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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2 Lanciano Vasto Chieti RASSEGNA STAMPA Martedì 7 luglio 2015

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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2

Lanciano Vasto Chieti

RASSEGNA STAMPA Martedì 7 luglio 2015

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Lunedì, 6 luglio 2015

Sanità, più soldi alle cliniche private, Mascitelli: «applicata legge dello Stato»

ABRUZZO. «Non rientra nelle competenze dell’Agenzia sanitaria regionale entrare nel merito delle decisioni di applicabilità o meno di una legge dello Stato». Così Alfonso Mascitelli, direttore dell’Asr, si ‘tira fuori’ dallo stanziamento dei 7,8 milioni di euro in più (passando da 123 mln di euro a 131 mln di euro) alle cliniche private e spiega che l’agenzia che presiede ha fatto quanto di propria competenza: ha trasmesso su richiesta scritta della Struttura Commissariale, lo schema di ridefinizione dei tetti di spesa di

ospedalità privata in applicazione dell’emendamento all’articolo 15 del dl 95 come richiesto. «La metodologia di calcolo applicata ed illustrata nelle relazione di accompagnamento ha caratteri tecnicamente oggettivi», sottolinea Mascitelli. Negli ultimi giorni non sono mancate proteste per questa scelta ‘obbligata’ della giunta di centrosinistra che assicura che non si poteva fare diversamente. Non la pensa così il Movimento 5 Stelle secondo cui l’aumento del budget da riservare ai privati era da considerarsi come una possibilità non un obbligo. Tra i più critici, oltre ai grillini e agli esponenti di Abruzzo Civico (che sostiene la maggioranza D’Alfonso) anche gli esponenti dell’Italia dei Valori, partito di riferimento di Mascitelli che oggi guida l’agenzia. «Dai dati validati dalla Asr», aggiunge poi Mascitelli nella sua analisi, «il costo della mobilità passiva nel 2013, ossia la spesa che paghiamo come Regione per i cittadini abruzzesi che vanno a curarsi nelle regioni limitrofe per patologie a bassa complessità, ammonta a 131 milioni di euro. Nell’integrazione pubblico-privato di cui tutti parlano, finalizzare il recupero di tale spesa destinandone una parte che corrisponde il 6% agli erogatori privati e tutto il resto al potenziamento dei servizi sanitari pubblici, dovrebbe rappresentare un obiettivo da perseguire in un razionale percorso di programmazione sanitaria». Intanto pochi giorni fa l’Asr ha consegnato nelle mani dell’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, il programma di qualificazione delle rete emergenze urgenze. «Su indirizzo dell’assessore che ha impegnato 10 milioni di euro in questo settore vitale», illustra Mascitelli, «si è potenziata la rete di soccorso, programmando una rimodulazione e un aumento delle ambulanze medicalizzate e di base, consentendo una copertura più diffusa del territorio per mettere soprattutto in sicurezza ed efficienza gli interventi salva vita per le patologie tempo-dipendenti (infarto-ictus cerebrale, politrauma)». La messa a regime di questo sistema, sottolinea Mascitelli, «non sarà un risultato di poco conto. Come Agenzia abbiamo coordinato, con l’aiuto dei migliori professionisti abruzzesi, l’elaborazione di questo importante documento tecnico, di certo non ho fatto tutto da solo».

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Lunedì, 6 luglio 2015

Ticket non pagati, la Asl avvia il recupero crediti

anche con Equitalia Tocca agli utenti dimostrare l’avvenuto pagamento

PESCARA. Capita che dopo una prestazione ospedaliera non si paghi il ticket. Dimenticanza, burocrazia complicata o volontà sta di fatto che l'ufficio Recupero crediti della Asl di Pescara sta procedendo alla verifica delle esenzioni, in base al reddito, del ticket sanitario, secondo quanto richiesto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze con Decreto dell'11 Dicembre 2009. In pratica la verifica valuterà la fondatezza del mancato pagamento del ticket e dunque se l’esenzione è valida oppure si tratta di un vero e proprio credito da far riscuotere.

I cittadini per i quali le verifiche dell'Agenzia delle Entrate hanno dato esito negativo saranno invitati, tramite raccomandata, a regolarizzare la loro posizione debitoria versando le quote di partecipazione non pagate.

Trascorsi 30 giorni dal ricevimento della raccomandata senza che l'utente abbia provveduto a pagare quanto dovuto o a dimostrare, con idonea documentazione, di essere in possesso dei requisiti per l'esenzione, l'ufficio Recupero crediti provvederà al blocco delle prestazioni di specialistica ambulatoriale a carico del Sistema Sanitario Nazionale ed al recupero coattivo del credito tramite Equitalia Servizi, agente della riscossione convenzionato con la Asl di Pescara.

Pertanto l'utente potrà usufruire di prestazioni sanitarie solo ed esclusivamente a pagamento e solo dopo la regolarizzazione ritornerà ad essere abilitato all'accesso delle prestazioni con il Sistema sanitario nazionale.

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AVEZZANO Martedì, 7 luglio 2015

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TERAMO Martedì, 7 luglio 2015

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GARANTE PRIVACYVarate le linee guidasul dossier sanitario

Il Garante per la privacy havarato le nuove linee guidasul dossier sanitarioelettronico, che prevedonomaggiori tutele per i dati deipazienti, più trasparenza eobbligo perle strutturesanitarie di comunicareimmediatamenteall'Autorità i «databreach»(violazioni o incidentiinformatici), che possanoavere un impatto sui dati. Ilprovvedimento del Garantestabilisce che ai pazientideve essere consentito discegliere, in piena libertà, sefar costituire o meno ildossier sanitario. In assenzadel consenso il medico avràa disposizione solo leinformazioni rese in quelmomento dal paziente o inprecedenti prestazionifornite dallo stessoprofessionista. Lamancanza del consensonon deve incidereminimamente sullapossibilità di accedere allecure richieste.

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ATTUALITA’ Martedì, 7 luglio 2015

