Rassegna Stampa Marzo 2014

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cartografia della bellezza inquieta Rassegna Stampa Marzo 2014 Sacrario di Redipuglia 6 luglio 2014 Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014

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Page 1: Rassegna Stampa Marzo 2014

Sacrario di Redipuglia6 luglio 2014

Cividale del Friuli19-27 luglio 2014

cartografi a della bellezzainquieta

Rassegna StampaMarzo 2014

Sacrario di Redipuglia6 luglio 2014

Cividale del Friuli19-27 luglio 2014

cartografi a della bellezzainquieta

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2014

Data: 1 marzo 2014

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di Alex Pessotto

Se in oltre 50 anni di carrieraCochi e Renato continuano amietere successi, in barba allemeteore del qui e dell’ora, unmotivo ci sarà. In regione ritor-nano mercoledì 5, alle 21, al Te-atro Nuovo Giovanni da Udi-ne. Di biglietti disponibili ce nesono ancora: sul circuito Ticke-tone, nei punti vendita AzaleaPromotion e alla biglietteriadel teatrone friulano è possibi-le prenotarli.

Cochi e Renato, al secolo Au-relio Ponzoni e Renato Pozzet-to, proporranno “Quelli del ca-baret”.

Dunque, Pozzetto, qual è ilsegreto?

«Abbiamo iniziato la nostraavventura proponendo un lin-guaggio surreale. Quando sicantavano ancora le canzoniper l’amore e la mamma, noiabbiamo proposto canzoni perla gallina e per l’ombrello…. In-somma, abbiamo debuttatocon un linguaggio particolare,e, nei primi tempi, abbiamofatto fatica: erano in molti anon capirci; il pubblico crede-va persino di venir preso in gi-ro. Altri, però, soprattutto gio-vani, ci hanno voluto seguire. Ilsegreto del nostro successo è,quindi, nell’aver iniziato conun linguaggio nuovo che ci haaccompagnato nel tempo alpunto che, credo, ancora oggi,costituisca una novità. Abbia-mo un nostro marchio, un no-stro modo surreale di porgerele nostre canzoni. Chi viene avedere il nostro spettacolo nontrova “in giro” nulla di simile.Ecco: il nostro segreto non saràtutto nel linguaggio ma senz’al-tro per una buona parte».

E per la parte restante?«Chi ci precedeva era figlio

dell’avanspettacolo o dellacommedia o del teatro tradizio-nale. Noi siamo figli del caba-

ret, inaspettatamente: il nostroterreno di gioco non c’era, ce losiamo creati; il cabaret, primadi noi, non c’era, ce lo siamo in-ventati. E quindi abbiamo por-tato una ventata di novità. Conil modo di recitare, gli spazi ri-dotti, oltre che, appunto, con illinguaggio: elementi, tutti que-sti, che nella carriera ci hannoaiutato».

Il vostro è un linguaggioche nel tempo si è modifica-to?

«Il linguaggio, ovviamente,segue la vita. Magari si saràevoluto o involuto, certamentesi è modificato. Ma visto che ilpubblico viene ai nostri spetta-coli e si diverte, spero e credo sisia evoluto».

Un luogo comune ma nontroppo vuole i comici malin-conici se non tristi? Lei

com’è?«Conosco, come tutti, la ma-

linconia. Ma mi sento allegro,amo divertirmi. L’umorismo èuna cosa innata. E con Cochinon siamo andati a scuola. Ab-biamo portato sul palcosceni-co ciò che avevamo dentro. Avent’anni eravamo già quelliche si esprimevano in un mo-do particolare».

Può soffermarsi su “Quellidel cabaret”?

«Lo facciamo dall’anno scor-so. E’ la storia della nostra vita.Sia io che Cochi abbiamo por-tato in questi giorni battute“sulle cose di oggi”: su Renzi,Letta come su Mario Balotelli.Quello che viene al fuoco locuociamo e lo serviamo. Lospettacolo ha debuttato a Mila-no, poi è andato a Roma, qual-che tappa in Toscana, a Bolo-gna, a Gradisca,…. Adesso ve-niamo a Udine e i primi di apri-le ritorniamo a Milano perchéil pubblico, dopo averci visto loscorso anno, ci vuole ancora».

Anche se Cochi e Renato so-no attivi da oltre 50 anni nonavete lavorato sempre assie-me...

«Abbiamo avuto una paren-tesi di venti-trent’anni. A un

anno di distanza abbiamo de-buttato al cinema: io ho fatto“Per amare Ofelia” e ho prose-guito con i film; Cochi ha fatto“Cuore di cane” per poi dedi-carsi soprattutto al teatro diprosa. Nel 2000 ci siamo incon-trati di nuovo e abbiamo ripre-so col teatro. Da poco, invece,è stata trasmessa da RaiUno“Casa e bottega”, fiction di cuiero il protagonista, mentre Co-chi ha appena finito un impe-gno teatrale senza di me. In-somma, siamo Aurelio Ponzo-ni, Renato Pozzetto, Cochi eRenato. Siamo in quattro, nonin due!».

Anche cinema, tv, fra i suoiprogetti?

«Una fiction, ma al momen-to non ne parlo per scaraman-zia».

©RIPRODUZIONERISERVATA

� TRIESTE

Questa sera alle 22, Matteo Dai-nese presenta il terzo disco so-lista de Il Cane (“Boomerang”,Moscow/ Matteite Rec.) al Te-tris; in apertura i veneti Mule-ta. Impossibile tenere il contodi tutti i progetti in cui è statocoinvolto il musicista udinesenella sua carriera: ha esorditonel ’93 come batterista dei Jit-terbugs, per entrare poco dopoin formazione dei Meathead diTeho Teardo, ha suonato poiper diversi anni con i francesiUlan Bator. Da batterista è di-ventato polistrumentista ed èpassato alla composizione dipezzi propri, prima in inglesecon i Dejligt e dal 2009 in italia-no con Il Cane. Nelle vesti di

produttore ha realizzato varidischi per la sua stessa etichet-ta, la Matteite.

“Boomerang” è stato scritto,prodotto e registrato fra Udi-ne, Firenze e Lignano, e vede lapartecipazione di musicisti co-me Egle Sommacal (MassimoVolume), Ilaria D’Angelis (…AToys Orchestra) e Marco Testadi fuoco (Giorgio Canali & Ros-sofuoco).

«Quando si lancia un boo-merang (dopo 5 secondi come10 anni) - spiega Dainese - ri-torna nelle proprie mani ripor-tandoci esattamente a quelloche siamo stati e abbiamo pro-vato al momento del lancio. Laritorsione può avere un effettocontroproducente, facendocisentire disarmati, ingenui, su-

perficiali. Oppure positiva, fo-calizzando la nostra maturità,il nostro amore per il prossi-mo».

Si può chiamarlo karma?«Esattamente. Il mio sogno piùricorrente da anni è quello diconoscere un figlio metallaroormai adolescente, alto duemetri, del quale non ho mai sa-puto l’esistenza».

Come descriverebbe“Boomerang”? «Forse più popspecialmente per l’arrangia-mento delle voci che per la pri-ma volta non ho affrontato dasolo, ma ho lasciato totalmen-te nelle mani di mio cuginoTony Dainese, scoprendomi amio agio in una nuova vesteforse più “soul”».

Elisa Russo

Cochi eRenato: «Nonc’è niente in giro comenoi»Ritornano in regione mercoledì 5 al Nuovo di Udine con “Quelli del cabaret” gli attori che hanno rivoluzionato la comicità

� CODROIPO

Federico Rossi è il nuovo presi-dente del Mittelfest. Lo ha deci-so l’assemblea dei soci del festi-val di Cividale. Rossi, apprezza-to operatore culturale, storicofriulanista, è direttore artisticodei “Colonos” di Villacaccia.

«Mi ha sorpreso la fiducia inun “artigiano della cultura”»,ha commentato lo stesso Rossi.

«Grazie per la fiducia in chi hada tempo una certa idea di Friu-li, con un'identità radicata fortema capace di confrontarsi conle sfide della contemporaneità.Spero di poter fare affidamentosu una squadra che si mettanell'ottica di realizzare il miglio-re Mittelfest possibile, ripensan-do le linee di indirizzo del festi-val».

«La scelta di Federico Rossi

alla presidenza di Mittelfestvuole sposare un’idea forte dell'identità friulana, proiettata ver-so l'apertura»: questo il com-mento dell'assessore regionalealla Cultura del Friuli VeneziaGiulia, Gianni Torrenti, alla no-mina avvenuta al termine dell'assemblea dei soci che ha an-che indicato i componenti delconsiglio di amministrazione.

Vicepresidente è stato nomi-

nato Stefano Balloch, sindacodi Cividale, consiglieri FabrizioPitton (nominato dalla Provin-cia di Udine, presidente delConsiglio provinciale), AnnaManfredi e Carlo del Torre. Re-visore dei conti è stata nomina-ta Giovanna Nadali, supplenteAndrea Volpe.

Dieci giorni fa si era dimessoda presidente Lorenzo Pelizzo.«Portata a termine l'edizione

2013 di Mittelfest - ha scritto Pe-lizzo in una lettera all'assessoreregionale alla Cultura, GianniTorrenti - e completato l'iterper il varo del nuovo statuto as-sociativo che recepisce le ulti-me indicazioni del Governo re-gionale, ritengo definitivamen-te concluso il mio mandato».Pelizzo aveva già manifestatoformalmente la disponibilità arimettere il mandato nel set-tembre scorso, all'indomanidella conclusione del Festival ci-vidalese.

