REGIONE VENETO ULSS 13 S E T T ORE SANITA’E SOCIALE Dolo … · e zanzare sono insetti che come...

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REGIONE VENETO SETTORE SANITA’E SOCIALE Direzione per la Prevenzione ULSS 13 Dolo-Mirano in collaborazione con:

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REGIONE VENETOS E T TORE SANITA’E SOCIALE

Direzione per la Prevenzione

ULSS 13Dolo-Mirano

in collaborazione con:

e zanzare sono insetti che comele mosche appartengono all’ordinedei ditteri.

Da sempre le zanzare hanno tur-bato il nostro riposo ma ora che inItalia è giunta la diurna zanzaratigre anche le attività ricreative elavorative sono ostacolate nel lorotranquillo procedere. Questo nuovoematofago ha determinato un note-vole peggioramento della qualitàdella vita tanto più che le caratteri-stiche biologiche ne favoriscono ladispersione all’interno delle are eurbane ostacolandone la lotta. Mala zanzara tigre non è l’unica zan-zara presente nel nostro territorio,di seguito verranno tracciate dellelinee generali attraverso le qualisarà possibile avere un’idea suffi-cientemente chiara delle più impor-tanti zanzare italiane e di ciò che èin nostro potere per contrastarne laproliferazione.

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e fasi di sviluppo delle zanzarepassano attraverso quattro fasi:uovo - larva - pupa - adulto.

Le uova sono deposte in acqua onei pressi di essa, a gruppi o singo-larmente. Da ogni uovo nasce unalarva che vive in acqua nutrendosidi planctoon e batteri ed accre-scendosi attraverso 4 stadi nelcorso dei quali aumenta progressi-vamente la sua dimensione senzatuttavia subire appariscenti modi-ficazioni morfologiche.

Le larve respirano l’ossigenoatmosferico attraverso un tubicinochiamato sifone, caratteristica checonsente alle zanzare la sopravvi-venza anche in acque con bassissi-mo contenuto di ossigeno comesono quelle inquinate.A questa regola fanno eccezione ilgenere Anopheles il quale è sprov-visto di sifone ed il genereCoquillettidia nel quale le larvepenetrano i fusti di piante acquati-che prelevando l’ossigeno diretta-mente dai loro tessuti.

Dopo il quarto stadio larvale sipassa allo stadio di pupa, fase dallaforma sostanzialmente differenteda quelle precedenti. La pupa simuove molto rapidamente e non sinutre.

Quando la pupa è matura siposiziona sotto il pelo dell’acqua esul dorso si apre una fenditura chepermette la fuoriuscita dell’adulto.

I maschi di zanzara si nutronodi liquidi zuccherini ed il loroapparato boccale è impossibilitatoa pungere a differenza delle fem-mine le quali necessitano, dopol’accoppiamento, di un pasto disangue per poter portare le uova amaturazione.

Quando una zanzara pungeintroduce il suo apparato boccalenell’ospite e ne sugge alcune stilledi sangue iniettando contempora-neamente la saliva.

Questa ha la funzione di impe-dire la coagulazione del sangue edè la responsabile della reazioneallergica che causa gonfiore, arros-samento e prurito.

3Ciclo biologico della zanzara

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’importanza medica delle zan-zare è legata alla loro possibilità ditrasmettere agenti patogeni all’uo-mo ed agli animali. La malattia piùimportante nel mondo è senzadubbio la malaria con 2.6 miliardidi persone che vivono in zone arischio d’infezione, di cui 300milioni sono annualmente infetta-te con una mortalità dell’1%, acarico soprattutto dei bambini.

La malaria è stata per le popola-zioni mediterranee un notevoleproblema, condizionandone la vitaspecie in prossimità di ambientiumidi come paludi o risaie.

In Italia, dopo l’eradicazionedella malaria, avvenuta a cavallodegli anni 50 e la riduzione delladensità dei vettori, le zanzarehanno cessato per lungo tempo dirappresentare un problema di

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sanità pubblica. In questi anni lezanzare sono state riconsideratecome possibili vettori di malattie acausa di alcune problematichesanitarie emergenti:• alcune specie, tra cui soprattutto

Culex pipiens si stanno sempre più adattando ad ambienti forte-mente antropizzati, grazie a siti riproduttivi di nuova creazione.