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Lunedì, 6 luglio 2015

ANSA/ Esame Dna su feto, meno aborti e costi contenuti Approvate linee guida, ok da Consiglio Sanità (di Adele Lapertosa) (ANSA) - ROMA, 6 LUG - Offre risultati più sensibili e affidabili del 20% rispetto agli altri esami di screening prenatale non invasivi, e una volta adoperato in una rete ben strutturata di pochi centri, può portare a minori costi per il sistema sanitario e un minor numero di aborti: sono queste alcune delle considerazioni contenute nelle linee guida approvate dal Consiglio Superiore di Sanità (Css) sul Nipt, lo screening prenatale non invasivo basato sul Dna fetale presente nel plasma materno. Si tratta di un test, precisa il Css, che non è diagnostico ma verifica la possibilità che il feto sia affetto dalle più comuni anomalie cromosomiche, come trisomia 21 (o sindrome di Down), trisomia 18 (sindrome di Edwards) e trisomia 13 (sindrome di Patau), con una specificità e sensibilità superiori rispetto agli screening non invasivi usati finora. In caso di risultato positivo, è necessaria la conferma con gli esami invasivi tradizionali (villocentesi/amniocentesi). Si tratta di un esame ben diverso da quelli sviluppati negli ultimi 30 anni, che combinano insieme l'analisi dei marcatori biochimici nel sangue materno con le indagini ecografiche, come il bitest o tri-test. ''Questi esami - spiega Bruno Dallapiccola, genetista e membro del gruppo di lavoro del Css che se ne è occupato - si basano su marcatori biochimici e hanno una sensibilità del 70% circa, mentre quello del Dna fetale è un'analisi genetica e ha un'affidabilità del 99% per la sindrome di Down, del 96,3% per la trisomia 18 e del 91% per la trisomia 13''. Con il Nipt si può recuperare e analizzare, dalla 11° settimana di gravidanza, il Dna fetale. Dal 2012 è stata avviata la sua commercializzazione a livello internazionale. Essendo più affidabile, rileva il Css, il Nipt riduce drasticamente il ricorso alle indagini diagnostiche invasive, come villocentesi e amniocentesi, facendo calare così il numero degli aborti collegati, le possibili complicanze per le gestanti, e il ricorso inappropriato ai test genetici per queste tre trisomie, che incidono tra il 50 e 75% di tutte le patologie cromosomiche. ''Attualmente questo test in Italia è offerto nei laboratori privati, che per la diagnosi lo inviano negli Stati Uniti - continua Dallapiccola -. La Regione Toscana però ha iniziato a farlo, prevedendo un ticket, e anche Tor Vergata ha concluso un accordo''. Si stima che ad essere interessate a questo servizio potrebbero essere circa 50mila madri l'anno. Il test attualmente è a carico dell'utente, con costi variabili tra 350 e 900 euro, mentre al momento il Ssn rimborsa mediamente 922 euro per la villocentesi e 595 euro per l'amniocentesi (costi comprensivi di consulenza, ecografia, prelievo e cariotipo). Per offrire anche nel nostro Paese il Nipt, rileva il Css, ''è indispensabile programmare la centralizzazione dei laboratori di screening in un numero limitato di strutture, con un'utenza sovraregionale''. In questo modo si potrebbero contenere i costi dell'analisi, che diventerebbero competitivi rispetto a quelli della diagnosi prenatale invasiva. Il test comunque, conclude il Css, deve essere preceduto da ecografia e consulenza pre-test, mentre i centri che lo offrono devono avere competenze nella diagnosi ecografica e prenatale, ed essere collegati a laboratori certificati.(ANSA). Y85-VC 06-LUG-15 18:56

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Contraccezioned'emergenza eburocrazia. Da unaparte, un rimedio daadottare il primapossibile per nonrimanere incinta,dall'altra, la normativaitaliana cheprevedeva obbligo diricetta medica e ditest di gravidanza. Damaggio, però, ilquadro è statosemplificato a livelloeuropeo:le maggiorennipossono comprare infarmacia la "pillola dei5 giorni dopo` incommercio con ilnome di ellaOneUna decisione presadall'Ema (Enteeuropeo del farmaco)a cui l'Italia, come glialtri Stati Ue, si èdovuta adeguarema che non hainteressato la ben piùlongeva "pillola delgiorno dopo"autorizzata consingole procedurenazionaliIl medicinale a base diLevonorgestrelcontinuerà a esserevenduto nel nostroPaese solo dietroricetta medica nonripetibile ancheper le maggiorenni.Dunque, regimidi vendita diversi

ma stesse finalità:entrambe le pillolefanno parte dellacosiddettacontraccezioned'emergenzada assumere per viaorale subito dopoun rapporto sessualenon protetto a rischiogravidanza. Sonofarmaci da assumereeccezionalmente«In caso di necessità -spiega RossellaNappi, ginecologa,endocrinologa esessuologadell'universitàdi Pavia -devonoessere assunti con lamassima tempestivitàper evitare che l'ovulos'incontri con lospermatozoo cherimane attivo neltratto vaginale fino acinque giorni». Sel`ovulazione è giàavvenuta lacontraccezioned'emergenza non èpiù efficace. E se si ègià incinta noninterrompe lagravidanza in atto.

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Il tumore alla ghiandola che terrorizza gli uomini è in aumento

mala mortalità è diminuita del 36%. In più, perla diagnosi arriva un tipo di risonanza

particolarmente preciso che fa superare ai pazienti la sofferenza peri numerosi prelievi

L TUMORE della prostata è in aumentoma la buona notizia è che la mortalitàè diminuita del 36%. La sopravviven-za, negli ultimi 20 anni, è addiritturaquintuplicata grazie ad una diagnosi

sempre più precoce, alla radicalità delle tec-niche chirurgiche, alla radioterapia, ma so-prattutto ai progressi della terapia per le for-me metastatizzate.

In pratica, a oggi, il tumore della prostatapotrebbe essere considerato proprio comeuna malattia cronica al pari del diabete, odell'ipertensione. Infatti, anche per quei pa-zienti affetti da carcinoma in fase avanzata eresistente alla terapia ormonale, negli ultimi5 anni si è registrata una disponibilità di far-maci veramente innovativi, in grado di mi-gliorare la sopravvivenza, anche dopo l'in-successo della chemioterapia.

Il primo è l'abiraterone acetato, che inibi-sce gli ormoni in ogni sede di produzione, inparticolare all'interno del tumore stesso,bloccando la produzione autonoma di testo-sterone da parte delle cellule prostatiche e to-

gliendo loro lo stimolo ormonale necessarioalla sua crescita.

Più recente è l'enzalutamide, che agiscebloccando i recettori cui il testosterone aderi-sce per essere trasportato all'interno dellacellula fino al nucleo e al Dna, impedendo lacrescita tumorale.

Infine un radiofarmaco indicato solo per lemetastasi ossee e quindi il dolore; si trattadel Radium 223 capace di incorporarsi nellasede delle metastasi scheletriche e uccidere

le cellule tumorali con le radiazioni alfa, ridu-cendo al minimo gli effetti collaterali. Gli stu-di clinici eseguiti hanno dimostrato aumen-to della sopravvivenza e miglioramento del-la qualità della vita. A oggi però il problemapiù importante è l'incertezza della diagnosi.La neoplasia della prostata, interessa 36 mi-

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la nuovi soggetti all'anno a fronte pe-rò di 100 mila biopsie effettuate; inpratica, tra il 65 e 70% dei casi labiopsia con scopre alcun tumore,nonostante il Psa sia più alto del-la norma. Se da una parte tuttoquesto provoca euforia e tran-quillità iniziale nel paziente, do-po qualche mese ne aumenta in-vece le preoccupazioni perché,spesso, il Psa continua ad innal-zarsi. Si fa strada così il sospettoche il tumore possa in realtà esser-ci ma in una parte della ghiandoladove non è stato infilato l'ago. Infatti,tenendo presente che sono ritenuti nor-mali valori inferiori o uguali a 2.5 ng/ml persoggetti di 50-65 e inferiori o uguali a 4ng/ml dai 65 anni in poi, fino ad oggi, la stra-grande maggioranza delle biopsie viene fat-ta "at random", cioè senza un bersaglio preci-so, dato che nel 60-70% dei casi è solo il Psa asuggerire l'esecuzione della biopsia in assen-za di segni clinici o ecografici.

