri paci fa tanto bene.

MARTEDI’ DI PASQUA

Nel 1558 Reitano fu invasa da un esercito di cavallette, che oltre ad apportare grave

rovina alle campagne potevano diffondere qualche grave epidemia tra la popolazione.

In questo grave frangente il popolo chiese aiuto al Signore e suo Santo Protettore

S.Erasmo.

A TURRI

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Page 34: Reitano Usi e costumi

Si formò un lungo corteo in testa al quale si pose il parroco che portava in mano la reliquia

di S.Erasmo, dietro veniva tutto il popolo in abito penitente. La processione prese la via che

conduce al mare e all’istante le cavallette abbandonarono i campi e seguirono la reliquia.

Giunta la processione a Colonna, feudo di Reitano, il prete con la reliquia si avvicinò al

mare, tutte le cavallette allora, avendo preso la rincorsa, si gettarono a mare e annegarono

tra le acque. Questa leggenda giustifica il pellegrinaggio che ogni anno i cittadini di Reitano

compiono il martedì dopo Pasqua a Colonna. Molti cittadini percorrono a piedi scalzi i 9

Km. che separano Reitano dal suo feudo. Sia che faccia bel tempo sia che piova i reitanesi

assolvono questo voto, qualora infatti per un solo anno essi tralasciassero questa pia

abitudine subito il feudo Colonna passerebbe sotto la giurisdizione di S.Stefano di

Camastra. Tutti i paesani validi a camminare partecipano a questa processione e il più delle

volte le autorità civili si accompagnano a quelle ecclesiastiche. Giunti a Colonna il prete

celebra la santa messa nella chiesetta, ove viene conservata con grande amore la statua

della Madonna del Porto Salvo. Dopo la santa messa vengono stese sull’erba numerose

tovaglie e ognuno consuma le provviste che ha portato con se. A sera si ritorna a casa e

quei reitanesi che non hanno potuto compiere il pellegrinaggio si contentano di attendere

la reliquia alle porte del paese. Quando poi si vedono spuntare dall’ultima curva i

compaesani, i cacciatori locali sparano a salve.

ABBEVARATOIO “SERRONE”

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Page 35: Reitano Usi e costumi

ANTICO PANORAMA

SAN GIUSEPPE – 19 Marzo

San Giuseppe è il Santo tutelare dei poveri e degli orfani, di chi volge in gravi

ristrettezze.

I devoti in ogni bisogno si rivolgono con fede a San Giuseppe e si pongono sotto il suo

patrocinio promettendo di celebrare i virgineddi la vigilia e il giorno della sua festa. Questo

pranzo viene detto di virgineddi perché gli invitati devono essere bimbi vergini.

Le famiglie che hanno fatto il voto di celebrare i virginieddi pensano molto tempo prima ad

accaparrarsi 19 bambini dei più poveri del paese che il 18 e il 19 saranno convitati alla loro

tavola. Viene invitato un vecchio povero che fa le veci di San Giuseppe.

Addossato alla parete più ampia viene preparato un piccolo altare, per addobbare il

quale si sfoggiano le tovaglie più preziose del corredo. Al posto di onore dell’altare sta un

quadro di San Giuseppe e nei vasi vengono sistemati fiori campestri.

In mezzo al chiassoso vocio dei ragazzi che attendono impazienti di mangiare si alza

la voce ammonitrice del vecchio che quando finalmente si fa silenzio completo recita la

seguente preghiera:

Accantu accantu

C’è l’angilu santu

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Page 36: Reitano Usi e costumi

Lu patri, lu figghiu

E lu spiritu santu.

Alla fine della preghiera i componenti della famiglia, tutti mobilitati per servire a

tavola, cominciano a portare il cibo.

La pasta è bollita con i ceci e i finocchi selvatici ed è condita con l’olio. Come

secondo piatto viene servito pesce fritto, infine finocchio dolce e arance.

Un’ulteriore razione viene posta sull’altare affinché su di essa cada la benedizione

del Santo, questa poi verrà consumata dal graziato o da colui che attende la grazia.

