Rassegna stampa 5 giugno 2013

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ECONOMIA E MERCATISOLE 24 ORE Linea dura dell’India per mettere un freno all’oroINFORMAZIONI D’ORO Le banche comprano ancora oroABOUT JEWELLERY Orologi: abbassamento delle tasse di importazione in CinaPAMBIANCONEWS Chimera si compra CalgaroLA REPUBBLICA Ecommerce, è ancora trend positivo. Tirano l’abbigliamento ed elettronicaLA REPUBBLICA Occhiali, gioielli e anche calzature i distretti guardano oltre l’EuropaINFORMAZIONI D’ORO Manifatturiero: ripresa nel 2014INFORMAZIONI D’ORO Oro: Previsione settimanale 3 7 giugnoLA REPUBBLICA L’export cresce ma non si vede “Troppe tasse e costo del lavoro frenano la locomotiva in Europa”CORRIERE DELLA SERA I gioiellieri dichiarano meno di 18 mila euroABOUT JEWELLERY Paese emergente che importa di più dall’ItaliaSOLE 24 ORE La mini risalita dell’inflazioneINFORMAZIONI D’ORO Trend oro e argentoINFORMAZIONI D’ORO Chiuse 85.000 imprese artigiane e commerciali

FISCOLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Sangalli: fisco insostenibile la ripresa passa da Iva a ImuLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Evasione fiscale, lotta ondivaga e contraddittoriaLA REPUBBLICA A giugno scatta il redditometro: modifiche per accertamenti-softLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Confcommercio, Sangalli da Bari lancia l’appello per scongiurare l’aumento automatico dell’IvaIL GIORNALE È ufficiale: redditometro è inutileSOLE 24 ORE L’aumento dell’Iva umilia i cittadini e i consumi

COMPRO OROSAVONA NEWS Provincia di Savona: segno più per "Compro oro" e sigarette elettronicheMESSAGGERO VENETO Rapina al compro oro, c’è un sospettato

SETTORE E MODA DELUXE BLOG.IT Piaget Couture Precieuse Collection, gioielli per celebrare le donne DELUXE BLOG.IT Gioielleria Villa, accessori ispirati alla moda anni '20 del Grande Gatsby INFORMAZIONI D’ORO La miniera del futuroCORRIERE DELLA SERA Basta cianuro: recuperare l’oro in modo ecosostenibileIL GIORNALE DI VICENZAVicenzaOro brilla pure a Las Vegas con l´Italian clubL’ORAFO Gioielli italiani ospiti di Agatha Ruiz de la PradaIL FATTO Metalli preziosi, Onu dà il via libera alle licenze per cavi nei fondali oceaniciINFORMAZIONI D’ORO L’oro del Monte RosaABOUT JEWELLERY Jewellery week a LondraL’ORAFO L’oreficeria italiana in mostra a VarsaviaPAMBIANCONEWS Pandora debutta a FirenzeLA REPUBBLICA Loriblu, il business delle scarpe gioielloIL GIORNALE DEL LUSSO Il Tridente fa tic tacIL CORRIERE DELLA SERALa rivoluzione industriale si trasforma in arteDELUXE BLOG.IT Orologio di lusso Ulysse Nardin Pride of BaltimoreDELUXE BLOG.IT Catalogo Cartier 2013 con gioielli in materiali preziosi per sognareIL GIORNALE DEL LUSSOChe Chaos di orologio

CRONACALA REPUBBLICA Rapinarono gioielleria in via Zanardi in carcere i due autori del colpoINFORMAZIONI D’ORO Maxi sequestro bigiotteria tossicaLA REPUBBLICA Terrorismo, comune:a gioielliere ucciso Pierluigi Torregiani intitolato giardinoIL NUOVO QUOTIDIANO DI BRINDISI Ciak, si gira. Protagoniste bande di ladri e rapinatoriLA REPUBBLICA Scoperti 2 tunnel fatti dalla banda del buco per svaligiare gioielleria e banca

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Rassegna in collaborazione con

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Economia e Mercatidel 05 Giugno 2013

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Le banche comprano ancora oroMercoledì 05 Giugno 2013 Scritto da Edoardo Ebolito

Il suo prezzo è sceso a 1.321 dollari l’oncia appena due mesi fa,eppure l’appeal dell’oro continua a mietere proseliti tra lebanche centrali.

Le statistiche evidenziano come due tra i principali produttoriauriferi, Russia e Kazakistan, siano anche gli stati con la maggiorpropensione ad accumulare oro tra le proprie riserve,rafforzando così il potere delle rispettive monete in ambitointernazionale.

Una lettura più attenta dei dati evidenzia altresì come in aprile l’incremento medio delle riserve statali siasceso rispetto ai mesi precedenti, forse in maniera nemmeno troppo casuale visto che il crollo dei listini èavvenuto proprio il 16 del mese in questione, punto più basso negli ultimi due anni.

Quel che è certo è che la nuova “corsa all’oro” assume un fondamentale potere strategico e politico,visto che le banche sono balzate sull’attenti e temono la scalata statale nell’approvvigionamento alprezioso metallo.

Proprio i due stati dell’ex Unione Sovietica hanno aumentato sensibilmente le loro riserve nel corso degliultimi tre mesi: la Russia ha aggiunto 269mila once (8,4 tonnellate) al proprio “forziere”, che conta adessoben 31,8 milioni di once (990 tonnellate), mentre l’incremento del Kazakistan è stato di 85mila once (2,6tonnellate) per un totale di 4 milioni di once (125,5 tonnellate).

La febbre dell’oro ha contagiato anche la banca centrale dell'Azerbaijan, addirittura priva di riserve fino al2012 ed oggi detentrice di ben 129mila once (poco meno di 4 tonnellate) dopo l’ultimo incremento di32mila once (1 tonnellata) nel primo trimestre del 2013.

Proprio la questione temporale suscita le maggiori perplessità, visto che gli ingenti acquisti degli statiproduttori dell’oro potrebbero essere interpretati come un mossa per rivalutare i mercati ed impedire ladiscesa del prezzo dell’oro.

Al di là della tattica attuata, è giusto osservare come i mercati siano stati rassicurati dalle recenti politicheeconomiche: lo status dell’oro è rimasto pressoché invariato e la forte spinta dei paesi sovietici si èrivelata un ottimo incentivo anche per gli altri governi, che negli ultimi tre anni hanno pensato soprattuttoad accumulare risorse, dopo decenni in cui avevano soprattutto venduto.

Addirittura la Grecia, sconquassata da una grave recessione economica, viene attualmente annoverata tragli stati acquirenti, grazie alla richiesta costante di oro negli ultimi quattro mesi.

Segnali indicativi ed inequivocabili sul ruolo cruciale che riveste il nobile metallo, le cui valutazioni sonotornate nel frattempo a riprendere quota: i listini attuali oscillano intono ai 1.395 dollari l'oncia, una sogliamolto vicina al fatidico scalino dei 1.400 $ che, per il momento, rimane ancora una chimera.

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OROLOGI: ABBASSAMENTO DELLE TASSE DI IMPORTAZIONE IN CINA4 Giugno 2013

Se le esportazioni di orologi svizzeri sono cresciute del 5, in valore, dove l’alto di gamma hacontinuato a mettere a segno performance positive, incrementando dell’8 , l’attenzione è rivoltaper al mercato cinese. a un lato c’è l’abbassamento delle tasse di importazione di orologisvizzeri in ina previsto nell’ambito dell’accordo ta ( ree trade agreement) siglato nelle ultimesettimane fra la onfederazione elvetica e la epubblica Popolare. all’altro lato, inoltre, siconcretizza la notizia di un’intesa Svizzera ina per quanto riguarda l’orologeria, siglata da(federazione Industria rologiera Svizzera) e l’elvetico Seco (Segretariato di Stato dell’Economia) ei loro omologhi cinesi per favorire le relazioni commerciali, la difesa del made in Suisse e la lottaalla contraffazione.

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Chimera si compra Calgaromartedì, 4 giugno 2013

Calgaro – bracciale Jealousy

La Chimera di Massimo Anselmi ha rilevato Calgaro. Il marchio vicentino di gioielleria nato nel2002 e noto per le creazioni in oro e argento filato, è stato acquisito insieme ai suoi brevetti dallasocietà aretina lo scorso dicembre. Obiettivo dell’operazione, resa nota nei giorni scorsi, è ilrilancio del brand, mantenendo la produzione in Italia e Monica Fin alla direzione creativa, esviluppando il network distributivo nei mercati dell’Europa, della Russia e Paesi ex Csi, del MedioOriente e della Cina.

Il gruppo Chimera, con le due divisioni Chimera Glamour e Chimera Gold, da oltre trent’anniproduce accessori e gioielli per l’alta moda italiana e francese, con un fatturato di 18 milioni dieuro. La società controlla già i brand Ventipuntodieci, Bacio, Reeve e Jumper’s e, dallo scorsoaprile, anche il 47% della maison Fausto Sarli.

“L’acquisizione del marchio e dei brevetti Calgaro – si legge in una nota – rappresenta per Chimerauno step importante nel suo percorso di crescita: da una parte costituisce un’ottima modalità didiversificazione del business nel settore della gioielleria e degli accessori; dall’altra conferma lavolontà della famiglia Anselmi di mantenere in Italia la produzione dei marchi che hanno fatto lastoria del made in Italy”.

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03-GIU-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: 437.000

Dir. Resp.: Ezio Mauro

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AFFARI&FINANZA - lunedì 03 giugno 2013

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Manifatturiero: ripresa nel 2014Lunedì 03 Giugno 2013 Scritto da Edoardo Ebolito

Un raggio di luce comincia ad intravedersi alla fine del tunnel. Secondo leprevisioni del Rapporto Analisi dei Settori Industriali, a partire dal 2014 ilmanifatturiero italiano potr riprendere slancio grazie ad un incrementodelle esportazioni, che garantiranno un flusso commerciale superiore ai 100miliardi di euro.

Le prospettive per il futuro sono ottimistiche e l’indagine sottolinea come leimprese italiane sapranno cogliere le opportunit offerte dal mercato, inserendosi a pieno titolo nelmercato globale e ampliando il loro commercio.

I dati relativi al settore mostrano come le esportazioni siano in netta crescita e le industrie pronte asfidare alla pari le competitor tedesche anche sul piano della tecnologia.

Sviluppo e modernizzazione rappresentano i punti più delicati di un comparto che vuole tornare al piùpresto su livelli d’eccellenza.