In pratica, una conferma al fatto che il testdel Psa ha dei limiti proprio perla scarsa spe-cificità. E da qui la necessità di ricercare altrisegnali più affidabili dal punto di vista delladiagnosi, ricorrendo ai nuovi marcatori che,in presenza di Psa elevato, dovrebbero con-sentire di limitare proprio il numero di biop-sie. Utili anche nuove indagini strumentaliche indichino dove fare la biopsia, unica a for-nire la certezza della diagnosi.

A oggi, in moltissimi casi, sotto guida eco-grafica, si eseguono 18, 24 o addirittura 36prelievi, anche per due o tre volte, con la spe-ranza di centrare le cellule tumorali. Per evi-tare però questi prelievi multipli, con il peri-colo di infezioni e ritenzioni di urine, un ruolosempre più importante viene riconosciuto al-la risonanza magnetica nucleare, associataalla ecografia, e più recentemente alla riso-nanza magnetica multiparametrica.

Il primo sistema, detto sistema BiopSee,unisce all'efficienza delle immagini ecografi-che real-time l'efficacia delle immagini di Ri-sonanza Magnetica Nucleare e consente dieseguire biopsie di precisione mirate alle le-sioni sospette.

La Risonanza Magnetica (RM) Multipara-metrica rispetto alla RM convenzionale, rap-presenta invece un importante elementoper pianificare il percorso diagnostico dei pa-zienti con sospetto tumore alla prostata, for-nendo immagini che fanno individuare an-che piccole modificazioni strutturali, infor-mazioni sulla ricca cellularità e vascolarizza-zione del tumore. La novità delle nuove appa-recchiature è una bobina Siemens con 60 ca-nali, che migliora la qualità dell'immagine equindi facilita la individuazione della lesioneanche di dimensioni millimetriche, compre-si tra 0,6 e 6 mm, e risulta confortevole inquanto non utilizza la bobina endorettale.Questo esame, ha un valore predittivo nega-tivo intorno al 90% per escludere la presenzadi tumore prostatico: quindi se la RM multi-parametrica è negativa non serve fare biop-sia. Questo esame è già consigliato da molteassicurazioni della Gran Bretagna e inizia adaffacciarsi nelle linee guida per la sua poten-zialità di risparmiare costi della sanità e mi-gliorare la diagnosi risparmiando sofferenzeal paziente.

Ma una volta diagnosticati i tumori dellaprostata non sono tutti uguali: in tanti sog-getti crescono lentamente, in altri molto piùvelocemente. Ne consegue quindi come siaimportante valutare nella maniera più accu-rata possibile l'aggressività del tumore perdeterminare la prognosi e la strategia di trat-tamento più appropriato, limitando le tera-pia inutili.

* Specialista urologo ed andrologouniversità di Genova

(dNIPN(ìDU<IGNENISEfNA fA

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n utfli7zano bobina endo;

Risonanza magneticamultiparametricaConsente di visualizzare piccoselesioni e biopsiarle in modo mosto

Sistema RiopSee .............Realizza immagini lD contecnologia real-fine ecografica

``ca 3}U.. '.,<are

ops€e effettuateiene diagnosticato

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PSA: PROSTATIC SPECIFIC ANTIGEN

In un prossimo

futuro (forse) saranno abbandonate

le tecniche eccessivamente invasive

L PROBLEMA del Psa è che au-.r;enta nel tumore ma an-

per infiammazioni e la,, r.% ipertrofia della pro-

test genetico su3 e il proPsa.ri cest. I più utilizza-:Osto si stanno usan-

i i , ,i siassaggio prostati-

.eque sul san-re alla biopsia.

( +35%) consi-

; ana frazio-cc ßf. ' Psa che,

;a. totale e libe-

e cx ; o il tumore,eentuali tra 0

di Prostate

icolare l'indi-)sC. rica, il Phi,

oJ.ogo.

;ano un'altaï;, ore, e una zo-

,;:zsa tra 23 e 44

In un prossimo futuro forsepotremo dire addio alle biopsiedella prostata. Ricercatori Usadella Carnegie Mellon Universi-ty, per individuare le cellule tu-morali circolanti (Ctc) "spia" dimalattia, hanno messo a puntouna nuova tecnica basata sulleonde sonore. La metodica, de-scritta suPnas è 20 volte più ve-loce di quelle oggi disponibiliper scovare le Ctc. Oggi servo-no 5 ore per analizzare un cam-pione di sangue da 5 millilitri,ma gli studiosi lavorano per ab-battere a mezz 'ora il tempo dianalisi. Inoltre questa "biopsialiquida" offre un'opzione moltomeno invasiva e permette diraccogliere informazioni anchesu eventuali metastasi, sulla ri-sposta al trattamento sommini-strato e sulla genetica del tumo-re in modo migliore rispetto al-

P57

lo studio delle cellule prelevatedirettamente dalla neoplasia.

In molti casi, tuttavia , le cel-lule tumorali circolanti sonotroppo poche per essere analiz-zate in quanto nel sangue scor-rono assieme a migliaia di glo-buli bianchi , milioni di globulirossi e migliaia di piastrine. Ri-cercatori Usa hanno sviluppatoil prototipo di un chip che attra-verso le onde sonore , sfruttan-do caratteristiche fisiche pecu-liari delle Ctc , consente di sepa-rare le cellule tumorali dagli ele-menti figurati del sangue mol-to più velocemente di quanto sipossa fare oggi. Il tutto con lastessa efficacia, come hanno di-mostrato per la prima voltauna serie di esperimenti con-dotti sul cancro al seno.

(aldo franco de rose)(dNIPN(ìUULIGNENüFJNA fA

I maschi italiani di tessuto possono dei pazienti è

che ogni anno essere eseguiti anche costretto a ripetere

si sottopongono a in una singola biopsia i prelievi perchébiopsia della prostata per individuare la biopsia

per sospetto tumore le cellule cancerose non ha trovato nulla

Negli ultimi 20 anni lasopravvivenza dopodiagnosi di cancrodella prostata èaumentata di 5 volte

La riduzione dellamortalità causata daltumore della prostatasempre negli ultimiventi anni

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Vegetali comefabbriche di farmacibiologici. La pianta è iltabacco, di un tipoche non è coltivato. Eil farmaco unanticorpomonocionale contro illinfoma non-Hodgkin:il rituximab, notoantitumoralesintetizzato da celluledi mammifero in vitro.In serra sono riuscitiad associarloall'interleuchina-2(II-2), ottenendo unaimmuno-citochina.L'anticorpo riconosce,raggiunge e medial'eliminazione dellecellule cancerose e11-2 attiva la rispostaimmunitaria propriodoveè più utile: unprodotto più efficacecontro il tumore.Questo grazieall'impegno deiricercatori dellaboratorio diBiotecnologiavegetaledell'Enea-Casaccia, incollaborazione con gliesperti dispettrometria delCnr-Istituto Ispaam diNapoli. «Abbiamotrasferito nel tabaccodue geni: quello perl'anticorpo e quelloperla II-2 utilizzandocome "navetta"l'agrobacteriumtumefaciens. Dopoqualche giorno in unaserra controllata,abbiamofrullato lefoglie, estratto epurificato ilbiofarmaco», spiegasemplificando molto

Marcello Donini,biotecnologo Enea eco-autore dello studiopubblicato su PlantBiotechnologyJournal. «II vantaggiodi questa tecnica -aggiunge - è duplice:il rituximab davegetali è più efficacee molto piùeconomico daprodurre. Il futuro?«Affiancare l'uso dellepiante ai sistemi diproduzionetradizionali di farmaci:negli Usa accadrà intempi brevi». Illinfoma non-Hodgkinè un tumore delsistema linfatico,sesta causa di morteoncologica inOccidentee in Italiacolpisce circa 13 milaperone l'anno.

