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RAPPORTO LATINA 2017 L’economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio

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RAPPORTO LATINA 2017

L’economia reale

dal punto di osservazione

delle Camere di Commercio

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Rapporto a cura di Sandra Verduci Osservatorio Economico della Camera di Commercio di Latina

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INDICE

Scenari in breve ................................................................... 4

La demografia delle imprese .................................................... 5

Gli imprenditori stranieri...................................................... 18

L’artigianato .................................................................... 25

L’imprenditoria femminile .................................................... 31

Il mercato del lavoro.............................................................36

Le dinamiche congiunturali del mercato del lavoro in provincia di Latina

.................................................................................... 39

Le dinamiche settoriali ........................................................ 46

La Cassa Integrazione Guadagni .............................................. 48

Il valore aggiunto .................................................................53

La dinamica del credito .........................................................56

I depositi bancari ............................................................... 56

Gli impieghi bancari............................................................ 59

Il tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa ...................... 66

I protesti e le procedure concorsuali ........................................ 69

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Scenari in breve

Estratto da “Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia”1 “….L’economia italiana è in recupero. La crescita del prodotto si è irrobustita lo scorso anno, portandosi all’1,5 per cento, più di quanto atteso dai principali previsori….La domanda ha riflesso il buon andamento dei consumi e soprattutto degli investimenti, aumentati del 3,8 per cento ma ancora lontani dai livelli precedenti la crisi. Il rafforzamento dell’accumulazione di capitale, mancata nei primi anni della fase espansiva, pone le basi per il proseguimento della crescita. Gli investimenti in beni strumentali hanno beneficiato delle agevolazioni fiscali, degli incentivi per l’innovazione tecnologica, delle favorevoli condizioni di finanziamento e del progressivo miglioramento della fiducia delle imprese sulle prospettive di domanda. Alla crescita dei consumi ha contribuito quella dell’occupazione, stimolata dalle misure di sostegno alla domanda di lavoro. Nonostante l’aumento della partecipazione al lavoro indotto dal miglioramento delle prospettive di impiego, la disoccupazione è scesa dal picco di poco meno del 13 per cento nel 2014 a circa l’11. ...Le esportazioni si sono confermate un fattore trainante della crescita. Nel 2017 hanno registrato un’espansione del 5,4 per cento, superiore a quella degli altri principali paesi dell’area dell’euro. L’aumento si è consolidato nel corso del secondo semestre dell’anno nonostante il marcato apprezzamento del cambio occorso dalla primavera; è un segnale di recupero della capacità delle nostre imprese di competere sui mercati internazionali… L’espansione dell’attività produttiva ha riguardato pressoché tutti i settori dell’economia: il valore aggiunto ha accelerato nella manifattura e nei servizi e ha segnato il primo incremento significativo dal 2006 nelle costruzioni…”.

1 “Relazione annuale Anno 2017”, a cura dell’Ufficio Studi – 29 maggio 2018.

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La demografia delle imprese In uno scenario nazionale in cui le dinamiche di demografia mostrano una maggiore crescita determinata prevalentemente di un più contenuto tasso di mortalità, il 2017 si chiude per la provincia di Latina con una minore espansione. Dunque, anche quest’anno si registrano dinamiche locali in controtendenza rispetto alla performance nazionale, atteso che l’espansione del tessuto imprenditoriale pontino torna a rallentare in ragione del venir meno dello sprint del comparto agricolo, nonché di elementi di discontinuità diversamente accentuati nell’articolazione settoriale, che nell’insieme determinano una crasi algebrica comunque positiva, ma in ridimensionamento rispetto ai dodici mesi precedenti. A fine anno lo stock di imprese iscritte presso il Registro camerale della provincia di Latina ammonta a 57.911 unità; di queste 47.271 risultano attive (81% del totale). In termini di flussi, il bilancio 2017 risulta in contenimento in ragione del rallentamento del tasso di natalità (6,53%, a fronte del 6,86% riferito all’annualità precedente), nonché della minore incidenza delle cessazioni che determinano, tuttavia, la più contenuta decrescita del tasso di mortalità (5,35%, rispetto al 5,54% del 2016). La “misura” finale di tali esiti genera il rallentamento del tasso di crescita imprenditoriale che non supera quest’anno all’1,18%, il 10% inferiore a quanto certificato per i dodici mesi precedenti (+1,32%), come illustrato nel grafico a seguire:

Graf. 1 - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale a Latina

(serie storica )

1,55 1,501,04

1,391,22 1,02 0,70

1,181,32

1,010,66

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Tasso di iscrizione

Tasso di cessazione

Tasso di crescita

Fonte: elaborazione Osserfare su dati Movimprese

Stazionario il tasso di sopravvivenza delle imprese attive entro il primo biennio di vita: il 69,3% delle imprese iscritte nel 2015, risulta ancora iscritto al

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Registro camerale; ai due estremi l’agricoltura al 93,7% ed il turismo, in coda al 74,4%. Il saldo in termini assoluti tra le 3.778 iscrizioni durante l’anno e le 3.097 cancellazioni (al netto delle cessazioni d’ufficio) determina un avanzo di 681 imprese (rispetto alle 761 del 2016). Occorre precisare che i dati sopra riportati sono stati depurati dalle cancellazioni d’ufficio, effettuate nel corso del 20172; tale procedura ha inciso sul numero complessivo di cancellazioni per una quota pari al 17% e ha riguardato prevalentemente le società di capitali e le ditte individuali. Il grafico sottostante, riferito al confronto con le dinamiche registrate a livello Italia, mostra il riavvicinarsi delle spezzate all’esito di tendenze di segno opposto a livello territoriale, atteso che su scala nazionale si registra una modesta crescita, che comunque risulta decisamente più contenuta di quella locale:

Graf. 2 - Andamento del tasso di crescita imprenditoriale delle imprese in Italia e a Latina

(serie storica)

1,32

0,87

1,02

1,22

1,39

1,04

1,50

1,55

0,66

1,01

1,18

0,31

0,82

1,19

0,28

0,59

0,75

0,21

0,51

0,75

0,68

0,75

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

1,4

1,6

1,8

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Tasso di crescita

Latina Latina

Tasso di

crescita Italia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Con riferimento allo scenario nazionale, il Presidente di Unioncamere ha sottolineato che “..I dati sulle aperture e chiusure delle imprese nel corso del 2017 mostrano che gli italiani continuano a credere nel fare impresa… E anche il Sud del nostro Paese mostra segnali di miglioramento. Per questo - aggiunge Lo Bello - occorre aiutare gli imprenditori a tenere il passo con i cambiamenti che sempre più rapidamente investono il mondo dell’economia. 46mila imprese in

2 Tali cancellazioni d’ufficio si riferiscono a provvedimenti adottati dell’Ente camerale nei

confronti delle imprese che presentano determinati vincoli (mancato compimento di atti di gestione negli ultimi tre anni, irreperibilità o decesso del titolare per le ditte individuali, decadenza dei titoli abilitativi, ecc..) e che dunque vengono sollecitate alla cancellazione dal registro Camerale.

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più rispetto al 2016 - conclude - sono un segnale che l’Italia sta riprendendo la via della crescita”. Il bilancio nazionale 2017 è illustrato nella serie storica di seguito riportata:

Graf. 3 - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale delle imprese italiane (serie storica )

5,886,31

7,126,71

6,326,75

6,41 6,28 6,13 6,15 6,00

5,12

6,106,376,11 6,03

5,56 5,585,97

5,62 5,405,32

0,75

0,210,75 0,59

0,28

1,190,82

0,310,75

0,510,68

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Tasso di iscrizione

Tasso di cessazione

Tasso di crescita

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Disaggregando le tendenze nazionali al livello di macroaree territoriali, si conferma anche nell’ultimo anno la maggiore vivacità del Sud, che mostra una progressione in rinnovata accelerazione; il Centro replica i valori del 2016, stazionario il Nord-Est, che mostra le consuete dinamiche più sottotono.

Tab. 1 - Nati-Mortalità delle imprese registrate per circoscrizioni territoriali – Anno 2017

Serie storica Tassi di crescita

2017 2016 2015 2014

NORD-OVEST 90.879 85.944 4.935 1.571.685 0,31% 0,40% 0,49% 0,44%

NORD-EST 62.876 62.643 233 1.157.676 0,02% -0,10% 0,20% -0,80%

CENTRO 79.993 66.646 13.347 1.331.840 1,01% 1,01% 1,13% 0,99%

SUD E ISOLE 123.127 95.932 27.195 2.029.280 1,35% 1,15% 1,02% 0,60%

ITALIA 356.875 311.165 45.710 6.090.481 0,75% 0,68% 0,75% 0,51%

Tasso di crescita Aree

geografiche Iscrizioni Cessazioni Saldi

Stock al

31.12.2017

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

Il confronto delle tendenze regionali è descritto nel grafico di seguito riportato3: Lazio e Campania si confermano i primi posti, tallonate quest’anno dalla Sicilia. Seguono altre regioni meridionali, che mostrano tendenze espansive nettamente superiori ai valori nazionali, come già evidenziato. Si confermano in area negativa il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna ed il Piemonte, sebbene le prime mostrino entrambe un miglioramento tendenziale significativo. Si

3 La bisettrice del primo quadrante indica tassi di crescita coincidenti nelle due annualità; le

regioni che si posizionano al di sopra di tale retta mostrano tassi di crescita più sostenuti nel 2017 rispetto all’anno precedente; quante si posizionano al di sotto registrano un rallentamento della crescita imprenditoriale.

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sottolinea, inoltre, il ritorno alla crescita per il territorio marchigiano, segnale importante dopo gli eventi sismici che lo hanno colpito.

Graf. 4 – Tassi di crescita imprenditoriale nelle regioni italiane anni 2016 e 2017

FVG

EMR

CAL

PIE

LOM

TAAVEN

LIG

TOS

UMB

MAR

LAZ

ABR

MOL

CAM

PUGBAS

SIC

SAR

ITALIA

-1,0%

-0,5%

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2,0%

-1,0% -0,5% 0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0%

2016

201

7

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Focalizzando l’attenzione sul Lazio, sempre ai vertici nella graduatoria nazionale, si rileva una vitalità in leggera attenuazione rispetto ai dodici mesi precedenti (+1,65% il tasso di crescita, a fronte del +1,77% del 2016). Al riguardo, tale performance è l’esito di comportamenti in controtendenza rispetto alla serie storica precedente, atteso che è alimentata dalle realtà territoriali che in passato sono risultate meno vivaci, come il viterbese ed il reatino. Queste mostrano un deciso rimbalzo, operando una sorta di “mediazione algebrica”, a fronte della più significativa minore crescita del tessuto imprenditoriale capitolino (+1,79%, a fronte di dinamiche costantemente superiori al 2% nell’ultimo triennio).

Tab. 2 - Risultanze anagrafiche presso il registro delle Imprese nelle province laziali e in

Italia. Anno 2017 e Serie Storica Tassi di crescita

Province Registrate Iscritte Cessate saldoTasso di

natalità

Tasso di

mortalità

Tasso di

crescita

2017

Tasso di

crescita

2016

Tasso di

crescita

2015

Tasso di

crescita

2014Frosinone 47.803 2.950 2.398 552 6,23 -5,06 1,17 1,28 0,83 0,61

Latina 57.911 3.778 3.097 681 6,53 -5,35 1,18 1,32 1,01 0,66

Rieti 15.184 1.071 776 295 7,16 -5,19 1,97 0,77 -0,13 -0,36

Roma 492.031 30.400 21.691 8.709 6,25 -4,46 1,79 2,08 2,05 2,24

Viterbo 37.826 2.376 1.965 411 6,34 -5,25 1,10 -0,36 0,39 0,43

Lazio 650.755 40.575 29.927 10.648 6,30 -4,65 1,65 1,77 1,71 1,80

Italia 6.090.481 356.875 311.165 45.710 5,88 -5,12 0,75 0,68 0,75 0,51

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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La disaggregazione a livello locale delle tendenze sopra descritte per macro-settori di attività conferma, come nel 2016, la progressiva “distensione” in atto nei settori più tradizionali, quali l’industria ed il commercio, rispetto agli scenari più asfittici del biennio 2014-2015; diversamente, gli altri comparti mostrano una decisa discontinuità rispetto ai dodici mesi precedenti non attribuibile esclusivamente a fattori endogeni. In primis l’agricoltura, la cui progressione in serie storica aveva determinato il ritorno in area espansiva lo scorso anno per la prima volta dal 2009, negli ultimi dodici mesi mostra un singulto negativo; al riguardo, come già sostenuto in questa sede, è presumibile che l’espansione “inconsueta” dello scorso anno sia stata per la gran parte sostenuta dagli incentivi legati al Piano di Sviluppo Rurale regionale 2014/2020. Altrettanto discontinui, sebbene con un profilo che resta ampiamente positivo, i servizi non commerciali, che risultano dissonanti nelle dinamiche, come di seguito più ampiamente esposto.

Tab. 3 – Imprese per comparto produttivo4 in provincia di Latina. Anno 2017

(valori assoluti, saldo annuale dello stock e var% stock)

COMPARTI ECONOMICIStock al

31.12.2017

Peso %

rispetto allo

stock totale

Saldo

annuale

stock

Var %

stock

2017

Var %

stock

2016

Var %

stock

2015

Var %

stock

2014

Primario 10.081 18,29 -77 -0,76 0,56 -1,31 -1,58

Secondario 12.194 22,13 89 0,74 0,52 -0,32 -0,75

Terziario tradizionale 15.159 27,50 76 0,50 0,40 0,41 -0,06

Macro settore dei servizi

orientati alle attività produttive 5.074 9,21 83 1,66 3,19 2,77 1,28

destinati al consumatore finale 7.825 14,20 239 3,15 1,92 2,47 1,63

servizi misti, a imprese o privati, e

sociali o collettivi

4.775 8,66 38 0,80 1,23 1,72 0,62

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Positivo il consolidamento del manifatturiero locale, la cui espansione (+0,74%, a fronte del +0,52% dei dodici mesi precedenti) si conferma in controtendenza rispetto alle dinamiche nazionali (-0,28% la variazione Italia, comunque in recupero rispetto al -0,50% del 2016); all’esito provinciale contribuisce la più contenuta decrescita del segmento artigiano, componente numericamente significativa (40% la quota sul totale) in tale comparto.

4 Settore primario (Agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca)

Settore secondario (Manifattura; Costruzioni; Estrazioni di minerali da cave e miniere; Fornitura di acqua, reti

fognarie, attività di gestione e trattamento rifiuti; Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata)

Settore terziario tradizionale (Commercio al dettaglio e all’ingrosso)

Servizi orientati al settore produttivo (Trasporto e magazzinaggio; Attività professionali, scientifiche e

tecniche; Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese)

Servizi destinati al consumatore finale (Servizi di alloggio e ristorazione; Altre attività di servizi, in prevalenza

parrucchieri e in misura minore riparatori di computer; Attività artistiche, sportive, di intrattenimento,

divertimento);

Servizi misti (alle imprese e/o alle famiglie) e servizi di tipo collettivo (Attività immobiliari; Attività

finanziarie e assicurative; Servizi di informazione e comunicazione; Sanità e assistenza sociale; Istruzione).

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Graf. 5 – Variazione % dello stock dell’industria disaggregato per segmento. Serie storica

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

Metallo Alimentari Legno Abbigliamento Prodotti non

metalliferi

(vetro,calce..)

Chimico

farmaceutico

Fab. Macch.

App. elettr. PC

Fabbr. mezzi di

trasporto

rimorchi

Manutenz.

Installaz

TOT

-35%

-25%

-15%

-5%

5%

15%

25%

2014 2015 2016 2017 Peso %

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Come lo scorso anno, sebbene con una “verve” più contenuta, il contributo più evidente è quello delle attività di Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature, che comprende interventi tecnici sui macchinari come impianti di refrigerazione, forni, bruciatori e macchinari agricoli; altrettanto, si conferma l’espansione del segmento alimentare. Le costruzioni proseguono sul sentiero di crescita avviatasi da un biennio (+0,79% la variazione percentuale dello stock, a fronte del +0,60% del 2016), all’esito della consueta minore vivacità della componente artigiana, che si mantiene in area negativa, pur registrando una sottrazione più contenuta, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 6 - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale – Costruzioni

Serie storica

0,79

1,97

-0,76

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

20172016201520142013201220112010

Tot costruzioni

Costruzioni non artigiane

Costruzioni artigiane

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Anche quest’anno si replica il contributo più significativo dell’Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria, nonché dei lavori di muratura e finitura degli edifici, quest’ultimo segmento alimentato soprattutto dalle realtà straniere.

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Al riguardo, il centro studi dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili5, conferma che “…il settore delle costruzioni ancora non riesce a vedere chiari segnali di ripresa, dopo la lunga e pesante crisi degli anni precedenti…”.

Le stime Istat riferite alla produzione del comparto edile nel 2017 restituiscono valori dell’indice corretto per gli effetti di calendario in crescita del +0,4%6, all’esito di un andamento fortemente discontinuo nei primi nove mesi e di dinamiche più positive nell’ultimo trimestre.

“….Anche per il 2017, la stima Ance per gli investimenti nella nuova edilizia residenziale è negativa e pari a -0,7% in termini reali rispetto al 2016. La contrazione in atto in questo segmento produttivo sottende al significativo calo dei permessi di costruire negli anni precedenti.…. Gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo confermano la dinamica positiva degli anni precedenti, giungendo a rappresentare il 38% del valore degli investimenti in costruzioni. Rispetto al 2016, per gli investimenti in tale comparto si stima una crescita dello 0,5% in termini reali..”. Per le stime su esposte l’Ance ha tenuto conto della proroga fino a dicembre 2017 del potenziamento al 50% della detrazione per le ristrutturazioni edilizie e della detrazione del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Inoltre, nella variazione del 2017 non sono stati considerati gli effetti derivanti dal sismabonus ed ecobonus destinati ad interi edifici (condomini) poiché, trattandosi di interventi complessi e globali, necessitano di maggior tempo per essere avviati e dunque impattare sui livelli produttivi

Graf. 7 – Investimenti in costruzioni – n. indice 2000=100

Fonte: Ance

Nel corso del 2017 l’edilizia residenziale pubblica mostra una significativa flessione del 3,0% in quantità (-2,4% in valori correnti); anche i bandi di gara per lavori pubblici evidenziano un ridimensionamento della domanda, con flessioni

tendenziali del 2,4% nel numero di bandi pubblicati e del 18,4% in valore, dopo la dinamica positiva del biennio precedente. Su tale risultato ha largamente inciso l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti (aprile 2016) e la conseguente

incertezza sulla relativa applicazione.

5 “Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, a cura del Centro Studi dell'Ance-

Febbraio 2018 6 “Statistiche Flash- Produzione nelle costruzioni e costi di produzione”, Istat febbraio 2018

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Passando ai segmenti tradizionali del terziario, le attività commerciali mostrano una leggera accelerazione tendenziale (+0,50% la variazione dello stock, a fronte del +040% precedente), che sarà esaminata più in dettaglio nel prosieguo; il segmento dell’auto prosegue l’espansione avviatasi nell’ultimo biennio, che ha determinato il significativo incremento demografico di quasi 70 unità da fine 2015. Dopo la decisa accelerazione dello scorso anno, i Servizi destinati alle imprese mostrano un passo nel 2017 più “morbido”, che tuttavia si arricchisce del contributo di più segmenti; in primis, le attività di Trasporto e Magazzinaggio mostrano un ritrovata vitalità nel ramo della “Movimentazione merci”.