SS.SACRAMENTO CHIESA MADRE

• SANTA RITA - 22 Maggio

La statua di Santa Rita si trova nella chiesa matrice. Agli inizi del novecento una donna

di Reitano emigrata in America si rivolge alla santa degli impossibili perché le

concedesse una grazia. Ottenutala ogni anno mandò al suo paese una somma di denaro

perché organizzasse una festa in onore della santa. Pochi anni fa la devota passo a

migliore vita, però non si volle sospendere la bella consuetudine di fare la festa.

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Page 37: Reitano Usi e costumi

CHIESETTA DELLA PIETA’

• SANT’ERASMO – 2 Giugno

Sant’Erasmo è il patrono di Reitano e come ad ogni patrono che si rispetti vengono

celebrate due feste. I reitanesi infatti festeggiano il loro patrono due volte all’anno, una

volta il 2 Giugno e un’altra la seconda domenica di Agosto.

Il due Giugno è la vera festa di Sant’Erasmo ma il santo non si porta in processione. I

reitanesi in questo giorno si astengono dai lavori manuali, vanno a messa e la loro tavola è

bandita come a Natale e Pasqua.

In agosto invece la festa è più solenne e dura due giorni.

• SANT’ANTONIO – 13 GIUGNO

Sant’Antonio è il protettore delle ragazze che cercano marito, esse per tredici giorni

partecipano alle funzioni in chiesa e recitano delle preghiere particolari tra le quali è

questa:

Sant’Antuninu pativano e finu

mi l’ata a fari attruvari nu bietru maritu

ri bona genti e ri buonu parintatu

e puru lu camminari av’esseri pulitu.

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Page 38: Reitano Usi e costumi

MADONNINA PIAZZETTA “PIGNO”

• SAN PIETRO – 29 LUGLIO

La devozione per San Pietro a Reitano è molto antica; esisteva anche una chiesa appena

fuori dal paese, ma essendo malandata è stata demolita creando una piazzetta che porta il

nome del santo.

• MADONNA DELLE GRAZIE – 2 Luglio

Nel bel mezzo del paese c’è una piccola chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie;

sull’unico altare c’è un quadro di pregevole fattura. La Madonna delle Grazie è protettrice

delle partorienti le quali negli estremi pericoli a Lei si rivolgono promettendole di chiamare

una figlia Maria Grazia.

• MADONNA DEL CARMELO 16 LUGLIO

L’unica confraternita che è sopravvissuta, fino a pochi anni fa, a Reitano delle tre che

una volta c’erano è quella della Madonna del Carmelo.

La chiesa dedicata alla Madonna risale ai primi del 1600 (da poco restaurata nella sola

parte strutturale).

Il giorno della Madonna del Carmelo vengono benedetti gli abitini (scapolari) formati da

due pezze di stoffa di lana bruna unita da due cordoni e questi pacchettini contengono

immagini e medaglie benedette.

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Page 39: Reitano Usi e costumi

• MADONNA DEL PORTO – 15 AGOSTO VILLA MARGI

• I MORTI - 2 NOVEMBRE

Il cimitero si trova a circa 1 Km. dal paese; il giorno di ognissanti in corteo si

accompagna il sacerdote a benedire le tombe. La sera, affinché i morti non facciano orecchie da mercanti, si recita questa

preghiera: Armi santi, armi santi Iu sugnu unu e Vui siti tanti Mentri sugnu tra stu munnu ri vai Cosi di morti mittitimminni assai.

Particolare CHIESA CIMITERO

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Page 40: Reitano Usi e costumi

CASA GRECO Contrada Drago

• SAN MARTINO – 11 NOVEMBRE

A San Martino tuttu lu mustu è vinu.

• IMMACOLATA – 8 DICEMBRE

Pregiatissima statua dell’Immacolata trovasi nella navata di centro della chiesa

madre. La statua, molto grande, è stata pochissime volte portata in processione.

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Page 41: Reitano Usi e costumi

VILLA “COLONNA”

SANTA LUCIA – 13 DICEMBRE In onore di Santa Lucia si fa la tredicina e affinché non coincida con la novena

dell’Immacolata viene fatta la sera.