(t. simoniello)

(dNIPN(ìDU<IGNENISEfNA fA

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Peril trattamento della patologiavengono usati farmaci che a lungo andare

possono dare problemi a chi ha avuto pregr i ictus o infarti. Ora, nella famiglia delle gliptine,

è L ta scoperta una sostanza che abbassa la glicemia e non aumenta il rischio cardiovascolare

DAL NOSTRO INVIATO

BOSTONER i non addetti ai lavori può es-

sere poco, ma per le migliaia didiabetologi di tutto il mondo,che hanno gremito la sala ple-naria della settantacinquesi-

ma edizione del congresso Ada (AmericanDiabetes Association) a Boston, il risultatodello studio Tecos è invece di grandeimportanza. Perché, se è veroche non ha mostrato pro,ovvero effetti terapeuti-ci migliori di un farma-co rispetto ad un al-tro, ha però ribadi-to che non ci sonocontro, e che unamolecola della fa-miglia delle glipti-ne, il sitagliptin,utilizzata per ab-bassare la glice-

mia, può essereusata in pazientidiabetici ad alto ri-schio cardiovascolaresenza aumentare questorischio. Cosa tutt'altro chescontata se si considera che ildiabete in sé aumenta fino al doppioil rischio cardiovascolare di un paziente eche è l'ottava causa di morte al mondo. Ba-sti pensare che il 70 per cento degli anzianidiabetici muore per un evento cardiovasco-lare, per non parlare delle complicanze mi-crovascolari con danni ai reni, alla retina,ai piedi. Insomma diabete e cuore è un bi-

nomio inscindibile e per questo la cura deldiabete non può prescindere dalla sicurez-za cardiovascolare.

Ma facciamo un passo indietro. Circa 10anni fa uno studio americano suggerì cheun farmaco utilizzato per il diabete, il rosi-glitazone, potesse aumentare il rischio diinfarto. La Fda americana, dal 2008, deci-se di imporre nuove linee guida di sicurez-za cardiovascolare per tutti i farmaci anti-

diabete, e Tecos è la risposta. Uno stu-dio enorme, pubblicato su New

England Journal ofMedici-ne, che ha seguito quasi

quindicimila pazientidi 38 paesi , tra cui

l'Italia, seguiti peruna media di tre an-ni, con un massimodi 5,7. Il campione(70% uomini) èstato diviso tra pa-zienti che assume-vano sitagliptin(aggiunto alla nor-

male terapia ) e altriche assumevano pla-

cebo (sempre insieme

alla terapia usuale). I ri-sultati: nessun aumento di ri-

schio cardiovascolare e di mortinel gruppo trattato con la gliptina. La

domanda logica, però, è perché si dovreb-be preferire un farmaco che costa decisa-mente di più se non dà vantaggi aggiunti-vi. E la risposta la danno i medici. «Perché èefficace nella riduzione della glicemia, nondà gli effetti collaterali di quasi tutti gli al-tri farmaci per il diabete, è ben tollerato e

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maneggevole e adesso sappiamo ancheche non aumenta il rischio cardiovascolarein pazienti che questo rischio ce l'hannoelevato», sintetizza Andrea Giaccari, dia-betologo al policlinico universitario Gemel-li di Roma. E quindi - continua GiuseppeAmbrosio, ordinario di Cardiologia all'uni-versità di Perugia- se non ha effetti peggio-rativi su pazienti con pregressl Ictus o in-

farti, vuol dire che a maggior ragione pos-so utilizzare questo farmacoall'esordio della malattia oquando la metformina nonbasta più».

In più, sottolineaStefano Del Prato, or-dinario di Endocri-nologia all'univer-sità di Pisa, «nonci sono attualmen-te farmaci che ab-biano dimostratodi avere un effet-to positivo o neu-

tro sugli eventi car-

diovascolari con

uno studio così am-

pio di sicurezza. La sicu-

rezza viene ancora pri-

ma dell'efficacia quando sitrattano persone con rischiocardiovascolare così alto. Ora aspettia-mo i risultati sull'analisi di Tecos, non èescluso che ci possano essere nuove infor-mazioni. Anche il costo è un problema rela-tivo: se evitiamo ipoglicemie risparmiamoricoveri al pronto soccorso. Nel nostro ospe-dale, sui circa 500 accessi al pronto soccor-so per ipoglicemia degli ultimi 5 anni, il

39 52

37 '75

40% era di pazienti in trattamento con an-tidiabetici orali. Di questi il 90% usava sul-foniluree, farmaci a basso costo».

Il nuovo farmaco non può essere pre-scritto dal medico di base. Per cui tutti i ma-lati che non sono in cura da specialisti sonocostretti ad usare sulfoniluree che, però,hanno un alto rischio di ipoglicemie. «Il pri-mo farmaco da utilizzare nei diabetici è lametformina - continua Giaccari - ma pur-

troppo dopo 3-5 anni fallisce il con-trollo della glicemia. A quel

punto bisogna aggiungereun'altra molecola tra le

sette classi di antidia-betici, in base ai pro e

contro di ogni farma-co. Purtroppo in Ita-ca i più aggiunti so-no le sulfoniluree,perché sono econo-miche, ma hanno

diversi svantaggi,in primis il rischio

di ipoglicemie, maanche aumento di pe-

so e ci sono dubbi sul ri-schio cardiovascolare

indotto da questi farmaci.Tanto che nei centri speciali-

stici sono usati poco, o niente.Ma il 50% dei diabetici non sono seguiti

nei centri specialistici, usano farmaci vec-

chi quando potrebbero avere accesso ainuovi». A dire la verità l'accesso alle incre-tine, che negli altri paesi riguarda numerimolto elevati, in Italia è regolamentato da-norme prescrittive, uniche in Europa, im-poste dall'Alfa che riguardano solo il no-