• la comparsa di popolazioni di culicidi resistenti ai più comuni insetticidi (Culex pipiens).

• la creazione di insediamenti turi-stici in zone prima scarsamente popolate, dove si hanno invasioni di specie tipicamente rurali quali Cx. modestus, Ae. caspius,Ae. detritus.

• l’arrivo di nuove specie, Aedesalbopictus potenziale vettore di arbovirus e nel 1996 Aedes atro-palpus.

• il graduale aumento di un poten-ziale vettore di malaria, Anopheles labranchiae.

L’eventualità che si verifichino inItalia sporadici casi di malaria,almeno per Plasmodium vivax èreale, considerando l’aumento delnumero di casi malaria importatiogni anno e l’immigrazione nellezone rurali centromeridionali di

Grafico della mortalità per malaria in Italia

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l’insetto fosse in grado di trasmet-tere solo le forme meno gravi dellamalattia, ma le ultime ricerchehanno dimostrato che può trasmet-tere anche le due forme più gravi, lafebbre emorragica (DHF) e la sin-drome da shock (DSS). Può inoltretrasmettere il virus del C h i k u n -g u n y a e quello dell’encefalite giap-ponese. In Italia queste malattierappresentano, fino ad oggi, unproblema teorico, in quanto non èpresente un serbatoio di infezione.Aedes albopictus può invece inse-rirsi nella trasmissione della fi l a-riosi canina (D i rofilaria repens) inaree urbane.Cx. pipiens, Ae. caspius, Ae.ve x a n s sono stata indicate comepotenziali vettori di arbovirus,supposti agenti di encefalitiumane; i tre culicidi sono vettori difilarie del genere D i ro f i l a r i a ( c a n i-na), che possono essere trasmesseanche all’uomo nel quale però nonsono in grado di riprodursi.

individui provenienti da zoneinfette.

La gran parte delle arbovirosisono infezioni che interessano glianimali, alcune si trasmettono traserbatoi animali e l’uomo (zoonosi)mentre poche sono trasmesseesclusivamente da uomo ad uomo(antroponosi, es. la dengue).

È bene ricordare, al fine di evita-re inutili allarmismi, che una zan-zara può trasmettere una malattiasolo dopo essersi prima infettatapungendo un soggetto ammalato.

Considerato la quantità di per-sone che si spostano quotidiana-mente a livello internazionale ladiffusione di malattie dovrebbeessere molto rapida e capillare, inrealtà per poter essere trasmessauna malattia deve riuscire a stabili-re con il vettore un rapporto moltostretto e specifico (solo alcune spe-cie di zanzare possono trasmetterealcuni tipi di malattie), inoltre ilpatogeno deve adattarsi alle condi-zioni ambientali, soprattutto latemperatura (Plasmodium fa l c i p a-r u m è, ad esempio, più termoesi-gente di Plasmodium viva x) equindi malattie tropicali diffi c i l-mente possono diffondersi nelnostro clima.

Aedes albopictus può trasmet-tere sia arbovirus che filariosi. Ladengue è forse l’arbovirus più peri-coloso ; inizialmente si pensava che

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D i ff e renza tra la zanzara comune (nel riquadro in alto adsx) e la zanzara Anopheles labranchiae (della malaria)

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el territorio italiano sono pre-senti molte specie di zanzare di cuiperò solo una piccola parte risultanoessere antropofile. Le diverse speciesi differenziano, oltre che per carat-teristiche morfologiche ed anatomi-che, per peculiarità comportamenta-li come l’endofilia e l’esofilia, la pos-sibilità di colonizzare ambientid i versi (acque dolci o salmastre,focolai di grandi o piccole dimensio-ni, aree boschive o urbane), la capa-cità di spostamento, la modalità disvernamento.•

na delle specie di zanzare piùcomuni nelle nostre zone è la Culexpipiens, la zanzara comune, quellache, per intenderci, ci perseguitanelle calde notti estive.

