rassegna 11-5-2012

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Ufficio stampa Rassegna Idv ER dell'11-5-2012 Pagina 1 di 28

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rassegna 11-5-2012

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Ufficio stampa

Rassegna Idv ER dell'11-5-2012

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extra IDV

Bologna

Modena

Ferrara

Ravenna

Forlì Cesena

INDICE

“Quel tonfo io continuo a risentirlo è un dolore che non andrà mai v11/05/12 La Repubblica Bologna 4

Indagine sul posto in Parlamento11/05/12 Il Resto del Carlino Forlì 5

Il sindaco ha invitato per la seconda volta i vertici di Hera a ridursi i compensi”11/05/12 La Voce di Romagna Cesena 7

Il movimento 5 stelle non deve aver paura di diventare grande11/05/12 La Voce di Romagna Cesena 8

La conferma dell’autopsia: morte immediata11/05/12 La Voce di Romagna Imola 9

Grillo: “Uscire dall’euro non è un tabù”11/05/12 La Voce di Romagna Rimini 10

Il movimento 5 stelle non deve aver paura di diventare grande11/05/12 La Voce di Romagna Rimini 11

Assedio al Carroccio La procura di Forlì cerca le carte di Pini11/05/12 La Voce di Romagna forlì 12

Necrologio11/05/12 Il Resto del Carlino Bologna 13

Necrologio 211/05/12 Il Resto del Carlino Bologna 14

Necrologio 311/05/12 Il Resto del Carlino Bologna 15

LA DISTANZA TRA MAURIZIO E LA POLITICA11/05/12 La Repubblica Bologna 16

“Quel tonfo io continuo a risentirlo è un dolore che non andrà mai v11/05/12 La Repubblica Bologna 4

“Che angoscia quell’ufficio con i sigilli”11/05/12 La Repubblica Bologna 17

La conferma dell’autopsia: morte immediata11/05/12 La Voce di Romagna Imola 9

Un giardino a misura di scuola11/05/12 Gazzetta di Modena 18

Noi siamo per l’alternanza. Quella giusta11/05/12 Il Resto del Carlino Ferrara 19

Vodafone, la Provincia si defila11/05/12 Il Resto del Carlino Ravenna 21

Fuga di notizie sulla contravvenzione alla Celletti, un ispettore sapeva tutto11/05/12 Il Resto del Carlino Cesena 22

Indagine sul posto in Parlamento11/05/12 Il Resto del Carlino Forlì 5

Il sindaco ha invitato per la seconda volta i vertici di Hera a ridursi i compensi”11/05/12 La Voce di Romagna Cesena 7

Il movimento 5 stelle non deve aver paura di diventare grande11/05/12 La Voce di Romagna Cesena 8

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Rimini

Assedio al Carroccio La procura di Forlì cerca le carte di Pini11/05/12 La Voce di Romagna forlì 12

La piada si mangia seduti ma senza comfort11/05/12 Corriere Romagna di Rimini 23

Quanti Pascoli “diversi” da riscoprire11/05/12 Corriere Romagna di Rimini 24

“Scheletri noi? Andiamo tutti in Procura”11/05/12 La Voce di Romagna Rimini 26

Psc e Rue ok Maggioranza compattata11/05/12 La Voce di Romagna Rimini 27

Grillo: “Uscire dall’euro non è un tabù”11/05/12 La Voce di Romagna Rimini 10

Gastronomie O mangi seduto o in alternativa appoggi il cibo11/05/12 La Voce di Romagna Rimini 28

Il movimento 5 stelle non deve aver paura di diventare grande11/05/12 La Voce di Romagna Rimini 11

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SILVIA BIGNAMI

«QUEL tonfo, io continuo a sen-tirlo». Nel suo ufficio in Provincia, Raffaele Donini si nasconde il vi-so tra le mani. Le finestre aperte sui tetti, il sigaro acceso e gli occhi rossi. Il segretario Pd scuote la te-sta: «Ho dormito a intermittenza stanotte, non è facile». Uno schiaffo, quel tuffo nel buio di una terrazza dellaRe gione: «Mi ha col-pito, mi ha sconvolto, che posso dire di più?». Donini si contorce sulla sedia quando pensa a quel che può avere spinto il Cev, così mite, così affabile, a togliersi la vi-ta con la brutalità di un salto nel vuoto. Non certo ilPd, ripete, qua-si a prevenire gli "sciacalli" che forse tireranno in ballo le delusio-ni di Maurizio, malsopportato dall'intellighentsija Pd per quel suo animo troppo pop. «Non mi sento in colpa, io sono stato sem-pre con lui. Non ci sto a chi dice che il Pd lo avrebbe trattato male, o contestato. Nel Pd ci fu una di-scussione, come accade sempre, poi fummo tutti uniti sulla sua candidatura a sindaco. Anzi, le critiche venivano dall'esterno, da chi ci diceva che ci appoggiavamo troppo su di lui, che facevamo pri-marie di facciata, non dall'inter-no».

È un travaglio intimo quello di Donini, iniziato mercoledì matti-na alle otto, quando le prime voci cominciavano a rincorrersi: Ce-venini si è ucciso? «Mi hanno chiamato, d'istinto ho risposto che non era vero nulla. Poi, appe-na ho attaccato, ho sentito un bri-vido che mi ha gelato il sangue». In un istante la tentazione di chia-mare Maurizio, a uno dei due cel-lulari che lui aveva lasciato testi-moni ordinati sulla scrivania «È durata una frazione di secondo, e poi ho ricevuto un messaggio di Stefano B onaccini che mi ha dato la notizia. Ero al bar, vicino casa, ho mollato tutto e sono corso in Regione, senza nemmeno riusci-re a pensare». Ancora adesso, «al-terno momenti di disperazione a momenti in cuinon ci cre do . È dif-ficile, molto difficile». Perché Do - nini, nel Cev, ci ha sempre credu-to: era l'uomo che doveva riallac-ciare la «connessione sentimen-tale con la città». Il leitmotiv del mandato del segretario, incarna-to da Cevenini. Fu Donini a "sdo-

gli feci la domanda, lui si illuminò, mi disse che era il segno della sua vita». Un sogno che si è infranto quando la malattia si è messa di mezzo: un'ischemia, inaspettata. «Quando capitò io cercai di soste - nerlo: eravamo disposti a conge-lare le primarie, ad aspettarlo». Il partito, giura Donini, era con lui. «Certo, ci fu una discussione sul fatto di scegliere lui, come candi-dato, come in tutti i p artiti politici. Anche quando io mi sono presen-tato alla segreteria non tutti erano d' accordo, ma quando Cevenini è diventato candidato sindaco era-vamo tutti uniti a sostenerlo». Non è bastato però. L'ischemia ha infranto il sogno di Cevenini. E poi la depressione, la delusione per non essere diventato presidente del consiglio comunale, perché «il partito non se la sentì di prestare il fianco a critiche sui doppi incari-chi, anche se sapevamo che lui ci teneva». E poi le critiche che rice-vette, anche dal Pd, per non esser-si dimesso dallaRegione dopo l'e-lezione in consiglio comune. «Maurizio era molto sensibile alle critiche. Questo forse era un suo punto un po' debole, però il parti-to non è un covo di vipere, gli sia-mo stati vicini. E poi c'era ancora il futuro. Alla festa dell'Unità con la Finocchiaro, gli dissi di prepa-rarsi alle politiche. Era tra coloro che potevano essere candidati». Anche di recente, «avevamo pen-sato a nuovi progetti per il Pd, che lo coinvolgevano. Io mi consulta-vo sempre con lui. Era tra le prime persone che sentivo, per le deci-sioni importanti». Progetti come quello della Festa dell'Unità in Santo Stefano, «che organizzam-mo io, lui e Mingardi, quando lo vidi felice, raggiante, anche dopo il malore». Ora re sta la tristezza e il desiderio di ricordarlo, in qualche modo. «Dopo il funerale, certa-mente lo celebreremo con uno spazio, anche allaFesta dell' Unità che lui tanto amava». Il segretario si sofferma, tace, e riprende: «Ce - venini, prima che un politico, era un campione delle relazioniuma-ne. Nel popolo del Cev c'è anche il Pd, ma il suo popolo va oltre il Pd. È un patrimonio per Bologna, da condividere con la città». Ne par-la al presente, e forse non è un la-psus, ma la convinzione che infondo "Il Cev c'è".