Santa Lucia è venerata come protettrice degli occhi.

Il 13 Dicembre in onore di Santa Lucia si osserva la astinenza di qualsiasi cibo fatto

con farina di frumento.

Per devozione si mangia la cuccia fatta con frumento bollito con ceci e condita con

olio crudo.

• NATALE – 25 DICEMBRE

Giorni prima di Natale le donne preparano i cucciddati, tritano fichi secchi,

mandorle, noci e nocciole, vino cotto e miele e l’impastano con lo zucchero; tutti questi

ingredienti li ricoprono con una foglia fatta con farina, zucchero e uova.

Si dice che chi vuole imparare gli scongiuri deve farseli insegnare la notte di Natale.

I dodici giorni che precedono Natale partendo dal giorno di S. Lucia rappresentano i

dodici mesi dell’anno, si dice infatti: Santa Lucia e natale durici iorna nun cuntari.In

base alle condizioni atmosferiche di ognuno di questi giorni si può stabilire l’andamento

del prossimo anno. Se per esempio il 13 Dicembre farà bel tempo si attesta che

Gennaio sarà asciutto, se il giorno dopo sarà piovoso in Febbraio ci sarà brutto tempo.

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Page 42: Reitano Usi e costumi

LA COLLINA DEL NIBBIO

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Page 43: Reitano Usi e costumi

I SINDACI DI REITANO

Lipari Gaetano 1900 – 1915 Guzzo Giuseppe 1923 Giordano Giuseppe 1923 Procida Michele 1945 Gallo Giovanni 1946 Noto Gaetano 1953 Giannì Sebastiano 1956 Augeri Carlo 1956 - 1964 Salvaggio Raimondo 1975 - 1980 - 1985 Giordano Antonino 1983 Scancarello Salvatore 1990 Villardita Salvatore 1994 Dragotto Antonino 1998 Dragotto Sebastiano 2003

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Page 44: Reitano Usi e costumi

VILLA MARGI Via Lungomare Colonna

Formula di Guarigione

Quando bisogna guarire le piaghe o una malattia qualunque, si potranno fare dei

segni di croce sulle giunture o sopra le piaghe, oppure dalla testa ai piedi secondo la gravità

del male.

Mentre si fanno questi segni di croce si pronunzia la seguente preghiera:

No nuomu ri Jesù mali smetti ri fari suffriri

Non nuomu ri Jesù, u vuogghiu e tu cumannu,

vattinni, tuorna runni vinisti e stacci sempri.

Così sia.

Mali chiunque tu si ti cumannu no nuomu ri Jesù

Che tutti non cielu obbediscine, supra a terra e no nfiernu.

Lassa N……… sta creatura ri Diu ca è ca.

Tu cumannu no nuomu ri Patri, ru figghiu e du Spiritu Santu.

Così sia.

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Page 45: Reitano Usi e costumi

VILLA MARGI Via Antonello

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Page 46: Reitano Usi e costumi

REITANO Soffia il vento

su Reitano

batte le ali molto lontano

il gabbiano.

Reitano dai monti alle case lontane

guarda il mare.

Reitano, cuore di case

lontane ma vicine

per il cuore di chi

lo ama.

(Alessandra Rando IV elementare)

VILLA MARGI Via Lungomare Colonna

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Page 47: Reitano Usi e costumi

Antichi espressioni di saluto -Voscenza benerica

-Baciamu li manu

-Servu suu

-Ai so cumanni.

CONTRU L’UOCCHIU RAVUSU (malocchio) Si fa in testa del malato la croce tre volete e si dice:

U signuruzzu muriu, lu signuruzzu risuscitau,

parma r’incensu, aulivu binirittu lassau.

Parma, incensu, aulivu binirittu vattinni e chi hai

N………….., forsi si addiata, oppuri pigghiasti acqua

Ingiammata.

Rolia u Patri u figghiu e o Spiritu Santu, nuomu

Ri Gesù e ri Maria prima passa la vostra manu

E pui la mia.