AlTetris arriva il “Boomerang”delCane, friulano in carriera

Matteo Dainese-Il Cane

Nuovo appuntamento in regione con Cochi e Renato: mercoledì 5 saranno di scena al Teatro Nuovo di Udine con “Quelli del cabaret”

‘‘Scherziamosulla realtà

Nello spettacoloci sono battute sulle cosedi oggi. Su Renzi, Letta eMario Balotelli. Quello cheviene al fuoco locuciniamo e lo serviamo

Come nel film “Propostaindecente” con Demi Moore,ma in questo caso il finale èmolto diverso. ClaudiaSchiffer ha confessatodurante un’intervista colconduttore Jonathan Ross, inun programma dellabritannica Itv che andrà inonda quersta sera, di averricevuto una offerta da unmilione di sterline da parte diun principe arabo che voleva«assumerla» per cenare conlui. La top model però harifiutato.«Qualche altra top modelcolse l'occasione - ha rivelatola bionda e bellissima ClaudiaSchiffer -. Il denaro non ètutto, voglio riuscire acamminare per strada e asentirmi fiera di quello chefaccio».La modella di origine tedesca,43 anni, è sposata col registaMatthew Vaughn dal 2002, eha avuto tre figli con lui.Rifiutando la proposta delprincipe, Claudia Schiffer hadimostrato che non tutte ledonne sono in vendita.

Claudia Schiffer rivela«Così ho rifiutatoi soldi di un principe»

Il friulanista FedericoRossi è il nuovo presidente delMittelfest

Federico Rossi

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SABATO 1 MARZO 2014 IL PICCOLO Cultura e Spettacoli 39

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2014

Data: 3 marzo 2014

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� CIVIDALE

Non della politica culturaledel festival – capitolo, quello,in mano al Cda dell'Associa-zione Mittelfest, fresco di no-mina –, ma della sua traduzio-ne in atti concreti, nel cartello-ne vale a dire: di ciò (per l'edi-zione 2014 necessariamentein corsa, a giochi avviati, e dal-la successiva in toto) dovrà oc-cuparsi il musicologo FrancoCalabretto, neo-direttore arti-stico della rassegna estiva civi-dalese, già guida e ora vice-re-sponsabile del ConservatorioTomadini di Udine. La forma-lizzazione del suo ruolo arrive-rà la settimana prossima, nelcorso della prima seduta delredivivo consiglio d'ammini-strazione (che rimpiazza laformula, di breve durata, dell'organo di indirizzo), ma l'atti-vità, di fatto – lascia intendereil professore –, può considerar-si in itinere: la bozza del pro-gramma delineato dall'uscen-te consiglio di indirizzo, infat-ti, è materiale noto a Calabret-to, che adesso dovrà procede-re alla convalida dei punti sal-di – non molti, per il momento– e alla declinazione delle li-nee operative orfane, allo sta-to, di sbocchi pratici.

Si proclama «onorato e or-goglioso della designazione»,il direttore, ponendo l'accen-to sul «prestigio dell’incarico».Ma si dice, non di meno, «sor-preso»: «Più di un mese fa –spiega – l’assessore regionalealla cultura Torrenti, che non

avevo ancora conosciuto, mitelefonò informandomi che ilmio era uno dei nomi in lizzaper la direzione artistica del fe-stival e chiedendomi una di-sponibilità di massima. Nondavo nulla per certo, dunque.Ora che la notizia è ufficiale,voglio leggere la scelta comeun attestato di stima nei con-fronti del lavoro da me svoltoper la musica in Friuli: diecianni alla guida del Conserva-torio Tomadini, otto alla dire-zione musicale del Teatro Ver-di di Pordenone, più di ventidedicati ai progetti musicali di

quello straordinario polo di at-tività culturali che è Casa Za-nussi, a Pordenone. Il fatto, in-somma, che la nomina siasquisitamente tecnica miriempie di soddisfazione. Pen-so siano stati apprezzati l'im-pegno, ma pure un profilo dicompetenze diversificate, neicampi della formazione,dell’organizzazione di spetta-coli, della gestione di progetti,della cura di relazioni istituzio-nali con enti e associazioni intutto il Friuli Venezia Giulia,dei contatti a livello interna-zionale, sia artistici sia accade-

mici». L'auspicio del neo-di-rettore è che tale patrimoniopossa contribuire alla realizza-zione di un festival dalla «per-sonalità sempre maggiore», evia via più noto a livello euro-peo.

«Ora – annuncia Franco Ca-

labretto – s’inizierà, per me,un lavoro che parte dalla veri-fica degli impegni assunti dal-la precedente gestione (chenon ho ancora esaminato neldettaglio), per capire quanti equali margini di azione ci pos-sano essere a così breve di-stanza dall’inizio di Mittelfest.Sarà molto utile, in questo sen-so, la collaborazione con Anto-nio Devetag, che ringrazio find’ora per la disponibilità. Miincontrerò non appena possi-bile, inoltre, con il presidentedel Cda, Federico Rossi, perconcordare la strategia d'azio-ne per l'opera – febbrile, direi– che ci aspetta... e che non ve-do l’ora di cominciare».

Se per la direzione artisticadella manifestazione si è volu-to designare un musicista –chiosa il direttore –, è probabi-le vi sia la volontà di «spostareil baricentro degli spettacoli edegli eventi sul versante dellamusica e della danza, linguag-gi universali». «Accettare que-sta nuova sfida – conclude – si-gnifica, necessariamente, an-che rivedere i miei attuali im-pegni all’interno del Conserva-torio: a questo punto dell’an-no, una vera rivoluzione!».

Lucia Aviani©RIPRODUZIONERISERVATA

“IN FILE” CON FRANCO FABBO, GIAN PAOLO GRI E RINALDO FABRIS

Rossi presidente: plaudeil popolodeiColonos

� TORVISCOSA

Torviscosa torna con la memo-ria agli anni del Ventennio conla mostra La battaglia del grano.Autarchia, bonifiche, città nuo-ve, inaugurata ieri al Centro In-formazione e Documentazione,contenitore in cui far rivivereuna storia di fondazione specia-le. Sito d’archeologia industria-le, Torviscosa, e tuttora, nono-stante la crisi economica, «riferi-mento per aziende e impreseanche di alto livello», come sot-tolinea il sindaco Roberto Fa-san, presente al taglio del nastrocon l’assessore regionale alla

cultura Gianni Torrenti.La rassegna, allestita fino al

30 ottobre (visitabile il sabato ela domenica dalle 10 alle 20) rie-voca l’Italia anni Trenta, quan-do il fascismo lanciò quegli in-terventi di bonifica agraria chedettero origine a tante nuove cit-tà. Torviscosa ne è un emblema,rappresentando una microsto-ria (imprenditoriale, sociale, ar-chitettonica) specchio della ma-crostoria. Come si legge nell'in-troduzione allo splendido cata-logo, in tutto il Novecento la re-altà appare «condizionata dallacomunicazione, dal mercato,dalle ideologie». Di conseguen-

za, la costruzione del tessutoeconomico, sociale e culturaledi quel tempo passa anche attra-verso i materiali che la propa-ganda di regime utilizzò per ac-compagnare il suo programmapolitico, come locandine e ma-nifesti che ripropongono le im-magini e i motti cari al fascismoe le opere d'arte che ne celebra-no i simboli ideologici. Molti gliautori significativi presenti inmostra: tra le altre opere, dipintidi Roveroni e Bonetti, sculturedi Pazzini, Bertelli e Thayaht,manifesti di Cambellotti, Dudo-vich, Metlicovitz. E inoltre lo-candine, dipinti, libri illustrati,

carte geogafiche, e oggetti d'usoquotidiano di quel particolaremomento storico, come le sca-tolette del chinino per la curadella malaria, i quaderni scola-stici dedicati alla battaglia delgrano, i rocchetti di filo autar-

chico. Tutto un materiale dellamemoria che proviene esclusi-vamente da collezioni private eciò conferisce all'esposizioneun carattere di eccezionalità.

Francesca Artico©RIPRODUZIONERISERVATA

Franco Calabretto, neo-direttore artistico di Mittelfest. A destra, Cividale durante il festival estivo che la connota da oltre vent’anni

� LESTIZZA

All'appuntamento di In file,l’altra sera, relatori il neurop-sicologo Franco Fabbro, l'an-tropologo Gian Paolo Gri e ilbiblista monsignor RinaldoFabris, impegnati a discuteresu Le radici della guerra (vio-lenza dell’uomo innata o pro-dotta da deriva culturale), atutti pare strano che ad aprirei lavori non sia Federico Ros-si, ma il professor Angelo Flo-ramo. Il motivo? Rossi è impe-gnato nella prima riunione diMittelfest, dopo la sua ina-

spettata nomina a presiden-te, carica in cui succede a Lo-renzo Pelizzo. Tra i presentiai Colonos di Villacaccia, po-chissimi ne sanno il motivo.Rossi arriva verso le 22 e spie-ga la ragione del ritardo. Esor-disce affermando che la pro-posta della presidenza di Mit-telfest, fatta dall'assessore re-gionale alla cultura GianniTorrenti, in accordo con ilpresidente Serracchiani, è unfulmine a ciel sereno. «Nonnego – chiarisce – che la ri-chiesta mi ha fatto piacereperché è un riconoscimento

del lavoro svolto dai Colonosin campo culturale. Un rico-noscimento per quella idea diFriuli che la nostra associazio-ne porta avanti da oltre vent'anni». «Il mio proposito – con-tinua Rossi – è quello di rilan-ciare il Mittelfest, di riportarloall'entusiasmo iniziale, all'in-novazione e al coinvolgimen-to delle primissime edizioni,tenendo conto che adesso, inquasi 25 anni, l'Europa è mol-to cambiata. Con i Colonosguardo al Friuli di oggi e di do-mani, con il Mittelfest mi af-faccio all'Europa». Scatta un

lungo applauso. Il popolo deiColonos ha apprezzato la no-mina perché: è gente che se-gue con costanza e con inte-resse quanto si fa in quel con-tenitore che è la casa colonicadi Villacaccia, dove si organiz-zano i due cicli, quello inver-nale di In file e quello estivo diAvostanis, con la partecipa-

zione di protagonisti dellacultura non solo italiani, maanche stranieri, ed eventi arti-stici, teatrali e musicali.

