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geologi associati m. mari & g. marolda Regione Marche Provincia di Pesaro e Urbino Comune di Petriano STUDIO GEOLOGICO E TECNICO A CORREDO DEL PROGETTO ESECUTIVO PER IL CONSOLIDAMENTO DEL MOVIMENTO FRANOSO IN LOCALITA' RICECI Committente: Comune di Petriano Via San Martino 2/4 - Petriano (PU) Data: giugno 2014 Rif. 011/2014 geologi associati mari milena - marolda gerardo paolo giovanni via beato mainardo vescovo, 4 – 61029 urbino (pu) p.iva e c.f. 02311890418 tel-fax 0722 322697 e-mail [email protected] mari 348 7401016 – marolda 339 6377605 Geol. Milena Mari

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geologi associati m. mari & g. marolda

Regione Marche Provincia di Pesaro e Urbino Comune di Petriano STUDIO GEOLOGICO E TECNICO A CORREDO DEL PROGETTO ESECUTIVO PER IL CONSOLIDAMENTO DEL MOVIMENTO FRANOSO IN LOCALITA' RICECI

Committente:

Comune di Petriano

Via San Martino 2/4 - Petriano (PU)

Data:

giugno 2014

Rif. 011/2014

geologi associati mari milena - marolda gerardo paolo giovanni

via beato mainardo vescovo, 4 – 61029 urbino (pu) p.iva e c.f. 02311890418

tel-fax 0722 322697 e-mail [email protected] mari 348 7401016 – marolda 339 6377605

Geol. Milena Mari

Comune di Petriano (PU) Studio geologico consolidamento movimento franoso in località Riceci

Geologi Associati M. Mari – G. Marolda via beato mainardo vescovo, 4 – 61029 urbino tel-fax 0722 322697 e-mail [email protected] Mari 348 7401016 – Marolda 339 6377605

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INDICE

1 - PREMESSA ............................................................................................................................... 2 

2 - UBICAZIONE ............................................................................................................................. 3 

3 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO ............................................................................................ 3 

3.1 - GEOMORFOLOGIA ........................................................................................................ 3 3.2 - GEOLOGIA ................................................................................................................... 4 3.3 - IDROLOGIA E IDROGEOLOGIA ......................................................................................... 6 3.4 - ANALISI DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO .......................................................................... 6 

4 - INQUADRAMENTO METEO-CLIMATICO ................................................................................. 8 

5 - OSSERVAZIONI SULLA SISMICITÀ .......................................................................................... 10 

5.1 - PERICOLOSITÀ SISMICA DI BASE ..................................................................................... 12 5.2 - CATEGORIA DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE (NTC 2008) .......................... 12 

6 - SUCCESSIONE STRATIGRAFICA LOCALE ............................................................................. 14 

6.1 - CARATTERISTICHE GEOTECNICHE ................................................................................... 15 

7 - CAUSE DEL DISSESTO E INDICAZIONI DI INTERVENTO ...................................................... 16 

7.1 - DESCRIZIONE E CAUSE DEL DISSESTO ............................................................................. 16 7.2 - INTERVENTI .................................................................................................................. 17 

8 - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE ............................................................................................ 18 

BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................ 20 

ALLEGATI GRAFICI

Comune di Petriano (PU) Studio geologico consolidamento movimento franoso in località Riceci

Geologi Associati M. Mari – G. Marolda via beato mainardo vescovo, 4 – 61029 urbino tel-fax 0722 322697 e-mail [email protected] Mari 348 7401016 – Marolda 339 6377605

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1 - PREMESSA

Su incarico del Comune di Petriano è stato svolto il presente studio geologico e tecnico a

corredo del progetto per il consolidamento del movimento franoso ubicato nei pressi

della località Riceci del Comune di Petriano (PU).

Lo studio è finalizzato alla ricostruzione dell’assetto geologico, geomorfologico ed

idrologico dell’area in dissesto e della successione stratigrafica locale, alla

caratterizzazione geotecnica dei terreni, alla valutazione degli interventi idonei per la

sistemazione della sede stradale e alla definizione dei parametri necessari per la

progettazione delle opere di consolidamento.

Lo studio è stato svolto secondo le seguenti fasi di lavoro:

- sopralluoghi e rilievi di campagna finalizzati all’inquadramento della zona di studio

e delle aree limitrofe;

- acquisizione delle principali informazioni relative all’area ed acquisizione di dati e

studi eseguiti nella stessa area o in zone limitrofe;

- analisi degli elaborati cartografici esistenti (carte topografiche, carte tematiche,

foto aeree, P.A.I.);

- esecuzione di indagini geognostiche e geofisiche;

- elaborazione dei dati ricavati dalle suddette fasi di studio, finalizzata alla

caratterizzazione geologica e tecnica dell’area e alla definizione dei parametri

necessari per la progettazione.

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2 - UBICAZIONE

L’area in dissesto oggetto di studio è ubicata nei pressi della località Riceci del Comune

di Petriano, e interessa parte di Via Riceci e parte della strada vicinale Del Colle.