C RIPRODUZIONE RISERVATA

Il segretario provinciale del Pd in lactine: sulla sua candidatura ci fu una discussione, ma poi Immo tutti d'accordo

"Quel tonfo io continuo a risentirlo è un dolore che non andrà mai via Donini: ma non mi sento in colpa, gli sono stato sempre afianco

ganarlo", a stupire chi storceva il naso, dicendo che «il Pd doveva assomigliare di più a lui, al Cev, al suo stare in mezzo alla gente, alla sua civicità». Era stato Donini a chiedergli se voleva correre per la

poltrona di sindaco. «Me lo ricor-do ancora: lo portai a Monte Bu-dello perché volevamo stare un po' lontano dai riflettori, ma ov-viamente fu inutile, perché il Cev lo conoscevano anche là. Quando

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LADIS Pà REIOELAPOUT

press unE 11/05/2012 LOGNA

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L'ZNCMCSrA L'ONOREVOLE DELLA LEGA GIANLUCA PINI DI NUOVO NEI GUAI. PERQUISIZIONE IN VIA BELLERIO

Indagine sul posto in Pari ento Per la Procura nel 2006 avrebbe acquistato la carica con,finte donazioni al partito

LE RIVELAZIONI DELLA DAGRADA

IL sistema era usato da tutti, it patto era sottoscritto davanti a un notaio

di MAURIZIO BURNACCI

E ADESSO quella che poteva sembrare una piccola vendetta tra (ex) amici -- Francesco Apri& 'la - no contro Gianluca Pini (foto) — rischia di diventare dinamite poli-tica nazionale .

Lo stesso senatur Umberto Bossi se n'è reso conto, merco-ledì sera: i guai giudiziari della Lega non si placano. Anzi, lievita-no. Di giorno in giorno.

lo stesso Gran Capo ad accoglie-re i poliziotti, mercoledì alle 19 nella storica sede del Carroccio di Milano, in via Bellerio. Dopo una stretta di mano, Bossi si defila. E lascia spazio agli uomini della pro-cura e della Squadra mobile di Forlì. Gli investigatori, capitanati dal sostituto commissario Clau-dio Di Marco, hanno in nano un ordine di sequestro firmato dal procuratore Sergio Sottani e dal pm Fabio Di Vizio. L'improvvisa-ta si chiude alle 22.30 ed è legata all'inchiesta che vede Pini indaga-to per evasione fiscale in relazio-ne alle sue aziende di import-export di caffè.

GLI inquirenti sono li con un obiettivo: cercare le carte in cui lo stesso Pini avrebbe dichiarato — con tanto di atto notatile — di

aver 'comprato' dalla Lega il suo posto in Parlamento, versando ogni mese 2420 euro, ma a titolo di donazione, meccanismo giuri-dico esentasse che permette a en-trambi i contraenti di eludere il versamento allo Stato del 19% d'imposta. «Altro che donazione. Qui siamo di fronte a una vera co.mprave adita sotto le mentite spoglie dì una donazione», dico-no fonti della procura. La svolta arriva nei giorni scorsi, dopo gli interrogatori di Francesco Belsi-to (ex tesoriere leghista, poi desti-tuito) e Nadia Dagrada (segreta-ria degli uffici di via Bellerio). Nell'ottica degli inquirenti forli-

vesi., l'orizzonte che si prospetta sarebbe a dir poco inquietante: Belsito e Dagrada avrebbero rife-rito che «tutti i parlamentari le-ghisti» — prima delle elezioni, nel 2000 e nel 2006 — avrebbero sottoscritto questo patto. Non so-lo. La Dagrada avrebbe riferito in procura a Forlì che «la maggioran-za dei partiti» — grazie alle liste bloccate del Porcellu m, l'attuale sistema elettorale — avrebbe esco-gitato questo stratagemma. Così adesso gli investigatori forlives stanno pianificando in queste ore un ulteriore livello d'inchiesta. Ossia, dirottare le forze verso Ro-ma. Verso il Parlamento. Dove —

stando alle testimonianze di Belsi-to e Dagrada — sarebbero deposi-tate le carte complete che svelereb-bero il giochetto dribbla-tasse: i documenti sequestrati mercoledì sera a Milano sarebbero infatti in-completi. Per questo la prossima tappa sarà la capitale. Dove però gli investigatori forlivesi potreb-bero scandagliare casse e cassetti anche degli altri partiti. «Così fan tutti» avrebbe dichiarato la Dagra-da a Sottani e Di Vizio.

QUAL È lo scenario che gli inve-stigatori fori ivesi ipotizzano dopo aver sentito testimoni e raccolto rogiti notarili, conti correnti e as-

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press unE 11/05/2012

il Resto del Carlino

FORLI

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, . RATE MENSILI

L L DI 2420 EURO CACCIA A I VERBALI GLI INQUIRENTI FORLIVESI NELLA SEDE LEGHISTA ACCOLTI DAL SENATUR

Milano ore 19: Bossi strin ge la mano agli agenti Qui siamo di fronte a una compravendita sotto Le mentite spoglie di una donazione

segni bancari? Per la procura, «Pi-ni e tutti i leghisti» sottolineano gli inquirenti — ma Pini resta l'unico indagato —, avrebbero «comprato il loro posto in Parla-mento» grazie a una finta donazio-ne al partito. Prima delle urne, i prescelti nelle liste bloccate del Porcellum, avrebbero versato un obolo. Una caparra. Nel 2000, due-mila curo. Nel 2006, 2420 euro. Ci-fre che il candidato s'impegnava a versare, ogni mese, per tutta la le-gislatura (che dura cinque anni). Ufficialmente, sono donazioni. Ma per legge la donazione si può fare solo per «un bene già esisten-te...», non su una promessa (il can-didato non è certo di essere elet-to: Pini infatti nel 2000 restò a pie-di). Gli atti notarili sarebbero così di fatto nulli. E con questo ingra- naggio dicono gli inquirenti ci guadagnano tutti. I parla- mentari: perché con uno stipen-dio costituito di soli soldi pubbli-ci possono contare su crediti d'im-posta che nel corso degli anni az-zerano il carico del versamento iniziale. E ci guadagnano i partiti, in questo caso la Lega: che con la 'vendita' presunta del posto di onorevole sotto forma di donazio-ne evita l'imposta lorda del 19% (tanto per legge i partiti possono detrarre donazioni fino a 103mila curo, figuriamoci 2420 curo...).

GLI uffici di via Bellerio sono pieni. Affol-lati. Dirigenti, funzionari, impiegati. L'orario è quasi passato. Ma si lavora. Al-troché. Schiena curva, capo chino, su com-puter, carte, cartelle. Fuori, la solita aduna-ta. Di curiosi e cronisti. Tivù e taccuini. Poi alle 19 di mercoledì un paio d'auto si bloccano a una decina di metri dall'ingres-so del palazzo del Carroccio, la casa, la cul-la dei leghisti, lì dove il senatur fondò la sua creatura, la sua fortuna politica. Dalla vettura scendono in tre, quattro. Sventola-no i tesserini di riconoscimento. Sono poliziotti. Della procura di Forlì. In mano hanno un ordine di sequestro firma-to dal procuratore Sergio Sottani e dal pm Fabio Di Vizio. Devono cercare carte. Ver-bali. Ogni cosa. Ogni cosa che porti a Pini. Anzi no: ogni cosa che porti a un meccani-sino strano, ossia «le finte donazioni». Astuzia giuridica del tutto esentasse che permette — che avrebbe permesso — «di acquistare la candidatura» e quindi — se

andava bene — il posto a Montecitorio o Palazzo Madama. Ma nella maggioranza dei casi, quasi tutti venivano eletti. Perché questo giochetto delle presunte «finte do-nazioni» (la cui spirale è disvelata nel pez-zo sopra) l'avrebbero fatto solo quei candi-dati che negli elenchi rigidi del Porcellum stilati dai maggiorenti di partito figurava-no nei primi posti ed erano quindi quasi certi di finire nell'olimpo dei preferiti de-gli elettori. Questo dice la procura, forte delle testimonianze di Belsito e Dagrada. Alla fine, verso le 22.30, gli inquirenti forli-vesi lasciano la sede di via Bellerio. Sotto braccio il sostituto commissario Claudio Di Marco stringe un faldone bello pieno. «Carte preziose» sottolineano fonti vicine alla procura. «Verbali di conti correnti, ro-giri

notarili, assegni». Ma sono carte in-

complete. Così la prossima tappa sarà il Parlamento, a Roma. Dove per gli investi-gatori forlivesi sarebbero nascoste altre «carte preziose. Molte preziose».

