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Provincia di Treviso Regione Veneto Piano di Assetto del Territorio P.A.T. Comune di Treviso IL SINDACO Gian Paolo Gobbo Assessore all'urbanistica arch. Sergio Marton Adottato Approvato W 6 35 d0 50 1 01 00 02 02 0 Codice Elaborato GRUPPO DI PROGETTAZIONE Direttore Generale dott. Otello Paraluppi Responsabile del procedimento Settore Pianificazione Territoriale ed Urbanistica arch. Stefano Barbieri urb. Roberto Rossetto Coordinamento generale arch. Leopoldo Saccon Pianificazione urbanistica CONTRIBUTI SPECIALISTICI dott. For. Stefano Reniero Sostenibilità ambientale VAS e VINCA ing. Federico Zannantonio Valutazione dei trasporti e viabilità ing. Giuliano Marella Valutazioni estimative dott. Luca Romano Indagini socio-economiche ing. Giuseppe Baldo Urbanistica partecipata arch. Giuseppe Cappochin CAPOGRUPPO - Pianificazione urbanistica arch. Fernando Tomasello Pianificazione urbanistica Marzo 2013 RELAZIONE DI COMPATIBILITA' IDRAULICA R 07

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Provincia di Treviso

Regione Veneto

Piano di Assetto del Territorio

P.A.T.Comune di Treviso

IL SINDACO

Gian Paolo Gobbo

Assessore all'urbanistica

arch. Sergio Marton

Adottato Approvato

W 6 3 5 d 0 5 0 1 0 1 0 0 0 2 0 20Codice Elaborato

GRUPPO DI PROGETTAZIONE

Direttore Generale

dott. Otello Paraluppi

Responsabile del procedimento

Settore Pianificazione Territoriale ed Urbanistica

arch. Stefano Barbieri

urb. Roberto Rossetto

Coordinamento generale

arch. Leopoldo Saccon

Pianificazione urbanistica

CONTRIBUTI SPECIALISTICI

dott. For. Stefano Reniero

Sostenibilità ambientale VAS e VINCA

ing. Federico Zannantonio

Valutazione dei trasporti e viabilità

ing. Giuliano Marella

Valutazioni estimative

dott. Luca Romano

Indagini socio-economiche

ing. Giuseppe Baldo

Urbanistica partecipata

arch. Giuseppe Cappochin

CAPOGRUPPO - Pianificazione urbanistica

arch. Fernando Tomasello

Pianificazione urbanistica

Marzo 2013

RELAZIONE DI COMPATIBILITA'

IDRAULICA

R 07

Indice

1

PREMESSA 3

1 IL PAT E L’ASSETTO IDRAULICO DEL TERRITORIO 4

2 NORMATIVA 5

3 METODOLOGIA DI LAVORO 11

4 LA PIANIFICAZIONE DI SETTORE 12 4.1 Il P.A.I. del bacino del Fiume Sile e della pianura tra Piave e Livenza 12 4.2 Il P.T.A. della Regione Veneto 13

5 IL TERRITORIO COMUNALE 14

6 FASE CONOSCITIVA 16 6.1 GEOMORFOLOGIA 16

6.1.1 Inquadramento morfologico 16 6.1.2 Inquadramento geologico 17

6.2 LITOLOGIA 17 6.3 ACQUE SUPERFICIALI 18

6.3.1 I corsi d’acqua naturali 18 6.3.2 I corsi d’acqua artificiali 22

6.4 ACQUE SOTTERRANEE 23 6.4.1 La falda freatica 23 6.4.2 Le falde profonde 25

6.5 CLIMA 28 6.5.1 Precipitazioni 29 6.5.2 Termometria 30

6.6 Pericolosità idraulica 33

7 ANALISI IDRAULICA 34

8 ANALISI PLUVIOMETRICA 36 8.1 Scelta della rete di misura 37 8.2 Campo di analisi e scelta delle stazioni 38

9 ANALISI REGIONALIZZATA DELLE PRECIPITAZIONI: PROCEDIMENTO NUMERICO 42

9.1 Il metodo della grandezza indice e la distribuzione GEV 43 9.1.1 Identificazione delle zone omogenee ai fini della curva di crescita 45 9.1.2 Calcolo della grandezza indice caratteristica di ciascuna stazione 45 9.1.3 Regolarizzazione dei campioni normalizzati e stima delle curve di crescita 47 9.1.4 Valutazione dell’omogeneità dell’area con il test H 48 9.1.5 Analisi della distribuzione spaziale delle medie dei massimi annuali 49

10 CALCOLO DELLE CURVE SEGNALATRICI DI POSSIBILITÀ PLUVIOMETRICA DI RIFERIMENTO 50

10.1 Curve segnalatrici a tre parametri per sottoaree omogenee 51 10.1.1 Attribuzione delle curve segnalatrici ai territori comunali 51 Curve segnalatrici per la zona interna nord-orientale 54

10.2 Curve segnalatrici a due parametri e loro utilizzo 55 10.3 Determinazione di pluviogrammi di progetto 55

11 CALCOLO DEI VOLUMI DI LAMINAZIONE 57 11.1 Metodo delle sole piogge per curve di possibilità pluviometrica a 3 parametri 57 11.2 Metodo cinematico per curve di possibilità pluviometrica a 2 parametri 59 11.3 Metodo dell’invaso per curve di possibilità pluviometrica a 3 parametri 59 11.4 Scelta del metodo di calcolo per l'individuazione dei volumi di laminazione 61

12 ANALISI ATO 62 12.1 ATO N°1 - Centro Storico 63 12.2 ATO N°2 - Treviso Nord 68 12.3 ATO N°3 - Fiera 74 12.4 ATO N°4 - Ospedale 78 12.5 ATO N°5 - Treviso sud 82 12.6 ATO N°6 - San Giuseppe Aeroporto 87 12.7 ATO N°7 - Castellana Nord 92 12.8 ATO N°8 - Feltrina Sud 96 12.9 ATO N°9 - Monigo San Pelajo 102 12.10 ATO N°10 - Fontane 109 12.11 ATO N°11 - Cintura Verde 114

Indice

2

12.12 Contestualizzazione dei programmi complessi 122

13 RECUPERO DEI VOLUMI D’INVASO 123 13.1 Riduzione del volume propagato con accumulo e riutilizzo locali 124 13.2 Dispersione nel sottosuolo 125 13.3 Volumi di invaso per la detenzione temporanea delle acque 127 13.4 Indicazioni operative generali 131

14 NORME DI CARATTERE IDRAULICO 134 14.1 PREMESSA 134 14.2 DISPOSIZIONI GENERALI 134

15 CONCLUSIONI 140

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

3

PREMESSA La presente relazione costituisce la relazione di Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI) del Piano di Assetto del Territorio (PAT) del Comune di Treviso, redatta ai sensi delle Delibere della Giunta Regionale del Veneto n°3637/2002, n°1322/2006, n°1841/2007 e n°2948/2009. Dall’entrata in vigore della D.G.R. Veneto n°3637 del 13/12/2002 è necessario valutare la compatibilità idraulica dei nuovi strumenti urbanistici; la procedura deve essere applicata “… agli strumenti

urbanistici generali o varianti generali o varianti che comportino una

trasformazione territoriale che possa modificare il regime idraulico”. Dalla valutazione si deve desumere “…che non viene aggravato

l'esistente livello di rischio idraulico né viene pregiudicata la

possibilità di riduzione attuale e futura di tale livello”; la valutazione deve indicare “le misure compensative introdotte nello strumento

urbanistico ai fini del rispetto delle condizioni esposte”.

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1 IL PAT E L’ASSETTO IDRAULICO DEL TERRITORIO

Le analisi idrauliche all’interno della predisposizione della Compatibilità Idraulica di un PAT, hanno il duplice scopo di esaminare da un lato la vulnerabilità idraulica, idrogeologica e geomorfologica del territorio, e dall’altro la necessità di garantire che la trasformazione non modifichi gli apporti idrologici con aggravio delle possibilità di smaltimento del sistema fognario e della rete idrografica e di bonifica. L’analisi si sofferma quindi in un primo momento sull’assetto geomorfologico ed idraulico del territorio, individuando così le aree a pericolosità idraulica ed a ristagno idrico. Particolare attenzione è posta alle aree in trasformazione destinate all’edificazione dalla pianificazione territoriale in oggetto: in questo caso l’analisi si prefigge di mantenere adeguati livelli di sicurezza idraulica, sia nei confronti dell’incolumità degli immobili e dei loro occupanti futuri, sia nei riguardi della compatibilità per i territori contermini affinché la trasformazione non pregiudichi livelli di sicurezza già affermati. Il secondo punto, non meno importante dello studio, riguarda l’invarianza idraulica del territorio. Per trasformazione del territorio nel rispetto del principio dell’invarianza idraulica, s’intende la trasformazione di un’area che non provochi un aggravio della portata di piena del corpo idrico che riceve i deflussi superficiali originati dalla stessa. L’approccio si delinea dalla semplice osservazione che la trasformazione di vaste aree verdi in spazi urbanizzati comprendenti edifici civili, strade, complessi industriali e commerciali, avrà come conseguenza che, grandi volumi d’acqua (dovuti a precipitazione meteoriche sempre più intense) non riusciranno più a filtrare nel terreno, mettendo in crisi il sistema fognario esistente e causando fenomeni di allagamento superficiale. Lo scopo fondamentale dello studio di compatibilità idraulica è quindi quello di far si che le valutazioni urbanistiche, sin dalla fase della loro formazione, tengano conto dell’attitudine dei luoghi ad accogliere la nuova edificazione, considerando le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti e potenziali, nonché le possibili alterazioni del regime idraulico che le nuove destinazioni o trasformazioni di uso del suolo possono venire a determinare. In sintesi, lo studio idraulico deve verificare l’ammissibilità delle previsioni contenute nello strumento urbanistico, prospettando soluzioni corrette dal punto di vista dell’assetto idraulico del territorio.

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2 NORMATIVA

Le modalità operative e le indicazioni tecniche, che devono essere seguite per la “Valutazione della Compatibilità Idraulica per la redazione degli strumenti urbanistici”, sono definite dalla D.G.R. Veneto n°1322/2006 e s.m.i. ai sensi della L.R. 3 agosto 1998 n°267. La norma prevede che ogni strumento urbanistico di pianificazione contenga la Valutazione di Compatibilità Idraulica. L’Allegato A della D.G.R. Veneto n°1322/2006 prevede che ogni strumento urbanistico comunale (PAT/PATI o PI) deve contenere uno studio di compatibilità idraulica che valuti per le nuove previsioni urbanistiche le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti e le possibili alterazioni causate dal regime idraulico al fine di consentire una più efficace prevenzione dei dissesti idraulici ed idrogeologici. In questa relazione vengono pertanto analizzate tutte le Aree Territoriali Omogenee (ATO) in cui è stato suddiviso il PAT. La Valutazione di Compatibilità Idraulica non sostituisce ulteriori studi e atti istruttori di qualunque tipo richiesti al soggetto promotore dalla normativa statale e regionale, in quanto applicabili. La presente valutazione ha quindi il duplice effetto di garantire:

1. l’ammissibilità idraulica: deve essere verificata l’ammissibilità idraulica dell’intervento considerando le interferenze fra i dissesti idraulici presenti e le destinazioni o trasformazioni d’uso del suolo collegate all’attuazione della variante;

2. l’invarianza idraulica: deve essere evidenziato che l’impermeabilizzazione delle superfici e la loro regolarizzazione contribuisce in modo determinante all’incremento del coefficiente di deflusso e al conseguente aumento del coefficiente udometrico delle aree trasformate. Pertanto ogni progetto di trasformazione dell’uso del suolo che provochi una variazione di permeabilità superficiale deve prevedere misure compensative volte a mantenere costante il coefficiente udometrico secondo il principio dell’invarianza idraulica.

D.L. n.152 del 3 aprile 2006 e successive modifiche: "Norme in

materia ambientale” che recepisce anche le disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione della acque

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dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole "a seguito delle disposizioni correttive ed integrative di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.258". Ferme restando le disposizioni di cui al Capo VII del regio decreto 25 luglio 1904, n. 523, al fine di assicurare il mantenimento o il ripristino della vegetazione spontanea nella fascia immediatamente adiacente i corpi idrici, con funzioni di filtro per i solidi sospesi e gli inquinanti di origine diffusa, di stabilizzazione delle sponde e di conservazione della biodiversità da

contemperarsi con le esigenze di funzionalità dell’alveo, entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le regioni disciplinano gli interventi di trasformazione e di gestione del suolo e del soprassuolo previsti nella fascia di almeno 10 metri dalla sponda di fiumi, laghi, stagni e lagune comunque vietando la copertura dei

corsi d’acqua, che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica incolumità e la realizzazione di impianti di smaltimento dei rifiuti. D.G.R.V. n.3637 del 12 dicembre 2002 L.3 agosto 1998, n.267: questa

DGR “è necessaria solo per gli strumenti urbanistici generali, o varianti generali, o varianti che comportino una trasformazione

territoriale che possa modificare il regime idraulico”. La legge prevede i seguenti punti:

- Al fine di consentire una più efficace prevenzione dei dissesti idrogeologici, ogni nuovo strumento urbanistico dovrebbe contenere una valutazione, o studio, di compatibilità idraulica che valuti, per le nuove previsioni urbanistiche, le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti e le possibili alterazioni del regime idraulico che possono causare.

- Nella valutazione di compatibilità idraulica si deve assumere

come riferimento tutta l’area interessata dallo strumento

urbanistico in esame e cioè l’intero territorio comunale per i nuovi Piani Regolatori Generali o per le varianti generali al PRG, ovvero le aree interessate dalle nuove previsioni urbanistiche, oltre che quelle strettamente connesse, per le

varianti agli strumenti urbanistici vigenti. - Lo studio idraulico deve verificare l'ammissibilità delle previsioni contenute nello strumento urbanistico considerando le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti o potenziali e le possibili

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alterazioni del regime idraulico che le nuove destinazioni o

trasformazioni d’uso del suolo possono venire a determinare.

- Nella valutazione devono essere verificate le variazioni della permeabilità e della risposta idrologica delle aree interessate conseguenti alle previste mutate caratteristiche territoriali, nonché devono essere individuate idonee misure compensative, come nel caso di zone non a rischio di inquinamento della falda, il reperimento di nuove superfici atte a favorire l'infiltrazione delle acque o la realizzazione di nuovi volumi di invaso, finalizzate a non modificare il grado di permeabilità del suolo e le modalità di risposta del territorio agli eventi meteorici.

- Deve essere quindi definita la variazione dei contributi specifici delle singole aree prodotte dalle trasformazioni

dell’uso del suolo, e verificata la capacità della rete drenante di sopportare i nuovi apporti. In particolare, in relazione alle caratteristiche della rete idraulica naturale o artificiale che deve accogliere le acque derivanti dagli afflussi meteorici, dovranno essere stimate le portate massime scaricabili e definiti gli accorgimenti tecnici per evitarne il superamento in caso di eventi estremi.

- Al riguardo si segnala la possibilità di utilizzare, se opportunamente realizzate, le zone a standard a Parco Urbano (verde pubblico) prive di opere, quali aree di laminazione per le piogge aventi maggiori tempi di ritorno.

- E’da evitare, ove possibile, la concentrazione degli scarichi delle acque meteoriche, favorendo invece la diffusione sul

territorio dei punti di recapito con l’obiettivo di ridurre i colmi

di piena nei canali recipienti e quindi con vantaggi sull’intero sistema di raccolta delle acque superficiali.

- Ove le condizioni della natura litologica del sottosuolo e della qualità delle acque lo consentano, si può valutare la possibilità

dell’inserimento di dispositivi che incrementino i processi di infiltrazione nel sottosuolo.

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- Per quanto attiene le condizioni di pericolosità derivanti dalla rete idrografica maggiore si dovranno considerare quelle definite dal Piano di Assetto Idrogeologico. Potranno altresì considerarsi altre condizioni di pericolosità, per la rete minore, derivanti da ulteriori analisi condotte da Enti o soggetti diversi.

- Per le zone considerate pericolose la valutazione di compatibilità idraulica dovrà analizzare la coerenza tra le condizioni di pericolosità riscontrate e le nuove previsioni urbanistiche, eventualmente fornendo indicazioni di carattere costruttivo, quali ad esempio la possibilità di realizzare volumi utilizzabili al di sotto del piano campagna o la necessità di prevedere che la nuova edificazione avvenga a quote superiori a quelle del piano campagna.

- Lo studio di compatibilità può altresì prevedere la realizzazione di interventi di mitigazione del rischio,

indicandone l’efficacia in termini di riduzione del pericolo.

DGR n.1322 10/05/2006: valutazione di compatibilità idraulica per la

redazione degli strumenti urbanistici: Questa DGR approfondisce in

particolar modo l’impiego dei nuovi strumenti urbanistici come il Piano di Assetto del territorio e il Piano degli interventi. Nella

fattispecie cita: “Nella valutazione di compatibilità idraulica si deve

assumere come riferimento tutta l’area interessata dallo strumento

urbanistico in esame, cioè l’intero territorio comunale per i nuovi strumenti urbanistici (o anche più Comuni per strumenti intercomunali) PAT/PATI o PI, ovvero le aree interessate dalle nuove previsioni urbanistiche, oltre che quelle strettamente connesse, per le varianti agli strumenti urbanistici vigenti. Il grado di approfondimento e dettaglio della valutazione di compatibilità idraulica dovrà essere

rapportato all’entità e, soprattutto, alla tipologia delle nuove previsioni urbanistiche. Per i nuovi strumenti urbanistici, o per le varianti, dovranno essere analizzate le problematiche di carattere idraulico, individuate le zone di tutela e fasce di rispetto a fini idraulici ed idrogeologici nonché dettate le specifiche discipline per non aggravare

l’esistente livello di rischio idraulico, fino ad indicare tipologia e

consistenza delle misure compensative da adottare nell’attuazione

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delle previsioni urbanistiche. Nel corso del complessivo processo approvativo degli interventi urbanistico - edilizi è richiesta con

progressiva definizione l’individuazione puntuale delle misure compensative, eventualmente articolata tra pianificazione strutturale (Piano di assetto del Territorio - PAT), operativa (Piano degli

Interventi – PI), ovvero Piani Urbanistici Attuativi – PUA. Nel caso di varianti successive, per le analisi idrauliche di carattere generale si può anche fare rimando alla valutazione di compatibilità già esaminata

in occasione di precedenti strumenti urbanistici”. DGR n.1841 del 19 giugno 2007: la valutazione di compatibilità

idraulica per la redazione degli strumenti urbanistici: in seguito la nuova normativa regionale approfondisce alcuni aspetti fondamentali:

“A livello di PAT lo studio sarà costituito dalla verifica di compatibilità della trasformazione urbanistica con le indicazioni del PAI e degli altri studi relativi a condizioni di pericolosità idraulica nonché dalla caratterizzazione idrologica ed idrografica e dalla indicazione delle misure compensative, avendo preso in considerazione come unità fisiografica il sottobacino interessato in un

contesto di Ambito Territoriale Omogeneo. Nell’ambito del PI, andando pertanto a localizzare puntualmente le trasformazioni urbanistiche, lo studio avrà lo sviluppo necessario ad individuare le

misure compensative ritenute idonee a garantire l’invarianza idraulica

con definizione progettuale a livello preliminare/studio di fattibilità”. In questa relazione saranno analizzati tutti gli areali di espansione introdotti dal PAT e tutti quelli riconfermati dal vecchio PRG; per gli areali per i quali non . prevista alcuna alterazione del regime idraulico,

ovvero che comportano un’alterazione non significativa, la valutazione di compatibilità idraulica è sostituita dalla relativa asseverazione. Gli areali gi. oggetto di compatibilità idraulica redatta per il previgente PRG e confermati dal PAT non sono stati oggetto di nuovo studio di compatibilità idraulica, ma vedono invece confermate le prescrizioni gi. indicate nel PRG. La valutazione di compatibilità idraulica non sostituisce ulteriori studi e atti istruttori di qualunque tipo richiesti al soggetto promotore dalla normativa statale e regionale, in quanto applicabili. Vengono analizzate le problematiche di carattere idraulico, individuate le zone di tutela e le fasce di rispetto a fini idraulici ed idrogeologici nonché dettate le specifiche discipline per

non aggravare l’esistente livello di rischio idraulico, fino ad indicare

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tipologia e consistenza delle misure compensative da adottare

nell’attuazione delle previsioni urbanistiche. Alla luce di quanto

disposto negli Atti di Indirizzo emanati ai sensi dell’art. 50 della L.R. 11/2004, le opere relative alla messa in sicurezza da un punto di vista idraulico (utilizzo di pavimentazioni drenanti su sottofondo permeabile per i parcheggi, aree verdi conformate in modo tale da massimizzare le capacità di invaso e laminazione, creazione di invasi compensativi, manufatti di controllo delle portate delle acque meteoriche, ecc.) e geologico (rilevati e valli artificiali, opere di difesa fluviale) dei terreni vengono definite opere di urbanizzazione primaria. Per interventi diffusi su interi comparti urbani, i proponenti una trasformazione territoriale che comporti un aumento

dell’impermeabilizzazione dei suoli concordano preferibilmente la

realizzazione di volumi complessivi al servizio dell’intero comparto urbano, di entità almeno pari alla somma dei volumi richiesti dai singoli interventi. Tali volumi andranno collocati comunque idraulicamente a monte del recapito finale. La relazione analizza le possibili alterazioni e interferenze del regime idraulico che le nuove

destinazioni o trasformazioni d’uso del suolo possono determinare in queste aree.

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3 METODOLOGIA DI LAVORO

La presente relazione di compatibilità idraulica analizza l’ammissibilità degli interventi, considerando le interferenze tra il reticolo idrografico, i dissesti idraulici ad esso connessi e le destinazioni o trasformazioni d’uso del suolo all’attuazione del PAT. Lo studio delle trasformazioni in previsione inizia con una accurata caratterizzazione delle criticità idrauliche del territorio: a tal proposito molto importanti sono le analisi delle conoscenze messe a disposizione dai Consorzi, dai Gestori e dagli Enti competenti, in particolare il Consorzio di Bonifica Piave e il Consorzio di bonifica Acque Risorgive che gestiscono la rete idrica di bonifica, ATS Srl che gestisce la rete di fognatura nera, ed il Comune che pianifica l’attività urbanistica. Lo studio prosegue mediante una stima degli incrementi di impermeabilizzazione per ciascun "areale" coinvolto dalla trasformazione stessa, fino all'individuazione di eventuali volumi compensativi necessari per evitare l'aggravio delle condizioni idrogeologiche dell'area interessata.

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4 La pianificazione di settore

4.1 Il P.A.I. del bacino del Fiume Sile e della pianura tra Piave e Livenza

Il Piano di bacino, elaborato dalle Autorità di bacino nazionali, interregionali e regionali, è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo con il quale vengono attuati gli obiettivi della L. 183/89. Il Piano di assetto idrogeologico del bacino del fiume Sile e della pianura tra Piave e Livenza è stato approvato dal Consiglio Regionale del Veneto con D.C.R. n. 48 del 27/06/2007. II P.A.I. ha valore di piano territoriale di settore (Piano Sovraordinato) ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale vengono pianificate le azioni e le norme d’uso riguardanti l’assetto idraulico ed idrogeologico del Bacino. Il P.A.I. è costituito dalla fase conoscitiva, dalla fase propositiva e programmatica (contenute in una relazione generale) e dalla cartografia nella quale è riportata la perimetrazione delle aree pericolose dal punto di vista idraulico, geologico e da valanga. Secondo il P.A.I., per raggiungere un adeguato assetto dei comprensori di bonifica sotto il profilo della difesa idraulica, occorre acquisire indirizzi di carattere strutturale idonei ad introdurre nuove strategie di interventi specie se miranti a perseguire, oltre alla difesa idraulica, anche la valorizzazione del territorio. Per la moderazione della piene nelle reti minori, il P.A.I. ritiene indispensabile predisporre provvedimenti idonei ad arrestare la progressiva riduzione degli invasi ed a favorire il rallentamento e lo sfasamento dei tempi di concentrazione dei deflussi di piena conseguenti allo scarico delle portate fognarie nei collettori di bonifica a sezione ridotta. Sempre secondo il P.A.I. gli effetti vanno ottenuti programmando la realizzazione di superfici da destinare all’invaso di volumi equivalenti a quelli soppressi e, per quanto riguarda lo scarico delle reti bianche, mediante vasche di laminazione delle portate immesse in rete o mediante mitigazione idraulica con tecniche di detenzione distribuita (microlaminazione). Le superfici citate potrebbero altresì assicurare il raggiungimento di altre finalità fondamentali e parallele della bonifica idraulica, quali la tutela ambientale attraverso processi di miglioramento qualitativo delle acque.