Il tassello più critico è rappresentato dalla domanda interna: il perdurare della crisi sta influendo sullecapacità di recupero delle aziende, che vedono il flusso della domanda sensibilmente frenato dallalimitata capacit economica delle famiglie.

La scarsa produzione potrebbe compromettere la capacità di ripresa di quelle imprese che operanoprevalentemente sul mercato interno, una quota che, nonostante la progressiva espansione dei mercati,supera abbondantemente il 50% del totale. La propensione all’export è tuttavia crescente e si calcola cheentro il 201 le aziende che opereranno al di fuori dei confini nazionali saranno circa la met del totale.

Scendendo maggiormente nel dettaglio, dallo studio si evince come l’avvio della fase di ripresa nel 2014non sarà in grado di ripianare totalmente le perdite registrate dall’inizio del 2008.

Per tornare sui livelli del passato bisogner attendere ualche anno, visto che anche nel 2017 i consumirisulteranno inferiori del 10% rispetto a quelli di dieci anni prima. A bilanciare la questione ci penserà ladomanda estera, che registrerà un surplus pari al 30%.

Logico dunque pensare che a beneficiare della nuova apertura ai mercati saranno uelle imprese in gradodi imporre subito la loro posizione al di fuori dei confini nazionali.

Il triennio 2014 1 sarà quindi molto importante per il manifatturiero italiano, chedovrà inizialmente pagare uno scotto rispetto ai fasti del 2007 con una produzionemedia inferiore del 20%, ma potrà guardare al futuro con la certezza di colmaregradualmente il gap, anche grazie alla progressiva ripresa del mercato interno.

I settori maggiormente interessati dal rilancio saranno quelli della meccanica edell'elettrotecnica, che sfrutteranno la maggior competitività ed un adattamento piùrepentino alle regole dei nuovi mercati.

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Oro: Previsione settimanale 3 giugnoLunedì 03 Giugno 2013 Scritto da Informazioni d'Oro

Venerdì i futures sull’oro sono stati messi sotto forte pressione dai positivi datieconomici resi noti negli Stati Uniti.

Al Comex del NYMEX i futures sull’oro con consegna agosto hanno persol’1,75% chiudendo a 1.38 ,55 dollari l’oncia tro , con supporto previsto a1.353,55, minimo del 22 maggio, e resistenza a 1.421,25, massimo di venerdì edelle ultime due settimane.

I prezzi dell’oro hanno iniziato la loro discesa dopo la pubblicazione da partedell’Università del Michigan dell’indice sulla fiducia dei consumatori, salito a

maggio 84,5 punti, livello più alto dal luglio 2007, rispetto ai 76.4 punti del mese di aprile e ad una stimapreliminare di 83,7 punti.

Un altro rapporto ha mostrato che l’indice dell’attivit manifatturiera di Chicago è migliorato al ritmo piùveloce dell’ultimo anno.

Le ricerche di mercato del gruppo Kingsbury International hanno evidenziato che l’indice PMI di Chicago hatoccato in maggio 58,7 punti, rispetto ai 49,0 di aprile e ad una previsione di 50,3.

Questi dati piuttosto robusti hanno rafforzato le aspettative di un ridimensionamento del E3 da partedella Fed.

Altrove sul Comex, l’argento con consegna a luglio è sceso del 2,2% chiudendo a 22,19 dollari l’oncia, conuna perdita settimanale dello 0,6%. Nel frattempo, il rame con consegna a luglio ha perso l’1,3%chiudendo a 3,2 3 dollari la libbra, con un calo settimanale dello 0,65%.

Sui metalli industriali ha pesato l’incertezza sull’economia mondiale, in particolare della Cina. Durante ilfine settimana, comunque, i dati sull’attivit manifatturiera in Cina sono stati incoraggianti: sabato laChina Federation of Logistics and Purchasing ha comunicato che il proprio indice industriale è cresciuto,portandosi a 50,8 punti rispetto ai 50,6 di aprile.

In settimana si attende il rilascio del rapporto sugli stipendi non agricoli degli USA.

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L’export cresce ma non si vede “Troppe tasse e costo del lavoro frenano la locomotiva in Europa”Il futuro delle aziende venete passa per la via dell'export. Ma un gap competitivo frena lo sviluppo. Gli imprenditori chiedono meno tasse, meno burocrazia, più infrastrutture e un più facile accesso al credito per investire in innovazione e per arrivare su nuovi mercati. Di questo si è discusso durante l'incontro 'A tutto Nord Est. Viaggio nell'economia del territorio. Innovazione credito e sviluppò, organizzato da Affari & Finanza con il gruppo dei quotidiani veneti Finegil-Espresso a Venezia il 15 maggio scorso. Nello splendido salone affrescato della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista sono intervenuti il direttore dell'area Veneto di Banca Carige Italia Antonio Guidolin, il presidente della Regione Luca Zaia, il numero uno di Confindustria Venezia Luigi Brugnaro, il segretario della Cgia-Mestre Giuseppe Bortolussi, Giovanni Zola direttore finanziario della Fiamm, azienda vicentina che esporta batterie d'auto e clacson in tutto il mondo, il presidente dell'Autorità portuale di Venezia Paolo Costa, Riccardo Donadon patron dell'acceleratore d'impresa H-Farm, Gabriele Delmonte, direttore generale di Banca Carige Italia. Il primo intervento è stato quello di Guidolin di Carige che ha illustrato la ricerca elaborata dall'Ufficio studi della banca sullo stato dell'economia di questa regione. I l Veneto, dopo la Lombardia, è la seconda regione italiana per valore delle esportazioni che incidono per il 13,1 per cento sul totale nazionale e addirittura per il 43 per cento sul totale dell’area nord est. Negli ultimi due anni l’export è cresciuto nonostante la recessione, anche grazie ai distretti, vera anima dell’industria locale. Nel 2012 la crescita veneta è stata però inferiore a quella italiana e sia la quota delle importazioni che delle esportazioni sul totale nazionale è diminuita. Le province che hanno importato di più sono state Verona e Venezia. Mentre quelle più forti sulle esportazioni, Vicenza per via dei distretti industriali dell’oreficeria e delle calzature. E Treviso per via dei vini e della meccanica. Anche se proprio a causa della crisi che ha colpito quest’ultimo comparto, l’anno scorso la quota di Treviso è diminuita in maniera sensibile. La meccanica insieme al tessile sono stati tra i settori più importanti di tutta la regione. Seguiti dall’occhialeria di Belluno, dal comparto delle vendite di mobili. Da quello dei metalli, dei prodotti elettrici, dei prodotti alimentari. E dei vini di cui il Veneto detiene ancora la leadership a livello nazionale. Ma dove vanno le merci venete? In generale calano i commerci con l’Unione europea, che comunque restano ancora importanti: le importazioni Ue valgono il 62,4 per cento e le esportazioni il 57,1. Cresce invece l’export verso altri Stati europei non comunitari come la Svizzera, la Turchia, la Russia. E anche verso l’Africa. Mentre calano verso India e Cina, che a nostro avviso difficilmente potranno essere i nuovi mercati. Gettando un occhio al sistema finanziario vediamo che in questa regione sono stati ridotti gli sportelli bancari. La dinamica dell’ultimo anno è stata improntata a una razionalizzazione del 2,2 per cento in linea con il livello nazionale. Oggi è fondamentale stare sui mercati internazionali, eppure le imprese venete scontano numerosi problemi. Presidente Zaia quali le maggiori criticità? LUCA ZAIA (governatore del Veneto). Non avrò un atteggiamento gattopardesco. Ritengo che i problemi maggiori, quelli che costituiscono un freno allo sviluppo della nostra economia, siano l’eccesso di burocrazia e di tasse. Certo abbiamo poche infrastrutture, eppure abbiamo fatto tanto anche senza. E la vera ragione per cui l’imprenditore non ce la fa più è la pressione fiscale. E’ un problema che hanno sollevato anche i nostri artigiani. A cui come Regione abbiamo potuto dare risposte solo parziali. I problemi maggiori si possono risolvere con interventi a livello nazionale. In Veneto abbiamo 600mila partite Iva che devono affrontare un prelievo fiscale pari al 68 per cento. Questo significa che su cento euro che guadagnano, 68 vanno allo Stato. E’ necessaria invece una fiscalità che blocchi la fuga verso l’estero delle nostre aziende: sono 700 quelle che finora hanno scelto di spostarsi in Carinzia, attratte da un trattamento fiscale inferiore. Oggi la nostra regione versa a Roma 18 miliardi di euro di tasse all’anno. Risorse che non ritornano nel nord-est sotto forma di servizi o infrastrutture, ma si perdono e rischiano di andare a finanziare gli sprechi. Soprattutto

