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Biblia –

Trent’anni di studio e di amicizia

a cura di

Piero Stefani

Prefazione diAgnese Cini Tassinario

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I edizione: marzo

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Indice

PrefazioneAgnese Cini Tassinario

PresentazionePiero Stefani

Parte IStoria e scopi

L’associazione Biblia e la cultura biblica in ItaliaPiero Stefani

Parte II« In principio ». Convegno inaugurale

Alle radici della nostra cultura. La Bibbia ebraicaAlexander Rofé

Parte IIIQuattro maestri di Biblia

Luis Alonso Schökel. Profilo. Chiarità è caritàGianfranco Ravasi

Mi rallegro che la Bibbia arrivi ai laiciLuis Alonso Schökel

J. Alberto Soggin. Profilo. Un instancabile studioso poliglottaDaniele Garrone

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Indice

Da Abramo a GiacobbeJan Alberto Soggin

Amos Luzzatto. Profilo. La saggezza di un vecchio chaverMarco Maestro

Mosè dal midrash a BuberAmos Luzzato

Paolo De Benedetti. Profilo. PDB: un Maestro di vitaAgnese Cini Tassinario

La preghiera di Anna (Samuele )Paolo De Benedetti

Parte IVInediti

Il reato non è peccatoGustavo Zagrebelsky

L’ironia nella cultura yiddishDaniel Vogelmann

Matrilinearità. Echi profetici nel racconto del ottobre Alberto Cavaglion

Gesù il CristoVito Mancuso

Yeshùa/GesùMarco Cassuto Morselli

Le prime chiese siro–palesinesiRomano Penna

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Indice

Parte VAppendice

Programmi svolti dal al

Membri dei consigli direttivi dal al

Comitato Scientifico

Comitato paritetico Biblia–Miur

Segreteria

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Biblia 1985–2015ISBN 978-88-548-7921-8DOI 10.4399/97888548792181pag. 9–13 (marzo 2015)

Prefazione

A C T

Sono già passati trent’anni da quando partì ufficialmente l’avventuraBiblia; ma la sua gestazione risale ad anni e circostanze più remote.Forse dalle elementari che ho frequentato in buona parte in Svezia(–), dove a scuola la Bibbia era di casa. Oppure dai « CampiBibbia » delle Guides de France (Girl Scout francesi) cui partecipai edove mi innamorai dei grandi personaggi della Bibbia a tal puntoche, appena nominata responsabile dell’Agesci (Associazione Guidee Scout Cattolici Italiani), ne proposi l’esperienza anche per i capidell’associazione. Mi iscrissi alla Facoltà di Teologia dell’Antonianuma Roma per approfondire lo studio della Bibbia. Una volta ottenutoil dottorato, avrei voluto insegnare in qualche seminario per portareuna voce e una sensibilità femminili ai futuri sacerdoti che nel loromandato avrebbero dovuto occuparsi anche di donne. Ma i tempi nonerano maturi; non fui accolta.

Così, dopo averne parlato con alcuni professori e amici, fondai,insieme a mia sorella Maria Teresa Train e all’amico Piero Macelloni,Biblia. Il suo preciso intento era di voler condividere la gioia di leggeree studiare la Bibbia e le sue infinite interpretazioni provenienti dalmondo cattolico, protestante, ebraico e universitario e farlo assieme atante persone che non la conoscevano o la conoscevano poco (qual-cuno magari solo per aver sentito delle omelie la domenica). L’Attocostitutivo di Biblia fu redatto dal notaio Massimo Cavallina a Firenze,il dicembre . Gli scopi dichiarati erano i seguenti:

a) stimolare e diffondere la conoscenza della Bibbia organizzandoa tale scopo, direttamente o indirettamente, studi, ricerche,dibattiti e convegni, viaggi;

b) promuovere contatti con altre associazioni, istituzioni o orga-nizzazioni affini ad essa;

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Prefazione

c) svolgere le opportune azioni tendenti a favorire l’adesione allaAssociazione da parte del maggior numero possibile di persone.