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4.2 Il P.T.A. della Regione Veneto

Il Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) costituisce uno specifico piano di settore, ai sensi dell’art. 121 del D. Lgs 152/2006. Il P.T.A. contiene gli interventi volti a garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale di cui agli artt. 76 e 77 del D. Lgs 152/2006 e contiene le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. La Regione ha approvato il P.T.A. con deliberazione del Consiglio regionale n.107 del 5 novembre 2009. Il P.T.A. comprende i seguenti tre documenti: a) Sintesi degli aspetti conoscitivi: riassume la base conoscitiva e i suoi successivi aggiornamenti e comprende l’analisi delle criticità per le acque superficiali e sotterranee, per bacino idrografico e idrogeologico. b) Indirizzi di Piano: contiene l’individuazione degli obiettivi di qualità e le azioni previste per raggiungerli; la designazione delle aree sensibili, delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari, delle zone soggette a degrado del suolo e desertificazione; le misure relative agli scarichi; le misure in materia di riqualificazione fluviale. c) Norme Tecniche di Attuazione: contengono misure di base per il conseguimento degli obiettivi di qualità distinguibili nelle seguenti macroazioni:

• Misure di tutela qualitativa: disciplina degli scarichi;

• Misure per le aree a specifica tutela: zone vulnerabili da nitrati

e fitosanitari, aree sensibili, aree di salvaguardia acque

destinate al consumo umano, aree di pertinenza dei corpi

idrici;

• Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico;

• Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento.

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5 IL TERRITORIO COMUNALE

Treviso è un Comune di circa 83.500 abitanti (dato aggiornato a inizio 2012), con una superficie di circa 55 km2. Partendo da nord e in senso orario confina con Villorba, Carbonera, Silea, Casier, Preganziol, Zero Branco, Quinto di Treviso, Paese e Ponzano Veneto.

Figura 1. Il territorio del Comune di Treviso.

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Il territorio comunale di Treviso ricade nella competenza amministrativa e gestionale di due distinti Consorzi di Bonifica:

• il Consorzio di Bonifica Piave comprende la quasi totalità del Comune, per un’estensione di circa 5250 ha, pari al 95% del territorio comunale;

• il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive gestisce invece una porzione sud-orientale del Comune di estensione di circa 281 ha, pari al 5% del territorio comunale.

Figura 2. Aree di competenza dei Consorzi di Bonifica e limiti amministrativi del Comune di Treviso.

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6 FASE CONOSCITIVA

6.1 GEOMORFOLOGIA

Quanto riportato nei paragrafi che seguono è desunto dalla relazione del dott. geol. Vittorio Gennari e del dott. geol. Livio Sartor allegata al PRG vigente e dallo studio idraulico del Comune di Treviso dell’Ing. Salvador Maurizio e dell’Ing. Cavallin Eros. Per ulteriori approfondimenti si rimanda all'analisi idrogeologica, litologica e geomorfologica esplicitata nei relativi elaborati facenti parte della documentazione del PAT.

6.1.1 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO

Dal punto di vista geomorfologico il territorio è caratterizzato dalla bassura del Sile, che suddivide una zona settentrionale con avvertibile pendenza (maggiore del 0.2%) da una zona di valle di piatta omogeneità con pendenze inferiori al 0.05%. Pur con la limitazione derivata dagli storici interventi antropici, che hanno assunto abnorme rilevanza in tempi recenti, nel territorio si possono individuare le seguenti strutture morfologiche:

- una lunga dorsale con direzione N-W, uscente dal varco di Montebelluna, dove sull’apice della parte terminale si è costituito il nucleo urbano occidentale;

- una incisione centrale con direzione N-S, entro la quale scorre il Pegorile-Botteniga, che attraversa il centro storico per collegarsi alla bassura del Sile;

- una seconda dorsale tra il torrente Giavera ed il canale Piavesella;

- una terza dorsale ad asse viale Brigata Treviso, che dovrebbe corrispondere ad un paleoalveo del Piave uscente dal varco di Nervesa;

- una incisione ad est, corrispondente alla valle dello Storga; - la bassura del Sile.

Altre minori incisioni sono riconoscibili ad ovest in corrispondenza dei corsi d’acqua secondario di S. Zeno, scarico del Morer, Dosson e Fuin.

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6.1.2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO

Il territorio di Treviso si estende su un’area pianeggiante di 55.5 km2, con pendenza in senso N-W S-E con altimetria decrescente da 31 m a 6 m (dati ISTAT). La pianura si è formata dai depositi del Brenta e del Piave, con progressiva riduzione della pezzatura delle alluvioni, da monte a valle, verso materiali a granulometria più fine. “La deposizione graduata dei sedimenti ha determinato una selezione per cui le ghiaie grossolane e permeabili dell’Alta Pianura Trevigiana progressivamente diminuiscono a favore di alluvioni nettamente meno porose, sabbie, limi ed argille, che formano la Bassa Pianura”. Nella zona di transizione si colloca il Sile, determinato dall’emersione della falda freatica, mediante risorgiva, dalla base del grande antico conoide creato dalle correnti fluvio-glaciali del Piave. La linea delle risorgive si snoda poco a nord del centro della città. “Il paesaggio è caratterizzato da numerose polle di risorgenza della falda freatica, le quali, nel loro deflusso, danno singolarmente origine ai corsi d’acqua di risorgiva”.

6.2 LITOLOGIA

Nel territorio si possono distinguere i seguenti litotipi: - terreni prevalentemente ghiaiosi o ghiaiosi-sabbiosi; - terreni prevalentemente sabbiosi o sabbioso-limosi; - terreni prevalentemente limoso-argillosi con locali livelli

sabbiosi; - terreni della “Bassura del Sile”.

I terreni prevalentemente ghiaiosi si collocano lungo due direttrici: la porzione nord occidentale in direzione Montebelluna che presenta substrati ghiaiosi più antichi con cappello superficiale di alterazione (ferretto) profondo in media meno di 50 cm, la porzione centro orientale in direzione Nervesa che presenta terreni ghiaiosi o ghiaioso sabbiosi di recente alluvione. Questi terreni presentano ottime caratteristiche geotecniche e alta permeabilità. I terreni prevalentemente sabbiosi si collocano nella parte meridionale della propaggine dei terreni ghiaiosi, sono di tipo sabbioso con granulometria che diminuisce sensibilmente al procedere verso il Sile. A nord-est del centro cittadino con direzione via Brigata Treviso si evidenzia una lingua sabbiosa derivata da un’antica costruzione alluvionale del Piave, che diventa di tipo sabbioso-limosa ad est per raccordarsi con il corso del Sile. I litotipi originari hanno subito rimaneggiamenti superficiali e spesso presentano in profondità un

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orizzonte di “caranto”, rideposizione del calcare solubilizzato in superficie. Questi terreni presentano discrete caratteristiche geotecniche e media permeabilità. I terreni prevalentemente limoso-argillosi si collocano nella parte centromeridionale del territorio e nell’areale sito ad est della ferrovia Treviso-Udine. All’interno di questi litotipi si è formata nel tempo la “Bassura del Sile” creando l’alveo del fiume che poggia su sottostanti depositi ghiaiosi. Questi terreni presentano modeste caratteristiche geotecniche, pessime nella “Bassura del Sile” e bassa permeabilità.

6.3 ACQUE SUPERFICIALI

6.3.1 I CORSI D’ACQUA NATURALI

Tutto il territorio comunale di Treviso appartiene al bacino idrografico del Sile. La superficie del bacino idrografico si estende per circa 600-700 kmq, l’approssimazione è dovuta all’incerta linea di divisione dei bacini contermini, in particolare del Piave, col quale esiste una stretta relazione idraulica. Il fiume sorge originariamente a Casacorba di Vedelago (TV) a circa 20 km da Treviso ed ha una lunghezza di circa 84 km dalle sorgenti al mare. Il Sile è alimentato dai “fontanassi”, e, pertanto, in quanto fiume di risorgiva ha un regime piuttosto regolare. Gli interventi operati nel corso del tempo lungo il fiume e, soprattutto, l’urbanizzazione del territorio hanno tuttavia alterato le condizioni originarie determinando una maggiore variabilità delle portate. Negli ultimi anni si rileva un abbassamento del livello freatico dell’acquifero indifferenziato che alimenta le risorgive e quindi una riduzione della portata del Sile. Parimenti va aumentando l’apporto dell’estesa rete di drenaggio di acque agricole ed urbane che viene a costituire la componente dominante degli stati di piena del corso d’acqua. E’ da sottolineare, in questa sede, la diversa risposta idraulica che il Sile può dare a seconda che la portata derivi da deflussi meteorici superficiali o da infiltrazione in falda. Nel primo caso la sfasatura temporale tra pioggia e onda di piena è dell’ordine di ore, nel secondo caso decine di giorni con conseguenze decisamente diverse per i possibili allagamenti per eventi estremi. Risulta, pertanto, necessario, laddove la permeabilità del terreno e la qualità delle acque lo permettano, ripristinare il sistema di alimentazione della falda freatica per infiltrazione. Per le portate del Sile in Treviso si fa riferimento alle risultanze dello studio per il piano di bacino del Sile dei proff. ingg. A. Ghetti e L. D’Alpaos.

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Si rileva una portata media di 22 m3/s a Canizzano per toccare i 42 m3/s alla sezione di Casier. In condizioni di massima piena, la portata del Sile a Casier ammonta a 132 m3/s, dei quali 57 m3/s provengono da Canizzano. Nel Sile confluiscono diversi affluenti che interessano il territorio di Treviso: il Fuin ed il Dosson dalla destra idrografica ed la Cerca, la Fossa ovest, il Botteniga-Pegorile-Giavera, il Limbraga e lo Storga dalla sinistra idrografica. Pure questi affluenti, generalmente di breve percorso, sono di risorgiva.

Il Botteniga-Pegorile-Giavera

Particolare importanza assume il torrente Giavera, che si origina da sorgente carsica alle pendici meridionali del Montello, ed ha un regime torrentizio, con punte di breve durata legate all’urbanizzazione ed al diverso uso del territorio circostante, che causano non pochi problemi con allagamenti nella periferia nord di Treviso. Il Giavera riceve acqua anche da corsi d’acqua artificiali: nella parte superiore del suo corso costituisce lo scarico del “canale del bosco” del Consorzio Brentella di Montebelluna mentre in Treviso si aggiungono gli apporti del canale Piavesella. Il Giavera, inoltre, accresce la portata grazie alle risorgive di Fontane di Villorba, dove diviene fiume Pegorile. Il rio Botteniga trae origine presso S. Pelajo, nella parte iniziale è chiamato “Scarico delle Roncole” e, quindi, “Rio Fontanelle”, per confluire, dopo aver ricevuto le acque dello “Scarico Barisella”, nel Fiume Pegorile. Il sistema Giavera-Pegorile-Botteniga-Piavesella, chiamato Botteniga nel suo tratto terminale, prima di confluire nel Sile entra nel centro storico di Treviso a Ponte de Pria, dove si suddivide in tre rami cittadini, il Cagnan, il Buranelli, il Siletto e, più ad est, il Canale delle Convertite e la Fossa Est lungo il perimetro delle mura. La portata media del Botteniga è di 10.4 m3/s, di cui 4.8 provenienti dal Giavera-Pegorile e 5,6 m3/s dal Piavesella. In regime di piena la portata ammonta a 26 m3/s, di cui 16 m3/s provenienti dal Giavera-Pegorile e 10 m3/s dal Piavesella. A valle queste portate sono smaltite nel valore costante di 6 m3/s dai canali interni di Treviso e nel valore variabile da 4.4 a 20 m3/s dalla Fossa Est a seconda del regime medio o di punta. Il Limbraga

Il Limbraga nasce tra Lancenigo di Villorba e Treviso costeggiando parzialmente il tronco ferroviario Treviso-Udine, quindi si snoda

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lungo il quartiere di Selvana e Fiera. Il corso d’acqua si immette nel Sile presso l’ex mulino Purina. Le portate di origine di risorgiva sono dell’ordine di 1 m3/s, le portate di piena ammontano a circa 5 m3/s. Lo Storga

Lo Storga ha origine tra i limiti meridionali di Villorba, occidentali di Carbonera e settentrionali di Treviso. In particolare trova alimentazione dalle risorgive a sud dell’ex Ospedale Psichiatrico S. Artemio e dalla confluenza delle acque del Piavone. Il corso d’acqua alimenta alcuni opifici, tra cui quello di proprietà Comirato tra la Postumia e via Callalta e quello di proprietà Mandelli, localizzato presso la foce in Sile. Le portate di origine di risorgiva sono dell’ordine di 1-2 m3/s, le portate di piena ammontano a circa 5 m3/s.

La Cerca

E’ un breve corso d’acqua che trae origine a sud del centro di Monigo, attraversa la località Stiore per confluire nel Sile a valle della ferrovia Treviso- Vicenza. Le portate di origine di risorgiva sono dell’ordine di 0,6 m3/s, le portate di piena ammontano a circa 5 m3/s.

La Fossa Ovest E’ un breve storico canale artificiale derivato da un antico corso d’acqua di risorgiva adattato con la costruzione delle mura cittadine. E’ alimentato all’origine da alcune polle di risorgiva e riceve le acque del canale cittadino “Cantarane”.

Il Dosson Il Fosso o Canale Dosson nasce in Comune di Quinto di Treviso e corre tortuoso, seguendo in parallelismo il Sile, nella parte meridionale del territorio di Treviso. Confluisce nel Sil Morto ai confini del Comune di Treviso con Silea. Poichè il corso d’acqua costituisce il ricettore finale dei drenaggi della parte meridionale del Comune di Treviso e della parte settentrionale del Comune di Preganziol, presenta un regime torrentizio con portate di magra dell’ordine di 0,5 m3/s e portate di piena di circa 10 m3/s. Su tale corso d’acqua è in corso una proposta di sistemazione.

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Lo Scolo Serva E’ un corso d’acqua che lambisce una piccola porzione della parte meridionale del Territorio comunale. La sua sistemazione è connessa agli interventi sul Dosson. Dal punto di vista comunale interessa la sistemazione della rete idrografica minore tributaria con l’aumento degli invasi disponibili diffusi.

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6.3.2 I CORSI D’ACQUA ARTIFICIALI

Nel territorio comunale esercitano, come già descritto, la loro competenza idraulica due Consorzi di Bonifica: il “Consorzio di Bonifica Piave” ed il “Consorzio di Bonifica Acque Risorgive”. Il Consorzio Piave gestisce la quasi totalità del territorio comunale ad eccezione dei corsi d’acqua naturali principali gestiti dalla regione Veneto e di una porzione di territorio meridionale corrispondente ai quartieri urbani di S. Lazzaro e S. Antonino gestiti dal Consorzio Acque Risorgive. Vista l’idrografia del territorio tutti i corsi d’acqua artificiali confluiscono nei corsi d’acqua naturali sopra descritti, talora creando un continuum in cui è difficile distinguerli anche per la lunga storia delle sistemazioni idrauliche, in primis quelle della “Repubblica di Venezia” a partire dal 1500. Nel particolare possiamo distinguere tutti i principali scarichi della rete irrigua a monte di Treviso, partendo dalla zona ovest:

- lo scarico di Porcellengo, il cui terminale Scolo del Boiago confluisce in Sile presso il confine comunale;

- lo scarico Morer, che dopo aver ricevuto le acque dello scarico di S. Zeno, confluisce nel canale La Cerca;

- lo scarico di Postioma, il cui terminale confluisce nella Cerca; - lo scarico della Barisella, che confluisce nella Cerca per

diversione dell’antico scarico nel Botteniga; - lo scarico delle Roncole, che costituisce l’immissario del

Botteniga; - il canale Piavesella, parte dalle opere di presa del Piave a

Nervesa della Battaglia e confluisce nel Botteniga poco a monte del centro storico di Treviso.

Lo scolo Fuin è invece un canale di bonifica che interessa l’area meridionale del Comune di Treviso, compresa fra il Sile ed il Dosson, e che si sviluppa con un andamento ovest-est prima di sfociare nel ramo morto del Sile a S. Antonino. In prossimità dello sbocco in Sile è stato realizzato un by-pass con un tombotto, che permette di raggiungere il fiume con un percorso ridotto. Il tracciato dello Scolo è costituito da tratti a cielo aperto, rivestiti e non, alternati a tratti tombinati con pendenze variabili. L’area limitrofa allo scolo subisce periodici allagamenti, specie nel primo tratto di canale a monte dell’attraversamento della SS 13 “Pontebbana”. La portata di piena del canale è di circa 2 m3/s.

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6.4 ACQUE SOTTERRANEE

6.4.1 LA FALDA FREATICA

Le seguenti informazioni sono tratte da due distinte fonti. La prima è la relazione geologica realizzata per il Comune di Treviso dal Dott. Geol. Vittorio Gennari e dal Dott. Geol. Livio Sartor nel 1992 ed adottati l'anno successivo. La seconda è la Relazione di Analisi del Settore Idraulico e

Idrogeologico sul Parco Regionale del Fiume Sile ad opera del Prof. Luigi D'Alpaos, Ing. Sergio Berrini Ceschi, Ing. Paolo Peretti e Dott. Eros Tomio. Di seguito si riportano alcuni estratti di questi importanti documenti, nei quali si descrivono le principali caratteristiche del complesso sistema di falde all'interno di un territorio più ampio, ma a cui si può fare riferimento anche per il territorio del Comune di Treviso. All'interno della relazione realizzata per il Parco del Sile, in particolare, si fa riferimento alla composizione stratigrafica del sottosuolo, precedentemente descritta nei capitoli precedenti. (... omissis...)

In particolare, la presenza dei livelli di argilla che cominciano ad

essere presenti in superficie e la diminuzione di permeabilità

complessiva del materasso alluvionale, determinano, nelle aree più

depresse del terreno dove i livelli superficiali impermeabili si

interrompono, la restituzione dell'acqua di falda al sistema

idrografico di superficie formando i cosiddetti fontanili o risorgive.

Un tempo tale fenomeno alimentava un grande numero di fontanili,

alcuni di notevole dimensione, che, disposti anche ad una certa

distanza dal Sile vero e proprio, contribuivano alla formazione delle

portate con una grande quantità d'acqua. Verosimilmente,

diversamente da quanto ora si osserva, i rami principali del reticolo

idrografico nell'area delle sorgenti dovevano partire da grandi

risorgive. Oggi la situazione si è notevolmente modificata: pochi, di

modeste dimensioni e posti immediatamente a ridosso del reticolo

superficiale sono i fontanili rimasti.

In generale, infatti, l'azione di bonifica, con l'abbandono dei vecchi

corsi a favore dei nuovi alvei, più profondi, più pendenti e di maggiori

dimensioni, hanno determinato la quasi completa scomparsa dei

fontanili. Quelli censiti e collocati in carta sono pertanto i resti di un

sistema naturale che un tempo doveva essere ben più esteso

soprattutto nel tratto a monte di Treviso. I fontanili rimasti sono

concentrati a ridosso dell'alveo del Sile nella parte più occidentale

della bassura su cui si sviluppa il fiume.

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(... omissis...)

La notevole variabilità litologica del sottosuolo tanto in senso verticale che orizzontale non permette l'esistenza di un unico orizzonte permeabile sotterraneo. Tuttavia le carte idrogeologiche a disposizione sono in grado di tracciare una cosiddetta "Fascia delle Risorgive" estesa tra due limiti, uno settentrionale ed uno meridionale, che nell'area in esame assumono direzione sud ovest - nord est. Nell'area in esame, il fiume Sile corre per un tratto a cavallo di questa fascia, come si riscontra nell'immagine seguente. Si tratta di un estratto della carta idrogeologica dell'alta Pianura Veneta, presente all'interno della citata Relazione Geologica.

Figura 3: Estratto della Carta Idrogeologica della Pianura Veneta.

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La Relazione di Analisi del Settore Idraulico e Idrogeologico sul

Parco Regionale del Fiume Sile a firma del Prof. Luigi D'Alpaos, Ing. Sergio Berrini Ceschi, Ing. Paolo Peretti e Dott. Eros Tomio, conferma il ruolo del fiume Sile, principale corso d'acqua all'interno del territorio del Comune di Treviso, quale veicolo di drenaggio della falda freatica esistente. Questa funzione già evidenziata nella citata relazione geologica realizzata per il Comune di Treviso, avviene con modalità diverse tra la cosiddetta Alta Pianura e la Bassa Pianura. Infatti nel settore Settentrionale del comune caratterizzata da terreni più grossolani e permeabili, l'orizzonte a pelo libero presenta una maggior ricchezza d'acqua e i valori di profondità maggiori, anche 10 m dal p.c., che impongono agli operatori agricoli la irrigazione artificiale. Per contro i terreni meridionali, più fini e meno permeabili, favoriscono la costituzione di una falda molto più superficiale (tra 0.80 e 1.60 m dal piano di campagna).che crea qualche problema alla realizzazione degli scantinati. L'effetto di drenaggio ad opera del fiume è dunque in questo caso più limitato. In generale il regime di falda è caratterizzato da due fasi di piena annue, una primaverile ed una in tarda estate, con picchi di oscillazione fino a 2 m. Recenti studi hanno rilevato una diminuzione della superficie freatica specie nell’alta pianura ed un eccessivo prelievo dagli acquiferi, che, uniti alla diminuzione della ricarica, sono la causa del depauperamento delle risorse idriche sotterranee.

6.4.2 LE FALDE PROFONDE

Il sottosuolo di Treviso è costituito da alluvioni quaternarie dove i primi 100 m risultano formati da un'alternanza di strati più o meno importanti di ghiaie, sabbie, limi, argille, queste ultime in percentuali crescenti al procedere verso valle. (... omissis...)

Si tratta di un complesso sistema di livelli permeabili (con ghiaia e

sabbia) separati da altri praticamente impermeabili. Tali livelli

contengono importanti corpi idrici generalmente utilizzati e

costituenti un grande, complesso ed articolato sistema multifalde. La

distribuzione in profondità dei vari acquiferi è diversa nelle varie

parti dell'area in esame. In generale comunque dimensione e numero

degli acquiferi diminuiscono procedendo da nord a sud.

Nell'area a sud del corso del Sile, in generale, gli acquiferi profondi

sono dotati di livelli piezometrici superiori alla quota del locale piano

campagna. Essi pertanto erogano spontaneamente le loro acque.

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La seguente carta, tratta dalla relazione geologica del 1992, riporta

l'andamento indicativo della fascia di falde in pressione. All'interno

del Comune di Treviso esse si concentrano a sud del corso del Sile.

(... omissis...)

In Treviso, la fascia di sfruttamento delle falde in pressione si estende prevalentemente a sud della città. Il Comune è servito dalla rete dell'acquedotto che raggiunge ogni località. Sono comunque in funzione molti pozzi destinati alle irrigazioni, sia agricole che domestiche, e secondariamente per uso artigianale e industriale. Un tempo si incontravano, soprattutto nelle campagne, pozzi artificiali usati anche per uso alimentare. Oggi buona parte sono stati interrati per la polluzione dell'acqua e le nuove terebrazioni raggiungono una falda pseudo - artesiana impostata a circa 20 - 30 m dal p.c.

Figura 4: Ubicazione del sistema idrogeologico multifalde in pressione. Il seguente schema, tratto da una lezione sulla risorsa idrica sotterranea a cura dell'Ing. Elena Monterosso del vicino AATO Laguna di Venezia, riassume gli apporti di portata calcolati subito a valle della linea delle risorgive, a cavallo di Treviso. Vi si può osservare il processo di alimentazione del sistema multifalde.

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Figura 5: Schema idrogeologico della Pianura Veneta. In rosso il posizionamento indicativo di Treviso. A ridosso dei rilievi collinari è presente un unico acquifero indifferenziato la cui superficie libera è collocata ad una certa profondità rispetto al piano campagna. Procedendo verso sud la superficie freatica si avvicina progressivamente al piano campagna, affiorando a giorno lungo la fascia delle risorgive, dove in superficie ai materiali a più elevata permeabilità si sostituiscono le alluvioni più fini (limi ed argille) a permeabilità più ridotta. Poco a monte della fascia delle risorgive in profondità nell'acquifero indifferenziato incominciano ad essere presenti tra le sabbie e le ghiaie lenti di materiali impermeabili, dapprima di debole spessore e discontinue e poi formando livelli sempre più potenti e continui. (... omissis...)

L'unico grande acquifero freatico alloggiato nell'alta pianura

incomincia in tal modo a differenziarsi, generando per successiva

digitazione il sistema multifalde che è presente nel sottosuolo della

bassa pianura. Qui le falde in pressione che in profondità occupano

gli strati permeabili che si interpongono tra i livelli limosi e argillosi,

sono tra loro indipendenti e sono caratterizzate da quote

piezometriche variabili passando da un acquifero ad un altro,pur

essendo tutte alimentate a monte dallo stesso acquifero

indifferenziato. Fattore dominante dell'alimentazione di quest'ultimo,

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e quindi anche delle falde, sono le dispersioni dagli alvei dei fiumi

dopo il loro sbocco in pianura, i cui apporti sono di gran lunga

prevalenti rispetto a quelli meteorici diretti al suolo o alle infiltrazioni

dai terreni interessati dalla pratica irrigua.