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II modello Lazio piaceai cinesi. Almeno perla prescrizione deimicroinfusori diinsulina ( 1800 nellaregione ) peri circa25.000 diabeticidi tipo 1 (ma moltistudi ne sottolineanol'efficacia anche per idiabetici di tipo 2)Lo schema laziale,messo a punto dallesezioni regionali dellesocietà scientificheSid, Amd e Sied p,prevede particolariregole prescrittive edi appropriatezza,di trainingperi I paziente, e dicontrollo dell'efficaciache sono piaciute allaCina, dove il diabete èin crescitaesponenziale,soprattutto nellegrandi città cheabbandonanoil modello alimentaretradizionaleII documento dellesocietà scientifiche,approvato senzamodifiche dallaregione, haidentificato tredicireferenti ospedalieri«A ognuno di questi-spiega RaffaellaBuzzetti, direttoreUoc Diabetologia Asldi Latina e una dellesette - arrivanole richieste deimicroinfusoridei diabetologiospedalieri deipazienti residentinella AsI. Nonvisitiamo i pazienti e

valutiamo la richiestadal punto di vistaformale, se è idonea econforme aldocu mento.Possiamo ancheapportare modifichealla richiesta orifiutarla se nonidonea». Ma come èarrivato l'interessedella Cina? «Abbiamopresentato un lavorosulla nostraesperienza ad uncongresso europeo -continua -e abbiamopubblicato lo studiosu Journal of Diabetes,associato alla societàcinese diEndocrinologia emetabolismo. Aicinesi sono piaciutimolto il nostro lavoroe la nostra esperienzae hanno decisodi utilizzarci comemodello perimplementare lineeguida simili chedovrebbero essereapplicate quantoprima. (e. nas.)

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In alternativa alla terapiafarmacologica antirigettosi può eseguire un trapiantodi midollo per"ingannare"il sistema immunitario

r.iN.A Jtir'.

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INSULINO- DI ETA CON SCOMPENSI CON IPO/IPER CON NEUROPATIADIPENDENTE 18 65 ANNI PERSISTENTI GLICEMIA GRAVE O RETINOPATIA

stro paese e limitano l'accesso. «Le glipti-ne possono essere prescritte a pazienti conuna finestra di emoglobina glicata tra 7,5e 8,5 - precisa Giaccari - oltre gli 8,5 si puòsolo in casi particolarissimi. Inoltre Alfa haimposto un tetto di fatturato alle aziende,oltre il quale sono le stesse aziende a doverrimborsare il servizio sanitario. Il risultatoè che si arriva al tetto subito e poi le azien-de non hanno alcun interesse a distribuireil farmaco e a farlo utilizzare. Ecosì negli altri Paesi questifarmaci sono molto piùusati che da noi».

Sempre a Bostonsono stati presen-tati i risultati di

un altro studio,Ehxa, che ha in-

dagato sem-pre la sicurez-

zacardlovasco-lare dell'utiliz-zo di un altrofarmaco, lixise-natide, in seimi-

la pazienti con dia-bete 2 dopo sindro-me coronarica acuta.Anche in questo caso lostudio ha dimostrato la noninferiorità di questo farmaco rispet-to al placebo (in aggiunta alla terapia usua-le) ma non la superiorità. Le complicanzecardiovascolari nei diabetici - ha conclusoRury Holman, direttore dei trial sul diabe-te dell'università di Oxford - non possonoessere più a lungo ignorate».

2',!PN(ìUULIGNENüFJNAfA

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ENTISETTE anni fa un gio-vane Camillo Ricordi in-

ventava una macchinache porta il suo nome, RicordiChamber, e che serve ad estrar-re le isole pancreatiche, grappo-li microscopici di cellule che pro-ducono insulina e glucagone,presenti in centinaia di miglia-

ia nel pancreas di un donatoremultiorgano. I11990 vede il pri-

mo successo con trapianto suun diabetico di tipo uno a Pitt-sburgh. A venticinque anni daallora nuovi percorsi si apronoper quella che potrebbe diven-tare, secondo quello che oggi èil direttore del prestigioso Dia-

betes Research Institute di Mia-mi, una soluzione per molti ma-lati. Oggi il trapianto di isolepancreatiche è riservato a sog-getti con diabete 1 molto graviche non riescono a riconoscereepisodi di ipoglicemia anche se-vera. Questo perché - proprio co-me il trapianto di organo - an-

che quello di isole pancreatichedeve fare i conti con gli effetticollaterali della terapia antiri-getto, che va fatta a vita.

La chiave di volta - che Ricor-di ha presentato in una sessio-ne dell'Ada a Boston - potrebbeessere rappresentata da untrial clinico sul trapianto di re-ne, che non utilizza terapia anti-rigetto. «Attraverso le stamina-li del midollo osseo del donato-re - spiega Ricordi - si riesce amodificare il sistema immune

del soggetto che riceve conquello del donatore. Ottenendodue risultati: il ricevente nonha più il diabete e riesce ad esse-re compatibile con il materialetrapiantato. In questo trial pilo-ta non si usa immunosoppres-sione nel trapianto di rene finoad oltre 5 anni dal trapianto.

Non vediamo l'ora di usarlo an-che noi».

Fino ad allora a Miami conti-nuano a lavorare per ottimizza-re il trapianto di isole, «Abbia-mo dimostrato che con una te-rapia antinfiammatoria al mo-

mento del trapianto - continuaRicordi - si modifica favorevol-mente il successo del trapiantodi isole fino ad arrivare a circa il50% di isole sopravvissute a cin-que anni». Oggi questo trapian-to per la cura del diabete 1 è ap-provato e rimborsato in GranBretagna, Svizzera, Australia eCanada, che ha festeggiato ilcinquecentesimo caso. In Italia-cita Ricordi -la Lombardia rim-borsa i casi più severi. Ma resta-no nodi da risolvere. «Essenzial-mente due - conclude - la tolle-ranza immune che consente dievitare i farmaci antirigetto. Ele fonti delle cellule che produ-cono insulina. Quando si risolve-rà il primo problema potremoallargare il bacino di pazienti,ma dove prenderemo tutti ipancreas che ci serviranno?».

(e. nas.)maiFaocuzioweaiseevnra

Potrebbero arrivarea produrre insulinaÈ unodeifilonidi ricerca del gruppodi Ricordi

Al San Raffaeledi Milano effettuatitrapianti di "isole"È l'unico centronel nostro paese

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I1100% dei pazienticon infezione cronicada virus dell'epatite C(HCV) di genotipo 1 be cirrosi epaticacompensata, trattaticon Viekurax edExviera senzaribavirina, haottenuto la rispostavirologica sostenutaa 12 settimane, inpratica, l'eliminazionedei virus. Questi irisultati dellasperimentazioneTurquoise-III illustratida AbbVie al 15esimoInternational

Symposium on ViralHepatitis and LiverDiseases che si ètenuto di recente aBerlino. Sono circa160 milioni in tuttoil mondo le personeinfette da HcvII genotipo 1 èil genotipo piùcomune dei virus.