A caldo raccogliamo alcunicommenti. Per Floramo sitratta di una conferma di tut-to il lavoro fatto tra molte dif-ficoltà, anche d’ordine econo-mico, da Rossi. Carlo De Mon-

te e Anna Zanin, che da anniseguono l'attività dell'associa-zione, sono fra i primi a con-gratularsi con Rossi, soste-nendo che l'attribuzione diun incarico così importanteculturalmente rappresentauna tappa fondamentale.

Silvano Bertossi©RIPRODUZIONERISERVATA

FINO AL 30 OTTOBRE

Torviscosa, città nuova simbolodell’Italia anni 30Inaugurata la mostra “La battaglia del grano”: l’autarchia, le bonifiche e le fondazioni

L’allestimento a Torviscosa. A sinistra, un manifesto degli anni Trenta

«Porterò il nomediCividale inEuropa»Il neo-direttore artistico: «Se hanno scelto me, è possibile vi sia la volontà di esaltare musica e danza, linguaggi universali»

MITTELFEST»FRANCO CALABRETTO

‘‘Edizione 2014in itinere:verificherò

i margini d’azione allaluce degli impegni assunti ‘‘

La nominami onora:la considero un

atto di stima per il lavorofatto a Udine e Pordenone

Federico Rossi presidente di Mittelfest. A destra, Fabris, Gri e Fabbro l’altra sera ai Colonos

48 Cultura e Spettacoli MESSAGGERO VENETO DOMENICA 2 MARZO 2014

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Page 4: Rassegna Stampa Marzo 2014

2014

Data: 7 marzo 2014

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� UDINE

Pesano, i dati di fatto (numeri-ci), e influenzano giocoforza lascaletta politica, le linee d’indi-rizzo. «In Italia come in FriuliVenezia Giulia, nella sfera dellacultura come in tutte le altre»:inevitabile, cosí, ripensare - del-la cultura appunto - il sistema,trovare degli onorevoli «com-promessi». Il risultato è una sor-ta di ritorno alle origini, nella fi-losofia d’impostazione: «La Re-gione dovrà, per il futuro, risco-prire nel comparto l’assetto diun recente passato: andrannoaccreditate - come avveniva fi-no a una decina d’anni fa - po-che strutture importanti e su diesse si dovrà investire, far leva.Strutture capaci di sviluppareprogettualità che fruttino, cheproducano; soggetti in grado dicreare lavoro stabile e di muove-re l’economia locale, assicuran-do un impatto sul territorio».L’assessore regionale GianniTorrenti, titolare della delega alsettore, snocciola i numeri delcaso: «Dai 41 milioni di euro as-segnati al mondo della culturanel 2012 (già meno di quelli di-sponibili all’epoca del governoIlly) ci troviamo, ora, con 24,8milioni in cassa. Non servonocommenti, mi pare». Gli impor-ti di ieri non saranno piú rag-giungibili, inutile aggrapparsi al-la speranza di un miracolo. «An-che dove abbiamo reinvestito,come per Pordenonelegge e Vi-cino/lontano - chiarisce l’espo-nente della giunta Serracchiani-, il budget complessivo è del25-30% inferiore ai tetti raggiun-ti». Morale: «Il meccanismo ge-nerale va riponderato. Si devereimpostare il rapporto con iComuni, nelle cui competenzedovranno rientrare le iniziativericonducibili a gruppi amatoria-li; la Regione, per parte sua, sioccuperà delle realtà di alto in-teresse, quelle che possono re-galare alla nostra terra, con leproprie attività (non necessaria-mente, si badi bene, ad alto co-sto), una visibilità nazionale.Tutto ciò sulla base di un princi-pio ben saldo: al centro sta l’in-teresse dei cittadini, non quellodegli operatori culturali. Puòsembrare una banalità, ma nonlo è affatto, visto che spesso lalogica si è capovolta... e che si èassistito a un’incontrollata proli-ferazione di eventi». E un pro-cesso di riorganizzazione e pia-nificazione, rileva l’assessore,sarà imperativo pure nel capito-lo marilenghe. «Capitolo - pun-tualizza Torrenti - cui abbiamoriservato particolare attenzio-

ne. La parola alle cifre: + 25/30%di fondi per Società Filologicaed enti friulani, 100 mila europer radio e tv, rimaste a secco.Nel 2013 la Filologica ha ottenu-to 150 mila euro, saliti a 185 milain fase di assestamento di bilan-cio; quest’anno ne abbiamo as-segnati 200 mila, e fra giugno eluglio (in sede d’assestamento,appunto) potrebbero esserci ul-

teriori margini di crescita. Nes-sun’altra istituzione ha potutobeneficiare di aumenti cosí no-tevoli. Vero è che anni addietrogli importi erano piú sostanzio-si, ma torniamo al punto di par-tenza: da 41 milioni da distribui-re siamo scesi a meno di 25.L’Arlef, per parte sua, è passatadai 430 euro del 2013 a 505 mila.Adesso, però, si devono definire

bene i rispettivi ruoli, per rende-re il “circuito” produttivo ed evi-tare doppioni. Serve chiarezza,per esempio su chi si debba oc-cupare della formazione. E biso-gna, non di meno, allargare ilraggio d’azione: abbiamo in pro-gramma l’adesione a una rete dilingue minoritarie europee.Un’occasione importante, cherappresenterà un passo avantisignificativo ma che, ovvio, pernon restare sterile andrà debita-mente coltivata. Confidiamo,inoltre, in progettualità nuo-ve...». Sarà, questo, uno dei pos-sibili elementi discriminantinell’assegnazione dei contribu-ti. «Ipotesi - abbozza l’assessore-: una grande rappresentazionein friulano, che giri la penisola.Sarebbe piú utile, ritengo, diuna miriade di mini-esibizioni,destinate a non uscire dalla tra-

iettoria Udine-Faedis...». Ma for-ti aspettative le ripone, la Regio-ne, anche in Mittelfest (ieri serala prima riunione del ricostitui-to Cda e l’ufficializzazione dellanomina dei direttori artistico eorganizzativo, Franco Calabret-to e Antonio Devetag): «Torni aessere festival d’eccellenza. Nel-le scelte per la compilazione delcartellone serve severità: voglia-mo qualità, profilo alto; ci aspet-tiamo che la rassegna assumaun tenore tale da imporsi all’at-tenzione in tutto il Paese».Obiettivo, questo, da perseguirefacendo leva - in primis - sullamusica: «Linguaggio universa-le, molto piú attrattivo di spetta-coli di prosa in cui la parlata puòrappresentare un freno».Tutt’altro che casuale, insom-ma, l’affidamento della leader-ship artistica al musicologo Ca-labretto. «Lui e Federico Rossi,presidente del consiglio d’am-ministrazione - commenta il re-ferente della cultura regionale -,sono persone che esprimono almeglio il nostro territorio. Figu-re dalle competenze e dalle ca-pacità comprovate (inclusaquella, determinante a mio pa-rere, di lavorare in rete), che sa-pranno, ne sono sicuro, rilancia-re il festival. Prezioso, inoltre, ilfatto che entrambi risiedano inFriuli: potranno seguire Mittel-fest da vicino e con continuità,lungo tutto l’arco dell’anno».

Lucia Aviani©RIPRODUZIONERISERVATA

L’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti

«Faremoculturanell’interesse dei cittadini»L’assessore Torrenti spiega le strategie a fronte di risorse piú limitate. La stoccata: «Nessuno ha avuto quanto la Filologica»

di ANDREA VALCIC

Caro direttore, nell’articoloche parlava della relazione delprofessor Federico Vicario,presidentedella Società Filolo-gica Friulana, che fra l’altrostigmatizza giustamente lostato di generale crisi finanzia-ria in cui versano molte asso-ciazioni culturali friulane, laPatrie dal Friûl è citata comeunotraglienti “al collasso”. In-tendo rassicurare tutti sulla“affidabilità” economica dellanostratestata.Laprecisazionemi sembra doverosa proprio

per rispetto nei confronti deinostri lettori, perché è graziealla stima e all’affetto dimo-strato verso la rivista, che è sta-to possibile reagire positiva-mente ai pesanti tagli della re-gionenelsettore.

Una nuova veste grafica,che pur essendo passata al so-lo bianco e nero è risultata es-sere apprezzata e innovativa,il contributo di enti e ammini-strazioni e la risposta dei letto-ri hanno fatto sí che oggi la Pa-triecontinuiaesserepresente,senza ridurre alcuno dei con-tenuti, mantenendo quel ruo-

locheleèpropriosindal1946.Insomma, siamo riusciti a me-ti un tacon (a mettere una pez-za) allo sciagurato e repentinotaglio del 40 per cento operatodalla Regione, addirittura in-crementando il numero degliabbonamenti.

Questirisultati,ottenuticonla mobilitazione popolare econ lo sforzo di tutto il corporedazionale, non ci esimonoperaltro nel concordare con ilpresidente Vicario nella de-nuncia di un pesante condi-zionamento finanziario delleattività di tutte quelle realtàche operano per la difesa delfriulano e dei suoi dirittiall’espressione.