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questo è inaccettabile. Come è possibile per esempio che negli ospedali veneti una siringa costi 6 centesimi e in altre parti d’Italia 26? E che la Sicilia abbia 25mila forestali e il Veneto 400? O che a Napoli si debba mandare l’esercito per risolvere il problema dei rifiuti? Se l’Italia fosse un’azienda per le condizioni in cui versa sarebbe già fallita. Il nostro Paese dovrebbe imparare a premiare i virtuosi. E noi siamo disposti a offrirci per fare tutoraggio ad altre regioni. Tasse, burocrazia, il calo interno dei consumi. Come stanno affrontando questa crisi le imprese venete? LUIGI BRUGNARO (Confindustria). A me piace guardare avanti. Noi imprenditori “dobbiamo” andare avanti. E’ quello che ho ripetuto in una scuola dove sono stato invitato a un incontro con gli studenti. Ai ragazzi ho detto che è vero che in Italia ci sono gli sprechi, che l’ascensore sociale è rotto, ma si può porre rimedio a tutto ciò. Il futuro possiamo costruirlo insieme. E’ necessario parlare di cambio generazionale, di scoperta dei talenti, perché quando si va dal medico, ci si assicura che questo sia bravo. A nessuno importa sapere di chi sia figlio. Ecco perché a mio parere questo momento di crisi è un’occasione per fare meglio. E ci sta dando la possibilità di guardare insieme le varie sfaccettature della realtà. Ai dati si può dare sempre una doppia lettura. In questi quattro anni alla guida di Confindustria mi sono fatto delle domande. Per esempio i dati dell’export vengono misurati in capo alle aziende. Ma ci siamo mai chiesti quanto vale il brand Venezia in tutto questo? E i rapporti che abbiamo creato in giro per il mondo? E’ vero che in Italia, come ha sottolineato il presidente Zaia, c’è un eccesso di burocrazia e le tasse sono troppo alte. E su questo si deve lavorare. Si deve fare in modo che il gas nel nostro Paese si paghi quanto in Francia. Si deve puntare sulla formazione: in India ci sono ragazzi che iniziano a studiare informatica dall’età di 10 anni. Ma io sono anche convinto che ce la faremo perché abbiamo una storia, un nome come quello di Venezia che vale nel mondo. E soprattutto non abbiamo paura di niente. E’ così, il Veneto non ha paura di niente? GIUSEPPE BORTOLUSSI (Cgia). Di sicuro il miracolo Veneto non è morto come modello, tutt’altro, ha un grande futuro. Abbiamo poche infrastrutture, pochi aiuti, piccole imprese, eppure nel 2012 l’export è cresciuto, anche se meno rispetto al resto d’Italia (+1,6 contro un +3,7 per cento), però si partiva da valori più alti. Inoltre la disoccupazione da noi è al 7 per cento mentre altrove è al 12. E ora ci sono poi profondi cambiamenti in atto. E’ vero che calano le aziende e il numero degli addetti. Ma se l’export diminuisce dell’1,9 per cento verso l’Europa, c’è un dato importante da sottolineare: le esportazioni crescono in generale, e soprattutto crescono verso i Paesi europei non Ue. E molti si chiedono come questo sia possibile. Merito in parte dei distretti che sono il meccanismo che mette insieme piccole imprese che così riescono ad arrivare sui mercati lontani. Il Veneto sta facendo molto. Mostra la sua abilità. Siamo più del resto d’Italia un calabrone. Voliamo a dispetto di un corpo troppo pesante e ali troppo piccole. Basti pensare che mentre negli altri Paesi, Cina e Giappone, si fa a gara per abbassare il valore della moneta, gli unici a fare diversamente siamo noi europei. Vogliamo far diventare l’euro moneta di riserva. Ma questo blocca le esportazioni. I cinesi e i giapponesi vendono molto all’estero anche perché il valore della loro moneta è basso. La situazione macroeconomica non è da trascurare. La cura del rigore ha fatto calare il Pil nella zona euro del 0,6 per cento. In Italia il rigore è necessario eccome. Ma va bene solo se si tagliano gli sprechi, non se si impedisce all’economia di crescere. Paesi come gli Stati Uniti praticano una cura diversa dalla nostra. E il Fondo monetario ha dichiarato che in un’indagine fatta dal 1978 al 2009, in 31 anni, in 173 casi su 173 quando si taglia la spesa pubblica e si aumentano le tasse, aumenta la disoccupazione e diminuisce la produzione. La cura del rigore era anche giusta, in teoria, per un paese come l’Italia. Ma ora siamo diventati finanziariamente affidabili. Basta vedere l’avanzo primario. Il rapporto deficit pil. E mi aspetto che il governo dopo il 29 maggio (ndr mercoledì scorso), quando usciremo dalla procedura di infrazione sul debito pil, deficit pil, tagli subito la Tares e l’Imu e dia un segnale importante. Perché anche il Veneto non può fare di più in queste condizioni. Guardate il calo dei consumi che tra il 2011 e il 2012 è stato del 4,3 per cento, molto di più del 2,6 per cento tra il 2008 e il 2009. Il Veneto esporta un 35 per cento di ciò che produce, il resto va pur sempre sul mercato interno. Il mercato interno è fermo, come si conquistano i mercati esteri? GIOVANNI ZOLA (Fiamm). Vi racconto un episodio. La nostra azienda ha prodotto delle batterie in Cina per un cliente turco, che ci ha subito fermato, dicendo: voglio batterie prodotte in Italia, non altrove. Noi italiani siamo riconosciuti come produttori eccellenti, come aziende capaci di fare innovazione. Per competere sui mercati globali questa è la strada giusta: quella dell’innovazione. Fiamm ha un fatturato di 500 milioni e compete con colossi che valgono 50 miliardi. E come si diceva prima, non

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abbiamo paura di nessuno. Abbiamo metà del mercato mondiale degli avvisatori acustici. Un clacson su due nel mondo lo produciamo noi. Purtroppo siamo costretti a competere partendo in condizione di svantaggio. Il costo dell’energia negli Usa è un ottavo di quello italiano e il costo del lavoro nel nostro Paese negli ultimi dieci anni è cresciuto del 50 per cento rispetto a quello degli Stati Uniti. Ecco perché servirebbe intervenire. Se potessimo avere un costo del lavoro e dell’energia più basso potremmo fare di più. E le aziende che esportano trascinano i fornitori, il mercato interno, creano un ciclo virtuoso. Avremmo poi bisogno di trovare chi ci aiuta, attraverso un supporto finanziario, a esportare in paesi come l’Africa. Ma parliamo di energie storage (accumulazione di energia). E’ un mercato nuovo. Abbiamo vinto l’anno scorso un premio negli Stati Uniti come migliore installazione di energie storage per il bilanciamento della rete distributiva. In Italia Terna sta lavorando a questo e sta facendo bandi importanti in cui siamo impegnati. E’ chiaro che un mercato nuovo vuol dire fare investimenti oggi e raccogliere i frutti fra sette, otto anni. E anche qui, ritorna la parola credito: avremmo bisogno di strumenti finanziari che accompagnino le imprese nel medio e lungo termine. Come sarà il futuro del Veneto? PAOLO COSTA (autorità portuale). Per guardare ai mercati esteri, dobbiamo essere in grado innanzitutto di raggiungerli in maniera efficiente. Invece siamo drammaticamente in ritardo per via di una mancanza di infrastrutture. Per andare in Germania o un po’ più lontano ci servono aeroporti, porti e ferrovie che funzionano. Sull’aeroporto siamo fortunati. Bisogna che non lo isoliamo. Per il resto c’è tanto da fare. Buone notizie arrivano dall’Europa. Qui si stanno definendo le infrastrutture di preminente interesse europeo, che cadranno anche sul nostro territorio. In Veneto è previsto un nodo portuale e uno aeroportuale a Venezia. Due nodi interportuali che sono Padova e Verona. Gli archi di tre corridoi su dieci passeranno da qui. L’Europa ci chiede di fare tutto ciò entro il 2030. E per la prima volta verrà varato un regolamento europeo non derogabile a livello nazionale. Bisogna rimboccarsi le maniche. Dobbiamo mettere mano alle ferrovie che oggi non sono in grado di far passare un treno di 700 metri, perché le nostre stazioni che sono dell’Ottocento non lo consentono. Le pendenze non sono quelle giuste. I porti italiani sono obsoleti. Fare tutto ciò costa una barca di soldi e soprattutto è necessaria una grande capacità politica. Si deve decidere insieme e rimanere fermi su queste decisioni per venti anni e più. I soldi sono a mio avviso la difficoltà minore perché chiusa la procedura di infrazione europea contro l’Italia, si potrà andare in Europa e dire vogliamo fare cose che anche voi ritenete importanti. Dobbiamo avere questi obiettivi. Solo così daremo un contributo al rilancio dell’economia. Donadon, per innovare cosa si è fatto finora in Italia e cosa si può fare di più? RICCARDO DONADON (H-Farm). Prima di tutto dobbiamo liberare il Paese da un po’ di paletti. Qualche tempo fa l’ex ministro dello Sviluppo Corrado Passera mi aveva invitato a far parte di un gruppo di lavoro. E da quell’esperienza ho compreso che è molto complicato nel nostro Paese riuscire a trasformare le proposte in realtà. Nel frattempo il mondo cambia, la crisi ha portato in modo rapido le nuove tecnologie nelle nostre case e aziende. E sta modificando i modelli di business. In questi anni ci saranno cambiamenti radicali sulle forme di pagamento grazie agli smartphone. Muteranno le abitudini al consumo. L’anno prossimo per esempio usciranno i Google Glasses, occhiali con cui parleremo e attraverso i quali riceveremo informazioni. E nel nostro territorio abbiamo aziende leader mondiali nella produzione degli occhiali. Pensate alle possibili ricadute che ci saranno. Il commercio elettronico nel frattempo decolla. Anche se in Italia l’e-commerce ha dei problemi, spesso non siamo a casa quando ci consegnano i pacchi. Quindi penso che nasceranno nuove opportunità di business. Nasceranno delle reti, che ospiteranno i nostri pacchi, secondo me potranno essere anche le banche. Avremo un nostro sportellino dove andare a ritirare la merce. Entreremo con un pass. Quello che chiede il settore dell’innovazione è solo di poter correre alla stessa velocità degli altri Paesi. Dobbiamo liberarci della burocrazia perché pericolosa. Vi faccio un esempio. La task force che collaborava con Passera, voleva far partire in Italia il crowdfunding, la colletta che permette a ciascuno di dare anche soli dieci euro per finanziare una buona idea avuta da qualcun altro. Negli Stati Uniti è stata un successo pazzesco e sta facendo nascere nuove imprese. Qui, abbiamo messo in piedi una proposta che diceva che si poteva partire anche in Italia attraverso un portale. Il ministro voleva fare le cose semplici. Ma il sistema ha complicato tutto in modo incredibile e ora solo una società di intermediazione mobiliare può beneficiare di questo sistema di raccolta fondi. In Italia c’è anche un problema di accesso al credito. Allargando i cordoni della borsa a favore delle banche, il numero uno della Bce Mario Draghi ha detto: mettiamo olio nel motore, ci vorrà del tempo, poi