Pur non esistendo un controllo generale della situazione, da

informazioni che provengono da diverse fonti, ed in particolare dai

gestori delle reti acquedottistiche, sembra che anche i livelli

piezometrici si vadano riducendo, soprattutto negli ultimi anni. Si

tratta di elementi che potrebbero indicare un’utilizzazione troppo

spinta delle acque delle falde più profonde od anche una riduzione

dell'alimentazione di tutto il sistema degli acquiferi.

(... omissis...)

6.5 CLIMA

Il clima del Veneto è di tipo sub-continentale, ma con l'agente mitigante del mare e la catena delle Alpi a proteggerlo dai venti del nord, si presenta complessivamente temperato. Sono due le zone climatiche principali: la regione alpina, caratterizzata da estati fresche e temperature rigide in inverno con frequenti nevicate e la fascia collinare e di pianura, in cui il clima . invece moderatamente continentale. Il clima del Veneto, pur rientrando nella tipologia mediterranea, perde alcune delle caratteristiche tipicamente

mediterranee quali l’inverno mite e la siccità estiva, a causa dei frequenti temporali di tipo termoconvettivo. Si distinguono in questo senso le peculiari caratteristiche termiche e pluviometriche della regione alpina con clima montano di tipo centro-europeo e il carattere continentale della Pianura Veneta, con inverni rigidi. In questa regione si differenziano inoltre due subregioni a clima più mite: quella lacustre nei pressi del Lago di Garda e quella litoranea della fascia costiera adriatica. Per un’analisi climatica di maggior dettaglio, si è fatto riferimento ai

dati termometrici, pluviometrici forniti dall’ARPAV – Centro

Meteorologico di Teolo (PD) – per la stazione di Treviso città. Le misure a disposizione coprono un arco temporale compreso tra il 1 gennaio 2002 e il 31 dicembre 2005 e, pur non essendo sufficienti a

ricostruire storicamente l’andamento dei fattori climatici per il territorio in esame, possono fornirne una prima caratterizzazione.

Nell’ambito della caratterizzazione climatica non sono state prese in considerazione le notizie inerenti l’umidità relativa dell’aria, il

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numero di giorni con cielo sereno o coperto e quelli con fenomeni temporaleschi, grandinate, gelate, brinate e nebbiosi.

6.5.1 PRECIPITAZIONI

Bollettino dei valori mensili pluriennali

Stazione Treviso città

Parametro Precipitazione (mm) somma

Valori dal 1 gennaio 2002 al 31 dicembre 2005

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Somma

annuale

2002 >> >> 10,4 129 209,6 107,6 129,2 161,2 146,6 158,2 152,6 59,8 1264,2

2003 62,6 13,4 1,8 136,4 50,2 43,2 33 60,6 62,2 71 170 110,8 815,2

2004 41,8 199,8 50,2 65,6 170,6 92,4 36,6 117,6 115 144,8 83,8 94,6 1212,8

2005 3,8 0,4 15,4 132 78,4 45,6 81,6 157,4 276,6 173,6 190,2 53,2 1208,2

Medio

mensile 36,1 71,2 19,5 115,8 127,2 72,2 70,1 124,2 150,1 136,9 149,2 79,6 1125,1

Si può notare che il mese con le precipitazioni medie massime è settembre e quello con le minime è gennaio. La maggior parte di precipitazioni si verificano in primavera in aprile-maggio e in fine estate-autunno nell’intervallo che va da agosto a novembre.

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6.5.2 TERMOMETRIA

Bollettino dei valori minimi mensili pluriennali

Stazione Treviso città

Parametro Temperatura aria a 2m (°C) media delle minime

Valori dal 1 gennaio 2002 al 31 dicembre 2005

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio

annuale

2002 >> >> 4,6 7,6 12,3 17 17,7 17,3 13,1 9,2 7,2 2,7 10,9

2003 -0,8 -2,8 3,4 7,2 13,2 19,4 19,3 20,6 12 7,1 6 0,9 8,8

2004 -1,4 -0,1 3,8 8,3 10,3 15,6 17,6 17,7 12,8 12,3 3,8 1,2 8,5

2005 -2,4 -2,4 2,8 7,1 12,3 16,3 18,1 16 14,4 9,8 4 -1 7,9

Medio mensile -1,5 -1,8 3,6 7,6 12 17,1 18,2 17,9 13,1 9,6 5,2 1 9

Il valore mensile è il valore medio delle minime giornaliere del mese. Il valore medio mensile è il valore medio dei valori mensili. Il valore medio annuale è il valore medio dei valori mensili dell'anno. Con valore >> il dato non è disponibile.

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Bollettino dei valori medi mensili pluriennali

Stazione Treviso città

Parametro Temperatura aria a 2m (°C) media delle medie

Valori dal 1 gennaio 2002 al 31 dicembre 2005

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio

annuale

2002 >> >> 10,3 12,9 17,6 22,8 23,4 22,6 18 13,7 10,8 5,8 15,8

2003 2,9 2,8 9 12 20 25,8 25,5 27,4 17,8 11,4 9,4 4,7 14,1

2004 1,9 3,3 7,9 12,9 15,6 21,2 23,7 23,4 18,7 15,3 8,2 5,2 13,1

2005 1,4 2,3 7,7 12 18,2 22,4 23,9 21,1 19,3 13,6 7,4 2,8 12,7

Medio

mensile 2,1 2,8 8,7 12,4 17,8 23 24,1 23,6 18,4 13,5 9 4,6 13,9

Il valore mensile è il valore medio delle medie giornaliere del mese. Il valore medio mensile è il valore medio dei valori mensili. Il valore medio annuale è il valore medio dei valori mensili dell'anno. Con valore >> il dato non è disponibile

Bollettino dei valori massimi mensili pluriennali

Stazione Treviso città

Parametro Temperatura aria a 2m (°C) media delle massime

Valori dal 1 gennaio 2002 al 31 dicembre 2005

Anno GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC Medio

annuale

2002 >> >> 16,8 18,4 23,2 28,6 30 29,1 24,2 19,5 14,5 9,1 21,3

2003 8,1 9,3 15,6 17,1 26,7 32,2 31,5 34,7 24,7 16,3 13,7 9,3 19,9

2004 5,7 7,4 12,6 18,2 21 26,9 29,6 29,9 25,5 19,3 14,1 10,8 18,4

2005 7,2 8 13,5 17,3 24 27,8 29,6 26,5 24,8 18,1 11,6 7,5 18

Medio

mensile 7 8,2 14,6 17,8 23,7 28,9 30,2 30 24,8 18,3 13,5 9,2 19,4

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Il valore mensile è il valore medio delle massime giornaliere del mese. Il valore medio mensile è il valore medio dei valori mensili. Il valore medio annuale è il valore medio dei valori mensili dell'anno. Con valore >> il dato non è disponibile Dai dati medi si nota che il mese più caldo è luglio, mentre quello più freddo risulta febbraio.

Valori medi pluriennali

Stazione Treviso città

Parametro Temperatura aria a 2m (°C) media delle massime

Valori dal 1 gennaio 2002 al 31 dicembre 2005

Dato Treviso (°C)

Temperatura media annua 13,9 Temperatura media del mese più caldo 23,9 Temperatura media del mese più freddo 2,2

Temperatura media dei massimi 19,4 Temperatura media dei minimi 9,0

Escursione termica annua media 21,7

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33

6.6 Pericolosità idraulica

Le condizioni di rischio idrogeologico dell’area indagata sono state ricavate da tre diverse fonti:

- Il vigente Piano Regolatore Generale riporta una prima importante perimetrazione di alcune aree ad una certa pericolosità idraulica. Tali indicazioni, seppur importanti, sono state di seguito affiancate ad altri studi, a misura del crescente numero di aree a rischio allagamenti o comunque soggette a stati di sofferenza idraulica;

- L'Autorità di Bacino del Fiume Sile e della Pianura tra Piave e

Livenza, ha redatto il vigente Piano Stralcio per l'Assetto

Idrogeologico (PAI), il principale documento per la mappatura della pericolosità idrogeologica nel territorio. Tra gli elaborati più importanti del Piano, è presente una carta indicante la pericolosità idraulica che classifica le zone secondo un livello da P0 (bassa pericolosità) a P4 (pericolosità molto alta). All'interno del territorio comunale si riscontra un livello massimo pari a P2 secondo il vigente PAI.

- Nel 2006 è stato approvato lo "Studio Idraulico del Territorio

di Treviso" a firma dei tecnici Ing. Maurizio Salvador e Ing. Eros Cavallin. Il documento comprende una relazione generale e numerosi elaborati grafici, compresa una mappatura dettagliata delle principali aree cosiddette precedentemente

allagate, che saranno di seguito indicate nella parte relativa alla pericolosità idraulica all'interno di ciascun ATO.

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7 ANALISI IDRAULICA

Tale studio è volto alla quantificazione delle misure compensative da realizzare al fine di non aggravare, con le opere di progetto, l’equilibrio idraulico dell’area in cui l’opera va ad inserirsi, per eventi con un tempo di ritorno pari a 50 anni, così come previsto dalla Deliberazione della Giunta Regionale Veneto n°1322/2006 e s.m.i. La DGR prevede inoltre una classificazione degli interventi di trasformazione delle superfici, la quale consente di definire soglie dimensionali in base alle quali si applicano considerazioni differenziate in relazione all'effetto atteso dell'intervento. La classificazione è indicata nella tabella sotto riportata. Tabella 1. Soglie dimensionali per la suddivisione in classi di intervento secondo DGR 1322/06.

Classe di intervento Definizione

C1-Trascurabile impermeabilizzazione potenziale

Intervento su superfici di estensione inferiore a 0,1 ha

C2-Modesta impermeabilizzazione potenziale

Intervento su superfici comprese tra 0,1 ha e 1 ha

C3-Significativa impermeabilizzazione potenziale

Intervento su superfici comprese tra 1 ha e 10 ha; intervento su superfici di estensione oltre i 10 ha con impermeabilizzazione < 0.30

C4-Marcata impermeabilizzazione potenziale

Intervento su superfici superiori a 10 ha con impermeabilizzazione > 0,30

Nel caso di trascurabile impermeabilizzazione potenziale è sufficiente adottare buoni criteri costruttivi per ridurre le superfici impermeabili, quali le superfici dei parcheggi. Nel caso di modesta impermeabilizzazione, oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle piene, è opportuno che le luci di scarico non eccedano le dimensioni di un tubo di diametro 200 mm e che i tiranti idrici ammessi nell’invaso non eccedano il metro. Nel caso di significativa impermeabilizzazione andranno dimensionati i tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in modo da garantire la conservazione della portata massima defluente

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dall’area in trasformazione ai valori precedenti l’impermeabilizzazione. Nel caso di marcata impermeabilizzazione è richiesta la presentazione di uno studio di dettaglio molto approfondito. Il calcolo della superficie impermeabilizzata di possibile realizzazione, deve tener conto di quattro possibili usi del suolo:

• tetti;

• strade;

• parcheggi;

• verde pubblico.

Ad ognuna di queste, è stato assegnato un diverso valore di coefficiente di deflusso secondo quanto indicato nella D.G.R. n°1322/2006 e s.m.i. Tabella 2. Valori dei coefficienti di deflusso secondo la DGR 1322/2006.

Classe d’uso Coefficiente di deflusso

Aree Agricole 0.1 Superfici permeabili (Verde) 0.2

Superfici semipermeabili 0.6 Superfici impermeabili (Tetti,

strade…) 0.9

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8 ANALISI PLUVIOMETRICA

Nella presente valutazione di Compatibilità Idraulica si sono utilizzate le curve di possibilità pluviometriche, adottate dall’Ing. Mariano Carraro, “Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli

eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito parte del territorio

della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre 2007”; tale scelta nasce dall’esigenza di individuare delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento per l’area nelle province di Venezia, Padova e Treviso colpite dalle recenti avversità atmosferiche. Il calcolo di leggi che restituiscano un valore atteso di precipitazione in funzione del tempo di ritorno e della durata di pioggia costituisce un passo fondamentale per il corretto dimensionamento delle opere idrauliche. È stato stabilito di svolgere un’analisi regionalizzata, che miri cioè ad analizzare in forma congiunta le registrazioni operate in diversi siti di interesse, valutando contestualmente il grado di omogeneità dei valori massimi annuali misurati nelle varie stazioni e la presenza di eventuali trend spaziali. Tale procedimento limita l’influenza di singole registrazioni eccezionali, individua le caratteristiche comuni del regime pluviometrico sull’intero territorio considerato e fornisce gli strumenti per un’eventuale suddivisione dell’area in sottoinsiemi omogenei, ai quali attribuire una singola curva segnalatrice di possibilità pluviometrica. Nella redazione della presente relazione, sono stati approfonditi i seguenti punti:

a) verifica, per ogni areale, dell’appartenenza alla classe di intervento così come definito nella D.G.R. n°1322/2006;

b) determinazione del coefficiente di deflusso medio, quindi determinazione della pioggia efficace;

c) definizione di misure compensative da attuare al fine di ottenere un assetto idrologico della zona oggetto di studio compatibile con la rete ricettrice.

Si premette che tutti i dati pluviometrici, i parametri per la regionalizzazione delle precipitazioni, nonché i dati delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica sono quelli ricavati dallo studio “Analisi regionalizzata delle precipitazioni per

l’individuazione di curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di

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riferimento” condotto da Nordest Ingegneria s.r.l. per conto del “Commissario delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali

eventi meteorologici del 26 Settembre che hanno colpito parte del

territorio della Regione Veneto”; tali analisi sono gratuitamente disponibili nel sito internet della Struttura Commissariale: http://www.commissarioallagamenti.veneto.it/

8.1 Scelta della rete di misura

I dati disponibili per un’analisi pluviometrica nel territorio veneto derivano da due reti di misura: alla rete storica del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN), avviata nei primi decenni del ‘900, si è infatti affiancata alla fine degli anni ‘80 la rete regionale del Centro Sperimentale per l’Idrologia e la Meteorologia di Teolo (ora Centro Meteorologico di Teolo — CMT) dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV). A seguito del trasferimento di competenze alle Regioni, anche la rete SIMN è stata affidata ad ARPAV, ma le modalità di esercizio delle stazioni sono ancora in fase di definizione.

Le due reti sono differenti per collocazione delle stazioni, per strumentazione e per periodi di misura. Dovendo sceglierne una, si è optato di utilizzare i dati del CMT, alla luce delle seguenti considerazioni:

• la rete CMT misura dati dalla fine degli anni ‘90 ad oggi, mentre i

dati del SIMN sono stati pubblicati in forma cartacea solo fino al

1996;

• le durate di maggior interesse sono quelle fino a 24 ore, vista la

tipologia di opere da dimensionare e le caratteristiche dei bacini

idraulici: in tale intervallo i dati SIMN sono affidabili solo nei

massimi annuali per 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive, mentre le

informazioni del CMT sono aggregati su una scansione minima di

5 minuti e consentono pertanto una ricognizione affidabile dei

valori di precipitazione anche per eventi brevi ed intensi;

• tra una serie di dati più lunga, quella SIMN, ma priva degli ultimi

anni, e una serie di dati breve ma aggiornata, quella CMT, la

seconda appare preferibile, anche alla luce dei ripetuti eventi

calamitosi odierni e delle evidenze di un cambiamento climatico

in atto;

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• i dati raccolti dal CMT costituiscono oggi il principale riferimento

pluviometrico regionale, mentre non è ancora stato definito con

certezza il futuro delle cosiddette stazioni tradizionali ex-SIMN

ora affidate all’ARPAV, soprattutto per quanto riguarda le piogge

brevi.

8.2 Campo di analisi e scelta delle stazioni

L’ambito entro il quale svolgere l’analisi pluviometrica è stato individuato nell’unione delle seguenti aree:

• l’area all’interno della linea di conterminazione lagunare;

• i comprensori degli ex Consorzi di bonifica Dese Sile, Sinistra

Medio Brenta e Bacchiglione Brenta;

• la porzione sud-orientale dell’ex comprensorio del Consorzio di

bonifica Destra Piave, a valle della linea delle risorgive;

• il litorale del Cavallino e il bacino Caposile nel comprensorio

dell’ex Consorzio di bonifica Basso Piave;

• il bacino Fossa Paltana nel comprensorio dell’ex Consorzio di

bonifica Adige Bacchiglione.

Con la Deliberazione della Giunta Regionale N. 2415 del 04 agosto 2009 pubblicata sul Bur n. 74 del 08/09/2009, si sono infatti istituiti il:

• Consorzio di bonifica Veronese (derivante dall'accorpamento

degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Adige Garda,

Agro Veronese Tartaro Tione e Valli Grandi e Medio Veronese);

• Consorzio di bonifica Polesano (derivante dall'accorpamento

degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Padana

Polesana e Polesine Adige Canal Bianco);

• Consorzio di bonifica Delta del Po (corrispondente all'originario

comprensorio del Consorzio di bonifica Delta Po Adige);

• Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (derivante

dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di

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bonifica Riviera Berica, Zerpano Adige Guà e Medio Astico

Bacchiglione);

• Consorzio di bonifica Brenta (corrispondente all'originario

comprensorio del Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta);

• Consorzio di bonifica Euganeo−Berico (derivante

dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di

bonifica Adige Bacchiglione ed Euganeo);

• Consorzio di bonifica Bacchiglione (corrispondente all'originario

comprensorio del Consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta);

• Consorzio di bonifica Acque Risorgive (derivante

dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di

bonifica Dese Sile e Sinistra Medio Brenta);

• Consorzio di bonifica Piave (derivante dall'accorpamento degli

originari comprensori dei Consorzi di bonifica Destra Piave,

Pedemontano Brentella di Pederobba e Pedemontano Sinistra

Piave);

• Consorzio di bonifica Veneto Orientale (derivante

dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di

bonifica Basso Piave e Pianura Veneta tra Livenza e

Tagliamento).

Le stazioni pluviometriche utilizzate per l’analisi sono state scelte in modo da circoscrivere completamente l’area di interesse, selezionando 27 siti caratterizzati da almeno 10 anni di registrazioni.

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Figura 6. Planimetria dell’area oggetto di studio e delle stazioni CMT considerate.

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Tabella 3. Stazioni CMT considerate.

Per ogni stazione sono stati considerati i valori massimi annui misurati su intervalli temporali di 5, 10, 15, 30 e 45 minuti consecutivi e di 3, 6, 12 e 24 ore consecutive. I valori sono stati forniti dal CMT a partire da serie validate, eliminando i valori relativi ad eventuali anni in cui il funzionamento della strumentazione fosse stato inferiore al 95% del totale teorico di oltre 105.000 letture annue ogni 5 minuti.

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9 Analisi regionalizzata delle precipitazioni: procedimento numerico

Lo scopo di un’analisi pluviometrica consiste nel determinare una stima dell’altezza di pioggia puntuale h(T) di durata d ed assegnato tempo di ritorno T. Il tempo di ritorno è definito come l’intervallo temporale entro cui una certa altezza di precipitazione viene eguagliata o superata mediamente una volta e misura quindi il grado di rarità di un evento. La stima h(d,T) viene generalmente espressa da curve segnalatrici di possibilità pluviometrica, che per vari parametri T di riferimento (per esempio 2, 5, 10, 20, 50, 100, 200 anni) esprimono la precipitazione attesa ht(d) in funzione della durata d. Di norma, la stima delle altezze di precipitazione avviene mediante regolarizzazione statistica, individuando cioè una distribuzione teorica di probabilità che bene si accorda con i valori osservati. A tal proposito, la letteratura statistica ha sviluppato una varietà di metodi per la scelta della distribuzione più idonea alle differenti tipologie di dato e per l’inferenza dei parametri di una distribuzione a partire da un campione di misure. L’attendibilità di una stima dipende dalla numerosità del campione disponibile, che nel caso di analisi pluviometriche è per lo più composto ai valori massimi annui registrati in uno specifico sito e per la medesima durata di precipitazione. La previsione ottenuta ha carattere esclusivamente locale, cioè deve considerarsi valida solo entro una ragionevole distanza dal punto di misura. Nel caso in cui non si disponga di osservazioni pluviometriche in prossimità del sito di interesse, o la loro quantità sia modesta in relazione al tempo di ritorno di interesse, è possibile ricorrere a tecniche di analisi regionale della frequenza degli eventi pluviometrici. Tale classe di metodi si fonda sull’ipotesi che la distribuzione dei valori estremi di precipitazione entro una certa area presenti delle caratteristiche di omogeneità: in tal caso è accettabile studiare in maniera congiunta i valori di precipitazione misurati presso differenti stazioni ed estendere poi i risultati all’intera area di analisi. Con riferimento alle stazioni considerate nel presente studio, si osserva ad esempio che ogni campione di dati, misurati per la medesima durata in ciascuna stazione, è formato per lo più da 16 valori. La regolarizzazione di un singolo campione porgerà risultati di scarsa affidabilità per tempi di ritorno superiori a 20 anni: è probabile poi che i dati raccolti presso stazioni vicine presentino variazioni anche assai marcate e conducano a stime significativamente diverse, senza motivi di carattere fisico o climatico che diano ragione di tali

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risultati. Se invece, mediante opportune tecniche di analisi regionale, si produce una stima basata su tutto l’insieme di circa 400 valori misurati, si ottiene un risultato affetto da minore incertezza e caratteristico dell’intera regione considerata. Le metodologie più diffuse e documentate in Italia sono due: la procedura VAlutazione delle PIene (VAPI), promossa dal Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del C.N.R. e basata sull’uso della distribuzione Two components Extreme Value (TCEV), e i vari metodi fondati sul modello probabilistico Generalized Extreme Value (GEV), per lo più nella forma del cosiddetto metodo della grandezza indice. Il metodo che si è deciso di adottare, in quanto le applicazioni ne confermano la migliore efficienza, consiste nel metodo cosiddetto GEV.

9.1 Il metodo della grandezza indice e la distribuzione GEV

La tecnica di analisi regionale scelta per la presente analisi è quella della grandezza indice mediante l’utilizzo della distribuzione GEV. Nell’ambito di una regione omogenea, si ipotizza che i valori massimi annui delle altezze di precipitazione di durata d presentino caratteristiche simili a meno di un fattore di scala dipendente dal sito di interesse, rappresentato dalla grandezza indice. In altri termini, dividendo le altezze massime annue di precipitazione per la grandezza indice si ottengono dei valori statisticamente indistinguibili, che possono essere studiati tutti insieme. La stima dell’altezza di pioggia presso la j-esima stazione hj(d,T) si esprime allora come prodotto di due termini:

( ) ( )ThmTdh ddjj ⋅= ,,

in cui mjd è la grandezza indice specifica per la stazione di interesse e per la durata considerata e hd(T) è un fattore adimensionale, chiamato curva di crescita, che esprime la variazione dell’altezza di precipitazione di durata d in funzione del tempo di ritorno T, indipendentemente dal sito. La curva di crescita assume validità regionale ed è comune a tutte le stazioni pluviometriche appartenenti ad una data zona omogenea. Come grandezza indice mjd viene generalmente adottata la media dei valori massimi annuali dell’altezza di precipitazione nella durata d. Tale dato è stimato dalla media campionaria delle misure effettuate presso ciascuna stazione. In sintesi, il metodo della grandezza indice scinde il problema in due sottoproblemi disgiunti: la stima della curva di crescita valida per

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l’intera regione omogenea e la comprensione della reale distribuzione della grandezza indice nel territorio, di cui le medie campionarie sono delle realizzazioni affette da un certo errore. Da un punto di vista operativo, per ogni durata di precipitazione il metodo si sviluppa nei seguenti passi: 1. identificazione di un’ipotesi di zone omogenee; 2. calcolo della grandezza indice come media campionaria dei dati misurati presso ciascuna stazione; 3. normalizzazione del campione di ogni sito, i cui valori sono divisi per la corrispondente media; 4. individuazione della curva di crescita tramite analisi probabilistica del campione composto dai dati normalizzati di tutte le stazioni comprese nella medesima zona omogenea; 5. verifica a posteriori dell’omogeneità delle aree precedentemente identificate mediante test statistico ed eventuale riformulazione dell’ipotesi; 6. analisi spaziale della grandezza indice ed eventuale calcolo di valori di riferimento di tale grandezza per ambiti di varia estensione. Le elaborazioni svolte sono elencate in Tabella 4. Tabella 4. Elaborazioni svolte nell’ambito del metodo della grandezza limite.

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9.1.1 IDENTIFICAZIONE DELLE ZONE OMOGENEE AI FINI DELLA CURVA

DI CRESCITA

Come zona omogenea ai fini della regionalizzazione è stato considerato l’intero ambito di analisi. Si ritiene infatti che per dimensioni e per caratteristiche morfologiche l’intera pianura veneta possa costituire un’area di caratteristiche pluviometriche simili.