L’Atto includeva un primo statuto che richiedeva, fra l’altro, lapresenza di un Consiglio direttivo formato unicamente da laici, unComitato scientifico composto da biblisti di vari orientamenti e fedie un Comitato promotore formato da personalità scelte nell’ambitodelle diverse attività che garantisse la serietà dell’Associazione.

Ricordo con viva commozione i miei incontri con le persone de-signate dai soci fondatori a costituire i due Comitati: dalle prezioseconsultazioni iniziali con padre Marco Adinolfi e con Alberto Soggin(miei professori al Pontificio Ateneo Antonianum), a quelle con Fran-cesco Flores d’Arcais e con l’amico Daniel Vogelmann fino alle varievisite. Indimenticabili quella, di ben due ore, a casa di Primo Levi,che accettò subito; a essa seguì il primo incontro a Milano con PaoloDe Benedetti, che sarebbe diventato nel tempo un maestro di vita permolti soci e che sarebbe stato acclamato nostro Presidente Onorarionel . Ricordo anche il « no » di Giulietta Masina in quanto il suoconfessore le consigliò di non accettare l’invito benché lei stessa nefosse entusiasta. Ho in mente anche le varie telefonate — quasi tuttepositive —, compresa quella con Margherita Hack che rispose col suotipico vernacolo fiorentino: « Gli italiani sono troppo ignoranti, gli èbene che studino anche la Bibbia: vu’fate bene: io non sono credente,ma l’è parte importante della nostra cultura ».

Durante la prima riunione del Consiglio direttivo ( aprile )venne accettata l’iscrizione dei primi soci, si nominò Elsa Lang co-me Amministratore, si lanciò una campagna promozionale e di ricercafondi, si accolse la messa a punto dei programmi elaborati dal Comita-to scientifico: seminari invernali ed estivi, convegni, tavole rotonde,viaggi di studio nelle terre della Bibbia. In particolare ci si soffermòsull’organizzazione del Convegno inaugurale di Biblia avvenuto inPalazzo Vecchio di Firenze, il ottobre , contraddistinto da unsuccesso di contenuti e di partecipazione al di là di ogni aspettativa:motivo di buona speranza, se è vero che il buon dì si vede dal mattino!

Quanto alla stampa, coordinata e promossa fino al dal consi-gliere di Biblia Francesco Flores d’Arcais, nel è uscito il primonumero di Atti (« che — come recita il « Notiziario » , , p. —saranno possibilmente sempre pubblicati, onde costituire così una

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Prefazione

piccola biblioteca che sia al tempo stesso testimonianza del lavorosvolto e base di lettura e riflessione per soci vecchi e nuovi »). Il marzo esce il numero del « Notiziario » di Biblia, diretto daFlores d’Arcais fino al n. del ; dopo di allora ne divenne direttoreresponsabile Piero Stefani. Le tappe ufficiali successive furono il rico-noscimento della personalità giuridica, su proposta del Ministero per iBeni Culturali a Ambientali (DPR del novembre ) e l’iscrizionenel registro delle Onlus ( luglio ).

Tante cose da fare e da organizzare per una piccola ma agguerritaAssociazione come la nostra, ma tanta attività è ben poca cosa di fron-te alla storica ignoranza del testo biblico nella cultura italiana. Forse,si pensò, occorrerebbe aprire le nostre attività anche al mondo dellascuola, nella quale si formano le nuove generazioni [. . . ] Ed ecco che,quasi in risposta alla nostra riflessione, il convegno nazionale di Na-poli (– aprile ) chiese al Consiglio direttivo, con un’appositamozione, di stendere un appello per l’inserimento della Bibbia nellascuola da far firmare a varie personalità e da inviare al Ministero dellaPubblica Istruzione. Così avvenne (primo appello, ). Nel sicostituì, per nostra iniziativa, un « Comitato Bibbia Cultura Scuola(Cbcs) » cui parteciparono associazioni e testate. Il Comitato orga-nizzò molti corsi di aggiornamento locali e nazionali, sempre affollati,grazie anche alla concessione, da parte del Ministero, dell’utilizzo diPiero Stefani per il coordinamento del Cbcs (–).

