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Gabriella Mercurio, 2013 SDIAF FORMAZIONE 2013 REICAT Regole italiane di catalogazione Firenze, 13 Marzo 2013 Sala Ferri, Gabinetto Vieusseux Gabriella Mercurio, CoopCulture

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Gabriella Mercurio, 2013

SDIAF FORMAZIONE 2013

REICAT Regole italiane di catalogazione

Firenze, 13 Marzo 2013Sala Ferri, Gabinetto Vieusseux

Gabriella Mercurio, CoopCulture

Gabriella Mercurio, 2013

Introduzione alle REICAT

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Introduzione Descrizione bibliografica

Da RICA a REICAT

Le REICAT nascono dall’esigenza di rivedere le RICA che, pubblicate nel 1979, non hanno mai subito alcun aggiornamento. L’obsolescenza delle RICA è legata:

all’emergere di nuovi tipi di materiali al mutamento delle esigenze delle biblioteche e degli utenti al passaggio dal catalogo cartaceo a quello elettronico al passaggio da un catalogo mono-biblioteca ad un catalogo collettivo (SBN)

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Con SBN i cataloghi delle singole biblioteche escono dal loro isolamento ed entrano in un catalogo collettivo. Questo rende immediatamente evidente come, a fronte di indicazioni insufficienti o poco chiare di RICA, le biblioteche abbiano reagito con interpretazioni soggettive assai diverse o addirittura divergenti, che nel tempo si sono consolidate

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La nascita di REICAT

Nel 1996 viene insediata una Commissione permanente incaricata della revisione delle RICA, la quale conclude i lavori con la pubblicazione delle nuove Regole nel 2009.

La Commissione tiene conto di tutti i fermenti che hanno percorso e percorrono il mondo della

catalogazione (FRBR, FRAD, ISBD consolidated ed., ecc.), ma anche della tradizione catalografica nazionale.

RICA (Regole Italiane di Catalogazione per Autori) diventa

REICAT REgole Italiane di CATalogazione

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Differenze fra RICA e REICAT

Le REICAT non sono un semplice aggiornamento delle RICA, ma un testo nuovo e ne costituiscono l'evoluzione sia:

dal punto di vista testuale

dal punto di vista concettuale

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Differenze testuali

RICA REICATsono regole catalografiche sono un codice, utilizzabile in

modi diversi (come prontuario, ma anche come oggetto di studio della catalogazione)

sono estremamente sintetiche e prevedono una casistica limitata

sono estremamente analitiche e prevedono una casistica molto sviluppata

seguono una ripartizione interna che procede dall’intestazione alla descrizione

seguono una ripartizione interna che procede dalla descrizione all’intestazione

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Differenze concettuali

RICA REICATsono concepite per essere applicate in biblioteche singole

sono concepite per essere applicate anche in cataloghi collettivi

sono concepite nell’ottica di cataloghi settoriali

sono concepite nell’ottica di un catalogo generale che ospiti tutto il posseduto di una biblioteca

privilegiano il libro a stampa (agli altri materiali applicano per analogia le indicazioni per il libro a stampa)

si occupano di tutti i materiali (anche elettronici, compresi i videogiochi, anche manoscritti, materiali archivistici, oggetti)

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La posizione di SBN RIFERIRSI ALLA CIRCOLARE!

nel 2010 l’ICCU dirama delle Direttive per una prima applicazione delle REICAT in SBN. Le Direttive prendono in considerazione solo alcune delle novità introdotte dal codice e rispetto ad esse l’ICCU fornisce indicazioni differenziate:

alcune vanno applicate in toto alcune vanno applicate con modifiche alcune non sono al momento applicabili alcune non vanno applicate affatto

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FLESSIBILITA'

Per venire incontro alle esigenze di un po’ tutti i destinatari, le norme prevedono la possibilità di gestire la catalogazione a livelli di completezza diversi. Vengono individuate quindi:

norme obbligatorie, indispensabili per garantire le funzioni fondamentali del catalogo (trovare una determinata pubblicazione, trovare tutte le edizioni di una determinata opera, trovare tutte le opere di un determinato autore)

norme facoltative, utili per biblioteche che abbiano esigenze di maggiore analiticità o trattino particolari materiali

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TIPI DI MATERIALE

Le norme si applicano a qualsiasi tipo di materiale la biblioteca decida di inserire nel catalogo:

materiale edito, qualunque sia il supporto

materiale inedito

oggetti I vari tipi di materiale non vengono esaminati separatamente, ma integrati nella normativa generale (enunciata la norma, si esaminano le applicazioni specifiche).

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L’organizzazione del Codice

Le REICAT trattano nell’ordine:

la descrizione bibliografica e le informazioni sull’esemplare (entità Manifestazioni ed Item, per le quali preferiscono le denominazioni Pubblicazioni ed Esemplari)

le entità Opere ed Espressioni e le loro relazioni con le entità Pubblicazioni

le entità Persone/Enti e le loro relazioni con le entità Opere, Espressioni, Pubblicazioni ed Esemplari

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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA

La descrizione bibliografica viene introdotta da un capitolo metodologico in cui vengono illustrate le operazioni preliminari che si devono compiere quando si inizia a catalogare un documento.

Si tratta di un insieme di indicazioni che le RICA omettevano.

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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA

L’analisi delle caratteristiche del documento (natura, tipo di materiale, numero delle unità che lo compongono, ecc.) è funzionale all’individuazione del modello catalografico che andrà applicato

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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA

Le novità maggiori introdotte dalle REICAT riguardano le ristampe di monografie ed i periodici.

La verifica delle variazioni e dei cambiamenti ha lo scopo di stabilire se debba o non debba essere creata una nuova descrizione.