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questo arriverà agli ingranaggi bloccati. Il tempo è passato ma poco è cambiato. Come mai? GABRIELE DELMONTE (Banca Carige Italia). Nel frattempo le cose si sono complicate. Il sistema bancario italiano merita di essere difeso da tanti attacchi ingiusti. Non parlo della nostra banca, noi anche nei momenti più duri abbiamo continuato a erogare credito. Parlo del sistema bancario in generale che ha affrontato la crisi con un sostegno minimo da parte dello Stato. A fronte di 2300 miliardi di euro di aiuti dati negli Stati Uniti, di 1100 miliardi in Gran Bretagna e di 410 miliardi nella mitica Germania, in Italia sono stati concessi 4 miliardi di Tremonti-bond in un primo round e poi 3 miliardi di Monti-bond. Quindi gli aiuti di Stato da noi sono stati contenuti anche grazie al fatto che le banche italiane hanno fatto il loro mestiere e non si sono avventurate in imprese esagerate di investment banking o in attività speculative. Si sono salvate dalla crisi, all’inizio. Poi hanno attraversato due momenti drammatici: il 2009 sotto il profilo della liquidità. E il 2011, quando hanno iniziato a scontare la perdita pesante di credibilità dello Stato italiano. E ancora oggi per questa ragione hanno problemi a trovare capitali sui mercati internazionali. Inoltre in Italia si impiega più denaro di quanto ne viene raccolto (1900 miliardi a fronte di 1700). Lo ha ricordato Banca d’Italia a maggio dell’anno scorso, richiamando gli istituti di credito, che ora devono ridurre, e in parte l’anno fatto, questo differenziale. Anche perché il nostro sistema bancario ha avuto difficoltà sul fronte della liquidità. Provvidenziale è stato l’intervento voluto da Draghi nel 2011, tramite le due operazioni triennali della Bce che hanno permesso alle banche di rimettersi in decorosa salute. Al problema della liquidità se ne è aggiunto uno più serio: quello del capitale. Le accelerazioni che sono state date all’applicazione di Basilea 3, nata con intenti anticiclici, l’hanno trasformata in pesante strumento a danno dell’economia. Sul fronte della capitalizzazione minima questa norma doveva entrare a regime il 1º gennaio del 2019. Ma per le prime cinque banche italiane definite a rischio sistemico era stata anticipata a giugno del 2012, con sei anni e mezzo di anticipo. Questo ha costretto gli istituti di credito in un momento di difficoltà, dovuta sia alla credibilità persa sul mercato internazionale sia a ripetuti downgrading da parte delle società di rating, a reperire capitale sul mercato. Creando grandi difficoltà. C’è stata poi l’aggravante voluta dall’Eba che ha previsto ulteriori aumenti di capitale. Insomma per rispettare con tanto anticipo le nuove regole, i modi sono solo due: o si aumenta il capitale o si interviene sui crediti alla clientela. Basilea 3 è slittata ai primi mesi del 2014. Ma presto ci saranno problemi e non posso dire che le banche potranno continuare a erogare credito. Noi proviamo a fare, nel nostro piccolo, la banca del territorio e vogliamo continuare ad erogarne. Ma c’è necessità di fare fronte comune per modificare la normativa che rischia di strozzare l’economia. (a cura di Stefania Aoi)

(03 giugno 2013)

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PAESE EMERGENTE CHE IMPORTA DI PIU' DALL'ITALIA?1 Giugno 2013

E’ la Russia, per 2.722 miliardi di euro di prodotti BBF – Belli e Ben Fatti. Secondo il recente studio diPrometeia e Confindustria il Paese che nei prossimi cinque anni incrementerà maggiormente la quota diimport sarà l’India (+82%). Il paese emergente per eccellenza i n Europa è la Turchia, già terzo importatoremondiale di oreficeria e gioielleria dall’Italia dopo Emirati Arabi Uniti e Cina e primo davanti alla Russia(163 miliardi stimati nel 2013 contro 50). La Turchia, insieme alla Polonia, sarà il Paese che nei prossimianni potrà contare su di un maggior numero di “nuovi ricchi”. Se ne stimano almeno 3 milioni circa: suilivelli del Regno Unito e molto più degli 1,8 milioni della Francia.

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Trend oro e argentoSabato 01 Giugno 2013 Scritto da Informazioni d'Oro

Ieri i prezzi dell’oro hanno chiuso al ribasso, con una perdita totale per ilmese di maggio intorno al 4,5%. Anche l’argento ha chiuso in ribasso con unaperdita mensile di circa il 7,5%.

Anche i mercati azionari europei questa settimana hanno aumentato leperdite, ma hanno chiuso comunque maggio con un guadagno del 5%.

«Gli acquisti sfrenati di oro di fine aprile ed inizio maggio non si ripeteranno»,ha detto durante la notte a Bloomberg Zhang Bingnan, segretario generale della Cina Gold Association.

Il commento di Zhang è arrivato dopo le previsioni del World Gold Council secondo cui la domanda di orodelle famiglie asiatiche toccherà un record nel secondo trimestre dell’anno.

Un comunicato di Reuters ha mostrato che i prezzi dell’oro in India questa settimana sono scesi a 4 dollarioltre il benchmark internazionale, rispetto ai 20 dollari per oncia in più di due settimane fa.

Secondo la Cina Gold Association, nel 2013 i regali in oro saranno donati a circa 6,6 milioni di spose cinesi.Ma Zhang ritiene che la caccia al gioiello, che probabilmente ha avuto un forte ruolo nell’aumento didomanda di aprile, è scaturita dal calo del 15% dei prezzi dell’oro.

In ogni caso, le importazioni di oro della Cina attraverso Hong Kong avevano già toccato livelli record amarzo.

Giovedì il London Bullion Market Association aveva comunicato che a Londra, centro del commerciomondiale di oro all’ingrosso, i volumi d’oro scambiati attraverso le più grandi banche sono aumentati adaprile del 10%, toccando il record degli ultimi 20 mesi.

I volumi di argento sono cresciuti del 25%, record degli ultimi 16 mesi. In valore, il commercio di entrambi imetalli è aumentato molto meno, con una crescita rispettivamente del 3,1% e del 9,2%.

«La capacità dell’oro di rimanere sopra i 1.410 rimuove un po’ di pressione ribassista», dice l’ultimaanalisi tecnica di Scotia Mocatta.

«Il supporto previsto è adesso a 1.394, mentre la resistenza è a 1.425 dollari».

«L’ulteriore calo del Nikkei di giovedì» secondo Commerzbank «ha chiarito una volta di più che il recenteboom dei mercati azionari non è una strada a senso unico».

«Questo evidentemente rende l’oro più appetibile agli occhi di alcuni operatori del mercato, cometestimoniato anche dai minori deflussi degli ETF».

Dopo essere salite mercoledì, per la prima volta in 3 settimane, le scorte di oro dell’SPDR Gold Trust,maggior ETF in oro, sono rimaste invariate giovedì.

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Il Nikkei, indice azionario del Giappone, pur rimbalzando venerdì ha comunque chiuso maggio a 13% dalrecord degli ultimi 5 anni toccati a metà mese. Nel frattempo la produzione industriale giapponese di aprileha superato le aspettative con una crescita dell’1,7%.

Nonostante un’aggressiva politica monetaria da parte della Banca del Giappone, tuttavia, i prezzi alconsumo hanno continuato a diminuire anche ad aprile, in calo dello 0,4% rispetto a marzo, per il sestomese consecutivo di deflazione.

«La tendenza a breve termine per i prezzi dell’oro sembra essere al rialzo», dice l’ultima nota della societàdi intermediari INTL FC Stone.

«Ma noi pensiamo che il prezzo dell’oro potrebbe essere più basso a fine anno, considerando che perallora la Fed dovrebbe aver dato ai mercati più chiarezza riguardo il momento del ritiro del QE3, se nonsarà già accaduto».

«Sulla base di quello che la Fed sta facendo», ha detto giovedì Anthony Scaramucci, partner della societàdi gestione da 7,6 miliardi di dollari Skybridge Capital, «cioè darci maggiore trasparenza, io non comprereioro in questo momento».

«L’inflazione ad un certo punto arriverà. Ma, secondo i dati macroeconomici, il momento è abbastanzalontano».

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Chiuse 85.000 imprese artigiane e commerciali

Sabato 01 Giugno 2013 Scritto da Edoardo Ebolito

Cinque anni da incubo. L’effetto domino della crisi si è abbattuto come unvortice sulle piccole imprese, che dal gennaio 2008 al marzo 2013 hannovisto ridurre sensibilmente la propria attività.

Nel periodo considerato sono state ben 85.500 le realtà imprenditorialicostrette a chiudere i battenti, costituite per la maggior parte da artigiani e

piccoli commercianti. Questi i numeri elaborati dalla Cgia di Mestre, sui dati forniti dall’InfocamereMovimprese.

Un numero che non passa di certo inosservato: se prima del 2008 questi due settori annoveravanocomplessivamente quasi 2.369.000 di aziende, adesso il totale è sceso a circa 2.283.000 unità.

Particolarmente colpito risulta il settore degli artigiani, le cui perdite ammontano a 77.670 unità, pari al90,9% del totale.

I dati, già di per sé poco incoraggianti, assumono una dimensione ancor più drastica se si volge lo sguardoal breve periodo: delle 85.500 imprese chiuse nel quinquennio, ben 27.800 hanno conosciuto la fine dellaloro attività nel trimestre compreso tra il 31 dicembre 2012 ed il 31 marzo 2013. Solo nel primo trimestredel 2013 vi è stato un record negativo con la chiusura di 31.353 attività.

I rischi per questi lavoratori autonomi crescono in maniera esponenziale rispetto ai dipendenti, visto che lacategoria non dispone di ammortizzatori sociali per tamponare eventuali perdite di lavoro ed icommercianti si ritrovano spesso e volentieri per strada. Niente cassa integrazione o mobilità, per chipossiede una partita Iva lo spettro della disoccupazione è uno spauracchio che si tocca con mano.

Un dato per certi versi paradossale è quello che riguarda il rapporto natalità mortalità delle aziendeitaliane: fino al 31 12 2012 il saldo è stato infatti positivo (+18.911), ma la disoccupazione, di contro, ècresciuta in maniera sensibile.

La spiegazione a questo fenomeno è una sola: a chiudere sono spesso e volentieri le imprese consolidate,che possiedono più di qualche dipendente e possono disporre di una struttura in grado di generare unflusso importante di lavoro.

A sorgere, invece, sono quasi esclusivamente le microimprese, costituite dal solo titolare. Anche qui laquestione è delicata: se gli italiani spendono meno, la logica conseguenza è quella di un “taglio” al settore,che non riesce più a generare ricavi in grado di far proseguire l’attività.

Se la domanda interna crolla le imprese chiudono, perché nella stragrande maggioranza dei casi leaziende operano e si sostentano solo con il mercato nazionale.

Il movimento chiede una contrazione dell’IVA (e non un suo ulteriore aumento) in modo tale da agevolarela ripresa dei commerci. Il rischio infatti è quello di uno stallo della piccola imprenditoria, che conl’attuale flessione del mercato e l’austera politica fiscale potrebbe veder decrescere in maniera ancor piùpreoccupante il numero degli iscritti.

