Raffaello, mito che continua dal 400 a oggi...Raffaello, mito che continua dal 400 a oggi A Bergamo...

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di Marzia Apice D al '400 ai nostri giorni, se- guendo la linea di bellez- za tracciata da uno dei più grandi pittori della storia: si è aperta il 27 gennaio la mostra “Raffaello e l’eco del mito”, alle- stita fino al 6 maggio alla Galle- ria d’Arte Moderna e Contempo- ranea di Bergamo su progetto della Fondazione Accademia Carrara. L’esposizione – a cura di Ma- ria Cristina Rodeschini, Ema- nuela Daffra e Giacinto Di Pie- trantonio – si divide in diverse sezioni dedicate all'arte del Mae- stro urbinate e all’influenza eser- citata nel corso dei secoli sulle generazioni successive di artisti. Circa 60 opere, di cui 14 firmate da Raffaello, provenienti da mu- sei nazionali e internazionali e da collezioni private di tutto il mondo compongono un percor- so espositivo sorprendente, in cui il dato storico-scientifico si mescola all’emozione. A raccon- tare la formazione di Raffaello ci pensano le opere dei maestri co- me Giovanni Santi, suo padre, Perugino, Pintoricchio e Luca Si- gnorelli, dai quali l'artista pren- de i primi riferimenti culturali e stilistici. Viene poi la sezione dedicata alle opere di Raffaello: nel 1500 l’artista ha 17 anni, viene già de- finito «magister» e inizia per lui un periodo di grande vivacità, in cui riesce a innovare i canoni lin- guistici dell'epoca (come testi- moniato da un significativo cor- pus di opere databili dal 1500 al 1505). Tra i pregi della mostra, che anticipa le celebrazioni dell'anniversario nel 2020 dei 500 anni dalla morte di Raffael- lo, anche l’aver riunito per la pri- ma volta in Europa tre compo- nenti della Pala Colonna (dal Metropolitan Museum of Art di New York, dalla National Gallery di Londra e dall'Isabella Stewart Gardner di Boston) e tre compo- nenti della Pala del beato Nicola da Tolentino (dal Detroit Institu- te of Arts e dal Museo Nazionale di Palazzo Reale di Pisa). Si prosegue nel percorso con un focus speciale dedicato al San Sebastiano, capolavoro gio- vanile di Raffaello appartenente alla collezione della Fondazione Carrara, che viene messo in rela- zione con opere di autori che hanno affrontato sia lo stesso te- ma iconografico sia il genere del ritratto sullo sfondo di paesag- gio. Infine la mostra documenta quanto la presenza di Raffaello sia sempre stata concepita dagli artisti come viva e imprescindi- bile per un continuo confronto. Ecco allora l'eco del suo mito ri- nascere nel corso dell'800, come testimoniato dalla celebre “For- narina” (in prestito dalle Galle- rie Nazionali di Arte Antica di Roma - Palazzo Barberini) che ha costituito una inesauribile fonte di ispirazione per tanti arti- sti tra cui Giuseppe Sogni, Fran- cesco Gandolfi, Felice Schiavo- ni, Cesare Mussini. L’influenza di Raffaello si con- solida anche nel '900 e arriva fi- no a oggi, con schiere di artisti contemporanei, da De Chirico a Picasso fino a Christo, France- sco Vezzoli e Giulio Paolini, che hanno subìto e continuano a su- bire il fascino della sua arte. Ol- tre al catalogo edito da Marsilio Electa, la mostra è corredata da un sito dedicato (raffaellesco.it) e un nutrito programma di attivi- tà collaterali e didattiche. ©RIPRODUZIONE RISERVATA LE GRANDI MOSTRE Raffaello, mito che continua dal ’400 a oggi A Bergamo 60 opere svelano il fascino inesauribile dell’artista: dal maestro Perugino alle tracce in Picasso e De Chirico San Michele e in alto la Fornarina. A fianco, in alto, Il Cristo Redentore Il San Sebastiano di Raffaello Focus dedicato al San Sebastiano, capolavoro giovanile messo in relazione con opere che affrontano sia lo stesso tema iconografico sia il genere del ritratto sullo sfondo di paesaggio ROMA Gli sguardi incrociati e la gestua- lità familiare che testimoniano l'intesa sentimentale, le rovine romane e il cielo azzurro a far da sfondo. La Madonna Esterházy di Raf- faello Sanzio risplende con la sua bellezza delicata a Palazzo Barberini dove le Gallerie Nazio- nali di Arte Antica di Roma l'han- no voluta in mostra dal 31 gen- naio all'8 aprile per presentarla al pubblico durante l'assenza della celebre Fornarina (in pre- stito a Bergamo vedi articolo so- pra). Proveniente dal Szépmuv- észeti Múzeum di Budapest, l'o- pera venne dipinta nel 1508 e documenta un passaggio crucia- le nella storia di Raffaello, quan- do cioè l'artista lasciò Firenze per Roma, dove era stato chia- mato da Giulio II della Rovere per partecipare al rinnovamen- to del Vaticano. Un momento straordinario per la sua carriera, che la mostra di Palazzo Barberi- ni, a cura di Cinzia Ammannato, sottolinea presentando accanto alla Madonna Esterházy anche lavori a essa legati. Fondamenta- le per la testimonianza storica è la riproduzione in grande del di- segno preparatorio correlato al- la tela (l'originale è agli Uffizi) ed esposto accanto a essa, nel qua- le sullo sfondo appaiono alberi e colline del paesaggio fiorentino. Elementi poi sostituiti nel qua- dro dalle rovine romane (resti del Tempio di Vespasiano e del- la Torre dei Conti al Foro Roma- no) e che documentano la fasci- nazione che l'artista ebbe per Roma in occasione del suo tra- sferimento. La Madonna Este- rházy non fu portata a compi- mento, come si evince dalla defi- nizione non perfetta di Gesù e San Giovanni bambini: Raffaello attraversava un momento di fre- netica ed entusiasmante attività creativa, durante il quale lavorò molto. Dipinto su una tavola in pioppo di cm29x21.5, il quadro prende il nome dalla famiglia che lo ebbe fino alla seconda metà dell'800, quando fu ceduto allo Stato ungherese. Venne tra- fugato nel 1983 e ritrovato in un convento greco dai carabinieri italiani specializzati nel recupe- ro delle opere d'arte chei lo resti- tuirono a Budapest. Esposte an- che 3 opere simili alla Madonna Esterházy provenienti dalle Gal- lerie la Madonna col Bambino (1515) di Giulio Romano e due tele del XVI secolo, la Madonna col Bambino e Gesù Bambino. E la Madonna Esterházy è a Roma Capolavoro del maestro urbinate a Palazzo Barberini (da Budapest) fino ad aprile La Madonna Esterházy di Raffaello Sanzio 38 Società IL CENTRO SABATO 3 FEBBRAIO 2018

