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REGIONE CAMPANIA

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Piano prevenzione corruzione 2013/2015

REGIONE CAMPANIA

A.DI.S.U. Salerno

Azienda pubblica per il diritto allo studio universitario

Via Giovanni Paolo II, 132 - 84084 Fisciano (SA)

PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Adottato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 28 ottobre 2013

Art. 1

Oggetto

1. LA.DI.S.U. Salerno ai sensi dellart.1, comma 59 della legge n. 190/2012 applica le misure di prevenzione della corruzione di cui al presente piano.

2. Il piano di prevenzione della corruzione:

a) contiene la mappatura del rischio di corruzione e di illegalit nelle varie strutture dellente, effettuando lanalisi e la valutazione del rischio ed enucleando i processi pi sensibili;

b) indica gli interventi organizzativi volti a prevenire e gestire il medesimo rischio;

c) fissa dei protocolli specificandoli con procedure;

d) stabilisce le modalit dei flussi comunicativi ed informativi;

e) indica le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti chiamati a operare in settori particolarmente esposti alla corruzione, prevedendo, ove necessario, negli stessi settori, la rotazione di dirigenti e funzionari;

f) identifica meccanismi di aggiornamento del piano stesso.

3. Fanno parte integrante e sostanziale del presente piano di prevenzione della corruzione:

a) le strategie, le norme e i modelli standard successivamente definiti con il d.P.C.M. indicato allart.1, comma 4, legge n. 190 del 2012;

b) le linee guida successivamente contenute nel piano nazionale anticorruzione.

Art. 2

Responsabile della prevenzione della corruzione

3. Il responsabile della prevenzione della corruzione individuato nel Direttore Amministrativo.

Art. 3

Misure di prevenzione generale

1. Il comportamento generale dei dipendenti dellente caratterizzato dal divieto di chiedere ed accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilit in connessione con le proprie funzioni o compiti affidati, fatti salvi i regali di modico valore; (codice di comportamento del dipendente pubblico, art. 54, d.lgs. n. 165/2001).

Art. 4

I settori e le attivit particolarmente esposti alla corruzione

Le attivit a rischio di corruzione allinterno dellente sono individuate nelle seguenti:

a) autorizzazione per impieghi e incarichi che possono dare origine a incompatibilit, (art. 53 d.lgs. n. 165/2001 come modificato dai commi 42 e 43 della legge n. 190/2012);

b) pubblicazioni sul sito internet dellente ai sensi dellart. 54 del d.lgs. n. 82/2005 (codice dellamministrazione digitale);

c) pubblicazione retribuzioni dei dirigenti e tassi di assenza e di maggiore presenza del personale (art. 21 legge n. 69/2009);

d) pubblicazione sul sito internet dellente nelle materie previste dallart. 1 commi 15 e 16 della legge n. 190/2012;

e) attivit oggetto di autorizzazione o concessione;

f) attivit nelle quali si sceglie il contraente per laffidamento di lavori, forniture e servizi, ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;

g) attivit oggetto di concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonch attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati e connessi controlli;

h) concorsi e prove selettive per lassunzione del personale e progressioni di carriera di cui allarticolo 24 del citato decreto legislativo n. 150 del 2009;

i) controllo informatizzato della presenza;

j) opere pubbliche gestione diretta delle stesse; attivit successive alla fase inerente laggiudicazione definitiva;

k) manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici dellAzienda;

l) sussidi e contributi di vario genere a sostegno del reddito;

m) la gestione dei beni e delle risorse strumentali assegnati nonch la vigilanza sul loro corretto uso da parte del personale dipendente;

n) laccesso ai servizi destinati alla generalit degli studenti.

Art. 5

I meccanismi formazione, idonei a prevenire e gestire il rischio di corruzione

1. LAzienda emana il piano annuale di formazione inerente le attivit a rischio di corruzione, congiuntamente al piano annuale di formazione previsto dallart. 7-bis del d.lgs. 165/2001;