D’altronde, secondo le ultime analisi del centro studi Confetra7, “..Significativa

è la ripresa del traffico nazionale (+6,1% dei vettori stradali a carico completo e

+3,5% del trasporto a collettame) che denota una ripresa della domanda

nazionale, così come analizzato dalla Banca d’Italia. …Continua la crescita dei

courier (+6,9% in quantità e +6,0% in fatturato), certamente trainata dalle

costanti performance dell’eCommerce che nel 2017 ha visto crescere del 10% i

web shopper italiani e del 17% gli acquisti da siti italiani…. Buono l’incremento

del cargo aereo (+10% in peso, +5,0% in numero di spedizioni e +6,0% in

fatturato) che aggiorna i suoi massimi storici superando il milione di tonnellate

trasportate…”. Da segnalare, inoltre, sempre secondo Confetra, la consistente

crescita delle spedizioni internazionali dove, oltre al già citato traffico aereo,

crescono anche la strada (+4,2% in quantità e +5% in fatturato) ed il traffico

marittimo (+4,4% in quantità e +5,5% in fatturato), mostrando un’accelerazione

rispetto alla prima parte dell’anno affiancata ad una costante crescita dei

margini.

Si confermano in espansione anche le attività professionali nel campo della “Consulenza aziendale”.

Le attività terziarie market oriented mostrano un positivo rimbalzo per effetto della corsa dei servizi alla persona, in prevalenza parrucchieri, estetisti, istituti di bellezza, in deciso rimbalzo (+4,95% la variazione percentuale dello stock, a fronte del precedente +2,40%). Replicano grossomodo i valori 2016 le attività ricettive: contribuiscono a tali esiti il segmento della ristorazione, seppur ad un passo più circostanziato, i Bar ed esercizi simili senza cucina (pub, birrerie, enoteche…), nonché la new entry degli affittacamere, che raddoppiano la crescita rispetto ai dodici mesi precedenti (+14 unità, rispetto alle 7 del 2016). Il filone del fitness (palestre e centri sportivi) e dalle consuete sale giochi alimentano la positiva crescita dell’aggregato delle Attività artistiche, sportive di intrattenimento e divertimento. Passando, invece, ai servizi misti (alle imprese e/o alle famiglie) e servizi di tipo collettivo, si evidenzia l’ulteriore rallentamento delle tendenze diffuso alla gran parte dei segmenti, che nell’insieme si sostanziano in una variazione percentuale complessiva dello stock pari a +0,80%, a fronte del +1,23% riferito ai dodici mesi precedenti.

7 “Nota congiunturale sul trasporto merci. 2016”- a cura del Centro Studi della Confederazione

Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica – Marzo 2017.

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13

Le attività immobiliari segnano il passo (+0,86% la variazione percentuale dello stock, a fronte dell’1,03% precedente), in linea con il rallentamento registrato su scala nazionale; il che lascia intendere che la rete esistenze soddisfi una domanda che è tornata lentamente a crescere, sebbene non ad un ritmo sostenuto, atteso che i mutui bancari erogati alle famiglie per l’acquisto di un’abitazione confermano nella nostra provincia un aumento intorno al 3% nel 2017, altrettanto a livello Italia. Peraltro, l’indagine congiunturale sul mercato immobiliare8

di Bankitalia

restituisce nel quarto trimestre 2017 il rafforzamento dei segnali di miglioramento della domanda, in quanto aumenta la quota di agenzie che hanno venduto almeno un’abitazione e si riducono le giacenze degli incarichi a vendere; tuttavia sembrano ridursi i nuovi mandati a vendere. Al riguardo, secondo l’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate9, “…Il mercato nazionale delle abitazioni ha fatto registrare, nel periodo ottobre-dicembre 2017, l’undicesimo trimestre consecutivo di crescita in termini di volumi delle compravendite (NTN pari a 152.608), con un tasso tendenziale, +6,3%, nuovamente in accelerazione dopo oltre un anno di progressivo rallentamento. La serie storica del NTN dal 2011, destagionalizzata con media mobile su quattro trimestri, mostra il mercato delle abitazioni in recupero quasi ininterrotto dal 2014 e, sul piano dei volumi di scambio, gli effetti della pesante contrazione del 2012 appaiono quasi del tutto riassorbiti…”.

Graf. 8 – Serie storica trimestrale NTN settore residenziale

Fonte:OMI – Agenzia delle Entrate

Altrettanto, avviene per gli immobili del settore terziario commerciale, che comprende per lo più uffici, istituti di credito, negozi, edifici commerciali, depositi commerciali e autorimesse: +9,2% il tasso tendenziale riferito al IV trimestre 2017. Sempre secondo l’Osservatorio del Mercato Immobiliare10, “…le recenti dinamiche di mercato hanno consentito al settore terziario-commerciale di tornare, in termini assoluti, ai livelli del 2012…”. 8 “Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia” – a cura della Banca d’Italia -

Febbraio 2018 9 “Statistiche trimestrali: residenziale IV trimestre 2017”- a cura dell’OMI - Osservatorio del

Mercato Immobiliare - Marzo 2018. 10

“Statistiche trimestrali: non residenziale IV trimestre 2017”- a cura dell’OMI- Osservatorio del

Mercato Immobiliare - Marzo 2018.

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Graf. 9 – Serie storica trimestrale NTN settore Terziario Commerciale

Fonte:OMI – Agenzia delle Entrate

Peraltro, quest’anno la crescita è avvenuta in tutte le macro-aree nazionali, con maggiore vivacità al Centro e nel Nord-Est (rispettivamente +10,0% e +14,9% la variazione tendenziale nel IV trimestre 2017). Chiudono il quadro sopra descritto, sebbene senza la presunzione dell’esaustività, le dinamiche dei prezzi delle abitazioni: l’indice dei prezzi IPAB11 nel corso del 2017 mostra una contrazione dello 0,4% (a fronte del -0,8% del 2016). Secondo l’Istat, “…Pur trattandosi del sesto anno consecutivo di flessione dei prezzi delle abitazioni, la diminuzione del 2017 è la più contenuta dal 2012 e si è manifestata in presenza della conferma dei segnali di ripresa dei volumi di compravendita (+5,1% l’incremento registrato per il 2017 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale)”. Tornando alle dinamiche di demografia imprenditoriale dei servizi tradizionali (Commercio al dettaglio e all’ingrosso), la cui leggera maggiore accentuazione è stata sopra evidenziata, quest’ultima è la sintesi della ulteriore decisa accelerazione del segmento dell’ingrosso (+1,20% la variazione tendenziale dello stock) e di un parziale recupero del dettaglio, che approssima la “neutralità” (-0,05% la variazione tendenziale dello stock).

Graf. 10 - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale – Commercio

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Var% Stock

Commercio

Var% Stock

Comm.

ingrosso

Var% Stock

Comm.

dettaglio

Var% Stock

tot attività

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

11

“Statistiche Flash – Dicembre 2017 – Prezzi delle abitazioni”, a cura dell’Istat. Aprile 2018

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15

D’altronde, su scala nazionale, secondo l’Istat12,“…Il 2017 si chiude con una crescita delle vendite modesta (+0,2%), sintesi di un aumento dell’1,4% per la grande distribuzione (all’interno della quale emerge la crescita del 3,2% dei discount di alimentari) e di una diminuzione dello 0,8% delle vendite delle imprese operanti su piccole superfici.” Per quanto attiene ai settori merceologici, la grande distribuzione si colloca in area positiva per entrambi, alimentari e non (rispettivamente +1,6% e +0,9%); diversamente, le aziende di piccole superfici mostrano variazioni negative più marcate negli esercizi specializzati alimentari (-1,1%), come illustrato nella tabella seguente: Tab. 4 – Commercio al dettaglio per forma distributiva e settore merceologico. Dati in valore.

Dicembre 2017, variazioni percentuali (indici in base 2010=100) (a)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

(a) Dati provvisori

Tornando ai dati di demografia imprenditoriale, a livello locale, rispetto alle consuete dinamiche evidenziate in questa stessa sede nelle edizioni precedenti riferite alle difficoltà degli esercizi specializzati e non, occorre evidenziare quale discrimine nel 2017 la variazione negativa delle attività ambulanti, i cui prodromi si erano già manifestati con l’inedita battuta d’arresto dello scorso anno; le flessioni più significative nei segmenti del tessile, abbigliamento e calzature, mentre la bigiotteria torna positiva. Graf. 11 – Andamento del tasso di crescita del commercio al dettaglio per segmento di attività

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

esercizi

special. e non (47-47.79)

ambulanti (47.8) via internet/corrisp.

/porta a porta (47.9)

TOTALE

-20

-10

0

10

20

30

40

50

60

70

80Var % Stock 2012 Var % Stock 2013 Var % Stock 2014 Var % Stock 2015

Var % Stock 2016 Var % Stock 2017 peso % 2017

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

12

“Statistiche Flash – Dicembre 2017 - Commercio al dettaglio”, a cura dell’Istat. Febbraio 2018

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16

Al riguardo, considerando l’intero periodo di osservazione esposto nel grafico precedente (2012-2017), la disaggregazione territoriale degli esiti provinciali tra comune capoluogo e “Altri comuni” mostra delle divergenze significative. In primis, si evidenzia che per l’ambulantato, che a livello provinciale ha registrato una significativa crescita (più sostenuta nel primo quadriennio), questa si è realizzata con maggior vigore nei centri minori, dove la sede non fissa trova maggiore spazio (20% il peso sull’aggregato del commercio al dettaglio, a fronte del 15% nel comune capoluogo). Speculare la dinamica riferita alla sede fissa (Esercizi specializzati e non), che è tornata positiva nell’ultimo biennio, a fronte di una flessione ragguardevole negli altri centri rispetto al capoluogo; tale sottrazione si è realizzata soprattutto nei segmenti non alimentari. In sintesi, nel primo quadriennio nel comune di Latina si realizza una sorta di travaso algebrico dalla sede fissa all’ambulante, probabilmente attribuibile a logiche imprenditoriali di abbattimento dei costi fissi; mentre nell’ultimo biennio si inverte la rotta e tornano ad avere un maggiore appeal gli esercizi in sede fissa. Medesime dinamiche si replicano anche negli “Altri comuni”, ma con una dimensione temporale più ampia per quanto attiene l’effetto di sostituzione sopra descritto; peraltro, l’ultimo biennio si mantiene negativo in termini di sedi fisse. D’altronde, tali esiti sono la risultante di fattori endogeni significativi, come l’apertura di polarità commerciali che modificano i flussi dei consumatori; altrettanto anche i nuovi trend commerciali rilevati su scala nazionale. E’ noto, infatti che in Italia la rete fissa si è contratta a favore di altre forme distributive, come l’ambulantato e soprattutto canali distributivi più moderni; i due grandi fenomeni dell’ultimo decennio sono l’e-commerce e la distribuzione automatica (vending machine). Il commercio ambulante, peraltro, si è sviluppato su nuove tendenze: l’artigianato, i prodotti tipici e lo street food; mentre la distribuzione automatica si è molto sviluppata sia in termini di gamma di prodotti offerti (alimenti, piante, accessori elettronica), sia in quanto sono aumentate le macchine distributrici collocate in luoghi come stazioni, metropolitane, fermate di autobus, luoghi di lavoro, ospedali, scuole. La sede fissa (Esercizi specializzati e non) ha tenuto maggiormente, invece, nel comune capoluogo, atteso che nel resto della provincia ha complessivamente mostrato una flessione soprattutto nei segmenti non alimentari, probabilmente attribuibile alla concorrenza delle grandi superfici extra-urbane, polarità commerciali attrattive di flussi dai vari centri urbani “minori”.

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17

Graf. 12 – Andamento del tasso di crescita del commercio al dettaglio per segmento di attività

Provincia di Latina, comune di Latina e altri comuni Var % dello stock 2017-2011

-5,0 5,0 15,0 25,0 35,0

esercizi

special. e non

(47-47.79)

ambulanti

(47.8)

via internet

corrisp.

porta a porta

(47.9)

TOTALE

Provincia

Altri Comuni

Latina

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

In ulteriore “dissonanza geografica” è la decisa espansione del segmento delle formule di vendita non tradizionali, prevalentemente attribuibile alla crescita delle imprese che vendono via internet, la cui espansione è risultata essere nettamente più significativa nel capoluogo, che oggi concentra oltre il 35% dell’intero segmento. A chiusura del quadro, come di consueto, si riporta nella tabella seguente la disaggregazione settoriale delle tendenze dell’intero tessuto produttivo:

Tab. 5: Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività anno 2017

Settore Stock al

31.12.2017

Saldo annuale

dello stock

Var. % stock

2017/2016

Var. %

stock

2016/2015

Var.% stock

2015/2014

A Agricoltura, silvicoltura pesca 10.081 -77 -0,76 0,56 -1,31

B Estrazione di minerali da cave e miniere 39 1 2,63 -2,44 2,50

C Attività manifatturiere 4.531 20 0,44 0,22 -0,86

D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata 69 3 4,55 6,45 1,64

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione

dei rifiuti e risanamento 163 7 4,49 3,97 1,99

F Costruzioni 7.392 58 0,79 0,60 -0,07

G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di

autoveicoli e motocicli 15.159 76 0,50 0,40 0,41

H Trasporto e magazzinaggio 1.704 27 1,61 0,06 -2,22

I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 4.718 96 2,08 2,17 2,75

J Servizi di informazione e comunicazione 1.131 14 1,25 1,53 2,54

K Attività finanziarie e assicurative 1.154 2 0,17 0,17 1,91

L Attività immobiliari 1.768 15 0,86 1,03 1,49

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.328 14 1,07 1,62 2,67

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle

imprese 2.042 42 2,10 7,07 7,79

O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione

sociale obbligatoria 6 0 0,00 0,00 0,00

P Istruzione 271 -5 -1,81 2,97 0,00

Q Sanità e assistenza sociale 451 12 2,73 3,02 1,16

R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e

divertimento 861 44 5,39 1,98 0,12

S Altre attività di servizi 2.246 99 4,61 1,36 2,80

Totale 57.911 686 1,20 1,33 1,01 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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Gli imprenditori stranieri

La componente non indigena del tessuto produttivo locale ammonta a 4.312 imprese, in ulteriore crescita nell’ultimo anno di 196 unità, grazie soprattutto al consueto più incisivo contributo delle realtà extracomunitarie che spiegano il 70% delle provenienze straniere e che registrano un saldo positivo di 125 realtà imprenditoriali.

Nonostante anche quest’anno i flussi di demografia imprenditoriale delle realtà straniere risultino più contenuti, queste determinano il 30% dell’intero aumento delle imprese registrato nel nostro territorio. Il grafico seguente, le cui spezzate si riferiscono ai tassi di crescita registrati su base trimestrale dalle imprese straniere e non, mostra il differenziale in progressivo contenimento in serie storica:

Graf. 13 tassi di crescita trimestrali imprese italiane e straniere in provincia di Latina Serie storica

-0,50

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

I trim

2015

II trim

2015

III trim

2015

IV trim

2015

I trim

2016

II trim

2016

III trim

2016

IV trim

2016

I trim

2017

II trim

2017

III trim

2017

IV trim

2017

Italiane

Straniere

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Al riguardo, si sottolinea che su scala nazionale la stessa Unioncamere ha evidenziato che le aziende costituite da cittadini stranieri “..Crescono quasi cinque volte più della media e, da sole, rappresentano il 42% di tutto l'aumento delle imprese registrato nel 201…-La conferma dell'importanza del fenomeno viene osservando il rilievo del saldo di imprese di stranieri in alcune regioni (Toscana, Veneto, Liguria, Marche) dove, senza il contributo di questa componente, il saldo regionale del 2017 sarebbe stato negativo. In altre regioni (Piemonte, Emilia-Romagna), l'apporto dell'imprenditoria straniera ha invece contribuito significativamente ad attenuare la forte contrazione di quella autoctona, pur non riuscendo a ribaltare il segno negativo del saldo complessivo…”.

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19

Tali esiti sono evidenziati nel seguente grafico:

Graf. 14 Contributo delle imprese di stranieri al saldo totale regionale nel 2017

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

Il focus sui Paesi di provenienza (riferito alle sole imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità del titolare), restituisce su scala nazionale la maggiore presenza di imprenditori del Marocco, a seguire la Cina e la Romania; al riguardo unioncamere evidenzia che “… alcune nazionalità hanno eletto delle vere e proprie “patrie” imprenditoriali in alcune province italiane: è il caso dell’Egitto che concentra in provincia di Milano quasi la metà (il 44,7%) di tutte le sue imprese in Italia; o del Bangladesh che ha il suo ‘quartier generale’ a Roma, dove ha sede il 42,5% di tutte le sue imprese. Sempre a Roma si trova la comunità imprenditoriale rumena più estesa (il 15% del totale delle

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imprese guidate da cittadini di quel paese). Ma anche in altre province si assiste a significative concentrazioni di imprese di una data nazionalità: a Napoli ha sede il 19,6% della comunità imprenditoriale pachistana, mentre la ‘capitale’ dell'imprenditoria cinese in Italia è ormai a Milano, dove ha stabilito la propria sede l'11% di tutta la rappresentanza del Celeste Impero..”.

Graf. 15 Graduatoria degli imprenditori stranieri per provenienza. Italia - Anno 2017

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

Il confronto con il nostro territorio, fa emergere peculiarità significative in ragione della marcata connotazione agricola del nostro territorio, che negli ultimi anni ha determinato flussi migratori considerevoli, in primis dall’India; crescono inoltre anche le i titolari di impresa bengalesi.

Tab. 6 Graduatoria degli imprenditori stranieri per provenienza

in provincia di Latina. Anni 2017 e 2011

Stato di nascita Persone

Registrate

Stato di nascita Persone

Registrate

ROMANIA 493 ROMANIA 372MAROCCO 367 MAROCCO 272INDIA 341 TUNISIA 142BANGLADESH 225 GERMANIA 140CINA 154 CINA 123NIGERIA 141 SVIZZERA 89GERMANIA 138 INDIA 81TUNISIA 135 BANGLADESH 74SVIZZERA 92 GRAN BRETAGNA 60ALBANIA 81 LIBIA 59

2017 2011

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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L’articolazione imprenditoriale su esposta rispecchia molto da vicino la concentrazione delle comunità straniere nella nostra provincia (ultimo dato disponibile al 31 dicembre 2016), almeno per quanto attiene le residenze che colgono la dimensione “ufficiale”:

Tab. 7 Cittadini Stranieri. Popolazione residente per sesso e cittadinanza al 31 dicembre 2016

Paesi Maschi Femmine Totale% sul

totale

Romania 9.280 10.384 19.664 39,3

India 7.912 2.822 10.734 21,4

Albania 1.171 1.133 2.304 4,6

Ucraina 429 1.291 1.720 3,4

Marocco 883 703 1.586 3,2

Polonia 474 789 1.263 2,5

Filippine 509 638 1.147 2,3

Bangladesh 917 173 1.090 2,2

Tunisia 679 363 1.042 2,1

Cina 419 378 797 1,6

TOTALE 26.854 23.213 50.067 100,0 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Dalla tabella seguente emergono le prime peculiarità dell’ethnic business rispetto alla componente autoctona, essendo le attività commerciali di gran lunga più diffuse (37,4% il peso sul totale delle attività straniere, a fronte del 25,3% delle italiane), in quanto predilette dalle comunità marocchine, bengalesi e cinesi; seguono le costruzioni, appannaggio storico dei rumeni.

In terza posizione l’agricoltura, in prevalenza praticata dagli indiani, che mostra una quota intorno al 9% di imprese straniere (a fronte del 18% delle realtà indigene) ed un’incidenza della componente estera nettamente inferiore alla media (3,7%, a fronte del 7,4%), che ne testimonia il minor grado di apertura all’immigrazione, prevalendo per gli stranieri in tale segmento l’occupazione alle dipendenze.

