Redway - Newsletter di marzo 2013

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N E W S L E T T E R #8. MARZO CREARE UN TEAM DI PRIME LINEE UNITO E DETERMINATO

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Newsletter di marzo di Redway, relativa all'edizione di marzo della Redway Manager Academy

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N E W S L E T T E R

#8.

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UNITO E DETERMINATO

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Quest’ultima edizione dell’RMAè stata ricca di suggerimenti utiliper creare il team di prime linee

giusto per la tua azienda.In questo numero

troverai anche il calendariodella nostra accademia

da aprile fino a luglio.Buona lettura!

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COME DIVENTARE UNA COLONNA PORTANTE(Intervento di Flavia Fabris)

Secondo Flavia Fabris ci sono 5 punti fondamentali che un manager deve avere per essere definito una vera “colonna portante” dell’azienda.

In primo luogo bisogna avere una spiccata propensione verso gli altri.E si intende sia “verso l’alto”, sia “verso il basso”: perché essere competenti nel fare il proprio lavoro non è sufficiente per essere un bravo manager. Andare d’accordo con chi ci circonda (e questo è valido per tutti i ruoli) è fondamentale per lavorare in un clima sereno e stimolante. Quindi comunicare con superiori, colleghi e sottoposti è alla base del comportamento di un bravo manager.Egli dovrebbe inoltre essere sempre rintracciabile: se il flusso di comunicazione all’interno dell’azienda non arriva ai piani alti, prima o poi la situazione va fuori controllo e diventa molto difficile da gestire.

Apriamo una breve parentesi sulla teoria di una buona comunicazione.Alla base di essa ci sono due concetti fondamentali: l’affinità e la realtà.Se l’affinità potremmo tranquillamente definirla come “feeling” che si crea tra le persone, la realtà è invece l’accordo che si crea nel momento in cui si ha la stessa visione su una deter-minata cosa. Un bravo manager dovrebbe cercare di crearle entrambe: maggiore è la realtà e

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maggiore sarà di conseguenza l’affinità e di conseguenza ancora la comunicazione.

Il manager deve far eseguire le cose.L’incarico che ricopre lo investe di una notevole responsabilità.Per garantire l’esecuzione dei processi in azienda non può non:

girare per l’azienda per controllare la situazione e trovare la soluzione ad eventuali pro-blemi.

tenersi sempre aggiornato e informato su quello che succede nel mercato

performare già al livello successivo; deve cioè sempre guardare avanti e anticipare i problemi prima che sorgano

fare le cose giuste; perché fare le cose giuste (che non sono pianificate e che sono detta-te dalla situazione del momento) è più importante che fare le cose bene

Sapersi vendere bene, ma senza esagerare; prendersi i meriti che gli spettano, perché è giu-sto che gli altri lo vedano.

Avere un’autodisciplina altissima.È la caratteristica che contraddistingue tutti i manager di successo, anche nelle attività ex-tralavorative e nella vita di tutti i giorni, e che è, da un punto di vista professionale, la qualità che fa sì che i progetti vengano portati a termine.Oggi infatti il problema che affligge moltissime aziende è la mancanza di esecuzione dei propri progetti.

Carpe diem!I bravi manager sono sempre pronti a vedere e a cogliere tutte le opportunità

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CREARE UNA SQUADRA AFFIATATA E DETERMINATA(Intervento di Bruno Bruni)

Per avere un team affiatato, collaborativo e determinato è di fondamentale importanza creare un ambiente di lavoro che favorisce la crescita delle persone.

I collaboratori sono un costo per l’impresa, se vengono messi nella condizione di crescere l’azien-da ha un grandissimo vantaggio competitivo.

Da cosa dipendono la nostra efficienza e la nostra determinazione?

dal buon umore

dalle persone che frequentiamo più spesso. Infatti si dice che “per diventare grande devi stare in mezzo ai grandi”. Bisogna sempre tener presente che o influenziamo le persone o ne subiamo l’influenza.

Ancora una volta facciamo riferimento alla famosa Legge di Pareto.È il 20% delle cause a determinare l’80% dei problemi. Nella società quindi è il 20% delle perso-ne a creare l’80% dei problemi.

