Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C...
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Rapporto sul clima 2017
MeteoSvizzera
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Rapporto sul clima 2017
Editore
Ufficio federale di meteorologia e climatologia
MeteoSvizzera
Divisione Clima
Operation Center 1
CH–8058 Zurigo-Aeroporto
www.meteosvizzera.ch
Redazione
Dr. Stephan Bader, Thomas Schlegel
Autori
Dr. Stephan Bader, Michael Begert, Dr. Martine Collaud Coen,
Dr. Anke Duguay-Tetzlaff, Dr. Christoph Frei, Dr. Sophie
Fukutome, Dr. Regula Gehrig, Dr. Eliane Maillard Barras,
G. Romanens, Dr. Simon Scherrer, Thomas Schlegel, Dr. Chris-
toph Spirig, Dr. René Stübi, Dr. Laurent Vuilleumier, Dr. Elias
Zubler
Distribuzione
Pubblicazioni federali UFCL, CH 3003 Berna
www.bundespublikationen.admin.ch
Numero d’articolo 313.005.i 09.18 40 860425941
ISSN: 2296-1526
Foto di copertina
Splendida giornata autunnale nel basso Vallese (foto: Urs
Graf). La foto mostra uno dei tre “Lacs de Fenêtre”, in cima
alla Val Ferret. Sullo sfondo e riflesse nel lago le “Grandes
Jorasses” e, ricoperto da neve, il “Monte Bianco”.
Citazione del presente rapporto:
MeteoSvizzera 2018: Rapporto sul clima 2017. Ufficio fede-
rale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera, Zurigo.
84 pagine
© MeteoSvizzera 2018
3Riassunto 4
Summary 6
1 Andamento del tempo nel 2017 10
2 Diagrammi dell’andamento annuale 20
3 Particolarità del 2017 403.1 Un violento temporale su Zofingen 40
3.2 Forti gelate notturne in aprile 42
3.3 Periodo insolitamente soleggiato 43
4 Andamento meteorologico e climatico globale nel 2017 464.1 Di nuovo molto caldo 46
4.2 El Niño e La Niña 48
4.3 Eventi particolari 49
4.4 Banchisa artica e antartica 49
5 Monitoraggio climatico 525.1 Atmosfera 54
5.1.1 Osservazioni al suolo 54
Temperatura 54
Giorni di gelo 57
Giorni estivi 58
Quota dell’isoterma di zero gradi 59
Precipitazioni 60
Giorni con precipitazioni moderate 63
Precipitazioni nei giorni molto piovosi 64
Periodi asciutti 65
Indice di siccità 66
5.1.2 Atmosfera libera 67
Quota dell’isoterma di zero gradi 67
Altitudine della tropopausa 67
5.1.3 Composizione dell‘atmosfera 68
Serie di misurazioni dell’ozono ad Arosa 68
Misurazione dell’ozono a Payerne 69
Polvere sahariana 70
Concentrazione dei pollini 71
5.2 Suolo 72
Quantitativi di neve fresca 72
Giorni con neve fresca 73
Indice di primavera 74
Fioritura del ciliegio a Liestal e spiegamento
delle foglie dell’ippocastano a Ginevra 75
5.3 Base dei dati e metodi 78
Bibliografia 82
Indice
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Riassunto
A livello svizzero il 2017 ha registrato una temperatura media
di 0,8°C superiore alla norma 1981–2010. Nel complesso il
2017 è stato il sesto anno più caldo della serie di 154 anni di
misurazioni disponibili in Svizzera. Dopo un gennaio insolita-
mente freddo si sono avute la terza primavera e la terza estate
più calde mai registrate in Svizzera dall’inizio delle misurazioni
sistematiche nel 1864. Al caldo estremo si è contrapposto
uno degli inverni meno innevati e una parte dell’autunno
estremamente asciutta. Diverse regioni della Svizzera hanno
inoltre registrato il terzo o quarto anno più soleggiato degli
ultimi 50 anni; il Sud delle Alpi ha persino rilevato l’anno più
soleggiato della serie di misurazioni.
L’inverno 2016/17 è stato contrassegnato da una carenza
considerevole di precipitazioni. Le precipitazioni invernali a
livello svizzero hanno raggiunto solo circa la metà dei quan-
titativi normali del periodo di riferimento 1981–2010. Nella
Svizzera romanda e in Vallese addirittura solo il 30-50%. Di
conseguenza nella Svizzera romanda si è così registrato l’in-
verno più asciutto degli ultimi 45–55 anni, nel Vallese l’ultimo
inverno paragonabile risale a 40 anni or sono.
Precipitazioni ridotte significano pure innevamento scarso.
Sul versante sudalpino si è avuto il manto nevoso più sottile
dall’inizio delle misurazioni della neve 55 anni or sono. Anche
in altre regioni delle Alpi il manto nevoso dell’inverno 2016/17
è stato vicino ai minimi storici: ad Arosa e Segl-Maria soltanto
in un inverno fu misurato un manto nevoso medio più sottile,
a Davos questo è accaduto unicamente tre volte.
La Svizzera ha registrato la terza primavera più calda dall’i-
nizio delle misurazioni nel 1864. In media su tutto il Paese
la temperatura primaverile è stata di 1,7°C sopra la norma
1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007
con uno scarto positivo di 2,3°C e del 2011 con uno scarto
di 2,5°C. Tutti i mesi primaverili del 2017 hanno avuto una
temperatura sopra la norma e marzo è stato il secondo più
caldo della serie di misure, con uno scarto positivo di 3,3°C
a livello svizzero. Aprile ha superato la norma 1981–2010 di
0,5°C e maggio di 1,1°C.
Le temperature particolarmente miti di marzo e d’inizio aprile
hanno favorito lo sviluppo della vegetazione e per esem-
pio i meli sono fioriti con 16-18 giorni di anticipo rispetto al
periodo di riferimento 1981–2010. Si è trattata di una delle
fioriture più precoci presenti nella statistica e le forti gelate
verificatesi il 20 e il 21 aprile hanno provocato ingenti danni
alle colture. In particolare sono stati rovinati i meli in fiore e i
germogli della vigna.
Dopo la terza primavera più calda dall’inizio dei rilevamenti
sistematici nel 1864, quest’anno la Svizzera ha pure registrato
la terza estata più calda, sempre dal 1864. A livello svizzero la
temperatura estiva ha superato la norma 1981–2010 di 1,9°C.
Più calde furono le estati del 2015, con uno scarto positivo
di 2,3°C, e quella del 2003, con ben 3,6°C sopra la norma.
Soprattutto l’inizio dell’estate 2017 si è mostrato torrido, con
un mese di giugno che è stato il secondo più caldo dall’ini-
zio delle misurazioni. Lo scarto positivo dalla norma a livello
svizzero è stato in questo caso di ben 3,3°C.
L’autunno ha avuto un andamento alquanto movimentato.
Settembre è stato piuttosto fresco, soprattutto in montagna,
e ad alta quota si sono registrati numerosi giorni con neve
fresca. La stazione del Weissfluhjoch a 2540 m slm ha stabi-
lito un nuovo primato per il mese di settembre con 15 giorni
di neve nuova. Il tempo preinvernale al Nord delle Alpi si è
poi protratto fino all’inizio di ottobre con nevicate fin verso
1200 m di quota.
Attorno a metà ottobre un persistente anticiclone ha domi-
nato il tempo per una decina di giorni portando cieli sereni e
molto sole in tutta la Svizzera. A basse quote la temperatura
massima è salita a 22–25°C. Sull’Altopiano e al Sud delle Alpi,
prolungate condizioni anticicloniche hanno portato all’ottobre
più soleggiato da almeno 50 anni; in diverse altre stazioni è
stato archiviato il secondo o terzo ottobre più soleggiato. Al
Sud delle Alpi il tempo ricco di sole è durato 20 giorni e le
precipitazioni sono restate praticamente assenti tutto il mese.
In Ticino l’ottobre 2017 è stato tra i 5 più asciutti della serie
di misure a nostra disposizione.
In novembre le nevicate hanno interessato le regioni a bassa
quota al Nord delle Alpi. A inizio dicembre, proprio in cor-
rispondenza con l’inizio dell’inverno meteorologico, alcuni
centimetri di neve sono caduti fino in pianura al Nord delle
Alpi. Il 10 e l’11 anche il Sud delle Alpi è stato innevato fino
a basse quote. Quantitativi ancora maggiori sono caduti in
Vallese, dove i 60 cm misurati a Sion rappresentano un nuovo
primato per la stazione.
In dicembre l’innevamento in montagna è stato abbondante
e nelle Alpi, verso la fine di dicembre, la coltre di neve ha rag-
giunto il 170% circa dello spessore normale per la stagione
(dati: SLF, Davos). Nel periodo di Natale tutto l’arco alpino
svizzero presentava condizioni invernali ottimali per il turismo.
A livello mondiale il 2017 è stato il terzo anno più caldo dall’i-
nizio delle misurazioni sistematiche nel 1850. Più caldi furono
unicamente gli anni 2016 e 2015. Gli anni dal 2013 al 2017
sono stati i cinque più caldi dall’inizio del periodo di misura
e s’iscrivono nella tendenza di lungo periodo del riscalda-
mento climatico.
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5Le temperature chiaramente superiori alla media che hanno
caratterizzato le principali terre emerse (Cina, Russia, Africa
e regione del Mediterraneo) potrebbero spiegare l'anomalia
globale di 0,68°C avuta nel 2017. Per contro El Niño, in genere
un fattore con forte influenza sulle oscillazioni della tempera-
tura, è stato molto debole nel corso del 2017.
In Svizzera il 2017, issandosi al sesto posto fra gli anni più
caldi dal 1864, ha confermato l’andamento al riscaldamento
atmosferico nel nostro Paese. La temperatura dell’inverno ha
superato i valori normali di circa 1°C. In primavera e in estate
lo scarto positivo è stato di circa 3°C. In autunno le tempe-
rature sono state nella norma.
In prospettiva storica, nel periodo 1864–2017, il numero di
giorni estivi in Svizzera è sensibilmente aumentato, mentre il
numero dei giorni di gelo si è nettamente ridotto. Si registra
anche un rialzo del limite dell’isoterma di zero gradi, in pa-
ricolare nelle stagioni inverno, primavera ed estate. Questo
riscaldamento ha un impatto pure su uno sviluppo più pre-
coce della vegetazione.
Al Nord delle Alpi l’andamento delle precipitazioni 1864–2017
mostra una tendenza significava verso un aumento dei quan-
titativi delle precipitazioni sia sull’intero anno e sia in inverno,
mentre per le altre stagioni non sembra delinearsi un cam-
biamento sul lungo termine. Al Sud delle Alpi invece non si
costatano tendenze verso un aumento dei quantitativi delle
precipitazioni, né a livello stagionale né a livello annuale. Il nu-
mero di giorni con precipitazioni moderate non ha subito va-
riazioni nelle stazioni prese in analisi e nemmeno i quantitativi
di precipitazioni misurati nei giorni con abbondanti precipita-
zioni mostra cambiamenti. Neppure la lunghezza dei periodi
asciutti mostra un trend significativo nelle stazioni considerate.
La serie di oltre 100 anni di misure della neve mostra una lieve
diminuzione locale dello spessore della neve fresca, mentre
non si costatano delle tendenze su ampia scala. Il numero
di giorni con neve fresca è diminuito in alcune stazioni ed è
leggermente aumentato in altre; altre ancora non mostrano
cambiamenti. Le analisi dell’innevamento si basano però su
dati non omogeneizzati.
Negli ultimi anni la situazione dell’ozono nell’alta atmosfera
sopra la Svizzera è rimasta stabile, dopo che nel periodo
1970–1995 si era misurata una diminuzione dell’ozono
totale di circa il 6%.
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Summary
The year 2017 brought Switzerland the third-warmest spring
and the third-warmest summer since observations started in
1864. Averaged across the country the annual temperature
reached 0.8 °C above the normal value 1981–2010. The ex-
treme warmth was accompanied by a winter with total snow-
fall among the lowest ever and an extremely dry mid-autumn.
Finally, some regions in Switzerland recorded their third- or
fourth-sunniest year, some places south of the Alps even their
sunniest year in the homogenous measurement series span-
ning over more than 50 years.
The Swiss Winter 2016/2017 was extremely dry and marked
by a lack of snow. Precipitation totals from December 2016 to
February 2017 reached only half of the normal values 1981–
2010 in the nationwide average. In Western Switzerland and
in the Valais only 30 to 50 percent of the normal precipita-
tion values was recorded. Western Switzerland observed – in
certain regions – a winter with the least precipitation in 45
to 55 years. A comparable winter drought period in the Val-
ais dates back 40 years.
Little precipitation also means little snow. Some places south
of the Alps registered the thinnest snow cover since mea-
surements began 55 years ago. In other mountain regions,
too, the thin winter snow cover in 2016/17 was at close to
record-breaking levels. At the measurement stations Arosa
and Segl-Maria only one winter with an even thinner winter
snow cover had been observed.
Switzerland experienced the third-warmest spring since
measurements started in 1864. In the nationwide average
it amounted to 1.7 °C above the normal value 1981–2010.
Only the springs of 2007 with 2.3 °C and of 2011 with 2.5 °C
above the normal value were warmer. The spring months
were too mild throughout the season. Averaged over the
entire country, March (the second-warmest since observa-
tions began) was 3.3 °C, April 0.5 °C and May 1.1 °C above
the normal value 1981–2010.
The mild temperature in March and at the beginning of April
triggered a burst of development in vegetation. Fruit trees
flowered around 16 to 18 days earlier than on average in the
comparative period 1981–2010. It was one of the earliest
fruit-tree flowering in the measurement series. Severe night
frosts on 20 and 21 April, however, resulted in a lot of ruin.
Substantial damage was caused above all to flowering fruit
trees and budding vines.
The third-warmest spring was followed by the third-warm-
est summer since measurements started in 1864. Averaged
across the country the summer temperature rose 1.9 °C above
the normal value 1981–2010. Only the summers of 2015 and
the legendary hot summer of 2003 were warmer: the former
with 2.3 °C, the latter with 3.6 °C above the normal value. Hot
temperatures reigned especially in early summer. June, as the
second-warmest since observations started, rose 3.3 °C above
the normal value, averaged across the country. The month
featured prolonged high temperatures and a five-day heat-
wave in the second half of the month.
In autumn the weather character was very unsettled. Septem-
ber was noticeably cool, above all in the mountains. In summit
regions winter announced itself with many days of fresh snow.
The Weissfluhjoch, at an altitude of 2540 m, registered 15
days of new snow, resulting in a new September record. The
impression of early winter persisted in the first October days.
North of the Alps snow fell down to an altitude of 1200 m.
Around mid-October the weather was dominated for ten days
by high-pressure zones. The persistent fair weather brought
the Plateau and Southern Switzerland the sunniest October,
regionally, in the homogenous observation series spanning at
least 50 years. At other stations with homogenous observation
series of at least 50 years it was the second- or third-sunniest
October. South of the Alps the fair weather period lasted 20
days. During the entire month of October there was hardly
any precipitation. In Ticino October 2017 was among the five
driest October months in the measurement series extending
over more than 100 years. Only in the year 1969 was there
absolutely no precipitation south of the Alps.
In November the areas north of the Alps experienced several
episodes of snowfall down to lower altitudes. In the first days
of December, precisely at the meteorological start of winter,
a temporary snow cover of a few centimetres appeared also
in low altitudes north of the Alps. On 10/11 December the
lowest altitude levels south of the Alps also received a snow
cover of a few centimetres. Meanwhile, in the low areas of
the Central Valais record snow totals were measured. Sion
registered an extreme value of 60 cm within one day.
In December a lot of snow fell in the mountains. Shortly af-
ter mid-month over 170 percent of the normal snow totals
were registered in many parts of the Alps. In the entire Al-
pine region of Switzerland conditions for the seasonal ski
tourism were ideal.
Globally the year 2017 was the third warmest on the record
since beginning of the measurements in 1850, just behind
the record years 2016 and 2015. The years 2013–2017 are
considered the warmest 5-year period since the beginning of
the records. They represent a main contribution in continuing
the long-term global warming trend. Temperature surpluses
over the large land masses such as in China, Russia, Africa
7and the Mediterranean region can explain the global anom-
aly of 0.6 °C in the year 2017. El Niño, usually a driving factor
for the fluctuation of the global average temperature, was
very weak during the year 2017.
With a view to the long-term temperature change 1864–2017
the sixth warmest year 2017 contributed again to the elevated
mean temperature in Switzerland. In winter the overall mean
temperature surplus amounted 1 °C above the normal value
1981–2010. Spring and summer were about 3 °C milder than
the normal values 1981–2010. Autumn brought an overall
mean temperature near the normal values.
In accordance with generally higher temperatures the number
of summer days has increased considerably while the num-
ber of frost days has decreased. The zero degree level has
risen by around 400 m during the last decades, mainly in the
winter, spring and summer seasons. The general rise in tem-
perature has also led to an earlier development of vegetation.
North of the Alps the long-term precipitation development
1864–2015 shows a trend to higher precipitation totals for
the year and for the winter season. No long-term changes in
the precipitation totals have been registered for the remain-
ing seasons. South of the Alps no long-term change in the
precipitation pattern has been registered, both as regards
annual totals and seasonal totals. The number of days with
heavy precipitation and the precipitation totals of very wet
days have remained largely unchanged. The length of the
most intensive dry periods has not changed.
The over 100-year-old snow records indicate in some re-
gions a slight decrease, in other regions however, there is no
change in the fresh snow totals. In the number of days with
fresh snow some regions show a slight increase, in other re-
gions however the measurement series indicate a slight de-
crease or no change.
In the past years the ozone situation in the upper atmosphere
over Switzerland has remained stable. This stability follows a
decrease of the ozone total of around 6 % which took place
between 1970 and 1995.
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1| Andamento del tempo nel 2017
Al Nord il gennaio più freddo da oltre 30 anni
Negli scorsi tre decenni a basse quote al Nord delle Alpi la
temperatura mensile di gennaio si è mantenuta tra -2°C e
+3°C. Il valore di -2,9°C del gennaio 2017 è invece inusuale.
Gli ultimi freddi intensi in questo mese risalgono al 1987,
quando la temperatura scese a -4,3°C, e al 1985 quando
la temperatura mensile fu di -5,4°C. Il gennaio 2017 fa così
parte dei mesi più gelidi, paragonabile al 1979 quando si mi-
surò -3,0°C di media mensile. A paragone, nel 1963 quando
la superficie del lago di Zurigo gelò l’ultima volta, la tempe-
ratura mensile fu di -6,3°C.
Caldo record in febbraio
Il 23 febbraio, correnti tempestose da sudovest hanno con-
vogliato aria estremamente mite verso la Svizzera e in molte
regioni è stata superata la soglia di 20°C di temperatura mas-
sima. Nel Vallese centrale, Sion ha registrato una massima di
21,4°C. 17 stazioni di misura hanno registrato nuovi primati
di temperatura con uno scarto anche di oltre 1°C rispetto
al precedente massimo. Hanno archiviato un nuovo record
Berna con 18,5°C, Zurigo con 18,8°C e Lucerna con 19,9°C.
Inverno estremamente asciutto e scarso di neve
Le precipitazioni invernali, dal dicembre 2016 al febbraio 2017,
corrispondono a poco più della metà della norma 1981–2010.
La quantità di acqua raccolta è stata particolarmente modesta
nella Svizzera occidentale: In queste regioni si è localmente
registrato l’inverno più asciutto degli ultimi 45–55 anni. Nel
Vallese, per trovare un inverno altrettanto asciutto bisogna
risalire a 40 anni or sono.
Precipitazioni ridotte significano pure innevamento scarso.
Sul versante sudalpino si è avuta la coltre nevosa più sot-
tile dall’inizio delle misurazioni della neve 55 anni or sono. A
Bosco-Gurin, a 1500 m slm, nei 3 mesi invernali si sono mi-
surati in media soltanto 14 cm di neve sul terreno, ciò che
rappresenta un primato negativo per l’innevamento in que-
sta località dove si compiono rilevamenti dal 1962. L’inneva-
mento invernale comporta normalmente uno strato di circa
70 cm di neve.
Anche in altre regioni delle Alpi la coltre nevosa dell’inverno
2016/17 è stata vicina ai minimi storici: a Davos si sono misu-
rati solo 27 cm di media, solo 1–3 cm in più che negli inverni
meno innevati del 2006/07, 1995/96 e 1989/90. Ad Arosa
invece, da dicembre 2016 a febbraio 2017 si sono avuti in
media solo 31 cm di neve, a Segl- Maria persino soli 12 cm.
In entrambe le località soltanto in un inverno fu misurata una
coltre nevosa media più sottile: ad Arosa nell’inverno 1989/90
con 28 cm e a Segl-Maria nell’inverno 2001/02 con soli 7 cm.
Il 2017 ha portato la terza primavera e la terza estate più calde mai registrate in Svizzera dall’inizio delle misure sistematiche nel 1864. Fasi molto calde si sono verificate anche nei mesi di febbraio e di ottobre. Nel complesso il 2017 è stato il sesto anno più caldo della serie di 154 anni di misurazioni disponibili in Svizzera. A livello svizzero lo scarto positivo è stato di 0,8°C rispetto alla norma 1981–2010. Al caldo estremo si è contrapposto uno degli inverni meno innevati e una parte dell’autunno estremamente asciutta. Diverse regioni della Svizzera hanno inoltre registrato il terzo o quarto anno più soleggiato degli ultimi 50 anni, il Sud delle Alpi ha persino rilevato l’anno più soleggiato della serie di misura. A livello nazionale sono stati particolarmente soleggiati i mesi da aprile a giugno e il mese di ottobre.
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Soleggiamento invernale quasi da primato in montagna
Il soleggiamento invernale ha generalmente raggiunto il
110–145% della norma 1981–2010. In montagna l’inverno
2016/17 ben soleggiato ha messo termine a un periodo di
più anni con un soleggiamento per lo più deficitario. Same-
dan con 419 ore di sole e Davos con 409 ore hanno avuto il
secondo inverno più soleggiato degli ultimi 60 anni. Decisivo
per il totale è stato il soleggiamento del dicembre 2006, ma
anche il gennaio 2017 ha contribuito con un numero di ore
superiore alla norma. In entrambe le stazioni il primato pre-
cedente è stato avvicinato.
Terza primavera più calda
La Svizzera ha registrato la terza primavera più calda dall’ini-
zio delle misurazioni nel 1864. In media su tutto il Paese, la
temperatura primaverile è stata di 1,7°C superiore alla norma
1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con
uno scarto positivo di 2,3°C e del 2011 con uno scarto di 2,5°C.
Tutti i mesi primaverili hanno avuto una temperatura sopra la
norma e marzo è stato il secondo più caldo della statistica,
con uno scarto positivo di 3,3°C a livello svizzero. Aprile ha
superato la norma 1981–2010 di 0,5°C e maggio di 1,1°C.
Forte gelo notturno causa grossi danni
Le temperature particolarmente miti di marzo e d’inizio aprile
hanno favorito lo sviluppo della vegetazione e per esempio
i meli sono fioriti con 16–18 giorni di anticipo rispetto al pe-
riodo 1981–2010. Si è trattata di una delle fioriture più precoci
presenti nella statistica e le forti gelate verificatesi il 20 e 21
aprile hanno provocato ingenti danni alle colture. In partico-
lare sono stati rovinati i meli in fiore e i germogli della vigna.
Nevicata tardiva in pianura
Un’invasione di aria polare fredda ha temporaneamente
riportato condizioni invernali il 26 aprile al Nord delle Alpi. A
Basilea si sono misurati 2 cm di neve nuova: soltanto il 28 aprile
1985 si è verificata una nevicata, pure di 2 cm, ancora più tar-
diva. La serie nivologica di Basilea risale all’inverno 1930/31.
Ingenti quantitativi di neve sono invece caduti tra il 27 e il 30
aprile sul pendio nordalpino e sulle Alpi. In generale lo strato
di neve fresca ha raggiunto 30–50 cm, con punte localmente
fino a 60–70 cm.
12 Terza estate più calda
Dopo la terza primavera più calda dall’inizio delle misure si-
stematiche nel 1864, quest’anno la Svizzera ha pure registrato
la terza estata più calda, sempre dal 1864. A livello svizzero
la temperatura estiva ha superato la norma 1981–2010 di
1,9°C. Ancora più caldi furono le estati del 2015, con uno
scarto positivo di 2,3°C, e del 2003, con ben 3,6°C sopra la
norma. Soprattutto l’inizio dell’estate 2017 si è mostrato tor-
rido, con un mese di giugno che è stato il secondo più caldo
dall’inizio delle misurazioni. Lo scarto positivo dalla norma a
livello svizzero è stato in questo caso di ben 3,3°C.
In agosto notti estremamente calde
Luglio, leggermente più caldo del normale, è trascorso senza
periodi canicolari. In agosto si è invece avuto di nuovo un pe-
riodo torrido: in alcune regioni si è registrato uno dei 10 mesi
di agosto più caldi dall’inizio delle misure nel 1864. La calura
si è fatta sentire anche di notte e alcune stazioni hanno re-
gistrato nuovi primati riguardo alle temperature minime più
alte dall’inizio delle misurazioni: il 5 agosto a Lugano 23,5°C,
il 4 a Neuchâtel 23,0°C e a Ginevra 21,8°C e infine il 3 a Ba-
silea pure 21,8°C di minima. Locarno-Monti il 5 agosto ha
invece registrato il secondo valore più alto per le minime di
agosto: 23,9°C.
Nuovo primato svizzero delle precipitazioni
Nella notte tra l‘1 e il 2 agosto sul versante nordalpino si sono
scatenati violenti temporali con grandine e forti raffiche di
vento. Nelle regioni settentrionali della Svizzera sono così stati
registrati venti di 90–135 km/h, con punte localmente fino a
190 km/h. La perturbazione temporalesca ha inoltre portato
un nuovo primato svizzero delle precipitazioni sull’intervallo
di 10 minuti: alla stazione di Eschenz tra le ore 02:40 e 02:50
del 2 agosto sono stati raccolti ben 36,1 mm di pioggia. Il
precedente record risale al 29 agosto 2003 a Locarno-Monti
quando furono misurati 33,6 mm, valore vicino ai 33,5 mm in
10 minuti registrati il 25 giugno 2017 alla stazione di Crana-
Torricella. Al Nord delle Alpi il precedente primato su 10 mi-
nuti era di 32,8 mm, stabilito il 2 maggio 2013 a Sciaffusa.
Inizio fresco dell‘autunno
L’autunno ha avuto un andamento alquanto movimentato.
Settembre è stato piuttosto fresco, soprattutto in montagna,
e ad alta quota si sono registrati numerosi giorni con neve
fresca. La stazione del Weissfluhjoch a 2540 m slm ha stabi-
lito un nuovo primato per il mese di settembre, con 15 giorni
di neve fresca. Il tempo preinvernale al Nord delle Alpi si è
poi protratto fino all’inizio di ottobre e la neve è caduta fino
a circa 1200 m di quota.
Estate indiana particolarmente soleggiata
Attorno a metà ottobre un persistente anticiclone ha domi-
nato il tempo per una decina di giorni portando cielo sereno
e molto sole in tutta la Svizzera. A basse quote la temperatura
massima è salita a 22–25°C. Sull’Altopiano e al Sud delle Alpi,
prolungate condizioni anticicloniche hanno portato all’otto-
bre più soleggiato da almeno 50 anni, in diverse altre stazioni
è stato archiviato il secondo o terzo ottobre più soleggiato..
Estremamente asciutto al Sud delle Alpi
Al Sud delle Alpi il tempo ricco di sole è durato 20 giorni e
le precipitazioni sono restate praticamente assenti tutto il
mese. In Ticino la quantità totale di acqua raccolta è stata
al massimo di pochi millimetri, nelle valli del Grigioni Italiano
si sono misurati tra 10 e 17 mm. Le frequenti fasi di favonio
hanno ulteriormente accentuato la carenza di acqua e in Ti-
cino l’ottobre 2017 è stato tra i 5 più asciutti nella statistica.
Finora soltanto l’ottobre 1969 è stato completamente secco.
Arrivo dell’inverno in novembre
In novembre le nevicate hanno nuovamente interessato le
regioni a bassa quota del Nord delle Alpi. A Einsiedeln a 910
m slm e a Elm a 938 m slm sono stati registrati 20 giorni con
neve al suolo, a Davos a 1600 m slm e ad Arosa a 1880 m
slm invece, dal 6 novembre il paesaggio è restato imbian-
cato. Grazie al buon innevamento, alcune stazioni invernali
hanno già potuto riprendere l’attività. Il 1° dicembre, esatta-
mente per l’inizio dell’inverno meteorologico, anche le basse
quote al Nord delle Alpi sono state coperte da una sottile
coltre di neve fresca.
13
Stazione Altitudine Temperatura °C Soleggiamento h Precipitazioni mm
m slm media norma deviazione somma norma % somma norma %
Berna 553 9.7 8.8 0.9 2006 1683 119 854 1059 81
Zurigo 556 10.2 9.4 0.8 1828 1544 118 1107 1134 98
Ginevra 420 11.3 10.6 0.7 2090 1768 118 693 1005 69
Basilea 316 11.4 10.5 0.9 1844 1590 116 765 842 91
Engelberg 1036 7.2 6.4 0.8 1491 1350 110 1727 1559 111
Sion 482 11.4 10.2 1.2 2231 2093 107 567 603 94
Lugano 273 13.5 12.5 1.0 2416 2067 117 1509 1559 97
Samedan 1709 2.7 2.0 0.7 1914 1733 110 710 713 100
norma Media pluriennale 1981–2010 deviazione Deviazione della temperatura dalla norma % Percentuale rispetto alla norma (norma = 100%)
Tab. 1.1
Valori annuali di stazioni
scelte della rete di
MeteoSvizzera parago-
nati alla norma 1981–
2010.
Molta neve in dicembre
Il 7 e 8 dicembre la neve è nuovamente arrivata fino in pia-
nura al Nord delle Alpi e il 10 e l’11 anche al Sud delle Alpi è
stato innevato praticamente fino in pianura. In collina lo strato
di neve ha raggiunto i 20–30 cm, in montagna ha superato
50 cm. Quantitativi ancora maggiori sono caduti in Vallese,
dove i 60 cm misurati a Sion rappresentano un nuovo pri-
mato per la stazione.
In generale, in montagna l’innevamento è stato abbondante
e nelle Alpi verso la fine di dicembre la coltre di neve ha rag-
giunto il 170% dello spessore normale per la stagione (dati:
SLF, Davos).
Bilancio dell’anno
La temperatura annuale del 2017 è stata di 0,7 fino a 1,2°C
sopra la norma 1981–2010. A livello svizzero lo scarto rispetto
alla norma è di 0,8°C e l’anno è il sesto più caldo dall’inizio
delle misurazioni nel 1864. Sul Gran San Bernardo e a Sion
l’anno è stato il terzo più caldo della statistica, a Locarno-Monti
e allo Jungfraujoch il quarto. Cinque dei sei anni più caldi si
sono verificati dopo il 2000.
Al Nord delle Alpi le precipitazioni annuali hanno raggiunto
il 70–90% della norma 1981–2010, con punte fino al 100–
110%, mentre nelle Alpi stesse hanno raggiunto il 90–115%.
Nel Vallese si è invece avuto solo il 60–80% della norma. Al
Sud delle Alpi si sono avuti quantitativi tra l‘80 e il 95% della
norma, localmente fin verso il 100%.
Al Nord delle Alpi e nel Ticino meridionale il soleggiamento
ha raggiunto valori del 110–120% rispetto alla norma 1981–
2010, nel resto della Svizzera si è invece avuto il 100–110%
della norma. A Lugano e a Locarno-Monti il 2017 è stato il
secondo anno più soleggiato da almeno 50 anni, mentre
in altre regioni della Svizzera si è registrato il terzo o quarto
anno più soleggiato.
14
−9−8−7−6−5−4−3−2−10246789101214
Temperatura, precipitazionie soleggiamento nell’anno 2017
Fig 1.1
Distribuzione della temperatura, precipitazioni e soleggiamento per l’anno considerato.
Sono riportati i valori rilevati (a sinistra) e le rispettive deviazioni dalla norma 1981–2010 (a destra).
Valori rilevati 2017
Temperatura media annuale in °C
Precipitazioni annuali in mm
% del soleggiamento annuale possibile
Deviazione dalla norma 1981–2010
Deviazione della temperatura annuale dalla norma in°C
Precipitazioni annuali in % della norma
Soleggiamento annuale in % della norma
2.5
−9−8−7−6−5−4−3−2−10246789101214
−2.5−2−1.6−1.3−1−0.8−0.6−0.4−0.20.20.40.60.811.31.622.5
10
500
700
900
1100
1300
1500
1700
2000
2500
3000
50
70
82
90
94
98
102
108
118
130
145
170
30
35
40
45
50
55
60
65
70
80
85
90
93
96
99
101
107
113
119
128
140
140128119113107101999693908580
70
65
60
55
50
45
40
35
30
1.6
1.0
0.6
0.2
-0.4
-0.8
-1.3
-2.0-2.5
14
10
8
6
20
-2
-4
-6
-8
170145130118108102989490827050
3000
2500
2000
1700
1500
1300
1100
900
700
500
1010
500
700
900
1100
1300
1500
1700
2000
2500
3000
50
70
82
90
94
98
102
108
118
130
145
170
30
35
40
45
50
55
60
65
70
80
85
90
93
96
99
101
107
113
119
128
140
−2.5−2−1.6−1.3−1−0.8−0.6−0.4−0.20.20.40.60.811.31.622.5
15Temperature mensili nel 2017,scarto dalla norma 1981–2010
Fig. 1.2
Distribuzione spaziale dello scarto delle temperature mensili in gradi [°C] rispetto alla norma 1981–2010.
Gennaio 2017
Aprile 2017
Luglio 2017
Ottobre 2017
Febbraio 2017
Maggio 2017
Agosto 2017
Novembre 2017
Marzo 2017
Giugno 2017
Settembre 2017
Dicembre 2017
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567
−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.52345677.0
5.0
3.01.5
0.5
-1.0
-2.0
-4.0
-6.0
16 Precipitazioni mensili nel 2017 in percento rispetto alla norma 1981–2010
Fig. 1.3
Distribuzione spaziale delle precipitazioni mensili in percento rispetto alla norma 1981–2010.
Gennaio 2017
Aprile 2017
Luglio 2017
Ottobre 2017
Febbraio 2017
Maggio 2017
Agosto 2017
Novembre 2017
Marzo 2017
Giugno 2017
Settembre 2017
Dicembre 2017
15
35
50
65
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140
180
220
300
15
35
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180
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300
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180
220
300
15
35
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120
140
180
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300
15
35
50
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95
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120
140
180
220
300
15
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50
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300
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180
220
300
15
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180
220
300
15
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120
140
180
220
300
15
35
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120
140
180
220
300
15
35
50
65
80
95
105
120
140
180
220
30030022018014012010595806550351515
35
50
65
80
95
105
120
140
180
220
300
17Soleggiamento mensile nel 2017in percento rispetto alla norma 1981–2010
Fig. 1.4
Distribuzione spaziale del soleggiamento mensile in percento rispetto alla norma 1981–2010.
Gennaio 2017
Aprile 2017
Luglio 2017
Ottobre 2017
Febbraio 2017
Maggio 2017
Agosto 2017
Novembre 2017
Marzo 2017
Giugno 2017
Settembre 2017
Dicembre 2017
25
50
65
75
85
95
105
115
125
140
160
200
25
50
65
75
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115
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115
125
140
160
200
25
50
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75
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25
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160
200
25
50
65
75
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115
125
140
160
200
25
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65
75
85
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115
125
140
160
200
25
50
65
75
85
95
105
115
125
140
160
200 20016014012511510595857565
25
50
65
75
85
95
105
115
125
140
160
200
5025
18
19
20
2| Diagrammi dell’andamento annuale
Temperatura, soleggiamento e precipitazioni
Fig. 2.1
Andamento annuale della
temperatura giornaliera,
del soleggiamento giorna-
liero e delle precipitazioni
giornaliere alla stazione
di misurazione di
Berna-Zollikofen.
Temperatura media giornaliera più alta, risp. più bassa della serie di dati omogeneizzata 1864–2016Temperatura media giornaliera del periodo normale 1981–2010Deviazione standard dalle temperature medie giornaliere del periodo 1981–2010Soleggiamento giornaliero massimo possibilePrecipitazioni giornaliere medie in base alle norme mensili del periodo 1981–2010Precipitazioni giornaliere medie in base ai totali mensili misurati
Berna-Zollikofen (553 m slm) 1.1.–31.12.2017
Temperatura media giornaliera in gradi [°C]
Media: 9,7 / norma: 8,8
Soleggiamento giornaliero in ore [h]
Somma: 2006.3 / norma: 1683,2
Precipitazioni giornaliere in millimetri [mm]
Somma: 1759,8 / norma: 1058.6
−20
−10
0
10
20
0
5
10
15
0
10
20
30
40
50
−20
−10
0
10
20
Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 9.7 Norm: 8.8
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
5
10
15
Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2006.3 Norm: 1683.2
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
10
20
30
40
50
52.2
Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 854.1 Norm: 1058.6
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt
Bern / Zollikofen (553 m)01.01.2017 − 31.12.2017
daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:00
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC
20
10
0
-10
-20
15
10
5
0
50
40
30
20
10
0
−20
−10
0
10
20
Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 9.7 Norm: 8.8
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
5
10
15
Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2006.3 Norm: 1683.2
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
10
20
30
40
50
52.2
Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 854.1 Norm: 1058.6
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt
Bern / Zollikofen (553 m)01.01.2017 − 31.12.2017
daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:00
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC
−20
−10
0
10
20
Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 9.7 Norm: 8.8
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
5
10
15
Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2006.3 Norm: 1683.2
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
10
20
30
40
50
52.2
Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 854.1 Norm: 1058.6
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt
Bern / Zollikofen (553 m)01.01.2017 − 31.12.2017
daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:00
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC
21
Lugano (273 m slm) 1.1.–31.12.2017
Temperatura media giornaliera in gradi [°C]
Media: 13,5 / norma: 12,5
Soleggiamento giornaliero in ore [h]
Somma: 2415.7 / norma: 2067.1
Precipitazioni giornaliere in millimetri [mm]
Somma: 1509.4 / norma: 1559,0
Fig. 2.2
Andamento annuale della
temperatura giornaliera,
del soleggiamento giorna-
liero e delle precipitazioni
giornaliere alla stazione di
misurazione di Lugano.
−10
0
10
20
30Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 13.5 Norm: 12.5
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
5
10
15
Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2415.7 Norm: 2067.1
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
10
20
30
40
50
53.4
81.2
87.1
109.
682
.9
57.4
67.2
54.8
61.7
Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 1509.4 Norm: 1559.0
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt
Lugano (273 m)01.01.2017 − 31.12.2017
daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:01
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC
30
20
10
0
-10
15
10
5
0
50
40
30
20
10
0
−10
0
10
20
30Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 13.5 Norm: 12.5
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
5
10
15
Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2415.7 Norm: 2067.1
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
10
20
30
40
50
53.4
81.2
87.1
109.
682
.9
57.4
67.2
54.8
61.7
Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 1509.4 Norm: 1559.0
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt
Lugano (273 m)01.01.2017 − 31.12.2017
daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:01
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC
−10
0
10
20
30Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 13.5 Norm: 12.5
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
5
10
15
Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2415.7 Norm: 2067.1
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
0
10
20
30
40
50
53.4
81.2
87.1
109.
682
.9
57.4
67.2
54.8
61.7
Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 1509.4 Norm: 1559.0
Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez
Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt
Lugano (273 m)01.01.2017 − 31.12.2017
daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:01
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC
I diagrammi sull’andamento annuale di tutte le stazioni della rete climatica svizzera [1] sono disponibili al seguente indirizzo internet:www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-della-svizzera/andamento-annuale-temperatura-soleggiamento-pioggia.html
22 Andamento annuale della radiazione globale
Fig. 2.3
Radiazione globale
media (in W/m-2) per il
2017, elaborata in base a
rilevamenti dal satellite.
I cerchi indicano invece le
stazioni di rilevamento al
suolo e i rispettivi valori.
120
130
140
150
160
170
180
190
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ALT
ANDANT
ARH
ARO
BAS
BEH
BER
BEZ
BIE
BIZ
BLA
BOLBUF
BUS
CDF
CEV
CGI
CHA
CHD
CHM
CHU
CHZ
CIM
CMA
COMCOV
CRM
DAV
DEM
DIS
DOL
EBK
EGH
EGO
EIN
ELM
ENG
EVI
EVO
FAH
FRE
FRU
GIH
GLA
GOE
GOR
GRA
GRC
GRE
GRH
GRO
GSB
GUE
GUT
GVE
HAIHLL
HOE
ILZ
INT
JUN
KLO
KOP
LAE
LAG
LEI
LUG
LUZ
MAG
MAHMER
MLS
MOA
MOE
MSK
MTE
MTR
MUB
MVE
NAP
NAS
NEU
ORO
OTL
PAY
PIL
PIO
PLF
PMA
PSI
PUY
RAG
REH
ROB
ROE
RUE
SAE
SAMSBE
SBO
SCU
SHA
SIA
SIMSIO
SMA
SMM
SPF
STC
STG
TAE
THU
UEB
ULR
VAB
VAD
VEV
VIOVIS
WAE
WFJ
WYN
ZER
La radiazione globale rappresenta la radiazione totale a onda
corta (UV) che raggiunge la superficie terrestre e viene misu-
rata su un piano orizzontale. La radiazione globale è di par-
ticolare importanza in relazione alla produzione di energia.
La radiazione globale media nelle Alpi durante l’anno 2017
ha raggiunto una potenza di 170–190 W/m-2 (fig. 2.3). Ciò
corrisponde a un valore energetico cumulato di circa 1600
kWh/m-2 l’anno. L’Altopiano svizzero, a causa delle nebbie
invernali e di una torbidità atmosferica più elevata, ha regi-
strato una radiazione globale nettamente inferiore, attorno
a 140–160 W/m-2. La differenza tra le regioni di montagna e
quelle di pianura è evidenziata anche dalle singole stazioni:
mentre ad Altdorf sono stati registrati 137 W/m-2, la stazione
sul Piz Corvatsch ne ha misurati 186 W/m-2. Il Ticino, spesso
considerato la “Sonnenstube” (il “locale caldo e soleggiato”)
della Svizzera, non supera comunque il soleggiamento delle
regioni di alta montagna: a Locarno-Monti nel 2017 sono
stati misurati in media 169 W/m-2.
120
130
140
150
160
170
180
190
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ABO
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ATT
BAN
BAS
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BER
BEZ
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BIZ
BLA
BOL
BRL
BUF
BUS
CDF
CEV
CGI
CHA
CHD
CHM
CHU
CHZ
CIM
CMA
COMCOV
CRM
DAV
DEM
DIA
DIS
DOL
EBK
EGH
EGO
EIN
ELM
ENG
EVI
EVO
FAH
FRE
GEN
GIH
GLA
GOE
GOR
GRA
GRC
GRE
GRH
GRO
GSB
GUE
GUT
GVE
HAIHLL
HOE
ILZ
INT
JUN
KLO
KOP
LAE
LAG
LEI
LUG
LUZ
MAG
MAHMER
MLS
MOA
MOE
MRP
MSK
MTR
MUB
MVE
NAPNEU
ORO
OTL
PAY
PIL
PIO
PLF
PMA
PSI
PUY
RAG
REH
ROB
ROE
RUE
SAE
SAMSBE
SBO
SCU
SHA
SIA
SIO
SMA
SMM
SPF
STC
STG
TAE
THU TIT
UEB
ULR
VAB
VAD
VIOVIS
WAE
WFJ
WYN
ZER
190
180
170
160
150
140
130
120 120
130
140
150
160
170
180
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BUS
CDF
CEV
CGI
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CHD
CHM
CHU
CHZ
CIM
CMA
COMCOV
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DAV
DEM
DIS
DOL
EBK
EGH
EGO
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ELM
ENG
EVI
EVO
FAH
FRE
FRU
GIH
GLA
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GOR
GRA
GRC
GRE
GRH
GRO
GSB
GUE
GUT
GVE
HAIHLL
HOE
ILZ
INT
JUN
KLO
KOP
LAE
LAG
LEI
LUG
LUZ
MAG
MAHMER
MLS
MOA
MOE
MSK
MTE
MTR
MUB
MVE
NAP
NAS
NEU
ORO
OTL
PAY
PIL
PIO
PLF
PMA
PSI
PUY
RAG
REH
ROB
ROE
RUE
SAE
SAMSBE
SBO
SCU
SHA
SIA
SIMSIO
SMA
SMM
SPF
STC
STG
TAE
THU
UEB
ULR
VAB
VAD
VEV
VIOVIS
WAE
WFJ
WYN
ZER
23
Paragonata alla media degli ultimi 10 anni, a livello svizzero
la radiazione globale del 2017 è stata di circa 2–5% più alta,
in particolar modo sull’Altopiano e in Ticino, dove lo scarto
positivo è stato addirittura del 5–7%. L’eccedenza riscontrata
è da ricondurre principalmente all’elevato soleggiamento che
ha caratterizzato la primavera e l’inizio dell’autunno. Tuttavia,
l’anomalia positiva non concerne le regioni di alta montagna:
in particolar modo nella parte occidentale della catena alpina
si è registrato uno scarto negativo del 2–6%.
Alle nostre latitudini la radiazione globale presenta un mar-
cato andamento stagionale che segue da vicino l’orbita solare
(Figura 2.4). I valori medi giornalieri della radiazione globale
variano però di molto in funzione della copertura nuvolosa.
La dominanza delle colonne di colore arancione in aprile,
maggio e giugno mette in evidenza l’elevato soleggiamento
avuto in primavera, il quale ha fatto seguito a un inverno nella
media. Anche il periodo da agosto a ottobre è stato contras-
segnato da giorni spesso soleggiati.
Fig. 2.4
Radiazione giornaliera
media nel 2017 riferita
a tutta la Svizzera. Le
colonne in arancione
indicano una radiazione
superiore al periodo di
confronto 2004–2016,
quelle in grigio dei valori
al di sotto della media.
Media 2004–2016Minimo/massimo 2004–2016
W m2
350
300
250
200
150
100
50
0
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC
24 Quota dell’isoterma di zero gradi nell’atmosfera libera
Fig. 2.5
Quota giornaliera
dell’isoterma di zero gradi
nell’atmosfera libera sopra
Payerne nel 2017. Misura-
zioni aerologiche con ra-
diosonde lanciate alle ore
00 UTC e 12 UTC. Il valore
mediano (periodo di riferi-
mento 1981−2010) è stato
calcolato con dati omo-
genizzati e lisciato con
un filtro numerico. Il 90%
dei valori medi giornalieri
viene a trovarsi nella
fascia tra i percentili del
5% e del 95%.
L’andamento della quota dell’isoterma di zero gradi nell’at-
mosfera libera, ricavata dai sondaggi atmosferici giornalieri,
mostra un’oscillazione caratteristica tra periodi sopra e periodi
sotto la norma 1981–2010. L’isoterma di zero gradi si è trovata
a quote più basse della norma in gennaio, a fine aprile/inizio
maggio, in settembre, a fine novembre e in dicembre. Nei pe-
riodi restanti l’isoterma di zero gradi si è trovata a quote supe-
riori rispetto alla norma di riferimento. Questo tipo di grafico
riesce a mettere in evidenza gli eventi estremi: da una parte il
mese di gennaio 2017 è stato molto freddo, dall’altra gli ultimi
mesi invernali e la primavera sono stati particolarmente miti.
Quo
ta in
km
Andamento annuale nel 2017Mediana 1981–2010Percentili 5% e 95% 1981–2010
I sondaggi atmosferici non sempre consentono di determi-
nare univocamente la quota dell’isoterma di zero gradi. In
situazioni d’inversioni termiche, con più di una quota dell’i-
soterma di zero gradi, per la statistica è utilizzata la quota
più elevata. In giornate con temperature sempre negative si
calcola una quota fittizia dell’isoterma di zero gradi aumen-
tando la temperatura rilevata al suolo di 0,5°C ogni 100 metri
fino a raggiungere 0°C. In caso di condizioni molto fredde,
a volte questo comporta anche una quota dell’isoterma di
zero gradi sotto al livello del mare; nel 2017 ciò è avvenuto
attorno alla metà di gennaio.
Nel 2017 il valore mediano della quota dell’isoterma di zero
gradi (2580 m) è stato molto simile alla mediana della norma
1981–2010 (2520 m), differenziandosi dal valore 2016, il quale
fu di oltre 100 m più alto.
Höh
e in
km
−1
0
1
2
3
4
5
JAN FEB MAR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ
Median 2017: 2.58 km; 1981−2010: 2.52 km
Nullgradgrenze 00−12 UTC Payerne
5
4
3
2
1
0
-1
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Altezza di Payerne
Mediana 2017: 2,58 km; 1981–2010: 2,52 km
25Altitudine della tropopausa
La tropopausa è caratterizzata da una chiara inversione dell’an-
damento della temperatura dell’atmosfera e normalmente cor-
risponde alla zona più fredda tra la troposfera e la stratosfera.
La tropopausa divide la troposfera, contrassegnata dai feno-
meni meteorologici, dalla stratosfera, strato secco e piuttosto
stabile. Come per la quota dell’isoterma di zero gradi, anche
l’altitudine della tropopausa sopra la Svizzera è dedotta dai
radiosondaggi lanciati due volte al giorno da Payerne. L’alti-
tudine è calcolata automaticamente in base a un algoritmo
in linea con le direttive emesse dall’OMM.
Fig. 2.6
Quota giornaliera della
tropopausa sopra Payerne
nel 2017, in base ai radio-
sondaggi delle ore 00 UTC
e 12 UTC. Il valore mediano
(periodo di riferimento
1981−2010) è calcolato
con dati omogeneizzati e
lisciato con un filtro nume-
rico. Il 90% dei valori medi
giornalieri viene a trovarsi
nella fascia tra i percentili
del 5% e del 95%.
Mediana 2017: 11,64 km; 1981–2010: 11,32 km
Quo
ta in
km
Andamento nel 2017Mediana 1981–2010Percentile 5% e 95% 1981–2010
16
14
12
10
8
6
L’afflusso di masse d’aria con provenienza polare o artica ab-
bassa l’altitudine della tropopausa. Nel 2017 le altitudini più
basse della tropopausa corrispondono infatti con i periodi più
freddi al suolo. Al contrario masse d’aria con provenienza tro-
picale o subtropicale estendono l’altezza della tropopausa:
nel corso del 2017 ciò è successo in primavera e in estate.
Quest’anno la tropopausa si è trovata alla sua quota più bassa
(7390 m) il 14 gennaio, e alla sua quota più alta (15110 m)
il 5 agosto. La mediana (11640 m) è stata 320 m più alta
rispetto alla norma pluriennale del periodo di riferimento
1981–2010 (11320 m).
Höh
e in
km
6
8
10
12
14
16
JAN FEB MAR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ
Median 2017: 11.64 km; 1981−2010: 11.32 km
Tropopausenhöhe 00−12 UTC Payerne
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
26 Precipitazioni intense eccezionali
Per valutare se si è in presenza di un evento meteorologico
straordinario o meno, si eseguono delle analisi sulle fre-
quenze (o analisi sui valori estremi). Le informazioni prodotte
indicano con quale frequenza media annuale l’evento con-
siderato potrebbe verificarsi (periodo di ritorno). Attraverso
questo procedimento (generalized extreme value analysis
GEV, periodo base 1966–2015) viene valutato il quantitativo
massimo di precipitazioni cumulato su 1 giorno, e ciò è fatto
per tutte le stazione di misura. La stazione con il periodo di
ritorno più alto del 2017 (>40 anni) è Avenches (circa 60
anni, 88,3 mm/giorno).
Fig. 2.7
Periodi di ritorno in anni
dei massimi quantitativi
delle precipitazioni su
1 giorno (ore 06 fino alle
ore 06 del giorno
seguente) nel 2017.
Le dimensioni dei punti
e i colori (scala a destra)
rispecchiano la lunghezza
del periodo di ritorno in
anni. Il grigio indica un
periodo di ritorno di
10 anni o meno.
300
200
100
50
20
10
10
20
50
100
200
300
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20
50
100
200
300
Eventi invernali (DGF)
Eventi primaverili (MAM)
Eventi estivi (GLA)
Eventi autunnali (SON)
10
20
50
100
200
300
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27Andamento annuale della radiazione UV
Fig. 2.8
Valori medi giornalieri
della radiazione ultravio-
letta UV-B (in W/m-2 ) nel
2017 (punti blu) nelle sta-
zioni di Payerne, Locarno-
Monti, Davos e dello Jung-
fraujoch. Linea rossa:
media mobile mensile (31
giorni). Curva nera: anda-
mento medio annuo calco-
lato in base ai dati 1995–
2017 (Davos), 1997–2017
(Jungfraujoch), 1998–2015
(Payerne) e 2001–2017
(Locarno-Monti).
La parte UV-B dello spettro di radiazione solare è importante
poiché influisce in modo significativo sugli esseri umani, an-
che se in certi casi può comportare problemi di salute (can-
cro della pelle, danni agli occhi, ecc.), mentre è determinante
per la produzione di vitamina D nel corpo. Le misurazioni
di raggi UV sono eseguite con un biometro UV eritemale.
Questo strumento misura l’intensità della radiazione UV uti-
lizzando un filtro eritemale che riproduce la sensibilità della
pelle, principalmente ai raggi UV-B con una piccola porzione
di UV-A. MeteoSvizzera effettua le misurazioni di radiazioni
UV a Davos dal maggio 1995, sullo Jungfraujoch dal novem-
bre 1996, a Payerne dal novembre 1997 e a Locarno-Monti
dal maggio 2001.
Il confronto dell’andamento delle medie mensili mobili con
il ciclo annuale medio mostra che, durante il 2017, la radia-
zione UV è stata superiore alla norma in tutte le stazioni di
misura nel corso della primavera (soprattutto ad aprile) e da
0.08
0.07
0.06
0.05
0.04
0.03
0.02
0.01
0.00
Radi
azio
ne in
W/m
2
Valore giornalieroAndamento 2017Andamento medio
Payerne
metà maggio fino a fine giugno. Da luglio a dicembre la radia-
zione UV è stata paragonabile alla norma. L’unica eccezione è
stata la stazione di misura della Jungfraujoch, dove nei mesi
di luglio ad agosto i valori registrati sono stati chiaramente
inferiori alla norma. La radiazione UV superiore alla norma
misurata nel corso della primavera è da collegare all’elevato
soleggiamento, il quale a sua volta deriva dalla nuvolosità in-
solitamente ridotta che ha contraddistinto questa stagione.
Attorno a metà marzo e a metà aprile è stato registrato uno
spessore dello strato di ozono sopra la Svizzera più sottile ri-
spetto alla norma. L’elevata radiazione UV registrata nel corso
di marzo è da collegare anche a questo fenomeno. L’assenza
di nubi nel corso di aprile ha causato l’ulteriore aumento della
radiazione UV.
I valori di radiazione UV chiaramente inferiori alla norma re-
gistrati sulla Jungfraujoch nel corso di luglio e agosto sono
dovuti principalmente a una nuvolosità elevata.
0.08
0.07
0.06
0.05
0.04
0.03
0.02
0.01
0.00
Radi
azio
ne in
W/m
2
Davos Jungfraujoch
Locarno-Monti
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
28 Serie di misurazioni dell’ozono ad Arosa
L’andamento annuale della colonna dell’ozono totale ad Arosa
(fig. 2.9) mostra il tipico andamento con valori massimi rag-
giunti in primavera e quelli minimi in autunno. L’andamento
della colonna dell’ozono totale nel corso dell’anno è forte-
mente condizionato dal trasporto di ozono dalle regioni po-
lari, dove la massima concentrazione di ozono è raggiunta
verso la fine della notte polare, quindi all’inizio della primavera.
Fig. 2.9
Andamento annuale della
colonna dell’ozono to-
tale sopra Arosa nel 2017.
Curva nera: valori medi
giornalieri. Curva rossa:
media mensile. La curva
blu mostra l’andamento
annuo medio del periodo
1926–1970, cioè negli anni
precedenti alla forte
distruzione dell’ozono.
Nella fascia blu viene a
trovarsi l’80% dei valori
del periodo 1926–1970.
200
250
300
350
400
450
JAN FEB MÄR APR MAI JUNI JULI AUG SEP OKT NOV DEZ
Ges
amto
zons
äule
[DU
]O
zono
tota
le [D
U]
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
450
400
350
300
250
200
Nel 2017 i valori di ozono misurati sono stati inferiori a quelli
del periodo di riferimento 1926–1969, quando lo strato di
ozono era ancora poco perturbato dagli influssi umani. La ri-
duzione dell’ozono totale sopra Arosa è incominciata attorno
al 1970, momento di forte crescita delle emissioni di sostanze
che distruggono l’ozono. Dal 2000 si è invece costatata una
stabilizzazione dell’ozono totale sopra la Svizzera.
Media giornaliera 2017Media mensile 2017Media mensile 1926–1970Percentili 10% e 90% 1926–1970
29
Il profilo dell’ozono sopra Arosa è elaborato dal 1956 grazie a
uno spettrofotometro Dobson: la Svizzera dispone così della
serie di misura dell’ozono più lunga al mondo. Le oscillazioni
della concentrazione dell’ozono nel 2017 sono riportate in co-
lore nel seguente grafico (fig. 2.10) I valori medi del periodo
1970–1980 sono indicati in nero (isoipse per 20, 40, 60 e 80
DU). Questo permette di visualizzare le deviazioni dei valori
dell’ozono dalla media climatologica nel corso dell’anno in
funzione dell’altitudine.
Fig. 2.10
Profilo dell’ozono sopra Arosa nel 2017, rilevato dallo spettrofotometro Dobson.
Il grafico mostra le concentrazioni in unità Dobson (DU), sulla scala destra, tra 0 e
90 DU. 100 DU = 1 mm di ozono puro a 1013 hPa di pressione e 0°C di temperatura.
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
Alte
zza
in k
m
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DICZ
90
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70
60
50
40
30
20
10
0
30
Alte
zza
in k
m
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
55
50
45
40
35
30
25
Fig. 2.11
Profilo verticale dell’ozono
sopra Payerne nel 2017, mi-
surato con un radiometro
a microonde. È riportata
la concentrazione volume-
trica (VMR) in parti per mi-
lione (ppm) di ozono (scala
a destra tra 1 e 10 ppm).
Misurazioni dell’ozono a Payerne
Dal 2000 alla stazione di Payerne è misurata la distribuzione
verticale dell’ozono ogni 60 minuti grazie al radiometro a
microonde SOMORA (Stratospheric Ozone Monitoring Radio-
meter). Il grafico (fig. 2.11) mostra a colori l’andamento dell’o-
zono del 2017 e in nero quello del 2016 (isoipse per 4, 6 e 8
ppm). Questo permette di rappresentare le diverse concen-
trazioni di ozono nel corso dell’anno in funzione dell’altitudine
e rispetto all’anno precedente.
10
8
6
4
2
0
Le misurazioni dell’ozono nell’atmosfera fino a circa 30 km di
quota sono eseguite durante i radiosondaggi. I dati raccolti
permettono di determinare l’evoluzione temporale delle quan-
tità di ozono nei diversi strati dell’atmosfera. La figura 2.12
mostra l’andamento dettagliato per il 2017 a diverse altitudini:
– Il soleggiamento più importante a quote più elevate in
estate (riferimento 15 hPa = ~28 km) provoca un massimo
di ozono in questa stagione.
– Nella stratosfera inferiore, riferimento 40 hPa = ~22 km,
l’andamento annuale dell’ozono è fortemente dominato
dal trasporto di ozono dalle regioni polari, dove la sua mas-
sima concentrazione è raggiunta verso la fine della notte
polare, quindi all’inizio della primavera.
– Alla quota più bassa (925 hPa, vicino al suolo) il valore mas-
simo di ozono si manifesta in estate come conseguenza
della forte radiazione solare abbinata all’inquinamento
atmosferico (che favorisce la formazione di ozono).
– Nella parte superiore della troposfera dove ha luogo la
maggior parte dei fenomeni meteorologici (riferimento
300 hPa = ~9 km) il massimo estivo è nettamente appiat-
tito perché le condizioni per la formazione di ozono non
sono ottimali (disponibilità di energia e ossigeno). I forti
picchi sono dovuti all’arrivo di ozono da quote più elevate
(stratosfera), oppure all’abbassamento della tropopausa a
quote inferiori i 300 hPa (ad esempio ad aprile 2017).
31
15 h
Pa O
zone
[hPa
]
60
70
80
90
100
110
JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ
40 h
Pa O
zone
[hPa
]
100
120
140
160
180
JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ
Fig. 2.12
Andamento della concen-
trazione di ozono (pres-
sione parziale in nanobar)
nel 2017 a due diverse
quote della stratosfera
(ai livelli 40 hPa e 15 hPa,
quote superiori a 10 km).
I colori mostrano bene la
coincidenza tra i dati dei
radiosondaggi e quelli
della misurazione dell’o-
zono ad Arosa. In blu:
ottima coincidenza; in
verde: buona coincidenza;
in rosso: le differenze
significative.
300
hPa
Ozo
no to
tale
[hPa
]
110
100
90
80
70
60
925
hPa
Ozo
no to
tale
[hPa
]15
hPa
Ozo
no to
tale
[hPa
]40
hPa
Ozo
no to
tale
[hPa
]
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DEC
180
160
140
120
100
120
100
80
60
40
20
70
60
50
40
30
20
10
Fig. 2.12
(continuazione): anda-
mento della concentra-
zione di ozono (pressione
parziale in nanobar) nel
2017 a due diverse quote
della troposfera (ai livelli
925 hPa e 300 hPa, quote
inferiori a 10 km). I colori
mostrano bene la coinci-
denza tra i dati dei radio-
sondaggi e quelli della
misurazione dell’ozono ad
Arosa. In blu: ottima coin-
cidenza; in verde: buona
coincidenza; in rosso: le
differenze significative.
15 h
Pa O
zone
[hPa
]
60
70
80
90
100
110
JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ
40 h
Pa O
zone
[hPa
]
100
120
140
160
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JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ
300
hPa
Ozo
n to
tal [
hPa]
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40
60
80
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925
hPa
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n to
tal [
hPa]
10
20
30
40
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60
70
JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ
300
hPa
Ozo
n to
tal [
hPa]
20
40
60
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100
120
JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ
925
hPa
Ozo
n to
tal [
hPa]
10
20
30
40
50
60
70
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GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DEC
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DEC
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DEC
32 Misurazione degli aerosol sullo Jungfraujoch
Gli aerosol influiscono sull’atmosfera con i loro effetti diretti
(assorbimento e diffusione della radiazione solare) e indiretti
(formazione di nubi). L’ampiezza di questi effetti in riferimento
al riscaldamento o al raffreddamento resta una delle maggiori
incertezze dei modelli climatici [15]. Le misurazioni degli aero-
sol eseguite sullo Jungfraujoch dal 1995 rappresentano una
delle più lunghe serie di misurazioni al mondo [16].
L’andamento annuale dei parametri degli aerosol sullo Jung-
fraujoch mostra valori massimi in estate e minimi in inverno.
Gli aerosol prodotti da processi naturali e antropici si accu-
mulano principalmente nello strato limite terrestre, lo strato
più basso dell’atmosfera, che secondo la stagione presenta
uno spessore tra 0,5 e 2,0 km.
Fig. 2.13
Andamento del coeffi-
ciente di assorbimento per
la lunghezza d’onda di 880
nm (in alto), di diffusione
per la lunghezza d’onda di
550 nm (al centro), nonché
della concentrazione delle
particelle di aerosol sullo
Jungfraujoch nel 2017 (in
basso). La curva nera mo-
stra la media del periodo
1995–2016. Il 90% dei
valori della media giorna-
liera viene a trovarsi nella
fascia tra le linee grigie
che indicano i percentili
5% e 95%.
Durante l’estate, il riscaldamento del suolo provoca la forma-
zione di correnti convettive con le quali gli aerosol sono por-
tati a quote più elevate: lo Jungfraujoch viene così a trovarsi
maggiormente sotto l’influsso dello strato limite terrestre.
In inverno per contro, lo Jungfraujoch si trova per lo più nella
troposfera libera [27] e quindi in posizione ottimale per la
misurazione delle proprietà ottiche dell’atmosfera e della
concentrazione degli aerosol, lontano dalle fonti di emissione.
I mesi di gennaio e di ottobre 2017 sono stati molto soleg-
giati, fattore che ha favorito la produzione di aerosol. Questa
caratteristica è ben visibile nel grafico della concentrazione
sottostante. In particolare l’elevato soleggiamento e le alte
temperature registrati nel corso di ottobre hanno avuto un
grande influsso sullo strato limite terrestre; anche questa ca-
ratteristica è visibile nel grafico dell’assorbimento sottostante.
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Diff
usio
ne m
-1A
ssor
bim
ento
m-1
Conc
entra
zion
e cm
-3
10-6
10-7
10-8
10-9
10-5
10-6
10-7
2000
1500
1000
500
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
33
sono fioriti in modo precoce o molto precoce rispetto alla
norma 1981–2010: in questo caso l’anticipo è stato di 10 -
20 giorni. La fioritura normale (media tra tutte le stazioni che
compiono osservazioni fenologiche) avviene il 6 aprile per i
ciliegi, il 9 aprile per i peri e il 15 aprile per i meli.
A inizio aprile sono fioriti l’ippocastano (con 4–6 giorni di an-
ticipo rispetto alla norma) e il sambuco rosso (8–23 giorni di
anticipo); con un anticipo di 9–18 giorni è avvenuto anche lo
spiegamento degli aghi di larice. Presso numerose stazioni
d’osservazione attive da più di 25 anni è stato registrato un
nuovo record di precocità: 30 stazioni hanno osservato la fiori-
tura del tarassaco più precoce di sempre, 19 quella del ciliegio,
18 quella del pero e 14 quella del melo. In molte altre stazioni
la fioritura di queste piante è stata la seconda o la terza più
precoce dall’inizio dei rilevamenti. È importante sottolineare
come spesso sono state le stazioni a basse quote a registrare
i primati, quasi mai le stazioni di montagna. In seguito, a causa
delle temperature più basse registrate attorno a metà aprile,
lo sviluppo della vegetazione ha subito un rallentamento. Il
gelo del 20–21 aprile ha causato danni ingentissimi agli alberi
da frutta in fiore, così come alla vigna e ai noci.
La germogliazione dell’acero montano è stata particolarmente
interessante: il 38% delle stazioni ha osservato una germo-
gliazione dell’acero montano antecedente al 15 aprile, il 33%
delle stazioni (quelle situate in montagna) l’ha osservata più
tardi. Nel primo caso la fase fenologica è stata spesso precoce
o molto precoce mentre nel secondo caso tardiva o molto
tardiva. Nella maggior parte dei casi la germogliazione delle
foglie del faggio è stata osservata attorno a metà maggio.
Questa fase fenologica è avvenuta con un ritardo medio di 3
giorni rispetto alla norma 1981–2010. Il ritardo è dovuto alle
basse temperature registrate nella seconda metà di aprile e
probabilmente anche alla siccità che ha caratterizzato la pri-
mavera 2017. In generale la vegetazione primaverile ha ac-
cumulato, in maggio, un anticipo di una settimana rispetto
alla norma 1981–2010; come è stato ad esempio il caso con
la fioritura della margherita e con lo spiegamento degli aghi
dell’abete rosso. La terza primavera più calda di sempre ha
trovato risposta in un rapido sviluppo della vegetazione. Pren-
dendo tutte le fasi fenologiche nel loro insieme si è trattato
della quarta primavera più precoce di sempre. Primavere più
precoci furono osservate nel 1961, nel 2011 e nel 2014 (vedi
capitolo 5). La fioritura dei peri, del tarassaco e dei billeri dei
prati è stata la più precoce di sempre, quella dei ciliegi e dei
meli la terza più precoce dall’inizio delle misurazioni nel 1951.
Più precoci furono la fioritura dei ciliegi nel 1961 e nel 1990 e
la fioritura dei meli nel 1961 e nel 2011 (paragonabili furono
anche le fioriture dei meli nel 2007 e nel 2014).
Nel 2017 tutte le fasi vegetative sono state precoci o molto
precoci rispetto alla norma 1981–2010 (con l’eccezione della
fioritura del nocciolo in febbraio e di quella del faggio in
maggio). Nei mesi di marzo e aprile sono avvenute, con un
anticipo medio di 15–17 giorni, la fioritura e lo spiegamento
delle foglie di tutte le piante. Nell’insieme, lo sviluppo della
vegetazione primaverile nel 2017 è stato il quarto più precoce
dal 1951. Da metà maggio l’anticipo sulla norma era di circa
una settimana. Anche la colorazione e la caduta delle foglie
in autunno sono avvenute con un anticipo di quasi una set-
timana rispetto alla media pluriennale.
Le osservazioni del 2017 sono paragonate con il periodo
normale 1981–2010. I valori del periodo normale sono sud-
divisi in classi, dove il 50% dei casi centrali è definito come
“normale”, il seguente 15% come “precoce”, rispettivamente
“tardivo” e il 10% più estremo come “molto precoce”, rispet-
tivamente “molto tardivo”. Le deviazioni in giorni dal periodo
di paragone sono indicate per il 50% centrale di tutte le os-
servazioni del 2017 o per la mediana.
Primavera
Le alte temperature di dicembre hanno favorito la fioritura dei
primi noccioli, osservata in Ticino dal 5 gennaio. Per contro,
a Nord delle Alpi, a causa di un mese di gennaio particolar-
mente freddo, la fioritura dei primi noccioli è stata osservata
unicamente da febbraio. La fioritura generale del nocciolo è
iniziata in corrispondenza della norma: a inizio febbraio in Ti-
cino e attorno a metà febbraio a Nord delle Alpi. Questa fase
vegetativa è stata favorita dalle miti temperature di questo
mese. In marzo si è avuta una fioritura precoce o molto pre-
coce della tossilaggine e dell’anemone dei boschi. In più della
metà delle stazioni la prima tossilaggine in fiore è stata osser-
vata dal 18 di febbraio, mentre il primo anemone dei boschi
fiorito è stato visto da inizio marzo. In questi casi l’anticipo
rispetto alla norma 1981–2010 è stato di 6–18 giorni. Grazie
al secondo mese di marzo più caldo di sempre c’è stato uno
sviluppo della vegetazione molto rapido. Con un anticipo di
5–19 giorni c’è stato, attorno a fine marzo, lo spiegamento
delle foglie del nocciolo e dell’ippocastano. La fioritura del
tarassaco e quella dei billeri dei prati sono state osservate dal
20 marzo. La fioritura normale dei billeri dei prati avviene il
primo aprile, quella del tarassaco il 9 aprile (media tra tutte le
stazioni che compiono osservazioni fenologiche): l’anticipo ri-
spetto alla norma 1981 - 2010 corrisponde per queste piante
a 11–21 giorni. Nel 2017 per ogni 100 metri di differenza di
altitudine è corrisposta una differenza di tre giorni nella data
d’inizio di fioritura del tarassaco. Anche gli alberi da frutto
Sviluppo della vegetazione
34
Phänologischer Kalender für die Station Rafz (1981−2010) und Saison 2017
1.1. 1.2. 1.3. 1.4. 1.5. 1.6. 1.7. 1.8. 1.9. 1.10. 1.11. 1.12.
Haselstrauch − Blüte (50%)
Huflattich − Blüte (50%)
Buschwindröschen − Blüte (50%)
Rosskastanie − Blattentfaltung (50%)
Haselstrauch − Blattentfaltung (50%)
Lärche − Nadelaustrieb (50%)
Wiesenschaumkraut − Blüte (50%)
Gewöhnlicher Löwenzahn − Blüte (50%)
Kirschbaum − Blüte (50%)
Buche − Blattentfaltung (50%)
Birnbaum − Blüte (50%)
Apfelbaum − Blüte (50%)
Roter Holunder − Blüte (50%)
Rosskastanie − Blüte (50%)
Fichte − Nadelaustrieb (50%)
Wiesen−Margerite − Blüte (50%)
Heuernte − Beginn
Schwarzer Holunder − Blüte (50%)
Weinrebe − Blüte (50%)
Sommerlinde − Blüte (50%)
Winterlinde − Blüte (50%)
Vogelbeere − Fruchtreife (50%)
Herbstzeitlose − Blüte (50%)
Weinrebe − Weinlese
Buche − Blattverfärbung (50%)
Buche − Blattfall (50%)
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
●
pheno.calendar 0.43 / 03.01.2018, 14:28
Faggio − caduta delle foglie (50%)
Faggio − colorazione delle foglie (50%)
Vite − vendemmia
Colchico d‘autunno − fioritura (50%)
Sorbo degli uccellatori − frutti maturi (50%)
Tiglio selvatico − fioritura (50%)
Tiglio nostrano − fioritura (50%)
Vite − fioritura (50%)
Sambuco nero − fioritura (50%)
Fienagione − inizio
Margherita comune − fioritura (50%)
Abete rosso − spiegamento deli aghi (50%)
Ippocastano − fioritura (50%)
Sambuco rosso − fioritura (50%)
Melo − fioritura (50%)
Pero − fioritura (50%)
Faggio − spiegamento delle foglie (50%)
Ciliegio − fioritura (50%)
Tarassaco comune − fioritura (50%)
Billeri dei prati − fioritura (50%)
Larice − spiegamento degli aghi (50%)
Nocciolo − spiegamento delle foglie (50%)
Ippocastano − spiegamento delle foglie (50%)
Anemone bianca − fioritura (50%)
Tossilagine comune − fioritura (50%)
Nocciolo − fioritura (50%)
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Fig. 2.14
Il calendario fenologico del 2017 di Rafz. Le barre mostrano la distribuzione statistica dei diversi stadi fenologici
osservati per il periodo di riferimento 1981−2010, mentre i cerchiolini bianchi indicano la data dell’osservazione
del relativo stadio nel 2017. Se per il 2017 manca l’osservazione o essa coincide esattamente con la mediana, il
periodo di riferimento rimane bianco.
Estate
Nel mese di giugno, il secondo più caldo dall’inizio delle mi-
surazioni sistematiche nel 1864, è stata osservata la fioritura
precoce del tiglio nostrano e quella del tiglio selvatico. La fiori-
tura del tiglio nostrano avviene di norma tra l’8 e il 22 giugno,
quella del tiglio selvatico tra il 15 e il 29 giugno. In entrambi i
casi l’anticipo è stato di 2–14 giorni. Anche il sambuco nero,
che di norma fiorisce tra il 25 maggio e l’8 giugno, ha avuto
una fioritura di 2–12 giorni più precoce. In Ticino questa fase
fenologica è stata osservata addirittura a fine aprile – inizio
maggio, ciò che corrisponde ad un anticipo di 15–21 giorni
rispetto alla norma 1981–2010. Il 54–66% delle stazioni fe-
nologiche ha osservato una fioritura precoce o molto precoce
per queste piante; nel 29–41% dei casi la fioritura invece è
avvenuta in corrispondenza del periodo normale. La maturità
dei frutti del sambuco nero, del sambuco rosso e del sorbo
degli uccellatori è avvenuta con un anticipo di circa 1 setti-
mana rispetto alla norma 1981–2010. Per il sambuco rosso
questa fase fenologica estiva è stata osservata da giugno (in
pianura) ad agosto (in montagna); per il sambuco nero e il
sorbo degli uccellatori da metà giugno fino a fine settembre.
mol
to p
reco
ce 1
0%
prec
oce
15%
norm
ale
50%
tard
ivo
15%
mol
to t
ardi
vo 1
0%
Calendrier phénologique de la station de Rafz (1981−2010) et saison 2017
1.1. 1.2. 1.3. 1.4. 1.5. 1.6. 1.7. 1.8. 1.9. 1.10. 1.11. 1.12.
Noisetier − floraison (50%)
Tussilage − floraison (50%)
Anémone des bois − floraison (50%)
Marronnier − déploiement des feuilles (50%)
Noisetier − déploiement des feuilles (50%)
Mélèze − déploiement des aiguilles (50%)
Cardamine des prés − floraison (50%)
Pissenlit officinal − floraison (50%)
Cerisier − floraison (50%)
Hêtre − déploiement des feuilles (50%)
Poirier − floraison (50%)
Pommier − floraison (50%)
Sureau rouge − floraison (50%)
Marronnier − floraison (50%)
Epicéa − déploiement des aiguilles (50%)
Marguerite − floraison (50%)
Fenaison − début
Sureau noir − floraison (50%)
Vigne − floraison (50%)
Tilleul à larges feuilles − floraison (50%)
Tilleul à petites feuilles − floraison (50%)
Sorbier des oiseleurs − maturité des fruits (50%)
Colchique d'automne − floraison (50%)
Vigne − vendanges
Hêtre − coloration des feuilles (50%)
Hêtre − chute des feuilles (50%)
�
�
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© MétéoSuisse pheno.calendar 0.43 / 03.01.2018, 14:28
Mediana 2017
35Autunno
Le prime osservazioni di una colorazione delle foglie degli al-
beri (ovvero quando il 50% delle foglie dell’albero si colora)
sono state fatte a settembre per il sorbo degli uccellatori e
a metà settembre per il tiglio, la betulla, l’acero montano e il
faggio. Particolarmente intensa è stata la colorazione delle fo-
glie nell’ultima settimana di settembre. Nel 2017 questa fase
fenologica non ha mostrato particolari differenze secondo
l’altitudine: unicamente la colorazione delle foglie del faggio
è iniziata prima nelle zone situate sopra gli 800 m slm, ma
già nell’ultima settimana di settembre faggi con più del 50%
delle foglie colorate sono stati osservati anche in pianura. In
più della metà delle stazioni la colorazione delle foglie del
faggio è stata osservata in settembre: ciò corrisponde a una
fase fenologica da precoce a molto precoce. La causa è da
ricercare probabilmente nelle temperature più basse della
norma che hanno contraddistinto questo mese. Il mese di
ottobre soleggiato e caldo ha rallentato la colorazione delle
foglie: è stato quindi possibile osservare per un lungo periodo
l’alternanza di colori che contraddistingue i boschi in autunno.
In media (tra tutte le stazioni che compiono osservazioni
fenologiche) la colorazione delle foglie del faggio è iniziata
con 4 giorni d’anticipo rispetto alla norma 1981–2010, per le
altre piante 5–9 giorni prima rispetto alla media del periodo
1966–2016. La colorazione degli aghi di larice è iniziata, in
modo contemporaneo in pianura e in montagna, attorno a
fine settembre. A una quota compresa tra i 400 e i 1100 m
slm le ultime osservazioni di questa fase fenologica sono
state fatte tra il 10 e il 20 novembre (in corrispondenza della
norma). La maggior parte delle osservazioni della caduta delle
foglie del faggio è avvenuta tra il 20 ottobre e il 3 novembre.
Anche in questo caso non è stata notata alcuna differenza in
base all’altitudine. Questa fase fenologica è avvenuta con un
anticipo di 7 giorni rispetto alla norma 1981–2010.
36 (con alcuni giorni di ritardo rispetto alla media). La stagione dei
pollini di artemisia è iniziata attorno a fine giugno, con qualche
giorno di ritardo rispetto alla norma. I primi pollini di ambrosia
sono stati osservati in agosto. L’inizio della stagione dei pollini
di ambrosia e di artemisia dipende dalla lunghezza dei giorni
(quindi da fattori astronomici piuttosto che meteorologici). Di
conseguenza varia in maniera minore di anno in anno.
Durata della stagione pollinica
Per il nocciolo, l’ontano, il frassino e per tutte le piante che
hanno avuto una fioritura precoce, il periodo di fioritura è stato
breve. Le stagioni polliniche del nocciolo e dell’ontano, oltre
ad un inizio tardivo, hanno registrato una fine precoce. Questo
può accadere in caso di fioriture deboli. La stagione pollinica
della betulla ha avuto inizio molto presto, ma l’ultimo giorno
con forte concentrazione di pollini è stato registrato, a causa
del sopraggiungere di tempo freddo e piovoso, già tra l’8 e l’11
aprile (con 16 giorni in anticipo rispetto alla media). La stagione
pollinica della betulla è stata di conseguenza breve. Anche la
stagione pollinica del frassino, il cui termine è giunto attorno
ad inizio aprile (con un anticipo di circa 2 settimane rispetto
alla norma), è stata corta e con un breve periodo caratteriz-
zato da concentrazioni elevate. Unicamente a Visp sono state
misurate concentrazioni elevate di polline di frassino fino al 10
aprile. Gli ultimi giorni con una concentrazione elevata di pol-
line di graminacee sono stati osservati presso alcune stazioni
attorno a fine giugno (con un anticipo di circa 8 giorni rispetto
alla media pluriennale). Unicamente a Buchs e Lucerna sono
state misurate concentrazioni elevate di questo tipo di polline
per ancora qualche giorno. Con un inizio leggermente tardivo
e una fine precoce anche la stagione pollinica delle gramina-
cee è da considerare corta rispetto alla norma di riferimento.
Intensità della stagione pollinica
La concentrazione di polline della maggior parte delle piante
è stata inferiore rispetto alla norma di riferimento 1997–2016.
Poche specie hanno avuto una stagione pollinica intensa: il
frassino in Ticino e a Visp, le graminacee in Ticino e a Lucerna
e l’ambrosia nella Svizzera occidentale. Fortunatamente per le
persone allergiche al polline di betulla (di conseguenza sensibili
alle fioriture precoci) la concentrazione è stata debole. Tra le sta-
gioni polliniche deboli troviamo quelle del nocciolo, dell’ontano,
della betulla, del carpino e del faggio. Particolarmente debole
è stata la stagione dell’ontano nella Svizzera occidentale e a
Visp. A Visp non sono stati registrati giorni con una concentra-
zione elevata di polline di ontano (in norma se ne registrano
9), a Neuchâtel ne è stato registrato 1 e a Losanna 2. Anche in
tutte le altre stazioni è stata misurata una concentrazione di
polline chiaramente inferiore al normale. A Nord delle Alpi si
sono avuti 3–6 giorni con una concentrazione elevata di pol-
line del nocciolo (1–5 giorni in meno rispetto alla media plu-
riennale). In Ticino i giorni con una concentrazione elevata del
polline di questa pianta sono stati 10–14, un valore che corri-
sponde alla norma. La stagione pollinica della betulla è stata da
forte a molto forte unicamente per due settimane tra marzo e
Stagione pollinica
La stagione pollinica 2017 è stata per la maggior parte delle
piante più debole del solito. A causa delle basse tempera-
ture registrate in gennaio, la stagione pollinica è iniziata solo
a febbraio, in modo tardivo rispetto alla norma. La primavera
calda ha portato a una fioritura molto precoce della betulla
e delle graminacee. La stagione pollinica è terminata a set-
tembre, con concentrazioni di ambrosia più elevate del nor-
male nella Svizzera occidentale. Il riferimento per i paragoni
è la media del periodo 1997–2016 (20 anni).
Sul sito web di MeteoSvizzera i grafici annuali delle 14 specie
di pollini più importanti mostrano la concentrazione media
giornaliera rilevata dalle stazioni della rete pollinica. Durante la
stagione dei pollini i grafici sono aggiornati settimanalmente.
Inizio della stagione pollinica
Le basse temperature di dicembre 2016 e di gennaio 2017 hanno
inibito la fioritura di molte piante, causando un inizio tardivo
della stagione pollinica. A Nord delle Alpi le stagioni dei pollini
di nocciolo e di ontano sono iniziate attorno a metà febbraio,
con rispettivamente 14 e 6 giorni di ritardo rispetto alla media
ventennale del periodo 1997–2016. In Ticino per contro la sta-
gione dei pollini del nocciolo ha avuto inizio già in gennaio: le
concentrazioni di polline sono però restate da deboli a mode-
rate, in quanto anche in Ticino le temperature di gennaio sono
state più basse del normale. Sempre in quest’ultimo cantone, tra
il 6 e il 15 febbraio, si è osservato l’inizio della stagione pollinica
dell’ontano, con un ritardo di 8–21 giorni rispetto alla norma.
Le temperature miti di febbraio e il mese di marzo molto caldo
hanno causato un inizio molto precoce della stagione pollinica
della betulla: le prime osservazioni sono avvenute il 19 marzo
in Ticino, il 20 marzo a Basilea, Ginevra e Visp e dal 27 marzo
nelle rimanenti regioni a Nord delle Alpi. L’anticipo rispetto alla
media di paragone del periodo 1997–2016 è di 6–12 giorni. Sol-
tanto nel 1990, 1994, 1997 e localmente nel 2001, 2012 e 2014
l’inizio della stagione pollinica della betulla è stato più precoce.
Una situazione simile ha caratterizzato la stagione pollinica del
frassino: i primi pollini di frassino sono stati rilevati il 10 marzo
in Ticino (6 giorni prima della media) e il 17 marzo al Nord delle
Alpi (con 8 giorni di anticipo). In Ticino, dalla fine di marzo, si
sono regolarmente rilevati pollini di graminacee in concentrazioni
moderate; concentrazioni forti sono state misurate dal 20 aprile:
in tutti questi casi l’anticipo rispetto ai valori medi del periodo
1997–2016 è di circa due settimane. Anche a Nord delle Alpi in
aprile si è regolarmente registrato polline di graminacee, anche
se a basse concentrazioni. A Lucerna, Buchs e Zurigo la data di
apparizione di questo tipo di polline è stata la più precoce o la
seconda più precoce di sempre; il grande anticipo è principal-
mente dovuto alle elevate temperature di marzo e della prima
metà di aprile. Le temperature fresche della seconda metà di
aprile e d’inizio maggio hanno invece frenato la liberazione dei
pollini da parte delle graminacee, e soltanto da metà maggio an-
che a Nord felle Alpi sono state registrate concentrazioni elevate
www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-della-svizzera/informatzioni-sui-pollini.html
37
Januar Februar März April Mai0
100
200
300
400
Dezemberpoll.seasonclim 0.43 / 05.01.2018, 12:43
Hasel (Corylus): Zürich (558 m)2017
Polle
nkon
zent
ratio
n [m
−3]
Fig. 2.15
Andamento della stagione
2017 dei pollini di nocciolo
a Zurigo (in alto) e dei
pollini di betulla a Münster-
lingen (in basso) parago-
nato alla media del periodo
1997–2016 (in turchese).
La stagione dei pollini di
nocciolo è iniziata tardi
ed è stata debole e breve
a Zurigo. La stagione pol-
linica della betulla è stata
molto precoce ed ha
determinato concentrazioni
molto elevate tra fine
marzo ed inizio aprile.
A causa della situazione
meteorologica il termine
della stagione pollinica
della betulla è avvenuto
già attorno a metà aprile.
Conc
entr
azio
ne d
ei p
ollin
i per
m3 400
300
200
100
0
JAN FEB MÄR APR MAI JUNJanuar Februar März April Mai Juni0
200
400
600
800
© MeteoSchweiz poll.seasonclim 0.43 / 05.01.2018, 12:44
Birke (Betula): Münsterlingen (411 m)2017
Polle
nkon
zent
ratio
n [m
−3]
Conc
entr
azio
ne d
ei p
ollin
i per
m3 800
600
400
400
0
DEZ JAN FEB MÄR APR MAI
aprile. La stagione pollinica della betulla è stata molto breve e
di conseguenza la quantità totale di polline di betulla osservata
è stata inferiore alla media nella maggior parte delle regioni. In
Ticino da qualche tempo si osserva un’alternanza di anni con
elevate concentrazioni polliniche (es. 2016) seguiti da altri anni
caratterizzati da basse concentrazioni di polline (es. 2017) (vedi
capitolo 5). A causa dell’intensa fioritura e della conseguente
produzione di semi avuta nel 2016, il carpine e il faggio non
sono praticamente fioriti nel 2017. L’anno seguente ad un anno
di pasciona (nome dato a questo particolare fenomeno) pre-
senta infatti una fioritura molto debole o addirittura assente.
Anche nel caso di altre specie fiorite in anticipo l’intensa fiori-
tura avuta nel 2016 è parzialmente causa della debole fioritura
del 2017. In effetti, la formazione di amenti (dal quale il polline
è rilasciato) avviene all’inizio dell’estate dell’anno precedente.
La concentrazione di pollini di frassino in Ticino è stata parti-
colarmente forte: la quantità totale di polline osservata a Lu-
gano è stata la terza più alta di sempre. Particolarmente forte
è stata la concentrazione di pollini tra l’11 e il 21 marzo: il 18 a
Lugano sono stati contati fino a 1907 pollini/m3, il valore più
alto dall’inizio dei rilevamenti nel 1991. Durante la stagione
pollinica del frassino si sono avuti 16-18 giorni con concen-
trazioni elevate, cioè 3–4 in più della media. Il medesimo nu-
mero di giorni con concentrazioni è stato registrato anche a
Visp, 5 giorni in più della media. Al Nord delle Alpi la stagione
pollinica del frassino è stata più debole della norma, con mas-
simo 14 giorni di concentrazioni elevate. Il deperimento del
frassino (disseccamento dei rami) già da alcuni anni mostra i
suoi effetti sull’intensità della stagione pollinica.
