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È una lunga storia

Il 29 giugno del 1951 era la festa di Pietro e Paolo, una giornatasplendida, piena di sole in quel di Frisinga: il cardinale MichaelFaulhaber, un brav'uomo che era stato uno dei primi oppositori diHitler, stava ordinando una quarantina di sacerdoti nel bel duomodella città. Tra questi, i fratelli Georg e Joseph Ratzinger.Joseph è un ragazzo dagli occhi vivi, mobili e furbi, di tre annipiù giovane del suo aitante fratello. Quando si inginocchiadavanti al vecchio porporato (sono parole sue, della sua autobio-grafia), gli arriva un segno: “Non si deve essere superstiziosi[notate il “deve”], ma nel momento in cui l'anziano arcivescovoimpose le mani su di me, un uccellino – forse un'allodola – si levòdall'altare maggiore della cattedrale e intonò un piccolo cantogioioso; per me fu come se una voce dall'alto mi dicesse: 'Vaibene così, sei sulla strada giusta'”.Certo, non è segno quale la Madonna delle pastorelle o le santeMargherita e Caterina di Giovanna D'Arco, ma è pur sempre unsegno da Hollywood in Baviera.Per il futuro santo inquisitore e poi papa Benedetto XVI, dettoRatzy, fustigator di omosessuali e d'ogni genere di sessualità nonriproduttiva, è segno degno.La lunga storia della sessuofobia di Santa Romana Chiesa noninizia col nostro. Affonda le radici nei primi secoli dell'Occidente cristiano con sanPaolo, di cui Andrew Priest, sacerdote protestante, psicosociolo-go e antropologo, dice: “Trovava il sesso disgustoso e gli eraradicalmente ostile. Soffrendo di una mancanza patologica dimaturità emotiva, psicologicamente squilibrato, aveva troppol'abitudine di confondere le sue reazioni istintive e i suoi capric-ciosi giudizi di valore con delle regole promanate dall'Alto […]il Cristo crocefisso l'attirava più del Cristo resuscitato. La suadottrina dell'espiazione porta il marchio dei suoi gusti sado-

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masochisti […] Si ha anche motivo di pensare che fosse un omo-sessuale represso, e che razionalizzasse nell'inconscio questo suoorientamento sessuale che si è rivolto alla castità [...]”.Stiamo parlando di san Paolo, non di Ratzinger.A Ratzy, per quanto ne sappiamo, una volta sola con molta circo-spezione chiesero dei suoi rapporti adolescenziali, cui certo non

accenna nella sua autoagiografia. E lui,con la bocca a fessura, gli occhi ridentiquasi irridenti, disse che il libro erasolo un compendio... Insomma, glis-sò con quella evasiva eleganza ditermini che gli è propria quandovuole castigare il mondo e imporrela dottrina.E invece importante sarebbe per lopsicologo sapere se la sua inibizione

sia cominciata così presto da negarglianche la masturbazione. Questione non irrilevante se, come psi-cologia vuole, la repressione che subìallora, in quei tempi poveri e bui di una

Baviera hitleriana, ha ingenerato le sue tristi condanne di ognisessualità non canonica. Ma i suoi rapporti con il femminile e conil maschile resteranno per sempre sepolti nelle sacrestie diBaviera. Certo è che il sesso diverrà la sua ossessione.Sui due grandi momenti formativi della sua adolescenza, il rap-porto con l'omo e l'eterosessualità e i due anni da soldatino delTerzo Reich, non abbiamo se non la versione ufficiale per ilsecondo e il nulla assoluto per il primo.Nessuno ha voluto calcare la mano sulla sua appartenenzaforzata al Reich, e possiamo capire. Ma è chiaro che la sua vitasessuale di adolescente non può non avere avuto un peso sulla

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San Paolo

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sua vita adulta. E quindi aver preparato la strada alla sua omofo-bia ossessiva e alla sua altrettanto ossessiva insistenza sulla casti-tà per gli omosessuali. Al totale rifiuto del matrimonio per i preti,accettato ultimamente daglianglicani. E ancora alla dog-matica irremovibilità sulvincolo sacro e indissolubi-le del matrimonio e sullafamiglia che ogni altraforma e formula esclude,ponendosi a paradigmaormai antistorico. La sua è una battaglia di retro-guardia persa in partenza, in unmondo dominato dal Capitaleche ci sta facendo passare dallafamiglia nucleare all'esse-re single. E a un lea-sing più o menomercenario e delsesso e del sen-timento. In que-sto progressivosgretolarsi del-l ' a g g r e g a t o“ f a m i g l i anucleare”, l'uomo, che sciocco non è, spera di ergersi da quandoè papa a improbabile, e inascoltato, paladino del matrimonio“finché vita non vi separi”. E fare di questo la fortezza inespu-gnabile della sua visione rétro, le cui grottesche conseguenzeriempiono le tv contemporanee.

