Memorie Inutili - Carlo Gozzi (Venezia, 13 dicembre 1720 – Venezia, 4 aprile 1806)
Raccolta di poesie futuriste OLTRE IL SENSIBILE · non grillare il coltello sul piatto ... ché tu...
Transcript of Raccolta di poesie futuriste OLTRE IL SENSIBILE · non grillare il coltello sul piatto ... ché tu...
Note biografiche
Il poeta Alberto Vianello, nato a Venezia il 29 settembre 1902, appartiene all’avanguardia degli anni venti del secolo scorso e precisamente al movimento futurista della seconda ondata.
Si laurea giovanissimo in ingegneria chimica e viene assunto a Prato dalla Richard Ginori. Nel suo tempo libero si dedica alla poesia e alla scrittura, collaborando con piccoli giornali locali. Successivamente, lasciata la Ginori ritorna nella sua cit-tà, Venezia, ed entra all’Ala Littoria, l’antenata dell’Alitalia, dove rimane fino allo scoppio della seconda Guerra Mondia-le.
Nel 1928 sposa una ragazza pugliese che conosce in treno, Matilde, da cui avrà tre figli, Assunta Maria, Leonardo ed Edoardo.
Al termine della guerra entra all'ARAR, un azienda statale che ha il compito di alienare i residuati di guerra (moto, jeep, tende, carri armati, camion, scatolame e vettovaglie) e succes-sivamente passa al Poligrafico dello Stato dove rimane fino al suo pensionamento.
Grande amante della montagna è stato presidente del Club Alpino Italiano, che nella sede di Roma gli ha dedicato la lo-cale Biblioteca, da lui scrupolosamente riorganizzata.
Muore a Roma il 20 febbraio 1977.
La sua produzione lirica si ritiene tuttora valida e in ogni modo rispondente alle ambizioni del movimento letterario fu-turista, che lo annoverò fra i promettenti continuatori di quel corso poetico alla fonte del quale ebbero a sostare scrittori e filosofi che appartengono alla storia della letteratura italiana, come Aldo Palazzeschi, Luciano Folgore, Giovanni Papini, Corrado Govoni, Ardengo Soffici e tanti altri.
La sua prima lirica “Bicchiere d’acqua” costituì per molto tempo il suo cavallo di battaglia e apparve nella “Antologia dei nuovi poeti futuristi“edita, a cura di F. T. Marinetti, nel 1925, dalla Casa Editrice L’Alpina di Cuneo.
Curiosità:
• Alberto Vianello era il padre del cantautore Edoardo Via-nello, cugino del famoso attore comico e presentatore, Rai-mondo Vianello e nonno del giornalista RAI Andrea Via-nello conduttore della trasmissione “Agorà”.
• In gioventù aderì al movimento Futurista di Marinetti e fu anche un ottimo poeta di liriche e poesie futuriste pubblica-te su varie riviste del settore e su libri dedicati al Futurismo.
• Ingegnere chimico è stato dirigente in importanti Società.
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• Tutte le poesie del libro sono corredate da un quadro. che sono i lavori della figlia di Alberto, Tunni Vianello, nota pit-trice e una signora molto poliedrica.(visitare il suo blog “Fantasia Tunni”)
iii
Ho letto le poesie di Alberto Vianello.
Ho letto, ho volato, ho trovato porti e son ripartito.
Forse non so bene cos'è il Futurismo. Se è un volo, geniale e guerriero, azzurro e lontano, folle e romantico, è anche il mio volo.
Se è la musica delle quattro stagioni, se è "muscolo” di vento e rabbia dell'anima, se è libertà indomabile, io so che è il mio volo.
Alberto Vianello è oggi ma anche molto domani.
Roberto Gianani
Il poeta futurista Alberto Vianello non è riuscito in vita a pub-blicare una raccolta delle sue poesie, che, fino a qualche tem-po fa, sembravano ormai disperse. Deluso dalla scarsa consi-derazione riservatagli da alcuni critici letterari e dai cambia-menti della società italiana, il poeta abbandonò la sua attività letteraria.