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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA

Non si effettua una nuova descrizione

se la ristampa è inalterata se le variazioni sono minori (correzioni di

refusi, sostituzione della copertina), non dichiarate e non incidono sulla descrizione

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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA

Si effettua una nuova descrizione:

se vi sono correzioni o contributi aggiuntivi dichiarati o evidenti dall’esame della pubblicazione

se vi sono variazioni nel titolo, nelle responsabilità, nell’editore o nella collezione o nella paginazione

se non si è certi che la ristampa sia inalterata

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DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICAPERIODICI:

Non si effettua una nuova descrizione in presenza di variazioni minori nel titolo

Si effettua una nuova descrizione in presenza di:

aggiunta, eliminazione o sostituzione di almeno una parola significativa del titolo

cambiamento dell’ordine delle parole del titolo, se il cambiamento avviene nell’ambito delle prime cinque parole

cambiamento della lingua del titolo, a meno che il nuovo titolo non apparisse già in precedenza come titolo parallelo

cambiamento dell’ente responsabile

variazione significativa del nome dell’ente, se il titolo è generico e richiede di essere accompagnato dal nome dell’ente responsabile

cambiamento di edizione

cambiamento del tipo di materiale (da periodico a stampa a periodico elettronico

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Abbreviazioni L’uso delle abbreviazioni viene limitato in modo drastico. Vengono ammesse solo:

le abbreviazioni presenti nelle fonti prescritte

le abbreviazioni prescritte da ISBD

alcune parole, abbreviabili però solo in determinate aree Esempi:

ed. per edizione ma solo in area 2 e 7

p. per pagina ma solo in area 5 e 7 vol. per volume ma solo in area 3 e 7 sec. per secolo ma solo nelle qualificazioni L’elenco delle

abbreviazioni ammesse è pubblicato nell’Appendice A. Direttive ICCU

Le regole si applicano al materiale di nuova catalogazione. Non si interviene sul pregresso per questa sola correzione.

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Numerali

I numeri si riportano in cifre romane o arabe o in lettere, come si presentano nella pubblicazione (tranne edizione, data di pubblicazione e numero di collana).

(Vecchie regole: i numerali espressi in cifre romane si trascrivono in cifre arabe, quelli espressi in lettere si mantengono)

Direttive ICCU

Si continuano ad applicare le vecchie regole

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Fonti delle informazioni Terminologia

Fonte primaria È la fonte da cui si ricavano le informazioni necessarie alla descrizione. Le vecchie regole la denominavano Fonte principale Fonti complementari Sono le parti della pubblicazione che svolgono funzioni complementari alla fonte primaria (occhietto, verso del frontespizio, copertina, colophon). Le vecchie regole le denominavano Parti complementari Fonti esterne Sono materiali che non fanno parte integrante della pubblicazione Fonti prescritte Sono le fonti che le norme prescrivono di usare quali fonti delle informazioni per le diverse aree

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Fonti delle informazioni

Le norme forniscono indicazioni estremamente dettagliate su come debba essere scelta la fonte primaria, come vadano individuate le fonti complementari e secondo quale ordine di preferenza vadano utilizzate. A parte il maggiore dettaglio, le indicazioni non si discostano da quelle già note.

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Regole di catalogazione

Parzialmente conformi a Unimarc bibliographic

Parzialmente conformi a ISBD

Parzialmente conformi a REICAT

Regole specifiche per:

trascrizione e sviluppo di numerali e sigle

trattamento dei titoli parallelo e di collezione

ordinamento dei dati in alcune tipologie di intestazioni

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SBN e REICAT

Parte delle REICAT sono già patrimonio delle regole SBN uso di codici per la designazione generica del materiale trattamento delle false edizioni nuova registrazione per ristampa in nuova collana periodicità = prima nota dei record dei seriali identificazione dell’opera attraverso titolo e autore

(trattamento del titolo uniforme)

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Innovazioni tra le RICA e le REICATConsistenza dei cataloghi

- dal catalogo della singola biblioteca ai cataloghi collettivi

Catalogazione attività che consiste spesso nell’identificazione di una registrazione già presente nel catalogo collettivoMaterialidai testi a stampa alle audioregistrazioni, videoregistrazioni, documenti elettroniciEditoriaproduzione in continua crescitapubblicazioni indipendenti abbinate per la vendita ad altreristampe inalterate indicate come edizioniConsultazionedalla consultazione in sede alla consultazione a distanza

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Criteri di base

Una normativa d'insieme, che guarda alla

catalogazione nel suo complesso

Non comprende, ovviamente, indicazioni per l'indicizzazione per soggetto

Le norme sono state concepite il più possibile come integrate, finalizzate al trattamento di pubblicazioni di qualsiasi genere all'interno di un catalogo generale

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Norme per la cooperazione

Assumono come punto di riferimento primario non la biblioteca isolata, con il suo catalogo separato gestito da un unico responsabile esperto, ma i sistemi bibliotecari

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Terminologia biblioteconomica

• Le REICAT sono conformi agli standard internazionali• In particolare per l’architettura della registrazione

bibliografica– La pubblicazione di FRBR nel 1998 conferma la validità

delle scelte operate in SBN – L’architettura della registrazione bibliografica FRBR,

almeno nelle sue parti fondamentali, corrisponde a quella SBN

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Struttura del codice REICATLa struttura del nuovo codice è stata suddivisa, in tre grandi parti:

• la prima dedicata alla analisi dei prodotti di un’attività artistica o intellettuale● rappresentati dai titoli e dalle loro relazioni ● (Descrizione bibliografica e dell’esemplare),

• la seconda dedicata alla identificazione delle opere e delle espressioni e alle loro relazioni

– (Opere e espressioni)

• la terza alle responsabilità, ossia alle relazioni tra le opere e le espressioni e le persone o enti responsabili del loro contenuto intellettuale e artistico e alla scelta della forma dei nomi con i quali rappresentarli nel catalogo (Responsabilità).

• Alcune appendici trattano di aspetti particolari( abbreviazioni, uso delle maiuscole, designazioni generiche e specifiche del materiale, traslitterazione, musica scritta, intestazioni uniformi per la voce Bibbia).