Non posso non ricordare l’emozione che provai quando, alla radio,l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro, a ungiornalista, che gli chiedeva quale fosse una cosa che avrebbe volutofare per la scuola e che non aveva avuto il tempo o il modo di attuare,rispose: « aggiungere lo studio della Bibbia nell’iter scolastico ». Glichiesi un appuntamento per telefono e dopo giorni ero a conversarecon lui nel suo salottino privato. Fra le altre cose, da geniale ed eruditolinguista qual è, mi disse: « Vede signora, per me la Bibbia è come ilpongo: si può infatti darle molte forme, come è stato fatto nei secoli,ma la sostanza resta sempre uguale ». Il maggio firmò il nostroprimo Protocollo d’Intesa con Biblia, ma poco dopo cadde il Governoe con esso i nostri progetti si bloccarono e il Cbcs si sciolse.

Chi si ferma è perduto, si sa: perciò, dopo aver consultato un grup-po di esperti, abbiamo formato una nuova sezione di Biblia (« Bibbiae Scuola » denominata BeS), riformulato i nostri programmi, creato

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Prefazione

un apposito sito per insegnanti e lanciato un nuovo appello ()presentato alla stampa a Milano e a Roma, e infine al Miur, correda-to da . firme fra cui tanti insegnanti e molte personalità dellacultura italiana. Ed ecco che finalmente, il marzo , è stato fir-mato un nuovo Protocollo d’Intesa con il Miur, rinnovato nel .Grazie all’impegno del Comitato esecutivo BeS, del Comitato parite-tico Miur/Biblia e dei responsabili regionali BeS, si sono ripresele attività (corsi di formazione locali e nazionali per insegnanti e perstudenti) e si è lanciato un concorso regionale per le scuole della To-scana su « Gli animali e la Bibbia » (anno scolastico /) e unonazionale su « Il cibo nella Bibbia. Ricercare e condividere il pane »(anno scolastico /); ad entrambi hanno aderito molte classi.

Trent’anni di intenso lavoro quotidiano, di incontri, di nuove ami-cizie, di studio, di ricerca di sponsor, di programmazioni, di riunioni,ma pur sempre una goccia nel mare dell’ignoranza biblica, secondoquanto dice il rapporto contenuto in Un cantiere senza progetto. L’Italiadelle religioni. Rapporto , a cura di P. N e B. S (Emi, Bo-logna ). Mia madre diceva che « molti piccoli ruscelli formano ungrande fiume »; è con questa speranza che il nostro impegno continua,pur con molte difficoltà dovute, in gran parte, a una grave carenzaeconomica e al calo del numero di soci (anch’essi costretti a tagli ea scelte), nella consapevolezza che la Bibbia è lì che aspetta di essereletta, per aiutarci a vivere i valori da essa proposti e per rispondere alletante domande da essa suscitate sulla vita e sulla morte, sull’amore esul perdono, sul dolore e sulla gioia, sulla violenza e sulla pace: tutterealtà che accompagnano i nostri percorsi terreni e che ogni esserevivente dotato di un minimo di intelligenza e di volontà deve, primao poi, affrontare e tentare di risolvere, almeno in parte, perché la suaesistenza sia più giusta ed equilibrata.

Dopo trent’anni, ci sembra, però, giusto e doveroso cercare di capi-re meglio il mondo di oggi e di ripensare, alla luce di queste riflessioni,a come reimpostare i programmi di Biblia (livello più o meno altodelle conferenze, diminuire il numero delle proposte, decentramento[. . . ] ), a come comunicare i contenuti degli eventi a chi non può parte-ciparvi di persona (forse diffondendo gli Atti solo in via telematica), aquali proposte avanzare per la scuola (forse puntando anche sulle Uni-versità, dove sarebbe bello che ci potesse essere un corso obbligatoriodi Bibbia per i futuri insegnanti). Pur restando fedeli allo scopo iniziale

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Prefazione

di Biblia, lo dobbiamo fare affinché la nostra offerta sia valida, utilee accettabile. Occorre pensare a come reperire i fondi necessari perla sussistenza di Biblia (alzare o abbassare le quote sociali, campagnapromozionale per incrementare il numero dei soci, ricerca di sponsor,altre proposte [. . . ] ), a come elaborare programmi adatti a giovanie a giovani coppie con figli [. . . ] Allarghiamo queste domande agliamici, ai biblisti, a tutti coloro che vorranno aiutarci a riflettere, nellasperanza di ricevere molti lumi per andare avanti ad maiora. Grazie!

