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1 Regolamenti Pasquale Tamburrino, Rosario D’Onofrio Popolazione sportiva La Union of European Football Associations (UEFA) conta oltre 25 milioni di tesserati. In Italia per la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) i tesserati, in riferimento alla stagione sportiva 2015-2016, ammon- tavano a 1.353.866, di cui 1.062.294 calciatori, 24.757 tecnici, 33.674 arbitri (tra questi oltre 1.600 sono donne) e 233.141 dirigenti sportivi. Si contavano inoltre 13.120 società e 70.868 squadre (Figura 1.1), che hanno disputato un totale di 583.340 gare ufficiali; di cui 378.547 a livello giovanile, 201.406 nei campionati dilettantistici e 3.387 in quelli profes- sionistici (Figura 1.2). Capitolo 1 Ogni giorno in Italia si disputano in media quasi 1.600 partite ufficiali dirette da arbitri federali, sui 17.932 campi sportivi omologati a disposizione per l’attività agonistica. Il calcio dilettantistico e giovanile continua a rap- presentare il principale movimento sportivo presente in Italia; il numero complessivo dei giovani calciatori tesserati ammontava nel 2015-2016 a 827.784 (dato comprensivo sia dei tesserati per il Settore Giovanile e Scolastico, con l’aggiunta dei “giovani dilettanti”, sia dei “giovani di serie” che della categoria Juniores). L’incidenza dei calciatori tesserati per la FIGC tra i 5 e i 16 anni rappresenta quasi il 20% della popolazione italiana! Un dato estremamente rilevante con un picco Figura 1.1 Rapporto percentuale tra tesserati e squadre affiliate FIGC. Figura 1.2 Gare ufficiali nella stagione sportiva 2015-2016. Totale gare 583.340. Gare ufficiali 2015-2016 suddivisione per tipologia 34% 65% 1% Campionati professionisti Campionati giovanili Campionati dilettantistici Report FIGC 2015-2016 70.868 1.353.866 Squadre affiliate Tesserati FIGC

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Capito lo 1

1

RegolamentiPasquale Tamburrino, Rosario D’Onofrio

Popolazione sportiva

La Union of European Football Associations (UEFA) conta oltre 25 milioni di tesserati. In Italia per la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) i tesserati, in riferimento alla stagione sportiva 2015-2016, ammon-tavano a 1.353.866, di cui 1.062.294 calciatori, 24.757 tecnici, 33.674 arbitri (tra questi oltre 1.600 sono donne) e 233.141 dirigenti sportivi.

Si contavano inoltre 13.120 società e 70.868 squadre (Figura 1.1), che hanno disputato un totale di 583.340 gare ufficiali; di cui 378.547 a livello giovanile, 201.406 nei campionati dilettantistici e 3.387 in quelli profes-sionistici (Figura 1.2).

Capito lo 1

Ogni giorno in Italia si disputano in media quasi 1.600 partite ufficiali dirette da arbitri federali, sui 17.932 campi sportivi omologati a disposizione per l’attività agonistica.

Il calcio dilettantistico e giovanile continua a rap-presentare il principale movimento sportivo presente in Italia; il numero complessivo dei giovani calciatori tesserati ammontava nel 2015-2016 a 827.784 (dato comprensivo sia dei tesserati per il Settore Giovanile e Scolastico, con l’aggiunta dei “giovani dilettanti”, sia dei “giovani di serie” che della categoria Juniores).

L’incidenza dei calciatori tesserati per la FIGC tra i 5 e i 16 anni rappresenta quasi il 20% della popolazione italiana! Un dato estremamente rilevante con un picco

Figura 1.1 Rapporto percentuale tra tesserati e squadre affiliate FIGC.

Figura 1.2 Gare ufficiali nella stagione sportiva 2015-2016. Totale gare 583.340.

Gare ufficiali 2015-2016suddivisione per tipologia

34%

65%

1%

Campionati professionisti

Campionati giovanili

Campionati dilettantistici

Report FIGC 2015-2016

70.868

1.353.866

Squadre affiliate Tesserati FIGC

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2 Medico del calcio • Il manuale

di calciatori tesserati pari a 187.659, nella fascia di età tra gli 8 e i 10 anni (Figura 1.3).