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Struttura

E’ una struttura originale, diversa dai codici della generazione precedente come dalle nuove regole angloamericane in preparazioneMa riflette una distinzione logica tra tre fasi della catalogazione- la descrizione delle pubblicazioni, - l'identificazione delle opere- l'assegnazione delle responsabilità

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SBN e REICATPer quanto riguarda le novità, in linea di

massima si possono applicare tutte quelle regole relative sia alla

descrizione che agli accessi chenon necessitano di modifiche al

programma enon implicano bonifiche del pregressoE’ indispensabile riferirsi sempre alla

Circolare per l’applicazione delle REICAT in SBN

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SBN e REICAT

Esempi di norme applicabili:creazione dell’accesso dal titolo uniforme (titolo dell’opera) anche

per i documenti moderni e in lingua originale (cap. 9)ma con una serie di limitazioni

indicazione del tipo di responsabilità (14.2.4)forma dell’intestazione di università, enti territoriali e

circoscrizioni ecclesiastiche (cap. 16)solo se possibile la correzione delle vecchie intestazioni presenti in

archivioe sempre con rinvii dalle forme pregresse

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SBN e REICAT

Esempi di norme al momento inapplicabili:possibilità di scelta tra catalogazione a più livelli e unica

registrazione per le pubblicazioni in più unità fisiche (1.6)

descrizione del titolo parallelo nella prima semiarea dell’area 1 (resta l’obbligo di effettuare il legame)

(4.1.4)aggiunte convenzionali al titolo uniforme per identificare,

raggruppare e ordinare le espressioni (9.0.5)titolo uniforme collettivo (15.1.2.2)

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SBN e REICAT

Esempi di norme al momento inapplicabili:Legame al titolo collettivo uniforme (9.0.5)

Richiami reciproci tra titoli uniformi di opere connesse tra di loro (9.6.2)

Forma dell’intestazione per i nomi di sovrani e papi (15.1.2.2)

ma rinvii dalle forme previste da REICAT

Rinvii reciproci tra intestazioni (15.4.2)

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Indici delle parti

Conviene partire proprio dalla struttura generale, e quindi dall'indice delle tre Parti e di ciascun capitolo, per familiarizzare con la distribuzione logica della materia, sotto vari aspetti differente rispetto alle RICA (non solo nell'inversione delle parti, ma anche p.es. nella precedenza dei capitoli sulla formulazione dei titoli uniformi e delle intestazioni per persone ed enti rispetto a quelli sull'assegnazione degli stessi elementi di accesso

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0 Introduzione

La parte introduttiva generale, oltre a precisare l’oggetto, lo scopo e la struttura del codice,presenta in sintesi i concetti e i principi fondamentali, in maniera che le varie parti possano essere lette e comprese tenendo sempre sullo sfondo l'architettura complessiva in cui sono inserite

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0.1.2. Definizioni

Pubblicazione Per pubblicazione si intende ogni documento

destinato all’uso pubblico e fruibile mediante la lettura, l’ascolto, la visione o il tatto, prodotto o riprodotto in più esemplari con qualsiasi procedimento tecnico e su qualsiasi supporto o messo a disposizione per l’accesso a distanza (trasmissione tramite una rete informatica), qualsiasi siano le sue modalità di edizione, distribuzione o diffusione

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0.1.2. Definizioni

Esemplare Per esemplare si intende il singolo oggetto materiale

(copia) prodotto e posto in circolazione come supporto di una pubblicazione, o la copia digitale, integrale o parziale, di una pubblicazione elettronica accessibile a distanza, trasmessa tramite una rete informatica

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0.1.2. Definizioni

Opera e espressione Per opera si intende una creazione intellettuale o

artistica rappresentata da un testo, una musica o un’altra forma di espressione (un balletto, un film, etc.) o da un oggetto materiale o un manufatto (un disegno, una scultura, etc.).

Rappresentano la medesima opera tutte le realizzazioni che, secondo le norme, sono considerate versioni o modificazioni (espressioni) che non danno origine a un’opera nuova, distinta da quella preesistente

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0.1.2. Definizioni

Responsabilità Per responsabilità, ai fini catalografici, si intende la

relazione che lega un’opera o una delle sue espressioni a una o più persone o enti che l’hanno concepita, composta, realizzata, modificata o eseguita (cap. 14).

Possono essere trattate come responsabilità anche le attività che riguardano la pubblicazione e la produzione materiale (par. 14.1.5 e cap. 19) oppure singoli esemplari (par. 14.1.6 e cap. 20) .

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0.1.5 Livelli di completezza

Le registrazioni bibliografiche possono essere redatte a diversi livelli di completezza, sia per la descrizione bibliografica che per gli elementi di accesso o selezione

Devono però essere inclusi almeno gli elementi indispensabili per soddisfare le funzioni del catalogo

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0.4 elementi di accesso e elementi di selezione

Nei cataloghi elettronici tutte le informazioni presenti nelle registrazioni bibliografiche (o in registrazioni d’altro genere) dovrebbero costituire un elemento di accesso (o punto di accesso), essere cioè liberamente ricercabili, nella forma in cui si presentano, isolatamente o in combinazione tra loro, e se possibile in forma parziale, troncata, etc., possibilmente con la facoltà di specificare o escludere particolari tipi di informazione (p.es. particolari elementi di accesso controllati oppure elementi della descrizione bibliografica)

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0.4.1. Accesso dai titoli

Tutti i titoli che possono essere usati (o citati) per individuare una pubblicazione o un’opera (o una delle sue espressioni), e in particolare il titolo principale e altri titoli che compaiono in evidenza nelle pubblicazioni (p.es. in altre lingue o in punti diversi), dovrebbero costituire elementi di accesso

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0.4.2. Accesso da numeri o codici identificativi

Devono costituire elementi di accesso i numeri o codici identificativi attribuiti alle pubblicazioni o ad altre entità (p.es. a opere o a esemplari, a biblioteche, etc.), sia quando sono riconosciuti da standard internazionali o nazionali, sia quando sono comunque largamente utilizzati (cfr. il par. 4.8). Quando esistono più numeri o codici, anche errati, la ricerca dovrebbe essere assicurata da tutti

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0.4.3. Elementi di accesso controllati

Le norme prevedono il controllo esauriente e uniforme degli elementi di accesso costituiti da titoli e nomi di persone o enti responsabili per l’opera o una sua espressione.