Il 29 dicembre 1975 Franjo Šeper, predecessore del nostro al

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Sant'Uffizio, che ora ha il nome più consono ai tempi diCongregazione per la dottrina della fede, promulga un documen-to intitolato Dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale. Eapre uno spiraglio nella millenaria condanna biblica dei sodomi-ti. Riportiamo per intero questo scritto nella parte sull'omoses-sualità, perché è un capolavoro di gesuitismo trasudante l'imba-razzo nei confronti dei costumi che si liberano e, insieme, la pre-occupazione di tenere saldi i bastioni della dottrina, ma anche diconcedere qualcosa ai tempi che avanzano:“Ai nostri giorni, contro l'insegnamento costante del magistero eil senso morale del popolo cristiano, alcuni, fondandosi su osser-vazioni di ordine psicologico, hanno cominciato a giudicare conindulgenza, anzi a scusare del tutto, le relazioni omosessualipresso certi soggetti. Essi distinguono, e sembra non senza moti-vo [sic], tra omosessuali la cui tendenza, derivando da falsa edu-cazione, da mancanza di evoluzione sessuale normale, da abitu-dine contratta, da cattivi esempi o da altre cause analoghe, ètransitoria, o almeno non incurabile, e gli omosessuali che sonodefinitivamente tali per una specie di istinto innato o di costru-zione patologica [sic] giudicata incurabile. Ora, per ciò cheriguarda i soggetti di questa seconda categoria, alcuni concludo-no che la loro tendenza è a tal punto naturale da dover ritenereche essa giustifichi, in loro, relazioni omosessuali in una sinceracomunione di vita e di amore analoga al matrimonio, in quantoessi si sentono incapaci di sopportare una vita solitaria. Certo,nell'azione pastorale questi omosessuali devono essere accolticon comprensione e sostenuti nella speranza di superare le lorodifficoltà personali e il loro disadattamento sociale. La loro col-pevolezza sarà giudicata con prudenza, ma non può essere usatonessun metodo pastorale che, ritenendo questi atti conformi allacondizione di quelle persone, accordi loro una giustificazionemorale. Secondo l'ordine morale oggettivo [!], le relazioni omo-sessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensa-

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bile. Esse sono condannate nella sacra scrittura come gravidepravazioni e presentate, anzi, come la funesta conseguenza diun rifiuto di Dio [la spiegazione di questa capriola logica la tro-verete altrove]. Questo giudizio della scrittura non permette diconcludere che tutti coloro i quali soffrono di questa anomalia nesiano personalmente responsabili, ma esso attesta che gli atti diomosessualità sono intrinsecamente disordinati e che, in nessuncaso, possono ricevere una qualche approvazione”. Finis.Per occhi molto, molto aguzzi, tra le mura dell'impasto retoricoqualche sottilissima crepa lascia entrare un filo di luce nel buiodell'oscurantismo che ha prodotto nei secoli discriminazioni eghettizzazioni, roghi e assassinii. A guardare proprio con atten-zione estrema, qualche lama di luce si intravede.Ma durerà poco: dieci anni. Un batter di ciglia per la Chiesa deisecoli. Ma lunghissimi e liberatori per i movimenti che si agita-no fuori di quelle mura granitiche: le donne hanno scoperto fem-minismo e diritti nei Settanta, i gay hanno scoperto sé stessi inquella mitica notte a Stonewall, nel cuore del Village di NewYork, rispondendo finalmente per la prima volta all'ennesimopestaggio poliziesco. E da lì non si sono più fermati. Esprimendoun'identità da rivendicare, nel cuore della Mela e in tutto ilmondo. Fino alla Roma papalina e, chissà, fin dentro il Vaticano,notoriamente omo, come raccontava Peyrefitte cinquant'anni orsono nel suo bestseller Le chiavi di San Pietro.Alla fine del 1981 arriva Ratzinger, voluto dal papa giovialone erestauratore. Nell'ottobre 1986 il nostro piccolo inquisitore pro-duce la Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Ilsuo scopo è quello di chiudere le crepe prima che si allarghino, dirinforzare le mura della biblica e quindi eterna condanna. È l'at-to iniziale della sua più che ventennale omofobia.

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Sentite:“Come accade per ogni altro disordine morale, l'attività omoses-suale impedisce la propria realizzazione e felicità perché è con-traria alla sapienza creatrice di Dio. Quando respinge le dottri-

ne erronee riguardanti l'omosessualità, la Chiesa non limita mapiuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese inmodo realistico e autentico”. Qui potete toccare con mano il credo del nostro inquisitore. Tidiscrimino – dice – come sempre ti condanno. Ma lo faccio perfar piacere al mio Dio e, naturalmente, per il tuo bene.Ma i dieci anni non sono passati invano. La comunità omosessua-le si è scossa e ha manifestato, in mille forme coraggiose, spiri-tose, irriverenti, la sua insofferenza per lo stigma bimillenario

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della Chiesa, la sua voglia di riscatto. I media ne hanno fatto fol-klore, ma hanno aiutato.Lui continua per la sua strada di sottile denigrazione, emargina-zione, repressione. Il metodo è lo stesso che usa per l'altra suabattaglia oscurantista, quella contro la teologia della liberazione.Ecco cosa dice sul movimento omosessuale che cresce:“Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di pro-testa, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle personeomosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplice-mente una forma di ingiusta discriminazione”. Si commenta da sé.E ancora:“È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativodi manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso inbuona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare lenorme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conforma-re questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi dipressione, secondo cui l'omosessualità è almeno una realtà per-fettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la praticadell’omosessualità stia minacciando seriamente la vita e ilbenessere di un gran numero di persone [sic], i fautori di questatendenza non desistono dalla loro azione, rifiutano di prendere inconsiderazione le proporzioni del rischio che vi è implicato”.E poi, dopo aver detto che “la dignità propria di ogni personadeve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni, nellelegislazioni”, prosegue: “tuttavia la doverosa reazione alleingiustizie commesse contro le persone omosessuali [che intendai massacri hitleriani passati sotto silenzio dalla Chiesa?] non puòportare in nessun modo all’affermazione che la condizione omo-sessuale non sia disordinata [è il refrain anche del suo predeces-sore]. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenzal’attività omosessuale è accettata come buona, oppure quandoviene introdotta una legislazione civile ......................

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