Il trend dei praticanti rimane ancora oggi a vantaggio dei ragazzi (66%) rispetto alle ragazze (34%)1.

Sempre nella stagione sportiva 2015-2016 le 17 Rappresentative Nazionali hanno disputato comples-sivamente 184 partite, vincendone 94, pareggiandone 38 e subendo 52 sconfitte.

Dal punto di vista tecnico sono state aggiornate alcune regole del gioco del calcio ed è stata intro-dotta la VAR (Video Assistant Referee). Vi è un’im-portante attività didattica del Settore Tecnico FIGC nel qualificare, attraverso corsi di alta formazione e di specializzazione, il personale tecnico e dirigenziale. L’aggiornamento è diventato obbligatorio, mediante una formazione continua sia residenziale, con lezioni frontali, sia in forma FAD.

Dal punto di vista pratico, è aumentato il numero delle partite giocate ed è cambiata la tattica, estrema-mente condizionata dal risultato. Il gioco risulta essere sempre più aggressivo: più agonismo e pressing, ma meno tecnica. È aumentata la velocità del gioco, con una maggiore incidenza degli infortuni, soprattutto durante le gare ufficiali rispetto agli allenamenti2.

La conoscenza acquisita dagli studi epidemiologici presenti oggi nella letteratura internazionale consente una maggiore applicazione delle strategie preventive.

Dobbiamo comunque sostenere, per una corretta informazione scientifica, che nel calcio italiano studi sulla prevenzione delle lesioni traumatiche da sport validati dalla comunità scientifica sono scarsi e legati, come quelli epidemiologici, a ragionamenti induttivi.

Le lesioni muscolari risultano essere più frequenti rispetto al passato; sono aumentate le lesioni del lega-mento crociato anteriore (LCA), sia negli adulti sia in età giovanile, così come si rilevano elevate incidenze di re-injury post-chirurgia ricostruttiva3.

È necessario non sottovalutare quanto emerge dai dati presenti nella letteratura indicizzata internazionale, che evidenziano come un’alta percentuale di atleti sottoposti a intervento di ricostruzione dell’LCA non torni più ai livelli di performance precedenti la lesione4.

È aumentata anche l’incidenza delle patologie cro-niche, legate spesso a recuperi affrettati o a processi riabilitativi impropri o inopportuni.

In questo contesto in continua evoluzione è cambiato anche il ruolo del medico del calcio, oggi non più solo clinico, ma divenuto un vero e proprio manager dell’area medica, coordinatore di uno staff di collaboratori (Figura 1.4) che si avvale all’occorrenza di consulenti esterni.

Il trattamento dell’atleta infortunato oggi prevede un approccio multidisciplinare, così che le varie figure dell’area medica risultino stabili, rispetto al passato, e idonee nel fornire livelli assistenziali diversificati.

Figura 1.3 Calciatori tesserati nella fascia di età 5-16 anni nella stagione sportiva 2015-2016. Valore di picco di tesseramento nella fascia di età 8-10 anni.

Densità calciatori tesserati (5-16 anni) 2015-2016

5-7 anni

118.938

200.000

180.000

160.000

140.000

120.000

100.000

80.000

60.000

40.000

20.000

0

187.659

145.106132.438

114.035

calciatori tesserati

8-10 anni 11-12 anni 13-14 anni 15-16 anni

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3Capitolo 1 • Regolamenti

Terminologia

Il concetto di lesione

Le evidenze della letteratura scientifica rappresentano una guida importante per cercare di valutare al meglio la natura dell’infortunio. Lo studio epidemiologico delle lesioni del calcio, che verrà trattato nei capitoli succes-sivi, in Italia presenta difficoltà legate alla eterogeneità della terminologia.

Il concetto stesso di lesione nel calcio assume spesso un significato generico, non ben definito; tali inade-guatezze si riscontrano sia nella realtà pratica sia nella letteratura.