Tab. 8 Imprese Italiane e straniere in provincia di Latina - Anno 2017 Settore Italiana Straniera Totale Incidenza %

straniere sul

segmento

Peso %

sul tot

Italiane

Peso %

sul tot

Straniere

Agricoltura, silvicoltura pesca 9.713 368 10.081 3,7 18,1 8,5

Attività manifatturiere 4.326 205 4.531 4,5 8,1 4,8

Costruzioni 6.710 682 7.392 9,2 12,5 15,8

Commercio 13.545 1.614 15.159 10,6 25,3 37,4

Trasporto e magazzinaggio 1.614 90 1.704 5,3 3,0 2,1

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 4.429 289 4.718 6,1 8,3 6,7

Servizi di supporto alle imprese 1.684 358 2.042 17,5 3,1 8,3

S Altre attività di servizi 2.071 175 2.246 7,8 3,9 4,1

Totale 53.599 4.312 57.911 7,4 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

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Quanto sopra affermato trova riscontro nella tabella seguente, che mostra come le provenienze extracomunitarie siano maggiormente concentrate nel commercio, primo settore per numero di imprese (46,7% il peso percentuale). Diversamente, le provenienze comunitarie (prevalentemente Romeni) sono storicamente concentrate nel comparto edile, che peraltro quest’anno recupera vitalità rispetto alle dinamiche più contenute delle precedenti annualità.

Tab. 9: Primi 5 settori di attività per area di provenienza - Provincia di Latina -Anno 2017

Valore assoluto, peso % e var% Stock

Settoren.ro

impresepeso%

Var% Stock

'17/'16Settore

n.ro

impresepeso%

Var% Stock

'17/'16Settore

n.ro

impresepeso%

Var% Stock

'17/'16

Costruzioni 414 33,4 7,8 Commercio 1.324 46,7 1,1 Commercio 13.408 26,7 0,3

Commercio 9 23,4 8,6 Agricoltura 282 9,1 13,7 Agricoltura 9.672 19,3 -1,1

Servizi alle

imprese101 8,2 5,2 Costruzioni 264 10,0 8,2 Costruzioni 6.589 13,1 0,1

Ristorazione 94 7,6 1,1

Servizi alle

imprese

(Volantinaggio)

257 9,3 -2,7Alloggio e

Ristorazione4.380 8,7 1,9

Agricoltura 86 6,9 6,2 Ristorazione 195 6,9 4,8 Manifattura 4.197 8,4 0,5

Tot Attività 1.314 --- 5,8 Tot Attività 2.989 --- 4,4 Tot Attività 52.701 --- 0,9

Comunitaria Extra U.E. Italiana

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Tornando all’agricoltura, occorre evidenziare che risulta avere maggiore appeal in alcune zone delle provincia, come Fondi, Terracina e Sabaudia che, appunto, si distinguono per la presenza significativa della comunità indiana, i cui flussi di ingresso sono strettamente correlati a tale comparto.

Di seguito è riportata la disaggregazione per nazionalità e principale settore di attività delle imprese straniere riferita ai comuni della provincia dove risulta più elevata le presenza estera.

Tab. 10 Comuni della provincia di Latina con maggiore presenza di imprese straniere.

Comuni Imprese

% su

imprese

straniere

Prime

Nazionalità

Primo settore per

nazionalità

Latina 1.181 27,4 Romania

Cina

Costruzioni

Commercio

Aprilia 653 15,1 Romania

India

Costruzioni

Commercio

Terracina 331 7,7 Bangladesh

India

Commercio

Agricoltura e Commercio

Fondi 327 7,6 India

Pakistan

Agricoltura

Commercio

Cisterna 309 7,2 Bangladesh

Nigeria

Commercio

Commercio

Sezze 203 4,7 Romania

Marocco

Costruzioni

Commercio

Sabaudia 153 3,5 India

Marocco

Agricoltura e Commercio

Commercio

Priverno 137 3,2 Marocco Commercio

Totale Provincia 4.312 100,0 Romania

Marocco

India

Costruzioni

Commercio

Commercio Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Dunque, come accennato in precedenza, in termini di trend l’anno appena trascorso mette a segno nuovamente un rallentamento dei flussi di demografia imprenditoriale straniera, fermandosi il tasso di crescita al +4,13%, all’esito

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23

della ulteriore flessione del tasso di natalità, che perde un altro punto percentuale, mentre la mortalità mostra una variazione non altrettanto significativa, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 16 - Andamento degli indicatori di demografia delle imprese straniere a Latina

Serie storica

13,1515,25

15,34

13,49

16,66

12,27

4,135,25

8,148,75

5,38

7,60

13,1515,25

15,34

13,49

16,66

12,27

4,135,25

8,148,75

5,38

7,60

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

2012 2013 2014 2015 2016 2017

Tasso di natalità

Tasso di mortalità

Tasso di crescita

Tasso di natalità

Tasso di mortalità

Tasso di crescita

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Nonostante la crescita si connoti per una minore accentuazione, l’espansione imprenditoriale straniera si conferma significativamente più marcata rispetto alle tendenze indigene, il cui tasso di crescita a livello locale si attesta nel corso del 2017 al 0,95% (nel 2016 era al +1,03%). La minore crescita delle realtà non indigene è condivisa anche a livello regionale, dove in soli due anni si è dimezzata (+5,10% il tasso di sviluppo attuale, a fronte del +7,77% del 2015 e +10,11% nel 2014); anche su scala nazionale si conferma il contenimento dei flussi, sebbene meno significativo (+4,13% il tasso di crescita).

Graf. 17 - Andamento del tasso di crescita delle imprese stranieri a Latina, Lazio e Italia

Serie storica

4,13

5,25

8,148,75

5,38

7,60

3,364,13

5,766,06

4,88

5,36

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

11,0

2012 2013 2014 2015 2016 2017

Tasso di

crescita Latina

Tasso di crescita

Italia

Tasso di

crescita Lazio

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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24

La disaggregazione settoriale delle dinamiche su esposte mostra, in primis, la conferma dell’espansione dell’agricoltura, in ulteriore accentuazione, mentre risultano più contenuti i flussi riferiti alle attività commerciali ed ai servizi alle imprese (trattasi in prevalenza di attività destinate alla cura e manutenzione del paesaggio e dei servizi di volantinaggio); recuperano, invece, brio le costruzioni e i trasporti.

Tali evidenze sono illustrate nel grafico seguente:

Graf. 18 Variazione dello stock delle imprese straniere per settore di attività economica e peso % Provincia di Latina - Serie storica

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Trasporto Servizi alla

persona

Industria Servizi alle

imprese

Ristorazione Agricoltura Costruzioni Commercio

-15

-5

5

15

25

35

45

Var% stock 14/13 Var% stock 15/14 Var% stock 16/15

Var% stock 17/16 peso % settori

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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25

L’artigianato

Su scala nazionale, sebbene anche quest’anno le dinamiche complessive permangano in area negativa, si ripropone il progressivo allentamento della morsa, che ha decimato nell’ultimo decennio le piccole realtà artigiane del nostro Paese. La selezione dei mercati avvenuta nell’ultimo decennio ha innalzato le barriere “psicologiche” di entrata (le nuove iscrizioni nel 2017 sfiorano il 60% di quelle registrate ad inizio periodo), in ragione in primis dell’incertezza riguardo alla sostenibilità dei business di piccole dimensioni e delle minori disponibilità in termini di risparmi da destinare a nuove attività imprenditoriali. Gli esiti degli ultimi dodici mesi mostrano un turnover in ulteriore decelerazione: le nuove iscrizioni sfiorano le 81mila unità, a fronte delle oltre 92mila cessazioni, entrambi in rallentamento, per una decrescita imprenditoriale dello 0,85%, come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 11: Iscrizioni, cessazioni, saldi e stock delle imprese per anno nel periodo 2007-2017

Tasso di Tasso di Tasso di

iscrizione cessazione crescita

2007 137.304 124.783 12.521 9,25% 8,41% 0,84%

2008 125.484 120.027 5.457 8,40% 8,03% 0,37%

2009 108.542 124.456 -15.914 7,25% 8,32% -1,06%

2010 109.753 114.817 -5.064 7,42% 7,77% -0,34%

2011 104.438 110.755 -6.317 7,10% 7,53% -0,43%

2012 100.317 120.636 -20.319 6,87% 8,26% -1,39%

2013 92.853 120.746 -27.893 6,45% 8,39% -1,94%

2014 88.498 108.891 -20.393 6,29% 7,74% -1,45%

2015 87.929 106.867 -18.938 6,36% 7,73% -1,37%

2016 82.995 98.806 -15.811 6,10% 7,26% -1,16%

2017 80.836 92.265 -11.429 6,02% 6,87% -0,85%

ANNO Iscrizioni Cessazioni

non

d'ufficio

Saldi

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Tutte le aggregazioni regionali confermano performance di segno negativo ad eccezione del Trentino Alto Adige prossimo alla stazionarietà, ed alla Sardegna che mostra una contrazione più accentuata.

Valle D’Aosta, Lombardia, Friuli Venia Giulia e Liguria confermano performance superiore alla media nazionale (indicate nel grafico seguente all’interno dell’ovale verde).

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26

Atteso che la componente non artigiana dell’universo imprenditoriale replica i medesimi esiti del 2016 (+1,21% il tasso di sviluppo), anche negli ultimi dodici mesi si accorciano le distanze rispetto al segmento artigiano, per un differenziale intorno ai due punti percentuali (erano 2,4 l’anno predente).

Graf. 19 – Tassi di crescita imprenditoriale nelle regioni italiane anni 2016 e 2017

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese La decrescita laziale si arresta al -1,09% (a fronte del -1,34% del 2016), approssimando quasi pienamente la variazione capitolina, che non modica i propri esiti rispetto al 2016. Diversamente, tutti gli altri territori contengono le perdite. Nel Lazio il saldo tra iscrizioni e cessazioni è negativo per mille e 60 artigiani, per un bilancio giornaliero tra nuove aperture e chiusure di quasi tre imprese in meno (di cui due a Roma), a fronte delle oltre 4 unità in meno al giorno dell’anno precedente. Tab. 12 : Risultanze anagrafiche artigiane presso il registro delle Imprese nelle province laziali e in Italia.

Serie storica

Territori Registrate Iscrizioni Cessazioni Tasso di

natalità

Tasso di

mortalità

Tasso di

crescita

2017

Tasso di

crescita

2016

Tasso di

crescita

2015

Tasso di

crescita

2014

Tasso di

crescita

2013Frosinone 8.810 577 709 6,45 -7,93 -1,48 -2,18 -1,93 -2,04 -3,19

Latina 8.988 580 650 6,40 -7,17 -0,77 -1,63 -0,90 -1,44 -1,45

Rieti 3.620 210 290 5,67 -7,83 -2,16 -2,60 -2,81 -1,73 -2,42

Roma 67.323 4.219 4.910 6,20 -7,22 -1,02 -1,03 -1,87 -0,60 -0,42

Viterbo 7.439 454 542 6,03 -7,20 -1,17 -2,25 -2,12 -1,31 -1,71

Lazio 96.180 6.040 7.101 6,21 -7,30 -1,09 -1,34 -1,85 -0,91 -0,97

Italia 1.327.180 80.836 92.265 6,02 -6,87 -0,85 -1,16 -1,37 -1,45 -1,94 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

LIGBAS

CAL

CAMEMR

FVG

LAZIO

LOM

PIE

PUG

SIC

TOS

TAD

UMB

VDA

VEN

ITALIA

Italia tot.

Economia non

artigiana

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

-2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5

2016

2017

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27

Il confronto territoriale è evidenziato anche nel grafico seguente:

Graf. 20: Risultanze anagrafiche delle imprese artigiane presso il Registro delle Imprese nelle province laziali nel 2017 (valori %)

-0,85-1,09-1,17-1,02

-2,16

-0,77-1,48

-9,0

-7,0

-5,0

-3,0

-1,0

1,0

3,0

5,0

7,0

9,0

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia

%

Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di crescita 2017

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese Per quanto riguarda la provincia di Latina, l’artigiano misura quasi 9mila imprese, per un volume pari circa ad 1/5 del tessuto produttivo locale (considerato al netto dell’agricoltura). In termini di flussi, nel corso del 2017 si registra un recupero delle dinamiche, atteso che l’anno precedente era stato segnalato quale peggiore risultato in serie storica; la minore decrescita risulta in linea con le tendenze rilevate su scale regionale e nazionale, sebbene il differenziale sui dodici mesi precedenti per la nostra provincia sia nettamente più significativo.

Graf. 21: - Andamento degli indicatori di demografia imprenditoriale delle imprese artigiane in

provincia di Latina. Serie storica

-1,63-0,90-1,44-1,45

-0,500,41-0,07

-0,40

1,4

-0,77

1,18

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Tasso di iscrizione

Tasso di cessazione

Tasso di crescita artigianato

Tasso di crescita tot economia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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28

Negli ultimi dodici mesi le dinamiche locali tendono a sovrapporsi con le performance nazionali, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 22: - Andamento del tassi di crescita imprenditoriale delle imprese artigiane in Italia e a Latina. Serie storica

-0,77

-1,63

-1,44-1,45

-0,50

0,41

-0,07-0,40

1,43

-0,90 -0,85

-1,16

-1,94

-1,39

-0,43

-0,34

-1,06

0,37

-1,45 -1,37

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Tasso di crescita

Latina

Tasso di crescita Italia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Il saldo in termini assoluti tra le 580 iscrizioni durante l’anno e le 650 cancellazioni (al netto delle cessazioni d’ufficio) determina la sottrazione di ulteriori 70 unità, in deciso contenimento rispetto al brusco ridimensionamento certificato nel 2016 (-150imprese), che conduceva ad un minimo inesplorato in serie storica. La più contenuta decrescita imprenditoriale si determina prevalentemente all’esito del comprimersi del tasso di mortalità (7,06%, a fronte del 8,17% riferito ai dodici mesi precedenti), atteso che le aperture di nuove attività non mostrano significative modificazioni in termini di trend sui dodici mesi precedenti, confermando tuttavia la progressiva minore propensione all’impreditorialità in tale segmento. Passando all’articolazione settoriale del comparto, questo mostra la storica maggiore presenza di imprese delle costruzioni, con una quota del 35% (circa 3mila e 145 aziende), segue l’industria manifatturiera con il 21% delle realtà artigiane (poco meno di mille e 850 unità); a notevole distanza i servizi alla persona che spiegano il 15% del comparto (1.390 imprese), le attività commerciali (prevalentemente officine meccaniche) per una quota dell’8% (circa 750 unità) e la ristorazione (pasticcerie e gelaterie, in valore assoluto pari a 470 unità). Nel dettaglio, l’industria mostra una prevalenza di attività di carpenteria metallica (esclusi i macchinari), che rappresentato 1/5 dell’intero comparto; seguono la “Fabbricazione di prodotti di carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia”, e la trasformazione alimentare (entrambi intorno al 10% della manifattura artigiana). Riguardo alle attività commerciali, le imprese del settore operano prevalentemente (90% la quota) nel campo della “Manutenzione e

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29

riparazione di autoveicoli”. Infine, tra i servizi alla persona risulta maggiormente rappresentata la categoria dei “Parrucchieri, barbieri, estetiste”.

Graf. 23: Peso percentuale dei i primi sei rami di attività dell’artigianato in provincia di Latina.

Anno 2017

Costruzioni

35%

Trasporti

5%Serv. Alla

persona

15%

Commercio

8% Industria

21%

Ristorazione

5%

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

La disaggregazione settoriale dei flussi, salvo che per le diverse intensità, replica lo scenario dell’ultimo biennio, che restituisce in area positiva il solo segmento dei Servizi alla persona (estetiste e parrucchieri), peraltro in decisa accelerazione nel 2017 (+2,43% la variazione percentuale dello stock, a fronte del +0,97% precedente).

Graf. 24: Movimento delle imprese artigiane nei i primi sei rami di attività dell’artigianato in provincia di Latina. Serie storica (valori %)

-8,0 -6,0 -4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0 6,0

Costruzioni

Industria

Servizi alla

persona

Commercio

Trasporti,

magazzinaggio

Ristorazione

Totale primi 6

settori

Totale Attività 2015 2016

2017

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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30

A fronte di un parziale recupero diffuso a tutti i principali settori di attività che, come già sottolineato, sfoltiscono ulteriormente le loro fila, segnali più marcati sono riscontrati dai trasporti e della ristorazione (pizzerie al taglio), che più degli altri avevano “prestato il fianco” nei dodici mesi precedenti. Per quanto attiene l’industria, anche quest’anno registra le flessioni più significative nel segmento della carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia; in flessione anche la trasformazione alimentare (in prevalenza forni e pasticcerie). Stazionaria, invece, la Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature La disaggregazione settoriale delle tendenze della componente artigiana nella nostra provincia è illustrata nella tabella seguente:

Tab. 13: Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività anno 2017

Settore

Registrate Saldo annuale

dello stock (*)

Var. %stock

Anno 2017

Var. %stock

Anno 2016

Var. %stock

Anno 2015

A Agricoltura, silvicoltura pesca 79 -2 -2,47 -1,22 -5,75C Attività manifatturiere 1.844 -40 -2,12 -2,43 -2,72D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e

aria condizionata1 0 0,00 0,00 0,00

E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di

gestione dei rifiuti e risanamento12 -1 -7,69 -7,14 -6,67

F Costruzioni 3.145 -24 -0,76 -1,40 -0,92G Commercio all'ingrosso e al dettaglio;

riparazione di autoveicoli e motocicli750 -16 -2,09 -1,79 -1,39

H Trasporto e magazzinaggio 458 -12 -2,55 -4,85 -4,06I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 470 -5 -1,05 -4,04 -2,17J Servizi di informazione e comunicazione 47 0 0,00 -7,84 6,25K Attività finanziarie e assicurative 1 0 0,00 0,00 0,00

M Attività professionali, scientifiche e tecniche 148 1 0,68 -5,77 1,30

N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di

supporto alle imprese341 -5 -1,45 4,22 6,07

P Istruzione 7 0 0,00 -12,50 -11,11Q Sanità e assistenza sociale 4 0 0,00 33,33 0,00R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e

divertimento19 -3 -13,64 4,76 5,00

S Altre attività di servizi 1.651 37 2,29 0,12 1,38 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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31

L’imprenditoria femminile

Occorre sottolineare che l’interruzione della serie storica avvenuta in relazione al nuovo algoritmo utilizzato per l’aggregazione delle imprese femminili, non consente confronti in termini di demografia imprenditoriale, se non a partire dal mese di marzo 2014.

L’universo imprenditoriale in rosa in Italia annovera oltre 1,3 milioni di realtà femminili, che in termini relativi sono pari al 21,9% del tessuto produttivo; i flussi di demografia imprenditoriale tornano nel 2017 sopra la soglia dell’1%, in deciso recupero rispetto al “passo falso” dello scorso anno.

Il grafico sottostante illustra13 il confronto territoriale, per un bilancio 2017 che mostra un andamento comune alla gran parte delle regioni che, infatti, si collocano in prevalenza in area positiva (uniche eccezioni Piemonte, Marche e Friuli Venezia Giulia che rimangono negative in entrambe le annualità). L’ovale verde tracciato nel grafico mostra i territori nei quali la componente femminile cresce in misura superiore rispetto al dato medio nazionale nell’intero biennio.

Graf. 25 – Tassi di crescita imprenditoriale nelle regioni italiane – Anni 2016 e 2017

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese La crescita più sostenuta si concentra in 4 regioni: Sicilia, Lazio, Campania e Lombardia, dove le fila delle capitane di impresa si ingrossa di oltre 8mila unità.

13

La bisettrice del primo quadrante indica tassi di crescita coincidenti nelle due annualità; le regioni che si posizionano al di sopra di tale retta mostrano tassi di crescita più sostenuti nel 2017 rispetto all’anno precedente; quante si posizionano al di sotto registrano un rallentamento della crescita imprenditoriale.

PIE

LOM

TAA

VEN

FVG

LIG EMR TOSUMB

MAR

LAZ

ABR

MOL

CAM

PUGBAS

SIC

SAR

ITALIA

Tot. Economia

-0,5%

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2,0%

2,5%

3,0%

-0,5% 0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0% 2,5% 3,0%2016

2017

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32

Si mantiene sostenuta, dunque, la crescita laziale, sebbene in leggero contenimento: +2,19% il tasso di sviluppo targato 2017 (+2,31% nel 2016), consolidato dal minore accentuazione capitolina; diversamente, il viterbese mette a segno un deciso rimbalzo, a compensare la brusca battuta d’arresto dei dodici mesi precedenti. Mentre il frusinate mantiene la rinnovata “verve” dell’anno passato.