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L'organo, c ï come gli altri, drena

prodotti del metabolismo e fa circolare molecole e cellule immunitarie. Su Nature

Anche lafarmacologia puòtrarre vantaggiodalle scoperte sullalinfa nel cervelloLo studio molecolaredi quel "gate" a duevie potrebbe dareindicazioni preziosesu come aumentare,nella demenzada Alzheimer,il drenaggio cerebraledella famigerata betaamiloide e su come,invece, bloccarel'ingresso a celluleimmunitarieinfiammate nellasclerosi multipla.Senza che creinoi danni riscontratinelle precedentisperimentazioniRimanendo nelledemenze, si inizianoa pubblicare i primilavori che dimostranol'efficaciadi un interventomultidimensionaleLo studio finlandeseFinger, pubblicato direcente su Lanret, hadocumentato che unprogramma diintervento centratosu dieta, attività fisica,gestione delleemozioni estimolazionecognitiva, dà buonirisultati nelmiglioramento emantenimento dellefunzioni cognitivenegli anziani

(f. bottaccioli)3 RICftO[JULONE RISERVATA

N GRUPPO di ricercatori della Virgi-nia ha pubblicato su Nature la no-tizia che il cervello è dotato di unnetwork di vasi linfatici, con le

stesse funzioni che sv olge negli altri orga-ni: dren' a prodotti del metabolismo e fa cir-colare molecole e cellule immunitarie. Conquesta scoperta è definitivamente liquida-ta la vecchia visione del cervello come undespota che comanda il resto del corpo, mada cui si protegge impedendo alle celluleimmunitarie di entrare in contatto con lecellule nervose. I vasi linfatici nel cervellofunzionano da "gate" a due vie: fanno usci-re dal cervello prodotti di scarto e fanno en-trare cellule immunitarie dalla circolazio-ne periferica. Che è quello che succede intutti gli altri organi.

Ci troviamo di fronte a una classica sco-perta di neuroanatomia che si pensava nonfosse possibile, ritenendo che tutto fossegià stato scoperto. Invece, la ricerca di baseha la forza di stupirci ancora. I ricercatoridel "Center for Brain immunology andGlia", dell' Università della Virginia, hannorintracciato sotto la dura madre, la mem-brana meningea più esterna, la presenzadi una rete di vasi linfatici che drena il flui-do cerebrospinale che circola sotto la me-

ninge intermedia, l'aracnoide. Secondo gliesperimenti si tratterebbe della primariavia di drenaggio dell"'acqua di lavaggio"del cervello, il liquido o fluido cerebrospina-le. Questo fluido, prodotto da particolaricellule e che circola nelle meningi avvolgen-do il cervello, per molto tempo si pensavaessere un semplice ammortizzatore dell'or-gano, un cuscinetto a protezione dagli urti.In realtà, il fluido non rimane confinato nel-

le meningi, ma penetra nel tessuto cerebra-le e va a mischiarsi con un altro fluido, chia-mato fluido interstiziale, che porta fuoridalle cellule nervose i loro scarti metaboli-ci. Del resto un organo di grandi dimensio-ni, caratterizzato da un elevatissimo meta-bolismo, come il cervello, deve avere un ef-ficientissimo sistema di pulizia interna.

Fino alla scoperta dei vasi linfatici, si pen-sava che il drenaggio cerebrale fosse garan-tito da una sola via, quella che fa passare illiquido cerebrospinale dentro un sistemadi piccoli vasi sanguigni che poi sversano inaree più grandi. Ma questa via è a una soladirezione: va dal cervello al sangue. La vialinfatica scoperta invece va in entrambe ledirezioni: da e per il cervello. E quindi ga-rantisce il collegamento con le cellule im-munitarie che circolano nella rete linfaticadel corpo e che hanno nei linfonodi cervica-li le stazioni di sosta e smistamento da eper il cervello.

Quarant'anni fa, con l'immunofisiologoHugo Besedowsky, è iniziata la ricerca sullecitochine, come staffette di collegamentotra i due sistemi. Ormai sappiamo, oltreogni ragionevole dubbio, che questi prodot-ti dei sistema immunitario dal corpo sono ingrado di segnalare praticamente in tutti i re-parti del cervello, influenzando la produzio-ne di neurotrasmettitori e di ormoni e quin-di contribuendo ad alterare la neurofisiolo-gia, i comportamenti e gli stati d'animo,

*DirezioneMasterin Psiconeuroendocrinoimmunologia

Un. dell'Aquila

U RIVROOU>JONE RISENVAIl.

Utente
Rettangolo
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Nella ricerca degliultimi decenni sumalattieneurodegenerativecome Alzheimer,Parkinson o Sclerosimultipla, la notasaliente è lo studiodella lesione, come siforma, le molecolecoinvolte, comeprogredisce. Pocoi nvece si è fatto percostruire mappedettagliate deicollegamenti, inpatologia, tra diversearee cerebrali e tracervello e resto delcorpo. Anche seormai, ovunque,risuonano indicazionisul ruolo centraledell'alimentazione,della attività fisica,della gestione dellostress nellaprevenzionee nella terapia dellaneurodegenerazioneMa come fa nnoquesticomportamenti ainfluenzarne genesied evoluzione?L'attività fisica puòaumentare la capacitàdi drenaggio dalcervello al sangue,tramite anche ilsistema linfaticorecentementescoperto, propriodella beta amiloide, ilprincipale "mattone"su cui si aggrega laplacca dell'Alzheimer.

L'alimentazione,come si legge in unarecente review suFrontiers in AgingNeuroscience, puòrendere adeguato ilsistema recettorialedella parete deipiccoli vasi sanguigni(conosciuto comeLRP-1) che ha unruolo cruciale nellosmaltimento dellabeta amiloide. Lagestione dello stresspuò bloccarel'afflusso di celluleimmunitarieinfiammate dallaperiferia al cervello,come dimostral'ennesimo lavoro sulmodello animale di"sconfitta sociale", suBiologica) Psychiatry,dove è documentato,dopo una fase distress cronico, unostato d'ansiaaccompagnato da unincremento deltraffico di monocitidalla milza al cervello.

(f. bottaccioli)

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Veneto, primo centro

pubblico che cura i bambini con questa

patologia. Venti gio i, convenzione con il n

ORTARE i bambini in mon-tagna a respirare aria buo-na. Un'abitudine giusta,che per i giovanissimi af-fetti da asma è ancora più

importante. In Veneto c'è un centro cli-nico unico in Italia, dove i bambini af-fetti da asma grave vengono ospitati eseguiti da professionisti. È l'istitutoPio XII, situato sul lago di Misurina, a1780 metri di altezza,

«L'ambiente di montagna - spiegaAlfredo Boccaccino, direttore sanita-rio dell'istituto - agisce su alcuni deifattori responsabili dello sviluppo del-la malattia. Alla quota di 1.500-2,000metri la principale caratteristica, indeterminate zone, è l'assenza di inqui-nanti e allergeni (acari e pollini). Ibambini con asma, dopo un soggiorno

in montagna , mostrano un 'attenua-zione della risposta immunitaria aller-gica. Altra carta vincente dell'alta quo-ta è la minore pressione parzialedell'ossigeno e una densità dell'ariadel 30% inferiore rispetto a quella sullivello del mare . L'aria riesce così a pe-netrare più facilmente nell'apparatorespiratorio infantile , riducendo inmodo naturale le resistenze bronchia-li».