Gli elementi d’accesso controllati, a questo scopo, sono costituiti rispettivamente da:

a) titoli uniformi (par. 0.4.3.1) e titoli di rinvio ad essi; b) intestazioni uniformi (par. 0.4.3.3) e intestazioni di rinvio

ad esse. Per i titoli o intestazioni di rinvio e per i richiami tra titoli o

intestazioni connessi vedi il par. 0.4.3.6. Possono essere controllati in maniera analoga altri

elementi di accesso (par. 0.4.3.8).

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0.4.3.1. Titoli uniformi

• Per titolo uniforme si intende il titolo con cui un’opera, o una sua parte, viene identificata ai fini catalografici (cap. 9)

• Titoli che si riferiscono a opere diverse ma che risulterebbero identici vengono distinti mediante qualificazioni o altri elementi appropriati, quando non è sufficiente la visualizzazione della relativa intestazione principale

• Altri titoli o forme varianti del titolo adottato come titolo uniforme sono registrati come titoli di rinvio

• Per eventuali forme parallele dei titoli uniformi in più lingue o scritture vedi il par. 0.6.4.

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0.4.3.2. Intestazioni

• Per intestazione si intende l’espressione formulata allo scopo di costituire un elemento di accesso controllato a una o più registrazioni, consentirne il raggruppamento e facilitarne l’ordinamento. È costituita da un nome (o una denominazione) eventualmente integrato da altri elementi.

• Il termine intestazione viene utilizzato, nelle norme, per indicare l’espressione che identifica nel catalogo una persona o un ente collegati a un’opera o a una sua espressione da una relazione di responsabilità. Il termine non viene invece usato per riferirsi a titoli, anche se costituiscono elementi di accesso controllati.

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0.4.3.4. Intestazione principale

0.4.3.4 A. Le norme distinguono le relazioni di responsabilità per un’opera secondo tre gradi (responsabilità principale, coordinata, secondaria) a cui corrispondono tre tipi di legame tra il titolo uniforme dell’opera e l’intestazione uniforme per una persona o un ente che possono dare origine a trattamenti diversi: intestazione principale, intestazioni coordinate, intestazioni secondarie (par. 14.2.3).

L’intestazione principale è sempre unica e può essere assente (in questi casi, tradizionalmente, si dice che il titolo funge da intestazione principale). Se presente, può essere accompagnata da una o due intestazioni coordinate.

Le norme indicano, per le diverse situazioni, quale elemento si sceglie come intestazione principale per un’opera (cap. 17). Se una pubblicazione comprende più opere le norme indicano quale opera si considera come principale (cap. 12).

Per sistemi che non individuano un’intestazione principale o non distinguono le intestazioni secondo tre gradi di responsabilità vedi il par. 14.2.5.

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0.4.3.5. Qualificazioni 0.4.3.6. Rinvii e richiami

Le qualificazioni sono elementi che in un titolo uniforme o in un’intestazione si aggiungono al titolo di un’opera o al nome di una persona o di un ente per distinguerli da altri con lo stesso titolo o nome.

I rinvii rimandano a un titolo uniforme o a un’intestazione uniforme da un altro titolo (o forma del titolo) o da un altro nome (o forma del nome) diversi da quelli adottati e sono quindi unidirezionali.

I richiami (o rinvii reciproci) collegano due o più titoli uniformi o intestazioni uniformi in relazione tra loro (p.es. i titoli uniformi di due opere derivate l’una dall’altra oppure i nomi di due enti collegati). Sono generalmente reciproci ma possono, se opportuno, essere istituiti in una sola direzione

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0.4.3.7. Intestazioni e titoli uniformi facoltativi

• Le norme indicano i titoli uniformi e le intestazioni da considerare obbligatori per assicurare il soddisfacimento delle funzioni del catalogo come indicato

• Sono considerati facoltativi i titoli uniformi e le intestazioni che incrementano l’informazione fornita dal catalogo ma non sono ritenuti necessari in tutte le circostanze o per tutti i generi di pubblicazioni. Molte norme, comunque, segnalano intestazioni o titoli uniformi facoltativi che può essere opportuno aggiungere.

• Non si ritiene indispensabile assegnare titoli uniformi per tutte le opere contenute in una pubblicazione (p.es. nel caso di raccolte) o intestazioni secondarie a tutte le persone o gli enti i cui nomi sono riportati nella descrizione bibliografica, quando questi nomi non costituiscono un elemento di accesso importante per la ricerca della pubblicazione o non indicano responsabilità rilevanti. Può essere opportuno per uniformità e chiarezza, tuttavia, osservare il criterio di assegnare sempre un’intestazione secondaria alle persone e agli enti i cui nomi sono riportati, in quanto responsabili, nella descrizione bibliografica.

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0.4.3.8. Altri elementi di accesso controllati

Quando si ritiene opportuno possono essere trattati come elementi di accesso controllati anche i luoghi di pubblicazione e i nomi degli editori, tipografi, o altre figure connesse con la produzione materiale, la pubblicazione e la distribuzione (cap. 19). Questo trattamento è raccomandato per le pubblicazioni antiche e per altri materiali (p.es. le pubblicazioni musicali) per i quali si ritiene utile la possibilità di ricerca tramite elementi di questo genere

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0.4.4. Elementi di selezione

0.4.4 A. Alcuni tipi di informazione, per il numero di registrazioni a cui di solito si applicano, sono particolarmente idonei a essere utilizzati come elemento di selezione (o esclusione, o “filtro”) nella ricerca in cataloghi elettronici. Comprendono, per le registrazioni bibliografiche:

a) la data di pubblicazione, o di produzione, distribuzione, etc. (par. 0.4.4.1); b) il tipo di materiale (par. 0.4.4.2); c) il tipo di pubblicazione e il livello bibliografico della registrazione (par.

0.4.4.3); d) il paese di origine della pubblicazione (par. 0.4.4.4); e) la lingua (o lingue) del contenuto della pubblicazione (par. 0.4.4.5).

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0.4.4.4. Paese di pubblicazione

• La ricerca o selezione secondo il paese di pubblicazione (o di produzione, distribuzione, etc.) dovrebbe permettere di specificare (o escludere) uno o più paesi.