Tab. 14– Imprese Femminili nel Lazio per provincia – Anno 2017 Provincia Registrate Iscrizioni Cessazioni

non d'ufficio

Saldo Tasso

natalità

Tasso

mortalità

Tasso

crescita

2017

Tasso

crescita

2016

Tasso

crescita

2015

FROSINONE 13.466 926 779 147 6,94 5,84 1,10 1,04 0,17

LATINA 14.824 1.133 981 152 7,65 6,63 1,03 1,35 1,50

RIETI 4.114 342 260 82 8,48 6,45 2,03 1,74 0,20

ROMA 100.424 7.876 5.357 2.519 7,99 5,43 2,55 2,86 2,46

VITERBO 10.430 800 616 184 7,82 6,02 1,80 0,41 1,05

Lazio 143.258 11.077 7.993 3.084 7,86 5,67 2,19 2,31 1,97

Italia 1.331.367 98.286 84.897 13.389 7,44 6,42 1,01 0,37 1,10 Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Si conferma, invece in rallentamento la nostra provincia, dove l’universo in rosa misura oltre le 14mila e 800 unità; il bilancio 2017 è di 152 unità in più, all’esito della sottrazione di 981 imprese (al netto delle cessazioni d’ufficio) alle 1.133 iscrizioni. In termini relativi la crescita si attesta all’1,03%, in linea con le dinamiche nazionali, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 26 - Indicatori di imprenditorialità femminile nelle province del Lazio. Anno 2017

1,012,191,80

2,552,03

1,10 1,03

-11,00

-6,00

-1,00

4,00

9,00

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia

%

tasso natalità tasso mortalità tasso di crescita

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

Il genere è da ritenersi senz’altro un fattore dirimente rispetto alle scelte settoriali; a fronte di una quota intono al 30% di imprese sia maschili che femminili impegnate nelle attività commerciali (indicate nella tabella seguente come terziario tradizionale), che si replica anche a livello regionale e nazionale, intervengono a seguire le peculiari caratteristiche socio-economiche della nostra provincia. Difatti, l’agricoltura, che nella nostra provincia assume dimensioni significative, raccoglie il consenso del genere femminile in misura decisamente

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33

superiore rispetto ai colleghi uomini pontini (21,7% la quota in rosa, a fronte del 17,1% della frequenza maschile), posizionandosi a notevole distanza dai valori regionali (11,9% la quota femminile laziale) e nazionali (17,3%).

Tab. 15 – Imprese femminili e non per comparto produttivo in provincia di Latina Anno 201714 (valori assoluti e saldo annuale dello stock)

COMPARTI ECONOMICI Stock imprese

femminili al

31.12.2017

Peso % su

stock

totale

Stock imprese

maschili al

31.12.2017

Peso % maschili

rispetto allo

stock totale

Stock imprese

femminili al

31.12.2017

Lazio

Peso %

su stock

totale

Stock imprese

femminili al

31.12.2017

Italia

Peso % su

stock

totale

Primario 3.062 21,7 7.019 17,1 15.089 11,9 216.009 17,3

Secondario 1.683 12,0 10.511 25,6 13.885 10,9 152.681 12,3

Terziario tradizionale 4.023 28,6 11.136 27,1 39.665 31,2 365.229 29,3

Macro settore dei servizi

orientati alle attività produttive 1.098 7,8 3.976 9,7 14.342 11,3 106.376 8,5

destinati al consumatore finale 2.842 20,2 4.983 12,1 28.156 22,1 270.565 21,7

servizi misti, a imprese o privati, e

sociali o collettivi 1.370 9,7 3.405 8,3 16.111 12,7 134.774 10,8

Totale 14.824 100,0 43.087 100,0 143.258 100,0 1.331.367 100,0 Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

A brevissima distanza si collocano i servizi destinati al consumatore finale, trattandosi in prevalenza dei servizi alla persona (lavanderie, servizi di parrucchiere e di estetista ecc...) e, dunque, di attività dove la presenza della delle donne, circa 1/5 delle imprese, è maggiore che per gli uomini (12,1% la quota sull’universo non in rosa). Altrettante sono le imprese femminili dedicate a tali attività ai livelli territoriali superiori. In termini di flussi, i settori quantitativamente più significativi mostrano un bilancio complessivamente in crescita, fatta eccezione per l’agricoltura che, in linea con le tendenze già evidenziate per l’intero tessuto locale, risultano in contrazione, come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 16: Imprese e var% dello stock dei primi sei rami di attività

Attività Imprese Peso %

sul tot

attività

Var% stock

2017-2016

Var% stock

2016-2015

Commercio 4.023 27,1 0,25 -1,74

Agricoltura 3.062 20,7 -1,64 0,10

Turistico-ricettivo 1.473 9,9 1,73 3,10

Servizi alla persona 1.145 7,7 2,32 2,83

Industria 853 5,8 1,31 2,17

Edilizia 790 5,3 2,73 -0,13

Totale primi 6 settori 11.346 78,6 0,37 0,20

Totale attività 14.824 100,0 0,97 0,94 Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

14

Settore primario (Agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca)

Settore secondario (Manifattura; Costruzioni; Estrazioni di minerali da cave e miniere; Fornitura di acqua, reti

fognarie, attività di gestione e trattamento rifiuti; Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria

condizionata)

Settore terziario tradizionale (Commercio al dettaglio e all’ingrosso)

Servizi orientati al settore produttivo (Trasporto e magazzinaggio; Attività professionali, scientifiche e

tecniche; Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese)

Servizi destinati al consumatore finale (Servizi di alloggio e ristorazione; Altre attività di servizi, in prevalenza

parrucchieri e in misura minore riparatori di computer; Attività artistiche, sportive, di intrattenimento,

divertimento);

Servizi misti (alle imprese e/o alle famiglie) e servizi di tipo collettivo (Attività immobiliari; Attività

finanziarie e assicurative; Servizi di informazione e comunicazione; Sanità e assistenza sociale; Istruzione).

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34

Tornano in area positiva le attività commerciali (+0,25% la variazione dello stock rispetto al 2016), alimentate dall’espansione dell’ingrosso (per circa ¼ determinata dal segmento “Mobili, Tappeti e Articoli di illuminazione”), mentre gli Esercizi al dettaglio si confermano in flessione, meno significativa dei dodici mesi precedenti (-10 unità a fronte della brusca flessione di quasi 70 realtà imprenditoriali del 2016). Altrettanto dicasi per le attività Turistico-ricettive, che rispetto al 2016 replicano l’espansione dei segmenti di “Alloggio per vacanze” e dei “Bar”, mentre viene meno il contributo della ristorazione. La crescita, anch’essa più contenuta per le attività industriali, quest’anno è ad esclusivo appannaggio della trasformazione alimentare. Ulteriore indicatore che contribuisce ad un’osservazione ancor più in profondità delle scelte imprenditoriali delle donne è il tasso di femminilizzazione15, che depura i dati di penetrazione nei diversi segmenti economici dalla relativa dimensione e, dunque, restituisce i settori a prevalente presenza femminile; il confronto con i valori nazionali è rappresentato nella seguente tabella, con una disaggregazione delle attività economiche a livello di divisione Ateco, per la quali l’indice è superiore alla relativa media territoriale (25,6% per Latina e 21,9% per l’Italia):

Tab. 17: Tasso di femminilizzazione e peso % per Divisione di attività

Latina e Italia – Graduatoria Anno 2017

Gra

d.

Divisione Imprese Tasso di

femminil

izzazion

peso

%

Divisione Imprese Tasso di

femminil

izzazion

peso %

1Q 88 Assistenza sociale non

residenziale95 61,7 0,6

S 96 Altre attività di servizi per la

persona116.883 59,0 8,8

2S 96 Altre attività di servizi per la

persona1.106 58,0 7,5

Q 88 Assistenza sociale non

residenziale7.455 55,9 0,6

3C 14 Confezione di articoli di

abbigliamento128 57,9 0,9

C 14 Confezione di articoli di

abbigliamento23.484 43,2 1,8

4Q 87 Servizi di assistenza sociale

residenziale59 54,1 0,4

Q 87 Servizi di assistenza

sociale residenziale2.727 41,0 0,2

5N 79 agenzie di viaggio, tour

operator62 39,2 0,4

N 79 agenzie di viaggio, tour

operator6.816 37,4 0,5

6 C 13 Industrie tessili 22 36,1 0,1 I 55 Alloggio 19.189 33,8 1,4

7G 47 Commercio al dettaglio

(esclusi gli autoveicoli)3.124 35,3 21,1

G 47 Commercio al dettaglio

(esclusi gli autoveicoli)280.240 32,5 21,0

8 J 63 Servizi d'informazione 156 34,0 1,1 P 85 Istruzione 8.965 29,9 0,7

9 I 55 Alloggio 115 33,3 0,8 C 13 Industrie tessili 5.670 29,9 0,4

10H 53 Servizi postali e attività di

corriere10 31,3 0,1

A 01 Coltivazioni agricole e

produzione di prodotti animali212.939 29,2 16,0

11A 01 Coltivazioni agricole e

produzione di prodotti animali3.037 31,1 20,5

J 63 Attività dei servizi

d'informazione 13.980 29,0 1,1

12 I 56 Servizi di ristorazione 1.358 31,1 9,2N 81 Servizi per edifici e

paesaggio20.957 28,7 1,6

13 Q 86 Assistenza sanitaria 58 30,9 0,4 I 56 Attività di ristorazione 111.432 28,7 8,4

14 L 68 Attivita' immobiliari 517 29,2 3,5R 90 Attività creative, artistiche

e di intrattenimento4.838 28,3 0,4

15R 90 Attività creative, artistiche e di

intrattenimento33 29,2 0,2

C 15 Fabbricazione di articoli in

pelle e simili6.296 25,2 0,5

16K 66 Attività ausiliarie dei servizi

finanziari e assicurativi302 28,1 2,0 Q 86 Assistenza sanitaria 5.529 25,2 0,4

Totale 14.824 25,6 Totale 1.331.367 21,9

ITALIALATINA

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

15

Il tasso di femminilizzazione è il rapporto tra le imprese femminili registrate nel settore di attività i-esimo ed

il totale delle imprese registrate nello stesso settore i-esimo; tale indice depura i dati di penetrazione nei

diversi settori economici dalla relativa dimensione e, dunque, restituisce i settori a prevalente presenza

femminile.

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35

I primi quattro segmenti di attività sono condivisi da entrambi i livelli territoriali, sebbene con un ordinamento leggermente differente e con una significativa maggiore incidenza della componente femminile nella nostra provincia rispetto ai valori nazionali; fatta eccezione per i servizi alla persona (estetiste e parrucchieri), si tratta di attività che non significative in termini quantitativi, ma fortemente destinate alla componente femminile. Passando ai modelli organizzativi, le imprese femminili sono in prevalenza gestite sotto forma di ditta individuale (60%), con un differenziale sulla componente maschile di 10 punti percentuali, che si spiega anche con la maggiore presenza di piccole imprese nei settori tipicamente femminili. Nel corso del 2017 si confermano in crescita le società di capitali, mentre le società di persone e le ditte individuali restano in area negativa, in linea con le dinamiche osservate per la componente maschile.

Graf. 27 –Distribuzione delle imprese femminili per forma giuridica. Anno 2017

Imprese

individuali

60%

Società di

capitali

28%

Altre forme

4%

Società di

persone

8%

Fonte: Elaborazioni Osserfare su dati Movimprese

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36

Il mercato del lavoro Secondo via Nazionale16 “… Il 2017, nel complesso, si caratterizza per un nuovo aumento dell’occupazione – sia nei valori assoluti sia nel tasso – che per il secondo anno consecutivo coinvolge anche i giovani di 15-34 anni. Inoltre, al forte calo dei disoccupati si associa la diminuzione del numero di inattivi. Prosegue, in maniera più consistente, il calo dei disoccupati e del tasso di disoccupazione che si associa alla diminuzione dell’inattività, diffusa per genere e ripartizione.…” L’occupazione cresce per il quarto anno consecutivo (+265 mila, +1,2%),

e il tasso di occupazione sale al 58,0% (+0,7 punti), rimanendo 0,7 punti al di sotto del picco del 2008;

L’occupazione aumenta più per le donne, nei livelli (+1,6% rispetto a

+0,9% degli uomini) e nel tasso (+0,8% e +0,6% punti, rispettivamente). La riduzione della disoccupazione e del relativo tasso riguarda invece più gli uomini (-4,8% e -0,6 punti) in confronto alle donne (-2,0% e -0,4 punti). Diversamente, il calo dell’inattività è più consistente per la componente femminile;

Prosegue per il secondo anno l’aumento del numero degli occupati di 15-34 anni (45 mila, +0,9%) a cui si associa la crescita del tasso di occupazione a un ritmo analogo a quello dell’anno precedente (+0,7 punti). Per i 35-49enni alla riduzione del numero di occupati si accompagna l’aumento del tasso di occupazione (+0,6 punti). Persiste la crescita dell’occupazione e del relativo tasso per gli ultracinquantenni.

L’aumento continua ad interessare soltanto il lavoro alle dipendenze (+371 mila unità, 2,1%,) e torna a riguardare quasi esclusivamente quelli a tempo determinato (+298 mila in confronto a +73 mila quelli permanenti). Da sette anni prosegue la diminuzione del numero di lavoratori indipendenti (-105 mila, -1,9%), più intensa rispetto al 2016;

Per il terzo anno consecutivo cresce il lavoro a tempo pieno, in maniera

più forte rispetto al recente passato (+231 mila; +1,3%); si attenua invece la crescita del part time (+34 mila, +0,8%) che per la prima volta non riguarda la componente involontaria: l’incidenza del tempo parziale involontario scende al 61,0% (-1,6%) sul totale del part time e all’11,4% sul totale degli occupati (-0,3%);

16

“Statistiche Flash: Il mercato del lavoro”, Istat, 13 marzo 2018

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37

Continua, accentuandosi considerevolmente rispetto al 2016, la riduzione del numero dei disoccupati (-105 mila, -3,7%), dovuta agli ultimi tre trimestri dell’anno. A ciò corrisponde un calo del tasso di disoccupazione di 0,5 punti (dall’11,7% del 2016 all’11,2 del 2017).

Nei cartogrammi seguenti sono indicati i tassi di occupazione e disoccupazione per provincia:

Graf. 28 – Tasso di disoccupazione per provincia – Anno 2017 (valori % e variazioni in punti sul 2016)

Fonte: Indagine sulle forze di lavoro- Istat

Graf. 29 – Tasso di occupazione per provincia – Anno 2017 (valori % e var. in punti sul 2016)

Fonte: Indagine sulle forze di lavoro- Istat

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Prima di passare alla lettura dei dati dell’indagine Istat sulle Forze di Lavoro della nostra provincia, si riporta la consueta precisazione riguardo i risultati diffusi, i quali vanno in ogni caso considerati con cautela, tenendo conto che si rileva negli ultimi anni un’accentuata variabilità delle stime; difatti, i risultati vanno assunti tenendo conto della rilevanza, soprattutto a livello provinciale, dell’errore campionario. Accade addirittura che in alcuni casi sia lo stesso Istat a sconsigliare l’utilizzo delle stime. L’interpretazione delle tendenze dei dati va dunque fatta con cautela tenuto conto che: - si tratta di una indagine campionaria le cui metodologie di rilevazione17 negli ultimi anni sono state modificate; - la definizione di “disoccupato” adottata dall’Istat, in coerenza con quanto avviene nel resto dell’Unione Europea, è per alcuni versi “restrittiva”, infatti, secondo tale definizione essere disoccupato deriva da una condizione, un comportamento, un atteggiamento. La condizione è quella di non avere un'occupazione; il comportamento si riferisce al fatto di avere effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni precedenti l'intervista; l'atteggiamento riguarda la disponibilità ad iniziare a lavorare entro le due settimane successive all'intervista; -i dati non permettono di valutare in quale misura pesino le varie posizioni di lavoro atipico; - non è possibile scendere ad un’analisi dettagliata per i settori che compongono l’industria e i servizi; - il dato medio non è disaggregabile a livello trimestrale e quindi non si può verificare l’evoluzione nel corso dell’anno. Occorre inoltre sottolineare che le serie storiche relative all’indagine Istat sono state riviste in conseguenza dell’aggiornamento dei pesi di riporto all'universo che tiene conto della popolazione ricostruita in base alle risultanze censuarie e alla revisione delle Anagrafi da parte dei Comuni nel periodo post-censuario.

17 Per gli aspetti metodologici dell’indagine, si veda: http://www.istat.it/lavoro/lavret/forzedilavoro/

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39

Le dinamiche congiunturali del mercato del lavoro in provincia di Latina

Nel corso del 2017, le stime Istat certificano per la provincia di Latina un rimbalzo dell’occupazione senza precedenti: alla espansione della scorso anno, già ritenuta di assoluto rilievo rispetto alle dinamiche registrate ai livelli territoriali superiori, l’ultimo anno mette a segno una crescita da record: sono oltre 10mila gli occupati aggiuntivi, pari al +5,1% in termini di variazione percentuale, a fronte di esiti rilevati per il Lazio e su scala nazionale entrambi al di sotto del +2%. Le dinamiche sono determinate per una prevalenza schiacciante dalla componente maschile, che con l’ingresso di ulteriori 9mila unità (+7,5% in termini relativi), che si aggiungono alle già straordinarie +5mila del 2016, mostra un’accelerazione della crescita già rilevata essere molto positiva lo scorso anno, tornando per la prima volta oltre i valori pre-crisi. Al riguardo, il discrimine rispetto allo scorso anno è il ritorno all’espansione dell’occupazione nei servizi, come verrà illustrato in seguito; mentre l’industria risulta in calo. Si ribadisce anche quest’anno che il riferimento alla sola quantificazione delle unità è indicatore che da solo può descrivere lo “stato di salute” del mercato del lavoro, atteso che non sono note a livello provinciale le stime riferite all’intensità di lavoro (numero di ore lavorate), né rispetto alla durata e tipologia dei contratti. Quanto alla componente femminile, dopo il tonfo registrato nel 2015 (-4mila 500 unità) e la timida crescita del 2016 (+763 unità, +1,0%), i dodici mesi successivi replicano l’andamento di genere sottotono (839 occupate in più, +1,1%) anche in termini di confronto territoriale, rispetto alle dinamiche laziali e nazionali di seguito esposte. Nel Lazio, la crescita dell’occupazione si ripartisce quasi equamente in termini assoluti tra le due componenti di genere: il differenziale positivo si attesta sulle 22mila unità per gli uomini (+1,6% in termini relativi) e 20mila occupate in più (+2,0% la crescita percentuale), entrambi in accelerazione rispetto alle variazioni riferite ai dodici mesi precedenti (rispettivamente +1,1% e +1,3%). Diversamente, per la prima volta a livello nazionale la componente femminile mette a segno un avanzo in termini assoluti più consistente di quanto registrato dai “colleghi” uomini; si tratto di un esito assolutamente inconsueto: 116mila le unità aggiuntive maschili che hanno dichiarato di aver lavorato nel corso del 2017 (lo 0,9% in più), in leggero rallentamento rispetto ai dodici mesi precedenti (+1,1% la variazione); mentre gli esiti riferiti alla componente femminile (149mila unità in più, +1,6%) migliorano ulteriormente l’espansione record già evidenziata per il 2016 (in cui erano 144mila le unità aggiuntive, +1,5%). Secondo L’Istat18 “… il riavvicinamento del numero degli

18

Rapporto annuale 2018. La situazione del Paese – Istat, maggio 2018

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occupati ai livelli del 2008 si deve esclusivamente alla componente femminile..”. La sintesi delle dinamiche su esposte è evidenziata nei grafici seguenti:

Graf. 30 - Andamento degli occupati per sesso n.i. Anno 2008 = 100

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat Il confronto con le altre province laziali mostra, dunque, l’accentuarsi quest’anno dellla maggiore vivacità della nostra realtà, unica, tra le province minori a mostrare l’espansione dell’occupazione. A fronte di variazioni complessive di minor rilievo nel Reatino e nel Viterbese, che condividono una leggera flessione del -0,4%, il Frusinate mette a segno un ulteriore calo consistente dell’occupazione, riferito quest’anno esclusivamente alla componente femminile (-4.573 unità).

Tab. 18: Occupati per sesso in provincia di Latina, nel Lazio e in Italia –Anno 2017 e 2016 (valori assoluti e var%)

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Viterbo 69.531 47.651 117.181 71.267 46.404 117.671 -2,4 2,7 -0,4Rieti 32.288 24.339 56.626 32.221 24.647 56.868 0,2 -1,2 -0,4Roma 1.004.331 828.825 1.833.156 990.980 805.952 1.796.932 1,3 2,8 2,0

Latina 134.916 77.957 212.873 125.477 77.118 202.594 7,5 1,1 5,1

Frosinone 97.952 59.903 157.855 97.406 64.476 161.882 0,6 -7,1 -2,5

Lazio 1.339.018 1.038.674 2.377.692 1.317.351 1.018.597 2.335.948 1,6 2,0 1,8

ITALIA 13.349.250 9.673.708 23.022.959 13.233.173 9.524.665 22.757.838 0,9 1,6 1,2

Anno 2016 Variazioni

(Valori in migliaia) (Valori in migliaia) (Valori %)Occupati

Anno 2017

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

90

94

98

102

106

110

114

118

201620152014201320122011201020092008

'Femmine Maschi

134 mila 7,5%

78 mila +1,1%

LATINA OCCUPATI +5,1%

90

94

98

102

106

110

114

118

201620152014201320122011201020092008

Maschi 'Femmine

1.339 mila +1,6%

1.039 mila +2,0%

LAZIO OCCUPATI +1,8%

90

94

98

102

106

110

114

118

2017201620152014201320122011201020092008

Maschi 'Femmine

13.349 mila +0,9%

9.674 mila +1,6%

ITALIA OCCUPATI +1,2%

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41

Passando alle forze di lavoro, occorre sottolineare come di consueto che l’algebra delle due componenti, occupati e persone in cerca di occupazione, concorre ad una crescita complessiva all’apparenza “pulita” dell’intero aggregato, come in una sorta di travaso dalla ricerca di lavoro all’ottenimento dell’impiego; tuttavia, come già ribadito, non potendo contare su stime riferite all’intensità di lavoro, le valutazioni sono da prendersi con estrema cautela. Il 2017 mostra dinamiche marcatamente di genere, in quanto gli spostamenti dei due aggregati occupati e persone in cerca di occupazione, sono di esclusiva pertinenza del mercato del lavoro maschile, all’esito del rimbalzo inedito dell’occupazione, come già evidenziato, quasi esclusivamente maschile. Per quanto attiene la componente femminile, unico discrimine rispetto all’anno precedente sono le stime in leggera crescita di quante sono tornate a cercare un posto di lavoro.

Graf. 31 - Andamento delle forze di lavoro e degli occupati in provincia di Latina. Valori assoluti Serie storica anni 2004-2017

180.000

190.000

200.000

210.000

220.000

230.000

240.000

250.000

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Forze dilavoro

Occupati

Persone in cerca di

occupazione37 mila

Persone in cerca di occupazione19 mila media 2004-

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Il grafico su esposto mostra come, dopo il balzo esponenziale delle persone in cerca di occupazione a partire dal 2011 (rappresentate dalla distanza tra le due spezzate riferite alle Forze di lavoro e agli Occupati), nell’ultimo biennio si registra un’inversione di tendenza (i disoccupati scendono a 37mila persone), i cui prodromi erano già evidenti nella precedente annualità con riferimento al genere femminile. L’ultimo anno modifica ulteriormente il quadro: l’Istat stima una sottrazione doppia rispetto all’anno precedente di oltre 4mila unità all’aggregato dei disoccupati, che risulta essere senza precedenti in serie storica (-11,8% la variazione percentuale); si tratta quasi esclusivamente di uomini, le cui fila di quanti si sono dichiarati alla ricerca di un posto di lavoro si sono ridotte di ¼ (5mila unità in meno in termini assoluti). Il che conduce alla più “tradizionale” equidistribuzione di genere delle persone in cerca di occupazione, intorno alle 16mila unità sia per gli uomini che per le donne, rispetto allo sbilanciamento sul genere maschile dell’ultimo biennio

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42

Decisa la contrazione del tasso di disoccupazione19, che scende al 13,3% (a fronte del 15,5% del 2016), attribuibile esclusivamente alla dimensione maschile che mette a segno un recupero straordinario che sfiora i 4 punti percentuali (10,6% il tasso maschile, rispetto al 14,4% del 2016); diversamente per le donne il trend inverte la rotta, per un ritorno alla crescita: il tasso di disoccupazione passa dal 17,2% al 17,6% ultimo.

Tab. 19: Forze di lavoro - Rilevazione continua - Principali indicatori per la provincia di Latina

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

POPOLAZIONE DI ETA' SUP. AI 15

ANNI 242.467 251.842 493.309 241.823 251.581 493.404 0,3% 0,1% 0,0% 0,4% 0,0% 0,2%

Forze di lavoro 150.949 94.610 245.559 146.573 93.096 239.667 3,0% 1,6% 2,5% 2,9% -1,0% 1,3%

-Occupati in complesso 134.916 77.957 212.873 125.477 77.118 202.594 7,5% 1,1% 5,1% 3,7% 1,0% 2,6%

-Persone in cerca di occupaz. 16.033 16.653 32.686 21.096 15.978 37.073 -24,0% 4,2% -11,8% -1,7% -9,6% -5,3%

TASSO DI ATTIVITA' 15-64 ANNI 77,5 49,9 63,8 75,3 48,6 62,0 2,2 1,3 1,8 2,0 -0,7 0,7

TASSO DI OCCUPAZIONE 15-64 ANNI 69,0 41,0 55,1 64,2 40,1 52,3 4,8 0,9 2,8 2,2 0,3 1,3

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 10,6 17,6 13,3 14,4 17,2 15,5 -3,8 0,4 -2,2 -0,7 -1,6 -1,1

Variazioni

Differenze '16 - 15Valori %

Anno 2016 Anno 2017

Valori %

Variazioni

Differenze '17 - 16

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Il che implica che il differenziale di genere in termini di tasso di disoccupazione torna ad espandersi, raggiungendo peraltro una distanza di ben 7 punti percentuali, inesplorata in serie storica, come illustrato in serie storica:

Graf. 32 - Andamento tasso di disoccupazione maschile e femminile in provincia di Latina.

17,617,2

18,819,118,6

17,7

12,811,9

13,5

11,8

13,3

15,516,515,9

15,313,8

9,7

10,510,9

8,5

10,6

14,415,1

13,7

13,1

11,2

7,7

9,79,3

6,5

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

20,0

22,0

2017201620152014201320122011201020092008

Femmine

Totale

Maschi

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Si conferma in contrazione la forbice rispetto al Lazio, dove la disoccupazione risulta in ulteriore calo all’10,7% (rispetto all’11,1% del 2016), nonché anche rispetto ai valori nazionali (11,2%, a fronte del 11,7% riferito ai dodici mesi precedenti), come illustrato nel grafico sottostante.

19 Il tasso di disoccupazione è dato dal rapporto tra disoccupati e forze di lavoro.

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43

Al riguardo, anche quest’anno in Italia prosegue il trend di contenimento dell’indice di disoccupazione: la stima è di oltre 105 mila persone in meno in cerca di lavoro (-3,5% in termini relativi); la dimensione relativa è pari a quella laziale, il che da contezza con ancora maggior evidenza degli esiti stimati per la provincia pontina di un calo dei disoccupati dell’11,8%.

Graf. 33 - Andamento tasso di disoccupazione Latina, Lazio e Italia.

10,711,111,8

12,512,0

10,68,7

9,2

8,4

7,5

11,211,7

11,912,7

12,1

10,7

8,48,4

7,7

6,7

13,3

15,5

16,515,9

15,3

13,8

9,710,5

10,9

8,5

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

2017201620152014201320122011201020092008

Lazio Italia Latina

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

L’analisi dell’Istat20 sugli esiti su scala nazionale ribadisce tuttavia che: “…Nonostante i risultati positivi, rispetto al 2008 i livelli sono ancora elevati (1,2 milioni di disoccupati in più), dovuti soprattutto alla riduzione degli inattivi. In crescita nel 2017 l’incidenza dei disoccupati di lunga durata (da almeno 12 mesi), che si porta al 57,8% (+0,5 punti)…”. Inoltre, l’Istat ribadisce che: “… il calo degli inattivi ha interessato solo marginalmente la componente più distante dal mercato del lavoro, cioè coloro che né cercano lavoro né sono disponibili a lavorare. Marcata la riduzione delle forze di lavoro potenziali (-6,4 per cento), ovvero degli inattivi che vorrebbero lavorare ma non hanno svolto un’azione di ricerca attiva nell’ultimo mese. Oppure di coloro che non sono immediatamente disponibili. La diminuzione degli inattivi ha riguardata soprattutto le donne, gli italiani, i genitori, gli adulti tra 35 e49 anni, che ha conseguito la massimo la licenza media e nella metà dei casi risiede nel Mezzogiorno…”. Tornando ai confronti territoriali,come illustrato nel grafico seguente, in un quadro complessivo di contenimento dell’indice di disoccupazione, fa di nuovo eccezione Frosinone, unica realtà in peggioramento dove, atteso il consistente calo del numero degli occupati sopra descritto (cfr. tab.16), il tasso di disoccupazione avanza ulteriormente, peraltro accentando il passo rispetto ai dodici mesi precedenti. La Capitale si conferma la sola realtà a mostrare valori inferiori alla media nazionale (9,5% il tasso di disoccupazione romano, a fronte dell’11,2% in Italia e del 10,7% nel Lazio ).

20

Rapporto annuale 2018. La situazione del Paese – Istat, maggio 2018

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44

Graf. 34 - Andamento tasso di disoccupazione Latina, Lazio e Italia

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

18,0

20,0

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Viterbo Rieti Roma Latina Lazio Frosinone Italia

LT

VT

LAZIO

FR

RM

ITALIA

RI

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Ampliando l’osservazione ai più recenti indicatori complementari del mercato del lavoro, il tasso di mancata partecipazione offre una misura più ampia della quota di persone potenzialmente impiegabili nel sistema produttivo poiché tiene conto anche di una parte delle forze lavoro potenziali, vale a dire coloro che si dichiarano disponibili a lavorare pur non cercando attivamente lavoro. Anche nel 2017 l’indicatore nella nostra provincia si contrae nuovamente, attestandosi al 21,5% (16,2% per gli uomini e 29,2% per le donne) in linea con il quadro del mercato del lavoro descritto per la nostra provincia e per un differenziale rispetto al Lazio ed alla media Italia in deciso contenimento:

Tab. 20: Forze di lavoro - Rilevazione continua – Tasso di mancata partecipazione 15-74 anni 21– valori %

Territorio 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Italia 15,6 16,5 17,5 17,9 20,0 21,7 22,9 22,5 21,6 20,5

Lazio 14,6 14,8 16,2 16,1 18,2 20,0 20,8 20,5 19,3 18,1

Viterbo 15,0 15,0 17,2 17,4 19,7 21,4 22,0 23,0 21,8 21,3

Rieti 15,9 15,3 15,4 17,0 18,0 20,8 23,9 24,6 23,4 24,2

Roma 13,3 13,5 15,0 14,8 16,3 18,2 18,9 18,5 17,1 16,1

Latina 17,3 18,3 18,3 18,7 22,8 23,9 23,8 26,3 24,7 21,5

Frosinone 22,1 21,7 23,5 23,3 28,6 30,1 32,5 28,9 30,3 29,2 Fonte: Indagine sulle forze di lavoro- Istat

Passando alle giovani generazioni, per quanto riguarda la nostra provincia, dopo la crescita esponenziale dell’ultimo triennio, culminata con la soglia record del 40,8% nel 2014, la disoccupazione giovanile (15-29 anni), nel corso dell’ultimo triennio, mostra un ripiegamento tuttavia con una progressione più lenta rispetto al Lazio ed all’Italia. 21 Tasso di mancata partecipazione al lavoro: percentuale di disoccupati di 15-74 anni + parte delle forze di lavoro potenziali di 15-74 anni (inattivi che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma disponibili a lavorare) sul totale delle forze di lavoro 15-74 anni + parte delle forze di lavoro potenziali 15-74 anni (inattivi che non cercano lavoro nelle 4 settimane ma disponibili a lavorare).

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45

Graf. 35 - Andamento tasso di disoccupazione giovanile (classe 15-29 anni) Latina, Lazio e Italia.

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Latina

Lazio

Italia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

Tab. 21: Tasso di disoccupazione giovanile per classi di età in provincia di Latina, Lazio e Italia

Territorio Classe di età 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

15-24 anni 25,3 27,9 29,2 35,3 40,0 42,7 40,3 37,8 34,7

18-29 anni 18,0 20,0 20,3 25,1 29,5 31,4 29,6 28,2 26,5

15-29 anni 18,3 20,3 20,5 25,4 29,8 31,6 29,9 28,4 26,7

25-34 anni 10,6 11,9 11,7 14,9 17,7 18,6 17,8 17,7 17,0

15-74 anni 7,8 8,4 8,4 10,7 12,2 12,7 11,9 11,7 11,2

35 anni e più 5,0 5,3 5,4 7,1 8,2 8,5 8,0 8,0 7,9

15 anni e più 7,7 8,4 8,4 10,7 12,1 12,7 11,9 11,7 11,2

15-24 anni 30,4 30,9 33,8 40,0 45,1 49,0 42,6 41,6 37,5

18-29 anni 20,6 21,8 23,4 28,2 30,9 34,2 31,2 29,1 27,6

15-29 anni 20,9 22,1 23,5 28,4 31,1 34,2 31,3 29,3 27,7

25-34 anni 11,3 13,3 12,7 15,4 16,9 18,7 18,3 16,7 16,0

15-74 anni 8,4 9,2 8,8 10,6 12,0 12,5 11,8 11,2 10,7

35 anni e più 5,4 6,0 5,5 6,9 8,2 8,3 8,1 7,7 7,6

15 anni e più 8,4 9,2 8,7 10,6 12,0 12,5 11,8 11,1 10,7

15-24 anni 30,0 34,3 17,8 40,7 45,7 45,8 43,5 43,3 37,5

18-29 anni 22,6 21,1 18,8 29,8 30,9 40,7 33,1 32,4 31,2

15-29 anni 22,8 22,3 18,8 30,7 31,7 40,8 33,4 32,5 31,4

25-34 anni 15,4 15,0 14,1 17,9 19,8 23,6 19,7 18,9 18,6

15-74 anni 10,9 10,6 9,7 13,8 15,3 15,9 16,6 15,5 13,3

35 anni e più 6,9 6,4 7,2 9,0 11,3 11,0 13,0 12,2 9,6

15 anni e più 10,9 10,5 9,7 13,8 15,3 15,9 16,5 15,5 13,3

Latina

Italia

Lazio

Fonte: Istat, Indagine sulle Forze di lavoro

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46

Le dinamiche settoriali Se nel 2015 era solo il comparto industriale ad assorbire nuova forza lavoro, l’espansione del 2016 ha mostrato una settorialità più articolata, in quanto ha coinvolto, oltre che i medesimi segmenti manifatturieri, anche il comparto primario e le costruzioni. In primis, dunque, il discrimine nel 2017 è la flessione nell’industria, che per la prima volta da un triennio registra un bilancio negativo per oltre 4mila unità. Riguardo all’agricoltura, le stime di un’ulteriore crescita intorno al 25%, che replica la variazione dei dodici mesi precedenti, conducono ad un totale di 26mila unità occupate. Si mantengono in espansione anche le costruzioni, sebbene ad un ritmo più contenuto (580 le unità aggiuntive, +4,2% la variazione percentuale); in ogni caso si tratta di un recupero assolutamente parziale rispetto all’emorragia di posti di lavoro degli anni passati. Invertono il trend i servizi, che registrano un deciso rimbalzo: oltre 9mila sono le unità aggiuntive (+7,1% la variazione percentuale), equiripartite tra le attività turistico-ricettive e le altre attività terziarie.

Tab. 22 - Occupati per settore di attività economica e posizione in provincia di Latina

Serie storica

dipendenti

indipendenti

totale dipendenti

indipendenti

totale dipendenti

indipendenti

totale dipendenti

indipendenti

totale

totale 147.300 50.099 197.399 151.938 50.656 202.594 158.594 54.279 212.873 4,4 7,2 5,1

agricoltura, silvicoltura e pesca

10.084 6.397 16.481 12.574 8.312 20.886 16.954 9.152 26.107 34,8 10,1 25,0

totale industria (b-f)34.595 7.876 42.470 40.799 8.687 49.487 37.722 7.381 45.103 -7,5 -15,0 -8,9

totale industria escluse costruzioni (b-e)

26.644 3.297 29.941 32.477 3.331 35.808 29.010 1.834 30.844 -10,7 -44,9 -13,9

costruzioni 7.951 4.579 12.530 8.322 5.357 13.679 8.712 5.547 14.259 4,7 3,5 4,2

totale servizi (g-u)102.621 35.827 138.448 98.565 33.657 132.222 103.917 37.746 141.660 5,4 12,1 7,1

commercio, alberghi e ristoranti (g,i) 26.029 16.941 42.969 26.235 15.568 41.803 28.401 17.852 46.253 8,3 14,7 10,6

altre attività dei servizi (j-u) 76.593 18.886 95.479 72.330 18.089 90.419 75.517 19.893 95.410 4,4 10,0 5,5

Var % 2017-20162016 20172015

Attività economica

Fonte: Istat, Indagine sulle Forze di lavoro

Il confronto territoriale mostra dinamiche piuttosto diversificate; in primis occorre sottolineare l’inconsueta cifra comune nelle dinamiche settoriali pontine, che mostrano variazioni assolute molto ravvicinate, indipendentemente dalla dimensione economica del ramo di attività; vale a dire che nel 2017 ogni segmento avanza o regredisce di almeno 4mila unità, fatta eccezione per le costruzioni. Inoltre, in termini esclusivamente algebrici, l’agricoltura laziale cresce tanto quanto il settore primario pontino; inoltre, sia su scala nazionale che regionale è il terziario ad alimentare in misura maggiore la crescita dell’occupazione complessiva.

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47

Tab. 23 - Occupati per settore di attività economica nelle province del Lazio e in Italia

Anno 2017 e var %

Occupati Var %

17/16Occupati

Var %

17/16Occupati

Var %

17/16Occupati

Var %

17/16Occupati

Var %

17/16Occupati

Var %

17/16

Viterbo 7.434 27,3 14.231 0,1 7.190 27,6 24.968 -3,9 63.359 -4,0 117.182 -0,4

Rieti 2.569 -44,7 6.547 -2,1 4.507 11,6 10.887 -0,4 32.116 5,1 56.626 -0,4

Roma 15.610 10,7 117.635 2,7 83.985 -6,6 375.177 4,6 1.240.749 1,7 1.833.156 2,0

Latina 26.107 25,0 30.844 -13,9 14.259 4,2 46.253 10,6 95.410 5,5 212.873 5,1

Frosinone 1.509 -45,0 38.831 20,9 16.250 -3,4 27.851 -23,3 73.415 -0,6 157.856 -2,5

LAZIO 53.229 10,4 208.089 2,3 126.191 -3,0 485.135 2,4 1.505.048 1,7 2.377.692 1,8

ITALIA 871.223 -1,4 4.570.586 0,6 1.415.760 0,9 4.738.472 2,2 11.426.917 1,2 23.022.958 1,2

Territori

Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Altri servizi TOTALE

Fonte: Istat, Indagine sulle Forze di lavoro

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48

La Cassa Integrazione Guadagni Su scala nazionale, il monte ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) mostra un ulteriore ridimensionamento anche nel corso del 2017, attestandosi a quota 351 milioni di ore autorizzate, in drastico calo del 39,4% rispetto ai dodici mesi precedenti; al riguardo, le stime restituiscono oltre 172mila posizioni lavorative coinvolte. Atteso che lo strumento in deroga è in via di estinzione, ciò che maggiormente si rileva è il brusco calo della cassa integrazione straordinaria (-43,2%), che nell’anno ha totalizzato oltre 218milioni di ore autorizzate, di cui il 52% con causale “solidarietà”. Come già evidenziato per l’anno precedente, su tali dinamiche interviene, con un impatto di tipo puramente amministrativo non quantificabile, l’effetto prodotto dalle riforme degli ammortizzatori sociali (Fornero e Jobs Act22), che hanno determinato la combinazione della progressiva scomparsa della deroga e un aumento dei costi per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Per le ragioni appena illustrate, la componente in deroga si decurta di un ulteriore 52% (28milioni di ore), mentre l’ordinaria si contrae di circa ¼ replicando la variazione dei dodici mesi precedenti (105milioni di ore). Le dinamiche su esposte sono illustrate nel grafico seguente:

Graf. 36 – Andamento delle ore di CIG autorizzate ordinarie, straordinarie e totali. Italia

Serie storica (gen 2014 – dic. 2017)

ITALIA

0

20.000.000

40.000.000

60.000.000

80.000.000

100.000.000

120.000.000

gen-1

4

feb-1

4

mar-

14

apr-

14

mag-1

4

giu

-14

lug-1

4

ago-1

4

set-

14

ott

-14

nov-1

4

dic

-14

gen-1

5

feb-1

5

mar-

15

apr-

15

mag-1

5

giu

-15

lug-1

5

ago-1

5

set-

15

ott

-15

nov-1

5

dic

-15

gen-1

6

feb-1

6

mar-

16

apr-

16

mag-1

6

giu

-16

lug-1

6

ago-1

6

set-

16

ott

-16

nov-1

6

dic

-16

gen-1

7

feb-1

7

mar-

17

apr-

17

mag-1

7

giu

-17

lug-1

7

ago-1

7

set-

17

ott

-17

nov-1

7

dic

-17

Ordinaria

Straordinaria

Totale

In deroga

Media Mobile su 12 per. (Totale)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati INPS

In termini settoriali, l’industria mostra il calo più significativo dei decreti autorizzati (-39,7%), all’esito di una contrazione condivisa da tutti i segmenti di attività, sebbene con intensità diverse, fatta eccezione per la trasformazione alimentare, in crescita del 20%. Nel dettaglio si confermano in area di contrazione la lavorazione dei prodotti in metallo, la metallurgia e la fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici (segmenti industriali più

22

l’aumento delle aliquote a carico delle imprese in funzione dell’utilizzo con l’introduzione del meccanismo di responsabilizzazione delle imprese attraverso le aliquote del contributo d’uso, pari addizionale del 9% della retribuzione persa per i periodi di cassa (cumulando CIGO, CIGS e contratti di solidarietà) sino a un anno di utilizzo nel quinquennio mobile; del 12% sino a due anni e del 15% sino a tre. Le novità in materia di cassa integrazione ordinaria (CIGO).

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49

significativi in termini di monte ore complessivo destinato al manifatturiero). Altrettanto significativa la flessione rilevata per l’edilizia (37milioni di ore, -34% la variazione tendenziale) Per l'intero 2017 si registra invece un aumento delle domande di disoccupazione23 (Naspi, Aspi, miniAspi e mobilità) del 3,3% su base annua, per un totale di quasi due milioni di domande, a fronte di 1,8 milioni dell'anno precedente. Le dinamiche laziali risultano in contrazione ancora più accentuata rispetto a quanto rilevato su scala nazionale: il monte ore di cassa integrazione autorizzate totalizzato nel Lazio si attesta sui 26 milioni di ore, in drastica contrazione (-52,0%). Si riducono a 12mila e 800 i posti di lavoro salvaguardati, a fronte dei 26mila riferiti ai dodici mesi precedenti. Invariato il peso degli interventi in deroga (circa l’11%, leggermente superiore ai valori nazionali, intorno all’8%) nel Lazio; la componente straordinaria, con 17milioni di ore autorizzate, spiega il 64% del monte ore complessivo, quota che si conferma in diminuzione di circa 10 punti percentuali rispetto al 2016 e che torna a riallinearsi con la media nazionale, risultando peraltro appena 1/3 rispetto all’autorizzato dei dodici mesi precedenti (-62% la variazione tendenziale). In controtendenza sia rispetto alle dinamiche precedenti che alle tendenze rilevate su scala nazionale, invece la componente ordinaria, che torna a crescere del 9% (6,5 milioni di ore). L’articolazione settoriale delle dinamiche risulta alquanto disomogenea; a fronte del dimezzato ammontare delle erogazioni complessive all’industria, i segmenti mostrano variazioni contrastanti: la Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici si impenna raggiungendo i 2milioni di ore autorizzate (a fronte delle 152mila dell’anno precedente); la fabbricazione di autoveicoli torna sui valori 2015, annullando algebricamente la crescita 2016 (dalle 13milioni di ore autorizzate, torna infatti alle 158 ore del 2017). L’edilizia laziale risulta, invece, in linea con le dinamiche rilevate su scala nazionale: registra una ulteriore brusca frenata, attestandosi intorno ai 3,7milioni di ore (-26% rispetto ai dodici mesi precedenti).

Graf. 37 – Andamento delle ore di CIG autorizzate ordinarie, straordinarie e totali. Lazio

Serie storica (gen 2014 – dic. 2017)

LAZIO

0

2.000.000

4.000.000

6.000.000

8.000.000

10.000.000

12.000.000

14.000.000

16.000.000

18.000.000

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7

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-17

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7

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-17

Ordinaria

Straordinaria

Totale

In deroga

Media Mobile su 12 per. (Totale)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati INPS

23

Il primo maggio 2015 è entrata in vigore la "Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l'Impiego" (NASpI),che sostituisce le indennità di disoccupazione AspI e miniASpI.Pertanto le domande di prestazione che si riferiscono ad eventi di disoccupazione involontaria verificatisi entroil 30 aprile 2015 continuano ad essere classificate come AspI o miniASpI, mentre le domande che si riferiscono ad eventi di disoccupazione involontaria verificatisi a partire dal 1° maggio 2015, sono classificate come NASpI.

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Il monte ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps per la provincia di Latina replica anche quest’anno la decisa contrazione: l’ammontare complessivo torna a dimezzarsi, mettendo a segno un ulteriore punto di minimo in serie storica, al di sotto del milione di ore (circa 897mila ore autorizzate), pari a 440 lavoratori coinvolti. Gli interventi in deroga si ridimensionano sulle 77mila ore concesse (a fronte delle 414mila del 2016, +81,4% la variazione percentuale); mentre la Cassa integrazione straordinaria si attesta sulle 257mila ore autorizzate, oltre il 75% in meno rispetto allo scorso anno. Anche nella nostra provincia, come nel Lazio, l’ordinaria mostra dinamiche in controtendenza, per una crescita che sfiora il 15%. Graf. 38 – Andamento delle ore di CIG autorizzate ordinarie, straordinarie e totali. Latina

Serie storica (gen 2014 – dic. 2017)

LATINA

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

700.000

800.000

900.000

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5

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-16

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-17

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Ordinaria

Straordinaria

Totale

In deroga

Media Mobile su 12 per. (Totale)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati INPS

La spezzata illustrata nel grafico sopra riportato relativa alla media mobile sui 12 mesi riferita alle ore complessive erogate mostra chiaramente il deciso ridimensionamento registrato nell’ultimo triennio. Per quanto riguarda l’industria, in calo del 60% circa sui dodici mesi precedenti, i settori più in difficoltà e con più ore richieste sono il tessile, in significativa crescita (105mila le ore di CIG autorizzate, a fronte delle mille del 2016) e la lavorazione dei minerali non metalliferi, diversamente in deciso recupero rispetto ai valori precedenti (101mila ore richieste, a fronte delle 541mila del 2016). Inoltre, anche nella nostra provincia l’edilizia risulta in ulteriore significativa contrazione (-30% circa sui dodici mesi precedenti). La stima, sempre da prendere con la dovuta cautela, del numero di lavoratori che potenzialmente possono avere utilizzato tale strumento di sostegno al reddito nel corso dell’anno in provincia di Latina, scende sui 440 occupati equivalenti (numero ipotetico di lavoratori sospesi integralmente a zero ore nell’anno). L’incidenza sull’occupazione dipendente che si riduce allo 0,3% (valore irrisorio rispetto al passato; era l’1,4% solo nel 2015); nel Lazio i lavoratori in cassa integrazione si stimano pari allo 0,7% degli occupati dipendenti, 1,0% la media nazionale.

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Ore autorizzate per trattamenti di integrazione salariale - Cenni normativi Considerati i significativi cambiamenti normativi che il Decreto Legislativo n. 148/2015 (Jobs Act) ha determinando riscrivendo le norme che regolano la Cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, si ritiene opportuno riportare una sintesi dei principali interventi. La Cassa Integrazione Guadagni è una prestazione finalizzata a sostituire o integrare la retribuzione ed è destinata ai lavoratori sospesi dal lavoro o che operano con orario ridotto a causa di difficoltà produttive dell'azienda. Possono usufruire dell'integrazione salariale gli operai, gli impiegati e i quadri mentre sono esclusi i dirigenti gli apprendisti e i lavoranti a domicilio.

La CIGO (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria) è rivolta alle aziende industriali non edili e alle aziende industriali ed artigiane dell'edilizia e del settore lapideo che sospendono o riducono l'attività aziendale a causa di eventi temporanei e transitori quali ad es. la mancanza di commesse, le avversità atmosferiche. Può essere concessa per 13 settimane, più eventuali proroghe fino a 12 mesi; in determinate aree territoriali il limite è elevato a 24 mesi. L'intervento di CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) può essere richiesto per ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale, per crisi aziendale di particolare rilevanza sociale e in caso di procedure concorsuali, quali fallimento, liquidazione coatta amministrativa, ecc. La CIGS è destinata ad aziende con, in media, più di 15 dipendenti nel semestre precedente la richiesta di intervento; le aziende sono quelle dei settori industriali ed edili, dell'artigianato dell'indotto (cioè con un solo committente destinatario di CIGS), dei servizi di mensa e ristorazione dell'indotto, delle cooperative agricole; ed inoltre ad imprese commerciali con più di 200 dipendenti (in regime transitorio anche con numero di dipendenti da 51 a 200), ad imprese editrici di giornali per i quali si prescinde dal limite dei 15 dipendenti, imprese di spedizioni e trasporto del terziario e ad agenzie di viaggi e turismo, ciascuna con più di 50 dipendenti.

Sono definiti "in deroga" i trattamenti di integrazione salariale (CIGD), destinati ai lavoratori (compresi apprendisti, interinali e lavoratori a domicilio) di imprese escluse dalla Cassa Integrazione Guadagni ordinaria e straordinaria. La CIG in deroga alla vigente normativa è concessa nei casi in cui alcuni settori (tessile, abbigliamento, calzaturiero, orafo, ecc) versino in grave crisi occupazionale. Essa può durare al massimo 12 mesi e il suo ammontare può arrivare fino all'80% della retribuzione. Lo strumento della cassa integrazione guadagni in deroga permette quindi, senza modificare la normativa che regola la CIG, di concedere i trattamenti di integrazione salariale anche a tipologie di aziende e lavoratori che ne sono esclusi.

Il D.lgs. 148/2015 ha introdotto importanti novità in materia di integrazioni salariali. Di seguito le più importanti: -La durata massima complessiva dei trattamenti Ordinari e Straordinari non può superare i 24 mesi nel quinquennio mobile. Nel caso del settore edile la durata massima è di 30 mesi. Nella platea dei beneficiari vengono inclusi anche gli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante.

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-A partire dal 1° gennaio 2016 vengono abolite le commissioni provinciali per l’autorizzazione delle ore di CIGO; l’autorizzazione dei trattamenti ordinari viene disposta direttamente dalla Sede INPS territorialmente competente. -Per quanto riguarda la CIGS a partire dal 1° gennaio 2016 viene esclusa come causale di autorizzazione la cessazione dell'attività produttiva dell'azienda o di un ramo di essa. Prestazioni di disoccupazione e mobilità – Cenni normativi La NASpI è una prestazione economica che sostituisce l’indennità di disoccupazione denominata Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI). È una prestazione erogata a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano perduto involontariamente l'occupazione, per gli eventi di disoccupazione che si verificano dal 1° maggio 2015. Sono coperti da tutela tutti i lavoratori dipendenti ad eccezione degli operai agricoli (coperti da specifica tutela) e i lavoratori a tempo indeterminato della pubblica amministrazione. Il lavoratore che perde involontariamente il lavoro può beneficiare della prestazione se, in stato di disoccupazione, può far valere almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione e almeno trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione. La prestazione prevede una durata pari alla metà delle settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione non considerando i periodi di contribuzione che hanno già dato luogo a prestazioni di disoccupazione precedenti. La durata massima è di 24 mesi. La mobilità è un intervento a sostegno di particolari categorie di lavoratori licenziati da aziende in difficoltà che garantisce al lavoratore un'indennità sostitutiva della retribuzione e ne favorisce il reinserimento nel mondo del lavoro. L'indennità spetta ai lavoratori a tempo indeterminato con qualifica di operaio, impiegato o quadro, licenziati, collocati in mobilità e iscritti nelle relative liste, in possesso di un'anzianità aziendale di almeno 12 mesi, di cui almeno sei di effettivo lavoro. La prestazione riguarda i lavoratori delle seguenti tipologie di imprese:- imprese industriali che hanno impiegato mediamente più di 15 dipendenti nell'ultimo semestre; - imprese commerciali che hanno impiegato mediamente più di 200 dipendenti nell'ultimo semestre; -cooperativecherientranonell'ambitodelladisciplinadellamobilità,chehannoimpiegatomediamentepiùdi15dipendentinell'ultimo semestre; - imprese artigiane dell'indotto, nel solo caso in cui anche l'azienda committente ha fatto ricorso alla mobilità; - aziende commerciali che hanno impiegato mediamente tra 50 e 200 dipendenti nell'ultimo semestre; - agenzie di viaggio e turismo che hanno impiegato mediamente più di 50 dipendenti nell'ultimo semestre; - imprese di vigilanza che hanno impiegato mediamente più di 15 dipendenti nell'ultimo semestre. Dal 01.01.2005 al personale,anche viaggiante,dei vettori aerei e delle società da questi derivanti, indipendentemente dal limite numerico dei dipendenti occupati nell'ultimo semestre.

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Il valore aggiunto

Il valore aggiunto provinciale e il valore aggiunto pro-capite rappresentano la più sintetica misurazione della ricchezza di un territorio e danno indicazioni che consentono di apprezzare la crescita del sistema economico provinciale.

Secondo la definizione che ne dà l’Istat, “il valore aggiunto è la risultante della differenza tra il valore della produzione di beni e servizi conseguiti dalle singole branche produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumate(materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive) e corrisponde, altresì, alla somma delle retribuzioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti.

Il valore aggiunto a prezzi di mercato è dato dal valore aggiunto ai prezzi di base aumentato dalle imposte sui prodotti, al netto dai contributi ai prodotti. Tale indicatore permette di capire come la provincia crea il suo reddito e in quale misura vi concorrono i grandi settori produttivi; consente, pertanto, attraverso l’analisi in serie storica, di leggere la traccia del percorso dello sviluppo economico della provincia anche in termini di confronto territoriale rispetto alle altre province del Lazio e all’andamento nazionale.

Si ritiene opportuno, tra l’altro, ribadire che la tempistica di aggiornamento delle stime, ormai sfasate di un solo anno (gli ultimi dati disponibili sono al 2015 a livello provinciale e 2016 su scala regionale e nazionale), impone significative correzioni successive che suggeriscono di effettuare valutazioni estremamente caute, data la portata delle revisioni statistiche attuate dall’Istat negli anni a seguire. Al riguardo, ad ottobre 2014, l’Istat ha rilasciato le nuove serie annuali dei conti nazionali basate sul nuovo Sistema Europeo del Conti (SEC 2010); come in altri paesi europei, le serie storiche dei conti nazionali sono state oggetto di una revisione straordinaria, la quale ha beneficiato di miglioramenti nei metodi e nelle fonti.

Quanto sopra determina che i valori esposti nelle tabelle seguenti possono non coincidere con quanto indicato nei precedenti rapporti, proprio in ragione della rilevanza di tali revisioni.

Secondo le ultime stime provinciali dell’Istat, il valore aggiunto prodotto in provincia di Latina nel 2015 (ultima revisione dicembre 2017) si attesta al di sopra degli 11miliardi di euro a prezzi correnti, per una variazione tendenziale in crescita (+2,1%).

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Tab. 24 Valore aggiunto ai prezzi correnti (milioni di euro)

Territori 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var %

10/09

Var %

11/10

Var %

12/11

Var %

13/12

Var %

14/13

Var %

15/14

Viterbo 5.688,70 5.932,40 5.986,30 5.835,00 5.759,00 5.887,60 -4,8 4,3 0,9 -2,5 -1,3 2,2

Rieti 2.805,20 2.736,30 2.767,30 2.742,40 2.718,30 2.645,70 -0,8 -2,5 1,1 -0,9 -0,9 -2,7

Roma 136.229,10 138.873,10 134.625,00 133.832,30 134.412,60 135.114,80 0,2 1,9 -3,1 -0,6 0,4 0,5

Latina 11.021,50 10.903,90 11.011,70 11.015,60 11.030,00 11.257,90 1,8 -1,1 1,0 0,0 0,1 2,1

Frosinone 9.645,10 9.997,00 9.590,60 9.369,20 9.364,30 9.581,40 0,4 3,6 -4,1 -2,3 -0,1 2,3

Lazio 165.633,40 168.496,60 163.829,60 162.718,50 163.412,70 164.495,30 0,4 1,7 -2,8 -0,7 0,4 0,7

Italia 1.443.246,50 1.470.334,10 1.448.021,00 1.444.106,10 1.457.859,20 1.485.086,40 1,5 1,9 -1,5 -0,3 1,0 1,9 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istat

La disaggregazione per branca di attività economica, mostra il ritorno alla crescita dell’output industriale e delle costruzioni (rispettivamente +9,0% e +4,9%); i servizi mostrano una sostanziale stazionarietà complessiva, frutto di dinamiche divergenti nei diversi segmenti: in crescita le attività finanziarie e assicurative, l’immobiliare; diversamente, il commercio mostra un bilancio negativo (-4,1% la variazione tendenziale, a fronte del +1,2% riferito al 2014)) e le attività dei servizi di informazione e comunicazione si confermano in ulteriore arretramento (-3,1%), sebbene più contenuto rispetto ai dodici mesi precedenti (-7,1%). Di seguito è illustrata la serie storica:

Tab. 25 Valore aggiunto per Branca di attività economica, var.% e composizione % in provincia di Latina (valori assoluti in milioni di euro) - Serie storica

2010 2011 2012 2013 2014 2015 15/14 14/13 2008 2015

agricoltura, silvicoltura e pesca 525,6 525,1 556,3 654,7 610,6 690,9 13,2 -6,7 4,3 6,1 attività estrattiva, attività manifatturiere, fornitura di

energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, fornitura

di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e

risanamento, costruzioni 2.644,5 2.593,5 2.673,0 2.625,2 2.514,0 2.686,1

6,8 -4,2 26,0 23,9

attività estrattiva, attività manifatturiere, fornitura di

energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, fornitura

di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e

risanamento 1.913,6 1.890,7 2.025,9 2.040,5 1.951,6 2.096,0

7,4 -4,4 19,6 18,6

industria manifatturiera 1.693,3 1.632,5 1.749,3 1.777,4 1.681,2 1.832,0 9,0 -5,4 17,5 16,3 costruzioni 730,9 702,7 647,1 584,7 562,4 590,1 4,9 -3,8 6,4 5,2

servizi 7.851,5 7.785,3 7.782,5 7.735,6 7.905,4 7.880,9 -0,3 2,2 69,4 70,0

commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di

autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio, servizi di

alloggio e di ristorazione 2.197,3 2.272,5 2.224,8 2.243,9 2.271,9 2.178,1 -4,1 1,2 20,3 19,3

servizi di informazione e comunicazione 226,5 213,9 212,8 175,5 163,1 158,1 -3,1 -7,1 3,0 1,4

attività finanziarie e assicurative 408,5 390,1 423,5 452,3 469,8 508,3 8,2 3,9 4,8 4,5 attività immobiliari 1.774,2 1.730,4 1.730,6 1.741,1 1.788,5 1.815,1 1,5 2,7 14,3 16,1 attività professionali, scientifiche e tecniche,

amministrazione e servizi di supporto 756,0 715,8 717,0 687,6 715,9 735,2 2,7 4,1 6,7 6,5

amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale

obbligatoria, istruzione, sanità e assistenza sociale2.025,3 2.007,5 2.042,1 2.004,4 2.016,0 2.030,4

0,7 0,6 17,0 18,0

attività artistiche, di intrattenimento e divertimento,

riparazione di beni per la casa e altri servizi463,6 455,1 431,5 430,8 480,3 455,5

-5,2 11,5 3,4 4,0

Totale attività economiche 11.052,5 10.936,6 11.025,2 11.183,0 11.030,0 11.257,9 2,1 -1,4 100,0 100,0

Peso %AnniBranca di attività economica

Var. %

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istituto G. Tagliacarne

Dopo il singulto negativo dello scorso anno, l’agricoltura mette a segno un deciso rimbalzo (+13,2%, a fronte del -6,7% riferito ai dodici mesi precedenti).

Il confronto in termini di valori pro-capite, che consente di sottrarre l’effetto dimensionale dei diversi territori, mostra la considerevole distanza tra la Capitale, che conferma un valore aggiunto per abitante che supera i 31mila euro, e le province “minori”, tutte al di sotto dei 20mila euro pro-capite.

A Latina la ricchezza prodotta pro-capite si attesta sui 19mila e 600 euro, pari al 82% della media nazionale; a considerevole distanza si conferma Roma che esprime, come di consueto, performance economiche notevolmente superiori alla media nazionale, oltrepassandola di oltre il 29% circa.

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Tab. 26 Valore Aggiunto pro-capite ai prezzi correnti

2010 2015

Viterbo 18.893,05 18.955,86 18.314,39 17.924,16 18.278,66 18.360,20 2,0 0,4 79,2 76,6

Rieti 17.822,24 17.384,66 17.481,45 17.204,25 17.063,83 16.670,89 -0,8 -2,3 74,7 69,5

Roma 33.823,05 34.089,32 32.370,35 31.340,98 31.030,70 31.123,12 -1,0 0,3 141,7 129,8

Latina 20.256,42 19.854,14 19.759,03 19.458,74 19.313,64 19.637,06 -0,7 1,7 84,9 81,9

Frosinone 19.461,52 20.163,43 19.308,68 18.832,65 18.830,24 19.317,36 0,0 2,6 81,6 80,5

Lazio 30.048,11 29.904,20 30.131,73 28.793,57 27.984,95 27.784,66 -2,8 -0,7 125,9 115,9

Italia 23.861,90 24.122,62 24.481,09 23.998,05 23.811,90 23.982,25 -0,8 0,7 100,0 100,0

Territori 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Var %

14/13

Var %

15/14

N.ro indice Italia=100

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Istituto G. Tagliacarne e Istat

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56

La dinamica del credito I depositi bancari I depositi bancari rappresentano il risultato dell’attività di raccolta diretta delle banche (depositi, conti correnti, certificati di deposito, obbligazioni, pronti contro termine,…) presso soggetti non bancari; occorre sottolineare che l’azione delle banche non rappresenta il canale esclusivo della raccolta, in considerazione della presenza anche di altri intermediari, la cui attività non è rilevabile. Inoltre, gli stessi istituti bancari attuano anche altre forme di raccolta diretta, tra le quali i pronti contro termine (ultimamente piuttosto apprezzati dalla clientela), i titoli obbligazionari, le azioni e i titoli di stato, non compresi nei dati di seguito descritti; tuttavia, nonostante il livello di approssimazione attribuibile ai fattori sopra descritti, l’andamento dei depositi bancari restituisce un quadro conoscitivo importante sui comportamenti dei soggetti economici di un territorio. Secondo il Rapporto mensile ABI24, “…Nell’ultimo anno è andata accentuandosi la dicotomia negli andamenti delle due principali componenti della raccolta bancaria: in contrazione quella a medio e lungo termine, in accelerazione quella a breve…. In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a fine 2017, di oltre 50,5 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +3,6% su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni (netto di quelle riacquistate dagli Istituti di credito), per circa 50,7 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -15,2%)..”. Secondo l’ultimo rapporto di Bankitalia25 “..Nel corso del 2017 si è consolidata l’espansione dei depositi bancari nel Lazio, con una crescita attestatasi sui livelli della fine dell’anno precedente (4,2 per cento). I depositi delle imprese sono cresciuti in maniera significativa (10,1 per cento), in particolare presso le banche non appartenenti ai primi cinque gruppi nazionali, mentre quelli delle famiglie sono lievemente aumentati (1,5 per cento). Per quanto riguarda l’andamento per forma tecnica, i conti correnti sono ancora cresciuti ma hanno decelerato nel corso dell’anno; per i depositi a risparmio il calo si è ridimensionato nel secondo semestre dell’anno…”. È, dunque, proseguita la dismissione delle obbligazioni bancarie detenute da famiglie e imprese della regione, a favore di una maggiore liquidità.

24

Monthly Outolook Economia e Mercati Finanziari-Creditizi- A cura dell’Ufficio Analisi Economiche dell’ABI-Gennaio 2018 25

“Economie regionali. L’economia del Lazio”, a cura dell’Ufficio Studi di Banca d’Italia, giugno 2018

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57

A fine 2017 le somme depositate presso gli Istituti di credito con riferimento ai clienti residenti in provincia di Latina e non, ammontano a complessivamente a 8.857 milioni di euro e si conferma anch’essa in crescita replicando pressoché lo stesso passo dei dodici mesi precedenti (+3,0%); tuttavia le dinamiche in media d’anno risultano più vivaci, per una variazione percentuale che si attesta al 3,2%, a fronte del 2,4% riferita al 2016.

Tab. 27 - Depositi nelle province del Lazio e in Italia (valori assoluti e var %)

Lazio 213.738 -1,5% 5,4% -0,6% -0,7% 100,0% 36.241

Viterbo 5.011 2,1% 5,7% 3,3% 4,0% 2,3% 15.745

Rieti 2.320 2,8% 3,9% 4,4% 2,5% 1,1% 14.809

Roma 189.186 -2,1% 5,7% -1,0% -1,1% 88,5% 43.425

Latina 8.857 3,7% 3,0% 3,2% 2,4% 4,1% 15.392

Frosinone 8.364 2,5% 2,2% 1,5% 2,9% 3,9% 17.043

ITALIA 1.501.208 3,2% 4,9% 3,1% 3,4% --- 24.815

Deposti/pop.

residente

€/ab.

Peso %

sul

Lazio

Var. %

media

dic 16 -15

Depositi in

milioni di

euro

Var. %

dic '16 -

dic '15

Var. %

media

dic 17 - 16

Var. %

dic '17 -

dic '16

Territori

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

A Latina si concentra il 4% della raccolta regionale, che “normalizzata” rispetto alla dimensione demografica si traduce in quasi 15 mila euro per abitante, a fronte dei quasi 36 mila euro nel Lazio e dei quasi 25 mila nazionali.

Graf. 39 - Provincia di Latina – Dinamica dei depositi bancari – Valori assoluti in milioni di euro e Valori assoluti in milioni di euro e var % tendenziali su dati mensili

6.500

7.000

7.500

8.000

8.500

9.000

gen

2016

feb

2016

mar

2016

apr

2106

mag

2016

giu

2016

lug

2016

ago

2016

set

2016

ott

2016

nov

2016

dic

2016

gen

2017

feb

2017

mar

2017

apr

2107

mag

2017

giu

2017

lug

2017

ago

2017

set

2017

ott

2017

nov

2017

dic

2017

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20

Var % tendenziale

Depositi in milioni di euro 8.857

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Nel corso del 2017 il dato più significativo in termini di discrimine rispetto ai 12 mesi precedenti, è il deciso rimbalzo del risparmio della componente business che, già in crescita lo scorso anno (5,2% la variazione media trimestrale), “accumula” il 14% in più, attestando scelte prudenziali di rinvio di investimenti.

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58

Tab. 28 - Depositi nelle province del Lazio e in Italia : famiglie consumatrici e imprese

(valori assoluti e var %)

Famiglie

consumatriciImprese

Famiglie

consumatriciImprese

Famiglie

consumatriciImprese

Lazio 213.738 98.180 44.308 1,6% 9,3% 2,2% 12,1%Viterbo 5.011 4.180 373 2,3% -2,5% 2,7% 6,9%Rieti 2.320 2.054 87 1,7% 13,1% 2,3% 10,8%Roma 189.186 77.857 42.034 1,6% 9,3% 2,4% 12,3%Latina 8.857 6.979 1.057 2,1% 13,0% 1,5% 14,1%Frosinone 8.364 6.981 702 1,0% 0,8% 1,0% 4,3%ITALIA 1.501.208 955.573 274.337 2,1% 11,0% 2,8% 9,6%

Var. %

dic. 17 -16Territori

Depositi in

milioni di euro

Var. % media

2017di cui

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Anche la raccolta bancaria indiretta (deposito titoli a custodia e a garanzia, gestione portafogli, prodotti assicurativi), per il 90% appannaggio delle imprese, dopo la flessione registrata nel 2016 torna a mostrare in provincia di Latina un andamento positivo nell’intero corso dell’anno, attestandosi mediamente intorno al +3,1%, senza significative variazioni nei diversi trimestri. Fa da traino anche in questo caso il segmento “affari” (+6,4% l’espansione, a fronte del +2,8% da parte delle “famiglie consumatrici”. Il confronto territoriale mostra dinamiche divergenti nel Lazio, in decisa flessione, sebbene tale dinamica non è riconducibile alla clientela privata, stazionaria per entrambe le componenti famiglie e imprese, ma alle Istituzioni finanziarie monetarie. Diversamente, su scala nazionale risulta più vivace la raccolta presso le famiglie, come rappresentato nella tabella seguente:

Tab. 29 - Raccolta indiretta a Latina, Lazio e in Italia (media annua delle var %tendenziali )

2014 2015 2016 2017

Latina 8,5 3,1 -3,8 3,1Lazio 13,3 8,5 4,2 -4,6ITALIA 11,2 8,2 0,1 1,4

Latina 9,4 2,8 -3,7 2,8

Lazio 6,5 2,3 -3,9 0,8

ITALIA 6,9 2,0 -4,6 0,9

Latina -1,8 6,4 -5,5 6,4

Lazio 2,0 -2,6 -6,7 0,6

ITALIA 4,6 -6,7 -9,8 5,0

Territori

Famiglie consumatrici

Soc. non finanziarie e fam. produttrici

Raccolta indiretta

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

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59

Gli impieghi bancari

Secondo quanto emerge dall'indagine sul credito bancario dell’area Euro (Bank Lending Survey 26) condotta da palazzo Kock, “… nel quarto trimestre del 2017 la domanda di prestiti da parte delle imprese ha registrato un incremento che ha principalmente riflesso le esigenze connesse con il finanziamento degli investimenti fissi; anche la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è moderatamente aumentata, sostenuta dalle favorevoli prospettive del mercato immobiliare….”. Dopo il progressivo rallentamento dei prestiti all’economia realizzatosi nel corso del 2016, lo scorso anno si apre sottotono, con variazioni tendenziali mensili che risultano incerte e non significative fino a giugno, mentre nella seconda semestrale le erogazioni tornano su un sentiero più positivo. I volumi concessi in termini di impieghi “vivi” (finanziamenti alla clientela al netto delle sofferenze) ammontano a 7.298 milioni di euro e a dicembre risultano pressoché invariati rispetto ai dodici mesi precedenti; la variazione media tendenziale si attesta al +0,3% ( a fronte del +0,9% riferito all’analogo periodo dell’anno precedente). La serie storica è illustrata nel seguente grafico:

Graf. 40 - Provincia di Latina – Dinamica dei prestiti “vivi” bancari –

Valori assoluti in milioni di euro e var % tendenziali su dati mensili

0,00,4

-0,10,20,2

-0,5-0,2-0,3

0,60,5

-0,1

1,5

0,9

2,02,4

1,8

0,80,7

1,20,8

-0,4-0,2-0,1

1,1

6.500

6.600

6.700

6.800

6.900

7.000

7.100

7.200

7.300

7.400

7.500

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

31-12-

2016

30-11-

2016

31-10-

2016

30-09-

2016

31-08-

2016

31-07-

2016

30-06-

2016

31-05-

2016

30-04-

2016

31-03-

2016

29-02-

2016

31-01-

2016

-5,0

-4,0

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

Var. %

Prestiti "vivi" in milioni di euro

7.298

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d'Italia

26 “Indagine sul credito bancario nell’area dell’euro principali risultati per le banche italiane.” Banca D’Italia, gennaio 2018.

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60

Gli esiti complessivi su scala nazionale, riferiti all’intera “clientela ordinaria”, non mostrano variazioni sostanziali del trend: la flessione tendenziale media mensile riferita all’intero 2017 si attesta al -0,9%, in linea con i valori riferiti all’annualità precedente (-1,0% la media delle variazioni tendenziali mensili nel 2016). Di seguito è illustrato il confronto territoriale riferito all’intero aggregato dei presti “vivi”:

Graf. 41: Prestiti “vivi” alle imprese e famiglie produttrici Latina, Lazio e Italia. Var tendenziali %

-2,3-3,1-3,0

-2,4-1,9

-3,1

-1,2-1,4

-0,3

0,61,3

0,5

-1,5-1,6-1,8

-4,3

-2,7-3,3

-3,7-3,6

-4,5

-6,0-5,9

1,9

-1,8

-4,2

-2,3

1,3

-0,6

0,8

-0,6

-15,0

-13,0

-11,0

-9,0

-7,0

-5,0

-3,0

-1,0

1,0

3,0

31-12-

2016

30-11-

2016

31-10-

2016

30-09-

2016

31-08-

2016

31-07-

2016

30-06-

2016

31-05-

2016

30-04-

2016

31-03-

2016

29-02-

2016

31-01-

2016

31-12-

2015

30-11-

2015

31-10-

2015

30-09-

2015

31-08-

2015

31-07-

2015

30-06-

2015

31-05-

2015

30-04-

2015

31-03-

2015

28-02-

2015

31-01-

2015

31-12-

2014

30-11-

2014

31-10-

2014

30-09-

2014

31-08-

2014

31-07-

2014

30-06-

2014

Lazio Italia Latina

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Con riferimento ai valori regionali, il dato puntuale di dicembre, leggermente negativo (-0,4% la variazione tendenziale), risulta isolato in serie storica, atteso che a partire da aprile le variazioni positive dei prestiti erogati all’intera clientela tendono ad accentuare progressivamente il passo (+1,4% la media delle variazioni tendenziali mensili, a fronte del -0,4% nel 2016). Il quadro sintetico delle dinamiche laziali disaggregate per provincia e a livello nazionale è illustrato nella tabelle seguente:

Tab. 30 - Prestiti “vivi” per localizzazione della clientela nelle province del Lazio e in Italia (valori in milioni di euro e var %)

Clientela

Ordinaria

Fam.

Cons.

Imprese e

Fam. Prod.

Clientela

Ordinaria

Fam.

Cons.

Imprese e

Fam. Prod.

Lazio 364.792 63.138 68.938 -0,4% 3,1% -8,2% 1,4% 2,5% -2,5%

Viterbo 4.402 2.284 1.872 1,0% 3,3% 0,0% -0,7% 2,4% -1,8%

Rieti 1.591 1.041 401 2,3% 2,8% 1,0% -0,3% 2,1% -4,4%

Roma 345.824 53.227 61.139 -0,5% 3,1% -9,1% 1,1% 2,5% -2,5%

Latina 7.298 3.914 3.058 1,2% 3,4% 0,1% 0,3% 2,9% -0,7%

Frosinone 5.677 2.673 2.468 1,8% 3,0% -0,4% 0,3% 2,8% -2,5%

ITALIA 1.594.054 509.064 678.085 -0,5% 2,4% -3,3% -0,9% 2,2% -3,3%

Var. % dic 17 - dic 16Prestiti "vivi"

Clientela

Ordinaria

Prestiti "vivi"

Famiglie

Cons.

Prestiti "vivi"

Imprese e

Famiglie Prod.

Var. % media gen-dic 2017

Territori

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Gli esiti laziali sopra descritti sono la risultante di comportamenti diversi delle singole componenti: il mercato del credito che per la clientela Business si mantiene negativo (-2,5% la media delle variazioni tendenziali nel 2017), sebbene in recupero sui valori riferiti al 2016, tuttavia la seconda porzione d’anno risulta in peggioramento, come evidenziato nel grafico seguente:

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61

Graf. 42: Prestiti “vivi” alla clientela totale ed alle imprese ed alle famiglie consumatrici nel Lazio.

Var tendenziali %

2,1 2,1 2,1 2,3 2,4 2,4

-3,2-4,0 -4,7 -4,4

-3,5

-3,3

-0,8 -0,9-1,0 -0,8-0,4

-0,5

-9,0

-7,0

-5,0

-3,0

-1,0

1,0

3,0

5,0

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

31-12-

2016

30-11-

2016

31-10-

2016

30-09-

2016

31-08-

2016

31-07-

2016

30-06-

2016

31-05-

2016

30-04-

2016

31-03-

2016

29-02-

2016

31-01-

2016

Famiglie consumatrici Imprese Totale

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Al riguardo, secondo Bankitalia

27, la riduzione dei prestiti alle imprese ha

risentito di alcune operazioni di razionalizzazione del debito di alcune aziende rilevanti; al netto delle quali l’andamento sarebbe rimasto stabile. Diversamente, le famiglie “consumatrici” laziali confermano l’espansione delle erogazioni (+2,5% la media delle variazioni tendenziali negli ultimi dodici mesi, a fronte del 3,3% medio 2016), con dinamiche sostanzialmente costanti in corso d’anno. Altrettanto su scala nazionale, i prestiti alle imprese si mantengono costantemente in area negativa, sebbene accennino ad un timido recupero nell’ultima porzione d’anno; altresì, le famiglie mantengo una crescita costantemente superiore al 2%. Secondo il centro studi dell’ABI28, “…All’aumento dei prestiti alle famiglie hanno contribuito sia il credito al consumo, ampliatosi più intensamente nel Nord, sia i mutui per l’acquisto di abitazioni, cresciuti in misura analoga ovunque; le altre forme di prestito (prevalentemente mutui con finalità diverse dall’acquisto di abitazioni) sono aumentate solo a partire dal primo semestre del 2017 al Centro e nel Mezzogiorno. L’espansione del credito al consumo, sostenuta prevalentemente dai finanziamenti bancari, è stata sospinta dall’aumento delle spese per beni durevoli; a quella dei mutui per l’acquisto di abitazioni hanno contribuito la

crescita del reddito, il permanere del basso livello dei tassi e le favorevoli

prospettive del mercato immobiliare…”. Tornando alla provincia di Latina, si conferma anche quest’anno la divaricazione più contenuta delle dinamiche disaggregate per segmento della clientela: le erogazioni per le “Famiglie Consumatrici”, dopo la più marcata crescita registrata fino alla prima metà del 2016, mostrano dinamiche espansive con tonalità meno brillanti, per una progressione sostanzialmente stabile nel corso di questo anno, all’esito di variazioni tendenziali mensili mediamente intorno al 3%. Diversamente, i prestiti alle “Imprese e Famiglie Produttrici” (ossia grandi e piccole imprese), sebbene ancora in flessione considerando l’intero periodo,

27

“Economie regionali. L’economia del Lazio”, a cura dell’Ufficio Studi di Banca d’Italia, giugno 2018. 28

Monthly Outolook Economia e Mercati Finanziari-Creditizi- A cura dell’Ufficio Analisi Economiche dell’ABI-Febbraio 2018.

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62

confermano il recupero significativo per una variazione tendenziale media nel corso del 2017 del -0,7%, a fronte del -2,3% dei dodici mesi precedenti. Mediamente nel 2017 le imprese pontine (settore privato non finanziario) hanno avuto una disponibilità di risorse finanziarie in linea con i valori medi riferiti ai dodici mesi precedenti, intorno ai 3.043 milioni di euro. Secondo Bankitalia

29 “..La riduzione dei prestiti ha interessato le aziende

medio-grandi (-3,5 per cento); dall’inizio del 2017 i finanziamenti alle piccole imprese sono tornati invece stabilmente a crescere (2,0 per cento a dicembre), dopo la stagnazione del precedente bienni …”. In provincia di Latina, al recupero del segmento business contribuiscono sia la grande (con più di 20 addetti) che la piccola impresa; quest’ultima, peraltro, torna a registrare l’espansione dei prestiti nell’ultimo trimestre, per una progressione che si consolida in chiusura d’anno, sebbene occorrerà valutarne la continuità nei prossimi mesi.

Graf. 43: Provincia di Latina: dinamica degli prestiti “vivi” degli istituti di credito per dimensione delle

imprese - Var % tendenziale

-1,0

-0,7 -0,6

0,5 0,3-0,3

0,20,8

1,8

-0,4

-0,6

-1,5

0,3

-0,8

-2,0

-0,50,1

-0,5

-7,0

-5,0

-3,0

-1,0

1,0

3,0

5,0

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

31-12-

2016

30-11-

2016

31-10-

2016

30-09-

2016

31-08-

2016

31-07-

2016

30-06-

2016

31-05-

2016

30-04-

2016

31-03-

2016

29-02-

2016

31-01-

2016

Imprese < 20 addetti Imprese > 20 addetti

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Come già evidenziato, si confermano più omogenee in termini di territorialità le dinamiche riferite alle famiglie consumatrici, illustrate dalle spezzate del grafico seguente:

Graf. 44: Prestiti “vivi” degli istituti di credito alle famiglie consumatrici -Latina, Lazio e Italia

Var % tendenziali

3,1

2,4

3,13,12,92,82,62,6

2,1

2,6

4,44,1

5,45,45,45,1

4,9

3,8

3,8

2,22,4 2,4

3,1

3,2

3,33,4

-

2,0

4,0

6,0

8,0

31-12-

2017

30-11-

2017

31-10-

2017

30-09-

2017

31-08-

2017

31-07-

2017

30-06-

2017

31-05-

2017

30-04-

2017

31-03-

2017

28-02-

2017

31-01-

2017

31-12-

2016

30-11-

2016

31-10-

2016

30-09-

2016

31-08-

2016

31-07-

2016

30-06-

2016

31-05-

2016

30-04-

2016

31-03-

2016

29-02-

2016

31-01-

2016

Lazio Italia Latina

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

29

“Economie regionali. L’economia del Lazio”, a cura di Banca d’Italia, giugno 2018

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63

Con 3.851 miliardi di euro di risorse prestate alle famiglie (presti vivi, esclusi PCT e sofferenze) a livello locale, mediamente gli Istituti di credito hanno concesso alle famiglie pontine oltre 108 milioni di euro in più rispetto all’annualità precedente. Il grafico riportato nella pagina seguente illustra in maniera molto sintetica il mercato del credito locale secondo le destinazioni dei finanziamenti oltre il breve periodo, che approssimano le tendenze degli investimenti fissi lordi da parte delle imprese, nonché gli acquisti più “impegnativi” da parte delle famiglie in termini di beni durevoli e di immobili. Con riferimento alle imprese, i finanziamenti destinati all’acquisto di attrezzature e mezzi di trasporto, dopo il ridimensionamento registrato in apertura d’anno, tornano nuovamente positivi per una progressione che si consolida in corso d’anno. Prosegue, inoltre, il lento recupero delle costruzioni. Il segmento delle famiglie, oltre alla consueta tenuta del mercato dei mutui, gli acquisti di beni durevoli rappresentano la destinazione che senz’altro mostra la maggiore vivacità, con variazioni a due cifre ormai da un triennio, trainate dalla componente del settore auto a uso privato, che registra in decisa crescita delle immatricolazioni.

Graf. 45 - Provincia di Latina – Andamento delle principali destinazioni di investimento oltre il breve

termine. var % tendenziale

-3,6-1,8

4,57,7

16,4

12,5 13,7 14,2 14,0

-3,0-3,2-5,9

-3,9-6,1

2,4-5,2

14,414,8

3,63,1

2,72,52,92,92,9

-30,0

-20,0

-10,0

-

10,0

20,0

30,0

mar-15 giu-15 set-15 dic-15 mar-16 giu-16 set-16 dic-16 mar-17 giu-17 set-17 dic-17

Beni durevoli

Acquisto immobili

Costruzioni

Macchinari, attrezzature

mezzi di trasporto

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d'Italia

D’altronde, i dati di fonte OMI30 su scala nazionale certificano che “ Nel 2017, le compravendite di abitazioni assistite da mutuo ipotecario (NTN IP) continuano a crescere. Rispetto al 2016, le abitazioni acquistate con l’ausilio di finanziamento ipotecario sono state poco meno di 260 mila, in rialzo del 7,8%. Sul totale delle abitazioni acquistate dalle persone fisiche (NTN PF), quelle favorite da mutuo, nel 2017, riguardano quasi il 50% del totale delle compravendite complessive effettuate da PF, facendo registrare così il valore

30

“Rapporto immobiliare 2018: il settore residenziale”- a cura dell’OMI- Osservatorio del Mercato Immobiliare. Maggio 2018

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massimo dell’incidenza osservata dal 2011…”, come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 31 - Mutui ipotecari per l’acquisto delle abitazioni NTN IP31, capitale erogato, tasso medio, durata e incidenza NTN IP su NTN PF32

Fonte: Osservatorio del Mercato Immobiliare

Secondo le analisi di fonte Eurisc33 (Sistema di informazioni creditizie di Crif), nel corso del 2017, dopo tre anni di forte espansione, su scala nazionale si registra un lieve calo dei flussi complessivi di mutui immobiliari, attribuibile alla minore domanda di surroghe, solo in parte compensata dall’aumento della domanda di muti con finalità di acquisito. Diversamente, “…le erogazioni di credito al consumo hanno proseguito nel trend di crescita, sebbene a ritmi più contenuti rispetto a quelli evidenziati nel 2016. L’incremento maggiore si è registrato per i prestiti personali, anche per via dell’attività di rifinanziamento, e per i finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto/moto…”. Al riguardo, di seguito è illustrato si al’andamento complessivo, che la disaggregazione per tipologia di prestiti (finalizzati e personali):

Fig. 1 - Andamento delle richieste di prestiti finalizzati e personali- Italia

Fonte: Elaborazioni CRIF su dati Eurisc

31

N. di transazioni di unità immobiliari “normalizzate” effettuate con l’ausilio di mutuo ipotecario da persone fisiche. Non rientrano nelle analisi presentate nella nota, quegli acquisti di abitazioni finanziati da mutui ma con ipoteca iscritta su un immobile diverso da quello acquistato o fornendo altra garanzia reale. Sono escluse, inoltre, le ulteriori forme di finanziamento per l’acquisto delle abitazioni, nonché la rinegoziazione del mutuo, operazione che a fronte di una formale iscrizione di un nuovo mutuo non comporta l’acquisto dell’abitazione. 32

N. di transazioni di unità immobiliari “normalizzate” effettuate da persone fisiche. 33

Osservatorio credito al dettaglio - Dicembre 2017”: a cura di Assofina, Crif Spa e Prometeia.

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65

Fig. 2 - Andamento delle interrogazioni per prestiti finalizzati e personali- Italia

Fonte: Elaborazioni CRIF su dati Eurisc

Si segnala, inoltre, che nell’ultimo anni gli importi medi sono cresciuti del 10% per la categoria dei prestiti finalizzati e del 4% per i personali. Di seguito sono illustrati i principali indicatori riferiti all’impiego del credito rateale: Fig. 3 - Principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori –Italia, Lazio e provincia di Latina. Anno 2017

Fonte: Elaborazioni CRIF su dati Eurisc

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66

Il tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa Il tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa è dato dal rapporto fra due quantità, di cui il denominatore è costituito dall'ammontare di credito utilizzato da tutti i soggetti censiti in Centrale dei rischi e non considerati in situazione di "sofferenza rettificata" alla fine del trimestre precedente e il numeratore è pari all'ammontare di credito utilizzato da coloro, fra tali soggetti, che sono entrati in sofferenza rettificata nel corso del trimestre di rilevazione. Il vantaggio di tale indicatore rispetto a quello relativo allo stock di sofferenze è che consente di eliminare la distorsione dovuta dall’accumulo nel tempo dei crediti in sofferenza, fornendo un’analisi su flussi più recenti. Tuttavia, occorre sottolineare che, sebbene il tasso di decadimento sia depurato dalle sofferenze pregresse, contiene crediti inesigibili la cui erogazione è comunque datata almeno 1 anno, 1 anno e mezzo. Le evidenze 2017 riferite alla nostra provincia mostrano un deciso ripiegamento dell’indicatore riferito alla componente delle imprese, mentre le famiglie consumatrici confermano la maggiore stazionarietà già evidenziata lo scorso anno. Occorre sottolineare che Bankitalia ha precisato che, a partire da marzo 2017, alcune serie di fonte Segnalazioni di vigilanza e Centrale dei rischi risentono di una discontinuità dovuta ad operazioni di cartolarizzazione di crediti del controvalore complessivo su scala nazionale di circa 778 milioni miliardi di euro (di cui 556 milioni relativi a posizioni in sofferenza) che hanno determinato la corrispondente cancellazione dei crediti in base ai principi contabili internazionali (IAS). La spezzata riferita al totale dei segmenti segue lo stesso trend delle imprese, atteso che i flussi in bonis ad inizio periodo e passati in sofferenza alla fine del periodo sono per poco meno delll’80% finanziamenti destinati al segmento business. Graf. 46 - Andamento del tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa nella provincia di

Latina, imprese e famiglie consumatrici. Serie storica

0,986

0,9080,805

0,444

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

dic-

14

mar-

15

giu-

15

set-

15

dic-

15

mar-

16

giu-

16

set-

16

dic-

16

mar-

17

giu-

17

set-

17

dic-

17

Imprese Famiglie consumatrici

Totale Media Mobile su 3 per. (Imprese)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

La spezzata tratteggiata nel grafico su rappresentato, che illustra l’andamento del tasso di decadimento relativo alla componente imprenditoriale in provincia

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67

di Latina espresso in termini di media mobile quadrimestrale, utile a contenere le oscillazioni cui è soggetto l’indicatore, mostra la decisa flessione a partire da marzo 2017, che considerata l’entità del fenomeno osservato lascia intendere che si tratti di consistenti “operazioni di pulizia” dei propri bilanci da parte degli Istituti di credito. Graf. 47 - Andamento del tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa nella provincia di

Latina, nel Lazio e in Italia. Serie storica

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

1,4

dic-

14

mar-

15

giu-

15

set-

15

dic-

15

mar-

16

giu-

16

set-

16

dic-

16

mar-

17

giu-

17

set-

17

dic-

17

Latina Lazio Italia Media Mobile su 3 per. (Latina)

Media LT 2016= 0,857Media LT 2015= 0,863 Media LT 2017= 0,593

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Il tasso di decadimento mostra dinamiche in contenimento anche a livello regionale e nazionale; il confronto territoriale sull’intero periodo mostra un differenziale minimo a fine periodo tra la nostra provincia e le aggregazioni territoriali superiori: rispetto alla media annua nazionale (0,475%), a Latina il tasso di decadimento medio annuo è superiore di circa il 25% (a fronte di un gap del 40% riferito al 2016); mentre la distanza rispetto ai valori regionali si è pressoché azzerata nell’ultimo anno (a fronte di valori il 40% superiori in media nel 2016). I dati trimestrali sono illustrati nella tabella seguente:

Tab. 32 -Tassi di decadimento trimestrali dei finanziamenti per cassa Latina, Lazio e Italia (valori %)

Latina Lazio

dic-17 0,479 0,548 0,47 101,9 116,6

set-17 0,55 0,384 0,405 135,8 94,8

giu-17 0,619 0,811 0,547 113,2 148,3

mar-17 0,723 0,59 0,48 150,6 122,9

dic-16 1,246 0,691 0,739 168,6 93,5

set-16 0,792 0,524 0,508 155,9 103,1

giu-16 0,779 0,63 0,595 130,9 105,9

mar-16 0,611 0,603 0,583 104,8 103,4

dic-15 1,061 0,987 0,749 141,7 131,8

set-15 1,23 0,625 0,591 208,1 105,8

giu-15 0,608 0,748 0,746 81,5 100,3

mar-15 0,552 0,519 0,59 93,6 88,0dic-14 0,706 0,936 0,786 89,8 119,1

n.i. Italia=100Data Latina Lazio Italia

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

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Come già evidenziato, a partire da marzo 2017 il segmento Business mostra un progressivo miglioramento della qualità dell’erogato, a tutti i livelli territoriali, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 48 - Andamento del tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa alle imprese

nella provincia di Latina, nel Lazio e in Italia. Serie storica

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

Diversamente, le “famiglie consumatrici” che confermano un’esposizione al rischio di non onorare il credito più contenuta rispetto alle imprese, mostrano complessivamente una riduzione dell’indicatore a tutti i livelli territoriali.

Graf. 49 - Andamento del tasso di decadimento trimestrale dei finanziamenti per cassa alle famiglie

nella provincia di Latina, nel Lazio e in Italia. Serie storica

0,461

0,3

0,288

0,343

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

dic-

14

mar-

15

giu-

15

set-

15

dic-

15

mar-

16

giu-

16

set-

16

dic-

16

mar-

17

giu-

17

set-

17

dic-

17

Latina Lazio Italia Media Mobile su 3 per. (Latina)

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Banca d’Italia

0,9860,908

0,805

0,444

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

dic-

14

mar-

15

giu-

15

set-

15

dic-

15

mar-

16

giu-

16

set-

16

dic-

16

mar-

17

giu-

17

set-

17

dic-

17

Latina Lazio Italia Media Mobile su 3 per. (Latina)

Media LT 2017= 0,786Media LT 2015= 1,299 Media LT 2016= 1,230

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69

I protesti e le procedure concorsuali

Dopo il deciso calo rilevato nell’ultimo quadriennio, il 2017 mostra una sostanziale stazionarietà del numero di protesti levati, il cui ammontare complessivo, tuttavia, mostra un ritorno alla crescita, superando i 14milioni di euro; il che conduce all’incremento dell’importo, che supera i mille e 800 euro.

Tab. 33: Serie storica dei protesti levati in provincia di Latina.

Ammontare (valori in euro, var. % e ammontare medio)

n. Titoli Ammontare n. protesti Ammontare

2017 7.945 14.407.686,00 -0,4 8,3 1.813,43 8,7

2016 7.978 13.305.536,85 -21,8 -31,4 1.667,78 -12,2

2015 10.203 19.388.912,16 -23,9 -17,1 1.900,31 9,0

2014 13.411 23.390.821,43 -28,3 -33,8 1.744,15 -7,7

2013 18.700 35.332.199,84 -16,2 -23,9 1.889,42 -9,3

2012 22.306 46.446.869,51 8,8 9,6 2.082,26 0,7

2011 20.495 42.361.537,17 -2,1 -14,9 2.066,92 -13,0

2010 20.941 49.770.772,84 -12,3 -25,0 2.376,71 -14,4

2009 23.879 66.329.042,15 3,8 -1,6 2.777,71 -5,2

Anno Ammontare

medio

protesti levati Var% Var %

ammontare

medio

Fonte: elaborazioni Osserfare su dati CCIAA di Latina

A determinare tale variazione è il ritorno su un sentiero di crescita delle cambiali, tipologia di effetto più diffusa rappresentando quasi il 90% dell’insieme dei titoli. Il ricorso all’’emissione delle cambiali è aumentato sia nella frequenza (+4,1% la variazione nel numero), che nel valore, attestandosi l’ammontare medio oltre i mille e 500 euro (+10,1% rispetto ai 1.443 euro del 2016). Diversamente, le altre tipologie di titoli, assegni e tratte non accettate, mostrano dinamiche in decremento per quanto attiene la frequenza di emissione, tuttavia i valori risultano in crescita.

Tab. 34: Protesti levati in provincia di Latina per tipologia. Peso % e var %. Anno 2017

Tipo

effetto

Numero

effetti

Importo effetti

in euro

Importo

effetti medio

in euro

Peso %

tipo

effetto

Peso %

importi

Var %

tipo

effetto

Var %

importi

Var %

importi

mediCambiale 6.876 10.495.765,73 1.526,43 86,2 72,8 4,1 10,1 5,7

Assegno 811 3.381.672,45 4.169,76 10,2 23,5 -19,6 7,2 33,3

Tratta 9 7.143,67 793,74 0,1 0,0 0,0 -15,5 -15,5

Tratta non

accettata 249 523.104,15 2.100,82 3,1 3,6 -29,7 -13,5 22,9

Totale 7.945 14.407.686,00 1.813,43 99,6 100,0 -0,4 8,3 8,7 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Registro Informatico dei Protesti

Per quanto attiene le procedure concorsuali, torna a crescere il numero di imprese della nostra provincia che, nel corso del 2017, hanno avviato tali procedure, in controtendenza rispetto alle dinamiche emerse su scala regionale e nazionale, come illustrato nella tabella seguente:

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70

Tab. 35: Imprese entrate in procedura concorsuale per anno di avvio della procedura nelle

province del Lazio e in Italia. Serie storica (Valori assoluti e var %)

Territori 2015 2016 2017 Var % 17/16 Var % 16/15

Viterbo 25 25 17 -32,0 0,0

Rieti 8 17 32 88,2 112,5

Roma 1.448 1.395 1.282 -8,1 -3,7

Latina 129 115 139 20,9 -10,9

Frosinone 95 88 111 26,1 -7,4

LAZIO 1.705 1.640 1.581 -3,6 -3,8

ITALIA 15.035 13.633 12.403 -9,0 -9,3 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Infocamere

Altrettanto, risulta in aumento il numero di imprese entrate in scioglimento/liquidazione nel corso del 2017, come evidenziato nella tabella seguente:

Tab. 36 Imprese entrate in scioglimento/liquidazione per anno di avvio della procedura nelle

province del Lazio e in Italia. Serie storica (val. assoluto e var%)

Territori 2015 2016 2017Var %

17/16

Var %

16/15

Viterbo 426 533 510 -4,3 25,1

Rieti 148 117 128 9,4 -20,9

Roma 13.279 12.916 12.882 -0,3 -2,7

Latina 925 970 1.029 6,1 4,9

Frosinone 714 573 549 -4,2 -19,7

LAZIO 15.492 15.109 15.098 -0,1 -2,5

ITALIA 93.902 95.559 90.858 -4,9 1,8 Fonte: elaborazioni Osserfare su dati Infocamere