La specie è costituita in realtà dadue sottospecie, Cx. pipiens mole-stus e Cx. pipiens pipiens, checostituiscono il così detto “com-plesso” e che presentano numerosearee di sovrapposizione e sono dif-ficilmente distinguibili. Per idiversi ambienti normalmentecolonizzati la Cx. pipiens molestusè conosciuta come forma urbanamentre la seconda come formarurale. Entrambe le forme non si

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spostano a grandi distanze e sonoattive di preferenza al crepuscolo edi notte in prossimità delle aree disviluppo larvale da cui provengo-no. Possono entrare nelle abitazio-ni attirate dalla luce e dalla presen-za di persone rimanendo attive pertutta la notte.

La forma rurale è anche ornito-fila mentre la m o l e s t u s è soloantropofila. La molestus è in gradodi accoppiarsi in ambienti ristretti(stenogamia) quali possono esseretombini o fognature, è autogenica enon entra in diapausa inv e r n a l e(specie omodinama). Differentisono inoltre gli ambienti utilizzatiper lo sviluppo larvale, mentre lam o l e s t u s predilige acque luridecon forte carica organica anche sefortemente inquinate, la p i p i e n spredilige acque limpide consostanza organica di origine vege-tale.

Gli scoli inquinati a causa della mancanza di pesce,sono colonizzati in gran numero dalle larve di Culex.

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Queste zanzare si riproduconodeponendo delle placche di uovagalleggianti sopra la superfi c i edell’acqua, utilizzando per questofossi, vasche, tombini e tutte leacque di una certa dimensione.

Le larve di zanzara rappresen-tano un cibo appetitoso per moltipesci per cui i focolai dove la zan-zara ha maggiori possibilità diriprodursi sono le acque inquina-te, i fossi soggetti a prosciugarsiperiodicamente o quelli in cui lavegetazione estremamente fi t t aconsente alle larve di svilupparsiindisturbate. Sul finire dell’au-tunno, quando le giornate diven-tano più fredde, gli adulti di zan-zara ricercano un luogo protettoper poter passare l’inverno.

È questo il motivo per cui èpossibile rinvenire questa specieanche d’inverno nelle nostre case,soprattutto nei ripostigli, nei gara-ge e nelle cantine (la molestus è ingrado però di passare l’inverno inqualsiasi forma).

La velocità con cui il ciclo disviluppo è completato varia infunzione dei fattori ambientali tracui la temperatura svolge un ruolofondamentale, passando da pocopiù di una settimana a qualchemese.

La capacità di spostamento diquesta specie è nell’ordine di alcu-

ne centinaia di metri.•

ristemente famose per infe-stare le aree litoranee la caspius èuna zanzara molto aggressivaanche in virtù delle elevate densitàche può raggiungere.

Le uova, deposte sul terrenosoggetto ad allagarsi, restano vitalifino a quando la loro sommersionene determina la schiusa; il numerodi generazione è quindi in funzio-ne del clima, eccezion fatta per gliallagamenti dovuti ad attivitàantropiche (risaie).

Le larve si sviluppano solita-mente in zone paludose, lagune,pozze, canali di scolo e tolleranoacque con gradi di salinità moltodiversi che vanno dal dolce al sal-mastro.

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A causa dell’alternanza di allagamenti ed asciutte, larisaia rappresenta un ambiente ideale per la Caspius.

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Poiché gli allagamenti sono dinatura temporanea e spesso di pic-cole dimensioni, per evitare direstare al secco le larve sono carat-terizzate da uno sviluppo larvalemolto rapido (da uovo ad adulto,in presenza di cibo e temperatureadeguate, in meno di una settima-na).

È una specie sia diurna che not-turna ma il picco di attività siriscontra nelle ore crepuscolari.

Sono antropofile ma attaccanoqualsiasi altro animale, tendenzial-mente esofile solo in caso di fortiinfestazioni possono spingersianche all’interno delle abitazioni.

Ottima volatrice è in grado dispostarsi, sfruttando anche i venti,di decine di chilometri. Questacapacità di spostamento ne rendecomplessa la lotta in quanto i foco-lai di riproduzione si trovanogeneralmente molto lontano dallearee abitate. Sverna allo stadio diuovo.

olto tempo è passato da quan-do la malaria flagellava la nostraregione a tal punto che in alcunelocalità il 90% della popolazione neera affetto. Poi le bonifiche, ilmiglioramento delle condizionigenerali, il chinino e l’uso di inset-

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ticidi ha praticamente eradicato lamalattia dal nostro paese.