I15% dei bambini che soffre d'asmaè affetto da una forma di difficile trat-tamento. In Italia sono oltre 42.000 ipiccoli che non riescono a controllare isintomi malgrado le terapie. L'inqui-namento e la continua esposizioneagli allergeni non fanno che peggiora-re la loro situazione , All'istituto Pio XIIsono seguiti i casi di asma grave. Vie-ne organizzato un percorso rieducati-vo preciso per i bambini, dove medici

e infermieri aiutano il piccolo pazientead affrontare il problema e indicano co-me usare correttamente i farmaci.

Una volta rientrata a casa, la fami-glia non è lasciata sola. «I medici delcentro di Misurina - prosegue Boccacci-no - sono disponibili telefonicamenteper consigli e aiuti. Grazie a questosupporto, molti bambini riescono a ri-durre la terapia e in tutti si ottiene ladiminuzione degli accessi al prontosoccorso per le crisi asmatiche. La du-rata degli effetti benefici può esserepiù o meno lunga, alcuni bambini han-no bisogno di più soggiorni a Misuri-na, altri di una sorta di 'ricovero di ri-chiamo periodico' di breve durata perristabilire il miglioramento. E comun-que necessaria una permanenza di al-meno 20 giorni». L'istituto di Misuri-na è convenzionato con il Sistema Sa-nitario Nazionale. Per i bambini chenon risiedono in Veneto occorre che larichiesta di ricovero del pediatra o delmedico di famiglia sia autorizzata dal-la ASL di competenza.

Un supporto naturale è un'ottimasoluzione, vista la diffusione del feno-meno. L'aumento di allergie respirato-rie in bambini (4-6 anni) esposti a for-te inquinamento è ormai nota. Lagrande concentrazione di particolato

sottile nell'aria delle città sta provo-cando un aumento delle malattie re-spiratorie cronico-ricorrenti, soprat-tutto nei bambini in tenera età, piùvulnerabili degli adulti poiché i loropolmoni sono ancora in fase di cresci-ta, e gli inquinanti ambientali posso-no alterare facilmente il loro sviluppo.

3 RIVRO[JULONERIíF1NATA

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Quel «capitale paziente» che muove 500 miliardi all'annodi Giovanna Melandri

eri,adExpo,HumanFoundationhaorganizza-to una giornata sullafinanza sociale e gli inve-stimenti ad impatto sociale. Una discussionechehaavuto come convitato dipietrairisultati

del referendumgreco ele sue drammatiche conse-guenzesullacoesionesociale dell'Europa.Inprimoluogo, abbiamocercatodicomprendereilcontribu-to che gliinvestimentiadimpatto stanno dando nelrispondereanuovievecchibisognisociali.Eprovatoadimmaginarecomepossanoesseredeclinatinelcontesto italiano. In questo percorso, ci siamo fattiguidare da diversi interlocutori, apartire da alcunetralepiùinteressantiesperienzedifondiadimpatto,come Root Capitai, Bamboo Finance, One AcreFundedOpeslmpactFund.Abbiamopotutocontare, poi, sulla presenza, sempre fonte di ispirazione,del Premio Nobel Yùnus, ideatore del microcredi-to,chelavoraperdiffonderesuscalamondialeilmo-dello del social business.

Negli ultimi anni nel mondo si sono moltipli catiifondi ad impatto sociale - oggi muovono oltre 5ooridd di dollari l'anno-il cui obiettivo è quello digene-rareintenzionalmenteunimpattosocialepositivoemisurabile e, al medesimo tempo, un rendimentoeconomicoperlopiù`'lowprofit".

Per capire meglio come operano questi fondipenso siautilepartiredaunarealtàcomeRootCapi-tal.Un'organizzazionechegestisceunfondochein-veste in contesti rurali, eroga crediti, fornisce for-mazione in ambito finanziario, rafforzando così leretia sostegno dello sviluppo dell'imprenditoria lo-cale. Root Capital opera nel cosiddetto "missingmiddle": un ambito di interventotroppogrande peril microcredito tradizionale ma, allo stesso tempo,non servito dalla finanza tradizionale. Root Capitaisipone nellaprospettiva del "capitale paziente" perfocalizzarsi sull'impatto sociale positivo dei propriinvestimenti In altre parole, le proprie scelte nonsono orientate solo da rischio e rendimento maan-che, esplicitamente, dall'impatto sociale generato.

AdHumansiamocertichequestistrumentivadanosperimentati anche in Italia. Per molte ragioni: perfarincontrarele esigenze di innovazione sociale e dirilanciodell'economiainsettori cheinostrowelfare oggi, ahimè, trascuraquasi strutturalmente.

Settimanefa, apartire da un editoriale diVincen-zo Manes, consigliere del Premier periTerzo Set-tore, si è animato un interessante dibattito sull'im-presa sociale e sugli strumenti della finanza ad im-patto. Daunaparte, alcuni interlocutori - Manes inprimis-ritengono che l'impresa sociale non debbamisurarsi coni] temadelladistribuzionedegliutili, eche pertanto le forme di capitale più adeguate aso-stenemelacrescitadebbonoavereunadimensioneprettamente filantropica o pubblica. Rimane cosìintatto il dualismo stato-mercato, al primo la spesapubblicaperil sociale, al secondoilbusiness epoilafilantropia Esiste, seguendo questo ragionamento,unpotenzialeinespressodidonatorichepuòessereliberato e canalizzato verso le imprese sociali. Tut-tavia, sebbene vi siano de H e indiscutibifi potenziali-

tà per la eTescita della filantropia, è opportuno rile-vare chele quote diri sorseerogatenonsarannomaisufficienti a garantire queiradica] iprocessi diinno-vazione dicuihabisognoinostro mode llodiwelfa-re. Vi èpoiunasecondaposizione, cosìsintetizzabi-le:traidiversistrumentidaesplorareperrigenerareil welfare non dobbiamo escludere la finanzagene-rativa, ad impatto sociale appunto, che in Italia, pe-raltro, potrebbe fiorire anche da esperienze radica-te nella cultura mutuali stica e cooperativa Siamo,dunqu e, in un altro campo dagiecorispetto alle de-generazioni speculative della finanza mainstreamCon gli investimenti ad impatto abbiamo achefarecon capitale paziente che cerca di sostenere lacre-scita di un tessuto di imprese socialiche, alorovolta,operano per migliorare le condizioni di vita dellepopolazioni abasso reddito.

Tornando all'Italia, quante imprese o cooperati-ve socialivorrebbero oggi investire per innovare e,paradossalmente, si trovano impantanate nel "mis-sing middle", senzatrovare interlocutori sufficien-

temente"pazienti".Sièstïmatochelapotenzialitàdiquesti investimenti ad impatto potrebbe essere neiprossimi io anni in Italia di circa 3o mld di curo. Al-1argandoilfocus poivisono unaserie diprocessi diinnovazione che già stanno avvenendo nei territorida qual che tempo. Mi riferisco, in primo luogo, alla"fioritura" di ibridi organizzativi, gemmati dalleesperienze di imprese e cooperative sociali. Oppu-re, allestart-upinnovative esociali che attraverso ladimensione tecnologica cercano di rispondere aibisogni della comunità. O ancora alle cooperativesociali che, attraverso un differente approccio aiservizi, sono allaricercadiunmodellopiùavanzatodisostembilitàeconomica,chepossafinalunentesu-perare la relazione di mono-committenza con laPA, spesso segnata da opacità edaunascarsa atten-zione al raggiungimento dei risultati.