Poi si prende un granello di sale e con un po’ d’acqua si mette in un piatto, si

prende con un dito una goccia d’olio e si intinge nel piatto; quando c’è il malocchio l’olio

non lascia alcuna traccia nell’acqua, quando il malocchio non c’è nell’acqua rimangono

tante macchie d’olio.

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Page 48: Reitano Usi e costumi

VILLA MARGI La Finestra sul Mare di Tano Festa (Fiumara D’Arte)

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Page 49: Reitano Usi e costumi

Gen. Luigi Pagliaro

Nato a Reitano (Messina) il 29/1.1906, entrò in accademia nel 1925. Da subalterno prestò servizio presso il Btg. Di Pola ed a Busca, Saluzzo, Caserta, Cantello, Varese e Scuola

Nautica di Pola. Promosso capitano a scelta speciale nel 1937, venne destinato a Sondrio, dove istituì quel nucleo di pt, e successivamente a Durazzo, Kukes, Tirana, Genova, Trieste, Brescia, Milano.

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Page 50: Reitano Usi e costumi

(Raimondo Salvaggio – Santo Procida – Paolo Caravello – Peppino Zitelli – Sebastiano Bartolotta) FOTO DI GRUPPO (anni 60) *************************************

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Page 51: Reitano Usi e costumi

REITANO (di Carmelo La Porta N.Y.)

Tu si ‘mpaisinatu tra li ciuri,

tra uliveti, vigni e li zammarri,

tra orti li frutteti, e li lavuri,

porti lu vantu, di li preggi rari.

Lu panorama tuo e tuttu amuri,

na granni miravigghia sinu a mari,

lu celu azzurru cu li so coluri,

forma l’incantu chi ti fa ammirari.

Chist’aria duci tua di primavera,

chi odura di li rosi e di giardini,

chi finu a valli, tuttu e na sciurera.

Unni scruti su, anchi li spini,

violi funtaneddi, ogni trazzera,

a cu ti varda, a tutti l’affascini.

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Page 52: Reitano Usi e costumi

Pellegrinaggio alla chiesa PIETA’

Visita Pastorale S.E. Mons Pullano a Reitano

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Page 53: Reitano Usi e costumi

LETTO SANTO

Villaggio S. Giuseppe

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ia

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Page 54: Reitano Usi e costumi

Villaggio S. Giuseppe

‘U Pignu

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Page 55: Reitano Usi e costumi

CHIESA DEL CARMINE

MONUMENTO A S.PIO

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Page 56: Reitano Usi e costumi

VIA NAZIONALE

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Page 57: Reitano Usi e costumi

SERRONE

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Page 58: Reitano Usi e costumi

ABBEVERATOIO SERRONE

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Page 59: Reitano Usi e costumi

VIA UMBERTO

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Page 60: Reitano Usi e costumi

VIA ALPINA

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Page 61: Reitano Usi e costumi

CHIESA MADRE (vista laterale)

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Page 62: Reitano Usi e costumi

VIA UMBERTO

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Page 63: Reitano Usi e costumi

VICO DEGLI ORTI

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Page 64: Reitano Usi e costumi

ASILO PARROCCHIALE

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Page 65: Reitano Usi e costumi

CINEMA TEATRO

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Page 66: Reitano Usi e costumi

VIA MAZZINI

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Page 67: Reitano Usi e costumi

VIA MAZZINI

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Page 68: Reitano Usi e costumi

VIA S. PIETRO

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Page 69: Reitano Usi e costumi

VIA MAZZINI

(a funtanedda)

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Page 70: Reitano Usi e costumi

SANTA MARA TRESA

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Page 71: Reitano Usi e costumi

SANT’ANTONIO

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Page 72: Reitano Usi e costumi

A SCALA LONGA

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Page 73: Reitano Usi e costumi

SAN GIUSEPPE

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Page 74: Reitano Usi e costumi

QUESTA PUBBLICAZIONE E’ STATA REALIZZATA NEL 2008 E LA DEDICO A TUTTI COLORO

CHE AMANO REITANO E I REITANESI

(TOTO’ SALVAGGIO)

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