E’ solo grazie alla tenacia dei figli Tunni, Leonardo ed, in par-ticolare Edoardo Vianello, il cantante più “futurista” del fir-mamento musicale italiano, che, con grande dedizione ed infi-nito amore, hanno intrapreso un’accurata ricerca dell’opera di loro padre. Oggi è possibile la pubblicazione, per la prima volta, della più completa rassegna delle sue poesie “Oltre il sensibile”, composta da ben 38 liriche.
La ricerca è stata avviata presso i discendenti dei suoi miglio-ri amici, presso i parenti veneziani, in alcuni appunti trovati fra i suoi documenti e le pagine di qualche vecchio libro ed in particolare presso la Biblioteca intitolatagli dal Club Alpino Italiano di Roma, di cui è stato presidente.
Con questa pubblicazione vogliamo rendere onore ad uno dei più grandi poeti futuristi, ingiustamente ignorato dalla “Kultura” italiana del dopoguerra e dai suoi pregiudizi.
iv
Prefazione
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ELENCO COMPLETO DELLA RACCOLTA
1.Essere che?
2.Nostalgia
3.Bicchiere d'acqua
4.Sì
5.Preghiera mattutina
6.Tempo (Il grande eremita)
7.Al buio
8.Il mondo si espande
9.Luci fischi spilli anidride carbonica
10.Lasciatemi dormire
11.A Silvia e Giulio
12.Senz'estro
13.Strizzare
14.Luci ed ombre
15.Altomare in burrasca
16.A Tidy
17.Bandiera
18.Erotismo
19.Le pupille di Anna
ELENCO COMPLETO DELLA RACCOLTA
20.Mneme
21.Nasce l'idea
22.Segreto
23.L'altro
24.Meccanesimo
25.Inutile
26.Domani
27.Tramonto
28.Preludio di temporale
29.Neve cadente a tempo peso
30.Non sarò mai poeta
31.Pittura descrittiva
32.Oltre il sensibile
33.Amare chi ?
34.Apatia
35.Zero vivo zero morto
36.Non essere
37.Denti di donna
38.Tramonto*
Proprietà letteraria riservata
©2012 Elfrida Ismolli Digital Edition
in collaborazione con Vianello Edizioni MusicaliISBN 978-88-90-7301-39
Prima edizione digitale 2012
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Copyright
Hanno collaborato:
Edoardo Vianello - Redattore
Elfrida Ismolli - Progetto grafico e preparazione del libro per la pubblicazione digitale
Roberto Gianani-Prefazione
Tunni Vianello-Pittrice
Leonardo Vianello-Archivio foto
Altro della stessa casa editrice:
“The sound of the Roman Fountains” di Edoardo Vianello & Elfrida Ismolli (lingua inglese)
“Il suono delle fontane di Roma” di Edoardo Vianello & Elfrida Ismolli (lingua italiana)
“In meno di un minuto” di Susanna Vianello
Disponibile su iTunes BookStore
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SEZIONE 1
Alberto Vianello con il figlio Edoardo Vianello, noto cantautore italiano.(1960)
Galleria Alberto Vianello.1 Altre foto nella versione completa
Galleria fotografica
8
“Non vivere che per vivere con me.” A.Vianello (1921)
Galleria Alberto Vianello.2 Altre foto nella versione completa
Cricricricricristalli freddi frivoli di trilli di bimbi
penetrare di aghi
infiltrare
stringere di lacci
grigrigrigrigio perla.
Ho desiderato la tua morte
ti odio
impreco il destino che non ti fa udire
questi accordi di settima di strisce di grigi.
I tuoi brillanti di vetro striato mi bruciano
non grillare il coltello sul piatto
t’imprecherò fino a quando girando girando
non si spezzino le corde del tuo mandolino timpano.
Come una pioggerella di marzo
sui miei nervi batte la grandine del rimorso;
se fossi scoperto
confonderei il grido di disperazione col piacere
di sentire le mie dita asporte da un’elica furiosa
o col torcermi le unghie
o col tuffarmi tra la neve coi denti smaltati
per respirare il dolore.
E tu donna
mi perdonerai il viscido umore
della mia barba rasa contro la tua pelle bianca
ch’io afferrerei
ch’io torcerei con la mia tenaglia
se acutizzando il mio pensiero
non riuscissi ad acciuffare il limite.