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il Resto del Carlino

FORLI

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RISPOSTA DEL VICESINDACO BATTISTINI Al GRILLINI

"Il sindaco ha invitato per la seconda volta i ve ci ch Hera a ridursi i compensi" • • • • •

CESENA il Vicesindaco Carlo Battistini risponde alla capo-gruppo Cesena 5 Stelle sull'as-semblea degli azionisti di Hera e sulla riduzione dei compensi di presidente, vicepresidente e amministratore delegato.

"Il Sindaco di Cesena ha in-viato al Presidente di Hera spa, dottor Tomaso Tommasi di Vignano, 1'11 aprile scorso, una lettera con la richiesta di portare all'ordine del giorno del Consiglio di Amministra-zione la riduzione dei com-pensi dell'organo amministra-tivo della società che attual-mente, per quanto riguarda per esempio, Tomaso Tomma-si di Vignano si agggirano in-torno ai 417 mila euro all'an-no (quelli del presidente di A2A energia Milano sono di

Il presidente di He-ra ha un compenso di 416 mila euro

un milione e mezzo circa). Nell'ultima assemblea del

27 aprile, il Comune di Cesena ha votato a favore della deli-bera "Presentazione della re-lazione sul governo societario

e deliberazioni in merito alla politica di remunerazione" in quanto tale relazione contiene proprio le linee guida per l'a-zienda quali il sistema di con-trollo interno, il comitato eti-co, il modello organizzativo per la prevenzione dei reati, la politica di remunerazione va-riabile basata su performance industriali e non finanziarie. Ma l'operazione di ridurre i compensi spetta al consiglio di amministrazione e non al-l'assemblea dei soci. Comun-que il sindaco di Cesena ha ri-badito la sua volontà, inol-trando, insieme ai Sindaci di Rimini e di Porli, una nuova ri-chiesta al Consiglio di Ammi-nistrazione di Hera affinchè venga ridotta la remunerazio-ne dei top manager".

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Ladri in ruga sui tetti di Ponte ;badesse

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NON SONO SOLO "GRILLINI"

Il movimento 5 stelle non deve aver paura di diventare grande

di Ivan Simonini

Un solo punto unisce i commenti postelettorali dei cinquestellini (bisognerebbe smettere di chiamarli "grillini") e i commenti postelettorali

dei cosiddetti partiti. Ed è - contro ogni evidenza - un punto d'errore per entrambe le parti: né gli uni né gli altri ammettono che ora il Movimento Cinque Stelle è un partito. I cinquestellini hanno una paura boia di essere diventati finalmente un partito. I vecchi partiti hanno invece una paura boia che 1' M5S sia ormai proprio un partito vero e si affrettano a minimizzarne il successo attribuendolo a un momentaneo sbandamento protestatario dell'elettorato confuso dalla crisi. In questo modo, i vecchi partiti fanno sì il loro maledetto mestiere, i cinquestellini no. Sembrano sorpresi, loro per primi, più degli avversari. Ma se vorranno confermare e consolidare il credito ricevuto nelle elezioni amministrative, dovranno finirla di cascare dalle

nuvole e farsi una volta per tutte una ragione del fatto che l'M5S è un partito ad ogni effetto, lo vogliano o no. Tenere la testa sotto la sabbia equivale a prepararsi lo stesso triste epilogo dell'Uomo Qualunque di Giannini negli anni '50, mentre le prospettive dei 5stellini appaiono decisamente più promettenti, corpose e durature. Se finora ha fatto la "formica" senza essere notato più di tanto, oggi il "grillo" non può far a meno di farsi "cicala", deve parlare e cantare, in primis alla sua gente. Cioè deve esprimere dei leaders riconosciuti, dei dirigenti, dei capi, magari a termine o a turno, ma che siano in grado di prescindere operativamente da Beppe Grillo, cui tutti i 5stellini potranno conferire il ruolo simbolico di presidente onorario in eterno del movimento, stando però ben attenti a non delegargli di fatto il ruolo di segretario politico generale reale del movimento stesso. Guai per il movimento se il capocomico, pur detonatore del fenomeno, venisse percepito come la sostanza del nuovo partito, al quale si richiede invece di dimostrare di non avere padroni e di non essere perciò come tutti gli altri. La replica, umanamente volgare, di Beppe Grillo al Presidente della Repubblica è persino peggio della clamorosa gaffe di un Napolitano accecato sul viale del tramonto e da tempo non più super partes. Fondamentale come ariete durante la pars destruens, l'irruenza di Beppe Grillo sarebbe suicida nella pars construens, dove non serve sparare all'impazzata, ma serve premere il grilletto democratico usando fino in fondo gli spazi di manovra e di potere istituzionale ottenuti dal voto popolare. EM5S, cui spetta il merito storico di aver stoppato la deriva dell'astensionismo, quando supererà il naturale timore di sporcarsi le mani, non solo non si scioglierà come neve al sole (nell'attuale contesto politico ci vuol poco per far molto) ma potrebbe rivelarsi un inedito e luminoso sol dell'avvenire. Come in un sogno. Basti pensare che, se l'MSS ottenesse nei capoluoghi romagnoli gli stessi risultati conquistati altrove, qui in Romagna il centro-sinistra non avrebbe più la maggioranza. Ma non basterebbe: adesso che il grillo ha fatto il salto, è giunto il momento di saltare il Grillo.

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L'ESAME CADUTA DA 30 METRI

La conferma dell'autopsia: morte immediata

autopsia sul corpo di Mau- rizio Cevenini ha confer- mato la morte immediata

del consigliere regionale in seguito alla caduta, dall'altezza di 30 metri, che gli ha provocato gravissime e plurime lesioni interne. Agli accer-tamenti di ieri pomeriggio, svolti dai periti nominati dalla Procura, Elia Del Borrello, Eva Montanari e Susi Pelotti, ha partecipato anche il procuratore aggiunto Valter Gio-vannini, che insieme al pm Dome-nico Ambrosino si occupa delle in-dagini aperte dalla Procura per ri-costruire le circostanze del suicidio. Quanto al caso di Giovanni Favia, che ha confermato alla Dire che si trovava negli uffici della Regione E-milia-Romagna, martedì sera, spie-gando anche di aver sentito un 'tonfo', gli inquirenti valuteranno se ascoltarlo. Lo sentirete? "Valutere-mo", risponde Giovannini, che ag-giunge: "La Procura chiede per fa-vore a chi ha qualcosa da riferire di rivolgersi immediatamente agli in-quirenti".

Pagina 27 IMOLA

Girn di proteste dei dipendenti comunali

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press unE 11/05/2012 IAVOCE Romagna

Rimini San Marino --

Grillo: "Uscire dall'euro non è un tabù"

L'Italia deve prendere in considerazione l'ipotesi "di uscire dall'euro, il tema non può essere più un tabù". Lo ha detto Beppe Grillo in una intervista all'agenzia Bloom-berg. "Il debito pubblico sa-le, la spesa pubblica è fuori controllo, le aziende fallisco-no, i costi del lavoro aumen-tano, gli stipendi calano e noi non abbiamo nemmeno più la possibilità di contrat-tare sul nostro debito", ha detto sottolineando quindi che "l'euro è un cappio al collo che si restringe di gior-no in giorno".