2. Nel piano di formazione si indicano:

a) le materie oggetto di formazione corrispondenti alle attivit indicate allart. 4 del presente regolamento, nonch ai temi della legalit e delletica;

b) i dipendenti, i funzionari, i dirigenti che svolgono attivit nellambito delle materie sopra citate e che saranno coinvolti nel piano di formazione;

c) il grado di informazione e di conoscenza dei dipendenti nelle materie/attivit a rischio di corruzione;

d) le metodologie formative: prevedendo la formazione applicata ed esperienziale (analisi dei rischi tecnici) e quella amministrativa (analisi dei rischi amministrativi); ci con vari meccanismi di azione (analisi dei problemi da visionare, approcci interattivi, soluzioni pratiche ai problemi ecc.);

e) la individuazione dei docenti: deve essere effettuata con personale preferibilmente non in servizio presso lAzienda, non escludendosi, altres, lopportunit di utilizzare anche docenti interni; in particolare sar attivato un rapporto di collaborazione con lUniversit degli Studi di Salerno che potr mettere a disposizione del processo formativo di cui trattasi le sue qualificate conoscenze e competenze scientifiche.

f) un monitoraggio sistematico della formazione e dei risultati acquisiti.

3. Le attivit formative devono essere distinte in processi di formazione base e di formazione continua per aggiornamenti.

4. Il Responsabile della prevenzione della corruzione, con la definizione del piano di formazione, assolve la definizione delle procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione.

Art. 6

Protocolli, procedure e meccanismi di attuazione e controllo delle decisioni, idonei a prevenire il rischio di corruzione

1. La pubblicazione delle informazioni relative ai procedimenti amministrativi, nel sito internet dellAzienda, costituisce il metodo fondamentale per il controllo, da parte del cittadino e/o utente, delle decisioni nelle materie a rischio di corruzione disciplinate dal presente piano.

2. Per le attivit indicate allart. 4 del presente piano, sono individuate le seguenti misure da porre in essere nellAzienda:

a) Criteri per il rilascio di autorizzazioni a svolgimento di incarichi esterni affidati ai dipendenti dellAzienda, DGC n. 112 del 9 febbraio 2007;

b) codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni;

c) obbligo di astensione dei dipendenti dellAzienda nel caso di conflitto di interessi;

d) cura particolare del contenuto del sito dellAzienda, con la pubblicazione di tutte le notizie e informazioni dovute;

e) procedere, almeno sei mesi prima della scadenza dei contratti aventi per oggetto la fornitura dei beni e servizi, alla indizione delle procedure di selezione secondo le modalit indicate dal d.lgs. n. 163/2006;

f) rotazione di dirigenti e funzionari particolarmente esposti alla corruzione; la rotazione non si applica per le figure infungibili;

g) attuare i procedimenti del controllo di gestione, monitorando con la applicazione di indicatori di misurazione dellefficacia ed efficienza (economicit e produttivit) le attivit individuate dal presente piano quali a pi alto rischio di corruzione;

h) in relazione ai controlli effettuati sulle autocertificazioni degli studenti per la fruizione dei benefici e laccesso ai servizi prevedere la possibilit di prendere in considerazione forme di ravvedimenti operosi da parte dei destinatari degli accertamenti solo prima delladozione del provvedimento con il quale si individuano la categoria ed i nominativi dei soggetti le cui autodichiarazioni saranno sottoposte a verifica di corrispondenza al vero;

i) predisposizione di patti di integrit e di protocollo di legalit;

j) promozione di convenzioni tra amministrazioni per laccesso alle banche dati istituzionali contenenti informazioni e dati relativi a stati, qualit personali e fatti di cui agli artt. 46 e 47 del d.P.R. n. 445 del 2000, disciplinando le modalit di accesso ai dati da parte delle amministrazioni procedenti senza oneri a loro carico (art. 58, comma 2, d.lgs. n. 82 del 2005);

k) affidamento delle ispezioni, dei controlli e degli atti di vigilanza di competenza dellamministrazione ad almeno due dipendenti abbinati secondo rotazione;

l) previsione della presenza di pi funzionari in occasione dello svolgimento di procedure o procedimenti sensibili, anche se la responsabilit del procedimento o del processo affidata ad un unico funzionario;

m) introduzione di procedure che prevedano che i verbali relativi ai servizi svolti presso lutenza debbano essere sempre sottoscritti dallutente destinatario;

n) regolazione dellesercizio della discrezionalit nei procedimenti amministrativi e nei processi di attivit, mediante circolari o direttive interne, in modo che lo scostamento dalle indicazioni generali debba essere motivato; creazione di flussi informativi su deroghe e sugli scostamenti;

o) prevedere meccanismi di raccordo tra i servizi competenti a gestire il personale al fine di consentire la valutazione complessiva dei dipendenti anche dal punto di vista comportamentale;

p) svolgimento di incontri e riunioni periodiche tra dirigenti e responsa