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Fisco

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Compro Oro

Attualità | martedì 04 giugno 2013

Provincia di Savona: segno più per "Compro oro" esigarette elettronicheNel 2011, 2012 e 2013 uniche attività commerciali con tasso di apertura in positivo

Passeggiando per i centri storici dei paesi capita sempre più spesso di vedere attività commerciale chiuse,serrande abbassate con sopra cartelli di affittasi e vendesi: basti pensare che nel primo trimestre 2013 ilsaldo delle aziende che hanno aperto e chiuso i battenti è negativo, con meno 150 unità lavorative. Leuniche attività che nel 2012 hanno registrato una crescita in positivo, anche a livello nazionale, sono i“compro oro” e le sigarette elettroniche, come dimostrano i dati della camera di commercio: in provincia diSavona i negozi che acquistano beni preziosi sono cresciuti tra il 2011 e il 2012 del 30%, mentre per quantoriguarda le sigarette negli ultimi due anni sono stati aperti ben diciotto punti vendita ufficiali.

All’ inizio del 2013 entrambe le attività hanno registrato un rallentamento, anche se comunque l’ indice diapertura rimane positivo, come dichiarato da Giancarlo Cerisola, presidente di Confesercenti Savona:“

”.

Cinzia Gatti

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Rapina al compro oro, c’è un sospettatoUdine, gli investigatori della Mobile stanno valutando la posizione di un italiano che frequenta la zona diviale Volontari

di Cristian RigoUDINE. C’è un sospettato per la rapina nel compro oro della catena OroExpress di viale Volontari della libertà. Gli investigatori della SquadraMobile, coordinati dal dirigente Ferdinando Valvano, intendono verificarela posizione di un italiano che frequenta il quartiere.

L’indagine per è appena agli inizi e negli uffici della Questura lebocche restano cucite. Il pubblico ministero Claudia Danelon sta ancora attendendo l’esito degli esamidella scientifica. Diverse le impronte isolate dagli esperti che hanno anche sequestrato il nastro adesivoutilizzato per legare la dipendente.

I poliziotti hanno anche prelevato i filmati di tutte le videocamere di sicurezza della zona. Non soltantoquelle comunali che sono puntate negli incroci, ma pure quelle di istituti di credito e altri negozi chepotrebbero aver immortalato il rapinatore prima e dopo il colpo messo a segno intorno alle 16.30 digiovedì.

L’uomo, che parlava un italiano corretto e senza particolari accenti, ha agito con il volto coperto da unpassamontagna. Quando la commessa ha aperto la porta, il rapinatore l’ha legata alla sedia e si è portatovia l’incasso della giornata, circa 5 mila euro. Poi si è dileguato a piedi, ma non è escluso che poco distanteci fosse ad attenderlo un complice in auto.

Di sicuro il rapinatore sapeva come muoversi. Molto probabilmente aveva studiato il colpo, ma alcuniparticolari, come il fatto che non sembrava indossare dei guanti, fanno credere agli inquirenti che non sitratti di un professionista. Potrebbe invece essere una vittima della crisi. Una persona del quartiere rimastasenza lavoro che si è improvvisato rapinatore per sbarcare il lunario.

L’identikit costruito dagli investigatori basandosi sul racconto della dipendente, che ha 33 anni e, pur nonavendo subito alcuna violenza, si trova ancora sotto choc, coincide con quello ricavato dopo altre duerapine, avvenute sempre nella stessa zona. In particolare in viale Venezia si stanno concentrando sul casodell’anziano rapinato in casa lo scorso 29 marzo in via Gemona e su quello dell’edicola tabacchino “News epaper” di via Gorizia del 18 gennaio.

L’anziano era stato aggredito mentre stava rientrando nel suo appartamento da due uomini con il visocoperto che poi lo hanno legato con del nastro adesivo e si sono impossessati di 10 mila euro. Nell’altro lacinquantenne che gestisce l’attività con il fratello si è vista sottrarre la borsetta dall’auto con l’incasso digiornata, circa 1.500 euro. Il sospetto è che entrambi i colpi siano stati studiati a tavolino dopo un’attentaosservazione del posto, proprio come è accaduto in viale Volontari della libertà.

01 giugno 2013

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Settore e Moda

Piaget Couture Precieuse Collection, gioielli percelebrare le donneScritto da: Rosario Scelsi mercoledì 5 giugno 2013

Piaget sottolinea la femminilità e l'eleganza con la sua collezione Couture Précieuse, dove l'orologiaio e gioielliereginevrino conferma il suo stile inimitabile, offrendo un viaggio nell’universo glamour degli accessori preziosi.

La raccolta consegna una splendida incursione nel mondo dell’Haute Couture, per svelare una ricchezza di segretiseducenti.

Della linea fanno parte gioielli raffinati, che interpretano il potere seduttivo e gli aspetti carismatici delledonne, mediante grafiche e stili appropriati alla missione.

La collezione Couture Précieuse, di taglio rigorosamente femminile, è il frutto di un grande estro creativo edi una competenza unica. I bracciali con diamanti incastonati sono estremamente discreti, mentre lecollane tempestate di gemme accarezzano delicatamente la pelle.

Il disegno di questi gioielli regala il giusto risalto ai raffinati corpi decorativi, che aggiungono note dibrillantezza a un corpo di grande presa, capace di entrare nel cuore del gentil sesso.

Della collezione fanno parte: collane, orologi e bracciali. Il frutto del prezioso lavoro è un ventaglio diaccessori che creano, insieme, un’aura di mistero e seduzione. Nei singoli pezzi della linea si coglie lo stiledella maison elvetica, che trova la sua enfasi nella trama e nell’accostamento dei materiali, dove sipercepisce un lavoro simile a quello di un abile sarto della gioielleria.

Il risultato sono delle vere opere d’arte, degne della nobile tradizione di Piaget che, nella collezione, offrealle donne un campionario di proposte per essere ancora più glamour, affascinanti o carismatiche.Esemplari molto femminili e moderni, quindi, che si propongono così al piacere della scoperta.

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Gioielleria Villa, accessori ispirati alla moda anni '20del Grande GatsbyScritto da: Rosario Scelsi mercoledì 5 giugno 2013

La gioielleria Villa lancia uno sguardo alla moda anni '20 del Grande Gatsby, con una linea di prodotti espostinell'atelier di via Manzoni a Milano, tempio del gusto per la qualità delle sue creazioni.

Qui si possono ammirare i preziosi capolavori del marchio fondato nel 1876 da Benvenuto Villa. Oggi l’attività èportata avanti dalla quarta generazione di famiglia, con la stessa sensibilità e lo stile inconfondibile di sempre.

Gli esemplari illustrati nelle foto hanno fascino e charme, inserendosi perfettamente nella tradizione di unbrand capace, da tempo immemorabile, di sorprendere per la raffinatezza e l’originalità delle sue proposte.

I gioielli Villa brillano in vetrina con perle intramontabili e pietre preziose, dando un tocco déco allacollezione storica. Il risultato è una linea dai disegni intricati che ricordano i gioielli del set cinematograficodel film ispirato dal romanzo dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald, che fa un ritrattodell’anima azz.

Nell’opera cinematografica i gemelli da uomo impreziosiscono gli abiti con argento, oro, onicee diamanti, creando un’alchimia dialettica che rivive in comunione di spirito, ma con taglio decisamenteoriginale, nelle proposte della gioielleria Villa, che ha creato oltre mille varianti di questi importantiaccessori.

Il catalogo è ricco di proposte stilisticamente coinvolgenti, che esprimono il gusto e la classe dell’uomo cheli indossa. Più di quindici materiali come madreperla e cristallo di rocca e corallo per un gioiello da uomodestinato a durare nel tempo. Ovviamente l’offerta è molto più articolata, comprendendo tanti accessorifemminili, alcuni dei quali ispirati alla monda degli anni 20.

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La miniera del futuroMercoledì 05 Giugno 2013 Scritto da Greta Milici

Miniere a impatto zero. Questo il temadell’European Minerals Day 2013 tenutosi loscorso 24 maggio a Vipiteno, in provincia diBolzano.

Inaugurata dal vice presidente della CommissioneEuropea Antonio Tajani, l’iniziativa si è focalizzatasu un workshop riguardante il progetto europeoI2Mine (Innovative Technologies and Concepts forthe Intelligent Deep Mine of the Future).

I2Mine consiste nello sviluppo di nuove tecnologie per l’estrazione al fine di ridurre l’impattoambientale. Il settore minerario ha intenzione di unire tutte le proprie forze per superare i suoiaspetti antiquati e dannosi, dimostrando che è possibile estrarre e lavorare i minerali anche inmodo sostenibile.

L’European Minerals Day è la giornata in cui i diversi Paesi europei organizzano eventi,manifestazioni ed attività per avvicinare il pubblico alle problematiche del settore minerario.

Oggi queste problematiche non possono non inserirsi nel sentiero della Green Economy, puntandoa trasformare l’attività mineraria in una serie di azioni eco sostenibili volte a non alterare ilbilancio di materiali che inquinano il sistema ambientale.

Del resto, i minerali costituiscono una risorsa fondamentale sotto i profili economico, politico esociale, in quanto parte consistente ed ineliminabile della nostra quotidianità.

Basti pensare ad un’automobile: oggetto assemblato con centinaia di chili di ferro, decine di chilidi nickel, cromo, alluminio, manganese, rame, piombo, zinco e pochi grammi di platino.

Quello dell’auto è solo un esempio replicabile in tanti altri contesti: vi è una grossa quantità evarietà di minerali in tutti gli oggetti che utilizziamo quotidianamente.

Rilanciare l’industria mineraria, quindi, ma in una nuova ottica di tutela dell’ambiente, con nuovimetodi estrattivi e di lavorazione, parallelamente a necessarie politiche di raccolta, riutilizzo ericiclo dei prodotti minerari.

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Basta cianuro: recuperare l’oro in modo ecosostenibile

Grazie a un semplice zucchero derivato dall’amido di mais

Non è tutto oro quello che luccica, se si pensa per esempio che per l’estrazionedi questo metallo prezioso viene utilizzato il cianuro. Una sostanza tossica einquinante, usata anche per recuperare l’oro dai rifiuti elettronici: pc, cellulari,stampanti. Gran parte delle apparecchiature che comunemente usiamocontengono infatti oro, per le sue proprietà chimico fisiche: è un'eccellenteconduttore termico ed elettrico, resistente all'ossidazione, praticamenteinalterabile. Il business del recupero dell’oro dall’immondizia elettronicapotrebbe avere una svolta più sostenibile, grazie a un metodo, scoperto dairicercatori della Northwestern University e illustrato su Nature Communications,che comporta meno rischi di contaminazione ambientale, isolando l'oro daglialtri metalli presenti nei materiali di scarto non con il cianuro, ma con un

semplice zucchero derivato dall’amido di mais.

