Radio Mater Giornalino 60

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Luglio 2013 N° 60 Eccoci, Mamma! Radio Mater • C.F. 91006500135 • C. Post. n. 1 - 22030 Longone al Segrino (CO) • Tel. 031.646000 - Segr. 031.645214 • Fax 031.611139 • Capp. e fax 031.611608 • Capp. preghiera 031.3355586 • www.radiomater.org • e-mail: [email protected] Poste It. Spa Sped. in A.P. DL 353/2003 (conv. I.27/2/04 n.46) art.1, comma 2, LO/CO • € 0,50 Registro stampa tribunale di como n. 1/96 dell’8/1/1996 • Lett. in famiglia “Pro Manoscritto” di Radio Mater Arcellasco d’Erba (CO) • A. 2005 • Dir. Resp. Enrico Viganò Questo numero di “Eccoci, Mamma” è il sessantesimo ed “esce” proprio nel e per il Sessantesimo di Ordinazione sacerdotale e di prima Messa di don Mario. Pura coincidenza? No, noi non crediamo alla “coincidenza” ma alla Prov- videnza, che guida “i nostri passi”, giorno dopo giorno, verso il Suo Regno. 1953 2013 60 Anni Con Maria a servizio della Chiesa

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Giornalino di Radio Mater

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Luglio2013

N° 60

Eccoci, Mamma!

Radio Mater • C.F. 91006500135 • C. Post. n. 1 - 22030 Longone al Segrino (CO) • Tel. 031.646000 - Segr. 031.645214 • Fax 031.611139 • Capp. e fax 031.611608 • Capp. preghiera 031.3355586 • www.radiomater.org • e-mail: [email protected]

Poste It. Spa Sped. in A.P. DL 353/2003 (conv. I.27/2/04 n.46) art.1, comma 2, LO/CO • € 0,50Registro stampa tribunale di como n. 1/96 dell’8/1/1996 • Lett. in famiglia “Pro Manoscritto” di Radio Mater Arcellasco d’Erba (CO) • A. 2005 • Dir. Resp. Enrico Viganò

Questo numero di “Eccoci, Mamma” è il sessantesimo ed “esce” proprio nel e per il Sessantesimo di Ordinazione sacerdotale e di prima Messa di don Mario. Pura coincidenza? No, noi non crediamo alla “coincidenza” ma alla Prov-videnza, che guida “i nostri passi”, giorno dopo giorno, verso il Suo Regno.

1953 2013

60 Anni Con Mariaa servizio della Chiesa

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Non mi sembra vero... eppure sono davvero passati ses-sant’anni da quando il Beato Cardinal Schuster, nel Duomo di Milano, mi ha imposto le mani e la grazia dell’Ordinazione Sacer-dotale, facendomi “Sacerdote di Cristo in eterno”! ...

Era il 28 giugno 1953 e questa data, con l’Ordinazione Sacer-dotale, concludeva un cammino di studi e di formazione• iniziato a 11 anni presso i

Salesiani•continuato poi nel Semina-

rio Diocesano di Milano con l’impegno e la formazione di 12 anni di studio, ma con la gioia nel cuore per il “Sì” che stavo donando alla chiamata del Signore.Questi giorni, Ordinazione

sacerdotale e Prima S. Messa nella mia Parrocchia di S. Albino di Monza, sono stati giorni radiosi, sia divinamente che umanamente.

Divinamente, come chiamata personale alla Santità, perché non esiste sacerdozio se non tendendo alla perfezione e per-ché il Sacerdote è ed agisce “in persona Christi”, nella persona di Cristo.

Umanamente, per la vicinanza, l’affetto e il calore in quei giorni di familiari, amici e fedeli che, nella fede, vedono con gioia nel Sacerdote “Gesù – il Dio con noi in cui credono”.

E, dopo quei giorni che ti segnano nel cuore e che non dimentichi più, l’inizio della missione pastorale ad Albavilla.

Sono stati 13 anni di immer-sione, soprattutto nella gio-ventù, sentita come dono di Dio, da vivere in tutte le attività giovanili, con entusiasmo e con donazione totale, ma con l’unico scopo sempre di portare a Gesù.

E con la gioventù, tutto il ser-vizio parrocchiale, con la gioia di sentire tutti, piccoli e grandi, ammalati e sani, buoni e meno buoni, come cuori da amare e a cui donare Gesù.

E poi, Parroco ad Arcellasco, vivendo la Parrocchia come la “tua famiglia” che Cristo e la Chiesa ti danno per essere... in essa “padre e pastore”. Padre, che genera figli alla grazia epastore, che guida sulle strade sicure del Vangelo.

Come ho amato e amo anche questa “mia famiglia parroc-chiale”!

Ma, appartenere a Dio signi-fica, innanzi tutto, rimanereall’ascolto e lasciar dilatare i nostricuoridalsoffiodelloSpi-rito per essere “pietre vive”, libere di lasciarci guidare dall’a-more provvidente di Dio e dalla Sua “fantasia”, per essere e divenire il Suo popolo nella fede che ci lega a Lui.

Ecco perché, quando i disegni di Dio mi hanno chiamato ad

ingrandire iconfinidellaPar-rocchia con una misteriosa mis-sione radiofonica, ho accolto la chiamata obbedendo al volere di Dio, senza dimenticare le “tre Parrocchie” della mia vita:•S. Albino, in cui sono nato, cre-

sciuto e diventato Sacerdote,•Albavilla, in cui ho profuso

i miei ardori giovanili, come coadiutore,

•Arcellasco, in cui sono diven-tato, ripeto, “ padre e pastore per sempre. “Le ricordo ogni giorno nella

preghiera e nella celebrazione della S. Messa.

E poi... appunto: la missione radiofonica.

Credete, miei cari, è un mistero che non so spiegare!

Perché ho sentito il bisogno di affidareancheallaradiola“setedi anime” che sentivo dentro il cuore? Solo il Cielo lo sa! Ed ecco allora prima Radio Maria e adesso Radio Mater.

Chi mi ha spinto e aiutato in questadifficilemissione, chemi ha causato anche tante sof-ferenze, ma che mi dà la gioia di far “sentire” la misericordia di Dio a tanti cuori? La risposta posso darla soltanto guardando a Maria, la Mamma!

Sì, solo Lei può avermi soste-nuto nell’iniziare e condurre avanti due radio:• la prima col Suo nome• la seconda col nome della Sua

maternità.Grazie, Mamma, per avermi

scelto per questi due doni a Te.Grazie per tutto il mio Sacer-

dozio. Ringrazia Gesù, la Trinità e la Chiesa.

Carissimi, mi sembra bello concludere ed esternare tutto quello che sento nel cuore, con il “grazie e l’eccomi” per ogni istante di questi “Sessant’anni sacerdotali”, chehoaffidatoanche a questa immaginetta.

Grazie miei cari, Vi benedico tutti, assicurandovi che sarete tutti e sempre nel mio cuore.

Don Mario

Eccomi!

Grazie Mamma!

Don Mario Galbiati“Sessantesimo di Sacerdozio”

28 Giugno 1953 28 Giugno 2013

Mamma,ringrazia Gesù

per la gioia che mi daper i 60 anni di Sacerdozio.

Offroil bene che posso aver fatto

con il vostro aiutonella mia vita pastorale e radiofonica.

Chiedo perdonodi tutte le mie fragilità.

Benedicichi mi è stato e mi sta vicino,

chi ha collaborato con me nel benee chi fa “Famiglia e Chiesa”

con il mio Sacerdozio.

Chiedo Aiutoper continuare ad essere

“Sacerdote in eterno”in terra e in Cielo.

Gratitudine - Perdono - Impegno dei miei sessant’anni di Sacerdozio

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Il 28 Giugno 1953, sotto le arcate solenni del Duomo di Milano, il Cardinale Ildefonso Schuster imponeva le mani sul capo di Don Mario Galbiati e lo consacrava a Dio e alla Chiesa, come Sacerdote di Cristo.

Maria Santissima già lo aveva come figlio, tenendolo tra iSuoipredilettifindaquando,appena undicenne, il giovane aveva manifestato d’impulso ai suoi ciò che aveva nel cuore.

Nasce qui la spiritualità di una intera vita. Una vita vissuta tra le tante traversie che il bene incontra sempre nel mondo. Don Mario ancora non sapeva quanto gli sarebbe costato essere prete. Ebbro di entusiasmo giovanile, accoglieva chi lo avvicinava con l’apostolato dell’amore.

Veniva contraccambiato, ma anche contrastato da quanti leggevano in lui la fermezza vocazionale.

Don Mario era uomo di Chiesa e a questa Chiesa si aggrappava, sapendola Madre. Spesso non era capito, ma qui la Madonna lo aiutava, consolandolo nel dolore. La Vergine Santa ne ascoltava la preghiera e invocava lo

Spirito perché gli infondesse sull’Altare parole Sante di vita.

Gli anni hanno plasmato Don Mario. Da uomo di Chiesa ne hanno fatto un uomo di preghiera. E questa emerge potente in tutte le sue omelie, che non sono più una semplice istruzione religiosa, ma contengono una invocazione continua a Gesù e a Maria.

Nelle sue prediche Don Mario ormai non parla. Prega.

Infine denuncia, profeti-camente, quanto di brutto oggi il mondo propone.

Don Mario prega in ogni momento, in ogni istante. E non solo durante le Liturgie, ma anche di notte ed ultimamente nelle lunghe ore di dialisi.

Chi lo avvicina se ne accorge. Avverte in lui e nel suo comportamento quelle spintecheedificano.E’difficilenon volergli bene! Suscita in chi lo incontra un desiderio di protezione perché ti appare indifeso... pulito... innocente!

All’esterno il mondo trava-lica. Infierisce sugli incauti.Spadroneggia con una cattiveria che appare vincente.

Ma vincente non è.

Don Mario lo dimostra nella sua semplicità, nelle difficoltà terrene e nella suacontrapposta vittoria spirituale.

Qui il Sacerdote esprime ciò che veramente è, e deve essere, “un uomo di Dio”. In tanti ormai glielo riconoscono. E questo suo comportamento spiega anche cosa è il vero apostolato.

“Sacerdos in aeternum” qui e sempre, nel mondo e oltre, per l’appartenenza a quellafigliolanzacheDiohaapprontato per tutti e che qui in terra è tanto difficilecomprendere.

Don Mario da sessanta anni testimonia questa Verità.

Mamma, sia sempre “Totus Tuus” perché in lui e in ciascuno di noi si compia la volontà di Dio. Grazie!

La Comunità di Maria

Sacerdos in Aeternum

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La benedizione apostolica del Santo Padre

Madonnina assunta in cielo, caparra della gloria che ci attende.

Tu hai portato nel grembo Gesù Cristo nostro Signore.

Da Te il Figlio di Dio è nato nella carne per la salvezza degli uomini.

Tu hai seguito la Sua missione nella gioia di Cana

e nel dolore sotto la Croce. Pietà elargita a tutto il genere umano,

Tu l'hai accolto, cadavere, tra le braccia. Tu, Chiesa immacolata,

nella nuova parentela con Giovanni l'hai salutato Risorto.

Tu ora vivi nella luce della Trinità. Ascolta l'umile preghiera del Tuo popolo,

conferma la fede, sostieni la speranza,

ravviva la carità. Guarda benigna l'umanità

sfinita dalla sua debolezza mortale, mostrale nel Crocifisso risorto

misericordia e letizia. Proteggi la Tua Chiesa in ogni circostanza,

felice o avversa. Soccorri noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte.

Guidaci al Padre nel Figlio per lo Spirito Santo.

Amata Madonnina, accogli la nostra supplica, custodisci i Tuoi figli e intercedi. Amen

+ Angelo card. Scola Arcivescovo

Milano, 28 giugno 2013

Mi unisco alla gioia e al rendimento di lode al Signore di

don Mario Galbiati

che ricorda il sessantesimo anniversario di sacerdozio e, con viva riconoscenza per la sua generosa risposta ai doni di Dio, lo benedico di cuore insieme a tutta Radio Mater nel desiderio che il suo operato sia sempre una luminosa testimonianza del mistero pasquale di Cristo Gesù.

Auguri dai Pastori della Chiesa

Gli auguri del card. Angelo Scola

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Carissimo don Mario,dai suoi 60 anni di vita sacerdotale sono sbocciati i suoi

30 anni di ‘‘apostolato radiofonico’’.Ciò è accaduto proprio nello stesso modo in cui, nel

1983, le prime antenne di Radio Maria fiorirono dal campanile della sua parrocchia, per portare la Buona Notizia nelle case, tra gli ammalati e gli anziani, tra quanti magari, per i motivi più diversi, la porta della parrocchia non l’avrebbero mai varcata.

Mi permetta, caro Don Mario, di ringraziarla di cuore per questo suo esempio di fedeltà e di dedizione, offertoci proprio attraverso quegli strumenti della comunicazione su cui oggi si gioca, in modo sempre più significativo, la partita della nuova evangelizzazione.

Da parte mia, di tutto l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, e da parte del Cardinale Bagnasco, Presidente della CEI, le giungano gli auguri più affettuosi e sinceri.

Con stima e riconoscenza.Mons. Domenico Pompili

Sottosegretario CEIDirettoredell’UfficioNazionale

per le comunicazioni sociali

Gli auguri del card. Angelo Comastri

Il grazie e gli auguri del cardinal Angelo Bagnasco

e di mons. Domenico Pompili

Carissimo Don Mario,

ho saputo la bella notizia del Suo 60° anno di sacerdozio che sarà celebrato il 28 giugno. Non posso non unirmi alla Sua preghiera di lode e di ringraziamento al Signore per tale evento. Chissà quanto bene ha fatto in tutti questi anni particolarmente attraverso "Radio Mater" che sicuramente avrà attirato tante anime a Gesù diffondendo la devozione alla Madonna. Mi sono venute in mente le parole di un anziano sacerdote che mi disse un giorno: "Spendi totalmente la tua vita per Gesù: non risparmiarti! E, soprattutto, non aspettarti premi o ringraziamenti. Il prete è come una pecora: tutti prendono la sua lana e ci fanno i loro vestiti senza sapere da chi viene la lana. Ma quando nell'ultimo giorno della tua vita incontrerai Gesù, Lui ti verrà incontro con uno splendido vestito fatto con la lana che tutti ti hanno tolto e ti dirà: 'Ecco la veste della tua festa in Cielo: l'ho preparata con la lana che tu hai donato senza risparmio per tutta la tua vita' ”.

La ricordo nella preghiera e chiedo alla Madonna di continuare ad esserLe vicino.

Con un saluto di cuore e l'augurio di ogni bene da Gesù per Maria.

Angelo Card. Comastri Vicario Generale di Sua Santità per la

Città del Vaticano

Reverendissimo Don Mario Galbiati

Vaticano, 19 giugno 2013

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28 giugno 2013

Carissimo Don Mario,

sono a conoscenza della celebrazione del suo 60esimo di sacerdozio la vigilia dei SantiApostoli Pietro e Paolo.

Desidero esprimere la mia vicinanza di cuore e di preghiera anche quella geografica è enorme (mi trovo in Colombia), a questo momento di ringraziamento per il bene di cosìtanti anni a servizio del Popolo di Dio nel ministero sacerdotale.

La celebrazione eucaristica dice il più grande grazie possibile da parte umana, perché è il grazie stesso di Gesù.

Con me è presente anche la Congregazione dei Padri Somaschi, che si sente onorata di tenerla tra i suoi Aggregati in spiritualibus in quanto fondatore e direttore di Radio Mater.

Abbiamo camminato insieme durante il nostro anno giubilare 2011-2012 e intendiamo mantenere ferma questa comunione per essere diffusori del Vangelo della carità e dell’accoglienza.

Che San Girolamo Emiliani la protegga e la mantenga nella via della carità, della prosperità e della pace, come ci invita a pregare ogni giorno.

In questo momento così bello e solenne mi benedica insieme alla mia Congregazione

P. Franco Moscone crs (Preposito generale)

Auguri di padre Franco Moscone

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Il Sacerdote prende il pane e il calice nelle sue mani, anche se le sue mani non sono sante e venerabili come quelle di Gesù.

Le sue sono povere mani, mani di un peccatore, mani di un cristiano che ogni giorno si sporcano.

E mentre trattiene questi poveri segni pronuncia la preghiera di benedizione consacratoria, rinnova i gesti di Gesù, ripete le sue stesse parole e quel pane e quel vino, nelle sue mani, diventano Eucarestia, Corpo e Sangue del Signore Gesù.

Quelle mani come quella voce, in quel momento sublime, sono mani e voce di Gesù.

Le parole del Sacerdote hanno la potenza della prima volta là nel Cenacolo.

Scompare il Sacerdote, è presente Gesù stesso: nelle mani del Sacerdote sboccia l’amore stesso di Dio Padre.

Pensiamo alle mani di Maria Santissima, quelle mani che accolsero il Bimbo neonato, quelle mani dolci e delicate, che accarezzavano il Figlio, quelle mani tra le quali Gesù si sentiva sicuro. “Le mani del Sacerdote come le mani di Maria”.

Avete mai provato a guardare le mani di Don Mario da vicino quando, celebrando la Santa Messa sorregge Gesù tra le sue mani?

Quando le innalza per la nostra adorazione? Guardate il suo volto, i suoi occhi, le sue mani: tutto è così bello!

Per lui in quel momento tutto il mondo scompare. Per lui non esiste altro che Gesù diventato pane! Tra loro c’è una unità straordinaria, inscindibile. Don Mario come Maria.

Le mani, il cuore, gli occhi di Don Mario come le mani, il cuore e gli occhi di Maria. E’ semplicemente meraviglioso!

Un Santo innamorato dell’Eucarestia, San Pier Giuliano Eymard affermava:

“La donna è stata riabilitata nella persona di Maria, Madre di Dio. L’uomo è stato riabilitato dal Sacerdozio che gli è riservato.

Maria e il Sacerdote danno la vita al mondo. Per andare a Gesù Cristo bisogna passare attraverso di loro.

Maria e il Sacerdote sono le due grandi meraviglie di Dio”. E con Sant’Ambrogio crediamo:

“Nulla al mondo può essere trovato più eccellente o più sublime del Sacerdote”.

Caro Don Mario, anche tu come Maria sei stato prescelto.

Sessant’anni fa. Dio sapeva già prima che tu nascessi, la grande unica missione che ti sarebbe stata affidata. “Hai trovato grazia presso

Dio”... e camminasti verso il Sacerdozio.

Eri cosciente del grande dono e tremava il tuo cuore. Ma anche a te fu detto: “Non temere”.

E fosti Sacerdote. Le tue mani furono unte con l’olio prezioso del crisma e fu proclamato: “Quello che benediranno sia benedetto! Quello che consacreranno sia consacrato!”

Le tue mani in quel giorno ti furono baciate con riverenza anche da tua mamma e da tuo papà.

E Gesù nacque per la prima volta nelle tue mani, nella tua prima Messa!Miracolochesiripetéinfinite

volte. E tu “con amore delicato” cominciasti a deporLo “non nella mangiatoia ma nel cuore degli uomini” tuoi fratelli. E così da sessant’anni!

Nel tuo cuore il sentimento stesso di Gesù: “Ho compas-sione di questa gente. Rischiano di morire lungo la strada. Date loro da mangiare”.

E tu, obbediente e fedele, continui ancora oggi a dare il cibo celeste. Come Maria, anche tu povero con Gesù a Betlemme, nascosto come lui a Nazareth, perseguitato durante la vita, immolato nell’ora del dolore. Come Gesù costretto a cercare casa.

Ma come sul Calvario Gesù non era solo, anche tu sul

don Mario concelebra con don Ettore

Il mistero delle mani consacrate

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tuo Calvario non sei solo. C’è Maria, la Consolatrice, l’Ausiliatrice.

E’ stata sempre con te Lei, che ti aveva preso per mano e tiavevacondottofinoaipiedidel Cardinale Beato Alfredo Ildefonso, in quel 28 giugno di sessant’anni fa.

E’ Lei che ti ha illuminato, consigl iato, consolato, incoraggiatoneimoltisacrificidella vita sacerdotale come coadiutore prima e parroco poi.

E certamente c’è stata Lei, proprio Lei, la Mamma

all’origine della grande avventura di Radio Maria prima e di Radio Mater poi, perché tutto fosse a gloria del suo Divin Figlio Gesù.

Grazie Don Mario, Sacerdote formato da Maria e da Lei prediletto.

Grazie, Don Mario, perché in te Gesù ama sua Madre.

Grazie da parte di questo Sacerdote che scr ive perché riconosce di essersi abbeverato al tuo sacerdozio come a viva sorgente.

Grazie per il conforto da te ricevuto nell’ora del dolore.

Grazie per la fiducia, immeritata che sempre gli hai dimostrato.

Grazie! Continua sempre a benedirmi e continua a tras-mettere a noi il sorriso di Maria che si spande sul tuo volto. Alza ancora una volta benedicente le tue mani su di me.

Auguri!don Ettore

Incontrare don Mario nel Centro Dialisi di Oggiono (Co) è statopernoicomefaraffiorarela nostra parte cristiana che, a volte, è lasciata in un piccolo angolo del cuore.

Ognuna di noi ama soffermarsi presso il suo letto per dialogare con lui, uomo semplice generoso. Ci ascolta sempre con tanta attenzione e, dopo qualche attimo di silenzio, è sempre pronto a dare un consiglio e a trasmettere serenità.

E’ una gioia vederlo sempre disponibile con noi, nonostante i suoi numerosi impegni. Sebbene siano frequenti i nostri richiami ad un maggior riposo e ad evitare giornate “pesanti”, lui precisa che anche

un Sacerdote non può sottrarsi al suo spendere la vita per amore di Gesù e dei fratelli. Quindi... non rifiuta mai di accogliere chiunque.

Don Mario, ricco di saggezza dovuta anche “alla sua età”, conserva un animo giovane, capace anche di ironia. E’ un uomo umile, che porta pace e unità e che continuamente prega. L’unica sua esclamazione per qualche scherzo tra pazienti è sempre: “O Padre Pio!”

Ci piace il suo “non essere nel tempo”, la sua ingenuità e quell’innocenza a volte fanciullesca.

E’ impossibile che lui manchi nel suo turno la mattina...

“Don“... lei è il “leader portante del gruppo!!!”

Un abbraccio dalle sue infermiere.

Da sinistra: il decano di Erba don Giovanni Afker, don Mario e padre Giuseppe Fossati

don Mario con alcune infermiere della dialisi.

Un sacerdote molto “paziente”

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Avevano undici anni e condividevano tutto: lo sport, la fede, l’amicizia. Le loro strade si sarebbero, solo in parte, separate, ma questo, a quell’età, ancora non lo sapevano. Erano Mario Riva e Mario Galbiati, (il futuro don Mario) entrambi del 1930, Giovanni Bramati e Domenico Passoni, maggiore di un paio d’anni e altri ancora, alcuni dei quali, purtroppo, non sono più.

Proprio a quell’età Mario Galbiati entra in seminario e i quattro amici, con altri del gruppo si ritrovavano solo alla domenica. Era una festa. Al ritorno della Messa, la solerte signora Rosa, mamma di Domenico, preparava ai sempre affamati ragazzi una profumata marmitta di latte caldo scaldata sulla stufa a carbone (come si usava allora) accompagnata da pane, biscotti e cioccolato! Un vero banchetto per quegli anni del dopo guerra.

Il futuro don Mario già da seminarista aveva ben chiara la meta: dopo la Messa e i giochi in oratorio, lui doveva celebrare una Messa tutta sua, tant’è che per farlo contento, mamma Rosa gli aveva regalato un altare in miniatura con tanto di vescovi d’argento.

Gli altri amici assistevano compìti e… chissà, forse anche un po’ insofferenti per quella nuova Messa fuori programma!

Un appuntamento tra i più attesi erano le partite di pallone improvvisate. Lo ricorda Mario Riva amico del cuore e compagno di studi di don Mario Galbiati: usciti da scuola si riversavano tutti sulla strada e via con il loro mini campionato. C iascuno impersonava uno dei grandi calciatori dell’Inter di allora: Mario era Aldo Campatelli (perché gli somigliava moltissimo!)

don Mario era Renato Olmi, famoso centrocampista (prima dell’Inter poi della Juve) un altro amico, Luigi Casati, impersonava Carmelo Buonacore. Il futuro don Mario era un compagno di squadra molto ambito: snello, agile, aveva un modo personalissimo di lasciare di stucco gli avversari. Si lanciava in corsa dominando la palla poi, quando la difesa avversaria aveva preso il volo nel tentativo di fermarlo, ecco che Mario si bloccava di colpo trattenendo il pallone, per ripartire poi, altrettanto

La famiglia di don Mario

29 giugno 1953: prima S. Messa di don Mario nella sua parrocchia di Sant’Albino a Monza

L’affascinante storia piena della grazia di Dio di don Mario e suoi amici di Sant’Albino.

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rapidamente, in un’altra direzione. La spuntava sempre riuscendo non di rado ad arrivare a segno!

L’Inter, che allora si chiamava Ambrosiana, era la grande passione di tutti. Alla sera un altro appuntamentofissoeralaletturadiMilan-Inter,una rivista calcistica seguitissima, comprata da Giovanni Bramati con i suoi risparmi. La loro insegnante, la Pasqualetti, era amica e frequentatrice assidua di casa Meazza, nido del grandissimo attaccante Giuseppe, ed era stata proprio lei a trasmettere loro la passione per l’Ambrosiana. La Pasqualetti era una grande donna, capace di educare i ragazzi ai grandi valori umani dell’amicizia della solidarietà, della fedeltà, a ideali mutuati anche dagli oggetti delle passioni giovanili, come appunto la squadra di calcio più amata. Questa insegnante aveva creato, dietro la Scuola, un piccolo orto battezzandolo “orticello di guerra”. I prodotti diquellamodestavignaandavanoabeneficiodi coloro che la guerra aveva pesantemente segnato nella perdita della casa, dei beni, o dei familiari più cari. La stessa Maestra, che viveva a Milano, si incaricava della vendita, mentre erano i due Mario e gli amici che zappavano e seminavano e raccoglievano i frutti dell’orto con soddisfazione, sottraendo quel tempo alle ore di scuola. Oggi forse, tutto questo non sarebbe possibile, imbottigliati come siamo in programmi scolastici che non lasciano spazio ad attività alternative, le quali però risultano alla fine, come dimostra la buonamaestraPasqualetti, le più educative, quelle che più segnano lo sviluppo della vita dei ragazzi.

Tutti, e l’amico Mario in particolare, ricordano il futuro don Mario come un ragazzetto brillante, cordiale, disponibile, per niente bacchettone, eppure devoto, fedele e sempre molto bravo sia negli studi che nello sport! Lo studio era al primo posto per lui e, ricorda Mario di come, una domenica, riuscirono a spuntarla sulla sua diligenza, riuscendo a trascinarlo in bicicletta all’Arena a vedere la partita. Mario Riva riuscì a trasmettere, all’ormai giovane don Mario un’altra

grande passione, allora sconosciuta ai più: la pallacanestro. Risicando il tempo delle vacanze che il seminario gli concedeva, don Mario rimase alfiancodegliamicimentresiaffinavanonellanovità affascinante del basket. La squadra di basket di Sant’Albino raggiunse un ottimo livello entrando a far parte della rosa delle grandi squadre di allora. Questa passione arricchì anche il ministero di don Mario che, ad Albavilla, formò una squadra di Basket, che ebbe anche la gioia e “l’onore” di organizzare tornei di pallacanestro con, la USSBA, il Basket club di Sant’Albino.

Il legame fra don Mario e questi amici non si è mai interrotto, anche quando le strade della loro vita si sono separate: chi si è sposato e hacresciutofigli,chi–sposandosi–ifiglinonli ha avuti, ma ha custodito con grande amore il dono del Sacramento del matrimonio. E chi, infine,comedonMariosièconsacratoaDioavendo spesso la gioia di sposare gli amici, di battezzareilorofigliodipartecipareinqualchemodo alle loro vicende familiari.

Anche gli amici non hanno abbandonato don Mario, seguendolo soprattutto nei giorni in cui, con grande lungimiranza, don Mario decise di dare voce alla fede, fondando Radio Maria.

Nessuno può dimenticare questa pagina di storia perché ne fu protagonista un amico del gruppo, tra i più giovani, eppure ormai già nelle braccia del Padre: Franco Quadrio, cognato di Mario Riva e altrettanto amico di don Mario, appassionato radio amatore. Il giorno in cui venne a conoscenza del progetto di don Mario di installare un’antenna, non esitò a mettersi in moto coinvolgendo tutti. Furono giorni gloriosi e pieni di entusiasmo. Gli amici di Sant’Albino erano tutti all’opera in mezzo a Franco che comandava – com’era caratteristico del suo carattere genuino e volitivo- sparando qua e là qualche imbarazzante parolaccia, con un don Mario presente e attento ma che doveva talora scappare per le incombenze del suo sacerdozio. E la Radio fu, come un miracolo dell’amicizia e di una storia che, iniziata in una oscura frazione La mamma, Ernestina Capra Il papà, Gerardo Galbiati

I compagni di classe delle elementari di don Mario

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di Monza, continuava nella vita di molti, di quanti ancora oggi ascoltano per mezzo della radio la voce di don Mario.

Franco è stato vicino al “don” anche nel passaggio tra Radio Maria e Radio Mater offrendo ancora, con gratuità e generosità, la sua competenza. Franco muore prematuramente otto anni fa, ma continua vivere nella fede di tutti quelli che hanno permesso alla voce di don Mario di raggiungere tanti cuori.

La soddisfazione più grande è stata per don Mario sapere

che, Maria Gloria, primogenita del suo grande amico Mario Riva, un giorno ha lasciato tutto per consacrarsi a Dio nell’adorazione e nella contemplazione di Gesù Eucaristia in un Monastero.

Don Mario è stato vicino all’amico e alla moglie Marisa, nei giorni in cui non hanno compreso questa scelta. Si è precipitato al Convento di suor Maria Gloria per parlare con lei e per condividere le sue fatiche radiofoniche e pastorali anche con le sorelle,

affidandoalla loropreghieraqueldifficileinizialeministero.

Oggi, suor Maria Gloria, che scrive non senza commozione queste righe, parla su Radio Mater e sa, a sua volta, che non potrebbe dire ciò che dice e partecipare a questa grande avventura divina se non ci fosse stata l’affascinante storia piena della grazia di Dio di don Mario e i suoi amici di Sant’Albino.

Suor Gloria Riva

Caro Don Mario,in occasione del suo ses-

santesimo anniversario di ordinazione sacerdotale, mi è stata chiesta una testimonianza, che sono lieta di dare e mi riesce più facile – anziché parlare di lei - parlare a lei.

Ricorda don Mario come ci siamo conosciuti?

Era il 1985 e da una setti-mana ero tornata da un pellegrinaggio a Medjugorie, dove Maria Santissima mi aveva concesso la grande grazia di “riscoprire” nel cuore la chiamata che Gesù mi rivolgeva a seguirlo più da vicino.

Il 13 settembre 1985, le telefonavo per avere il testo del messaggio che la Madonna aveva detto il giorno precedente e che l’indimenticato padre Slavko comunicava all’allora ancora sua e tanto cara a lei e a noi, Radio Maria.

Questa telefonata si rinnovava tutte le settimane e un giorno lei mi chiese alcune informazioni sul mio conto ed io, che ero alla ricerca di un sacerdote che mi aiutasse a capire meglio come seguire Gesù, le chiesi di poterlo incontrare. E da quel primo incontro è nata la sua paternità spirituale per

la mia anima. C’è stata da subito sintonia tra le nostre anime e in lei ho incontrato un sacerdote innamorato di Dio e della vocazione che Lui le ha donato e che ha aiutato tanti a camminare sulle sue vie.

Di fronte alle mie indecisioni e alla paura di far soffrire i miei genitori nel lasciarli, lei mi ha ricordato le parole di Gesù: “Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me”. Parole forti, ma vere!

Dopo tre anni, lei, caro don Mario, mi ha accompagnato in questo monastero e da lei ho ricevuto, prima di varcare il portone della clausura, la benedizione. Ricordo con commozione il suo farsi vicino ai miei genitori e mio papà – che in quel tempo non era tanto vicino alla Chiesa – mi diceva: “Questo sì che è un vero sacerdote” e la stimava tantissimo. Sarà stato certo contento quando lei ha

benedetto la sua salma undici anni fa, un altro gesto che mi ha tanto commosso.

Quando anche per lei è venuto il tempo della sua sofferenza – della quale ero a conoscenza – anche se nel nascondimento, ero accanto a lei con la mia preghiera, chiedendo al Signore che nulla andasse perduto e fosse fecondo per la sua santità sacerdotale e portasse frutti anche nelle anime a lei affidate, e confido che sia stato così.

Anche la salute le ha creato –elecrea–qualchedifficoltà,ma so che il suo slancio nel servire Dio non viene meno.

Grazie, don Mario, per il suo esempio di vita donata al Signore, grazie per tutto il bene che Lui le ha permesso di infondere nelle anime, anche “via etere”, grazie per tutto quello che ancora le sarà concesso di fare!

Con gioia mi unisco alla grande famiglia di Radio Mater, che si stringe attorno a lei in questa felice occasione e le rinnovo il mio augurio!

Suor Maria Teresa

Delle Monache Romite di Bernaga (Perego)

“In lei ho incontrato un sacerdote innamorato di Dio”

Monastero delle monache Romite di Bernaga

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Sacerdote novello è arrivato ad Albavilla con tutto l’entusiasmo e la carica del giovane prete d’oratorio, pronto a circondarsi di ragazzi e gioventù per le più diverse iniziative.

La preghiera, la liturgia, il canto sono un primo ambito di lavoro e di impegno: i “piccoli cantori” che educa al bel canto e già preparava, anticipando il Concilio Vaticano II, a partecipare attivamente alla S. Messa; e per le feste e le solennità il coro degli uomini. Il talento musicale di don Mario è solo all’inizio: composizione di canti per la liturgia (novena di natale …) che aiutano tutta la parrocchia a pregare.

Con il parroco Don Felice Ballabio nel 1954 – anno mariano - si fece promotore perché il Comune di Albavilla si consacrasse alla Beata Vergine Immacolata e una statua venisse posta in municipio a ricordo dell’evento. Senza alcuna presunzione, si può oggi ben pensare che le radici della devozione alla “Mamma celeste”, alla Vergine Maria, erano già ben fondate. Anche la sua spinta fu decisiva nel formare il gruppo Bolettone – amici della montagna – per la posa della Croce sul monte Bolettone che domina sopra Albavilla, il pian d’Erba e oltre. E ai piedi della Croce una piccola grotta con la statua della Madonna che “veglia”sututtiisuoifigli.

L’impegno in oratorio lo vede impegnato su tutti i fronti. Dal catechismo alle sei domeniche di San Luigi con la grande festa di luglio con la

parte spirituale e ricreativa. Erano tempi anche buoni per la frequenza e la partecipazione e l’oratorio richiedeva spazi adeguati. Ecco sorgere il nuovo oratorio (primi anni sessanta)

con il Cine-Teatro “Della Rosa”, i campi di gioco e la pallacanestro. Con i giovanotti del “primo” basket don Mario è tra i fautori per formare la squadra, per il campo e le attrezzature: si fa in quattro!Chipoinonricordaifilme le rappresentazioni teatrali, i festival “della Rosa”, concorsi canori che vedevano alla ribalta i nuovi talenti e tra le canzoni e le musiche c’erano sempre quelle composte o elaborate dal don Mario. Poco ci mancava che una sua canzonetta arrivasse a Sanremo...!

E dopo il consueto anno oratoriano, inizio anni sessanta, l’idea dell’oratorio estivo all’Alpe del Viceré, al campeggio! Che vacanze, si direbbe. Ma per don Mario è una bella iniziativa che vuole condividere con gli oratori di Erba Prepositura (era a quel tempo coadiutore don Giovanni), Albese con Cassano (coadiutore era don Ugo). Centinaia di ragazzi che, dopo la S. Messa in parrocchia, trascorrono le giornate nello stile oratoriano in montagna. Un’esperienza unica!

E poi, come scordare la sua passione per la squadra del cuore, l’Inter, passione che lo vedeva entusiasta con i giovani e i papà in oratorio.

Ora ritorna ad Albavilla con la Casa di Maria: l’aspettiamo con gioia.

Mario Debellario

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Coadiutore per tredici anni ad Albavilla

‘‘Don Mario, l’aspettiamo di nuovo’’

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Il passare del tempo e l’uscita attiva dalla comunità di San Pietro di Don Mario non possono far dimenticare il periodo in cui è stato la guida della comunità parrocchiale. Arrivato il 19 marzo 1966 (presa di possesso il 29 giugno), trovava una comunità che aveva vissuto il travaglio delle novità, introdotte dal Vaticano II°, con Don Ernesto Rigamonti, che nei suoi 58 anni di sacerdozio aveva svolto il suo ministero secondo la tradizione e i riti che venivano dal Concilio di Trento.

Il giovane parroco facilitò l’inizio delle opere di adeguamento delle strutture parrocchiali, soprattutto della chiesa parrocchiale.

Così all’inizio degli anni ‘70 iniziarono i lavori di manutenzione straordinaria della chiesa parrocchiale, che, nei tre anni di intervento, vide il suo interno messo sottosopra dal pavimento alla volta, e l’esterno dalle fondamenta al tetto.

Il card. Giovanni Colombo la sera del 14 luglio 1974, quando la chiesa venne riconsacrata, si fermò sul portone per ammirare la bellezza conquistata.

Una chiesa, riportata alla sua originaria bellezza, richiedeva che anche la vita liturgica, che in essa trova la sua massima espressione, si rinnovasse. Accanto alla Schola Cantorum a quattro voci dispari, con alla tastiera il mitico Sig. Silvestro (poi arriverà addirittura una donna, la Mariuccia Mojoli, a suonare lo strumento” il cui suono è in grado di raggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle

cose celesti (Sacrosanctum Concilium cap. V, 120)”siaffiancaungruppodipiccolicantoriche, per espresso desiderio dello stesso Don Mario, viene costituito da Renato. Con il passare degli anni il gruppo si trasforma in coro di voci femminili (“Convivia Musica”) , attualmente diretto dallo stesso fondatore e dalfiglioMarcoTestori,gruppoconosciutoeapprezzato anche a livello nazionale per la sua raffinataespressionemusicale.

Negli anni successivi Don Mario si sente però portato verso altre forme di apostolato. Dapprima, mantenendo anche il ruolo di parroco, getta le basi di una comunità non più delimitatadai confini canonici cheegliamachiamare “parrocchia dell’etere” e a cui, in seguito, dedicherà tutto il suo tempo.

Forse le vicissitudini, anche giudiziarie, che hanno segnato la fine dei suoi rapporti conla sua prima creatura (Radio Maria)eledifficoltàadarvitaad un’altra (Radio Mater) gli avranno fatto rimpiangere di aver lasciato una comunità parrocchiale che con lui aveva vissuto anni di forte impegno pastorale, nella seconda parrocchia della città di Erba.

La celebrazione del 60° di consacrazione coincide con il trasferimento della sede di Radio Mater ad Albavilla (prima sede del suo ministero sacerdotale come coadiutore).

La sua caparbia volontà nel perseguire i suoiidealinonverràcertoaffievolitadall’etàanagraficaedaiproblemidisalute,concuideve fare i conti ogni giorno.

Auguri per ancora tanti anni di apostolato!

Renato e Riccardo

La chiesa parrochiale di Arcellasco

Don Mario e Arcellasco d’ErbaL’impegno pastorale di don Mario nella Parrocchia dei

Santi Pietro e Paolo ad Arcellasco di Erba.

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Caro Don Mario,

grazie di cuore per la Sua testimonianza di fede e di accettazione della sofferenza che diventa vita vissuta di ogni giorno. Ci aspetta ancora tanta strada da percorrere insieme nel NUOVO CENTRO MARIANO di Albavilla che la Mamma ha preparato per noi. Sono ancora tante le anime da raggiungere, come altrettante quelle che invocano la presenza di Radio Mater in località ancora non raggiunte dalle nostre frequenze.

Non lesiniamo gli sforzi in presenza di un obiettivo così impegnativo ed affascinante e continuiamo lieti e perseveranti in questa nostra missione e in quell’unità di cuori che fa’ di Radio Mater una stupenda famiglia, legata nella preghiera e nell’amicizia. Quel Cielo che Lei ogni giorno ci svela nel commento della Parola di Dio e nel ricorso ai Sacramenti, mezzi indispensabili di crescita nella vita cristiana, Le sia propizio, La guidi ed accompagni nel Suo prezioso apostolato e Le infonda tanta energia ed entusiasmo nel compimento della Sua fatica quotidiana. La Mamma vegli su di Lei dall’alba al tramonto e sia sempre una presenza vigile, protettiva e rassicurante, Lei che per un misterioso disegno d’amore lo ha eletto Suo figlio prediletto, destinandoLa afondare due Radio che portano il Suo nome dolcissimo.

Abbiamo troppo bisogno di Lei e la grande famiglia di Radio Mater supplica il Signore perché La tenga ancora a lungo alla sua guida ad annunciare con forza la straordinaria novità della Parola di Dio che spesso scompagina e confonde gli …ideali di un mondo tutto volto alla ricerca di beni illusori e passeggeri e immerso

Concelebrazione Eucaristica di don Mario in Arcellasco

Don Mario nella Cappellina di Maria con i bambini

Anno 2010 Festa di Radio Mater, Da sin. don Mario, Card. Dionigi Tettamanzi e mons. Molinari

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nella solitudine dell’egoismo e della prevaricazione.

Senta vicini l’affetto dei Suoi figli spirituali che quotidianamente La ricordano con preghiere e suppliche e Le sono profondamente grati e riconoscenti per il Suo prodigarsi senza risparmio dienergiefisicheespiritualiper la salvezza delle anime a Leiaffidate.Laaccompagninosempre la benedizione del Signore e la carezza della Mamma.

AD MULTOS ANNOS.Pino

Sono centinaia i messaggi giunti in questi giorni a Don Mario. Non possiamo, per ovvi motivi, pubblicarli tutti. Nel sito internet di Radio Mater, nel link “Ecco alcuni dei tanti messaggi di auguri per il 60° Anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Mario”, sono presenti in parte.

Ringraziamo sentitamente, anche a nome di don Mario, tutti voi per questa grande dimostrazione di affetto.

Anche Francesco di Brindisi avrebbe voluto partecipare ai festeggiamenti per don Mario. Purtroppo il 29 maggio

scorso – a un mese dall’anniversario della prima messa del “don” - ci ha lasciato per il Cielo. Ospitiamo qui accanto il suo ricordo, sicuri che da Lassù continuerà a seguirci, ad assisterci e a pregare secondo le intenzioni di don Mario.

Ciao Francesco!

21 Novembre 2007: Bennedetto XVI benedice la nostra statua della Madonna

7 febbraio 1990: IL Beato Giovanni Paolo II benedice la nostra statua della Madonna

21 Novembre 2007: la nostra statua della Madonna, in trionfo in Piazza San Pietro, Roma

Francesco Ses

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