È importante quindi partire dalla definizione di lesione: la parola deriva dal latino laesus, participio passato del verbo laedĕre, che significa danneggiare (da lesione, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2011).

Il termine lesione è utilizzato in medicina per indicare una qualsiasi alterazione a carico di un tessuto o di un organo che comporti un cambiamento della forma, della funzione o della morfologia degli stessi, come conseguenza di un insulto fisico, chimico o biologico. In traumatologia dello sport si definisce lesione una qualsiasi “complaint” fisica subita da un atleta durante una partita o un allenamento di calcio.

La Fédération Internationale de Football Association Medical Assessment and Research Centre, in occasione del First World Congress of Sports Injury Prevention tenuto a Oslo nel giugno 2005, ha convenuto che il termine “attenzione medica” o “medical attention” si debba usare per esprimere la condizione medica del giocatore incapace di partecipare a un futuro allena-mento o a una futura gara. La parola “futuro” viene applicata in qualsiasi momento dopo il verificarsi della lesione, identificando la prognosi e i tempi di assenza5.

Le lesioni multiple che si verificano come conseguenza di un singolo evento lesivo dovrebbero essere registrate come “infortunio con diagnosi multiple”. Eventi trau-matici che non hanno rilevanza per la partecipazione del giocatore a gare o a sessioni di allenamento non dovrebbero essere registrati come lesioni.

Sempre secondo la FIFA, la definizione di lesione6

ha tre criteri fondamentali: a) assenza in sessioni di allenamento o gare ufficiali, b) specifica localizzazione anatomica del danno tissutale, c) necessità di cure medi-che. Quindi, ad esempio, una contusione del muscolo quadricipite (localizzazione e diagnosi di danno tissutale) che viene trattata con applicazione di ghiaccio ma non determina assenza all’allenamento quotidiano o alla gara successiva non dovrebbe essere classificata come “infortunio” perché il giocatore non è stato assente negli allenamenti né nelle gare.

Figura 1.4 Organizzazione ottimale teorica e relazioni interne ed esterne del Coordinatore Area Medica.

Responsabile Settore Medico

Area Tecnica - Atletica

Specialisti Consulenti

Esterni

Area Comunicazione

Coordinatore Area Medica

Responsabile Area Medica Prima squadra

Responsabile Area preventiva e Riabilitativa

Fisioterapisti

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4 Medico del calcio • Il manuale

Anche se tali definizioni appaiono abbastanza chiare e oggettive, nella pratica si registra una grande sog-gettività nell’applicazione dei criteri esposti alle varie contingenze e fattispecie, in particolare riguardo alla determinazione del “tempo perso” dall’atleta. Oltre alle difficoltà su esposte, le informazioni epidemiologiche2,5 hanno mostrato incongruenze riguardo ai metodi, alle definizioni, alle diverse caratteristiche del rapporto giocatore-squadra e ai fattori ambientali; a questo si aggiunge la difficoltà di stimare in maniera oggettiva il “grading” di una lesione.

Incidenza

Per “incidenza” delle lesioni si intende il numero di infortuni che si verificano durante un intervallo di tempo in cui vi è effettivamente il rischio che si manifestino eventi traumatici. Di conseguenza, l’incidenza delle lesioni nel calcio dovrebbe essere calcolata in riferi-mento alle ore effettivamente “giocate” durante le gare e gli allenamenti; non sempre ciò avviene, per cui si registra una notevole variabilità dei dati disponibili in letteratura, con valori compresi tra 0,5 e 45 infortuni per 1.000 ore di allenamento e gare. Ovviamente, nel gioco del calcio la maggior parte delle lesioni si verifica all’arto inferiore1-7.

Lesioni ricorrenti

Una lesione è definita “ricorrente”4 quando:

• È dello stesso tipo e si verifica nello stesso sito ana-tomico dopo che il giocatore è tornato alla piena partecipazione all’attività agonistica

• Si verifica entro i due mesi dal ritorno di un giocatore alla piena partecipazione all’attività agonistica; tale evento è indicato come “prima recidiva”.