9.1.2 CALCOLO DELLA GRANDEZZA INDICE CARATTERISTICA DI

CIASCUNA STAZIONE

Come specificato in Tabella 4, la grandezza indice di riferimento è il valor medio dei massimi annui registrati in ciascuna stazione e per ogni durata. A tale scopo, è possibile utilizzare la media campionaria, oppure in alternativa si potrebbe operare una regolarizzazione di Gumbel su ogni serie di dati — preferibilmente con il metodo della massima verosimiglianza — e poi adottare come grandezza indice il valor medio della popolazione:

αεµ ⋅+= 57721.0 . I due metodi porgono risultati non molto dissimili. Per tale motivo, si è scelto di adottare nello studio il dato campionario, che eventualmente può essere facilmente monitorato e aggiornato nel futuro con ulteriori dati pluviometrici. I valori sono riportati in Tabella 5.

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Tabella 5. Valori medi dei massimi annui per le durate oggetto di studio.

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9.1.3 REGOLARIZZAZIONE DEI CAMPIONI NORMALIZZATI E STIMA

DELLE CURVE DI CRESCITA

I campioni normalizzati hanno permesso l’individuazione dei valori dei parametri della distribuzione GEV che meglio descrivono le caratteristiche pluviometriche regionali: Tabella 6. Parametri GEV della distribuzione regionale di precipitazione

Per produrre una singola stima di altezza di precipitazione per un dato tempo di ritorno si possono usare le seguenti relazioni:

xTxTx

TTx

µ

ξαε

ξ

⋅=

−−+=

)(ˆ)(

/11

1ln)(ˆ

La prima formula calcola l’altezza adimensionale di precipitazione, mentre la seconda espressione “denormalizza” il risultato, rimoltiplicandolo per il valor medio dei massimi di precipitazione. I parametri da utilizzare nella prima espressione devono essere scelti dalla Tabella 6, mentre in Tabella 7 si riportano i risultati per alcuni tempi di ritorno significativi.

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Tabella 7. Curve di crescita della distribuzione GEV per la valutazione di altezze adimensionalizzate di precipitazione per alcuni tempi di ritorno.

9.1.4 VALUTAZIONE DELL’OMOGENEITÀ DELL’AREA CON IL TEST H

La valutazione a posteriori dell’omogeneità dell’area è stata effettuata mediante il test statistico H di Hosking e Wallis. Il parametro H, opportunamente calcolato, riassume il livello di omogeneità dell’area, che risulta accettabilmente omogenea per H <1. I risultati del test sono riportati in Tabella 8. Tabella 8. Risultati del test H di Hosking e Wallis

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9.1.5 ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE MEDIE DEI

MASSIMI ANNUALI

Le interpolazioni spaziali della grandezza indice, individuata nella media dei massimi annui, consentono di comprendere come essa vari nella regione considerata. Dall’analisi svolta è risultato in particolare che la media dei valori massimi annui presenta variazioni modeste e probabilmente casuali per precipitazioni di durata fino a un’ora, mentre per durate superiori (con la sola eccezione forse delle 24 ore) si manifesta sul territorio una variabilità legata alla distanza dalla costa. Dalla fascia di alta pianura (Cittadella, Trebaseleghe) i valori diminuiscono procedendo sia verso sud (comprensorio del Consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta), sia verso est (comprensorio del Consorzio di bonifica Destra Piave), per poi aumentare di nuovo presso le stazioni costiere.

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50

10 Calcolo delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento

Gli elementi proposti ai punti precedenti permettono una valutazione delle altezze di pioggia attese per ciascuna delle dieci durate considerate. Da tali stime è necessario elaborare le curve segnalatrici di possibilità pluviometrica, cioè le formule che esprimono la precipitazione h in funzione della durata t. Le formule più diffuse in letteratura sono le seguenti:

( )

n

c

tah

tbt

ah

⋅=

+=

)2(

)1(

caratterizzate rispettivamente da 3 o 2 parametri che devono essere ottenuti per taratura. La formula (2) non consente una buona interpolazione dei dati per tutte le durate considerate: è bene pertanto riferirsi di norma all’espressione (1) con tre parametri.

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10.1 Curve segnalatrici a tre parametri per sottoaree omogenee

Le curve segnalatrici possono essere calcolate con riferimento ad una singola stazione, oppure, come in questa sede, per sottoaree omogenee. A tale scopo, all'interno dello studio Commissariale, Nordest Ingegneria s.r.l. ha effettuato un’indagine delle medie dei massimi annuali mediante metodologie matematiche che producono dei raggruppamenti ottimi di una serie di osservazioni (dette tecniche di cluster analysis), in modo tale che ciascun gruppo risulti omogeneo al proprio interno e distinto dagli altri. I risultati hanno evidenziato che si delineano 3 macrogruppi, uno relativo all’area nord-orientale, uno relativo alla zona sud-occidentale e uno costituito da due sottozone: l’area costiera e lagunare da Jesolo a Chioggia e l’entroterra cittadellese. Una volta individuati i macrogruppi, le curve segnalatrici sono state calcolate valutando per ciascuna durata la media dei massimi di precipitazione delle stazioni del gruppo, calcolando poi le altezze di precipitazione per i vari tempi di ritorno e per le varie durate e producendo infine la stima dei parametri a, b e c per ottimizzazione numerica. Si ricorda che nell’applicazione della curva segnalatrice

( )t

bt

ah

c+

=

i tempi t devono essere espressi in minuti e il risultato è restituito in millimetri.

10.1.1 ATTRIBUZIONE DELLE CURVE SEGNALATRICI AI TERRITORI

COMUNALI

Per un’applicazione univoca dei risultati del presente studio, si ritiene utile assegnare ciascun comune a una specifica zona omogenea tra quelle precedentemente individuate. Tale attribuzione deve essere effettuata tenendo conto delle caratteristiche geografiche, idrografiche e amministrative di ciascun territorio comunale. Il criterio oggettivo qui proposto prevede l’utilizzo dei cosiddetti topoieti, o poligoni di

Thiessen. Considerato l’insieme delle stazioni di misura, si congiunge ciascun sito con quelli ad esso prossimi, ottenendo un reticolo di maglie triangolari. Di ciascun segmento tracciato si individua l’asse, cioè la perpendicolare nel punto medio; gli assi permettono di definire dei poligoni irregolari, uno per stazione: per costruzione, ogni punto

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52

interno al topoieto è così associato alla stazione più vicina. Il topoieto individua così l’area di influenza della stazione in esso contenuta.

Figura 7. Metodo di costruzione dei poligoni di Thiessen a partire da un insieme di punti. L’applicazione del metodo dei topoieti al caso in esame prevede di intersecare i topoieti con i perimetri dei comuni e associare poi ogni comune alla zona omogenea “prevalente”, i cui topoieti contengono la maggioranza relativa del territorio comunale. In Figura 8 è rappresentato il risultato della ripartizione con riferimento all’ipotesi B (stazione di Mira assegnata al cluster costiero) di definizione delle zone omogenee.

Figura 8. Possibile ripartizione dei comuni tra le quattro zone omogenee individuate dall’ipotesi B.

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Tabella 9. Ripartizione dei comuni per provincia e per zone omogenee, individuate in base all’ipotesi B. L’eventuale ripartizione in base all’ipotesi A si ottiene trasferendo sette comuni della provincia di Venezia, indicati nella tabella in corsivo, dalla zona costiera SE alla zona SW.

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CURVE SEGNALATRICI PER LA ZONA INTERNA NORD-ORIENTALE

Stazioni: Breda di Piave (BP), Ponte di Piave (PT), Noventa di Piave (NP). Villorba (VB), Roncade (RC), Eraclea (FR), Zero Branco (ZB), Castelfranco Veneto (CF)

Figura 9. Curve segnalatrici a tre parametri

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10.2 Curve segnalatrici a due parametri e loro utilizzo

Si riportano di seguito le curve segnalatrici a due parametri afferenti all’analisi consultabile gratuitamente in rete, fornita dalla Struttura Commissariale per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre 2007. L’equazione di riferimento è del tipo:

ntah ⋅=

per le quattro zone omogenee. Tale trattazione è svolta unicamente per l’utilizzo delle formule della letteratura che richiedono i coefficienti a ed n dell’espressione tradizionale a due parametri. Si ribadisce che i dati ottenuti dall’analisi probabilistica non possono essere interpolati adeguatamente da una curva a due parametri per l’intero range di durate da 5 minuti a 24 ore. E’ opportuno invece individuare intervalli più ristretti di durate, entro i quali la formula bene approssimi i valori ottenuti con la regolarizzazione regionale. Si forniscono pertanto i parametri delle curve segnalatrici tarate su intervalli di cinque dati, per i vari tempi di ritorno. Il parametro ∆ indica l’errore medio relativo dell’approssimazione. I tempi t devono essere espressi in minuti. Il risultato è in millimetri.

10.3 Determinazione di pluviogrammi di progetto

Lo ietogramma utilizzato per la presente relazione è lo ietogramma rettangolare, generalmente il più usato nei calcoli di dimensionamento e verifica di reti di fognatura bianca. La tabella seguente riporta per varie durate di pioggia l’altezza di precipitazione totale in millimetri e l’intensità di pioggia espressa in millimetri all’ora calcolate secondo gli ietogrammi rettangolari dei

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56

quali, a titolo esemplificativo, ne vengono riportati tre nella figura seguente.

Tabella 10. Altezza di precipitazione totale e intensità di pioggia espresse rispettivamente in millimetri e millimetri all’ora per varie durate di pioggia, per la zona omogenea NE.

TEMPO DI

PIOGGIA

ALTEZZA DI PRECIPITAZIONE

INTENSITA'

minuti millimetri millimetri/ora

5 17,77 213

15 36,73 147 30 51,59 103

45 60,68 81 60 67,19 67

90 76,44 51 120 83,08 42

150 88,30 35 180 92,62 31

Figura 10. Ietogrammi rettangolari relativi a piogge di durata rispettivamente di 180, 60 e30 minuti caratterizzate da un tempo di ritorno di 50 anni, per la zona omogenea NE.

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57

11 Calcolo dei volumi di laminazione

I volumi di invaso da realizzare per garantire l’invarianza idraulica nelle superfici soggette a trasformazione si possono ricavare con differenti metodologie, ognuna delle quali specifica per determinati casi. La letteratura riporta tre metodi di calcolo che saranno descritti nei seguenti paragrafi.

11.1 Metodo delle sole piogge per curve di possibilità pluviometrica a 3 parametri

Tale modello si basa sul confronto tra la curva cumulata delle portate entranti e quella delle portate uscenti ipotizzando che sia trascurabile l’effetto della trasformazione afflussi-deflussi operata dal bacino e dalla rete drenante. Applicando uno ietogramma netto di pioggia a intensità costante, si possono calcolare, tramite l’equazione seguente, i volumi di invaso relativi ad una determinata durata τ della precipitazione:

tQutbt

aSWuWeWi

c⋅−

+⋅⋅=−=

)(ϕ

dove: Wi è il volume di invaso; We è il volume in ingresso; Wu è il volume in uscita; S la superficie scolante; ϕ l coefficiente di deflusso medio dell’area; t è la durata della precipitazione. La durata critica, ossia la durata per la quale si ha il massimo volume di invaso da rendere disponibile, si ottiene ponendo nulla la derivata prima, in funzione del tempo, dell’equazione sopra riportata. Si ottiene dunque:

b

bt

tcaS

Qut

c

+

+

⋅−⋅⋅⋅

=−

che, a convergenza, porta a determinare:

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

58

b

bt

tcaS

Qut

c

critico

critico

critico −

+

+

⋅−⋅⋅⋅

=−

e conseguentemente:

criticocriticoc

critico

tQutbt

aSWuWeWi ⋅−

+⋅⋅=−=

)(ϕ

Il volume di invaso da rendere disponibile viene rappresentato (a titolo di esempio) nella seguente Errore. L'origine riferimento non è stata

trovata. dalla linea gialla. Nello stesso grafico vengono riportati gli andamenti, in funzione del tempo, dei volumi in ingresso (crescente per tutta la durata di pioggia) e di uscita (costantemente crescente nel tempo).

Figura 11. Esempio di andamento dei volumi: ingresso (linea viola); in uscita (linea blu); invasato (linea gialla).

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59

11.2 Metodo cinematico per curve di possibilità pluviometrica a 2 parametri

Questo approccio schematizza un processo di trasformazione afflussi-deflussi nel bacino di monte di tipo cinematico. Le ipotesi semplificate che sono adottate nella metodologia di calcolo sono le seguenti [Alfonsi e Orsi, 1987]:

− ietogramma netto di pioggia a intensità costante (ietogramma rettangolare);

− curva aree-tempi lineare; − portata costante in uscita dal sistema (laminazione ottimale).

Sotto queste ipotesi si può scrivere l’espressione del volume W invasato in funzione della durata della pioggia θ, del tempo di corrivazione del bacino T0, della portata massima in uscita dal sistema Qu, del coefficiente di deflusso φ, dell’area del bacino A e dei parametri a ed n della curva di possibilità pluviometrica:

0

12

0 TQQaA

QTaAW uu

n

n

n ⋅−⋅−⋅⋅

⋅⋅+⋅⋅⋅=−

θϕ

θθϕ

Imponendo la condizione di massimo per il volume W, ciò derivando l’espressione precedente rispetto alla durata θ ed eguagliando a zero si trova:

0)1(0 20

1 =−⋅⋅

⋅⋅⋅−+⋅⋅⋅⋅⇒=−

−u

n

cu

n

c QaA

QTnaAnd

dW

ϕ

θθϕ

θ

Da quest’ultima scrittura analitica si ricava la durata critica del sistema (θc), che, inserita nella prima equazione, consente di stimare il volume W di invaso da assegnare al fine di garantire l’invarianza idraulica del sistema scolante.

11.3 Metodo dell’invaso per curve di possibilità pluviometrica a 3 parametri

Il metodo dell’invaso tratta il problema del moto vario in modo semplificato, assegnando all’equazione del moto la semplice forma del moto uniforme, e assumendo l’equazione dei serbatoi, in luogo dell’equazione di continuità delle correnti unidimensionali, per

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

60

simulare l’effetto dell’invaso. Schematizzando un’area di trasformazione urbana come un invaso lineare, si può scrivere l’equazione di continuità della massa nei termini seguenti:

)()()(

tQtPdt

tdV−=

essendo: - P(t) la “pioggia netta” all’istante t; - Q(t) la portata uscente, dipendente dal volume invasato V(t). L’equazione differenziale lineare sopra riportata, con termine noto costituito dalla pioggia netta, può essere risolta con tecniche standard e rappresenta un semplice modello idrologico. Considerata l’equazione di possibilità pluviometrica a tre parametri l’espressione del coefficiente udometrico u risulta essere:

( ) ( ) cc

c

zaubzzvu −− ⋅⋅⋅⋅+⋅⋅= 1

1

10 )( ϕξα Dove: v0 : volume specifico invasato V0/S; z : rapporto istantaneo tra portata e pioggia netta Q/P. Quest’ultima equazione permette di calcolare il coefficiente udometrico assegnate le caratteristiche pluviometriche dell’area (coefficienti a,b e c) e le caratteristiche idrologiche e geometriche del bacino e della sua rete (φ e v0); resta unicamente da definire il valore di z. La soluzione va ricercata in modo iterativo essendo l’espressione implicita, scegliendo il valore di z che rende massimo il coefficiente udometrico u. Nel calcolo dell’invarianza idraulica generalmente è imposto un valore di coefficiente udometrico da non superare e quindi l’equazione va usata in modo inverso ricercando il valore del volume di invaso di monte.

( ))(

11

0zz

ubzauv

cc

c

αξ

ϕ

⋅−⋅⋅⋅=

Assegnati i parametri della curva di possibilità pluviometrica (a,b e c), il grado di impermeabilizzazione del terreno φ, l’equazione (num) consente di stimare il volume di invaso specifico necessario perché il

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61

sistema scarichi al massimo la portata corrispondente al coefficiente udometrico imposto u.

11.4 Scelta del metodo di calcolo per l'individuazione dei volumi di laminazione

Le metodologie di calcolo precedentemente descritte conducono a risultati a volte parecchio differenti tra loro. I volumi di laminazione ricavati con il metodo dell’invaso non sono da considerarsi particolarmente affidabili, in quanto condizione necessaria per un corretto utilizzo di tale metodo è la conoscenza approfondita del sistema di smaltimento a monte della sezione di interesse, che, a questo livello progettuale, è impensabile avere. L’approccio secondo il modello delle sole piogge e quello basato su una trasformazione afflussi-deflussi di tipo cinematico producono risultati simili e quindi confrontabili tra loro; si è pertanto deciso di rendere prescrittivi i volumi di invaso ricavati con il sistema delle sole piogge, in quanto, trascurando l’effetto della trasformazione afflussi-deflussi, conduce a risultati leggermente sovrastimati, e di conseguenza più cautelativi.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

62

12 Analisi ATO

La stima della possibile impermeabilizzazione efficace è stata ottenuta ipotizzando delle percentuali da applicare alle diverse tipologie di superficie che vanno a costituire gli areali di espansione. Relativamente alle linee preferenziali di sviluppo insediativo e agli ambiti di edificazione diffusa le percentuali delle diverse tipologie di copertura del suolo sono determinabili in via generale, mentre, per contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi, il grado di impermeabilizzazione di progetto da PAT va ipotizzato caso per caso. Successivi approfondimenti e indicazioni di dettaglio verranno espressi nel Piano degli Interventi, di conseguenza, anche le analisi che seguono subiranno un grado di affinamento superiore, correlate alla maggior definizione degli interventi urbanisticamente previsti. Linee preferenziali di sviluppo insediativo

destinazione copertura

massima

marciapiede

pertinenze

parcheggi

impermeabili

parcheggi

drenanti verde

Residenziale

(r) 50% 5% 0% 10% 35%

Produttivo

(p) 65% 5% 5% 20% 5%

Commerciale

(c) 55% 5% 5% 22% 13%

Ambiti di edificazione diffusa

destinazione impermeabilizzazione

massima verde

residenziale bassa 30% 70%

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63

12.1 ATO N°1 - Centro Storico

Inquadramento

Descrizione ambito

L'ambito territoriale omogeneo definito "Centro Storico" ha un'estensione totale 1,74 Kmq e si colloca in posizione perfettamente centrale all'interno dei confini amministrativi del Comune. Lungo i lati nord, est ed ovest, il territorio è determinato in maniera univoca dalle antiche mura perimetrali risalenti al XIV secolo (anche se non mancano testimonianze e reperti risalenti all'epoca della dominazione romana) estese per quasi quattro chilometri, e dal fossato perimetrale, un tempo utilizzato come sistema di difesa, ottenuto da una deviazione dello Scolo Botteniga nel corso del '500. A sud, invece l'areale si estende oltre le mura perimetrali, e oltre il fiume Sile, in quale attraversa completamente il territorio in direzione ovest est. La superficie considerata viene invece limitata a sud dalla linea ferroviaria e dalla stazione ferroviaria centrale, limite fisico che separa il centro storico da Treviso sud. La presenza una rete perimetrale di fossati già per questo primo ambito, ben chiarisce il significato di "Città d'acque", termine con cui in passato si soleva definire il capoluogo. L'ATO n. 01 si identifica con la parte storicamente più rappresentativa della città. Essa ospita le principali sedi amministrative del Comune e

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64

della Provincia, e numerosi altri servizi al cittadino, quali uffici, cinema, musei e palazzi, biblioteche. Dal punto di vista dello sviluppo urbanistico, come altri centri storici, qui il suolo è da tempo quasi completamente urbanizzato. Poche aree a verde insistono lungo i corsi d'acqua perimetrali, mentre predominano gli insediamenti residenziali e destinati a servizi ed esercizi commerciali. Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 11:Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 1

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 50.000

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 6.500

Volume

residenziale

(totale)

mq 56.500

Standard mq 11.300

Ab. Teorici 194 mc/ab 291

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 30.000

Standard mq 30.000

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 30.000

Standard mq 30.000

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 22.000

Standard mq 3.300

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 17.000

STANDARD Standard Totali mq 74.600

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

65

Ubicazione geografica

Come anticipato, la zona territoriale omogenea n.01 Centro Storico è situata in posizione baricentrica all'interno dei confini comunali, e si caratterizza per l'accesso diretto alle più importanti zone della città quanto a servizi e infrastrutture. Essa confina con le seguenti aree adiacenti: - a nord e ad ovest con l'ambito territoriale omogeneo n.02 Treviso

Nord; - ad est con l'ambito territoriale omogeneo n.03 Fiera e quello n.04

Ospedale; - a sud con l'ambito territoriale omogeneo n.05 Treviso sud.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso nord ovest. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +11.00 e +15.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord-ovest, è di circa 0.2 - 0.5 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica della maggior parte delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. Fanno eccezione le acque dei corsi d'acqua Sile (nella parte confine sud)e Botteniga, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Smaltimento acque meteoriche

Il centro storico si presenta costellato da una fitta rete di scoli e fossati a cielo aperto che lo attraversano principalmente da nord verso sud per sfociare subito a valle sul Sile. Si tratta dei fossati Cagnan, Buranelli, Convertite, Cantarane e della Roggia Siletto.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

66

Si è già detto del fossato perimetrale del centro storico, costituito dalla Fossa Est, che a sua volta corrisponde al tratto finale dello Scolo Botteniga, e della Fossa Ovest, che va a completare la rete perimetrale del centro storico. Alcune paratoie di regolazione gestiscono il delicato snodo idraulico del Botteniga destinando le acque all'interno del centro storico oppure all'esterno sulla Fossa est, tramite eventuali manovre di regolazione. A sud del Sile la stessa funzione di collettamento e scarico è affidata al Canale della Polveriera. Il Sile rimane comunque il ricettore unico delle portate di scarico provenienti da questi corsi d'acqua. Tuttavia, una funzione importante per lo scarico delle acque meteoriche all'interno del centro storico è svolta dalla rete capillare di fognature miste. La linea mista, comprendente anche grandi diametri, è allacciata a valle alla dorsale principale, a sua volta diretta al trattamento dell'impianto di depurazione ed allo scarico sul Sile. Pericolosità idraulica

Probabilmente a causa della rete di scoli e fossati regolati da paratoie, il centro storico non è considerato un'area a rischio allagamenti. Né sul PAI redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Sile e della Pianura tra Piave e Livenza, né sullo Studio Idraulico realizzato nel 2006, si riscontrano rilevanti condizioni di pericolosità. Si rilevano solo due ridottissime superfici, all'interno della perimetrazione del Parco del Sile (alle estremità sud est e sud ovest dell'Ato), caratterizzate da un grado di pericolosità P1 secondo il vigente PAI. Invarianza idraulica

Tabella 12: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (PC).

ATO 1

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie in

trasformazione

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

7 s/r 212840 87700 0,76 C3 10 5432 619

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 1 dovranno essere compensate da un totale di 5432 mc di invaso.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

67

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto.

All'interno dell'ATO in esame non sono previste nuove infrastrutture viarie in progetto che vadano ad interferire con la rete idrografica principale o minore esistente. Gli interventi alla linea ferroviaria, quali quelli relativi al trasporto pubblico a Guida Vincolata (TPGV) che vadano a creare interferenze con la linea perimetrale di fossati del centro storico e soprattutto con il Sile a sud e con il sistema Giavera - Botteniga, dovranno essere tali da mantenere l'attuale continuità idraulica. Inoltre le sezioni esistenti non dovranno subire alcuna limitazione, quali quelle derivanti dalla realizzazione di ponti o accessi carrai.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

68

12.2 ATO N°2 - Treviso Nord

Inquadramento

Descrizione ambito

L'ambito territoriale omogeneo ATO n.02 definito "Treviso Nord", ha un estensione totale più che doppia rispetto a quella della zona precedente, misurando circa 3,74 Kmq. Assieme agli Ato n. 03, 04 e 05, esso va a costituire una "cintura perimetrale" attorno al centro storico della città. Si tratta di 3 ambiti nei quali sono distribuite numerose aree adibite a servizi al cittadino, e dove sono presenti aree residenziali anche di una certa entità e densità abitativa. Non mancano comunque aree a parco ed altri spazi a verde. La zona omogenea in esame è posta in posizione centrale e si snoda verso ovest circondando in parte il centro storico da cui è separata tramite la Fossa Ovest e le mura antiche. Essa in buona sostanza può essere divisa in tre parti: - una prima parte, disposta a sud ovest e limitata inferiormente

dalla linea ferroviaria con un piccolo scalo, che ospita, oltre ad alcune lottizzazioni e qualche area a parco, numerosi edifici direzionali, quali sedi Inail, confederazioni di artigianato ed industrie ed altre;

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

69

- una seconda parte, in posizione centrale, comprende la Caserma

de Amicis, il complesso di scuole pubbliche e parchi di fronte a Strada S Pelaio ed una zona residenziale a media densità;

- infine un'ultima parte spostata verso nord est, che si sviluppa sull'asse di Viale Brigata Treviso - Viale Vittorio Veneto. Oltre a vari servizi come gli impianti sportivi S. Maria del Rovere, la zona ospita numerose aree residenziali tra le quali anche molte ville con ampi giardini ed aree a verde private.