Agnese Cini Tassinario

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Biblia 1985–2015ISBN 978-88-548-7921-8DOI 10.4399/97888548792182pag. 15–15 (marzo 2015)

Presentazione

P S

Questa raccolta di scritti propone materiali editi (ma ormai spessodifficili da reperire) e inediti estesi su un arco temporale che copretutti i trent’anni di vita di Biblia. Non si tratta di una documentazioneesauriente. La sua dimensione è piuttosto di tipo antologico. In aper-tura ci si è comunque preoccupati di fornire alcuni riferimenti relativialle vicende più qualificanti e agli scopi principali dell’Associazione.

Il fatto che l’origine o, se si vuole, l’imprinting lascino segni perma-nenti nella vita successiva si rende manifesto con l’andare del tempo.Per questa ragione si è voluto dare ampio spazio al convegno inaugu-rale. A distanza di tre decenni ci si è resi conto che in quella giornatadell’ottobre erano già stati espressi, in germe, molti dei filonipoi sviluppatesi nel tempo. Nella sua parte centrale il libro si presentasoprattutto come un tributo di riconoscenza a persone e studiosi senzadei quali la nostra Associazione avrebbe un profilo umanamente eculturalmente molto più modesto.

Nella sezione “Inediti” ci si è preoccupati di raccogliere testi chedocumentassero alcune delle attività più costanti e qualificanti di Bi-blia. I contributi, infatti, derivano rispettivamente da un seminario(o convegno) invernale, da un convegno nazionale, da due convegnidi aggiornamento organizzati dal BeS (la sezione di Biblia dedica-ta alla scuola) e da un seminario estivo. Per molti lettori scorrerel’“Appendice”, lungi da essere una semplice elencazione di fatti e dinomi, sarà un’occasione per richiamare alla memorie ricordi e voltiin conformità allo spirito di accoglienza e di amicizia proprio di Bibliache nessuna pagina scritta è di per sé in grado di riprodurre.

Piero Stefani

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P I

STORIA E SCOPI

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Biblia 1985–2015ISBN 978-88-548-7921-8DOI 10.4399/97888548792183pag. 19–31 (marzo 2015)

L’associazione Bibliae la cultura biblica in Italia∗

P S

Da sempre in Svezia i bambini imparano a leggere sulla Bibbia, laleggono come un libro di storia e di storie. O almeno così avvenivafino a un certo numero di anni fa. Agnese Cini Tassinario, di madresvedese, ha frequentato le scuole elementari in Svezia nel corso deglianni Quaranta. Dopo la guerra i suoi genitori sono tornati in Italiadove lei ha proseguito gli studi. Ma erano ben pochi, allora, gli italianiche a casa o a scuola leggevano la Bibbia. Quest’antica esperienza,unita al meno remoto impegno nei « campi Bibbia » dell’Agesci, sonostate due delle precondizione personali che hanno condotto AgneseCini a fondare nel Biblia, associazione laica di cultura biblica.

Si tratta di una proposta che qualificandosi come laica, non trovariscontri nel panorama italiano e, a nostra conoscenza, neppure inquello europeo.

Accanto ad attività incentrate su convegni, seminari, viaggi di stu-dio, corsi di lingua ebraica, pubblicazioni, una caratteristica peculiaredi Biblia è la sua sezione intitolata « Bibbia e Scuola » (BeS) il cui scoposta nel favorire, all’interno della scuola, la presenza di un approcciolaico alla lettura della Bibbia. Nella parte conclusiva del presente in-tervento si prospetteranno alcune osservazioni relative alla « laicità »dell’associazione; prima, però, conviene affrontare questioni di piùlungo periodo relative alla presenza della Bibbia nel contesto culturaleitaliano.