Una re-lesione che si verifichi tra i 2 e i 12 mesi dal rientro del calciatore alla piena attività agonistica è definita “recidiva tardiva”. Se si verifica dopo 12 mesi dal ritorno alla completa partecipazione è classificata come “recidiva ritardata”.

Quando si registrano infortuni ricorrenti, dovrebbero essere indicati correttamente il sito della lesione o l’arti-colazione lesa, il muscolo interessato specificamente o il legamento, piuttosto che la sede generica della lesione, come la “coscia” o il “ginocchio”.

Gravità delle lesioni

La gravità di una lesione è definita dal numero di giorni trascorsi dalla data di infortunio a quella del ritorno del giocatore alla piena partecipazione all’allenamento della squadra, correlabile con la sua disponibilità a par-tecipare alle gare ufficiali4.

Il giorno in cui si verifica un infortunio è il “giorno zero”, e non dovrebbe essere “quantizzato” nel “tempo” della lesione. Pertanto, se un giocatore non può par-tecipare pienamente alla gara/allenamento il giorno dell’infortunio, ma è disponibile per la piena parteci-pazione il giorno successivo, l’incidente dovrebbe essere registrato come una “time loss injury”, con una gravità di infortunio di zero giorni4.

Libera Associazione Medici Italiani del Calcio

La Libera Associazione Medici Italiani del Calcio (LAMICA, www.lamica.it) (Figura 1.5) è stata costi-tuita nel 1976 a Roma da alcuni medici che potremmo definire i pionieri della sanità calcistica.

Questi pionieri o meglio Soci fondatori erano Ernesto Alicicco (A.S. Roma), Bruno Anselmi (A.C. Fiorentina), Francesco La Neve (Juventus F.C.), Giuseppe Martino (U.S. Catanzaro), Salvatore Matracia (U.S. Palermo) e Piergiovanni Scotti (A.C. Milan).

Il primo presidente è stato il professor Salvatore Matracia (Figura 1.6), il quale, oltre a essere cattedratico in Medicina dello Sport presso l’Università di Palermo, ricopriva il ruolo di Medico sociale della U.S. Palermo.

Nel 1988 viene eletto presidente il professor Ernesto Alicicco, Medico sociale della A.S. Roma, al quale seguì il professor Pier Luigi Gatto, medico del Genoa Cricket

Figura 1.5 Logo della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio.

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5Capitolo 1 • Regolamenti

and Football Club. Nel 2000 viene nominato il profes-sor Enrico Castellacci (già Medico sociale della A.S. Lucchese Libertas e dell’Empoli F.C. e che ricopre, dal 2004, il ruolo di Responsabile Sanitario della Nazionale Italiana di Calcio) (Figura 1.7).

L’Associazione ha come scopo (art. 4 dello Statuto) la valorizzazione della figura del Medico sociale mediante iniziative volte a migliorarne la preparazione scientifica e l’aggiornamento professionale, nonché a tutelarne l’atti-vità nell’ambito della Federazione Italiana Giuoco Calcio, delle leghe (Lega Nazionale Professionisti, Lega Italiana Calcio Professionistico e Lega Nazionale Dilettanti) e, non per ultimo, all’interno delle società calcistiche.

La più importante conquista dell’associazione è stata quella di ottenere l’obbligatorietà, per le società pro-fessionistiche, della specializzazione in Medicina dello Sport per ricoprire il ruolo di Responsabile sanitario di Prima squadra.

Particolare attenzione e supporto viene dato dai medici del calcio ai controlli antidoping, grazie alla collabora-zione con l’Organizzazione nazionale antidoping (NADO), derivazione funzionale dell’Agenzia Mondiale Antidoping (World Anti-Doping Agency, WADA) costituita in virtù della Legge 26 novembre 2007, n. 230, che ha ratificato la Convenzione Internazionale contro il doping nello sport adottata alla Conferenza generale dell’UNESCO in applicazione del Codice Mondiale Antidoping (Codice WADA) del quale NADO Italia è parte firmataria.