L'ATO risulta tagliato da nord a sud da un breve tratto del fiume Botteniga a monte del tratto di Fossa Est diretto sul Sile. La parte est ospita inoltre un lungo tratto del canale Piavesella, il quale nel tratto nord separa l'ATO in esame con quello confinante di Fontane.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

70

Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 13: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 2

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 285.000

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 6.500

Volume

residenziale

(totale)

mq 291.500

Standard mq 58.300

Ab. Teorici 194

mc/ab 1.503

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 8.000

Standard mq 8.000

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 5.000

Standard mq 5.000

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 4.000

STANDARD Standard Totali mq 71.300

Ubicazione geografica

La zona territoriale omogenea n.02 Treviso Nord è situata a nord del centro storico che in parte circonda. Come si osserva dalle figure precedenti, essa ha forma allungata e nel suo punto più a nord arriva a toccare i limiti amministrativi comunali di Villorba. L'ATO confina con le seguenti zone:

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

71

- a nord con gli ambiti territoriali omogenei n.08, n.09, n.10 e n.11, e per un piccolo tratto con il Comune di Villorba;

- a sud con gli ambiti n.01 e n.05; - ad est con glia ambiti n.03 e n.11; - ad ovest con gli ambiti n.06 , n.08 e n.09.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso nord. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +12.00 e +17.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord , è di circa 0.2 - 0.5 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. Fanno eccezione le acque dei corsi d'acqua Sile e Botteniga, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Smaltimento acque meteoriche

La parte ad ovest dell'ATO in esame risulta fornita da una rete di fognature miste, dirette alla depurazione. Le aree scolanti verso sud scaricano direttamente sui brevi tratti del corso d'acqua La Cerca e del Sile, ricadenti all'interno dell'area di studio. Le altre parti cento settentrionali scaricano in buona parte sul fiume Botteniga e sul canale Piavesella, diretti a sud. Sono presenti alcuni altri importanti fossati a cielo aperto tra i quali la linea ai due lati di Viale Vittorio Veneto. Le vie laterali della parte nord sono tuttavia servite dalla linea mista che avvia le portate meteoriche alla depurazione.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

72

Pericolosità idraulica

Tra i due rami del Botteniga e della Piovesella il PAI in vigore ha individuato un'ampia superficie contraddistinta da una certa pericolosità idraulica. Si tratta della zona del complesso delle scuole pubblica sopradescritto, in cui il PAI redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Sile e della Pianura tra Piave e Livenza prevede una pericolosità tra i livelli P1 e P2.

Invarianza idraulica

Tabella 14: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (PC).

ATO 2

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie in

trasformazione

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

6 r 42754 42754 0,63 C3 10 2047 479

8 r 61248 61248 0,73 C3 10 3566 582

Tabella 15: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative alle Linee Preferenziali di Sviluppo Insediativo (SI).

ATO 2

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume di

invaso [mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

SI 23 c 11018 0,74 C3 10 662 601

SI 26 c 17831 0,74 C3 10 1072 601

SI 27 c 3998 0,74 C2 10 240 600

SI 33 r 30298 0,63 C3 10 1450 479

SI 34 r 14682 0,63 C3 10 703 479

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 2 dovranno essere compensate da un totale di 9740 mc di invaso.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

73

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto.

All'interno dell'ATO in esame sono previsti alcuni interventi infrastrutturali in progetto, tra i quali la sistemazione di un tratto di Viale Repubblica comprendente la realizzazione di alcune rotatorie. Il tratto oggetto di intervento intersecherà i corsi d'acqua Barisella ed il sistema Giavera - Botteniga. in questi punti dovrà essere mantenuta l'attuale continuità idraulica e le sezioni esistenti non dovranno subire alcuna limitazione, quali quelle derivanti dalla realizzazione di ponti o accessi carrai.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

74

12.3 ATO N°3 - Fiera

Inquadramento

Descrizione ambito

L'ambito in esame ha un'estensione totale pari a 1,61 Kmq, e si presenta decisamente eterogeneo: esso è interamente delimitato lungo il confine sud dal fiume Sile, lungo il confine ovest dai due ATO sopra descritti, e dall'ATO n.13 "Cintura Verde" lungo i confini est e nord. In prossimità del confine ovest la linea ferroviaria attraversa completamente l'ATO in direzione nord sud: ad ovest della linea si trova il complesso dello stadio comunale comprensivo del complesso di aree parcheggio circostante, ed un'area residenziale. Ad est si sviluppa invece la rete di binari ed infrastrutture costituenti lo scalo ferroviario per il trasporto e lo stoccaggio merci. L'intero ATO è inoltre attraversato lungo l'asse est-ovest da Viale IV Novembre. Le strade di accesso a questo viale conducono ad alcune tra le più importante strutture ed aree servizi della città quali alcuni uffici comunali, scuole pubbliche, area utilizzata per sagre e fiere tra le quali quella storica di S Luca, e l'importante complesso industriale De Longhi. Sono comunque presenti diffuse aree residenziali, attorno a quello che resta uno dei principali punti di riferimento per servizi alla cittadinanza della città.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

75

I principali corsi d'acqua naturali che attraversano questo areale sono lo Storghetta, lungo parte del confine est, il Limbraga, che lo attraversa da nord a sud, il canale del Troso Lungo e Canale del Cristo. Il fiume Sile, è infine presente lungo tutto il confine sud. Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 16: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 3

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 470.000

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 6.500

Volume

residenziale

(totale)

mq 476.500

Standard mq 95.300

Ab. Teorici 194

mc/ab 2.456

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 40.000

Standard mq 40.000

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 20.000

Standard mq 20.000

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 0

STANDARD Standard Totali mq 155.300

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

76

Ubicazione geografica

La zona territoriale omogenea n.03 Fiera è situata è prossima ai confini est del Comune, e si colloca dunque in posizione centro orientale. L'ATO in esame confina con le seguenti aree: - a nord con l'ambito territoriale omogeneo n.11 e in parte n.02; - ad est con il solo ambito territoriale omogeneo n.11; - a sud con l'ambito n.11 ed n.04; - ad ovest con l'ambito n.01 e n.02.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso nord est. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +9.00 e +13.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord-est, è di circa 0.2 - 0.4 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. Fanno eccezione le acque dei corsi d'acqua Sile e Limbraga, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Smaltimento acque meteoriche

Come anticipato in precedenza, il territorio dell'ATO in esame è attraversato sia lungo le direzioni est ovest che nord sud da una rete di canali di una certa importanza. Le acque arrivano dunque ai corsi ricettori in maniera diretta. I principali sono il canale del Troso Lungo ed il Limbraga, i quali recapitano buona parte delle acque ricadenti sull'ambito e le scaricano sul Sile. Quest'ultimo anche qui si dimostra il ricettore unico poiché intercetta tutte le acque provenienti da nord.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

77

Pericolosità idraulica

L'intera area a sud di Viale IV Novembre rientra all'interno del Parco del Sile. a nord dello stesso viale è invece situata un'ampia area rientrante tra le zone allagate secondo lo studio idraulico redatto dal Comune di Treviso nel 2006. Infine l'ambito è lambito lungo il confine est da aree a pericolosità idraulica P0 e P1 secondo il vigente PAI (fonte Regione). Invarianza idraulica

Tabella 17: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (PC).

ATO 3

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie in

trasformazione

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

9 s/r 184435 26000 0,76 C3 10 1610 619

10 c 132955 12000 0,74 C3 10 722 602

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 3 dovranno essere compensate da un totale di 2332 mc di invaso.

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto.

All'interno dell'ATO in esame non sono previste nuove infrastrutture viarie in progetto che vadano ad interferire con la rete idrografica principale o minore esistente. Gli interventi alla linea ferroviaria, quali quelli relativi al trasporto pubblico a Guida Vincolata (TPGV) che vadano a creare interferenze con la linea perimetrale di fossati del centro storico e soprattutto con il canale del Cristo, dovranno essere tali da mantenere l'attuale continuità idraulica. Inoltre le sezioni esistenti non dovranno subire alcuna limitazione, quali quelle derivanti dalla realizzazione di ponti o accessi carrai.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

78

12.4 ATO N°4 - Ospedale

Inquadramento

Descrizione ambito

L'ambito in esame ha un estensione totale pari a 0,98 Kmq, e si presenta come uno dei meno estesi. Il territorio è limitato da una serie di ben precise barriere, quali fiumi, e infrastrutture stradali e ferroviarie. Precisamente: - a nord è limitato dalla linea ferroviaria e più ad est dal Fiume Sile,

il quale costeggia l'Ato anche per quasi tutto il limite est; - la tangenziale sud lungo il lato sud; - la Strada S. Antonio lungo il lato est.

Il territorio costituente questo ambito risulta così distribuito: - tutta la parte nord risulta compresa nell'area del Parco Sile ed ha

ampie aree verdi; subito a sud, la zona è caratterizzata dalla presenza dell'ospedale regionale, comprensivo di infrastrutture di accesso di arredo urbano, comprese tre grandi aree parcheggio a servizio dell'ospedale stesso;

- una vasta area centro orientale principalmente a destinazione residenziale alcune lottizzazioni sono di recente realizzazioni, tra le quali quella realizzata lungo Via Edmondo Matter. Il tessuto

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

79

urbano è talvolta intervallato da alcune aree a verde, tra le quali un campo da gioco e numerose altre aree private a prato;

- infine un'area più ridotta nell'angolo sud est, occupata principalmente da aree a destinazione agricola, aree a verde lungo il bacino del Sile e il complesso produttivo dell'azienda SE.Sa.Re. srl.

Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 18: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 4

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 0

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 6.500

Volume

residenziale

(totale)

mq 6.500

Standard mq 1.300

Ab. Teorici 194

mc/ab 34

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 0

Standard mq 0

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 0

Standard mq 0

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 420.000

STANDARD Standard Totali mq 1.300

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

80

Ubicazione geografica

La zona territoriale omogenea n.04 (Ospedale) si trova nella parte centro meridionale del territorio comunale, spostata verso il confine est. L'ATO in esame confina con le seguenti altre zone territoriali: - a nord con l'ambito territoriale omogeneo n.03 (Fiera) e n.01

(Centro Storico); - ad est con l' ambito territoriale omogeneo n.11 (Cintura verde) e

n.03 (Fiera); - a sud sempre con l'ambito n.11; - ad ovest con l'ambito n.05 (Treviso Sud) e n.01(Centro Storico).

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso sud ovest, a causa della presenza dell'alveo del Sile lungo il confine nord, più basso. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +9.50 e +14.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord-est, è di circa 0.4 - 0.6 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. Fanno eccezione le acque dei corsi d'acqua Sile, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Smaltimento acque meteoriche Con riferimento a canali e corsi d'acqua, il principale canale ricettore rimane il fiume Sile, il quale segna il confine nord ed est dell'ATO. A servizio delle aree nord si trova il tratto finale del Canale della Polveriera.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

81

Pericolosità idraulica La parte sud dell'ATO rientra all'interno del Parco del Sile, il cui confine costeggia anche i lati nord ed est. Sempre in corrispondenza di un tratto del fiume, sussiste un'area contrassegnata da indice di pericolosità idraulica P1 secondo il vigente PAI (fonte Regione). Non sono presenti altre criticità rilevate dagli strumenti in vigore. Invarianza idraulica

Tabella 19: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (PC).

ATO 4

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie in

trasformazione

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

11 s 452437 100600 0,66 C4 10 5124 509

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 4 dovranno essere compensate da un totale di 5124 mc di invaso.

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto.

All'interno dell'ATO in esame non sono previste nuove infrastrutture viarie in progetto che vadano ad interferire con la rete idrografica principale o minore esistente.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

82

12.5 ATO N°5 - Treviso sud

Inquadramento

Descrizione ambito

L'ATO n.05, definita "Treviso sud" ha un estensione totale pari a circa 2,21 Kmq. Nonostante la presenza del Sile e del suo complesso di superfici golenali e a verde, essa presenta un livello di uso del suolo paragonabile a quello del centro, dal quale è separata dalla presenza della linea ferroviaria e dalla stazione ferroviaria centrale. Tale elemento, disposto in direzione est-ovest va a costituire il confine nord dell'ATO . Gli altri elementi di confine sono la strada S.Antonio ad est, la tangenziale sud lungo il lato sud, e la Strada Noalese ad ovest. Il Sile si trova nella parte ovest dell'ATO, facendo alcune anse e proseguendo verso nord al di sotto della linea ferroviaria. Come per gli ATO precedenti, anche qui è presente un grado di urbanizzazione che spesso si spinge ben all'interno dei confini del Parco del Sile ed in alcuni punti si posiziona assai prossima alla zona delle sponde. Le principali aree a verde si trovano, come si è detto, lungo la fascia di rispetto del Sile, che nel tratto in uscita dall'ATO si allarga a formare un ampio specchio d'acqua. Altre zone sono presenti lungo la linea ferroviaria, nei tratti precedenti alla stazione centrale; ed infine in alcuni punti lungo la tangenziale sud, in cui si osservano le prime aree agricole, allontanandosi dal centro, tra cui la località "Furo di Sant'Antonio", ad est. La zona è rifornita di alcuni importanti servizi alla città , tra i quali, oltre alla stazione ferroviaria, sono presenti

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

83

scuole pubbliche, campi e palazzetti, infrastrutture stradali e sistemazioni a verde anche di grandi dimensioni. Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 20: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 5

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 0

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 6.500

Volume

residenziale

(totale)

mq 6.500

Standard mq 1.300

Ab. Teorici 194 mc/ab 34

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 0

Standard mq 0

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 0

Standard mq 0

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 55.000

STANDARD Standard Totali mq 1.300

Ubicazione geografica

La zona territoriale omogenea n.05 "Treviso Sud" si colloca immediatamente a sud del centro storico e fa da tramite tra

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

84

quest'ultimo e le fasce a verde periferiche. Essa confina con le seguenti aree: - a nord principalmente con l'ambito territoriale omogeneo n.01

(Centro Storico) e n.02 (Treviso Nord); - ad est con l'ambito territoriale omogeneo n.04 (Ospedale); - a sud con l'ambito n.11 (Cintura Verde); - ad ovest con l'ambito n.06 (Aeroporto).

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso ovest. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +12.50 e +15.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso ovest, è di circa 0.1- 0.2 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica della quasi totalità delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. L'Ato in esame ha soltanto una ridotta superficie, disposta a sud est, di competenza del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, a sua volta derivante dall'accorpamento del Consorzio Dese Sile e del Consorzio Sinistra Medio Brenta. Fanno eccezione le acque del fiume Sile, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Smaltimento acque meteoriche

All'interno del territorio dell'ATO Treviso Sud, il Sile è l'unico corso d'acqua di grandi dimensioni presente, cui scaricano alcuni fossati a cielo aperto. Relativamente allo scarico delle acque meteoriche, l'intera area è servita da una rete capillare di fognatura mista, la quale è allacciata ad una dorsale principale diretta verso sud all'impianto di depurazione principale ed allo scarico sul Sile.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

85

Pericolosità idraulica

Dal punto di vista della pericolosità idraulica, all'interno dei piani in vigore sono presenti numerose aree segnalate a rischio di allagamenti. Il citato studio idraulico realizzato nel 2006 individua tra aree di grande estensione realmente allagate in passato una a ovest tra Sile e linea ferroviaria, una centrale al di sotto della stazione, ed una a est compresa tra Via Fratelli Bandiera e Strada S.Antonio. Il PAI redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Sile e della Pianura tra Piave e Livenza, ha individuato all'interno dell'ATO in esame numerose aree a pericolosità variabile tra P0 e P2. Esse si trovano principalmente nelle zone residenziali comprese all'interno dei confini del Parco Sile, o comunque in vicinanza delle sponde, ma anche nel tessuto urbano posizionato ad ovest di Via Fratelli Bandiera.

Invarianza idraulica

Tabella 21: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (PC).

ATO 5

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie in

trasformazione

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

7 s/r 212840 87700 0,76 C3 10 5432 619

Tabella 22: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative alle Linee Preferenziali di Sviluppo Insediativo (SI).

ATO 5

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume di

invaso [mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

SI 9 r 79799 0,63 C3 10 3820 479

SI 36 r 1908 0,63 C2 10 91 477

SI 37 r 11430 0,63 C3 10 547 479

SI 38 r 63126 0,63 C3 10 3022 479

SI 39 r 19849 0,63 C3 10 950 479

SI 40 r 12770 0,63 C3 10 611 478

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

86

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 5 dovranno essere compensate da un totale di 14473 mc di invaso.

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto.

All'interno dell'ATO in esame non sono previste nuove infrastrutture viarie in progetto che vadano ad interferire con la rete idrografica principale o minore esistente. Gli interventi alla linea ferroviaria, quali quelli relativi al trasporto pubblico a Guida Vincolata (TPGV) che vadano a creare interferenze con la linea perimetrale di fossati del centro storico e soprattutto con il Sile, dovranno essere tali da mantenere l'attuale continuità idraulica. Inoltre le sezioni esistenti non dovranno subire alcuna limitazione, quali quelle derivanti dalla realizzazione di ponti o accessi carrai.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

87

12.6 ATO N°6 - San Giuseppe Aeroporto

Inquadramento

Descrizione ambito

Si tratta di un ambito territoriale omogeneo di grande estensione, pari a circa 5,81 Kmq situato in posizione decisamente periferica rispetto agli ATO sopradescritti. L'area si sviluppa lungo i confini amministrativi ovest del Comune con quello limitrofo di Quinto di Treviso. Dal punto di vista della tipologia e distribuzione degli insediamenti, l'ATO si diversifica notevolmente da quelli precedentemente descritti relativi al centro: in questo caso il paesaggio prevalente è quello tipico delle campagne trevigiane, degli ampi terreni agricoli, i quartieri residenziali lasciano il posto a piccoli borghi attorno alla viabilità principale. Tuttavia è l'aeroporto di San Giuseppe a contraddistinguere la zona, interessando un'area complessiva pari a circa 1,5 Kmq, circa un quarto rispetto al totale dell'ATO. L'area dell'aeroporto comprende una rete di fabbricati adibiti al deposito merci, logistica e a destinazione direzionale ed una rete di infrastrutture quali strade ed aree parcheggio. La pista si sviluppa lungo la direzione est - ovest e si affaccia lungo questa direzione sul fiume Sile, il quale segna anche il confine sud dell'ATO con la cintura verde circostante. Altre importanti infrastrutture attraversano il suo territorio sempre da est ad ovest, tra le quali la linea ferroviaria diretta al centro e la tangenziale sud.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

88

I pochi insediamenti si addensano lungo la viabilità principale, principalmente lungo Strada Castellana e Noalese. Si tratta di piccoli addensamenti a destinazione residenziale o direzionale (come gli uffici delle dogane). In zona aeroporto si segnala infine un'area produttiva di una certa entità, all'interno della quale è situato un importante stabilimento produttivo di deposito e fabbricazione di ceramiche. I principali Corsi d'acqua all'interno dell'ATO in esame sono il fiume Sile lungo il confine sud, e lo scarico Morer, a nord. Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 23: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 6

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 130.000

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 20.000

Volume

residenziale

(totale)

mq 150.000

Standard mq 30.000

Ab. Teorici 194

mc/ab 773

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 90.000

Standard mq 90.000

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 25.000

Standard mq 25.000

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 100.000

Standard mq 15.000

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 40.000

Standard mq 4.000

SEVIZI Servizi mq 2.200.000

STANDARD Standard Totali mq 164.000

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

89

Ubicazione geografica

La zona territoriale omogenea n.06 occupa la parte ovest ed occupa una buona parte dei confini amministrativi tra il Comune di Treviso e di Quinto di Treviso. Essa confina con le seguenti aree adiacenti: - a nord e ad ovest con l'ambito territoriale omogeneo n. 07

Castellana Nord; - ad est con l'ambito territoriale omogeneo n.08 Feltrina nord, n. 05

Treviso sud e n.02 Treviso Nord; - a sud con l'ambito territoriale omogeneo n.11 Cintura verde; - ad ovest con il Comune di Quinto di Treviso.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso nord est. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +16.50 e +24.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord-ovest, è di circa 0.3 - 0.5 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. Fanno eccezione le acque del fiume Sile, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Smaltimento acque meteoriche

Come anticipato in precedenza l'ATO in esame si caratterizza per il paesaggio tipicamente agricolo, con ampie aree a verde ed agricole, e dunque con una rete di fossati, scoline e canali a cielo aperto ancora intatta ed in grado di assicurare un efficiente invaso e veicolo di collettamento e di scarico delle acque meteoriche.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

90

Sono tuttavia presente alcuni rami di rete mista diretti al depuratore. Come anticipato, i maggiori Corsi d'acqua sono rappresentati dal Sile, cui scaricano buona parte dei fossati, tra i quali la doppia linea di Strada Paludetti, e dallo scarico Morer nella parte nord. Pericolosità idraulica

Proprio per la presenta di una così importante rete di fossati, scoline e canali a cielo aperto, in generale all'interno dell'ATO in esame non sono presenti particolari criticità o aree diffusamente allagate in passato, né secondo lo studio del 2006, né secondo il vigente PAI, né secondo altri piani attualmente in vigore. Invarianza idraulica

Tabella 24: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (PC).

ATO 6

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie in

trasformazione

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

1 s 1484420 848400 0,34 C4 10 17890 211

2 p 275230 59200 0,81 C3 10 3954 668

3 s/r 54348 54348 0,76 C3 10 3366 619

4 p 1067200 842000 0,81 C4 10 56234 668

Tabella 25: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relativi agli Ambiti di Edificazione Diffusa (ED).

ATO 6

nome

areale

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

ED 12 55632 47393 0,41 C3 10 1290 272

ED 13 19457 16287 0,41 C3 10 443 272

ED 14 11226 9070 0,41 C2 10 247 272

ED 25 2318 2005 0,41 C2 10 55 274

ED 33 7763 5947 0,41 C2 10 162 272

ED 35 10379 8147 0,41 C2 10 222 272

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

91

Tabella 26: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative alle Linee Preferenziali di Sviluppo Insediativo (SI).

ATO 6

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume di

invaso [mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

SI 6 p 58206 0,81 C3 10 3887 668

SI 7 p 19568 0,81 C3 10 1307 668

SI 8 c 38408 0,74 C3 10 2309 601

SI 35 p 45997 0,81 C3 10 3072 668

SI 42 p 33272 0,81 C3 10 2222 668

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 6 dovranno essere compensate da un totale di 96660 mc di invaso.

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto.

All'interno dell'ATO in esame è prevista la realizzazione di alcune nuove infrastrutture viarie in progetto, tuttavia queste non andranno ad interferire con la rete idrografica principale esistente.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

92

12.7 ATO N°7 - Castellana Nord

Inquadramento

Descrizione ambito

L'ambito territoriale omogeneo denominato "Castellana Nord", si trova lungo i confini amministrativi ovest del Comune di Treviso. Si tratta di una zona omogenea tra quelle a minore estensione, che è di circa 2,21 Kmq. Come per l'ATO precedentemente descritto, anche qui siamo in presenza di una zona decisamente periferica rispetto al centro storico della città. In questo il paesaggio tipicamente agricolo si presenta assolutamente regolare: all'interno della zona in esame si nota la mancanza di infrastrutture ferroviarie o stradali di rilievo, ad eccezione della Strada Castellana, la quale funge da confine a sud con l'ATO n.06 e collega Paese e le aree periferiche ovest alla viabilità perimetrale del centro storico di Treviso. Al contrario, la presenza di aree agricole ed a prato è qui assolutamente predominante. Si osserva addirittura un sorprendente contrasto con la vicina zona industriale di Paese, addossata lungo il confine ovest e più a nord con quella della zona omogenea n.08. La zona circostante è interessata dalla presenza di alcuni laghetti, nell'area in esame c'è un piccolo bacino artificiale tra Via Castellana e Via Porcellongo. I pochi insediamenti sono principalmente a carattere residenziale, e si presentano in maniera rada lungo le strade di campagna presenti (principalmente Via Porcellongo, Via Grotta, Via Casette). Sono

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

93

presenti numerose aziende agricole e fabbricati connessi a questa attività, mentre le industrie sono praticamente assenti. Come per gli altri ambiti omogenei tipici della campagna trevigiana, anche qui è stata conservata l'antica rete di fossati e scoline e l'area gode di un certo grado di sicurezza dal punto di vista del rischio alluvioni, anche per la presenza di alcuni scarichi artificiali che attraversano completamente il territorio, recapitando efficacemente le acque di campi e fossati sul Sile. Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 27: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 7

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 0

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 10.000

Volume

residenziale

(totale)

mq 10.000

Standard mq 2.000

Ab. Teorici 194 mc/ab 52

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 0

Standard mq 0

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 0

Standard mq 0

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 0

STANDARD Standard Totali mq 2.000

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

94

Ubicazione geografica

La zona territoriale omogenea n.07 Castellana nord è posizionata in zona decisamente periferica: essa è posta in corrispondenza del confine tra il Comune di Treviso e quello di Paese, e per un breve tratto di Quinto di Treviso. Più precisamente l'ATO in esame confina: - a nord e ad est con l'ambito territoriale omogeneo n.08 Feltrina

Sud; - ad sud con l'ambito territoriale omogeneo n.06 San Giuseppe

Aeroporto e con il Comune di Quinto di Treviso; - ad ovest con il Comune di Paese.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso nord. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +20.00 e +27.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord, è di circa 0.3 - 0.5 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba.