Nella cartografia ufficiale l’area di studio ricade al limite est del Foglio n° 109 della Carta

Topografica d'Italia (scala 1:25.000) nella Tavoletta II° N.O. – “Colbordolo”. Sulla Nuova

Carta Tecnica Numerica della Regione Marche (scala 1:10.000), l’area è ubicata

all’interno della Sezione n° 280010 “Petriano”.

3 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO

3.1 - GEOMORFOLOGIA

L’area oggetto di studio ricade nella fascia collinare della Provincia di Pesaro e Urbino. In

particolare il nucleo abitato di Riceci sorge alla sommità di un rilievo posto a quota 280-

300 m slm. In generale le forme si presentano arrotondate e dolci, dovute principalmente

all’azione degli agenti esogeni sui litotipi marnoso-argillosi, più facilmente erodibili e

soggetti ad alterazione. I rilievi sono delimitati da impluvi e fossi nella maggior parte dei

casi poco incassati.

L’area di studio è situata nella parte alta di un versante che digrada in direzione SO, ed è

compresa tra le quote 250 e 270 m slm. In particolare la strada comunale e la strada

vicinale oggetto di intervento sono impostate a quota 260-265 m slm. La morfologia di

questo settore è caratterizzata da un andamento "convesso" in corrispondenza della sede

stradale e zone attigue, mentre sia verso monte, sia verso valle la morfologia segue un

profilo leggermente concavo. Il settore del versante oggetto di studio è, contraddistinto

da una pendenza media di circa 12°-13°, con locali variazioni che corrispondono

principalmente alle scarpate che delimitano la strada comunale. Infatti queste

presentano una pendenza di 25°-30°, talvolta anche superiore.

La forma convessa dell'area posta in corrispondenza della sede stradale è

verosimilmente dovuta al progressivo riporto di terreni per la manutenzione della strada

stessa e, principalmente, allo scivolamento verso valle del rilevato stradale e dei terreni

superficiali non consolidati.

L'attività del movimento gravitativo ha originato diverse fratture e gradini, che si

evidenziano soprattutto a seguito di precipitazioni meteoriche abbondanti e che sono

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state in parte rimodellate per consentire il transito dei veicoli. Suddetti elementi sono

rilevabili sia in corrispondenza delle strade, sia nelle zone agricole attigue. In particolare

l'attività subita negli ultimi 2 anni ha provocato un abbassamento molto consistente della

strada comunale (quantificabile in almeno 1.5 m, nonostante il riporto, in più occasioni, di

stabilizzato) e anche della strada vicinale. In corrispondenza di quest'ultima il dissesto

presenta un'ampiezza di circa 13-15 m, mentre sulla strada comunale l'area dissestata si

estende per un fronte di circa 25 m. La lunghezza del dissesto principale può essere

stimata in circa 45 m; la corona di distacco è ben visibile subito a monte della strada

vicinale, mentre il piede non è definito in maniera netta per la presenza di altri dissesti

lungo l'area agricola, dove sono stati rilevati piccoli rigonfiamenti (zone di accumulo),

fessure e gradini (zone di distacco).

Il dissesto oggetto di intervento presenta una profondità media della zona di scorrimento

di 4 m, mentre per i dissesti osservati più a valle lo spessore del corpo di frana può

essere stimato in circa 1.5-2 m.

La principale causa di innesco del movimento è legata alla presenza copiosa di acqua

nei terreni, come testimoniano le riattivazioni avvenute a seguito di precipitazioni

abbondanti. Queste determinano l'innalzamento del livello di falda e quindi la saturazione

dei terreni non consolidati con ulteriore riduzione dei parametri geotecnici; inoltre, a

causa di una insufficiente regimazione delle acque superficiali, nell'area posta al piede

della scarpata stradale è favorito il ristagno e l'accumulo di acqua.

In corrispondenza dell’area di studio la cartografia tematica consultata (Cartografia P.A.I.-

Regione Marche e Progetto IFFI-ISPRA) non evidenzia forme o processi riconducibili a

fenomeni gravitativi in atto o quiescenti.

3.2 - GEOLOGIA

Per quanto concerne la geologia, il territorio è caratterizzato da unità sedimentarie della

Successione Umbro-Marchigiana, di età miocenica e plio-pleistocenica. In particolare le

unità rilevate in prossimità della zona di studio, elencate a partire dalla più recente, sono:

- FAA, Formazione delle Argille Azzurre: Argille e argille siltose grigio-azzurre a stratificazione

poco marcata e a frattura concoide, con intercalazioni arenacee giallastre a granulometria

media e grossolana e a debole cementazione. In particolare, nella zona in studio è presente il

Membro arenaceo di Montecalvo in Foglia, distinto in due litofacies: FAA8b, litofacies pelitico-

arenacea, prevalentemente argillosa e con sottili intercalazioni di sabbie sottili; FAA8a, litofacies

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arenacea, costituita da arenarie da medie a fine in stati metrici, generalmente poco cementate.

Età: Pliocene inf – Pleistocene Inf.