Le Federazioni Sportive Nazionali (FSN), le Discipline Sportive Associate (DSA), gli Enti di Promozione Sportiva (EPS) – fatte salve per questi ultimi le specificità previ-ste dalle Norme Sportive Antidoping (NSA) –, le leghe, le società e tutti gli altri organismi sportivi comunque denominati ricadono nella giurisdizione di NADO Italia e sono tenuti a rispettare le disposizioni delle NSA e a col-laborare con NADO Italia nell’attuazione del programma antidoping.

Risulta utile anticipare quello che verrà sviluppato nei capitoli successivi, e cioè che gli atleti e il personale di supporto, in virtù della loro affiliazione, tesseramento, accreditamento, o comunque della loro appartenenza alle suddette organizzazioni o partecipazione a manifestazioni sportive, hanno l’obbligo di conoscere e rispettare le NSA quale condizione indispensabile per la partecipazione alle attività sportive. 

La Libera Associazione Medici Italiani del Calcio è costituita da:

• Soci fondatori• Soci onorari• Soci ordinari• Soci aderenti.

I Soci onorari, ordinari e aderenti sono ammessi all’Associazione quando in possesso dei requisiti pre-visti, per ciascuna categoria, dalle norme statutarie. Nell’ambito procedurale e istituzionale le domande di nuove iscrizioni vanno indirizzate al Presidente, che le propone al Consiglio Direttivo, il quale valuta la posi-zione del richiedente e ne decide l’accoglimento. Le quote associative, il cui importo è determinato annualmente dal Consiglio Direttivo, devono essere versate entro la data di svolgimento dell’Assemblea Nazionale da tutti gli associati ed entro 60 giorni dall’accoglimento della domanda per i nuovi associati. Possono essere nominati Soci onorari coloro i quali, per il contributo scientifico o pratico portato allo sviluppo dell’Associazione, siano ritenuti meritevoli da parte dell’Assemblea Nazionale, su segnalazione del Consiglio Direttivo.

Figura 1.6 Salvatore Matracia e sullo sfondo Ernesto Alicicco in udienza dal Santo Padre Giovanni Paolo II.

Figura 1.7 Il Prof. Enrico Castellacci Presidente LAMICA e Responsabile Medico, dal 2004, della Nazionale Italiana di Calcio.

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6 Medico del calcio • Il manuale

Il medico in campo: disposizioni FIGC

Con richiamo alle norme in materia di Tutela sanitaria (art. 44 delle Norme Organizzative Interne della FIGC e art. 28 del Regolamento del Settore Tecnico), dalla stagione sportiva agonistica 2013-2014 le società profes-sionistiche hanno l’obbligo di indicare come Responsabile sanitario e Medico addetto alla Prima squadra, ove presente, figure professionali in possesso della specia-lizzazione in Medicina dello Sport.

Responsabile sanitario e Medico addetto alla Prima squadra sono le uniche figure professionali autorizzate a fornire in campo, nelle gare che riguardano la Prima squadra, l’assistenza medica necessaria.

In caso di straordinaria e documentata necessità, il Settore Tecnico potrà autorizzare la società, pre-via richiesta sottoscritta dal Legale rappresentante e dal Responsabile sanitario per il singolo evento, a far scendere in campo nelle gare della Prima squadra altro Medico sociale con provata competenza in ambito medi-co-sportivo e delle emergenze mediche. In linea generale, potranno essere autorizzate figure professionali in pos-sesso di una delle seguenti specializzazioni:

• Cardiologia• Anestesia-Rianimazione• Medicina dell’Emergenza-Urgenza• Ortopedia e Traumatologia.