• Si registra il paese a cui appartiene attualmente il luogo di pubblicazione (o quelli a cui appartengono più luoghi di pubblicazione), anche se al tempo della pubblicazione la località apparteneva a un paese diverso. Se è possibile (o si preferisce) indicare nella registrazione un solo paese

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0.4.7 Giustificazione degli elementi di accesso• Gli elementi di accesso assegnati sono di norma giustificati da

informazioni fornite nella descrizione bibliografica • Tuttavia, per esigenze di economicità, si possono assegnare

elementi di accesso non individualmente giustificati nella descrizione:

• p.es., per un libretto d’opera, da una nota come A p. 3 personaggi e interpreti)

• o risultare chiaramente implicita, p.es. nel titolo della pubblicazione: Tutto il teatro oppure Scritti in onore di ..., che implicano che il contenuto consista di più opere o contributi con propri titoli

• o per il suo carattere: p.es. i film, che includono abitualmente titoli di testa e di coda in cui compaiono i “crediti” e il cast

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Parte I: DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA E

DELL’ESEMPLARE

1. Oggetto e modalità della descrizione bibliografica

2. Criteri generali di descrizione bibliografica

3. Fonti delle informazioni

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1.1 Oggetto della descrizione bibliografica

La descrizione bibliografica ha per oggetto, di norma, ciascuna pubblicazione indipendente e distinta, considerata come insieme degli esemplari prodotti utilizzando sostanzialmente una stessa matrice (o una sua copia o derivazione) e posti in circolazione da una stessa casa editrice o altro ente o persona (o da più case editrici, di produzione, distribuzione o diffusione, etc.). Gli esemplari possono essere prodotti anche su richiesta e singolarmente (print on demand) o, per le pubblicazioni elettroniche accessibili a distanza (non distribuite o diffuse su un supporto materiale), essere costituiti da copie digitali integrali o parziali trasmesse tramite una rete informatica alla postazione richiedente

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Fonti della descrizione

Le informazioni da utilizzare per la descrizione si ricavano da una fonte primaria e da altre fonti secondo un ordine di preferenza obbligatorio (par. 3.1 e 3.2).

Per le pubblicazioni in più unità o ad aggiornamento integrato una o più unità o parti vengono individuate come base della descrizione (par. 3.3).

Per ogni area della descrizione sono stabilite le fonti prescritte dalle quali ricavare le informazioni (par. 3.5).

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3.1. Ordine di preferenza delle fonti

Le informazioni da utilizzare per la descrizione si ricavano da fonti determinate, interne o esterne alla pubblicazione, nel seguente ordine di preferenza:

1) una fonte scelta come fonte primaria (o fonte principale d’informazione, par. 3.2); 2) altre parti in evidenza della pubblicazione, che svolgono funzioni complementari

alla fonte primaria (fonti complementari, par. 3.4); 3) il resto della pubblicazione; 4) fonti esterne alla pubblicazione (p.es. bibliografie, cataloghi, enciclopedie o altri

repertori, informazioni fornite dall’editore, dati accertati in studi specifici o in alcuni casi stabiliti o ipotizzati dal catalogatore stesso).

Rientrano tra le fonti interne anche eventuali parti staccate (p.es. la sopraccoperta, il contenitore o la custodia) o allegati (p.es. il manuale d’uso di una pubblicazione elettronica) che fanno parte di una pubblicazione come è stata diffusa.

Rientrano tra le fonti esterne, invece, materiali che possono essere stati acquisiti insieme alla pubblicazione (p.es. cataloghi editoriali o pubblicità) ma non ne sono parte integrante.

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3.2. Fonte primaria

Fonte primaria per la descrizione di una pubblicazione è la parte di essa che presenta formalmente il titolo, in genere insieme ad altre informazioni essenziali, in evidenza e preliminarmente al contenuto.

Per le pubblicazioni a stampa fonte primaria è di norma il frontespizio Per le pubblicazioni d’altro genere, che non contengono prevalentemente testo a stampa

leggibile senza l’impiego di apparecchiature, fonte primaria è possibilmente la parte che svolge funzioni corrispondenti

3.2.1. Frontespizio 3.2.1 A. Per frontespizio si intende la pagina di una pubblicazione a stampa dedicata a

presentare formalmente il titolo e posta in genere prima dell’inizio del testo. Insieme al titolo vi compaiono di solito altre informazioni rilevanti sulla pubblicazione stessa (o sulle opere che questa presenta o comunque sul suo contenuto), l’indicazione delle responsabilità più significative e, per intero o in parte, le indicazioni di pubblicazione (luogo, editore e data).

Nelle pubblicazioni in più unità (monografiche o seriali) contiene di solito anche indicazioni numeriche o cronologiche o informazioni d’altro genere relative alla singola unità (titolo, responsabilità, etc.).

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3.2.2.1. Sostituto del frontespizio per le pubblicazioni monografiche moderne

Per le pubblicazioni monografiche moderne (comprese quelle musicali) che non hanno frontespizio il sostituto del frontespizio si sceglie secondo il seguente ordine di preferenza:

1) la copertina, compresa una cartella o custodia staccata; 2) l’intitolazione, ossia il titolo (con eventuali altre informazioni) che figura in

testa o al principio della prima pagina del testo; 3) il colophon o sottoscrizione, ossia la pagina o parte di pagina posta alla

fine della pubblicazione che fornisce informazioni sulla pubblicazione stessa (di solito soprattutto riguardo alla stampa).

Per le pubblicazioni musicali a stampa la prima pagina di musica viene preferita alla copertina se presenta informazioni più complete.