- FCO, Formazione a Colombacci: La porzione basale è costituita da argille grigio e grigio-ocra,

di spessore variabile da strati molto sottili a sottili, alternate a subordinati strati arenacei sottili,

centimetrici, di colore grigio e ocra, a stratificazione piano parallela; tendenza coarsening

upward (equivalente alla Formazione di S. Donato Auct.). La parte superiore, è costituita da

peliti e silt laminati grigio o ocra, e subordinatamente da arenarie fini, in strati sottili, con

laminazione piano parallela; sono presenti e caratteristici anche livelli di calcari evaporitici

biancastri ("colombacci"), in strati sottili, intercalati ciclicamente. Nel settore settentrionale

(bacino di Monte Luro - Monte delle Forche) questa unità è costituita da strati arenacei spessi e

molto spessi di colore giallastro ed ocra, intercalati a sottili livelli pelitici grigio chiaro a

laminazione piano parallela; presenti livelli di calcari nodulari poco cementati (tipo caliche),

mentre sono più rari i livelli calcarei evaporitici ("colombacci" s.s.). Età: Messiniano superiore

- GNO, Formazione Gessoso-Solfifera (Formazione di Sapigno): Livelli decimetrici di silt grigi e

ocra e marne laminate bianche, brune o grigio scuro, con rare intercalazioni di calcari

dolomitici grigi a grana fine, con lamine stromatolitiche; gesso nodulare a mosaico; gessareniti,

gesso balatino, gesso microcristallino. Età: Messiniano medio.

- TPE, Tripoli e Marne Tripolacee: Alternanza di strati arenacei ed argillosi in rapporto variabile.

La parte basale presenta una elevato rapporto A/P, con banchi di arenaria grigio e ocra chiaro,

spessi fino a 5 m, con intraclasti argillosi e microconglomerati. Fanno seguito alternanze di

arenarie fini e silt-pelitici grigio-azzurro, fittamente laminati, con intercalati livelli diatomitici di

spessore compreso fra 2 e 20 cm. Evidenziati numerosi fenomeni gravitativi (slumps)

intraformazionali, di spessore da decimetrico a metrico. Età: Messiniano inferiore-medio.

L’area indagata è caratterizzata dalla Formazione a Colombacci. La formazione

geologica di base è coperta da depositi detritici di origine eluvio-colluviale, oltre che da

terreni di riporto e suolo di alterazione (terreno vegetale). Lo spessore complessivo della

copertura detritica risulta generalmente compreso tra 4 e 6 m, come evidenziato dalle

indagini geognostiche eseguite.

Dal punto di vista strutturale, il principale elemento tettonico è costituito da un fronte di

sovrascorrimento ad andamento appenninico (NO-SE), ubicato ad ovest dell’area di

studio. L’assetto generale degli strati è contraddistinto da andamento a traverpoggio

rispetto al pendio, con immersione in direzione NO e inclinazione medio-bassa.

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3.3 - IDROLOGIA E IDROGEOLOGIA

Come già descritto in precedenza, la zona di studio è situata in corrispondenza della

parte alta di un versante; questo fa si che la stessa non interferisca con elementi del

reticolo idrografico.

A scala più generale l’area ricade all’interno del bacino del Torrente Apsa, in sinistra

idrografica, e più precisamente nel sottobacino del Fosso Seiano, che scorre a circa 500

m di distanza, al piede del versante.

Considerato il basso ordine gerarchico e i bacini idrografici arealmente ridotti, tutte le aste

sono caratterizzate da un regime idraulico discontinuo e ampiamente variabile in funzione

dell’andamento delle precipitazioni meteoriche. Tale regime risulta ulteriormente

accentuato per l’abbondante presenza di litotipi argillosi e marnosi, caratterizzati da

bassa permeabilità, che favoriscono il deflusso superficiale rispetto all’infiltrazione nel

sottosuolo. La prevalenza di litologie argillose ha favorito lo sviluppo di un reticolo

idrografico a pattern dendritico ben gerarchizzato.

La posizione sommitale della zona di intervento fa si che non vi sia alcuna interferenza tra

la stessa ed il reticolo idrografico.

Per quanto riguarda l’idrologia sotterranea, la presenza di depositi anche di natura

sabbiosa o grossolana (rilevato stradale) favorisce l’infiltrazione e la circolazione di acqua

nei terreni. Anche all’interno del substrato, la circolazione idrica è limitata e/o concentrata

lungo gli strati a composizione arenitica, mentre i livelli marnosi fungono da battente

impermeabile.

In corrispondenza della zona in studio, durante l'esecuzione delle prove è stato rilevata

una falda acquifera in corrispondenza delle penetrometrie n. 1, 2, 5 e 6, con il livello

piezometrico variabile tra 2.2 e 4.0 m dal p.c.; nella zona a valle della strada comunale il

livello si attesta a circa 1.6 m dal p.c..

3.4 - ANALISI DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO

Per quanto riguarda i movimenti gravitativi di versante, come riportato nel paragrafo 3.1,

oltre al dissesto principale che coinvolge la strada comunale, sono state rilevate forme di

dissesto ricollegabili a movimenti gravitativi superficiali che interessano le zone a

destinazione agricola ubicate a valle della zona di studio.