In quest’ultimo caso, lo specialista in Ortopedia dovrà essere in possesso di certificazione (recente e/o aggiornata) di Esecutore BLS-D. Tutta la relativa docu-mentazione dovrà essere inoltrata al Settore Tecnico. L’inserimento nell’Albo e nei Ruoli del Settore Tecnico della FIGC come “MEDICO” si ottiene presentando la seguente documentazione:

• Domanda d’iscrizione nei ruoli del Settore Tecnico con autocertificazione dei dati anagrafici e dei cari-chi pendenti

• Certificato d’iscrizione all’Ordine dei Medici (in data non antecedente ai tre mesi)

• Certificato di specializzazione in Medicina dello Sport

• Fototessera • Fotocopia documento d’identità • Fotocopia del codice fiscale• Versamento di € 56,00 (cinquantasei/00) da effet-

tuarsi sul c/c postale n. 389502 intestato a “Settore Tecnico della FIGC – Via G. D’Annunzio, 138 – 50135 Firenze”.

Settore Tecnico FIGC: Medici sociali

Il Medico sociale iscritto ai ruoli del Settore Tecnico rimane l’entità giuridica responsabile dei processi sani-tari all’interno di una società calcistica. Il tesseramento, previa specializzazione in Medicina dello Sport, abilita alla partecipazione alle gare.

Art. 31

1. Sono iscritti nel ruolo di Medici sociali i laureati in Medicina e Chirurgia regolarmente iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri che presentino regolare domanda al Settore Tecnico.

2. Il tesseramento dei Medici sociali da parte delle Società è consentito solo per coloro che siano iscritti nel ruolo apposito.

3. Le Società professionistiche devono tesserare un Responsabile sanitario della Società che, ai sensi dell’art. 6 del Decreto del Ministero della Sanità 13 marzo 1995, deve necessariamente possedere la specializzazione in Medicina dello Sport ed essere iscritto in apposito elenco presso la Sezione Medica.

4. Nelle gare che riguardano la Prima squadra di Società professionistiche, il medico presente in campo deve essere il Responsabile Sanitario o altro medico tesserato per la Società pur-ché in possesso di Specializzazione in Medicina dello Sport e indicato all’atto del tesseramento (Figura 1.8) come addetto alla Prima squadra. Il Settore Tecnico, in casi eccezionali e per fondati motivi, può autorizzare la Società, previa motivata richiesta sottoscritta dal Legale Rappresentante e dal Responsabile sanitario della Società, a delegare per un periodo determinato altro medico tesserato per la Società, anche se non specialista in Medicina dello Sport.

Settore Tecnico FIGC: Operatori Sanitari

Il terapista dello sport è l’operatore sanitario che, previa l’abilitazione di base a norma di legge all’esercizio della professione sanitaria non medica in area fisioterapica, affianca e coadiuva con professionalità e competenze specifiche il lavoro del Medico dello Sport. È la fisio-logica, naturale e auspicata evoluzione della figura del massaggiatore sportivo, figura ancora vigente e regolamentata da apposita normativa nazionale (L. 1950/1055 - L. 1099/71).

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7Capitolo 1 • Regolamenti

Figura 1.8 Modulistica per l’iscrizione al Settore Tecnico FIGC – Sezione Medica.

FIGC

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8 Medico del calcio • Il manuale

Art. 32

1. Possono essere iscritti nel ruolo di Operatori Sanitari coloro che siano in possesso di titolo abilitante alla professione sanitaria di fisioterapista, massofisio-terapista, massaggiatore sportivo, massaggiatore, rilasciato ai sensi delle vigenti normative. Fra i quali: – Fisioterapista (DM 14 settembre 1994, n. 741) e

titoli equipollenti (DM 27 luglio 2000) – Massofisioterapista (L. 19 maggio 1971, n. 403) – Massaggiatore sportivo (L. 26 ottobre 1971, n. 1099) – Massaggiatore e capo bagnino degli stabilimenti

idroterapici (L. 23 giugno 1927, n. 1264). 2. Gli Operatori Sanitari sopra indicati, per essere iscritti

nell’apposito ruolo, devono presentare al Settore Tecnico la seguente documentazione: – Domanda d’iscrizione con autocertificazione dei

dati anagrafici e luogo di residenza – Certificato penale – Certificazione dei carichi pendenti – Copia autenticata del titolo abilitante – Fototessera firmata – Fotocopia del documento d’identità.

3. Gli Operatori Sanitari iscritti nell’apposito ruolo sono tenuti alla frequenza di specifici corsi di aggior-namento indetti dal Settore Tecnico.

Settore medico UEFA

Tutti i progetti medici UEFA sono gestiti dall’Unità Medica sotto la direzione della commissione medica, formata da 13 medici sportivi d’Élite leader di tutta Europa, molti dei quali sono o sono stati medici delle rispettive nazionali e vantano specializzazioni in orto-pedia, cardiologia e medicina sportiva.

Requisiti medici minimiLa UEFA ha introdotto i requisiti medici minimi nelle proprie competizioni a partire dalla stagione 2012-13, per assicurare che le squadre organizzatrici di gare UEFA forniscano a giocatori, ufficiali di gara e membri dello staff tecnico uno standard minimo di equipaggiamento e servizi medici per gestire incidenti che potrebbero mettere a rischio la vita o creare danni permanenti.

Screening medico I regolamenti medici UEFA specificano un dettagliato processo di screening medico a cui i giocatori devono sottoporsi prima di partecipare alle proprie competizioni.

Antidoping Il programma antidoping UEFA prevede test sulle urine ed ematici durante e fuori dalle competizioni, con controlli antidoping a sorpresa che si svolgono per tutta la durata delle competizioni stesse. Le analisi includono la ricerca di sostanze come l’EPO e l’ormone della crescita. Tutti i campioni vengono raccolti dai medici selezionati dalla UEFA e analizzati in laboratori accreditati dalla WADA.

Simposio medicoIl Simposio medico della UEFA riunisce esperti di club, federazioni e altre figure della famiglia calcistica, che analizzano tematiche chiave ed esaminano aree specifiche come la prevenzione degli infortuni, la Medicina dello Sport, il calcio femminile e giovanile e gli sviluppi presenti e futuri della medicina nel calcio. L’ultimo Simposio medico UEFA si è svolto nel febbraio 2014.

Studi sugli infortuniLo Studio UEFA sugli infortuni nei Club Élite dell’or-gano di governo del calcio europeo è attivo dal 2001 e fornisce un archivio storico senza precedenti di dati legati agli infortuni calcistici. Questi dati forniscono informazioni preziose per i club, le federazioni e l’in-tera comunità scientifica sui modelli di infortunio, i rischi, l’incidenza di determinati tipi di infortunio e le tempistiche di recupero. Studi simili vengono inoltre condotti in occasione delle fasi finali dei Campionati Europei UEFA.

Programma di formazione UEFA per medici del calcioLa UEFA ha attivato un corso di formazione e aggior-namento per i medici del calcio delle 54 federazioni nazionali affiliate. Il programma tratta tematiche come tecniche di emergenza, gestione degli infortuni, antido-ping e ruolo del medico nel calcio. L’obiettivo è creare nuovi standard condividendo le competenze e le espe-rienze mediche.

Emergenze sul campo: uso del defibrillatore

Dal 1° luglio 2017 (dopo essere stato già rimandato dai decreti del Ministro della Salute 11 gennaio 2016 e 19 luglio 2016 rispettivamente, al 20 luglio 2016 e al 30 novembre 2016, nonché sospeso fino alla data del 30 giugno 2017 dall’art. 48, comma 18, del DL del 17 ottobre

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9Capitolo 1 • Regolamenti

2016, n. 189, come modificato dalla legge di conversione 15 dicembre 2016, n. 229) è in vigore l’obbligo di dotarsi di defibrillatori anche per le associazioni e le società sportive dilettantistiche. I Ministri della Salute e dello Sport hanno precisato con il Decreto del Ministero della Salute del 26 giugno 2017 artt. 1 e 2 (GU Serie Generale, n. 149, del 28 giugno 2017) alcuni aspetti attuativi elencati di seguito:

Art. 1 - Dotazione e impiego dei defibrillatori da parte delle società sportive dilettantistiche