CIANURO Il cianuro è una sostanza chimica classificata dalla direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) trai principali agenti inquinanti, può avere infatti conseguenze disastrose sulla salute umana, sull’ambiente esulla biodiversità. Viene utilizzato per isolare il metallo prezioso dalle rocce (aurifere) o dai rifiutielettronici, dove l’oro è presente sotto forma metallica, quindi non solubile in acqua. Per poterlo estrarrelo si fa allora reagire chimicamente in una soluzione di cianuro (di potassio, calcio o sodio): il cianuro, inpresenza di ossigeno, si combina con l’oro e favorisce il processo di lisciviazione, cioè scioglie e porta insoluzione il metallo. Dopo di che, l’oro disciolto in acqua può essere filtrato e separato dagli altri metalli ealtre impurità. Trovare però soluzioni alternative all’uso di questa sostanza «è di massima importanza perl'ambiente», sottolinea Fraser Stoddart, professore di chimica al Weinberg College of Arts and Sciencesdell’università americana. «Noi abbiamo sostituito il reagente ‘cattivo’ con un materiale economico, edeco friendly, derivato dall’amido, sviluppando una procedura non tossica ed economica per separare l’orodagli altri metalli».

SCOPERTA CASUALE – Il team di Stoddart ha scoperto per caso, facendo semplici esperimenti di chimica inlaboratorio, che l’alfa ciclodestrina, un polisaccaride ciclico derivato dall’amido, riesce a isolare l'oro. Inpratica, utilizzando questo zucchero i ricercatori sono riusciti a estrarre il metallo prezioso da una misceladi metalli disciolti in acqua. «Per ottenere l'oro in soluzione, a partire da una matrice solida, come unrifiuto elettronico, bisogna però prima renderlo solubile. A tal fine, in laboratorio, abbiamo utilizzato acidi epoi, grazie all'aggiunta dello zucchero derivato dall'amido, è stato molto facile isolare il metallo prezioso»,spiega Marco Frasconi, chimico italiano co autore della ricerca. «Anche se l’utilizzo di acidi per solubilizzarel'oro potrebbe sembrare tutt’altro che verde, tuttavia è di gran lunga meno tossico del cianuro, che è unasostanza letale», aggiunge il ricercatore, che dopo il dottorato alla Sapienza di Roma si è trasferito in Usa.

RIFIUTI Inoltre anche «i rifiuti del processo alcalino sono relativamente benigni per l’ambiente, mentrequelli dei metodi convenzionali comprendono sali di cianuro e gas tossici», ribadisce il professor Stoddart,fiducioso che la scoperta, frutto di un esperimento di chimica di base, sarà destinata a future applicazioni

Acque di scarico di una miniera d'oroin Sudafrica

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tecnologiche. Anche perché l’uso dell’alfa ciclodestrina, sostengono i ricercatori, si è rivelato un processoaltamente selettivo, in grado cioè di isolare l’oro anche in presenza di altri metalli nobili, come il platino e ilpalladio, che spesso sono mescolati con l'oro grezzo.

PROCEDURA «Forse è ancora prematuro parlare di un metodo alternativo al cianuro, tuttavia qualoraquesta procedura riuscirà a essere trasferita dall'ambito accademico a quello industriale, per esempiograzie all’avvio di una start up, allora la possibilità potrebbe diventare realistica», commenta Frasconi.Intanto le indagini in laboratorio hanno dimostrato l’efficacia della procedura nel separare l’oro dagli altrimetalli, tanto che secondo i ricercatori il metodo messo a punto potrebbe rilevarsi più efficiente deiprocessi attualmente utilizzati per estrarre l'oro da rifiuti elettronici di consumo.

ORO NEI PC Il recupero dell'oro e di altri metalli, come il rame, dai rifiuti elettronici è incentivatodall’Unione europea: per esempio, infatti, con la direttiva (2002/96/CE) sui rifiuti di apparecchiatureelettriche ed elettroniche (Raee) sollecita il reimpiego, il riciclaggio e tutte quelle forme di recupero checontribuiscono a ridurre le quantità di rifiuti da smaltire. Un team di ricercatori dell’Università di Cagliari,coordinato da Paola Deplano, e in collaborazione con Sardegna Ricerche, ha già messo a punto ebrevettato un metodo ecosostenibile, per recuperare l'oro da sim card e telefoni cellulari, cartucce distampanti esauste e schede elettroniche dei pc. Il metodo si basa sulla dissoluzione del metallo nobile conun reagente non tossico, sia per l’ambiente sia per gli esseri umani.

BASTA CIANURO Niente cianuro, né altre sostanze aggressive come acidi forti e ossidanti. «Nei rifiutielettronici l'oro è infatti contenuto in forma di metallo e quindi per il recupero è prima cruciale il processodi dissoluzione. Il nostro progetto di ricerca è nato proprio con l’intento di riuscire a sviluppare unaprocedura ecocompatibile per il recupero selettivo dei metalli preziosi, tra cui appunto l'oro, dai Raeemediante reazioni chimiche poco aggressive e non inquinanti», spiega la professoressa dell’ateneo sardo.«Abbiamo così selezionato nuovi reagenti (composti di iodio e con ditiossamide e molecole simili) che sisono dimostrati di facile impiego e molto efficienti nello sciogliere l'oro, facilitandone il processo estrattivoda dispositivi elettronici, senza causare la formazione di fumi tossici. Dal progetto è nato uno spin off, 3RMetals, per trasferire su scala industriale i risultati della nostra ricerca e ottimizzare il processo verso unaprocedura a impatto zero. Ora siamo in cerca di un partner per la realizzazione di un impianto pilota per ilrecupero di oro e altri metalli strategici presenti nei rifiuti elettronici».

Simona Regina 4 giugno 2013

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martedì 04 giugno 2013EVENTO. Vetrina oltreoceano per rilancio dell´eccellenza berica

VicenzaOro brillapure a Las Vegascon l Italian club

Luisa Dissegna

Successo all´evento Jck Show[FIRMA][FIRMA] che mette in mostra una trentina di aziende vicentineportate dalla Fiera con produzioni, design e stile italiani

L´allestimento di VicenzaOro Italian Club alla fiera UsaVicenzaOro effervescente oltreoceano. Un cocktail di ingredienti positivi e ilrinnovato appeal del mercato americano piacciono al presidente della Fiera,Paolo Mantovani, sbarcato a Las Vegas insieme alle aziende dell´Italian club,format espositivo itinerante ideato da Fiera di Vicenza, ambasciatore del gioiello“Made in Italy” nel mondo.Da qualche giorno l´eccellenza dei distretti orafi italiani e i trend del gioiello sonoprotagonisti del palcoscenico di Jck Show, la fiera evento di riferimento per lerelazioni con il mercato orafo oltreoceano. Una delle fiere del gioiello mondialecon la più ampia partecipazione di buyer americani.A Las Vegas, capitale mondiale del lusso, sempre in rinnovamento e dove ogninuovo impegno è più vistoso dell´ultimo, VicenzaOro Italian Club, con 130 aziende espositrici di cui unatrentina vicentine, promuove per l´ottavo anno consecutivo le produzioni orafo gioielliere, espressioni deivalori e del gusto italiano.«Un evento che si sta rivelando frizzante, dinamico. Il mercato americano mostra una certa positività e lenumerose presenze a Jck Show, il rinnovato interesse del buyer, degli acquirenti, lo attestano racconta ilpresidente di Fiera di Vicenza, Paolo Mantovani . L´eccellenza delle tendenze del gioiello e del Made inItaly è sempre riconosciuta».I dati di fine maggio rappresentativi di una economia statunitense in ripresa, confermata anche dall´indicesulla fiducia dei consumatori, al di sopra del “sentiment” di mercato, sono chiari indicatori anche al JckShow . Conferma Mantovani: «Segnali favorevoli che si percepiscono e che possono avvantaggiare tutti imercati, tra cui le produzioni orafo gioielliere italiane che anche qui, nell´allestimento della “Glamroom”dell´Italian Club , esprimono creatività, esaltando il “saper fare” italiano nel mondo».Dopo il successo di VicenzaOro Spring, andata in scena in Fiera di Vicenza dal 18 al 22 maggio, ad esserevolate a Las Vegas sono anche le nuove tendenze di stile del gioiello. TrendVision, l´Osservatorioindipendente di forecasting mondiale creato da Fiera di Vicenza e specializzato nella decodificazione delleattitudini dei consumatori, è approdato negli Stati Uniti. Un osservatorio protagonista affermato non solo aVicenza, ma anche a marzo all´Hong Kong International Jewellery Show.In questi giorni a Las Vegas un ricco programma di eventi e seminari si terranno nell´ambito delLuxury@Jck al Mandalay Bay Resort & Casino, dove Paola De Luca, direttore creativo di TrendVisionpresenterà i quattro mood individuati per la stagione 2014.«Fiera Vicenza è protagonisti a Las Vegas anche in passerella conclude Mantovani . In collaborazione conIce Agenzia sono state organizzate sei sfilate di gioielli denominate “Catwalk Italian Jewellery". Le modelleindossano i pezzi più rappresentativi di 30 fra le 130 aziende partecipanti a VicenzaOro Italian Club».

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Gioielli italiani ospiti di Agatha Ruiz de la Prada04/06/2013

By orafoitaliano

Si svolgerà dal 13 al 30 Giugno a Madrid la mostra “Formas y colores” di Corrado De Meo, artista orafocontemporaneo, che sarà ospitata, per la prima volta, nella boutique di Agatha Ruiz de la Prada. L’invitoall’artista è nato dalla comune passione per la moda, i volumi e i colori. De Meo, i cui lavori sono espostianche al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze, propone 40 pezzi unici creati appositamente perl’esposizione. Un lavoro sul colore e sulle sensazioni che il colore comunica, concetti alla base anche dellecreazioni della famosa stilista. I gioielli, dai volumi molto importanti, sono volutamente provocatori: unavolta indossati, in realtà, risultano estremamente leggeri, grazie alla particolare tecnica utilizzatadall’artista. Nella foto: “Giallo Dispari”, spilla in polistirolo, acrilici e argento.

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Metalli preziosi, Onu dà il via libera alle licenze percavi nei fondali oceanici

di Luca Pisapia | 31 maggio 2013

E’ ufficialmente cominciata una nuova corsa all’oro. Le pepite moderne sono immense quantità di oro, eanche di rame, cobalto, nichel, manganese e altri metalli e minerali preziosi. E la loro ubicazione non è piùil Klondike (Canada) tanto caro a Zio Paperone, ma i fondali degli oceani. Con conseguenze disastrose perl’ecosistema, anche perché le estrazioni saranno gestite da imprese private, da sempre più attente alprofitto che all’ambiente. Questa nuova corsa è stata lanciata dallo studio tecnico della Autoritàinternazionale dei fondali marini (Isa) delle Nazioni Unite, che prevede dal 2016 una vera e proprialiberazione delle licenze per gli scavi nei fondali oceanici. Motivandola con le seguenti ragioni: la crescitasia della domanda sia dei prezzi dei metalli; il crollo della loro disponibilità; l’avanzamento della tecnologia;il fatto che sia diventato redditizio per le compagnie del settore estrattivo.

Secondo una ricerca pubblicata nel 2011 su Nature Geoscience da ricercatori dell’Università di Tokyo, neifondali oceanici ci sarebbero una quantità di metalli e minerali oltre mille volte superiore a quella estraibilescavando sotto la crosta terrestre asciutta. Ma finora non c’era una vera e propria legislazione in materia,anche perché l’estrazione dei ‘noduli polimetallici’, come si chiamano le immense sedimentazioni roccioseoceaniche ricche di metalli e minerali, era antieconomica. Nel passato vi hanno investito canadesi, cinesi egiapponesi, e negli ultimi anni anche le isole del Pacifico come Papua Nuova Guinea, Fiji, Tonga e altre.Mentre le grandi multinazionali dell’estrazione come Rio Tinto e BHP Billiton se erano tenute alla larga.Oggi tutti cercano di entrare nel gioco.

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Le diciassette licenze finora accordate dalla Isa si riferiscono alla zona sudorientale del Pacifico (qui lamappa) dove si stimano ci siano quantità immense di nickel, rame e cobalto. Una delle ultime licenze,come appare dalla mappa di prima, è stata accordata a una sussidiaria inglese del colosso americano delladifesa Lockheed Martin, sempre tra i primi a fiutare gli affari. Ed ecco che, come conseguenza, le NazioniUnite hanno deciso di legiferare sulla concessione delle licenze in senso assolutamente permissivo.Aprendo enormi contraddizioni, come appare dal documento della stessa Isa quando si liquida laquestione ambientale con il controsenso che “finché non si scava, non si sa quanto si può incidere”. E così,se diversi ricercatori si sono opposti a questa liberalizzazione sulla base che l’estrazione mineraria è nonsostenibile di per sé, che sia fatta in mare o su terra, altri sono entrati nello specifico.

Come dice Paul Tyler, biologo al National Oceanography Centre, si metterebbero a rischio molte specie dianimali, destinate all’estinzione. Oppure, come spiega Richard Wysoczanski, fisico marino al NationalInstitute of Water and Atmospheric Research (Niwa), la vita a quelle profondità dipende dallo zolfo più chedall’ossigeno, e gli scavi libererebbero particelle di zolfo che entrerebbero nella catena alimentareoceanica modificandola in peggio: fino al pesce sulla nostra tavola. Inoltre, c’è il problema della sicuradistruzione delle sorgenti idrotermali e del probabile rilascio di radiazioni, oltre all’annosa questione dellostoccaggio delle scorie. Tutte problematiche bypassate dalle Nazioni Unite, che hanno deciso invece di farepartire la nuova corsa all’oro, come se il pianeta non ne avesse sopportate abbastanza.

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L’oro del Monte RosaMartedì 04 Giugno 2013 Scritto da Sara Parisi

Nella Val d’Ossola, in provincia di Verbano Cusio Ossola(Piemonte), sono una dozzina i siti auriferi ormai inutilizzati, mamolto apprezzati dai turisti.

Per questo motivo, in occasione della quinta giornata nazionaledelle miniere, l’associazione “Figli della miniera”, incollaborazione con il comune di Macugnaga e con il patrociniodell’Associazione Nazionale Ingegneri Minerari (ANIM), haorganizzato un convegno dal titolo “L’oro del Monte Rosa”,

tenutosi aMacugnaga la scorsa settimana.

L’obiettivo era quello di mettere in luce le potenzialità del distretto aurifero della Val d’Ossola, cercandodi trovare una soluzione alla chiusura delle miniere avvenuta cinquant’anni fa.

Fin dai tempi più antichi – ricordiamo che l’oro si è formato circa trenta milioni di anni fa parallelamente alprocesso di formazione delle Alpi – l’estrazione del metallo prezioso è stata ampiamente praticata.

Diverse società si sono occupate dello sfruttamento delle miniere, gestite nell’Ottocento dall’inglese ThePestarena Gold Minning, nel Novecento dalla Pietro Maria Ceretti e poi, a partire dal 1939, dallo Statoitaliano, per mezzo dell’Azienda Minerali Metallici Italiani (Ammi).

Nel 1961, però, a seguito di un incidente, le miniere di Pestarena, uno dei centri più redditizi, furonochiuse, sebbene l’oro sia ancora presente, secondo alcuni studi condotti dall’Università di Torino.

La Società Miniere di Pestarena, titolare di una concessione regionale, si è impegnata a farle rivivere.

Nel frattempo è stata firmata dalla comunità una petizione per la salvaguardia di alcune struttureimportanti per il patrimonio storico della città, come ad esempio la polveriera in cui venivano conservati idetonatori.

Il progetto è in realtà ancora più ambizioso, perché si pensa alla creazione di un ecomuseo dell’oro, chepossa valorizzare alcuni luoghi importanti del paese.

Si spera comunque di riuscire a risollevare la situazione delle miniere delle valli dell’Ossola, alcune dellequali, come quelle situate nella Valle Anzasca, erano le più importanti d’Italia e contribuivano allosviluppo dell’economia del Paese.

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JEWELLERY WEEK A LONDRA3 Giugno 2013

Pronti all'inizio della Jewellery Week britannica Ormai alla sesta edizione, dal 7 al 16 giugno, laJewellery Week offrirà una varietà di eventi aperti a tutti: dagli spettacoli alle esposizioni, dailaboratori agli incontri con alcuni dei più grandi nomi del settore. Tutte le info suwww.jewelleryweek.com

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L’oreficeria italiana in mostra a Varsavia03/06/2013By orafoitaliano

Una mostra autonoma di oreficeria italiana, organizzata dall’ICE, sarà ospitata prossimamente a

Varsavia, l’11 e il 12 giugno prossimi. Da anni,precisamente dal 2008, l’Istituto per il CommercioEstero del nostro Paese si fa promotore di similimanifestazioni, intese a presentare l’oreficeriamade in Italy nei Paesi dell’Est. Fino a ora, le tappedi questo progetto hanno già toccato negli anniVarsavia, Budapest, Bucarest e Sofia. I Paesidell’est rappresentano un mercato di notevole ecrescente interesse per le PMI del nostro Paese,sempre più rivolte all’esportazione delle proprieproduzioni. In occasione di questa mostra, sonostati invitati anche operatori provenienti da altri

Paesi dell’Europa Centro Orientale, da Paesi baltici e balcanici e dai Paesi asiatici più vicini.

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Pandora debutta a Firenzelunedì, 3 giugno 2013

Pandora – Firenze

Pandora inaugura il suo primo monomarca in Toscana, a Firenze. Il nuovo store del colosso danesedel gioiello componibile si estende per 50 mq su due livelli in via Por S. Maria 15r, nel centrostorico della città, non lontano dal Ponte Vecchio.

L’apertura è avvenuta con la formula del franchising in partnership con Andrea Poggi, già titolaredi una boutique multimarca nel capoluogo toscano in via Calzaiuoli.

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Il Tridente fa tic tacPubblicato il 3 giugno 2013 da Redazione | Alta orologeria, Motori&Stile

Gli orologi Maserati Time nascono dalla collaborazione con Morellato Group

Maserati viaggia spedita verso il suo centenario (si celebrerà nel 2014) sfornando novità einiziative che rendono giustizia a una storia che è fatta di motori, benzina, olio ed esclusività.

Dopo il debutto italiano di Ghibli, avvenuto nei giorni scorsi a seguito del lancio avvenuto al salonedell’auto di Shanghai, ora fa la sua comparsaMaserati Time, collezione di orologi autunno inverno2013 2014, nata dalla collaborazione tra la casa automobilistica modenese eMorellato Group.

Presentata a Milano nei giorni scorsi, Maserati Time si distingue per il design e la cura per idettagli che ancora oggi ispirano i modelli di Maserati. Sono questi infatti gli elementicaratterizzanti delle nuove collezioni create per gli appassionati degli orologi.

La presenza dei simboli di Maserati è il leitmotiv che dà vita ai modelli unici della collezione: dalTridente del logo, raffigurato su quadrante e corona di tutte le collezioni, alla mascherina alleruote delle auto, che valorizza lo sfondo dei quadranti. I contatori sono invece ispirati allastrumentazione delle automobili, mentre i cinturini in pelle riprendono i colori e i dettagli dellesellerieMaserati.

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Data: 01 Giugno 2013

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Orologio di lusso Ulysse Nardin Pride of BaltimoreScritto da: Rosario Scelsi sabato 1 giugno 2013

L’orologio di lusso Pride of Baltimore appartiene alla collezione Classico Cloisonné di Ulysse Nardin. uestomodello trae ispirazione dalla storia che ha cambiato l’uso dei Clippers durante la Guerra del 1812, rendendoomaggio ad uno dei suoi equipaggi più noti.

Il risultato degli sforzi è un segnatempo che unisce l’orologeria meccanica superiore con l’arte dellasmaltatura.

Solcando il mare, il Pride of Baltimore è rappresentato meravigliosamente, in un dettaglio realistico e digrande pregio, che dona carattere all’opera.

Ciò è stato possibile grazie alla smaltatura, in un processo dove i colori e i toni opachi, trasparenti otraslucidi, derivano dalle proporzioni in cui gli elementi sono mischiati per amalgamarsi, con unacomposizione spesso segreta.

Straordinariamente, ogni segmento è diviso da un filo d’oro in modo da impedire alla polvere dello smaltoancora liquido di colare in altre camere di cottura. Servono più di 500 mm di sottile filo d’oro per realizzarecloisons, una pratica che richiede 50 ore di lavoro e 26 processi per completare ogni quadrante.