Non ci stancheremo infattidi denunciare la scarsa atten-zione di una Regione semprepiú accentratrice e triestino-centrica a ogni manifestarsidella cultura friulana, in barbaalla tanto sbandierata autono-

mia che resta solo negli slo-gan.

Vogliamo solo affermare,come già facemmo con la pri-ma edizione della nuova vestegrafica, che non staremo adaspettare cul cjapiel in man leelemosine regionali, ma cheaffronteremo ogni nuova real-tàconlaforzadell’agireedellaragione, sapendo di dovercontare sulle nostre forze e suquelle di quanti ci hanno so-stenuto sino adesso nella no-stra battaglia per il Friuli. Aquesto proposito accogliamocon interesse e favore l’appel-lo del presidente della Filologi-ca per un piú fattivo rapportoe collaborazione fra i vari ope-ratori della cultura friulana, alquale rispondiamo manife-stando la nostra massima di-sponibilità. *direttore de "La Patrie dalFriûl"

©RIPRODUZIONERISERVATA

la storica testata friulanista

«LaPatrienonèal collassoma laRegioneè lontana»

Altro che tagli, l’attualemaggioranza di centrosinistraha rimpinguato quanto avevatolto la precedenteamministrazione. Al grido didolore della Società filologicafriulana risponde il capogruppodel Pd in Consiglio regionale,Cristiano Shaurli.«È comprensibile a tutti –esordisce Shaurli – che le risorsedisponibili sono calanti, madiventa meno comprensibilecapire come abbia fatto laFilologica, nel suo urlo di dolore,a pagare il personale lo scorsoanno quando il contributo eranettamente inferiore, 150milaeuro nel 2013, contro gli attuali200mila». Da qui, laconsiderazione sulle presuntedivisioni territoriali: «Spiaceche il mondo della cultura inparticolare friulana riaccendalogiche campanilistiche oinvidie al proprio internorichiamando consiglieri epolitica alla difesa del proprioterritorio invece chepartecipare a un percorso diriforma dei contributi che lorenda più trasparente.

E Shaurli rincara:alla marilengheben 200 mila euro

‘‘Quanto allamarilengheparlano le cifre:

+ 25/30% di fondi perFilologica ed enti friulani

‘‘Andrannoaccreditatepoche strutture

capaci di svilupparebuone progettualità

Andrea Valcic direttore de La Patrie

38 Cultura e Spettacoli MESSAGGERO VENETO VENERDÌ 7 MARZO 2014

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

� UDINE

Pesano, i dati di fatto (numeri-ci), e influenzano giocoforza lascaletta politica, le linee d’indi-rizzo. «In Italia come in FriuliVenezia Giulia, nella sfera dellacultura come in tutte le altre»:inevitabile, cosí, ripensare - del-la cultura appunto - il sistema,trovare degli onorevoli «com-promessi». Il risultato è una sor-ta di ritorno alle origini, nella fi-losofia d’impostazione: «La Re-gione dovrà, per il futuro, risco-prire nel comparto l’assetto diun recente passato: andrannoaccreditate - come avveniva fi-no a una decina d’anni fa - po-che strutture importanti e su diesse si dovrà investire, far leva.Strutture capaci di sviluppareprogettualità che fruttino, cheproducano; soggetti in grado dicreare lavoro stabile e di muove-re l’economia locale, assicuran-do un impatto sul territorio».L’assessore regionale GianniTorrenti, titolare della delega alsettore, snocciola i numeri delcaso: «Dai 41 milioni di euro as-segnati al mondo della culturanel 2012 (già meno di quelli di-sponibili all’epoca del governoIlly) ci troviamo, ora, con 24,8milioni in cassa. Non servonocommenti, mi pare». Gli impor-ti di ieri non saranno piú rag-giungibili, inutile aggrapparsi al-la speranza di un miracolo. «An-che dove abbiamo reinvestito,come per Pordenonelegge e Vi-cino/lontano - chiarisce l’espo-nente della giunta Serracchiani-, il budget complessivo è del25-30% inferiore ai tetti raggiun-ti». Morale: «Il meccanismo ge-nerale va riponderato. Si devereimpostare il rapporto con iComuni, nelle cui competenzedovranno rientrare le iniziativericonducibili a gruppi amatoria-li; la Regione, per parte sua, sioccuperà delle realtà di alto in-teresse, quelle che possono re-galare alla nostra terra, con leproprie attività (non necessaria-mente, si badi bene, ad alto co-sto), una visibilità nazionale.Tutto ciò sulla base di un princi-pio ben saldo: al centro sta l’in-teresse dei cittadini, non quellodegli operatori culturali. Puòsembrare una banalità, ma nonlo è affatto, visto che spesso lalogica si è capovolta... e che si èassistito a un’incontrollata proli-ferazione di eventi». E un pro-cesso di riorganizzazione e pia-nificazione, rileva l’assessore,sarà imperativo pure nel capito-lo marilenghe. «Capitolo - pun-tualizza Torrenti - cui abbiamoriservato particolare attenzio-

ne. La parola alle cifre: + 25/30%di fondi per Società Filologicaed enti friulani, 100 mila europer radio e tv, rimaste a secco.Nel 2013 la Filologica ha ottenu-to 150 mila euro, saliti a 185 milain fase di assestamento di bilan-cio; quest’anno ne abbiamo as-segnati 200 mila, e fra giugno eluglio (in sede d’assestamento,appunto) potrebbero esserci ul-

teriori margini di crescita. Nes-sun’altra istituzione ha potutobeneficiare di aumenti cosí no-tevoli. Vero è che anni addietrogli importi erano piú sostanzio-si, ma torniamo al punto di par-tenza: da 41 milioni da distribui-re siamo scesi a meno di 25.L’Arlef, per parte sua, è passatadai 430 euro del 2013 a 505 mila.Adesso, però, si devono definire

bene i rispettivi ruoli, per rende-re il “circuito” produttivo ed evi-tare doppioni. Serve chiarezza,per esempio su chi si debba oc-cupare della formazione. E biso-gna, non di meno, allargare ilraggio d’azione: abbiamo in pro-gramma l’adesione a una rete dilingue minoritarie europee.Un’occasione importante, cherappresenterà un passo avantisignificativo ma che, ovvio, pernon restare sterile andrà debita-mente coltivata. Confidiamo,inoltre, in progettualità nuo-ve...». Sarà, questo, uno dei pos-sibili elementi discriminantinell’assegnazione dei contribu-ti. «Ipotesi - abbozza l’assessore-: una grande rappresentazionein friulano, che giri la penisola.Sarebbe piú utile, ritengo, diuna miriade di mini-esibizioni,destinate a non uscire dalla tra-

iettoria Udine-Faedis...». Ma for-ti aspettative le ripone, la Regio-ne, anche in Mittelfest (ieri serala prima riunione del ricostitui-to Cda e l’ufficializzazione dellanomina dei direttori artistico eorganizzativo, Franco Calabret-to e Antonio Devetag): «Torni aessere festival d’eccellenza. Nel-le scelte per la compilazione delcartellone serve severità: voglia-mo qualità, profilo alto; ci aspet-tiamo che la rassegna assumaun tenore tale da imporsi all’at-tenzione in tutto il Paese».Obiettivo, questo, da perseguirefacendo leva - in primis - sullamusica: «Linguaggio universa-le, molto piú attrattivo di spetta-coli di prosa in cui la parlata puòrappresentare un freno».Tutt’altro che casuale, insom-ma, l’affidamento della leader-ship artistica al musicologo Ca-labretto. «Lui e Federico Rossi,presidente del consiglio d’am-ministrazione - commenta il re-ferente della cultura regionale -,sono persone che esprimono almeglio il nostro territorio. Figu-re dalle competenze e dalle ca-pacità comprovate (inclusaquella, determinante a mio pa-rere, di lavorare in rete), che sa-pranno, ne sono sicuro, rilancia-re il festival. Prezioso, inoltre, ilfatto che entrambi risiedano inFriuli: potranno seguire Mittel-fest da vicino e con continuità,lungo tutto l’arco dell’anno».

Lucia Aviani©RIPRODUZIONERISERVATA

L’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti

«Faremoculturanell’interesse dei cittadini»L’assessore Torrenti spiega le strategie a fronte di risorse piú limitate. La stoccata: «Nessuno ha avuto quanto la Filologica»

di ANDREA VALCIC

Caro direttore, nell’articoloche parlava della relazione delprofessor Federico Vicario,presidentedella Società Filolo-gica Friulana, che fra l’altrostigmatizza giustamente lostato di generale crisi finanzia-ria in cui versano molte asso-ciazioni culturali friulane, laPatrie dal Friûl è citata comeunotraglienti “al collasso”. In-tendo rassicurare tutti sulla“affidabilità” economica dellanostratestata.Laprecisazionemi sembra doverosa proprio

per rispetto nei confronti deinostri lettori, perché è graziealla stima e all’affetto dimo-strato verso la rivista, che è sta-to possibile reagire positiva-mente ai pesanti tagli della re-gionenelsettore.

Una nuova veste grafica,che pur essendo passata al so-lo bianco e nero è risultata es-sere apprezzata e innovativa,il contributo di enti e ammini-strazioni e la risposta dei letto-ri hanno fatto sí che oggi la Pa-triecontinuiaesserepresente,senza ridurre alcuno dei con-tenuti, mantenendo quel ruo-

locheleèpropriosindal1946.Insomma, siamo riusciti a me-ti un tacon (a mettere unapez-za) allo sciagurato e repentinotaglio del 40 per cento operatodalla Regione, addirittura in-crementando il numero degliabbonamenti.