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di Marzia Apice

Dal '400 ai nostri giorni, se-guendo la linea di bellez-za tracciata da uno dei

più grandi pittori della storia: si è aperta il 27 gennaio la mostra “Raffaello e l’eco del mito”, alle-stita fino al 6 maggio alla Galle-ria d’Arte Moderna e Contempo-ranea di Bergamo su progetto della Fondazione Accademia Carrara.

L’esposizione – a cura di Ma-ria Cristina Rodeschini, Ema-nuela Daffra e Giacinto Di Pie-trantonio – si divide in diverse sezioni dedicate all'arte del Mae-stro urbinate e all’influenza eser-citata nel corso dei secoli sulle generazioni successive di artisti. Circa 60 opere, di cui 14 firmate da Raffaello, provenienti da mu-sei nazionali e internazionali e da collezioni private di tutto il mondo compongono un percor-so espositivo sorprendente, in cui il dato storico-scientifico si mescola all’emozione. A raccon-tare la formazione di Raffaello ci pensano le opere dei maestri co-me Giovanni Santi, suo padre, Perugino, Pintoricchio e Luca Si-gnorelli, dai quali l'artista pren-

de i primi riferimenti culturali e stilistici.

Viene poi la sezione dedicata alle opere di Raffaello: nel 1500 l’artista ha 17 anni, viene già de-finito «magister» e inizia per lui un periodo di grande vivacità, in cui riesce a innovare i canoni lin-

guistici dell'epoca (come testi-moniato da un significativo cor-pus di opere databili dal 1500 al 1505). Tra i pregi della mostra, che anticipa le celebrazioni dell'anniversario nel 2020 dei 500 anni dalla morte di Raffael-lo, anche l’aver riunito per la pri-

ma volta in Europa tre compo-nenti della Pala Colonna (dal Metropolitan Museum of Art di New York, dalla National Gallery di Londra e dall'Isabella Stewart Gardner di Boston) e tre compo-nenti della Pala del beato Nicola da Tolentino (dal Detroit Institu-

te of Arts e dal Museo Nazionale di Palazzo Reale di Pisa).

Si prosegue nel percorso con un focus speciale dedicato al San Sebastiano, capolavoro gio-vanile di Raffaello appartenente alla collezione della Fondazione Carrara, che viene messo in rela-

zione con opere di autori che hanno affrontato sia lo stesso te-ma iconografico sia il genere del ritratto sullo sfondo di paesag-gio. Infine la mostra documenta quanto la presenza di Raffaello sia sempre stata concepita dagli artisti come viva e imprescindi-bile per un continuo confronto. Ecco allora l'eco del suo mito ri-nascere nel corso dell'800, come testimoniato dalla celebre “For-narina” (in prestito dalle Galle-rie Nazionali di Arte Antica di Roma - Palazzo Barberini) che ha costituito una inesauribile fonte di ispirazione per tanti arti-sti tra cui Giuseppe Sogni, Fran-cesco Gandolfi, Felice Schiavo-ni, Cesare Mussini.

L’influenza di Raffaello si con-solida anche nel '900 e arriva fi-no a oggi, con schiere di artisti contemporanei, da De Chirico a Picasso fino a Christo, France-sco Vezzoli e Giulio Paolini, che hanno subìto e continuano a su-bire il fascino della sua arte. Ol-tre al catalogo edito da Marsilio Electa, la mostra è corredata da un sito dedicato (raffaellesco.it) e un nutrito programma di attivi-tà collaterali e didattiche.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

LE GRANDI MOSTRE

Raffaello, mito che continua dal ’400 a oggiA Bergamo 60 opere svelano il fascino inesauribile dell’artista: dal maestro Perugino alle tracce in Picasso e De Chirico

San Michele e in alto la Fornarina. A fianco, in alto, Il Cristo Redentore Il San Sebastiano di Raffaello

Focus dedicato al San Sebastiano,

capolavoro giovanile messo in relazione con opere che affrontano sia lo stesso tema iconografico sia il genere del ritratto sullo sfondo di paesaggio

◗ ROMA

Gli sguardi incrociati e la gestua-lità familiare che testimoniano l'intesa sentimentale, le rovine romane e il cielo azzurro a far da sfondo.

La Madonna Esterházy di Raf-faello Sanzio risplende con la sua bellezza delicata a Palazzo Barberini dove le Gallerie Nazio-nali di Arte Antica di Roma l'han-no voluta in mostra dal 31 gen-naio all'8 aprile per presentarla al pubblico durante l'assenza della celebre Fornarina (in pre-stito a Bergamo vedi articolo so-pra). Proveniente dal Szépmuv-

észeti Múzeum di Budapest, l'o-pera venne dipinta nel 1508 e documenta un passaggio crucia-le nella storia di Raffaello, quan-do cioè l'artista lasciò Firenze per Roma, dove era stato chia-mato da Giulio II della Rovere per partecipare al rinnovamen-to del Vaticano. Un momento straordinario per la sua carriera, che la mostra di Palazzo Barberi-ni, a cura di Cinzia Ammannato, sottolinea presentando accanto alla Madonna Esterházy anche lavori a essa legati. Fondamenta-le per la testimonianza storica è la riproduzione in grande del di-segno preparatorio correlato al-

la tela (l'originale è agli Uffizi) ed esposto accanto a essa, nel qua-le sullo sfondo appaiono alberi e colline del paesaggio fiorentino. Elementi poi sostituiti nel qua-dro dalle rovine romane (resti del Tempio di Vespasiano e del-la Torre dei Conti al Foro Roma-no) e che documentano la fasci-nazione che l'artista ebbe per Roma in occasione del suo tra-sferimento. La Madonna Este-rházy non fu portata a compi-mento, come si evince dalla defi-nizione non perfetta di Gesù e San Giovanni bambini: Raffaello attraversava un momento di fre-netica ed entusiasmante attività

creativa, durante il quale lavorò molto. Dipinto su una tavola in pioppo di cm29x21.5, il quadro prende il nome dalla famiglia che lo ebbe fino alla seconda metà dell'800, quando fu ceduto allo Stato ungherese. Venne tra-fugato nel 1983 e ritrovato in un convento greco dai carabinieri italiani specializzati nel recupe-ro delle opere d'arte chei lo resti-tuirono a Budapest. Esposte an-che 3 opere simili alla Madonna Esterházy provenienti dalle Gal-lerie la Madonna col Bambino (1515) di Giulio Romano e due tele del XVI secolo, la Madonna col Bambino e Gesù Bambino.

E la Madonna Esterházy è a RomaCapolavoro del maestro urbinate a Palazzo Barberini (da Budapest) fino ad aprile

La Madonna Esterházy di Raffaello Sanzio

38 Società IL CENTRO SABATO 3 FEBBRAIO 2018