Nuda ti vorrei
davanti ad uno specchio sgangherato,
per averti due volte
l’una qual sei
e con la sigaretta accesa
bruciare ad uno uno i tuoi pori
uguagliare il profumo al senso di tirare
la tua giarrettiere di gomma succhiata
fino a spezzarla
fino a provare diarrea
l’altra già tagliata a spigoli
zebra a fischi
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stritolii di denti
martelliiii di punte
violinista aumentate quell’enarmonia!
si deve ottenere il suono di un collo umano
alla sega circolare
velocemente
raspare
strigliare i cavalli
poi con un vento tagliente
batter di tosse bruciante
stilettare i viscidi uccellini
tziotziotzio
trincetti di
diddddddididididid
dizionari di dolori
ed aspirare fino al limite del vuoto liquefatto
sentir sulla lingua
la parola del secondo del pericolo
sotto un treno
sotto un tram
il cui trolley vibra verde rame
tutto è velocità
luce luce luce
fischio fischio
odore
pizzicati in crescendo
strisce nere delle luci
complicazioni sui vetri nebbiosi
metalli tagliati al momento
simili al pianger dello stagno
attriti fosforescenti
tutto è velocità
luce luce
pattinare sui ghiacci scoscesi
filtrare
udire scintille
triltriltriltriltrillare
che hai fatto !
le tue pupille hanno battuto contro
una lampadina accesa
sei inondata di acidi fluorescenti
vedo i tuoi denti
ritmici tasti di macchina
tu fremi
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tu scivoli
scivoli
dai scintille
dagli orecchi ti escono coltelli
e lancette
il tuo odore
è pesce bruciato e marcito
è acido solfidrico
il tuo senso è carta vetrata sulla carne viva
come il rimorso
allume di rocca.
Non parlo
fremo
sei la velocità
la macchina creatrice di sillabe
trituratrice
macchina così ti voglio
ed i figli saranno
apparecchi di precisione.
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Correre dai raggi visuali tessuti da spole
partire dal sole
immantinente.
Vagare pe’ centri della coscienza
raspando l’ignoto
e ricordar che il miglior centro è l’occhio
armonico dittatore.
Svincolarsi
E fuggire i lacci della luce
con disprezzo sputare
siccome ogni goccia si spezzi in arcobaleno
tagli schiaffi baci di lampi
contagocce invisibili pesanti
trasecolar nel dubbio
e vinti
chiuder gli occhi abbacinati
per ben vedere.
Cader di trapezi
e geometrie sfacciate
linea = se vedo son visto
segmento = tu dici trecento, ma guarda son trenta e se insisti son meno
ma andare più in là è gioco
meglio è restare
creando un bel verbo:
velociare!
La linea che soffre
Storpiata dai vetri direttori di banda
Si chiede allora:
E’ punta il colore? E’ taglio?
No, è peso bollato
l’ombra sola è spazio
ché tu non vedi il volume
ma l’ombra in profondo e la luce in piano.
Scindere uniforme lontano
viale di notte lampioni
volumi sperduti
girare l’anima ad angolo retto
per comporre uno spazio intero
essere la propria luce.
Punto punto
di sfere un centro
tempo mio contro tempo assoluto
velociare
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odiar la penombra.
Vivere nella luna.
Finale di una versione dattiloscritta dal poeta
Punto punto
di sfere un centro
tempo mio contro tempo assoluto
velociare velociare
odiar la penombra
sterzare
quarta
frenare di botto
sbalzare inerti
cadere di peso
raccolti
senz’onda smorzata
Il pianto si è vetrificato!
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Dopo di me:
zero.
Macché diluvi
patrimoni infranti
debiti assolti
pianti.
Io,
zero,
nell’unico silenzio puro
la sola pace vera,
per me traguardi inutili,
zero.
Domani non mi sveglierò
e gli altri giorni appresso.
Lo saprò mai se ci fui e quando ?
Zero via zero.
Ma se un giorno pazzo
qualcuno ti risvegliasse ?
Troverei che il mondo
in qualche modo c’è,
è andato lì dov’è
senza di me
come prima
prima che me ne andassi
quando ero zero vivo.
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