Smaltimento acque meteoriche

La zona omogenea in esame si caratterizza per l'efficace rete di scarico data dai numerosi fossati e scoline presenti nel territorio. Tale rete dopo aver invasato le acque di scarico provenienti da campi e strade, li colletta sulla rete artificiale principale, costituita dal canale Secondario di San Zeno e dallo Scolo Morer. I due canali sono collegati tra loro da un fossato trasversale lungo Via Grotta e poco a valle sono avviati si ricongiungono nel rio La Cerca, il quale scarica le proprie acque sul Fiume Sile.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

95

Pericolosità idraulica

Proprio per la presenta di una così importante rete di fossati, scoline e canali a cielo aperto, in generale all'interno dell'ATO in esame non sono presenti particolari criticità o aree diffusamente allagate in passato, né secondo lo studio del 2006, né secondo il vigente PAI, né secondo altri piani attualmente in vigore. Invarianza idraulica

Tabella 28: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relativi agli Ambiti di Edificazione Diffusa (ED).

ATO 7

nome

areale

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di invaso

specifico

[mc/ha]

ED 36 22191 18792 0,41 C3 10 512 272

ED 37 16981 12817 0,41 C3 10 349 272

ED 56 22072 19181 0,41 C3 10 522 272

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 7 dovranno essere compensate da un totale di 1383 mc di invaso.

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto.

All'interno dell'ATO in esame sono previsti alcuni interventi infrastrutturali in progetto, tra i quali la realizzazione di una nuova arteria di collegamento, che attraverserà l'area in esame in direzione nord - sud. Il nuovo tratto intersecherà i corsi d'acqua scarico Morer e canale Secondario di San Zeno. In questi punti dovrà essere mantenuta l'attuale continuità idraulica e le sezioni esistenti non dovranno subire alcuna limitazione, quali quelle derivanti dalla realizzazione di ponti o accessi carrai.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

96

12.8 ATO N°8 - Feltrina Sud

Inquadramento

Descrizione ambito

In posizione nord ovest rispetto al centro del territorio comunale si trova l'ambito territoriale omogeneo n.08, "Feltrina Sud". L'ambito in esame ha caratteristiche del tutto particolari. Esso ha un'estensione pari a circa 2,47 Kmq, ed una forma molto allungata in direzione radiale verso il baricentro del Comune. La conformazione segue l'andamento, sempre radiale, della Strada Statale n.348 Feltrina, un'importante arteria stradale in grado di collegare Treviso a Feltre, a sua volta crocevia per i collegamenti con la parte nord della Provincia di Treviso, e con il Bellunese. Nella stessa direzione corre anche la Strada Provinciale n.100 "Strada Castagnole", via di collegamento con l'omonima località e strada attorno alla quale si sviluppano i principali insediamenti produttivi dell'ATO in esame. Dal punto di vista delle tipologie di utilizzo del suolo, l'ATO Feltrina Sud si presenta estremamente eterogenea: essa può essere sommariamente divisa in quattro parti: - una parte posizionata a nord ed estesa fino ai confini

amministrativi del Comune di Paese: questa parte si presenta

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

97

quasi contraddistinta da terreni agricoli ed ospita il Laghetto Antille ed il Cimitero Monigo;

- una parte subito a sud che si sviluppa attorno alla Strada Provinciale n.100 e che ospita alcuni importanti insediamenti produttivi tra i quali una nota azienda produttrice di lampadine e la caserma Luigi Cadorin;

- una parte terza parte ulteriormente a sud, caratterizzata dalla presenza insediamenti residenziali a bassa densità anche di recente realizzazione;

- infine un'ultima parte ormai prossima al centro storico; qui si trova il piazzale di deposito dell'azienda di trasporto pubblico locale, motorizzazione civile ed altri servizi al cittadino.

Lungo la stessa direzione nord ovest - sud est, sono inoltre disposti i principali corsi d'acqua e fossati in grado di scaricare le portate di origine meteoriche sul fiume Sile, più a sud. Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente:

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

98

Tabella 29: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 8

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 35.000

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 6.500

Volume

residenziale

(totale)

mq 41.500

Standard mq 8.300

Ab. Teorici 194 mc/ab 214

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 20.000

Standard mq 20.000

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 4.000

Standard mq 4.000

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 0

STANDARD Standard Totali mq 32.300

Ubicazione geografica

Dal punto di vista della posizione geografica, l'Ato Feltrina Sud risulta allineato con la viabilità principale deputata al collegamento tra il centro storico e le aree periferiche. Esso presenta i seguenti confini geografici: - a nord e ad est confina con l'ambito territoriale omogeneo n.09

Monigo San Pelajo; - ad est confina con l'ambito territoriale omogeneo n.02 Treviso

Nord; - a sud confina con l'ambito territoriale omogeneo n.06 San

Giuseppe Aeroporto e puntualmente con quello n.05 Treviso Sud;

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

99

- ad ovest confina con l'ambito territoriale omogeneo n.07 Castellana Nord e con il confine comunale con il Comune di Paese.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso nord ovest. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +18.00 e +27.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord-ovest, è di circa 0.2 - 0.4 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba.

Smaltimento acque meteoriche

All'interno dell'ATO in esame è presente un certo numero di fossati a cielo aperto e canali secondari; essi convogliano le acque di scarico su un lungo fossato principale, la cui prosecuzione diventa il Canale Secondario Postioma. Più a valle quest'ultimo scarica nel Corso d'acqua La Cerca che poco più a valle a sua volta sfocia sul fiume Sile. All'interno dell'ATO in esame è presente un certo numero di condotta di acque miste, che convoglia una parte delle portate di origine meteorica alla depurazione e di lì allo scarico sul Sile, il quale ancora una volta costituisce il ricettore finale dello scarico delle acque meteoriche. Pericolosità idraulica

Dal punto di vista della pericolosità idraulica, secondo i piani vigenti sono state riscontrate due distinte aree comunque non eccessivamente ampie in cui è stata riscontrata una criticità. Una prima area si trova

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

100

principalmente all'interno del Comune di Paese ed in minima parte interessa anche una piccola porzione nel punto più a nord dell'ATO in esame. Il PAI in vigore ha classificato questo punto con un grado di pericolosità idraulico P0. Un secondo punto tra Strada Costagnole e Strada Cisole, compreso tra l'ATO in esame e quello confinante n.09 Monigo San Pelajo, è stato indicato tra le aree realmente allagate all'interno dello Studio Idraulico del 2007.

Invarianza idraulica

Tabella 30: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (PC).

ATO 8

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie in

trasformazione

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

5 s 57460 57460 0,76 C3 10 3559 619

Tabella 31: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relativi agli Ambiti di Edificazione Diffusa (ED).

ATO 8

nome

areale

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di invaso

specifico

[mc/ha]

ED 38 2648 1841 0,41 C2 10 50 272

ED 39 5705 4829 0,41 C2 10 131 271

ED 40 12856 11178 0,41 C3 10 304 272

Tabella 32: relative alle Linee Preferenziali di Sviluppo Insediativo (SI).

ATO 8

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume di

invaso [mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

SI 4 p 44336 0,81 C3 10 2961 668

SI 19 r 29701 0,63 C3 10 1422 479

SI 22 c 29833 0,74 C3 10 1794 601

SI 25 r 6395 0,63 C2 10 306 478

SI 43 r 4455 0,63 C2 10 213 478

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

101

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 8 dovranno essere compensate da un totale di 10740 mc di invaso.

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto

All'interno dell'ATO in esame è prevista la realizzazione di alcune nuove infrastrutture viarie in progetto, tuttavia queste non andranno ad interferire con la rete idrografica principale esistente.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

102

12.9 ATO N°9 - Monigo San Pelajo

Inquadramento

Descrizione ambito

L'ambito territoriale omogeneo n. 09 "Monigo San Pelajo" è il secondo ambito per estensione dopo quello perimetrale della cosiddetta "Cintura Verde": esso si estende per una superficie pari a circa 10,15 Kmq. L'ATO occupa l'intera area nord occidentale del comune e per un lungo tratto si posiziona lungo i limiti amministrativi del comune stesso, a confine con i vicini Comuni di Paese, Ponzano Veneto e Villorba. I limiti fisici dell'ambito sono i seguenti: - a sud ovest l'area è confinata dalla S.S. n. 100 Feltrina; - a sud est essa è limitata da Viale Costituzione, diretta alla zona

industriale della località Fontane; - a nord est il limite è rappresentato dal Torrente Giavera.

Oltre alle due strade appena citate, all'interno dell'area sono presenti poche linee infrastrutturali di qualche rilievo.Si tratta della Strada di Santa Bona Nuova, diretta a loc. Merlengo, e sulla quale si sviluppa la località Monigo; e Strada S. Pelaio, diretta a Ponzano Veneto e lungo la quale si sviluppa l'omonima località di S.Pelaio.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

103

Gli insediamenti , tipicamente di tipo residenziale a bassa densità, si concentrano per lo più lungo queste due strade ed in particolare sulla parte sud est, quella diretta al centro storico; sulla parte nord predomina invece un paesaggio tipicamente agricolo di ampie distese di coltivazioni locali con fabbricati radi e destinati per lo più alla produzione agricola. Gli insediamenti industriali sono distribuiti lungo la viabilità principale, ed in particolare lungo Viale Costituzione, a parziale prosecuzione della zona industriale di Fontane. All'interno di quest'ambito a basso livello di antropizzazione del territorio, sono presenti numerosi corsi d'acqua principali diretti principalmente verso sud est, fino allo scarico sul Sile: il canale Secondario Postioma, lo scarico della Barisella, rio Fontanelle, il fiume Botteniga, ed il torrente Giavera. Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente:

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

104

Tabella 33: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 9

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 0

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 40.000

Volume

residenziale

(totale)

mq 40.000

Standard mq 8.000

Ab. Teorici 194 mc/ab 206

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 0

Standard mq 0

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 0

Standard mq 0

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 0

STANDARD Standard Totali mq 8.000

Ubicazione geografica

La posizione geografica dell'ATO in esame è relativamente periferica, tuttavia questo Ambito funge da via di collegamento tra le zone del centro storico con le località limitrofe subito fuori comune, e con la zona industriale di Fontane, a nord. Particolare importanza assume lo snodo Viale Costituzione - Via Feltrina. Il posizionamento geografico dell'ATO n. 09 può essere così inquadrato: - a nord funge da limite amministrativo del Comune di Treviso e

confina con i vicini Comuni di Paese, Ponzano Veneto e Villorba; - ad est confina con l'ambito territoriale omogeneo n.10 Fontane e

con quello n. 2 Treviso Nord;

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

105

- a sud ed ovest confina con l'ambito territoriale omogeneo n.08 Feltrina Sud.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso nord est. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +15.50 e +30.50 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord-est, è di circa 0.3 - 0.5 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. Fanno eccezione le acque dei corsi d'acqua Giavera - Pegorile e Botteniga, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Smaltimento acque meteoriche

Come anticipato, all'interno dell'ATO n.09 scorre una certo numero di corsi d'acqua e canali artificiali diretti principalmente verso sud est: le portate provenienti dalla zona ovest sono convogliate sullo scarico Secondario Postioma e da qui sul rio La Cerca. Le aree a nord scaricano sullo scarico Barisella e sulla rete Roncole - Botteniga, che passa per un tratto all'interno dell'abitato di S.Pelaio. Le acque sono scaricate su questi due corsi d'acqua da un sistema di fossi e scoline in grado di fornire dei buoni sistemi naturali di invaso. Altro grande corso d'acqua principale è il torrente Giavera, il quale per un tratto funge da confine territoriale tra i Comuni di Treviso e Villorba. Il torrente, che più a valle raccoglie portate anche in arrivo dagli ATO n.10 e n.02, convoglia le proprie acque verso il citato snodo idraulico rappresentato dalla cosiddetta "Fossa Est", fino allo scarico sul Sile. Sono presenti anche numerosi altri fossati corsi d'acqua di minore lunghezza tra i quali il principale è rio Fontanelle, ed il Cerca. Sono presenti pochi e sporadici tratti di fognatura mista, in

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

106

prossimità delle aree residenziali più prossime al centro storico. Il ricettore della totalità di acque meteoriche in uscita dall'ATO in esame resta in ogni caso il fiume Sile. Pericolosità idraulica

La rete di corsi d'acqua principali che serve capillarmente il territorio dell'ATO n. 09 contribuisce in generale ad abbattere il rischio di allagamenti sulla zona. L'Autorità di Bacino del Fiume Sile e della pianura tra Piave e Livenza ha individuato una prima vasta area in posizione centrale, in cui il vigente PAI classifica la pericolosità idraulica come area a rischio P0. Una seconda area a pericolosità idraulica segnalata, è l'altrettanto vasta zona di confine con gli ATO n. 10 e n.02. Si tratta del sistema di corsi d'acqua scarico Roncole - torrente Giavera - Pegorile - canale Piavesella, per il quale sono state rilevate criticità anche all'interno di altri ambiti territoriali. L'area in questione è risultata a pericolosità idraulica variabile tra P0 e P2 all'interno del vigente PAI, ed alcune zone di questa risultano inserite tra le zone rischio alluvioni nel Quadro Conoscitivo redatto dalla Regione Veneto.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

107

Invarianza idraulica

Tabella 34: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relativi agli Ambiti di Edificazione Diffusa (ED).

ATO 9

nome

areale

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di invaso

specifico

[mc/ha]

ED 41 26895 20887 0,41 C3 10 569 272

ED 42 11558 8329 0,41 C2 10 227 273

ED 43 14805 12046 0,41 C3 10 328 272

ED 44 12935 10984 0,41 C3 10 299 272

ED 45 8415 6763 0,41 C2 10 184 272

ED 46 6801 5906 0,41 C2 10 161 273

ED 47 42039 36093 0,41 C3 10 983 272

ED 48 18844 15473 0,41 C3 10 421 272

ED 50 14376 12454 0,41 C3 10 339 272

ED 51 10855 8124 0,41 C2 10 221 272

ED 52 10025 9081 0,41 C2 10 247 272

ED 53 10595 8068 0,41 C2 10 220 273

ED 54 14858 12044 0,41 C3 10 328 272

ED 57 17078 11863 0,41 C3 10 323 272

ED 58 34000 29148 0,41 C3 10 794 272

ED 59 10288 9427 0,41 C2 10 257 273

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

108

Tabella 35: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative alle Linee Preferenziali di Sviluppo Insediativo (SI).

ATO 9

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume di

invaso [mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

SI 1 p 14097 0,81 C3 10 941 668

SI 2 r 54894 0,63 C3 10 2628 479

SI 3 r 6503 0,63 C2 10 311 478

SI 5 r 8420 0,63 C2 10 403 479

SI 17 r 35333 0,63 C3 10 1692 479

SI 18 r 24020 0,63 C3 10 1150 479

SI 20 r 8343 0,63 C2 10 399 478

SI 21 r 85324 0,63 C3 10 4085 479

SI 24 r 19890 0,63 C3 10 952 479

SI 29 c 4103 0,74 C2 10 247 602

SI 41 r 7431 0,63 C2 10 356 479

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 9 dovranno essere compensate da un totale di 19065 mc di invaso.

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto

All'interno dell'ATO in esame sono previsti alcuni interventi infrastrutturali in progetto, tra i quali la sistemazione di un tratto di Viale Repubblica comprendente la realizzazione di alcune rotatorie. Il tratto oggetto di intervento intersecherà i corsi d'acqua Barisella ed il sistema Giavera - Botteniga. in questi punti dovrà essere mantenuta l'attuale continuità idraulica e le sezioni esistenti non dovranno subire alcuna limitazione, quali quelle derivanti dalla realizzazione di ponti o accessi carrai.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

109

12.10 ATO N°10 - Fontane

Inquadramento

Descrizione ambito

L'Area territoriale omogenea n.10, denominata "Fontane" occupa è quella di minore estensione tra tutte quelle classificate e previste dal PAT, misurando poco più di 0,78 Kmq. Essa occupa una regione periferica rispetto al centro, posizionandosi a nord in corrispondenza dei confini amministrativi del Comune di Treviso con quello di Villorba. Questa zona si caratterizza per ospitare l'area industriale e produttiva di Treviso, la quale si sviluppa lungo Viale Repubblica. La strada a sud prosegue fino allo snodo con Via Feltrina, mentre a nord incontra Via Roma, mettendo così in collegamento il quartiere alla vicina zona industriale di Villorba. Da qui partirà poi la direttrice S.P. 102 Via Postioma, diretta ad ovest, a formare una rete di infrastrutture tale da assicurare un efficiente trasporto delle merci e prodotti. Gli insediamenti presenti sono tutti a destinazione produttiva e direzionale: si trovano uffici di società di gestione, fabbriche per la produzione e vendita di materiale per l'elettronica, l'edilizia, la metalmeccanica e forniture industriali in genere. Si tratta per lo più di capannoni industriali di piccola e media dimensione. Ai margini dell'area territoriale rimangono ancora alcune aree a destinazione agricola, principalmente a nord ovest, lungo il confine

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

110

con Villorba, e sud est, ai margini dell'area residenziale di Treviso Nord. Due importanti corsi d'acque fungono da confine tra questo ATO e quelli vicini: si tratta del torrente Giavera, che separa Fontane dal vicino Ato di Monigo San Pelajo, ed il canale Piavesella ad est, che segna il confine con l'ATO di Treviso Nord. Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 36: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 10

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 0

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 0

Volume

residenziale

(totale)

mq 0

Standard mq 0

Ab. Teorici 194 mc/ab 0

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 0

Standard mq 0

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 0

Standard mq 0

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 0

STANDARD Standard Totali mq 0

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

111

Ubicazione geografica

Come anticipato in precedenza, la posizione della zona industriale nella parte nord, centrata rispetto alla coordinata est-ovest è giustificata dalla disposizione della rete di infrastrutture stradali che collegano la zona con le vicine aree industriali. Più in generale, considerando la rete stradale costituita dalla tangenziale sud, dalla S.S. 13 Via Terraglio, e quella ferroviaria lungo l'asse nord sud, si può attribuire a Treviso il ruolo di importante nodo viario in grado di mettere in comunicazione la zona nord del Veneto e la montagna dell'alto trevigiano e del bellunese, con le grandi città di pianura del medio Veneto, e dei loro importanti centri industriali. Tornando alla posizione geografica dell'ATO n.10, esso confina: - a nord con il vicino Comune di Villorba; - ad est e a sud con l'ambito territoriale omogeneo ATO n.02

Treviso nord; - ad ovest con l'ambito territoriale omogeneo ATO n.09 Monigo

San Pelajo.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso nord est. Dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +15.50 e +20.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, complessivamente ascendente verso nord-ovest, è di circa 0.3 - 0.5 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. Fanno eccezione le acque del Giavera, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

112

Smaltimento acque meteoriche

In precedenza sono stati citati i due principali corsi d'acqua, presenti, il torrente Giavera ed il canale Piavesella. Questi raccolgono le loro acque da un certo numero di fossati a cielo aperto tuttora presenti, e comunque diretti a sud, tra i quali la linea dei due fossati di guardia di Viale Repubblica. Giavera e Piavesella proseguono ancora il proprio cammino separatamente fino a quando, alle porte del centro storico, il canale si immette del torrente, e si allaccia alla Fossa Est ed al sistema perimetrale del centro diretto a sua colta allo scarico sul Sile. E' inoltre presente qualche tronco di fognatura mista in due punti principali, cioè un tratto di Viale Repubblica e Via Vicinale, ed alcune strade laterali di queste due strade. Anche in questo caso il fiume Sile diventa il ricettore finale delle acque meteoriche provenienti dall'intero ambito omogeneo. Pericolosità idraulica

La presenza di non efficienti condizioni di deflusso dei due importanti corsi d'acqua della rete principale, deputati al convogliamento verso sud della maggior parte delle portate meteoriche, individuano nell'ambito uno stato di criticità rilevato da alcuni strumenti di pianificazione in vigore. Il PAI redatto dall'Autorità di Bacino del Fiume Sile e della Pianura tra Piave e Livenza individua nella totalità della superficie uno stato di pericolosità idraulica variante tra i livelli P1 e P2. Inoltre le stesse aree sono state segnalate a rischio alluvioni dal Quadro Conoscitivo redatto dalla Regione Veneto. Invarianza idraulica

Tabella 37: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative alle Linee Preferenziali di Sviluppo Insediativo (SI).

ATO 10

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume di

invaso [mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

SI 28 p 16035 0,81 C3 10 1071 668

SI 30 c 20299 0,74 C3 10 1221 602

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

113

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 10 dovranno essere compensate da un totale di 2292 mc di invaso.

Interferenze con infrastrutture viarie in progetto

All'interno dell'ATO in esame è prevista la realizzazione di alcune nuove infrastrutture viarie in progetto, tuttavia queste non andranno ad interferire con la rete idrografica principale esistente.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

114

12.11 ATO N°11 - Cintura Verde

Inquadramento

Descrizione ambito

Il graduale sviluppo urbanistico del Comune di Treviso, ha oggi portato ad una conformazione oggi ben delineata: un centro storico antico, circondato da mura e fossati ad elevato grado di antropizzazione (il cosiddetto ATO n.01); un'area perimetrale a ridosso di questo, contraddistinta da un certo numero di infrastrutture e servizi al cittadino all'interno di un contesto di area principalmente a destinazione residenziale a media ed alta densità (tipicamente, gli ATO n.02, n.03, n.04 e n.05); infine un'ampia area circostante, caratterizzata dalla presenza di ampie zone agricole, aree a verde, infrastrutture stradali a scorrimento e adibite ad attività impattanti, quali aeroporti o zone industriali, nella quale finora sono stati descritti gli ATO n. 06, n.07, n.08, n.09 e n.10. A quest'ultima grande macro zona appartiene anche l'ambito territoriale omogeneo n.11 definito "Cintura Verde". Questo ATO è di gran lunga il maggiore degli 11 presenti all'interno del PAT, poiché si estende per una superficie pari ac circa 22,80 Kmq, circa il 40% del totale del Comune di Treviso. Per la descrizione delle principali caratteristiche dell'ambito, esso è stato diviso in diverse parti:

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

115

- Una prima parte inizia dall'estremità nord est del comune, e prosegue verso sud fino ad incontrare la S.P. n. 59 Via Bibano. L'area, confinata ad ovest da Via Brigata Treviso, risulta a destinazione prevalentemente agricola. Il principale complesso presente è la sede della Provincia di Treviso, con il suo complesso di aree direzionali ed uffici, un'ampia area parcheggio e percorsi di viabilità relativi. Sono presenti anche alcune aree a bosco anche di notevole estensione.

- Una seconda parte, disposta tutta tra i confini est e sud est del Comune, che da Via Bibano prosegue verso sud fino ad incontrare il fiume Sile. In questa zona il comune confina con i limitrofi Comuni di Carbonera e di Silea. Anche in questo caso si tratta di aree destinate prevalentemente alla coltivazione di prodotti agricoli e a destinazione residenziale a bassa densità. In questo caso si incontrano alcuni piccoli centri periferici in corrispondenza delle strade che collegano Treviso ai vicini comuni ad est, come Via Postumia, Via Bibano, oltre alla tangenziale sud diretta verso Silea. Si osservano anche alcuni insediamenti produttivi ed un ipermercato, lungo Via Postumia.

- Una terza parte può essere ben delimitata dai confini amministrativi comunali a sud, tra Treviso ed i vicini Comuni di Casier e Preganziol, dal percorso del Sile subito a monte dell'uscita dal territorio comunale, dalla tangenziale e dalla S.S. 13 Via Terraglio. In quest'area l'elemento identificativo è dato dalle numerose anse del ramo del Sil Morto, che caratterizza il territorio circostante, principalmente adibito ad uso agricolo. Pochi insediamenti si concentrano lungo la viabilità presente: Strada S.Antonio, Strada Zermanese, in cui è situata una caserma militare, e appunto Via Terraglio, in prossimità del quale si trova l'ingresso al Cimitero.

- Infine un'ultima parte, costituente la campagna a sud del comune, limitata a nord dalla tangenziale e dal Sile, e a sud dai confini territoriali con i Comuni di Quinto di Treviso, Zero Branco e Preganziol. Quest'ampia zona si caratterizza per la presenza assolutamente sporadica di insediamenti, e per la destinazione del suolo quasi totalmente ad uso agricolo. Naturalmente si osserva la mancanza di infrastrutture importanti ed di altri spazi adibiti a servizi: le poche aree residenziali si trovano in località Canizzano, a sud dell'aeroporto, e Crociera. Qui oltre al Sile, la maggior parte delle portate viene raccolta dal fosso Dosson, un corso d'acqua di una certa importanza che, nato poco a monte in Comune di

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

116

Quinto di Treviso, scarica le sue acque sul ramo del Sil Morto ai confini del Comune di Treviso con Silea.