La malaria è provocata da unmicrorganismo, il plasmodio, vei-colato appunto dalla zanzara ano-fele di cui però esistono più specie.

Negli ambienti più meridionalila malaria veniva trasmessa daAnopheles labra n c h i a e m e n t r enel Veneto il principale vettore eraAnopheles sacharovi ed in misuraminore Anopheles atro p a r v u s(entrambe appartenenti al com-plesso maculipennis).

La zanzara anofele è caratteriz-zata dall’assenza di sifone respira-torio nelle larve per cui le stesse sidispongono, rispetto alla superfi-cie dell’acqua, orizzontalmente.

Larva di Anofele (a dx) e Controrto Iamadi conCulex (sx). La mancanza del sifone respiratorio faassumere alla larva di Anofele una posizione orrizon-tale.

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Anche gli adulti sono ricono-scibili per le ali screziate e per ilcorpo che assume, rispetto alpiano d’appoggio, una posizioneinclinata anziché orizzontalecome le altre zanzare.

Molto sensibili all’inquina-mento da detersivi le larve colo-nizzano acque limpide.

La forma svernante è rappre-sentata dall’adulto che trova rifu-gio durante la stagione sfav o r e v o-le in ambienti riparati come stalle,fienili, ricoveri per attrezzi.

uesta zanzara, originaria delsud-est asiatico, si sta diffonden-do in molti paesi tramite il com-mercio dei pneumatici.

La motivazione dell’utilizzo diquesto peculiare mezzo di sposta-mento risiede nella biologia dellaspecie, a differenza della zanzarac o mune infatti la z a n z a ra tigrenon depone le uova sull’acqua male incolla singolarmente appenasopra la superfi c i e .

I pneumatici stoccati all’apertograzie alla loro conformazione siriempiono facilmente d’acqua allaprima pioggia e le zanzare videpongono le uova.

Commercializzati poi in altripaesi ed immagazzinati ancora

all’esterno al primo evento piovo-so le uova, molto resistenti alladisidratazione, sono sommerse emesse quindi in condizione dischiudere per dare inizio ad unanuova colonia.

Ma com’è possibile che una

z a n z a ra abbia “imparato” ad

u t i l i z z a re un focolaio così inu s u a-

le?

Nel suo habitat di origine laz a n z a ra tigre utilizza per lariproduzione le cavità delle cannedi bambù spezzate ed i pneumati-ci evidentemente offrono caratte-ristiche simili.

La z a n z a ra tigre negli ambien-ti urbani non utilizza acque piùgrandi di un tombino frequentan-do tutti i microdepositi d’acquafacilmente rinvenibili in un giar-dino come cavi d’albero, sottova-si, bicchieri, secchi e vari conteni-tori abbandonati.

Questa specie sul finire dell’e-state inizia la deposizione di uovai nvernali, destinate a schiuderel’anno successivo per ripristinarel ’ i n f e s t a z i o n e .

L a z a n z a ra tigre è caratteriz-zata da una ridotta capacità dispostamento per cui quandovediamo un adulto possiamo cer-care il luogo dove è nato in un rag-gio di poche decine di metri.

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a lotta contro le zanzare è unapratica che coinvolge tutti, organi-smi pubblici e singoli privati.

Possiamo individuare tre momen-ti d’intervento:

consiste nelmettere in pratica una serie diazioni volte ad impedire la ripro-duzione delle zanzare. Si agiscequindi impedendo la creazionedelle condizioni favorevoli allo svi-luppo delle larve.

sela prevenzione non è stata suffi-ciente si ricorre all’uso di insettici-di allo scopo di uccidere le larvepresenti prima che completino losviluppo e diventino così adulti.

qualora neanche gli interventiantilarvali siano stati sufficienti èpossibile ricorrere ad insetticidiche nebulizzati in aria o irroratisulla vegetazione uccidono le zan-zare presenti. Questi interventisono costosi e dal forte impattoambientale in quanto essendo adampio spettro d’azione portano amorte tutti gli insetti presenti alte-rando gli equilibri biologici.

alle caratteristiche comporta-mentali delle diverse specie di zan-

Se mantenuti costantemente pieni d’acqua i sottovasicostituiscono un focolaio di riproduzione per la zanza-ra tigre.