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Il dissesto oggetto di intervento presenta una profondità media della zona di scorrimento

di 4 m, mentre per i dissesti osservati più a valle lo spessore del corpo di frana può

essere stimato in circa 1.5-2 m.

I beni direttamente minacciati dal dissesto sono costituiti dalla viabilità e da alcune linee

di servizi (acquedotto, fognatura acque bianche, linee telefoniche).

Dalla consultazione della cartografia del P.A.I. Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto

Idrogeologico, redatto dall’Autorità di Bacino Regione Marche, di cui si allega uno

stralcio, si evince che né l’area di intervento, né le zone limitrofe sono mappate come

movimenti gravitativi in atto o quiescenti.

Analoghe considerazioni possono essere tratte dalla cartografia del Progetto IFFI,

elaborata dall'ISPRA (vedi allegato).

Per quanto concerne il rischio idraulico, come descritto in precedenza, la posizione

topografica elevata dell’area di studio fa si che non vi siano interferenze con aste

idrografiche. Pertanto, dal punto di vista dell’assetto idraulico, l’area in esame non risulta

esposta a rischio.

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4 - INQUADRAMENTO METEO-CLIMATICO

Il quadro generale sulla distribuzione delle precipitazioni è stato delineato basandosi

principalmente sui dati raccolti dal Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici

fino al 1989 e utilizzando misure più recenti, relative alla rete pluviometrica gestita dalla

Regione.

Dall’analisi dei dati risulta che la stagione più piovosa è l’autunno, il mese più piovoso è

novembre, mentre quello più arido è luglio. Oltre al massimo assoluto registrato nella

stagione autunnale è possibile individuare un massimo relativo primaverile, che

solitamente coincide con il mese di aprile.

Oltre alle variazioni nella distribuzione delle piogge nell’arco dell’anno, per quanto

concerne la diversa distribuzione nel territorio, le precipitazioni aumentano procedendo

dal settore costiero, in cui cadono meno di 800 mm di pioggia all’anno, a quello

subappenninico, con valori compresi tra 800 e 1000 mm annui, fino al settore

appenninico in cui le precipitazioni superano anche di gran lunga, i 1000 mm di pioggia

annui.

La zona di studio, rientra all’interno della fascia caratterizzata da precipitazioni medie

annue pari a circa 900 mm, come evidenziato dalla tabella comparativa tra le stazioni

considerate.

Precipitazioni medie annuali e stagionali

Stazione Altitudine Media

annuale Media

primaverile Media estiva

Media autunnale

Media invernale

Urbino 451 m slm 847.6 208.0 185.8 253.9 199.5

Petriano 327 m slm 916.8 233.9 186.2 277.2 220.4

Bacino idrografico Fiume Foglia

Distribuzione piogge per fasce altimetriche

Fascia altimetrica MEDIA ANNUALE

MEDIA PRIMAVERILE

MEDIA ESTIVA

MEDIA AUTUNNALE

MEDIA INVERNALE

0 – 200 m 776,3 184,9 171,3 237,4 183,1

200 e 400 m 850,5 215,1 174,4 258,1 203,8

400 e 600 m 881,1 219,2 185,1 266,6 210,6

600 e 800 m 1148,9 299,4 210,9 332,6 306,9

800 e 1.000 m - - - - -

1000 e 1200 m - - - - -

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I dati meteo-climatici, oltre a costituire un’informazione importante per l’analisi degli

scenari di rischio idrogeologico, rivestono importanza anche nella progettazione e

dimensionamento delle opere di regimazione delle acque superficiali e di smaltimento

delle acque meteoriche; a tale scopo di seguito si riportano le precipitazioni di massima

intensità con diversa durata in ore, registrate dalla stazione pluviometrica di Urbino tra il

1975 ed il 2010.

Anno 1 ora 3 ore 6 ore 12 ore 24 ore

2010 26,6 31,2 53 81,4 84,6

2009 20,4 21,2 22 32,6 45,2

2008 26,6 40,2 47 52,2 55,8

2007 14 17,2 18,2 27,6 40,6

2006 24,8 49,4 50,2 51,4 65,8

2005 21 41,2 66,6 79 97,6

2004 26,4 41,2 46,4 53 65,2

2003 30,4 33,6 34 45,4 46,2

2002 47,8 50,8 55,2 55,2 99,4

2001 19,2 36 66,6 69,8 97,6

2000 22,4 29,8 40,8 40,8 40,8

1999 44,2 75,4 75,4 75,4 75,4

1998 25 41,4 55 56,8 74

1997 14,8 23,8 38,2 57 69

1996 31 41,8 48,6 65,8 66,6

1995 23,4 47 55,8 70,6 93,6

1994 32,8 33 33 44,2 45,6

1993 21 34,2 36,4 37,6 43

1992 19,6 24 32,6 47,4 65,4

1991 28,4 63 87,2 105 114,4

1990 37,4 39 39 39 47

1989 25,8 26,4 29 33,8 50,6

1988 13,4 16,2 22,8 34,6 37

1987 19,8 32,2 33,2 33,2 47,8

1986 17 25,4 37,4 66 76,8

1985 21 23 37 53,6 60,2

1984 30 39 40,8 41,4 55,2

1983 50 69,4 69,6 83 83

1982 26,6 26,6 43 69 91,4

1981 24 27 36,8 47,6 57,8

1980 17,6 30,2 35 43 95

1979 30,2 30,2 36 50,2 64,8

1978 20.0 27.0 46.2 62.4 102.6

1977 32.0 41.6 45.8 48.2 48.2

1976 28.0 35.0 56.0 75.4 88.8

1975 20.0 24.4 26.0 30.4 50.0

Precipitazioni di massima intensità e breve durata registrate nella stazione di Urbino,