Questirisultati,ottenuticonla mobilitazione popolare econ lo sforzo di tutto il corporedazionale, non ci esimonoperaltro nel concordare con ilpresidente Vicario nella de-nuncia di un pesante condi-zionamento finanziario delleattività di tutte quelle realtàche operano per la difesa delfriulano e dei suoi dirittiall’espressione.

Non ci stancheremo infattidi denunciare la scarsa atten-zione di una Regione semprepiú accentratrice e triestino-centrica a ogni manifestarsidella cultura friulana, in barbaalla tanto sbandierata autono-

mia che resta solo negli slo-gan.

Vogliamo solo affermare,come già facemmo con la pri-ma edizione della nuova vestegrafica, che non staremo adaspettare cul cjapiel in man leelemosine regionali, ma cheaffronteremo ogni nuova real-tàconlaforzadell’agireedellaragione, sapendo di dovercontare sulle nostre forze e suquelle di quanti ci hanno so-stenuto sino adesso nella no-stra battaglia per il Friuli. Aquesto proposito accogliamocon interesse e favore l’appel-lo del presidente della Filologi-ca per un piú fattivo rapportoe collaborazione fra i vari ope-ratori della cultura friulana, alquale rispondiamo manife-stando la nostra massima di-sponibilità. *direttore de "La Patrie dalFriûl"

©RIPRODUZIONERISERVATA

la storica testata friulanista

«LaPatrienonèal collassoma laRegioneè lontana»

Altro che tagli, l’attualemaggioranza di centrosinistraha rimpinguato quanto avevatolto la precedenteamministrazione. Al grido didolore della Società filologicafriulana risponde il capogruppodel Pd in Consiglio regionale,Cristiano Shaurli.«È comprensibile a tutti –esordisce Shaurli – che le risorsedisponibili sono calanti, madiventa meno comprensibilecapire come abbia fatto laFilologica, nel suo urlo di dolore,a pagare il personale lo scorsoanno quando il contributo eranettamente inferiore, 150milaeuro nel 2013, contro gli attuali200mila». Da qui, laconsiderazione sulle presuntedivisioni territoriali: «Spiaceche il mondo della cultura inparticolare friulana riaccendalogiche campanilistiche oinvidie al proprio internorichiamando consiglieri epolitica alla difesa del proprioterritorio invece chepartecipare a un percorso diriforma dei contributi che lorenda più trasparente.

E Shaurli rincara:alla marilengheben 200 mila euro

‘‘Quanto allamarilengheparlano le cifre:

+ 25/30% di fondi perFilologica ed enti friulani

‘‘Andrannoaccreditatepoche strutture

capaci di svilupparebuone progettualità

Andrea Valcic direttore de La Patrie

38 Cultura e Spettacoli MESSAGGERO VENETO VENERDÌ 7 MARZO 2014

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Data: 7 marzo 2014

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Pesano, i dati di fatto (numeri-ci), e influenzano giocoforza lascaletta politica, le linee d’indi-rizzo. «In Italia come in FriuliVenezia Giulia, nella sfera dellacultura come in tutte le altre»:inevitabile, cosí, ripensare - del-la cultura appunto - il sistema,trovare degli onorevoli «com-promessi». Il risultato è una sor-ta di ritorno alle origini, nella fi-losofia d’impostazione: «La Re-gione dovrà, per il futuro, risco-prire nel comparto l’assetto diun recente passato: andrannoaccreditate - come avveniva fi-no a una decina d’anni fa - po-che strutture importanti e su diesse si dovrà investire, far leva.Strutture capaci di sviluppareprogettualità che fruttino, cheproducano; soggetti in grado dicreare lavoro stabile e di muove-re l’economia locale, assicuran-do un impatto sul territorio».L’assessore regionale GianniTorrenti, titolare della delega alsettore, snocciola i numeri delcaso: «Dai 41 milioni di euro as-segnati al mondo della culturanel 2012 (già meno di quelli di-sponibili all’epoca del governoIlly) ci troviamo, ora, con 24,8milioni in cassa. Non servonocommenti, mi pare». Gli impor-ti di ieri non saranno piú rag-giungibili, inutile aggrapparsi al-la speranza di un miracolo. «An-che dove abbiamo reinvestito,come per Pordenonelegge e Vi-cino/lontano - chiarisce l’espo-nente della giunta Serracchiani-, il budget complessivo è del25-30% inferiore ai tetti raggiun-ti». Morale: «Il meccanismo ge-nerale va riponderato. Si devereimpostare il rapporto con iComuni, nelle cui competenzedovranno rientrare le iniziativericonducibili a gruppi amatoria-li; la Regione, per parte sua, sioccuperà delle realtà di alto in-teresse, quelle che possono re-galare alla nostra terra, con leproprie attività (non necessaria-mente, si badi bene, ad alto co-sto), una visibilità nazionale.Tutto ciò sulla base di un princi-pio ben saldo: al centro sta l’in-teresse dei cittadini, non quellodegli operatori culturali. Puòsembrare una banalità, ma nonlo è affatto, visto che spesso lalogica si è capovolta... e che si èassistito a un’incontrollata proli-ferazione di eventi». E un pro-cesso di riorganizzazione e pia-nificazione, rileva l’assessore,sarà imperativo pure nel capito-lo marilenghe. «Capitolo - pun-tualizza Torrenti - cui abbiamoriservato particolare attenzio-

ne. La parola alle cifre: + 25/30%di fondi per Società Filologicaed enti friulani, 100 mila europer radio e tv, rimaste a secco.Nel 2013 la Filologica ha ottenu-to 150 mila euro, saliti a 185 milain fase di assestamento di bilan-cio; quest’anno ne abbiamo as-segnati 200 mila, e fra giugno eluglio (in sede d’assestamento,appunto) potrebbero esserci ul-

teriori margini di crescita. Nes-sun’altra istituzione ha potutobeneficiare di aumenti cosí no-tevoli. Vero è che anni addietrogli importi erano piú sostanzio-si, ma torniamo al punto di par-tenza: da 41 milioni da distribui-re siamo scesi a meno di 25.L’Arlef, per parte sua, è passatadai 430 euro del 2013 a 505 mila.Adesso, però, si devono definire

bene i rispettivi ruoli, per rende-re il “circuito” produttivo ed evi-tare doppioni. Serve chiarezza,per esempio su chi si debba oc-cupare della formazione. E biso-gna, non di meno, allargare ilraggio d’azione: abbiamo in pro-gramma l’adesione a una rete dilingue minoritarie europee.Un’occasione importante, cherappresenterà un passo avantisignificativo ma che, ovvio, pernon restare sterile andrà debita-mente coltivata. Confidiamo,inoltre, in progettualità nuo-ve...». Sarà, questo, uno dei pos-sibili elementi discriminantinell’assegnazione dei contribu-ti. «Ipotesi - abbozza l’assessore-: una grande rappresentazionein friulano, che giri la penisola.Sarebbe piú utile, ritengo, diuna miriade di mini-esibizioni,destinate a non uscire dalla tra-

iettoria Udine-Faedis...». Ma for-ti aspettative le ripone, la Regio-ne, anche in Mittelfest (ieri serala prima riunione del ricostitui-to Cda e l’ufficializzazione dellanomina dei direttori artistico eorganizzativo, Franco Calabret-to e Antonio Devetag): «Torni aessere festival d’eccellenza. Nel-le scelte per la compilazione delcartellone serve severità: voglia-mo qualità, profilo alto; ci aspet-tiamo che la rassegna assumaun tenore tale da imporsi all’at-tenzione in tutto il Paese».Obiettivo, questo, da perseguirefacendo leva - in primis - sullamusica: «Linguaggio universa-le, molto piú attrattivo di spetta-coli di prosa in cui la parlata puòrappresentare un freno».Tutt’altro che casuale, insom-ma, l’affidamento della leader-ship artistica al musicologo Ca-labretto. «Lui e Federico Rossi,presidente del consiglio d’am-ministrazione - commenta il re-ferente della cultura regionale -,sono persone che esprimono almeglio il nostro territorio. Figu-re dalle competenze e dalle ca-pacità comprovate (inclusaquella, determinante a mio pa-rere, di lavorare in rete), che sa-pranno, ne sono sicuro, rilancia-re il festival. Prezioso, inoltre, ilfatto che entrambi risiedano inFriuli: potranno seguire Mittel-fest da vicino e con continuità,lungo tutto l’arco dell’anno».

Lucia Aviani©RIPRODUZIONERISERVATA

L’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti

«Faremoculturanell’interesse dei cittadini»L’assessore Torrenti spiega le strategie a fronte di risorse piú limitate. La stoccata: «Nessuno ha avuto quanto la Filologica»

di ANDREA VALCIC

Caro direttore, nell’articoloche parlava della relazione delprofessor Federico Vicario,presidentedella Società Filolo-gica Friulana, che fra l’altrostigmatizza giustamente lostato di generale crisi finanzia-ria in cui versano molte asso-ciazioni culturali friulane, laPatrie dal Friûl è citata comeunotraglienti “al collasso”. In-tendo rassicurare tutti sulla“affidabilità” economica dellanostratestata.Laprecisazionemi sembra doverosa proprio

per rispetto nei confronti deinostri lettori, perché è graziealla stima e all’affetto dimo-strato verso la rivista, che è sta-to possibile reagire positiva-mente ai pesanti tagli della re-gionenelsettore.

Una nuova veste grafica,che pur essendo passata al so-lo bianco e nero è risultata es-sere apprezzata e innovativa,il contributo di enti e ammini-strazioni e la risposta dei letto-ri hanno fatto sí che oggi la Pa-triecontinuiaesserepresente,senza ridurre alcuno dei con-tenuti, mantenendo quel ruo-

locheleèpropriosindal1946.Insomma, siamo riusciti a me-ti un tacon (a mettere unapez-za) allo sciagurato e repentinotaglio del 40 per cento operatodalla Regione, addirittura in-crementando il numero degliabbonamenti.

Questirisultati,ottenuticonla mobilitazione popolare econ lo sforzo di tutto il corporedazionale, non ci esimonoperaltro nel concordare con ilpresidente Vicario nella de-nuncia di un pesante condi-zionamento finanziario delleattività di tutte quelle realtàche operano per la difesa delfriulano e dei suoi dirittiall’espressione.

Non ci stancheremo infattidi denunciare la scarsa atten-zione di una Regione semprepiú accentratrice e triestino-centrica a ogni manifestarsidella cultura friulana, in barbaalla tanto sbandierata autono-

mia che resta solo negli slo-gan.

Vogliamo solo affermare,come già facemmo con la pri-ma edizione della nuova vestegrafica, che non staremo adaspettare cul cjapiel in man leelemosine regionali, ma cheaffronteremo ogni nuova real-tàconlaforzadell’agireedellaragione, sapendo di dovercontare sulle nostre forze e suquelle di quanti ci hanno so-stenuto sino adesso nella no-stra battaglia per il Friuli. Aquesto proposito accogliamocon interesse e favore l’appel-lo del presidente della Filologi-ca per un piú fattivo rapportoe collaborazione fra i vari ope-ratori della cultura friulana, alquale rispondiamo manife-stando la nostra massima di-sponibilità. *direttore de "La Patrie dalFriûl"

©RIPRODUZIONERISERVATA

la storica testata friulanista

«LaPatrienonèal collassoma laRegioneè lontana»

Altro che tagli, l’attualemaggioranza di centrosinistraha rimpinguato quanto avevatolto la precedenteamministrazione. Al grido didolore della Società filologicafriulana risponde il capogruppodel Pd in Consiglio regionale,Cristiano Shaurli.«È comprensibile a tutti –esordisce Shaurli – che le risorsedisponibili sono calanti, madiventa meno comprensibilecapire come abbia fatto laFilologica, nel suo urlo di dolore,a pagare il personale lo scorsoanno quando il contributo eranettamente inferiore, 150milaeuro nel 2013, contro gli attuali200mila». Da qui, laconsiderazione sulle presuntedivisioni territoriali: «Spiaceche il mondo della cultura inparticolare friulana riaccendalogiche campanilistiche oinvidie al proprio internorichiamando consiglieri epolitica alla difesa del proprioterritorio invece chepartecipare a un percorso diriforma dei contributi che lorenda più trasparente.

E Shaurli rincara:alla marilengheben 200 mila euro

‘‘Quanto allamarilengheparlano le cifre:

+ 25/30% di fondi perFilologica ed enti friulani

‘‘Andrannoaccreditatepoche strutture

capaci di svilupparebuone progettualità

Andrea Valcic direttore de La Patrie

38 Cultura e Spettacoli MESSAGGERO VENETO VENERDÌ 7 MARZO 2014

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2014

Data: 18 marzo 2014

12/7/2014 Mostra fotografica itinerante in FVG per il 20° anniversario dell'uccisione di Miran Hrovatin e Ilaria Alpi

http://www.ilfriuliveneziagiulia.it/index.php/cultura/cultura-notizie/eventi/4517-mostra-fotografica-itinerante-in-fvg-per-il-20-anniversario-dell-uccisione-di-… 1/3

Dettagli Categoria: Eventi Pubblicato Martedì, 18 Marzo 2014 15:55 Scritto daRedazione Ilfriuliveneziagiulia Visite: 295

Mostra fotografica itinerante in FVG per il 20°anniversario dell'uccisione di Miran Hrovatin eIlaria Alpi

Trieste – Il 20 marzo di vent’anni fa veniva assassinato a Mogadiscio Miran Hrovatin, operatore free lance chestava lavorando per la RAI ad un reportage in Somalia con l’inviata del Tg3 Ilaria Alpi. Nemmeno di due mesidopo la tragedia di Mostar, dove erano stati uccisi gli inviati della RAI di Trieste Marco Luchetta, Alessandro Otae Dario D’Angelo, un altro operatore triestino dell’informazione perdeva la vita in missione di lavoro.

La Fondazione che da vent’anni opera nel ricordo di questi quattro inviati, si stringe attorno ai famigliari e agliamici di Miran nel ventennale della sua morte ed il premio giornalistico istituito nel loro nome ricorderà Mirancon un’iniziativa a lui dedicata: all’interno dell’undicesima edizione del premio giornalistico internazionaleMarco Luchetta, infatti ­ in programma a Trieste dall’1 al 3 luglio ­ troverà spazio una mostra fotografica dedicataalla sezione del premio intitolata a Miran Hrovatin.

Saranno esposte le fotografie finaliste delle prime dieci edizioni della sezione Hrovatin del Premio Luchetta,riservata alla miglior foto pubblicata su quotidiani e riviste di tutto il mondo. La mostra sarà inoltre ospitata nelleedizioni 2014 dei festival di cultura e spettacolo del Friuli Venezia Giulia che sono legati al premio Luchetta,vale a dire vicino/lontano, èStoria, Mittelfest e pordenonelegge.

Intanto, fino al 12 aprile sono aperti i termini per concorrere all'XI edizione del Premio GiornalisticoInternazionale Marco Luchetta, istituito e promosso dalla Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin incollaborazione con la RAI.

Possono concorrere i lavori pubblicati, trasmessi o diffusi tra il 1 aprile 2013 e il 31 marzo 2014 che dovrannopervenire alla segreteria del Premio entro il 12 aprile 2014.

La cerimonia di consegna dei riconoscimenti giornalistici si svolgerà il 3 luglio a Trieste con il galà televisivo INostri Angeli, come sempre ripreso e trasmesso da Rai1. Molte le novità che caratterizzano questa 11ª edizione,come la partecipazione estesa alle testate giornalistiche web, purchè registrate. La Giuria che valuterà lecorrispondenze in gara è presieduta quest'anno dal neodirettore della Rai Tgr Vincenzo Morgante.

Agli storici componenti della giuria si aggiungono il presidente della Scuola di Giornalismo di Perugia NinoRizzo Nervo, il direttore di RaiTeche, Barbara Scaramucci e il vicedirettore del Tg1, Fabrizio Ferragni.

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6MAG ­ 2013

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2014

Data: 19 marzo 2014

Pagina: 37

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www.ilpiccolo.it

di Roberto Canziani

«L’autista accelera per sorpas-sare una macchina. La vedo, simuove lentamente poi sterza.Viene in mezzo alla strada. Ditraverso. Orizzontale. Ci co-stringe a fermarci per evitarla.L’autista inchioda. Sgomma.Sbatto la testa. Miran grida. Laradio suona. E ci fermiamo. Cihanno fermati. Fermati. Qui siferma. Ci fermiamo. E’ il gior-no 20, mese di marzo, anno1994. Sul mio orologio le 13 e04».

Nei primi minuti di “AfricanRequiem”, Isabella Ragoneserivive gli ultimi secondi dellavita di Ilaria Alpi e Miran Hro-vatin. L’attrice siciliana, cheall’epoca dei fatti aveva 13 an-ni, ha voluto con determina-zione portare il scena il testo diStefano Massini, in cui vengo-no ripercorsi i giorni che anti-ciparono l’uccisione dei duegiornalisti italiani.

In occasione del ventenna-le, Ragonese e insieme con leiLuisa Cattaneo, per sdoppiarsinel personaggio femminile, sa-ranno oggi pomeriggio a Mon-tecitorio nella Sala della Regi-na, e ridaranno vita - quella vi-ta che solo il teatro può dare -ai torbidi giorni di Mogadisco.

Il reading “African Re-quiem” sarà trasmesso in di-retta sulla webtv della Camera(webtv.camera.it). Ma lo spet-tacolo, nella versione per pal-

coscenico, raggiungerà prestoanche la nostra Regione: do-menica 23 a Udine nel cartello-ne di Akròpolis e giovedì 28 aTrieste per la stagione dellaContrada.

«Ho incontrato questo testodi Massini – spiega Isabella Ra-gonese – quando sono statachiamata a leggerlo, perun’edizione del Premio giorna-

listico Ilaria Alpi. Nella figuradi Ilaria, così come Massini laracconta, ho trovato qualcosache la legava a me. L’entusia-smo e la passione per il pro-prio lavoro, il voler andare finoin fondo, la consapevolezza difare, normalmente, una cosagiusta. E’ normale che un gior-nalista ponga delle domande,che cerchi la verità. Questo ha

fatto Ilaria, quando aveva esat-tamente la mia età. E l’ha fattocome sanno fare i giornalistibravi. Ha trovato le risposte».

Quelle risposte, emerse inuna terra di compromessi tor-bidi, traffico d’armi e abbando-ni di scorie velenose, sporchiaccordi mascherati dietro l’ali-bi della cooperazione interna-zionale, sono state però fatali.

A lei e all’operatore Miran Hro-vatin. «Molti conoscono i loronomi. Parecchi ricordano la lo-ro esecuzione a Mogadiscio.Ma il perché, sono in pochi aconoscerlo. Situazione fre-quente in un’Italia dove lemezze verità tradiscono la sto-ria. Ho pensato che potevo da-re anch’io un contributo allaconoscenza di questa vicenda.