- Obiettivi strategici del PAT

Nel complesso, le trasformazioni previste dallo strumento urbanistico sono riassunte, in termini di occupazione del suolo, in tabella seguente: Tabella 38: Trasformazioni previste dallo strumento urbanistico in termini di occupazione del suolo e di volume di edificazione.

ATO 11

RESIDENZIALE

Volume

Residenziale (aree

strategiche)

mc 25.000

Volume

residenziale

(nuclei e margini

urbani)

mq 90.278

Volume

residenziale

(totale)

mq 115.278

Standard mq 23.056

Ab. Teorici 194

mc/ab 594

COMMERCIALE

Superficie

Commerciale mq 7.000

Standard mq 7.000

DIREZIONALE

Superficie

Direzionale mq 0

Standard mq 0

RICETTIVO Volume Ricettivo mc 0

Standard mq 0

PRODUTTIVO

Superficie

Produttiva mq 0

Standard mq 0

SEVIZI Servizi mq 0

STANDARD Standard Totali mq 30.056

Ubicazione geografica

Vista l'estensione dell'ATO in esame, sono molto vasti i confini e numerosi gli ambiti ed i Comuni confinanti con esso. In generale la Cintura Verde occupa una consistente fascia costituente l'intero

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

117

confine est e sud del comune. Più precisamente, l'ATO n.11 confina con: - a nord con il Comune di Villorba e con numerosi altri ambiti

appartenenti al Comune di Treviso, quali gli ATO n.02, n.03, n.04, n.05 e n.06;

- ad est con il Comune di Carbonera e Silea; - a sud con il Comune di Casier, Preganziol e Zero Branco; - ad ovest con il comune di Quinto di Treviso.

Assetto del territorio

Il territorio comunale incluso in questo ambito territoriale omogeneo è caratterizzato da una morfologia pianeggiante, con limitata inclinazione verso ovest. Relativamente alla parte a sud del Sile, dal punto di vista altimetrico, le quote assolute variano tra circa +6.50 (in corrispondenza dell'area circondata dalle anse del Sil Morto) e +17.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, ascendente verso nord-est, è di circa 0.1 - 0.3 %. Relativamente alla parte a nord del Sile, le quote assolute variano invece tra circa +8.00 e +23.00 m s.l.m. secondo la CTR regionale. L’inclinazione della superficie topografica, ascendente verso nord-est, è qui di circa 0.2 - 0.4 %. Competenza idraulica

la competenza idraulica delle acque ricadenti sull'intero ambito è del Consorzio di Bonifica Piave, derivante dall'accorpamento del Consorzio Pedemontano Sinistra Piave con il Consorzio Destra Piave ed il Consorzio Brentella di Pederobba. L'Ato in esame ha inoltre una ridotta superficie, di competenza del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, a sua volta derivante dall'accorpamento del Consorzio Dese Sile e del Consorzio Sinistra Medio Brenta. Fanno eccezione le acque del fiume Sile, e dei corsi d'acqua Storga e Limbraga, la cui amministrazione e tutela è a carico del Genio Civile della Regione del Veneto (sede a Treviso).

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

118

Smaltimento acque meteoriche

La zona si caratterizza per il numero di corsi d'acqua principali presenti, sia naturali che artificiali. La parte nord è attraversata da nord verso sud dal corso parallelo dei due fiumi Storga (e più a valle Storghetta) e Limbraga. Questi due fiumi, collegati tra loro da alcuni fossati di troppo pieno si dirigono verso sud fino allo scarico sul Sile. Quest'ultimo si caratterizza per la presenza del ramo definito Sil Morto, e del canale del Cristo, canale artificiale avente lo scopo di alleggerire l'eventuale criticità dello snodo idraulico costituito dallo scarico della Fossa Est sul Sile. Relativamente alle aree più a sud del Sile, si ricorda l'importante presenza del fosso Dosson, in grado di convogliare verso est le acque di scarico della vasta area agricola della zona sud del Comune, ed il Rio Fuin, avente la stessa funzione limitatamente alla zona Zermanese - S.Antonio (estremità sud est del territorio comunale). Come per gli altri ATO descritti in precedenza, il Sile rimane in ogni caso il ricettore finale di tutte le precipitazione meteoriche. Sono inoltre presenti anche alcuni tratti di fognatura mista, posizionati lungo le strade principali ed i pochi aggregati residenziali presenti; le acque vengono captate dalle linee miste, ed avviati o alla dorsale principale diretta al depuratore centrale, oppure, avviate ai numerosi piccoli depuratori distribuiti sul territorio, per il trattamento prima dello scarico sul Sile. Pericolosità idraulica

Il vasto territorio mantiene in generale un sistema di fossati e canali a cielo aperto tipici del territorio tipicamente ad uso agricolo. Non mancano tuttavia numerose aree in cui i documenti di pianificazione in vigore hanno evidenziato possibili criticità e rischio di allagamenti. Lungo la parte a nord est, un'ampia regione risulta precedentemente allagata secondo lo studio idraulico realizzato nel 2006 per il Comune di Treviso; si tratta del complesso residenziale a cavallo dell'ato in esame e di quello n.03 Fiera, posizionato a nord dell'area Parco del Sile. Subito ad est di questa zona, lungo il corso del Fiume Storga, l'Autorità di Bacino del Fiume Sile e della pianura tra Piave e Livenza ha individuato un lungo tratto fino allo scarico segnalato a pericolosità idraulica P0 e in parte P1 dal vigente PAI.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

119

All'interno del Parco del Sile, è poi segnalata sempre dal PAI una vasta area circostante le ampie anse del ramo del Sil Morto, in cui la pericolosità segnalata assume valori di P1 e P2. Con riferimento alla parte sud, il PAI individua una certa criticità lungo tutto il corso del fosso Dosson, con valori attorno all'alveo del corso d'acqua tra P0 a P2. Valori tra P0 e P1 sono stati attribuiti ad una vasta area compresa tra la linea ferroviaria e Via Terraglio. Infine numerose aree critiche per lo più di piccola estensione, sono state rilevate lungo la destra idraulica del fiume Sile, all'interno del Parco: i gradi di pericolosità vanno anche qui da P0 (compresa un'ampia area a sud ovest di Canizzano) a P2. lungo il corso della tangenziale e del Sile, sempre all'interno della zona sud dell'ATO Cintura Verde, sono inoltre segnalati quattro importanti zone precedentemente allagate secondo il citato Studio Idraulico del 2006. Le zone si trovano rispettivamente in località Crociera, Canizzano, Terraglio - Via Bosco Mestre e Strada Zermanese. Per queste aree sono state segnalate aree a rischio alluvioni anche dal Quadro Conoscitivo della Regione Veneto.

Invarianza idraulica

Tabella 39: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative ai contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (PC).

ATO 11

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie in

trasformazione

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

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[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

12 r 22144 22144 0,62 C3 10 1049 474

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

120

Tabella 40: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relativi agli Ambiti di Edificazione Diffusa (ED).

ATO 11

nome

areale

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

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[l/s,ha]

volume

di

invaso

[mc]

volume

di invaso

specifico

[mc/ha]

ED 1 31287 27463 0,41 C3 10 748 272

ED 2 14864 11282 0,41 C3 10 307 272

ED 3 14506 12322 0,41 C3 10 336 273

ED 4 14216 12097 0,41 C3 10 329 272

ED 5 30475 24574 0,41 C3 10 669 272

ED 6 24058 19628 0,41 C3 10 534 272

ED 7 6278 5177 0,41 C2 10 141 272

ED 8 21828 17886 0,41 C3 10 487 272

ED 9 17552 14982 0,41 C3 10 408 272

ED 10 11647 9402 0,41 C2 10 256 272

ED 11 13671 11832 0,41 C3 10 322 272

ED 15 16572 12792 0,41 C3 10 348 272

ED 16 38386 31795 0,41 C3 10 866 272

ED 17 10970 9038 0,41 C2 10 246 272

ED 18 19112 14544 0,41 C3 10 396 272

ED 19 20197 16814 0,41 C3 10 458 272

ED 20 10154 7727 0,41 C2 10 210 272

ED 21 28058 23034 0,41 C3 10 627 272

ED 22 18180 14373 0,41 C3 10 391 272

ED 23 19848 17767 0,41 C3 10 484 272

ED 24 8578 6555 0,41 C2 10 178 272

ED 26 31551 24920 0,41 C3 10 679 272

ED 27 13762 10845 0,41 C3 10 295 272

ED 28 17745 13658 0,41 C3 10 372 272

ED 29 10128 7631 0,41 C2 10 208 273

ED 30 18734 14662 0,41 C3 10 399 272

ED 31 18053 13939 0,41 C3 10 380 273

ED 32 10255 8492 0,41 C2 10 231 272

ED 34 4245 3115 0,41 C2 10 85 273

ED 49 41975 35355 0,41 C3 10 963 272

ED 55 24867 21330 0,41 C3 10 581 272

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

121

Tabella 41: Stima dei volumi di invaso da destinare alla laminazione delle piene relative alle Linee Preferenziali di Sviluppo Insediativo (SI).

ATO 11

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso

in rete

[l/s,ha]

volume di

invaso [mc]

volume

di

invaso

specifico

[mc/ha]

SI 10 r 4637 0,63 C2 10 222 479

SI 11 c 16797 0,74 C3 10 1010 601

SI 12 r 6635 0,63 C2 10 318 479

SI 13 r 12255 0,63 C3 10 587 479

SI 14 c 66587 0,74 C3 10 4004 601

SI 15 r 19831 0,63 C3 10 949 479

SI 16 r 20429 0,63 C3 10 978 479

SI 31 r 17070 0,63 C3 10 817 479

SI 32 r 7906 0,63 C2 10 378 478

SI 44 r 25966 0,63 C3 10 1243 479

Le trasformazioni previste all’interno dell’ATO 11 dovranno essere compensate da un totale di 24489 mc di invaso. Interferenze con infrastrutture viarie in progetto

All'interno dell'ATO in esame sono previsti alcuni interventi infrastrutturali in progetto, tra i quali la realizzazione di una nuova rete che andrà a collegarsi con la tangenziale sud. Il nuovo tratto stradale, comprendente alcuni collegamenti alla viabilità esistente ed una nuova rotatoria, attraverserà il fosso Dosson, che come visto in precedenza, presenta notevoli criticità. In questo punto dovrà essere mantenuta l'attuale continuità idraulica e le sezioni esistenti non dovranno subire alcuna limitazione, quali quelle derivanti dalla realizzazione di ponti o accessi carrai.

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

122

12.12 Contestualizzazione dei programmi complessi

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Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

123

13 Recupero dei volumi d’invaso

Posto che, ad oggi, è impossibile intervenire sulla causa, ovvero sulla precipitazione, si deve intervenire al fine di modificare al suolo il modo in cui il volume conseguente la precipitazione citata viene trattato. Le strategie percorribili, anche contemporaneamente, sono essenzialmente tre:

1. riduzione del volume immesso in rete con invasi di accumulo e riutilizzo locali;

2. riduzione del volume defluito a mezzo di dispersioni (riduzione coeff. afflusso);

3. riduzione della portata massima in rete mediante sfasamento temporale degli apporti.

La prima strategia è certamente la più interessante e moderna. L’idea è quella di captare e conservare volumi di precipitazione di buona qualità. Un esempio è la diversione delle grondaie in cisterne di raccolta per acqua d’irrigazione. I volumi accumulati vengono dunque sottratti sia alla rete di drenaggio (fognatura bianca, canali di bonifica) che al trattamento finale (qualora convogliati a fognature miste). Alla seconda strategia appartengono tutti gli accorgimenti finalizzati a disperdere quota parte del volume della precipitazione in flussi profondi, essenzialmente verso la falda freatica, o in evapotraspirazione. Una minima parte della precipitazione infatti non raggiunge mai la rete di drenaggio, ma viene dispersa tramite:

1. infiltrazione alla falda freatica (terreno); 2. evaporazione (dalle superfici); 3. evapotraspirazione (dalla vegetazione che assorbe l’acqua dal

terreno e la restituisce, in gran parte, all’atmosfera). La terza strategia, percorribile per la mitigazione delle piene, consiste nell’introduzione di uno sfasamento temporale (ritardo) nel rilascio della portata dalle aree afferenti di bacino. Si creano dunque degli invasi locali (aree allagabili, vasche di accumulo, condotte sovradimensionate) che captano rapidamente i flussi provenienti dalle aree afferenti e che, a mezzo di semplici opere di controllo, restituiscono lentamente il volume invasato verso la rete. Si ottiene dunque un effetto di laminazione che non riduce il volume che alla

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fine dell’evento sarà transitato alla sezione di chiusura, ma che ”taglia” il culmine della piena. Tale soluzione è quella che dà maggiori garanzie nell’ottica dell’incremento della sicurezza idraulica, ma rappresenta una scelta secondaria rispetto alle precedenti in termini ambientali in quanto non prevede il risparmio idrico e, nel caso di reti miste, può convogliare al trattamento acque piovane.

13.1 Riduzione del volume propagato con accumulo e riutilizzo locali

Una corretta gestione delle acque meteoriche è certamente alla base di un buon funzionamento del sistema fognario. La separazione del liquido in base all’area di captazione è equivalente (almeno in prima analisi) alla differenziazione delle acque in base alla qualità. In tutta generalità riconosciamo:

1. Acque di dilavamento dei tetti e superfici di copertura (non calpestabili);

2. Acque provenienti da superfici verdi o calpestabili, ma non carrabili;

3. Acque di dilavamento di strade e parcheggi, Le acque di dilavamento dei tetti e le superfici di copertura sono interamente accumulabili e riutilizzabili per usi domestici secondari quali per usi non potabili in casa (p.e.WC) e per irrigazione separandole dal sistema fognario. Poiché, quando piove, è necessario che i volumi di accumulo siano disponibili, il successivo utilizzo delle acque di pioggia è vincolato a questo aspetto. Si dovrà pertanto prevedere un volume di stoccaggio dedicato al riutilizzo ed un volume di stoccaggio dedicato alla diminuzione del rischio idraulico (la pioggia accumulata in quest’ultimo sarà recapitata nel sistema di drenaggio subito dopo l’evento in modo da rendere riutilizzabile il volume per un evento successivo).

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Figura 12: sistema di accumulo collegato al pluviale

13.2 Dispersione nel sottosuolo

Nelle aree di pianura fortemente urbanizzate, assume un ruolo fondamentale, per la sicurezza idraulica del territorio, la massimizzazione della capacità filtrante del territorio al fine di diminuire la quantità di precipitazione che raggiunge la rete di drenaggio artificiale ed i corpi idrici superficiali. Si tratta di sottrarre parte dell’acqua di pioggia che sarebbe recapitata alle strutture di raccolta, facendola infiltrare nel terreno. Questo significa diminuire i coefficienti di afflusso. Tale tecnica risulta di facile attuazione dove i terreni sono naturalmente sufficientemente permeabili. Nel caso di buona capacità drenante dei terreni l’uso delle pavimentazioni di tipo drenante risulta particolarmente efficace. L’utilizzo di pavimentazioni drenanti consente una riduzione consistente delle aree impermeabilizzate con conseguente riduzione del coefficiente di afflusso. Il processo inoltre ha anche il vantaggio di alimentare le falde sotterranee. Esistono a tale proposito dei dispositivi artificiali (sistemi modulari geocellulari) che, in virtù della loro grande capacità di detenzione, possono essere utilizzati, in terreni non propriamente permeabili, per creare nel sottosuolo strutture in grado di trattenere importanti volumi d’acqua e rilasciarli lentamente nel terreno sottostante. I dispositivi noti come tetti verdi evidenziano infine come esistano anche delle tecniche per la trasformazione di aree impermeabili in aree semipermeabile.

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Figura 13: area ribassata drenante

Figura 14: pozzetto disperdente

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Figura 15: pavimento in betonelle drenanti

13.3 Volumi di invaso per la detenzione temporanea delle acque

Si tratta di dispositivi che consentono di trattenere temporaneamente importanti volumi d’acqua in modo che non defluiscano subito nella rete di drenaggio, e che vengono quindi rilasciati lentamente in tempi successivi al culmine dell’evento pluviometrico. Nel dettaglio tali volumi di invaso possono essere realizzati mediante:

1. aree verdi sommergibili o bacini di detenzione; 2. fossi e vassoi; 3. vasche interrate; 4. maggiorazione della rete di drenaggio.

Spesso la soluzione ottimale in termini costi benefici è una combinazione di quelle sopra indicate. Negli schemi di rete, tali volumi, possono essere connessi alle reti di drenaggio, ed ai recapiti finali, in serie od in parallelo.

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Le aree verdi sommergibili In un numero sempre più significativo di casi, la realizzazione dei volumi di laminazione avviene individuando aree verdi appositamente introdotte nella nuova configurazione territoriale oppure sfruttando quelle già esistenti o la cui presenza dovrebbe comunque essere garantita per il rispetto degli standard urbanistici. E’ di tutta evidenza che ricavare i volumi necessari nel modo poc’anzi indicato consente di contenere i costi; molto spesso infatti è sufficiente abbassare le aree a verde di 80 – 100 cm per ottenere risultati di tutto rispetto. La parzializzazione dell’area a volte può essere opportuna per garantire la migliore fruibilità del sito, in particolare se la superficie disponibile non è molto estesa ma lo sono i volumi richiesti; si possono prevedere quote diverse del fondo e/o arginelli o setti di contenimento.

Figura 16: area a parco allagabile

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Invasi in fossi e vassoi Una variante della tipologia di cui al paragrafo precedente è la realizzazione di volumi di invaso in aree verdi ma sagomate a forma di fossati a sezione trapezoidale o a golena. I vassoi propriamente detti sono formati da zone lineari depresse laterali a zone impermeabile dalle quali ruscella l’acqua che viene immagazzinata. Tali soluzioni si sposano bene a compensazione dell’incremento di urbanizzazione dovuto alla nuova viabilità. A fianco all’infrastruttura viaria può essere infatti realizzato un fossato al quale possono essere collegate le aree interne alle rotonde opportunamente ridisegnate che diversamente hanno scarsa funzionalità. I fossi di guardia possono avere inoltre un importante ruolo per la rete idrografica esistente, in quanto possono fungere da equilibratori mettendo in comunicazione diversi collettori.

Figura 17: vassoio di invaso in ambito urbano

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Vasche artificiali

Appartengono a questa categoria tutti gli invasi, a cielo aperto o meno, realizzati con sistemi di impermeabilizzazione del fondo o con elementi artificiali di contenimento. Per garantire una relativa costanza della portata allo scarico si deve cercar di ottenere un tirante quanto più costante nel tempo, qualora si utilizzino semplici sistemi d’efflusso basati su bocche a battente. Proprio per questo motivo, oltre che per consentire un utilizzo più razionale dei volumi disponibili e nel contempo assicurare un adeguato grado di pulizia, si ricorre sempre più spesso alle cosiddette vasche volano multicamera. Nella pratica progettuale si è consolidato come valore di riferimento quello di 400-500 mc, al di sotto del quale è conveniente l’uso di una vasca monocamera ma al di sopra del quale è certamente più funzionale l’utilizzo di più comparti idraulicamente connessi.

Figura 18: vasca di invaso interrata

Sovradimensionamento delle reti di drenaggio Questa soluzione è la più utilizzata per superfici di ridotte dimensioni (1-2 ettari) come nel caso di piccole lottizzazioni. Essa permette di realizzare dei volumi d’invaso in linea spesso sufficienti per la laminazione delle portate in eccesso, ed è comunque abbinabile ad altre soluzioni tra quelle prospettate, diminuendone la volumetria richiesta. Si tratta sostanzialmente di scegliere delle condotte e dei pozzetti di dimensioni maggiori rispetto a quelle che garantirebbero comunque il corretto deflusso delle portate così come ottenibili dagli usuali calcoli

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delle reti fognarie. I vantaggi sono sostanzialmente connessi alla possibilità di utilizzare sedimi che già in un qualche modo sono interessati dall’esistenza della rete fognaria. Molto spesso è sufficiente aumentare la sezione dei tubi ed allungare il percorso della rete, all’interno del comparto interessato, per ottenere risultati più che accettabili, soprattutto se abbinati poi ad un volume d’invaso prima dello scarico. Difese localizzate Oltre ai dispositivi precedentemente illustrati, che contrastano attivamente il formarsi stesso di aree a sofferenza idraulica, in particolari situazioni, di accentuata vulnerabilità, è auspicabile anche l’utilizzo di difese cosiddette passive localizzate nei punti da proteggere. Queste difese passive possono essere categorizzate nelle seguenti tipologie:

� sacchi; � elementi gonfiabili; � paratoie localizzate; � dispositivi contro l’intrusione dell’acqua in ambienti

sotterranei o seminterrati.

13.4 Indicazioni operative generali

Non risulta possibile in questo stadio svolgere analisi idrauliche precise, e individuare altrettanto precise misure di mitigazione. A fronte di ciò, è stato indicato semplicemente il valore minimo di invaso (riportato nelle precedenti rappresentazioni tabellari) da garantire alle trasformazioni che coinvolgono l’ambito, inteso nella sua globalità, al fine di conseguire l’invarianza idraulica. Le acque bianche, dopo essere state laminate mediante opportuni sistemi atti a garantire il minimo invaso prescritto, potranno essere condotte al corpo idrico superficiale più vicino, previa consultazione del competente Consorzio di Bonifica. Qualora l’areale di trasformazione fosse talmente discosto da qualsiasi canale di bonifica da rendere il collegamento eccessivamente oneroso, è auspicabile lo smaltimento della portata meteorica direttamente nella rete fognaria pubblica, previo laminazione diffusa da operare all’interno dell’ambito di trasformazione.

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In linea generale è comunque auspicabile un’opera di riqualificazione e ampliamento di tutti i fossati di scolo interessati da rami di fognatura e, ove possibile, un adeguamento dei diametri. Per tutti i singoli interventi, in fase di PI e/o di progettazione esecutiva dovrà essere valutata in dettaglio la compatibilità idraulica affinché non venga diminuito lo stato di sicurezza idraulica attuale del territorio, inoltre dovrà essere garantito il principio di invarianza idraulica, rispettando il volume di invaso prescritto nella presente relazione di compatibilità. Nei tratti ricompresi in aree dove è segnalato già allo stato attuale un qualche grado di sofferenza è auspicabile inoltre che gli interventi di espansione diventino l’occasione per la realizzazione di interventi strutturali di miglioramento idraulico, con riduzione del rischio su porzioni diffuse del territorio, da concordare con il competente Consorzio di Bonifica. Qualora in una fase più avanzata (PI) vengano individuati degli ulteriori interventi che determinano l’impermeabilizzazione del territorio, senza che questi costituiscano variante al PAT, dovrà essere riverificata l’ammissibilità degli interventi stessi nei confronti della sicurezza e dell'invarianza idraulica. Si evidenzia come il dimensionamento delle nuove reti di smaltimento delle acque meteoriche, dei relativi volumi di invaso e manufatti, debba essere redatto con lo scopo di limitare l'aggravio dell'esistente grado di rischio idraulico e presupponendo in condizioni di esercizio la piena efficienza delle nuove infrastrutture e la completa disponibilità dei volumi di invaso previsti. Tali condizioni possono essere in breve tempo disattese in assenza di una adeguata programmazione e pianificazione anche sotto il punto di vista economico allo scopo di evitare disagi di carattere idraulico, soprattutto nei confronti del rischio indotto verso le aree contermini. Con riferimento ai lavori per la realizzazione degli interventi previsti all'interno del presente piano si danno alcune ulteriori specifiche prescrizioni. Le quote d’imposta degli interventi edilizi ed urbanistici non debbono comportare limitazioni alla capacità di deflusso delle acque dei terreni circostanti, né produrre una riduzione del volume di invaso preesistente. Il calpestio del piano terra dell’edificio di nuova costruzione deve essere fissato ad una quota adeguata rispetto alla strada in modo tale da non consentire l’ingresso delle acque di possibili allagamenti interessanti le aree esterne. Le opere interrate dovranno essere dotate di impianti di sollevamento, di adeguati sistemi di drenaggio e impermeabilizzazione e di tutti gli accorgimenti necessari a garantirne l’impermeabilità rispetto alle

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infiltrazioni della falda e alla immissione di eventuali acque esterne. In ogni caso si segnala l’opportunità di evitare dove possibile la realizzazione di locali posti al di sotto della quota del piano campagna e, nel caso siano previsti, adottare adeguati ed efficienti sistemi di impermeabilizzazione, di drenaggio ed allontanamento delle acque. Nella redazione dei progetti, particolarmente per i dispositivi di invaso e laminazione delle portate meteoriche, si dovrà in ogni caso descrivere l'andamento delle quote di falda e specialmente del punto di minima profondità dal p.c. In caso di interferenze tra i sistemi di invaso e la falda stessa, si dovrà provvedere all'efficace impermeabilizzazione o comunque dovranno essere individuati adeguati interventi di compensazione. Le opere dovranno essere realizzate secondo le buone regole dell’arte fermo restando che dovrà essere ripristinata ogni altra pertinenza idraulica eventualmente interessata nell’ambito dell’intervento, con l’obbligo di provvedere alla riparazione di tutti i danni derivanti dalle opere in esecuzione. Nel caso siano interessati canali appartenenti alla rete in manutenzione al Consorzio di Bonifica competente per territorio, qualsiasi intervento o modificazione della configurazione esistente all’interno della fascia di metri 10 dal ciglio superiore della scarpata, sarà soggetto, anche ai fini della servitù di passaggio, a quanto previsto dal R.D. n° 368 del 1904 e dovrà quindi essere specificatamente autorizzato. Per la prevenzione del rischio idraulico è importante che i corsi d’acqua siano rispettati e valorizzati. Occorre creare le condizioni perché possano essere mantenuti in efficienza senza eccessivi oneri e non risultino marginalizzati dalle previsioni urbanistiche. In particolare è opportuno collocare le aree a verde delle nuove urbanizzazioni lungo i corsi d’acqua ad evitare che i nuovi lotti confinino con i corsi d’acqua. Nelle aree adiacenti agli scoli consorziali dovrà essere mantenuta una fascia di rispetto della larghezza minima di metri 4.00 dal ciglio degli stessi o dall’unghia arginale verso campagna in modo da consentire il transito dei mezzi adibiti alle manutenzioni periodiche. Nella suddetta fascia di rispetto non potranno essere messe a dimora piante o siepi, né potranno essere installate strutture o depositati materiali che impediscano il transito dei mezzi. Inoltre nelle fasce di rispetto in questione, eventuali sistemazioni, dovute a motivi di sicurezza o paesaggistici o ambientali che prevedano la posa di piante isolate o recinzioni in rete metallica e stanti in ferro asportabili dovranno essere preventivamente autorizzate dal Consorzio di Bonifica.