espresse in millimetri

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5 - OSSERVAZIONI SULLA SISMICITÀ

Il territorio del Comune di Petriano è stato classificato di seconda categoria (S = 9 e

accelerazione =0.07) ai sensi del decreto del 10.02.1983, pubblicato sulla G.U. n° 80 del

23.03.1983; l’appartenenza alla 2° classe è stata confermata dalla Nuova Classificazione

Sismica del territorio nazionale effettuata dal Dipartimento della Protezione Civile – Ufficio

Servizio Sismico Nazionale (marzo 2003).

Nel Comune di Petriano, come risulta dalla consultazione della bibliografia dell’INGV, e in

particolare del DBMI11, si sono avvertiti negli ultimi decenni vari terremoti che hanno

raggiunto l’intensità massima pari al 7° grado della Scala MCS nell’anno 1916. Questo

trova conferma anche nella mappa delle massime intensità macrosismiche, in cui il

Comune di Petriano rientra tra i territori con Imax=7.

Nella tabella che segue sono riportati i principali terremoti risentiti nel territorio comunale

di Petriano; sono illustrate l’intensità registrata (Is), la data dell’evento, l’area epicentrale,

l’intensità nella zona d’epicentro (Io) e la magnitudo (Mw).

STORIA SISMICA DI PETRIANO (PU)

Is Anno Me Gi Or Mi Se Area epicentrale Io Mw 7 1916 08 16 07 06 14 Alto Adriatico 8 5.92 6 1972 02 04 02 42 53 Medio Adriatico 7-8 5.18

5-6 1917 04 26 09 35 MONTERCHI-CITERNA 9 5.80 5-6 1997 09 26 09 40 25 Appennino umbro-marchigiano 8-9 6.05 5-6 1998 03 26 16 26 17 APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO 6 5.33 5 1916 05 17 12 50 Alto Adriatico 8 5.85 4 1911 02 19 07 18 30 Romagna meridionale 7 5.38 4 1911 03 26 13 51 RIMINI 6 5.18 4 1987 07 05 13 12 36 VALMARECCHIA 6 4.65

Massime intensità macrosismiche osservate nei comuni italiani

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Mappa di pericolosità sismica Parametro dello scuotimento a(g) con probabilità del 10% in 50 anni

Fonte INGV - http://esse1-gis.mi.ingv.it/

NUOVA CLASSIFICAZIONE

SISMICA

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5.1 - PERICOLOSITÀ SISMICA DI BASE

Le nuove NTC di cui al DM 14 gennaio 2008, propongono una descrizione della

pericolosità sismica di base più accurata, sia in termini geografici che temporali. La

pericolosità sismica di base è definita infatti secondo una procedura basata sui risultati

dello studio dell’INGV che ha prodotto una mappa interattiva di pericolosità sismica per

tutto il territorio nazionale. La pericolosità è stata definita per ogni punto di un reticolo di

riferimento basato sulle coordinate geografiche di latitudine e longitudine, svincolato dai

limiti amministrativi.

Nel caso specifico le coordinate (ED50) per il sito ubicato nei pressi della località Riceci

del Comune di Petriano sono le seguenti:

Latitudine 43,795552 Longitudine 12,707060

In base alle coordinate è possibile quindi determinare la pericolosità sismica di base del

sito in esame, definita nelle NTC08 in termini di tre parametri di riferimento: ag

(accelerazione orizzontale massima del terreno), F0 (valore massimo del fattore di

amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale) e T*c (Periodo di inizio del tratto

a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale). I tre parametri vengono

quindi definiti per i periodi di ritorno (TR) dell’azione sismica di riferimento relativi agli stati

limite di esercizio e agli stati limite ultimi che nel caso specifico, considerando una vita

nominale della costruzione Vn pari a 50 anni e un coefficiente d’uso della costruzione cu

pari a 1, sono i seguenti:

5.2 - CATEGORIA DI SOTTOSUOLO E CONDIZIONI TOPOGRAFICHE (NTC 2008)

In relazione a quanto indicato nel Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/09/2005 e

D.M. 14/01/2008), per la definizione dell’azione sismica si può fare riferimento a un

approccio semplificato, che si basa sull’individuazione di categorie di sottosuolo di

riferimento. Tali categorie sono definite sulla base delle caratteristiche dei terreni entro i

Stati Limite PVR [%]

TR [anni]

ag [g]

F0 [--]

T*c [s]

SLO 81 30 0.053 2.440 0.270

SLD 63 50 0.068 2.426 0.288

SLV 10 475 0.181 2.443 0.321

SLC 5 975 0.238 2.445 0.331

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primi 30 m di profondità. Nella normativa le diverse categorie sono distinte in funzione del

valore delle Vs30 (velocità media di propagazione delle onde di taglio entro 30 m di

profondità) o del valore di NSPT o della cu.