Pagina 5 ITALIA 1,10.0

`Cela faremo". Se non si anunamano lutti

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38 LETTERE & COMMENTI

romagnoli stanno cambiando, in meglio

press unE 11/05/2012 1AV-0CE:di

Rimini e San Marino

NON SONO SOLO "GRILLINI"

Il movimento 5 stelle non deve aver paura di diventare grande

di Ivan Simonini

Un solo punto unisce i commenti postelettorali dei cinquestellini (bisognerebbe smettere di chiamarli "grillini") e i commenti postelettorali

dei cosiddetti partiti. Ed è - contro ogni evidenza - un punto d'errore per entrambe le parti: né gli uni né gli altri ammettono che ora il Movimento Cinque Stelle è un partito. I cinquestellini hanno una paura boia di essere diventati finalmente un partito. I vecchi partiti hanno invece una paura boia che 1' M5S sia ormai proprio un partito vero e si affrettano a minimizzarne il successo attribuendolo a un momentaneo sbandamento protestatario dell'elettorato confuso dalla crisi. In questo modo, i vecchi partiti fanno sì il loro maledetto mestiere, i cinquestellini no. Sembrano sorpresi, loro per primi, più degli avversari. Ma se vorranno confermare e consolidare il credito ricevuto nelle elezioni amministrative, dovranno finirla di cascare dalle

nuvole e farsi una volta per tutte una ragione del fatto che l'M5S è un partito ad ogni effetto, lo vogliano o no. Tenere la testa sotto la sabbia equivale a prepararsi lo stesso triste epilogo dell'Uomo Qualunque di Giannini negli anni '50, mentre le prospettive dei 5stellini appaiono decisamente più promettenti, corpose e durature. Se finora ha fatto la "formica" senza essere notato più di tanto, oggi il "grillo" non può far a meno di farsi "cicala", deve parlare e cantare, in primis alla sua gente. Cioè deve esprimere dei leaders riconosciuti, dei dirigenti, dei capi, magari a termine o a turno, ma che siano in grado di prescindere operativamente da Beppe Grillo, cui tutti i 5stellini potranno conferire il ruolo simbolico di presidente onorario in eterno del movimento, stando però ben attenti a non delegargli di fatto il ruolo di segretario politico generale reale del movimento stesso. Guai per il movimento se il capocomico, pur detonatore del fenomeno, venisse percepito come la sostanza del nuovo partito, al quale si richiede invece di dimostrare di non avere padroni e di non essere perciò come tutti gli altri. La replica, umanamente volgare, di Beppe Grillo al Presidente della Repubblica è persino peggio della clamorosa gaffe di un Napolitano accecato sul viale del tramonto e da tempo non più super partes. Fondamentale come ariete durante la pars destruens, l'irruenza di Beppe Grillo sarebbe suicida nella pars construens, dove non serve sparare all'impazzata, ma serve premere il grilletto democratico usando fino in fondo gli spazi di manovra e di potere istituzionale ottenuti dal voto popolare. EM5S, cui spetta il merito storico di aver stoppato la deriva dell'astensionismo, quando supererà il naturale timore di sporcarsi le mani, non solo non si scioglierà come neve al sole (nell'attuale contesto politico ci vuol poco per far molto) ma potrebbe rivelarsi un inedito e luminoso sol dell'avvenire. Come in un sogno. Basti pensare che, se l'MSS ottenesse nei capoluoghi romagnoli gli stessi risultati conquistati altrove, qui in Romagna il centro-sinistra non avrebbe più la maggioranza. Ma non basterebbe: adesso che il grillo ha fatto il salto, è giunto il momento di saltare il Grillo.

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Assedio al Carroccio La procnmdi Folli cereale carte di Pini E ...il •

POLITICA E FINANZA Gli inquirenti sequestrano cartelle sul passaggio di denaro dai politici al partito. Domenica c'è il congresso per scegliere i nuovi vertici di Romagna

Assedio al Carroccio La procura di Fori! cerca le carte di Pini La Lega Nord entra nel-

l'obiettivo della procura di Forlì. Con un'opera-zione a sorpresa, gli uo-

mini della squadra mobile e il sostituto commissario Claudio Di Marco sono stati alla sede del Carroccio di via Bellerio, il quar-tier generale del partito a Mila-no, alla ricerca di documenti. La visita è avvenuta mercoledì sera ed è durata alcune ore. Le carte che interessano la procura ri-guardano Gianluca Pini, il volto più noto della Lega in Roma-gna, e i versamenti di denaro che avrebbe effettuato à parti-

to. I magistrati di Forlì hanno già sentito l'ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, e la segretaria Nadia Dagrada. L'ipotesi è che gli eletti dovessero pagare una

certa somma di denaro in cam-bio della possibilità di parteci-pare à voto come candidati. Si-nora, l'attenzione della procura di Forlì si era fermata agli affari privati di Pini e ad alcune ope-razioni fiscali per le quali l'ono-revole risulta indagato: i magi-strati pensano che due delle sue società siano coinvolte nel mancato pagamento di imposte per due milioni di euro. Il caso non è mai stato messo in rela-zione alla Lega. I fatti di merco-ledì portano pressione sul par-tito.

Galliani a pagina 11

Pagina 1

L4VOCE

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press unE il Resto del Carlino

11/05/2012

Bologna

I Conslglieri regionali LIANA BARBATI, SANDRO k.,i1ANDINI e FRANCO GRILLI-NI, anche a nome dei collaboratori de Gruppo IDV in Assemblea Legislativa del-la Regione Ernilia Romagna, si uniscono aE profondo dolore della fanniiglia per la scomparsa dei caro

Maurizio Bologna, 11 Maggio 2012.

SPE- Numero Verde Necrologe t. 800 017 168

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press unE il Resto del Carlino

11/05/2012

Bologna

SANDRO MANDIN i a nome dell' Italia dei Valori di Bologna si unisce al dolore della moglie ROSSELLA e della figlia FEDERI-CA per la scomparsa di

Maurizio e io ricorda per la grande sensibilità e di-sponibilità che ha sempre dimostrato per i bolognesi oltre al profondo rispetto delle istituzioni dove ha operato con grande ca-pacità e lealta.

Bologna, 11 Maggio 2012.

SPE- Numero Verde Necrologe t. 800 017 168

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press unE il Resto del Carlino

11/05/2012

Bologna

SILVANA MURA, Segretaria regionale del-l iij ltalia dei Valori, partecipando al proton-do dolore della famiglia. , ricorda

Maudzio come esempio di impegno politico e socia-le che ha riscosso la fiducia e l'affetto dei cittadini oltre al rispetto de colleghi che hanno avuto l'opportunità di lavorare al suo fianco.

Bologna, 11 Maggio 2012.

SPIE-Numero Verde Necrologie, t. 800 017 168

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La distanza tra Maurizio e la politica

MARCO MAROZZI

S I E gettato dalla torre della politica, dalla torre più alta. Correva in Smart su strade in cui gli altri, tutti gli altri, viaggiano su Tir, auto blu, scorte corazzate. Non conta-

va quasi niente nel suo partito, contava moltissimo fra la gen-te. Esistono molte ipocrisie per rimpiangere Maurizio Ceve-nini, forse l'unico modo per onorarlo è capire che la sua sto-ria politica era segnata. Sicuramente nella politica attuale, probabilmente in qualsiasi tipo di politica, in qualsiasi parti-to, in qualsiasi nazione, in qualsiasi epoca.

SEGUE A PAGINA III

LA DISTANZA TRA MAURIZIO E LA POLITICA MARCO MAROZZI

(segue dalla prima di cronaca)

NON è uno sconfitto, non è Mister Preferen-ze diventato Mister So-

litudine, è vittima del male oscuro della politica e insie-me di una politica che non esiste. E' un P eter P an meravi-glioso, il più dolce e inadatto a navigare in un mare dove pur aveva veleggiato per decenni. Quando però l'isola di appro-do si è vista all'orizzonte, quando ci si è dovuti attrezza-re p er il gioco duro, inevitabil-mente duro, lui è andato in pezzi. Cevenini è l'uomo che non volle farsi sindaco, l'esat-to opposto di Merola che ha

resistito a tutto. La politica è sangue e sudo-

re (qualcuno usò parole più grevi), sotto la nobiltà, i valo-ri, i progetti. È scontro, sono nemici, capacità di tramutare il male, anche quello oscuro dentro dite, almeno in decen-za. Non puoi, proprio non puoi. essere amico di tutti. E' rappresentanza che diventa governo. Cevenini era un gentiluomo colossale, un uo-mo buonissimo che credeva in una politica che non c'è. Orrendo, ma è politico quel gesto di lanciarsi dal settimo piano della Regione. Dal Pa-lazzo. E' politico e insieme la sconfitta dellap olitica e dell'i-dentificazione di essa con la vita.

Cevenini lo votavi perché

gli volevi bene, non perché conoscevi il suo programma politico. Parlava di politica della leggerezza — non liqui-da, aveva letto Calvino, non Baumann, era l'unico politi-co aprendere appunti mentre Prodi-Diamanti presentava-no il libro postumo di Ed-mondo Berselli -, non era solo un prezzemolo, era un uomo curioso, attento, solidale. Ascoltava gli avversari politi-ci, tramutava i matrimoni in gioiose lezioni di educazione civica, andava d'accordo con i grillini e Grillini, la Chiesa —che mandailvescovoVecchi a celebrargli il funerale— e i gay.

Era il politico più amato, ma un politico-politico ama-to non si uccide. La ricchezza di Cevenini è diventata la sua

tragedia. Ottimo capolista per raccogliere voti, ma voti per eleggere soprattutto altri. Questa è la politica, piaccia o non piaccia. E' capacità di non incrudelirsi, ma sapendo essere crudeli. Maurizio era buono, sensibile, intelligen-te.

Forse si sarebbe spezzato dappertutto. Lo ha fatto a Bo-logna dove in tanti si ostina-no, nonostante decenni di amarezze, a credere ancora che le speranze siano più lun-ghe a infeltrirsi. A cadere. Al suo Pd il compito di capire co-me onorarlo davvero. «Prose-guire la ricerca di una politica che sia all' altezza dello sguar-do della gente che gli ha volu-to bene».

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In Sala Rossa per dire addio al Cev _111,14,0d2cumenwrder. &nani alle I I li.diinnqa,sa,

press unE 11/05/2012 LOGNA

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annullate. A testa bassa e sotto voce, si discute della tragedia. E quando si passa lì vicino dove il Cev si è ammazzato, «non si può fare altro che alzare lo sguardo e tirare dritto». Le lacrime sono sempre dietro l'angolo . Lariunio - ne del gruppo del Pd inizia con un lungo ritardo per lasciar e iltemp o al dolore e al pianto dei consiglie-ri e dei loro collaboratori. In bu-vette c'è la stessa imbarazzante quiete. Chi legge il giornale va dritto alle cronache sul Cev, chi chiacchiera parla solo di quello.

Nel pomeriggio, in via Aldo Moro montala polemica per le ri-prese effettuate dal consigliere regionale grillino Giovanni Favia, immortalato da Studio Aperto mentre filmava la scena della tra-gedia dalla finestra del suo uffi-cio. I dirigenti Pd parlano di «vio-lenza inaudita» e invocano le di-missioni del consigliere grillino, su Facebook nasce subito un gruppo per richiederle. Ma Favia replica: «Sono disgustato, Mauri-zio era un amico, denuncerò chi mi attacca».

Dopo un giorno di no com-ment, intanto, lo staff di Maurizio Cevenini ieri ha deciso di dare l'ultimo saluto al capo. «Faccia-mo una cosa alla Cev, questa era la prima indicazione che ci dava» raccontano. «Voleva dire tante cose», spontaneità, semplicità, stare tra la gente. Questi sono i suoi insegnamenti. «Il dolore che proviamo invece non si può scri-vere — conclude lo staff — . E al-lora, ciao Maurizio».

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"Che angoscia quell'ufficio con i sigilli" Regione, il dolore dei colleghi. Faviafilma il luogo del suicidio. 11Pd.. violenza inaudita

BEPPE PERSICHELLA

PIÙ di tutti, è stato duro per San-dro Mandini dell'Idv il ritorno ie-ri in Regione. «Ho provato disagio ripassando davanti alla sua porta ancora con i sigilli» ammette il consigliere regionale, vicino di ufficio di Maurizio Cevenini. Se la segretaria del Cev è stata l'ultima a vederlo martedì sera, Mandini è stato il penultimo. I due consi-glieri, finita la seduta dell'Assem-blea legislativa, sono rientrati as-sieme nei loro uffici in ascensore. «Ho fatto un p aio dibattute, mi ha risposto con un sorriso e poche parole. D'altronde negli ultimi tempi parlava poco» ricorda. Ar-rivati al settimo piano, Cevenini va incontro alla sua segretaria mentre Mandini entra nel suo uf-ficio. «Sono andato viaverso le ot-to di sera.Avessi saputo che Mau-rizio era ancora lì e che stava pen-sando di uccidersi. Per me è una sofferenza umana incredibile».

Surreale invece l'aria che si re-spirava ieri nella torre di viale Al-do Moro. Vicino all'ingresso un piccolo altarino, l'unico ricordo della terribile mattinata. Qualche fiore, una foto, la maglietta del-l'associazione «Bologna nel cuo-re», l'immancabile sciarpa del Bologna e un'affettuosa vignetta di Zap, capace di strappare un sorriso, seppur amaro, ai dipen-denti diretti al lavoro. «Qui da-vanti ci si ferma sempre a parlare e a fumare. Ogginon c'è nessuno» osserva un impiegato.

Tra i corridoi dei gruppi consi-gliari c'è solo silenzio. E in molti casi, porte chiuse, come a lutto. Gli uffici stampa hanno pratica-mente bloccato l'attività, tutte le conferenze stampa sono state

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Ile Tomth TE,

press unE 11/05/2012 LOGNA

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• k'g, Banibmi nell'area di villa Gandini

= »Colpo ;il marlien sei. voto più controlli e telecamere»

press unE 11/05/2012

GAllETTA DI MODENA

n giardino a sera di scuola Formigine. Area per mostre e laboratori al Centro Ambientale di Villa Gandini

FORMIG E

Domenica sarà inaugurato il giardino del Centro Educazio-ne Ambientale (Cea) presso la Barchessa di Villa Gandini. L'evento organizzato con il so-stegno della Cantina Formigi-ne Pedemontana, Valeri, dell'Azienda agricola Benedetti Bruno, di :Mangianti-tura, del Salumificio Val Tiepi-do e del Vivaio Bergonzini, è previsto dalle 16 in concomi-tanza con l'arrivo della manife-stazione "Sciame di Biciclet-te", la manifestazione conclu-siva dell'operazione "Liberiamo l'aria" della Regio-ne a alla quale aderisce anche il Comune. All'arrivo dei cicli-

sii in piazza riaverti, infatti previsto un rinfresco a base di prodotti tipici locali.

«La sistemazione del giardi-no di pertinenza del Cea - spie-ga l'assessore alle politiche ambientali Renza Bigliardi - of-fre alle scuole e alla cittadinan-za un'opportunità per percor-si di percezione sensoriale e osservazione mirata dei cicli vitali, stagionali e naturali. L'area potrà essere utilizzata per iniziative come mostre, conferenze, laboratori, rivolte alle famiglie e ai cittadini su te-matiche legate alle piante aro-matiche, officinali, alla frutta, alla stagionalità dei prodotti, alla trasformazione delle bac-che, dei fiori e di molto altro.

L'arredo all'interno dell'area è stato realizzato con materiale di recupero, grazie anche al contributo di alcune Guardie Ecologiche Volontarie,;. Per

l'occasione, sono previsti labo-ratori sulla realizzazione di va-setti per la conservazione delle erbe aromatiche essiccate,

piantuinazione in vasetti delle piante da orto o aromati-che, sulla preparazione di pin-zimonio artistico con maestri intagliatori e sull'orto e frutte-to familiare biodinamico. So-no previste anche visite guida-te al giardino. All'interno del Cea si potrà ammirare la mo-stra con gli elaborati dei bam-bini delle scuole del territorio coinvolti nei progetti di educa-zione ambientale dell'anno scolastico in corso. Di nuovo allestimento sempre all'inter-no del Cea, anche due di orami completi di didascalie. (e.a.)

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«Noi si o per 1 alternd a. Quella giusta» 1ntemista a Fabio Cavallari di Centrosinistra per Comacchio: 1125% e 289 preferenze

HA VOLUTO e dovuto ritagliar-si un ruolo che non prevedesse l'alleanza con il Ed — impegnalo nel laboratorio politico con il mo-derato Pierotti — dando vita a una coalizione che passando per le primarie lo ha scelto come lea-der. E per Fabio Cavallari, alle amministrative con Sei, Idv e Fds, ha significato centrare un successo senza precedenti con 1'11,25% dei voti e 289 preferenze.

Soddisfatto? «Molto — ammette —. Anche se in campagna elettorale avevamo percepito la richiesta di cambia-mento che veniva dalla gente».

Avete raddoppiato con- sensi rispetto al 2010—

«Sì, è vero, perché sia Sei che Idv hanno re-gistrato una flessio-ne e quindi sono state premiate le scelte che in re-altà Rifonda-zione, il mio partito, por-ta avanti da anni e corag giosa- m e II - te».

Sono stati ricompensati i con-tenuti dell'agenda politica le-

d territorio, all'ambiers-te, d sociale?

«Be', che ci sia bisogno di rinno-vamento non lo dico solo io e non è una novità: chi non ha votato (40%) l'ha fatto per chiedere questa di velocità e per manifestare la propria lontananza dalla politica

IL VOTO Fabio Cavallari è il leader di Centrosini stra per Comacchio che raggruppa Sel, lvd e FdS

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press unE 11/05/2012

it Resto del Carlino

FERRARA

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proposta finora. I comacchiesi so-no sanguigni e se vogliono sono capaci di cambiare le cose».

Al hcdlottoggio, con chi? «Abbiamo sottoscritto un docu-mento che non prevede apparen-tamenti e volevo dire a Pienotti che non ci vuole, che siamo noi a non volere lui. Staremo in silen-zio fino a domenica, dopo il voto diremo il nostro pensiero sulla fu-tura amministrazione».

..f,LLOTTAGGIO «Marco Fabbri (5 Stette) può portare a casa dieci consiglieri comunali»

i grillirsi fanno paura? «Io sono per l'alternanza, quella giusta intendo: con Cadi, due an-ni fa, la scelta era sbagliata. Non capisco perché oggi non si possa sostenere l'alternanza con Fabbri. Se fanno male vanno a casa».

In consiglio comunale? «Speriamo di avere un ruolo più importante se vince il 5 Stelle, nel rapporto con i giovani parliamo la stessa lingua e io sono pronto al confronto sincero e onesto per il bene del territorio; mi aspetto

che ci sia un po' di apertura anche con le altre forze politiche, siamo una risorsa anche per loro. Ci muove la volontà di fare, l'espe-rienza si matura sul campo».

A chi deve il suo successo? «Ho fatto il mio percorso in Consi-glio dove ho dimostrato che non ero solo il figlio di mio padre (Ber-to Cavallari, anche lui di Rifonda-zione, ex assessore nella giunta Ci-cognani) da cui ho ereditato la passione per la politica; ma in que-sta campagna ho trovato una per-sona splendida che è Valter Zago (Sei), lo ringrazio per l'appoggio e per la buona riuscita di questo vo-to (1.330) che mi dà una grande forza: quella che serve per conti-nuare».

Le primarie negate del Pd? «Una scelta non loro, che viene da lontano, quando è stato scelto Pierotti come condottiero dell'ar-mata invincibile; speravamo in un calo maggiore del Pd, ma mol-ti si sono turati il naso».

Chi vince? «Marco Fabbri, con cui condivi-diamo molto dell'agenda politica anche se partiamo da due piatta-forme diverse; può portare a casa dieci consiglieri...».

Caterina Veronesi

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press unE 11/05/2012

it Resto del Carlino FERRARA

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Un "elio', pruluLga, Ighe «CI ,commit.,3 t. di mi., Lroai tu»

press unE il Resto del Carlino 11/05/2012 Ravenna

R.:0335o AL TAR

Vodafone, La Provincia si defila LA PROVINCIA di Ravenna ha deciso di non costituirsi in giudizio in merito al ricorso al Tar presentato da Vodafone Omnitel. L'azienda di telefonia mobile, lo scorso 4 aprile, ha infatti chiesto al tribunale amministrativo l'annullamento di due provvedimenti con cui venivano rigettate le loro istanze di riconfigurazione di impianti e ha inoltre impugnato il regolamento comunale per l'installazione delle antenne che, partendo dalla normitiva provinciale, fu varato per frenare la proliferazione di nuovi ripetitori e la crescita dell'elettrosmag da onde elettromagnetiche. Quello di Vodafone è il primo ricorso contro il regolamento sulle antenne per la telefonia voluto con forza dall'Italia dei Valori ed approvato, non senza difficoltà, dalla maggioranza, soprattutto in merito ai dubbi sulla capacità di fronteggiare i dettami della Gasparri che attribuì la valenza di servizio pubblico gli impianti di telefonia mobile.

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.A.aUED DEL 'n'ASS MVALIDE L'ASSESSORE PIRACCINI RISPONDE ALL'INTERROGAZIONE DEI CONSIGLIERI DELLA LEGA NORD

Fuga di notizie sulla contravvenzione alla Celletti, un ispettore sapeva tutto SI TINGE di giallo la vicenda della 'fuga di notizie' relativa alla contravvenzione per uso illegittimo per la sosta dell'auto del 'pass invalidi' da parte del consigliere co-munale della Lega Nord Antonella Cellet-ti, notizia comparsa sui quotidiani locali qualche settimana fa quasi in contempora-nea a quella per analogo comportamento (ma senza contravvenzione) della consiglie-ra comunale del Partito Democratico Mara Biguzzi che ritenne opportuno dimettersi,

mentre la Celletti ha preferito restare al suo posto.

NEI GIORNI SCORSI l'assessore alla Po-lizia Municipale Ivan Piraccini ha risposto all'interrogazione dei consiglieri della Le-ga Nord Antonella Celletti e Diego Fran-chini sulla presunta fuga di notizie, riferen-do che gli accertamenti condotti dal coman-dante Ernesto Grippo hanno portato a una scoperta inquietante: il giorno dopo l'effet-tuazione della contravvenzione per utilizzo

abusivo del 'pass invalidi', uno dei vigili che aveva effettuato la contravvenzione fu avvicinato da un ispettore in servizio pres-so un altro reparto che gli chiese delucida-zioni sull'accaduto, dimostrando di cono-scere parecchi dettagli della vicenda.

LA 'FUGA di notizie' quindi era avvenuta nel giro di poche ore, mentre sui giornali la vicenda finì settimane più tardi. Sarebbe in-teressante, a questo punto, sapere da chi ri-cevette la notizia con tanta sollecitudine

quell'ispettore, e per quale motivo si attivò altrettanto rapidamente per approfondire la propria conoscenza dell'accaduto.

C'È UN SOLO MODO per fare luce su questa vicenda: metterla nelle mani del pro-curatore della Repubblica, in modo da sco-prire chi sia il responsabile delle 'fughe di notizie' che tanto preoccupano la Celletti e Franchini. Qualcuno avrà il coraggio di presentare un esposto alla procura della Re-pubblica?

nas. enimrza,n

press unE n Resto del Carlino 11/05/2012 CESENA

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Occupazione del suolo pubblico. Modificata dalla giunta la precedente stesura. Sul marciapiede si potranno posizionare sia sedie che tavolini

La piada si mangia seduti ma senza comfort Ferree le misure da rispettare. Per chi sgarra c'è anche la chiusura del locale

di Emer Sani

RICCIONE. Per un "pu-gno" in più di tavolini e sedie. Si scatena la "guer-ra" per l'occupazione del suolo pubblico da parte di pizzerie al taglio, ga-stronomie, piadinerie e gelaterie. Le associazioni di categoria chiedono un incontro urgente dopo che la giunta ieri ha cam-biato la prima stesura del regolamento: modifica "sollecitata" dalla mag-gioranza non soddisfatta della prima versione. Prima stesura che impo-neva alle attività artigia-ne di posizionare a scelta o solo sedie o solo tavoli per "consentire" ai clien-ti solo pasti veloci in mo-do da evitare la concor-renza con bar e ristoran-ti. Ora, invece, potranno

stendere entrambi. Ma con delle restrizioni. L'occupazione esterna (lo stesso vale anche per gli spazi interni) sarà consentita solo con pan-che, sedie e poltroncine con seduta non più alta di 45 centimetri da terra, e con piani di appoggio non oltre i 60 centimetri di diametro e con un'al-tezza minima di 110. Il

tutto dovrà occupare uno spazio della profondità massima di 2 metri dal "filo muro" dell'eserci-zio, sempre che rimanga libera una zona per la cir-colazione dei pedoni di non meno di un metro. «Questa scelta permette un certo decoro, in quan-to chi mangia una piadi-na invece che appoggiare la bevanda per terra avrà

un punto di appoggio -spiega l'assessore alle At-tività economiche, Lan-franco Francolini -, una soluzione "ibrida" che e-vita la concorrenza ai ri-storanti. La differenza di misura tra sedie e tavoli, poi, permetterà ai vigili un controllo veloce, sen-za neanche scendere dal-la moto o dall'auto».

Le multe, per chi sgar-rerà, non sono da poco. Alla sanzione ammini-strativa da 50 a 500 euro si aggiungerà l'esercizio abusivo dell'attività di somministrazione di ali-menti e bevande, punita con una multa da 516 a 3.098 euro oltre alla chiu-sura dell'attività.

Nei piani della giunta l'approvazione definitiva dovrebbe arrivare nel consiglio del 24 maggio.

Il Comune ha deciso di cambiare le regole dopo la prima stesura del regolamento

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Lapiadasimaniasedutimasenzacomtort

press unE 11/05/2012

WiLVAI•i• orriere di Rimini e San marino

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Quanti Pascoli "diversi" da riscoprire Dalla mostra con le foto del funerale del 1912 al convegno di domani al museo di Rímíni L'editore Giovanni Luisè: «Uomo del Risorgimento sia sul piano letterario che politico»

di Anna Battistini

RIMINI. L'ultimo viaggio di Giovan-ni Pascoli in tredici scatti. Tante so-no le fotografie in mostra alla galle-ria La nave và (libreria Luisè) a Pa-lazzo Carli, in corso d'Augusto 76. Le immagini originali, ingrandite, sono

quelle che Arrigo Pirazzoli, fotogra-fo non professionista ma di grande li-vello, scattò il giorno del funerale del poeta a Bologna. Era il 9 aprile 1912. Tre giorni dopo la sua morte, che av-venne il 6 aprile, sabato santo.

Ma nel centenario della sua morte, Rimini ricor-da il poeta anche con il convegno "Tra sogni e realtà" in programma do-mani (ore 15.30) al Museo della Città.

La mostra. Quello di Pa-scoli, va detto, fu un fu-nerale laico e non fu ce-lebrato a San Petronio, «come qualcuno ha re-centemente scritto, para-gonandolo addirittura a quello di Lucio Dalla», chiarisce subito l'editore Giovanni Luisè, che è anche presidente dell'I-stituto per la storia del Risorgimento - Comitato di Rimini, che ha ideato l'iniziativa. «Pascoli era massone, così come lo era il suo maestro Giosuè Carducci. Ma soprattutto era laico, e il suo funerale non fu celebrato in chie-sa. Quello di Pascoli con la fede fu un rapporto dubbioso, lacerato dai

tanti lutti familiari che segnarono la sua vita e che lasciarono un solco profondo nel suo animo. La perdita delle persone che amava segnò per sempre il suo carattere, la sua poesia e il rapporto con la fede. Nel 1867 il pa-dre fu ucciso mentre tor-nava a casa su un cales-sino trainato da una ca-valla storna, rievocata poi nella celebre poesia. L'anno dopo perse anche la madre, e a seguire, le due sorelle e un fratel-lo».

Quello che stupisce ne-gli scatti in bianco e nero allestiti da Luisè sono i particolari di quanti pre-sero parte al funerale e che emergono grazie all'ingrandimento. Dai cappelli delle signore del-la buona borghesia ai faz-zolettoni che coprivano il capo delle donne comuni, fino ai berrettini bianchi

in testa agli studenti del-la Facoltà di Lettere di Bologna, dove il poeta in-segnava. Fra la folla, an-che un irriconoscibile Benito Mussolini, allora giovane e sanguigno so-cialista. Lui e altri furono guardati a vista da quanti temevano un atto di forza da parte di alcuni roma-gnoli che intendevano "riappropriarsi" del fere-tro di Pascoli allo scopo di seppellirlo a San Mau-ro, dove era nato, e non nel piccolo borgo di Ca-stelvecchio nel comune di Barga. «Fu la sorella a deciderne la sepoltura in Toscana, anche a causa di vecchi rancori che nu-triva nei confronti di San Mauro - spiega Luisé In paese, quando tornaro-no anni dopo per riacqui-stare la casa natale, non trovarono gli aiuti spera-ti».

Di fatto il funerale si

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Quanti Pascoli "diversi" da riscoprire

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WiLVAI•i• orriere di Rimini e San marino

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svolse regolarmente e la bara di Giovanni Pascoli fu accompagnata dal cor-teo funebre fino alla sta-zione ferroviaria di Bolo-gna, dove fu caricata e portata a destinazione. Tra la gente, nelle foto-grafie emergono anche i volti di un frate del con-vento dell'Osservanza, a-mico del poeta, che par-tecipò alle esequie a titolo personale, e di don Alfre-do, parroco di Castelvec-chio, attento a che tutto si svolgesse regolarmente.

Una mostra, dicevamo, voluta dall'Istituto per la storia del Risorgimento e non a caso, perché «per noi Pascoli è un uomo del Risorgimento dal punto di vista letterario e poli-tico», precisa Luisè, che nella sua galleria, oltre alle immagini, espone an-che una lettera autogra-fata dal poeta e un'edizio-ne di Myricae nonché al-cuni numeri della rivista letteraria "Il Convito" che pubblicò alcune ope-re del poeta.

La mostra chiuderà il 15 maggio.

Il convegno. Per scopri-re un giovane Pascoli "Tra sogni e rivolte", do-

mani a Rimini, alla Sala del Giudizio del Museo dello Città, si farà il pun-to su "Pascoli anarchico e la cultura riformista dal-la Romagna alla Bologna carducciana", appunta-mento curato dall'italia-nista Marco Veglia. Vi parteciperanno Antonio Montanari, Elisabetta Graziosi, Umberto Car-pi e Dino Mengozzi. Sa-rà l'occasione per cono-scere la giovinezza rimi-nese di Pascoli, che a Ri-mini, nel 1871-72, fre-quentò il ginnasio a Pa-lazzo Gambalunga, e strinse amicizia con per-sonaggi simbolo del liber-tarismo e socialismo ro-magnolo come Domenico Francolini o Andrea Co-sta. Proprio nella Rimini culla dell'anarchia (dal 4 al 6 agosto 1872 qui si ten-ne il primo congresso dell'Internazionale ita-liana) Giovanni fece il suo apprendistato politi-co.

La giornata sin conclu-derà alle 18.30 con "Anar-chici, canaglie e perdi-giorno", recital di Fran-cesco Benozzo e Fabio Bonvicini.

•Info: 0541 21482

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Quanti Pascoli "diversi" da riscoprire

press unE 11/05/2012

WiLVAI•i• orriere di Rimini e San marino

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"Scheletri noi? Andiamo tutti in Procura" (gd) "Di scheletri nell'armadio ce ne sono tanti e li tireremo fuori, qualcuno riguarda an-che lei consigliere Zangoli. La mancanza di alternanza in 60 anni è un problema". Parole di fuoco quelle di Daniele Ma-crelli, capogruppo PdL, dopo il duro intervento del consi-gliere Massimo Bertipagani di Officina Politica sui temi caldi del consiglio. E altrettanto du-ra la maggioranza. I fatti: Ber-tipagani attacca la giunta e la maggioranza su Psc e Rue, scatenando il capogruppo Pd, Patrizia Pazzini che lo accusa di "prendere sempre di mira il sindaco Morri", ma di riman-do l'ex rappresentante Idv le risponde: "Io mi sono assunto le mie responsabilità, e infatti sono uscito da quella maggio-ranza, e ora domando e inter-rogo quanto voglio". Ancora più duro Emanuele Zangoli (Pd), di solito sempre pacato: "Ma lei Bertipagani è di San-tarcangelo, da dove viene? Mi sembra, quando la sento par-lare, che viviamo in due città diverse. Darci sempre dei de-linquenti non mi piace, lo va-da a dire a tutti i cittadini che ci hanno votato. Faccia atten-zione alle parole". Per la cro-naca, l'accusa era "ingenui e superficiali". Qui interviene Macrelli e annuncia di voler ti-rar fuori gli scheletri dagli ar-madi e subito il vicesindaco Massimo Paganelli lo avverte: "Se avete qualcosa da mostra-re mostratelo, non abbiamo paura. Se non avete il coraggio di andare in Procura, venite da me che vi accompagno io".

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press unE 11/05/2012 IAVOCEdi ilomgna

Rimini e San Marino

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p rova di forza per la mag-gioranza Pd-Psi che so-stiene il sindaco Morri: è questo il dato politico

che arriva dall'approvazione della variante al Psc e del Rue "che è stato riadottato e non riscritto", come ha specificato il vicesinda-co Paganelli, e "in ogni caso, le decisioni assunte non prevedono un aumento della capacità edifi-catoria rispetto a quanto già pre-visto". Un banco di prova vero e proprio, visti i mal di pancia dei mesi scorsi di alcuni consiglieri del Pd e l'enfasi con cui il Psi ha annunciato i propri emenda-menti al Regolamento Urbanisti-co Edilizio Prova superata, quin-di, sia per Paganelli (chiamato in corsa in giunta proprio per risol-vere lo stallo su questi strumenti) che soprattutto per Morri, che o-ra potrà dedicare gli ultimi due anni di mandato all'elaborazione del Poc, ovvero il "piano del sin-daco" (sperando che, giocando con le parole, non sia un "pian-to"). Una maggioranza ristretta rispetto all'inizio di legislatura ma compatta: l'addio di Bertipa-gani si fa sentire quando si deve

approvare qualcosa, anche quan-do l'ex rappresentante IdV, come giovedì sera, non partecipa al vo-to. E infatti dopo numerosi attac-chi, dall'opposizione ma anche incrociati, sono proprio Pd e Psi che, in una nota congiunta, an-nunciano l'approvazione dei due strumenti urbanistici: "Santar-cangelo fa un passo in avanti nel-la direzione della ripresa econo-mica", commentano soddisfatti, perché "i due strumenti dotano la città di norme il più complete possibile per lo sviluppo del pae-se e il Rue rappresenta una chiara risposta politica della maggioran-za e della giunta alla crisi econo-mica: il concetto cardine di tutte le modifiche apportate è stata la riqualificazione del patrimonio esistente, attraverso gli incentivi alle aree già urbanizzate. Si è i-noltre lavorato cercando di tute-lare le campagne e le aree rurali nella loro unicità, allo scopo pri-mario di evitare lo spopolamento di queste zone". Ma se sul Psc si trattava di chiudere la vertenza con la Provincia (che aveva boc-ciato il piano approvato ed era pronta ad andare al Tar contro il

Comune), sul Rue i fronti aperti erano molti. Per Pd e Psi alcuni sono stati risolti: "Uno degli ele-menti determinanti riguarda la possibilità di aumentare le unità abitative all'interno della stessa casa senza aumento della cuba-tura, laddove vi siano le giuste ca-ratteristiche. Questa regola ser-virà anche a sanare situazioni che già esistono, laddove le famiglie hanno preferito dividere l'abita-zione senza comprarne una nuo-va per fare posto ai figli o ad altri parenti". "Si è poi intervenuto ri-spetto alle abitazioni collocate all'interno del vincolo stradale-ferroviario, il quale ingessa qual-siasi tipo di intervento: seppur vietata la demolizione e ricostru-zione fuori dal vincolo, sarà pos-sibile procedere a ristrutturazio-ne ordinaria e straordinaria con la possibilità di ampliamento sul

lato non prospiciente al vincolo, laddove gli indici lo consentano. Infine viene variato il conteggio delle superfici accessorie: garage e cantine interrati non saranno più conteggiate all'interno della superficie accessoria ma sarà possibile ampliare l'interrato fino al perimetro dell'abitazione". Ma non tutto è stato risolto, quindi "sarà importante da qui in avanti avviare un percorso di sperimen-tazione in cui l'amministrazione potrà apprendere dalle sollecita-zioni dei cittadini (e dei tecnici) quali siano i margini di ulteriore miglioramento della normativa". Un concetto ripreso anche da Pa-ganelli e Morri, in quale ha spie-gato che "in seguito al Decreto li-beralizzazioni si renderà neces-sario rivedere ulteriormente le normative urbanistiche".

Daniele Bartolucci

Psc e Rue ok Maggioranza compattata L'approvazione definitiva dei due strumenti rafforza l'asse Pd-Psi dopo i mal di pancia in materia urbanistica

Pagina 23 SANTARCANGELO ar

Pse e !tue ok Maggioranza camuffata

111.1.

Il vicesindaco Massimo Paganelli durante la relazione sull'approvazione del Rue e della variante al Psc

press unE 11/05/2012 IAVOCEdi Romagna

Rimini e San Marino

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STOP CONCORRENZA AI RISTORANTI

Gastronomie O mangi seduto o in alternativa appoggi il cibo RICCIONE O si mangia in piedi appoggiati a un piano o si mangia seduti ma senza tavolo davanti. Ecco la solu-zione del Comune per nor-mare i tavolini "selvaggi". Così, spiega l'assessore Lan-franco Francolini, si "media" fra le opposte esigenze di ri-storatori e artigiani alimen-tari. Il tutto parte dalle la-mentele dei ristoranti contro chi, vendendo cibo d'aspor-to, aveva allestito troppi ta-volini all'esterno facendo concorrenza sleale ai risto-ranti. Ecco l'ennesima solu-zione, approvata in Giunta: gli esercizi commerciali che vendono cibo da asporto e

quelli artigianali (piadinerie, pizzerie al taglio, rosticcerie) di fuori potranno mettere sedie con sedute alte massi-mo 45 cm (non sgabelli alti) e piani di appoggio alti al-meno 110 cm da terra e non oltre 60 cm di diametro, quindi non raggiungibili se si sta seduti. Insomma, niente tavolini (entrambi né dentro né dentro possono mettere tavoli più le sedie). Aumen-tano le sanzioni: ora vanno da 100 a 500 euro e per chi metterà tavoli e sedie insie-me facendo attività di som-ministrazione vanno da 516 a 3.098 euro col rischio di alcuni giorni di chiusura.

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Imola: "Chi sbaglia è giusto che perda"

press unE 11/05/2012 IAVOCEdi

Rimini e San Marino

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