Al Sud delle Alpi la stagione dei pollini di graminacee è stata
normale o leggermente più intensa della media, mentre al
Nord delle Alpi molte stazioni hanno rilevato una stagione
più debole della norma. Particolarmente debole è stata la
presenza di pollini di graminacee nella Svizzera occidentale, a
Basilea e nel Vallese. A Visp è stata la stagione pollinica delle
graminacee più debole di sempre. Nella Svizzera tedesca la
stagione è stata normale, con 25–46 giorni con concentra-
zioni elevate di pollini. La relativa scarsità di pollini potrebbe
essere dovuta al tempo secco della prima parte dell’estate,
in luglio invece, quando sono ritornate condizioni più umide,
lo sviluppo delle graminacee era praticamente concluso.
Le stazioni di Ginevra e di Losanna hanno rilevato la più alta
concentrazione di pollini di ambrosia dall’inizio delle misurazioni
nel 1979, risp. nel 1997. Questo quantitativo elevato è stato
raggiunto a causa delle alte concentrazioni giornaliere: i valori
massimi sono stati di 100 pollini/m3 a Ginevra e 62 pollini/m2
a Losanna. Durante 7, risp. 5 giorni si sono misurate concen-
trazioni elevate di pollini, in particolare nel tardo pomeriggio e
nella notte. Ciò significa che la maggior parte dei pollini non è
stata liberata localmente ma è arrivata dalla Francia portata dai
venti. Infatti, i giorni con le più alte concentrazioni corrispondono
al picco della stagione pollinica in Francia e alla prevalenza di
correnti sudoccidentali. In Ticino invece, la stagione pollinica
dell’ambrosia registrata a Lugano è stata di media intensità.
Sono stati registrati 9 giorni con concentrazioni elevate (rispetto
a una media di 10 giorni), ma con un quantitativo totale piut-
tosto ridotto di 263 pollini (rispetto a una media di 372 pollini).
38
39
40 3.1Un violento temporale su Zofingen
Il violento temporale verificatosi la sera dell’8 luglio 2017 ha
riversato quantitativi record di precipitazione sulle regioni di
confine fra Soletta, Argovia e Lucerna. Sull’arco di 3 ore, da
Wynau fino a Unterkulm, passando per Zofingen, sono caduti
70–80 mm di pioggia. La regione è presumibilmente stata
toccata da un evento che si verifica solo ogni 50 anni o an-
cora più raramente.
3| Particolarità del 2017
Fig. 3.1
La fascia di temporali e
grandine dell’8 luglio 2017
con gli enormi quantita-
tivi di precipitazione su 3
ore di oltre 70 mm nella re-
gione di Zofingen. Rosso:
grandine probabile. Verde:
grandine possibile.
Basilea
Berna
Solothurn71.7 mm
ZurigoAarau
Schwyz
Lucerna
Schaffhausen
Zofingen
71.7 mm
71.1 mm
70 mm di pioggia in 3 ore
Tra le 15.50 e le 18.40 dell’8 luglio 2017 nelle stazioni auto-
matiche di misura della regione maggiormente toccata si sono
registrati praticamente gli stessi quantitativi di pioggia: 71,7
mm a Wynau e Attelwil e 71,1 mm a Unterkulm. Conforme-
mente all’analisi dei dati del radar delle precipitazioni, nello
stesso periodo nella regione di Zofingen sono caduti addi-
rittura più di 80 mm di pioggia. Questi quantitativi su 3 ore
rappresentano i 2/3 circa del totale medio del mese di luglio.
41
Un evento raro
La frequenza con cui un simile evento si manifesta, può es-
sere stabilita solo sulla base della serie di misura del cumulo
delle precipitazioni su un’ora disponibile a partire dal 1981
per Wynau. Le serie di misura dei valori orari di Unterkulm
e Attelwil risultano infatti troppo brevi per poter effettuare
un’analisi statistica della frequenza.
Un cumulo delle precipitazioni su 3 ore di 70 mm o più è un
evento molto raro per la stazione di misura di Wynau. Statisti-
camente, una precipitazione su 3 ore di 44–75 mm avviene
ogni 50 anni, mentre per quantitativi di 45–89 mm su 3 ore
il periodo di ritorno è di 100 anni.
I violenti temporali dell’8 luglio, protrattisi per circa 3 ore, rap-
presentano un evento inusualmente estremo e quindi raro
per la regione di Zofingen. I quantitativi di precipitazione su
3 ore più elevati rilevati in precedenza a Wynau risalgono al
1° agosto 2008 e ammontano a 58 mm.
Anche di più
I maggiori cumuli delle precipitazioni su 3 ore registrati in pia-
nura al Nord delle Alpi dal 1981 si situano tra 80 e 90 mm;
in alcuni casi si sono raggiunti anche cumuli di oltre 90 mm.
Gli 80 mm calcolati mediante i dati radar per Zofingen sono
quindi tra i quantitativi cumulati su 3 ore più alti di sempre
registrati in pianura al Nord delle Alpi.
In montagna i valori più elevati su 3 ore registrati finora va-
riano da 100 a 140 mm. I quantitativi più elevati a livello na-
zionale sono stati misurati al Sud delle Alpi, con un record
nazionale delle precipitazioni su 3 ore di 162,4 mm, risalente
al 20 agosto 1988 e stabilito a Locarno-Monti.
Arrivo della grandine
I violenti temporali dell’8 luglio sono stati accompagnati da
una fascia di grandine su vasta scala. La pioggia intensa fram-
mista a grandine provoca spesso problemi nel deflusso delle
acque, spesso accentuati dalla presenza di foglie e rami strap-
pati, e causa rapidamente l’otturazione degli scarichi dell’ac-
qua sulle strade. L’acqua non può più defluire e il potenziale
di allagamenti aumenta molto rapidamente. Questo è acca-
duto anche a Zofingen.
42 3.2 Forti gelate notturne in aprile
Al Nord delle Alpi, tra il 15 e il 17 aprile correnti marittime
umide da nordovest hanno portato alcune precipitazioni,
mentre il 18 e il 19 aria fredda in quota proveniente da est ha
attraversato la Svizzera causando il classico tempo variabile
di aprile con rovesci di neve fino a basse quote.
A partire dal 20 aprile un vasto anticiclone si è invece stabilito
tra l’Irlanda e l’Europa orientale, innescando un afflusso di aria
continentale fredda e secca verso la Svizzera. Durante la notte
le temperature minime misurate a 2 m di altezza dal suolo
sono così generalmente scese sotto lo zero, toccando punte
di -2 fino a -4°C al Nord delle Alpi e fino a -5,5°C in Vallese.
Nel Ticino meridionale le minime sono invece scese a valori
compresi fra -1 e -1,5°C. Nella notte successiva le temperature
a 2 m di altezza dal suolo sono scese ulteriormente: in pia-
nura al Nord delle Alpi si sono registrati valori minimi tra -3 e
-5°C, localmente anche tra -5 e -6°C. Nel Vallese centrale le
temperature minime sono scese a circa -5 °C, mentre al Sud
delle Alpi hanno raggiunto valori compresi tra -1,5 e -2,5°C.
A 5 cm sopra il suolo la temperatura ha invece toccato va-
lori estremamente bassi: Il cielo sereno o poco nuvoloso, e
di conseguenza la forte perdita radiativa avuta nelle notti tra
il 20 e il 22, ha fatto registrare delle punte minime comprese
fra -7 fino e -11°C alle basse quote al Nord delle Alpi, fino a
-13°C in Vallese e tra -5,5 e -6,5°C nelle zone pianeggianti
del Sud delle Alpi.
Valori da record
Nelle notti più fredde del mese di aprile le temperature a 2
m dal suolo sono state localmente tra le più basse mai re-
gistrate nella seconda parte della primavera (dal 15 aprile al
31 maggio). Il 20 aprile a Visp la temperatura ha raggiunto il
nuovo valore record di -5,5°C. Il precedente valore più basso,
pari a -5,1°C, era stato rilevato il 23 aprile 1997. La serie di
misurazioni risale al 1960.
Presso la stazione meteorologica dell’Aeroporto di Zurigo
il 21 aprile 2017 è stata registrata, con -4,8°C, la seconda
temperatura più bassa dall’inizio delle misurazioni nel 1959,
equivalente a quella rilevata il 22 aprile 1997. Il valore più
basso, pari a -5,6°C, risale al 1° maggio 1962. Nella stazione
di Koppigen il 21 aprile 2017 la temperatura ha raggiunto un
record minimo pari a -4,7°C, valore che era stato registrato
anche il 19 aprile 1974. Il 22 aprile 1997 la temperatura era
scesa a un valore molto simile, pari a -4,6°C. La serie di mi-
surazioni risale al 1960.
433.3Periodo insolitamente soleggiato
A partire dal 10 ottobre una zona di alta pressione si è spinta
dal Mediterraneo occidentale verso l’Europa centrale. È stato
l’inizio di un periodo particolarmente soleggiato in tutta la
Svizzera: molte giornate ricche di sole autunnale con cieli
azzurri sgomberi da nubi. Alle basse quote le temperature
massime giornaliere sono risalite fino a 22–25°C in tutte le
regioni. Al Nord delle Alpi il bel tempo autunnale è perdu-
rato fino al 19 ottobre.
In alcune regioni del Nord delle Alpi il periodo di metà ot-
tobre è risultato insolitamente ricco di sole. Alla stazione di
misura di Neuchâtel bisogna tornare indietro di oltre 30 anni
per ritrovare un periodo di ottobre con un soleggiamento così
abbondante. Dal 9 al 16 ottobre 1985 si misurarono dalle 8
alle 10 ore di sole giornaliere. Nella lunga serie di misure alla
stazione di Neuchâtel, che risale al 1902, non sono riscontra-
bili altri periodi con un soleggiamento paragonabile a quello
del mese di ottobre 2017.
A nord delle Alpi un periodo di bel tempo stabile attorno alla
metà di ottobre è definito “Altweibersommer”. Nella prima
metà del XX secolo questi eventi erano piuttosto frequenti.
Specialmente il periodo dall’11 al 17 ottobre risultava spesso
particolarmente soleggiato. Da notare però che questo si
verificava soprattutto in montagna, al di sopra quindi delle
nebbie autunnali tipiche dell’Altopiano.
Fig. 3.3
Ore di sole giornaliere
nell’ottobre 2017 e 1985
alla stazione di misura di
Neuchâtel.
0
2
4
6
8
10
12
1 6 11 16 21 26 31
h
Neuchâtel 2017
0
2
4
6
8
10
12
1 6 11 16 21 26 31
h
Neuchâtel 198512
10
8
6
4
2
0
Ore
al g
iorn
o
1 6 11 16 21 26 31
Neuchâtel 2017
0
2
4
6
8
10
12
1 6 11 16 21 26 31
h
Neuchâtel 2017
0
2
4
6
8
10
12
1 6 11 16 21 26 31
h
Neuchâtel 198512
10
8
6
4
2
0
Neuchâtel 1985
Ore
al g
iorn
o
1 6 11 16 21 26 31
Durata del sole ottobre 2017
Posizione di misurazione
Posto 1 dati omogenei da
Neuchâtel 193 h (Posto 2: 163 h, 1989) 1959
Payern 194 h (Posto 2: 185 h, 1989 1964
Ginevra 200 h (Posto 2: 184 h, 1921) 1897
Changins 204 h (Posto 2: 195 h, 1989 1965
Lugano 226 h (Posto 2: 214 h, 1969 1959
Güttingen 151 h (Posto 2: 129 h, 1971) 1959
Posizione di misurazione
Posto 2 dati omogenei da
Lucerna 167 h (Posto 1: 186 h, 1967) 1959
Zurigo 175 h (Posto 1: 185 h, 1967) 1959
Posizione di misurazione
Posto 3 dati omogenei da
Berna 192 h (Posto 1: 209 h, 1921) 1959
Locarno-Monti 232 h (Posto 1: 241 h, 1969) 1959
Soleggiamento record sull’Altopiano e al Sud
La persistenza del bel tempo ha portato localmente al mese
di ottobre più soleggiato degli ultimi 50 anni sull’Altopiano
e al Sud delle Alpi. In altri punti di misurazione con almeno
50 anni di rilevamenti l’ottobre 2017 è risultato il secondo o
il terzo più soleggiato della statistica.
44
45
46Ab
weic
hung
°C
−0.8
−0.6
−0.4
−0.2
0.0
0.2
0.4
0.6
0.8
1.0
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Jahres−Temperatur − HadCRUT4 (global, land&ocean) − 1864−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990
Abwe
ichu
ng °C
Jahre über dem Durchschnitt 1961−1990Jahre unter dem Durchschnitt 1961−199020−jähriges gewichtetes Mittel (Gauss Tiefpassfilter)Durchschnitt 1981−2010
homogval.evol 2.15.0 / 08.06.2018, 06:59
Fig. 4.1
Andamento della tem-
peratura media globale
(terre emerse e oceani).
È riportata la deviazione
annuale della temperatura
rispetto alla norma 1961–
1990 (in rosso deviazione
positiva, in blu negativa).
La linea nera indica la ten-
denza della temperatura
di 0,56°C/100 anni, la
linea tratteggiata la
norma 1981–2010.
Dev
iazi
one
dalla
nor
ma
in °
C 1.0
0.8
0.6
0.4
0.2
0
-0.2
-0.4
-0.6
-0.8
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
4| Andamento meteorologico e climatico globale nel 2017
4.1Di nuovo molto caldo
Conformemente al set di dati dell’ University of East Anglia,
con un scarto positivo della temperatura globale pari a 0,68°C,
il 2017 è risultato il quinto anno consecutivo con uno scarto
superiore a 0,5°C rispetto alla norma 1961–1990 e il terzo più
caldo dall’inizio delle misurazioni nel 1850. Il periodo 2013–
2017 è quindi il periodo di 5 anni più caldo nella serie delle
misure sistematiche. Gli ultimi tre anni sono stati chiaramente
i più caldi in assoluto.
Il 2017 è stato il terzo anno più caldo dall’inizio delle misurazioni nel 1850, preceduto dal 2016 e dal 2015. Gli anni 2013–2017 costitui-scono il periodo di 5 anni più caldo dall’inizio delle registrazioni e si inseriscono nel trend del riscaldamento globale a lungo termine. Gli scarti della temperatura sui grandi continenti, come in Cina, Russia, Africa e nelle regioni del Mediterraneo, possono spiegare l’anomalia globale di 0,68°C nel 2017. El Niño, che solitamente costituisce un fattore trainante per l’oscillazione della temperatura media globale, è stato infatti quest’anno molto debole. La sintesi riportata di seguito si basa principalmente sul rapporto annuale sullo stato del clima dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) [25].
Su quasi tutti i continenti il 2017 è stato caratterizzato da
una temperatura media annuale elevata. L’unica eccezione è
costituita da un’ampia zona dell’Antartide, dove la tempera-
tura media è stata inferiore alla norma 1981–2010. Un caldo
eccezionale, con uno scarto positivo di oltre 2°C rispetto alla
media del periodo 1981–2010, ha colpito le latitudini più ele-
vate dell’emisfero nord: nella Cina settentrionale, nella Russia
asiatica, nel Canada nordoccidentale e in Alaska. Anche in va-
ste regioni degli Stati Uniti, nell’Africa centrale e nell’Australia
orientale si sono rilevate anomalie di oltre 1°C rispetto alla
media del periodo 1981–2010.
Dati: University of East Anglia, 2018 [14], nuovo set di dati HadCRUT4-gl.
47
Periodo °C/10 anni °C/100 anni
1864–2017 +0.06 +0.57
1901–2017 +0.08 +0.80
1961–2017 +0.15
Tab. 4.1
Tendenza della temperatura annuale globale nei
periodi 1864–2017, 1900–2017 e 1961–2017, calcolati
globalmente per le terre emerse e per gli oceani.
Le tendenze della temperatura annuale globale sono indicate
nella tabella 4.1. La variazione complessiva della temperatura
globale (terre emerse e oceani) dal 1864 al 2017 ammonta a
+0,88°C. La temperatura media globale si situa a circa 14°C.
L’andamento globale pluriennale delle temperature, con il
ripetersi di anni molto caldi negli ultimi tempi, si rispecchia
anche nella serie delle temperature registrate in Svizzera (fig.
5.1). In Svizzera la temperatura evolve quindi essenzialmente
in modo parallelo a quella globale.
Dati di base: University of East Anglia, 2018 [14], nuovo set di dati CRUTEM4-gl.
48In
dice
MEI 4
3
2
1
0
-1
-2
-31950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
4.2El Niño e La Niña
Il 2017 è stato finora l’anno più caldo senza un vero manife-
starsi del fenomeno di El Niño. A cavallo tra il 2016 e il 2017
si è verificato “solo” un cosiddetto El Niño costiero (“El Niño
costero”), con il riscaldamento delle acque dell’Oceano al largo
delle coste del Peru e dell’Ecuador. Si tratta di un fenomeno
molto localizzato, ma senza effetti a livello globale.
Per quel che riguarda l’intera area pacifica equatoriale, nel 2017
El Niño si è normalizzato rispetto al forte evento dell’anno
precedente lasciando il posto a deboli condizioni La Niña. El
Niño e La Niña si alternano con una periodicità media che
varia approssimativamente dai quattro ai sette anni. In caso
di forte intensità, l’El Niño, rispettivamente l’El Niño Southern
Oscillation (ENSO), è uno dei principali fattori che causa le
oscillazioni annuali della temperatura globale.
Fig. 4.2
Multivariate El Niño Southern Oscillation Index (MEI)
1950−2017. In rosso i valori dell’indice della fase El
Niño (fase calda), in blu quelli della fase La Niña (fase
fredda). L’indice MEI è calcolato partendo dalla pres-
sione al suolo, dalle componenti est-ovest e nord-sud
del vento al suolo, dalla temperatura della superficie
marina, dalla temperatura dell’aria a livello del mare
e dal grado di copertura nuvolosa. Le misurazioni
vengono effettuate nel Pacifico equatoriale. I dati
sono disponibili sotto [26].
494.3 Eventi particolari
Nel 2017 sono stati registrati nuovi record di caldo. Nel ba-
cino del Mediterraneo il perdurare di un’ondata di caldo ha
portato nuovi record delle temperature in Turchia e sull’isola
di Cipro, ma anche in Italia e nei Balcani. A metà luglio in Spa-
gna le temperature sono salite ben oltre 40°C. Nuovi record
si sono avuti ad esempio in Antalya (Turchia), dove il 1° lu-
glio sono stati rilevati 45,4°C, o a Cordoba (Spagna), dove il
13 luglio sono stati raggiunti 46,9°C. Eccezionalmente caldo
è stato in alcune regioni dell’Asia sudoccidentale con local-
mente più di 50°C. A Turbat (Pakistan) si sono misurati addi-
rittura 54,0°C. Anche a Shanghai (Cina) è stato raggiunto un
nuovo record di 40,9°C. Nello stato americano della California
l’estate 2017 è stata la più calda dall’inizio delle misurazioni.
Un’ondata di caldo estrema si è verificata all’inizio dell’anno
in Sudamerica. A Santiago (Cile) e a Puerto Madryn (Argen-
tina) le temperature hanno raggiunto i valori record di 37,4°C,
rispettivamente 43,5°C, mai rilevati in precedenza così a sud
dell’Equatore (43° S).
Nei paesi del Mediterraneo, in Cile e in California i periodi
molto caldi sono stati accompagnati dal perdurare di una
forte siccità. Questa ha causato devastanti incendi di boschi
e macchia, distruggendo superfici eccezionalmente estese
e provocando complessivamente più di 100 vittime. Inoltre,
il clima estremamente asciutto di ampie regioni dell’Africa
orientale ha decimato il raccolto e generato flussi migratori.
In alcune località le forti precipitazioni hanno causato inonda-
zioni e frane. A Freetown (Sierra Leone) sono decedute oltre
500 persone. In Colombia uno smottamento ha provocato
270 vittime. In Peru si sono verificate eccezionali inondazioni
e frane a seguito del fenomeno locale El Niño costiero men-
zionato nel capitolo precedente. Nonostante le piogge mon-
soniche siano state di intensità media, in Nepal, in Bangladesh
e in alcune parti dell’India si sono verificate inondazioni con
molte vittime e milioni di sfollati.
Nel Nord Atlantico la stagione dei cicloni è risultata partico-
larmente attiva. Tre uragani devastanti si sono susseguiti a
breve distanza. Harvey, l’uragano di categoria 4 che in ago-
sto ha colpito gli Stati Uniti, è stato seguito da Irma e Maria in
settembre. Entrambi questi uragani hanno raggiunto la cate-
goria 5. Irma ha mantenuto questo categoria addirittura per
60 ore, segnando un nuovo record, da quando abbiamo mi-
sure anche effettuate dai satelliti. I danni complessivi di tutti
questi uragani sono dell’ordine di miliardi di dollari e vi sono
state numerose vittime.
4.4 Banchisa artica e antartica
Sulla base delle indicazioni dell’OMM, nel 2017 l’estensione
della banchisa artica è risultata nettamente inferiore alla me-
dia del periodo 1981–2010 e nei primi quattro mesi dell’anno
ha raggiunto il suo minimo assoluto. Nell’Artide l’estensione
massima annuale è stata raggiunta in marzo e con 14,42
mio. km2 è stata la più ridotta dall’inizio delle misurazioni sa-
tellitari iniziate nel 1979. Durante l’estate una zona di bassa
pressione stabile sopra l’Artide ha contenuto lo scioglimento
dei ghiacci. Il minimo estivo di 4,64 mio. km2 in settembre è
stato l’ottavo più ridotto, con 1,25 mio. km2 sopra il record
negativo del 2012.
Anche l’estensione della banchisa antartica è risultata netta-
mente sotto la media. L’estensione minima annuale di 2,11
mio. km2 è stata di 0,18 milioni di km2 inferiore al precedente
record del 1997. Con 18,03 milioni di km2 il massimo inver-
nale è stato il secondo più ridotto dell’era satellitare ed è stato
raggiunto molto tardivamente a metà ottobre.
50
51
52
5| Monitoraggio climatico
Il capitolo è suddiviso secondo la struttura GCOS (Global Cli-
mate Observing System) delle variabili climatiche essenziali
[22]. Vengono trattati i settori atmosfera e terre emerse (tab.
5.1), dai quali derivano come punto centrale le osservazioni al
suolo. Si tratta delle classiche serie di misura della temperatura,
delle precipitazioni e dei parametri da loro derivati. I metodi
di analisi utilizzati sono descritti al capitolo 5.3.
Tab. 5.1
Variabili climatiche
essenziali secondo il GCOS
Second Adequacy Report
[24], completate con le
variabili rilevanti per la
Svizzera [22]
Settore Variabili climatiche essenziali
Atmosfera Vicino al suolo Temperatura dell’aria, precipitazioni, pressione, bilancio della radiazione vicino al suolo, velocità del vento, direzione del vento, vapore acqueo
Atmosfera libera Bilancio della radiazione (incl. radiazione solare), temperatura, velocità del vento, direzione del vento, vapore acqueo, nuvole
Composizione Anidride carbonica, metano, ozono, altri gas serra, aerosol, pollini
Oceani Superficie Temperatura superficiale, contenuto salino, livello del mare, condizione del mare, banchisa, corrente, attività biologiche, pressione parziale dell’anidride carbonica
Acque intermedie e profonde
Temperatura, contenuto salino, corrente, nutrienti, carbonio, elementi in tracce, fitoplancton
Terre emerse Deflusso, mari, acqua freatica, uso delle acque, isotopi, copertura nevosa, ghiacciai e calotta polare, permafrost, albedo, copertura superficiale (incl. tipo di vegetazione), indice di superficie fogliare, attività fotosintetica, biomassa, incendi boschivi, fenologia
Il capitolo sul monitoraggio climatico (osservazione del clima) fornisce una panoramica sull’evoluzione climatica pluriennale in Svizzera, in riferimento all’anno dell’attuale rapporto. Per i parametri principali della temperatura e delle precipitazioni è possibile seguire l’evoluzione climatica dall’inizio delle misurazioni ufficiali nell’inverno 1863–1864. Per la maggior parte degli altri parametri sono disponibili serie di misura controllate e corrette dal 1959.
53
Tab. 5.2
Indicatori climatici utiliz-
zati per i settori presi in
esame dell’atmosfera e
delle terre emerse. Gli
indicatori WMO sono
definiti in WMO/ETCCDI [4].
La temperatura e le precipitazioni rappresentano, ai sensi
del GCOS, due indicatori primari per i cambiamenti climatici
[22]. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM/WMO
World Meteorological Organization) ne ha dedotto un set di
indicatori climatici [4] appositamente definiti con lo scopo di
registrare in modo dettagliato e globalmente uniforme l’evo-
luzione del regime termico e pluviometrico, come ad esempio
la frequenza delle gelate o delle precipitazioni intense (settore
atmosfera, al suolo). Inoltre, vengono qui discussi altri indica-
tori climatici specifici per la Svizzera tra cui la copertura ne-
vosa, importante per le regioni alpine (settore terre emerse).
In base alle raccomandazioni dell’OMM per l’analisi dell’evolu-
zione del clima sono da utilizzare i valori normali del periodo
di riferimento 1961–1990 [4], [28]. Nel presente capitolo la
raccomandazione è applicata di conseguenza.
Denominazione Tipo Definizione Significato/caratteristica
Temperatura Temperatura Temperatura giornaliera media convenzionale (da mattina a mattina) aggregata alla scala mensile e annuale
Indicatore principale per i cambiamenti climatici e le variabili climatiche essenziali [22].
Giorni di gelo (OMM)
Temperatura Numero dei giorni dell’anno civile con temperatura minimaTmin < 0°C
Il numero di giorni di gelo dipende principalmente dalla quota della stazione. Utilizzabile come buon indicatore climatico soprattutto alle quote più elevate.
Giorni estivi (OMM)
Temperatura Numero dei giorni dell’anno civile con temperatura massimaTmax ≥ 25°C
Il numero di giorni estivi dipende principalmente dalla quota della stazione. Utilizzabile come buon indicatore climatico soprattutto alle quote più basse.
Isoterma di zero gradi Temperatura Quota con temperatura a zero gradi, determinata sulla base dei valori misurati dalle stazioni al suolo e sonde meteorologiche
La quota dell’isoterma di zero gradi è una misura per il contenuto termico dell‘atmosfera lungo il profilo verticale.
Precipitazioni Precipitazioni Quantitativo giornaliero convenzio-nale (da mattina a mattina) aggre-gato alla scala mensile e annuale
Indicatore principale per i cambiamenti climatici e le variabili climatiche essenziali [22].
Giorni con forti precipitazioni (OMM)
Precipitazioni intense
Numero dei giorni dell’anno civile con precipitazione giornalieraP ≥ 20 mm
La soglia di più di 20 mm non può essere equiparata a precipitazioni estreme rare. In Svizzera eventi con 20 mm vengono registrati più volte ogni anno.
Precipitazioni nei giorni molto piovosi (OMM)
Precipitazioni intense
Somma delle precipitazioni dei giorni dell’anno civile in cui la precipitazione giornaliera P > 95° percentile delle precipitazioni giornaliere (riferimento: 1961–1990)
Un giorno viene considerato molto piovoso se il quantitativo delle sue precipitazioni è maggiore della media pluriennale dei 18 giorni più piovosi dell’anno.
Numero max. di giorni secchi consecutivi (OMM)
Precipitazioni Numero massimo di giorni conse- cutivi dell’anno civile per i quali la precipitazione giornaliera è P < 1 mm
Periodo ininterrotto di giorni secchi consecutivi, ognuno con precipitazioni giornaliere inferiori a 1 mm.
Indice di siccità Precipitazioni SPEI (standardized precipitation evapotranspiration index): deviazione dal bilancio idrico climatico medio (differenza tra le precipitazioni e la potenziale evaporazione)
Il valore dell’indice di un determinato mese mostra quantità idriche che si accumulano ovvero eccedenze idriche che si accumulano nel periodo precedente del confronto pluriennale.
Somma complessiva di neve fresca
Precipitazioni Somma complessiva di neve fresca dei mesi da ottobre a marzo (semestre invernale)
La somma complessiva della neve e la quantità di neve fresca dipendono in modo complesso dalla temperatura e dalle precipitazioni. Quindi reagiscono in modo sensibile ai cambiamenti climatici a lungo termine [9], [10], [11], [12], [13].Giorni di neve fresca Precipitazioni Numero di giorni con neve fresca
misurabile nei mesi da ottobre a marzo (semestre invernale)
54
5.1 Atmosfera
5.1.1
Osservazioni al suolo
Gli indicatori climatici qui rappresentati seguendo le indica-
zioni dell’OMM (tab. 5.2) fanno riferimento alle serie di mi-
sura di quattro stazioni scelte per la loro rappresentatatività
di quattro aree svizzere: Berna (pianura nordalpina), Sion
(valle intralpina), Davos (ubicazione alpina) e Lugano (Sud
delle Alpi). Gli indicatori sono riportati come valori annuali,
ad esempio come numero di giorni di gelo per anno civile (1°
gennaio al 31 dicembre).
Sulla pagina web di MeteoSvizzera sono disponibili ulteriori
informazioni sugli indicatori climatici:
Temperatura
A livello svizzero la media nazionale della temperatura del 2017
è stata 1,6°C sopra la norma 1961–1990. Il 2017 è quindi uno
dei dieci anni più caldi dall’inizio delle misurazioni nel 1864.
L’inverno 2016/2017 è stato particolarmente asciutto e ha
registrato una temperatura media mensile di 1,1°C sopra
la norma. Anche il soleggiamento invernale nelle regioni di
montagna è tornato a essere, 8 anni dopo l’ultima volta, su-
periore al valore di riferimento. La primavera, con 2,8°C sopra
la norma, è stata la terza più calda dall’inizio delle misurazioni
sistematiche nel 1864. Anche il soleggiamento primaverile è
stato molto elevato. Localmente si è avuta dalla seconda alla
quarta primavera più soleggiata dal 1959, anno d’inizio delle
misurazioni sistematiche per questa variabile. Con 3,1°C so-
pra la norma, anche l’estate 2016 è terzo posto nella serie di
misurazioni. La temperatura autunnale è stata invece com-
parabile alla norma 1961–1990 (fig. 5.2).
Abwe
ichu
ng °C
−2.0
−1.5
−1.0
−0.5
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Jahrestemperatur Schweiz 1864−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990
Abwe
ichu
ng °C
Dev
iazi
one
in °
C
Con 2,0°C o più sopra la norma, febbraio, marzo, maggio,
giugno e agosto sono stati chiaramente troppo caldi. La tem-
peratura dei mesi di aprile, luglio e ottobre è stata sopra la
norma nella misura di 1,0–2,0°C. La temperatura del mese
di gennaio e quella del mese di settembre sono state di 1,0–
2,0°C inferiori alla norma.
La tendenza storica della temperatura per l’insieme della Sviz-
zera si situa a +1,3°C/100 anni, che corrisponde a un rialzo
totale di 2,00°C dal 1864 al 2017. Anche le tendenze per le
singole stagioni si situano tra +1,2 e +1,4°C/100 anni. La tabella
5.3. riporta la panoramica delle tendenze della temperatura.
2.5
2.0
1.5
1.0
0.5
0
-0.5
-1.0
-1.5
-2.0
Fig. 5.1
Andamento pluriennale
della temperatura annuale
(media di tutta la Svizzera).
È riportato lo scarto an-
nuale della temperatura
rispetto alla norma
1961−1990 (rosso = scarto
positivo, blu = scarto
negativo). La curva nera
mostra la media
ponderata su 20 anni.
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-nei-dettagli/indicatori-climatici.html
55
Fig. 5.2
Andamento pluriennale della temperatura stagionale (media di
tutta la Svizzera). È riportato lo scarto annuale della temperatura
stagionale rispetto alla norma 1961−1990 (rosso = scarto positivo,
blu = scarto negativo). La curva nera mostra la media ponderata
su 20 anni.
Abwe
ichu
ng °C
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Quartals−Temperatur (SON) − Schweiz − 1864−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990
Abwe
ichu
ng °C
-4
-6
6
4
-2
2
0
Abwe
ichu
ng °C
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Quartals−Temperatur (JJA) − Schweiz − 1864−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990
Abwe
ichu
ng °C
-4
-6
6
4
-2
2
0
Abwe
ichu
ng °C
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Quartals−Temperatur (DJF) − Schweiz − 1865−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990
Abwe
ichu
ng °C
-4
-6
6
4
-2
2
0
Dev
iazi
one
in °
CD
evia
zion
e in
°C
Inverno (dicembre, gennaio, febbraio) 1864/1865–2016/17 Primavera (marzo, aprile, maggio) 1864–2017
Estate (giugno, luglio, agosto) 1864–2017 Autunno (settembre, ottobre, novembre) 1864–2017
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
6.0
4.0
2.0
0
-2.0
-4.0
-6.01880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
6.0
4.0
2.0
0
-2.0
-4.0
-6.0
6.0
4.0
2.0
0
-2.0
-4.0
-6.0
6.0
4.0
2.0
0
-2.0
-4.0
-6.0
56
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
2015 2014 2011 1994 2003 2017 2002 2007 2016 2000 2006 2009 2012 1997 1989 2008 1990 1992 1947 2001
Abw
eich
ung
zur N
orm
196
1–19
90 in
°C
Die 20 wärmsten Jahre in der Schweiz seit 1864
Dev
iazi
one
dalla
nor
ma
in °
C 2.5
2.0
1.5
1.0
0.5
0.02015 2014 2011 1994 2003 2017 2002 2007 2016 2000 2006 2009 2012 1997 1989 2008 1990 1992 1947 2001
Fig. 5.3
Classifica dei 20 anni più
caldi dal 1864. Le colonne
mostrano una deviazione
della temperatura media
svizzera rispetto alla
norma 1961−1990. Gli anni
caldi avuti dopo il 1990
sono riportati in rosso.
Sulla pagina web di MeteoSvizzera si trovano ulteriori informazioni sull’evoluzione della temperatura in Svizzera:
www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/i-cambiamenti-climatici-in-svizzera/evoluzione-della-temperatura-e-delle-precipitazioni.html
www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-nei-dettagli/trend-climatici-nelle-stazioni.html
Periodi Primaveramarzo–maggio
Estategiugno–agosto
Autunnosettembre–novembre
Invernodicembre–febbraio
Annogennaio–dicembre
1864–2017+0.13°C
molto significativo+0.13°C
molto significativo+0.14°C
molto significativo+0.12°C
molto significativo+0.13°C
molto significativo
1901–2017+0.16°C
molto significativo+0.19°C
molto significativo+0.17°C
molto significativo+0.15°C
molto significativo+0.17°C
molto significativo
1961–2017+0.48°C
molto significativo+0.51°C
molto significativo+0.23°C
molto significativo+0.30°C
significativo+0.38°C
molto significativo
Tab. 5.3
Tendenze stagionali e an-
nuali della temperatura in
°C per decennio nei periodi
1864−2017, 1901−2017 e
1961−2017, calcolate per
tutta la Svizzera. Le indica-
zioni sul grado di significa-
tività sono indicate al pa-
ragrafo Temperatura
del capitolo 5.3.
Dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, anni con una tempe-
ratura sensibilmente superiore alla media sono stati frequenti.
Dei 20 anni più caldi dall’inizio delle misurazioni nel 1864, 18 si
sono verificati dopo il 1990 (fig. 5.3). Questa evoluzione della
temperatura rilevata in Svizzera, con la ricorrenza di anni molto
caldi in tempi recenti, è constatabile anche a livello globale
(fig. 4.1). L’andamento termico della Svizzera coincide quindi
essenzialmente con l’evoluzione globale della temperatura.
Senza provvedimenti d’intervento efficaci a livello globale, in
Svizzera si prevede un ulteriore riscaldamento fino al 2050.
Partendo dalla media del periodo 1981–2010, secondo gli at-
tuali scenari climatici entro il 2099 la temperatura dovrebbe
aumentare circa di 3,2–4,8°C. Il riscaldamento maggiore, di
oltre 4°C, si verificherà in estate, con punte fino a +5°C nelle
regioni meridionali del paese [23].
57Giorni di gelo
Quale conseguenza dei mesi invernali prevalentemente miti,
il numero di giorni di gelo del 2017 è risultato essere infe-
riore alla media in tutte le stazioni qui riportate: 102 (norma
115) alle basse quote del Nord delle Alpi (Berna-Zollikofen),
89 (norma 97) nel Vallese (Sion), 190 (norma 210) nelle Alpi
orientali (Davos) e 32 (norma 35) al Sud delle Alpi (Lugano).
Con il sensibile riscaldamento invernale negli ultimi decenni
si può costatare un calo del numero di giorni di gelo. Nelle
serie di misurazioni di Berna-Zollikofen, Davos e Lugano la
tendenza è significativa e per ogni decennio si registrano da
4 a 7 giorni di gelo in meno; nella serie di Sion non si riscon-
tra invece alcun cambiamento significativo.
Fig. 5.4
Andamento temporale
del numero di giorni di
gelo per le stazioni di
Berna-Zollikofen, Sion,
Davos e Lugano.
250
200
150
100
50
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
0
50
100
150
200
250
0
50
100
150
200
250
Frosttage [Tmin < 0°C] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
Lugano
Senza provvedimenti efficaci a livello globale, in base agli at-
tuali scenari climatici, per il periodo 2077–2099 si prevedono
25–50 giorni di gelo nella regione di Berna-Zollikofen, circa
50 nella regione di Sion e da 125 a 150 giorni di gelo nella re-
gione di Davos. Nella regione di Lugano non si registreranno
praticamente più giorni di gelo [32].
Berna-Zollikofen
Sion
Davos
Gio
rni p
er a
nno
civi
le c
on te
mpe
ratu
ra m
inim
a in
ferio
re a
0°C
58 Giorni estivi
Il numero di giorni estivi è stato superiore alla norma, soprat-
tutto a causa delle temperature sopra la media registrate tra
maggio e agosto. A Berna-Zollikofen, alle basse quote del
Nord delle Alpi, si sono contati 64 giorni estivi (norma 30), a
Sion, nel Vallese 92 (norma 55) e a Lugano, al Sud delle Alpi,
89 (norma 50). A Davos, nelle Alpi orientali, il numero di giorni
estivi ha raggiunto il valore di 8 (norma 1).
Con il forte riscaldamento estivo dagli anni ‘80 del secolo
scorso, l’aumento dei giorni estivi è una conseguenza preve-
dibile, soprattutto in pianura. Tale tendenza è significativa in
tutte le serie di misurazioni raffigurate. Per ogni decennio si
registrano 4 giorni estivi in più a Berna-Zollikofen, 6 a Sion e
7 a Lugano. A Davos, a 1600 m slm, l’aumento è di 2 giorni
estivi per decennio.
Fig. 5.5
Andamento temporale
del numero di giorni estivi
per le stazioni di Berna-
Zollikofen, Sion, Davos
e Lugano.
Senza provvedimenti efficaci a livello globale, in base agli at-
tuali scenari climatici, per il periodo 2077–2099 si prevedono
da 60 a 80 giorni estivi nella regione di Berna-Zollikofen, oltre
100 nelle regioni di Sion e Lugano e circa 15 nella regione
di Davos [32].
120
100
80
60
40
20
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
0
20
40
60
80
100
120
0
20
40
60
80
100
120
Sommertage [Tmax >= 25°C] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
Lugano
Berna-Zollikofen
Sion
Davos
Gio
rni p
er a
nno
civi
le c
on te
mpe
ratu
ra m
assi
ma
mag
gior
e o
ugua
le a
25
°C
59Quota dell’isoterma di zero gradi
Nella media degli anni 1961–2017 la quota climatologica
dell’isoterma di zero gradi (qui determinato partendo dai dati
delle stazioni al suolo come media per tutta la Svizzera, cfr.
allegato) si situa a circa 780 m in inverno (dicembre–febbraio),
1960 m in primavera (marzo–maggio), 3370 m in estate (giu-
gno–agosto) e 2430 m in autunno (settembre–novembre).
Nel periodo 1961–2017 la quota dell’isoterma di zero gradi
è salita in maniera significativa in tutte le stagioni (valori p
<0,05). Il rialzo si situa tra circa 35 m/decennio in autunno
e oltre 75 m/decennio in primavera ed estate. Questi valori
corrispondono a un rialzo della quota di zero gradi da 150 a
200 m per ogni grado Celsius di riscaldamento.
Nell’inverno 2016/2017 la quota dell’isoterma è stata, con
quasi 900 m slm, di quasi 100 m sotto alla tendenza lineare
del periodo 1961–2017, ma comunque sempre chiaramente
superiore alla media della serie di misure 1961–2017. Nella
primavera 2017 la quota dell’isoterma è stata, con quasi 2300
m slm, la terza più alta di sempre, e ha raggiunto un valore
sopra la tendenza lineare del periodo 1961–2017. Anche il
valore estivo di 3700 m slm corrisponde al terzo valore più
alto dall’inizio delle misure. In autunno la quota dell’isoterma
è stata, con 2300 m slm, inferiore alla media pluriennale, ma
ben lontana dai valori più bassi mai registrati.
La quota stagionale dell’isoterma di zero gradi del 2017 ri-
specchia bene la temperatura media delle rispettive stagioni:
temperatura leggermente superiore alla media in inverno,
terza primavera e terza estate più calde di sempre e tempe-
ratura inferiore alla media in autunno.
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
1250
1500
1750
2000
2250
2500
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
1750
2000
2250
2500
2750
3000
3250
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
2500
2750
3000
3250
3500
3750
4000
4250
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
−250
0
250
500
750
1000
1250
15001500
1250
1000
750
500
250
0
-250
4250
4000
3750
3500
3250
3000
2750
2500
Fig. 5.6
Andamento stagionale della quota dell’isoterma di zero gradi come media per tutta la Svizzera (linea nera e
punti in metri slm, anno 2017: pallino rosso) con tendenza lineare (linea tratteggiata rossa), la media ponde-
rata su 20 anni (curva rossa in grassetto) e dati relativi alla tendenza (variazione e significatività). La zona grigia
mostra l’incertezza nella determinazione dell’isoterma di zero gradi.
Inverno rialzo: 65m /10 anni; valore p: 0.002 Primavera rialzo: 74 m/10 anni; valore p: <0.001
Estate rialzo: 76 m/10 anni; valore p: <0.001 Autunno rialzo: 35 m/10 anni; valore p: 0.03
2500
2250
2000
1750
1500
1250
3250
3000
2750
2500
2250
2000
1750
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
60 Precipitazioni
Nel 2017 sull’Altopiano i quantitativi di precipitazione hanno
raggiunto l’89% della norma (fig. 5.7). Soprattutto l’inverno
2016/2017 è stato particolarmente asciutto con solo il 55%
delle precipitazioni normali (Fig. 5.8).
Al Sud delle Alpi i quantitativi di precipitazione sono stati, con
il 95%, leggermente inferiori alla norma. C’è stata una grande
differenza tra inverno e autunno, quando è piovuto il 50–55%
della norma (Fig. 5.10), e l’estate, quando i quantitativi hanno
raggiunto il 140% del valore normale.
Sull’Altopiano si osserva una tendenza a lungo termine delle
precipitazioni (1864–2017) di +6,8%/100 anni (+0,68%/10
anni). Tuttavia a livello stagionale si registra una tendenza signi-
ficativa soltanto in inverno (+20%/100 anni, ovvero +2,0%/10
anni). In primavera, estate e autunno non appaiono tendenze
a lungo termine (1864–2017) verso precipitazioni chiaramente
superiori o inferiori alla norma. Nella Svizzera meridionale non
si rilevano tendenze a lungo termine verso precipitazioni su-
periori o inferiori alla norma né a livello annuale né stagionale.
Le tabelle 5.4. e 5.5 mostrano una panoramica delle tendenze
delle precipitazioni al Nord e al Sud delle Alpi.
Fab. 5.7
Andamento storico delle
precipitazioni annuali
sull’Altopiano in per-
cento rispetto alla norma
1961−1990. Come base dei
dati sono utilizzate le serie
di misura omogeneizzate
di Ginevra, Basilea, Berna e
Zurigo. Verde = deviazioni
positive, marrone = devia-
zioni negative; la curva
nera mostra la media
ponderata su 20 anni.
Verh
ältn
is
60
80
100
120
140
%
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Jahres−Niederschlag − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990
Verh
ältn
is
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
%140
120
100
80
60
61
Quartals−Niederschlag (MAM) − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990
20
60
100
140
180
%
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Quartals−Niederschlag (SON) − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
20
60
100
140
180
%
Quartals−Niederschlag (JJA) − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990
20
60
100
140
180
%
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Quartals−Niederschlag (DJF) − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1865−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990
20
60
100
140
180
% %180
140
100
60
20
Inverno 100% = circa 200 mm Primavera 100% = circa 250 mm
Estate 100% = circa 300 mm Autunno 100% = circad 250 mm
Fig. 5.8
Andamento storico delle
precipitazioni per stagione
sull’Altopiano in percen-
tuale rispetto alla norma
1961−1990. Come base dei
dati sono utilizzate le serie
di misura omogeneizzate
di Ginevra, Basilea, Berna e
Zurigo. Verde = deviazioni
positive, marrone = devia-
zioni negative; la curva
nera mostra la media pon-
derata su 20 anni. Da
notare che nelle estati dal
2008 al 2011 le precipita-
zioni registrate sono state
pari al 100%: per questa
ragione nel grafico non
figurano le corrispondenti
colonne.
%180
140
100
60
20
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
%180
140
100
60
20
%180
140
100
60
20
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Fig. 5.9
Andamento storico delle
precipitazioni annuali al
Sud delle Alpi in percento
rispetto alla norma
1961−1990. Come base dei
dati è utilizzata le serie di
misura omogeneizzate di
Lugano e Locarno-Monti.
Verde = deviazioni posi-
tive, marrone = deviazioni
negative; la curva nera
mostra la media ponde-
rata su 20 anni.60
80
100
120
140
160
%
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Jahres−Niederschlag − Mittel(LUG,OTL) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
%160
140
120
100
80
60
62
Variazioni delle precipitazioni stagionali e annuali per decennio, calcolate per l’Altopiano
Periodo Primaveramarzo–maggio
Estategiugno–agosto
Autunnosettembre–novembre
Invernodicembre–febbraio
Annogennaio–dicembre
1864–2017 +0.8%non significativo
+0.1%non significativo
-0.1%non significativo
+2.1%molto significativo
+0.7%significativo
1901–2017 +0.5%non significativo
-0.6%non significativo
+0.7%non significativo
+1.6%non significativo
+0.6%non significativo
1961–2017 -0.3%non significativo
+0.2%non significativo
+2.6%non significativo
+0.2%non significativo
+1.4%non significativo
Tab. 5.4
Le indicazioni sul grado
di significatività sono
indicate al capitolo 5.3.
Tab. 5.5
Le indicazioni sul grado
di significatività sono
indicate al capitolo 5.3.
Variazioni delle precipitazioni stagionali e annuali per decennio, calcolate per il Sud delle Alpi
Periodo Primaveramarzo–maggio
Estategiugno–agosto
Autunnosettembre–novembre
Invernodicembre–febbraio
Annogennaio–dicembre
1864–2017 +0.2%non significativo
0.0%non significativo
-0.7%non significativo
+0.9%non significativo
-0.2%non significativo
1901–2017 -1.1%non significativo
-0.9%non significativo
-0.1%non significativo
+0.3%non significativo
-0.5%non significativo
1961–2017 +0.2%non significativo
+3.1%non significativo
+0.8%non significativo
+1.1%non significativo
+0.9%non significativo
Sulla pagina web di MeteoSvizzera sono disponibili ulteriori informazioni sull’evoluzione delle precipitazioni in Svizzera:
www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/i-cambiamenti-climatici-in-svizzera/evoluzione-della-temperatura-e-delle-precipitazioni.html
www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-nei-dettagli/trend-climatici-nelle-stazioni.html
Senza provvedimenti efficaci a livello globale, in estate in
Svizzera si prevede un netto calo delle precipitazioni a par-
tire dal 2050. Secondo gli attuali scenari climatici, e pren-
dendo come riferimento la media del periodo 1981–2010,
1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001880 1900 1920 1940 1960 1980 20001880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
Inverno 100% = circa 220 mm Primavera 100% = circa 480 mm
Estate 100% = circa 520 mm Autunno 100% = circa 470 mm
Fig. 5.10
Andamento storico delle
precipitazioni per stagione
al Sud delle Alpi in percen-
tuale rispetto alla norma
1961−1990. Come base dei
dati è utilizzata le serie di
misura omogeneizzate di
Lugano e Locarno-Monti.
Verde = deviazioni posi-
tive, marrone = deviazioni
negative; la curva nera
mostra la media ponde-
rata su 20 anni. %250
200
150
100
50
0
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
%250
200
150
100
50
0
%250
200
150
100
50
0
%250
200
150
100
50
0
entro la fine del secolo il calo dovrebbe raggiungere il 30%
nella Svizzera occidentale e in quella meridionale. Gli sce-
nari mostrano invece una tendenza all’aumento in inverno
al Sud delle Alpi [23].
63Giorni con precipitazioni moderate
Nel 2017, su entrambi i versanti alpini, il numero di giorni con
precipitazioni moderate è stato deficitario: 7 giorni a Berna-
Zollikofen (norma 10), 15 giorni a Davos (norma 10), 4 giorni
a Sion (norma 5) e 21 giorni a Lugano (norma 26). Le pre-
cipitazioni sono state leggermente superiori alla norma di
riferimento sulla parte orientale delle Alpi e delle Prealpi.
In queste regioni solo la stazione di Davos ha registrato un
numero di giorni con precipitazioni moderate superiore alla
norma (11 giorni osservati nel 2017, 10 giorni la norma). Come
per il regime delle precipitazioni (ad eccezione dell’inverno
sull’Altopiano, cfr. tab. 5.4), anche in riferimento ai giorni con
precipitazioni moderate, nelle stazioni qui indicate e nel pe-
riodo analizzato (dal 1959), non sono in generale individua-
bili tendenze significative. Se si risale invece al 1901, il 92%
delle 185 serie di misurazioni indica un aumento delle preci-
pitazioni moderate e il 35% un aumento significativo. Il 91%
indica inoltre un aumento e il 31% un aumento significativo
dell’intensità delle precipitazioni moderate [33].
Fig. 5.11
Numero di giorni con
precipitazioni ≥20 mm per
anno civile nelle stazioni
di Berna-Zollikofen, Sion,
Davos e Lugano.
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
Tage mit starkem Niederschlag [R > 20 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
60
50
40
30
20
10
0
Berna-Zollikofen Sion
Davos Lugano
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
Tage mit starkem Niederschlag [R > 20 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
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60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
Tage mit starkem Niederschlag [R > 20 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
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60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
10
20
30
40
50
60
0
10
20
30
40
50
60
Tage mit starkem Niederschlag [R > 20 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
60
50
40
30
20
10
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
60
50
40
30
20
10
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
60
50
40
30
20
10
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
64 Precipitazioni nei giorni molto piovosi
I quantitativi complessivi delle precipitazioni nei giorni molto
piovosi del 2017, nonostante sia stato un anno con poche
precipitazioni, hanno raggiunto valori nettamente inferiori alla
norma unicamente presso la stazione di Berna-Zollikofen (126
mm/norma 216 mm). Presso le stazioni di Sion, Davos e Lu-
gano la somma delle precipitazioni nei giorni molto piovosi è
stata leggermente superiore alla norma (Sion 122 mm/norma
98 mm, Davos 223 mm/norma 214 mm, Lugano 1019 mm/
norma 858 mm). Nell’andamento pluriennale Berna-Zolliko-
fen, Sion e Lugano non mostrano una tendenza significativa.
Nella serie di misura di Davos l’aumento è di poco inferiore
alla soglia di significatività.
Fig. 5.12
Quantitativo complessivo
annuo delle precipitazioni
(in mm) di tutti i giorni
molto piovosi per le stazioni
di Berna-Zollikofen, Sion,
Davos e Lugano. Sono con-
siderati come giorni molto
piovosi quelli il cui quan-
titativo giornaliero rien-
tra nel 5% delle precipita-
zioni massime giornaliere.
Come riferimento vale il
periodo 1961−1990.
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
Niederschlag an sehr nassen Tagen [>95.Perzentil] (mm)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
2000
1500
1000
500
0
Berna-Zollikofen Sion
Davos Lugano
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
Niederschlag an sehr nassen Tagen [>95.Perzentil] (mm)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
Niederschlag an sehr nassen Tagen [>95.Perzentil] (mm)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
500
1000
1500
2000
0
500
1000
1500
2000
Niederschlag an sehr nassen Tagen [>95.Perzentil] (mm)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
2000
1500
1000
500
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
2000
1500
1000
500
0
2000
1500
1000
500
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
65Periodi asciutti
Dopo che nel 2016 a Berna-Zollikofen e a Sion si sono regi-
strati alcuni dei periodi asciutti più lunghi di sempre, nel 2017
nessuna stazione ha registrato valori degni di nota. Presso le
stazioni di Berna-Zollikofen e Sion si sono registrati dei periodi
asciutti leggermente più lunghi della norma (Berna-Zollikofen
24 giorni/norma 22, Sion 33 giorni/norma 30). Presso le sta-
zioni di Davos e Lugano i periodi asciutti più lunghi registrati
nel corso del 2017 sono durati meno della norma (Davos
15 giorni/norma 22, Lugano 23 giorni/norma 33). Nell’an-
damento pluriennale nessuna di queste serie di misurazioni
mostra una tendenza significativa verso periodi di siccità più
lunghi o più corti.
Fig. 5.13
Durata (numero di giorni)
dei periodi asciutti più
lunghi per anno civile
per le stazioni di Berna-
Zollikofen, Sion, Davos
e Lugano.
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
Maximale Anzahl zusammenhängender Trockentage [R < 1 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
80
60
40
20
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
Berna-Zollikofen Sion
Davos Lugano
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
Maximale Anzahl zusammenhängender Trockentage [R < 1 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
Maximale Anzahl zusammenhängender Trockentage [R < 1 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200
20
40
60
80
0
20
40
60
80
Maximale Anzahl zusammenhängender Trockentage [R < 1 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−201780
60
40
20
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
80
60
40
20
0
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
80
60
40
20
0
66 Indice di siccità
La siccità può essere intesa in modi diversi. In termini molto
generali è una carenza di precipitazioni per un periodo pro-
lungato che può variare da più mesi a decenni. A seconda
della durata della siccità, la scarsità idrica si ripercuote in ma-
niera diversa su vari settori (agricoltura, selvicoltura, approv-
vigionamento idrico, produzione energetica, navigazione). In
base all’indice SPEI (Standardized Precipitation Evapotranspira-
tion Index) è mostrato il bilancio idrico da aprile a settembre.
Fig. 5.14
Indice SPEI del periodo
vegetativo (sei mesi,
aprile–settembre) per la
stazione di Berna. Valori
positivi significano condi-
zioni di maggiore umidità,
quelli negativi di maggiore
siccità rispetto alla media
(1864−2015).
−3−2
−10
12
3−3
−2−1
01
23
−3−2
−10
12
3
1870 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 20101870 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
3
2
1
0
-1
-2
-3
Il semestre estivo (periodo vegetativo) è determinante per l’a-
gricoltura. I quantitativi di precipitazione raccolti a Berna indi-
cano che nel periodo vegetativo gli ultimi anni sono stati più
asciutti della media pluriennale. Il 2017 è stato tra gli anni più
asciutti dal 1950. I valori SPEI più bassi (nel 1947, 1865, 2003,
1949, 1893 e 1911) di questa serie corrispondono agli anni
in cui si sono manifestati i più massicci danni all’agricoltura. I
periodi caratterizzati da SPEI negativo coincidono esattamente
con i maggiori eventi di siccità degli ultimi 150 anni [19], [18].
67
1960 1970 1980 1990 2000 2010
1.9
2.1
2.3
2.5
2.7
2.9
Linear trend Median Altitude of 0C Isotherm 1959 − 2017
5.1.2 Atmosfera libera
Quota dell’isoterma di zero gradi
Nel 2017 la mediana annuale della quota dell’isoterma di
zero gradi nell’atmosfera libera, ricavata dai valori registrati
dalle sonde meteorologiche giornaliere e pari a 2580 m slm,
è stata leggermente inferiore al valore dell’anno precedente,
che era stato di 2610 m slm. L’andamento della quota dell’i-
soterma di zero gradi, mostrato nel grafico seguente, dimo-
stra ancora una volta la grande variabilità dei valori misurati
da un anno all’altro.
Fig. 5.15
Valori della mediana annuale
della quota dell’isoterma di zero
gradi nel periodo 1959−2017,
determinata in base ai sondaggi
atmosferici effettuati dalla
stazione aerologica di Payerne.
La linea grigia indica il valore
medio 1959−2017 a circa
2463 m slm.
1960 1970 1980 1990 2000 2010
2.9
2.7
2.5
2.3
2.1
1.9
Quo
ta k
m
Fig. 5.16
Valori della mediana annuale
della quota della tropopausa nel
periodo 1959−2017, determinata
in base ai sondaggi atmosferici
effettuati dalla stazione aerolo-
gica di Payerne. La linea grigia
indica il valore medio 1959–2016
a 11’300 m slm.
Altitudine della tropopausa
Nel 2017 la mediana annuale della quota della tropopausa,
pari a circa 11’640 m slm, ha raggiunto il secondo valore più
alto dall’inizio delle misurazioni nel 1959. La quota più ele-
vata (11’720 m slm) è stata misurata nel 2015. Nonostante
la grande variabilità che caratterizza l’altitudine della tropo-
pausa da un anno all’altro anche nel 2017 è proseguita la
L’andamento pluriennale della mediana annuale della quota
dell’isoterma di zero gradi nell’atmosfera libera evolve in
modo praticamente identico a quello della temperatura me-
dia annuale in Svizzera. Particolarmente impressionante è
soprattutto il veloce cambiamento verificatosi alla fine degli
anni ‘80 del secolo scorso. La mediana annuale della quota
dell’isoterma di zero gradi nell’atmosfera libera si è alzata in
maniera significativa nel periodo 1959–2017 con 80 m ogni
dieci anni. Questo coincide con la tendenza annuale della
quota dell’isoterma di zero gradi calcolata sulla base dei dati
delle stazioni al suolo (capitolo 5.1.1).
tendenza al rialzo (eccezione fu l’anno 2010). Con 61 m ogni
dieci anni, nel periodo 1959–2017 la mediana annuale dell’al-
titudine della tropopausa è salita in maniera significativa. L’an-
damento è in linea con la tendenza pluriennale della quota
dell’isoterma di zero gradi.
1960 1970 1980 1990 2000 2010
10.7
10.9
11.1
11.3
11.5
11.7
Linear trend Median Tropopause Altitude 1959 − 2017
1960 1970 1980 1990 2000 2010
11.7
11.5
11.3
11.1
10.9
10.7
Quo
ta k
m
68U
nità
Dob
son
5.1.3 Composizione dell‘atmosfera
Serie di misura dell’ozono ad Arosa
Con la serie di misura ad Arosa, la Svizzera dispone della più
lunga serie di misura al mondo relativa all’ozono totale nell’at-
mosfera. La serie di misura, dal suo inizio nel 1926 fino al 1975
circa, mostra un valore medio pluriennale di circa 330 DU. Tra
il 1975 e il 1995 le misurazioni hanno rilevato un calo signi-
ficativo dell’ozono totale di circa 15 DU. Il calo dell’ozono to-
tale sopra Arosa ha incominciato a manifestarsi agli inizi degli
anni ‘70 del secolo scorso, periodo di forte crescita delle emis-
sioni di sostanze che distruggono l’ozono. Negli ultimi anni
si osserva invece una stabilizzazione dell’ozono totale [8], il
valore medio tra il 1995 e oggi è situato tra i 301 e i 315 DU.
Mentre gli anni 2010 e 2013 sono stati contraddistinti da un
valore annuale molto elevato (330 e 321 DU), la media an-
nuale degli anni 2011 e 2012 è vicina a 300 DU (301 e 303
DU). Queste oscillazioni dimostrano la grande variabilità dell’o-
zono totale nel corso degli anni. Anche gli anni tra il 2015 e
il 2017 mostrano una media simile (310 DU).
280
300
320
340
360
1925 1950 1975 2000
Ges
amto
zons
äule
[DU
]
Jahr
Fig. 5.17
Colonna totale
dell’ozono ad Arosa nel
periodo 1926−2017.
100 unità Dobson (DU)
corrispondono a 1 mm
di ozono puro a 1013
hPa di pressione e 0°C
di temperatura.
360
340
320
300
280
1925 1950 1975 2000
69
Misurazione dell’ozono a Payerne
Dal 1968 le misurazioni dell’ozono sono effettuate anche con
sonde meteorologiche alla stazione aerologica di MeteoSviz-
zera a Payerne. Le misurazioni precedenti (1966–1968) sono
state eseguite dal Politecnico federale di Zurigo. La serie inin-
terrotta di sondaggi consente di comprendere l’evoluzione
temporale delle quantità di ozono nei diversi strati dell’atmo-
sfera. Nel grafico seguente sono riportate, a titolo di esempio,
tre diverse altitudini (3, 22 e 27 km).
Dal 2000 la concentrazione media di ozono non è più cam-
biata in maniera significativa, mentre negli anni antecedenti il
2000 si osserva una sua diminuzione nella stratosfera (visibile
alle quote 22 e 27 km) e un certo aumento nella troposfera
(visibile alla quota 3 km).
Fig. 5.18
Concentrazione mensile
di ozono a tre altitudini
durante il periodo
1967−2017. La concentrazi-
one di ozono è indicata
in pressione parziale
espressa in nanobar [nbar].
1970 1980 1990 2000 2010
0
50
100
150
200
Ozo
nsäu
le [n
b]
1970 1980 1990 2000 2010
200
150
100
50
0
Ozo
no n
bar
22 km
27 km
3 km
70
JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ0
20
40
60
80
100
120
140
160
Sund
enan
zahl
mit
Sah
aras
taub
Polvere sahariana
La polvere minerale, la cui principale fonte è il Sahara, è una
componente importante dell’aerosol atmosferico. Storica-
mente la presenza di polveri minerali è stata dimostrata at-
traverso l’analisi delle precipitazioni «colorate» o dei depositi
nella neve e nel ghiaccio. Dal 2001 si eseguono misurazioni
continue dei coefficienti di diffusione e di assorbimento a di-
verse lunghezze d’onda presso la Stazione di ricerca alpina
dello Jungfraujoch, situata nelle Alpi svizzere a una quota di
3580 m slm. Queste misurazioni hanno permesso di svilup-
pare un nuovo metodo operativo in grado di determinare gli
eventi di polvere del Sahara (Saharan Dust Events, SDE) sopra
la Svizzera con una risoluzione oraria. Oggi è pertanto possibile
studiare la frequenza di eventi di polvere sahariana sulle Alpi.
Fig. 5.19
Numero di ore al mese
con presenza di polvere
sahariana (Saharan Dust
Events SDE) presso la sta-
zione dello Jungfraujoch.
Le colonne in verde indi-
cano la media del periodo
2001–2016, mentre i valori
mensili del 2017 sono vi-
sualizzati con le colonne
in rosso. Nel 2010, 2011
e 2016 non è stato possi-
bile utilizzare i valori mi-
surati per periodi prolun-
gati, rendendo impossibile
la determinazione degli
eventi SDE.
Num
ero
di o
re a
l mes
e co
n pr
esen
za d
i pol
vere
sah
aria
na
160
140
120
100
80
60
40
20
0GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
Nel frattempo è disponibile una serie di misura degli eventi
di polvere sahariana di 15 anni. Ogni anno sono stati rilevati
da 10 a 40 eventi per una durata totale tra 200 e 650 ore.
In generale l’arrivo di polvere contribuisce fortemente all’in-
quinamento da aerosol sulle Alpi in primavera (marzo–giu-
gno) e nei mesi di ottobre e novembre. In estate gli eventi
sono rari e in inverno la loro durata è breve. La maggior parte
degli eventi (circa il 50%) ha una durata limitata a qualche ora,
mentre un quarto si protrae per più di un giorno.
Nel 2017 la stazione di misura dello Jungfraujoch ha misu-
rato il valore record di oltre 750 ore con presenza di polvere
sahariana. Questo rilevamento viene eseguito dalla stazione
di misura dello Jungfraujoch in modo continuo dal 2001. In-
soliti sono stati i lunghi periodi con presenza di polvere saha-
riana registrati nel mese di luglio e in quello di agosto. Verso
la fine di agosto l’elevata concentrazione di polvere sahariana
nell’atmosfera ha portato a tramonti colorati.
71Concentrazione dei pollini
L’intensità della stagione pollinica cambia di anno in anno
e può risultare molto forte o molto debole, ripercuotendosi
sull’intensità dei sintomi da raffreddore da fieno per chi è al-
lergico ai pollini.
Per la betulla, l’intensità della stagione pollinica dipende dal
tempo dell’anno precedente poiché gli amenti si sviluppano
già nell’estate dell’anno precedente. Il caldo favorisce lo svi-
luppo di un gran numero di amenti. L’intensità dipende tuttavia
anche dal tempo durante il periodo di fioritura e dalla fisiolo-
gia della pianta, in quanto le betulle mostrano una tendenza
a un ritmo di fioritura biennale. Per i pollini delle graminacee
Fig. 5.20
Concentrazione del polline
di betulla (a sinistra) e delle
graminacee (a destra) nelle
regioni al Nord delle Alpi
nel periodo 1989−2017 e
in Ticino nel periodo 1991−
2017. L’indice pollinico
stagionale corrisponde
alla somma delle concen-
trazioni giornaliere di
pollini. La curva nera
mostra la media ponde-
rata su cinque anni.
l’intensità della stagione dipende invece principalmente dal
tempo durante il periodo di fioritura dell’erba stessa.
Al Nord delle Alpi la stagione 2017 dei pollini di betulla è stata
leggermente più debole della norma (vedi capitolo 2). Il ritmo
di fioritura biennale è ben visibile in Ticino. Dopo fioriture in-
tense negli scorsi anni la stagione pollinica 2017 è stata de-
bole. Al Nord delle Alpi la stagione pollinica delle graminacee
ha avuto un’intensità debole, soprattutto nella Svizzera occi-
dentale. Malgrado che nel 2017 ci sia stato un rallentamento,
emerge negli scorsi anni In Ticino una tendenza all’aumento
della concentrazione di pollini di graminacee. Qui i valori as-
soluti sono nettamente più bassi che al Nord delle Alpi.
Graminacee Svizzera centrale e orientale
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
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Birke: Zentral− und Ostschweiz
0
2000
4000
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16000
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Betulla Svizzera centrale e orientale
1989
1991
1993
1995
1997
1999
2001
2003
2005
2007
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20000
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0
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
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2016
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Gräser: Zentral− und Ostschweiz
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2000
3000
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10000
8000
6000
4000
2000
0
Graminacee Svizzera occidentale
Graminacee Ticino
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
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2016
2017
Jähr
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ratio
n
Gräser: Westschweiz
0
1000
2000
3000
4000
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NA
NA
1989
1990
1991
1992
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1997
1998
1999
2000
2001
2002
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2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
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2012
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2014
2015
2016
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olle
nkon
zent
ratio
n
Gräser: Tessin
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
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10000
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1989
1990
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1993
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1996
1997
1998
1999
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2001
2002
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Birke: Westschweiz
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2000
4000
6000
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10000
12000
14000
16000
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Betulla Svizzera occidentale
20000
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12000
8000
4000
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NA
NA
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Jähr
liche
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n
Birke: Tessin
0
2000
4000
6000
8000
10000
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14000
16000
18000
20000
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Betulla Ticino
20000
16000
12000
8000
4000
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1991
1993
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1989
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1989
1991
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1989
1991
1993
1995
1997
1999
2001
2003
2005
2007
2009
2011
2013
2015
2017
1989
1991
1993
1995
1997
1999
2001
2003
2005
2007
2009
2011
2013
2015
2017
72
5.2 Suolo
Quantitativi di neve fresca
L’inverno 2016/2017 è stato molto asciutto, a livello locale
addirittura uno dei più asciutti di sempre. Anche i quantita-
tivi cumulati di neve fresca sono stati limitati. Alla stazione di
Segl-Maria e in quella di Arosa sono stati misurati i quantita-
tivi più bassi da 10 anni. Alla stazione di Segl-Maria, nell’Alta
Engadina, nel semestre invernale (ottobre–marzo) sono stati
misurati complessivamente 1,69 m di neve fresca (norma
3,12 m). Ad Arosa si sono raggiunti 4,00 m (norma 6,31 m), a
Einsiedeln 1,22 m (norma 3,41 m) e a Lucerna, sull’Altopiano,
38 cm (norma 83 cm).
Nelle serie relative ai quantitativi cumulati di neve fresca delle
stazioni di Arosa e Einsiedeln non è riscontrabile una tendenza
significativa. Presso la stazione di Segl-Maria la diminuzione di
4 cm/10 anni non è significativa per poco. Presso la stazione
di Lucerna si può osservare una diminuzione significativa di
2,6 cm/10 anni. È tuttavia necessario sottolineare che le regi-
strazioni giornaliere e mensili della neve non sono disponibili
sotto forma di dati omogenei.
Fig. 5.21
Quantitativi cumulati di
neve fresca (in cm) nel
semestre invernale dall’i-
nizio delle misurazioni al
2017 nelle stazioni di
Lucerna, Einsiedeln,
Arosa e Segl-Maria.
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
0
200
400
600
800
1000
0
200
400
600
800
1000
Neuschneesumme (cm)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1884−2017
1000
800
600
400
200
0
Lucerna 454 slm Einsiedeln 910 slm
Arosa 1840 slm Segl-Maria 1798 slm
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
0
200
400
600
800
1000
0
200
400
600
800
1000
Neuschneesumme (cm)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1909−2017
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
0
200
400
600
800
1000
0
200
400
600
800
1000
Neuschneesumme (cm)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1891−2017
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
0
200
400
600
800
1000
0
200
400
600
800
1000
Neuschneesumme (cm)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1865−2017
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
1000
800
600
400
200
0
1000
800
600
400
200
0
1000
800
600
400
200
0
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
73Giorni con neve fresca
L’inverno 2016/17 è stato estremamente asciutto e ha portato
con sé una quantità di neve fresca limitata. Nel complesso le
nevicate sono state chiaramente inferiori al normale. Nel se-
mestre invernale (ottobre–marzo), presso la stazione di misura
di Arosa sono stati registrati 45 giorni (norma 71 giorni) con
neve fresca. Unicamente nel 1949 (44 giorni) si registrarono
meno nevicate. Presso la stazione di misura di Segl-Maria
nell’Alta Engadina si sono registrati invece 25 giorni (norma
42 giorni), ad Einsiedeln 24 giorni (norma 46 giorni) e a
Lucerna, sull’Altopiano, 11 giorni (norma 18 giorni).
Nella serie di misura della stazione di Arosa si riscontra una
tendenza significativa verso l’aumento del numero di giorni
con neve fresca (quasi +1,6 giorni/10 anni). A Lucerna si rileva
invece una tendenza debole ma significativa, verso un minore
numero di giorni con neve fresca (-0,4 giorni/10 anni). Nelle
due stazioni di Einsiedeln e Segl-Maria non si può osservare
una tendenza significativa. Anche qui le registrazioni giorna-
liere e mensili della neve non sono disponibili sotto forma di
dati omogenei.
Fig. 5.22
Numero di giorni con
neve fresca nel semestre
invernale dall’inizio delle
misurazioni al 2017 nelle
stazioni di Lucerna, Einsie-
deln, Arosa e Segl-Maria.
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
0
20
40
60
80
100
0
20
40
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100
Tage mit Neuschnee [Neuschnee >= 1 cm] (Tage)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1884−2017
100
80
60
40
20
0
Lucerna 454 slm Einsiedeln 910 slm
Arosa 1840 slm Segl-Maria 1798 slm
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
0
20
40
60
80
100
0
20
40
60
80
100
Tage mit Neuschnee [Neuschnee >= 1 cm] (Tage)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1909−2017
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
0
20
40
60
80
100
0
20
40
60
80
100
Tage mit Neuschnee [Neuschnee >= 1 cm] (Tage)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1891−2017
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
0
20
40
60
80
100
0
20
40
60
80
100
Tage mit Neuschnee [Neuschnee >= 1 cm] (Tage)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1865−2017
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
100
80
60
40
20
0
100
80
60
40
20
0
100
80
60
40
20
0
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000
74 Indice di primavera
L’indice di primavera è utilizzato quale grandezza per determi-
nare il grado di sviluppo della vegetazione in primavera rispetto
agli anni precedenti o rispetto all’andamento storico. Lo svi-
luppo della vegetazione in primavera dipende principalmente
dall’evoluzione della temperatura invernale e primaverile [7].
Nella primavera 2017, la terza più calda dall’inizio delle misure
sistematiche, la fase fenologica della fioritura e quella dello
spiegamento delle foglie sono state molto precoci rispetto
alla media. Fino alla fioritura degli alberi da frutto avvenuta in
marzo e aprile, lo sviluppo della vegetazione primaverile è stato
tra i più precoci dall’inizio delle misure sistematiche, nel1951.
Gli alberi da frutto sono fioriti con un anticipo di poco più di
due settimane rispetto alla norma del periodo 1981–2010.
L’afflusso di aria fredda avuto da metà aprile ha ritardato lo
spiegamento delle foglie del faggio, l’ultima fase considerata
dall’indice di primavera. Nel complesso, lo sviluppo della ve-
getazione primaverile è stato il quarto più precoce dal 1951.
In concomitanza con l’aumento delle temperature in inverno
e soprattutto in primavera dalla metà degli anni 1980, l’indice
di primavera ha mostrato un cambiamento repentino verso
uno sviluppo vegetativo primaverile più precoce a partire da
questo periodo.
Fig. 5.23
Andamento annuale dello
sviluppo della vegetazione
(indice di primavera) in
tutta la Svizzera dal 1951
al 2017, riportato come
deviazione dalla media
pluriennale dello sviluppo
della vegetazione. La linea
continua mostra la media
ponderata su 5 anni.
Frühlingsindex 1951−2017
Jahr
Abwe
ichu
ng v
om M
ittel
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
−10
−5
0
5
10
sehr
früh
früh
norm
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hr s
pät
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1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
Molto tardivo
Tardivo
Normale
Precoce
Molto precoce
Dev
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dalla
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10
5
0
-5
-10
75
1800 1840 1880 1920 1960 2000
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April
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in
© MeteoSchweiz pheno.longts 0.43 / 03.01.2018, 14:17
1800 1840 1880 1920 1960 2000
Aprile
Marzo
Febbraio
Gennaio
Fioritura del ciliegio a Liestal e spiegamento delle foglie dell’ippocastano a Ginevra
Dal 1894 nella stazione di campagna di Liestal si registra la
data della fioritura del ciliegio. Nella serie di misura, si può
costatare una tendenza a termini di fioritura più precoci a
partire da circa il 1990. Nel 2017 la fioritura è iniziata il 26
marzo, con 10 giorni d’anticipo rispetto alla media del periodo
di riferimento 1981–2010. Si tratta della decima fioritura più
precoce di sempre.
Di grande importanza è anche la serie storica esistente dal
1808 della data dello spiegamento delle foglie dell’ippoca-
stano a Ginevra. Questa è la serie di osservazioni fenologi-
che più lunga in Svizzera. Dal 1900 circa è riscontrabile una
netta tendenza a uno spiegamento più precoce delle foglie.
Nel 2017 lo spiegamento delle foglie è avvenuto l’11 marzo.
Lo spiegamento delle foglie dell’ippocastano è fortemente
influenzato dalle temperature, ma possono incidere anche
altri fattori quali l’età della pianta o il clima urbano. Il motivo
per cui da alcuni anni lo spiegamento delle foglie avviene di
nuovo più tardi è tuttora sconosciuto.
Fig. 5.24
Data di fioritura del ciliegio
a Liestal 1894−2017 (sopra)
e data dello spiegamento
delle foglie dell’ippocastano
a Ginevra 1808−2017 (sotto).
1890 1910 1930 1950 1970 1990 2010
Mär
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© MeteoSchweiz pheno.longts 0.43 / 03.01.2018, 14:24
Maggio
Aprile
Marzo
1890 1910 1930 1950 1970 1990 2010
Ciliegio
Ippocastano
76
77
78
5.3Base dei dati e metodi
Scelta di indicatori climatici secondo l’OMM
Gli indicatori climatici secondo l’OMM sono calcolati in base
alle regole e al software ufficiale del WMO Expert Team on
Climate Change Detection and Indices (ETCCDI) [4], utiliz-
zando come valori di partenza le serie storiche omogeniz-
zate a partire dal 1959.
Temperatura
A causa dei diversi regimi termici su piccola scala (tempera-
ture più basse in montagna, più alte in pianura), l’evoluzione
della temperatura in Svizzera viene idealmente raffigurata
non con temperature assolute, ma come deviazione rispetto
al valore normale pluriennale (1961–1990). La temperatura
media Svizzera è la media delle temperature misurata da tutte
le stazioni del Paese indipendentemente dalla loro altitudine.
Le analisi si basano sul set standard di serie di misura omo-
geneizzate della rete climatica svizzera (Swiss National Basic
Climatological Network; Swiss NBCN [1]).
www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-
nei-dettagli/temperatura-media-svizzera.html
Nell’analisi del trend, è indicato quanto risulta statisticamente
significativa la tendenza. Vengono distinti i due livelli «molto
significativo» e «significativo». «Molto significativo» indica che
è possibile affermare con grande certezza che una tendenza
è presente (valore p≤0.01; la probabilità di errore è dell’1%
o meno). «Significativo» indica che è possibile affermare con
buona certezza che una tendenza è presente (valore >0.01
e ≤0.05; la probabilità di errore tra 1% e 5%). «Non signi-
ficativo» indica che in base alla soglia di significanza scelta
(valore p = 0.05) non è presente una tendenza accertabile.
Isoterma di zero gradi derivata dalle stazioni
Il calcolo della quota dell’isoterma di zero gradi si basa sulla
seguente procedura: per ogni stagione (ad esempio per l’in-
verno 1962) viene calcolata una regressione lineare tra i va-
lori termici medi standardizzati e la quota sul livello del mare
dell’isoterma di zero gradi, compresa una stima delle relative
incertezze [6]. Sulla base dei singoli valori di ogni anno, viene
calcolata la variazione temporale della quota dell’isoterma di
zero gradi (tendenza in m/10 anni). Sono utilizzate tutte le 29
stazioni della rete climatica (Swiss NBCN) [1]. È da notare che
la determinazione dell’isoterma di zero gradi presenta errori
diversi a seconda della stagione (nei grafici, linee grigie ver-
ticali per la portata dell’errore). In primavera e in autunno la
determinazione è possibile con una certa precisione sia poi-
ché sussiste una correlazione relativamente buona tra tem-
peratura e quota, sia perché l’isoterma di zero gradi si trova
ancora a quote dove sono presenti stazioni. In inverno e in
particolar modo d’estate la determinazione è più incerta, ma
per motivi diversi. In inverno la determinazione è difficile per-
ché i laghi d’aria fredda e la nebbia, nonché il passaggio dei
fronti, confondono notevolmente il rapporto tra temperatura
e quota, e viene quindi a mancare la linearità tra questi due
parametri. In estate il rapporto è piuttosto lineare, ma la quota
dell’isoterma di zero gradi è ben al di sopra delle stazioni di-
sponibili. Così anche le minime incertezze sul rapporto tem-
peratura-quota influiscono enormemente sul margine d’errore
dell’isoterma di zero gradi.
Precipitazioni
In Svizzera si contrappongono i regimi di precipitazione nor-
dalpino e sudalpino, con peculiarità del tutto specifiche nell’e-
voluzione pluriennale delle precipitazioni. La raffigurazione di
una curva delle precipitazioni per tutta la Svizzera può quindi
celare queste essenziali differenze regionali. Per questo Mete-
oSvizzera distingue tra evoluzione delle precipitazioni nordal-
pine e sudalpine, ma non elabora un andamento delle precipi-
tazioni per tutta la Svizzera (media tra Nord e Sud delle Alpi).
Le analisi si basano sulle 12 serie di misura omogeneizzate
disponibili della rete climatica svizzera (Swiss National Basic
Climatological Network; Swiss NBCN [1]).
Nell’analisi del trend, è indicato quanto risulta statisticamente
significativa la tendenza. Vengono distinti i due livelli «molto
significativo» e «significativo». «Molto significativo» indica che
è possibile affermare con grande certezza che una tendenza
è presente (valore p≤0.01; la probabilità di errore è dell’1%
o meno). «Significativo» indica che è possibile affermare con
buona certezza che una tendenza è presente (valore >0.01
e ≤0.05; la probabilità di errore tra 1% e 5%). «Non signi-
ficativo» indica che in base alla soglia di significanza scelta
(valore p = 0.05) non è presente una tendenza accertabile
79Giorni con precipitazioni moderate
«Precipitazioni moderate» sono definite con quantitativi ≥20
mm al giorno. Una precipitazione giornaliera di 20 mm viene
registrata più volte all’anno nella maggior parte delle regioni
svizzere. Si tratta quindi di un evento ricorrente. È considerata
rara una precipitazione che si verifica ogni 10 anni o meno.
Questa soglia è raggiunta a Berna con circa 65 mm, a Sion
50 mm, a Davos 70 mm e a Lugano 130 mm. Tuttavia, la con-
ferma delle tendenze utilizzando eventi estremi presenta li-
miti di principio proprio a causa della rarità stessa dell’evento.
Più un evento è raro, più è difficile dimostrare una tendenza
[5]. Pertanto gli eventi estremi non sono indicatori adatti per
analizzare i cambiamenti climatici. Informazioni dettagliate in
merito a eventi rari di precipitazioni intense si possono tro-
vare nelle pagine web:
www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-
nei-dettagli/analisi-dei-valori-estremi.html
Precipitazioni nei giorni molto piovosi
Un giorno viene considerato molto piovoso se il quantitativo
delle precipitazioni è maggiore della media pluriennale dei
18 giorni (5%) più piovosi dell’anno. Come riferimento vale
il periodo 1961–1990. Viene raffigurata la quantità totale
di precipitazioni all’anno cadute in giornate molto piovose.
Indice di siccità
Gli indici SPI (Standardized Precipitation Index) e SPEI (Stan-
dardized Precipitation Evapotranspiration Index) mostrano
le deviazioni delle precipitazioni medie e del bilancio idrico
climatico medio (differenza tra le precipitazioni e la poten-
ziale evaporazione). Valori positivi significano condizioni di
maggiore umidità, mentre valori negativi di maggiore siccità
rispetto alla media.
Lo SPI (Standardized Precipitation Index [20]) indica l’anoma-
lia delle precipitazioni rispetto a un periodo definito (di solito
da 1 a 48 mesi) e viene calcolato sulla base dei quantitativi
mensili delle precipitazioni. Le precipitazioni accumulate ne-
gli ultimi mesi (da 1 a 48) vengono quindi confrontate con i
relativi quantitativi nello stesso periodo nel passato. Quindi la
distribuzione di questi quantitativi di precipitazioni viene tra-
sformata in una distribuzione normale standard intorno allo
zero. Il valore così trasformato di un determinato quantitativo
di precipitazioni corrisponde al valore SPI.
Lo SPEI (Standardized Precipitation Evapotranspiration Index
[21]) viene calcolato in modo analogo allo SPI, ma al posto del
quantitativo delle precipitazioni è basato sul bilancio idrico
climatico, che corrisponde alle precipitazioni meno l’evapo-
traspirazione potenziale. Lo SPEI è dunque il bilancio idrico
trasformato sulla distribuzione normale standard.
In base alla definizione di distribuzione normale standard,
le condizioni con uno SPI/SPEI inferiore a -1 corrispondono a
una frequenza di circa il 15%; quelle con valore inferiore a -2
a circa il 2%. Corrispondentemente, la siccità o l’eccedenza
idrica può essere ripartita nelle classi indicate di seguito:
Isoterma di zero gradi nell’atmosfera libera
In condizioni atmosferiche normali, la temperatura dell’aria
diminuisce con la quota a partire dalla superficie terrestre.
Se al livello del suolo la temperatura è positiva, a una certa
quota si troverà un valore della temperatura di 0°C e al di so-
pra delle temperature negative. L’altitudine alla quale si trova
il passaggio da temperature positive a negative è definita la
quota dell’isoterma di zero gradi. Con situazioni di inversioni,
la temperatura può passare anche più volte da valori positivi
a negativi, in questo caso le direttive dell’OMM raccoman-
dano di considerare la quota dell’isoterma di zero gradi più
alta. Per poter disporre di valori paragonabili dell’isoterma di
zero gradi anche quando la temperatura al suolo è inferiore
a zero, è indicato un valore teorico. Partendo dalla tempera-
tura misurata dalla radiosonda al suolo, viene calcolata una
quota fittizia sotto la superficie terrestre.
La profondità dell’isoterma di zero gradi viene stabilita as-
sumendo un gradiente termico verticale di 0,5°C ogni 100
m. Oltre a quote sotto la superficie del terreno, con tempe-
rature di partenza inferiori a -2,5°C si ottengono pure quote
dell’isoterma di zero gradi inferiori al livello del mare [29]. La
quota dell’isoterma di zero gradi è riportata nel protocollo di
ogni radiosondaggio: da questi valori sono poi calcolate le
medie mensili utilizzate per l’analisi della tendenza del clima.
SPEI ≤ -2.0 estremamente asciutto
-2.0 < SPEI ≤ -1.5 molto asciutto
-1.5 < SPEI ≤ -1.0 asciutto
-1.0 < SPEI < 1.0 normale
1.0 ≤ SPEI < 1.5 piovoso
1.5 ≤ SPEI < 2.0 molto piovoso
SPEI ≥ 2.0 estremamente piovoso
80 Concentrazione di pollini
L’indice dei pollini è calcolato in base alla concentrazione gior-
naliera di pollini nell’aria. Per ogni giorno è determinato il nu-
mero di pollini per metro cubo d’aria per il tipo di polline in
questione. Questo numero viene sommato per tutto l’anno.
Il valore che ne deriva è considerato adimensionale. Stazioni
della rete pollinica:
Svizzera centrale e orientale: Basilea, Buchs, Lucerna,
Münsterlingen, Zurigo
Svizzera occidentale: Berna, Genevra, Neuchâtel
Ticino: Locarno, Lugano
Quantitativi di neve fresca e giorni con neve fresca
Le registrazioni giornaliere e mensili della neve non sono di-
sponibili come dati omogeneizzati. L’interpretazione delle serie
di misurazioni richiede pertanto una certa cautela.
Indice di primavera
Lo sviluppo della vegetazione viene registrato secondo fasi
fenologiche ben precise. La fenologia si occupa di studiare
lo sviluppo della vegetazione durante l’anno e di correlarlo
con l’andamento meteorologico. Le osservazioni fenologi-
che sono eseguite in circa 160 stazioni distribuite in tutta la
Svizzera delle quali circa 80 con le serie più lunghe di rileva-
mento sono utilizzate per il calcolo dell’indice di primavera.
L’indice di primavera utilizzato nel presente rapporto è com-
posto in base alle dieci seguenti fasi fenologiche: fioritura del
nocciolo, fioritura del tussilago, fioritura dell’anemone, spie-
gamento delle foglie dell’ippocastano, fioritura del ciliegio,
spiegamento delle foglie del nocciolo, spiegamento degli
aghi del larice, fioritura della cardamine, spiegamento delle
foglie del faggio e fioritura del dente di leone.
Le singole fasi fenologiche dipendono ovviamente dall’anda-
mento meteorologico. La fioritura del nocciolo, ad esempio,
può essere precoce se il periodo di fine inverno è mite. Un
successivo periodo di freddo persistente può però poi rallen-
tare nuovamente lo sviluppo della vegetazione, che dipende
inoltre anche dalla quota. Nelle stazioni al suolo a bassa quota,
con temperature miti, le fasi fenologiche si verificano prima
rispetto alle quote più elevate con condizioni più fredde.
Grazie all’analisi delle componenti principali, queste volumi-
nose osservazioni sono strutturate, semplificate e combinate
per elaborare un indice di primavera per tutta la Svizzera [7].
81
82
Bibliografia
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gedrucktKlimaneutralgedruckt
Swiss Climate
SC2015051301 • www.swissclimate.ch
Websitemeteosvizzera.admin.ch
IndirizziBundesamt für Meteorologie
und Klimatologie MeteoSchweiz
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