Nel caso in esame, per l’assegnazione della categoria di sottosuolo è stata effettuata

un’indagine sismica (tecnica MASW). Lo stendimento sismico ha messo in evidenza una

successione di terreni contraddistinti da Vs crescenti con la profondità (vedi relazione

sismica allegata), suddivisibili in 3 orizzonti principali:

La tabella che segue riporta con maggiore dettaglio l'andamento delle Vs con la

profondità.

Sulla base dei risultati dell’indagine, considerando la colonna stratigrafica a partire dal

piano campagna, la Vs30 risulta pari a 387 m/s, da cui deriva una categoria di sottosuolo

B (Tab. 3.2.II N.T.C.).

Il passaggio alla categoria di sottosuolo B si ha assumendo una profondità di imposta

delle opere di circa 1.5 m rispetto al p.c. attuale.

Per quanto concerne le condizioni topografiche, la zona rientra nella Categoria T1:

superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i ≤ 15° (Tab. 3.2.IV

N.T.C.).

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6 - SUCCESSIONE STRATIGRAFICA LOCALE

Nell’ambito del presente studio, al fine di ricostruire la successione stratigrafica dell’area

in dissesto oggetto di intervento, sono state eseguite indagini geognostiche e geofisiche.

In particolare sono state eseguite n. 6 prove penetrometriche dinamiche pesanti (DPSH)

e n. 1 stendimento sismico in tecnica tomografica (Vp) e tecnica MASW.

L’insieme dei dati acquisiti ha consentito di individuare 3 orizzonti stratigrafici principali,

così come descritto di seguito:

ORIZZONTE “A1” spessore 0.0 / 4.5 m

TERRENI IN FRANA Terreni eterogenei poco consolidati, mobilitati dal movimento franoso

ORIZZONTE “A2” spessore 1 / 3 m

TERRENO VEGETALE e COLLUVIUM NON CONSOLIDATO Limi argillosi e sabbiosi poco consolidati e/o decompressi, con resti vegetali e rare inclusioni di varia natura

ORIZZONTE “B” spessore 1 / 2.5 m

TERRENI DETRITICI ELUVIO-COLLUVIALI depositi prevalentemente siltosi, mediamente consolidati

ORIZZONTE “C” a partire da -3.5 / -6 m

dal p.c.

SUBSTRATO GEOLOGICO alternanza di arenarie variamente cementate di colore giallo-ocra e marne argillose, argille marnose di colore grigio-azzurro

L'orizzonte A è costituito da terreni non consolidati o poco consolidati. Tali terreni sono di

diversa origine, poichè si tratta di terreni in parte di riporto, di terreni rimossi per attività

agricole e di suolo di alterazione, tutti caratterizzati da una bassa resistenza alla

penetrazione.

Questo orizzonte è stato suddiviso in due sotto-orizzonti che distinguono i terreni

mobilitati dal movimento gravitativo (orizzonte A1), da quelli che non hanno subito

"spostamento" a causa del dissesto (orizzonte A2). Nel settore centrale del dissesto lo

spessore dei terreni che costituiscono il corpo di frana è dell'ordine di 4-5 m. I terreni "in

posto" dell'orizzonte A2 presentano uno spessore variabile tra 1 e 3 m.

L'orizzonte B è costituito da depositi di origine eluviale e colluviale, mediamente

consolidati; infatti si distinguono per una maggiore resistenza.

L'insieme degli orizzonti A e B corrisponde allo "strato 1" rilevato dall'indagine sismica.

A partire da una profondità compresa tra 3.5 e 6 m dal p.c. si ha il passaggio al substrato

geologico (orizzonte C), contraddistinto da elevata consistenza e da caratteristiche

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geotecniche buone, che migliorano progressivamente con la profondità. Questo è stato

evidenziato anche dalla tomografia sismica (passaggio dallo "strato 2" allo "strato 3" e

aumento progressivo delle Vp).

Per la ricostruzione delle geometrie e dell'andamento degli orizzonti si rimanda alle

sezioni stratigrafiche allegate.

6.1 - CARATTERISTICHE GEOTECNICHE

Per la definizione dei parametri geotecnici si è fatto riferimento all’elaborazione delle

prove penetrometriche, dell’indagine sismica e alle analisi di laboratorio eseguite su

campioni prelevati in zone limitrofe a quella di studio. Inoltre si è fatto riferimento a dati

estratti dalla bibliografia geotecnica.