∗ Il testo è ripreso dal Rapporto sull’analfabetismo in Italia, a cura di A. M, ilMulino, Bologna , pp. –.

. Per essere informati sugli scopi, sulle attività presenti e passate, sulle pubblicazio-ni, sulla consistenza numerica e agli organi direttivi dell’associazione si rimanda al sitowww.biblia.org. Attualmente Agnese Cini ricopre la carica di Segretaria Generale, mentreil Presidente è Piero Stefani.

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Piero Stefani

La conoscenza della Bibbia in Italia

Non di rado ci si chiede quale sia il posto riservato alla Bibbia nell’am-bito di una cultura, quella italiana, a lungo scarsamente familiare conquelle pagine. Si può davvero parlare, oggi, di una consistente rinasci-ta? Vari segnali sembrano andare da questa parte; altri invece paionoincamminarsi in direzione opposta. Questa situazione ibrida fa sì cheda un lato si noti un interesse senza precedenti per il testo biblico edall’altro si registri un’ignoranza crescente dei riferimenti biblici untempo largamente conosciuti. Tale apparente contraddizione meritadi essere decifrata.

In realtà questo stato di cose non è contraddittorio se si tiene contodel fatto che la Bibbia rientrava, a pieno titolo, in quel genere di te-sti in qualche modo conosciuti anche da chi non li ha mai letti. Perconoscere Pinocchio non è necessario aver preso in mano il libro diCollodi e Cappuccetto rosso è noto persino a chi ignora l’esistenzastessa di Perrault. Un tempo alcuni fondamentali riferimenti biblicisi diffondevano semplicemente per sentito dire. Per ricorrere a unaprova di basso profilo basta pensare a molti modi di dire un temponotissimi: « qui ci vuole la pazienza di Giobbe », « smettila con questegeremiadi », « medico cura te stesso », « nessuno è profeta in patria »,ecc. Tuttavia non era questa presenza diffusa a costituire l’ossatura difondo grazie alla quale i personaggi biblici erano noti in un’epoca incui la Bibbia veniva meno letta di quanto non avvenga oggi. Per com-prenderlo occorre prendere atto che l’Italia è un paese storicamentee culturalmente cattolico. In virtù di una scelta strategica compiutadalla Chiesa post–tridentina la Scrittura, infatti, fu a lungo conosciutanella forma sostitutiva e mediata della « storia sacra ». Essa veniva cioèesposta in modo catechetico e divulgata lungo un itinerario preciso eunitario che metteva in fila vicende e figure partendo da Adamo pergiungere fino a Gesù e agli apostoli. I bambini che frequentavano ilcatechismo e le persone che andavano in chiesa conoscevano questoracconto interpretativo, sapevano dell’esistenza di Adamo ed Eva, diNoè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Giosuè, Sansone,Samuele, Saul, Davide, Isaia e Geremia non meno di quanto valesseper Pietro, Giacomo, Giovanni, Matteo o Paolo.

Poco si comprende dello status della Bibbia in Italia senza tenerconto sia del passato predominio della storia sacra, sia della crisi ir-

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L’associazione Biblia e la cultura biblica in Italia

reversibile a cui essa è andata incontro nel postconcilio. Quanto èdefinitivamente tramontato è proprio il tessuto catechetico che mette-va in fila i personaggi biblici e dava una lettura unitaria e monocordedelle vicende della Scrittura. Per questo tipo di approccio fin dalla pri-ma pagina tutto doveva essere chiaro. Nella sua griglia interpretativail peccato originale non poteva che rimandare subito alla croce e lamaledizione del serpente doveva essere per forza un protovangelo cheannunciava Maria. Allo stesso modo avveniva per tutte le pagine suc-cessive dominate da un senso di preannuncio, o meglio di previsione,che allora pareva il contrassegno certo della profezia.