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14 Norme di carattere idraulico

14.1 PREMESSA

Lo studio di compatibilità idraulica realizzato ci ha consentito di evidenziare che sarebbe opportuno e conveniente realizzare volumi di invaso e adeguamento della rete locale di bonifica in modo coerente e coordinato. Infatti la realizzazione di volumi di invaso a servizio di precise e limitate zone, pur essendo risolutiva e portando all’invarianza idraulica della zona servita, potrebbe avere miglior risultato e valenza complessiva qualora eseguita in posizione strategica da valutare caso per caso insieme al compente Consorzio. In altri termini, l’opera da realizzare per un’area potrebbe essere convenientemente parte di un’opera più grande realizzata in posizione strategica e a servizio di più interventi di trasformazione. Essendo evidente che in tal caso l’opera potrebbe essere eseguita al di fuori del perimetro di trasformazione, sarebbe necessario che la realizzazione delle misure di compensazione idraulica fosse affidata al Consorzio di Bonifica competente.

Si propone pertanto, nella fase di progettazione delle opere idrauliche compensative, la preventiva consultazione del Consorzio competente e la verifica della sussistenza di possibili sinergie con l’ente per rendere efficaci al massimo gli interventi da realizzare. In questo quadro complessivo sono da ricercarsi accordi di collaborazione e realizzazione congiunta degli interventi.

14.2 DISPOSIZIONI GENERALI

Per le zone, per le quali non sono riportate misure diverse e più specifiche, possono essere adottati i seguenti indirizzi operativi da rispettare nell’esecuzione degli interventi urbanistici.

A) Assetto idraulico delle nuove urbanizzazioni/edificazioni

1. Nei nuovi insediamenti dovrà essere prevista una rete di drenaggio interno, atta al convogliamento delle acque meteoriche provenienti da tetti, cortili, passaggi, pedonali, strade, ecc… comunque separata dalla rete di smaltimento delle acque luride.

2. Nella fase del Piano degli Interventi per i nuovi insediamenti dovranno essere effettuati studi di compatibilità idraulica di dettaglio che possano individuare le misure specifiche da attuare per ottenere

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l’invarianza idraulica di ogni singolo intervento, tenendo conto dei vincoli costituiti dalle zone definite a rischio idraulico nel presente studio.

3. In fase di P.I. vengano identificate le aree ove risulti possibile la realizzazione di bacini di espansione, ovvero l’estensione degli esistenti, onde consentire all’Amministrazione Comunale, in accordo con il Consorzio Piave, la predisposizione di progetto con i quali accedere a finanziamenti finalizzati alla difesa idraulica delle aree contermini.

4. Per i calcoli idraulici di dettaglio relativi alle trasformazioni conseguenti al PI, si consiglia l’utilizzo della curva di possibilità pluviometrica a 3 parametri relativa all’area dell’Alto Piave per tempi di ritorno di 50 anni, di equazione h = (27,7 t)/(9,3 +t)^0,75, valida per durate da 5 minuti a 24 ore, nella quale t è in minuti.

5. In assenza di studi idraulici specifici, per i nuovi insediamenti di tipo residenziale, artigianale /industriale, strade e nuove piste ciclabili, dovrà essere realizzato un volume specifico di invaso pari rispettivamente a 500, 700 e 800 m³/ha.

6. In fase di P.I. la progettazione di dettaglio degli interventi idraulici dovrà prevedere la realizzazione di manufatti di regolazione della portata (bocche tarate) presso la confluenza delle reti di raccolta a servizio del nuovo edificato e la rete superficiale di recapito. Tali manufatti dovranno garantire lo scarico di una portata specifica di 10 l/s·ha, essere dotati di griglia protettiva rimovibile per ispezione e pulizia, nonché di soglia sfiorante di troppo pieno, dimensionata per la portata massima per eventi con tempo di ritorno di 50 anni. La soglia dovrà essere a quota tale da garantire il riempimento degli invasi di laminazione posti a monte e dovrà entrare in funzione in caso di completa ostruzione della bocca tarata. Facoltativamente la bocca tarata potrà essere dotata di valvola a clapet.

7. In fase di P.I., la progettazione di dettaglio degli edifici dovrà prevedere che il piano di imposta degli edifici sia a quota almeno 20 cm superiore alla strada o al piano di campagna circostante. Sono sconsigliati gli interrati. Se realizzati, dovranno essere accuratamente impermeabilizzati e dotati di dispositivi di aggottamento idonei mantenuti in perfetta efficienza.

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8. In generale non sono ammessi interventi di tombinamento dei corsi d’acqua. In deroga, sono autorizzabili solo interventi di tombinamento per la realizzazione di accessi carrai ai fondi o per esigenze determinate dalla necessità di salvaguardare la pubblica incolumità. La lunghezza massima dei tombinamenti sarà limitata alla larghezza dell’accesso, cui potranno aggiungersi gli spessori di eventuali murature d’ala, con un massimo complessivo di m 8,00. Il diametro dei tombini dovrà essere adeguato al corso d’acqua e comunque non inferiore a cm 80. Ogni tombino dovrà essere preventivamente approvato dal competente Consorzio di Bonifica.

9. In fase di P.I., qualora non sia possibile rispettare la pendenza del 1‰ per le fognature per acque meteoriche per vincoli altimetrici, si dovranno predisporre più manufatti di invaso lungo la rete, di capacità complessiva pari a quella calcolata per l’area.

10. Per lo smaltimento di parte delle acque meteoriche in eccesso, possono essere realizzati pozzi disperdenti e/o trincee drenanti. La portata da smaltire consentita sarà pari al massimo al 50% della maggior portata generata da piogge con Tr =50 anni, ovvero fino al 75% per le piogge con Tr=100 anni in collina e montagna e per piogge di Tr = 200 anni in pianura. I pozzi saranno consentiti se il terreno ha permeabilità maggiore di 10-3 m/s e frazione limosa inferiore al 5%, con falda freatica profonda. Le trincee drenanti saranno costituite da tubazioni forate o fossati a cielo aperto che conservino sia una funzione di invaso che di graduale dispersione in falda. I pozzi disperdenti andranno previsti in numero di 1 ogni 500 m² di superficie impermeabilizzata, dovranno avere diametro minimo di m 1,5 e profondità di m 5, purché esista un franco di almeno m 2 tra il fondo del pozzo e la falda, con riempimento laterale costituito da materiale sciolto di grande pezzatura. E’ opportuno che lo scarico delle acque meteoriche sui pozzi perdenti costituisca una misura di troppo pieno verso la rete di scolo superficiale: le tubazion id raccolta delle acque meteoricjhe a servizio delle nuove edificazioni dovranno esssere collegate con la rete di scolo, si a esso a cielo aperto o intubata, a mezzo manufatto di regolazione di portate e le tubazioni di convogliamento delle acque verso i pozzi dovranno essere

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posizionate con quota di scorrimento pari alla quota di massimo invaso delle tubazioni.

11. In fase di P.I., per le acque meteoriche provenienti da piazzali ad uso industriale, produttivo, artigianale ecc. si dovranno ripsettare le disposizioni del P.T.A. della Regione Veneto, che qui si intendono specificamente richiamate.

B) Superfici impermeabili

1. Dovranno essere limitate al minimo necessario le superfici impermeabili, lasciando ampia espansione alle zone a verde; le pavimentazioni destinate a parcheggio dovranno essere di tipo drenante, o comunque permeabile, realizzate su opportuno sottofondo che ne garantisca l’efficienza, con esclusione delle aree destinate ai portatori di handicap a ridosso della viabilità principale.

2. Si dovrà prevedere un volume di invaso connesso alle modificazioni del coefficiente udometrico di deflusso. Un’indicazione quantitativa sui volumi d’acqua da invasare è stata fornita per gli interventi in previsione negli areali di espansione, e riportati negli allegati descrittivi della presente relazione. Ad ogni modo in una fase più avanzata di studio e comunque nei P.I., dovrà essere presentato il progetto idraulico riguardante la previsione di questi volumi e una relazione nella quale, venga computato in maniera esatta l’ammontare dei volumi sulla base del reale grado di impermeabilizzazione. Tali volumi non potranno comunque essere inferiori ai valori individuati nel presente studio di compatibilità idraulica e riportati in allegato.

3. I volumi di invaso possono essere ottenuti sovradimensionando le condotte per le acque meteoriche, realizzando nuove affossature, aree depresse ovvero vasche di contenimento.

C) Rete di smaltimento delle acque

1. L’immissione negli scoli e nella rete di canalizzazione di pertinenza dei Consorzi di Bonifica deve rispettare il massimo valore udometrico accettato dall’ente.

2. Nel caso in cui l’intervento coinvolga direttamente un canale pubblico esistente la distribuzione plano-volumetrica dell’area dovrà essere preferibilmente definita

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in modo che le aree a verde siano distribuite lungo le sponde a garanzia e salvaguardia di un’idonea fascia di rispetto.

3. Nel caso siano interessati canali pubblici, consortili, demaniali, o iscritti negli elenchi delle acque pubbliche, qualsiasi intervento o modificazione della configurazione esistente all’interno della fascia di dieci metri dal ciglio superiore della scarpata o dal piede della scarpata esterna dell’argine esistente, sarà soggetto, anche ai fini della servitù di passaggio, secondo quanto previsto dal titolo IV (disposizioni di polizia idraulica) del regio decreto 368/1904 e del regio decreto 523/1904.

4. Le zone alberate lungo gli scoli consortili dovranno essere autorizzate dal Consorzio di Bonifica e in ogni caso non potranno essere poste a dimora a distanza inferiore a metri 6 dai cigli dei canali di scolo.

5. Dovrà essere ricostituito qualsiasi collegamento di alvei di vario tipo eventualmente esistenti, che non dovranno perdere la loro attuale funzione (sia per la funzione di smaltimento delle acque che per il volume di invaso) in conseguenza dei futuri lavori.

6. Per la realizzazione di interventi di tombinamento della rete di scolo superficiale deve essere richiesto e ottenuto il parere delle specifiche autorità competenti.

D) Realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche

1) Per la realizzazione di opere pubbliche e infrastrutture, in particolare per le strade di collegamento, dovranno essere previsti ampi fossati laterali e dovrà essere assicurata la continuità del deflusso delle acque fra monte e valle.

2) Nella realizzazione di piste ciclabili si dovrà cercare di evitare il tombinamento di fossi prevedendo possibilmente il loro spostamento, a meno che non si ottenga il parere favorevole delle autorità competenti.

3) Le nuove strade pubbliche previste nel nuovo strumento di piano dovranno assicurare la capacità di deflusso della rete idrografica esistente con ampie tombinature. Per la loro realizzazione dovrà essere realizzato uno studio idrologico atto ad assicurare il deflusso delle acque piovane di tutto il bacino che si trova a monte verso il sistema superficiale di raccolta delle acque.

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E) Aree a verde pubbliche e private

1) Le aree a verde dovranno assumere una configurazione che attribuisca loro due funzioni:

(a) di ricettore di una parte delle precipitazioni defluenti lungo le aree impermeabili limitrofe;

(b) di bacino di laminazione del sistema di smaltimento delle acque piovane.

2) Le aree a verde, possibilmente, dovranno:

(a) essere poste ad una quota inferiore di almeno cm 20 rispetto al piano di campagna circostante;

(b) essere idraulicamente connesse tramite opportuni collegamenti con le porzioni impermeabili;

(c) la loro configurazione plano-altimetrica dovrà prevedere la realizzazione di invasi superficiali adeguatamente disposti e integrati con la rete di smaltimento delle acque meteoriche in modo che i due sistemi possano interagire.

F) Strade ed infrastrutture

Il PAT prevede la costruzione di nuove arterie di traffico a completamento del sistema relazionale esistente. L’impermeabilizzazione del suolo conseguente dovrà essere compensata mediante appositi volumi di invaso, capaci di ritardare la risposta idraulica del bacino scolante garantendo l’osservanza del principio di invarianza idraulica. Il volume di invaso minimo da garantire dovrà essere pari a 800 m³/ha di superficie impermeabilizzata, in accordo con le prescrizioni del Genio Civile. Tali volumi potranno essere ricavati direttamente nei fossati di guardia da predisporre a salvaguardia delle nuove infrastrutture, oppure in appositi bacini di laminazione, la cui disposizione e dislocazione dovrà essere effettuata in sinergia con il Consorzio di Bonifica competente.

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15 Conclusioni

Diversamente dalle aree di campagna, in un’area urbanizzata, la coesistenza di alti coefficienti di afflusso e bassi tempi di corrivazione comporta, all’incedere delle precipitazioni, la generazione di grandi quantità di acqua da smaltire tramite la rete di drenaggio (rete fognaria bianca o mista, canali della rete di bonifica) e di conseguenza aumenta la probabilità di allagamento. Il presente studio ha permesso di individuare l’ammontare dei volumi di invaso necessari a rendere idraulicamente compatibili al territorio le trasformazioni previste da PAT. Come già anticipato nelle premesse alle analisi delle singole ATO, un’analisi più dettagliata per la stima dei volumi di invaso effettivamente necessari a garantire l’invarianza idraulica relativi alla reale trasformazione del suolo dovrà comunque essere effettuata in sede di Piano degli Interventi. In tale fase dovranno essere stabilite le tipologie di invaso e i percorsi di scarico fino ai ricettori consortili e demaniali. Tabella 42:Resoconto volumi di invaso distinti per ATO e tipologia.

PC ED SI

volume di

invaso totale

per singolo

ATO

ATO 1 5432 0 0 5432

ATO 2 5613 0 4127 9740

ATO 3 2332 0 0 2332

ATO 4 5124 0 0 5124

ATO 5 5432 0 9041 14473

ATO 6 81444 2419 12797 96660

ATO 7 0 1383 0 1383

ATO 8 3559 485 6696 10740

ATO 9 0 5901 13164 19065

ATO 10 0 0 2292 2292

ATO 11 1049 12934 10506 24489

V totale per

tipologia109985 23122 58623 191730

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Nelle seguenti tabelle, areale per areale, sono riassunte le caratteristiche principali delle trasformazioni previste. Le ultime due colonne riportano rispettivamente il volume di invaso da assicurare all’areale per la trasformazione prevista e un coefficiente indicante il rapporto tra volume da assicurare e la superficie che risulta trasformabile all’interno del singolo areale. Tabella 43:Resoconto volumi di invaso di mitigazione delle trasformazioni relative ai Programmi Complessi

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff. udom.

ammesso in

rete [l/s,ha]

volume

di invaso

[mc]

volume

di invaso

specifico

[mc/ha]

PC 1 s 1484420 848400 0.34 C4 10 17890 211

PC 2 p 275230 59200 0.81 C3 10 3954 668

PC 3 s/r 54348 54348 0.76 C3 10 3366 619

PC 4 p 1067200 842000 0.81 C4 10 56234 668

PC 5 s 57460 57460 0.76 C3 10 3559 619

PC 6 r 42754 42754 0.63 C3 10 2047 479

PC 7 s/r 212840 87700 0.76 C3 10 5432 619

PC 8 r 61248 61248 0.73 C3 10 3566 582

PC 9 s/r 184435 26000 0.76 C3 10 1610 619

PC 10 c 132955 12000 0.74 C3 10 722 602

PC 11 s 452437 100600 0.66 C4 10 5124 509

PC 12 r 22144 22144 0.62 C3 10 1049 474

PROGRAMMI COMPLESSI

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

142

Tabella 44:Resoconto volumi di invaso di mitigazione delle trasformazioni relative alle linee preferenziali di Sviluppo Insediativo.

nome

areale

tipologia

espansione

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr.

1322/06

coeff.

udom.

ammesso in

rete [l/s,ha]

volume

di invaso

[mc]

volume

di invaso

specifico

[mc/ha]

SI 1 p 14097 14097 0.81 C3 10 941 668

SI 2 r 54894 54894 0.63 C3 10 2628 479

SI 3 r 6503 6503 0.63 C2 10 311 478

SI 4 p 44336 44336 0.81 C3 10 2961 668

SI 5 r 8420 8420 0.63 C2 10 403 479

SI 6 p 58206 58206 0.81 C3 10 3887 668

SI 7 p 19568 19568 0.81 C3 10 1307 668

SI 8 c 38408 38408 0.74 C3 10 2309 601

SI 9 r 79799 79799 0.63 C3 10 3820 479

SI 10 r 4637 4637 0.63 C2 10 222 479

SI 11 c 16797 16797 0.74 C3 10 1010 601

SI 12 r 6635 6635 0.63 C2 10 318 479

SI 13 r 12255 12255 0.63 C3 10 587 479

SI 14 c 66587 66587 0.74 C3 10 4004 601

SI 15 r 19831 19831 0.63 C3 10 949 479

SI 16 r 20429 20429 0.63 C3 10 978 479

SI 17 r 35333 35333 0.63 C3 10 1692 479

SI 18 r 24020 24020 0.63 C3 10 1150 479

SI 19 r 29701 29701 0.63 C3 10 1422 479

SI 20 r 8343 8343 0.63 C2 10 399 478

SI 21 r 85324 85324 0.63 C3 10 4085 479

SI 22 c 29833 29833 0.74 C3 10 1794 601

SI 23 c 11018 11018 0.74 C3 10 662 601

SI 24 r 19890 19890 0.63 C3 10 952 479

SI 25 r 6395 6395 0.63 C2 10 306 478

SI 26 c 17831 17831 0.74 C3 10 1072 601

SI 27 c 3998 3998 0.74 C2 10 240 600

SI 28 p 16035 16035 0.81 C3 10 1071 668

SI 29 c 4103 4103 0.74 C2 10 247 602

SI 30 c 20299 20299 0.74 C3 10 1221 602

SI 31 r 17070 17070 0.63 C3 10 817 479

SI 32 r 7906 7906 0.63 C2 10 378 478

SI 33 r 30298 30298 0.63 C3 10 1450 479

SI 34 r 14682 14682 0.63 C3 10 703 479

SI 35 p 45997 45997 0.81 C3 10 3072 668

SI 36 r 1908 1908 0.63 C2 10 91 477

SI 37 r 11430 11430 0.63 C3 10 547 479

SI 38 r 63126 63126 0.63 C3 10 3022 479

SI 39 r 19849 19849 0.63 C3 10 950 479

SI 40 r 12770 12770 0.63 C3 10 611 478

SI 41 r 7431 7431 0.63 C2 10 356 479

SI 42 p 33272 33272 0.81 C3 10 2222 668

SI 43 r 4455 4455 0.63 C2 10 213 478

SI 44 r 25966 25966 0.63 C3 10 1243 479

LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

143

Tabella 45:Resoconto volumi di invaso di mitigazione delle trasformazioni relative agli Ambiti di Edificazione Diffusa.

nome

areale

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr. 1322/06

coeff.

udom.

ammesso in

rete [l/s,ha]

volume

di invaso

[mc]

volume

di invaso

specifico

[mc/ha]

ED 1 31287 27463 0.41 C3 10 748 272

ED 2 14864 11282 0.41 C3 10 307 272

ED 3 14506 12322 0.41 C3 10 336 273

ED 4 14216 12097 0.41 C3 10 329 272

ED 5 30475 24574 0.41 C3 10 669 272

ED 6 24058 19628 0.41 C3 10 534 272

ED 7 6278 5177 0.41 C2 10 141 272

ED 8 21828 17886 0.41 C3 10 487 272

ED 9 17552 14982 0.41 C3 10 408 272

ED 10 11647 9402 0.41 C2 10 256 272

ED 11 13671 11832 0.41 C3 10 322 272

ED 12 55632 47393 0.41 C3 10 1290 272

ED 13 19457 16287 0.41 C3 10 443 272

ED 14 11226 9070 0.41 C2 10 247 272

ED 15 16572 12792 0.41 C3 10 348 272

ED 16 38386 31795 0.41 C3 10 866 272

ED 17 10970 9038 0.41 C2 10 246 272

ED 18 19112 14544 0.41 C3 10 396 272

ED 19 20197 16814 0.41 C3 10 458 272

ED 20 10154 7727 0.41 C2 10 210 272

ED 21 28058 23034 0.41 C3 10 627 272

ED 22 18180 14373 0.41 C3 10 391 272

ED 23 19848 17767 0.41 C3 10 484 272

ED 24 8578 6555 0.41 C2 10 178 272

ED 25 2318 2005 0.41 C2 10 55 274

ED 26 31551 24920 0.41 C3 10 679 272

ED 27 13762 10845 0.41 C3 10 295 272

ED 28 17745 13658 0.41 C3 10 372 272

ED 29 10128 7631 0.41 C2 10 208 273

ED 30 18734 14662 0.41 C3 10 399 272

ED 31 18053 13939 0.41 C3 10 380 273

ED 32 10255 8492 0.41 C2 10 231 272

ED 33 7763 5947 0.41 C2 10 162 272

ED 34 4245 3115 0.41 C2 10 85 273

ED 35 10379 8147 0.41 C2 10 222 272

ED 36 22191 18792 0.41 C3 10 512 272

ED 37 16981 12817 0.41 C3 10 349 272

ED 38 2648 1841 0.41 C2 10 50 272

ED 39 5705 4829 0.41 C2 10 131 271

ED 40 12856 11178 0.41 C3 10 304 272

ED 41 26895 20887 0.41 C3 10 569 272

ED 42 11558 8329 0.41 C2 10 227 273

ED 43 14805 12046 0.41 C3 10 328 272

ED 44 12935 10984 0.41 C3 10 299 272

AMBITI DI EDIFICAZIONE DIFFUSA

Valutazione di compatibilità idraulica PAT del Comune di Treviso

144

Tabella 46:Resoconto volumi di invaso di mitigazione delle trasformazioni relative agli Ambiti di Edificazione Diffusa.

nome

areale

superficie

areale

[mq]

superficie

sgombra

[mq]

coeff. di

deflusso

post

operam

classe di

intervento

Allegato A

Dgr. 1322/06

coeff.

udom.

ammesso in

rete [l/s,ha]

volume

di invaso

[mc]

volume

di invaso

specifico

[mc/ha]

ED 45 8415 6763 0.41 C2 10 184 272

ED 46 6801 5906 0.41 C2 10 161 273

ED 47 42039 36093 0.41 C3 10 983 272

ED 48 18844 15473 0.41 C3 10 421 272

ED 49 41975 35355 0.41 C3 10 963 272

ED 50 14376 12454 0.41 C3 10 339 272

ED 51 10855 8124 0.41 C2 10 221 272

ED 52 10025 9081 0.41 C2 10 247 272

ED 53 10595 8068 0.41 C2 10 220 273

ED 54 14858 12044 0.41 C3 10 328 272

ED 55 24867 21330 0.41 C3 10 581 272

ED 56 22072 19181 0.41 C3 10 522 272

ED 57 17078 11863 0.41 C3 10 323 272

ED 58 34000 29148 0.41 C3 10 794 272

ED 59 10288 9427 0.41 C2 10 257 273

AMBITI DI EDIFICAZIONE DIFFUSA

Qualora dovessero essere realizzate completamente le trasformazioni potenziali previste dal PAT dovranno quindi essere creati invasi per un totale di 191730 mc. Il recupero di tali volumi sarà realizzabile mediante i sistemi descritti nel capitolo seguente così come riportato all’interno delle “Linee

guida per gli interventi di prevenzione dagli allagamenti e mitigazione

degli effetti” redatte nel corso dello studio del Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26 Settembre che hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto.