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Rassegna Stampa di giovedì 14 maggio 2015 SNALS / CONFSAL SkyTG 24 14/05/2015 RIFORMA SCUOLA: INTERVISTA AL SEGRETARIO GENERALE SNALS- CONFSAL, MARCO PAOLO NIGI Testate on line 14/05/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB il Sole 24 Ore 14/05/2015 "BLOCCO SCRUTINI ILLEGITTIMO" Visto 21/05/2015 RIVOLTA SCUOLA E RIFORMA Tempi 20/05/2015 IL CORAGGIO DI DARCI UN TAGLIO L'Ancora 17/05/2015 SUCCESSO DELLO SCIOPERO DELLA SCUOLA Gazzetta di Mantova 14/05/2015 PROF IN ASSEMBLEA DAVANTI ALLA PREFETTURA Il Resto del Carlino - Ed. Macerata 14/05/2015 SCUOLA, PROF ANCORA IN PIAZZA "BOCCIAMO QUESTA RIFORMA" Il Tirreno - Ed. Pisa 14/05/2015 PRESIDIO PERMANENTE PER BLOCCARE LA RIFORMA DELLA SCUOLA La Nazione - Ed. Pisa 14/05/2015 HA VINTO SGARBI ANCHE IL MASACCIO VOLA ALL'EXPO La Nazione - Ed. Pisa 14/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA La Provincia - Ed. Lecco 14/05/2015 DOCENTI SUL PIEDE DI GUERRA "MARTEDI' CI FAREMO SENTIRE" La Provincia - Ed. Sondrio 14/05/2015 LA SCUOLAVALTELLINESE SCENDE ANCORA IN PIAZZA La Tribuna di Treviso 14/05/2015 "PRONTI A BLOCCARE GLI SCRUTINI FINALI" La Voce di Romagna Rimini 14/05/2015 SCUOLA, SCONTRO SULLA RIFORMA, SCRUTINI A RISCHIO Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Brindisi 14/05/2015 I PROF OCCUPERANNO LE COLONNE L'Adige 13/05/2015 SCUOLA, LA "FUMATA NERA" DEL GOVERNO Gazzetta del Sud 14/05/2015 LO SCIOPERO E' STATO SOSPESO MA RESTA VIVA LA MOBILITAZIONE La Sicilia - Ed. Caltanissetta/Gela 14/05/2015 CORTE D'APPELLO DA SALVARE, C'E' ARDIZZONE Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 14/05/2015 RENZI: NON E' PRENDERE O LASCIARE, FIDUCIA NON ALL'ORDINE DEL GIORNO il Sole 24 Ore 14/05/2015 RENZI-MATTARELLA, AGENDA POLITICA SUL TAVOLO Corriere della Sera 14/05/2015 RENZI ALLA LAVAGNA PER DIFENDERE LA RIFORMA la Repubblica 14/05/2015 SCUOLA, IL VIDEO DI RENZI "BASTA BOICOTTAGGI SULLA RIFORMA" BLOCCA SCRUTINI, SINDACATI DIVISI" il Messaggero 14/05/2015 RENZI PARLA AI PROF: "NO AI BOICOTTAGGI" il Messaggero 14/05/2015 SCIOPERI A TURNO DI UN QUARTO D'ORA A TESTA L'IDEADEI SINDACATI PER FERMARE GLI SCRUTINI il Giornale 14/05/2015 NUOVA FIGURACCIA SUI TEST INVALSI LE RISPOSTE SONO IN RETE DA GIORNI il Giornale 14/05/2015 SCUOLA, NIENTE FIDUCIA RENZI SALE IN CATTEDRA E I SINDACATI SI DIVIDONO Libero Quotidiano 14/05/2015 RENZI GRIDA AL COMPLOTTO "VOGLIONO FARMI PERDERE CON PENSIONI E SCUOLA" Tempi 20/05/2015 UN'ALTRA SCUOLA E' POSSIBILE

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Rassegna Stampa di giovedì 14 maggio 2015

SNALS / CONFSAL SkyTG 24 14/05/2015 RIFORMA SCUOLA: INTERVISTA AL SEGRETARIO GENERALE SNALS-

CONFSAL, MARCO PAOLO NIGI Testate on line 14/05/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB il Sole 24 Ore 14/05/2015 "BLOCCO SCRUTINI ILLEGITTIMO" Visto 21/05/2015 RIVOLTA SCUOLA E RIFORMA Tempi 20/05/2015 IL CORAGGIO DI DARCI UN TAGLIO L'Ancora 17/05/2015 SUCCESSO DELLO SCIOPERO DELLA SCUOLA Gazzetta di Mantova 14/05/2015 PROF IN ASSEMBLEA DAVANTI ALLA PREFETTURA Il Resto del Carlino - Ed. Macerata

14/05/2015 SCUOLA, PROF ANCORA IN PIAZZA "BOCCIAMO QUESTA RIFORMA"

Il Tirreno - Ed. Pisa 14/05/2015 PRESIDIO PERMANENTE PER BLOCCARE LA RIFORMA DELLA SCUOLA La Nazione - Ed. Pisa 14/05/2015 HA VINTO SGARBI ANCHE IL MASACCIO VOLA ALL'EXPO La Nazione - Ed. Pisa 14/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA La Provincia - Ed. Lecco

14/05/2015 DOCENTI SUL PIEDE DI GUERRA "MARTEDI' CI FAREMO SENTIRE"

La Provincia - Ed. Sondrio

14/05/2015 LA SCUOLAVALTELLINESE SCENDE ANCORA IN PIAZZA

La Tribuna di Treviso 14/05/2015 "PRONTI A BLOCCARE GLI SCRUTINI FINALI" La Voce di Romagna Rimini

14/05/2015 SCUOLA, SCONTRO SULLA RIFORMA, SCRUTINI A RISCHIO

Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Brindisi

14/05/2015 I PROF OCCUPERANNO LE COLONNE

L'Adige 13/05/2015 SCUOLA, LA "FUMATA NERA" DEL GOVERNO Gazzetta del Sud 14/05/2015 LO SCIOPERO E' STATO SOSPESO MA RESTA VIVA LA MOBILITAZIONE La Sicilia - Ed. Caltanissetta/Gela

14/05/2015 CORTE D'APPELLO DA SALVARE, C'E' ARDIZZONE

Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 14/05/2015 RENZI: NON E' PRENDERE O LASCIARE, FIDUCIA NON ALL'ORDINE DEL

GIORNO il Sole 24 Ore 14/05/2015 RENZI-MATTARELLA, AGENDA POLITICA SUL TAVOLO Corriere della Sera 14/05/2015 RENZI ALLA LAVAGNA PER DIFENDERE LA RIFORMA la Repubblica 14/05/2015 SCUOLA, IL VIDEO DI RENZI "BASTA BOICOTTAGGI SULLA RIFORMA"

BLOCCA SCRUTINI, SINDACATI DIVISI" il Messaggero 14/05/2015 RENZI PARLA AI PROF: "NO AI BOICOTTAGGI" il Messaggero 14/05/2015 SCIOPERI A TURNO DI UN QUARTO D'ORA A TESTA L'IDEADEI SINDACATI

PER FERMARE GLI SCRUTINI il Giornale 14/05/2015 NUOVA FIGURACCIA SUI TEST INVALSI LE RISPOSTE SONO IN RETE DA

GIORNI il Giornale 14/05/2015 SCUOLA, NIENTE FIDUCIA RENZI SALE IN CATTEDRA E I SINDACATI SI

DIVIDONO Libero Quotidiano 14/05/2015 RENZI GRIDA AL COMPLOTTO "VOGLIONO FARMI PERDERE CON

PENSIONI E SCUOLA" Tempi 20/05/2015 UN'ALTRA SCUOLA E' POSSIBILE

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Cronache del Garantista

14/05/2015 ECCO PERCHE' SIAMO PRONTI ALLO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI

Il Fatto Quotidiano 14/05/2015 INVALSI, GIUSTO VALUTARE GLI STUDENTI? il Gazzettino 14/05/2015 SCUOLA, RENZI SCRIVE AI PROF la Stampa 14/05/2015 IL MIRAGGIO DEGLI INFERMIERI PER UN POSTO 6500 CANDIDATI Panorama 20/05/2015 PISA OVVERO IL TEMPO DELLE NORMALI ECCELLENZE Panorama 20/05/2015 UN'UNIVERSITA PER TUTTI la Repubblica 14/05/2015 IL PREMIER STUDIA LA FASE 2 PACE CON LA MINORANZA E UN

RIMPASTINO A GIUGNO Il Piccolo 14/05/2015 LA "LEZIONE" DI RENZI "ECCO LA BUONA SCUOLA" +++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 14/05/2015 PENSIONI, ORA IL GOVERNO PENSA AL RIMBORSO DI UN SOLO ANNO il Sole 24 Ore 14/05/2015 I REQUISITI ASPI RIDUCONO LA NASPI il Sole 24 Ore 14/05/2015 INGRESSO VELOCE PER "EXTRA UE" Corriere della Sera 14/05/2015 IL DECRETO DELLA SENTENZA PENSIONI MINI-RIMBORSI OLTRE I 2.000

EURO Corriere della Sera 14/05/2015 IL PREMIER E GLI EFFETTI DELLA CONSULTA: MA NON RINUNCIO A

INTERVENTI SUL FISCO Corriere della Sera 14/05/2015 IL CASO DELLE PENSIONI E LA SENTENZA DELLA CORTE la Stampa 14/05/2015 PENSIONI, LA SOLUZIONE E' PRIVILEGIARE I REDDITI BASSI Italia Oggi 14/05/2015 CONTRATTI, RIORDINO VICINO il Messaggero 14/05/2015 PENSIONI, RENZI TENTA IL RINVIO CON RIMBORSI SOLO A SETTEMBRE Giorno/Resto/Nazione 14/05/2015 L'ITALIA E' FUORI DALLA RECESSIONE il Sole 24 Ore 14/05/2015 LA SECONDA NAVIGAZIONE CHE ATTENDE RENZI il Sole 24 Ore 14/05/2015 UE OK ALLA FLESSIBILITA' PER L'ITALIA

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14/05/2015

RIFORMA SCUOLA: Intervista del Segretario Generale SNALS-Confsal, Marco Paolo Nigi Questa mattina, su SkyTG24, alle h. 11,20 circa, all’interno di un servizio sulla riforma della scuola, dove la sen. Puglisi ha commentato e “difeso” il ddl in discussione alla Camera, è intervenuto in diretta il Segretario Generale dello SNALS-Confsal, Marco Paolo Nigi

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12 maggio, 2015 - 19:51 -

INCONTRO TRA SINDACATI E GOVERNO. SNAS: DELUDENTE. BLOCCO SCRUTINI di redazione

Nigi (Snals-Confsal): nonostante gli emendamenti illustrati dal Governo ,approvati in commissione cultura alla Camera, il testo del DDL rimane inaccettabile. Si va verso il blocco degli scrutini.

Si è appena concluso l’incontro di Palazzo Chigi tra il governo e i sindacati della scuola.

Il segretario generale dello Snals - Confsal, Marco Paolo Nigi, nel suo intervento ha ribadito le irrinunciabili richieste di emendamento al DDL già oggetto del recente sciopero del 5 maggio che rimangono inalterate nella sostanza anche alla luce degli emendamenti approvati. Nel suo intervento Nigi, nel sostenere che va ripristinata la serietà degli studi e l’autorevolezza dei docenti, ha definito improponibile e inaccettabile affidare la valutazione dei docenti ad un comitato composto con genitori e studenti ed ha ribadito che:

va eliminato ogni aspetto di gestione autoritaria nella scuola;

necessita un piano assunzioni da adottare auspicabilmente con provvedimento legislativo di urgenza. Se necessario anche pluriennale, in modo da non lasciare fuori nessuno di coloro che hanno maturato legittime aspettative, assicurando così la stabilizzazione per tutto il personale docente e ATA;

gli organici pluriennali dell’autonomia devono essere realizzati con modalità certe e trasparenti ed essere adeguati alle necessità per tutte le tipologie di scuola e per tutte le componenti (docenti e ATA);

va avviato il rinnovo del contratto e deve essere cancellata ogni invasione della legge in campo contrattuale.”

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Da parte dei rappresentanti del Governo non è stata data alcuna risposta concreta ai temi sollevati negli interventi, ma si sono limitati a dare assicurazione che sarebbero state attentamente valutate le osservazioni formulate.

E’ stato sottolineato che le possibilità di modifica ci sono ancora nel passaggio di approvazione da parte della Camera e, soprattutto, nel successivo passaggio al Senato, precisando che sarà data rilevante importanza alla fase delle audizioni che, alla luce del testo uscito dal primo ramo del Parlamento, si svolgeranno in quella sede.

Nigi, uscendo da Palazzo Chigi, ha dichiarato che la battaglia dello SNALS-CONFSAL , congiuntamente alle altre OO.SS., continuerà in varie forme fino allo sciopero in occasione degli scrutini.

IL SINDACATO DELLA SCUOLA SULLA RIFORMA

Snals-Confsal: con il governo, incontro deludente «Incontro deludente»: così Snals-Confsal, definisce il vertice sindacati-governo sulla scuola a Palazzo Chigi, infatti, «nonostante gli emendamenti illustrati dal Governo ,approvati in commissione cultura alla Camera, il testo del DDL rimane inaccettabile», quindi, «si va verso il blocco degli scrutini».

ROMA (askanews) - «Incontro deludente»: così Snals-Confsal, definisce il vertice sindacati-governo sulla scuola a Palazzo Chigi, infatti,«nonostante gli emendamenti illustrati dal Governo ,approvati in commissione cultura alla Camera, il testo del DDL rimane inaccettabile», quindi, «si va verso il blocco degli scrutini».

No a gestione autoritaria nella scuola

Il segretario generale dello Snals - Confsal, Marco Paolo Nigi, nel suo intervento ha ribadito le «irrinunciabili richieste di emendamento al Ddl già oggetto del recente sciopero del 5 maggio che rimangono inalterate nella sostanza anche alla luce degli emendamenti approvati», definendo in particolare, «improponibile e inaccettabile affidare la valutazione dei docenti ad un comitato composto con genitori e studenti». Per Snals - Confsal «va eliminato ogni aspetto di gestione autoritaria nella scuola», e serve «un piano assunzioni da adottare auspicabilmente con provvedimento legislativo di urgenza. Se necessario anche pluriennale, in modo da non lasciare fuori nessuno di coloro che hanno maturato legittime aspettative». Va anche «avviato il rinnovo del contratto e deve essere cancellata ogni invasione della legge in campo contrattuale».

Nessuna risposta concreta del governo

Invece «da parte dei rappresentanti del governo non è stata data alcuna risposta concreta ai temi sollevati negli interventi, ma si sono limitati a dare assicurazione che sarebbero state attentamente valutate le osservazioni formulate. E' stato sottolineato che le possibilità di modifica ci sono ancora nel passaggio di approvazione da parte della Camera e, soprattutto, nel successivo passaggio al Senato, precisando che sarà data rilevante importanza alla fase delle audizioni che, alla luce del testo uscito dal primo ramo del Parlamento, si svolgeranno in quella sede». Nigi, quindi, dopo l'incontro a Palazzo Chigi, ha dichiarato che«la battaglia dello Snals-Confsal, congiuntamente alle altre organizzazioni sindacali, continuerà in varie forme fino allo sciopero in occasione degli scrutini».

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13 maggio 2015 18:30

SCUOLA, I SINDACATI SCRIVO AL MINISTERO: “SIAMO L’UNICA REGIONE SENZA DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO” Economia e Lavoro Toscana

Le OO.SS. Regionali del comparto scuola della Toscana (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams) scrivono al ministro dell’istruzione denunciando la situazione insostenibile della Toscana, unica regione in Italia senza un direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale da oltre 1 anno e mezzo e con ben 6 province prive di dirigente (ex provveditore) dallo scorso 21 aprile. Tutte queste nomine sono di competenza esclusivamente ministeriale. La situazione: sono stati nominati 3 Dirigenti (ex provveditori) per le province di Pisa, Firenze e Lucca/Massa (accorpate); sono in attesa di nomina i Dirigenti (ex provveditori) delle province di Livorno, Grosseto, Arezzo, Siena e Pistoia/Prato (accorpate). In queste province sono pertanto bloccati tutti gli atti, e l’assenza del Direttore Generale dell’USR non consente di individuare i Dirigenti degli Ambiti Territoriali che ne sono privi. Questa situazione ha pesanti ricadute sulla scuola. Basti pensare ad esempio, che nelle province in cui manca il dirigente (ex provveditore) non è stato possibile ratificare la mobilità della scuola primaria: soltanto per via informale le scuole conoscono chi e dove è stato trasferito e chi arriverà a settembre! Anche il numero di posti relativo al fabbisogno di personale, docente e Ata, è bloccato, bloccate le delibere di spesa, bloccati gli atti finalizzati all’erogazione della pensione ecc. Insomma, si tratta di atti di estrema importanza senza i quali, peraltro, in Toscana sarà impossibile procedere alle tanto annunciate immissioni in ruolo. La mancanza di referenti, inoltre, crea disservizi anche nell’interlocuzione con l’utenza: a chi deve rivolgersi? Non mancano ricadute sugli allievi , sugli studenti e sulle loro famiglie che a causa delle sopracitate mancanze, rischiano di non avere garantita la regolare esecuzione del progetto formativo . Tutto questo è causato dall’inefficienza di un Ministero che agisce in palese contraddizione con le prospettive di una “Buona Scuola”. Forse, prima di pensare alle grandi riforme sarebbe necessario fare funzionare l’ordinario. Questa assenza di referenti e lo stato confusionale in cui versano gli uffici ha fatto sì che le OO.SS. Regionali stiano predisponendo una diffida all’USR affinché siano rispettate le corrette relazioni sindacali. La validità e il peso della rappresentanza del sindacato è emersa in tutta la sua forza lo scorso 5 maggio con la storica adesione allo sciopero nelle percentuali rilevate in Toscana, rese ieri ufficali dal MIUR. Ai lavoratori la giornata di sciopero è costata sia in termini economici che di sacrifici, vista la grande partecipazione alle manifestazioni di tutta Italia. I lavoratori meritano rispetto e ascolto e, soprattutto, esigono delle risposte. Per questi motivi, dopo le numerose e diversificate inizative promosse prima del 5 marzo, continuiamo con la mobilitazione, attivando iniziative che riscuotano anche il consenso degli studenti e dei genitori. Diamo quindi il via a una campagna di informazione tramite assemblee e flash-mob, coinvolgendo le RSU e gli organi collegiali affinché la mobilitazione sia più capillare possibile. E’ importante che il movimento sindacale resti unito e compatto, perché mai come in questo momento l’unità fa la forza. E’ necessario uno sciame sismico che supporti azioni ulteriori, anche molto forti, se il Governo ci costringerà: pertanto, è importante creare il massimo consenso per garantire un’ampia condivisione e la massima incisività. Questo il testo della lettera Le OO .SS scuola della Toscana esprimono preoccupazione per il perdurare della situazione di disagio creata dalla mancanza della nomina del Direttore Generale, da cui deriva l’impossibilità ad assegnare le reggenze nelle strutture territoriali con conseguenti difficoltà nelle attività quotidiane. Dallo scorso 21 aprile è in vigore la nuova riorganizzazione Uffici Scolastici Regionali e relativi Ambiti Territoriali. In Toscana la

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situazione è la seguente: 1) il Direttore Generale dell’USR è in attesa di nomina. Dopo oltre 1 anno e mezzo dal pensionamento del Direttore dell’USR, codesto Ministero non ha ancora provveduto a nominare il sostituto; 2) sono stati nominati 3 Dirigenti (ex provveditori) per le province di Pisa, Firenze e Lucca/ Massa (accorpate); 3) sono in attesa di nomina i Dirigenti (ex provveditori) delle province di Livorno, Grosseto, Arezzo, Siena e Pistoia/ Prato (accorpate). In queste province sono pertanto bloccati tutti gli atti; 4) L’assenza del Direttore Generale dell’USR non consente di individuare i Dirigenti degli Ambiti Territoriali che ne sono privi. Tutto ciò comporta il blocco della macchina organizzativa della scuola Toscana, con conseguenze gravi sul regolare funzionamento dell’attività scolastica compresi gli atti propedeutici all’avvio del prossimo anno scolastico. Le OO.SS. Regionali della Toscana chiedono pertanto alla S.V. di adempiere con urgenza a quanto di Sua competenza, individuando i Dirigenti a copertura dei posti scoperti in modo da ripristinare la normalità Fonte: ufficio stampa

Merc, 13 Maggio 2015 15:51

NIENTE DIRETTORE GENERALE ALL'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE, I SINDACATI ALZANO LA VOCE I sindacati scrivono al ministro Giannini, per denunciare la mancanza de direttore generale dell'ufficio scolastico regionale da oltre un anno e mezzo e di dirigenti in sei province dallo scorso 31 aprile. "Tutte queste nomine - dicono i sindacati regionali del comparto scuola della Toscana (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams) - sono di competenza esclusivamente ministeriale. Sono stati nominati tre dirigenti per le province di Pisa, Firenze e Lucca/Massa (accorpate). Sono in attesa di nomina i dirigenti (ex provveditori) delle province di Livorno, Grosseto, Arezzo, Siena e Pistoia/Prato (accorpate). In queste province sono pertanto bloccati tutti gli atti, e l'assenza del direttore generale dell'Usr non consente di individuare i dirigenti degli ambiti territoriali che ne sono privi".

"Questa situazione ha pesanti ricadute sulla scuola - dicono i sindacati - Basti pensare ad esempio, che nelle province in cui manca il dirigente (ex provveditore) non è stato possibile ratificare la mobilità della scuola primaria: soltanto per via informale le scuole conoscono chi e dove è stato trasferito e chi arriverà a settembre. Anche il numero di posti relativo al fabbisogno di personale, docente e Ata, è bloccato, bloccate le delibere di spesa, bloccati gli atti finalizzati all'erogazione della pensione eccetera. Insomma, si tratta di atti di estrema importanza senza i quali, peraltro, in Toscana sarà impossibile procedere alle tanto annunciate immissioni in ruolo. La mancanza di referenti, inoltre, crea disservizi anche nell'interlocuzione con l'utenza: a chi deve rivolgersi? Non mancano ricadute sugli allievi , sugli studenti e sulle loro famiglie che a causa delle sopracitate mancanze, rischiano di non avere garantita la regolare esecuzione del progetto formativo . Tutto questo è causato dall'inefficienza di un Ministero che agisce in palese contraddizione con le prospettive di una Buona Scuola. Forse, prima di pensare alle grandi riforme sarebbe necessario fare funzionare l'ordinario. Questa assenza di referenti e lo stato confusionale in cui versano gli uffici ha fatto sì che i sindacati regionali stiano predisponendo una diffida all'Usr affinché siano rispettate le corrette relazioni sindacali".

"La validità e il peso della rappresentanza del sindacato - prosegie - è emersa in tutta la sua forza lo scorso 5 maggio con la storica adesione allo sciopero nelle percentuali rilevate in Toscana, rese ieri ufficali dal Miur. Ai lavoratori la giornata di sciopero è costata sia in termini economici che di sacrifici, vista la grande partecipazione alle manifestazioni di tutta Italia. I lavoratori meritano rispetto e ascolto e, soprattutto, esigono delle risposte. Per questi motivi, dopo le numerose e diversificate inizative promosse prima del 5 marzo, continuiamo con la mobilitazione, attivando

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iniziative che riscuotano anche il consenso degli studenti e dei genitori. Diamo quindi il via a una campagna di informazione tramite assemblee e flash-mob, coinvolgendo le Rsu e gli organi collegiali affinché la mobilitazione sia più capillare possibile. E' importante che il movimento sindacale resti unito e compatto, perché mai come in questo momento l'unità fa la forza. E' necessario uno sciame sismico che supporti azioni ulteriori, anche molto forti, se il Governo ci costringerà: pertanto, è importante creare il massimo consenso per garantire un'ampia condivisione e la massima incisività".

Mercoledì 13 Maggio 2015

VENERDÌ NUOVA MARCIA IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA PROMOSSA DAI SINDACATI

Per dare continuità all’azione unitaria di protesta contro il disegno di legge “La Buona Scuola”, i sindacati SNALS Confsal, FLC CGIL, CISL SCUOLA e UIL SCUOLA, hanno indetto una manifestazione per venerdì 15 maggio. Con raduno alle ore 20.00, a Ravenna, da piazza stazione prenderà il via la marcia “LA SCUOLA È VITA, MARCIAMO INSIEME IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA", con i partecipanti che muniti di un lumino, di un libro e una penna, attraverseranno le principali vie della città, passando per via Diaz e terminando il corte in Piazza del Popolo.

"Attendiamo fiduciosi quelle risposte concrete del Governo, per ridare dignità alle rivendicazioni dei docenti che pretendono una scuola riformata nel rispetto e con le dovute attenzioni di chi ci lavora con professionalità e senso di abnegazione e responsabilità". E' quanto hanno dichiarato le segretarie provinciali, invitando tutto il personale della scuola e la cittadinanza della provincia ad aderire alla importante marcia di venerdì prossimo per protestare contro le insensibilità del Governo.

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SCUOLA: É DI NUOVO FLASH MOB ANCHE A FANO Scuola, domani (14 maggio) flash mob nelle piazze delle Marche, ad Ancona, Fano e Macerata, organizzato da Flc Cgil, Uil scuola, Cisl Scuola, Snals, Confsal Marche, per la scuola della Costituzione, perché “la buona scuola ci ha tolto la parola” . Per i sindacati, “come nel 1923 i dirigenti scolastici sceglieranno i docenti, un meccanismo che scatenerà divisione e conflitti e, sull’organico di diritto, la nostra regione si troverà con 131 posti in meno, con conseguenze sulla qualità dell’offerta e sui diritti dei lavoratori”. Ad Ancona, si svolgerà in piazza Roma alle ore 18,45.

FLC CGIL, UIL SCUOLA, CISL SCUOLA, SNALS e CONFSAL MARCHE

14 maggio 2015

INSEGNANTI, STUDENTI E GENITORI PISANI CONTRO LA BUONA SCUOLA Un presidio permanente contro la riforma dell’istruzione e in vista azioni di protesta contro “La Buona Scuola” per il 18 e il 19 maggio

Un presidio permanente contro la riforma della scuola, allestito presso il liceo Galilei, e in vista azioni di protesta contro “La Buona Scuola”.

Ad aderire al presidio i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsals, Cobas scuola, Gilda, ma che organizzazioni studentesche – Sinistra per, Unione degli Studenti, Rete degli Studenti Medi, Officina Uds – i precari della scuola e il Comitato della e per la scuola pubblica.

Insegnanti, precari e non, studenti, e genitori il 18 e il 19 maggio scenderanno in strada, da decidere ancora se con un flash mob o con grandi catene umane intorno alle scuole, per esprimere e rendere visibili le loro preoccupazioni sui punti più contestati del provvedimento che, a livello nazionale, ha spinto i sindacati a minacciare lo sciopero degli scrutini in assenza di un dialogo reale.

No dunque a un dirigente scolastico “che diventa un arbitro assoluto e un manager”, dicono. “Un provvedimento che umilia la libertà di insegnamento ed esautora il collegio dei docenti che fino a oggi si è occupato dell’offerta formativa. E attacca il clima di cooperazione e collaborazione tra le componenti del sistema scuola”.

“Non abbiamo niente contro i dirigenti scolastici – sottolinea Fabrizio Acconci della Snals – e vogliamo migliorare la scuola, magari investendo di più e ripristinando quella funzionalità che è stata minata dai governi che si sono succeduti”.

A mancare è un confronto reale con cui nella scuola lavora, dice Rodolfo Sorrenti della Uil Scuola“, ciò che è certo è che se la scuola serve anche a insegnare la vita, allora forse comprendiamo a cosa serve dare a questa una direzione aziendalistica”.

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Ecco dunque che fra le criticità che vengono messe in evidenza spicca “la mancanza di un piano coerente di reintegro delle risorse sottratte in questi anni”. Inaccettabili, dice Mimma Lai della Cigl “palliativi umilianti come l’attribuzione del 5% alle singole istituzioni scolastiche, così come l’introduzione della possibilità di finanziamenti privati e la partecipazione dei finanziatori agli organi collegiali, che crea il rischio di ingerenze sulle scelte educative, didattiche organizzative”.

Ad essere completamente assente, sottolineano i sindacati “è poi la scuola dell’infanzia che in questa riforma viene completamente dimenticata”.

Fra i punti più contestati c’è il piano delle assunzioni, che esclude completamente il personale ATA ed è considerato assolutamente insufficiente: “Più che un piano di assunzioni – commenta Lucia Vaccari, dei precari della scuola – è un licenziamento di massa, dato che i numeri per le assunzioni di cui parla il governo rappresentano un terzo dei precari della scuola e che dal primo settembre saranno annullate le graduatorie: i corsi, le abilitazioni, per cui gli insegnanti hanno speso tempo e soldi, vengono dunque azzerati”.

Accanto a questo c’è anche “la mancanza di una pianificazione coerente dei percorsi di abilitazione all’insegnamento nel medio e lungo periodo – spiega spiega Paolo Acquistapace di Sinistra Per – “La Buona Scuola” introduce le magistrali abilitanti a cui si accederà per concorso e che daranno poi accesso al concorso finale per ottenere l’immissione in ruolo. Il rischio reale è che si crei una disparità fra gli atenei dato che con il blocco del turn over in molti non saranno in grado di attivare sia le magistrali ordinarie che quelle abilitanti. Ma creerà anche anche una disparità fra i due percorsi di studio”.

Contestata infine l’introduzione dei 200 ore di alternanza scuola – lavoro obbligatorie e non retribuite per gli studenti tecnici e professionali, la mancanza di una legge nazionale su diritto allo studio e l’idea che a ricevere incentivi siano e scuole più funzionali, mentre ad aver bisogno di sostegno sottolinea Claudio Tongiorgi di Officina Uds “sono proprio quelle situazioni dove il funzionamento è peggiore”.

Quello del 5 maggio, sottolinea Gilberto Vento dei Cobas Scuola “è stato il più grande sciopero della scuola pubblica negli ultimi 30 anni, con un’adesione sopra il 65%, segno che il livello di preoccupazione è molto alto”.

14 maggio 2015

DDL SCUOLA, SCRUTINI E MATURITÀ 2015 NEWS: CALENDARIO A RISCHIO? Calendario Maturità 2015 a rischio per proteste docenti contro il DDL del governo 'La Buona Scuola'.

Si prospetta un fine anno scolastico particolarmente 'caldo' e non ci riferiamo alle previsioni meteo per le prossime settimane: lo scontro tra il governo e le parti sociali sul disegno di legge della Buona Scuola rischia di far saltare i consueti appuntamenti posti in calendario a fine anno. Il Ministero dell'Istruzione ha già potuto vedere con i suoi occhi il boicottaggio delle prove Invalsi, oltre al clamoroso risultato dello sciopero dello scorso 5 maggio. Che cosa ci possiamo aspettare nei prossimi giorni?

Maturità 2015, salta il calendario per ostruzione sugli scrutini?

Gli incontri programmati tra i membri del governo e le rappresentanze dei sindacati, dei genitori e degli studenti sono miseramente falliti ma, intanto, il ddl della Buona Scuola ha passato l'esame della VII Commissione Cultura e si accinge ad essere votato alla Camera (voto previsto per martedì

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prossimo 19 maggio). L'esecutivo cerca di fare in fretta anche perchè Cgil, Cisl, Uil, Gilda insegnanti, Snals e diverse altre sigle stanno marciando compatte verso un altro boicottaggio, quello degli scrutini. Impropriamente è stato usato il termine 'blocco', ma in realtà la legge sulla regolamentazione degli scioperi non permetterebbe il 'congelamento' vero e proprio degli scrutini. Ciò che, invece, si prospetta è un probabile sfalsamento del calendario che potrebbe ripercuotersi anche sulle date previste dalla Maturità 2015.

Esame di Stato 2015: decisivi i prossimi giorni

L'esame di Stato 2015 è stato oggetto di discussione già negli scorsi mesi: ricordiamo, per esempio, l'incertezza che regnava riguardo alla conferma o meno della presenza dei commissari esterni. Alla fine, i 'minacciati' cambiamenti non sono stati attuati, ma l'ansia dei ragazzi, comprensibilmente alta già per il fatto stesso di dover sostenere una prova così importante, rischia di aumentare ulteriormente per il clima di tensione che si respira in questi giorni.

I prossimi giorni saranno decisivi, anche se è da definirsi 'utopistica' l'ipotesi di un possibile ritiro del ddl, visto che il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini ha già annunciato che il governo non farà passi indietro in merito ai 'punti qualificanti del disegno di legge'.

13 maggio 2015

SCUOLA: LINEA DURA DEI SINDACATI CONTRO IL GOVERNO RENZI

Redazione Cronaca, Primo piano

Firenze. “Il governo sui punti qualificanti è chiaro che non ha volontà di fare passi indietro”. L’oggetto di questi incontri, perciò per l’esecutivo, è individuare “soluzioni tecniche a problemi che possano essere adottate senza scardinare l’impianto della riforma”. Lo ha riferito il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. L’incontro avvenuto ieri pomeriggio tra i sindacati e l’esecutivo sul disegno di legge di riforma della scuola, però, non è andato bene; tanto che le sigle di categoria hanno annunciato mobilitazioni e forme di protesta, che potrebbero sfociare anche nel blocco degli scrutini.

“Il governo ha accusato il colpo della manifestazione e questo ha determinato l’incontro di stasera del quale non si può dare un giudizio positivo in quanto non c’è stata nessuna risposta anche se il governo ha detto di aver preso nota”, ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. “Rispetto ad altre occasioni abbiamo un altro appuntamento delle categorie insieme al ministro per discutere del ddl con il governo dopo le audizioni”, ha poi aggiunto.

“Da parte del governo – ha aggiunto il segretario generale dello Snals Confsal, Marco Paolo Nigi- non c’è stata nessuna apertura, si è limitato ad ascoltare e a prendere atto delle singole posizioni sostenendo, per bocca del sottosegretario Vincenti, che terrà conto delle obiezioni e vedrà cosa si potrà fare in sede di modifica durante le audizioni al Senato. Oltre questo è stato ottenuto un nuovo incontro con il ministro Giannini, ne abbiamo già avuti tre speriamo che il quarto possa andare meglio”.

Il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, ha rincarato la dose: “Da parte nostra, siamo insoddisfatti e continueremo la lotta”. I sindacati hanno anche annunciato una serie di incontri per stabilire azioni unitarie che potrebbero arrivare anche al blocco del contratto.

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13 Maggio 2015

SCUOLA, RENZI: "BENE SE NE PARLI MA NO A BOICOTTAGGI" "Sono proprio contento del fatto che finalmente la scuola è al centro della discussione.

Non apprezzo i toni, le polemiche ed i boicottaggi di chi non vuole far partecipare i ragazzi agli Invalsi ma bene che la scuola sia al centro".

Così il premier Matteo Renzi in un video sul sito del governo. Dopo giorni di polemiche e confronti, Matteo Renzi "sale" in cattedra.

E con i gessetti, illustra su una lavagna i punti principali della riforma in un video, girato a Palazzo Chigi, di 18 minuti.

Il video è diviso in 9 punti e il presidente del consiglio spiega la riforma e gli obiettivi, dall'autonomia all'alternanza Scuola-Lavoro. "La cosa più urgente è l'alternanza scuola-lavoro e l'urgenza è perché in questi anni c'è stato un crollo totale degli occupati e un aumento della disoccupazione giovanile impressionante, un dato tra i peggiori in Ue.

L'alternanza funziona in Germania, in Svizzera e in Austria ma anche in Alto Adige".

Così Matteo Renzi illustrando la "Buona Scuola", nel video del governo, spiega che "l'obiettivo è ridurre il 44 per cento della disoccupazione giovanile". "Diamo più soldi agli insegnanti e non meno e non solo perché da lì dipende l'autorevolezza sociale ma perché è un fatto di giustizia": così Matteo Renzi, nel video sulla Buona scuola, spiega il senso dei 500 euro annuali ad ogni insegnante e dei 200 mln per la valutazione. "Cultura umanista": è il titolo della terza pillola del video di 18 minuti con cui il premier Matteo Renzi difende la riforma della scuola.

"Nella riforma - spiega il presidente del Consiglio - chiediamo di studiare di più storia, arte, musica e lingue.

Chiediamo alla scuola italiana di fare ciò che la scuola ha il dovere di realizzare, un investimento più forte non solo sugli skills, sui curricula ma sull'esigenza di educare un cittadino.

Certo si può discuterne ma io penso che ci vorrebbero più ore di latino.

E l'idea di tornare ad investire su materie messe in secondo piano non è in contraddizione con le materie scientifiche.

Ho incontrato la scienziata Giannotti e mi ha raccontato con entusiasmo il suo passato nel liceo classico. Bisogna tornare a restituire ossigeno". Il ddl Buona scuola "è una rivisitazione del modello educativo, una scuola che si apre e progetta" ed "è per questo che il governo si sta dedicando a esso con tanta attenzione".

Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, che stamani ha incontrato a Palazzo Chigi le associazioni studentesche.

La riforma "è una rivoluzione e come tutte le rivoluzioni scatena delle reazioni" ha aggiunto il ministro riferendosi alle polemiche e alle proteste di questi giorni.

Ha comunque osservato che su alcuni aspetti le posizioni dei sindacati divergono da quelle degli studenti i quali durante l'incontro di stamani hanno insistito molto sul diritto allo studio e, pur essendo scesi in alcuni casi in piazza con gli insegnanti, non hanno portato al tavolo alcuna richiesta della piattaforma sindacale.

"Il nostro Paese deve acquisire una cultura della valutazione che non riguarda solo la scuola.

La scuola deve cominciare con convinzione e questo e un discorso che riguarda la società in generale" ha concluso il ministro. Intanto a Palazzo Chigi l'incontro del Governo con le associazioni dei genitori sul ddl Buona scuola.

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Partecipano alla riunione i ministri Giannini e Boschi e il sottosegretario De vincenti.

Tra le richieste avanzate dalle associazioni che aderiscono al Forum nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola ci sono quelle di una formazione adeguata degli insegnanti, soprattutto su disabilità e bes (bisogni educativi speciali) e di un maggiore protagonismo delle famiglie. Ieri gli studenti hanno boicottato i test Invalsi.

I sindacati della scuola - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda, Snals e anche Cobas - sono insoddisfatti dell'esito dell'incontro avuto oggi con il Governo.

Annunciano quindi nuove iniziative di mobilitazione anche durante il periodo degli scrutini.

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n Sole9]{l mmrn Quotidiano I Data

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Foglio

14-05-2015 8 1

«Blocco scrutini illegittimo» Il garante sugli scioperi: lo svolgimento va garantito, altrimenti si precetta

Giorgio Pogliotti ROMA

Il blocco degli scrutini è ille­gittimo: lo svolgimento va ga­rantito, la conclusione può esse­re differita al massimo fino a 5 giorni per effetto dello sciopero, ma non è ipotizzabile alcuno slittamento per gli scrutini delle classi che svolgono gli esami conclusivi dei cicli di istruzione (esami terza media, maturità, abilitazione professionale).

Il chiarimento è della Com­missione di garanzia sugli scio­peri, che giàne12olO (in occasio­ne di un'agitazione indetta da Gilda, Cobas e altre sigle) di­chiarò illegittimo il blocco. In caso di violazioni, i sindacati ri­schiano una sanzione da 5mila a 100mila euro. All'indomani de1-laminaccia di alcune sigle sinda­cali crmm:m e Cobas - di ricorrere al blocco degli scrutini contro il Ddl sulla scuola, è utile ricorda-

Il

re che in base all'accordo nazio- pero, e un terzo puo essere pro­naIe del comparto scuola del clamato solo dopo una pausa di 1999, non si può scioperare in ca- 7 giorni, ma non si può provoca­so di scrutini finali, propedeuti- re un ritardo nelle operazioni di ci agli esami conclusivi dei cicli scrutinio superiore ai5giorniri­di istruzione (terza media, ulti- spetto alla scadenza program­mo anno delle superiori, abilita- mata. Nessuna comunicazione zioniprofessionali).Èprevistoil uffIciale di uno sciopero per ricorso alla precettazione, per bloccare gli scrutini è stato rice­assicurare la composizione del vuto da Alesse che lancia un ap-

pello: «È il tempo della respon­consiglio di classe e il regolare svolgimento degli scrutini fina- sabilità, va trovato un punto di

convergenza per evitare che le li. «Spero che la precettazione proteste assumano forme ecla­resti solo un'opzione teorica - tanti, con azioni palesemente il-spiega il presidente dell' Autori- l 'tt' h d bb egl Ime c e anneggere ero tà, Roberto Alesse -, in caso di

soprattutto gli studenti e le loro blocco degli scrutini, sarebbe la famiglie». In ogni caso, in base via obbligata per evitare lapara- Il' t . l t' a au onomla sco as Ica, non lisi dei cicli conclusivi dei per- . ,. d t tt '1 eSIste un Ulllca ata su u o I corsi scolastici». territorio per le operazioni di Il blocco degli scrutini a tem- scrutinio in cui far convergere po indeterminato non può esse- le proteste, come è accaduto lo re proclamato anche negli altri scors05maggio.Aqueisindaca­casi: con un preavviso di15 gior-ni si possono effettuare fino a 2 ti che pensano di disdettare l'ac-due giorni consecutivi di scio- cordo deh999pertenersile ma-

ni libere, l'Authoritv ricorda

che il vecchio accordo conserva la sua validità fino al raggiungi­mento di una nuova intesa. «Credo sia giunto il momento di chiedere una revisione del­l'accordo sulla scuola che risale a più di 15 anni fa e le cui regole appaiono inadeguate - aggiun­ge Alesse-. Ma, intanto, l'accor­do va rispettato».

Contro lo sciopero degli scru­tini si è espressa in più occasioni il ministro dell'Istruzione, Ste­fania Giannini: «È inaccettabile. La protesta, se si fa, si deve fare con altri strumenti e non condi­zionando un momento cruciale del percorso scolastico». Anche la leader della Cisl, Annamaria Furlan, ai microfoni ~i Radio 24 ha detto che «il blocco degli scrutini è una cosa che non mi piace, creerebbe dei disagi a fa­miglie e ragazzi, spero che prima di allora si trovino le soluzioni».

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Giannini: la protesta non deve condizionare un momento cruciale del percorso scolastico Slitta mento vietato per gli

esami a fine ciclo scolastico Negli altri casi massimo due scioperi ma la chiusura può slittare al massimo di 5 giorni

L'incontro a Palazzo Chigi Ieri è toccato alle associazioni di studenti e genitori Un nota conferma la disponibilità al dialogo

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Settimanale Data 21-05-2015 Pagina 60/63 Foglio 1 /3

VI SPIEGHIAMO PERCHÉ GLI INSEGNANTI E GLI STUDENTI

di Roberta Mercuri

Milano, maggio artedì 5 maggio lafirst lady Agnese Landini è stata la prima ad arrivare all'istituto superiore Ernesto Balducci di Pontassieve, dove insegna lettere e latino, e l'ultima ad andare via. Nel gior­no dello sciopero contro la "buona scuola" de! marito Matteo Renzi, è entrata in aula e ha fatto

lezione, anche se in classe c'erano meno di dieci ragazzi. Nel frattempo molte migliaia di persone in tutta Italia erano in piazza per dire no alla riforma della scuola targata Remi. In corteo c'erano proprio tutti: c'erano i professori, al centro del disegno di legge in discussione alla commissione Cultura alla Camera (dovrebbe essere approvata in aula poco oltre la metà di maggio), i veri protagonisti - nel bene e nel male

di ogni rivoluzione che riguarderà la scuola pubblica ita­liana, ma anche studenti, bidellì e presidi. E i sindacati non erano così uniti dal 2007: Fie Cgil, Vii scuola, Cis I scuola, mIIGilda,persino i Cobas.

Ma come mai una simile protesta contro una riforma su cui il governo promette di investire tre miliardi, e che pre­vede, fra l'altro, un piano di 100.701 assunzioni? Innanzitutto un anno fa Remi aveva promesso molte più assunzioni -140 mila - e la sistemazione anche degli idonei dell'ultimo con­corso, quello del 2012: sono circa seirnila e, secondo il ~

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Settimanale Data 21-05-2015 Pagina 60/63 Foglio 3/3

~ disegno di legge attuale non possono essere assunti, «perché», ha detto Renzi, «idoneo non significa vincitore». Inoltre le assunzioni promesse dal governo, secondo i calco­li dei sindacati, non saranno 100 mila ma 40 mila, e non scatterebbero subito e automaticamen-

le sia un nervo scoperto, le testimoniano le recenti dichiara­zioni del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi: «La scuola in mano ai sindacati funziona? lo dico di no». Cui ha replicato subito il segretario della Cgil scuola, Domenico

Pantaleo: «La Boschi conferma an'o-te, ma solo a chiamata da parte dei presidi.

E infatti nel mirino della protesta contro Renzi c'è soprattutto il co­siddetto "preside sceriffo". I vari organismi collegiali introdotti a ca­vallo tra gli anni Sessanta e Settanta verrebbero infatti depotenziati a fa­vore della figura del preside, promos­so in un certo modo a "capo azienda". Al preside. se la legge passerà senza altre modifiche, sarà affidato il com­pito di scegliere i professori da siste­mare in cattedra, di distribuire i premi in denaro ai migliori, di valutare i docenti appena immessi in ruolo. Ma il preside seeriffo, dicono i docenti, è la fine della democrazia nella scuola. E in più c'è lo "spettro" di essere co­stretti a cambiare sede ogni tre anni. «Dopo vent'anni di lavoro», si è sfo­gata con un quotidiano una professo­ressa di nome Beatrice, «è come se la mia storia, il mio punteggio non con­tassero più. Il preside da un giorno a]]' altro potrebbe trasferirmi, con dcci sione assolutamente arbitraria». Inoltre nei cortei che si sono snodati in tutta Italia il 5 maggio c'erano mi­gliaia di bidelli e segretari che da que­sta riforma vengono solo tagliati (del 20 per cento). Che la rivolta sindaca-

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

DUE CLASSI DENUNCIANO

Slamo.,.e classi 4°IPA e 3°IPA dell'istituto IPC A. Maragllano (Voghera), e frequentiamo l'indirizzo di Operatore Grafico Multimedia~

le. Per colpa della riforma Gelminl del 2010 ci troviamo in una situazione di disagio. Abbiamo saputo pochi giorni fa che non pOSSiamo avere acceSSO al quinto anno, per poi accedere all'u­niversità, In passato è stata fatta u\1'eccezione, però da quest'anno non è più possibile farla, e se prima lo hanno concesso è solo perché erano presenti deroghe, che adesso sono state bloc­cate.Mal ragazzi di 4° sono stati aWlsati li 20 giorni dalla fine della scuola per colpa della Re­gione Lombardia. Ci sono profeSSOri che rlscllla­no di perdere il posto di lavoro perché si ritrova­no senza ore. Ci ritroviamo con il nostro futuro sospeso non potendo continuare il nostro per­corso, perché .1101 in SI> e in 4" abbiamo diplomi di qualifioa che in Italia non possono faraCoede­re all'Università. I I1Iga=1 del3~e 4" anno dell'Istituto Màra­gllano di Voghera.

ganza e disprezzo della democrazia». MaUeo Renzi ha valutato con at­

tenzione il primo sciopero generale della scuola dopo sette anni, ma non ha cambiatu idea. «La scuola italiana non è dei sindacati, è degli studenti e del loro futuro e negli ultimi decenni questo futuro non lo ha costruito. Con questa riforma per la prima volla l'au­tonomia non è solo una parola intro­dotta da Luigi Berlinguer, ministro dell 'Istruzione nel primo governo Prodi, ma un concetto su cui stiamo investendo e cambiando tutto. Andiamo avanti su questa strada, non molliamo di un millimetro". Però Renzi ha anche aperto ad alcune mo­difiche della riforma. Ad esempio sulle modalità di assunzione dei pre­cari, come ha detto dopo la protesta, o sugli idonei al concorso 2012, che potrebbero avere una quota riservata al concorso del 2016, o essere assun­ti magari più in là. E ancora sul po­tenziamento dei poteri del consiglio d'istituto.

I pilastri della riforma però, se­condo Renzi, non si toccano: poten­ziamento dell' autonomia e poteri del preside, che può avere alcuni contrap­pesi, ma che deve conservare la pos-sibilità di scegliere realmente i docen­ti, di avere in concreto la capacità,

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anche finanziaria, di essere considerato «come il sin­daco di una piccola città» e di conseguenza valutato, dopo tre anni, se non è all'altezza (potrebbe essere un comitato interno a valutare l'operato del preside: stu­denti, genitori e professori gli darebbero il voto).

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Intanto una cosa è certa: la precaria più famosa d'Italia, Agnese Landini, allo sciopero contro il marito non c'era, anche se non ha voluto rivelare se c'è un punto della riforma che le sta più a cuore. Alla domanda di un cronista «è una vittoria dci precari?», lei aveva risposto Seccamente «sÌ». Eppure in passato lafirst lady aveva fatto intendere che, se il premier della scuola conosceva luci e ombre, un po' di merito ce lo aveva anche lei. A settembre era in fila tra i pre­cari per l'assegnazione delle supplenze, e a chi le chie­deva se fosse lei l'ispiratrice della riforma Agnese aveva risposto: «Come in tutte le coppie ci confrontia­mo. Matteo conosce la realtà della scuola italiana. Sa quali sono i punti di forza e di debolezza del mondo dell'istruzione anche attraverso la mia esperienza». Anche se i suoi colleghi non sembrano apprezzare. III

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Settimanale Data 20-05-2015 Pagina 30/31 Foglio 1 /2

Il coraggio di darCI un taglio Volete veramente strappare la pubblica istruzione alle grinfie dei sindacati? Introducete i costi standard. Se non per i salesiani, fatelo almeno per Berlinguer

DI LUIGI AMICONE

A RRNA IL GIORNO che si è stanchi responsabilità in più nella scuola (con l'ov-

C~ via - ovunque, tranne nel soviet - introdu-r. asi di leggere e ascoltare le zione di elementi di merito e di valutazio­

msensatezze». Suor Anna

ge, integrata dai "Buoni Scuola", ha per caso messo per strada gli insegnanti e mes­so in crisi le scuole statali? O ha creato più scuola pubblica e opportunità di lavoro? Monia, presidente di una associazione di ne delle professionalità). Impossibile. Non

è come per l'Italicum. Schiantare i partiti scuole paritarie, mostra una tabella com-

è un gioco da bambini. Chissenefrega se la Come diceva il compagno Gramsci parata di come sta messa la scuola italiana . . . . . minoranza Pd la prende in quel posto e il Basterebbe, per dire, legiferare a Roma tale m Europa. Su 28 paesI, l nostn 15enm sono '11' Il' 'A . Vi d l B al sedicesimo posto nella competenza in gn m? va su ventmo con en o a e ru- e quale quanto ora domanda la petizio-

netta E mvece talmente mgar ne milanese di Maria Chiara Parola e Feli-lettura, al 21esimo in matematica, al 22esi- b l.' .-mo in scienze. Inoltre, come sistema pae- ug lato, c~atto, cementato Il cita Fenaroli, due mamme "sottoscritte" se, siamo al 24esimo posto per abbandoni campo delllstruzIOne. pubblI- da altre ventimila: «Si determini il costo precoci, al 27esimo sia per livello di istru- ca, che come tI muovI sbaglI. standard per alunno e si utilizzi quel cri-zione della popolazione sia per età degli E. come sbaglI prendI ceffo- terio per finanziare tutte le scuole pubbli-insegnanti (solo 1'11 per cento ha meno di m (che pOI faranno male alle che (statali, paritarie e degli enti locali) per 39 anni nelle scuole secondarie) e al 26esi- urne). E mfattl, erano anm mettere chiunque in condizione di sceglie-mo per tasso di occupazione giovanile e di ch~ ~on si vedeva uno s,:iope- re la migliore scuola pubblica per i pro-diplomati e laureati che lavorano nel cam- ro e comparto scuola mse- pri figli». È tutto molto semplice. Perché po degli studi che hanno sostenuto. gnantl, bIdellI, prec~n, postu- il 90 per cento dei 55 miliardi che lo Sta-

Siamo tutti capaci di sognare per l'Ita- laton eccetera - COSI ben nu- to spende per la scuola se ne va in stipen-lia un dolce domani dove gli abbando- scito. Secondo le cifre ufficiali di invece che in investimenti per rendere,

. l .. l' 'd formte dal dlpartlmento del- . d' l l' l' 'fi m sco astICI saranno percentua l reSI ua- . .. . come SI ICe, a scuo a lta lana n ormata, li, le competenze dei nostri figlioli rispet- la FunZIOne pubblIca,. glI aderentl sono innovativa, efficiente e pubblica alla gran­teranno la media europea, il disagio gio- statI 618.066 su un mIlIone ~l dlpenden- de? Perché lo Stato (e i sindacati) insistono

. ... tl, Il 64,89 per cento. Con CIO, un mllIo- d'fi d d' . '1 vamle frutto dI dIsoccupazIOne mentale d"'l 'd dd' a l en ere una spesa l CIrca 8 mI a euro . .. ne tre IClml a e trecentoventl ue a ettl d l d'l' . l e frustrazIOne da caserma (spmellI, alcol, d 11 l (d d 11 . . d' a a unno quan o l pnvato sOCIa e svolge

bullismo, anoressia eccetera) verrà drasti- e a scuo a ato. e a ragIOnena l Stato lo stesso servizio a metà costo. camente abbattuto. Tutti sono capaci di aggIOrnato al 16 dICembre 2013) sono statl L'alternativa definitiva? Quella indi­immaginarsi una "Buona Scuola". Il pro- comandatl da CgII, Clsl, UII, miIIiDl!m!ill cata a suo tempo dal compagno Antonio blema è che l'immaginazione teme i sacri- Cgu-Clsal, GIlda, Usb, Unams, Usae, Cse e Gramsci, dimenticato e tradito dalla sini­fici, i costi, le azioni che si rendono neces- tante altre SIgle mmon, a fare uno sCIOpe- stra italiana: «Noi socialisti dobbiamo esse­sari per trasformare i sogni in realtà. E così ro che non si vedeva dagli anni Novanta. re propugnatori della scuola libera, del­il ministro Maria Elena Boschi ha perfetta- HaI voglIa a dIre che laSCIare la scuola m la scuola lasciata all'iniziativa privata e mente ragione quando sogna m~no al smdacatl non funpon~. La scuo- ai comuni. La libertà nella scuola è pos-che «lasciare la scuola solo in la e m mano al smdacatI. E COSI che fun- sibile solo se la scuola è indipendente dal mano ai sindacati non funzio- ZIOna. E sono mICa POChI l tesseratl. Mez- contl-ollo dello Stato». Chi la sta provando na». La realtà è che la scuola è lO mIlIone. Daqmla asseverazIOne str~te- questa via gramsciana alla scuola pubbli-in mano ai sindacati. Dunque gICa da parte dI giornalI come RepubblJca, ca? Ad esempio i Tipi Loschi di San Bene-la signorina si becca la raman- monsignor Della Casa e Galateo de' costu- detto del Tronto. Che come le radio libere zina della Cgil, sindacato dei mi tr~ le aule scolastiche.. . battezzate negli anni Settanta fanno già sindacati: «Il ministro confer- C e alternatIva a questo SIstema dI pro- ora una scuola libera. «Ma libera veramen-ma l'arroganza e il disprez- vare a fare una riforma a Roma e, conte- te e mi piace ancor di più perché libera lO della democrazia» (talché, stualmente, sbattere la testa sull'irrifor- la mente» (cantava Eugenio Finardi) dalla commenterà nella rassegna mabilità del sistema? Sì. Se Roma avesse sudditanza nei confronti dello Stato, dal Stampa & regime di Radio il coraggio di predicare la via lombarda e comando dei sindacati, dai luoghi comu-Radicale Massimo Bordin, «la veneta all'istruzione pubblica. Che è poi ni di monsignora la Repubblica. Cgil ammette che sì, c'è democrazia solo l'esatta (e inapplicata a livello nazionale) se in mano ai sindacati»). via alla parità scolastica indicata da una

Supponiamo però che un piccolo sfor- legge del 2000 detta anche "Berlinguer" lO di realtà il governo Renzi l'abbia fatto. (non un Caimano, ma il comunista paren­Un pizzico di autonomia, di autorità e di te dell'altro più celebre Enrico). Questa leg-

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L~IJIICIIRIJ

Successo dello sciopero della scuola Ovada. Comunicato sindacale unitario sullo sciopero della

scuola del 5 maggio. "Lo sciopero della scuola del 5 ma~indetto unitariamente

da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, ~ e Gilda, ha avuto un grande successo, con una adesione senza precedenti.

La percentuale nazionale si colloca tra il 70% e 1'80% e la provincia di Alessandria non fa eccezione. Molti Istituti sono ri­masti chiusi nella giornata di martedì, la Media "Pertini" e l'Istituto Superiore "Barletti" di Ovada, solo per fare qualche esempio.

Oltre 150 lavoratori/trici sono partiti da Alessandria su tre pullman, prendendo parte alla grande manifestazione di Milano. Il mondo della scuola si è espresso in modo chiaro e forte contro un progetto di riforma che non solo i lavoratori, ma anche studenti, famiglie e cittadini sentono lontano dai loro bisogni e dalle loro attese.

Pretendere di riformare la scuola facendo a meno di ascoltarla è un atto di presunzione, che impedisce alla scuola italiana di percorrere la strada della vera innovazione, di un cambiamento giusto, necessario e condiviso.

Gli insegnanti hanno chiesto chiaramente di essere ascoltati. I primi segnali che giungono dai presidenti della Camera e del Senato lasciano ben sperare.

Nei prossimi giorni serve un dialogo vero, attraverso incontri urgenti con i parlamentari, che stanno esaminando il testo del disegno di legge sulla scuola.

I sindacati tutti insieme non smetteranno di chiedere una scuo­la migliore: riforme, investimenti, fine del precariato, rinnovo del contratto. "

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GAZZETTA DI MANTDVA Data

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Prof in assemblea davanti alla prefettura Mondo della scuola ancora in agitazione contro la Buona scuola. DOpo gli scioperi delle scorse settimane i docenti e i sindacati (Cgil, Cisl, Uii e~di categoria tornano ad esprimersi contro il progetto di riforma del governo Renzi la mattina di martedì 19 con un'assemblea

indetta davanti alla Prefettura (quindi per strada) dalle 8 alle 11. Tecnicamente, dunque, non si tratta di uno sciopero ma dell'esercizio del diritto dei docenti di utilizzare fino a 10 ore annuali per le assemblee sindacali. Ci saranno anche disagi nelelscuole.

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il Resto Macerata

Quotidiano Data 14-05-2015 Pagina 7 Foglio 1

DOCENTI IMBAVAGLIATI PER DIRE NO

Scuola, prof ancora in piazza «Bocciamo questa riforma» Alle 19 un altro flash mob davanti allo Sferisterio

IILINDOIII profauori tomeranno davanti aJlo Sfaristario

di CHIARA GABRIB.JJ

STASERA alle 19 davanti allo Stì:-rìsterio flash mol! «per la scuo­la della Costituzione», li finna di Fie Cgi~ Cisl scuola, Uil scuola, !limi Il li tlUVO è per le 18.45: ognuno porterà un tovagliolo per imbavagliarsi contro il disegno di legge, la cosiddetta rifonna della (<Buona scuola}) del governo Ren­zi, che andrebbe a modificare radi­calmente la condizione di docenti e ciel personale in genere. «Ho adelito allo sciopem ciel 5 maggio, in qualità di diligente. Della rifonna? lo e il lIIio corpo docente pensiamo tullo il male possibile. Ancora non si sono pre­se decisioni ufficiali riguardo un possi bile blocco degli scrutiuÌ>l. Emanuela Tal1lscio, che gestisce due istilUti comprensivi, a Cingo­li e ad Apiro, racconta pellJlessità e malumori diffusi tra i suoi inse­gnanti, e li moliva con i li umerì (altissimi) dell'adesione allo scio­pero nazionale della settimana scorsa. ,d:'er quanto liguarda Cingoli -

continua -, ha preso pane allo sciopero l'intero COll10 docente della scuola deIl'infimzia, il 70 per cento della primalia e moltissimi insegnanti auche delle medie. Ad Apiro, ho dovuto chiudere le scuo­le plimatia e dell'il1rrmzia, il 5 maggio SOIlO limasti chiusi tre plessi su cinque. Anche il persona-

«Le valutazioni non creino divisioni tra gli insegnanti» Rischio stop per gli scrutini

le Ata ha scioperato l'Cl' iutem. E stata la l'lima volta per tanti do­centi, che in vita 10LU non aveva­no lUai sciopenlto, Quello che ci preoccupa dì piil - spicga - é la perdita di titolalità in caso di tra­sfclimellto. L'altra questione è quella del melito, Siamo mvorevo­li alla valutazionc, ma purché scr­va alilliglioramento, non a creare divisioni tra insegnallti, Tm l'al­tro, il famoso premio per bravura ammonterebbe a soli 16 euro in

LA SCHEDA

In provlnr::la. IL 5 maggIo ha scioperato n 6,5 per c:ento del d!ngentl, IL 69,5 per c:ento del dacentl, quasi Il 30 per cento del personale educativa

Seconda molti dirigenti scolastici andrebbe trovata una forma di mediazione tra merltocrazla e diritti acquisiti

più al mese;), In provincia, il 5 maggio ha scio­perato ìl6.S per cento dei diligen­ti, il 69,5 per cento dei docenti, quasi il 30 per cento del personale educativo, il 34 per cen to degli Ala, per un totale di oltre il 60 per cento di adesioni, pari li 3.586 p(~r" SCllle (in regione." hanno sciopera­to in 16,821).

((MI SEMBRA ci sia un accani­mento nei cOl1tì'onti dei presidi in qUest<l fase - sostiene invece Pier­ffan cesro Castiglioni, diligente dell'Itc Gentili, riferendosi al gl1lUde potere decisionale nella scelta clei docenti come previslo ileI disegllo di legge -, Iloi dirigen­ti ci troviamo ad avel~ \Ula respon­sabili tà eccessiva Si parla di racco­mandazioni, ma poi chi è che an­drebbe a scegliere il figlio di un suo amico? Non credo si possano vClificare situazioni similh>, {(La questione è molto sel1l.ita dice An to nietta Alesìani, dirigeI! te dell'Itl1s M.aueo Ricci -, OccoLTe­l'ebbe trovare una fonna intenne­dia tra nmitoc[lIzi a e diritti acq ui· siti».

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IL TIRRENO Pisa AL LICEO CLASSICO

Presidio pemtanente per bloccare la rifomta della scuola

PISA

La scuola pisana contro la "Buona Scuola". Alla luce dell'incontro tra n governo e i sindacati, ieri al liceo classico le organizzazioni dei lavoratori hanno annunciato un presidio permanente di protesta. I sin­dacati si dicono insoddisfatti della risposta venuta da Roma in seguito allo sciopero del 5 maggio e sono arrabbiati per il mancalo ascollo del mondo scolastico.

Centro della protesta rima­ne, secondo Maria Antonia Lai ~~ .. e Fabrizio Acconci

la revisione nel Ddl del­la funzione del dirigente scola­stico che acquisterebbe i poteri di un «manager aziendale pri­vato in grado di umiliare la li­bertà di insegnamento». Anco­ra: il mancato reintegro dei fon­di sollralli in quesli anni alla scuola pubblica, n numero scarso di assunzioni di precari e i criteri per la distribuzione di incentivi a scuole e insegnanti. Grande ironia sul titolo del Ddl che Rodolfo Sorrenti (Un Scuo­la) ha rinominato «buona azienda scolastica», definendo il ministro dell'Istruzione una «sconosciuta» e i metodi educa­tivi di don Milani e della Mon­lessori «crocifissi da quesla ri­forma».

Sulla presunta aziendalizza­zione della scuola tornano an­che i rappresentanti degli stu­denti che si sentono svalutati e prevedono, con !'introduzione di 200 ore di alternanza scuo­la-lavoro negli istituti tecnici "nuove dinamiche di compra­vendi ta di lavoro minorile" .

Claudio Giorgi (L'officina de­gli studenti) lancia l'idea di una fascia bianca e rossa da far in­dossare a tutti gli studenti. La voce degli universitari si fa inve­ce sentire sulle nuove disposi­zioni per l'accesso all'insegna-mento che provocherebbero di­sparità tra atenei e nuovi disoc­cupati a causa di lma mancata fase transitoria con il passato.

Le proteste non accennano a diminuire. Previsla per oggi al­le 16 un'assemblea, sempre al liceo Galilei, con le Rsu, i geni­tori e i precari per decidere il da farsi.

Gilberto Vento (Cobas) parla

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della minaccia di blocco degli .. scrutini e lancia due proposte ~ per iiI fl e 19 maggio da discute- ~ re in assemblea: un tlash-mob .8 in piazza dei Miracoli e una ca- {l

lena umana che coinvolga lul- ~ le le scuole della cillà. (s. l.) o

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LA NAZIONE Pisa Pontedera

RIFORMA DELLA SCUOLA

OrganlzzazlDnl studentesche e sindacati

autonomi e confederali 1nsleme 1n un presidio

permanente al Uceo classIco 'GaLIleI' per dire

nD alla rlfDrma deLla scuola presentata dal

Governo. Erano presenti Cgll, Csl, un, ~

Cobas e Gilda Sinistra per, Unione d,egli

Studenti, Rete degli Studenti Medi e OffIcina.

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La Provincia di Lecco Data

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Docenti sul piede di guerra «Martedì ci faremo sentire» Martedì mattina il presidio degli insegnanti davanti alla prefettura di Lecco

Martedì mattina, dal­le 8 alle 11 i sindacati, e il perso­nale della scuola, docenti, am­ministrativi, tecnici di labora­torio e bidelli, organizzeranno un presidio dimostrativo da­vanti alla prefettura.

«E' solo la prima di una serie di iniziative che abbiamo in programma - spiega Michela Magni, della Cgil- è molto pre­occupante il fatto che il gover­no, nonostante lo sciopero dei

Michela Magni, Cgil scuola

giorni scorsi che ha avuto una massiccia partecipazione, e nonostante le prese di posizio­ne dei sindacati, prosegua nella riforma. Noi non ci arrendia­mo, la mobilitazione sarà co­stante e continua. Quel che maggiormente ci preoccupaè il mancato rinnovo del contratto di lavoro che è alla base di tutto, e questo voler dare maggiori potere al dirigente scolastico».

Sindacati pronti a sostenere il blocco degli scrutini. Pronti a rallentare la macchina orga­nizzativa per la chiusura del­l'anno scolastico.

«Lo scorso 5 maggio c'è stato uno sciopero che ha coinvolto tanti docenti in tutta Italia, con un'adesione che non si vedeva

da decenni, eppure il governo Renzi è andato avanti. Dopo questa presa di posizione ci aspettavamo da parte del go­verno il blocco della riforma e il colloquio coi sindacati - fa no­tare Mario Rampello, della Cisl-. Le scuole lecchesi soffro­no di un precariato sempre maggiore. Precari che hanno permesso alla scuola di andare avanti, che hanno seguito corsi di formazione, e che ora non rientrano più nei criteri di as­sunzione. E sono molto preoc­cupato per questa volontà di dare maggiori poteri ai dirigen­ti, che potranno poi scegliere chi assumere e chi invece la­sciare a casa».

Cgil, Cisl e ViI unite nel pre­sidio, a cui parteciperanno an­che sindacati meno diffusi sul territorio come lo mmI

«E' sbagliato questo voler dare maggiore potere ai presidi - rimarca il responsabile ~ I :m mr; m Colella - si rischia di trovarsi nel caos, con scelte molto soggettive. Martedì sa­remo al presidio. Il mondo del­la scuola ha necessita di chia­rezza. Questa riforma Renzi sta creando solo confusione».

Giuseppe Pellegrino, della ViI ricorda: ««E' sbagliato dare poteri forti ai presidi al contra­rio oggi è fondamentale la col­legialità, e poi come fa un presi­de a dare i voti ai docenti, con quali criteri».

Blocco degli scrutini, l'ira dei genitori

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La Provincia di Sondrio Data

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La scuola valtellinese scende ancora in pi3Z7a Il Stamattina l'incontro tra tutti i sindacati All'orizzonte un presidio per la settimana prossima

DANIELA LUCCHINI La mobilitazione

continua. Si ritorna in piazza: a due giorni dal nulla di fatto sca­turito dall'incontro a palazzo Chigi tra sindacati e governo sulla riforma della scuola, an­che in provincia la protesta non si spegne.

Proprio per decidere il da farsi - come e quando manife­stare - si siedono questa matti­na attorno a un tavolo i vertici dei sindacati del comparto scuola locale, insieme Cisl, Flc Cgil, ~ e ViI. Piazza Campello, il sit in durante l'ultimo sciopero

Laprotesta Con ogni probabilità si ritorne­rà a manifestare - non con uno sciopero, piuttosto un presidio -la prossima settimana, marte­dì 19 maggio. Fuori luogo, inve­ce, parlare di blocco degli scru­tini, sostiene dalla Cis l Scuola di Sondrio Cesare Peroni, se­gretario generale che conferma come sul territorio provinciale non ci siano state nemmeno in­terferenze con le prove Invalsi -lunedì coinvolti sono stati gli alunni delle classi seconde del­le superiori -, svoltesi regolar­mente, a differenza di quanto accaduto in altre realtà italia­ne, con il boicottaggio delle prove volte a misurare il livello della preparazione dei ragazzi.

«La mobilitazione prosegue - garantisce Peroni -: le risposte date dal governo non sono suf­ficienti, motivo per cui anche sul nostro territorio valutere­mo le azioni da intraprendere per manifestare il dissenso al disegno di legge.A tal proposito ci incontriamo assieme alle al­tre organizzazioni sindacali».

Non si abbassa la guardia, dunque. Anche se il segretario

della Cisl Scuola ammette che «qualche passo avanti per lo meno c'è stato, ma di risultati concreti non se ne sono ancora visti. Determinante capire il contenuto degli emendamenti presentati in commissione».

Il confronto Di positivo, secondo Peroni, ci sarebbe «questa apertura al confronto: per la prima volta martedì i vertici sindacali na­zionali sono stati ricevuti a pa­lazzo Chigi. Prendiamo atto di questa disponibilità al dialogo. Forse, però, se ci avessero in­terpellato prima di arrivare alla stesura del ddl- rimarca Peroni - non saremmo arrivati a que­sto punto», ad uno sciopero ge­nerale che in provincia lo scor­so 5 maggio «ha raccolto

Mobilitazione dopo la fumata nera dell'incontro tra il governo e i sindacati

un'adesione altissima, segnale forte di quanto la "Buona scuo­la" prospettata dal governo non piaccia a insegnanti e persona­le Ata».

I precari Di massima urgenza, «la que­stione precariato, che ha biso­gno di risposte concrete e di una soluzione, non chiara nel ddl: i giorni passano e questi la­voratori hanno tutto il diritto di sapere se hanno la possibilità di essere assunti o meno, se e quando prenderanno servizio con il nuovo anno scolastico», il 2015-2016 che inizierà tra quattro mesi. Altro aspetto, che non convince assolutamente i sindacati, quello relativo agli albi territoriali, elenchi da cui, in base alla nuova riforma sco­lastica, dovrebbero attingere i presidi: «Da parte nostra c'è piena contrarietà verso questi famosi albi territoriali -la sot­tolineatura di Peroni - , poiché si va a mettere mano su materie che propriamente sono di ca­rattere contrattuale, quali ad esempio la mobilità del perso­nale».

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la triBuna

LA BUONA SCUOLA»

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«Pronti a bloccare gli scrutini ali» Sindacati compatti contro la riforma del governo Renzi «Troppo potere ai presidi, tra i prof cresce il malessere»

di Alessandra Vendrame t TREVISO

La scuola trevigiana si prepara al blocco degli scrutini. Il tem­po di approdare a Montecito­rio per l'avvio della discussio­ne parlamentare e già il dise­gno di legge "la buona scuola" del governo Renzi fa salire la tensione tra docenti e tutto il personale della scuola. Dopo lo sciopero unitario dei sinda­cati del co.rto Cgil, Cisl, Uil, mm e ccml dello scor­so 5 maggio, la protesta conti­nua a fare breccia. E ancora a livello unitario. Già ventilata dai sindacati la possibilità che si possa persino giungere al blocco degli scrutini a fine an­no scolastico.

«Il malessere sta montan­do», sostiene Claudio Baccari­ni, responsabile sindacale dei dirigenti scolastici di Cgil scuo­la Treviso e Veneto. «Finora non ci sono state fatte delle controproposte credibili e co-

m Cgil, Cisl, Uil, ~ W e li,hllmIl dopo lo sciopero unitario restano compatti Lo~annuncia una protesta in Piazza dei Signori per il19 maggio

me sindacati ci sentiamo presi in giro. A questo punto non escludo il ricorso a estreme for­me di mobilitazione come il blocco degli scrutinÌ».

Dito puntato contro i nuovi poteri messi per la prima volta in toto nelle mani dei presidi delle scuole che, dalle pagine del ddl, si trasformano in "super manager": «Affidare al preside la chiamata diretta del personale, la valutazione dei docenti, la discrezionalità nel­la distribuzione del salario ac­cessorio e persino la progetta­zione del piano triennale della scuola tradisce i fondamentali principi di democrazia e di tra­sparenza della pubblica ammi­nistrazione», sbotta Salvatore Auci, ~etar~rovinciale dello ~ Lo ~ ha intan­to annunciato per certo il bloc­co degli scrutini e il prossimo 19 maggio è pronto far scende­re in città, in Piazza dei Signori i prof e tutto il personale della scuola per dire un corale no al-

la riforma in corso. Pure la previsione del gover­

no di risolvere l'eterno proble­ma del precariato con l' annun­cio dell'assunzione di un eser­cito di 100.701 docenti, fino ad oggi a tempo determinato, non si rivela affatto, secondo i sindacati, una "manna dal cie­lo": «Apprezziamo la buona volontà di voler assumere ol­tre centomila insegnanti ma anche se così fosse non si riu­scirebbe comunque ad esauri­re tutto il contingente dei pre­carÌ», spiega Teresa Merotto, alla guida di Cisl scuola Trevi­so. «Preme certo di più il pro­blema di stare dentro i tempi tecnici necessari per poter fare le assunzioni in ruolo, come promesso, dal l settembre di quest'anno. In modo da poter garantire l'avvio regolare dell'anno scolastico. Per poter far questo il percorso del ddl sulla questione delle assunzio­ni dovrebbe essere portato a termine entro metà giugno.

Nel ddl ci sono poi provvedi­menti che vanno a toccare la materie contrattuali come la questione della retribuzione che non può essere evasa».

Anche se il governo sembra avere aperto da poco una brec­cia sulla possibilità di discute­re del ddl con le parti sindacali resta ad oggi l'amaro in bocca: «Non si possono trattare i lavo­ratori della scuola come suddi­ti», protesta Giuseppe Morgan­te, segretario di Uil scuola Tre­viso. «Il rapporto di lavoro e la retribuzione si stabilisce per contratto. E si contratta con le parti sindacali. Invece ora si sta provando a stabilire per legge questioni come l'aumen­to dell'orario di lavoro e dei compiti da svolgere. Una parte del salario dei docenti verrà ad­dirittura stabilita dal dirigente scolastico insieme un comita­to dei docenti e degli studenti. Questo», conclude il sindacali­sta, «è un mondo alla rove­scia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

<<Noi, frustrati e arrabbiati -­ma forse c'è uno spiraglio»

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~VOCE DI ROMAGNA RIMINI & SAN MARINO

Quotidiano

ROMA Fallito l'incontro Governo-parti sociali Camusso: "Non abbiamo ottenuto risposte" Annunciate nuove iniziative di mobilitazione

Scuola, scontro sulla riforma, scrutini a rischio P

rosegue il braccio di ferro tra docenti e go­verno per la riforma della Scuola. I sinda­cati di categoria Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda, ~ e anche Cobas - sono

infatti insoddisfatti dell' esito dell'incontro avuto con il governo. Annunciano quindi nuove iniziative di mobilitazione anche durante il periodo degli scrutini. ''All'incontro non è stata data nessuna ri­sposta alle criticità che abbiamo proposto", ha commentato Susanna Camusso. "Il governo - pro­segue la leader Cgil- ha accusato il colpo della ma­nifestazione del 5 maggio, che ha determinato l'in­contro coi sindacati". All'incontro "non si può dare un giudizio positivo. Il governo ha detto di aver preso buona nota, anche se siamo ben lontani dal cambiamento profondo dell'impianto" del ddl".

"Rispetto ad altre occasioni", in cui ci siamo in­contrati con il governo, prosegue Camusso, "ab­biamo un ulteriore appuntamento delle categorie assieme al ministro per discutere il ddl, con il go­verno dopo le audizioni. Si commenta da solo il

fatto che il governo faccia il confronto dopo l' au­dizione parlamentare". Alfano: non cedere ai sin­dacati - "lo penso che non si debba arretrare fino a dare ai sindacati tutto ciò che chiedono". Lo af­ferma il ministro dell'Interno e leader di Area Po­polare Angelino Alfano. ''Anche nella riforma della scuola - prosegue - c'è qualcosa che appartiene al­le nostre storiche battaglie, mi riferisco alla parità tra scuola statale e scuola non statale che secondo noi rientrano entrambe all'interno del servizio pubblico, quindi il fatto che ci siano delle detra­zioni fiscali per le scuole paritarie per noi è un e­lemento di grande successo". De Vincenti: scon­certa blocco scrutini - "Sconcerta che, a fronte di una manifesta volontà del governo di dialogare sulla riforma della scuola si risponda - da parte di alcune sigle sindacali - minacciando il blocco degli scrutini. Un'iniziativa del genere sarebbe irrespon­sabile perché colpirebbe unicamente studenti e famiglie". Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti.

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Quotidiano Data 14-05-2015 Pagina 9 Foglio 1 /2

Lunedì sulla scalinata virgiliana l'assemblea della scuola: «Non abbassiamo la guardia»

I prof occuperanno le Colonne di Maria Chiara CRISCUOLO

Dalla piazza alle Colonne romane. Dopo lo sciopero e le manifestazioni del 5 mag­gio scorso, la scuola brindisi­na torna a far sentire la pro­pria voce. Docenti, studenti, personale Ata e perfino i diri­genti scolastici, si ritroveran­no lunedì prossimo, 18 mag­gio, sulla scalinata virgiliana per dare il via ad una assem­blea pubblica.

L'incontro tra sindacati e Governo di martedì non ha prodotto i risultati sperati.

«Gli emendamenti appro­vati non cambiano la sostan­za dell'impianto del disegno di legge, - tuonano i docenti brindisini - che resta irricevi­bile. Se vuole aprire un vero dialogo, il Governo deve fer­mare il percorso di approva­zione del disegno di legge, fare un provvedimento urgen­te sul precariato e ascoltare il mondo della scuola». Nel-

lunedì prossimo, tutti insie­me si ritroveranno per discu­tere sulle nuove iniziative di lotta da adottare.

fuori e dentro la scuola». Indietro non SI torna e

mal come questa volta il mondo della scuola fa fronte

«L'assemblea pubblica sa- comune contro il disegno di rà in concomitanza con altri legge fortemente voluto dal due sit in che si terranno a premier Renzi. La protesta Roma e con un altro previsto viaggia sui social network al­a Bari - afferma Rosa Savo- la velocità di un clic: Face­ia, dal quartiere generale del- book e Twitter in testa alle la Flc Cgil Brindisi - il per- classifiche per condividere corso parlamentare del dise- date dei flash mob, assem­gno di legge prevede la di- blee pubbliche e collettivi. scussione in aula alla Came- «Mantenere alta l'attenzio­ra dei Deputati a partire da ne - conclude la Savoia - è domani (oggi ndr) e l'appro- l'unico modo per ottenere un vazione tra lunedì e martedì risultato. Non si può non te­della prossIma settimana. nere conto della forte adesio­Successivamente Cl sarà il ne allo sciopero nazionale passaggio al Senato i cui tem- del 5 maggio scorso. Andre­pi di discussione sono più in- mo avanti e se sarà necessa­certi perché presumibilmente rio bloccheremo, oltre alle at­i lavori in commissione ini- tività aggiuntive anche gli zieranno dopo le elezioni re- scrutini in programma per il gionali. Riteniamo importan- prossimo giugno». Flc, Cisl te che, da qui all'eventuale scuola, ViI scuola, Gilda e blocco degli scrutini, si met- .. che non hanno alcuna tano in atto le più varie ini _ intenzione in questa occasio­ziative che abbiano, da un la- ne di rompere l'unitarietà d'a­to, il compito di rispondere zione, metteranno in campo alla volontà di lotta dei lavo- nuove iniziative di mobilita­

l'attesa la protesta continua e ratori e, dall'altro, di creare il più ampio fronte possibile

zione anche durante il perio­do per gli studenti delle valu­tazioni di fine anno.

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Scuola, la «fumata nera» del governo Il dialogo con i sindacati non decolla: nuove azioni ROMA - Dialogo, ma nessuna svolta. Tantomeno positiva. L'ipotesi di intral­ciare gli scrutini come segno di prote­sta contro I contenuti del ddl Buona scuola si fa sempre più concreta. L'in­contro di ieri pomeriggio a Palazzo Chi­gi tra il Governo - rappresentato da ben 4 ministri, Boschi, Madia, Giannini, Del­rio e dal sottosegretario alla presiden­za del consiglio De Vincenti - e i sinda­cati (nella foto) è stato decisamente da «fumata nera ••. Che l'andazzo sarebbe stato quello si era già capito dalle dichiarazioni mat­tutinecdel Premier: «Siamo disposti ad ascoltare i sindacati su tutto», ma «la

Non ci sarà il blocco degli scrutini ma non mancheranno i disagi visto che Renzi tira diritto come al solito

scuola funziona se è di tutti», «non fac­ciamo divisioni politiche sulla pelle della scuola. Non potrà mai esistere la possibilità di bloccare la qualità nella scuola». Insomma, ascoltiamo ma an­diamo avanti. Il messaggio ai sindacati è arrivato for­te e chiaro. «È ancora come se avessimo la pisto­Ia puntata alla tempia» ha sintetizzato il leader della UiI, Carmelo Barbagal­lo .. «Nel merito -ha osservato il leader del­la Cgil, Susanna Camus so - non è sta­ta data nessuna risposta alle criticità che abbiamo proposto. Il governo ha detto di aver preso buona nota, anche se siamo ben lontani dal cambiamen­to profondo dell'impianto». E anche il segretario generale della Cisl, Anna­maria Furlan, ritiene insufficienti le mo-

difiche introdotte in Parlamento: «Se si fossero fatti prima altri incontri con il Governo sicuramente avremmo co­struito un percorso più utile per cam­biare la scuola». Non intendono deporre le armi i sin­dacati di categoria. «Il Governo si è li­mitato a prendere atto delle dichiara­zioni di ciascuno» hanno raccontato al termine del confronto che, andato avanti per 3 ore, ha registrato anche momenti di tensione e decibel non pro­prio da amabile conversazione. Flc, . Cisl scuola, Uii scuola, Gilda e smill3! che non hanno alcuna intenzione in questa occasione di rompere l'unità d'azione, metteranno in campo nuove iniziative di mobilitazione anche du­rante il periodo degli scrutini. Non un vero e proprio blocco perchè la legge sulla regolamentazione degli scioperi non lo consentirebbe, ma certamente un gran bel disagio. «Si sta concluden­do l'anno scolastico in un clima di con­flitto» si rammarica il leader della Uii scuola, Massimo Di Menna. «Nei pros­simi giorni Organizzeremo presidi in occasione dell'inizio del dibattito alla Camera, assemblee e iniziative di lot­ta nelle scuole. La mobilitazione con­tinua» promette il leader della Flc, Mim­mo Pantaleo. I Cobas, che si muovono per proprio conto, oltre a Interferenze in tempo di scrutini, vogliono proporre agli altri sindacati di scegliere una data (potreb­be essere domenica 7 giugno) «per di­fendere tutti insieme la scuola bene èomune». ~Nogliono andare avanti co­me un treno», hanno mostrato «un'ar­roganza sbalorditiva» e «aperture ze­ro» chiosa il leader del movimento, Pie­ro Bernocchi. «Restano divergenze forti» è costretta ad ammettere il ministro dell'Istruzio­ne, Stefania Giannini, pur ribadendo la volontà di dialogo. Un dialogo che ha però paletti irremovibili: «Il governo sui punti qualificanti del Odi scuola non farà passi indietro» ha avvertito la titolare del dicastero dell'Istruzione.

POLITICA

«Sui punti più qualificanti del Ddl scuola nessun passo indietro» awerte la Giannini

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Slitta al20 maggio il voto in Aula sul Ddl

Renzi: non è prendere o lasciare, fiducia non all' ordine del giorno Eugenio Bruno ROMA

i La controffensiva di Matteo Renzi sulla scuola è ufficialmente partita. E il premiervuole giocarla in prima persona, mettendoci (letteralmente) la faccia. Come testimoIÙa non solo la scelta di te­nere aperta per due giorIÙ la sala verde di Palazzo Chigi, dove ieri sono stati ricevutiirappresentan­ti di geIÙtori e studenti che hanno portato a 29 le associazioIÙ rice­vute, ma anche (e soprattutto) il triplo intervento di ieri sull'istru­zione.Primaconunvideodi17mi-nuti sul sito di Palazzo Chigi, poi conunamai!dil2origheaiprofita­liarù e infme con un'intervista al Tg5. Tre situazioIÙ e strumenti di­versi perribadirelostessoconcet­to: non è una riforma prendere o lasciare e possiamo ancora mi­gliorarla a patto però di non stra­volgerla. Una linea conciliante confermata anche dalla scelta di nonricorrere allafiduciaAlmeno nell'aula della Camera che ieri ha irùziatol'esamedeldisegnodileg­ge e che lo concluderà entro mer­coledì20(anzichémartedì19)·

Nei giorIÙ scorsi il premier ha più volte rimproverato ai suoi e in parteancheasestessodinonesse­reriuscitiaveicolareneimodigiu­sti i contenuti della «Buona Scuo­la» che «per lui in Italia c'è già ed è danche bisognaripartire». E pro­prio dai contenuti è partito Renzi nel messaggio caricato nel pome­riggio sul canale Y outube del go­verno. Camicia bianca d' ordinan­za,cravattablu,gessetticoloratiin mano il presidente del Consiglio è ricorso alla cara vecchia lavagna perillustrareicinquecapisaldidel

disegno di legge: alternanza scuo­la/lavoro per ridurre la disoccu­pazione giovarùle al 44 %; più cul­tura umanista che non vuoI dire trascurare la tecnologia e il digita­le; più soldi agli insegnanti, da un lato con la card da 500 euro annui per libri, spettacoli e corsi di for­mazione e dall'altro con i 200 mi­lioIÙ per il merito; più autonomia che significa meno burocraziami­IÙsteriale e più responsabilità ai presidi senza farne «uno scerif­fo»; continuità dell'azione educa­tiva da leggersi come assunzione di 100mila precari e futuro con­corso per altri 60mila posti. A cui

EDIlIZIA SCOLASTICA Il presidente del Consiglio annuncia di aver inviato una circolare a Economia, Infrastrutture e Miur che sblocca 4 miliardi

segue l'annuncio della novità for­se più importante. E cioè l'arrivo di <<una circolare ai mirllstri del­l'Economia, delle Infrastrutture, e della Scuola che porta oltre 4 mi­liardi di euro dinuoviinvestimen­ti sull' edilizia scolastica» sull' edi­liziascolastica».

Temi ripresi e rilanciati dall' ex sindaco di Firenze nella lettera al­le «gentilissime e gentilissimi in­segnanti» come recita l'incipit della missiva. Due i due concetti­chiave del suo preambolo: la pro­posta del governo «non è "pren­dere o la~ciare"; non vogliamo fa­re «l'ennesima riforma, ma met­terci più soldi, spenderli meglio e

garantire la «qualità educativa». Con le misure già elencate nel vi­deo, anche se in un ordine diverso perché nella mai! si parte dai pre­cari anziché dall'alternanza. A chiudere lalungagiornatarenzia­na sulla scuola l'intervista al Tg5 nella quale il premier, a conferma del fatto che ci sia ancora spazio per le modifiche, precisa: «Si deve ancora votare alla Camera, non credochelafiduciasiauntemaal­l'ordine del giorno». UnadispoIÙ­bilità al confronto ribadita anche da unanotaserale diPalazzo Chigi che,nelfareilpuntosulladuegior­IÙ di incontri nella sala verde cita «l'impegno a migliorare il testo in modo da rendere ancora più inci­sivo il progetto per la «Buona Scuola» nei punti chiave».

In che cosa consistano queste aperture lo si capirà meglio nei prossimi giorIÙ. O forse già oggi quando arriverà il parere della commissione Bilancio e l'assem­blea avvierà la discussione gene­rale sul testo. Assemblea che ieri harespintocon258voticontrarie 105 favorevoli le pregiudiziali di costituzionalità. In realtà, le ul te­riori modifiche potrebbero an­che slittare al Senato dove biso­gnerà fare i conti con i propositi battaglieri della minoranza Pd che ha individuato nella scuola il terreno su cui proseguire lo scontro avviato con l'Italicum. Un atteggiamento ben diverso da quello che i dem "non renzia­IÙ" stanno tenendo a Montecito­rio dove, per dirla con Andrea Giorgis, sono stati presentati «emendamenti nella logica di un confronto costruttivo».

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Il capo del governo è salito sul Colle per affrontare con il Capo dello Stato i principali temi interni e internazionali

Renzi-Mattarella, agenda politica sul tavolo Nell'incontro pensioni, scuola, immigrati e Libia - Il premier: giornata positiva, passi avanti Emilia Patta ROMA

«Giornata di passi in avanti su flessibilità, immib'Tazione, cresci­taeconomica. C'è ancora molto da fare, ma non si molla». li clima di una giornata positiva per il pre­mier è descritto nei pochi caratteri di un tweet serale. A18 giorni dalle elezioni regionali e con sfide com­plicate soprattutto sul fronte in­terno - scuola in primis - Matteo Renzi può parlare di passi in avan­ti. li Pil torna a crescere dopo quat­tro anni( 0,3% mentre il governo si aspettava 0,1%), il successo del piano U e sui migranti. il via libera di Bruxelles a una maggiore flessi­bilità: tutti segni - è la lettura ren­ziana - «della maggiora credibilità della linea italiana sulla flessibili­tà». Ma il fronte interno morde, dalla questione delle pensioni do­po la sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco delI'indiciz­zazione deciso dal governo Monti alle proteste di sindacati e inse­gnanti contro la riforma della

scuola messa in campo. E poi il ti­more di qualche contraccolpo ne­gativo per il Pd e dunque per il go­verno alle regionali del 31 maggio, soprattutto in Liguria dove i son­daggi danno la sinistra antirenzia­na del civatiano Luca Pastorino a due cifre. Di tutto questo il pre­mier ha parlato ieri sera con Sergio Mattarella salendo al Quirinale: «Un ampio giro d'orizzonte dei principali temi sul tappeto del di­battito politico», recita la tradizio­nale nota del Quirinale. Un con­fronto ad ampio raggio, dunque, partendo dal risultato incassato dall'Italia - anche con il pressing del presidente della Repubblica -nella delicata partita in Ue sul­l'emergenza sbarchi.

Il primo tema interno politica­mente sensibile è naturalmente quello delle pensioni. E si sa che il premier ha dovuto «ingoiare ama­ro», come lui stesso ha confessato, rinunziando al tesoretto di 1,6 mi­liardi annunciato nelle scorse set­timane. li decreto per mettere una

AI Colle. Il capo dello5tatoSergio Mattarella

"toppa" sarà approvato dal Consi­glio dei ministri lunedì prossimo o comunque la prossima settimana e dal colloquio con il Capo dello Stato il premier sembra essere uscito rinfrancato sulla linea che il governo intende seguire - che è quella della gradualità, della par­zialità e della prQb'Tessivitàsulred­dito dei pensionati interessati ai rimborsi e che comunque che ri­spetti il decifit progrannatico di quest'anno al 2,6% -: Mattarella, secondofontiparlamentaridelPd, si sarebbe mostrato ovviamente attento al rispetto rigoroso della sentenza della Consulta ma anche consapevole della necessità di sal­vaguardare l'equilibrio dei conti, anch'esso bene costituzionale.

Sul fronte delle riforme in cam­po Renzi ha poi mostrato al Capo dello Stato tutta la sua volontà di andare avanti, di «non mollare». A partire dalla riforma della scuo­la, naturalmente, sulla quale il premier proprio ieri ha voluto mettere la faccia prendendo ges-

so e lavagna e illustrando ID un vi­deo di 18 minuti pubblicato sul si­to del governo le novità della "Buona Scuola" (si vedano i servi­zia pagina 8).Al Capo dello Stato, che è stato anche ministro del­l'Istruzione, il premier ha pro­spettato un disegno ambizioso contro il quale a suo avviso si è at­tivato un vero e proprio boicot­taggio con motivi che poco o nulla hanno a che fare con la buona scuola. Motivi di potere e direndi­ta di posizione, è il sottinteso. Una lettura, è il conforto di Renziin vi­sta dell'esame del Parlamento, su cui sembra concordare anche quella parte di Area riformista che nel Pd ha rotto con Bersani e Speranza e che boccia le «posi­zioni strumentali» degli opposi­tori del segretario e premier. Per ora la fiducia non è all'ordine del giorno, ha rassicurato Renzi, ma non si intravvedono all'orizzonte ulteriori margini di mediazione rispetto alle aperture fm qui fatte.

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COBBIEBE DELLA SEBA Quotidiano I Data

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Renzi alla lavagna per difendere la riforma Scuola, il premier in un video di 18 minuti: «Sì al confronto, ma no ai boicottaggi». Esclusa la fiducia

ROMA Professore per 18 minuti. Con tanto di lavagna e gessetti, li ha voluti di colori diversi. Renzi si improvvisa docente, ha bisogno di illustrare la sua riforma con un mezzo nuovo, che raggiunga tutti, un video girato nella biblioteca di Palaz­zo Chigi, lui in primo piano e sulla lavagna uno schema mol­to semplice: i punti positivi della sua riforma, quelli falsi circolati nelle proteste e che so­no da smentire.

Accorato, ma «felice perché la scuola è tornata al centro del dibattito».lnfervorato, per dire che «non esistono presidi Rambo, che non ci saranno sceriffi». Disponibile al dialo­go, pUrché sia «sereno, perché la scuola non appartiene a nes­suno» e purché «non si faccia­no battaglie politiche», magari con «slogan ideologicD>.

100 400 Mila Ore Gli insegnanti Quanto precari prevede che saranno di alternanza assunti scuola-lavoro, secondo nell'ultimo il presidente triennio del Consiglio dei tecnici, Matteo Renzi la riforma «per dare della scuola continuità» del governo. al percorso Peri licei scolastico èdi 200 ore

La lezione del «professore» Renzi, che viene postata sul si­to di Palazzo Chigi nel tardo pomeriggio, è diffusa in paral­lelo a una lettera diretta agli in­segnanti. Nella prima cita una sua vecchia professoressa, Eda; nella seconda ricorda i nomi delle sue scuole, Rodari, Papi­ni, il liceo Dante, anche per dire che conosce <<per esperienza di studente», oltre che di <<padre e marito», «l'orgoglio che vi anima, la tenacia che vi sorreg­ge, la professionalità che vi ca­ratterizza», ma aggiungendo che queste doti non sono di tutti, la «buona scuola siete molti fra voi, non tutti VOD>.

La filosofia della lezione è entrare nel merito, spiegare, smentire alcune cose «che non esistono, per esempio che il governò tocca le vacanze degli studentD>. L'obiettivo è certa----------------

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Il messaggio «Basta battaglie ideologiche. Non è vero che il preside potrà assumere i suoi amici»

mente raggiungere quanta più gente possibile, e ovviamente anche elettori, visto che si avvi­cinano le Regionali. Entrambi gli strumenti ne hanno le carat­teristiche. La lavagna attira l'at­tenzione' lui in maniche di ca­micia con il gesso in mano può diventare virale, sia nel video che nella lettera c'è un denomi­natore comune: «Non pensia­mo di avere la verità in tasca, abbiamo certamente fatto de­gli errori», ma «questa propo­sta non è prendere o lasciare», tanto più che in mattinata i suoi uffici hanno smentito che l'esecutivo è pronto a mettere la fiducia.

«Vi prego di dedicare 5 mi­nuti di attenzione ... », è l'esor­dio. sarà più lungo. Per difen­dere il principio dell'alternanza scuola-lavoro, !'investimento finanziario in formazione dei

professori, «che hanno perso prestigio sociale, anche per colpa dei genitori della mia ge­nerazione», per spiegare il lato positivo di un principio cardi­ne: <<Dare più soldi a chi Ii me­rita, perché il merito non è una parolaccia», e non esiste senza valutazione.

C'è anche da chiarire che au­tonomia «non significa _sven­dersi ai privati, ma quali priva­ti!». E da ricordare la prossima assunzione di 100 mila precari, <<per dare continuitID>, ultimo concetto scritto sulla lavagna, al progetto educativo: meno supplenti e meno tempo dei presidi a gestire burocrazia. Ai professori un invito finale: «Aspetto le vostre considera­zioni». Una precisazione vale per tutti: «11 preside non potrà assumere i suoi amici, ma sce­gliere fra vincitori di concor­so».

Marco Galluzzo © RIPROJUZIONE RISERVATA

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Lo·seoDtro

Scuola, il video show di Renzi "Basta boicottaggi sullarifonna" Blocco scrutini, sindacati divisi la controffensiva online: "Parlerò 5 minuti". Ma diventano 17 Poi una lettera a 600miIa prof. eisl e UiI frenano sulla protesta

CORRADOZUNINO

ROMA. il presidente del Consiglio, maniche di camicia arrotola­te, gessetto bianco in mano, si riprende la scena otto giorni do­po lo scioperone contro la sua Buona scuola e i dialoghi successi­vamente avviati al Nazareno e aPalazzo Chigicon sindacati e as­sociazioni. Fa sistemare, ieri pomeriggio, una lavagna alla Bi­blioteca chigiana, una telecamera di fronte e inizia a illustrare le cinque cose importanti della sua riforma.

In un video di 16 minuti e 32 secondi (aveva chiesto 5 minuti di attenzione), Renzi dice che non apprezza «iboicottaggidichinon ha fatto partecipare i ragazzi all'Invalsi~>, poi assicura: «Con l'al­ternanza scuola-lavoro vogliamo ridurre quel 44% di disoccupa­zione giovanile». Ancora: «Diamo più soldi agli insegnanti e lIme­rito non è una parolaccia: non si possono dare gli stessi aumenti a tutti». Sulla valutazione dice a maestri e prof chenonpuòvalereilprincipio«nessunomipuò giudicare» e «i presidi-Rambo esistono solo al cinema»: quelli in carne e ossa «non assumono l'amico dell'amico». Nichi Vendola, a proposi-to, aveva parlato di «profumo di corruzione».

Infine, i falsi miti: non è vero che i supplenti italiani che hanno insegnato per tre anni sa-

cambia osi nonèuna resta nella parolaccia:

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slogan non Rambo tomarea selVono: o SI Eilmerito crescere nel

Ritaglio stampa ad uso esclusivo

Scuola: testate nazionali

ranno licenziati (articolo presente nel ddl, poi rettificato), le aziende non avranno ruoli nei consigli di istituto, i giorni di va­canza degli studenti non si toccano. «Questa è la più grande as­sunzione mai fatta da un governo della Repubblica». TI giorno in cui a Empoli un istituto professionale viene evacuato per un in­cendio, Renzi annuncia la firma sui 3,9 miliardi per l'edilizia sco­lastica. «La scuola è il luogo dove si cambia il paese o si resta nella palude: possiamo essere una potenza culturale».

Nei giorni della controffensiva il premier scrive anche una let­teradi 120righe, «al computer», a600miladocenti: un pezzo con­sistente di elettorato che gli sta togliendo la fiducia. A loro dice: «Abbiamo 1'occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri figli, sciuparla sarebbe un errore. Questa proposta non è prendere o lasciare. La Buona scuola siete molti tra voi, non tutti voi».

La minaccia del blocco degli scrutini -l'arma finale del sinda­cato - si sfarina. Anna Maria Furlan, segretario Cisl, dice: «Non mi piace». La Uilla considera l'ultima spiaggia e Rino Di Meglio della Gilda spiega: «Per legge abbiamo solo due giorni di sciope­ro». Oggi ilddl entra alla Camera, ne uscirà con un voto mercoledì prossimo. Renzi esclude la fiducia sul ddl, a meno che la mino­ranza dem non metta a rischio il ufine lavori" a metà giugno. Poi confessa al presidente Sergio Mattarella: «Avrei voluto un altro clima, ma non mollo, vado fino in fondo».

CI RIPRODUZJONE RISERVATA

Pilsenon investiamo sui giovani:

siamo unasuper

potenza culturale

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Scuola, niente fiducia,

Lalavagna di Renzi: basta boicottaggi

Si è fatto portare la lavagna e dalla sala della Biblioteca Chigiana ha parlato per 17 minuti di fila. Il video di

Renzi è finito sul sito dcI gover­

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Claudio Marincola

no e in pochi mi­nuti ha fatto il giro dei social­network. Quin­di ha scritto una lettera a 600 mi­la docenti per spiegare il sen­

so della riforma e ha fatto il pun­to sull'edilizia scolastica con il ministro Delrio firmando inve­stimenti per 4 miliardi di euro.

lA MINORANZA PD PRONTA A VOTARE CONTRO Il GOVERNO OGGI MANIFESTAZIONE DEL M5S SOTTO

Apag.l1 Coccia a pag.ll Al MINISTERO

Renzi parla ai prof: «No ai boicottaggi» ~M~ssaggi? del premier per d!fendere la riforma della scuola ~Entro il 20 maggio il testo dovrà essere approvato alla Camera «NOI pronti al confronto, non e un progetto prendere o lasciare» Non sarà posta la fiducia, ma ammessi solo 600 emendamenti

lA GIORNATA ROMA Si è fatto portare lavagna e dalla sala della Biblioteca Chigia­na ha parlato per 17 minuti di fila. Il video è finito sul sito del gover­no e in pochi minuti ha fatto il gi­ro dei socialnetwork. Quindi ha scritto una lettera a 600 mila do­centi per spiegare il senso della ri­forma e ha fatto il punto sull' edili­zia scolastica con il ministro Delrio firmando investimenti per 4 miliardi di euro.

In versione prof, in maniche di camicia, gessetto in mano, ha ri­cordato a molti il maestro Manzi e il suo "Non è mai troppo tardi", amarcord di una Rai che insegna­va a leggere e scrivere. Il premier ha scritto sulla lavagna i punti chiave del disegno di legge che da oggi approda alla Camera. Ha det­to "sì" al dialogo e "no" al boicot­taggio delle prove Invalsi. Ha cita­to la sua maestra Eda «rispettata da tutti, come il farmacista, il ma­resciallo, il parroco perché era un figura con prestigio sociale». Nel­la lettera inviata agli insegnanti c'è un riferimento alle tensioni «gli scontri verbali che sembrano più forti del merito delle cose che proponiamo di cambiare».

CONTROFFENSIVA Ai suoi collaboratori Renzi ha parlato di "controffensiva". Una risposta mediati ca per rovesciare

la negatività che ha accompagna­to un ddl battezzato con una dose forse eccessiva di ottimismo "la Buona scuola". «Il nostro proget­to non è prendere o lasciare, sia­mo pronti a confrontarci». In quanto alle assunzioni, Renzi scrive, «chi non rientra nell'elen­co si lamenta, quelli del Tfa non condividono l'inclusione degli do­nei del 2012, quelli del Gae di capi­re i tempi, quelli del Pas fanno sentire la loro voce, ma dopo anni di precariato questa è la più gran­de assunzione mai fatta da un go­verno della Repubblica».

Renzi si rivolge agli insegnanti, un mondo da sempre molto vici­no al Pd. Ma mai come in questo momento proprio la platea demo­crat, pensionati compresi, vanno all'attacco del premier. «C'è un Paese l'Italia che sta ripartendo, con tutti i nostri limiti abbiamo l'occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri figli», «la Scuola non è mia, non è del go­verno, non è degli addetti ai lavo­ri, se ridiamo centralità e impor­tanza alla scuola forse l'Italia tor­na a crescere». Concetti ripetuti nelle 120 righe indirizzate alle «gentilissime» e ai «gentilissimi» insegnanti.

Il NO DEI CIVATIANI Entro il 20 maggio il provvedi­mento, collegato al Def, dovrà rii­cevere il via libera, Non c'è inteno zione nè voglia di mettere la fidu-

ciao Non alla Camera almeno. Pri­ma che si apra il dibattito ci sarà un vertice dem per decidere la strategia. Ieri alle 14 scadeva il ter­mine per la presentazione degli emendamenti. Sarà un caso ma a battersi finora per portare avanti il provvedimento è stata soprat­tutto la quota rosa del Pd: Coscia, Rocchi, Malpezzi, Ascani, Caroc­ci, Ghizzoni, la presidente della commisione Piccoli Nardelli, sen­za contare il ministro Giannini. Gli emendamenti che arriveran­no fino in fondo non potranno es­sere più di 600. Riguarderanno i punti più critici: il nuovo ruolo dei dirigenti scolastici, l'assunzio­ne dei precari, la possibilità a par­tire dal 2016 di destinare il5 xmil­le alle istituzioni scolastiche.

L'opposizione non farà sconti. Dentro e fuori Montecitorio. Il M5S che ha disertato i lavori della commissione, manifesterà oggi sotto il Miur. Si lotta video su vui­deo (Alessandro Di Battista ha po­stato sul suo profilo Facebook un filmato per rispondere al filman­to del premier). Critiche anche da SeI e Fdi. Ma la vera battagli si an­nuncia al Senato dove la scuola sarà il primo terreno di scontro con la minoranza demo I civatian­ni, gli stessi che non hanno votato l'Italicum, faranno leva sui nume­ri ristretti della maggioranza per contestare il testo «emendamen-to su emendamento». '

Claudio Marincola © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scioperi a turno di un quarto d'ora a testa l'idea dei sindacati per fermare gli scrutini ____________ protesta.Questa forma di prote­lA RIVOLTA sta non è inedita, ma non è mai

stata attuata in maniera unita-ROMA Lo sciopero degli scrutini ria .. Second? Tito ~usso del di­col passare delle ore sembra es- rettlvo dell FIe CgIl del Lazio, sere un'ipotesi sempre più con- ~llo ~ciopero de>~li scrutini «si creta e l'ultima arma rimasta e arnvatI perche Il governo do­in mano ai sindacati dopo l'in- po l'incontro del 12 Maggio ha contro di due giorni fa con il gener~to un punto di non ritor­governo. Gli scrutini sono la fa- no e Slllceramente non ci sod­se di coronamento dell'anno disfano gli emendamenti ela­scolastico e dell'ammissione ai borati dalla commissione cul­vari esami di Stato e il loro ri- tura della Camera». Ma lo scio­tardo può causare problemi pero degli scrutini non è l'uni­evidenti non solo all'istituzio- co strumento che i sindacati ne scolastica, ma anche agli stanno ~ett.end~ in campo, il studenti e alle famiglie. Blocca- 15 ~aggIO Cl sara al Pantheon re gli scrutini è possibile ricor- un asse~bl~a apert~ ai parla­rendo allo strumento dello mentan e aI senaton per riflet­sciopero generale, convocato te re s~lla riforma e il 18 e 19 in concoI!litanza con i consigli ~aggIO (d~ta in cui è ~.revista di classe. E possibile ripetere lo l approvazIOne del Ddl Buona sciopero per ben due volte al scuola" alla Camera) è stato in­terzo intervento il dirige~te detto un presidio permanente scolastico può in prima battuta sotto Montecitorio con uno precettare gli insegnanti e suc- "speaker corner" a cUI parteci­cessivamente può indire uno perà tutto il mondo della scuo­scrutinio per il giorno successi- la. Respinge al mittente le accu­va. Inoltre, secondo la normati- se la relatrice della riforma alla va vigente, lo scrutinio deve es- Camera, la democratica Maria sere bloccato e rimandato an- Coscia che auspica «di discute­che se un solo membro del con- re per una volta il merito della

riforma e non le solite rivendi­cazioni strumentali. Abbiamo ascoltato circa 90 realtà che rappresentano il mondo della scuola, il frutto del lavoro che abbiamo fatto è perfettibile».

siglio di classe fa sciopero e il docente non può assolutamen­te essere sostituito. Secondo in­discrezioni i sindacati sarebbe­ro pronti a ricorrere anche allo sciopero del quarto d'ora così da riuscire nell'intento di far saltare a turno il consiglio di classe.

LE REGOLE

GLI STUDENTI Continuano a piovere critiche dal governo anche dagli stu-

denti, infatti durante l'incon­tra tra Governp e le realtà ap­partenenti al Forum delle Asso­ciazioni Studentesche, Marti­na Carpani dell'Unione degli Studenti ha denunciato il tenta­tivo di strumentalizzazione da parte dell'esecutivo nei con­fronti degli studenti, che sono stati invitati dal ministro Ma­ria Elena Boschi a non prestare il fianco ai sindacati. Gli stu­denti si sono detti favorevoli al­lo sciopero degli scrutini, ulti­ma possibilità di contrastare la riforma.

Massimiliano Coccia © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il precedente

Nell'S7 il blocco contro la Falcucci

~ Nella storia della scuola italiana il blocco degli scrutini è stato spesso annunciato, ma raramente fatto sul serio. n precedente più serio risale al 1987, quando i sindacati si mobilitarono contro la ministra Franca Falcucci. All'iniziativa aderirono solo le sigle autonome. Uno sciopero nel giorno degli scrutini ci fu anche nel 2010 con la Gelmini.

I CONSIGLI 01 CLASSE NON SONO VALIOI SE NON PARTECIPANO TUTIIIIlOCENTI. MA SI POSSONO RINVIARE SOLO CINQUE VOLTE

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Per la normativa è assoluta­mente legale fare uno sciopero di due giorni consecutivi du­rante gli scrutini finali (sono escluse solo le classi quinte del­le superiori e le terze delle me­die). Questa agitazione può comportare il rinvio di cinque giorni complessivi degli scruti­ni. I dirigenti scolastici, a cui spetta il dovere di sovrainten­dere i consigli di classe, posso­no comminare sanzioni se lo sciopero supera i due giorni (fi­no a 500 euro al giorno) e solo se dopo essere stati precettati con specifica ordinanza il per­sonale docente prosegue nella

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il Giornale

Nuova figuraccia sui test Invalsi Le risposte sono in rete da giorni Milano Il pasticciaccio brutto dell'Invalsi finisce in farsa. L'In­valsi è il famigerato test nazionale che dovrebbe valutare i livel­li di apprendimento degli studenti e che le insegnanti contesta­no come criteriovalutativo. Soprattutto se, comeè successo ie­ri, i risultati del test erano già su internet da una settimana. Col­pa dello sciopero nazionale de15 maggio che ha fatto slittare il test al 6, data che inmolte scuole eragià stata scelta per altre atti­vità didattiche. Ieri sui profili Facebook e WhatsApp delle inse­gnanti coinvolte il tam tam è iniziato nel primo pomeriggio, co­me racconta una maestra elementare del Milanese al Giornale: «Ieri abbiamo fatti i testInvalsi dimatematicache avremmo do­vuto dare il6 maggio scorso e che sono saltati perché avevamo da tempo fissato una gita. Ovviamente, conle altre colleghe, ab­biamo cercato suinternetle soluzioni, convinte che mai il mini­stero ci avrebbe mandato lo stesso dossier». E invece, come con­ferma una sindacalista della Cgil, che è anchereferente Invalsi, i test erano identici. «Mi aspettavo delle domande diverse visto che la prova era stata spostata per lo sciopero - dice al Giornale la delegata Rsu - evidentemente il ministero dell'Istruzione nonhafatto in tempo. Peraltro alcune domande erano su argo­menticheinostri bambini non avevano ancora studiato». I sin­dacatisono sul piede di guerra: «Sono tre anni che conIa Cgilmi occupo di Invalsi, facciamo convegni e incontri, e poi?». Un' al­tra tegola sul ministro Stefania Giannini e sul governo. FMan

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Scuola, niente fiducia Renzi sale in cattedra e i sindacati si dividono In un video con lavagna e gessetti il premier spiega la riforma. Poi scrive ai professori: un'opportunità da non sprecare. La Furlan (Cisl): bloccare gli scrutini crea solo disagi

Laura Cesa retti

Roma Lasvoltaharddeldibatti­to a sinistra la ha impressa Nichi Vendo la, illeader di Sei. N ongli è piaciuta la battuta liquidato­riadiMatteo Renzicontro la «si­nistra masochista», quella che gode a perdere e a far perdere. In verità il premier non ce l'ave­va in particolare con lui, di cui probabilmente neppure ricor­daval' esistenza, quanto piutto­sto con gli oltranzisti della mino­ranzaPd. Ma all' accusa dimaso­chismo illeader di SeI si èinalbe­rato, e la sua replica finirà negli annali delle «cinquanta sfuma­ture di sinistra»: intanto, spie­ga, quello di Renzi è «il suo soli­tovizietto, l'autoritarismo». Poi l'affondo: «La sinistra di Renzi è socialmente sadica. Enoiconti­nueremo a rappresentare la si­nistramasochistaperchénonri­nunciamo a pensare che il no­stro compito siadifendereidirit­ti».

Dicerto,l'ultimatrinceadella «sinistra masochista» è oggi

quella della scuola: i nemici di Renzi, dentro e intorno alPd, ti­fano perché la guerriglia sinda­cale contro lariforma delgover­no riesca a mettere in difficoltà serie l'esecutivo e a far perdere a Renzi quella fascia cruciale di consenso che il centrosinistra ha sempre avuto nel pubblico impiego, e nella scuola in parti­colare. Il premiernon sottovalu­ta certo il pericolo, tanto meno alla vigilia delle Regionali, ma è altresì convinto che proprio il sindacato, soprattutto agitan­do ilricatto del blocco degli scru­tini, stia facendo un clamoroso autogol, soprattutto agitando il ricatto del blocco degli scruti­nii, che spiega ai suoi «finirà per dividere il fronte sindacale, do­ve la Cisl non può certo abdica­realsuoriformismoperinsegui­re gli ultrà, eper alienare alla bat­taglia anti-riforma le simpatie dell'opinione pubblica». Tan­e è vero che la leader cislina An­na Maria Furlan ha già innesta­to la retromarcia, davanti al­l'inasprirsi delle posizioni sin­dacalidellascuola: «Ilblocco de-

l'aula della Camera boccia le pregiudiziali di incostituzionalità

gli scrutinii creereb be solo disa - sere «responsabili di una comu­gi alle famiglie e ai ragazzi». Il nità». Il premier si dice «pronto problema tuttavia è di notevole al dialogo», assicura che non ci entità per un governo che della sarà voto di fiducia sul provvedi­«buonascuola»hafattoilsuoca- mento (almeno alla Camera) vallo di battaglia. Per questo ieri ma respinge gli «slogan ideo 10-il premier, prima di salire al Col- gici» e attacca duramente lerap­leperfareilpunto dellasituazio- presaglie dei sindacati: «Quan­ne in un «ampio giro d'orizzon- do si chiede ai ragazzi di boicot­te» con Mattarella, ha chiesto ai tare le prove Invalsi o si minac­suoi, cogliendoli un po' alla cia il blocco degli scrutini, non sprovvista, di trovargli lavagna si sta facendo un servizio alla e gessetti colorati, ehadeciso di scuola né ai ragazzi stessi». No scendereincampoinprimaper- ai «boicottaggi», insomma. Ba­sona per dare una sterzata ad sterà a cambiare segno alla di­una campagna che rischia di de- scussione?Il premier, che hain­turpare l'immagine dell' esecu- cassato il primo successo alla tivo. Diciotto minuti di video, Camera dove le pregiudiziali di diffusi sul sito di Palazzo Chigi, incostituzionalità sulla riforma per illustrare - con tanto di titoli sono state bocciate, si è rivolto e freccette - i punti salienti del ancheagliinsegnanti,consape­progetto, riconoscendo che ci vole che una buona percentua­sono stati «errori di comunica- le di volenterosi non ha inten­zione»,masoprattuttopertene- zione di inseguire la Camusso re il punto, sfidando la rivolta in trincea: ai profha indirizzato dei sindacati: «Il merito nella una lunga lettera aperta a difesa scuolanonèuna parolaccia. Ba- della «buona scuola» in cui scri­staconil"nessunomipuò giudi- ve fra l' altro «con tutti i nostri li­care" ». I presidi non sono chia - miti abbiamo l'occasione di co­matiafare «glisceriffi», maad es- struire un futuro di opportunità

perinostrifigli. Sciuparlasareb­be un errore».

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I timori di Palazzo Chigi a due settimane dal voto

Renzi grida al complotto «Vogliono farmi perdere con pensioni e scuola» Il premier avverte i suoi: boiardi di Stato e sindacati sobillano la protesta Poi scrive ai docenti e fa il maestrino in un video: «Detti solo slogan e falsita»

::: ELISA CALESSI

l1lil1lil1li C'è un filo rosso che lega la sentenza della Consulta sulle pensioni alla protesta sulla rifor­ma della scuola. La guerra che alcuni poteri, in questo caso i boiardi di Stato e i sindacati, hanno dichiarato a lui, Matteo Renzi: «Provano di nuo­vo a fermarmi, a bloccare il cambiamento». E non è un caso, osserva coi suoi, che questo av­venga a due settimane dalle elezioni regionali, ormai trasformate in test nazionale. L'obiettivo, secondo il premier, è chiaro: sobillare la protesta di due classi elettoralmente decisive soprattutto a sinistra - pensionati e insegnanti - per far cade­re il governo. O comunque per metterlo in grave difficoltà. Si vedrà a urne chiuse. Ma secondo alcuni sondaggi arrivati anche a Palazzo Chigi, già ora si sta registrando uno spostamento di in­segnanti e pensionati verso Grillo o l'astensione.

Chi sono questi "poteri" che tramerebbero contro il Rottamatore? Sicuramente la Consulta, che con la sentenza sulla riforma Fomero ha mandato all' aria molti piani. Ma non solo. L'Av­vocatura dello Stato, per esempio, aveva il com­pito di difendere il govemo. Era stato informato Palazzo Chigi, si chiedeva ieri un esponente del governo, dell'esatta entità della cifra in ballo? N ella memoria difensiva depositata dall' Avvoca­tura si parla di 5 miliardi. Invece saranno tra i lO e i 19. Come mai? Hanno sbagliato gli avvocati dello Stato o i funzionari del Tesoro che hanno fornito i dossier con le cifre? C'è dolo o colpa? E sempre negli stessi ambienti si nota che la prati­ca era stata istruita dal precedente avvocato del­lo Stato, quello in carica con Enrico Letta, visto che il nuovo, Massimo Massella Ducci Teri, è stato nominato con decreto della oresidenza del-

la Repubblica, su proposta del go~erno, il9 mar­zo (la sentenza è dellO). Poi ci sono i sindacati, la Cgil in particolare, impegnata a organizzare l'opposizione nel Paese.

Per carità, anche l'esecutivo ha le proprie col­pe. «Sulla scuola abbiamo sbagliato la comuni­cazione», ammette un renziano doc. «Assumia­mo lOOmila precari ed è passato completamen­te in secondo piano».

Per questo, ieri, Renzi ha preso in mano le due faccende. Sulle pensioni ha preteso che en­tro lunedì il Tesoro trovi la soluzio-ne. Sulla scuola, gessetto alla mano, si è messo dietro a una lavagna per spiegare, in un video, la verità sulla «Buona scuola». Cinque punti per confutare le «falsità» messe in giro dai sindacati e raccontare quello che c'è (scuola-lavoro, cultura uma-nista, soldi agli insegnanti, autono-mia, continuità) e quello che non c'è. «Discutiamo pure», ma basta «slogan ideologici» e «boicottaggi». «Non si parla», scandisce, «di ferie per gli studenti. N on ci sono presidi-rambo. Non è vero che il preside assume l'ami­co dell' amico o può licenziare dopo 36 mesi. So­no assolute falsità». Ancora: «La scuola appartie­ne a tutti, non al governo, né ai sindacati o agli addetti ai lavori». L'operazione-verità prosegue poi con una lettera agli insegnanti, dove chiede loro di «darci una mano a restituire speranza al nostro Paese». Certo, non sarà facile far pace con gli insegnanti. Fallito il dialogo su Twitter, l'incontro a Palazzo Chigi, ora ci prova così. Una mano gliel'ha data anche il sindacato, facendo alcuni «errori strategici». A cominciare, si dice, dal blocco degli scrutinii che fa arrabbiare sia gli insegnanti, i quali dovrebbero rimandare le fe­rie, che i genitori.

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UN'IMPRESA RISCHIOSA

T UrTO COMINCIÒ con una volonterosa guida scout che notò la foto in bianco e nero di un giovane ele­

gante il cui volto comunicava un'inspie­gabile sintesi di serietà e allegria, appesa al muro di una casa famiglia dove anda­va a fare caritativa con orfani e bambini di famiglie in difficoltà. «Chi è quello?», chiese al santo prete che di quel rifugio era l'anima e l'artefice, e che pure negli anni ebbe a soffrire di invidie e provve­dimenti disciplinari sproporzionati. «È un bravo ragazzo», rispose quello sen­za aggiungere altro. Lo scout non si die­de per vinto. Cercò di saperne di più e si imbatté nel libro scritto da un sacerdote torinese, don Primo Soldi: Verso l'assolu­to. Pier Giorgio Frassati. Nei 24 anni del­la sua breve vita quel rampollo dell'alta borghesia liberale torinese, figlio dell'al­lora proprietario e direttore della Stam­pa e poi ambasciatore a Berlino, lasciò un tale segno che il 20 maggio 1990 Giovan­ni Paolo II lo ha proclamato beato. La spi­ritualità di Frassati è integrale: preghie­ra e vita sacramentale intense, dedizione personale senza limiti al bisogno dei più poveri, impegno politico per la giustizia e in difesa della libertà. Il tutto proposto agli amici e alle amiche come contenu­to di una stringente amicizia cristiana. E quella frase formidabile scritta in una let­tera a un amico: «Vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza soste­nere una lotta per la Verità non è vivere ma vivacchiare ... ». «Uno così, come si fa a non voler essere come lui?», si chiese il giovane Marco Sermarini da San Benedet­to del Tronto. E iniziò la sua "imitatio".

Cominciando dal clan di cui era la gui­da: poche settimane, e i ragazzi da cin­que erano diventati una quarantina. Nel­lo stupore invidioso di alcuni capi.

Con l'entusiasmo dei primi giorni Oggi, trent'anni dopo quegli inizi, la spi­ritualità frassatiana presa sul serio da un giovane sambenedettese ha dato i suoi frutti. Sono nati un movimento ecclesiale che ha preso il nome dalla compagnia di amici che Frassati aveva creato, la Società dei Tipi Loschi (quella riconosciuta come associazione laicale con decreto dal vesco­vo di San Benedetto nel 2004 si chiama Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati); un'associazione di volon­tariato intitolata a papa Giovanni Pao­lo II; due cooperative sociali, la Capitani Coraggiosi e la Hobbit; tre scuole libere intitolate a Gilbert Keith Chesterton; una società sportiva che si chiama Poli sporti­va Gagliarda; una compagnia teatrale che si chiama Pochi ma buoni come i mac- ~

~ cheroni, un negozio online che si chia­ma Pump Street, un mensile che si inti­tola Vivere! ... e non vivacchiare. E a dimo­strazione che non si tratta di sigle ma di realtà vive, questi soggetti conducono tre doposcuola e animano sette centri esti­vi e cinque circolini equivalenti agli ora­tori permanenti e agli oratori estivi del­le latitudini settentrionali; occupano gio­vani provenienti da situazioni di disagio e non nei settori delle ristrutturazioni edilizie, giardinaggio, servizi cimiteriali, serigrafia, gestione di un palazzetto dello sport, servizi scolastici, produzioni ortico-

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le, gestione di un centro del riuso (riciclo di attrezzature di vario genere); accompa­gnano all'inserimento nel mondo del lavo­ro attraverso la formazione professionale e cinque Centri di sussidiarietà; e ovviamen­te pregano, fanno festa ed educano.

Da quasi ventidue anni, esattamente dal 17 ottobre 1993, i Tipi Loschi si riuni­scono una sera alla settimana (il mercole­dì o il giovedì) presso la Casa San France­sco di Paola nel territorio di Grottamma­re, comune adiacente a San Benedetto lun­go il litorale adriatico. C'è la cena comu­nitaria sotto un tendone bianco (spesso a base di pizza preparata da un giovane valorizzato dalla cooperativa Hobbit) poi il Rosario o la Messa. Una volta al mese si fa Adorazione eucaristica dalle 21.30 della sera alle 6.30 della mattina. Que­sto momento comunitario riunisce fino a 450 persone, uomini, donne e bambini. La prima volta, quel 17 ottobre di ventidue anni fa, erano solo 43: il più vecchio ave­va 30 anni, il più giovane 13. Oggi la pic­cola galassia di opere nate da loro serve 2-3 mila persone. E non siamo a Milano o a Roma: siamo a San Benedetto del Tron­to, 47 mila abitanti. I comuni vicini stan­no fra i 5 e i 15 mila abitanti.

Dai nomi e titoli immaginifici del-le varie opere e da una visita anche som­maria alle medesime si capisce che le fon­ti intellettuali e spirituali si sono amplia­te nel tempo, e a Pier Giorgio Frassati si sono aggiunti Chesterton (Sermarini è fondatore e presidente della Società che­stertoniana italiana), Giovannino Guare­schi, J. R. R. Tolkien, Stratford Caldecott (il più noto intellettuale britannico chester-

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toniano, scomparso l'anno scorso), Gio- Ma la scommessa più audace che i frassa- co, insegnante elementare in una statale, vanni Paolo II, Benedetto XVI, san Gio- tiani-chestertoniani di San Benedetto han- madre di cinque figli, tre dei quali sono vanni Bosco, santa Caterina da Siena, san no lanciato, e che contro ogni pronosti- studenti della scuola libera. «Del Medioevo Benedetto da Norcia, Asterix (l'idea del vil- co stanno vincendo, è quella delle scuole si spiega che non è stato affatto un'epoca laggio che resiste alla potenza dell'impe- libere. Che non sono paritarie né private a buia, che l'unità di Italia non è stata senza ro grazie all'unità fra i suoi abitanti che fini di profitto, ma incarnazione del prin- macchia, che l'illuminismo non è il culmi­nasce da un'amicizia genuina) e Gino Bar- cipio dell'educazione parentale. Cosa vuoI ne del pensiero umano». tali. Sì, proprio il Gino nazionale, vincito- dire? La Costituzione italiana all'articolo re di due Tour de France e di tre Giri d'Ita- 30 riconosce che l'educazione e l'istruzio- Qualcosa per cui combattere lia a cavallo della Seconda Guerra mon- ne dei figli sono un diritto e un dovere dei Visitare i ridotti locali della scuola vuoI diale. Al terziario carmelitano, salvato- genitori. Questo implica che i genitori, se dire imbattersi in frasi di Benedetto XVI, re di ebrei e soldati inglesi nel 1943-45 e vogliono e se sono in grado di dimostra- Chesterton e Antoine de Saint-Exupery amico di Pio XII, la Poli sportiva Cagliar- re che ne sono capaci, possono provveùe- dipinte sulle pareti. Compresa quella che da (<<la nostra sigla "P. G." significa anche re direttamente all'istruzione dei figli. Il dice «Non puoi amare qualcosa senza lot­Per Gesù, e Pier Giorgi~», ci tiene a dire il testo unico sulla pubblica istruzione disci- tare per essa, non puoi lottare senza qual­presIdente della SOCIeta sportlva) .ha dedI-. plina questa facoltà, e stabilisce soprattut- cosa per cui combattere». In un corrido­cato ~na mostra mtlt<?lata Un ,dlavolo dl to due cose: che le famiglie che ricorrono io sono appesi pannelli di una mostra sui camplOne un angelo dl uomo. Lawentura ,. . . . umana di Gino Bartali, che è stata esposta allistruzlOne dIretta devono dare comum- temi della bioetica (aborto, fecondazio­anche a un Giro d'Italia. cazione della loro opzione anno per anno ne assistita, eutanasia, eccetera) promos­

Gente da amare Come capita a tutti quelli che vivono per davvero, e che hanno fede per davvero, i Tipi Loschi sono amati e odiati, ammi­rati e tenuti in sospetto. Fin dall'inizio. L'Agesci li espulse perché volevano chia­mare Frassati il loro clan, anziché coi soli­ti nomi di bestia, perché facevano attivi­tà anche durante le pause estive (gelato e Rosario insieme) e perché si impegnavano collettivamente per la Dc (a quel tempo i capi scout erano tutti per Democrazia pro­letaria o per il Pci). In alternativa, si sareb-

al sindaco e al preside della scuola statale sa dalla professoressa di Diritto. Il messag­nel cui territorio la famiglia risiede; che i gio in difesa della vita in ogni condizione loro figli devono sostenere esami di idonei- e contro ogni manipolazione non potreb­tà presso scuole statali o paritarie per vede- be essere più chiaro. Non c'è nessuna clas­re riconosciuto l'assolvimento dell'obbli- se con più di dieci studenti. In quella del go. Sulla base di questi princìpi e di queste professionale c'è un docente con due stu­norme nel 2008 la cooperativa Capitani denti. Le medie inferiori completano l'ora­Coraggiosi ha inaugurato la scuola media rio con un insegnamento che si chiama inferiore libera G. K. Chesterton con una Via Pulchritudinis: un percorso che con­classe prima di quattro studenti. Oggi le duce alla fede cattolica attraverso la bel­scuole sono tre e le classi sono dieci in tut- lezza che si trova nell'arte, nella lettera­to: tre di medie, cinque di liceo delle scien- tura, nelle scienze, nella matematica. Da ze umane di indirizzo economico-sociale e Dublino un insegnante irlandese si colle­due di istituto professionale, 60 studenti e ga via Skype nell'ora di filosofia per fare 20 insegnanti in tutto. Le aule si trovano lezione di Logica, come nelle accademie

bero dovuti sottoporre a un corso di riedu- al secondo piano dell'edificio che è la sede cazione (sul metodo scout). Qualche tem- della cooperativa Capitani Coraggiosi, nel medievali. Tutti poi fanno teatro, e lo fan­po fa hanno sfidato il Comune (che qual- quartiere di Porto d'Ascoli. La scuola non no nell'orario mattutino. che servizio alle loro cooperative lo ha affi- riceve nemmeno un euro dallo Stato o dal Questo insegnamento così persona­dato,. però pochi: la maggior parte li han- Comune, si autofinanzia completamente lizzato non costa affatto caro: 60 euro al no vmtI n;I pIccolI comum, del CIrconda- per pagare i docenti e le spese. E nonostan- mese gli studenti delle medie inferiori, no) m un asta mdetta dall1\zIenda sam- te questo è entrata nel suo settimo anno di 100 quelli delle superiori. Le rette copro­tana locale. SI mettevam vendIta un ter- vita e ogni anno cresce un po'. no solo il25 per cento dei costi. L'altro 75 reno agncol~ della collma dI Santa LUCIa, Ma perché imbarcarsi in un'avventura viene reperito attraverso lotterie, cene di sopra la cItta. Per Sermanm e compagma del genere? Perché non limitarsi a fonda- IO> beneficenza, versamenti periodici di soste­era l'occasione per procurarsi i campi per . . nitori, accesso al cinque per mille, e da un il calcio a 5 e a 7 delle squadre della poli- IO> re una scuola pantana? «Per essere total~ Gran Galà di fine anno. sportiva, spazi ricreativi per i bambini e mente lIb~m, nsponde Sermanm, che dI E i risultati scolastici? Positivissimi. In soprattutto terreno per orti. I Tipi Loschi lavoro fa l avvocato penalIsta e dunque le teoria questi studenti potrebbero sempli­credono profondamente nel distributi- leggi le conosce bene. «Le scuole panta- cemente presentarsi in una scuola rico­smo la teoria economica che Chesterton e ne, per ncevere un pur eSIguo sostegno nosciuta alla fine del ciclo di studi per Hilaire Belloc concepirono, stimolati dal- dallo Stato, hanno dei vincoli nel recluta- sostenere l'esame di idoneità, quello delle la Rerum Novarum di Leone XIII, come ter- mento deglI msegnanti e hanno control- medie inferiori o quello di maturità. Nel­za via fra capitalismo e socialismo. E nel li. Noi rinunciamo ai .finanziamenti per la realtà vengono inviati ogni anno, alla distributismo le famiglie producono da se essere totalmente lIbem: Llben dI sceglIe- fine del mese di maggio o all'inizio di giu­stesse gran parte degli alimenti di cui han- re docentI anche non abilItatl e dI declde- gno, a sostenere l'esame di idoneità alla no bisogno ((Tre acri e una mucca» a ogni re insieme, genitori e insegnanti, le linee classe successiva delle medie o del liceo. famiglia, scrisse Chesterton). Bene, la coo- educative. E quali siano le linee educati- Quelli delle medie vanno in una scuola perativa Hobbit (la Contea di Tolkien non ve che l gemton delle scuole Chesterton paritaria retta da suore concezioniste ad è un modello di economia distributista, voglIono vedere applIcate SI capIsce SUbI- Ascoli· quelli del liceo in un classico stata­ma l'idea di vita socio-economica armo- to dal motto, preso dallo scrittore inglese: le di Fermo. Quest'anno per la prima vol­nica è simile) è riuscita a fare un'offerta Impresso sulla pnma pagina del lIbretto dI ta ci saranno cinque studenti che devono da 158 mila euro che ha battuto quella prese~tazlOne delle scuole: «Una cosa mor- sostenere l'esame di maturità, e andranno di 151.500 fatta dal Comune. A breve sarà ta puo anda:e con la corrente. Ma solo una a Città di Castello, presso un liceo parita­inaugurata la Casa Santa Lucia, con cam- cosa VIva puo andarVI contro». I frassatlam- rio di scienze umane.

chestertomam contro la corrente Cl van-

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no eccome: «Qui la lezione di storia non si Un successo dietro l'altro {l A l _t t limita a ripetere quello che c'è scritto sul ~

petti di calcio e orti annessi.

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due bocciature, una alle medie e una al liceo: media di idoneità del 100 per cen­to tranne i due casi di bocciatura in set­te anni. Finora 41 studenti hanno ottenu­to la licenza media passando attraverso la scuola libera G. K. Chesterton. E quelli che sono qui dentro a studiare sono contenti, non si sentono affatto dei marginali. «Qui facciamo molte più gite, le mie compagne di prima sono invidiose», dice una ragaz­za delle medie arrivata quest'anno da una statale. «Quest'anno sarò promosso, dov'ero prima non era possibile studiare, c'era sempre rumore in classe e gli inse­gnanti non si occupavano personalmente di me come qui», racconta un ragazzo del professionale che è stato bocciato due vol­te prima di entrare alla Chesterton.

Sulla carta geografica si vedono solo con la lente di ingrandimento come il villaggio di Asterix, e per non farsi vede­re dall'occhio di Sauron devono muover­si nell'ombra come gli hobbit. Ma piccoli come sono, questi Tipi Loschi sono proprio una spina nel fianco perl'impero. III

Le scuole Chesterton non ricevono un euro dallo Stato o dal Comune, si autofinanziano completamente. E nonostante questo da sette anni crescono

LA SCOMMESSA PIÙ AUDACE CHE I FRASSATIANI HANNO LANCIATO CE CONTRO OGNI PRONOSTICO STANNO VINCENDO)

È QUELLA DELLE SCUOLE LIBERE. NÉ PARITARIE NÉ PRIVATE

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Giranttsta Data

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Eccoperché siamo pronti allo sciopero degU scrutini

di Gianluigi Dotti'"

Il disegno di legge #labuonascuola, che la VII Commissione Cultura della

Camera dei Deputati ha licenziato nei giorni scorsi, ha già da settembre suscitato la protesta di tutta la comunità scolastica. Centinaia di migliaia di donne e uomini che fanno la scuola buona: insegnanti, studenti e famiglie, hanno partecipato con grande intensità allo sciopero del 5 maggio dimostrando chiaramente quanto non condividano i contenuti del DDL. In particolare hanno detto che l'impianto e la filosofia del provvedimento non ha nessuna possibilità di migliorare la qualità della scuola in Italia. La scuola che prefigura il disegno di legge del governo è una scuola che viene gestita dal Dirigente scolastico in modo gerarchico, nella quale uno solo comanda e decide e tutti gli altri devono semplicemente dire "signorsì", altrimenti rischiano di incorrere in provvedimenti disciplinari o di perdere il posto

di lavoro. Una scuola nella quale tutti gli insegnanti sono precari e in competizione tra loro, in quanto senza titolarità, e in attesa della chiamata del Dirigente non è una scuola che può formare ed educare gli studenti, futuri cittadini consapevoli della nostra Italia. Una scuola nella quale la partecipazione degli insegnanti al progetto educativo viene subordinata ai "desiderata" dei Dirigenti scolastici, mortifica la professionalità docente e interviene a gamba tesa sulla libertà di insegnamento costituzionalmente garantita. Allo sciopero, organizzato dalle Organizzazioni sindacali rappresentative, si sono aggiunte migliaia di iniziative autonome dei docenti, degli alunni e delle famiglie che sfruttando i nuovi social hanno organizzato proteste, flash mob, contaminazioni facebook, catene di whatsapp che hanno coinvolto l'opinione pubblica di tutto il paese. Nonostante l'ampiezza della protesta e le richieste di migliaia di uomini e donne che la scuola la vivono tutti i giorni, il Governo non sembra

intenzionato a rivedere gli articoli più contestati del DdI. Se a questo aggiungiamo che nel DEF approvato nei giorni scorsi si registra un calo della percentuale di investimenti nell'istruzione in rapporto al PIL nei prossimi anni, è evidente come sia necessario continuare in questa protesta che è un atto d'amore per la scuola pubblica statale. Il fronte che chiede la modifica dell'impianto del DDL è convinto che per migliorare la qualità degli apprendimenti sia necessario investire realmente nell'istruzione pubblica statale e che l'organizzazione della comunità scolastica debba essere collegiale e non gerarchica. Per questo motivo di fronte al pericolo di vedere la scuola italiana declassata da istituzione costituzionalmente garantita, nella quale gli insegnanti sono cittadini portatori di doveri e diritti, a quasi-servizio, come fossero le Poste o le ferrovie, dove gli insegnanti diventano dei sudditi in attesa di clemenza, se fosse necessario si potrebbe arrivare allo sciopero degli scrutini. *Responsabile del Centro Studi della Gilda

CON QUESTA PESSIMA RIFORMA TUTTI GLI INSEGNANTI SARANNO PRECARI

E IN A'rTESA DELLA CHIAMATA DEL DIRIGENTE SCOLASTICO '" O')

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Quotidiano Data 14-05-2015 Pagina 9 Foglio 1

Invalsi, giusto valutare gli studenti? SONO STATI INTRODOTTI NEL 2005. DA QUELL'ANNO DOCENTI E ALUNNI SCENDONO IN PIAZZA CONTRO LE ODIATE CROCETTE

PROTESTE, flash mob, manifestazioni in piaz­za. Come ogni anno, i Test Invalsi (Istituto na­zionale per la valutazione del sistema dell'istru­zione) sono stati contestati da studenti e do­centi in tutta Italia: sin dal 2005, dal loro de­butto, le prove che servono a misurare il grado di apprendimento degli alunni della scuola ita­liana, hanno sempre fatto discutere. Stavolta, probabilmente anche sull'onda dello sciopero contro la riforma della scuola, il boicottaggio è stato ancor più massiccio e riuscito che in pas­sato: il governo, a causa dello sciopero del 5 maggio, è stato costretto per la prima volta a rinviare la data fissata in calendario. E martedì il 20% degli alunni non ha preso parte alle prove,

come confermano i dati diffusi dallo stesso Isti­tuto presieduto da Anna Maria Ajello. Attualmente le prove vengono effettuate in se­conda e quinta elementare e in secondo su­periore. E sono anche parte integrante dell'esa­me di Stato in terza media. Per il futuro l'Istituto avrebbe intenzione di insistere ed estendere i test anche alla terza superiore. Ma le resistenze continuano. E le vicende degli ultimi giorni riac­cendono il dibattito: giusto o sbagliato valutare il livello di apprendimento degli studenti? E, so­prattutto, le prove Invalsi sono la maniera cor­retta di farlo? Lo abbiamo chiesto a due inse­gnanti.

(I.vend.)

Una delle proteste di questi giorni contro i test Invalsi Ansa

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IL GAZZETTINO Data

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INTERVENTI EDILIZI

Firmati col ministro Delrio investimenti p~r 4 miliardi nei nuovi edifici scolastici

Scuola, Renzi scrive ai prof Per illustrare 14 sua rifonna il premier ha girato un video davanti all4l4vagna

Claudio Marincola ROMA

Si è fatto portare lavagna e dalla sala della Biblioteca Chigiana ha parlato per 17 minuti di fila. Il video è finito sul sito del governo e in pochi minuti ha fatto il giro dei social network. Quindi ha scritto una lettera a 600mila docenti per spiegare il senso della riforma e ha fatto il punto sull'edilizia scolastica con il ministro Delrio firmando investimenti per 4 miliardi di euro.

In versione prof, in maniche di camicia, gessetto in mano, ha ricordato a molti il maestro Manzi e il suo "Non è mai troppo tardi", amarcord di una Rai che insegnava a leggere e scrivere. Il premier Renzi ha elencato sulla lavagna i punti chiave del disegno di legge che da oggi approda alla Camera. Ha detto "sì" al dialogo e "no" al boicottaggio delle prove In­valsi. Ha citato la sua maestra Eda «rispettata da tutti, come il farmacista, il maresciallo, il par­roco perché era un figura con prestigio sociale». Nella lettera inviata agli insegnanti ha poi inserito un riferimento agli «scontri verbali che sembrano più forti del merito delle cose che proponiamo di cambiare».

Ai suoi collaboratori Renzi ha parlato di "controffensiva".

Una risposta mediatica per ro­vesciare la negatività che ha accompagnato un ddl battezza­to con una dose forse eccessiva di ottimismo "la Buona scuola". «Il nostro progetto non è prende­re o lasciare, siamo pronti a confrontarci». In quanto alle assunzioni, Renzi scrive, «chi non rientra nell'elenco si lamen­ta, quelli del Tfa non condivido­no l'inclusione degli idonei del 2012, quelli del Gae chiedono di capire i tempi, quelli del Pas fanno sentire la loro voce, ma dopo anni di precariato questa è la più grande assunzione mai fatta da un governo della Repub­blica».

Renzi si rivolge agli insegnan­ti, un mondo da sempre molto vicino al Pd. Ma mai come in questo momento proprio la pla­tea democrat, pensionati com­presi, va all'attacco del premier. «C'è un Paese, l'Italia, che sta ripartendo, con tutti i nostri limiti abbiamo l'occasione di costruire un futuro di opportuni­tà per i nostri figli», «la scuola non è mia, non è del governo, non è degli addetti ai lavori, se ridiamo centralità e importanza alla scuola forse l'Italia torna a crescere». Concetti ripetuti nel­le 120 righe indirizzate alle «gentilissime» e ai «gentilissi­mi» insegnanti.

Entro il 20 maggio il provvedi­mento, collegato al Def, dovrà ricevere il via libera, non c'è

intenzione nè voglia di mettere la fiducia. Non alla Camera almeno. Prima che si apra il dibattito ci sarà un vertice dem per decidere la strategia. Ieri alle 14 scadeva il termine per la presentazione degli emenda­menti. Sarà un caso ma a batter­si finora per portare avanti il provvedimento è stata soprattut­to la quota rosa del Pd: Coscia, Rocchi, Malpezzi, Ascani, Ca­rocci, Ghizzoni, la presidente della commisione Piccoli N ar­delli, senza contare il ministro Giannini. Gli emendamenti che arriveranno fino in fondo non potranno essere più di 600. Riguarderanno i punti più criti­ci: il nuovo ruolo dei dirigenti scolastici, l'assunzione dei pre­cari, la possibilità a partire dal 2016 di destinare il 5 x mille alle istituzioni scolastiche.

L'opposizione non farà sconti. Dentro e fuori Montecitorio. Il M5S che ha disertato i lavori della commissione, manifesterà oggi sotto il Miur. Si lotta video su video (Alessandro Di Batti­sta ha postato sul suo profilo Facebook un filmato per rispon­dere al filmanto del premier). Critiche anche da SeI e Fdi. Ma la vera battagli si annuncia al Senato, dove la scuola sarà il primo terreno di scontro con la minoranza demo I civatianni, gli stessi che non hanno votato l'ltalicum, faranno leva sui nu­meri ristretti della maggioran­za per contestare il testo «emen­damento su emendamento».

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la Repubblica Data 14-05-2015 Pagina 12 Foglio 1 /2

Il premierstudia la fase 2 pace con la minoranza e un rimpastino a giugno NffiSun ministro sostituito ma in gioco ci sono almeno due sottosegretari e sei presidenti di commissione

FRANCESCO BEI

ROMA n conto alla rovescia è iniziato: tra me­no di un mese, dopo le regionali, Renzi pre­meràil tasto rosso del 6 restart". E darà il via al­l'ultima fase del governo, quella che lo tra­ghetterà fino alle prossime elezioni. Riforme economiche, delega fiscale, sostegno alle im­prese, completamento del Jobs Act e della Buona scuola, e ovviamente nuovo Senato. Nella consapevolezza che, «come awenuto con Cameron in Inghilterra, anche noi ci gio­chiamo tutto sulla crescita».

Funzionale a questa Mfase due" è anche 1'0-perazione che a palazzo Chigi stanno studian­do a tavolino. Quella di un rafforzamento in­terno, soprattutto della base parlamentare del Pd. È un piano che passa da un Mrimpasti­noN, peroffrireaquellapartediminoranzadia­logante un coinvolgimento diretto nella nuo­va MSrlrenziana" che ha preso il postodellavec­chia Ditta di Bersani. Ma il premier non pensa a sostituzioni nella squa.dradi governo, i mini­stri resteranno quelli. Anche Stefania Gianni­ni, data in partenza fino a qualche mese fa, è ormai salda in sella a combattere in prima li­nea per la riforma della scuola. Lo tsunami in­vestirà invece le commissioni parlamentari, dove ben sei prèsidenti-con tutti i loro pote­ri e la visibilità mediatica - saranno spazzati via. Presidenti di Forza Italia, ovviamente. Che hanno iniziato la legislatura in maggio­ranza e sono passati da un anno e mezzo al-

1'opposizione. Un' anomalia parlamentare - i presidenti delle commissioni, proprio per ilIo­ro ruolo delicato, appartengono semI>re alla coalizione di governo - che il premier inten­de sanare subito dopo il voto. Tanto più cheil7 maggio sono scadutii due anni canonici, al ter­mine dei quali i presidenti di commissione vanno riconfermati.

La prassi parlamentare prevede una con­ferma scontata e la decapitazione dei sei forzi­sti sarebbe senza precedenti. E tuttavia senza precedenti, fanno notare irenziani, è anche la presenza di presidenti d' opposizione. Dunque alla Camera dovranno lasciare il proprio uffi­cio Francesco Sisto alla affari costituzionali, Elio Vito allaDifesa,DanieleCapezzone allaFi­nanze, mentre Galan alla Cultura è stato fatto fuori dai giudici ma il suo posto non è stato an­cora riassegnato. A palazzo Madama rischia­no inveceFrancescoNittoPalma alla Giustizia e Altero Mattèoli alla Lavori Pubblici.

Sequestaè la situazione inParlame!1~o, ~~ il governo il premier prevede solo mmum n­tocchi. Chi è andato via sarà sostituito manul­la di più. Al posto della Lanzetta al ministero degli Affari regionali si riparla di Gaetano Quagliariello; la poltrona di viceministro allo Sviluppo economico che era di Claudio De Vin­centi, diventato sottosegretario alla presi­denza,dovrebbeandareaSceltacivica (cheha perso, con il passaggiodellaGianninialPd,1'u­nico posto in Consiglio dei ministri); a Ncd an­drà un sottosegretario alle Infrastrutture, per coprire il posto lasciato da Antonio Gentile.

Se è chiaro chi se ne andrà, resta ancora aperta la partita di chi sarà eletto al posto dei forzisti sacrificati. Se la Affari costituzionali della Camera, una commissione chiave, do­vrebbe essere coperta da un re~iano di pro­vata fede come Emanuele Fiano e alla Cultura si pensa da tempo alla renziana Flavia Piccoli Nardelli, per le altre presidenze illeaderdelPd guarda piuttosto alla minoranza più dialo­gante. E sarà tra quella quarantina di deputa­ti di Area riformista, che ieri si sono incontrati alla Camera per disconoscere la leadership di Roberto Speranza, che andranno cercati le nuove guide delle commissioni. Quanto al Se­nato, molto dipenderà anche da quello che ac­cadrà a Forza Italia dopo le regionali. «Se dav­vero ci sarà il Big Bang che ci hanno prean­nunciato - spiffera un renziano della cerchia stretta - allora non è escluso che una o due presidenze di commissione pos~o restare ~ quelli tra loro che sceglieranno di sostenere il governo». Altrimenti per il posto di Nitto Pal­ma già si parla di Beppe Lumia.

Inquestagirandoladipoltrone,c'èn'èperò una che resterà ferma. È quella del capogrup­po facente funzioni Ettore Rosato, franceschi­niano e fedele alla linea di palazzo Chigi. L'as­semblea per eleggerlo è stata spostata a dopo leregionali,perchéanchelasuaconfermaèun tassello dell'operazione per accontentare le varie anime del partito. E arrivare al Congres­so prima delle elezioni con il vento in poppa.

«:> RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica

QUAlTROPRESIDENZE Alla Camera sono 4 i presidenti di commissione di Forza Italia destinati a essere sostituiti: Sisto, Capezzo ne, Vito e Galan (quest'ultimo sta scontando una condanna agli arresti domiciliari)

TREPRESIDENft AI Senato altri tre presidenti di commissione assegnati a Fi quando Berlusconi era in maggioranza: Palma, Matteoli e Pelino. Anche loro destinati a cedere il posto, visto che Fi è passata ali' opposizione

NELLA ROSA DEI POSSIBILI PROMOSSI L'esponente del Ncd Gaetano Quagliariello (in alto) è il più probabile nuovo ministro degli Affari regionali. "pd Emanuele Fiano (al centro) potrebbe avere la presidenza della commissione Affari costituzionali della Camera. Giuseppe Lumia (qui sopra),anch'egli del Pd, è in predicato per guidare la commissione Giustizia del Senato

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La "lezione" di Renzi «Ecco la Buona Scuola» Il premier in un video si mette alla lavagna e spiega il ddl che oggi arriva in Aula Il ministro Giannini: «Blocco scrutini inaccettabile». 1119 maggio il M5S in piazza di Fiammetta Cupellaro

ROMA

Chiede «5 minuti di attenzio­ne», ma poi ne rimane 18 a spie­gare in un video pubblicato sul sito del governo il disegno di legge la "Buona Scuola". Come un maestro di altri tempi, ieri il premier Matteo Renzi ha preso il gesso, si è messo alla lavagna e ha scritto i passaggi principali della sua riforma della scuola. Gli obiettivi a cui punta.

Con i sindacati che minaccia­no il blocco degli scrutini, i Cin­questelle che il 19 maggio torne­ranno in piazza, il provvedi­mento votato dalla commissio­ne Cultura oggi approda alla Ca­mera. «Sono contento che l'istruzione sia tornata al centro del dibattito» ha sottolineato il presidente del Consiglio «ma non apprezzo i toni, le polemi­che e i boicottaggi di chi non vuole far partecipare i ragazzi agli Invalsh>. Ed è partito a spie­gare i nove punti della "Buona scuola".

«Chiediamo di studiare più storia, arte, musica e lingue -ha spiegato Renzi - diamo più sol­di agli insegnanti, non perché da lì dipende i' autorevolezza so­ciale' ma perché è un fatto di giustizia». Gli stessi concetti ri­presi più nella "lettera ai prof'

Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini esce da Palazzo Chigi

pubblicata sullo stesso sito. Dunque, una lavagna e un

gessetto per spazzare via le po­lemiche ed evitare che alla Ca­mera, ma soprattutto al Senato il testo venga modificato. Que­sto significherebbe che il ddl de­ve ripassare a Montecitorio stringendo i tempi per l'assun­zione dei centomila precari. Perché su un punto Renzi non arretra, nonostante abbia accet­tato di incontrare tutte le sigle sindacali del mondo della scuo­la, le associazioni degli studenti e quelle dei genitori: le assun­zioni dei precari non avverran­no per decreto. Dovranno far parte dell'intero pacchet­to-scuola.

Ma perché i docenti possano essere assunti dall'inizio del prossimo anno è necessario che l'ultima votazione al ddl av­venga entro il 15 giugno. È una corsa contro il tempo. Il 20 mag­gio è previsto il voto a Monteci­torio dove i numeri ed il contin­gentamento dei tempi assicura­no un passaggio indolore, ma al Senato le cose potrebbero non filare così liscie. E sull'ipotesi che il governo potrebbe porre la fiducia è stata smentita da un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi.

«Il metodo continuerà ad es­sere quello del confronto co­struttivo e del dialogo con parti sociali e associazioni. Si lavora

ad un percorso di ascolto e con­divisione senza pensare a porre la questione di fiducia».

I sindacati però sono ancora sul piede di guerra con SeI e M5S che minacciano battaglia in aula. Sul tavolo della discus­sione oltre la questione dei pre­cari, la figura del "preside-sin­daco" a cui il ddl assegna il po­tere di scegliere i docenti più adatti e valutare quelli più meri­tevoli per cui sono stati stanzia­ti 200 milioni di euro. Sono que­sti i punti più critici del testo di legge contestato dai sindacati che minacciano di bloccare gli scrutini. Iniziativa di protesta definita «inaccettabile» dal mi­nistro per l'Istruzione Stefania Giannini. <d presidi -Rambo esi­stono solo al cinema e non è ve­ro che il preside può assumere l'amico dell'amico» ha precisa­to Renzi nella sua "lezione" on-line.

E nelle stesse ore in cui ieri il ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio annunciava lo stanziamento di 400 miliardi di euro per risanare l'edilizia sco­lastica, un istituto professiona­le di Empoli veniva evacuato a causa di un incendio scoppiato in un prefabbricato. Il tempo per costruire una "Buona Scuo­la" è già iniziato.

:JRIPRODUZIONE RISERVATA

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Pensioni: ora il Governo pensa al rimborso per un solo anno, costo ridotto a 2-3 miliardi

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Decreto legge lunedì, si cercano risorse per 2-3 miliardi per il 2015

Pensioni, orailgnvemo pensa al rimborso di un solo anno

Davide Colombo ROMA

Un rimborso in due tappe per rispondere alla sentenza della Corte costituzionale e nel rispetto dell' equilibrio di bi­lancio. Il nodo della mancata ri­valutazione delle pensioni su­periori a 1.486 euro lordi verrà sciolto con ogni probabilità dal Consiglio dei ministri di lunedì per decreto legge. Una norma d'urgenza per restituire parte dell'indicizzazione perduta nel biennio 2012 e 2013 con un criterio di progressività basato sulle fasce di reddito pensioni­stico che potrebbe essere mole to simile al décalage varato con la legge di stabilità 2014 del go­verno Letta. Ma con l'introdu­zione di un tetto attorno ai 3.000-3.200 euro lordi oltre il quale il blocco potrebbe esser confermato.

Per conoscere lo schema preciso dell'intervento biso­gnerà aspettare ancora qual­che giorno mail sentiero sareb­be segnato. Con l'ipotesi, nuo­va tra le diverse sul tavolo, di rimborsare uno solo dei due anni bloccati dal "Salva Italia" 012012 e il 2013) per ridurre ul­teriormente l'impatto sui conti e con il ricalcolo delle indiciz­zazioni del 2014 e 2015. Le risor­se dareperire sarebbero in calo rispetto a quanto ipotizzato fi­nora: 2-2,8 miliardi netti per l'anno in corso, cui potrebbe aggiungersi un altro miliardo suglianniaseguireconrimbor­si rateizzati, da definire con la prossima legge di Stabilità.

L'intervento, che impatta co­me una tantum sul deficit no­minale dell'anno in corso (re­sterà al 2,6% programmato) verrebbe coperto utilizzando gli accantonamenti di bilancio per un importo equivalente a 1,6 miliardi (la differenza tra deficit tendenziale e program­matico)e contando sulle mag­giori entrate che si determine­rebbero con la voluntary di­sclosure. Ma entrambe queste fonti di copertura avranno co­munque bisogno di una clauso­la di salvaguardia perché sa­ranno verificate solo in sede di assestamento.

Ma il fronte delle coperture sarebbe ancora apertissimo. E la soluzione che verrà indivi­duata sarà letta con grande at­tenzione a Bruxelles, poiché da essa dipenderà la decisione di redigere o meno un rapporto sul debito pubblico italiano ai sensi dell'articolo 126.3 del Trattato, come ha affermato ie­ri il commissario U e agli Affari economici, Pierre Moscovici. Un rilievo registrato dal mini­stero dell'Economia con una nota di soddisfazione per i giu­dizi contenuti nella raccoman­dazioni e nella quale si fa nòtare come «la Commissione ritiene conforme alla regola del debito l'impegno del governo a rag­giungere l'obiettivo di medio termine, ossia il pareggio di bi­lancio strutturale, nel 2017, e ad implementare le riforme per migliorare le performance del Paese in termini di sviluppo, competitività e creazione di

posti di lavoro». Mentre sul problema dell'adeguamento delle pensioni all'inflazione «il governo - prosegue la nota - ha già affermato l'intenzione di presentare a breve una soluzio­ne rispettosa del dettato della Consultaeinlineacongliobiet­tivi di bilancio indicati nel Def».

Sulla questione ieri mattina il premier Matteo Renzi e il mini­stro all'Economia Pier Carlo Padoan hanno avuto un nuovo confronto, al termine del quale è stato deciso di convocare il Consiglio dilunedìmasenzain­dicare alcun ordine del giorno. Oggi è probabile che il pre-con­siglio fissi gli aspetti tecnici del­le soluzioni possibili in attesa della decisione politica.

Intanto sulla sentenza del­la Consulta il Governo ha fat­to le sue prime comunicazio­ni in Parlamento. La prima con il vicemimistro all'Eco­nomia, Enrico Morando, in commissione Bilancio del Se­nato. La seconda nel question time con il ministro Giuliano Poletti alla Camera.

Faremo presto e bene, ha af­fermato Morando, secondo il quale la Consulta ha indicato due ragioni di illegittimità: «La temporaneità, perché due anni erano troppi, e la mancata pro­gressività» dello stop all'indi­cizzazione. Sarebbe dunque escluso, secondo questa lettu­ra, che la Corte chieda il rim­borso per tutti i pensionati inte­ressati. «Non c'è il problema della data delle elezioni» per varare il decreto, ha detto il rni-

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IN PARLAMENTO Morando: per la Corte troppi due a'nni di blocco e la mancata progressività. Poletti: a pagare non saranno le generazioni future

nistro della Lavoro alla Came­ra, l'obiettivo è di «arrivare molto prima alla decisione». Poletti ha soprattutto assicura­tochelasentenzasaràapplicata rispettando i principi di «equità e senza scaricare ulteriori pesi sulle future generazioni».

Unalineadiequitàcheèstata sollecitata anche dal presiden­te dell'Inps Tito Boeri che, do­po aver confermato come l'Isti­tuto sia pronto per far partire gli adeguamenti, ha auspicato una decisione «improntata. sul­l'equità non solo tra chi ha più e meno, ma anche da chi è chia­matoadaredipiùedomaniavrà di meno», ha detto in audizione nella commissione sull'Ana­grafe tributaria. Anche l'ex commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, ha sug­gerito la strada della solidarietà sostenendo che si dovrebbe to­gliere qualcosa «alle pensioni ricche per sostenere quelle po­vere». Secondo Treu vanno ri­viste le pensioni calcolate con il metodoretributivo e quelle che beneficiano ancora di rendi­menti più alti della media come quelle erogate da molti fondi speciali «calcolando unprelie­vo di solidarietà sulla differen­za» tra contributi versati e pre­stazione.

Dalle opposizioni continua­no ad arrivare richieste di rim­borsi integrali (Fratelli d'Italia annuncia una class action al­l'Inps) mentre Cesare Damia­no (Pd) è tornato a chiedere un incontro tra Governo e parti so­ciali prima del varo del decreto.

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TI decreto della sentenza pensioni Mini-rimborsi oltre i 2.000 euro

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La restituzione potrebbe essere completa solo fino a tre volte il minimo ROMA La bozza del decreto leg- euro nel 2015. Un miliardo e ge sulle penSioni è pronta. 600 milioni arriverebbe dal co­L'idea sulla quale il governo, in siddetto tesoretto, le risorse prima linea i tecnici dèl mini- aggiuntive stimate nel Def, stero dell'Economia, 'sta lavo- mentre il resto, confidano i tec­rando è quella di rimborsare nici di via XX settembre, si po­tutto o quasi fino a 4/5 volte il trebbe trovare tra le pieghe del minimo. Sopra questa soglia bilancio e accelerando sulla gli arretrati si ridurrebbero spending review, la revisione molto velocemente. Un'ipotesi della spesa pubblica. potrebbe prevedere il rimborso Ma non è facile la strada che pieno per quella parte di asse:;; il governo si trova davanti dopo gno fino a 1.500 euro lordi al la sentenza della Corte costitu­mese (tre volte il minimo), pe~ zionale che ha bocciato il bloc­poi scendere all'80% del dovuto co della rivalutazione delle tra i 1.500 e 2 mila euro, al 60% pensioni nel 2012-13 deciso dal trai2milaei 2.500 (cinque vol- governo Monti. Gli ultimi cal­te il minimo), per poi essere ra- coli, depositati ieri in Senato pidamente azzerato per gli as- dal vice ministro dell'Econo­segni più alti. mia E~ic? Morando, ~icon?

Sul piatto le risorse non so- che restihJ!I"e tut:t0 a tutti per il no tante: il Tesoro, come ha an- passato e l anno ID corso coste­nunciato fin dall'inizio il mini- re~~e, ~ netto della tasse, .11

stro Pier Carlo Padoan, vorreb- milIard.I di euro. Q~alco~a ID be «minimizzare» la spesa. Al meno r.m~etto.alle s~e CIrCO-

unto che le ultime indiscre- late nel gI.~~ scorSI, ma co-p. . . munque pm di quattro volte la ZlOm parl.ano dI un ~sbors<? esa ipotizzata dai tecnici. Ec-non supenore a 2,5 miliardi di sp .

La vicenda

e È pronta la bozza del ministero dell'Economia che provvederà a stabilire il rimborso degli arretrati per i pen$ionati che percepiscono un sussidio oltre tre volte il minimolnps per i quali era stata bloccata l'indidzzazione alrinflazione dal 2011

eLa tentazione però è rinviare la decisione al Consiglio dei ministri di lunedì, attraverso un prowedimento che stabilisca solo i principi generali dell'operazione senza fissare soglie e percentuali dei rimborsi ai pensionati

Il Tesoro Il Tesoro prepara il provvedimento ma c'è chi vorrebbe rinviare la soluzione a dopo il voto

co perché ieri, quando lo stesso Morando ha sottolineato che la Consulta ha censurato la dura~ ta di due anni del blocco della rivalutazione delle pensioni, è spuntata anche !'ipotesi di cor­reggere il meccanismo per uno solo dei due anni coinvolti, di­mezzando di fatto il costo del­l'operazione. Le cose, però, po­trebbero cambiare ancora.

n consiglio dei ministri, co­me previsto, è convocato per lunedì prossimo. Al momento l'ordine del giorno non c'è. E forse non è un caso. Nel gover­no, e anche nel Pd, c'è chi pre-ferirebbe rinviare la soluzione a dopo le elezioni regionali di fine maggio. Per questo non è ancora escluso che lunedì, sul tavolo del consiglio dei mini­stri, arrivi un testo che parli sì di pensioni. Ma che Stabilisca solo i principi generali del­l'operazione, senza fissare fin da ora soglie e percentuali, senza dire· esattamente quanto

sarà rimborsato e a chi. Insom­ma un decreto ponte per un percorso a tappe. I dettagli arri­verebbero dopo, il governo po­trebbe fissare un periodo di tempo entro il quale completa­re tutte le simulazioni del caso. Con la motivazione di fare le cose per bene, evitando nuovi rilievi della Corte costituziona­le. E magari mettendo mano a una riforma complessiva della previdenza che riequilibri an­che i sacrifici tra le generazio­ni, come ha ripetuto ieri in Par­lamento il presidente dell'Inps Tito Boeri. Un'operazione sul medio-lungo periodo che in­tanto avrebbe il vantaggio di far slittare il nodo rimborsi.a dopo le elezioni di fine mese, evitando di scontentare a pochi giorni dal voto qualche milione di pensionati che ancora spera­no di avere indietro tutto il do­vuto.

Enrico Marro Lorenzo Salvia © RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

I risparmi attesi dalla riforma Fornero

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Il premier e gli effetti della Consulta: ma non rinuncio a interventi sul fisco TI leader aveva studiato i possibili tagli delle tasse prima della sentenza

Il retroscena

di Maria Teresa Meli ROMA Matteo Renzi incassa i dati dell'Istat senza enfatizzar­li troppo. li presidente del Consiglio in questa fase diffi­cile non vuole «trionfalismi»: «Solo dati di fatto, non faccia­moci prendere da facili entu­siasmi».

E i dati di fatto, secondo il premier, sono questi: «Nei prossimi dodici mesi l'econo­mia crescerà e allora anche i gufi dovranno farsene una ra­gione». Il che non vuoI dire che tutto fili liscio. Il macigno della previdenza resta lì, anche se il capo del governo inten4e spostarlo più in là nel tema risolvendo adesso solo utl parte del problema.

«Calma e gesso» raccoman­da Renzi ai suoi, quando af­fronta il delicato tema delle pensioni. Il presidente del Consiglio e il governo tutto si aspettavano dalla sentenza

Pensioni

_1I30aprile _ Per le casse

scorso la Corte dello Stato la costituzionale conseguenza è ha depositato pesante: la la sentenza con stima varia da la quale ha un minimo di bocciato il 4-5aun blocco degli massimo di 15 adeguamenti miliardi a all'inflazione seconda della delle pensioni platea di awenutonel pensionati che 2012e2013 si vuole per decisione risarcire del governo Monti

della Corte costituzionale un contraccolpo di cinque miliar­di al massimo. Esattamente quanto aveva quantificato l'av­vocatura dello Stato.

Un contraccolpo duro, ma sopportabile per «!'impatto sui conti pubblici». Così non è stato. E adesso questo è diven­tato un impedimento per i progetti del premier che, «con l1talia uscita dalla recessione e pronta per la ripresa», imma­ginava di <<poter trasformare le criticità in opportunità» e spe­rava di riuscire «a risolvere an­che questa questione com­plessa».

Ma, soprattutto, la sentenza della Corte costituzionale sulla previdenza è diventata l'osta­colo contro cui si infrange il lavoro, già avviato dal governo, . sul fisco. <<lo, prima della sen­tenza della Consulta, stavo fa­cendo verificare le diverse op­zioni di abbassamento delle tasse: ci stavamo lavorando so­do. Erano allo studio dei tagli alla pubblica amministrazione che ci avrebbero poi consenti­to di tagliare le tasse. Insom­ma, stavamo cercando di agire

sulla spending review e sul fi­sco, per abbassare le tasse e rendere sostenibili i tagli» ha raccontato il premier a più di un interlocutore fidato.

Ora è ovvio che tutto questo lavorio ora deve essere lasciato in sospeso, sebbene il presi­dente del Consiglio non si ras­segni del tutto ad archiviare una pratica su cui aveva punta­to molto prima della sentenza. TI tema del cuneo contributivo è ancora ben fisso nella mente di Renzi, anche se non può più essere, almeno al momento, una <<priorità». «Ma - spiega il premier ai fedelissimi - do­vremo assolutamente inven­tarci qualcosa nella prossima legge di stabilità per rendere strutturale la riduzione del cu­neo».

Già, restare fermi e hon puntare al tema del fisco, per il presidente del Consiglio sa­rebbe un errore, Come i dati dell1stat confermano, «questo è l'anno della ripresa», sottoli­nea il premier. Che aggiunge: «Non possiamo perdere que­sta opportunità, sarebbe una vera folliID>.

5,5 milioni i cittadini con una pensione

la legge di Stabilità Il premier ai suoi: dovremo inventarci qualcosa nella legge di Stabilità

pari al triplo del trattamento minimo che avranno benefici dalla sentenza della Consulta

Renzi, com'è noto, è allergi­co all'immobilismo e per lui è difficile rinunciare a un pro­getto che andava accarezzan­do da tempo. Per questa ragio­ne si sente stretto in questa contingenza. Ma in questa fase gli tocca fare di necessità ,irtù. Anche perché ha dei problemi di non poco conto anche su un altro fronte che gli «sta parti­colarmente a cuore». <<1a prio­rità adesso è la scuola» conti­nua a ripetere il presidente del Consiglio. Non a caso ha dato mandato ai suoi di parlare, ie­ri, con i sindacati per vedere quali siano i margini di mano­vra possibili. Le diplomazie del Partito democratico e del governo (Maria Elena Boschi, Lorenzo Guerini, Matteo Orfi­ni) sono all'opera. Si lavora so­prattutto su Annamaria Furlan più che,Su Camusso. L'approc­cio è quello del dialogo, con una premessa che il premier ritiene ineludibile: ~<Possiamo migliorare il provvedimento, questo è sempre possibile, pe­rò l'unica cosa che non possia­mo fare è non muoverci e la­sciare tutto com'è adesso».

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COBBIEBE DELLA SEBA

Risponde Sergio Romano

IL CASO DELLE PENSIONI E LA SENTENZA DELLA CORTE

È giusto che in nome dell'indipendenza della Magistratura, la Corte costituzionale possa emettere sentenze che potrebbero provocare danni irreparabili al bilancio statale e in ultima analisi anche il default dello Stato italiano?

Bruno DI Fabio [email protected]

In merito al pronunciamento della Consulta sull'adeguamento delle pensioni all'aumento del costo della vita, le chiedo come sia possibile che vengano approvati provvedimenti contrari ai principi costituzionali. Per non essere costretti a vergognosi passi indietro, il primo dovere di chi siede al Parlamento, non dovrebbe essere quello di conoscere a memoria la Costituzione?

L1liana Bido [email protected]

caro Di Fabio, cara Signora,

Sul Corriere del 12 maggio Sabino Casse se ha già indicato le fonnule e i criteri a cui la Corte avrebbe potuto ispirarsi per evitare una sen­tenza che rischia di mettere in serio imbaraz­

zo le finanze del Paese. Ma non mi sembra possibile introdurre una nonna che chieda espressamente a un magistrato giudicante di pensare, quando emette sentenze, ai loro effetti economici e sociali. Se lo fa­cessimo, finiremmo paradossalmente per allargare il potere discrezionale del magistrato riconoscendogli competenze che non ha. Dobbiamo sperare che la sua indipendenza e la sua coscienza gli suggeriscano decisioni capaci di conciliare le esigenze della giusti­zia con quelle, come nel caso recente delle pensioni da rivalutare, del bilancio nazionale. Le confesso, ca­ro Di Fabio, che sarei più tranquillo se non avessimo assistito onnai da parecchi anni alla crescita di un potere giudiziario assetato di visibilità e alla carriera di troppi magistrati che lasciano la toga per un seg­gio parlamentare o ministeriale.

Lei si chiede, cara signora Bido, perché i governi

prendano decisioni incostituzionali e dimostra così di ritenere che gli articoli della Costituzione conten­gano verità chiare e indiscutibili. In realtà le «verità» della Costituzione, come quelle di ogni legge dello Stato, sono verità convenzionali, utili per regolare la vita sociale, ma sempre soggettè a letture diverse. La stessa considerazione vale per le sentenze. Non esi­sterebbero i ricorsi in appello se le nonne non fosse­ro soggette alla possibilità di diverse interpretazioni. Non vi sarebbe stata una votazione contestata per la sentenza sul blocco delle pensioni se non fosse pos­sibile avere su ogni materia pareri discordanti.

I sistemi migliori sono quelli che riconoscòno esplicitamente la relatività delle verità giudiziarie. Un caso particolarmente interessante è quello della Cor­te Suprema americana. Si compone di nove giudici nominati a vita dal presidente degli Stati Uniti; e i tempi della vita umana vogliono che ogni inquilino della Casa Bianca nomini mediamente, nel corso del suo mandato, uno o due giudici. Tutti sanno (e accet­tano) che il presidente nomina, sia pure con il neces­sario/consenso del Senato, giudici ispirati da principi e linee politiche non troppo lontani dai suoi. II risul­tato è una combinazione di magistrati liberali e con­servatori destinata a cambiare, anche per ragioni anagrafiche, col passare del tempo. I mutamenti pos­sono avere una influenza decisiva, anzitutto, sulle leggi etico-biologiche, ma anche su quelle che con­cernono il finanziamento e la gestione delle campa­gne elettorali. Forse Al Gore, candidato democratico alle elezioni presidenziali del 2000, avrebbe conqui­stato la Casa Bianca se il parere di un giudice conser­vatore della Corte Suprema, Antonin Scalia, non avesse convinto i colleghi a interrompere la conta dei voti in Florida, attribuendo così la vittoria al repub­blicano George W. Bush.

Da quando qualcuno vorrebbe rifonnarla, la Costi­tuzione della Repubblica è diventata agli occhi di molti italiani un intoccabile oracolo. Ma anche gli oracoli devono essere interpretati.

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Pensioni, la soluzione è privilegiare i redditi bassi

Lunedì il decreto per il rimborso Boeri (Inps) chiede equità

FRANCESCA SCHIANCHI ROMA

Bisogna fare alla svelta, «re­lativamente presto», ma so­prattutto «bene». Il «relati­vamente presto», indicato dal viceministro dell'Econo­mia Enrico Morando, consi­ste in qualche giorno: un Consiglio dei ministri è con­vocato per lunedì, e, anche se l'ordine del giorno ancora non c'è, è in quell'occasione che arriverà con ogni proba­bilità il decreto del governo per dare applicazione alla sentenza della Corte Costi­tuzionale del 30 aprile che boccia il blocco dell'indieiz­zazione delle pensioni oltre tre volte il minimo per due anni, deciso nel 2012 sotto il governo Monti. È atteso così fra quattro giorni il testo che il premier Renzi - ricevuto ieri

miliardi La spesa prevista

peri primi rimborsi

percemo I pensionati

che non sono toccati dalla

sentenza

dal presidente Mattarella, con cui ha discusso anche di que­sto argomento - sarebbe stato tentato di rinviare invece a do­po le elezioni Regionali. «lI mi­nistro Padoan ci ha promesso misure nei prossimi giorni», preme da Bruxelles il commis­sario europeo agli Affari eco­nomici Pierre Moscovici.

L'equilibrio di bilancio E poi c'è il «bene» evocato dal viceministro Morando, che si­gnifica muoversi «nel conte­sto della Costituzione», cioè di quell'articolo 81 riformato proprio sotto il governo Monti che «ci impegna all'equilibrio di bilancio»: tante le ipotesi ancora sul tavolo per dare ap­plicazione alla sentenza, e se anche Morando non si sbilan­cia, fornisce alcuni elementi utili a capire la direzione del governo. «La Corte indica due ragioni di illegittimità - spie­ga il viceministro - la tempo­raneità, perché due anni (di blocco, ndr.) erano troppi, e la mancata progressività»: quindi «credo che rimuoven-

do queste due ragioni di nega­tività si ottemperi alla senten-

za». Come? Circola l'ipotesi di restituire solo uno dei due an­ni di mancato adeguamento al costo della vita. Ma la soluzio-

. ne più accreditata è quella che prevede di privilegiare i red­diti più bassi: che si proceda cioè con rimborsi progressivi solo per i pensionati meno ab,­bienti, da quelli che percepi­scono tre volte la minima (1443 euro lordi) fino a un tet­to massimo che dovrebbe col­locarsi fra i 2500 e i 3500 euro lordi (tra cinque e sette-otto volte la minima), per una spe­sa complessiva di circa 3,5 mi­liardi, di cui 1,6 preso dal co­siddetto «teso retto» evocato dal governo qualche settima­na fa, e il resto dal rientro di capitali dall'estero.

La minaccia dei ricorsi Un'ipotesi che vede sul piede di guerra chi sarebbe even­tualmente escluso (aleggia già la minaccia di ricorsi), ma su cui il governo si sta orien­tando. «Affronteremo la si­tuazione con spirito di equità,

all'interno del sistema previ-denziale», garantisce il mini­stro del Lavoro, Giuliano Po-

letti, «senza scaricare ulterio­ri pesi sulle future generazio­ni». Tasto su cui insiste anche II presidente dell'Inps, Tito Boeri: gli oneri «sono soppor­tabili per l'Istituto», il proble­ma è piuttosto di «conti pub­blici», ma certo «spero la scel­ta sia basata sull'equità non solo tra chi ha di più e chi ha di meno, ma anche tra chi ha avuto di più e chi è chiamato a dare di più ma avrà di meno». Insomma, dice Boeri, «spero ci sia equità non solo intrage­nerazionale con contributi più alti da redditi più alti, ma an­che intergenerazionale».

Le valutazioni Tutta una serie di valutazioni che il governo sta facendo. «Ricordiamoci che questa sentenza riguarda le pensioni da tre volte la minima in su: esclude cioè 11 su 16 milioni di pensionati», considera il re­sponsabile economico del Partito democratico, Filippo Taddei, «non riguarda cioè il 70% più povero», aggiunge. Qualunque sia la scelta, a Pa­lazzo Chigi sanno bene che il rischio di una soluzione impo­polare è alto.

I pensionati Imeno

abbienti potrebbero

essere i primi a ricevere i rimborsi

sulle pensioni dopo il blocco

della indicizzazione

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Quotidiano Data 14-05-2015 Pagina 32 Foglio 1

Il parere della Commissione lavoro del senato al dlgs sul Jobs Act

Contratti, riordino vicino Ma la clausola di salvaguardia deve sparire

Più semPh.·ficazione. Contratto di lavoro a orario modulato, per ricomprendere tutte

le modalità di lavoro part­time e intermittente. E stop alla clausola di salvaguar­dia, contraria agli obiettivi del governo di contenere i costi del lavoro. Sono alcune delle osservazioni contenu­te nel parere (favorevole) approvato ieri dalla com­missione lavoro del sena- ' to sul decreto legislativo, attuativo del Jobs Act, e relativo al riordino delle tipologie contrattuali. Il documento, di cui era re­latore Maurizio Sacconi, rileva in primo luogo che la clausola di salvaguardia che prevede un eventuale contributo di solidarietà per datori di lavoro e autonomi nel caso di insufficienza delle risorse «si pone in evidente contrad­dizione con l'indirizzo perseguito dal gover­no in termini di con­tenimento del costo in,diretto del lavo-

ro» e «ne propone quindi la soppressione o la sostitu­zione con altre modalità di copertura». Più in generale, la commissione ritiene che il decreto costituisca solo una «anticipazione parziale» ri­spetto al varo di un «Testo unico semplificato, innovati­vo delle tipologie contrattua­li e dei rapporti di lavoro». Si ribadisce infatti la ne-

cessità di semplifica­re ulteriormente

le disposizioni, per esempio attraverso un più ampio e più semplice modello di con­tratto a orario

modulato tale da includere tutte le modalità di lavoro parziale e intermittente. Per quanto riguarda la distinzio­ne tra lavoro dipendente e indipendente la commissio­ne, ha spiegato il relatore, ha sconsigliato il criterio della ripetitività della prestazione perché proprio anche delle attività più genuinamente autonome, anche quando ad alta qualificazione. Il testo approvato dal governo pre­vede infatti che dal IO gen­naio 2016, le collaborazioni che realizzano prestazioni esclusivamente personali, continuative, di contenuto ripetitivo e le cui modalità> di esecuzione siano organiz­zate dal committente anche con riferimento ai tempi e luogo di lavoro (si tratta, in sostanza, degli indici «criti-

ci» di autonomia delle col­laborazioni, costruiti nel tempo dalla giurispru­denza), siano considerate come rapporti di lavoro subordinato». Soprav­vivono solo le collabo­razioni disciplinate da

accordi collettivi; o prestate nell'esercizio di professio­ni per le quali è necessario l'iscrizione ad albi; o relative a funzioni di amministrazioc ne e controllo o in collegi e commissioni; oppure relative a prestazioni di lavoro rese a favore di associazioni e socie­tà sportive riconosciute dal Coni. Il parere invece confer­ma il criterio secondo il qua­le il committente determina le modalità, in particolare di tempo e di luogo, della pre­stazione aggiungendovi la «unilateralità» di questo suo potere in modo che sia evi­dente il rapporto gerarchico con il prestatore. Lacommis­sione ha poi indicato i casi in.cui, per le caratteristiche del contesto produttivo o del finanziamento dei progetti, esse devono ritenersi genu­ine e perciò legittime. Infi­ne, i senatori hanno dato parere favorevole, anche in questo caso con osservazio­ni, al provvedimento con le «Misure di conciliazione su esigenze di cura, vita e la­voro».

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Quotidiano I Data

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Pensioni, spunta l'ipotesi rinvio ~Il premier pensa a un decreto per congelare i rimborsi. Il Tesoro per una soluzione rapida ~Il Pil torna a salire: +0,3%, mai così da 4 anni. Ve: ok alla flessibilità, 'ma rischi per il 2016 RO~.!I Spunta l'ipotesi di rinvia- Renzi non si è lasciato convin- soluzione rapida. I dati Istat cadeva da quattro anni. E l'Ue re per decreto i rimborsi delle cere dalle argomentazioni del del primo trimestre 2015 con- raccomanda: sì alla flessibili­mancate indicizzazioni delle ministro dell'Economia Pado- fortano il Governo: il Pil torna tà ma ci sono rischi per il pensioni a settembre. Matteo an, che spinge invece per una a salire (+0,3%), come non ac- 2016.

Bassi, Carretta, Conti e Franzese da pago 2 a pago 5

Pensioni, Renzi tenta il rinvio con rimborsi solo a settembre ~ Il decreto potrebbe limitarsi a congelare ~ Ma il ministro dell'Economia insiste la situazione e fermare l'ondata di ricorsi per una soluzione rapida e a basso costo

SPALMARE

Lavoro e previdenza

LA SCELTA DI PRENDERE TEMPO SAREBBE GIUSTIFICATA DAL RISpm-o DEll'ARTICOLO 81 DELLA COSTITUZIONE

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L'Italia è fuori dalla recessione Pil oltre le attese: più 0,3 per cento Il dillo miglinre da quottro anni. Padoan: lo 0,7 è a portata di mano alludlil Mann " ROMA

PiÙ D,3%. II dato del PiI nel pti­ma trimestre dell'anno è dì quelIi appena positivi. Quanto basta pe­rò e questo conta - per cettifica­re che l'Italìa è fuori dalla recessio­ne, Quanto basta per far dire a Matteo Renzi che è una «giomata di passi avanti, ma c'è ancora mol­to da filre e non si molla}), anche perch é "non mi accolltt~nto dì cre­scere dello 0,3 neI PiI». Un modo, più che altro, perschennirsì, men­tre tocca al ministro dell'Econo­mia. Pier Carlo Padoan, timre fuo­ri la soddisfazione ciel governo: ,di dMo è supelÌore alle nostre aspettative. E se è presto percallta-

Il premier Renzi non molla: «C'è ancora malta da fare, di certo non mi accontenta"

re vittoria, è comunque il segnale clelia svolta im!)I\,ssa all'econo­mia dalle politiche del governo», L' etTen o si sottolinea da Via XX Settembre - è che il dato "n~n­de ancora piil a pOltata di mano il raggiungimento dell'obiettivo di crescita dello Q, 7% ilei 2015, indi­cato nel DeDl,

BEN PiÙ CAUTI, però, SOIl o i ver­tid di imprese (<<clato positivo, ma nOli entusiasmante», per il pre­sidente di Confindustria, Giorgio Sqnillzi) e siudacati (<<hl crescita potrebbe essere ben superiore», accusa Susanna Camusso). Deci­samenle caustici Beppe GIiUo -

<<.\1a quale ripresa. Sono solo bal­le del govemo» e Nichi Vendo­la: "Solo una cru10lina elettorale», Ma tomÌ<uno ai dati, La crescita su base allnua e nulla, ma quello che vale è la ricomparsa del pìÌl su base trimestrale: meglio deIIe pre­visioni degli analisti. Come I a Germania, ma la melÌl clelia Fran­da. Un pelo sotto la media de1!'Eurozona (+O,491i), Tanto che per n'ovare ulla pelfomlance migliore bisogna tornare indietro di quattro ;lUll~ primo trimestre 2011, quando il Fil ha segnato un +0,4%, E per trovare un prece­dente anche minimamell te lx>siti­\'0 aCCOlTe dandare al terzo n'ime-8tre del 2013 (+·0,1%), La varia­zione ormai incamerata per 1',10-110 in corso è, dunque, dello 0,2%.

PER L'ISTAT. in particolare, l'in­cremento è la sintesi di un aumen­to del valore aggiunto nei compar­ti deU'Ill"l'icoltura e deIl'judllsttia e lIna sostan ziale stazi onarietà Ilei selyizi. Mentre dal lato della do­manda si registra un colltlibmo Ix>si tivo della componente nazio­nale maggiore dell'apporto negati­vo della domanda estera netta, Ottimisti gli addetti ai lavoli ita­liani. E possi bile UII 'accelerazio­ne della crescita già dal trimestre in corso, per il snrior" fCl1I!OlIIist di Intesa Sanpaolo, Paolo . .\'i am eli, Un pIimo passo impoltalHe per l'uscita daUa cris~ per il cen tra studi bolognese PromotOI~ men­n-e il capo'" economista di Nomi-8ma, Sergio De Nardis, cOllsidel'll raggiungibile lo 0,7% ipotizzaro dal Def Mentre il presidente dell'istituto tedesco Diw, Marcel Fratzscher, purappn:~zzando Ren­zi. si mostra pessimista sul [unlI'o del Paese.

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IL CAMMINO DELLE RIFORME ._. ______ _

L'Ue raccomanda un aggiustamento di bilancio dello 0,25% deL PiL neL 2015 [0,1 0

/0 neL 20161 e attuare le privatizzazionL Il governo punta a completare la delega fiscaLe entro settembre.

Entro fine anno dovrebbero arrivare

poi le quotazioni dì Poste ed Enav

Ue L'Italia deve adottare il e il .. ,,,,,,,,n.-t,,

e che r Agenzia per la coesione territoriale sia operativa

in modo che la dei fondi europei

in misura marcata»

I~c.!' ::::es chiede misure vincolanti per affrontare le deboLezze nella

Il gOV€! mance delle banche I Un particolare il ruolo 'll d,ef·lle fondda[ll ioni I. Dop ,o la l. rI orma e .e popolan,

priorità del governo è creare di una 'bad bank'

per risollevare le banche dai crediti in sofferenza

Entro L'anno devono essere introdotte misure vincolanti sui termini di n .. o,o:rF"'"

Incassato l'ok suUobs Act, all'Italia viene chiesto di definire un di contrattazione di secondo livelLo, Per combattere la disoccupazione il governo deve acceLerare sulla riforma della scuoLa

ed estendere l'educazione

terziaria professionale

e carburanti è ancora

pendente in Parlamento

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L'ANALISI

Guido Gentili

I ::P;ii,\N'$\i"i1.#'iér".l":i1"ii1i1~':i::i"':ii';.\;:i.·cji1",J,·1\1,)1 • .\,.)1,,:/)1: +0,2%) nel primo trimestre 2015

rispetto ai precedenti tre mesi conduce dritti in un vicolo cieco dove punti di vista opposti a pre­scindere s'infrangono gli uni su­gli altri. Il che contribuisce al solo sviluppo del frastuono.

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' RIFORME PER LA CRESCITA

La seconda I

I navigazione Come spesso capita, il proble­ma è complesso. Tanto più consi­derati il dato parallelo del ritorno ad aprile della deflazione (prezzi a -0,1%) e la "promozione" della I

che attende Renzi di Guido Gentili

i Commissione Europea che tutta-

I via continua a te.nere l'Italia sotto stretta osservazlOne.

I Ci sono ragioni per cominciare . ad essere più ottimisti (l'uscita

a svolta c'è ed è merito del dalla peggiore recessione della Governo. No, ammesso che storia repubblicana sarà tale cisia(per BeppeGrilloèuna quando il14agosto l'Istat comuni-

«balla» ) l'Italia raccoglie per ora cherà il dato sulla crescita del Pil solo ed esclusivamente i frutti del secondo trimestre 2015) mace dell'euro debole, del calo del ne sono diverse altre che impon-prezzo del petrolio e della nuova ! gono dosi massicce direalismo.A politica monetaria espansiva del- i partire dalla domanda su come la Bce voluta da Mario Draghi. . avanzerà la barca Italia quando

Una lettura politica dell'atteso I saranno calati o caduti del tutto i dato Istat sulla crescita del PiI ventifavorevoliesidovràremare (+0,3%, superiore all' atteso a forza di braccia, per stare alla fa-

nuova coppia forte del fronte privatizzazioni, soluzione del mediterreneo. Fatto che problema dei crediti indica la necessità per l'Italia deteriorati delle banche, di correre più veloce, tenuto riduzione del fisco sul lavoro, anche conto che il livello del modemizzazione della Pa, nostro PiI resta inferiore di sviluppo della contrattazione oltre il 9°1o i picchi precedenti di secondo livello, giustizia la Grande Crisi. più veloce. In pratica, la

È qui che il discorso si "seconda navigazione" che sposta sulla "promozione" di deve affrontare Renzi. Laseconda

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mosa metafora marinara di Plato­ne. Quella "seconda navigazio­ne" decisiva di cui lo stesso Mat­teo Renzi, testimonial della "ge­nerazione Telemaco" col discorso di apertura del semestre di presidenza italiana in Europa, si dovrà comunque fare carico.

La crescita nel primo trimestre dello 0,3°/0 del Pil, guidata daaf,'Ti­coltura e industria e trainata dal risveglio della domanda interna, è incoraggiante, rappresenta il li­vello più alto dal 2011 e indica se­condo l'Istat una variazione «ac­quisita» - cioè calcolata ipotiz­zando per i restanti trimestri 2015

variazioni congiunturali nulle -pari a +0,20,'b. I previsti progressi nei mesi successivi faranno alza­re questo dato minimale. Il Go­verno prevede un +0,7% per il 2015 ed ora il ministro dell'Econo­mia Pier Carlo Padoan osserva che l'obiettivo è «a portata di ma­no» ma che non bisogna «cantare vittoria».

Bruxelles che non mette in 'Wl @guidogentilil

I

discus~ione la flessib~tà?i ©RlPRODUZIONE RISERVATA

• • navzgazzone che attende Remi

bilanclO accordata e giudIca, in positivo, «ambiziosi» i progetti riformisti del

I

Governo Renzi. Però attende di conoscere la soluzione che

I

Romametteràincampoper risolvere il caso-pensioni

• COllnlllla da pagina 1 sollevato dalla Corte utto vero. Oggi lo Costituzionale e insieme per sviluppo dello 0,7% è rispettare gli impegni presi in più vicino e c'è da Europa. E in vista della legge

augurarsi che la ripresa di Stabilità 2016 mette le mani prenda anzi velocità. Però il avanti ricordando che l'Italia, +0,3% dice appunto anche pur dovendo ridurre il deficit altre cose, tralasciando la strutturale di appena lo 0,1%

tentazione sciagurata di del Pil, rischia un equipararci alla Germania o al deterioramento del Pil pari Regno Unito, che pure hanno allo 0,2%. Cosa che potrebbe chiuso a +0,30/0 deludendo le condurre a una "deviazione" aspettative. Infatti l'Eurozona da far rientrare. Di nuovo, il a 19 paesi membri e l'Europa a tema di una crescita debole 28 certificano comunque una che assieme all'alto livello del risalita media dello 0,4% e, in debito collocano l'Italia tra i

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'" o particolare, la Francia fa paesi con «squilibri eccessivi» +0,6% e la Spagna +0,90/0. In . che necessitano «azioni ~ termini di crescita, e a parità decise e un monitoraggio ~

dei venti esterni favorevoli, speLCe~tCaoc>c>'omandazl'onl'" sono ~ siamo insomma relativamente

~m:e=n=o~co=m==p~e=ti=ti~~~'~ri=sp~et=t~O~aIl~a~c~hi_'_ar_e_:~rm_o_r~m~a_d_e~ll_a~sc~u~o~l~a~,~~~=-~~~~~~~~~~~~~~~~~~~==================~j Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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Ve: oka1laflessibilità per l'Italia Ancora squilibrio eccessivo sul debito: necessarimonitoraggio e misure decisive

BedaRomano ROMA. Dal nostro corrispondente

La Commissione europea ha presentato ieri nuove racco­mandazioni-paese nelle quali ha fatto propri gli obiettivi di bi­lancio e di riforma del Docu­mento economico e fInanziario del governo italiano. Per quanto riguarda il 2016, Bruxelles ha confermato di accettare che l'Italia riduca il defIcit struttura­le diappenalo 0,1% del prodotto interno lordo, maha alluso al ri­schio che il paese non riesca a raggiungere questo obiettivo, alla luce tra le altre cose di una: crescita che potrebbe deludere.

I suggerimenti all'Italia devo­no servire a migliorare la com­petitività del paese, irì ritardo cronico, e riguardano il risana­mento di bilancio; la tassaZione (alleggerendo le imposte sul la­voro «ancora eccessivamente elevate»); il riassetto del settore creditizio (troppo spezzettato); il mercato del lavoro e la con­trattazione collettiva; il merca- .

to dei servizi e l'ambiente eco­nomico; le reti infrastrutturali; l'innovazione e l'istruzione; la modernizzazione della pubbli­ca amministrazione.

A differenza che nel recente passato, le raccomandazioni di quest'anno sono tendenzial­mente in sintonia con gli impe­gni del governo italiano. Non per altro, il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha defInito il pro­grammaitaliano «intenso e am­bizioso». BenefIciando di ma­guanimitàsulfronte della corre­zione del defIcit, il governo «de­ve continuare il proprio lavoioe adottarelemisurepromessenei campi della pubblica ammini­strazione,dellavoroedelfIsco,>.

«Nel 2016, l'Italia dovrebbe migliorare il suo saldo struttu­rale di almeno lo 0,1% del Pil, te­nuto conto della deviazione ac­cettata sulla base della clausola delle riforme», si legge nel do­cumento presentato dall' esecu­tivo comunitario. «Ciò detto, stando cosìle cose, le previsioni

della Commissione mostrano un deterioramento del Pil dello 0,2% dal quale emerge il rischio di una qualche forma di devia­zione.Diconseguenza, ulteriori misure saranno necessarie».

Bruxelles lascia aleggiare il dubbio che 1'.Italia non riesca a mettere a segno un taglio strut­turale del disavanzo dello 0,1% l'anno prossimo. La presa di po­sizione è per certi versi di prammatica. Si basa su diffe­renti proiezioni economiche tra Roma e Bruxelles, e in as­senza ancora di una qualsiasi bozza di Finanziaria per l'anno prossimo: mentre il ministero dell'Economia prevede per il 2016 un disavanzo nominale dell'1,8%,laCommissionesiba­sa su un defIcit sempre nel 2016 del2,0%delPil.

Secondo Bruxelles, l'Italia deve utilizzare eventuali ecces­si di bilancio (windfalls iningle­se, tespretti) per ridurre l'inde­bitamento.D'altrocanto,ildebi­to continua ad essere uno squili­brio eccessivo che richiede

Impegni conformi con la regola del debito Soluzione pensioni in linea con il Def

Inps pronto a intervenire Il presidente Boeri auspica una decisione improntata all' equità intergenerazionale

«misure decisive» e «monito­raggio specifIco». In una ottica italiana,l'importanteèchel'ese­cutivo comunitario abbia fatto propri obiettivi di fInanza pub­blica modesti, nonostante 1'ele­vatissimo debito pubblico, ac­cettando nei fatti unrisanamen­to più morbido in cambio di ri­forme più incisive.

Per quanto riguarda larecen­te sentenza della Corte costitu­zionale, che considera priva di validità la scelta del governo di abolire l'indicizzazione all'ÌIi­flazionedialcunepensioni,Bru­xelles si attiene alle promesse di Roma di rispettare gli impegni di bilancio. La COIlllPÌssione ha chiesto ieri all'Italia di compen­sare «in modo appropriato» i nuovi costi permanenti deri­vanti dalla sentenza in modo da mantenereildeficitsottoal3,0% del Pil e comunque da raggiun­gereilpareggiodibilancioentro i termini previsti.

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Apag33 Le raccomandazioni bancarie

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Le richieste della Commissione Ue

Aggiustamento strutturale dello 0,25% La Commissione Ue raccomanda all'Italia «un aggiustamento di bilancio verso l'obiettivo a medio termine pari ad almeno lo 0,25% del Pil nel2015 e allo 0,1% ne12016, adottando le necessarie misure strutturali sia nel 2015 che ne12016, tenuto conto dello scostamento consentito per l'attuazione di importanti riforme strutturali». Vanno poi attuate le privatizzazioni, per ridurrei! debito, e la delega fiscale entro settembre 2015, con la revisione delle agevolazioni· fiscali, dei valori catastali ei! miglioramento del rispetto della normativa tributaria

Risolvere il nodo della governance «Dalla fine del20081a quota dei crediti deteriorati del settore bancario italiano è aumentata vertiginosamente», osserva la Commissione Ue. Per questo, occorre «i ntrod u rre mis u re vi ncola nti entro la fine del2015 per risolvere le debolezze che permangono nel governo societario delle banche, con particolare riguardo al ruolo delle fondazioni, e adotta re prowedimenti per accelerare la riduzione generalizzata dei crediti deteriorati»

Piano strategico e agenzia della coesione La Commissione Ue dedica alle infrastrutture un punto a parte delle raccomandazioni: l'Italia deve «adottare il piano strategico nazionale della portualità e della logistica previsto, in particolare per contribuire alla promozione del trasporto intermodale mediante migliori collegamenti». Poi bisogna «assicurare la piena operatività dell'Agenzia per la coesione territoriale in modo da determinare un sensibile· miglioramento della gestione dei fondi della Ue»

Nuovi contratti e riforma della scuola Per la Ue bisogna «adottare i decreti legislativi riguardanti il ricorso alla cassa integrazione guadagni, la revisione degli strumenti contrattuali, l'equilibrio tra attività professionale e vita privata e il rafforzamento delle politiche attive del mercato del lavoro». Altre priorità, «istituire un quadro efficace per la contrattazione di secondo livello; nell'ambito degli sforzi per ovviare alla disoccupazione giova nile, adottare e attuare la prevista riforma della scuola eampliare l'istruzione terziaria professionalizzante»

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Adottare le riforme

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Sul fronte riforme, la Commissione Ue chiede all'Italia di <ladottare e attuare le leggi in discussione intese a migliorare i! quadro istituzionale e a modernizzare la pubblica amministrazione». Il riferimento è alla «ambiziosa riforma della Costituzione», attesa perfiì1e 2015. Occorre poi «riformare l'istituto della prescrizione entro la metà del2015 e fare in modo che le riforrre adottate per migliorare l'efficienza della giustizia civile contribuiscano a ridurre la durata dei . procedimenti»

Meno oneri amministrativi e normativi Le raccomandazioni Ue puntano sull'attuazione della «Agenda per la semplificazione 2015-2017, per snellire gli oneri amministrativi e normativi». Bisogna poi «adottare misure perfavorire la concorrenzaintutti i settori contemplati dal diritto della concorrenza eintervenirein modo deciso sulla rimozione degli ostacoli che permangono». Infine, occorre «garantire la rettifica dei contratti di servizi pubblici locali che non ottemperano alle disposizioni sugli affidamenti "in-house" entro la finedel2015»

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