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3.2.2.3. Sostituto del frontespizio per le pubblicazioni seriali

Per le pubblicazioni periodiche o seriali che non hanno frontespizio il sostituto del frontespizio si sceglie secondo il seguente ordine di preferenza:

1) la copertina; 2) la testata; 3) la gerenza, ossia la pagina o, più spesso, la parte di una pagina in cui

compaiono, insieme al titolo, informazioni sulla proprietà, la direzione, l’amministrazione, la redazione, etc.;

4) la pagina del sommario o indice ed eventuali altre pagine redazionali o editoriali;

5) il colophon o sottoscrizione; 6) altre pagine preliminari; 7) informazioni presenti a margine delle pagine di testo (p.es.

un’indicazione stampata al piede della prima pagina o un titolo corrente); 8) informazioni presenti nel testo stesso

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3.2.2.3. Sostituto del frontespizio per le pubblicazioni seriali

Per le pubblicazioni periodiche o seriali che non hanno frontespizio il sostituto del frontespizio si sceglie secondo il seguente ordine di preferenza:

1) la copertina; 2) la testata; 3) la gerenza, ossia la pagina o, più spesso, la parte di una pagina in cui

compaiono, insieme al titolo, informazioni sulla proprietà, la direzione, l’amministrazione, la redazione, etc.;

4) la pagina del sommario o indice ed eventuali altre pagine redazionali o editoriali;

5) il colophon o sottoscrizione; 6) altre pagine preliminari; 7) informazioni presenti a margine delle pagine di testo (p.es.

un’indicazione stampata al piede della prima pagina o un titolo corrente); 8) informazioni presenti nel testo stesso

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3.2.3. Fonte primaria per pubblicazioni d’altro

genere

3.2.3 B. Si preferisce possibilmente una fonte leggibile a occhio nudo, se corretta e sufficiente per la descrizione, rispetto a una fonte che richiede l’impiego di un’apparecchiatura (p.es. per videoregistrazioni o pubblicazioni elettroniche diffuse su un disco o cassetta).

Tra fonti leggibili a occhio nudo si preferisce possibilmente una fonte non separata dal supporto (p.es. diciture impresse o incise oppure etichette fissate o da fissare ad esso), rispetto a una fonte staccata (p.es. un contenitore) e a materiale di accompagnamento (p.es. un fascicolo illustrativo o un manuale d’uso).

Tuttavia, se si preferisce, si può adottare come fonte primaria, per i documenti da proiettare o da visualizzare su uno schermo, la fonte principale che presenta le informazioni necessarie, in forma scritta, con l’apparecchiatura appropriata, dandone indicazione in nota (par. 4.7.1.9).

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3.2.3 Fonte primaria per documenti fruibili solo con l’impiego di un’apparecchiatura

Per le pubblicazioni che non contengono prevalentemente testo a stampa, leggibile senza l’impiego di apparecchiature, la fonte primaria da utilizzare per la descrizione è, in generale, la parte che svolge le funzioni del frontespizio o pagina del titolo, presentando formalmente il titolo stesso, di solito con le relative indicazioni di responsabilità e, per intero o in parte, le indicazioni di pubblicazione

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3.2.3 Fonte primaria per documenti fruibili solo con l’impiego di un’apparecchiatura

• Fonti leggibili ad occhio nudom Fonti non separate dal documento e 1) diciture impresse sulla pubblicazionea 2) etichette fissate alla pubblicazione

Fonti separate dal documento• 1) contenitori• 2) materiali di accompagnamento

• Fonti leggibili solo con l’impiego dell’apparecchiatura appropriata

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3.2.3 Fonte primaria per documenti fruibili solo con l’impiego di un’apparecchiatura

Tra– fonte leggibile ad occhio nudo– fonte leggibile con l’impiego

dell’apparecchiatura appropriata • si sceglie la fonte leggibile ad occhio nudo

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3.2.3 Fonte primaria per documenti fruibili solo con l’impiego di un’apparecchiatura

Si preferisce la parte frontale del contenitore se l’informazione riportata sul supporto si limita al titolo se l’informazione riportata sul supporto … è relativa a una

pubblicazione precedente o è comune a pubblicazioni diverse …

(p.es. quando su un DVD figura il titolo originale di un film e sul contenitore il titolo italiano, di solito insieme ad altre informazioni …relative all’edizione … che si sta catalogando)

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3.4. Fonti complementari della fonte primaria

3.4 B. Sono fonti complementari per libri e opuscoli a stampa, in ordine di preferenza:

1) i preliminari, ossia le pagine che precedono la prima pagina del testo (o della prefazione, del sommario, etc.): comprendono l’occhietto e il suo verso, il verso del frontespizio e, in alcuni casi, il recto della carta che segue il frontespizio, se reca informazioni analoghe a quelle che compaiono di solito sul verso del frontespizio;

2) la copertina, compresi il dorso, la parte posteriore (“quarta di copertina”) ed eventuali risvolti, e, se presenti, la sopraccoperta, la custodia o altri contenitori;

3) il colophon (o la pagina o parte di pagina che comprende l’indicazione della stampa).

Sono compresi tra i preliminari eventuali altri frontespizi oltre quello scelto come fonte primaria e, quando la copertina è utilizzata come sostituto del frontespizio, il suo verso

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3.4. Fonti complementari della fonte primaria

Per le pubblicazioni periodiche o seriali sono fonti complementari anche la testata, l’intitolazione, la gerenza, la pagina del sommario ed eventuali altre pagine redazionali o editoriali e il titolo corrente.

Per le pubblicazioni a stampa costituite da un solo foglio, non piegato come in un fascicolo, vedi il par. 3.2.2 A.

Le fonti complementari si utilizzano nell’ordine sopra indicato. Tra i preliminari si preferisce la pagina contro il frontespizio all’occhietto e questo al verso del frontespizio; si preferisce la parte anteriore della copertina al dorso e questo alla parte posteriore, l’esterno alla parte interna e la copertina stessa alla sopraccoperta e alla custodia.