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zare è facile dedurre che contro lazanzara comune e quella del litora-le il singolo cittadino non può faremolto in quanto queste utilizzanoper lo più acque di pertinenzapubblica (canali, lagune, paludi).

Contro la zanzara tigre, cheelegge proprio i giardini privati asuo habitat preferito, la collabora-zione di tutti non è solo utile, maassolutamente indispensabile.Mentre il servizio di disinfestazio-ne si occupa del territorio pubbli-co, ogni proprietario o comunquefruitore di un giardino, deve adot-tare una serie di norme di preven-zione atte ad impedire la riprodu-zione della zanzara tigre. Il comu-ne denominatore di queste regole è“evitare i ristagni d’acqua”.

i tratta di eliminare tutte lesituazioni che consentono all’acquapiovana o di irrigazione di creare deipiccoli accumuli. I sottovasi sono ingenere i primi ad essere incriminatima in effetti costituiscono un rischiosolo se costantemente pieni d’acqua:è sufficiente che vadano completa-mente a secco almeno un giorno lasettimana ed il pericolo è evitato.

Tutto ciò che con una pioggia puòriempirsi d’acqua rappresenta unpotenziale sito di riproduzione per lazanzara tigre. Secchi e contenitorivanno tenuti capovolti o coperti, le

c avità negli alberi vanno riempite disabbia, è necessario verificare perio-dicamente che le grondaie scaricanocorrettamente e fare molta attenzio-ne ai copertoni abbandonati.

Per le acque che non possonoessere eliminate, come ad esempio ibidoni per l’irrigazione, è suffi c i e n t eapplicare un coperchio o una zanza-riera stando bene attenti a nonlasciare fessure che consentano allezanzare di raggiungere l’acqua.

I tombini presenti nei giardinipossono essere isolati con una robu-sta zanzariera; se ci fossero problemidi sgrondo, sarà necessario trattarlicon un insetticida una volta la setti-mana a partire da maggio fino a metàottobre. Possono costituire un foco-laio d’infestazione solo quei tombiniche contengono acqua, ma in propo-sito è necessario prestare una parti-colare attenzione ad alcuni casi in cui

l’acqua c’è ma non si vede.Questo avviene nei pozzetti che

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Un tombino pieno d’acqua é un luogo ideale per lariproduzione della zanzara Tigre, basta che ci sia unforellino.

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ricevono, tramite una tubazioneinterrata, l’acqua raccolta dalle gri-glie poste in corrispondenza deigarage. Queste griglie, dove l’acquanon permane a lungo, appaionogeneralmente asciutte e sembranonon costituire un potenziale perico-l o ; i nvece le zanzare sono in grado dia t t r aversare la griglia, volare lungo iltubo di raccordo e raggiungere ilpozzetto per deporvi le uova.

Basterà spruzzare un po’ di inset-ticida (una volta la settimana) nellagriglia all’imboccatura del tubo diraccordo, versando poi un po’ d’ac-qua per consentire all’insetticida diraggiungere il pozzetto.

ontro le zanzare l’uso di inset-ticidi si rivela in talune situazioni

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senza alternative rispetto ad altresoluzioni. Per poter ottenere ilmigliore risultato con il minimorischio per l’ambiente, per la salu-te nostra e degli animali domestici,è però necessario essere in posses-so di alcune fondamentali nozioni.

Gli insetticidi di nostro interessepossono essere approssimativamentedivisi in due categorie:

• Adulticidi: spruzzati sulla vege-tazione hanno come obiettivo l’eli-minazione degli adulti di zanzara;

• Larvicidi: irrorati in acqua ucci-dono le larve eventualmente pre-senti mentre sono inefficaci controuova e adulti.

Dal punto di vista chimico i pro-dotti più usati per la lotta alle zan-zare possono essere classificati in:• P i r e t ro i d i : hanno azione sia

come larvicidi che come adulti-cidi, persistenti (efficaci per un lungo periodo di tempo) sono tossici per i vertebrati e per gli insetti utili. Vanno quindi usati con moderazione e mai in acque contenenti pesci o sulla vegeta-zione in fiore (per non uccidere le api). Appartengono alla famiglia dei piretroidi: Deltametrina, Ciper-

I trattamenti adulticidi con prodotti ad ampio spettrod’azione, alterano gli equilibri biologici e rappresen-tano un rischio per la popolazione.