1. L’obbligo di dotazione e impiego di defibrillatori semiau-tomatici ed eventuali altri dispositivi salvavita di cui all’articolo 7, comma 11, del decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, si intende assolto da parte delle associazioni e società sportive dilettantistiche, come definite dall’articolo 5 del decreto ministeriale 24 aprile 2013, alle seguenti condizioni: a) qualora utilizzino un impianto sportivo, come definito dall’articolo 2 del decreto Ministro dell’Interno del 18 marzo 1996 e avente carattere permanente, che sia dotato di defibril-latore semiautomatico o a tecnologia più avanzata; b) qualora sia presente una persona debitamente formata all’utilizzazione del dispositivo durante le gare inserite nei calendari delle Federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate, durante lo svolgimento di attività sportive con modalità competitive e attività agonistiche di prestazione disciplinate dagli enti di pro-mozione sportiva, nonché durante le gare organizzate da altre società dilettantistiche.

Art. 2 - Obblighi

1. Nel caso di cui all’articolo 1, le associazioni e le società sportive dilettantistiche hanno l’obbligo di accertare, prima dell’inizio delle gare e per il tramite di propri referenti all’uopo incaricati, la presenza del defibril-latore all’interno dell’impianto sportivo, la regolare manutenzione e il funzionamento dello stesso, nel rispetto delle modalità indicate dalle linee guida di cui all’allegato E del decreto ministeriale 24 aprile 2013.

2. Nel caso di cui all’articolo 1, le associazioni e le società sportive dilettantistiche che utilizzano l’impianto spor-tivo devono assicurarsi che durante le gare da esse organizzate sia presente la persona debitamente for-mata ai sensi e per gli effetti dell’articolo 5, comma 7, del decreto del Ministro della Salute del 24 aprile 2013.

In sintesi

• Le società sportive, sia professionistiche sia dilettan-tistiche, hanno l’obbligo di defibrillatori semiauto-matici e di eventuali altri dispositivi salvavita

• Ogni impianto sportivo deve essere dotato di un defi-brillatore semiautomatico o a tecnologia più avanzata

• Nel corso delle gare deve essere presente una persona formata all’utilizzo del dispositivo salvavita

• Gli obblighi gravano in capo a tutte le società o associazioni sportive dilettantistiche che praticano una delle 396 discipline sportive riconosciute dal CONI (vedi delibera 20 dicembre 2016, n. 1566 del Consiglio Nazionale del CONI)

• Sono escluse dall’obbligo di dotazione del defibril-latore e dalla presenza obbligatoria del personale formato durante le gare le società o associazioni sportive dilettantistiche che praticano la propria attività al di fuori di un impianto sportivo

• Sono escluse dagli obblighi le società o associazioni sportive dilettantistiche che praticano sport a ridotto impegno cardiocircolatorio, il cui elenco è contenuto nell’allegato A del Decreto (a titolo esemplificativo: bowling, bocce, dama e freccette, tanto per citarne alcuni)

• L’unica conseguenza della mancanza del defibrilla-tore è la loro non idoneità a ospitare manifestazioni agonistiche

• Per quanto riguarda gli allenamenti, il Decreto ne prevede l’obbligo solo durante lo svolgimento di com-petizioni, sia gare sociali che eventi a livello federale o internazionale, ma non durante gli allenamenti

• Bisogna osservare che il precedente Decreto Balduzzi al punto 4.2 prevedeva l’obbligo di dete-nere il defibrillatore anche durante gli allenamenti; inoltre, se nell’impianto sportivo si effettuano solo corsi e non gare le linee guida indicano solamente che “si evidenzia l’opportunità di dotarsi di un defibrillatore”.

Per quanto riguarda le attività sportive a ridotto impegno cardiocircolatorio e le attività sportive svolte al di fuori degli impianti sportivi, dice l’articolo 4:

“Le disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 non si applicano alle gare organizzate dalle associazioni e società sportive dilettantistiche: a) relative alle attività sportive di cui all’articolo 5, comma 3 del Decreto Ministeriale (DM) 24 aprile 2013, nonché a quelle a ridotto impegno cardiocircolatorio, elencate nell’allegato A al presente decreto; b) al di fuori degli impianti sportivi”.

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