Ma non è il valore di testimo-nianza civile, la cosa più im-portante. A volte il cosiddettoteatro d’impegno approfittadella causa giusta, ma produ-ce spettacoli brutti. Io non hovoluto fare solo una scelta eti-ca: è anche una scelta esteticaforte. Questa è una scritturaprecisa, che non dice mezzeparole, e di Ilaria non faun’eroina, ma una ragazza chesi innamora del proprio lavo-ro, di quel paese e di quellagente che comincia a conosce-re, del loro dolore e della po-vertà. E vuole capire il perché:ma è difficile fermare la mac-china della verità una voltache si è messa in moto».

Anche il cinema continua aproporre il suo talento multi-forme. «Entro l’estate, usciran-no tre film. Il nuovo lavoro diMario Martone, “Il giovane fa-voloso”, dedicato a Leopardi.La commedia “La sedia dellafelicità”, firmata da Carlo Maz-zacurati, nelle sale dal 24 apri-le. E ancora il film di Tavarelli,“Una storia sbagliata”, che miporta nel sud del mondo. Men-tre a settembre ricomincio a gi-rare con Giorgia Cecere per ilnostro secondo lavoro assie-me».

©RIPRODUZIONERISERVATA

� TRIESTE

Incorniciata in un’elegantissi-ma veste grafica, viene presenta-ta domani alle 18 alla LibreriaLovat (viale XX Settembre 20),“Ricche minere”, neonata rivi-sta semestrale di Storia dell’arte,fondata in questi mesi e direttada Giuseppe Pavanello, venezia-no, già direttore della Fondazio-ne Cini, ordinario di Storiadell’Arte moderna nel nostroAteneo e curatore della presti-giosa Collana d’Arte della CRTri-este. Accanto allo studioso ci sa-rà Claudia Kryza-Gersch, già di-rettrice del KunsthistorischesMuseum di Vienna, che tratteràdei bronzetti del Rinascimento

italiano, di cui scrive nella rivi-sta. Edita da “Scripta” di Verona,quest’ultima si avvale di una re-dazione tutta triestina, compo-sta da Daniele D’Anza ed EnricoLucchese, assegnisti di ricercain Storia dell’Arte del nostro Ate-neo, e da Alberto Craievich, con-servatore al Museo del Settecen-to veneziano di Ca’ Rezzonico.

In particolare in questo primonumero compare un approfon-dito saggio di D’Anza sull’intri-cata vicenda del “S. Francescoconfortato dall’angelo”, impor-tante dipinto giovanile di Cara-vaggio (fine ‘500) presente tra glianni ’20 e ’30 a Trieste nella col-lezione di Guido Grioni, dellaprestigiosa famiglia di commer-

cianti: un intervento che fa lucesu un episodio pressoché scono-sciuto del collezionismo locale eal contempo svela l’imbarazzan-te disinteresse delle istituzioniverso quest’opera. Giunta nellanostra città da Roma, passandoper Malta e Alessandria d’Egitto,nella seconda metà degli anni’20, al momento di essere vendu-ta, l’opera (autentica) è giudica-ta dalla commissione stataleuna copia e così prende il voloper Hartford, dove tuttora si tro-va, mentre la sua copia rimaneai Musei Civici di Udine.

Intitolata “Ricche minere” inomaggio a Marco Boschini,grande e acuto critico d’arte ve-neziano del ‘600, e regolata da

una doppia revisione anonimacieca, la rivista si avvale di un co-mitato scientifico internaziona-le di prim’ordine con studiosiquali per esempio Nicholas Pen-ny (National Gallery Londra), Iri-na Artemieva (Hermitage S. Pie-troburgo), Andreas Henning(Staatliche KunstsammlungenDresda), Stéphane Loire (Lou-vre Parigi), e Philip Sohm (Uni-versità di Toronto). Aperta aogni tipo di contributo senza re-strizioni di aree geografiche ocronologiche, main sponsorHausbrandt con importanti anti-quari londinesi come CharlesBeddington, pubblicherà nonsolo in italiano ma anche nellalingua degli autori, accogliendo

pure articoli brevi, sulle arti mag-giori o decorative, recensioni divolumi e mostre e interventi direstauro. Sarà distribuita in tuttele più importanti biblioteche di

Storia dell’arte a livello interna-zionale e venduta via internetcontattando direttamente la ca-sa editrice.

Marianna Accerboni

Inmostra le fotodi guerra per ricordareMiranNel ventennale della scomparsa del cineoperatore triestino, omaggio speciale dal Premio Luchetta

Miran Hrovatin

IsabellaRagonese, unRequiemper IlariaAlpiL’attrice dà voce alla giornalista uccisa vent’anni fa: oggi pomeriggio a Montecitorio, poi il 23 a Udine e il 28 a Trieste

Isabella Ragonese aveva 13 anni quando venne uccisa la giornalista Ilaria Alpi. Adesso rivive la sua storia in “African Requiem”

� TRIESTE

Il 20 marzo di vent’anni fa veni-va assassinato a MogadiscioMiran Hrovatin, operatore freelance che stava lavorando perla Rai a un reportage in Soma-lia con l’inviata del Tg3 IlariaAlpi. Nemmeno due mesi do-po la tragedia di Mostar, doveerano stati uccisi gli inviati del-la Rai di Trieste Marco Luchet-ta, Alessandro Ota e DarioD’Angelo, un altro operatoretriestino dell’informazione per-deva la vita in missione di lavo-ro. La Fondazione che davent’anni opera nel ricordo diquesti quattro inviati, si stringeattorno ai famigliari e agli ami-ci di Miran nel ventennale del-

la sua morte e il premio giorna-listico istituito nel loro nome ri-corderà Miran con un’iniziati-va a lui dedicata: all’internodell’undicesima edizione delpremio giornalistico interna-zionale Marco Luchetta, infatti- in programma a Trieste dall’1al 3 luglio - troverà spazio unamostra fotografica dedicata al-la sezione del premio intitolataa Miran Hrovatin. Sarannoesposte le fotografie finalistedelle prime dieci edizioni dellasezione Hrovatin del PremioLuchetta, riservata alla migliorfoto pubblicata su quotidiani eriviste di tutto il mondo. La mo-stra sarà inoltre ospitata nelleedizioni 2014 dei festival di cul-tura e spettacolo del Friuli Ve-

nezia Giulia che sono legati alpremio Luchetta, vale a dire vi-cino/lontano, èStoria, Mittel-fest e pordenonelegge.

Intanto, fino al 12 aprile so-no aperti i termini per concor-rere all'XI edizione del Premiogiornalistico internazionaleMarco Luchetta, istituito e pro-mosso dalla Fondazione Lu-chetta Ota D'Angelo Hrovatinin collaborazione con la Rai.Possono concorrere i lavoripubblicati, trasmessi o diffusitra il 1 aprile 2013 e il 31 marzo2014 che dovranno pervenirealla segreteria del Premio en-tro il 12 aprile 2014. Il bando diconcorso è consultabile sui sitiwww.premioluchetta.it e www.fondazioneluchetta.org La ceri-

monia di consegna dei ricono-scimenti giornalistici si svolge-rà il 3 luglio a Trieste con il galatelevisivo “I Nostri Angeli”, co-me sempre ripreso e trasmessoda Rai1. Molte le novità che ca-ratterizzano questa 11˚ edizio-ne, come la partecipazioneestesa alle testate giornalisti-che web, purchè registrate. Lagiuria che valuterà le corri-spondenze in gara è presiedu-ta quest'anno dal neodirettoredella Rai Tgr Vincenzo Morgan-te. Agli storici componenti del-la giuria si aggiungono il presi-dente della Scuola di giornali-smo di Perugia Nino Rizzo Ner-vo, il direttore di RaiTeche, Bar-bara Scaramucci e il vicediret-tore del Tg1, Fabrizio Ferragni.

“San Francesco confortato dall'angelo” di Caravaggio

rivista

Nelle “Riccheminere” pagine tutte triestine sui tesori dell’arte

È morto a Bologna EzioRaimondi, uno dei principalistudiosi di letteraturaitaliana. Aveva 90 anni.Raimondi era nato nel 1924 aLizzano in Belvedere,sull'Appennino bolognese, apochi chilometri da Enzo Biagi.Nella lunga attività scientificaha studiato temiperiodicamente trasversalialla letteratura italiana. Oltrealla sua attivitànell'Università di Bologna èstato professore ospite innumerosi atenei stranieri ed èstato a lungo anche presidentedella casa editrice il Mulino.Tra gli stidenti di Raimondi c’èstato anche Francesco Guccini.

Addio all’italianistaEzio Raimondidocente di Guccini

MERCOLEDÌ 19 MARZO 2014 IL PICCOLO Cultura e Spettacoli 37

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Page 8: Rassegna Stampa Marzo 2014

2014

Data: 19 marzo 2014

Pagina: 36

di Gian Paolo Polesini

Per non farla sfumare, quellamaledetta storia. Che almenol’arte la raccolga con la cautelae con la forza. Ilaria Alpi. Se l’èportata via la voglia di verità eormai sono già vent’anni. Civuole sensibilità, nessuna pau-ra di raccontare e una grazia eun’energia per interpretarla.Conosciamo Isabella Ragone-se. Riemerse con la sua perso-nalità incisiva dalle nebbie ve-neziane dei Dieci inverni e fufolgorazione. Compagna pa-ziente di un furbetto Volo chela pedinò fino a New York perconquistarla e tanto teatro per-ché l’attore senza il palco sottoi piedi è un puzzle con un pez-zo mancante.