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metrina, Tetrametrina etc..

• Piretro: ottenuto dal fiore di piretro ha caratteristiche simili ai piretroidi da cui si distingue per una minor persistenza.

• Fosforganici: il Temephos è un ottimo larvicida la cui azione si rivela di buona persistenza.Il Clorpiriphos agisce sia come larvicida che come adulticida. Entrambi sono tossici per i

verte- brati.

• Regolatori di crescita: il D i fl u -b e n z u r o n , é un prodotto che imita nell’azione un ormone proprio degli insetti, interferendo s u l processo della metamorfosi.È un larvicida innocuo per i ver-tebrati che può essere quindi tranquillamente usato in acque contenenti pesci.

I nomi sopra elencati indicano il“principio attivo” e pertanto innegozio si trovano insetticidi checontengono queste sostanze mavenduti con un nome commerciale.

Sarà quindi necessario verifica-re sulla confezione qual’è il princi-pio attivo contenuto nel prodottoche stiamo acquistando.

uesti insetticidi si possonogeneralmente acquistare presso iconsorzi agrari, i rivenditori di

prodotti per il giardino, i negozi dipiante e talvolta nei supermercati,tenendo presente che per insettici-di più tossici è necessario disporredi un apposito patentino.

La confezione da scegliere saràquella che più risponde alle nostreesigenze.

Chi ha un giardino con un solotombino, può acquistare ancheuna di quelle bombolette spray dausare in casa (generalmente conte-nenti piretro naturale o un pire-troide) mentre chi invece devetrattare un numero più elevato ditombini troverà certamente piùeconomico acquistare dell’insetti-cida concentrato da diluire perl’uso.

a prima regola da seguire èquella di leggere attentamente le

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L’esecuzione di un trattamento adulticida deve esserefatto da persone esperte.(A questa ad esempio mancano maschera, guanti e

tuta.)

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istruzioni riportate sulle confezio-ni. Detto ciò si può aggiungere cheper quanto riguarda l’utilizzo diadulticidi è necessario disporre diuna certa pratica e che quindi èconsigliabile rivolgersi a un tecni-co esperto.

L’uso di larvicidi è invece allaportata di chiunque: chi utilizzauna bomboletta spray dovrà rivol-gere lo spruzzo sulla superfi c i edell’acqua contenuta nel tombinoda trattare per circa 5 secondi.

Chi invece utilizza insetticidi dadiluire, potrà utilizzare come con-tenitore una di quelle spruzzette apressione utilizzate per inumidirele piante da appartamento e dispo-nibili presso qualsiasi ferramenta.

Si raccomanda di seguire lediluizioni indicate: aumentare lac o n c e n t razione serve solo adinquinare e spendere di più.

Per quanto riguarda gli insetti-cidi a base di piretroidi si consiglia

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di effettuare le diluizioni di voltain volta, in quanto la plastica delcontenitore assorbe la molecolarendendo la soluzione inefficace.

Anche gli insetticidi da diluirevanno usati spruzzando nel tombi-no per circa 5 secondi. Il tempo dispruzzo è in funzione della quanti-tà d’acqua contenuta nel tombino,pertanto per tombini particolar-mente profondi, sarà necessarioaumentare la dose.

È doveroso citare l’azione delfamoso filo di rame il quale seposto in un sottovaso impedisce laproliferazione delle zanzare.

Questa tecnica è sì valida peròsolo quando il filo od il pezzetto dirame non è ossidato in quanto aquel punto non si ha più il rilasciodegli ioni che agiscono come inset-ticida. Attenzione inoltre a rispet-tare il rapporto quantitativo rame-acqua, se infatti un pezzetto di filodi rame può bastare per un sotto-vaso certamente è insufficiente perun tombino od una cisterna.

Oltre ai metodi meccanici ed aquelli chimici, vi e` anche la possi-bilità di utilizzare dei sistemi bio-logici che non comportano quindil’uso di prodotti chimici di sintesi:• Pesci: il loro uso bene si prestaper evitare che le zanzare possano

Chiunque può disinfestare i proprio tombini, basta unabomboletta spray.