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Novità

(cap. 0), e poi in vari altri, si richiama l'attenzione sull'esigenza di trattare informazioni in più lingue e scritture

Documenti non pubblicati (cap. 6)

Informazioni sull'esemplare (cap. 7), che non riguardano solo il materiale antico o di pregio

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Aspetti tecnici della descrizione

problematiche di trascrizione dei dati (nel cap. 2)

scelta delle fonti delle informazioni da utilizzare nella descrizione, per i diversi tipi di materiali (cap. 3)

qualifiche degli autori,nell'area 1

ulteriori elementi relativi alla collezione, nell'area 6

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Aspetti tecnici della descrizione segue 2

• Semplificazioni per quanto riguarda i dati dell'area 4 (in particolare per l'editore e per la data) e dell'area 5

• (p.es. per le caratteristiche tecniche dei materiali non librari). Particolare attenzione è stata dedicata a:

• normalizzazione formale (p.es. per i simboli standard delle unità di misura)

• riduzione drastica dell’ impiego di abbreviazioni

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Parte I

Le norme comprese nella Parte I presentano unitariamente e in maniera integrata la descrizione dei materiali, e sono sostanzialmente fedeli agli standard ISBD, ma se ne discostano in alcuni punti di dettaglio, sulla base della tradizione catalografica ed editoriale italiana, o per uniformare soluzioni discordanti che compaiono nelle singole ISBD per materiali diversi.

Inoltre nella descrizione bibliografica ci si è orientati verso una notevole riduzione dell'uso delle abbreviazioni, senza però eliminarle completamente (soprattutto nell'area 5): sono state mantenute, in particolare, le abbreviazioni di uso più frequente e più largamente note o facilmente interpretabili dalla generalità del pubblico

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REICAT (0. Introduzione, Parte I)

• Abbreviazioni (0.6, Appendice A)• Pubblicazioni diffuse o commercializzate insieme (1.4.6)• Ristampe inalterate indicate nella fonte prescritta come

edizione (1.7.1.2, 7.1.1)• Variazioni minori del titolo tra le unità successive di una

pubblicazione seriale (1.7.3.1 A)• Fonte primaria per documenti fruibili solo con l’impiego di

un’apparecchiatura (3.2.3)• Titoli, qualifiche e altre informazioni che accompagnano il

nome, nell’indicazione di responsabilità (4.1.3.3)• Variazioni nelle indicazioni di responsabilità in pubblicazioni in

più unità, pubblicazioni seriali e collezioni (4.1.3.8 B)

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REICAT (0. Introduzione, Parte I)

• Complementi paralleli del titolo (senza titoli paralleli) (4.1.4.2 C)• Indicazioni parallele di responsabilità (senza titoli o complementi del titolo

paralleli) (4.1.4.3 C)• Variazione del luogo di pubblicazione nelle pubblicazioni in più unità

(4.4.1.3)• Variazioni dell’editore in pubblicazioni in più unità (4.4.2.4)• Data di pubblicazione (4.4.4.0)• Pubblicazioni in più unità costituite da materiali diversi, ma di pari

importanza (4.5.1.12)• Complementi del titolo della collezione (4.6.2 A)• Indicazioni di responsabilità relative alla collezione (4.6.3 A)• Espressione descrittiva che accompagna la designazione dell’unità (5.2.0.3

A)

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REICAT (parte II)

Titolo uniforme e titolo collettivo uniforme a) Titolo uniforme (9.0.3) b) Titolo collettivo uniforme (9.0.5, Appendice H)

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REICAT (parte III)

– Santi con cognome (seguono la regola generale)– Termini santo o santa (15.2.3 A-B)– Omonimi non distinti (15.3.4)– Richiami tra persona ed ente (15.4.2 A)– Cambiamenti minori nel nome degli enti (16.0.3.1 A)– Cambiamenti minori nel nome degli enti subordinati

registrati in forma gerarchizzata (16.0.3.1 B)– Qualificazioni degli enti territoriali (16.1.4.2 A) – Circoscrizioni ecclesiastiche ed enti religiosi con

competenza territoriale (16.1.5.3)– Istituzioni religiose locali (16.1.5.4) – Organi della Curia romana (16.1.5.5 B)– Indicazione della sede o dell’ambito territoriale nel nome

dell’ente (16.2.5)– Intestazione secondaria per il curatore della collezione

(17.3.2)

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Pubblicazioni diffuse o commercializzate insieme

Le pubblicazioni diffuse o commercializzate insieme ma non legate da un titolo comune o che non risultano parti di una pubblicazione unica si considerano pubblicazioni indipendenti, e non pubblicazioni in più unità o con allegati [o con supplementi] … [anche quando sono impiegati i termini: allegato, supplemento, inserto, etc.].

Enciclopedia biografica universale In area 7: Distribuito con La repubblica e L’espresso

Genio e materia : contributi per una definizione del mestiere d’arte / a cura di Paolo Colombo In area 7: In custodia con: L’intelligenza della mano

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Ristampe inalterate indicate nella fonte prescritta come edizione 1.7.1.2

Le ristampe di una stessa edizione non sono, di norma, oggetto di una descrizione bibliografica distinta, anche se indicate con il termine edizione, quando sono inalterate oppure presentano piccole differenze

Il termine edizione viene usato nell’editoria contemporanea anche per ristampe inalterate. Le REICAT accolgono una soluzione già adottata.

REICAT 7.1.1 (Informazioni relative all’esemplare) Si indica se l’esemplare appartiene a una ristampa particolare (anche se

presentata come “edizione”) …

5ª ristampa, 2004 2ª ed., 2007

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Ristampe inalterate

Trattamento in SBN

Se una ristampa è inalterata, anche se definita e numerata come nuova edizione per motivi editoriali, non è oggetto di nuova descrizione anche se varia:

• il numero standard• le dimensioni• la data

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Edizioni nuove

Trattamento in SBNE’ necessaria una descrizione distinta per una

edizione se varia:la collana;Il nome dell’editorela paginazioneil titolose presenta aggiunte o modifiche

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1.7.3.1 Variazioni minori del titolo tra le unità successive di una pubblicazione seriale

Si considerano cambiamenti minori del titolo di una pubblicazione seriale, che non richiedono descrizioni bibliografiche distinte:

a) l’aggiunta, eliminazione o variazione di articoli, preposizioni, congiunzioni e segni di punteggiatura; b) le variazioni grammaticali; c) le variazioni nella grafia;d) la sostituzione di una sigla (o altra forma abbreviata) alla forma estesa, o viceversa, sia quando costituisce il titolo sia quando ne fa parte, se la numerazione è continua; e) l’aggiunta, eliminazione o variazione di un collegamento grammaticale alla numerazione e di espressioni connesse che indicano la copertura; f) l’aggiunta, eliminazione o spostamento …di un termine descrittivo del tipo di pubblicazione, anche se costituisce la prima parola del titolo, purché non vi sia un legame grammaticale e la numerazione sia continua

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4.1.3.3 Titoli, qualifiche e altre informazioni che accompagnano il nome nell’indicazione di responsabilità

Il punto d) ci ricorda di valutare l’utilità di trascrivere le informazioni che accompagnano il nome sui frontespizi.