Il Pride of Baltimore è una squisita rappresentazione di disciplina artistica realizzata dalle mani deglispecialisti migliori dello smalto su quadranti: Donzé Cadrans S.A. La relazione tra Ulysse Nardin e la famosamanifattura di quadranti smaltati risale agli anni’’80.

L’orologio di cui ci stiamo occupando, con cassa di 40 mm di diametro, è disponibile in un’edizione limitatadi 30 pezzi sia per l’oro bianco 18 carati che per l’oro rosa. E’ un modello a carica automatica alimentatodal calibro UN 815 ed ha certificazione cronometrica COSC. Dispone di una riserva di carica di 42 ore ed èimpermeabile fino a 50 metri.

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Catalogo Cartier 2013 con gioielli in materiali preziosi persognareScritto da: Rosario Scelsi venerdì 31 maggio 2013

Il catalogo Cartier propone i nuovi gioielli della splendida linea Panthère, che celebra unfelino intimamente connesso alla storia della maison. Si spazia dagli anelli ai bracciali,passando per i pendenti ed altri accessori preziosi.

Noi ne abbiamo scelti alcuni, che incarnano lo spirito di un marchio che ha fornito negli anni tantipersonaggi importanti e le corone di Spagna, Portogallo, Russia, Grecia, Serbia, Belgio, Romania, Egitto,Monaco e altre ancora. Ogni raccolta Cartier è una continua scoperta, da vivere nel segno delle emozioni.

I bagliori preziosi delle sue opere sono un inno all’arte, con un ricco assortimento di prodotti pieni dimagia. Interessante il bracciale manchette, in oro bianco, con occhi di smeraldo, naso d’onice, diamanti,toile de moire. Un ruolo centrale è affidato alla pantera. Ricordiamo che Louis Cartier, da vero precursore,fu il primo a “domare” il mitico animale che Jeanne Toussaint, la sua più stretta collaboratrice, scelse comeprediletto, ispirando una lunga scia di gioielli.

Splendido l’anello Maillon Panthère, modello extra large, in oro bianco con pavé di diamanti: una preziosacatena dalle maglie piatte e flessuose, che si av volge con sensualità attorno al collo o al polso.

Non meno seducente il pendente della stessa famiglia, plasmato in platino, con occhio di zaffiro, macchied’onice e diamanti. Veramente glamour il collier, in oro bianco, con smeraldo, piccoli pendenti d’onice,macchie di lacca nera e diamanti. Stessi ingredienti per altri accessori della linea, che si allaccia allatradizione in termini di gusto, bellezza e fascino artigianale.

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Che Chaos di orologioPubblicato il 31 maggio 2013 da Redazione | Alta orologeria

Nuova collaborazione rock tra Montegrappa e Sylvester Stallone

Dopo la collaborazione che ha portato alla nascita della penna e dei gemelli Chaos, si ripete lapartnership tra Montegrappa e Sylvester Stallone. Adesso tocca all’orologio da polso automaticoChaos.

Realizzato a mano in Italia, con lavorazione interamente artigianale, il suo dettaglio piùsorprendente è il rivestimento in argento o in oro massiccio della cassa, realizzata invece in acciaiocon finitura in PVD nero. Il motivo con teschio e serpenti è riprodotto su tutto il perimetro dellacassa, con un piccolo teschio che campeggia anche sulla corona di carica. I tratti salienti sonomessi in risalto da un chiaroscuro sottile.

Alla cassa si abbina un cinturino in cuoio con bordi, trama a contrasto efibbia che riprende il motivo del teschio, mentre le ore sono indicate connumeri romani. Il quadrante è nero in finitura satinata guilloché, a duelivelli con lancette luminose e datario a ore 3, ed è protetto da un cristallozaffiro.

Nella massiccia cassa in argento sterling o in oro massiccio 18k batte ilmovimento svizzero ETA 2824. La cassa è serrata da quattro viti, e ha unacorona a vite che ne garantisce la tenuta stagna fino a 10ATM.

Lanciata a Baselworld 2013 in aprile, la collezione di orologi in numero limitato è in mostraCouture Show di Las Vegas fino al 3 giugno.

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Cronaca

Sez. Bologna

Rapinarono gioielleria in via Zanardi in carcere idue autori del colpoSono stati rintracciati i due rapinatori che il 19 dicembre avevano ripulito la gioielleria Cristina divia Zanardi, portando via ben 150 mila euro. I carabinieri hanno scoperto che si tratta di due"trasfertisti" e che uno di loro, Carmelo Lazzari, brindisino di 40 anni, si trovava già in carcere perla tentata rapina commessa ad aprile ai danni di una gioielleria di via Dagnini. Il suo complice,invece, si chiama Teodoro Lupo ed è stato arrestato a Brindisi. Le ordinanze di custodia cautelaresono stare chieste dal pm Gabriella Tavano e firmate dal gip Maurizio Zavaglia. © RIPRODUZIONERISERVATA

04 giugno 2013 6 sez. BOLOGNA

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Maxi sequestro bigiotteria tossicaMartedì 04 Giugno 2013 Scritto da Alda Cannizzo

Un maxi sequestro di articoli di bigiotteria è avvenuto a Prato loscorso 29 maggio.

L’operazione della Guardia di Finanza, denominata “Skull 2”, si èconclusa con il sequestro di circa 500.000 monili destinati ad unpubblico giovane, potenzialmente dannosi per la salute.

Il comando provinciale della Guardia di Finanza ha reso noti iparticolari dell’operazione durante una conferenza stampa alla qualeera presente anche il professor Massimo Gola, docente di

dermatologia allergologica dell’Università di Firenze.

L’ingente bottino era composto da articoli come bracciali, ciondoli, collane, orecchini raffiguranti in largaparte dei teschi: da qui è stato preso il nome dell’operazione.

I monili, che avrebbero garantito introiti fino a 2 milioni e mezzo di euro, sono stati sottoposti ad alcuneanalisi cliniche che hanno evidenziato la presenza di cadmio, metallo pesante altamente tossico e di unaquantità 500 volte superiore alla soglia consentita di nichel, nonostante fosse presente in ogni accessoriola dicitura “Nichel Free”.

La maxi operazione è giunta al termine dopo lunghe indagini iniziate lo scorso luglio, quando erano già statisequestrati 130.000 articoli presso “Eurogiro”, ubicato nel “Macrolotto uno” (la zona industriale di Prato).

Quest’anno l’operazione ha interessato anche Roma e Milano per un totale di 24 imprenditori cinesidenunciati in seguito all’Autorità Giudiziaria, ai sensi del Codice Penale e del Codice di Consumo, per averdistribuito sul mercato prodotti contraffatti e pericolosi.

È stata altresì riconosciuta la violazione del regolamento REACH (Registration Evaluation andAuthorization of Chemicals), che elenca tutte le sostanze la cui commercializzazione deve attenersi aspecifici controlli di qualità, ed è stata attivata una procedura d’allerta detta “RAPEX”, circuito informativotelematico della Comunità Europea tramite il quale vengono segnalati agli organi di vigilanza sul territoriotutti gli articoli che necessitano di una particolare attenzione al fine di tutelare la salute del consumatore.

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TERRORISMO, COMUNE:A GIOIELLIERE UCCISO PIERLUIGI TORREGIANI INTITOLATOGIARDINO

Il Comune di Milano intitolerà a Pierluigi Torregiani "gioielliere, vittima del terrorismo", il giardino tra viaBaldinucci e via Maffucci, per ricordarlo nel luogo dove fu ucciso il 16 febbraio del 1979. Lo ha deciso laGiunta di Palazzo Marino, approvando la delibera di intitolazione. Pierluigi Torregiani, nato a Melzo (Mi) nel1926, era titolare di una gioielleria in via Mercantini, nel quartiere storico della Bovisa. La sera del 22gennaio del 1979 subì un tentativo di rapina mentre stava cenando in una pizzeria di via Malpighi confamiliari e amici. Il gioielliere e uno dei suoi accompagnatori reagirono alla rapina: la sparatoria causò lamorte di uno dei malviventi e di un avventore, oltre al ferimento di alcune persone tra cui lo stessoTorregiani che, nei giorni successivi, subì una serie di minacce. Il 16 febbraio, mentre stava aprendo ilnegozio insieme ai figli, l'orefice fu vittima di un agguato da parte di un nucleo terroristico intenzionato avendicare l'uccisione del rapinatore. Torregiani tentò una reazione ma fu colpito da un esponente delgruppo. Dalla sua pistola partì un proiettile che raggiunse il figlio quindicenne Alberto alla colonnavertebrale, rendendolo paraplegico. Torregiani fu ucciso con un colpo alla testa. Lo scorso settembre laCommissione consultiva del Comune per le Onoranze al Famedio, composta da consiglieri e da assessori,aveva espresso la volontà di ricordare Pierluigi Torregiani con una targa commemorativa. Con la delibera diGiunta di venerdì scorso, Torregiani sarà ricordato per sempre nel luogo in cui morì ad appena 42 anni nel1979.

(03 Giugno 2013)

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Nuovo Quotidiano Brindisida pag. 9

03-GIU-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Claudio Scamardella

Page 58: Rassegna stampa 5 giugno 2013

Nuovo Quotidiano Brindisida pag. 9

03-GIU-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Claudio Scamardella

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Scoperti 2 tunnel fatti dalla banda del buco persvaligiare gioielleria e bancaControlli della polizia nella rete fognaria, i due "passaggi" in via Benedetto Croce

Due 'buchi' scoperti in via Benedetto Croce dagli agenti della Squadra Sommozzatori dell'Ufficio PrevenzioneGenerale della Questura di Napoli: uno vicino ad una gioielleria, l'altro vicino ad un istituto bancario.

Gli agenti hanno individuato i fori mentre erano impegnati nella perlustrazione della rete fognaria della zona del'Centro Storico'.

Il primo "buco" è stato rinvenuto nel tratto prospiciente una gioielleria con ancora un martinetto utilizzato moltoprobabilmente dalla 'banda del buco' per il contenimento della volta poco sotto il pavimento del negozio. Pocodistante è stato scoperto un "buco" di dimensioni ridotte, un cunicolo profondo 60cm con un diametro di 50cm, indirezione di un istituto bancario.

(01 giugno 2013)

Page 60: Rassegna stampa 5 giugno 2013

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