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riprodursi in vasche o altri conte-nitori presenti nel nostro giardino.

I pesci rossi possono essere uti-lizzati allo scopo in ragione di unpesce ogni 25-30 litri d’acqua, inpresenza di vegetazione acquaticasarà però necessario aumentarne ilnumero. Predatori molto più effi-caci sono le gambusie (Gambusiaspp.), piccoli pesciolini presentic o munemente nei nostri fossi especializzati divoratori di larve dizanzare. Ovviamente nessun pescepuò essere utilizzato nei tombini onei sottovasi, per i quali si dovràintervenire con lo svuotamento e ilprodotto chimico.

• Bacillus thuringiensis va r.i s ra e l e n s i s : questo insetticidanaturale è rappresentato da unatossina che un batterio (il Bacillusthuringensis appunto) è in gradodi produrre. Tale prodotto ingeritodalle larve di zanzara ne determinala morte per degenerazione del-

l’apparato digerente. I vantaggiofferti dall’uso di questo particola-re insetticida risiedono nel fattoche, essendo estremamente speci-fico, è assolutamente innocuo pergli insetti utili, le piante e per tuttii vertebrati. I difetti sono la scarsapersistenza che obbliga a frequentiapplicazioni e l’elevato costo.

uando la notte sciami di zan-zare penetrano nelle nostre abita-zioni impegnandoci in notturnebattaglie alla conquista del merita-to riposo, spesso, spossati dallalotta, cediamo all’uso di armi chi-miche. Zampironi, fornelletti ediffusori diventano alleati preziosiin grado di assicurarci una buonadormita, ma attenzione all’uso chese ne fa in quanto possono diven-tare pericolosi per la nostra salute.

Questi strumenti agiscono rila-sciando nell’aria prodotti insettici-di (solitamente piretroidi) i qualiuccidono le zanzare presenti maanche le tengono lontane grazie adun’azione di repellenza. I piretroi-di però sono tossici anche per i ver-tebrati e quindi per l’uomo e, seb-bene la tossicità sia molto bassa, èbene rispettare le indicazioniriportate sulle etichette che ci invi-

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Le libellule sono ottimi predatori di zanzare, sia dilarva che di adulti.

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tano ad arieggiare il locale prima disoggiornarvi. Un’esposizione fre-quente e prolungata potrebbeavere delle conseguenze e natural-mente i bambini sono i più sensi-bili e bisognosi di protezione. Nonlasciate mai il fornelletto nella lorocamera acceso tutta la notte, usatepiuttosto una zanzariera sulla fine-

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Ditteri: insetti dotati di un solo paio di ali.Ematofago: che si nutre di sangue.Culicidi: zanzare (famiglia Culicidi, ordine Ditteri, classe Insetti).Plasmodium spp.: microorgansimo responsabile della malaria.Filaria: elminta, sorta di “vermetto”. Antropofilia: tendenza di un insetto ematofago a pungere l’uomo.Endofilia: tendenza di una zanzara a penetrare nelle abitazioni.Esofilia: riluttanza di una zanzara ad entrare nelle abitazioni. Ornitofilia: tendenza di una zanzara a pungere gli uccelli.G e n e ra z i o n e : completamento dello sviluppo da uovo ad adulto.Autogenia: capacità di effettuare una prima ovideposizione senza il pasto

di sangue.Diapausa: sorta di letargo grazie al quale l’insetto supera condizioni

ambientali sfavorevoli.

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Nelle fontane e nelle vasche introducialcuni pesci che si c iberanno del le larvedella zanzara, bloccandone la riproduzio-

Svuota ogni settimana sottovasi, secchi,ciotole per l’acqua del cane, etc.

Evita la formazione di ristagni eliminando icontenitori inutili o coprendoli affinchénon accumulino acqua

Spruzza ogni settimana i tombini con nor-male insetticida spray ed accertati che legrondaie scarichino correttamente

Copri accuratamente e senza lasciare fes-sure vasche e bidoni per l’irrigazione afin-chéle zanzare non possano raggiungerel’acqua per riprodursi

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