«Non dobbiamo aver pauradi dire le cose e quando termi-nai di leggere il copione di Ste-fano Massini, oltre all’entusia-smo per un testo davvero riccodi parola, accarezzai subito lapossibilità di contribuire amantenere accesi certi ricordiscomodi, che il rotolare dellavita spesso travolge. Siamonell’Italia dei misteri - dice Ra-gonese - e siamo ancora qui achiederci com’è andata vera-mente».

African Requiem è lo «spetta-colo teatrale» - Isabella ci chie-de di scriverlo proprio così -che Calendidonna si è assicu-rato per domenica 23, alle 21,al Palamostre. Con Luisa Cat-taneo, musiche originali di En-rico Fink eseguite dal vivo daimusicisti dell’Orchestra Mul-tietnica di Arezzo e con la par-tecipazione video di GioeleDix e Gianmarco Tognazzi. Laregia è dello stesso Massini.

«Pochi sanno, alcuni ricor-dano, in troppi stanno allonta-nandosi da quel dramma, for-se è il momento di riparlarne.Ilaria aveva la mia età quandovide l’ultima alba di Mogadi-scio, ormai vicino a scoprirequello che mai avrebbe dovu-to sapere. Non aspettatevi inscena la copia della Alpi, ho vo-lutamente evitato clonazioni,l’ho trascinata verso me. Cre-do che una somma di tante evi-denze - ancora con feroce vo-lontà tenute sotto sabbia - pos-sa pacificare un Paese controppe ferite scoperte».

Potrebbe succedere ancora.Finché ci sarà la passione dichi non ci pensa a mollare.

«Lei si continuava a domanda-re, sapeva di essere vicina. Sol-tanto il ragionamento distac-cato può fermare la determina-zione a lasciare poco primadel pericolo. Non quando lasuccessione dei fatti ti trascinadove tu volevi; e davanti allaporta giusta cosa fai? Non la

apri?».Ci s’interroga sui limiti del

fare; pur appassionati, purcoinvolti, pur drogati da unmestiere difficile da domare,esisterà un confine del non ri-torno? Davanti al quale è ne-cessario fermarsi. Vuoi buonsenso, vuoi l’istintivo allonta-

narsi dalla fine. Vale la penamorire così? Per una notizia.

«L’essere in mezzo alla bat-taglia ti costringe a combatte-re, inutile filosofeggiare. Trovofolle, ecco questo sì, cercare lasensazione a tutti i costi e ma-gari farsi uccidere per l’effettodi una realtà forzata. L’etica

dovrebbe regolare le sensazio-ni dell’attimo. Se una barrieraci dev’essere almeno sia l’osta-colo della coscienza. L’iperin-formazione a volte squassa,non trovi riferimenti, mancauna penna capace di farti capi-re, evitando il solito risvoltogrottesco: chi legge sa meno di

prima».Ilaria Alpi ormai intuisce di

trovarsi a pochi centimetri dal-la soluzione. «Sfogliamo gli ul-timi suoi tre giorni, senza sfog-gio di eroismi. Soltanto una ra-gazza di un’Italia virtuosa chenon vogliamo si perda mai».

©RIPRODUZIONERISERVATA

RinoCamilleri e il giallo sullamortedelNievoLo scrittore esce con Mondadori e affida l’indagine letteraria all’illustre Sherlock Holmes

� GORIZIA

Non c’è traccia di filosofia odei classici greci in quel che re-sta della biblioteca di Carlo Mi-chelstaedter, recentemente ac-quisita dalla Biblioteca stataleisontina di Gorizia. Ci sono,però, tra i 65 volumi sicura-mente ascrivibili all’intellet-tuale morto suicida a 23 anni,tanta arte e letteratura, in libriall’epoca moderni che porta-no, tra le loro pagine, le traccedi una perduta, prolificaespressività.

Schizzi, disegni, note e sotto-lineature, tracciate con una

matita azzurra, danno partico-lare senso a quest’ultimo tas-sello del patrimonio dei Mi-chelstaedter. Facendo un pas-so indietro, si tratta di 288 uni-tà, tra libri, opuscoli e riviste,appartenute non solo al filoso-fo, ma anche a suo padre, chedeteneva importanti volumi diottima fattura, rari e antichi.

La biblioteca entra cosí a farparte del Fondo Michelstae-dter custodito alla Bsi dopo va-ri passaggi di mano. Si partedalla biblioteca di Cesare Pa-gnini (1899-1989) per arrivare,nel 2012, alla curiosa Droghe-ria 28 del libraio Simone Vol-

pato a Trieste. Per finire, la bi-blioteca goriziana acquisisce imateriali facendosi finanziaredal Ministero con l’intento direndere disponibili i recenti ri-trovati.

Lo stato di conservazione ècomunque assai precario,quindi la consultazione saràammessa solo in rari casi. Usci-rà però, a compendio, un cata-logo scientifico a cura di Ser-gio Campailla, Marco Menatoe Simone Volpato, pubblicatoda Olschki nella collana Biblio-teca di bibliografia italiana.Tra le particolarità che si po-tranno trovare al suo interno,

una poderosa edizione de LaCorneide, macigno di 7 volumipubblicato nel 1781, apparte-nente a Alberto Michelstae-dter. In sostanza, un trattato“eroicomico” sui tradimenti, acui si accompagnano pregiateedizioni dei Promessi Sposi o li-bri del Foscolo. Piú in genera-le, il padre di Carlo si dilettavadi storia patria e locale, in par-ticolare dell’Istria, ma non di-sdegnava la letteratura tede-sca e i grandi classici.

L’assenza di volumi di stam-po filosofico per Carlo posso-no essere motivati dalla sua as-sidua frequentazione in biblio-

teche specializzate. Quello cheè certo è che non si può rico-struire tutto da un ultimo bran-dello materiale, ma tramitequesto fondo si possono riper-correre molte delle giornate diun pensatore (quasi) immorta-

le.Emanuela Masseria

©RIPRODUZIONERISERVATA

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� UDINE

Come morí Ippolito Nievo? Ov-vero, qualcuno causò deliberata-mente l’affondamento del piro-scafo che da Palermo riportavain Continente il tesoriere dei Mil-le di Garibaldi? A quest’interro-gativo che ha già ispirato un feli-cissimo romanzo – Il prato infondo al mare - del discendentedell’autore delle “Confessioni”,Stanis Nievo, cerca ora di dareuna risposta letteraria Rino Ca-milleri che per Il Giallo Monda-dori ha pubblicato Sherlock Hol-mes e il misterioso caso di Ippoli-to Nievo. Un “poliziesco” che in-daga nelle forze oscure dei pote-ri dell’epoca. «Nell’Ottocento -spiega Camilleri – la nuova filo-

sofia ateo-positivista che esalta-va la Scienza e il Progresso af-frontò quella antica, medievalee “tomista” (fede+ragione). Am-bedue avevano una loro Chiesa:la prima, la Massoneria; la se-conda, quella Cattolica. Per rap-presentare questo scontro hoscritto un «giallo storico», attor-no a un caso concreto: la mortedi Ippolito Nievo, scrittore italia-

no e colonnello dei Mille». Il Nie-vo scomparve nell’esplosionenotturna del piroscafo che lo ri-portava da Palermo in continen-te. «Con sé aveva le ricevute del-le somme enormi che i massoniinglesi e americani avevanomesso a disposizione di Garibal-di per l’impresa siciliana. A inda-gare viene in Italia il campionedell’intelligenza “scientifica”

del tempo, Sherlock Holmes. Ilquale, però, si imbatte nel rap-presentante di quel cattolicesi-mo ragione+fede che non si au-tolimita credendo che esista so-lo ciò che si vede e si tocca: donBosco, perfetto testimonial dimistica e azione. I due si incon-trano e don Bosco convince Hol-mes a deviare la sua indaginesulla Sindone, che qualcuno harubato». Attraverso una serie dimirabolanti colpi di scena, i casiverranno risolti da Holmes, ilquale, però, sarà l’unico a ren-dersi conto di non averne alcunmerito, e che c’è un altro modoper arrivare alla verità, un modoche mai avrebbe sospettato.Questo metterà in crisi la co-scienza di Sherlock Holmes».

LA SCOPERTA

SorpresaMichelstaedter: solo libri d’arte e romanziRiordinata la biblioteca del filosofo che conosceva il futuro. Un Fondo per i 288 volumi

Mostra dedicataa Miran Hrovatin

«Lamia IlariaAlpi, nessunapauradella verità»L’attrice con “African Requiem” di Massini racconta gli ultimi tre giorni della giornalista. Domenica 23 al Palamostre

Isabella Ragonese in una scena di “Africa Requiem”, di Stefano Massimini, lo spettacolo teatrale dedicato a Ilaria Alpi a vent’anni dalla morte

calendidonna»isabella ragonese

CarloMichelstaedter, pensatore cheaperto a tuttele nuove idee,custodiva nellasua bibliotecafamiliaresoprattuttolibri d’arte e diletteratura: ènato il Fondoche li custodirà

Il 20 marzo di vent’anni fa venivaassassinato a Mogadiscio MiranHrovatin, operatore free lanceche stava lavorando per la Rai aun reportage in Somalia conl’inviata del Tg3 Ilaria Alpi. LaFondazione ricorderà l’inviatodurante il Premio Luchetta (dall’1al 3 luglio) con una mostrafotografica dedicata alla sezionedel premio intitolata a MiranHrovatin. Saranno esposte lefotografie finaliste delle primedieci edizioni pubblicate suquotidiani e riviste di tutto ilmondo. La mostra sarà inoltreospitata a vicino/lontano,èStoria, Mittelfest ePordenonelegge.

luchetta

36 Cultura e Spettacoli MESSAGGERO VENETO MERCOLEDÌ 19 MARZO 2014

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