Raffaele Ariante

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Opere di Raffaele Ariante

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CRISTO 100% - Raffaele Ariante Potremmo dire "Il cristiano come un ambasciatore di Cristo"

Raffaele Ariante un pittore poeta, un artista inquieto. Egli esprime la sua arte che unisce la spazzola col messaggio, formando così lo scenario perfetto

per l'artista e lo spettatore, affinché tutti fermano a riflettere sul suo lavoro. Al principio, l'arte del cristianesimo impedì di rappresentare Gesù in forma umana, preferendo

fidarsi della sua figura mediante simboli, tali come il monogramma formato per le lettere greche e, iniziali del nome greco alfa e omega stato anche rappresentato come un agnello, l'Agnello di

Dio, ed anche in simboli antropomórficos, come il Buon Pastore. Più tardi apparvero rappresentazioni di Cristo, il primo rappresenta come una giovane, spesso nel

viso di Alessandro Magno, senza barba né pelo molto. [114] a partire dal secolo IV, fu rappresentato quasi esclusivamente con una barba. Nell'arte bizantina si trasformò in una serie regolare delle rappresentazioni di Gesù. Alcuni con l'immagine del Pantocrátor che ebbe gran

successo nell'Europa medievale. Il concetto dell'immagine di Cristo è il cuore dell'antropologia cristiana. L'uomo si distingue di altre

creature di Dio, perché fu creato in una maniera unica. Solo l'uomo che si dice che fu creato ad immagine di Dio.

Questa espressione descrive all'uomo nella totalità della sua esistenza, egli è un Dio che riflette e specchi.

(Genesi1:26-28). Raffaele ha espresso nella sua arte l'immagine di Dio nel suo cuore e la sua fede per un mondo

migliore pieno di Pace e Bene Christina Oiticica

[12:05:24] otrebla: Raffaele Ariante è pittore che segue una sua personalissima ricerca. Anche in questa serie Cristo 100%, la rappresentazione della Croce assume tratti originali, fin dalla carta,

pagine di giornali e su cui i 365 Cristi sono disegnati. Ogni naturalistico segno della Passione, viene lasciato cadere: sul corpo di Gesù non c’è traccia dell’agonia, il volto appare coperto, e il legno

della Croce cancellato. Solo l’uso di qualche colore, come un rosso vivo che fa da sfondo, ricorda il dramma. Il movimento del corpo, e le braccia aperte come ali, fanno cenno all’inizio di un volo, ad una riconquistata leggerezza. E’ come se il pittore volesse rappresentare l’ascesa di Gesù al cielo fin

dalla Croce: immaginare la liberazione dallo spirito di gravità di questo mondo come un compimento che non cancella la sofferenza patita, ma la oltrepassa, la trasfigura ed accoglie nella

Luce chiara dei Cieli. E’ la potenza della Vita sulla morte che Ariante vuole rappresentare. In tempi in cui l’orrore e il terrore tornano ancora a lacerare le nostre esistenze: se mette in scena l’icona che più di ogni altra nella nostra cultura rappresenta la sofferenza e la morte, è per far esplodere in, e da,

essa la vera Vita e la possibilità di Gioia. L’energia che anima le figure rappresentate in questa serie, è radicata non in un disincarnato spiritualismo ma nella riappropriazione della bellezza, della

forza e della ricchezza del multiforme spettacolo del creato che incanta i nostri sensi. Ma forse Ariante, con i suoi Cristo 100%, si volge anche contro un cristianesimo che indulga troppo sulla

mortificazione del corpo, che sia pietistico e cupo; o, ancor di più radicalmente, il suo Gesù appare, oltre ogni vincolo religioso simbolo dell'uomo che si libera. Deve l’uomo far esodo da sé,

dall’orgoglio smisurato e dal male che sono inscritti nel profondo del suo cuore, per andare oltre la figura umana così come è apparsa finora, lì dove potrà finalmente mostrarsi senza le maschere in

cui da sempre si cela.

Nicola Magliulo Filosofo

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