Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C...

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Rapporto sul clima 2017 MeteoSvizzera

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Rapporto sul clima 2017

MeteoSvizzera

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Rapporto sul clima 2017

Editore

Ufficio federale di meteorologia e climatologia

MeteoSvizzera

Divisione Clima

Operation Center 1

CH–8058 Zurigo-Aeroporto

[email protected]

www.meteosvizzera.ch

Redazione

Dr. Stephan Bader, Thomas Schlegel

Autori

Dr. Stephan Bader, Michael Begert, Dr. Martine Collaud Coen,

Dr. Anke Duguay-Tetzlaff, Dr. Christoph Frei, Dr. Sophie

Fukutome, Dr. Regula Gehrig, Dr. Eliane Maillard Barras,

G. Romanens, Dr. Simon Scherrer, Thomas Schlegel, Dr. Chris-

toph Spirig, Dr. René Stübi, Dr. Laurent Vuilleumier, Dr. Elias

Zubler

Distribuzione

Pubblicazioni federali UFCL, CH 3003 Berna

www.bundespublikationen.admin.ch

Numero d’articolo 313.005.i 09.18 40 860425941

ISSN: 2296-1526

Foto di copertina

Splendida giornata autunnale nel basso Vallese (foto: Urs

Graf). La foto mostra uno dei tre “Lacs de Fenêtre”, in cima

alla Val Ferret. Sullo sfondo e riflesse nel lago le “Grandes

Jorasses” e, ricoperto da neve, il “Monte Bianco”.

Citazione del presente rapporto:

MeteoSvizzera 2018: Rapporto sul clima 2017. Ufficio fede-

rale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera, Zurigo.

84 pagine

© MeteoSvizzera 2018

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3Riassunto 4

Summary 6

1 Andamento del tempo nel 2017 10

2 Diagrammi dell’andamento annuale 20

3 Particolarità del 2017 403.1 Un violento temporale su Zofingen 40

3.2 Forti gelate notturne in aprile 42

3.3 Periodo insolitamente soleggiato 43

4 Andamento meteorologico e climatico globale nel 2017 464.1 Di nuovo molto caldo 46

4.2 El Niño e La Niña 48

4.3 Eventi particolari 49

4.4 Banchisa artica e antartica 49

5 Monitoraggio climatico 525.1 Atmosfera 54

5.1.1 Osservazioni al suolo 54

Temperatura 54

Giorni di gelo 57

Giorni estivi 58

Quota dell’isoterma di zero gradi 59

Precipitazioni 60

Giorni con precipitazioni moderate 63

Precipitazioni nei giorni molto piovosi 64

Periodi asciutti 65

Indice di siccità 66

5.1.2 Atmosfera libera 67

Quota dell’isoterma di zero gradi 67

Altitudine della tropopausa 67

5.1.3 Composizione dell‘atmosfera 68

Serie di misurazioni dell’ozono ad Arosa 68

Misurazione dell’ozono a Payerne 69

Polvere sahariana 70

Concentrazione dei pollini 71

5.2 Suolo 72

Quantitativi di neve fresca 72

Giorni con neve fresca 73

Indice di primavera 74

Fioritura del ciliegio a Liestal e spiegamento

delle foglie dell’ippocastano a Ginevra 75

5.3 Base dei dati e metodi 78

Bibliografia 82

Indice

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Riassunto

A livello svizzero il 2017 ha registrato una temperatura media

di 0,8°C superiore alla norma 1981–2010. Nel complesso il

2017 è stato il sesto anno più caldo della serie di 154 anni di

misurazioni disponibili in Svizzera. Dopo un gennaio insolita-

mente freddo si sono avute la terza primavera e la terza estate

più calde mai registrate in Svizzera dall’inizio delle misurazioni

sistematiche nel 1864. Al caldo estremo si è contrapposto

uno degli inverni meno innevati e una parte dell’autunno

estremamente asciutta. Diverse regioni della Svizzera hanno

inoltre registrato il terzo o quarto anno più soleggiato degli

ultimi 50 anni; il Sud delle Alpi ha persino rilevato l’anno più

soleggiato della serie di misurazioni.

L’inverno 2016/17 è stato contrassegnato da una carenza

considerevole di precipitazioni. Le precipitazioni invernali a

livello svizzero hanno raggiunto solo circa la metà dei quan-

titativi normali del periodo di riferimento 1981–2010. Nella

Svizzera romanda e in Vallese addirittura solo il 30-50%. Di

conseguenza nella Svizzera romanda si è così registrato l’in-

verno più asciutto degli ultimi 45–55 anni, nel Vallese l’ultimo

inverno paragonabile risale a 40 anni or sono.

Precipitazioni ridotte significano pure innevamento scarso.

Sul versante sudalpino si è avuto il manto nevoso più sottile

dall’inizio delle misurazioni della neve 55 anni or sono. Anche

in altre regioni delle Alpi il manto nevoso dell’inverno 2016/17

è stato vicino ai minimi storici: ad Arosa e Segl-Maria soltanto

in un inverno fu misurato un manto nevoso medio più sottile,

a Davos questo è accaduto unicamente tre volte.

La Svizzera ha registrato la terza primavera più calda dall’i-

nizio delle misurazioni nel 1864. In media su tutto il Paese

la temperatura primaverile è stata di 1,7°C sopra la norma

1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007

con uno scarto positivo di 2,3°C e del 2011 con uno scarto

di 2,5°C. Tutti i mesi primaverili del 2017 hanno avuto una

temperatura sopra la norma e marzo è stato il secondo più

caldo della serie di misure, con uno scarto positivo di 3,3°C

a livello svizzero. Aprile ha superato la norma 1981–2010 di

0,5°C e maggio di 1,1°C.

Le temperature particolarmente miti di marzo e d’inizio aprile

hanno favorito lo sviluppo della vegetazione e per esem-

pio i meli sono fioriti con 16-18 giorni di anticipo rispetto al

periodo di riferimento 1981–2010. Si è trattata di una delle

fioriture più precoci presenti nella statistica e le forti gelate

verificatesi il 20 e il 21 aprile hanno provocato ingenti danni

alle colture. In particolare sono stati rovinati i meli in fiore e i

germogli della vigna.

Dopo la terza primavera più calda dall’inizio dei rilevamenti

sistematici nel 1864, quest’anno la Svizzera ha pure registrato

la terza estata più calda, sempre dal 1864. A livello svizzero la

temperatura estiva ha superato la norma 1981–2010 di 1,9°C.

Più calde furono le estati del 2015, con uno scarto positivo

di 2,3°C, e quella del 2003, con ben 3,6°C sopra la norma.

Soprattutto l’inizio dell’estate 2017 si è mostrato torrido, con

un mese di giugno che è stato il secondo più caldo dall’ini-

zio delle misurazioni. Lo scarto positivo dalla norma a livello

svizzero è stato in questo caso di ben 3,3°C.

L’autunno ha avuto un andamento alquanto movimentato.

Settembre è stato piuttosto fresco, soprattutto in montagna,

e ad alta quota si sono registrati numerosi giorni con neve

fresca. La stazione del Weissfluhjoch a 2540 m slm ha stabi-

lito un nuovo primato per il mese di settembre con 15 giorni

di neve nuova. Il tempo preinvernale al Nord delle Alpi si è

poi protratto fino all’inizio di ottobre con nevicate fin verso

1200 m di quota.

Attorno a metà ottobre un persistente anticiclone ha domi-

nato il tempo per una decina di giorni portando cieli sereni e

molto sole in tutta la Svizzera. A basse quote la temperatura

massima è salita a 22–25°C. Sull’Altopiano e al Sud delle Alpi,

prolungate condizioni anticicloniche hanno portato all’ottobre

più soleggiato da almeno 50 anni; in diverse altre stazioni è

stato archiviato il secondo o terzo ottobre più soleggiato. Al

Sud delle Alpi il tempo ricco di sole è durato 20 giorni e le

precipitazioni sono restate praticamente assenti tutto il mese.

In Ticino l’ottobre 2017 è stato tra i 5 più asciutti della serie

di misure a nostra disposizione.

In novembre le nevicate hanno interessato le regioni a bassa

quota al Nord delle Alpi. A inizio dicembre, proprio in cor-

rispondenza con l’inizio dell’inverno meteorologico, alcuni

centimetri di neve sono caduti fino in pianura al Nord delle

Alpi. Il 10 e l’11 anche il Sud delle Alpi è stato innevato fino

a basse quote. Quantitativi ancora maggiori sono caduti in

Vallese, dove i 60 cm misurati a Sion rappresentano un nuovo

primato per la stazione.

In dicembre l’innevamento in montagna è stato abbondante

e nelle Alpi, verso la fine di dicembre, la coltre di neve ha rag-

giunto il 170% circa dello spessore normale per la stagione

(dati: SLF, Davos). Nel periodo di Natale tutto l’arco alpino

svizzero presentava condizioni invernali ottimali per il turismo.

A livello mondiale il 2017 è stato il terzo anno più caldo dall’i-

nizio delle misurazioni sistematiche nel 1850. Più caldi furono

unicamente gli anni 2016 e 2015. Gli anni dal 2013 al 2017

sono stati i cinque più caldi dall’inizio del periodo di misura

e s’iscrivono nella tendenza di lungo periodo del riscalda-

mento climatico.

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5Le temperature chiaramente superiori alla media che hanno

caratterizzato le principali terre emerse (Cina, Russia, Africa

e regione del Mediterraneo) potrebbero spiegare l'anomalia

globale di 0,68°C avuta nel 2017. Per contro El Niño, in genere

un fattore con forte influenza sulle oscillazioni della tempera-

tura, è stato molto debole nel corso del 2017.

In Svizzera il 2017, issandosi al sesto posto fra gli anni più

caldi dal 1864, ha confermato l’andamento al riscaldamento

atmosferico nel nostro Paese. La temperatura dell’inverno ha

superato i valori normali di circa 1°C. In primavera e in estate

lo scarto positivo è stato di circa 3°C. In autunno le tempe-

rature sono state nella norma.

In prospettiva storica, nel periodo 1864–2017, il numero di

giorni estivi in Svizzera è sensibilmente aumentato, mentre il

numero dei giorni di gelo si è nettamente ridotto. Si registra

anche un rialzo del limite dell’isoterma di zero gradi, in pa-

ricolare nelle stagioni inverno, primavera ed estate. Questo

riscaldamento ha un impatto pure su uno sviluppo più pre-

coce della vegetazione.

Al Nord delle Alpi l’andamento delle precipitazioni 1864–2017

mostra una tendenza significava verso un aumento dei quan-

titativi delle precipitazioni sia sull’intero anno e sia in inverno,

mentre per le altre stagioni non sembra delinearsi un cam-

biamento sul lungo termine. Al Sud delle Alpi invece non si

costatano tendenze verso un aumento dei quantitativi delle

precipitazioni, né a livello stagionale né a livello annuale. Il nu-

mero di giorni con precipitazioni moderate non ha subito va-

riazioni nelle stazioni prese in analisi e nemmeno i quantitativi

di precipitazioni misurati nei giorni con abbondanti precipita-

zioni mostra cambiamenti. Neppure la lunghezza dei periodi

asciutti mostra un trend significativo nelle stazioni considerate.

La serie di oltre 100 anni di misure della neve mostra una lieve

diminuzione locale dello spessore della neve fresca, mentre

non si costatano delle tendenze su ampia scala. Il numero

di giorni con neve fresca è diminuito in alcune stazioni ed è

leggermente aumentato in altre; altre ancora non mostrano

cambiamenti. Le analisi dell’innevamento si basano però su

dati non omogeneizzati.

Negli ultimi anni la situazione dell’ozono nell’alta atmosfera

sopra la Svizzera è rimasta stabile, dopo che nel periodo

1970–1995 si era misurata una diminuzione dell’ozono

totale di circa il 6%.

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Summary

The year 2017 brought Switzerland the third-warmest spring

and the third-warmest summer since observations started in

1864. Averaged across the country the annual temperature

reached 0.8 °C above the normal value 1981–2010. The ex-

treme warmth was accompanied by a winter with total snow-

fall among the lowest ever and an extremely dry mid-autumn.

Finally, some regions in Switzerland recorded their third- or

fourth-sunniest year, some places south of the Alps even their

sunniest year in the homogenous measurement series span-

ning over more than 50 years.

The Swiss Winter 2016/2017 was extremely dry and marked

by a lack of snow. Precipitation totals from December 2016 to

February 2017 reached only half of the normal values 1981–

2010 in the nationwide average. In Western Switzerland and

in the Valais only 30 to 50 percent of the normal precipita-

tion values was recorded. Western Switzerland observed – in

certain regions – a winter with the least precipitation in 45

to 55 years. A comparable winter drought period in the Val-

ais dates back 40 years.

Little precipitation also means little snow. Some places south

of the Alps registered the thinnest snow cover since mea-

surements began 55 years ago. In other mountain regions,

too, the thin winter snow cover in 2016/17 was at close to

record-breaking levels. At the measurement stations Arosa

and Segl-Maria only one winter with an even thinner winter

snow cover had been observed.

Switzerland experienced the third-warmest spring since

measurements started in 1864. In the nationwide average

it amounted to 1.7 °C above the normal value 1981–2010.

Only the springs of 2007 with 2.3 °C and of 2011 with 2.5 °C

above the normal value were warmer. The spring months

were too mild throughout the season. Averaged over the

entire country, March (the second-warmest since observa-

tions began) was 3.3 °C, April 0.5 °C and May 1.1 °C above

the normal value 1981–2010.

The mild temperature in March and at the beginning of April

triggered a burst of development in vegetation. Fruit trees

flowered around 16 to 18 days earlier than on average in the

comparative period 1981–2010. It was one of the earliest

fruit-tree flowering in the measurement series. Severe night

frosts on 20 and 21 April, however, resulted in a lot of ruin.

Substantial damage was caused above all to flowering fruit

trees and budding vines.

The third-warmest spring was followed by the third-warm-

est summer since measurements started in 1864. Averaged

across the country the summer temperature rose 1.9 °C above

the normal value 1981–2010. Only the summers of 2015 and

the legendary hot summer of 2003 were warmer: the former

with 2.3 °C, the latter with 3.6 °C above the normal value. Hot

temperatures reigned especially in early summer. June, as the

second-warmest since observations started, rose 3.3 °C above

the normal value, averaged across the country. The month

featured prolonged high temperatures and a five-day heat-

wave in the second half of the month.

In autumn the weather character was very unsettled. Septem-

ber was noticeably cool, above all in the mountains. In summit

regions winter announced itself with many days of fresh snow.

The Weissfluhjoch, at an altitude of 2540 m, registered 15

days of new snow, resulting in a new September record. The

impression of early winter persisted in the first October days.

North of the Alps snow fell down to an altitude of 1200 m.

Around mid-October the weather was dominated for ten days

by high-pressure zones. The persistent fair weather brought

the Plateau and Southern Switzerland the sunniest October,

regionally, in the homogenous observation series spanning at

least 50 years. At other stations with homogenous observation

series of at least 50 years it was the second- or third-sunniest

October. South of the Alps the fair weather period lasted 20

days. During the entire month of October there was hardly

any precipitation. In Ticino October 2017 was among the five

driest October months in the measurement series extending

over more than 100 years. Only in the year 1969 was there

absolutely no precipitation south of the Alps.

In November the areas north of the Alps experienced several

episodes of snowfall down to lower altitudes. In the first days

of December, precisely at the meteorological start of winter,

a temporary snow cover of a few centimetres appeared also

in low altitudes north of the Alps. On 10/11 December the

lowest altitude levels south of the Alps also received a snow

cover of a few centimetres. Meanwhile, in the low areas of

the Central Valais record snow totals were measured. Sion

registered an extreme value of 60 cm within one day.

In December a lot of snow fell in the mountains. Shortly af-

ter mid-month over 170 percent of the normal snow totals

were registered in many parts of the Alps. In the entire Al-

pine region of Switzerland conditions for the seasonal ski

tourism were ideal.

Globally the year 2017 was the third warmest on the record

since beginning of the measurements in 1850, just behind

the record years 2016 and 2015. The years 2013–2017 are

considered the warmest 5-year period since the beginning of

the records. They represent a main contribution in continuing

the long-term global warming trend. Temperature surpluses

over the large land masses such as in China, Russia, Africa

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7and the Mediterranean region can explain the global anom-

aly of 0.6 °C in the year 2017. El Niño, usually a driving factor

for the fluctuation of the global average temperature, was

very weak during the year 2017.

With a view to the long-term temperature change 1864–2017

the sixth warmest year 2017 contributed again to the elevated

mean temperature in Switzerland. In winter the overall mean

temperature surplus amounted 1 °C above the normal value

1981–2010. Spring and summer were about 3 °C milder than

the normal values 1981–2010. Autumn brought an overall

mean temperature near the normal values.

In accordance with generally higher temperatures the number

of summer days has increased considerably while the num-

ber of frost days has decreased. The zero degree level has

risen by around 400 m during the last decades, mainly in the

winter, spring and summer seasons. The general rise in tem-

perature has also led to an earlier development of vegetation.

North of the Alps the long-term precipitation development

1864–2015 shows a trend to higher precipitation totals for

the year and for the winter season. No long-term changes in

the precipitation totals have been registered for the remain-

ing seasons. South of the Alps no long-term change in the

precipitation pattern has been registered, both as regards

annual totals and seasonal totals. The number of days with

heavy precipitation and the precipitation totals of very wet

days have remained largely unchanged. The length of the

most intensive dry periods has not changed.

The over 100-year-old snow records indicate in some re-

gions a slight decrease, in other regions however, there is no

change in the fresh snow totals. In the number of days with

fresh snow some regions show a slight increase, in other re-

gions however the measurement series indicate a slight de-

crease or no change.

In the past years the ozone situation in the upper atmosphere

over Switzerland has remained stable. This stability follows a

decrease of the ozone total of around 6 % which took place

between 1970 and 1995.

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1| Andamento del tempo nel 2017

Al Nord il gennaio più freddo da oltre 30 anni

Negli scorsi tre decenni a basse quote al Nord delle Alpi la

temperatura mensile di gennaio si è mantenuta tra -2°C e

+3°C. Il valore di -2,9°C del gennaio 2017 è invece inusuale.

Gli ultimi freddi intensi in questo mese risalgono al 1987,

quando la temperatura scese a -4,3°C, e al 1985 quando

la temperatura mensile fu di -5,4°C. Il gennaio 2017 fa così

parte dei mesi più gelidi, paragonabile al 1979 quando si mi-

surò -3,0°C di media mensile. A paragone, nel 1963 quando

la superficie del lago di Zurigo gelò l’ultima volta, la tempe-

ratura mensile fu di -6,3°C.

Caldo record in febbraio

Il 23 febbraio, correnti tempestose da sudovest hanno con-

vogliato aria estremamente mite verso la Svizzera e in molte

regioni è stata superata la soglia di 20°C di temperatura mas-

sima. Nel Vallese centrale, Sion ha registrato una massima di

21,4°C. 17 stazioni di misura hanno registrato nuovi primati

di temperatura con uno scarto anche di oltre 1°C rispetto

al precedente massimo. Hanno archiviato un nuovo record

Berna con 18,5°C, Zurigo con 18,8°C e Lucerna con 19,9°C.

Inverno estremamente asciutto e scarso di neve

Le precipitazioni invernali, dal dicembre 2016 al febbraio 2017,

corrispondono a poco più della metà della norma 1981–2010.

La quantità di acqua raccolta è stata particolarmente modesta

nella Svizzera occidentale: In queste regioni si è localmente

registrato l’inverno più asciutto degli ultimi 45–55 anni. Nel

Vallese, per trovare un inverno altrettanto asciutto bisogna

risalire a 40 anni or sono.

Precipitazioni ridotte significano pure innevamento scarso.

Sul versante sudalpino si è avuta la coltre nevosa più sot-

tile dall’inizio delle misurazioni della neve 55 anni or sono. A

Bosco-Gurin, a 1500 m slm, nei 3 mesi invernali si sono mi-

surati in media soltanto 14 cm di neve sul terreno, ciò che

rappresenta un primato negativo per l’innevamento in que-

sta località dove si compiono rilevamenti dal 1962. L’inneva-

mento invernale comporta normalmente uno strato di circa

70 cm di neve.

Anche in altre regioni delle Alpi la coltre nevosa dell’inverno

2016/17 è stata vicina ai minimi storici: a Davos si sono misu-

rati solo 27 cm di media, solo 1–3 cm in più che negli inverni

meno innevati del 2006/07, 1995/96 e 1989/90. Ad Arosa

invece, da dicembre 2016 a febbraio 2017 si sono avuti in

media solo 31 cm di neve, a Segl- Maria persino soli 12 cm.

In entrambe le località soltanto in un inverno fu misurata una

coltre nevosa media più sottile: ad Arosa nell’inverno 1989/90

con 28 cm e a Segl-Maria nell’inverno 2001/02 con soli 7 cm.

Il 2017 ha portato la terza primavera e la terza estate più calde mai registrate in Svizzera dall’inizio delle misure sistematiche nel 1864. Fasi molto calde si sono verificate anche nei mesi di febbraio e di ottobre. Nel complesso il 2017 è stato il sesto anno più caldo della serie di 154 anni di misurazioni disponibili in Svizzera. A livello svizzero lo scarto positivo è stato di 0,8°C rispetto alla norma 1981–2010. Al caldo estremo si è contrapposto uno degli inverni meno innevati e una parte dell’autunno estremamente asciutta. Diverse regioni della Svizzera hanno inoltre registrato il terzo o quarto anno più soleggiato degli ultimi 50 anni, il Sud delle Alpi ha persino rilevato l’anno più soleggiato della serie di misura. A livello nazionale sono stati particolarmente soleggiati i mesi da aprile a giugno e il mese di ottobre.

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Soleggiamento invernale quasi da primato in montagna

Il soleggiamento invernale ha generalmente raggiunto il

110–145% della norma 1981–2010. In montagna l’inverno

2016/17 ben soleggiato ha messo termine a un periodo di

più anni con un soleggiamento per lo più deficitario. Same-

dan con 419 ore di sole e Davos con 409 ore hanno avuto il

secondo inverno più soleggiato degli ultimi 60 anni. Decisivo

per il totale è stato il soleggiamento del dicembre 2006, ma

anche il gennaio 2017 ha contribuito con un numero di ore

superiore alla norma. In entrambe le stazioni il primato pre-

cedente è stato avvicinato.

Terza primavera più calda

La Svizzera ha registrato la terza primavera più calda dall’ini-

zio delle misurazioni nel 1864. In media su tutto il Paese, la

temperatura primaverile è stata di 1,7°C superiore alla norma

1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con

uno scarto positivo di 2,3°C e del 2011 con uno scarto di 2,5°C.

Tutti i mesi primaverili hanno avuto una temperatura sopra la

norma e marzo è stato il secondo più caldo della statistica,

con uno scarto positivo di 3,3°C a livello svizzero. Aprile ha

superato la norma 1981–2010 di 0,5°C e maggio di 1,1°C.

Forte gelo notturno causa grossi danni

Le temperature particolarmente miti di marzo e d’inizio aprile

hanno favorito lo sviluppo della vegetazione e per esempio

i meli sono fioriti con 16–18 giorni di anticipo rispetto al pe-

riodo 1981–2010. Si è trattata di una delle fioriture più precoci

presenti nella statistica e le forti gelate verificatesi il 20 e 21

aprile hanno provocato ingenti danni alle colture. In partico-

lare sono stati rovinati i meli in fiore e i germogli della vigna.

Nevicata tardiva in pianura

Un’invasione di aria polare fredda ha temporaneamente

riportato condizioni invernali il 26 aprile al Nord delle Alpi. A

Basilea si sono misurati 2 cm di neve nuova: soltanto il 28 aprile

1985 si è verificata una nevicata, pure di 2 cm, ancora più tar-

diva. La serie nivologica di Basilea risale all’inverno 1930/31.

Ingenti quantitativi di neve sono invece caduti tra il 27 e il 30

aprile sul pendio nordalpino e sulle Alpi. In generale lo strato

di neve fresca ha raggiunto 30–50 cm, con punte localmente

fino a 60–70 cm.

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12 Terza estate più calda

Dopo la terza primavera più calda dall’inizio delle misure si-

stematiche nel 1864, quest’anno la Svizzera ha pure registrato

la terza estata più calda, sempre dal 1864. A livello svizzero

la temperatura estiva ha superato la norma 1981–2010 di

1,9°C. Ancora più caldi furono le estati del 2015, con uno

scarto positivo di 2,3°C, e del 2003, con ben 3,6°C sopra la

norma. Soprattutto l’inizio dell’estate 2017 si è mostrato tor-

rido, con un mese di giugno che è stato il secondo più caldo

dall’inizio delle misurazioni. Lo scarto positivo dalla norma a

livello svizzero è stato in questo caso di ben 3,3°C.

In agosto notti estremamente calde

Luglio, leggermente più caldo del normale, è trascorso senza

periodi canicolari. In agosto si è invece avuto di nuovo un pe-

riodo torrido: in alcune regioni si è registrato uno dei 10 mesi

di agosto più caldi dall’inizio delle misure nel 1864. La calura

si è fatta sentire anche di notte e alcune stazioni hanno re-

gistrato nuovi primati riguardo alle temperature minime più

alte dall’inizio delle misurazioni: il 5 agosto a Lugano 23,5°C,

il 4 a Neuchâtel 23,0°C e a Ginevra 21,8°C e infine il 3 a Ba-

silea pure 21,8°C di minima. Locarno-Monti il 5 agosto ha

invece registrato il secondo valore più alto per le minime di

agosto: 23,9°C.

Nuovo primato svizzero delle precipitazioni

Nella notte tra l‘1 e il 2 agosto sul versante nordalpino si sono

scatenati violenti temporali con grandine e forti raffiche di

vento. Nelle regioni settentrionali della Svizzera sono così stati

registrati venti di 90–135 km/h, con punte localmente fino a

190 km/h. La perturbazione temporalesca ha inoltre portato

un nuovo primato svizzero delle precipitazioni sull’intervallo

di 10 minuti: alla stazione di Eschenz tra le ore 02:40 e 02:50

del 2 agosto sono stati raccolti ben 36,1 mm di pioggia. Il

precedente record risale al 29 agosto 2003 a Locarno-Monti

quando furono misurati 33,6 mm, valore vicino ai 33,5 mm in

10 minuti registrati il 25 giugno 2017 alla stazione di Crana-

Torricella. Al Nord delle Alpi il precedente primato su 10 mi-

nuti era di 32,8 mm, stabilito il 2 maggio 2013 a Sciaffusa.

Inizio fresco dell‘autunno

L’autunno ha avuto un andamento alquanto movimentato.

Settembre è stato piuttosto fresco, soprattutto in montagna,

e ad alta quota si sono registrati numerosi giorni con neve

fresca. La stazione del Weissfluhjoch a 2540 m slm ha stabi-

lito un nuovo primato per il mese di settembre, con 15 giorni

di neve fresca. Il tempo preinvernale al Nord delle Alpi si è

poi protratto fino all’inizio di ottobre e la neve è caduta fino

a circa 1200 m di quota.

Estate indiana particolarmente soleggiata

Attorno a metà ottobre un persistente anticiclone ha domi-

nato il tempo per una decina di giorni portando cielo sereno

e molto sole in tutta la Svizzera. A basse quote la temperatura

massima è salita a 22–25°C. Sull’Altopiano e al Sud delle Alpi,

prolungate condizioni anticicloniche hanno portato all’otto-

bre più soleggiato da almeno 50 anni, in diverse altre stazioni

è stato archiviato il secondo o terzo ottobre più soleggiato..

Estremamente asciutto al Sud delle Alpi

Al Sud delle Alpi il tempo ricco di sole è durato 20 giorni e

le precipitazioni sono restate praticamente assenti tutto il

mese. In Ticino la quantità totale di acqua raccolta è stata

al massimo di pochi millimetri, nelle valli del Grigioni Italiano

si sono misurati tra 10 e 17 mm. Le frequenti fasi di favonio

hanno ulteriormente accentuato la carenza di acqua e in Ti-

cino l’ottobre 2017 è stato tra i 5 più asciutti nella statistica.

Finora soltanto l’ottobre 1969 è stato completamente secco.

Arrivo dell’inverno in novembre

In novembre le nevicate hanno nuovamente interessato le

regioni a bassa quota del Nord delle Alpi. A Einsiedeln a 910

m slm e a Elm a 938 m slm sono stati registrati 20 giorni con

neve al suolo, a Davos a 1600 m slm e ad Arosa a 1880 m

slm invece, dal 6 novembre il paesaggio è restato imbian-

cato. Grazie al buon innevamento, alcune stazioni invernali

hanno già potuto riprendere l’attività. Il 1° dicembre, esatta-

mente per l’inizio dell’inverno meteorologico, anche le basse

quote al Nord delle Alpi sono state coperte da una sottile

coltre di neve fresca.

Page 13: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

13

Stazione Altitudine Temperatura °C Soleggiamento h Precipitazioni mm

m slm media norma deviazione somma norma % somma norma %

Berna 553 9.7 8.8 0.9 2006 1683 119 854 1059 81

Zurigo 556 10.2 9.4 0.8 1828 1544 118 1107 1134 98

Ginevra 420 11.3 10.6 0.7 2090 1768 118 693 1005 69

Basilea 316 11.4 10.5 0.9 1844 1590 116 765 842 91

Engelberg 1036 7.2 6.4 0.8 1491 1350 110 1727 1559 111

Sion 482 11.4 10.2 1.2 2231 2093 107 567 603 94

Lugano 273 13.5 12.5 1.0 2416 2067 117 1509 1559 97

Samedan 1709 2.7 2.0 0.7 1914 1733 110 710 713 100

norma Media pluriennale 1981–2010 deviazione Deviazione della temperatura dalla norma % Percentuale rispetto alla norma (norma = 100%)

Tab. 1.1

Valori annuali di stazioni

scelte della rete di

MeteoSvizzera parago-

nati alla norma 1981–

2010.

Molta neve in dicembre

Il 7 e 8 dicembre la neve è nuovamente arrivata fino in pia-

nura al Nord delle Alpi e il 10 e l’11 anche al Sud delle Alpi è

stato innevato praticamente fino in pianura. In collina lo strato

di neve ha raggiunto i 20–30 cm, in montagna ha superato

50 cm. Quantitativi ancora maggiori sono caduti in Vallese,

dove i 60 cm misurati a Sion rappresentano un nuovo pri-

mato per la stazione.

In generale, in montagna l’innevamento è stato abbondante

e nelle Alpi verso la fine di dicembre la coltre di neve ha rag-

giunto il 170% dello spessore normale per la stagione (dati:

SLF, Davos).

Bilancio dell’anno

La temperatura annuale del 2017 è stata di 0,7 fino a 1,2°C

sopra la norma 1981–2010. A livello svizzero lo scarto rispetto

alla norma è di 0,8°C e l’anno è il sesto più caldo dall’inizio

delle misurazioni nel 1864. Sul Gran San Bernardo e a Sion

l’anno è stato il terzo più caldo della statistica, a Locarno-Monti

e allo Jungfraujoch il quarto. Cinque dei sei anni più caldi si

sono verificati dopo il 2000.

Al Nord delle Alpi le precipitazioni annuali hanno raggiunto

il 70–90% della norma 1981–2010, con punte fino al 100–

110%, mentre nelle Alpi stesse hanno raggiunto il 90–115%.

Nel Vallese si è invece avuto solo il 60–80% della norma. Al

Sud delle Alpi si sono avuti quantitativi tra l‘80 e il 95% della

norma, localmente fin verso il 100%.

Al Nord delle Alpi e nel Ticino meridionale il soleggiamento

ha raggiunto valori del 110–120% rispetto alla norma 1981–

2010, nel resto della Svizzera si è invece avuto il 100–110%

della norma. A Lugano e a Locarno-Monti il 2017 è stato il

secondo anno più soleggiato da almeno 50 anni, mentre

in altre regioni della Svizzera si è registrato il terzo o quarto

anno più soleggiato.

Page 14: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

14

−9−8−7−6−5−4−3−2−10246789101214

Temperatura, precipitazionie soleggiamento nell’anno 2017

Fig 1.1

Distribuzione della temperatura, precipitazioni e soleggiamento per l’anno considerato.

Sono riportati i valori rilevati (a sinistra) e le rispettive deviazioni dalla norma 1981–2010 (a destra).

Valori rilevati 2017

Temperatura media annuale in °C

Precipitazioni annuali in mm

% del soleggiamento annuale possibile

Deviazione dalla norma 1981–2010

Deviazione della temperatura annuale dalla norma in°C

Precipitazioni annuali in % della norma

Soleggiamento annuale in % della norma

2.5

−9−8−7−6−5−4−3−2−10246789101214

−2.5−2−1.6−1.3−1−0.8−0.6−0.4−0.20.20.40.60.811.31.622.5

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700

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1300

1500

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2000

2500

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128

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140128119113107101999693908580

70

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60

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45

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35

30

1.6

1.0

0.6

0.2

-0.4

-0.8

-1.3

-2.0-2.5

14

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8

6

20

-2

-4

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500

1010

500

700

900

1100

1300

1500

1700

2000

2500

3000

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Page 15: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

15Temperature mensili nel 2017,scarto dalla norma 1981–2010

Fig. 1.2

Distribuzione spaziale dello scarto delle temperature mensili in gradi [°C] rispetto alla norma 1981–2010.

Gennaio 2017

Aprile 2017

Luglio 2017

Ottobre 2017

Febbraio 2017

Maggio 2017

Agosto 2017

Novembre 2017

Marzo 2017

Giugno 2017

Settembre 2017

Dicembre 2017

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

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−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.5234567

−7−6−5−4−3−2−1.5−1−0.50.511.52345677.0

5.0

3.01.5

0.5

-1.0

-2.0

-4.0

-6.0

Page 16: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

16 Precipitazioni mensili nel 2017 in percento rispetto alla norma 1981–2010

Fig. 1.3

Distribuzione spaziale delle precipitazioni mensili in percento rispetto alla norma 1981–2010.

Gennaio 2017

Aprile 2017

Luglio 2017

Ottobre 2017

Febbraio 2017

Maggio 2017

Agosto 2017

Novembre 2017

Marzo 2017

Giugno 2017

Settembre 2017

Dicembre 2017

15

35

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30030022018014012010595806550351515

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17Soleggiamento mensile nel 2017in percento rispetto alla norma 1981–2010

Fig. 1.4

Distribuzione spaziale del soleggiamento mensile in percento rispetto alla norma 1981–2010.

Gennaio 2017

Aprile 2017

Luglio 2017

Ottobre 2017

Febbraio 2017

Maggio 2017

Agosto 2017

Novembre 2017

Marzo 2017

Giugno 2017

Settembre 2017

Dicembre 2017

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20

2| Diagrammi dell’andamento annuale

Temperatura, soleggiamento e precipitazioni

Fig. 2.1

Andamento annuale della

temperatura giornaliera,

del soleggiamento giorna-

liero e delle precipitazioni

giornaliere alla stazione

di misurazione di

Berna-Zollikofen.

Temperatura media giornaliera più alta, risp. più bassa della serie di dati omogeneizzata 1864–2016Temperatura media giornaliera del periodo normale 1981–2010Deviazione standard dalle temperature medie giornaliere del periodo 1981–2010Soleggiamento giornaliero massimo possibilePrecipitazioni giornaliere medie in base alle norme mensili del periodo 1981–2010Precipitazioni giornaliere medie in base ai totali mensili misurati

Berna-Zollikofen (553 m slm) 1.1.–31.12.2017

Temperatura media giornaliera in gradi [°C]

Media: 9,7 / norma: 8,8

Soleggiamento giornaliero in ore [h]

Somma: 2006.3 / norma: 1683,2

Precipitazioni giornaliere in millimetri [mm]

Somma: 1759,8 / norma: 1058.6

−20

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0

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0

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0

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−10

0

10

20

Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 9.7 Norm: 8.8

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

5

10

15

Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2006.3 Norm: 1683.2

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

10

20

30

40

50

52.2

Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 854.1 Norm: 1058.6

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt

Bern / Zollikofen (553 m)01.01.2017 − 31.12.2017

daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:00

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC

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0

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Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 9.7 Norm: 8.8

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

5

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15

Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2006.3 Norm: 1683.2

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

10

20

30

40

50

52.2

Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 854.1 Norm: 1058.6

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt

Bern / Zollikofen (553 m)01.01.2017 − 31.12.2017

daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:00

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC

−20

−10

0

10

20

Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 9.7 Norm: 8.8

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

5

10

15

Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2006.3 Norm: 1683.2

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

10

20

30

40

50

52.2

Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 854.1 Norm: 1058.6

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt

Bern / Zollikofen (553 m)01.01.2017 − 31.12.2017

daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:00

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC

Page 21: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

21

Lugano (273 m slm) 1.1.–31.12.2017

Temperatura media giornaliera in gradi [°C]

Media: 13,5 / norma: 12,5

Soleggiamento giornaliero in ore [h]

Somma: 2415.7 / norma: 2067.1

Precipitazioni giornaliere in millimetri [mm]

Somma: 1509.4 / norma: 1559,0

Fig. 2.2

Andamento annuale della

temperatura giornaliera,

del soleggiamento giorna-

liero e delle precipitazioni

giornaliere alla stazione di

misurazione di Lugano.

−10

0

10

20

30Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 13.5 Norm: 12.5

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

5

10

15

Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2415.7 Norm: 2067.1

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

10

20

30

40

50

53.4

81.2

87.1

109.

682

.9

57.4

67.2

54.8

61.7

Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 1509.4 Norm: 1559.0

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt

Lugano (273 m)01.01.2017 − 31.12.2017

daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:01

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC

30

20

10

0

-10

15

10

5

0

50

40

30

20

10

0

−10

0

10

20

30Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 13.5 Norm: 12.5

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

5

10

15

Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2415.7 Norm: 2067.1

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

10

20

30

40

50

53.4

81.2

87.1

109.

682

.9

57.4

67.2

54.8

61.7

Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 1509.4 Norm: 1559.0

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt

Lugano (273 m)01.01.2017 − 31.12.2017

daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:01

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC

−10

0

10

20

30Mittlere tägliche Lufttemperaturen (° C) Mittel: 13.5 Norm: 12.5

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

5

10

15

Tägliche Sonnenscheindauer (h) Summe: 2415.7 Norm: 2067.1

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

0

10

20

30

40

50

53.4

81.2

87.1

109.

682

.9

57.4

67.2

54.8

61.7

Tägliche Niederschlagssummen (mm) Summe: 1509.4 Norm: 1559.0

Jan Feb März Apr Mai Juni Juli Aug Sept Okt Nov Dez

Höchste bzw. tiefste Tagesmittel der Lufttemperatur der homogenen Datenreihe von 1864−2016Durchschnittliche homogene Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010 (Normwertperiode)Standardabweichung der durchschnittlichen homogenen Tagesmittel der Lufttemperatur von 1981−2010Tägliche, maximal mögliche SonnenscheindauerMittlere, monatliche Niederschlagssumme von 1981−2010 gleichmässig auf die Tage des Monats verteiltMonatliche Niederschlagssumme gleichmässig auf die Tage des Monats verteilt

Lugano (273 m)01.01.2017 − 31.12.2017

daily.evol 2.7.9 / 31.01.2018, 20:01

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC

I diagrammi sull’andamento annuale di tutte le stazioni della rete climatica svizzera [1] sono disponibili al seguente indirizzo internet:www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-della-svizzera/andamento-annuale-temperatura-soleggiamento-pioggia.html

Page 22: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

22 Andamento annuale della radiazione globale

Fig. 2.3

Radiazione globale

media (in W/m-2) per il

2017, elaborata in base a

rilevamenti dal satellite.

I cerchi indicano invece le

stazioni di rilevamento al

suolo e i rispettivi valori.

120

130

140

150

160

170

180

190

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

ABO

AIG

ALT

ANDANT

ARH

ARO

BAS

BEH

BER

BEZ

BIE

BIZ

BLA

BOLBUF

BUS

CDF

CEV

CGI

CHA

CHD

CHM

CHU

CHZ

CIM

CMA

COMCOV

CRM

DAV

DEM

DIS

DOL

EBK

EGH

EGO

EIN

ELM

ENG

EVI

EVO

FAH

FRE

FRU

GIH

GLA

GOE

GOR

GRA

GRC

GRE

GRH

GRO

GSB

GUE

GUT

GVE

HAIHLL

HOE

ILZ

INT

JUN

KLO

KOP

LAE

LAG

LEI

LUG

LUZ

MAG

MAHMER

MLS

MOA

MOE

MSK

MTE

MTR

MUB

MVE

NAP

NAS

NEU

ORO

OTL

PAY

PIL

PIO

PLF

PMA

PSI

PUY

RAG

REH

ROB

ROE

RUE

SAE

SAMSBE

SBO

SCU

SHA

SIA

SIMSIO

SMA

SMM

SPF

STC

STG

TAE

THU

UEB

ULR

VAB

VAD

VEV

VIOVIS

WAE

WFJ

WYN

ZER

La radiazione globale rappresenta la radiazione totale a onda

corta (UV) che raggiunge la superficie terrestre e viene misu-

rata su un piano orizzontale. La radiazione globale è di par-

ticolare importanza in relazione alla produzione di energia.

La radiazione globale media nelle Alpi durante l’anno 2017

ha raggiunto una potenza di 170–190 W/m-2 (fig. 2.3). Ciò

corrisponde a un valore energetico cumulato di circa 1600

kWh/m-2 l’anno. L’Altopiano svizzero, a causa delle nebbie

invernali e di una torbidità atmosferica più elevata, ha regi-

strato una radiazione globale nettamente inferiore, attorno

a 140–160 W/m-2. La differenza tra le regioni di montagna e

quelle di pianura è evidenziata anche dalle singole stazioni:

mentre ad Altdorf sono stati registrati 137 W/m-2, la stazione

sul Piz Corvatsch ne ha misurati 186 W/m-2. Il Ticino, spesso

considerato la “Sonnenstube” (il “locale caldo e soleggiato”)

della Svizzera, non supera comunque il soleggiamento delle

regioni di alta montagna: a Locarno-Monti nel 2017 sono

stati misurati in media 169 W/m-2.

120

130

140

150

160

170

180

190

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

● ●

●●

ABO

AIG

ALT

ANDANT

ATT

BAN

BAS

BEH

BER

BEZ

BIE

BIZ

BLA

BOL

BRL

BUF

BUS

CDF

CEV

CGI

CHA

CHD

CHM

CHU

CHZ

CIM

CMA

COMCOV

CRM

DAV

DEM

DIA

DIS

DOL

EBK

EGH

EGO

EIN

ELM

ENG

EVI

EVO

FAH

FRE

GEN

GIH

GLA

GOE

GOR

GRA

GRC

GRE

GRH

GRO

GSB

GUE

GUT

GVE

HAIHLL

HOE

ILZ

INT

JUN

KLO

KOP

LAE

LAG

LEI

LUG

LUZ

MAG

MAHMER

MLS

MOA

MOE

MRP

MSK

MTR

MUB

MVE

NAPNEU

ORO

OTL

PAY

PIL

PIO

PLF

PMA

PSI

PUY

RAG

REH

ROB

ROE

RUE

SAE

SAMSBE

SBO

SCU

SHA

SIA

SIO

SMA

SMM

SPF

STC

STG

TAE

THU TIT

UEB

ULR

VAB

VAD

VIOVIS

WAE

WFJ

WYN

ZER

190

180

170

160

150

140

130

120 120

130

140

150

160

170

180

190

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

●●

ABO

AIG

ALT

ANDANT

ARH

ARO

BAS

BEH

BER

BEZ

BIE

BIZ

BLA

BOLBUF

BUS

CDF

CEV

CGI

CHA

CHD

CHM

CHU

CHZ

CIM

CMA

COMCOV

CRM

DAV

DEM

DIS

DOL

EBK

EGH

EGO

EIN

ELM

ENG

EVI

EVO

FAH

FRE

FRU

GIH

GLA

GOE

GOR

GRA

GRC

GRE

GRH

GRO

GSB

GUE

GUT

GVE

HAIHLL

HOE

ILZ

INT

JUN

KLO

KOP

LAE

LAG

LEI

LUG

LUZ

MAG

MAHMER

MLS

MOA

MOE

MSK

MTE

MTR

MUB

MVE

NAP

NAS

NEU

ORO

OTL

PAY

PIL

PIO

PLF

PMA

PSI

PUY

RAG

REH

ROB

ROE

RUE

SAE

SAMSBE

SBO

SCU

SHA

SIA

SIMSIO

SMA

SMM

SPF

STC

STG

TAE

THU

UEB

ULR

VAB

VAD

VEV

VIOVIS

WAE

WFJ

WYN

ZER

Page 23: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

23

Paragonata alla media degli ultimi 10 anni, a livello svizzero

la radiazione globale del 2017 è stata di circa 2–5% più alta,

in particolar modo sull’Altopiano e in Ticino, dove lo scarto

positivo è stato addirittura del 5–7%. L’eccedenza riscontrata

è da ricondurre principalmente all’elevato soleggiamento che

ha caratterizzato la primavera e l’inizio dell’autunno. Tuttavia,

l’anomalia positiva non concerne le regioni di alta montagna:

in particolar modo nella parte occidentale della catena alpina

si è registrato uno scarto negativo del 2–6%.

Alle nostre latitudini la radiazione globale presenta un mar-

cato andamento stagionale che segue da vicino l’orbita solare

(Figura 2.4). I valori medi giornalieri della radiazione globale

variano però di molto in funzione della copertura nuvolosa.

La dominanza delle colonne di colore arancione in aprile,

maggio e giugno mette in evidenza l’elevato soleggiamento

avuto in primavera, il quale ha fatto seguito a un inverno nella

media. Anche il periodo da agosto a ottobre è stato contras-

segnato da giorni spesso soleggiati.

Fig. 2.4

Radiazione giornaliera

media nel 2017 riferita

a tutta la Svizzera. Le

colonne in arancione

indicano una radiazione

superiore al periodo di

confronto 2004–2016,

quelle in grigio dei valori

al di sotto della media.

Media 2004–2016Minimo/massimo 2004–2016

W m2

350

300

250

200

150

100

50

0

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AUG SET OTT NOV DIC

Page 24: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

24 Quota dell’isoterma di zero gradi nell’atmosfera libera

Fig. 2.5

Quota giornaliera

dell’isoterma di zero gradi

nell’atmosfera libera sopra

Payerne nel 2017. Misura-

zioni aerologiche con ra-

diosonde lanciate alle ore

00 UTC e 12 UTC. Il valore

mediano (periodo di riferi-

mento 1981−2010) è stato

calcolato con dati omo-

genizzati e lisciato con

un filtro numerico. Il 90%

dei valori medi giornalieri

viene a trovarsi nella

fascia tra i percentili del

5% e del 95%.

L’andamento della quota dell’isoterma di zero gradi nell’at-

mosfera libera, ricavata dai sondaggi atmosferici giornalieri,

mostra un’oscillazione caratteristica tra periodi sopra e periodi

sotto la norma 1981–2010. L’isoterma di zero gradi si è trovata

a quote più basse della norma in gennaio, a fine aprile/inizio

maggio, in settembre, a fine novembre e in dicembre. Nei pe-

riodi restanti l’isoterma di zero gradi si è trovata a quote supe-

riori rispetto alla norma di riferimento. Questo tipo di grafico

riesce a mettere in evidenza gli eventi estremi: da una parte il

mese di gennaio 2017 è stato molto freddo, dall’altra gli ultimi

mesi invernali e la primavera sono stati particolarmente miti.

Quo

ta in

km

Andamento annuale nel 2017Mediana 1981–2010Percentili 5% e 95% 1981–2010

I sondaggi atmosferici non sempre consentono di determi-

nare univocamente la quota dell’isoterma di zero gradi. In

situazioni d’inversioni termiche, con più di una quota dell’i-

soterma di zero gradi, per la statistica è utilizzata la quota

più elevata. In giornate con temperature sempre negative si

calcola una quota fittizia dell’isoterma di zero gradi aumen-

tando la temperatura rilevata al suolo di 0,5°C ogni 100 metri

fino a raggiungere 0°C. In caso di condizioni molto fredde,

a volte questo comporta anche una quota dell’isoterma di

zero gradi sotto al livello del mare; nel 2017 ciò è avvenuto

attorno alla metà di gennaio.

Nel 2017 il valore mediano della quota dell’isoterma di zero

gradi (2580 m) è stato molto simile alla mediana della norma

1981–2010 (2520 m), differenziandosi dal valore 2016, il quale

fu di oltre 100 m più alto.

Höh

e in

km

−1

0

1

2

3

4

5

JAN FEB MAR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ

Median 2017: 2.58 km; 1981−2010: 2.52 km

Nullgradgrenze 00−12 UTC Payerne

5

4

3

2

1

0

-1

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Altezza di Payerne

Mediana 2017: 2,58 km; 1981–2010: 2,52 km

Page 25: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

25Altitudine della tropopausa

La tropopausa è caratterizzata da una chiara inversione dell’an-

damento della temperatura dell’atmosfera e normalmente cor-

risponde alla zona più fredda tra la troposfera e la stratosfera.

La tropopausa divide la troposfera, contrassegnata dai feno-

meni meteorologici, dalla stratosfera, strato secco e piuttosto

stabile. Come per la quota dell’isoterma di zero gradi, anche

l’altitudine della tropopausa sopra la Svizzera è dedotta dai

radiosondaggi lanciati due volte al giorno da Payerne. L’alti-

tudine è calcolata automaticamente in base a un algoritmo

in linea con le direttive emesse dall’OMM.

Fig. 2.6

Quota giornaliera della

tropopausa sopra Payerne

nel 2017, in base ai radio-

sondaggi delle ore 00 UTC

e 12 UTC. Il valore mediano

(periodo di riferimento

1981−2010) è calcolato

con dati omogeneizzati e

lisciato con un filtro nume-

rico. Il 90% dei valori medi

giornalieri viene a trovarsi

nella fascia tra i percentili

del 5% e del 95%.

Mediana 2017: 11,64 km; 1981–2010: 11,32 km

Quo

ta in

km

Andamento nel 2017Mediana 1981–2010Percentile 5% e 95% 1981–2010

16

14

12

10

8

6

L’afflusso di masse d’aria con provenienza polare o artica ab-

bassa l’altitudine della tropopausa. Nel 2017 le altitudini più

basse della tropopausa corrispondono infatti con i periodi più

freddi al suolo. Al contrario masse d’aria con provenienza tro-

picale o subtropicale estendono l’altezza della tropopausa:

nel corso del 2017 ciò è successo in primavera e in estate.

Quest’anno la tropopausa si è trovata alla sua quota più bassa

(7390 m) il 14 gennaio, e alla sua quota più alta (15110 m)

il 5 agosto. La mediana (11640 m) è stata 320 m più alta

rispetto alla norma pluriennale del periodo di riferimento

1981–2010 (11320 m).

Höh

e in

km

6

8

10

12

14

16

JAN FEB MAR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ

Median 2017: 11.64 km; 1981−2010: 11.32 km

Tropopausenhöhe 00−12 UTC Payerne

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

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26 Precipitazioni intense eccezionali

Per valutare se si è in presenza di un evento meteorologico

straordinario o meno, si eseguono delle analisi sulle fre-

quenze (o analisi sui valori estremi). Le informazioni prodotte

indicano con quale frequenza media annuale l’evento con-

siderato potrebbe verificarsi (periodo di ritorno). Attraverso

questo procedimento (generalized extreme value analysis

GEV, periodo base 1966–2015) viene valutato il quantitativo

massimo di precipitazioni cumulato su 1 giorno, e ciò è fatto

per tutte le stazione di misura. La stazione con il periodo di

ritorno più alto del 2017 (>40 anni) è Avenches (circa 60

anni, 88,3 mm/giorno).

Fig. 2.7

Periodi di ritorno in anni

dei massimi quantitativi

delle precipitazioni su

1 giorno (ore 06 fino alle

ore 06 del giorno

seguente) nel 2017.

Le dimensioni dei punti

e i colori (scala a destra)

rispecchiano la lunghezza

del periodo di ritorno in

anni. Il grigio indica un

periodo di ritorno di

10 anni o meno.

300

200

100

50

20

10

10

20

50

100

200

300

●●

●●

●●

●●

●●

● ●●

●●

●●

●●

●●

● ●

●●

●●

●●

10

20

50

100

200

300

Eventi invernali (DGF)

Eventi primaverili (MAM)

Eventi estivi (GLA)

Eventi autunnali (SON)

10

20

50

100

200

300

●●

●●

●●

●●

●●

● ●●

●●

●●

●●

●●

● ●

●●

●●

●●

Page 27: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

27Andamento annuale della radiazione UV

Fig. 2.8

Valori medi giornalieri

della radiazione ultravio-

letta UV-B (in W/m-2 ) nel

2017 (punti blu) nelle sta-

zioni di Payerne, Locarno-

Monti, Davos e dello Jung-

fraujoch. Linea rossa:

media mobile mensile (31

giorni). Curva nera: anda-

mento medio annuo calco-

lato in base ai dati 1995–

2017 (Davos), 1997–2017

(Jungfraujoch), 1998–2015

(Payerne) e 2001–2017

(Locarno-Monti).

La parte UV-B dello spettro di radiazione solare è importante

poiché influisce in modo significativo sugli esseri umani, an-

che se in certi casi può comportare problemi di salute (can-

cro della pelle, danni agli occhi, ecc.), mentre è determinante

per la produzione di vitamina D nel corpo. Le misurazioni

di raggi UV sono eseguite con un biometro UV eritemale.

Questo strumento misura l’intensità della radiazione UV uti-

lizzando un filtro eritemale che riproduce la sensibilità della

pelle, principalmente ai raggi UV-B con una piccola porzione

di UV-A. MeteoSvizzera effettua le misurazioni di radiazioni

UV a Davos dal maggio 1995, sullo Jungfraujoch dal novem-

bre 1996, a Payerne dal novembre 1997 e a Locarno-Monti

dal maggio 2001.

Il confronto dell’andamento delle medie mensili mobili con

il ciclo annuale medio mostra che, durante il 2017, la radia-

zione UV è stata superiore alla norma in tutte le stazioni di

misura nel corso della primavera (soprattutto ad aprile) e da

0.08

0.07

0.06

0.05

0.04

0.03

0.02

0.01

0.00

Radi

azio

ne in

W/m

2

Valore giornalieroAndamento 2017Andamento medio

Payerne

metà maggio fino a fine giugno. Da luglio a dicembre la radia-

zione UV è stata paragonabile alla norma. L’unica eccezione è

stata la stazione di misura della Jungfraujoch, dove nei mesi

di luglio ad agosto i valori registrati sono stati chiaramente

inferiori alla norma. La radiazione UV superiore alla norma

misurata nel corso della primavera è da collegare all’elevato

soleggiamento, il quale a sua volta deriva dalla nuvolosità in-

solitamente ridotta che ha contraddistinto questa stagione.

Attorno a metà marzo e a metà aprile è stato registrato uno

spessore dello strato di ozono sopra la Svizzera più sottile ri-

spetto alla norma. L’elevata radiazione UV registrata nel corso

di marzo è da collegare anche a questo fenomeno. L’assenza

di nubi nel corso di aprile ha causato l’ulteriore aumento della

radiazione UV.

I valori di radiazione UV chiaramente inferiori alla norma re-

gistrati sulla Jungfraujoch nel corso di luglio e agosto sono

dovuti principalmente a una nuvolosità elevata.

0.08

0.07

0.06

0.05

0.04

0.03

0.02

0.01

0.00

Radi

azio

ne in

W/m

2

Davos Jungfraujoch

Locarno-Monti

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Page 28: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

28 Serie di misurazioni dell’ozono ad Arosa

L’andamento annuale della colonna dell’ozono totale ad Arosa

(fig. 2.9) mostra il tipico andamento con valori massimi rag-

giunti in primavera e quelli minimi in autunno. L’andamento

della colonna dell’ozono totale nel corso dell’anno è forte-

mente condizionato dal trasporto di ozono dalle regioni po-

lari, dove la massima concentrazione di ozono è raggiunta

verso la fine della notte polare, quindi all’inizio della primavera.

Fig. 2.9

Andamento annuale della

colonna dell’ozono to-

tale sopra Arosa nel 2017.

Curva nera: valori medi

giornalieri. Curva rossa:

media mensile. La curva

blu mostra l’andamento

annuo medio del periodo

1926–1970, cioè negli anni

precedenti alla forte

distruzione dell’ozono.

Nella fascia blu viene a

trovarsi l’80% dei valori

del periodo 1926–1970.

200

250

300

350

400

450

JAN FEB MÄR APR MAI JUNI JULI AUG SEP OKT NOV DEZ

Ges

amto

zons

äule

[DU

]O

zono

tota

le [D

U]

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

450

400

350

300

250

200

Nel 2017 i valori di ozono misurati sono stati inferiori a quelli

del periodo di riferimento 1926–1969, quando lo strato di

ozono era ancora poco perturbato dagli influssi umani. La ri-

duzione dell’ozono totale sopra Arosa è incominciata attorno

al 1970, momento di forte crescita delle emissioni di sostanze

che distruggono l’ozono. Dal 2000 si è invece costatata una

stabilizzazione dell’ozono totale sopra la Svizzera.

Media giornaliera 2017Media mensile 2017Media mensile 1926–1970Percentili 10% e 90% 1926–1970

Page 29: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

29

Il profilo dell’ozono sopra Arosa è elaborato dal 1956 grazie a

uno spettrofotometro Dobson: la Svizzera dispone così della

serie di misura dell’ozono più lunga al mondo. Le oscillazioni

della concentrazione dell’ozono nel 2017 sono riportate in co-

lore nel seguente grafico (fig. 2.10) I valori medi del periodo

1970–1980 sono indicati in nero (isoipse per 20, 40, 60 e 80

DU). Questo permette di visualizzare le deviazioni dei valori

dell’ozono dalla media climatologica nel corso dell’anno in

funzione dell’altitudine.

Fig. 2.10

Profilo dell’ozono sopra Arosa nel 2017, rilevato dallo spettrofotometro Dobson.

Il grafico mostra le concentrazioni in unità Dobson (DU), sulla scala destra, tra 0 e

90 DU. 100 DU = 1 mm di ozono puro a 1013 hPa di pressione e 0°C di temperatura.

50

45

40

35

30

25

20

15

10

5

Alte

zza

in k

m

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DICZ

90

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70

60

50

40

30

20

10

0

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30

Alte

zza

in k

m

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

55

50

45

40

35

30

25

Fig. 2.11

Profilo verticale dell’ozono

sopra Payerne nel 2017, mi-

surato con un radiometro

a microonde. È riportata

la concentrazione volume-

trica (VMR) in parti per mi-

lione (ppm) di ozono (scala

a destra tra 1 e 10 ppm).

Misurazioni dell’ozono a Payerne

Dal 2000 alla stazione di Payerne è misurata la distribuzione

verticale dell’ozono ogni 60 minuti grazie al radiometro a

microonde SOMORA (Stratospheric Ozone Monitoring Radio-

meter). Il grafico (fig. 2.11) mostra a colori l’andamento dell’o-

zono del 2017 e in nero quello del 2016 (isoipse per 4, 6 e 8

ppm). Questo permette di rappresentare le diverse concen-

trazioni di ozono nel corso dell’anno in funzione dell’altitudine

e rispetto all’anno precedente.

10

8

6

4

2

0

Le misurazioni dell’ozono nell’atmosfera fino a circa 30 km di

quota sono eseguite durante i radiosondaggi. I dati raccolti

permettono di determinare l’evoluzione temporale delle quan-

tità di ozono nei diversi strati dell’atmosfera. La figura 2.12

mostra l’andamento dettagliato per il 2017 a diverse altitudini:

– Il soleggiamento più importante a quote più elevate in

estate (riferimento 15 hPa = ~28 km) provoca un massimo

di ozono in questa stagione.

– Nella stratosfera inferiore, riferimento 40 hPa = ~22 km,

l’andamento annuale dell’ozono è fortemente dominato

dal trasporto di ozono dalle regioni polari, dove la sua mas-

sima concentrazione è raggiunta verso la fine della notte

polare, quindi all’inizio della primavera.

– Alla quota più bassa (925 hPa, vicino al suolo) il valore mas-

simo di ozono si manifesta in estate come conseguenza

della forte radiazione solare abbinata all’inquinamento

atmosferico (che favorisce la formazione di ozono).

– Nella parte superiore della troposfera dove ha luogo la

maggior parte dei fenomeni meteorologici (riferimento

300 hPa = ~9 km) il massimo estivo è nettamente appiat-

tito perché le condizioni per la formazione di ozono non

sono ottimali (disponibilità di energia e ossigeno). I forti

picchi sono dovuti all’arrivo di ozono da quote più elevate

(stratosfera), oppure all’abbassamento della tropopausa a

quote inferiori i 300 hPa (ad esempio ad aprile 2017).

Page 31: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

31

15 h

Pa O

zone

[hPa

]

60

70

80

90

100

110

JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ

40 h

Pa O

zone

[hPa

]

100

120

140

160

180

JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ

Fig. 2.12

Andamento della concen-

trazione di ozono (pres-

sione parziale in nanobar)

nel 2017 a due diverse

quote della stratosfera

(ai livelli 40 hPa e 15 hPa,

quote superiori a 10 km).

I colori mostrano bene la

coincidenza tra i dati dei

radiosondaggi e quelli

della misurazione dell’o-

zono ad Arosa. In blu:

ottima coincidenza; in

verde: buona coincidenza;

in rosso: le differenze

significative.

300

hPa

Ozo

no to

tale

[hPa

]

110

100

90

80

70

60

925

hPa

Ozo

no to

tale

[hPa

]15

hPa

Ozo

no to

tale

[hPa

]40

hPa

Ozo

no to

tale

[hPa

]

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DEC

180

160

140

120

100

120

100

80

60

40

20

70

60

50

40

30

20

10

Fig. 2.12

(continuazione): anda-

mento della concentra-

zione di ozono (pressione

parziale in nanobar) nel

2017 a due diverse quote

della troposfera (ai livelli

925 hPa e 300 hPa, quote

inferiori a 10 km). I colori

mostrano bene la coinci-

denza tra i dati dei radio-

sondaggi e quelli della

misurazione dell’ozono ad

Arosa. In blu: ottima coin-

cidenza; in verde: buona

coincidenza; in rosso: le

differenze significative.

15 h

Pa O

zone

[hPa

]

60

70

80

90

100

110

JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ

40 h

Pa O

zone

[hPa

]

100

120

140

160

180

JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ

300

hPa

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n to

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hPa]

20

40

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80

100

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925

hPa

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hPa]

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50

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300

hPa

Ozo

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hPa]

20

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120

JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ

925

hPa

Ozo

n to

tal [

hPa]

10

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40

50

60

70

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GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DEC

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DEC

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DEC

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32 Misurazione degli aerosol sullo Jungfraujoch

Gli aerosol influiscono sull’atmosfera con i loro effetti diretti

(assorbimento e diffusione della radiazione solare) e indiretti

(formazione di nubi). L’ampiezza di questi effetti in riferimento

al riscaldamento o al raffreddamento resta una delle maggiori

incertezze dei modelli climatici [15]. Le misurazioni degli aero-

sol eseguite sullo Jungfraujoch dal 1995 rappresentano una

delle più lunghe serie di misurazioni al mondo [16].

L’andamento annuale dei parametri degli aerosol sullo Jung-

fraujoch mostra valori massimi in estate e minimi in inverno.

Gli aerosol prodotti da processi naturali e antropici si accu-

mulano principalmente nello strato limite terrestre, lo strato

più basso dell’atmosfera, che secondo la stagione presenta

uno spessore tra 0,5 e 2,0 km.

Fig. 2.13

Andamento del coeffi-

ciente di assorbimento per

la lunghezza d’onda di 880

nm (in alto), di diffusione

per la lunghezza d’onda di

550 nm (al centro), nonché

della concentrazione delle

particelle di aerosol sullo

Jungfraujoch nel 2017 (in

basso). La curva nera mo-

stra la media del periodo

1995–2016. Il 90% dei

valori della media giorna-

liera viene a trovarsi nella

fascia tra le linee grigie

che indicano i percentili

5% e 95%.

Durante l’estate, il riscaldamento del suolo provoca la forma-

zione di correnti convettive con le quali gli aerosol sono por-

tati a quote più elevate: lo Jungfraujoch viene così a trovarsi

maggiormente sotto l’influsso dello strato limite terrestre.

In inverno per contro, lo Jungfraujoch si trova per lo più nella

troposfera libera [27] e quindi in posizione ottimale per la

misurazione delle proprietà ottiche dell’atmosfera e della

concentrazione degli aerosol, lontano dalle fonti di emissione.

I mesi di gennaio e di ottobre 2017 sono stati molto soleg-

giati, fattore che ha favorito la produzione di aerosol. Questa

caratteristica è ben visibile nel grafico della concentrazione

sottostante. In particolare l’elevato soleggiamento e le alte

temperature registrati nel corso di ottobre hanno avuto un

grande influsso sullo strato limite terrestre; anche questa ca-

ratteristica è visibile nel grafico dell’assorbimento sottostante.

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Diff

usio

ne m

-1A

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bim

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m-1

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-3

10-6

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2000

1500

1000

500

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Page 33: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

33

sono fioriti in modo precoce o molto precoce rispetto alla

norma 1981–2010: in questo caso l’anticipo è stato di 10 -

20 giorni. La fioritura normale (media tra tutte le stazioni che

compiono osservazioni fenologiche) avviene il 6 aprile per i

ciliegi, il 9 aprile per i peri e il 15 aprile per i meli.

A inizio aprile sono fioriti l’ippocastano (con 4–6 giorni di an-

ticipo rispetto alla norma) e il sambuco rosso (8–23 giorni di

anticipo); con un anticipo di 9–18 giorni è avvenuto anche lo

spiegamento degli aghi di larice. Presso numerose stazioni

d’osservazione attive da più di 25 anni è stato registrato un

nuovo record di precocità: 30 stazioni hanno osservato la fiori-

tura del tarassaco più precoce di sempre, 19 quella del ciliegio,

18 quella del pero e 14 quella del melo. In molte altre stazioni

la fioritura di queste piante è stata la seconda o la terza più

precoce dall’inizio dei rilevamenti. È importante sottolineare

come spesso sono state le stazioni a basse quote a registrare

i primati, quasi mai le stazioni di montagna. In seguito, a causa

delle temperature più basse registrate attorno a metà aprile,

lo sviluppo della vegetazione ha subito un rallentamento. Il

gelo del 20–21 aprile ha causato danni ingentissimi agli alberi

da frutta in fiore, così come alla vigna e ai noci.

La germogliazione dell’acero montano è stata particolarmente

interessante: il 38% delle stazioni ha osservato una germo-

gliazione dell’acero montano antecedente al 15 aprile, il 33%

delle stazioni (quelle situate in montagna) l’ha osservata più

tardi. Nel primo caso la fase fenologica è stata spesso precoce

o molto precoce mentre nel secondo caso tardiva o molto

tardiva. Nella maggior parte dei casi la germogliazione delle

foglie del faggio è stata osservata attorno a metà maggio.

Questa fase fenologica è avvenuta con un ritardo medio di 3

giorni rispetto alla norma 1981–2010. Il ritardo è dovuto alle

basse temperature registrate nella seconda metà di aprile e

probabilmente anche alla siccità che ha caratterizzato la pri-

mavera 2017. In generale la vegetazione primaverile ha ac-

cumulato, in maggio, un anticipo di una settimana rispetto

alla norma 1981–2010; come è stato ad esempio il caso con

la fioritura della margherita e con lo spiegamento degli aghi

dell’abete rosso. La terza primavera più calda di sempre ha

trovato risposta in un rapido sviluppo della vegetazione. Pren-

dendo tutte le fasi fenologiche nel loro insieme si è trattato

della quarta primavera più precoce di sempre. Primavere più

precoci furono osservate nel 1961, nel 2011 e nel 2014 (vedi

capitolo 5). La fioritura dei peri, del tarassaco e dei billeri dei

prati è stata la più precoce di sempre, quella dei ciliegi e dei

meli la terza più precoce dall’inizio delle misurazioni nel 1951.

Più precoci furono la fioritura dei ciliegi nel 1961 e nel 1990 e

la fioritura dei meli nel 1961 e nel 2011 (paragonabili furono

anche le fioriture dei meli nel 2007 e nel 2014).

Nel 2017 tutte le fasi vegetative sono state precoci o molto

precoci rispetto alla norma 1981–2010 (con l’eccezione della

fioritura del nocciolo in febbraio e di quella del faggio in

maggio). Nei mesi di marzo e aprile sono avvenute, con un

anticipo medio di 15–17 giorni, la fioritura e lo spiegamento

delle foglie di tutte le piante. Nell’insieme, lo sviluppo della

vegetazione primaverile nel 2017 è stato il quarto più precoce

dal 1951. Da metà maggio l’anticipo sulla norma era di circa

una settimana. Anche la colorazione e la caduta delle foglie

in autunno sono avvenute con un anticipo di quasi una set-

timana rispetto alla media pluriennale.

Le osservazioni del 2017 sono paragonate con il periodo

normale 1981–2010. I valori del periodo normale sono sud-

divisi in classi, dove il 50% dei casi centrali è definito come

“normale”, il seguente 15% come “precoce”, rispettivamente

“tardivo” e il 10% più estremo come “molto precoce”, rispet-

tivamente “molto tardivo”. Le deviazioni in giorni dal periodo

di paragone sono indicate per il 50% centrale di tutte le os-

servazioni del 2017 o per la mediana.

Primavera

Le alte temperature di dicembre hanno favorito la fioritura dei

primi noccioli, osservata in Ticino dal 5 gennaio. Per contro,

a Nord delle Alpi, a causa di un mese di gennaio particolar-

mente freddo, la fioritura dei primi noccioli è stata osservata

unicamente da febbraio. La fioritura generale del nocciolo è

iniziata in corrispondenza della norma: a inizio febbraio in Ti-

cino e attorno a metà febbraio a Nord delle Alpi. Questa fase

vegetativa è stata favorita dalle miti temperature di questo

mese. In marzo si è avuta una fioritura precoce o molto pre-

coce della tossilaggine e dell’anemone dei boschi. In più della

metà delle stazioni la prima tossilaggine in fiore è stata osser-

vata dal 18 di febbraio, mentre il primo anemone dei boschi

fiorito è stato visto da inizio marzo. In questi casi l’anticipo

rispetto alla norma 1981–2010 è stato di 6–18 giorni. Grazie

al secondo mese di marzo più caldo di sempre c’è stato uno

sviluppo della vegetazione molto rapido. Con un anticipo di

5–19 giorni c’è stato, attorno a fine marzo, lo spiegamento

delle foglie del nocciolo e dell’ippocastano. La fioritura del

tarassaco e quella dei billeri dei prati sono state osservate dal

20 marzo. La fioritura normale dei billeri dei prati avviene il

primo aprile, quella del tarassaco il 9 aprile (media tra tutte le

stazioni che compiono osservazioni fenologiche): l’anticipo ri-

spetto alla norma 1981 - 2010 corrisponde per queste piante

a 11–21 giorni. Nel 2017 per ogni 100 metri di differenza di

altitudine è corrisposta una differenza di tre giorni nella data

d’inizio di fioritura del tarassaco. Anche gli alberi da frutto

Sviluppo della vegetazione

Page 34: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

34

Phänologischer Kalender für die Station Rafz (1981−2010) und Saison 2017

1.1. 1.2. 1.3. 1.4. 1.5. 1.6. 1.7. 1.8. 1.9. 1.10. 1.11. 1.12.

Haselstrauch − Blüte (50%)

Huflattich − Blüte (50%)

Buschwindröschen − Blüte (50%)

Rosskastanie − Blattentfaltung (50%)

Haselstrauch − Blattentfaltung (50%)

Lärche − Nadelaustrieb (50%)

Wiesenschaumkraut − Blüte (50%)

Gewöhnlicher Löwenzahn − Blüte (50%)

Kirschbaum − Blüte (50%)

Buche − Blattentfaltung (50%)

Birnbaum − Blüte (50%)

Apfelbaum − Blüte (50%)

Roter Holunder − Blüte (50%)

Rosskastanie − Blüte (50%)

Fichte − Nadelaustrieb (50%)

Wiesen−Margerite − Blüte (50%)

Heuernte − Beginn

Schwarzer Holunder − Blüte (50%)

Weinrebe − Blüte (50%)

Sommerlinde − Blüte (50%)

Winterlinde − Blüte (50%)

Vogelbeere − Fruchtreife (50%)

Herbstzeitlose − Blüte (50%)

Weinrebe − Weinlese

Buche − Blattverfärbung (50%)

Buche − Blattfall (50%)

pheno.calendar 0.43 / 03.01.2018, 14:28

Faggio − caduta delle foglie (50%)

Faggio − colorazione delle foglie (50%)

Vite − vendemmia

Colchico d‘autunno − fioritura (50%)

Sorbo degli uccellatori − frutti maturi (50%)

Tiglio selvatico − fioritura (50%)

Tiglio nostrano − fioritura (50%)

Vite − fioritura (50%)

Sambuco nero − fioritura (50%)

Fienagione − inizio

Margherita comune − fioritura (50%)

Abete rosso − spiegamento deli aghi (50%)

Ippocastano − fioritura (50%)

Sambuco rosso − fioritura (50%)

Melo − fioritura (50%)

Pero − fioritura (50%)

Faggio − spiegamento delle foglie (50%)

Ciliegio − fioritura (50%)

Tarassaco comune − fioritura (50%)

Billeri dei prati − fioritura (50%)

Larice − spiegamento degli aghi (50%)

Nocciolo − spiegamento delle foglie (50%)

Ippocastano − spiegamento delle foglie (50%)

Anemone bianca − fioritura (50%)

Tossilagine comune − fioritura (50%)

Nocciolo − fioritura (50%)

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Fig. 2.14

Il calendario fenologico del 2017 di Rafz. Le barre mostrano la distribuzione statistica dei diversi stadi fenologici

osservati per il periodo di riferimento 1981−2010, mentre i cerchiolini bianchi indicano la data dell’osservazione

del relativo stadio nel 2017. Se per il 2017 manca l’osservazione o essa coincide esattamente con la mediana, il

periodo di riferimento rimane bianco.

Estate

Nel mese di giugno, il secondo più caldo dall’inizio delle mi-

surazioni sistematiche nel 1864, è stata osservata la fioritura

precoce del tiglio nostrano e quella del tiglio selvatico. La fiori-

tura del tiglio nostrano avviene di norma tra l’8 e il 22 giugno,

quella del tiglio selvatico tra il 15 e il 29 giugno. In entrambi i

casi l’anticipo è stato di 2–14 giorni. Anche il sambuco nero,

che di norma fiorisce tra il 25 maggio e l’8 giugno, ha avuto

una fioritura di 2–12 giorni più precoce. In Ticino questa fase

fenologica è stata osservata addirittura a fine aprile – inizio

maggio, ciò che corrisponde ad un anticipo di 15–21 giorni

rispetto alla norma 1981–2010. Il 54–66% delle stazioni fe-

nologiche ha osservato una fioritura precoce o molto precoce

per queste piante; nel 29–41% dei casi la fioritura invece è

avvenuta in corrispondenza del periodo normale. La maturità

dei frutti del sambuco nero, del sambuco rosso e del sorbo

degli uccellatori è avvenuta con un anticipo di circa 1 setti-

mana rispetto alla norma 1981–2010. Per il sambuco rosso

questa fase fenologica estiva è stata osservata da giugno (in

pianura) ad agosto (in montagna); per il sambuco nero e il

sorbo degli uccellatori da metà giugno fino a fine settembre.

mol

to p

reco

ce 1

0%

prec

oce

15%

norm

ale

50%

tard

ivo

15%

mol

to t

ardi

vo 1

0%

Calendrier phénologique de la station de Rafz (1981−2010) et saison 2017

1.1. 1.2. 1.3. 1.4. 1.5. 1.6. 1.7. 1.8. 1.9. 1.10. 1.11. 1.12.

Noisetier − floraison (50%)

Tussilage − floraison (50%)

Anémone des bois − floraison (50%)

Marronnier − déploiement des feuilles (50%)

Noisetier − déploiement des feuilles (50%)

Mélèze − déploiement des aiguilles (50%)

Cardamine des prés − floraison (50%)

Pissenlit officinal − floraison (50%)

Cerisier − floraison (50%)

Hêtre − déploiement des feuilles (50%)

Poirier − floraison (50%)

Pommier − floraison (50%)

Sureau rouge − floraison (50%)

Marronnier − floraison (50%)

Epicéa − déploiement des aiguilles (50%)

Marguerite − floraison (50%)

Fenaison − début

Sureau noir − floraison (50%)

Vigne − floraison (50%)

Tilleul à larges feuilles − floraison (50%)

Tilleul à petites feuilles − floraison (50%)

Sorbier des oiseleurs − maturité des fruits (50%)

Colchique d'automne − floraison (50%)

Vigne − vendanges

Hêtre − coloration des feuilles (50%)

Hêtre − chute des feuilles (50%)

© MétéoSuisse pheno.calendar 0.43 / 03.01.2018, 14:28

Mediana 2017

Page 35: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

35Autunno

Le prime osservazioni di una colorazione delle foglie degli al-

beri (ovvero quando il 50% delle foglie dell’albero si colora)

sono state fatte a settembre per il sorbo degli uccellatori e

a metà settembre per il tiglio, la betulla, l’acero montano e il

faggio. Particolarmente intensa è stata la colorazione delle fo-

glie nell’ultima settimana di settembre. Nel 2017 questa fase

fenologica non ha mostrato particolari differenze secondo

l’altitudine: unicamente la colorazione delle foglie del faggio

è iniziata prima nelle zone situate sopra gli 800 m slm, ma

già nell’ultima settimana di settembre faggi con più del 50%

delle foglie colorate sono stati osservati anche in pianura. In

più della metà delle stazioni la colorazione delle foglie del

faggio è stata osservata in settembre: ciò corrisponde a una

fase fenologica da precoce a molto precoce. La causa è da

ricercare probabilmente nelle temperature più basse della

norma che hanno contraddistinto questo mese. Il mese di

ottobre soleggiato e caldo ha rallentato la colorazione delle

foglie: è stato quindi possibile osservare per un lungo periodo

l’alternanza di colori che contraddistingue i boschi in autunno.

In media (tra tutte le stazioni che compiono osservazioni

fenologiche) la colorazione delle foglie del faggio è iniziata

con 4 giorni d’anticipo rispetto alla norma 1981–2010, per le

altre piante 5–9 giorni prima rispetto alla media del periodo

1966–2016. La colorazione degli aghi di larice è iniziata, in

modo contemporaneo in pianura e in montagna, attorno a

fine settembre. A una quota compresa tra i 400 e i 1100 m

slm le ultime osservazioni di questa fase fenologica sono

state fatte tra il 10 e il 20 novembre (in corrispondenza della

norma). La maggior parte delle osservazioni della caduta delle

foglie del faggio è avvenuta tra il 20 ottobre e il 3 novembre.

Anche in questo caso non è stata notata alcuna differenza in

base all’altitudine. Questa fase fenologica è avvenuta con un

anticipo di 7 giorni rispetto alla norma 1981–2010.

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36 (con alcuni giorni di ritardo rispetto alla media). La stagione dei

pollini di artemisia è iniziata attorno a fine giugno, con qualche

giorno di ritardo rispetto alla norma. I primi pollini di ambrosia

sono stati osservati in agosto. L’inizio della stagione dei pollini

di ambrosia e di artemisia dipende dalla lunghezza dei giorni

(quindi da fattori astronomici piuttosto che meteorologici). Di

conseguenza varia in maniera minore di anno in anno.

Durata della stagione pollinica

Per il nocciolo, l’ontano, il frassino e per tutte le piante che

hanno avuto una fioritura precoce, il periodo di fioritura è stato

breve. Le stagioni polliniche del nocciolo e dell’ontano, oltre

ad un inizio tardivo, hanno registrato una fine precoce. Questo

può accadere in caso di fioriture deboli. La stagione pollinica

della betulla ha avuto inizio molto presto, ma l’ultimo giorno

con forte concentrazione di pollini è stato registrato, a causa

del sopraggiungere di tempo freddo e piovoso, già tra l’8 e l’11

aprile (con 16 giorni in anticipo rispetto alla media). La stagione

pollinica della betulla è stata di conseguenza breve. Anche la

stagione pollinica del frassino, il cui termine è giunto attorno

ad inizio aprile (con un anticipo di circa 2 settimane rispetto

alla norma), è stata corta e con un breve periodo caratteriz-

zato da concentrazioni elevate. Unicamente a Visp sono state

misurate concentrazioni elevate di polline di frassino fino al 10

aprile. Gli ultimi giorni con una concentrazione elevata di pol-

line di graminacee sono stati osservati presso alcune stazioni

attorno a fine giugno (con un anticipo di circa 8 giorni rispetto

alla media pluriennale). Unicamente a Buchs e Lucerna sono

state misurate concentrazioni elevate di questo tipo di polline

per ancora qualche giorno. Con un inizio leggermente tardivo

e una fine precoce anche la stagione pollinica delle gramina-

cee è da considerare corta rispetto alla norma di riferimento.

Intensità della stagione pollinica

La concentrazione di polline della maggior parte delle piante

è stata inferiore rispetto alla norma di riferimento 1997–2016.

Poche specie hanno avuto una stagione pollinica intensa: il

frassino in Ticino e a Visp, le graminacee in Ticino e a Lucerna

e l’ambrosia nella Svizzera occidentale. Fortunatamente per le

persone allergiche al polline di betulla (di conseguenza sensibili

alle fioriture precoci) la concentrazione è stata debole. Tra le sta-

gioni polliniche deboli troviamo quelle del nocciolo, dell’ontano,

della betulla, del carpino e del faggio. Particolarmente debole

è stata la stagione dell’ontano nella Svizzera occidentale e a

Visp. A Visp non sono stati registrati giorni con una concentra-

zione elevata di polline di ontano (in norma se ne registrano

9), a Neuchâtel ne è stato registrato 1 e a Losanna 2. Anche in

tutte le altre stazioni è stata misurata una concentrazione di

polline chiaramente inferiore al normale. A Nord delle Alpi si

sono avuti 3–6 giorni con una concentrazione elevata di pol-

line del nocciolo (1–5 giorni in meno rispetto alla media plu-

riennale). In Ticino i giorni con una concentrazione elevata del

polline di questa pianta sono stati 10–14, un valore che corri-

sponde alla norma. La stagione pollinica della betulla è stata da

forte a molto forte unicamente per due settimane tra marzo e

Stagione pollinica

La stagione pollinica 2017 è stata per la maggior parte delle

piante più debole del solito. A causa delle basse tempera-

ture registrate in gennaio, la stagione pollinica è iniziata solo

a febbraio, in modo tardivo rispetto alla norma. La primavera

calda ha portato a una fioritura molto precoce della betulla

e delle graminacee. La stagione pollinica è terminata a set-

tembre, con concentrazioni di ambrosia più elevate del nor-

male nella Svizzera occidentale. Il riferimento per i paragoni

è la media del periodo 1997–2016 (20 anni).

Sul sito web di MeteoSvizzera i grafici annuali delle 14 specie

di pollini più importanti mostrano la concentrazione media

giornaliera rilevata dalle stazioni della rete pollinica. Durante la

stagione dei pollini i grafici sono aggiornati settimanalmente.

Inizio della stagione pollinica

Le basse temperature di dicembre 2016 e di gennaio 2017 hanno

inibito la fioritura di molte piante, causando un inizio tardivo

della stagione pollinica. A Nord delle Alpi le stagioni dei pollini

di nocciolo e di ontano sono iniziate attorno a metà febbraio,

con rispettivamente 14 e 6 giorni di ritardo rispetto alla media

ventennale del periodo 1997–2016. In Ticino per contro la sta-

gione dei pollini del nocciolo ha avuto inizio già in gennaio: le

concentrazioni di polline sono però restate da deboli a mode-

rate, in quanto anche in Ticino le temperature di gennaio sono

state più basse del normale. Sempre in quest’ultimo cantone, tra

il 6 e il 15 febbraio, si è osservato l’inizio della stagione pollinica

dell’ontano, con un ritardo di 8–21 giorni rispetto alla norma.

Le temperature miti di febbraio e il mese di marzo molto caldo

hanno causato un inizio molto precoce della stagione pollinica

della betulla: le prime osservazioni sono avvenute il 19 marzo

in Ticino, il 20 marzo a Basilea, Ginevra e Visp e dal 27 marzo

nelle rimanenti regioni a Nord delle Alpi. L’anticipo rispetto alla

media di paragone del periodo 1997–2016 è di 6–12 giorni. Sol-

tanto nel 1990, 1994, 1997 e localmente nel 2001, 2012 e 2014

l’inizio della stagione pollinica della betulla è stato più precoce.

Una situazione simile ha caratterizzato la stagione pollinica del

frassino: i primi pollini di frassino sono stati rilevati il 10 marzo

in Ticino (6 giorni prima della media) e il 17 marzo al Nord delle

Alpi (con 8 giorni di anticipo). In Ticino, dalla fine di marzo, si

sono regolarmente rilevati pollini di graminacee in concentrazioni

moderate; concentrazioni forti sono state misurate dal 20 aprile:

in tutti questi casi l’anticipo rispetto ai valori medi del periodo

1997–2016 è di circa due settimane. Anche a Nord delle Alpi in

aprile si è regolarmente registrato polline di graminacee, anche

se a basse concentrazioni. A Lucerna, Buchs e Zurigo la data di

apparizione di questo tipo di polline è stata la più precoce o la

seconda più precoce di sempre; il grande anticipo è principal-

mente dovuto alle elevate temperature di marzo e della prima

metà di aprile. Le temperature fresche della seconda metà di

aprile e d’inizio maggio hanno invece frenato la liberazione dei

pollini da parte delle graminacee, e soltanto da metà maggio an-

che a Nord felle Alpi sono state registrate concentrazioni elevate

www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-della-svizzera/informatzioni-sui-pollini.html

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37

Januar Februar März April Mai0

100

200

300

400

Dezemberpoll.seasonclim 0.43 / 05.01.2018, 12:43

Hasel (Corylus): Zürich (558 m)2017

Polle

nkon

zent

ratio

n [m

−3]

Fig. 2.15

Andamento della stagione

2017 dei pollini di nocciolo

a Zurigo (in alto) e dei

pollini di betulla a Münster-

lingen (in basso) parago-

nato alla media del periodo

1997–2016 (in turchese).

La stagione dei pollini di

nocciolo è iniziata tardi

ed è stata debole e breve

a Zurigo. La stagione pol-

linica della betulla è stata

molto precoce ed ha

determinato concentrazioni

molto elevate tra fine

marzo ed inizio aprile.

A causa della situazione

meteorologica il termine

della stagione pollinica

della betulla è avvenuto

già attorno a metà aprile.

Conc

entr

azio

ne d

ei p

ollin

i per

m3 400

300

200

100

0

JAN FEB MÄR APR MAI JUNJanuar Februar März April Mai Juni0

200

400

600

800

© MeteoSchweiz poll.seasonclim 0.43 / 05.01.2018, 12:44

Birke (Betula): Münsterlingen (411 m)2017

Polle

nkon

zent

ratio

n [m

−3]

Conc

entr

azio

ne d

ei p

ollin

i per

m3 800

600

400

400

0

DEZ JAN FEB MÄR APR MAI

aprile. La stagione pollinica della betulla è stata molto breve e

di conseguenza la quantità totale di polline di betulla osservata

è stata inferiore alla media nella maggior parte delle regioni. In

Ticino da qualche tempo si osserva un’alternanza di anni con

elevate concentrazioni polliniche (es. 2016) seguiti da altri anni

caratterizzati da basse concentrazioni di polline (es. 2017) (vedi

capitolo 5). A causa dell’intensa fioritura e della conseguente

produzione di semi avuta nel 2016, il carpine e il faggio non

sono praticamente fioriti nel 2017. L’anno seguente ad un anno

di pasciona (nome dato a questo particolare fenomeno) pre-

senta infatti una fioritura molto debole o addirittura assente.

Anche nel caso di altre specie fiorite in anticipo l’intensa fiori-

tura avuta nel 2016 è parzialmente causa della debole fioritura

del 2017. In effetti, la formazione di amenti (dal quale il polline

è rilasciato) avviene all’inizio dell’estate dell’anno precedente.

La concentrazione di pollini di frassino in Ticino è stata parti-

colarmente forte: la quantità totale di polline osservata a Lu-

gano è stata la terza più alta di sempre. Particolarmente forte

è stata la concentrazione di pollini tra l’11 e il 21 marzo: il 18 a

Lugano sono stati contati fino a 1907 pollini/m3, il valore più

alto dall’inizio dei rilevamenti nel 1991. Durante la stagione

pollinica del frassino si sono avuti 16-18 giorni con concen-

trazioni elevate, cioè 3–4 in più della media. Il medesimo nu-

mero di giorni con concentrazioni è stato registrato anche a

Visp, 5 giorni in più della media. Al Nord delle Alpi la stagione

pollinica del frassino è stata più debole della norma, con mas-

simo 14 giorni di concentrazioni elevate. Il deperimento del

frassino (disseccamento dei rami) già da alcuni anni mostra i

suoi effetti sull’intensità della stagione pollinica.

Al Sud delle Alpi la stagione dei pollini di graminacee è stata

normale o leggermente più intensa della media, mentre al

Nord delle Alpi molte stazioni hanno rilevato una stagione

più debole della norma. Particolarmente debole è stata la

presenza di pollini di graminacee nella Svizzera occidentale, a

Basilea e nel Vallese. A Visp è stata la stagione pollinica delle

graminacee più debole di sempre. Nella Svizzera tedesca la

stagione è stata normale, con 25–46 giorni con concentra-

zioni elevate di pollini. La relativa scarsità di pollini potrebbe

essere dovuta al tempo secco della prima parte dell’estate,

in luglio invece, quando sono ritornate condizioni più umide,

lo sviluppo delle graminacee era praticamente concluso.

Le stazioni di Ginevra e di Losanna hanno rilevato la più alta

concentrazione di pollini di ambrosia dall’inizio delle misurazioni

nel 1979, risp. nel 1997. Questo quantitativo elevato è stato

raggiunto a causa delle alte concentrazioni giornaliere: i valori

massimi sono stati di 100 pollini/m3 a Ginevra e 62 pollini/m2

a Losanna. Durante 7, risp. 5 giorni si sono misurate concen-

trazioni elevate di pollini, in particolare nel tardo pomeriggio e

nella notte. Ciò significa che la maggior parte dei pollini non è

stata liberata localmente ma è arrivata dalla Francia portata dai

venti. Infatti, i giorni con le più alte concentrazioni corrispondono

al picco della stagione pollinica in Francia e alla prevalenza di

correnti sudoccidentali. In Ticino invece, la stagione pollinica

dell’ambrosia registrata a Lugano è stata di media intensità.

Sono stati registrati 9 giorni con concentrazioni elevate (rispetto

a una media di 10 giorni), ma con un quantitativo totale piut-

tosto ridotto di 263 pollini (rispetto a una media di 372 pollini).

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40 3.1Un violento temporale su Zofingen

Il violento temporale verificatosi la sera dell’8 luglio 2017 ha

riversato quantitativi record di precipitazione sulle regioni di

confine fra Soletta, Argovia e Lucerna. Sull’arco di 3 ore, da

Wynau fino a Unterkulm, passando per Zofingen, sono caduti

70–80 mm di pioggia. La regione è presumibilmente stata

toccata da un evento che si verifica solo ogni 50 anni o an-

cora più raramente.

3| Particolarità del 2017

Fig. 3.1

La fascia di temporali e

grandine dell’8 luglio 2017

con gli enormi quantita-

tivi di precipitazione su 3

ore di oltre 70 mm nella re-

gione di Zofingen. Rosso:

grandine probabile. Verde:

grandine possibile.

Basilea

Berna

Solothurn71.7 mm

ZurigoAarau

Schwyz

Lucerna

Schaffhausen

Zofingen

71.7 mm

71.1 mm

70 mm di pioggia in 3 ore

Tra le 15.50 e le 18.40 dell’8 luglio 2017 nelle stazioni auto-

matiche di misura della regione maggiormente toccata si sono

registrati praticamente gli stessi quantitativi di pioggia: 71,7

mm a Wynau e Attelwil e 71,1 mm a Unterkulm. Conforme-

mente all’analisi dei dati del radar delle precipitazioni, nello

stesso periodo nella regione di Zofingen sono caduti addi-

rittura più di 80 mm di pioggia. Questi quantitativi su 3 ore

rappresentano i 2/3 circa del totale medio del mese di luglio.

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41

Un evento raro

La frequenza con cui un simile evento si manifesta, può es-

sere stabilita solo sulla base della serie di misura del cumulo

delle precipitazioni su un’ora disponibile a partire dal 1981

per Wynau. Le serie di misura dei valori orari di Unterkulm

e Attelwil risultano infatti troppo brevi per poter effettuare

un’analisi statistica della frequenza.

Un cumulo delle precipitazioni su 3 ore di 70 mm o più è un

evento molto raro per la stazione di misura di Wynau. Statisti-

camente, una precipitazione su 3 ore di 44–75 mm avviene

ogni 50 anni, mentre per quantitativi di 45–89 mm su 3 ore

il periodo di ritorno è di 100 anni.

I violenti temporali dell’8 luglio, protrattisi per circa 3 ore, rap-

presentano un evento inusualmente estremo e quindi raro

per la regione di Zofingen. I quantitativi di precipitazione su

3 ore più elevati rilevati in precedenza a Wynau risalgono al

1° agosto 2008 e ammontano a 58 mm.

Anche di più

I maggiori cumuli delle precipitazioni su 3 ore registrati in pia-

nura al Nord delle Alpi dal 1981 si situano tra 80 e 90 mm;

in alcuni casi si sono raggiunti anche cumuli di oltre 90 mm.

Gli 80 mm calcolati mediante i dati radar per Zofingen sono

quindi tra i quantitativi cumulati su 3 ore più alti di sempre

registrati in pianura al Nord delle Alpi.

In montagna i valori più elevati su 3 ore registrati finora va-

riano da 100 a 140 mm. I quantitativi più elevati a livello na-

zionale sono stati misurati al Sud delle Alpi, con un record

nazionale delle precipitazioni su 3 ore di 162,4 mm, risalente

al 20 agosto 1988 e stabilito a Locarno-Monti.

Arrivo della grandine

I violenti temporali dell’8 luglio sono stati accompagnati da

una fascia di grandine su vasta scala. La pioggia intensa fram-

mista a grandine provoca spesso problemi nel deflusso delle

acque, spesso accentuati dalla presenza di foglie e rami strap-

pati, e causa rapidamente l’otturazione degli scarichi dell’ac-

qua sulle strade. L’acqua non può più defluire e il potenziale

di allagamenti aumenta molto rapidamente. Questo è acca-

duto anche a Zofingen.

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42 3.2 Forti gelate notturne in aprile

Al Nord delle Alpi, tra il 15 e il 17 aprile correnti marittime

umide da nordovest hanno portato alcune precipitazioni,

mentre il 18 e il 19 aria fredda in quota proveniente da est ha

attraversato la Svizzera causando il classico tempo variabile

di aprile con rovesci di neve fino a basse quote.

A partire dal 20 aprile un vasto anticiclone si è invece stabilito

tra l’Irlanda e l’Europa orientale, innescando un afflusso di aria

continentale fredda e secca verso la Svizzera. Durante la notte

le temperature minime misurate a 2 m di altezza dal suolo

sono così generalmente scese sotto lo zero, toccando punte

di -2 fino a -4°C al Nord delle Alpi e fino a -5,5°C in Vallese.

Nel Ticino meridionale le minime sono invece scese a valori

compresi fra -1 e -1,5°C. Nella notte successiva le temperature

a 2 m di altezza dal suolo sono scese ulteriormente: in pia-

nura al Nord delle Alpi si sono registrati valori minimi tra -3 e

-5°C, localmente anche tra -5 e -6°C. Nel Vallese centrale le

temperature minime sono scese a circa -5 °C, mentre al Sud

delle Alpi hanno raggiunto valori compresi tra -1,5 e -2,5°C.

A 5 cm sopra il suolo la temperatura ha invece toccato va-

lori estremamente bassi: Il cielo sereno o poco nuvoloso, e

di conseguenza la forte perdita radiativa avuta nelle notti tra

il 20 e il 22, ha fatto registrare delle punte minime comprese

fra -7 fino e -11°C alle basse quote al Nord delle Alpi, fino a

-13°C in Vallese e tra -5,5 e -6,5°C nelle zone pianeggianti

del Sud delle Alpi.

Valori da record

Nelle notti più fredde del mese di aprile le temperature a 2

m dal suolo sono state localmente tra le più basse mai re-

gistrate nella seconda parte della primavera (dal 15 aprile al

31 maggio). Il 20 aprile a Visp la temperatura ha raggiunto il

nuovo valore record di -5,5°C. Il precedente valore più basso,

pari a -5,1°C, era stato rilevato il 23 aprile 1997. La serie di

misurazioni risale al 1960.

Presso la stazione meteorologica dell’Aeroporto di Zurigo

il 21 aprile 2017 è stata registrata, con -4,8°C, la seconda

temperatura più bassa dall’inizio delle misurazioni nel 1959,

equivalente a quella rilevata il 22 aprile 1997. Il valore più

basso, pari a -5,6°C, risale al 1° maggio 1962. Nella stazione

di Koppigen il 21 aprile 2017 la temperatura ha raggiunto un

record minimo pari a -4,7°C, valore che era stato registrato

anche il 19 aprile 1974. Il 22 aprile 1997 la temperatura era

scesa a un valore molto simile, pari a -4,6°C. La serie di mi-

surazioni risale al 1960.

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433.3Periodo insolitamente soleggiato

A partire dal 10 ottobre una zona di alta pressione si è spinta

dal Mediterraneo occidentale verso l’Europa centrale. È stato

l’inizio di un periodo particolarmente soleggiato in tutta la

Svizzera: molte giornate ricche di sole autunnale con cieli

azzurri sgomberi da nubi. Alle basse quote le temperature

massime giornaliere sono risalite fino a 22–25°C in tutte le

regioni. Al Nord delle Alpi il bel tempo autunnale è perdu-

rato fino al 19 ottobre.

In alcune regioni del Nord delle Alpi il periodo di metà ot-

tobre è risultato insolitamente ricco di sole. Alla stazione di

misura di Neuchâtel bisogna tornare indietro di oltre 30 anni

per ritrovare un periodo di ottobre con un soleggiamento così

abbondante. Dal 9 al 16 ottobre 1985 si misurarono dalle 8

alle 10 ore di sole giornaliere. Nella lunga serie di misure alla

stazione di Neuchâtel, che risale al 1902, non sono riscontra-

bili altri periodi con un soleggiamento paragonabile a quello

del mese di ottobre 2017.

A nord delle Alpi un periodo di bel tempo stabile attorno alla

metà di ottobre è definito “Altweibersommer”. Nella prima

metà del XX secolo questi eventi erano piuttosto frequenti.

Specialmente il periodo dall’11 al 17 ottobre risultava spesso

particolarmente soleggiato. Da notare però che questo si

verificava soprattutto in montagna, al di sopra quindi delle

nebbie autunnali tipiche dell’Altopiano.

Fig. 3.3

Ore di sole giornaliere

nell’ottobre 2017 e 1985

alla stazione di misura di

Neuchâtel.

0

2

4

6

8

10

12

1 6 11 16 21 26 31

h

Neuchâtel 2017

0

2

4

6

8

10

12

1 6 11 16 21 26 31

h

Neuchâtel 198512

10

8

6

4

2

0

Ore

al g

iorn

o

1 6 11 16 21 26 31

Neuchâtel 2017

0

2

4

6

8

10

12

1 6 11 16 21 26 31

h

Neuchâtel 2017

0

2

4

6

8

10

12

1 6 11 16 21 26 31

h

Neuchâtel 198512

10

8

6

4

2

0

Neuchâtel 1985

Ore

al g

iorn

o

1 6 11 16 21 26 31

Durata del sole ottobre 2017

Posizione di misurazione

Posto 1 dati omogenei da

Neuchâtel 193 h (Posto 2: 163 h, 1989) 1959

Payern 194 h (Posto 2: 185 h, 1989 1964

Ginevra 200 h (Posto 2: 184 h, 1921) 1897

Changins 204 h (Posto 2: 195 h, 1989 1965

Lugano 226 h (Posto 2: 214 h, 1969 1959

Güttingen 151 h (Posto 2: 129 h, 1971) 1959

Posizione di misurazione

Posto 2 dati omogenei da

Lucerna 167 h (Posto 1: 186 h, 1967) 1959

Zurigo 175 h (Posto 1: 185 h, 1967) 1959

Posizione di misurazione

Posto 3 dati omogenei da

Berna 192 h (Posto 1: 209 h, 1921) 1959

Locarno-Monti 232 h (Posto 1: 241 h, 1969) 1959

Soleggiamento record sull’Altopiano e al Sud

La persistenza del bel tempo ha portato localmente al mese

di ottobre più soleggiato degli ultimi 50 anni sull’Altopiano

e al Sud delle Alpi. In altri punti di misurazione con almeno

50 anni di rilevamenti l’ottobre 2017 è risultato il secondo o

il terzo più soleggiato della statistica.

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46Ab

weic

hung

°C

−0.8

−0.6

−0.4

−0.2

0.0

0.2

0.4

0.6

0.8

1.0

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Jahres−Temperatur − HadCRUT4 (global, land&ocean) − 1864−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990

Abwe

ichu

ng °C

Jahre über dem Durchschnitt 1961−1990Jahre unter dem Durchschnitt 1961−199020−jähriges gewichtetes Mittel (Gauss Tiefpassfilter)Durchschnitt 1981−2010

homogval.evol 2.15.0 / 08.06.2018, 06:59

Fig. 4.1

Andamento della tem-

peratura media globale

(terre emerse e oceani).

È riportata la deviazione

annuale della temperatura

rispetto alla norma 1961–

1990 (in rosso deviazione

positiva, in blu negativa).

La linea nera indica la ten-

denza della temperatura

di 0,56°C/100 anni, la

linea tratteggiata la

norma 1981–2010.

Dev

iazi

one

dalla

nor

ma

in °

C 1.0

0.8

0.6

0.4

0.2

0

-0.2

-0.4

-0.6

-0.8

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

4| Andamento meteorologico e climatico globale nel 2017

4.1Di nuovo molto caldo

Conformemente al set di dati dell’ University of East Anglia,

con un scarto positivo della temperatura globale pari a 0,68°C,

il 2017 è risultato il quinto anno consecutivo con uno scarto

superiore a 0,5°C rispetto alla norma 1961–1990 e il terzo più

caldo dall’inizio delle misurazioni nel 1850. Il periodo 2013–

2017 è quindi il periodo di 5 anni più caldo nella serie delle

misure sistematiche. Gli ultimi tre anni sono stati chiaramente

i più caldi in assoluto.

Il 2017 è stato il terzo anno più caldo dall’inizio delle misurazioni nel 1850, preceduto dal 2016 e dal 2015. Gli anni 2013–2017 costitui-scono il periodo di 5 anni più caldo dall’inizio delle registrazioni e si inseriscono nel trend del riscaldamento globale a lungo termine. Gli scarti della temperatura sui grandi continenti, come in Cina, Russia, Africa e nelle regioni del Mediterraneo, possono spiegare l’anomalia globale di 0,68°C nel 2017. El Niño, che solitamente costituisce un fattore trainante per l’oscillazione della temperatura media globale, è stato infatti quest’anno molto debole. La sintesi riportata di seguito si basa principalmente sul rapporto annuale sullo stato del clima dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) [25].

Su quasi tutti i continenti il 2017 è stato caratterizzato da

una temperatura media annuale elevata. L’unica eccezione è

costituita da un’ampia zona dell’Antartide, dove la tempera-

tura media è stata inferiore alla norma 1981–2010. Un caldo

eccezionale, con uno scarto positivo di oltre 2°C rispetto alla

media del periodo 1981–2010, ha colpito le latitudini più ele-

vate dell’emisfero nord: nella Cina settentrionale, nella Russia

asiatica, nel Canada nordoccidentale e in Alaska. Anche in va-

ste regioni degli Stati Uniti, nell’Africa centrale e nell’Australia

orientale si sono rilevate anomalie di oltre 1°C rispetto alla

media del periodo 1981–2010.

Dati: University of East Anglia, 2018 [14], nuovo set di dati HadCRUT4-gl.

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47

Periodo °C/10 anni °C/100 anni

1864–2017 +0.06 +0.57

1901–2017 +0.08 +0.80

1961–2017 +0.15

Tab. 4.1

Tendenza della temperatura annuale globale nei

periodi 1864–2017, 1900–2017 e 1961–2017, calcolati

globalmente per le terre emerse e per gli oceani.

Le tendenze della temperatura annuale globale sono indicate

nella tabella 4.1. La variazione complessiva della temperatura

globale (terre emerse e oceani) dal 1864 al 2017 ammonta a

+0,88°C. La temperatura media globale si situa a circa 14°C.

L’andamento globale pluriennale delle temperature, con il

ripetersi di anni molto caldi negli ultimi tempi, si rispecchia

anche nella serie delle temperature registrate in Svizzera (fig.

5.1). In Svizzera la temperatura evolve quindi essenzialmente

in modo parallelo a quella globale.

Dati di base: University of East Anglia, 2018 [14], nuovo set di dati CRUTEM4-gl.

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48In

dice

MEI 4

3

2

1

0

-1

-2

-31950 1960 1970 1980 1990 2000 2010

4.2El Niño e La Niña

Il 2017 è stato finora l’anno più caldo senza un vero manife-

starsi del fenomeno di El Niño. A cavallo tra il 2016 e il 2017

si è verificato “solo” un cosiddetto El Niño costiero (“El Niño

costero”), con il riscaldamento delle acque dell’Oceano al largo

delle coste del Peru e dell’Ecuador. Si tratta di un fenomeno

molto localizzato, ma senza effetti a livello globale.

Per quel che riguarda l’intera area pacifica equatoriale, nel 2017

El Niño si è normalizzato rispetto al forte evento dell’anno

precedente lasciando il posto a deboli condizioni La Niña. El

Niño e La Niña si alternano con una periodicità media che

varia approssimativamente dai quattro ai sette anni. In caso

di forte intensità, l’El Niño, rispettivamente l’El Niño Southern

Oscillation (ENSO), è uno dei principali fattori che causa le

oscillazioni annuali della temperatura globale.

Fig. 4.2

Multivariate El Niño Southern Oscillation Index (MEI)

1950−2017. In rosso i valori dell’indice della fase El

Niño (fase calda), in blu quelli della fase La Niña (fase

fredda). L’indice MEI è calcolato partendo dalla pres-

sione al suolo, dalle componenti est-ovest e nord-sud

del vento al suolo, dalla temperatura della superficie

marina, dalla temperatura dell’aria a livello del mare

e dal grado di copertura nuvolosa. Le misurazioni

vengono effettuate nel Pacifico equatoriale. I dati

sono disponibili sotto [26].

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494.3 Eventi particolari

Nel 2017 sono stati registrati nuovi record di caldo. Nel ba-

cino del Mediterraneo il perdurare di un’ondata di caldo ha

portato nuovi record delle temperature in Turchia e sull’isola

di Cipro, ma anche in Italia e nei Balcani. A metà luglio in Spa-

gna le temperature sono salite ben oltre 40°C. Nuovi record

si sono avuti ad esempio in Antalya (Turchia), dove il 1° lu-

glio sono stati rilevati 45,4°C, o a Cordoba (Spagna), dove il

13 luglio sono stati raggiunti 46,9°C. Eccezionalmente caldo

è stato in alcune regioni dell’Asia sudoccidentale con local-

mente più di 50°C. A Turbat (Pakistan) si sono misurati addi-

rittura 54,0°C. Anche a Shanghai (Cina) è stato raggiunto un

nuovo record di 40,9°C. Nello stato americano della California

l’estate 2017 è stata la più calda dall’inizio delle misurazioni.

Un’ondata di caldo estrema si è verificata all’inizio dell’anno

in Sudamerica. A Santiago (Cile) e a Puerto Madryn (Argen-

tina) le temperature hanno raggiunto i valori record di 37,4°C,

rispettivamente 43,5°C, mai rilevati in precedenza così a sud

dell’Equatore (43° S).

Nei paesi del Mediterraneo, in Cile e in California i periodi

molto caldi sono stati accompagnati dal perdurare di una

forte siccità. Questa ha causato devastanti incendi di boschi

e macchia, distruggendo superfici eccezionalmente estese

e provocando complessivamente più di 100 vittime. Inoltre,

il clima estremamente asciutto di ampie regioni dell’Africa

orientale ha decimato il raccolto e generato flussi migratori.

In alcune località le forti precipitazioni hanno causato inonda-

zioni e frane. A Freetown (Sierra Leone) sono decedute oltre

500 persone. In Colombia uno smottamento ha provocato

270 vittime. In Peru si sono verificate eccezionali inondazioni

e frane a seguito del fenomeno locale El Niño costiero men-

zionato nel capitolo precedente. Nonostante le piogge mon-

soniche siano state di intensità media, in Nepal, in Bangladesh

e in alcune parti dell’India si sono verificate inondazioni con

molte vittime e milioni di sfollati.

Nel Nord Atlantico la stagione dei cicloni è risultata partico-

larmente attiva. Tre uragani devastanti si sono susseguiti a

breve distanza. Harvey, l’uragano di categoria 4 che in ago-

sto ha colpito gli Stati Uniti, è stato seguito da Irma e Maria in

settembre. Entrambi questi uragani hanno raggiunto la cate-

goria 5. Irma ha mantenuto questo categoria addirittura per

60 ore, segnando un nuovo record, da quando abbiamo mi-

sure anche effettuate dai satelliti. I danni complessivi di tutti

questi uragani sono dell’ordine di miliardi di dollari e vi sono

state numerose vittime.

4.4 Banchisa artica e antartica

Sulla base delle indicazioni dell’OMM, nel 2017 l’estensione

della banchisa artica è risultata nettamente inferiore alla me-

dia del periodo 1981–2010 e nei primi quattro mesi dell’anno

ha raggiunto il suo minimo assoluto. Nell’Artide l’estensione

massima annuale è stata raggiunta in marzo e con 14,42

mio. km2 è stata la più ridotta dall’inizio delle misurazioni sa-

tellitari iniziate nel 1979. Durante l’estate una zona di bassa

pressione stabile sopra l’Artide ha contenuto lo scioglimento

dei ghiacci. Il minimo estivo di 4,64 mio. km2 in settembre è

stato l’ottavo più ridotto, con 1,25 mio. km2 sopra il record

negativo del 2012.

Anche l’estensione della banchisa antartica è risultata netta-

mente sotto la media. L’estensione minima annuale di 2,11

mio. km2 è stata di 0,18 milioni di km2 inferiore al precedente

record del 1997. Con 18,03 milioni di km2 il massimo inver-

nale è stato il secondo più ridotto dell’era satellitare ed è stato

raggiunto molto tardivamente a metà ottobre.

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50

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52

5| Monitoraggio climatico

Il capitolo è suddiviso secondo la struttura GCOS (Global Cli-

mate Observing System) delle variabili climatiche essenziali

[22]. Vengono trattati i settori atmosfera e terre emerse (tab.

5.1), dai quali derivano come punto centrale le osservazioni al

suolo. Si tratta delle classiche serie di misura della temperatura,

delle precipitazioni e dei parametri da loro derivati. I metodi

di analisi utilizzati sono descritti al capitolo 5.3.

Tab. 5.1

Variabili climatiche

essenziali secondo il GCOS

Second Adequacy Report

[24], completate con le

variabili rilevanti per la

Svizzera [22]

Settore Variabili climatiche essenziali

Atmosfera Vicino al suolo Temperatura dell’aria, precipitazioni, pressione, bilancio della radiazione vicino al suolo, velocità del vento, direzione del vento, vapore acqueo

Atmosfera libera Bilancio della radiazione (incl. radiazione solare), temperatura, velocità del vento, direzione del vento, vapore acqueo, nuvole

Composizione Anidride carbonica, metano, ozono, altri gas serra, aerosol, pollini

Oceani Superficie Temperatura superficiale, contenuto salino, livello del mare, condizione del mare, banchisa, corrente, attività biologiche, pressione parziale dell’anidride carbonica

Acque intermedie e profonde

Temperatura, contenuto salino, corrente, nutrienti, carbonio, elementi in tracce, fitoplancton

Terre emerse Deflusso, mari, acqua freatica, uso delle acque, isotopi, copertura nevosa, ghiacciai e calotta polare, permafrost, albedo, copertura superficiale (incl. tipo di vegetazione), indice di superficie fogliare, attività fotosintetica, biomassa, incendi boschivi, fenologia

Il capitolo sul monitoraggio climatico (osservazione del clima) fornisce una panoramica sull’evoluzione climatica pluriennale in Svizzera, in riferimento all’anno dell’attuale rapporto. Per i parametri principali della temperatura e delle precipitazioni è possibile seguire l’evoluzione climatica dall’inizio delle misurazioni ufficiali nell’inverno 1863–1864. Per la maggior parte degli altri parametri sono disponibili serie di misura controllate e corrette dal 1959.

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53

Tab. 5.2

Indicatori climatici utiliz-

zati per i settori presi in

esame dell’atmosfera e

delle terre emerse. Gli

indicatori WMO sono

definiti in WMO/ETCCDI [4].

La temperatura e le precipitazioni rappresentano, ai sensi

del GCOS, due indicatori primari per i cambiamenti climatici

[22]. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM/WMO

World Meteorological Organization) ne ha dedotto un set di

indicatori climatici [4] appositamente definiti con lo scopo di

registrare in modo dettagliato e globalmente uniforme l’evo-

luzione del regime termico e pluviometrico, come ad esempio

la frequenza delle gelate o delle precipitazioni intense (settore

atmosfera, al suolo). Inoltre, vengono qui discussi altri indica-

tori climatici specifici per la Svizzera tra cui la copertura ne-

vosa, importante per le regioni alpine (settore terre emerse).

In base alle raccomandazioni dell’OMM per l’analisi dell’evolu-

zione del clima sono da utilizzare i valori normali del periodo

di riferimento 1961–1990 [4], [28]. Nel presente capitolo la

raccomandazione è applicata di conseguenza.

Denominazione Tipo Definizione Significato/caratteristica

Temperatura Temperatura Temperatura giornaliera media convenzionale (da mattina a mattina) aggregata alla scala mensile e annuale

Indicatore principale per i cambiamenti climatici e le variabili climatiche essenziali [22].

Giorni di gelo (OMM)

Temperatura Numero dei giorni dell’anno civile con temperatura minimaTmin < 0°C

Il numero di giorni di gelo dipende principalmente dalla quota della stazione. Utilizzabile come buon indicatore climatico soprattutto alle quote più elevate.

Giorni estivi (OMM)

Temperatura Numero dei giorni dell’anno civile con temperatura massimaTmax ≥ 25°C

Il numero di giorni estivi dipende principalmente dalla quota della stazione. Utilizzabile come buon indicatore climatico soprattutto alle quote più basse.

Isoterma di zero gradi Temperatura Quota con temperatura a zero gradi, determinata sulla base dei valori misurati dalle stazioni al suolo e sonde meteorologiche

La quota dell’isoterma di zero gradi è una misura per il contenuto termico dell‘atmosfera lungo il profilo verticale.

Precipitazioni Precipitazioni Quantitativo giornaliero convenzio-nale (da mattina a mattina) aggre-gato alla scala mensile e annuale

Indicatore principale per i cambiamenti climatici e le variabili climatiche essenziali [22].

Giorni con forti precipitazioni (OMM)

Precipitazioni intense

Numero dei giorni dell’anno civile con precipitazione giornalieraP ≥ 20 mm

La soglia di più di 20 mm non può essere equiparata a precipitazioni estreme rare. In Svizzera eventi con 20 mm vengono registrati più volte ogni anno.

Precipitazioni nei giorni molto piovosi (OMM)

Precipitazioni intense

Somma delle precipitazioni dei giorni dell’anno civile in cui la precipitazione giornaliera P > 95° percentile delle precipitazioni giornaliere (riferimento: 1961–1990)

Un giorno viene considerato molto piovoso se il quantitativo delle sue precipitazioni è maggiore della media pluriennale dei 18 giorni più piovosi dell’anno.

Numero max. di giorni secchi consecutivi (OMM)

Precipitazioni Numero massimo di giorni conse- cutivi dell’anno civile per i quali la precipitazione giornaliera è P < 1 mm

Periodo ininterrotto di giorni secchi consecutivi, ognuno con precipitazioni giornaliere inferiori a 1 mm.

Indice di siccità Precipitazioni SPEI (standardized precipitation evapotranspiration index): deviazione dal bilancio idrico climatico medio (differenza tra le precipitazioni e la potenziale evaporazione)

Il valore dell’indice di un determinato mese mostra quantità idriche che si accumulano ovvero eccedenze idriche che si accumulano nel periodo precedente del confronto pluriennale.

Somma complessiva di neve fresca

Precipitazioni Somma complessiva di neve fresca dei mesi da ottobre a marzo (semestre invernale)

La somma complessiva della neve e la quantità di neve fresca dipendono in modo complesso dalla temperatura e dalle precipitazioni. Quindi reagiscono in modo sensibile ai cambiamenti climatici a lungo termine [9], [10], [11], [12], [13].Giorni di neve fresca Precipitazioni Numero di giorni con neve fresca

misurabile nei mesi da ottobre a marzo (semestre invernale)

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54

5.1 Atmosfera

5.1.1

Osservazioni al suolo

Gli indicatori climatici qui rappresentati seguendo le indica-

zioni dell’OMM (tab. 5.2) fanno riferimento alle serie di mi-

sura di quattro stazioni scelte per la loro rappresentatatività

di quattro aree svizzere: Berna (pianura nordalpina), Sion

(valle intralpina), Davos (ubicazione alpina) e Lugano (Sud

delle Alpi). Gli indicatori sono riportati come valori annuali,

ad esempio come numero di giorni di gelo per anno civile (1°

gennaio al 31 dicembre).

Sulla pagina web di MeteoSvizzera sono disponibili ulteriori

informazioni sugli indicatori climatici:

Temperatura

A livello svizzero la media nazionale della temperatura del 2017

è stata 1,6°C sopra la norma 1961–1990. Il 2017 è quindi uno

dei dieci anni più caldi dall’inizio delle misurazioni nel 1864.

L’inverno 2016/2017 è stato particolarmente asciutto e ha

registrato una temperatura media mensile di 1,1°C sopra

la norma. Anche il soleggiamento invernale nelle regioni di

montagna è tornato a essere, 8 anni dopo l’ultima volta, su-

periore al valore di riferimento. La primavera, con 2,8°C sopra

la norma, è stata la terza più calda dall’inizio delle misurazioni

sistematiche nel 1864. Anche il soleggiamento primaverile è

stato molto elevato. Localmente si è avuta dalla seconda alla

quarta primavera più soleggiata dal 1959, anno d’inizio delle

misurazioni sistematiche per questa variabile. Con 3,1°C so-

pra la norma, anche l’estate 2016 è terzo posto nella serie di

misurazioni. La temperatura autunnale è stata invece com-

parabile alla norma 1961–1990 (fig. 5.2).

Abwe

ichu

ng °C

−2.0

−1.5

−1.0

−0.5

0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Jahrestemperatur Schweiz 1864−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990

Abwe

ichu

ng °C

Dev

iazi

one

in °

C

Con 2,0°C o più sopra la norma, febbraio, marzo, maggio,

giugno e agosto sono stati chiaramente troppo caldi. La tem-

peratura dei mesi di aprile, luglio e ottobre è stata sopra la

norma nella misura di 1,0–2,0°C. La temperatura del mese

di gennaio e quella del mese di settembre sono state di 1,0–

2,0°C inferiori alla norma.

La tendenza storica della temperatura per l’insieme della Sviz-

zera si situa a +1,3°C/100 anni, che corrisponde a un rialzo

totale di 2,00°C dal 1864 al 2017. Anche le tendenze per le

singole stagioni si situano tra +1,2 e +1,4°C/100 anni. La tabella

5.3. riporta la panoramica delle tendenze della temperatura.

2.5

2.0

1.5

1.0

0.5

0

-0.5

-1.0

-1.5

-2.0

Fig. 5.1

Andamento pluriennale

della temperatura annuale

(media di tutta la Svizzera).

È riportato lo scarto an-

nuale della temperatura

rispetto alla norma

1961−1990 (rosso = scarto

positivo, blu = scarto

negativo). La curva nera

mostra la media

ponderata su 20 anni.

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-nei-dettagli/indicatori-climatici.html

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55

Fig. 5.2

Andamento pluriennale della temperatura stagionale (media di

tutta la Svizzera). È riportato lo scarto annuale della temperatura

stagionale rispetto alla norma 1961−1990 (rosso = scarto positivo,

blu = scarto negativo). La curva nera mostra la media ponderata

su 20 anni.

Abwe

ichu

ng °C

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Quartals−Temperatur (SON) − Schweiz − 1864−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990

Abwe

ichu

ng °C

-4

-6

6

4

-2

2

0

Abwe

ichu

ng °C

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Quartals−Temperatur (JJA) − Schweiz − 1864−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990

Abwe

ichu

ng °C

-4

-6

6

4

-2

2

0

Abwe

ichu

ng °C

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Quartals−Temperatur (DJF) − Schweiz − 1865−2017Abweichung vom Durchschnitt 1961−1990

Abwe

ichu

ng °C

-4

-6

6

4

-2

2

0

Dev

iazi

one

in °

CD

evia

zion

e in

°C

Inverno (dicembre, gennaio, febbraio) 1864/1865–2016/17 Primavera (marzo, aprile, maggio) 1864–2017

Estate (giugno, luglio, agosto) 1864–2017 Autunno (settembre, ottobre, novembre) 1864–2017

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

6.0

4.0

2.0

0

-2.0

-4.0

-6.01880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

6.0

4.0

2.0

0

-2.0

-4.0

-6.0

6.0

4.0

2.0

0

-2.0

-4.0

-6.0

6.0

4.0

2.0

0

-2.0

-4.0

-6.0

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56

0.0

0.5

1.0

1.5

2.0

2.5

2015 2014 2011 1994 2003 2017 2002 2007 2016 2000 2006 2009 2012 1997 1989 2008 1990 1992 1947 2001

Abw

eich

ung

zur N

orm

196

1–19

90 in

°C

Die 20 wärmsten Jahre in der Schweiz seit 1864

Dev

iazi

one

dalla

nor

ma

in °

C 2.5

2.0

1.5

1.0

0.5

0.02015 2014 2011 1994 2003 2017 2002 2007 2016 2000 2006 2009 2012 1997 1989 2008 1990 1992 1947 2001

Fig. 5.3

Classifica dei 20 anni più

caldi dal 1864. Le colonne

mostrano una deviazione

della temperatura media

svizzera rispetto alla

norma 1961−1990. Gli anni

caldi avuti dopo il 1990

sono riportati in rosso.

Sulla pagina web di MeteoSvizzera si trovano ulteriori informazioni sull’evoluzione della temperatura in Svizzera:

www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/i-cambiamenti-climatici-in-svizzera/evoluzione-della-temperatura-e-delle-precipitazioni.html

www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-nei-dettagli/trend-climatici-nelle-stazioni.html

Periodi Primaveramarzo–maggio

Estategiugno–agosto

Autunnosettembre–novembre

Invernodicembre–febbraio

Annogennaio–dicembre

1864–2017+0.13°C

molto significativo+0.13°C

molto significativo+0.14°C

molto significativo+0.12°C

molto significativo+0.13°C

molto significativo

1901–2017+0.16°C

molto significativo+0.19°C

molto significativo+0.17°C

molto significativo+0.15°C

molto significativo+0.17°C

molto significativo

1961–2017+0.48°C

molto significativo+0.51°C

molto significativo+0.23°C

molto significativo+0.30°C

significativo+0.38°C

molto significativo

Tab. 5.3

Tendenze stagionali e an-

nuali della temperatura in

°C per decennio nei periodi

1864−2017, 1901−2017 e

1961−2017, calcolate per

tutta la Svizzera. Le indica-

zioni sul grado di significa-

tività sono indicate al pa-

ragrafo Temperatura

del capitolo 5.3.

Dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, anni con una tempe-

ratura sensibilmente superiore alla media sono stati frequenti.

Dei 20 anni più caldi dall’inizio delle misurazioni nel 1864, 18 si

sono verificati dopo il 1990 (fig. 5.3). Questa evoluzione della

temperatura rilevata in Svizzera, con la ricorrenza di anni molto

caldi in tempi recenti, è constatabile anche a livello globale

(fig. 4.1). L’andamento termico della Svizzera coincide quindi

essenzialmente con l’evoluzione globale della temperatura.

Senza provvedimenti d’intervento efficaci a livello globale, in

Svizzera si prevede un ulteriore riscaldamento fino al 2050.

Partendo dalla media del periodo 1981–2010, secondo gli at-

tuali scenari climatici entro il 2099 la temperatura dovrebbe

aumentare circa di 3,2–4,8°C. Il riscaldamento maggiore, di

oltre 4°C, si verificherà in estate, con punte fino a +5°C nelle

regioni meridionali del paese [23].

Page 57: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

57Giorni di gelo

Quale conseguenza dei mesi invernali prevalentemente miti,

il numero di giorni di gelo del 2017 è risultato essere infe-

riore alla media in tutte le stazioni qui riportate: 102 (norma

115) alle basse quote del Nord delle Alpi (Berna-Zollikofen),

89 (norma 97) nel Vallese (Sion), 190 (norma 210) nelle Alpi

orientali (Davos) e 32 (norma 35) al Sud delle Alpi (Lugano).

Con il sensibile riscaldamento invernale negli ultimi decenni

si può costatare un calo del numero di giorni di gelo. Nelle

serie di misurazioni di Berna-Zollikofen, Davos e Lugano la

tendenza è significativa e per ogni decennio si registrano da

4 a 7 giorni di gelo in meno; nella serie di Sion non si riscon-

tra invece alcun cambiamento significativo.

Fig. 5.4

Andamento temporale

del numero di giorni di

gelo per le stazioni di

Berna-Zollikofen, Sion,

Davos e Lugano.

250

200

150

100

50

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

0

50

100

150

200

250

0

50

100

150

200

250

Frosttage [Tmin < 0°C] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

Lugano

Senza provvedimenti efficaci a livello globale, in base agli at-

tuali scenari climatici, per il periodo 2077–2099 si prevedono

25–50 giorni di gelo nella regione di Berna-Zollikofen, circa

50 nella regione di Sion e da 125 a 150 giorni di gelo nella re-

gione di Davos. Nella regione di Lugano non si registreranno

praticamente più giorni di gelo [32].

Berna-Zollikofen

Sion

Davos

Gio

rni p

er a

nno

civi

le c

on te

mpe

ratu

ra m

inim

a in

ferio

re a

0°C

Page 58: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

58 Giorni estivi

Il numero di giorni estivi è stato superiore alla norma, soprat-

tutto a causa delle temperature sopra la media registrate tra

maggio e agosto. A Berna-Zollikofen, alle basse quote del

Nord delle Alpi, si sono contati 64 giorni estivi (norma 30), a

Sion, nel Vallese 92 (norma 55) e a Lugano, al Sud delle Alpi,

89 (norma 50). A Davos, nelle Alpi orientali, il numero di giorni

estivi ha raggiunto il valore di 8 (norma 1).

Con il forte riscaldamento estivo dagli anni ‘80 del secolo

scorso, l’aumento dei giorni estivi è una conseguenza preve-

dibile, soprattutto in pianura. Tale tendenza è significativa in

tutte le serie di misurazioni raffigurate. Per ogni decennio si

registrano 4 giorni estivi in più a Berna-Zollikofen, 6 a Sion e

7 a Lugano. A Davos, a 1600 m slm, l’aumento è di 2 giorni

estivi per decennio.

Fig. 5.5

Andamento temporale

del numero di giorni estivi

per le stazioni di Berna-

Zollikofen, Sion, Davos

e Lugano.

Senza provvedimenti efficaci a livello globale, in base agli at-

tuali scenari climatici, per il periodo 2077–2099 si prevedono

da 60 a 80 giorni estivi nella regione di Berna-Zollikofen, oltre

100 nelle regioni di Sion e Lugano e circa 15 nella regione

di Davos [32].

120

100

80

60

40

20

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

0

20

40

60

80

100

120

0

20

40

60

80

100

120

Sommertage [Tmax >= 25°C] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

Lugano

Berna-Zollikofen

Sion

Davos

Gio

rni p

er a

nno

civi

le c

on te

mpe

ratu

ra m

assi

ma

mag

gior

e o

ugua

le a

25

°C

Page 59: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

59Quota dell’isoterma di zero gradi

Nella media degli anni 1961–2017 la quota climatologica

dell’isoterma di zero gradi (qui determinato partendo dai dati

delle stazioni al suolo come media per tutta la Svizzera, cfr.

allegato) si situa a circa 780 m in inverno (dicembre–febbraio),

1960 m in primavera (marzo–maggio), 3370 m in estate (giu-

gno–agosto) e 2430 m in autunno (settembre–novembre).

Nel periodo 1961–2017 la quota dell’isoterma di zero gradi

è salita in maniera significativa in tutte le stagioni (valori p

<0,05). Il rialzo si situa tra circa 35 m/decennio in autunno

e oltre 75 m/decennio in primavera ed estate. Questi valori

corrispondono a un rialzo della quota di zero gradi da 150 a

200 m per ogni grado Celsius di riscaldamento.

Nell’inverno 2016/2017 la quota dell’isoterma è stata, con

quasi 900 m slm, di quasi 100 m sotto alla tendenza lineare

del periodo 1961–2017, ma comunque sempre chiaramente

superiore alla media della serie di misure 1961–2017. Nella

primavera 2017 la quota dell’isoterma è stata, con quasi 2300

m slm, la terza più alta di sempre, e ha raggiunto un valore

sopra la tendenza lineare del periodo 1961–2017. Anche il

valore estivo di 3700 m slm corrisponde al terzo valore più

alto dall’inizio delle misure. In autunno la quota dell’isoterma

è stata, con 2300 m slm, inferiore alla media pluriennale, ma

ben lontana dai valori più bassi mai registrati.

La quota stagionale dell’isoterma di zero gradi del 2017 ri-

specchia bene la temperatura media delle rispettive stagioni:

temperatura leggermente superiore alla media in inverno,

terza primavera e terza estate più calde di sempre e tempe-

ratura inferiore alla media in autunno.

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

1250

1500

1750

2000

2250

2500

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

1750

2000

2250

2500

2750

3000

3250

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

2500

2750

3000

3250

3500

3750

4000

4250

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

−250

0

250

500

750

1000

1250

15001500

1250

1000

750

500

250

0

-250

4250

4000

3750

3500

3250

3000

2750

2500

Fig. 5.6

Andamento stagionale della quota dell’isoterma di zero gradi come media per tutta la Svizzera (linea nera e

punti in metri slm, anno 2017: pallino rosso) con tendenza lineare (linea tratteggiata rossa), la media ponde-

rata su 20 anni (curva rossa in grassetto) e dati relativi alla tendenza (variazione e significatività). La zona grigia

mostra l’incertezza nella determinazione dell’isoterma di zero gradi.

Inverno rialzo: 65m /10 anni; valore p: 0.002 Primavera rialzo: 74 m/10 anni; valore p: <0.001

Estate rialzo: 76 m/10 anni; valore p: <0.001 Autunno rialzo: 35 m/10 anni; valore p: 0.03

2500

2250

2000

1750

1500

1250

3250

3000

2750

2500

2250

2000

1750

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

Page 60: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

60 Precipitazioni

Nel 2017 sull’Altopiano i quantitativi di precipitazione hanno

raggiunto l’89% della norma (fig. 5.7). Soprattutto l’inverno

2016/2017 è stato particolarmente asciutto con solo il 55%

delle precipitazioni normali (Fig. 5.8).

Al Sud delle Alpi i quantitativi di precipitazione sono stati, con

il 95%, leggermente inferiori alla norma. C’è stata una grande

differenza tra inverno e autunno, quando è piovuto il 50–55%

della norma (Fig. 5.10), e l’estate, quando i quantitativi hanno

raggiunto il 140% del valore normale.

Sull’Altopiano si osserva una tendenza a lungo termine delle

precipitazioni (1864–2017) di +6,8%/100 anni (+0,68%/10

anni). Tuttavia a livello stagionale si registra una tendenza signi-

ficativa soltanto in inverno (+20%/100 anni, ovvero +2,0%/10

anni). In primavera, estate e autunno non appaiono tendenze

a lungo termine (1864–2017) verso precipitazioni chiaramente

superiori o inferiori alla norma. Nella Svizzera meridionale non

si rilevano tendenze a lungo termine verso precipitazioni su-

periori o inferiori alla norma né a livello annuale né stagionale.

Le tabelle 5.4. e 5.5 mostrano una panoramica delle tendenze

delle precipitazioni al Nord e al Sud delle Alpi.

Fab. 5.7

Andamento storico delle

precipitazioni annuali

sull’Altopiano in per-

cento rispetto alla norma

1961−1990. Come base dei

dati sono utilizzate le serie

di misura omogeneizzate

di Ginevra, Basilea, Berna e

Zurigo. Verde = deviazioni

positive, marrone = devia-

zioni negative; la curva

nera mostra la media

ponderata su 20 anni.

Verh

ältn

is

60

80

100

120

140

%

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Jahres−Niederschlag − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990

Verh

ältn

is

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

%140

120

100

80

60

Page 61: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

61

Quartals−Niederschlag (MAM) − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990

20

60

100

140

180

%

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Quartals−Niederschlag (SON) − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

20

60

100

140

180

%

Quartals−Niederschlag (JJA) − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990

20

60

100

140

180

%

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Quartals−Niederschlag (DJF) − Mittel(BAS,BER,SMA,GVE) − 1865−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990

20

60

100

140

180

% %180

140

100

60

20

Inverno 100% = circa 200 mm Primavera 100% = circa 250 mm

Estate 100% = circa 300 mm Autunno 100% = circad 250 mm

Fig. 5.8

Andamento storico delle

precipitazioni per stagione

sull’Altopiano in percen-

tuale rispetto alla norma

1961−1990. Come base dei

dati sono utilizzate le serie

di misura omogeneizzate

di Ginevra, Basilea, Berna e

Zurigo. Verde = deviazioni

positive, marrone = devia-

zioni negative; la curva

nera mostra la media pon-

derata su 20 anni. Da

notare che nelle estati dal

2008 al 2011 le precipita-

zioni registrate sono state

pari al 100%: per questa

ragione nel grafico non

figurano le corrispondenti

colonne.

%180

140

100

60

20

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

%180

140

100

60

20

%180

140

100

60

20

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Fig. 5.9

Andamento storico delle

precipitazioni annuali al

Sud delle Alpi in percento

rispetto alla norma

1961−1990. Come base dei

dati è utilizzata le serie di

misura omogeneizzate di

Lugano e Locarno-Monti.

Verde = deviazioni posi-

tive, marrone = deviazioni

negative; la curva nera

mostra la media ponde-

rata su 20 anni.60

80

100

120

140

160

%

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Jahres−Niederschlag − Mittel(LUG,OTL) − 1864−2017Verhältnis zum Durchschnitt 1961−1990

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

%160

140

120

100

80

60

Page 62: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

62

Variazioni delle precipitazioni stagionali e annuali per decennio, calcolate per l’Altopiano

Periodo Primaveramarzo–maggio

Estategiugno–agosto

Autunnosettembre–novembre

Invernodicembre–febbraio

Annogennaio–dicembre

1864–2017 +0.8%non significativo

+0.1%non significativo

-0.1%non significativo

+2.1%molto significativo

+0.7%significativo

1901–2017 +0.5%non significativo

-0.6%non significativo

+0.7%non significativo

+1.6%non significativo

+0.6%non significativo

1961–2017 -0.3%non significativo

+0.2%non significativo

+2.6%non significativo

+0.2%non significativo

+1.4%non significativo

Tab. 5.4

Le indicazioni sul grado

di significatività sono

indicate al capitolo 5.3.

Tab. 5.5

Le indicazioni sul grado

di significatività sono

indicate al capitolo 5.3.

Variazioni delle precipitazioni stagionali e annuali per decennio, calcolate per il Sud delle Alpi

Periodo Primaveramarzo–maggio

Estategiugno–agosto

Autunnosettembre–novembre

Invernodicembre–febbraio

Annogennaio–dicembre

1864–2017 +0.2%non significativo

0.0%non significativo

-0.7%non significativo

+0.9%non significativo

-0.2%non significativo

1901–2017 -1.1%non significativo

-0.9%non significativo

-0.1%non significativo

+0.3%non significativo

-0.5%non significativo

1961–2017 +0.2%non significativo

+3.1%non significativo

+0.8%non significativo

+1.1%non significativo

+0.9%non significativo

Sulla pagina web di MeteoSvizzera sono disponibili ulteriori informazioni sull’evoluzione delle precipitazioni in Svizzera:

www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/i-cambiamenti-climatici-in-svizzera/evoluzione-della-temperatura-e-delle-precipitazioni.html

www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-nei-dettagli/trend-climatici-nelle-stazioni.html

Senza provvedimenti efficaci a livello globale, in estate in

Svizzera si prevede un netto calo delle precipitazioni a par-

tire dal 2050. Secondo gli attuali scenari climatici, e pren-

dendo come riferimento la media del periodo 1981–2010,

1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001880 1900 1920 1940 1960 1980 20001880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

Inverno 100% = circa 220 mm Primavera 100% = circa 480 mm

Estate 100% = circa 520 mm Autunno 100% = circa 470 mm

Fig. 5.10

Andamento storico delle

precipitazioni per stagione

al Sud delle Alpi in percen-

tuale rispetto alla norma

1961−1990. Come base dei

dati è utilizzata le serie di

misura omogeneizzate di

Lugano e Locarno-Monti.

Verde = deviazioni posi-

tive, marrone = deviazioni

negative; la curva nera

mostra la media ponde-

rata su 20 anni. %250

200

150

100

50

0

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

%250

200

150

100

50

0

%250

200

150

100

50

0

%250

200

150

100

50

0

entro la fine del secolo il calo dovrebbe raggiungere il 30%

nella Svizzera occidentale e in quella meridionale. Gli sce-

nari mostrano invece una tendenza all’aumento in inverno

al Sud delle Alpi [23].

Page 63: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

63Giorni con precipitazioni moderate

Nel 2017, su entrambi i versanti alpini, il numero di giorni con

precipitazioni moderate è stato deficitario: 7 giorni a Berna-

Zollikofen (norma 10), 15 giorni a Davos (norma 10), 4 giorni

a Sion (norma 5) e 21 giorni a Lugano (norma 26). Le pre-

cipitazioni sono state leggermente superiori alla norma di

riferimento sulla parte orientale delle Alpi e delle Prealpi.

In queste regioni solo la stazione di Davos ha registrato un

numero di giorni con precipitazioni moderate superiore alla

norma (11 giorni osservati nel 2017, 10 giorni la norma). Come

per il regime delle precipitazioni (ad eccezione dell’inverno

sull’Altopiano, cfr. tab. 5.4), anche in riferimento ai giorni con

precipitazioni moderate, nelle stazioni qui indicate e nel pe-

riodo analizzato (dal 1959), non sono in generale individua-

bili tendenze significative. Se si risale invece al 1901, il 92%

delle 185 serie di misurazioni indica un aumento delle preci-

pitazioni moderate e il 35% un aumento significativo. Il 91%

indica inoltre un aumento e il 31% un aumento significativo

dell’intensità delle precipitazioni moderate [33].

Fig. 5.11

Numero di giorni con

precipitazioni ≥20 mm per

anno civile nelle stazioni

di Berna-Zollikofen, Sion,

Davos e Lugano.

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

Tage mit starkem Niederschlag [R > 20 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

60

50

40

30

20

10

0

Berna-Zollikofen Sion

Davos Lugano

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

Tage mit starkem Niederschlag [R > 20 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

Tage mit starkem Niederschlag [R > 20 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

10

20

30

40

50

60

0

10

20

30

40

50

60

Tage mit starkem Niederschlag [R > 20 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

60

50

40

30

20

10

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

60

50

40

30

20

10

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

60

50

40

30

20

10

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

Page 64: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

64 Precipitazioni nei giorni molto piovosi

I quantitativi complessivi delle precipitazioni nei giorni molto

piovosi del 2017, nonostante sia stato un anno con poche

precipitazioni, hanno raggiunto valori nettamente inferiori alla

norma unicamente presso la stazione di Berna-Zollikofen (126

mm/norma 216 mm). Presso le stazioni di Sion, Davos e Lu-

gano la somma delle precipitazioni nei giorni molto piovosi è

stata leggermente superiore alla norma (Sion 122 mm/norma

98 mm, Davos 223 mm/norma 214 mm, Lugano 1019 mm/

norma 858 mm). Nell’andamento pluriennale Berna-Zolliko-

fen, Sion e Lugano non mostrano una tendenza significativa.

Nella serie di misura di Davos l’aumento è di poco inferiore

alla soglia di significatività.

Fig. 5.12

Quantitativo complessivo

annuo delle precipitazioni

(in mm) di tutti i giorni

molto piovosi per le stazioni

di Berna-Zollikofen, Sion,

Davos e Lugano. Sono con-

siderati come giorni molto

piovosi quelli il cui quan-

titativo giornaliero rien-

tra nel 5% delle precipita-

zioni massime giornaliere.

Come riferimento vale il

periodo 1961−1990.

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

Niederschlag an sehr nassen Tagen [>95.Perzentil] (mm)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

2000

1500

1000

500

0

Berna-Zollikofen Sion

Davos Lugano

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

Niederschlag an sehr nassen Tagen [>95.Perzentil] (mm)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

Niederschlag an sehr nassen Tagen [>95.Perzentil] (mm)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

500

1000

1500

2000

0

500

1000

1500

2000

Niederschlag an sehr nassen Tagen [>95.Perzentil] (mm)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

2000

1500

1000

500

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

2000

1500

1000

500

0

2000

1500

1000

500

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

Page 65: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

65Periodi asciutti

Dopo che nel 2016 a Berna-Zollikofen e a Sion si sono regi-

strati alcuni dei periodi asciutti più lunghi di sempre, nel 2017

nessuna stazione ha registrato valori degni di nota. Presso le

stazioni di Berna-Zollikofen e Sion si sono registrati dei periodi

asciutti leggermente più lunghi della norma (Berna-Zollikofen

24 giorni/norma 22, Sion 33 giorni/norma 30). Presso le sta-

zioni di Davos e Lugano i periodi asciutti più lunghi registrati

nel corso del 2017 sono durati meno della norma (Davos

15 giorni/norma 22, Lugano 23 giorni/norma 33). Nell’an-

damento pluriennale nessuna di queste serie di misurazioni

mostra una tendenza significativa verso periodi di siccità più

lunghi o più corti.

Fig. 5.13

Durata (numero di giorni)

dei periodi asciutti più

lunghi per anno civile

per le stazioni di Berna-

Zollikofen, Sion, Davos

e Lugano.

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

Maximale Anzahl zusammenhängender Trockentage [R < 1 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

80

60

40

20

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

Berna-Zollikofen Sion

Davos Lugano

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

Maximale Anzahl zusammenhängender Trockentage [R < 1 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

Maximale Anzahl zusammenhängender Trockentage [R < 1 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−2017

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

1960 1970 1980 1990 2000 2010 20201960 1970 1980 1990 2000 2010 20200

20

40

60

80

0

20

40

60

80

Maximale Anzahl zusammenhängender Trockentage [R < 1 mm] (Tage)Kalenderjahr (Jan.−Dez.) 1959−201780

60

40

20

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

80

60

40

20

0

1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

80

60

40

20

0

Page 66: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

66 Indice di siccità

La siccità può essere intesa in modi diversi. In termini molto

generali è una carenza di precipitazioni per un periodo pro-

lungato che può variare da più mesi a decenni. A seconda

della durata della siccità, la scarsità idrica si ripercuote in ma-

niera diversa su vari settori (agricoltura, selvicoltura, approv-

vigionamento idrico, produzione energetica, navigazione). In

base all’indice SPEI (Standardized Precipitation Evapotranspira-

tion Index) è mostrato il bilancio idrico da aprile a settembre.

Fig. 5.14

Indice SPEI del periodo

vegetativo (sei mesi,

aprile–settembre) per la

stazione di Berna. Valori

positivi significano condi-

zioni di maggiore umidità,

quelli negativi di maggiore

siccità rispetto alla media

(1864−2015).

−3−2

−10

12

3−3

−2−1

01

23

−3−2

−10

12

3

1870 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 20101870 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010

3

2

1

0

-1

-2

-3

Il semestre estivo (periodo vegetativo) è determinante per l’a-

gricoltura. I quantitativi di precipitazione raccolti a Berna indi-

cano che nel periodo vegetativo gli ultimi anni sono stati più

asciutti della media pluriennale. Il 2017 è stato tra gli anni più

asciutti dal 1950. I valori SPEI più bassi (nel 1947, 1865, 2003,

1949, 1893 e 1911) di questa serie corrispondono agli anni

in cui si sono manifestati i più massicci danni all’agricoltura. I

periodi caratterizzati da SPEI negativo coincidono esattamente

con i maggiori eventi di siccità degli ultimi 150 anni [19], [18].

Page 67: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

67

1960 1970 1980 1990 2000 2010

1.9

2.1

2.3

2.5

2.7

2.9

Linear trend Median Altitude of 0C Isotherm 1959 − 2017

5.1.2 Atmosfera libera

Quota dell’isoterma di zero gradi

Nel 2017 la mediana annuale della quota dell’isoterma di

zero gradi nell’atmosfera libera, ricavata dai valori registrati

dalle sonde meteorologiche giornaliere e pari a 2580 m slm,

è stata leggermente inferiore al valore dell’anno precedente,

che era stato di 2610 m slm. L’andamento della quota dell’i-

soterma di zero gradi, mostrato nel grafico seguente, dimo-

stra ancora una volta la grande variabilità dei valori misurati

da un anno all’altro.

Fig. 5.15

Valori della mediana annuale

della quota dell’isoterma di zero

gradi nel periodo 1959−2017,

determinata in base ai sondaggi

atmosferici effettuati dalla

stazione aerologica di Payerne.

La linea grigia indica il valore

medio 1959−2017 a circa

2463 m slm.

1960 1970 1980 1990 2000 2010

2.9

2.7

2.5

2.3

2.1

1.9

Quo

ta k

m

Fig. 5.16

Valori della mediana annuale

della quota della tropopausa nel

periodo 1959−2017, determinata

in base ai sondaggi atmosferici

effettuati dalla stazione aerolo-

gica di Payerne. La linea grigia

indica il valore medio 1959–2016

a 11’300 m slm.

Altitudine della tropopausa

Nel 2017 la mediana annuale della quota della tropopausa,

pari a circa 11’640 m slm, ha raggiunto il secondo valore più

alto dall’inizio delle misurazioni nel 1959. La quota più ele-

vata (11’720 m slm) è stata misurata nel 2015. Nonostante

la grande variabilità che caratterizza l’altitudine della tropo-

pausa da un anno all’altro anche nel 2017 è proseguita la

L’andamento pluriennale della mediana annuale della quota

dell’isoterma di zero gradi nell’atmosfera libera evolve in

modo praticamente identico a quello della temperatura me-

dia annuale in Svizzera. Particolarmente impressionante è

soprattutto il veloce cambiamento verificatosi alla fine degli

anni ‘80 del secolo scorso. La mediana annuale della quota

dell’isoterma di zero gradi nell’atmosfera libera si è alzata in

maniera significativa nel periodo 1959–2017 con 80 m ogni

dieci anni. Questo coincide con la tendenza annuale della

quota dell’isoterma di zero gradi calcolata sulla base dei dati

delle stazioni al suolo (capitolo 5.1.1).

tendenza al rialzo (eccezione fu l’anno 2010). Con 61 m ogni

dieci anni, nel periodo 1959–2017 la mediana annuale dell’al-

titudine della tropopausa è salita in maniera significativa. L’an-

damento è in linea con la tendenza pluriennale della quota

dell’isoterma di zero gradi.

1960 1970 1980 1990 2000 2010

10.7

10.9

11.1

11.3

11.5

11.7

Linear trend Median Tropopause Altitude 1959 − 2017

1960 1970 1980 1990 2000 2010

11.7

11.5

11.3

11.1

10.9

10.7

Quo

ta k

m

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68U

nità

Dob

son

5.1.3 Composizione dell‘atmosfera

Serie di misura dell’ozono ad Arosa

Con la serie di misura ad Arosa, la Svizzera dispone della più

lunga serie di misura al mondo relativa all’ozono totale nell’at-

mosfera. La serie di misura, dal suo inizio nel 1926 fino al 1975

circa, mostra un valore medio pluriennale di circa 330 DU. Tra

il 1975 e il 1995 le misurazioni hanno rilevato un calo signi-

ficativo dell’ozono totale di circa 15 DU. Il calo dell’ozono to-

tale sopra Arosa ha incominciato a manifestarsi agli inizi degli

anni ‘70 del secolo scorso, periodo di forte crescita delle emis-

sioni di sostanze che distruggono l’ozono. Negli ultimi anni

si osserva invece una stabilizzazione dell’ozono totale [8], il

valore medio tra il 1995 e oggi è situato tra i 301 e i 315 DU.

Mentre gli anni 2010 e 2013 sono stati contraddistinti da un

valore annuale molto elevato (330 e 321 DU), la media an-

nuale degli anni 2011 e 2012 è vicina a 300 DU (301 e 303

DU). Queste oscillazioni dimostrano la grande variabilità dell’o-

zono totale nel corso degli anni. Anche gli anni tra il 2015 e

il 2017 mostrano una media simile (310 DU).

280

300

320

340

360

1925 1950 1975 2000

Ges

amto

zons

äule

[DU

]

Jahr

Fig. 5.17

Colonna totale

dell’ozono ad Arosa nel

periodo 1926−2017.

100 unità Dobson (DU)

corrispondono a 1 mm

di ozono puro a 1013

hPa di pressione e 0°C

di temperatura.

360

340

320

300

280

1925 1950 1975 2000

Page 69: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

69

Misurazione dell’ozono a Payerne

Dal 1968 le misurazioni dell’ozono sono effettuate anche con

sonde meteorologiche alla stazione aerologica di MeteoSviz-

zera a Payerne. Le misurazioni precedenti (1966–1968) sono

state eseguite dal Politecnico federale di Zurigo. La serie inin-

terrotta di sondaggi consente di comprendere l’evoluzione

temporale delle quantità di ozono nei diversi strati dell’atmo-

sfera. Nel grafico seguente sono riportate, a titolo di esempio,

tre diverse altitudini (3, 22 e 27 km).

Dal 2000 la concentrazione media di ozono non è più cam-

biata in maniera significativa, mentre negli anni antecedenti il

2000 si osserva una sua diminuzione nella stratosfera (visibile

alle quote 22 e 27 km) e un certo aumento nella troposfera

(visibile alla quota 3 km).

Fig. 5.18

Concentrazione mensile

di ozono a tre altitudini

durante il periodo

1967−2017. La concentrazi-

one di ozono è indicata

in pressione parziale

espressa in nanobar [nbar].

1970 1980 1990 2000 2010

0

50

100

150

200

Ozo

nsäu

le [n

b]

1970 1980 1990 2000 2010

200

150

100

50

0

Ozo

no n

bar

22 km

27 km

3 km

Page 70: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

70

JAN FEB MÄR APR MAI JUN JUL AUG SEP OKT NOV DEZ0

20

40

60

80

100

120

140

160

Sund

enan

zahl

mit

Sah

aras

taub

Polvere sahariana

La polvere minerale, la cui principale fonte è il Sahara, è una

componente importante dell’aerosol atmosferico. Storica-

mente la presenza di polveri minerali è stata dimostrata at-

traverso l’analisi delle precipitazioni «colorate» o dei depositi

nella neve e nel ghiaccio. Dal 2001 si eseguono misurazioni

continue dei coefficienti di diffusione e di assorbimento a di-

verse lunghezze d’onda presso la Stazione di ricerca alpina

dello Jungfraujoch, situata nelle Alpi svizzere a una quota di

3580 m slm. Queste misurazioni hanno permesso di svilup-

pare un nuovo metodo operativo in grado di determinare gli

eventi di polvere del Sahara (Saharan Dust Events, SDE) sopra

la Svizzera con una risoluzione oraria. Oggi è pertanto possibile

studiare la frequenza di eventi di polvere sahariana sulle Alpi.

Fig. 5.19

Numero di ore al mese

con presenza di polvere

sahariana (Saharan Dust

Events SDE) presso la sta-

zione dello Jungfraujoch.

Le colonne in verde indi-

cano la media del periodo

2001–2016, mentre i valori

mensili del 2017 sono vi-

sualizzati con le colonne

in rosso. Nel 2010, 2011

e 2016 non è stato possi-

bile utilizzare i valori mi-

surati per periodi prolun-

gati, rendendo impossibile

la determinazione degli

eventi SDE.

Num

ero

di o

re a

l mes

e co

n pr

esen

za d

i pol

vere

sah

aria

na

160

140

120

100

80

60

40

20

0GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC

Nel frattempo è disponibile una serie di misura degli eventi

di polvere sahariana di 15 anni. Ogni anno sono stati rilevati

da 10 a 40 eventi per una durata totale tra 200 e 650 ore.

In generale l’arrivo di polvere contribuisce fortemente all’in-

quinamento da aerosol sulle Alpi in primavera (marzo–giu-

gno) e nei mesi di ottobre e novembre. In estate gli eventi

sono rari e in inverno la loro durata è breve. La maggior parte

degli eventi (circa il 50%) ha una durata limitata a qualche ora,

mentre un quarto si protrae per più di un giorno.

Nel 2017 la stazione di misura dello Jungfraujoch ha misu-

rato il valore record di oltre 750 ore con presenza di polvere

sahariana. Questo rilevamento viene eseguito dalla stazione

di misura dello Jungfraujoch in modo continuo dal 2001. In-

soliti sono stati i lunghi periodi con presenza di polvere saha-

riana registrati nel mese di luglio e in quello di agosto. Verso

la fine di agosto l’elevata concentrazione di polvere sahariana

nell’atmosfera ha portato a tramonti colorati.

Page 71: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

71Concentrazione dei pollini

L’intensità della stagione pollinica cambia di anno in anno

e può risultare molto forte o molto debole, ripercuotendosi

sull’intensità dei sintomi da raffreddore da fieno per chi è al-

lergico ai pollini.

Per la betulla, l’intensità della stagione pollinica dipende dal

tempo dell’anno precedente poiché gli amenti si sviluppano

già nell’estate dell’anno precedente. Il caldo favorisce lo svi-

luppo di un gran numero di amenti. L’intensità dipende tuttavia

anche dal tempo durante il periodo di fioritura e dalla fisiolo-

gia della pianta, in quanto le betulle mostrano una tendenza

a un ritmo di fioritura biennale. Per i pollini delle graminacee

Fig. 5.20

Concentrazione del polline

di betulla (a sinistra) e delle

graminacee (a destra) nelle

regioni al Nord delle Alpi

nel periodo 1989−2017 e

in Ticino nel periodo 1991−

2017. L’indice pollinico

stagionale corrisponde

alla somma delle concen-

trazioni giornaliere di

pollini. La curva nera

mostra la media ponde-

rata su cinque anni.

l’intensità della stagione dipende invece principalmente dal

tempo durante il periodo di fioritura dell’erba stessa.

Al Nord delle Alpi la stagione 2017 dei pollini di betulla è stata

leggermente più debole della norma (vedi capitolo 2). Il ritmo

di fioritura biennale è ben visibile in Ticino. Dopo fioriture in-

tense negli scorsi anni la stagione pollinica 2017 è stata de-

bole. Al Nord delle Alpi la stagione pollinica delle graminacee

ha avuto un’intensità debole, soprattutto nella Svizzera occi-

dentale. Malgrado che nel 2017 ci sia stato un rallentamento,

emerge negli scorsi anni In Ticino una tendenza all’aumento

della concentrazione di pollini di graminacee. Qui i valori as-

soluti sono nettamente più bassi che al Nord delle Alpi.

Graminacee Svizzera centrale e orientale

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Jähr

liche

s In

tegr

al d

er P

olle

nkon

zent

ratio

n

Birke: Zentral− und Ostschweiz

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

16000

18000

20000

© MeteoSchweiz poll.integral 0.46 / 01.02.2018, 14:56

Betulla Svizzera centrale e orientale

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

2005

2007

2009

2011

2013

2015

2017

20000

16000

12000

8000

4000

0

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Jähr

liche

s In

tegr

al d

er P

olle

nkon

zent

ratio

n

Gräser: Zentral− und Ostschweiz

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

9000

10000

© MeteoSchweiz poll.integral 0.46 / 01.02.2018, 14:56

10000

8000

6000

4000

2000

0

Graminacee Svizzera occidentale

Graminacee Ticino

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Jähr

liche

s In

tegr

al d

er P

olle

nkon

zent

ratio

n

Gräser: Westschweiz

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

9000

10000

© MeteoSchweiz poll.integral 0.46 / 01.02.2018, 14:56

NA

NA

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Jähr

liche

s In

tegr

al d

er P

olle

nkon

zent

ratio

n

Gräser: Tessin

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

9000

10000

© MeteoSchweiz poll.integral 0.46 / 01.02.2018, 14:56

10000

8000

6000

4000

2000

0

10000

8000

6000

4000

2000

0

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Jähr

liche

s In

tegr

al d

er P

olle

nkon

zent

ratio

n

Birke: Westschweiz

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

16000

18000

20000

© MeteoSchweiz poll.integral 0.46 / 01.02.2018, 14:56

Betulla Svizzera occidentale

20000

16000

12000

8000

4000

0

NA

NA

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Jähr

liche

s In

tegr

al d

er P

olle

nkon

zent

ratio

n

Birke: Tessin

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

16000

18000

20000

© MeteoSchweiz poll.integral 0.46 / 01.02.2018, 14:56

Betulla Ticino

20000

16000

12000

8000

4000

0

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

2005

2007

2009

2011

2013

2015

2017

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

2005

2007

2009

2011

2013

2015

2017

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

2005

2007

2009

2011

2013

2015

2017

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

2005

2007

2009

2011

2013

2015

2017

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

2005

2007

2009

2011

2013

2015

2017

Page 72: Rapporto sul clima 2017...In media su tutto il Paese la temperatura primaverile è stata di 1,7 C sopra la norma 1981–2010. Più calde finora furono le primavere del 2007 con uno

72

5.2 Suolo

Quantitativi di neve fresca

L’inverno 2016/2017 è stato molto asciutto, a livello locale

addirittura uno dei più asciutti di sempre. Anche i quantita-

tivi cumulati di neve fresca sono stati limitati. Alla stazione di

Segl-Maria e in quella di Arosa sono stati misurati i quantita-

tivi più bassi da 10 anni. Alla stazione di Segl-Maria, nell’Alta

Engadina, nel semestre invernale (ottobre–marzo) sono stati

misurati complessivamente 1,69 m di neve fresca (norma

3,12 m). Ad Arosa si sono raggiunti 4,00 m (norma 6,31 m), a

Einsiedeln 1,22 m (norma 3,41 m) e a Lucerna, sull’Altopiano,

38 cm (norma 83 cm).

Nelle serie relative ai quantitativi cumulati di neve fresca delle

stazioni di Arosa e Einsiedeln non è riscontrabile una tendenza

significativa. Presso la stazione di Segl-Maria la diminuzione di

4 cm/10 anni non è significativa per poco. Presso la stazione

di Lucerna si può osservare una diminuzione significativa di

2,6 cm/10 anni. È tuttavia necessario sottolineare che le regi-

strazioni giornaliere e mensili della neve non sono disponibili

sotto forma di dati omogenei.

Fig. 5.21

Quantitativi cumulati di

neve fresca (in cm) nel

semestre invernale dall’i-

nizio delle misurazioni al

2017 nelle stazioni di

Lucerna, Einsiedeln,

Arosa e Segl-Maria.

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

0

200

400

600

800

1000

0

200

400

600

800

1000

Neuschneesumme (cm)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1884−2017

1000

800

600

400

200

0

Lucerna 454 slm Einsiedeln 910 slm

Arosa 1840 slm Segl-Maria 1798 slm

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

0

200

400

600

800

1000

0

200

400

600

800

1000

Neuschneesumme (cm)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1909−2017

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

0

200

400

600

800

1000

0

200

400

600

800

1000

Neuschneesumme (cm)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1891−2017

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

0

200

400

600

800

1000

0

200

400

600

800

1000

Neuschneesumme (cm)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1865−2017

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

1000

800

600

400

200

0

1000

800

600

400

200

0

1000

800

600

400

200

0

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000 1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

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73Giorni con neve fresca

L’inverno 2016/17 è stato estremamente asciutto e ha portato

con sé una quantità di neve fresca limitata. Nel complesso le

nevicate sono state chiaramente inferiori al normale. Nel se-

mestre invernale (ottobre–marzo), presso la stazione di misura

di Arosa sono stati registrati 45 giorni (norma 71 giorni) con

neve fresca. Unicamente nel 1949 (44 giorni) si registrarono

meno nevicate. Presso la stazione di misura di Segl-Maria

nell’Alta Engadina si sono registrati invece 25 giorni (norma

42 giorni), ad Einsiedeln 24 giorni (norma 46 giorni) e a

Lucerna, sull’Altopiano, 11 giorni (norma 18 giorni).

Nella serie di misura della stazione di Arosa si riscontra una

tendenza significativa verso l’aumento del numero di giorni

con neve fresca (quasi +1,6 giorni/10 anni). A Lucerna si rileva

invece una tendenza debole ma significativa, verso un minore

numero di giorni con neve fresca (-0,4 giorni/10 anni). Nelle

due stazioni di Einsiedeln e Segl-Maria non si può osservare

una tendenza significativa. Anche qui le registrazioni giorna-

liere e mensili della neve non sono disponibili sotto forma di

dati omogenei.

Fig. 5.22

Numero di giorni con

neve fresca nel semestre

invernale dall’inizio delle

misurazioni al 2017 nelle

stazioni di Lucerna, Einsie-

deln, Arosa e Segl-Maria.

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

0

20

40

60

80

100

0

20

40

60

80

100

Tage mit Neuschnee [Neuschnee >= 1 cm] (Tage)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1884−2017

100

80

60

40

20

0

Lucerna 454 slm Einsiedeln 910 slm

Arosa 1840 slm Segl-Maria 1798 slm

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

0

20

40

60

80

100

0

20

40

60

80

100

Tage mit Neuschnee [Neuschnee >= 1 cm] (Tage)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1909−2017

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

0

20

40

60

80

100

0

20

40

60

80

100

Tage mit Neuschnee [Neuschnee >= 1 cm] (Tage)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1891−2017

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

0

20

40

60

80

100

0

20

40

60

80

100

Tage mit Neuschnee [Neuschnee >= 1 cm] (Tage)Winterhalbjahr (Okt.−Mar.) 1865−2017

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

100

80

60

40

20

0

100

80

60

40

20

0

100

80

60

40

20

0

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

1860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 20001860 1880 1900 1920 1940 1960 1980 2000

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74 Indice di primavera

L’indice di primavera è utilizzato quale grandezza per determi-

nare il grado di sviluppo della vegetazione in primavera rispetto

agli anni precedenti o rispetto all’andamento storico. Lo svi-

luppo della vegetazione in primavera dipende principalmente

dall’evoluzione della temperatura invernale e primaverile [7].

Nella primavera 2017, la terza più calda dall’inizio delle misure

sistematiche, la fase fenologica della fioritura e quella dello

spiegamento delle foglie sono state molto precoci rispetto

alla media. Fino alla fioritura degli alberi da frutto avvenuta in

marzo e aprile, lo sviluppo della vegetazione primaverile è stato

tra i più precoci dall’inizio delle misure sistematiche, nel1951.

Gli alberi da frutto sono fioriti con un anticipo di poco più di

due settimane rispetto alla norma del periodo 1981–2010.

L’afflusso di aria fredda avuto da metà aprile ha ritardato lo

spiegamento delle foglie del faggio, l’ultima fase considerata

dall’indice di primavera. Nel complesso, lo sviluppo della ve-

getazione primaverile è stato il quarto più precoce dal 1951.

In concomitanza con l’aumento delle temperature in inverno

e soprattutto in primavera dalla metà degli anni 1980, l’indice

di primavera ha mostrato un cambiamento repentino verso

uno sviluppo vegetativo primaverile più precoce a partire da

questo periodo.

Fig. 5.23

Andamento annuale dello

sviluppo della vegetazione

(indice di primavera) in

tutta la Svizzera dal 1951

al 2017, riportato come

deviazione dalla media

pluriennale dello sviluppo

della vegetazione. La linea

continua mostra la media

ponderata su 5 anni.

Frühlingsindex 1951−2017

Jahr

Abwe

ichu

ng v

om M

ittel

1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

−10

−5

0

5

10

sehr

früh

früh

norm

alsp

ätse

hr s

pät

© MeteoSchweiz pheno.springindex 0.43 / 03.01.2018, 14:13

1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020

Molto tardivo

Tardivo

Normale

Precoce

Molto precoce

Dev

iazi

one

dalla

med

ia

10

5

0

-5

-10

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1800 1840 1880 1920 1960 2000

Janu

arFe

brua

rM

ärz

April

Eint

ritts

term

in

© MeteoSchweiz pheno.longts 0.43 / 03.01.2018, 14:17

1800 1840 1880 1920 1960 2000

Aprile

Marzo

Febbraio

Gennaio

Fioritura del ciliegio a Liestal e spiegamento delle foglie dell’ippocastano a Ginevra

Dal 1894 nella stazione di campagna di Liestal si registra la

data della fioritura del ciliegio. Nella serie di misura, si può

costatare una tendenza a termini di fioritura più precoci a

partire da circa il 1990. Nel 2017 la fioritura è iniziata il 26

marzo, con 10 giorni d’anticipo rispetto alla media del periodo

di riferimento 1981–2010. Si tratta della decima fioritura più

precoce di sempre.

Di grande importanza è anche la serie storica esistente dal

1808 della data dello spiegamento delle foglie dell’ippoca-

stano a Ginevra. Questa è la serie di osservazioni fenologi-

che più lunga in Svizzera. Dal 1900 circa è riscontrabile una

netta tendenza a uno spiegamento più precoce delle foglie.

Nel 2017 lo spiegamento delle foglie è avvenuto l’11 marzo.

Lo spiegamento delle foglie dell’ippocastano è fortemente

influenzato dalle temperature, ma possono incidere anche

altri fattori quali l’età della pianta o il clima urbano. Il motivo

per cui da alcuni anni lo spiegamento delle foglie avviene di

nuovo più tardi è tuttora sconosciuto.

Fig. 5.24

Data di fioritura del ciliegio

a Liestal 1894−2017 (sopra)

e data dello spiegamento

delle foglie dell’ippocastano

a Ginevra 1808−2017 (sotto).

1890 1910 1930 1950 1970 1990 2010

Mär

zAp

rilM

aiEi

ntrit

tste

rmin

© MeteoSchweiz pheno.longts 0.43 / 03.01.2018, 14:24

Maggio

Aprile

Marzo

1890 1910 1930 1950 1970 1990 2010

Ciliegio

Ippocastano

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78

5.3Base dei dati e metodi

Scelta di indicatori climatici secondo l’OMM

Gli indicatori climatici secondo l’OMM sono calcolati in base

alle regole e al software ufficiale del WMO Expert Team on

Climate Change Detection and Indices (ETCCDI) [4], utiliz-

zando come valori di partenza le serie storiche omogeniz-

zate a partire dal 1959.

Temperatura

A causa dei diversi regimi termici su piccola scala (tempera-

ture più basse in montagna, più alte in pianura), l’evoluzione

della temperatura in Svizzera viene idealmente raffigurata

non con temperature assolute, ma come deviazione rispetto

al valore normale pluriennale (1961–1990). La temperatura

media Svizzera è la media delle temperature misurata da tutte

le stazioni del Paese indipendentemente dalla loro altitudine.

Le analisi si basano sul set standard di serie di misura omo-

geneizzate della rete climatica svizzera (Swiss National Basic

Climatological Network; Swiss NBCN [1]).

www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-

nei-dettagli/temperatura-media-svizzera.html

Nell’analisi del trend, è indicato quanto risulta statisticamente

significativa la tendenza. Vengono distinti i due livelli «molto

significativo» e «significativo». «Molto significativo» indica che

è possibile affermare con grande certezza che una tendenza

è presente (valore p≤0.01; la probabilità di errore è dell’1%

o meno). «Significativo» indica che è possibile affermare con

buona certezza che una tendenza è presente (valore >0.01

e ≤0.05; la probabilità di errore tra 1% e 5%). «Non signi-

ficativo» indica che in base alla soglia di significanza scelta

(valore p = 0.05) non è presente una tendenza accertabile.

Isoterma di zero gradi derivata dalle stazioni

Il calcolo della quota dell’isoterma di zero gradi si basa sulla

seguente procedura: per ogni stagione (ad esempio per l’in-

verno 1962) viene calcolata una regressione lineare tra i va-

lori termici medi standardizzati e la quota sul livello del mare

dell’isoterma di zero gradi, compresa una stima delle relative

incertezze [6]. Sulla base dei singoli valori di ogni anno, viene

calcolata la variazione temporale della quota dell’isoterma di

zero gradi (tendenza in m/10 anni). Sono utilizzate tutte le 29

stazioni della rete climatica (Swiss NBCN) [1]. È da notare che

la determinazione dell’isoterma di zero gradi presenta errori

diversi a seconda della stagione (nei grafici, linee grigie ver-

ticali per la portata dell’errore). In primavera e in autunno la

determinazione è possibile con una certa precisione sia poi-

ché sussiste una correlazione relativamente buona tra tem-

peratura e quota, sia perché l’isoterma di zero gradi si trova

ancora a quote dove sono presenti stazioni. In inverno e in

particolar modo d’estate la determinazione è più incerta, ma

per motivi diversi. In inverno la determinazione è difficile per-

ché i laghi d’aria fredda e la nebbia, nonché il passaggio dei

fronti, confondono notevolmente il rapporto tra temperatura

e quota, e viene quindi a mancare la linearità tra questi due

parametri. In estate il rapporto è piuttosto lineare, ma la quota

dell’isoterma di zero gradi è ben al di sopra delle stazioni di-

sponibili. Così anche le minime incertezze sul rapporto tem-

peratura-quota influiscono enormemente sul margine d’errore

dell’isoterma di zero gradi.

Precipitazioni

In Svizzera si contrappongono i regimi di precipitazione nor-

dalpino e sudalpino, con peculiarità del tutto specifiche nell’e-

voluzione pluriennale delle precipitazioni. La raffigurazione di

una curva delle precipitazioni per tutta la Svizzera può quindi

celare queste essenziali differenze regionali. Per questo Mete-

oSvizzera distingue tra evoluzione delle precipitazioni nordal-

pine e sudalpine, ma non elabora un andamento delle precipi-

tazioni per tutta la Svizzera (media tra Nord e Sud delle Alpi).

Le analisi si basano sulle 12 serie di misura omogeneizzate

disponibili della rete climatica svizzera (Swiss National Basic

Climatological Network; Swiss NBCN [1]).

Nell’analisi del trend, è indicato quanto risulta statisticamente

significativa la tendenza. Vengono distinti i due livelli «molto

significativo» e «significativo». «Molto significativo» indica che

è possibile affermare con grande certezza che una tendenza

è presente (valore p≤0.01; la probabilità di errore è dell’1%

o meno). «Significativo» indica che è possibile affermare con

buona certezza che una tendenza è presente (valore >0.01

e ≤0.05; la probabilità di errore tra 1% e 5%). «Non signi-

ficativo» indica che in base alla soglia di significanza scelta

(valore p = 0.05) non è presente una tendenza accertabile

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79Giorni con precipitazioni moderate

«Precipitazioni moderate» sono definite con quantitativi ≥20

mm al giorno. Una precipitazione giornaliera di 20 mm viene

registrata più volte all’anno nella maggior parte delle regioni

svizzere. Si tratta quindi di un evento ricorrente. È considerata

rara una precipitazione che si verifica ogni 10 anni o meno.

Questa soglia è raggiunta a Berna con circa 65 mm, a Sion

50 mm, a Davos 70 mm e a Lugano 130 mm. Tuttavia, la con-

ferma delle tendenze utilizzando eventi estremi presenta li-

miti di principio proprio a causa della rarità stessa dell’evento.

Più un evento è raro, più è difficile dimostrare una tendenza

[5]. Pertanto gli eventi estremi non sono indicatori adatti per

analizzare i cambiamenti climatici. Informazioni dettagliate in

merito a eventi rari di precipitazioni intense si possono tro-

vare nelle pagine web:

www.meteosvizzera.admin.ch/home/clima/il-clima-svizzero-

nei-dettagli/analisi-dei-valori-estremi.html

Precipitazioni nei giorni molto piovosi

Un giorno viene considerato molto piovoso se il quantitativo

delle precipitazioni è maggiore della media pluriennale dei

18 giorni (5%) più piovosi dell’anno. Come riferimento vale

il periodo 1961–1990. Viene raffigurata la quantità totale

di precipitazioni all’anno cadute in giornate molto piovose.

Indice di siccità

Gli indici SPI (Standardized Precipitation Index) e SPEI (Stan-

dardized Precipitation Evapotranspiration Index) mostrano

le deviazioni delle precipitazioni medie e del bilancio idrico

climatico medio (differenza tra le precipitazioni e la poten-

ziale evaporazione). Valori positivi significano condizioni di

maggiore umidità, mentre valori negativi di maggiore siccità

rispetto alla media.

Lo SPI (Standardized Precipitation Index [20]) indica l’anoma-

lia delle precipitazioni rispetto a un periodo definito (di solito

da 1 a 48 mesi) e viene calcolato sulla base dei quantitativi

mensili delle precipitazioni. Le precipitazioni accumulate ne-

gli ultimi mesi (da 1 a 48) vengono quindi confrontate con i

relativi quantitativi nello stesso periodo nel passato. Quindi la

distribuzione di questi quantitativi di precipitazioni viene tra-

sformata in una distribuzione normale standard intorno allo

zero. Il valore così trasformato di un determinato quantitativo

di precipitazioni corrisponde al valore SPI.

Lo SPEI (Standardized Precipitation Evapotranspiration Index

[21]) viene calcolato in modo analogo allo SPI, ma al posto del

quantitativo delle precipitazioni è basato sul bilancio idrico

climatico, che corrisponde alle precipitazioni meno l’evapo-

traspirazione potenziale. Lo SPEI è dunque il bilancio idrico

trasformato sulla distribuzione normale standard.

In base alla definizione di distribuzione normale standard,

le condizioni con uno SPI/SPEI inferiore a -1 corrispondono a

una frequenza di circa il 15%; quelle con valore inferiore a -2

a circa il 2%. Corrispondentemente, la siccità o l’eccedenza

idrica può essere ripartita nelle classi indicate di seguito:

Isoterma di zero gradi nell’atmosfera libera

In condizioni atmosferiche normali, la temperatura dell’aria

diminuisce con la quota a partire dalla superficie terrestre.

Se al livello del suolo la temperatura è positiva, a una certa

quota si troverà un valore della temperatura di 0°C e al di so-

pra delle temperature negative. L’altitudine alla quale si trova

il passaggio da temperature positive a negative è definita la

quota dell’isoterma di zero gradi. Con situazioni di inversioni,

la temperatura può passare anche più volte da valori positivi

a negativi, in questo caso le direttive dell’OMM raccoman-

dano di considerare la quota dell’isoterma di zero gradi più

alta. Per poter disporre di valori paragonabili dell’isoterma di

zero gradi anche quando la temperatura al suolo è inferiore

a zero, è indicato un valore teorico. Partendo dalla tempera-

tura misurata dalla radiosonda al suolo, viene calcolata una

quota fittizia sotto la superficie terrestre.

La profondità dell’isoterma di zero gradi viene stabilita as-

sumendo un gradiente termico verticale di 0,5°C ogni 100

m. Oltre a quote sotto la superficie del terreno, con tempe-

rature di partenza inferiori a -2,5°C si ottengono pure quote

dell’isoterma di zero gradi inferiori al livello del mare [29]. La

quota dell’isoterma di zero gradi è riportata nel protocollo di

ogni radiosondaggio: da questi valori sono poi calcolate le

medie mensili utilizzate per l’analisi della tendenza del clima.

SPEI ≤ -2.0 estremamente asciutto

-2.0 < SPEI ≤ -1.5 molto asciutto

-1.5 < SPEI ≤ -1.0 asciutto

-1.0 < SPEI < 1.0 normale

1.0 ≤ SPEI < 1.5 piovoso

1.5 ≤ SPEI < 2.0 molto piovoso

SPEI ≥ 2.0 estremamente piovoso

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80 Concentrazione di pollini

L’indice dei pollini è calcolato in base alla concentrazione gior-

naliera di pollini nell’aria. Per ogni giorno è determinato il nu-

mero di pollini per metro cubo d’aria per il tipo di polline in

questione. Questo numero viene sommato per tutto l’anno.

Il valore che ne deriva è considerato adimensionale. Stazioni

della rete pollinica:

Svizzera centrale e orientale: Basilea, Buchs, Lucerna,

Münsterlingen, Zurigo

Svizzera occidentale: Berna, Genevra, Neuchâtel

Ticino: Locarno, Lugano

Quantitativi di neve fresca e giorni con neve fresca

Le registrazioni giornaliere e mensili della neve non sono di-

sponibili come dati omogeneizzati. L’interpretazione delle serie

di misurazioni richiede pertanto una certa cautela.

Indice di primavera

Lo sviluppo della vegetazione viene registrato secondo fasi

fenologiche ben precise. La fenologia si occupa di studiare

lo sviluppo della vegetazione durante l’anno e di correlarlo

con l’andamento meteorologico. Le osservazioni fenologi-

che sono eseguite in circa 160 stazioni distribuite in tutta la

Svizzera delle quali circa 80 con le serie più lunghe di rileva-

mento sono utilizzate per il calcolo dell’indice di primavera.

L’indice di primavera utilizzato nel presente rapporto è com-

posto in base alle dieci seguenti fasi fenologiche: fioritura del

nocciolo, fioritura del tussilago, fioritura dell’anemone, spie-

gamento delle foglie dell’ippocastano, fioritura del ciliegio,

spiegamento delle foglie del nocciolo, spiegamento degli

aghi del larice, fioritura della cardamine, spiegamento delle

foglie del faggio e fioritura del dente di leone.

Le singole fasi fenologiche dipendono ovviamente dall’anda-

mento meteorologico. La fioritura del nocciolo, ad esempio,

può essere precoce se il periodo di fine inverno è mite. Un

successivo periodo di freddo persistente può però poi rallen-

tare nuovamente lo sviluppo della vegetazione, che dipende

inoltre anche dalla quota. Nelle stazioni al suolo a bassa quota,

con temperature miti, le fasi fenologiche si verificano prima

rispetto alle quote più elevate con condizioni più fredde.

Grazie all’analisi delle componenti principali, queste volumi-

nose osservazioni sono strutturate, semplificate e combinate

per elaborare un indice di primavera per tutta la Svizzera [7].

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81

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82

Bibliografia

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