L’approccio legato alla storia sacra non accostava i fedeli alla Bibbia.La sua funzione era un’altra: far conoscere in modo parziale e selet-tivo qualcosa della Scrittura. Contro questo modello hanno operatoin modo convergente fattori eterogenei. Un ruolo rilevante nella suascomparsa va certamente attribuito ai processi di secolarizzazionedella società e di caduta della pratica religiosa che hanno ristretto ilraggio di chi poteva essere raggiunto per questa via. L’osservazionenon è però sufficiente. Accanto ad essa va posto in debita evidenza ilruolo svolto dallo stesso ritorno conciliare alla Bibbia. La maggiorefrequentazione delle pagine bibliche, l’aver legittimato e praticato ap-procci storico–critici e letterari alla Scrittura, l’attenzione ecumenicaper il mondo protestante, il crescente interesse per l’esegesi giudaicae soprattutto la riforma liturgica che ha reso direttamente accessibileall’orecchio dei fedeli molti brani dell’uno e dell’altro Testamento, sonotutti fattori incompatibili con il precedente predominio assegnato allastoria sacra.

Imperniata sulla trasmissione di nozioni da apprendere, la catechesifu a lungo preoccupata di inculcare determinate nozioni (non a caso« andare alla dottrina » significava, popolarmente, frequentare il ca-techismo). Questa alfabetizzazione catechetica comprendeva comeun suo sottoinsieme l’apprendimento di alcune nozioni di storia sa-cra. La catechesi successiva al Vaticano II, facendo proprie istanzepedagogiche attente alla soggettività infantile e adolescenziale, ha ab-bandonato, con buone ragioni, questo modo di procedere. La scelta haavuto, però, come una delle sue conseguenza la drastica diminuzionedella conoscenza media dei contenuti della fede. Prima comunionee cresima sono tuttora pratiche diffuse; per ricevere quei sacramentibisogna ancora frequentare il catechismo, nella maggior parte dei casi

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Piero Stefani

esso però inculca ormai pochissimi contenuti della fede e tanto menoespone le grandi linee della storia sacra. Questo vuoto non ha trovatosostituti.

La lacuna nella trasmissione di base della storia sacra non è affattosupplita dalla scuola. Essa non ha mai davvero prospettato alcun effica-ce e sistematico programma di cultura biblica. L’Irc (Insegnamentoreligione cattolica) lo prevede, ma per una ben nota serie di ragioni,l’argomento viene sviluppato solo in alcuni contesti più culturalmentematuri. In concreto, l’Irc risente largamente, nelle secondarie, dellapressione esercitata dalla componente esperienziale e dalla volontà didiscutere problemi etico–psico–sociologici mentre, nelle primarie, lastoria sacra subisce il contraccolpo del ruolo sempre meno sistematicoattribuito alle « grandi narrazioni » diacroniche. Non è, quindi, azzar-dato concludere che le due grandi istituzioni di formazione culturaledegli italiani, Chiesa cattolica e scuola, non forniscono ormai allenuove generazioni i rudimenti biblici propri della storia sacra, men-tre continuano a essere incapaci di sostituirli con una cultura biblicaorganica.

Diverso il discorso per quanto concerne i libri. Qui, tanto nell’edi-toria cattolica o protestante quanto, sia pur in modo minore, in quellalaica, abbondano testi divulgativi e specialistici che consentirebberoa ognuno di accostarsi in modo adeguato alla Bibbia. In quest’areal’interesse per la Scrittura è andato sicuramente incrementandosi. Tut-tavia in Italia il numero delle persone che si accostano alla Bibbiaattraverso il canale principe della lettura resta, nel complesso, relati-vamente limitato. Inoltre quel cumulo di pubblicazioni appare moltovario per intenti e interessi. Tirando le somme è dato concludereche, per quanto in molti settori cresca l’attenzione nei confronti dellaBibbia, aumenta, specularmente, anche il numero, ben più elevato, dicoloro che ormai non ne sanno più nulla. Questa constatazione spiegal’apparente paradosso della simultaneità tra l’interesse per la Scritturae la presenza di un’ignoranza di base sulle figure e sulle storie bibli-che. Infatti attualmente la Bibbia pare riuscire a coinvolgere il grandepubblico in maniera solo episodica e frammentaria. Il filo unitario ecompatto della storia sacra non ha lasciato eredi riconoscibili.