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Questo 20% di persone che creano i problemi sono le persone demotivanti. Esse vanno evi-tate, se possibile. Se invece per un motivo o per l’altro dovessimo averci a che fare per forza è di vitale importanza saperne riconoscere i tratti principali, in modo da limitare i danni della loro influenza negativa.Il problema principale del fatto di avere a che fare con queste persone è che hanno una no-tevole credibilità.Esse fanno leva sulle cose che ci spaventano e per argomentarsi utilizzano fatti reali o per lo meno realistici. Senza contare il fatto che, essendo spesso queste persone all’interno dell’ambiente familiare o lavorativo, molte volte sostengono che quanto dicono è per il no-stro bene...

In effetti non è che la persona demotivante abbia per forza intenzioni negative, anzi, nella maggior parte dei casi non ne ha. Però bisogna tutelarsi

È un dato di fatto che:

all’interno di un dramma coniugale uno dei due coniugi ha i tratti della persona demotivante

dietro il fallimento di un’attività imprenditoriale (dove con fallimento intendiamo anche più blandamente il fatto di non riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati)

quando la nostra vita ci sembra piena di sforzi esagerati per fare qualsiasi cosa è perché sia-mo in contatto con una persona demotivante

L’influenza che queste persone possono avere sulla società è una cosa devastante

...infatti tutti noi, frequentando una persona demotivante, ci lasciamo influenzare, diventan-do a nostra volta demotivanti nei confronti di altre persone, che lo diventeranno per altre...etc.

Come facciamo a riconoscere una persona demotivante?

La persona demotivante presenta delle caratteristiche che devono metterci in allerta e che sono elencate qui sotto:

La persona demotivante generalizza il negativo.

Questo significa che se per esempio solo Mario Rossi dice di te che non gli è piaciuto il modo

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in cui hai condotto un lavoro, la persona demotivante ti verrà a dire che in azienda non sono contenti del modo in cui hai lavorato.Questo creerà in te uno stato d’animo non ottimale per lavorare e il turbamento che si è cre-ato in te si riverserà anche al di fuori dell’ambito lavorativo, come per esempio in famiglia, con gli amici etc...

Quando ci vengono fatte osservazioni di questo tipo è sempre bene chiedere nome e cogno-me di chi è stato a fare l’osservazione e se non otteniamo risposta possiamo stare tranquilli che la situazione che la persona demotivante ci sta dipingendo non è poi così allarmante.

La persona demotivante comunica più che altro notizie negative e critiche.

Per esempio la mattina quando ti incontra al lavoro ti chiede se hai sentito al tg che la situa-zione economica è sempre peggio, se hai intenzione di fare un giro nel weekend ti dirà che piove oppure se devi fare un viaggio in aereo ti racconterà di quanto è pericoloso volare e di quanta poca manutenzione facciano oggi agli aeroplani... e poi, quando gli chiedi come sta...ti ha mai risposto “bene, grazie”?

La persona demotivante non perde mai occasione di farti notare le tue mancanze; non solo: quando fai una cosa che merita un encomio stai certo che non ti dirà mai “bravo”.

Fatti scivolare addosso le sue critiche e non darti troppo da fare per estorcergli un compli-mento. È tutta fatica sprecata. Pensa invece che è provato che una persona che non riceve mai pieno apprezzamento per il lavoro che svolge nel tempo perde di determinazione e di positività, quindi non farti toccare dall’indifferenza che la persona demotivante dimostra nei tuoi confronti!

La persona demotivante ferma le notizie positive e porta avanti solo quelle negative, tal-volta anche amplificandole.

Facciamo un esempio. Il capo dice di te che non ha mai visto un segretario così organizzato e preciso, ma vorrebbe che tu fossi un po’meno chiuso quando rispondi al telefono e sta pen-sando di far rispondere alle chiamate a qualcun altro meno timido di te.

La persona demotivante ti verrà a dire che il capo non è affatto contento di come tratti la gente al telefono e che se non stai attento farà fare il tuo lavoro a qualcun altro.

Il risultato sarà che se vai a chiedere al capo se questa cosa è vera non potrà negare di averlo detto, con il risultato che i vostri rapporti saranno irrimediabilmente danneggiati.Ma quanto sarebbe stato diverso se la persona demotivante avesse riferito tutto il discorso?

La persona demotivante non si mette in discussione e non migliora la propria condotta.

Il più delle volte è fatica sprecata cercare di farla ragionare.Anche se a volte accade che promette di cambiare atteggiamento e modo di fare, in realtà poi non lo fa.