C'è, poi, tutto il filone dell'economia collaborativa,chericonfiguraflcampodellerelazioniprodutti-ve. Un "quarto settore", per citare la felice formulausatada Zandonai eVenturisu questepagine, che si

fa in potenza portatore di un differente modello dicreazione delvalore. Ecco, i capitale paziente degliinvestimenti ad impatto sociale risponde a questeesigenze diffuse e nuove che altrimenti non trove-rebberointerlocuzionineisettoritradizionali, sianoessipubblicioprivati.

Con il rapporto "La finanza che include", realiz-zato nell'ambito dei lavori dellaTaskforce G8 sugliinvestimentisociali, abbiamo individuato4oracco-mandazioni per promuovere questi processi attravesso una "Agenda Impact" per l'Italia Mi augurosinceramente che le istituzioni e il Governo di Mat-teo Renzi sappiano raccogl iere, alpiùpresto, alcunedi queste raccomandazioni. Stiamo giàaccumulando parecchi ritardi rispetto ad altri paesie al l'Agen-dadellaSocial Innovation dell'Ue. Abbianlo urgen-tebisognodiaprirciall'innovazioneeallasperimen-tazione di nuove soluzioninonchiudendociinspaziormai troppo angusti. Con l'evento di Expo abbia-mo cercato di articolare alcune risposte a delle do-mande che ciinterpellano con forza e alle quali nonpossiamopiùsottrarci

Giovanna Mefandri e presidente Human Foundation eSocia!

Impact investment task, force G8

ORI PROD ,ONF RI`LRVATA

Utente
Rettangolo
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Lunedì, 6 luglio 2015

ANSA/ Nas,20mila controlli in 4 mesi e sequestri per 178mln euro Lorenzin,tra primi mondo per sicurezza. Mercato frodi vale 60mld (ANSA) - ROMA, 6 LUG - Il mondo delle frodi alimentari, dalle mozzarelle di bufala di cui non si conosce l'origine alle forme di parmigiano senza requisiti fino ad arrivare ai prodotti 'italian sounding' come il 'parmesan' non conosce soste, tanto che nel solo primo quadrimestre dell'anno i Nas hanno fatto quasi 20mila ispezioni con circa 5mila non conformità. I numeri della lotta a questo tipo di crimini, che valgono secondo il viceministro alle Politiche Agricole Andrea Oliverio fino a 60 miliardi e 300mila posti di lavoro, sono stati fatti oggi nella sede del Nucleo Anti Sofisticazioni dei Carabinieri durante la presentazione della conferenza 'Fighting Food crime, enforcing food safety' che si terrà il 9 e il 10 luglio all'Expo di Milano con rappresentanti di 36 paesi. I controlli hanno portato a 29 arresti e a sequestri per quasi 178 milioni di euro, mentre in totale dal 2012 ad oggi i Nas hanno sequestrato cibi, farmaci e sostanze pericolose per un controvalore di oltre 2,5 miliardi di euro. "La conferenza è un'occasione importante per valorizzare il lavoro dei Nas - ha spiegato il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette - ed è la dimostrazione plastica della collaborazione che abbiamo con i ministeri e con tutte le figure coinvolte su questo tema". Al lavoro dei Nas, ha sottolineato alla conferenza stampa di presentazione della conferenza il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, si aggiunge anche quello degli altri istituti investigativi. "Le Asl ad esempio nel 2014 hanno effettuato oltre 171mila ispezioni - ha spiegato il ministro alla sua prima uscita pubblica dopo la gravidanza - rilevando quasi 17mila non conformità. L'Italia può vantare una leadership forte a livello mondiale sulla sua capacità di instaurare meccanismi, regole e controlli in questo settore". Con l'occasione anche il ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha fatto il punto sui propri controlli. Nei primi sei mesi dell'anno i vari enti preposti hanno eseguito 49mila controlli con sequestri per 57 milioni di euro. I controlli eseguiti da comando dei Carabinieri per le Politiche agricole (Nac), ispettorato repressione frodi, Corpo Forestale e Capitanerie hanno permesso di denunciare oltre 700 persone e di elevare 4mila sanzioni amministrative. Le operazioni segnano un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo del 2014. Fra le operazioni principali, ha ricordato Oliverio durante la conferenza stampa di presentazione, ci sono le perquisizioni e i controlli su caseifici e magazzini di stoccaggio del Parmigiano Reggiano, l'operazione Hydrias nel settore vinicolo, i sequestri di mozzarella di bufala che non aveva i requisiti di tracciabilità. "I numeri dimostrano che siamo sulla strada giusta - ha spiegato il viceministro - ma che non dobbiamo mai abbassare la guardia. E' difficile stimare il valore del emrcato delal contraffazione, ma potrebbe essere pari a 60 miliardi di euro".(ANSA). Y91-VC 06-LUG-15 18:34

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Lunedì, 6 luglio 2015

Caldo problema per farmaci, rischio per liquidi e iniettabili Possono subire trasformazioni e perdere efficacia (ANSA) - ROMA,6 LUG- Il caldo può rappresentare un problema per i farmaci. Se compresse, confetti, capsule non dovrebbero subire importanti alterazioni, anche se è buona regola non esporli al sole e tenerli magari nella scatola, le soluzioni iniettabili e le sostanze liquide sono quelle che maggiormente subiscono trasformazioni legate alla temperatura e devono essere conservate correttamente, altrimenti il rischio è che non funzionino. Questo il consiglio di Claudio Cricelli, presidente della Societàè italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg). Un caso tipico è quello dell'insulina, utilizzata da chi soffre di diabete, che come spiega Cricelli "è termosensibile e va conservata in luogo fresco". "Esistono contenitori da viaggio pensati per mantenerla a temperatura adeguata e le regole vanno rispettate altrimenti il rischio è che con un'alterazione consistente la sostanza non funzioni. Una volta giunti a destinazione, la si può riporre in frigo o in ambiente fresco a temperatura consigliata". Occorre fare attenzione anche alle eparine e ai colliri,da conservare a temperatura adeguata. "Il problema e' che esternamente queste sostanze non si presentano diverse dal solito se esposte al caldo, quindi e' difficile accorgersi delle alterazioni", rileva il presidente dela Simg. Attenzione anche alle supposte, che come spiega Cricelli: "in estate non vengono prodotte perché la cera che le riveste tende a sciogliersi e che possono essere conservate in frigo" e in generale anche a tutte le sostanze per le quali, con l'apertura, cambiano le norme di conservazione. "Non esiste una regola unica, - conclude - e il consiglio è leggere le istruzioni riportate sull'esterno della confezione, nel caso di dubbi consultare il medico". (ANSA). Y09 06-LUG-15 15:34

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