ORIZZONTE “A1”

c = 0.04-0.06 kg/cm2 cu = 0.15-0.2 kg/cm2 = 15°-18° = 1.80 – 1.90 g/cm3

Eed = 40-60 kg/cm2

OCR = 0.8-1 = 0.46 K = 400 MPa μ = 40 MPa E = 100 MPa

ORIZZONTE “A2”

c = 0.05-0.1 kg/cm2 cu = 0.15-0.2 kg/cm2 = 19°-21° = 1.80 – 1.90 g/cm3

Eed = 40-70 kg/cm2

OCR = 0.8-1 = 0.46 K = 400 MPa μ = 40 MPa E = 100 MPa

ORIZZONTE “B”

c = 0.12-0.25 kg/cm2 cu = 0.6-1.0 kg/cm2 = 20-22° = 1.9 – 2.0 g/cm3

Eed = 60-100 kg/cm2

OCR = 1-1.2 = 0.45 K = 450 MPa μ = 42 MPa E = 120 MPa

ORIZZONTE “C”

c = 0.6-1.5 kg/cm2 cu = 3.5-6.0 kg/cm2 = 25-28° = 1.95 – 2.05 g/cm3

Eed = 400-800 kg/cm2

OCR = 1.2-2 = 0.44 K = 2500 MPa μ = 300 MPa E = 870 MPa

c = coesione, cu = coesione non drenata, = angolo d’attrito, = peso unità di volume, Eed = modulo edometrico, OCR = grado di sovraconsolidazione, = modulo di Poisson, K = modulo di incompressibilità, μ = modulo di taglio, E = modulo di Young.

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7 - CAUSE DEL DISSESTO E INDICAZIONI DI INTERVENTO

Sulla base dei dati acquisiti dalle indagini, dai rilievi in sito e dalla documentazione

tecnica disponibile, possono essere formulate le seguenti considerazioni sulle cause del

dissesto e alcune indicazioni sulle modalità di intervento.

7.1 - DESCRIZIONE E CAUSE DEL DISSESTO

Come evidenziato dalle indagini e dall'insieme delle informazioni raccolte, le cause del

dissesto sono ricollegabili alle scadenti proprietà geotecniche dei terreni detritici,dovute

sia alla mancata compattazione degli stessi, sia all'abbondante presenza di acqua al loro

interno. L'elevato contenuto in acqua o la completa saturazione dei terreni, indotta

principalmente da precipitazioni meteoriche abbondanti, determina il peggioramento

delle caratteristiche geotecniche dei terreni; la riduzione delle forze resistenti, in rapporto

all'acclività del sito, fa si che il pendio superi la condizione di equilibrio e diventi instabile.

Infatti i livelli superficiali poco consolidati, in presenza di falda subiscono una netta

riduzione delle caratteristiche geotecniche, mettendo in crisi la stabilità del pendio.

Le principali fasi di attività del dissesto riscontrate negli ultimi anni evidenziano una netta

correlazione con l'andamento delle precipitazioni. La morfologia dell'area fa si che la

stessa costituisca una zona di compluvio in cui si concentrano le acque di ruscellamento

e dilavamento. Inoltre nella stessa zona confluiscono anche acque della rete di raccolta

realizzata lungo la strada comunale e in parte della rete fognaria. La progressiva

deformazione della sede stradale ha provocato anche la rottura delle opere di

regimazione delle acque, causando la dispersione nei terreni.

L’insieme delle osservazioni eseguite ha evidenziato la presenza di una falda acquifera su

buona parte dell'area in dissesto; in particolare il settore in cui il livello della falda è più

vicino al p.c. corrisponde alla zona posta al piede della scarpata stradale di valle. Ciò è

dovuto alla conformazione della strada comunale e del pendio che fanno si che in questo

settore siano convogliate sia in forma naturale, sia artificiale (poichè corrisponde alla

zona di scarico delle opere di regimazione esistenti), le acque provenienti dalla parte alta

del pendio.

L’indagine sismica eseguita lungo la strada comunale ha evidenziato uno spessore

maggiore dell'orizzonte A in corrispondenza del settore centrale. Le locali variazioni del

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valore di Vp, oltre che alla diversa natura dei terreni, vanno ricollegate anche al contenuto

variabile di acqua all'interno degli stessi.

L'effetto negativo indotto dall'abbondante presenza di acque nei terreni è confermato

anche dai risultati delle verifiche di stabilità: le verifiche eseguite ipotizzando la falda a

modeste profondità dal p.c. portano a fattori di sicurezza prossimi a 1 o inferiori;

diversamente analizzando le stesse superfici di scorrimento ma con falda a qualche

metro di profondità, i fattori di sicurezza superano ampiamente l'unità.

7.2 - INTERVENTI

In relazione alle cause che hanno innescato e determinano l'evoluzione del dissesto in

studio, al fine di evitare il progredire del dissesto, ripristinare le sedi stradali e assicurarne

la stabilità, si ritiene necessario provvedere all'esecuzione di opere di consolidamento, di

regimazione delle acque e di drenaggio. Le sole opere volte alla raccolta e

all'allontanamento delle acque non possono essere ritenute sufficienti a garantire una

adeguata stabilità del sito in quanto oltre alla presenza di acqua nei terreni vanno presi in

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considerazioni anche altri potenziali fattori di destabilizzazione (ad es. sovraccarichi

eccezionali, variazioni morfologiche al contorno, sollecitazioni sismiche, ecc.).

