Rapporto zone Mesima - Porto

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Presidio “San Ferdinando in movimento” Rapporto sulle zone: foce del Mesima lato Sud del litorale sanferdinandese

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Presidio “San Ferdinando in movimento”

Rapporto sulle zone:● foce del Mesima

● lato Sud del litorale sanferdinandese

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INTRODUZIONE

Il giorno 24 maggio scorso, due squadre di volontari organizzate dal Presidio “San Ferdinando in movimento” hanno esplorato, agendo congiuntamente, due delle zone che costituiscono le maggiori fonti dell'inquinamento marittimo che da anni affligge il paese, arrecando danni alla salute dei cittadini, finanche con numerosi casi di infezioni cutanee, e all'attività turistica.

Panoramica zone d'intervento

Il mare di San Ferdinando nell'estate del 2008

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La Squadra “Porto”, composta da Francesco Tavella e Domenico Violi, ha battuto il lato meridionale del litorale, che costeggia lo scalo portuale di Gioia Tauro.

La Squadra “Delta”, composta da Giuseppe Chiodo e Vincenzo Forchì ha perlustrato invece il lato opposto, la foce del fiume Mesima (sia la sponda appartenente al comune di Rosarno che quella ricadente nel territorio di San Ferdinando) e le zone circostanti.

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LATO SUD: SITUAZIONE

Questa zona del litorale sanferdinandese era stata già oggetto di indagini fotografiche indipendenti nel luglio 2008, per verificare la natura dei lavori di ribassamento del fondale portuale. Erano stati scoperti enormi sifoni che riversavano nel Tirreno acqua e sabbia provenienti dal bacino portuale, con conseguenze disastrose sia per la morfologia della spiaggia, stravolta dagli enormi quantitativi di sabbia conferiti, sia per il mare, costretto a sopportare una nuova fonte di inquinamento chimico – industriale costituita da carburanti e solventi.

Ad oggi, in attesa di probabili lavori dello stesso genere di quelli descritti, la situazione su questo lato del territorio sanferdinandese sembra normalizzata, anche se restano gli scenari desolati e le enormi spianate che rendono tale parte del litorale più simile ad un deserto che alla splendida costa calabrese.

Permane da almeno un paio di lustri, però, un monumento all'indifferenza più dannosa: una fognatura a cielo aperto, il cui flusso si riversa puntualmente in mare quando le condizioni atmosferiche si fanno proibitive.

Panoramica della fognatura

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Come è facile immaginare, l'acqua stagnante della fognatura, irradiata dai raggi solari per gran parte della giornata, causa flussi maleodoranti fastidiosi per le abitazioni limitrofe. Inoltre l'acquitrino costituisce, per la sua natura, il principale e più agevole punto di riproduzione e proliferazione delle zanzare e di altri insetti che, fin dai mesi tardo – primaverili, infastidiscono la popolazione e veicolano malattie potenzialmente pericolose.

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Così appare l'acquitrino nei mesi estivi

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Il sito e la zona circostante viene purtroppo utilizzato, per la scarsità di controlli, come discarica a cielo aperto (si pensi che, in ulteriori indagini indipendenti degli anni scorsi era stata individuata perfino la carcassa di un'autovettura).

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FOCE DEL FIUME MESIMA: SITUAZIONE

Con i nubifragi della passata stagione invernale, l'accresciuto flusso del Mesima ha portato all'esondazione dello stesso (che ha danneggiato oltre al ponte sul fiume anche i terreni situati sulle sponde del corso d'acqua) e al deposito di una quantità inestimabile di rifiuti di ogni genere sul litorale sanferdinandese.

Già in passato, il Mesima era stato additato tra i principali imputati dell'inquinamento dell'acqua marina; ma il contributo più significativo è apportato dal suo ultimo affluente, il torrente ribattezzato “Vena” nella tradizione popolare, nel quale viene scaricata, tra l'altro, parte delle fognature del comune di Rosarno.

Foto scattata nel 2008 all'incrocio tra Vena e Mesima. A destra l'acqua dell'affluente.

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Anni di incuria e di assenza delle istituzioni preposte alla vigilanza, con i controlli del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri fattisi più intensi solo nell'ultimo periodo (erano infatti presenti durante la nostra esplorazione), hanno portato alla nascita di numerose mini – discariche abusive all'incirca ovunque, anche se la situazione più grave è stata notata nella settore che ricade sotto la sovranità del comune rosarnese. Emblematica l'immagine che segue.

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Anche il territorio sanferdinandese, però, presenta le sue pecche. Sono stati raccolti spunti sui quali sarebbero necessarie indagini approfondite. Alcuni scenari fotografati hanno riportato alla mente la Campania camorrista: rifiuti di ogni genere (da sacchi di dubbia provenienza ai pericolosissimi pannelli di eternit) interrati nei pressi della foce del Mesima. Colline di spazzatura colonizzate da erbacce, sulle quali ignari pastori lasciano pascolare il proprio gregge, mettendo a rischio non solo la salute degli animali, ma anche quella dei cittadini che tramite i prodotti della pastorizia assorbono i veleni del terreno.

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La foce del fiume Mesima, già oggetto di sistematici divieti di balneazione per inquinamento decretati dal Ministero della Salute congiuntamente al Ministero dell'Ambiente (http://www.ministerosalute.it/balneazione/risultatoComune.jsp?CodCom=080097), non dispone di cartelli che illustrino il pericolo. Per tale motivo, e per la diffusa ignoranza, è il luogo da molti prediletto per la pesca, con evidenti rischi per la salute.

Resti in decomposizione di un animale nelle acque del Mesima

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Come se non bastasse, la zona è orribilmente deturpata dall'abusivismo edilizio. La cosiddetta “Baia dei Pini” sorge direttamente sulla spiaggia, con alcune case pericolanti situate addirittura sul bagnasciuga. L'intero complesso è già stato colpito in passato da istanze di demolizione mai eseguite. Gli edifici sono stati irrimediabilmente compromessi da deficienze strutturali e dalla furia delle mareggiate.

Si noti, oltretutto, il tetto in eternit che, in balia delle intemperie, rilascia nell'aria polveri cancerogene

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SOLUZIONI PROPOSTE

• LATO SUD DEL LITORALE:◦ Vista l'impossibilità di verificare le effettive responsabilità di questa

situazione di degrado, in attesa di una eventuale bonifica si propongono appositi test per catalogare le sostanze disciolte nell'acquitrino.

• FOCE DEL FIUME MESIMA/ BAIA DEI PINI:◦ Vista la presenza di bagnanti e pescatori documentata dalle foto, si ritiene

consigliabile apporre dei cartelli che informino del divieto di balneazione e istituire divieti di esercizio dell'attività di pesca;

◦ Verificare la composizione dei cumuli di rifiuti interrati, per prendere i provvedimenti più adatti, e se necessario vietare il pascolo previa informazione dei soggetti interessati;

◦ Esercitare pressioni sul comune di Rosarno per tentare di far cessare gli scarichi fognari nell'affluente Vena;

◦ Analizzare, come suggerito da esperti in materia, la schiuma che si forma spesso sull'acqua marina, per individuare eventuali rischi per la salute pubblica;

◦ Sollecitare la demolizione dei fabbricati abusivi della Baia dei Pini.

San Ferdinando, lì 28 maggio 2009 I rappresentanti del Movimento