Informazioni fondamentali per la realizzazione dell’archivio di autorità, informazioni fondamentali per gli autori meno conosciuti, non presenti nei repertori.

Se si ritengono utili per identificare la persona

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4.1.3.8 B Variazioni nelle indicazioni di responsabilità in pubblicazioni in più unità, pubblicazioni seriali e collezioni

Se tra le parti di una pubblicazione in più unità vi sono variazioni nelle indicazioni di responsabilità relative alla pubblicazione nel suo complesso si riporta la forma presente nella prima unità (o comunque in quella assunta come base della descrizione). La variazione si indica in nota.

Se una forma è comune alla maggior parte delle unità, ma non alla prima, si può riportarla al posto di quella della prima unità, segnalando la variazione in nota.

Per le pubblicazioni periodiche o seriali e le collezioni le variazioni in indicazioni di responsabilità relative a persone con il ruolo di direttori, curatori, etc., possono essere segnalate in nota in forma generica.

Vocabolario siciliano / a cura di Giorgio Piccitto In area 7: Vol. 2: fondato da Giorgio Piccitto ; a cura di Giovanni Tropea; dal vol. 3: fondato da Giorgio Piccitto ; diretto da Giovanni Tropea

Rivista di storia economica / diretta da Luigi Einaudi In area 7: Dal 1984: fondata da Luigi Einaudi

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4.1.4.2C Complementi paralleli del titolo (senza titoli paralleli)

Se non ci sono titoli paralleli ma soltanto complementi del titolo in più lingue o scritture si riportano nell’ordine in cui compaiono. Se si preferisce si può riportare soltanto quello nella lingua o scrittura del titolo o, se questo criterio non è applicabile, quello che compare con maggiore rilievo o per primo. La presenza di complementi del titolo non riportati si può segnalare in nota

Diladdarno : Firenze oltre il fiume = Florence beyond the river

Golfo di Trieste : carta nautico turistica In area 7: Sottotitolo e legenda in quattro lingue

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4.4.1.3 Variazione del luogo di pubblicazione nelle pubblicazioni in più unità

Se il luogo di pubblicazione varia tra le parti di una pubblicazione in più unità si riporta quello indicato nella prima unità e si segnalano le variazioni in nota, in forma generica se sono numerose o se sono riportate nelle descrizioni delle singole unità.

Firenze In area 7: Luogo di pubblicazione dal vol. 3: Scandicci oppure, se non si può specificare la decorrenza della variazione In area 7: Il luogo di pubblicazione varia in: Scandicci (pubblicazione in più volumi della casa editrice La nuova Italia, in cui varia l’indicazione del luogo)

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4.4.2.4 Variazione dell’editore nelle pubblicazioni in più unità

Se l’editore … varia tra le parti di una pubblicazione in più unità si riporta l’indicazione che compare nella prima unità e si segnalano in nota le variazioni, in forma generica se sono numerose o se sono riportate nelle descrizioni delle singole unità.

Milano : Editrice bibliografica In area 7: Dal vol. 4: Perugia : Guerra; dal vol. 6: Perugia : Volumnia

ma: se i singoli volumi sono descritti individualmente

nell’area 7 si può indicare soltanto L’editore varia

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Descrizione del livello generale

La descrizione deve consentire di collegare tutte le notizie relative ai volumi particolari delle successive edizioni

Quindi deve essere una descrizione aperta • non si deve indicare l’edizione se presente• Non si devono indicare l’anno o gli anni• Non si devono indicare il numero dei volumi• I cambiamenti di curatore, editore, luogo vanno indicati in nota• Il tipo data sarà sempre F• Nuovi numeri ISBN andranna inserirti indicando nella nota al

numero l’edizione– Ma– Se in cofanetto con prezzo unitario– Se atti di congressi in più volumi• Ristampe anastatiche● Il livello generale sarà completo (edizione, date e numero

volumi)

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4.4.4.0 Data di pubblicazione

[…] Si considerano date di pubblicazione quelle che compaiono senza altra specificazione, o in collegamento con la parola edizione o espressioni che la comprendono (p.es. Prima edizione gennaio 2007), e le date di copyright oppure di stampa o manifattura quando possono essere ritenute equivalenti a una data di pubblicazione. Non si considerano date di pubblicazione, invece, le date che compaiono in connessione con informazioni di tipo diverso (p.es. l’imprimatur o il deposito legale) o nel testo (p.es. in una dedica o prefazione).Applicazione in SBN: Si applicano le REICAT.Gli anni di copyright o di stampa si riportano senza la qualificazione (©, stampa). Se gli anni di copyright e stampa coincidono, l’anno viene riportato senza parentesi quadre. Si raccomanda di non intervenire sul pregresso solo per questa variazione.2009(nella pubblicazione ©2009)2008(nella sottoscrizione finito di stampare nel maggio 2008)

Gabriella Mercurio, 2013

Data di copyright e stampa

Quando la data di copyright e di stampa divergono, nel caso in cui la differenza tra le due date è uguale o maggiore di 2 anni si indicherà la data più recente senza qualificarla, altrimenti si riportano entrambe , la prima senza alcuna precisazione e la seconda tra parentesi tonde

Es. Pisa : a spese dell’autore, 1976 (Pisa : Litografia di Cassio Tacchi, 1975)

1998 (stampa 1997) (pubblicazione in cui compaiono una data di pubblicazione sul frontespizio e, sul verso, una data di copyright coincidente e una data di stampa non coincidente)

1951 (stampa 1952) 1976 (stampa 1977)