La tipologia di intervento può essere definita in una paratia di contenimento ubicata sul

lato di valle della strada comunale, adeguatamente dimensionata e immorsata nel

substrato compatto in maniera tale da contrastare la spinta dei terreni in frana.

Contemporaneamente, per ottenere un miglioramento delle caratteristiche geotecniche

dei terreni, sarà necessario drenare l’acqua presente negli stessi, sia nel settore a monte

e soprattutto a valle della strada comunale. Considerato che la presenza di acqua è stata

rilevata sino a profondità di qualche metro dal p.c., si ritiene idonea la realizzazione di

trincee drenanti profonde 2.5- 3 m, in grado di intercettare il livello acquifero o di evitarne

l'innalzamento in caso di precipitazioni abbondanti.

Si ribadisce inoltre la necessità di operare una corretta regimazione delle acque

superficiali (mediante cunette, solchi e fossi) lungo le strade e in corrispondenza delle

scarpate adiacenti.

In ultimo si sottolinea anche l'utilità di prevedere una migliore regimazione delle acque e

l'eventuale messa in opera di sistemi di drenaggio anche lungo il pendio a destinazione

agricola ubicata a valle della zona di intervento.

Tutte le opere di drenaggio e regimazione delle acque dovranno confluire in opere o corpi

ricettori, al fine di evitare la dispersione e infiltrazione dell’acqua nei terreni.

8 - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Sulla base dei rilievi eseguiti e delle indagini effettuate, è stato possibile ricostruire

l’assetto geologico e stratigrafico dell’area oggetto di intervento, ubicata lungo Via Riceci,

in Comune di Petriano.

In particolare le indagini e i rilievi hanno permesso la ricostruzione della stratigrafia dei

luoghi e la caratterizzazione geotecnica dei terreni e di riconoscere le porzioni di terreno

instabili o contraddistinte da scadenti parametri geotecnici.

Al fine di contrastare l’attività del dissesto e di ripristinare la strada comunale e la

soprastante strada vicinale, si ritiene opportuno realizzare opere di contenimento, di

regimazione e di drenaggio.

Si ritiene idoneo che l’opera di sostegno e consolidamento sia ubicata immediatamente a

valle dei beni a rischio (strada comunale e strada vicinale). Inoltre diffuse opere di

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drenaggio e regimazione delle acque, dovranno essere realizzate sia a ridosso delle

strade, sia nelle zone attigue.

In questa maniera si potrà ottenere una riduzione della pericolosità dell’area in frana e la

mitigazione del rischio per i beni esposti.

Per la progettazione e il dimensionamento delle opere si rimanda ai parametri, alle

caratteristiche dei terreni e alle indicazioni riportate nei Capitoli 5, 6 e 7, oltre che alle

tavole allegate.

Lo Studio rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento in riferimento al lavoro svolto.

Urbino, giugno 2014

Geol. Milena Mari

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BIBLIOGRAFIA

Regione Marche - Ufficio cartografie ed informazioni territoriali: “La carta geologica e geomorfologica della Regione Marche”

Servizio Geologico d’Italia: Carta Geologica d’Italia – Foglio 109, Pesaro (1969)

Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, Ufficio di Bologna - Annali Idrologici; 1972-1989

Pietro Colombo, Elementi di geotecnica; Zanichelli Bologna (1980)

Paolo Marsan & Roberto Romeo, La relazione geologica e geotecnica; La Nuova Italia Scientifica (1993)

Centro di Ecologia e Climatologia dell’Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata -Campo medio della precipitazione annuale e stagionale sulle Marche per il periodo 1950-2000; a cura di M. Amici e R. Spina (2002)

Gruppo di lavoro MS, Indirizzi e criteri generali per la microzonazione sismica" Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome – Dipartimento della Protezione Civile (2009)

Regione Marche - Autorità di Bacino Regionale: P.A.I. “Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico” (2004, aggiornamento 2013)

Regione Marche - Centro Funzionale Multirischi: S.I.R.M.I.P. “Sistema Informativo Rete Monitoraggio Idro-Pluvio”

I.S.P.R.A. - Servizio Geologico d’Italia, Progetto CARG, Foglio 280

Comune di Petriano, Piano Regolatore Generale

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ALLEGATI GRAFICI

COROGRAFIA scala 1:25.000

CARTA TECNICA NUMERICA scala 1:10.000

CARTA GEOLOGICA scala 1:25.000

P.A.I. – PIANO ASSETTO IDROGEOLOGICO scala 1: 20.000

PROGETTO I.F.F.I. – INVENTARIO FENOMENI FRANOSI ITALIA scala 1: 10.000

PLANIMETRIA CON UBICAZIONE INDAGINI scala 1: 400

SEZIONI STRATIGRAFICHE scala 1:300/1:400

GRAFICI INDAGINI

RELAZIONE SISMICA

VERIFICHE DI STABILITA'

INDICAZIONI PER LA REGIMAZIONE E IL DRENAGGIO DELLE ACQUE scala 1: 500

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA