Raccolta di poesie futuriste OLTRE IL SENSIBILE · non grillare il coltello sul piatto ... ché tu...

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OLTRE IL SENSIBILE Raccolta di poesie futuriste ALBERTO VIANELLO

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OLTRE IL SENSIBILERaccolta di poesie futuriste

ALBERTO VIANELLO

ALBERTO VIANELLO

Note biografiche

Il poeta Alberto Vianello, nato a Venezia il 29 settembre 1902, appartiene all’avanguardia degli anni venti del secolo scorso e precisamente al movimento futurista della seconda ondata.

Si laurea giovanissimo in ingegneria chimica e viene assunto a Prato dalla Richard Ginori. Nel suo tempo libero si dedica alla poesia e alla scrittura, collaborando con piccoli giornali locali. Successivamente, lasciata la Ginori ritorna nella sua cit-tà, Venezia, ed entra all’Ala Littoria, l’antenata dell’Alitalia, dove rimane fino allo scoppio della seconda Guerra Mondia-le.

Nel 1928 sposa una ragazza pugliese che conosce in treno, Matilde, da cui avrà tre figli, Assunta Maria, Leonardo ed Edoardo.

Al termine della guerra entra all'ARAR, un azienda statale che ha il compito di alienare i residuati di guerra (moto, jeep, tende, carri armati, camion, scatolame e vettovaglie) e succes-sivamente passa al Poligrafico dello Stato dove rimane fino al suo pensionamento.

Grande amante della montagna è stato presidente del Club Alpino Italiano, che nella sede di Roma gli ha dedicato la lo-cale Biblioteca, da lui scrupolosamente riorganizzata.

Muore a Roma il 20 febbraio 1977.

La sua produzione lirica si ritiene tuttora valida e in ogni modo rispondente alle ambizioni del movimento letterario fu-turista, che lo annoverò fra i promettenti continuatori di quel corso poetico alla fonte del quale ebbero a sostare scrittori e filosofi che appartengono alla storia della letteratura italiana, come Aldo Palazzeschi, Luciano Folgore, Giovanni Papini, Corrado Govoni, Ardengo Soffici e tanti altri.

La sua prima lirica “Bicchiere d’acqua” costituì per molto tempo il suo cavallo di battaglia e apparve nella “Antologia dei nuovi poeti futuristi“edita, a cura di F. T. Marinetti, nel 1925, dalla Casa Editrice L’Alpina di Cuneo.

Curiosità:

• Alberto Vianello era il padre del cantautore Edoardo Via-nello, cugino del famoso attore comico e presentatore, Rai-mondo Vianello e nonno del giornalista RAI Andrea Via-nello conduttore della trasmissione “Agorà”.

• In gioventù aderì al movimento Futurista di Marinetti e fu anche un ottimo poeta di liriche e poesie futuriste pubblica-te su varie riviste del settore e su libri dedicati al Futurismo.

• Ingegnere chimico è stato dirigente in importanti Società.

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• Tutte le poesie del libro sono corredate da un quadro. che sono i lavori della figlia di Alberto, Tunni Vianello, nota pit-trice e una signora molto poliedrica.(visitare il suo blog “Fantasia Tunni”)

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Ho letto le poesie di Alberto Vianello.

Ho letto, ho volato, ho trovato porti e son ripartito.

Forse non so bene cos'è il Futurismo. Se è un volo, geniale e guerriero, azzurro e lontano, folle e romantico, è anche il mio volo.

Se è la musica delle quattro stagioni, se è "muscolo” di vento e rabbia dell'anima, se è libertà indomabile, io so che è il mio volo.

Alberto Vianello è oggi ma anche molto domani.

Roberto Gianani

Il poeta futurista Alberto Vianello non è riuscito in vita a pub-blicare una raccolta delle sue poesie, che, fino a qualche tem-po fa, sembravano ormai disperse. Deluso dalla scarsa consi-derazione riservatagli da alcuni critici letterari e dai cambia-menti della società italiana, il poeta abbandonò la sua attività letteraria.

E’ solo grazie alla tenacia dei figli Tunni, Leonardo ed, in par-ticolare Edoardo Vianello, il cantante più “futurista” del fir-mamento musicale italiano, che, con grande dedizione ed infi-nito amore, hanno intrapreso un’accurata ricerca dell’opera di loro padre. Oggi è possibile la pubblicazione, per la prima volta, della più completa rassegna delle sue poesie “Oltre il sensibile”, composta da ben 38 liriche.

La ricerca è stata avviata presso i discendenti dei suoi miglio-ri amici, presso i parenti veneziani, in alcuni appunti trovati fra i suoi documenti e le pagine di qualche vecchio libro ed in particolare presso la Biblioteca intitolatagli dal Club Alpino Italiano di Roma, di cui è stato presidente.

Con questa pubblicazione vogliamo rendere onore ad uno dei più grandi poeti futuristi, ingiustamente ignorato dalla “Kultura” italiana del dopoguerra e dai suoi pregiudizi.

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Prefazione

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ELENCO COMPLETO DELLA RACCOLTA

1.Essere che?

2.Nostalgia

3.Bicchiere d'acqua

4.Sì

5.Preghiera mattutina

6.Tempo (Il grande eremita)

7.Al buio

8.Il mondo si espande

9.Luci fischi spilli anidride carbonica

10.Lasciatemi dormire

11.A Silvia e Giulio

12.Senz'estro

13.Strizzare

14.Luci ed ombre

15.Altomare in burrasca

16.A Tidy

17.Bandiera

18.Erotismo

19.Le pupille di Anna

ELENCO COMPLETO DELLA RACCOLTA

20.Mneme

21.Nasce l'idea

22.Segreto

23.L'altro

24.Meccanesimo

25.Inutile

26.Domani

27.Tramonto

28.Preludio di temporale

29.Neve cadente a tempo peso

30.Non sarò mai poeta

31.Pittura descrittiva

32.Oltre il sensibile

33.Amare chi ?

34.Apatia

35.Zero vivo zero morto

36.Non essere

37.Denti di donna

38.Tramonto*

Proprietà letteraria riservata

©2012 Elfrida Ismolli Digital Edition

in collaborazione con Vianello Edizioni MusicaliISBN 978-88-90-7301-39

Prima edizione digitale 2012

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Copyright

Hanno collaborato:

Edoardo Vianello - Redattore

Elfrida Ismolli - Progetto grafico e preparazione del libro per la pubblicazione digitale

Roberto Gianani-Prefazione

Tunni Vianello-Pittrice

Leonardo Vianello-Archivio foto

Altro della stessa casa editrice:

“The sound of the Roman Fountains” di Edoardo Vianello & Elfrida Ismolli (lingua inglese)

“Il suono delle fontane di Roma” di Edoardo Vianello & Elfrida Ismolli (lingua italiana)

“In meno di un minuto” di Susanna Vianello

Disponibile su iTunes BookStore

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SEZIONE 1

Alberto Vianello con il figlio Edoardo Vianello, noto cantautore italiano.(1960)

Galleria Alberto Vianello.1 Altre foto nella versione completa

Galleria fotografica

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“Non vivere che per vivere con me.” A.Vianello (1921)

Galleria Alberto Vianello.2 Altre foto nella versione completa

Capitolo 1

LUCE FISCHI SPILLI

ANIDRIDE CARBONICA

Sensazioni di punta e taglio.

Cricricricricristalli freddi frivoli di trilli di bimbi

penetrare di aghi

infiltrare

stringere di lacci

grigrigrigrigio perla.

Ho desiderato la tua morte

ti odio

impreco il destino che non ti fa udire

questi accordi di settima di strisce di grigi.

I tuoi brillanti di vetro striato mi bruciano

non grillare il coltello sul piatto

t’imprecherò fino a quando girando girando

non si spezzino le corde del tuo mandolino timpano.

Come una pioggerella di marzo

sui miei nervi batte la grandine del rimorso;

se fossi scoperto

confonderei il grido di disperazione col piacere

di sentire le mie dita asporte da un’elica furiosa

o col torcermi le unghie

o col tuffarmi tra la neve coi denti smaltati

per respirare il dolore.

E tu donna

mi perdonerai il viscido umore

della mia barba rasa contro la tua pelle bianca

ch’io afferrerei

ch’io torcerei con la mia tenaglia

se acutizzando il mio pensiero

non riuscissi ad acciuffare il limite.

Nuda ti vorrei

davanti ad uno specchio sgangherato,

per averti due volte

l’una qual sei

e con la sigaretta accesa

bruciare ad uno uno i tuoi pori

uguagliare il profumo al senso di tirare

la tua giarrettiere di gomma succhiata

fino a spezzarla

fino a provare diarrea

l’altra già tagliata a spigoli

zebra a fischi

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stritolii di denti

martelliiii di punte

violinista aumentate quell’enarmonia!

si deve ottenere il suono di un collo umano

alla sega circolare

velocemente

raspare

strigliare i cavalli

poi con un vento tagliente

batter di tosse bruciante

stilettare i viscidi uccellini

tziotziotzio

trincetti di

diddddddididididid

dizionari di dolori

ed aspirare fino al limite del vuoto liquefatto

sentir sulla lingua

la parola del secondo del pericolo

sotto un treno

sotto un tram

il cui trolley vibra verde rame

tutto è velocità

luce luce luce

fischio fischio

odore

pizzicati in crescendo

strisce nere delle luci

complicazioni sui vetri nebbiosi

metalli tagliati al momento

simili al pianger dello stagno

attriti fosforescenti

tutto è velocità

luce luce

pattinare sui ghiacci scoscesi

filtrare

udire scintille

triltriltriltriltrillare

che hai fatto !

le tue pupille hanno battuto contro

una lampadina accesa

sei inondata di acidi fluorescenti

vedo i tuoi denti

ritmici tasti di macchina

tu fremi

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tu scivoli

scivoli

dai scintille

dagli orecchi ti escono coltelli

e lancette

il tuo odore

è pesce bruciato e marcito

è acido solfidrico

il tuo senso è carta vetrata sulla carne viva

come il rimorso

allume di rocca.

Non parlo

fremo

sei la velocità

la macchina creatrice di sillabe

trituratrice

macchina così ti voglio

ed i figli saranno

apparecchi di precisione.

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Capitolo 2

LUCI ED OMBRE

Milano, 1920

Correre dai raggi visuali tessuti da spole

partire dal sole

immantinente.

Vagare pe’ centri della coscienza

raspando l’ignoto

e ricordar che il miglior centro è l’occhio

armonico dittatore.

Svincolarsi

E fuggire i lacci della luce

con disprezzo sputare

siccome ogni goccia si spezzi in arcobaleno

tagli schiaffi baci di lampi

contagocce invisibili pesanti

trasecolar nel dubbio

e vinti

chiuder gli occhi abbacinati

per ben vedere.

Cader di trapezi

e geometrie sfacciate

linea = se vedo son visto

segmento = tu dici trecento, ma guarda son trenta e se insisti son meno

ma andare più in là è gioco

meglio è restare

creando un bel verbo:

velociare!

La linea che soffre

Storpiata dai vetri direttori di banda

Si chiede allora:

E’ punta il colore? E’ taglio?

No, è peso bollato

l’ombra sola è spazio

ché tu non vedi il volume

ma l’ombra in profondo e la luce in piano.

Scindere uniforme lontano

viale di notte lampioni

volumi sperduti

girare l’anima ad angolo retto

per comporre uno spazio intero

essere la propria luce.

Punto punto

di sfere un centro

tempo mio contro tempo assoluto

velociare

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odiar la penombra.

Vivere nella luna.

Finale di una versione dattiloscritta dal poeta

Punto punto

di sfere un centro

tempo mio contro tempo assoluto

velociare velociare

odiar la penombra

sterzare

quarta

frenare di botto

sbalzare inerti

cadere di peso

raccolti

senz’onda smorzata

Il pianto si è vetrificato!

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Capitolo 3

ZERO VIVO ZERO MORTO

Milano, 1922

Dopo di me:

zero.

Macché diluvi

patrimoni infranti

debiti assolti

pianti.

Io,

zero,

nell’unico silenzio puro

la sola pace vera,

per me traguardi inutili,

zero.

Domani non mi sveglierò

e gli altri giorni appresso.

Lo saprò mai se ci fui e quando ?

Zero via zero.

Ma se un giorno pazzo

qualcuno ti risvegliasse ?

Troverei che il mondo

in qualche modo c’è,

è andato lì dov’è

senza di me

come prima

prima che me ne andassi

quando ero zero vivo.

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