Se proprio devi cercare di criticarla, il consiglio è quello di fare prima leva sulle sue caratte-ristiche positive, per poi dirgli quello che non va. Però attenzione, che se poi non migliora la propria condotta rischi di esserne influenzato.

Le persone che hanno a che fare con la persona demotivante sono persono insicure, tristi e che sentono molto le difficoltà.

E anche tu prova a farci caso: qual è la persona dopo aver parlato con la quale ti senti triste, vuoto, privo di energia?Tutti abbiamo alti e bassi, è normale. Ma se in condizioni normali, tranquille, questi alti e bassi non precludono una crescita globale, un miglioramento, un raggiungimento di un obiettivo,

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nel momento in cui siamo soggetti a pressioni a causa di una persona demotivante, abbiamo alti e bassi, ma siamo sempre fermi.

Da quanto affermato sopra una persona positiva, come dovrebbe essere un buon manager, dice sempre chiaramente le cose come stanno, senza fare generalizzazioni, limita al minimo le notizie negative e non modifica le comunicazioni da ritrasmettere (semmai quando neces-sario smussa un po’gli spigoli delle critiche).

A sostegno di ciò inoltre incentiva la comunicazione nell’ambiente di lavoro, impostando una linea di condotta generale e avviando un programma interno per migliorare la comunica-zione. Argina le persone che creano incomprensioni e tensioni e tutela e incentiva le perso-ne positive e produttive. Crea momenti di incontro per migliorare l’affiatamento del team.

Tutto ciò rafforza l’autodeterminazione dei singoli collaboratori.

LE COLONNE PORTANTI DELLA TUA AZIENDA(Intervento di Flavia Fabris)

L’intervento di Flavia Fabris è rivolto principalmente ai titolari delle aziende, poiché tratta delle cose di cui bisogna tener conto dal momento in cui si selezionano le prime linee della propria azienda al modo in cui tenere poi unite queste figure professionali così importanti.

Il primo punto, indiscutibile, per quanto riguarda le colonne portanti della nostra azienda è che dobbiamo sceglierle bene in base ad alcune caratteristiche che sono peculiari per un buon manager. La persona che selezioneremo:

Deve essere estremamente affidabile. Non ci dovrebbe mai essere il bisogno di control-lare quello che fa.

Deve avere una forte automotivazione. Un bravo manager crede molto in se stesso e non occorre motivarlo.

Deve condividere l’obiettivo dell’azienda

Ha dei valori cardine che coincidono con quelli del titolare

Ha una grande organizzazione

Ha una comprensione molto alta, perché ama comunicare con le persone

Una volta identificate le nostre “colonne” dobbiamo anche dar loro modo di crescere e que-sto si ottiene:

Con il pieno apprezzamento nei loro confronti quando lavorano bene.Anche se, come abbiamo visto, i bravi manager sono fortemente automotivati, hanno bi-sogno comunque della conferma di essere sulla giusta strada.

Dandogli fiducia anche quando sappiamo che possono sbagliare

Cerca di condividere il loro sogno, allo stesso modo in cui loro condividono il tuo.Un buon sistema è parlare con ognuno di loro una volta all’anno (in genere l’anno nuovo è il momento migliore, anche perché è il periodo in cui si tirano le somme e ci si pongono le mete per il futuro), chiedergli se sono contenti, che obiettivi hanno etc...

Condividi i tuoi valori con loro e invitali a fare altrettanto.

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Facendogli sperimentare sempre cose nuove, perché hanno costantemente bisogno di mettersi alla prova e di trovarsi di fronte a nuove sfide.

Unire queste persone è responsabilità dell’imprenditore che allo scopo dovrebbe:

riunirle costantemente e farle comunicare tra di loro

far loro comprendere che punta molto sul loro rimanere unite, apprezzando molto quan-do le vede insieme

elogiare l’ottimo lavoro del gruppo quando si ottiene un risultato positivo

“uscire dal lavoro” di tanto in tanto, perché l’unione non parte da fare, ma dalle persone.

Anche mantenerle unite nel tempo è responsabilità del titolare, che deve

prendere posizione quando serve (sulla base di quei valori che seono stati definiti come comuni). Una situazione negativa che non viene gestita è inevitabilmente destinata a peggiorare, dapprima in modo visibile, poi in maniera nascosta e a quel punto la situazio-ne diventa irreversibile.

eliminare, anche se dispiace, le “colonne che cedono”, perché altrimenti faranno cadere tutta l’azienda.

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